The Keyblade Wars: III.5

atto secondo della mia trilogia

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  1. CieL°
     
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    :look:
    Salve a tutti. Mi scuso subito per il prolungato periodo di assenza, ma purtroppo per motivi esterni (la mia raga, scuola amici, la mia raga e scuola) quel poco tempo che avevo a disposizione per scrivere è andato sempre più a farsi benedire in questi giorni...
    Fortunatamente, con la fine dell scuola (e quindi delle interrogazioni e compiti) sarò mooolto meno impegnato per i prossimi... 3 mesi direi =D
    mi scuso ancora se ho dovuto sospendere senza motivazione o avviso alcuno la mia fic, ma finalmente sono ritornato!
    SPOILER (click to view)
    'ddeso però sò cazzi vostri :zxc:


    Capitolo 3
    Party


    Robin Hood e Lady Marion tornavano dal loro giro nella foresta. L’accampamento era deserto, dunque i due decisero di avvicinarsi alla cascata che sgorgava fra le rocce.
    I due si avvicinavano l’un l’altro, guardandosi intensamente negli occhi. Stavano per baciarsi.
    “SORPRESAAAAA”
    Fra Tac irruppe nella scena col suo vocione sfiatato. Tutti gli altri, Little John, Eal e Myde, lo seguirono a ruota lanciando in aria numerosi petali di rosa. Le due volpi rimasero piacevolmente sorprese; fra gli amici c’erano anche gli abitanti del villaggio, che improvvisavano con flauti e mandolini un sonetto sul Principe Giovanni.
    “Fenomeno di incapacità, nei libri di storia lui sarààà Giovanni il Re Fasuuullo d’Inghilteeeerra!!”
    “EVVIIIVA IL RE FASUUULLO D’INGHILTEEERRA!”
    “Quell'avido, cupido… pavido, stupido… zotico, lepido… stolido, trepido… ladro rapace, ed incapace…
    d'uuuun reee fasuuullo d'Inghilteeeerra!”


    Il giorno seguente un intero plotone di faine erano impegnate a affiggere ai muri e agli alberi del paese di Nottingham dei volantini, che annunciavano l’aumento delle tasse. E chi non avrebbe avuto i soldi sarebbe stato imprigionato.
    “Perché tanta crudeltà?” chiese una faina alla compagna mentre le passava il martello e dei chiodi.
    “Per catturare Robin Hood” rispose l’altra mentre prendeva il martello.
    “Come al solito… ci avrei dovuto pensare” concluse quest’ultima, mentre scansava dai suoi occhi le gocce di pioggia.
    “PIANTATELA DI BLATERARE!” ordinò lo sceriffo Bracalone che passava durante il suo solito giro di riscossione. Si stava avviando verso la casa del fabbro, un vecchio bassotto con la gamba ingessata.
    Li si trovava già Fra Tac, di ritorno dalla festa nella foresta di Sherwood.
    “Buongiorno Fra Tac. Quale buon vento?” chiese il fabbro.
    “Solo una visita di cortesia” rispose il tasso chiudendo la porta dietro di sé, ma guardandosi intorno sospettoso.
    “Tutto bene?” chiese ancora il fabbro.
    “Non c’è male, grazie… anche voi state bene?” chiese il tasso.
    Il vecchio bassotto stava per rispondere, ma la sua espressione afflitta e depressa divenne gioiosa quando Fra Tac, senza dargli tempo di aprir bocca, estrasse un piccolo sacchetto pieno di monete d’oro.
    “A meraviglia!” rispose il bassotto, prendendo senza troppi ripensamenti il sacchetto.
    “Te li manda Robin Hood” disse a voce bassa il frate.
    “Dio lo benedica”
    TOC TOC
    “Si può?” chiese lo sceriffo da fuori la porta.
    “E’ lo sceriffo! Nascondilo!” quasi ordinò fra Tac.
    Poi il tasso andò ad aprire la porta, accogliendo nella piccola dimora Bracalone.
    “Buongiorno Fra Tac. Buongiorno anche a te, caro fabbro”
    “Sceriffo… In cosa posso esserle utile?”
    “Oh, ma riscuotendo le tasse, naturalmente”
    “Ma sceriffo, io sono un povero fabbro… a momenti non ho neanche i soldi per arrivare a fine mese”
    Il bassotto avanzò verso uno sgabello. Bracalone alzò le orecchie per sentire uno strano tintinnare di soldi provenire dal gesso del fabbro.
    “Massì, accomodati” lo invitò lo sceriffo avvicinandogli lo sgabello. Il fabbro si mise a sedersi di buon grado.
    Fra Tac si avvicinava con un altro sgabello per potervi appoggiare sopra la gamba ingessata dell’amico; Bracalone ne approfittò per sollevare la fasciatura del fabbro e dare qualche colpetto al gesso.
    Il vecchio bassotto urlò di dolore, ma alla fine il sacchetto di monete cadde nelle mani dello sceriffo.
    “COME HAI OSATO?” protestò il tasso, smaniando a destra e a manca “QUESTO POVERETTO NE HA BISOGNO!”
    “Ma anche il povero Principe Giovanni ne ha tanto bisogno”
    “FUOORI!” ordinò Fra tac prendendo a panzate il lupo “Fuori! Fuori! Fuori!”
    Lo sceriffo venne spinto in strada. Rialzatosi, prese mano alla sua spada.
    “FRA TAC!” urlò il fabbro, tirandogli la sua stampella.
    I due cominciarono a duellare. Fra Tac sembrava in vantaggio quando gli piantò la stampella in pancia.
    Inginocchiato a terra dal dolore, lo sceriffo fischiò, e un condor arrivò volando prendendo il cappuccio di Fra Tac, coprendogli tutta la testa. Poi Bracalone strinse il cappio e lo ammanettò, portandolo via.
    Il vecchio fabbro, che aveva assistito alla scena, strisciò fino in strada per recuperare la sua stampella. Si rimise in piedi a fatica, e poi cominciò ad avanzare verso la foresta.
    -Devo dirlo a Robin Hood!- pensava, mentre cercava di camminare il più velocemente possibile.

    Il temporale intanto infuriava, e al castello anche il Principe era furibondo.
    “Uhm… signore? Che ne dite di contare i vostri soldi? Magari il loro suono vi riappacificherà!” consigliò Sir Biss, prendendo con la coda alcune monete e muovendole un po’ per invitare Giovanni ai conti del patrimonio. Ma invano.
    Il principe rimaneva col suo sguardo furibondo e impassibile.
    “Sapete, abbiamo catturato Fra Tac”
    “FRA TAAAC!” il leone senza criniera balzò giù dal trono urlando “ROBIN HOOD! E’ ROBIN HOOD CHE VOGLIO, IO!!!”
    La biscia cercò di strisciare via spaventata, ma il principe la prese prima per il collo “E’ ROB-IN H… hai detto Fra Tac?”
    La biscia annuì in silenzio, quasi soffocando nella ferrea presa del principe.
    “Fra Tac, eh? … dì alle faine di preparare il necessario per una impiccagione, anzi una doppia impiccagione!”

    “Cosa stiamo a fare qui, se dobbiamo perder tempo?” chiese Eal al compagno.
    “Eddai. Ieri sera ci siamo divertiti” rispose Myde mentre pescava una carta dal mazzo. Stavano giocando a carte assieme a Lady Marion e Little John, mentre Robin cucinava.
    “Non lo nego… ma il nostro obbiettivo era un altro”
    “Appunto. Ora non dovremmo neanche essere qui”
    “Se ora ci troviamo qui è perché abbiamo sentito la presenza di Marluxia, o meglio del suo heartless” sussurrò nell’orecchia al castano “Quindi, ora lo andiamo a cercare, lo battiamo e ritorniamo al nostro obbiettivo principale”
    “E spicciati, rosso!” irruppe John “Dopo di te è il mio turno”
    Eal buttò giù un paio di carte, Myde gli rispose “Rilassati! Prima finiamo questa partita a carte e poi faremo come dici tu, ok?”
    “UNO!” urlò John, alzando il braccio per mostrare l’unica carta rimastagli in mano.
    “Finito…” pronunciò Eal alzandosi in piedi.
    “Ma anche no” lo interruppe Marion “Prima di tutto cambio colore a verde, poi cambio giro… quindi, Johnny, tocca a te pescare 4 carte!”
    John sbuffò, pescando dal mazzo altre quattro carte.
    “Rilassati, ho detto” ripeté Myde a Eal, mentre questo guardava male il compagno.
    “RAGAZZI! PRESTO, VENITE!” urlò dall’altra parte Robin.
    Tutti e quattro si alzarono e corsero dal compagno che, abbandonati pentola e ingredienti, teneva fra le braccia il fabbro del paese.
    “Santi numi! Che ti è successo?” domandò subito Little John.
    “Lo sceriffo…” rispose il bassotto.
    “BRACALONE?!? Che ti ha fatto?” domandò Robin facendogli aria col suo cappello.
    “Gli ci vuole un po’ d’acqua…” suggerì Marion. Myde prese istintivamente una bacinella vuota e come pèer magia si riempì d’acqua.
    Gliela fecero bere,e ripreso fiao, il vecchio ricominciò “Lo sceriffo ha arrestato Fra Tac”
    “COSA HA FATTO?” irruppe rumoroso come sempre John.
    “Sicuramente… vorrà usarlo come esca per catturarti”
    “Uccidermi, vorrai dire” lo riprese l’arciere.
    “Che cosa facciamo, Rob?” chiese ansiosa Marion.
    “Dobbiamo salvarlo. Stanotte.”
    “Ma così tu…”
    “Lo so… ma se non lo facciamo, Fra Tac morirà”
    “Credo che vi servirà dell’aiuto, allora” propose Eal. “Ma come, non dovevamo andarcene il più presto possibile?” commentò ironico Myde, sorridendo verso il compagno.
    “Grazie mille, amici” li ringraziò Robin.


    CITAZIONE
    Uàh, commentate!

     
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352 replies since 8/5/2008, 18:10   5312 views
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