Under the heart

la mia prima fic... siate clementi...

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  1. Demyx63
     
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    Ciau ragazzi, ultimamente, mentre ascoltavo la musica sul mio Ipod mi è venuto un lampo divino su una fanfic di Kh e così eccomi qua!
    La prima parte del capitolo (anzi la maggior parte) è soprattutto romantica, poi, però alla fine subentrerà un po’ di azione e mistero.

    Sn nuovo di queste parti e questa è la mia prima ficcy, ma spero che vi piaccia.

    Scusate se il primo capitolo e un po’ lungo (oddio, “un po’”) purtroppo la trama lo richiedeva.

    Recensite numerosi!!!

    Cap 1: luce oscurata

    Isole del destino.
    Sora era sulla sua barca a remi diretto verso la sua isola in una splendida giornata estiva, il sole batteva forte sul mare, provocando splendidi riflessi sull’acqua, da quando ci era tornato dopo aver sconfitto Xemnas, ci passava molto più tempo di prima. Si alzava la mattina presto e tornava a casa, quando era già buio, i suoi genitori prima erano non poco seccati da questa novità, ma ormai Sora non aveva più di questi problemi; da quando, pochi mesi prima, dopo aver compiuto diciotto anni, si era comprato un piccolo appartamento nella periferia del paese, ormai era completamente indipendente e la cosa gli piaceva.

    Mentre era ormai a metà strada verso l’isola Sora notò una figura seduta sulla sabbia e appoggiata alle tavole di legno che sorreggevano la passerella che portava alla baracca, aguzzando meglio la vista si accorse che era Kairi. Sora sorrise, dirigendosi verso il molo.

    Arrivato a destinazione legò saldamente la barca ad un palo per evitare che venisse trascinata via dalla corrente, poi con un abile balzo atterrò sul piccolo molo dell’isola, affondò poi i piedi nella sabbia e si diresse verso Kairi, si accorse che stava dormendo. A Sora gli balenò in mente un’idea, si avvicinò alla rossa quatto quatto, finché, senza svegliarla si sedette vicino a lei. Sora la osservò, era bellissima! La bocca semiaperta e gli occhi chiusi le davano un’aria angelica, i capelli rossi le circondavano il volto come una cornice che racchiudeva un quadro stupendo. Sora si avvicinò sempre di più al suo volto finché non le diede un piccolo bacio a fior di labbra.

    -mmh- mugolò Kairi svegliandosi, e decidendo di aprire i suoi meravigliosi occhi viola.

    -Salve bella addormentata sull’isola, il bel principe e venuto a svegliarti- disse Sora, divertito.

    -Non sono ancora del tutto sveglia, forse mi rivorrebbe un altro bacio- rispose Kairi, sorridendogli.

    Sora finse una faccia contrariata -eh, no! Questo è approfittarsene!- disse.

    Kairi rise -si, forse hai ragione-

    Sora la osservò, adorava vederla ridere, gli dava un grande senso di gioia e soprattutto di amarla ancor di più.

    -ti va di sederti qui?- chiese il moro, battendo una mano sulle ginocchia.

    -mmh...va bene- rispose Kairi; la rossa si sedette sulle gambe di Sora, mettendogli le braccia al collo, e posando la propria fronte contro quella di lui, riguardarono negli occhi per un po’.
    -Allora, sbaglio o ti devo ancora svegliare del tutto?-chiese Sora sorridendo.

    -sbaglio, o avevi detto che questo è approfittarsene?- rispose Kairi.

    -Ma non ho detto che è una cosa sbagliata- ribatté il ragazzo, sorridendo.

    -E va bene- rispose la rossa -però sono molto assonnata, dovrai metterti di impegno per svegliarmi-

    -Farò il possibile- rispose Sora, guardandola malizioso, subito prima di iniziare a baciarla in modo non proprio casto.

    Le labbra di Kairi avevano un sapore come di rugiada, Sora le aveva sempre adorate fin dal giorno in cui all’incirca tre anni prima, si erano dati il loro primo bacio, nel luogo segreto. Sora ricordava benissimo quell’avvenimento: era entrato prima lui osservando i disegni che aveva fatto insieme a Riku e Kairi, fermandosi ad osservare quello fatto da lei e Sora, notando che aveva una differenza, rispetto a come l’aveva lasciato (ve lo ricordate, no? ndA) subito dopo era entrata Kairi, notando ciò che Sora stava guardano; iniziarono a parlare di come effettivamente i loro destini si erano intrecciati, finché il ragazzo sparò fuori tutti i suoi sentimenti senza quasi accorgersene, e non fece neanche in tempo ad arrossire, che Kairi gli era subito volata addosso, baciandolo.

    Rimasero con le labbra incollate per parecchio finche non arrivò il momento in cui Sora iniziò davvero a odiare Riku, data la sua irruzione nel luogo segreto, presentandosi dicendo:

    -Scusate se interrompo l’allegra pomiciata, ma siete spariti da un pezzo e dobbiamo tornare a casa-.

    I due si staccarono guardando a terra imbarazzati, poi mentre uscivano dall’luogo segreto Sora lanciò un occhiata a Riku, che la tradusse come “ti auguro una morte lenta e dolorosa”.

    Eh si, Sora non si sarebbe facilmente dimenticato del loro primo bacio, ma adesso avrebbe dovuto concentrarsi su quello che si stavano dando in quel momento.

    Quando si divisero fu Sora a parlare per primo:- Allora, ti sei svegliata adesso?-

    -Bhe...credo di si- fu la risposta che ottenne.

    -Credi? Forse è meglio andare sul sicuro- disse il ragazzo avvicinandosi di nuovo a Kairi.

    -No, no! Scherzavo, sono sveglia!- disse allarmata la ragazza-.

    -Mmh...va bene- rispose Sora.

    Kairi, sempre seduta sulle ginocchia di lui appoggio la testa sulla sua spalla, mettendosi in posizione fetale, e iniziando a giocherellare con il ciondolo di Sora a forma di corona.

    Il ragazzo, dopo avergli messo un braccio attorno alla vita, disse: -Sai…certo che da quando se ne andato Riku, sembra che a questo posto manchi qualcosa-.

    Riku aveva deciso di partire pochi giorni prima, quando Sora gli aveva chiesto spiegazioni, lui rispose: -ehi, insomma non mi va giù che tu abbia visitato un sacco di mondi e io no. Le uniche volte che sono stato fuori dall’isola; o ero al servizio di quella strega con manie di vendetta, o non ero proprio in condizioni di andarmene in giro per i mondi- terminò, alludendo a quando aveva le sembianze di Ansem -perciò, adesso andrò visitare qualche mondo, così tu e Kairi potrete rimanere a fare i piccioncini, sull’isola senza che io vi rompa le scatole- Sora arrossì.

    E il giorno dopo era partito su una gummiship prestatagli dal re topolino dicendo che sarebbe tornato dopo qualche giorno.

    -Si, però- iniziò Kairi -vedrai che tornerà presto-.

    -Si, lo so- disse Sora –bhe...ora che facciamo?-

    -che ne dici se giochiamo...ad acchiapparello?- chiese Kairi con un sorriso furbetto

    -Tesoro, mi sembri un po’ grande per giocare a acchiap*- ma il moro non fece in tempo a finire la frase che la rossa prese una manciata di sabbia e gliela butto nei capelli, poi, ridacchiando, si alzò e si allontano da Sora, che esclamò -Ehi! I miei capelli!- poi guardò Kairi, che continuava a ridere, con un’espressione tra il serio e il divertito

    -questa me la paghi!- Sora si alzò di scatto e partì all’inseguimento della ragazza che cercava di sfuggirgli, naturalmente lui era molto più veloce e si avvicinava sempre di più, quando ormai l’aveva quasi raggiunta raccolse un pugno di sabbia, le circondò la vita da dietro e le diede un bacio sulla guancia per fargli abbassare la guardia e poi gli spiattò la sabbia in testa.

    -oh, no!- esclamò Kairi mettendosi una mano nei capelli

    -ora siamo pari- disse Sora

    -No, non è vero! Tu i capelli, ci metti poco a lavarteli, io ci devo stare cinquantamila anni!-

    Kairi sapendo che non sarebbe mai riuscita a raggiungerlo infilò una mano nella sabbia e gliela buttò in faccia.

    Sora aveva la bocca aperta, visto che stava per dire “aspetta” ma la sabbia gli arrivò in faccia entrando anche in bocca.

    Il ragazzo sputacchiò da tutte le parti, per poi ritornare all’ inseguimento della ragazza.

    E continuarono a rincorrersi ridendo per molto tempo finché, esausti, non si fermarono alla base dell’ albero dove da piccoli si sedevano sempre.

    -fiù! Ora siamo pari?- chiese Sora che aveva la sabbia anche nei guanti.

    -direi di si- rispose Kairi, prima di sentire un rumore simile ha un ruggito sommesso -cos’è stato?- si chiese guardandosi in giro.

    -Ehm...credo sia colpa mia- disse Sora mettendosi una mano sullo stomaco -Ho una fame da lupi!-

    -Sempre il solito- commentò Kairi -fortuna che ci ho pensato io- la ragazza estrasse dallo zainetto rosa che aveva sulle spalle una generosa quantità di panini, bevande e altri snack.
    -oh, Kairi, cosa farei senza di te?- disse Sora ammirando le cibarie che Kairi aveva sparso su una tovaglietta a quadri per terra.

    -probabilmente adesso saresti in un dubbio amletico tra la fame e la pigrizia, visto che non ti andrebbe neanche di andare a prendere del cibo da casa tua-

    -già, credo proprio di si- disse il moro grattandosi la nuca, per poi sedersi affianco alla rossa.

    Trascorsero un’ allegro pomeriggio, a parlare delle avventure di Sora avute in passato.

    Più tardi i due ragazzi erano seduti sulla sabbia appoggiati al tronco di un albero, ad osservare il mare che lentamente stava inghiottendo il sole, Sora aveva una pepsi in mano e ogni tanto dava qualche sorsata, Kairi invece guardava a terra mordendosi il labbro inferiore, era leggermente rossa.

    -Qualcosa non va, Kairi?- chiese il ragazzo notando lo strano comportamento della rossa

    -No, va tutto bene, e solo che stavo...pensando-

    -e a cosa pensavi?- chiese Sora

    -bhe...ecco...- Kairi sembrava imbarazzata -Sora...noi quanti anni abbiamo?-


    Sora la guardo curioso per un momento poi rispose -diciotto io, e tu diciassette e mezzo-

    -ecco...tu...voglio dire...noi...- balbetto Kairi

    -Insomma, cosa mi vuoi dire?- chiese Sora, guardandola

    -ecco...io ho paura di...imbarazzarti- si giustificò Kairi

    -Imbarazzarmi? Io sono un forte e rude guerriero del Keyblade! Niente mi può imbarazzare!- disse il “guerriero del Keyblade” rivolgendo lo guardo verso il mare -Avanti, dimmi- Sora si portò la lattina di pepsi alle labbra.

    -ehm...Sora tu...pensi che sia troppo presto per...quello?-

    A Sora andò la pepsi di traverso, iniziò a tossire rumorosamente, battendosi un pugno sul petto, quando finalmente ebbe evitato il soffocamento, disse completamente rosso:

    -Ka...Kairi...ecco...i...io non...non...-

    -non fa niente, Sora..forse sono stata io troppo...avventata- disse la rossa imbarazzatissima.

    I due guardarono i direzioni opposte, rossi per l’imbarazzo. Lui si ritrovò a pensare. In tutta sincerità non gli era mai venuta in mente una cosa simile, però tutt’ ad un tratto l’idea non gli sembrava così brutta, insomma, ormai aveva diciotto anni, no? Era a quell’età che si iniziava a farlo, e poi lui in tutti i mondi era diventato una persona famosissima, già se lo sentiva nelle orecchie: “il forte, potente e valoroso custode del Keyblade, colui che ha riportato la pace in tutti i mondi…è ancora vergine” no, decisamente non ci stava. E apparte quello… lui amava Kairi, giusto? E allora perché aspettare ancora?

    Sora allora prese un bel respiro e disse -va bene-

    -cosa?- chiese Kairi

    -se...se tu...vuoi farlo i...i...io non...te lo impedirò- balbettò il ragazzo guardando a terra.

    -davvero?-

    Sora rispose con un mormorio di assenso

    -va bene- disse la rossa

    -ehm...- iniziò Sora -non credo...che qui sia il posto più adatto-

    -no, infatti, ehm...dove andiamo?-

    -Nel...nel mio appartamento?-

    -OK- rispose semplicemente Kairi

    Si alzarono insieme e si diressero verso il molo, Sora guardava in alto a destra, e Kairi in basso a sinistra.

    Il ragazzo decise di volgere lo sguardo verso la sua ragazza e notando il suo stato d’animo, le prese la mano e gliela strinse con sicurezza; Kairi si voltò verso Sora, vedendolo sorridere.


    Poco dopo erano gia in paese, e camminavano mano nella mano verso l’appartamento di Sora, che in quel momento aveva in testa più pensieri di quanto ne avesse mai avuti: si chiese cosa avrebbe fatto una volta entrati in casa, non sapeva proprio come cominciare, non aveva alcuna esperienza in quel campo; certo qualche volta si ritirava in un angolo dell’ isola con Kairi a pomiciare, in quello era esperto, ma lì si trattava solo di baci e carezze, non aveva idea di come avrebbe fatto a...

    Sora deglutì nel vuoto, erano arrivati d’avanti al portone di casa sua.

    Si mise una mano in tasca e ne estrasse un mazzo di chiavi, gli ci vollero due tentativi per far entrare le chiavi nella toppa, visto che tremava per quanto era nervoso.
    La porta si aprì cigolando, Sora e Kairi attraversarono l’uscio, poi lui chiuse il portone a chiave.

    -Ehm..eh...la c...c...amera da letto...è di sopra- disse un imbarazzatissimo Sora

    -o...ok- rispose Kairi -an...andiamo?-

    -s...si-

    Salirono insieme le scale e ad ogni gradino, il ragazzo si terrorizzava sempre di più. Arrivarono di fronte ad una porta con una targhetta che diceva “stanza di Sora”, il proprietario della stanza aprì la porta e i due vi entrarono, Sora si chiuse la porta alle spalle.

    Bene, e adesso? Ormai non c’erano più strade lunghe da prendere.

    Fu Sora il primo a parlare -immagino...che dovrei togliermi la maglietta-

    -si, credo- rispose Kairi

    -però in fondo si può fare anche senza togliersi la maglietta- aggiunse in fretta il ragazzo

    Kairi sembrava soprappensiero -Sora, ascolta; se tu non vuoi non devi sentirti obbligato- disse

    -oh, Kairi, no; io vorrei, davvero. E solo che...- Sora ci pensò. Già, cos’è che lo frenava? Perché si sentiva così insicuro? -Io ho paura di non essere all’ altezza-

    -è solo per questo?- chiese Kairi

    Sora annuì

    -oh, Sora, ma come fai a pensare ad una cosa del genere? Ascolta, a me non mi importa che tu sia bravo o no, io voglio farlo solo perché... perché ti amo, va bene?-

    Sora rimase profondamente colpito da quelle parole, era troppo bello, Kairi lo amava! Avrebbe voluto urlarlo, fregandosene se qualcuno gli diceva di stare zitto, ma l’unica cosa che riuscì a fare era avvicinarsi e baciarla dolcemente, il bacio subito dopo diventò rovente, Kairi infilò le mani sotto la maglia di Sora sentendo i muscoli del ragazzo, fortificati durante le sue avventure contro gli Heartless e i Nobody. Sora rabbrividì a quel contatto, e con urgenza si tolse la giacca, e dopo essersi staccato da Kairi a malincuore si tolse anche la maglia, lasciando libero il possente fisico scolpito.

    Kairi lo osservò per un istante per poi tornare al bacio appassionato.

    E Sora, mentre faceva stendere Kairi sul letto, pensò che ormai nessuna barriera del pudore avrebbe più potuto fermarlo.


    *

    Il sole ormai era già sorto sulle isole del destino, gli uccellini cantavano allegri annunciando l’inizio di una nuova giornata.

    Sora dormiva beato abbracciato a la sua Kairi, quando un fascio di luce gli colpì il volto, svegliandolo.
    La prima cosa che vide gli tolse il fiato, vicino a lui coperta da un lenzuolo leggero c’era lei, bella come un angelo, che dormiva tranquilla. Sora ancora non poteva credere a quello che era successo la notte prima; rimase a guardare Kairi per un po’ finché anche lei non si destò dal sonno.

    -buongiorno- disse Sora sorridendogli.

    -ciao...- rispose Kairi -che ore sono?-

    Sora guardò la radiosveglia sul suo comodino che segnava le 6:05

    -sono le sei e cinque- disse il ragazzo

    -mmh, è ancora presto- disse lei accucciandosi contro il suo petto, Sora la abbracciò protettivo

    -Kairi?- chiamò il moro

    -si?-

    -ti amo- disse prima di baciarla sui capelli -ti amo con tutto il cuore-

    E insieme, si addormentarono nuovamente.

    Qualche ora dopo di sonno, Sora si svegliò per la seconda volta, senza aprire gli occhi strinse le braccia convinto che tra esse ci fosse Kairi, ma quando alzò le palpebre si rese conto che Kairi, nel letto, non c’era.

    Guardò la radio sveglia, quella segnava le 9:20

    Forse Kairi si era già svegliata ed era andata giù, chissà, magari a preparargli la colazione.

    Sora si infilò i boxer, i pantaloni e le scarpe da ginnastica restando a torso nudo, mentre si vestiva continuava a immaginare Kairi hai fornelli, e la tavola apparecchiata con una deliziosa colazione
    Scendendo le scale, era ormai sicurissimo della sua ipotesi, così, entrando nella cucina disse:

    -Buongiorno, amor*-

    Ma in cucina non c’era nessuno, nessuna tavola apparecchiata e nessuna colazione.

    Sora si chiese, allora, dove potesse essere; la cerco per tutta la casa ma niente. Kairi non era da nessuna parte.

    Allora, iniziando a preoccuparsi, si vestì in fretta e decise di andare a controllare sull’ isola, quando vi arrivò la cerco dappertutto ma di lei non c’era traccia.

    Sora, si sedette sul pontile riflettendo: conosceva Kairi in ogni particolare (ora davvero!) e sapeva che se fosse sparita all’ improvviso, gli avrebbe scritto una lettera con delle spiegazioni, ma non c’era neanche quella.

    All’improvviso, un potente rombo di motori, lo distolse dai suoi pensieri. Guardò in alto e vide che qualcosa in cielo si stava avvicinando sempre di più al terreno.

    Guardando meglio, Sora si accorse che era una Gummiship, anzi, era la Gummiship, proprio quella che usava lui insieme a Paperino, e Pippo. Quando ormai era vicinissima al terreno, i propulsori alzarono un forte vento e Sora dovette coprirsi gli occhi per evitare che della sabbia gli andasse negli occhi.

    Una volta atterrata sulla spiaggia, la Gummiship spense i motori e l’abitacolo si aprì e ne uscirono proprio loro: il capitano dei cavalieri reali, e il mago di corte al castello Disney.

    Paperino, e Pippo scesero a terra e il papero si stiracchio dicendo:

    -aaah, questi viaggi mi spezzano sempre la schiena-

    -Forse dovresti cambiare quegli scomodissimi sedili, yuk!- disse Pippo

    -EHI, ragazzi! Di qua!- chiamò Sora dall’altro capo della spiaggia, sventolando una mano.

    -SORA!- esclamarono insieme il cavaliere e il mago, correndo verso di lui.

    Vedere Paperino e Pippo, non era una sorpresa per Sora, visto che venivano sull’isola, ogni due o tre settimane.

    -Allora, come te la passi Sora?- chiese Paperino

    -tutto bene, spero- disse Pippo

    -Beh, non proprio- confessò Sora

    -come mai?- chiese il cavaliere

    -non riesco più a trovare Kairi, lo cercata ovunque ma non c’è da nessuna parte-

    -hai visto su tutta l’isola?- chiese il mago

    -si ma non sono riuscito a trovarla, e sinceramente il mio sesto senso mi dice che le è successo qualcosa- disse il ragazzo, preoccupato.

    -Direi che il tuo sesto senso funziona perfettamente- disse una voce grave

    Sora si guardò intorno, allarmato, ma non vedeva nessuno.

    -mi duole interrompere una così bella storia d’amore, ma temo di essere io l’artefice della scomparsa di Kairi-

    Sora scesa dal pontile con un colpo di reni, appena atterrato sulla sabbia estrasse il suo Keyblade, e mettendosi in posizione d’attacco, disse: -Chi è là?!- anche Paperino e Pippo estrassero le loro armi.

    -oh, qualcuno che tu conosci molto bene-

    -FATTI VEDERE, CODARDO!- Esclamò Sora, stringendo di più l’impugnatura del Keyblade.

    Detto fatto, al centro della spiaggia, si aprì un portale oscuro e da esso ne uscì…

    -No, non è possibile.-

    -sorpreso di vedermi, guerriero della luce?- disse Xemnas con un ghigno divertito

    Sora lo osservò, era proprio lui, il membro numero uno dell’organizzazione XIII, nel suo elegante soprabito nero, ma aveva qualcosa di diverso: la parte superiore del corpo era leggermente trasparente, e man mano che si andava verso i piedi, la trasparenza aumentava fino a far diventare le gambe quasi invisibili.

    -TU! COME FAI A ESSERE ANCORA VIVO!?- esclamò Paperino con la sua solita furia da combattente

    -curiosi di sapere come sono sopravvissuto al nostro scontro?-

    -certo che si! Come sei sopravvissuto?! Sono stato io stesso a vederti morire!- Esclamò Sora.

    Xemnas ridacchiò

    -Sei un fantasma?- chiese Pippo che dei tre, era l’unico rimasto calmo.

    -beh...non esattamente, ma ci va vicino- rispose il Nessuno.

    -Sputa il rospo, rifiuto oscuro! Come fai a essere ancora qui!?- chiese Sora in preda alla collera.

    -va bene, deciderò di rivelarti come sono sopravvissuto-

    Sora rimase in ascolto

    -Sono sicuro che tu saprai, che per realizzare un’ essere, occorrono: corpo, cuore e anima-

    Il ragazzo non smise di guardarlo con sospetto

    -devi sapere che tra questi elementi esiste una connessione, che è la seguente: corpo/cuore, cuore/anima- disse Xemnas

    Tu sai benissimo, che noi nessuno siamo esseri senza alcun cuore, ed è questo il motivo per cui sono rimasto in vita: quando uccidi un essere, la distruzione inizia dal corpo, poi il cuore e in seguito l’anima; ma quando un nessuno viene distrutto, la distruzione si ferma al corpo, perchè tra corpo e anima non esiste alcuna connessione- terminò Xemnas sorridendo.

    -Quindi anche gli altri membri dell’organizzazione sono sopravvissuti!- disse Paperino

    -no- rispose il nessuno -loro sono anime, è vero; ma sono invisibili, immateriali, incapaci di avere alcun collegamento con il mondo di coloro che possiedono un corpo-

    -e allora perché tu puoi farlo?- chiese Sora impaziente.

    -Kingdom Hearts- ebbe in risposta -ricorderai senz’altro, che prima che il mio corpo venisse distrutto, ho acquisito i poteri di Kingdom Hearts, che hanno influenzato la mia anima e il mio corpo, ed è per questo che riesco ad avere un contatto con questa terra-

    Sora, lo guardò rabbioso; dunque ciò che avevano fatto non era servito a distruggere Xemnas, la sua anima era ancora in vita.

    -Va bene, abbiamo capito! Sei vivo! Ora che hai fatto la tua sceneggiata, ridammi Kairi indietro!- esclamò Sora rabbioso.

    -oh, rivuoi indietro la tua sgualdrina?- chiese Xemnas beffardo.

    Sora sbarrò gli occhi, stringeva il suo Keyblade così forte che le nocche gli erano diventate di un bianco pallido -non. chiamarla. più. così- disse, non era un’ ordine e nemmeno una minaccia, era un’ avvertimento.

    -chiamarla come? Sgualdrina?- domandò il nessuno

    -STA ZITTOOOOOOOOO!!!- Sora non ci vide più dalla rabbia, si lanciò contro Xemnas preparandosi a colpirlo con il Keyblade, ma la magica chiave lo attraversò, senza fargli un graffio.

    -mi dispiace, ma è impossibile ferire un’anima- disse Xemnas

    Sora lo guardo con odio crescente.

    -Che cosa vuoi farne di lei?!- chiese rabbioso

    -oh, questo non posso dirtelo, di dico solo, che per ciò che mi serve, gli ho dato un potente veleno-

    Sora ebbe una scossa di terrore.

    -purtroppo il veleno agisce lentamente, possono restargli….si e no tre settimane di vita-

    -addio, guerriero della luce- salutò Xemnas, prima di scomparire.

    Sora aveva il capo chino, iniziò ha formarsi un doloroso groppo alla gola. Lasciò cadere il Keyblade, poi si poggiò a terra prima con le ginocchia e poi con il resto del corpo.

    E pianse

    Non ci voleva credere, perchè doveva sempre essere così? Che cosa aveva fatto di male? Non poteva avere una vita normale come quella di ogni ragazzo? No, doveva per forza continuare a combattere per poter guadagnarsi una vita normale, anche se, iniziava a pensare che neanche quello bastasse per poter vivere in pace.

    E questa volta Kairi era stata vittima di quella sua maledizione, e per colpa sua rischiava di morire. Si colpa sua, Sora ne era sicuro, altrimenti perché avrebbe dovuto rapire una ragazza innocente, se non per il fatto che era legata al custode del Keyblade?

    Mentre era accasciato sulla sabbia, gli venne in mente il volto beffardo di Xemnas, e al posto del dolore ora provava solo rabbia, odio puro verso quel rifiuto delle tenebre.

    Strinse le mani nella sabbia, nella mano destra trovò un pezzo di legno, Sora desiderò ardentemente che fosse il collo di Xemnas, il legnetto si spezzò.

    Improvvisamente gli occhi di Sora diventarono per un attimo gialli ma poi tornarono blu.
    La stessa cosa stava accadendo ai suoi capelli, che da castani diventavano grigi, per poi tornare al colore originario.


    Paperino e Pippo stavano assistendo alla rabbia dell’amico

    Pippo si stava dirigendo verso Sora con aria funerea ma Paperino lo fermò

    -non credo che sia il caso di andare a consolarlo...- disse preoccupato.

    Attorno al ragazzo si stavano creando sinistre scariche elettriche viola.

    -gosh!Ma che cosa gli sta succedendo?- chiese Pippo allarmato

    Sora non si stava accorgendo di nulla, non riusciva a togliersi il volto di Xemnas dalla testa.
    Si alzò in piedi urlando di rabbia, le sue grida si udirono per tutte le isole del destino, finché senza fiato, ritornò a terra battendo forte i pugni sulla sabbia, nell’istante in cui le sue mani toccarono il terreno, ci fu una forte esplosione.

    BOOOOOOOOM!

    Nel punto esatto in cui prima c’era Sora, ora non restava che un’ enorme colonna di oscurità, che si ergeva fino al punto più alto del cielo.

    Si alzò un vento potentissimo che sembrava un uragano, provocando una tempesta di sabbia che costrinse Pippo e Paperino a coprirsi gli occhi.

    Il vento aumentava a dismisura, la potenza era tale che stacco una trave dal pontile che con forza inaudita si dirigeva verso il mago di corte.

    -UACK!- urlò il papero

    -Paperino!- urlò Pippo prima di mettersi d’avanti a lui, bloccando la trave con il suo scudo.

    Fortunatamente, la tempesta provocata dall’ esplosione si diradò, e la colonna oscura si stava lentamente stringendo, fino a dissiparsi completamente, lasciando ricomparire Sora, genuflesso con il capo chino.

    -Sora! Stai bene?- dissero in coro i suoi due amici, avrebbero voluto andargli vicino, ma qualcosa diceva loro di non farlo.

    Sora si alzò, dava loro le spalle.

    -scordatevi quel nome- disse, freddo e distaccato.

    Si voltò.

    Il suo volto era completamente cambiato: i suoi capelli, prima castani ora avevano un’ intensa tonalità di grigio ferro, i lineamenti era no leggermente più duri, la sua carnagione era più scura e i suoi occhi non erano più blu del mare, ora erano gialli, come quelli di un falco.

    Anche il suo abbigliamento era cambiato, il suo vestito nero era scomparso lasciando posto ad un altro abbigliamento: ora indossava un impermeabile bianco smanicato con il colletto alto, sul bicipite destro aveva una fascia nera, le mani erano nascoste da dei guanti, neri come gli stivali che indossava; di una tonalità più chiara era il suo pantalone, grigio come i suoi capelli; a completare il tutto un grande cinturone di ferro gli cingeva la vita da sopra l’impermeabile, però c’era una cosa che era rimasta, ovvero, il pendente che portava al collo, ma la corona era scomparsa lasciando posto ad un altro simbolo.

    Paperino cercò di aguzzare la vista per capire che simbolo fosse, quando lo distinse, trattenne il fiato per lo stupore misto a paura.

    -Sora, ti senti bene?- chiese Pippo preoccupato.

    -ho detto: scordatevi quel nome!- Esclamò con furia -e ricordatevi quello di Eykard...perché d’ora in poi ne sentirete parlare spesso-

    Il ragazzo si voltò di nuovo, e dopo qualche passo scomparve in un alone oscuro.

    Pippo si avvicinò a Paperino chiedendo -Hai visto il simbolo che...?-

    -si l’ho visto- disse il papero -temo proprio che Sora- sospirò -sia diventato un Heartless-




    Ecco qua! Il primo capitolo della mia fic! Spero proprio che si sia piaciuto!!!!

    Edited by Demyx63 - 25/4/2008, 22:31
     
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  2. gytu45
     
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    User deleted


    fsdccc deqsdxx

    We!!Funziona

    Be cmnqe la tua storia è da sballo!!!!!!!!!!!!!!!!
    ma cme te venuto in mente!!!!!!!!
     
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  3. Demyx63
     
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    grazie tante! non sai quanto sono felice di avere una così bella recensione!!!!

    se vuoi sapere come mi è venuto in mente, be stavo ascoltando la canzone my immortal degli evanecense, se la conosci saprai quant'è triste... così ho pensato subito a una storia tristissima (pensa, all'inizio avevo in mente di far morire Kairi, ma mi è sembrato troppo crudele) e poi mi è venuta in mente la frase che disse Yen Sid all'inizio di KH 2 "se una persona cede all'oscurità del suo cuore, diventa un Heartless" e in quell'unico lampo divino, mi è venuta in mente tutta la storia.

    piccola curiosità: il nome dell' Heartless di Sora è Eykard ma si legge icard e in più se provi ad anagrammare il nome (letterale) spunta fuori la parola "Darkey" che significa chiave oscura, continua a seguire la mia fic!!!
     
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  4. gytu45
     
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    Ohh!! Ma, Far morire Kairi mi sembra un po esaggerato dc io :sisi: ; cmnqe quand'è il prossimo episodio?
     
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  5. Demyx63
     
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    Ecco qui il secondo capitolo della mia storia! Ringrazio chi ha letto il mio primo capitolo!

    Ma tagliamo i convenevoli e continuiamo la storia.

    Cap 2: un orribile rompicapo

    Re Topolino stava parlando con Paperon de’ paperoni di fronte ad un negozio di gelati in un una giornata tranquilla a Radiant garden, il momento ideale per discutere del budget annuale del castello Disney, anche se dopo tre ore e mezza, Topolino sperava in un interruzione, non era certo questo che aveva in mente.

    -MAESTÀÀÀÀÀ- urlò una voce gracchiante. Il Re si voltò, vedendo i suoi servitori più fidati attraversare il mercato con aria tesissima.

    -Pippo, Paperino! Cosa ci fate qui? Pensavo che foste con Sora- chiese Topolino.

    -Cos’hai da strillare, nipote perdigiorno? Io è il Re stiamo discutendo di affari importanti!- esclamò Paperone.

    -Sta zitto, zio! Il mio affare più importante!- disse il papero ignorando i mormorii minacciosi di suo zio.

    -Cosa è successo di così grave?- chiese il Re

    -Si tratta di Sora, maestà- disse Pippo

    -SORA!? Cosa gli è successo?- il Re iniziò a spaventarsi.

    -è difficile da spiegare in due parole, è meglio se andiamo a casa di Merlino e ne parliamo con Leon e gli altri- disse il cavaliere.

    -D’accordo!- accettò Topolino, e insieme a i suoi servitori si diresse verso la casa di Merlino.

    -emh, maestà per quanto riguarda il budget… MAESTÀ!- urlò Paperone sperando inutilmente che il Re si voltasse –Uff!- sbuffò.

    Poco dopo a casa di Merlino

    SBAM!

    Paperino aprì la porta con la delicatezza di un rinoceronte infuriato, tutti all’interno della casa trasalirono.

    -Paperino!- lo ammonì il Re.

    -Scusate maestà, ma è urgente!- si difese il mago

    -Non mi sembra una buona ragione per demolire la casa, yuk!- disse Pippo

    -Cosa è urgente?- chiese un uomo dai capelli castani con una cicatrice sul volto.

    -Si tratta di Sora, Paperino e Pippo hanno delle notizie da darci- disse il Re

    -Brutte notizie a dir la verità- disse Paperino.

    -cosa è successo?- chiesero Yuffie e Arieth, con aria preoccupata.

    -che è successo al mocciosetto?- chiese Cid

    -ecco…- iniziò Paperino, indeciso su come cominciare

    -Avanti, avanti, dicci- disse Merlino con aria impaziente.

    Paperino e Pippo, iniziarono a raccontare dall’arrivo di Xemnas alle sue spiegazioni sulla sua sopravvivenza, dal rapimento di Kairi, alla trasformazione di Sora.

    Alla fine del racconto erano tutti a bocca aperta ma da essa non usciva alcun suono.

    -S…Sora, un Heartless?!- chiese spaventato il Re, i suoi sudditi annuirono gravemente.

    -E… Xemnas vi ha detto altro su Kairi?- domandò Yuffie, preoccupata

    I due scossero il capo tristemente.

    Arieth si sedette su una sedia dietro di lei e si mise una mano sulla fronte –povera ragazza- disse.

    Leon intanto non aveva detto nessuna parola, fino a che non diede un violento pugno sul muro dicendo -Cazzo…-

    -Non mi sembra il caso di utilizzare questo linguaggio- disse calmo Merlino.

    Leon si voltò di scatto –Ah, si? E cosa pensi che dovremmo fare?! Dare un party?! Forza ragazzi! Iniziate a organizzarvi! Io porto il Wiscky!- disse ironico –La situazione e gravissima! E noi non possiamo…-

    -Quale situazione?- disse una voce.

    Tutti si voltarono verso la porta, sull’uscio, c’era un aitante ragazzo intorno ai vent’anni, con capelli grigi lunghi fino alle spalle e occhi di un bel verde smeraldo.

    -Allora?- chiese Riku.

    Topolino guardò Leon con una faccia alla “perché non mi hai detto che era qui?” il custode del Gunblade fece delle impercettibili spallucce.

    -ehi! Il gatto vi ha mangiato la lingua? Vi ho fatto una domanda!- esclamò il ragazzo.

    -ehm… Riku, noi dobbiamo dirti una cosa…- iniziò il Re con aria truce.

    -Quanto mi rimane da vivere?- chiese Riku, nessuno rise –okay… cosa è successo?- terminò più serio.

    -siediti, non sarà facile da spiegare- continuò il piccolo guerriero del Keyblade.

    Riku si sedette

    Topolino iniziò a raccontare, non fu facile trovare le parole giuste, ma alla fine Riku seppe tutta la verità su quello che era successo sulla sua isola.

    Finito il racconto, Riku sbarrò gli occhi, terrorizzato -no…ditemi che è uno scherzo, ditemi che adesso troverò un pesce di carta attaccato alla mia schiena e che qualcuno mi urlerà “pesce d’aprile”… per favore…- tutti abbassarono il capo.

    Riku sospirò tristissimo, rivolgendo lo sguardo verso il pavimento e mettendosi le mani nei capelli –oh mio Dio…- disse lentamente.

    Si alzò, sempre con la testa bassa e disse –Scu…scusatemi…ho bisogno di… restare un pò da solo…-

    Uscì dalla casa, nessuno lo seguì.

    -non l’ha presa molto bene, eh?- chiese Pippo a Paperino.

    Contemporaneamente, nella città di Halloween, Jack Sckeletron camminava allegramente nella piazza della fontana, dove tutti erano impegnati a lavorare per il prossimo Halloween, che secondo il progetto di Jack si sarebbe rilevato un evento a dir poco mastodontico, tanto che aveva deciso di organizzarlo dove anni prima sorgeva la tana del Baubau ( vi ricordate il primo KH? ndA ), camminò qua e là dando suggerimenti ed a ammonire chi sbagliava, mentre si dirigeva a casa sua: “senz’altro la costruzione più alta della città di Halloween!” pensò Jack orgoglioso osservando la torre più alta della sua casa, sul cui tetto (lo notava solo ora) qualcuno era in piedi, ad osservare la città sottostante.

    Il re delle zucche lo osservò strizzando le palpebre (?) vide che era un ragazzo, con i capelli grigi, e un’ impermeabile bianco smanicato; aveva un aria spettrale e tenebrosa, che a Jack piacque subito! Sarebbe stato perfetto per partecipare al suo pauroso show. Così corse in casa per raggiungere la torre e chiederglielo, dopo parecchie rampe di scale, raggiunse la torre, aprì una finestra che dava direttamente sul tetto e si sporse per poter cercare di scorgere il misterioso ragazzo, quando riuscì a vederlo poté osservarlo meglio nei particolari, disse:

    -Salve, amico! Io sono Jack, Jack Sckeletron, Il re delle zucche, potresti scendere un attimo? Avrei una proposta da farti- disse Jack

    Il ragazzo lo guardò ma non disse niente.

    -Vorresti partecipare al mio spettacolo di Halloween? Ci si diverte un sacco, e tu hai una faccia perfetta! E anche familiare devo dire…-

    Il ragazzo lo osservò per una attimo poi disse: -non mi presto per certe buffonate-

    Corse sulle tegole del tetto dirigendosi verso il bordo come se si volesse buttare, sorpassò Jack, che era trasalito nel vedere un così fulmineo scatto, e compì un salto da Guinness, andando oltre le mura della città.

    Il re delle zucche guardò seccato il punto in cui era sparito dicendo:-beh… bastava un semplice “no” non c’era bisogno di essere così sgarbati!-

    Riku era nell’area fortificata di Radiant garden, appoggiato al bordo della finestra nel muro da cui si poteva vedere un’ enorme struttura con il simbolo degli Heartless; pensava, pensava a ciò che gli era stato appena riferito: la sua migliore amica sarebbe morta entro tre settimane scarse se non avessero fatto qualcosa e il suo migliore amico si era trasformato in un essere assetato di cuori, non riusciva a vedere una situazione peggiore, sembrava un incubo; un orribile incubo da cui avrebbe voluto svegliarsi al più presto e scoprire di essere ancora sull’ isola con Sora e Kairi, ma non era un incubo, ma un orribile e spaventosa realtà.

    -Riku- chiamò una voce acuta ma decisa

    Riku si voltò scoprendo che era stato il Re a chiamarlo

    -Scusate maestà, ma ho chiesto di restare da solo- rispose freddo il ragazzo.

    -Riku, ascolta so che è difficile ma…-

    -no, lei non lo sa- tagliò corto il giovane –lei non sa cosa si prova a sapere che il tuo migliore amico è diventato un mostro e che la tua migliore amica rischia di morire-

    -È per questo che sono venuti a chiamarti, dobbiamo assolutamente partire per trovarli- disse il Re

    -Lo avrei fatto da solo tra poco, ma avevo bisogno di pensare-

    -volevi partire da solo?-

    Riku annuì

    -e da dove pensi che inizieresti a cercare?-chiese ancora Topolino

    A questa domanda il ragazzo non seppe rispondere

    -Ascolta, tu hai bisogno del nostro aiuto per trovarli, non ce la potrai mai fare da solo-

    Si guardarono con decisione per qualche secondo finché sospirando, Riku disse –e va bene, dobbiamo prima cercare Kairi e poi penseremo a Eykard-

    -ehm, veramente la mia opinione e di cercare prima Eykard- ribatté il Re

    Riku lo guardò incredulo prima di esclamare –Maestà, se mi permette di ribattere, le faccio notare che Kairi al contrario di Sora, rischia di morire!-

    -lo so, ma cerca di ascoltarmi, dobbiamo trovare prima Eykard se vogliamo trovare Xemnas con la guida del Keyblade di Sora, dato che il nessuno cercherà sicuramente di ricreare Kingdom Hear…-

    -A ME DI XEMNAS NON ME NE FREGGA NIENTE!- urlò Riku in preda alla rabbia.

    -LUI PUÒ CREARE TUTTI I KINGDOM HEARTS CHE VUOLE PER QUANTO MI RIGUARDA! IO VOGLIO SOLTANTO CHE KAIRI NON MUOIA PERCHÉ NOI PERDIAMO TEMPO A CERCARE EYKARD!-

    Il Re lo guardava come se stessero discutendo normalmente.

    -MA A LEI QUESTO NON IMPORTA, LEI VUOLE SOLO IMPEDIRE A XEMNAS DI…-

    -basta così- disse Topolino senza alzare la voce, Riku, tuttavia si zittì all’istante sapendo di aver esagerato –Credi che ha me non importi di Kairi? Certo che no! Ma ragiona, Xemnas terrà sicuramente Kairi dove si trova lui per tenerla d’occhio. E di conseguenza sarà un luogo totalmente inaccessibile se non abbiamo la guida del Keyblade di Sora-

    Riku ci pensò, effettivamente il Re aveva ragione. Si ricordò anche che quando Sora doveva raggiungere il castello che non esiste, dovette attraversare un ponte lucente creato dal suo Keyblade, senza la quale non sarebbe mai riuscito a entrarci, si rese conto che se avessero iniziato a cercare prima Kairi avrebbe avuto molte meno speranze di salvarsi.

    -mi scusi maestà ma io…- iniziò Riku

    -…sei preoccupato per i tuoi amici- completò Topolino.

    Riku sospirò

    -si, lo sono anche io, ma ciò non toglie che non possiamo stare qui a piangerci, ma dobbiamo fare qualcosa- affermò il Re prima di dire: -forza, torniamo a casa di Merlino, Cid mi ha detto che ha trovato un modo per seguire gli spostamenti di Eykard-

    Poco dopo a casa di Merlino…

    Topolino entrò in casa con aria impaziente dicendo: -allora Cid? Come riusciremo a sapere dove va Eykard?- Riku era dietro di lui aspettando una risposta.

    -beh- iniziò Cid, che come al solito stava maneggiando con il suo computer –secondo il racconto di quel papero nevrotico e di quel cane tonto (-EHI!- dissero Paperino e Pippo) Eykard si muove attraverso passaggi creati nell’oscurità, ma ho scoperto un paio di cosette interessanti-

    -cioè?- chiese Leon

    -La prima e che Eykard non crea passaggi che portano direttamente a destinazione, ma utilizza delle specie di sentieri oscuri tra un mondo e l’altro-

    -e come può esserci utile questo?- chiese Paperino

    -lo stavo per dire. Questi sentieri quando passano accanto ad una stella questa viene cambiata in maniera quasi impercettibile dall’oscurità, quindi, tecnicamente, può essere possibile seguire le stelle contaminate per sapere che strada prende il nostro amico-

    -Grande Cid!- esclamò Yuffie

    -ma come facciamo a sapere quali sono le stelle contaminate?- chiese Pippo
    -Beh, con il mio computer potrei scandagliare lo spazio per cercare le stelle contaminate per prime, per ora, posso riuscire solo a scoprire qual è la prima strada che a fatto Eykard- disse Cid.

    -E quanto potresti metterci?- chiese Arieth

    -All’incirca quattro ore- rispose il tecnico.

    -COSA? QUATTRO ORE?!- esclamò Riku –Ma è un sacco di tempo! Probabilmente Eykard avrà gia cambiato mondo!-

    -ma è l’unica pista che abbiamo- disse Merlino

    -In queste quattro ore andremo a fare provviste per il viaggio e a comprare accessori che ci potrebbero essere utili in battaglia- disse il Re

    Riku, insieme a Topolino,Paperino e Pippo si diressero al mercato per fare spese, comprarono molte Pozioni e Granpozioni, cibarie, accessori per le battaglie e altri oggetti che avrebbero potuto rivelarsi utili.

    Tornarono a casa di Merlino, tre ore e mezza dopo.

    -Cid, a che punto sei?- chiese Riku appena entrato

    -ho quasi finito- ebbe in risposta.

    -Hai fatto presto- disse il Re

    -beh, si, mi sono sbrigato prima del previsto-

    -Allora forse e meglio che noi andiamo a preparare la Gummiship- disse Pippo

    -si, andiamo- rispose Paperino e uscirono insieme dalla casa del mago

    -Fatto!- esclamò Cid pochi minuti dopo.

    -Allora?- chiese il Re impaziente avvicinandosi allo schermo seguito da Riku.

    Il monitor del computer ritraeva dei puntini bianchi disposti a zig zag e una linea verde che andava da un puntino all’altro più una viola che andava lentamente in mezzo ai puntini.

    -ecco, quello e Eykard- disse Cid indicando la linea viola –e quelle sono le stelle che sta contaminando-

    -e si è diretto a…- Cid ciccò qualche pulsante –la città di Halloween-

    -benissimo!- esclamò Riku –maestà, partiam…-si voltò, ma il Re non c’era più, Riku pensò che si fosse diretto alla Gummiship, così uscì dalla porta per dirigersi verso la nave.

    La Gummiship era parcheggiata al centro del mercato, appoggiati ad essa, con aria impaziente, c’erano Paperino e Pippo.

    Riku li raggiunse dicendo –Ragazzi, con voi non c’è anche il re?-

    -No, pensavamo che fosse con te- disse Paperino

    -Forse è già partito con la sua nave- ipotizzò Pippo

    -sicuramente. Ora che ci penso, la Gummiship ha solo tre posti- ricordò il mago

    -Allora, partiamo subito- disse Riku deciso.

    I tre montarono sulla nave, Paperino al posto del guidatore, premette qualche pulsante, tirò qualche leva, e la Gummiship iniziò ad alzarsi da terra, il rombo dei motori diventava sempre più forte.

    Riku si affacciò al finestrino, osservando il mercato che diventava sempre più piccolo; finché la Gummiship non partì a velocità folle verso il cielo.

    Pochi minuti dopo, il trio era già nello spazio.

    -Quanto ci metteremo per arrivare alla città di Halloween, Paperino?- Chiese Riku

    -Qualche minuto, non di più- rispose il papero.

    Improvvisamente, il parabrezza della Gummiship venne oscurato da una immagine posta su di esso, sembrava che il vetro fosse diventato una specie di schermo sulla quale compariva il re Topolino.

    -Maestà!- disse in coro il trio

    -Salve ragazzi, dove siete?- domandò il Re

    -Siamo ancora in viaggio maestà, e voi dove siete?-

    -io sono già alla città di Halloween, e ho notizie di Eykard-

    -Fantastico! Che tipo di notizie?- chiese subito Riku

    -ho la testimonianza di niente poco di meno che di Jack Sckeletron, il Re delle zucche- rispose Topolino.

    -JACK SCKELETRON?!- Esclamarono Paperino e Pippo sorridendo.

    -Jack Sckeletron?- chiese Riku

    -un nostro amico- spiegò Pippo

    L’immagine che prima ritraeva Topolino ora mostrava il volto ossuto del Re delle zucche.

    -Paperino, Pippo! Che bello rivedervi!- disse sorridente lo scheletro in smoking.

    -Yuk! Ciao, Jack! Anche noi siamo contenti di vederti!- esclamò Pippo

    -Come va? Mucchietto d’ossa?- chiese solidale Paperino.

    -Benissimo, grazie!- rispose.

    -Scusi, signor Sckeletron, ma avremmo bisogno che lei ci parli di Eykard- disse Riku impaziente, che al contrario di Paperino e Pippo non aveva mai visto quella persona.

    -Eykard? E così che si chiama?- chiese il sovrano della città di Halloween.

    I tre annuirono.

    -beh, è successo qualche ora fa- Jack raccontò del suo incontro con il misterioso ragazzo che si trovava sul tetto della sua casa, sottolineando la sgarbatezza con cui aveva rifiutato il suo invito.

    -la descrizione corrisponde, era sicuramente Eykard- disse Paperino.

    -bene! Allora partiremo subito per la città di Halloween!- esclamò Riku

    -No, qui ci sono già io- disse il Re Topolino –voi andate al tempio dell’olimpo per allenarvi-

    -COSA!? Non se ne parla!- esclamò Riku.

    -Riku, ascolta, tu non combatti da più di tre anni, hai bisogno d’allenamento senza la quale non potrai fare niente-

    Riku fece per ribattere, ma poi scoprì che in effetti aveva ragione, non aveva più duellato dal suo scontro con Xemnas al fianco di Sora, non sarebbe riuscito a reggere una battaglia lunga come quella che stava per affrontare.

    -D’accordo- disse poi a malincuore.

    -Ciao, ragazzi!- disse Jack Sckeletron salutando vivacemente dallo schermo facendolo pericolosamente traballare.

    Sentirono la voce irritata del Re che diceva: -Ehi! Attento! Questo comunicatore costa più di quello che guadagni in tre mesi!- e prima che il comunicatore cadesse a terra, sentirono la voce del re: MAPPORCA… fzzzzzscscsccsfssssss- e il segnale si interruppe.

    Riku, Paperino e Pippo si guardarono con un sopracciglio alzato.

    -Beh, destinazione: Colosseo dell’olimpo, allora- disse Paperino.

    in pochi minuti, raggiunsero l’olimpo e atterrarono al centro della piazzola del maestoso ingresso alzando un grande polverone, quando scesero Riku rimase estasiato d’avanti a un portone così grande e imponente.

    -devono averlo ristrutturato- disse Paperino –l’ultima volta che l’abbiamo visto era solo un cumulo di macerie, no Pippo? Pippo?- il mago si guardò indietro e vide il suo amico cavaliere che osservava a bocca aperta la pergamena che di solito mostrava i nomi di tutti i partecipanti al torneo, sembrava che tremasse.

    -ehi, cos’hai?- chiese Riku

    -Guardate qui- disse Pippo indicando un nome sulla pergamena con l’indice tremante.

    Riku e Paperino si posizionarono affianco al cavaliere leggendo la pergamena:

    Coppa Ercole II

    9° vento brillante
    8° fantini d’assalto
    7° statue danzanti
    6° pirati sagaci
    5° sinfonia di jazz
    4° richiamo della giungla
    3° incubi oscuri
    2° titano del fuoco
    1° Eykard

    Quando lessero l’ultimo nome, sobbalzarono stupiti.

    -EYKARD È QUI!- esclamò Paperino

    -Già, non mi sarei mai aspettato di trovarlo in questo mondo- disse Pippo allarmato -cosa proponi di fare, Riku?-

    Riku ci pensò un po’ prima di dire:-Partecipiamo al torneo-

    -COSA?! Ma sei matto?! Ora che Sora è un Heartless il suo potere è sicuramente quintuplicato, non riusciremo mai a batterlo!- protestò Paperino

    -non voglio batterlo- spiegò il ragazzo –ma parlargli, sono sicuro che in lui c’è ancora del buono-

    -Yuk! Io sono d’accordo, credo che l’unico modo per riavere Sora e parlare con Eykard- disse Pippo.

    -e va bene- disse Paperino sospirando, poi si rivolse a Riku con aria irata -ma se moriamo non ti parlerò mai più!-

    Poco dopo erano già nel vestibolo, Paperino e Pippo individuarono subito Fil, era di spalle, a scrivere qualcosa sulla tabella delle regole.

    -FIL!- esclamarono i servitori del Re.

    Il satiro si voltò seccato, ma quando riconobbe i due volti familiari esclamò felice: -EHI! Chi si vede! I cuccioli d’eroe!-

    -ora siamo eroi veri, prego- disse Paperino

    Dopo i convenevoli, Riku chiese di partecipare al torneo insieme a i suoi amici, il satiro accettò con entusiasmo prima di avvertirli dicendo: -Comunque, ragazzi, dovete stare attenti, poco fa è arrivato un tipo strano, con i capelli grigi e uno sguardo che mette i brividi; aveva anche un’aria familiare-
    Il trio si guardò nervoso –non ti preoccupare Fil, lo sai no? Sappiamo badare a noi stessi- disse Paperino, anche se non aveva uno sguardo molto convinto.

    -certo, certo- disse Fil rassicurato, lasciandoli entrare nell’arena.

    Quando furono al centro del ring, Fil con un megafono annunciò: -signore e signori, inizi il primo incontro: la squadra di Raku (o come accidenti si chiama) contro la squadra vento brillante!-

    Immediatamente, di fronte a lui comparvero degli Heartless volani con una minuscola tuta bianca.

    Riku fece una cosa che non faceva da anni, evocò il suo Keyblade e si preparò a combattere.

    Non fu difficile superare gli avversari, Riku scoprì di non essere poi così fuori allenamento quando con potenti falciate, continuava a distruggere Heartless, anche se si rese conto che era più forte quando era un sedicenne, e più turni superava, più aumentava il disagio sapendo che avrebbe dovuto affrontare il suo migliore amico.

    SPACK!

    Il titano del fuoco congelato con successo da Paperino, ormai non era che un cumulo di ghiaccio disintegrato con un solo potente colpo di Riku.

    -La vittoria va alla squadra di Riku!- esclamò Fil esultante –siamo ora giunti alla finale!-

    Riku sospirò nervoso, alle sue spalle Paperino e Pippo, deglutirono a vuoto.

    -La squadra vincente contro*-

    -non ho bisogno di essere presentato, brutto caprone- disse una voce fredda e crudele, che sembrava provenire dal nulla.

    Al centro dell’arena si aprì un lugubre varco nell’oscurità dalla quale uscì Eykard.

    Riku lo guardò. Era davvero diverso dal suo amico di sempre, i capelli color ferro gli davano un aria sinistra, e i suoi occhi ambrati avevano una luce crudele che non aveva mai visto negli occhi azzurri di Sora.

    -voi due!- esclamò guardando Paperino e Pippo –non siete quei due che ho visto quando ero in quello sputo di mondo?- chiese, prima di spostare lo sguardo su Riku -e tu chi saresti?-

    Riku lo guardò –Possibile che non mi riconosci, Sora?-

    Eykard sembrò infastidito da quella frase -io non mi chiamo SORA!-

    -Infatti io mi sto rivolgendo a lui, non a te!- rispose Riku –io voglio sapere, perché hai deciso di diventare un Heartless?-

    Paperino e Pippo guardarono incuriositi il ragazzo con gli occhi verdi –Sora non si sarebbe ma abbandonato all’ oscurità così facilmente, quindi deve averlo fatto di proposito- continuò il ragazzo -e io voglio sapere il perché-

    Eykard lo osservò per un attimo, prima di mettersi a ridacchiare –mi congratulo, hai cervello amico- disse –ti risponderò: vedi, il tuo amichetto, nella sua frivolezza, ha pensato di trasformarsi in un Heartless perché ha subito capito che senza di me non avrebbe mai potuto trovare Kairi.

    -E purtroppo per me, questo mi impedisce di fare quello che voglio, visto che Sora mi impone di trovare Kairi. E devo ammetterlo, il mio cuore è una buona posizione per costringermi a eseguire i suoi ordini-

    -Cuore? Gli Heartless non hanno un cuore- disse Paperino.

    -è vero- disse Eykard –ma nessuno ti ha detto che io sia un Heartless-

    Ci fu un momento di silenzio

    Poi il guerriero oscuro continuò: - Se io fossi un vero Heartless sarei molto più forte di ciò che ora avete di fronte, ma Sora, cioè la pochissima luce che c’è nel mio cuore, non vuole saperne di essere oscurata, il ragazzo continua ad insistere, e la sola cosa per cui vive dentro di me è il desiderio di trovare Kairi che contagia anche me- Eykard sembrava irritato dalle sue stesse parole.

    -Ma, se salverai Kairi, allora Sora non avrà alcun motivo per vivere nel tuo cuore- disse Riku

    Eykard si esibì in un sorriso diabolico che fece rizzare i peli della nuca ai tre (a Paperino le piume): -esattamente, questo è il motivo per cui assecondo Sora nel suo desiderio, perché quando Kairi sarà liberata, il poveretto non avrà alcun desiderio a tenerlo vivo in me, e io potrò per sempre cancellarlo e diventerò un Heartless completo-

    Riku rimase terrorizzato: in poche parole se Kairi fosse stata libera prima di Sora, quest’ ultimo sarebbe stato per sempre inghiottito nelle tenebre più fitte e Eykard si sarebbe trasformato in un vero Heartless, ancor più pericoloso.

    -E la cosa più divertente è che Sora questo lo sa!- disse Eykard, che sorrideva divertito.

    -cosa?- chiese Riku incredulo.

    -Proprio così, lui sa che dopo che avremmo liberato Kairi, io potrò tranquillamente finirlo lo sapeva già da quando ha deciso di diventare Heartless. Ma a lui non importa, vuole solo che la sua adorata sia salva, che stupido- commentò il mezzo Heartless, mettendosi una mano sulla fronte, sempre con il sorriso sulle labbra –ma perché continuo a perdere tempo con voi? Dobbiamo combattere giusto? Beh, allora facciamolo- Eykard mise una mano davanti a lui e in un alone oscuro, comparve un Keyblade:

    Era totalmente diverso dall’ Keyblade di Sora, quello di Eykard, aveva l’elsa a forma di un elaborato cuore nero rovesciato, il manico era bianco, con dei simboli curvi di colore rosso. La stecca era nera, con sfumature rosse e dei simboli identici a quelli sul manico, e la sporgenza di ferro alla fine della stecca era un elaborato simbolo tribale.

    Riku Paperino e Pippo i prepararono a combattere.

    Eykard ridacchiò –siete patetici, scommettiamo che vi metto al tappeto senza muovervi di qui?-

    -invece di fare il buffone, perché non combatti?- chiese Riku nascondendo il suo timore.
    -certamente- disse Eykard sorridendo beffardo prima di posizionare il Keyblade davanti a se e a farlo roteare abilmente nella mano destra; pian piano il Keyblade si stacco dalla mano, ma continuò a roteare senza che Eykard lo toccasse. Potrò la mano in alto, la sua arma lo seguì mentre girava sopra di lui come la pala di un elicottero.

    -AREO!- urlò Eykard e immediatamente un imponente tornado viola si creò attorno a lui, il vento era fortissimo.

    Il suo Keyblade si fermò e ritornò nella sua mano, prima di puntarlo in alto, senza far dissolvere il tornado, e urlare -THUNDER!- dalla punta del Keyblade partì un tuono viola largo quanto una ruota di camion che scomparì nel cielo, per poi tornare sul terreno come tanti fulmini più piccoli.

    Pippo cercò per un momento di evitarli ma una delle tante saette, gli colpì il sedere, facendolo urlare in maniera buffa:-IIIIIAAAAAAAAAAAAAUHUHUHUUUUIIIiiiii- il cavaliere iniziò a corre per lo stadio con una fiamma viola che gli bruciava i pantaloni, evitando inconsciamente le saette.

    Paperino non se la cavava meglio: correva per il ring con una serie di fulmini che lo seguivano, portava il bacino in avanti per evitare di fare la stessa fine del suo amico.

    Riku, invece, riusciva agilmente a schivare le saette avvicinandosi sempre di più a Eykard, quando si trovò a pochi metri da lui, gli saltò contro preparando il suo Keyblade a colpire ma appena entrò nell’ tornado viola, il vento lo scaraventò verso destra, facendolo cadere a terra.

    Eykard era stato furbo: aveva fatto in modo di poter colpire senza rischiare di essere colpito, a quanto pareva era meglio di Sora anche sotto il punto di vista strategico.

    -Basta, mi sono stancato di giocare- disse il mezzo Heartless. I fulmini viola erano scomparsi ma dal cielo ne scese uno solo, largo quanto una colonna del ring che in un colpo colpì Pippo, Paperino e Riku; scaraventandoli in un angolo, accasciati al suolo.

    Il turbine viola si dissolse e Eykard prima di guardarli per un attimo disse: -vi consiglio di non mettervi più sulla mia strada- e scomparve.

    Riku non dava ascolto a Fil che diceva che per abbandono del campo avrebbe dovuto vincere lui, ma si ritrovò a pensare al pericolo che correva Sora: se avesse salvato Kairi, sarebbe scomparso, ma se non l’avesse salvata Kairi allora sarebbe stata spacciata, e lui, Riku, non poteva salvarla senza l’aiuto di Sora, ormai quella situazione, era diventata un orribile rompicapo.


    Scusate se ho postato così in ritardo ma ho avuto dei problemini con il computer
     
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  6. gytu45
     
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    UAOOOOOOOOOOO!!! Che figata :goh: :goh: image !!!!!!!!! DeVi e Ripeto DeVi continuarla!!!!!!!!Xfavoreeeeeeee!!!!!!!
     
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    Wuaaaaaaaaaaaaaaaa è bellissima!!!!! Ma come fai??? *-* ti prego continualaaaaaaaaaaaaaaaaaa
     
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  8. Demyx63
     
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    accidenti! è davvero bello avere tutte queste recensioni positive! grazie davvero! per il terzo cap arriverà tra una settimana al massimo, grazie ancora!
     
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    Dico solo la verità!!!!!!!!! Non vedo l'ora che arrivi il capitolo *-*
     
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  10. Demyx63
     
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    Rieccomi qui a rompervi le scatole! Questo capitolo è per te K@!r!-chan! Divertiti!


    Cap3: someone from the dark

    -Dannazione!- disse Riku in preda ad un impeto di rabbia.

    -ehi! Non distraete il conducente!- disse Paperino.

    Erano tornati a bordo della gummiship e stavano andando a zonzo nello spazio senza una meta precisa, per poi decidere di contattare il Re per informarlo delle novità.

    -salve ragazzi- disse Topolino apparso al centro dello schermo.

    -maestà, abbiamo notizie di Eykard!- disse Pippo

    -Si, l’abbiamo anche affrontato- aggiunse Riku

    -Davvero?! È forte?- chiese il Re

    -più di quanto immaginavamo, penso che siamo sopravvissuti solo perché lo voleva lui- continuò il ragazzo.

    -ma non è tutto!- iniziò Paperino, prima di iniziare a raccontare tutto ciò che avevano scoperto all’arena dell’olimpo.

    Quando terminò, il Re sembrava soprappensiero, poi disse –a quanto pare la situazione si è complicata ulteriormente-

    -Cosa propone di fare, maestà?- chiese Pippo.

    -Semplice, trovare Eykard e parlargli-

    -ma non ci da ascolto!- ribatté Riku

    -Sono sicuro che parlandogli, Sora capirà di aver sbagliato ad unirsi all’oscurità e ho anche la certezza che possa riassumere il controllo del suo corpo in qualsiasi momento, ma vuole continuare ad usare i suoi nuovi poteri oscuri per trovare Kairi, a costo di rimetterci la vita-

    -“le persone fanno sempre cose pazze quando sono innamorate”- citò Pippo –certo che Ercole aveva proprio ragione, yuk-

    -Infatti quello che ha fatto è stata una vera pazzia!- esclamò Paperino –se Sora dovesse sopravvivere giuro che lo uccido io!-

    Intanto, in un luogo che non vi è tenuto ancora sapere, in una lugubre cella, una aggraziata figura era seduta contro la parete.

    Kairi si teneva lo stomaco dolorante, e aveva un forte mal di testa; era da quando si trovava in quella cella che si era sentita così.

    Le sbarre della cella davano su un corridoio nero e deprimente dove improvvisamente, comparve la figura evanescente di Xemnas.

    -come sta la mia gentile ospite?- chiese.

    -Male- disse brusca Kairi –tu sai perché mi sento così vero?-

    -non sei tenuta a saperlo- rispose il nessuno

    Improvvisamente Kairi sentì un orribile senso di nausea, si tappò per un secondo la bocca, ma non potendo più resistere, vomitò a terra.

    -C-cosa mi ha…i fatto?- chiese disperata.

    -non preoccuparti, è tutto normalissimo- rispose Xemnas con un ghigno beffardo, prima di scomparire.

    Kairi, con le lacrime agli occhi si trascinò ad un angolo della cella dove vi si accoccolò, cingendosi le ginocchia e iniziando a piangere.

    -Sora… dove sei?-

    Agrabah: Eykard saltava da un tetto all’altro con grande agilità, si era portato in un quartiere vicino al palazzo, dove le case erano molto in alto dove chiunque ci avrebbe lasciato le penne se fosse caduto, ma al mezzo Heartless non importava, continuava a compiere balzi enormi da un tetto all’altro.

    Arrivò su una terrazza particolarmente spaziosa e iniziò a correre verso il bordo, mirando ad un'altra costruzione, molto lantana; ci sarebbe voluto un salto molto lungo per raggiungerlo.

    Saltò con grande maestria, senza dubbio sarebbe riuscito a raggiungere il tetto, quando nelle orecchie sentì una voce disperata –Sora… dove sei?-

    Mentre era ancora in volo senti una fitta al petto.

    -ARGH!-

    Atterrò sul palazzo sulla schiena, obliquamente, iniziando a rotolare velocemente contro il bordo, se fosse caduto sicuramente non c’è l’avrebbe fatta.

    Fortunatamente, si aggrappò ad un palo di legno proprio alla fine della terrazza, ci compì un giro attorno, tenendosi con le mani, e poi atterrò sul saldo terreno.

    Mentre si rialzava, stringeva i pugni e i denti, sembrava che si stette sforzando quando riaprì gli occhi, era affannato; si diede un pugno sul petto e disse:

    -Piantala con questi stramaledetti sbalzi umorali, vuoi farci ammazzare tutti e due?-

    Eykard riprese a correre.

    Era stanco di quelle maledette fitte al cuore, annunciate sempre da una visione di Kairi o dalla sua voce; stanco di avere un cuore, con dei sentimenti, totalmente inutili.

    Ma la cosa peggiore e che Sora non si lasciava ma sopraffare dalle tenebre, continuava rimanere lì, era come l’appendicite: totalmente inutile, che ogni tanto ti da dei dolori, e soprattutto, che andava subito rimossa.

    Intanto nella gummiship, il trio si era diretto a radient garden, per informare tutti delle novità su Eykard.

    Non furono sorpresi di sentire Cid che gli diceva che il mezzo Heartless era diretto al colosseo dell’olimpo, quando gli spiegarono il perché il tecnico si girò stufato continuando a ciccare tasti apparentemente a caso.

    -e cosi… anche Sora, ora rischia la vita- disse Leon

    -si- rispose Riku –e Eykard ha una forza a dir poco spropositata, non sarà facile parlargli-

    -E di Xemnas, avete notizie?- chiese Yuffie

    -no, a quanto pare si è nascosto bene se neanche Eykard con i suoi poteri oscuri è riuscito a trovarlo- disse Paperino.

    Aspettarono a casa di merlino con aria tesissima, Riku ogni tanto usciva a fare quattro passi, non gli piaceva l’idea di restare con le mani in mano in una situazione come quella.

    -Finito!- esclamò Cid.

    -allora?- chiese Riku impaziente.

    -secondo i miei calcoli si trova a…- Cid ciccò qualche tasto –Agrabah!-

    Agrabah: Riku, Paperino e Pippo camminavano tra le strade del bazar.

    -dove stiamo andando?- chiese Riku

    -Al palazzo. Lì ci saranno di sicuro Alladin e Jasmine, potremmo chiedere a loro di Eykard- disse Pippo.

    Poco dopo arrivarono a destinazione. Riku rimase estasiato dall’imponenza del palazzo reale, soprattutto quando si trovarono di fronte al portone d’ingresso, dove c’era Alladin che rincorreva Abù.

    -ABÙ! Torna qui immediatamente! E ridammi quel bracciale! È un regalo per Jasmine!-

    Paperino si gettò su Abù, bloccandolo.

    -oh, grazie… PAPERINO?!-

    -Ciao Al! Come va?- rispose il papero porgendogli la scimmietta imbronciata.

    -Paperino, Pippo! Che bello rivedervi!-

    Alladin si gettò su Paperino e Pippo, abbracciandoli forte.

    -RAGAZZI! DA QUANTO TEMPO!- disse un’altra voce, e immediatamente, da una nuvola rosa e azzurra comparve il genio, in tutta la sua simpatia.

    -Accidenti! Non siete per niente cambiati!- continuò il genio, poco dopo arrivò anche Jasmine furono tutti contenti di vedere Paperino e Pippo e di conoscere Riku.

    Pippo, poi, finalmente chiese: - ragazzi, noi stiamo cercando una persona-

    -chi? Se cercate il mercante perdete tempo… l’ho mangiato!- scherzò il genio.

    -no, genio, noi stiamo cercando un’ altra persona: ha i capelli grigi e un’impermeabile bianco, per caso l’avete visto?- chiese Paperino.

    -mmh…no. Non mi pare di aver visto qualcuno vestito così- rispose Alladin

    -no, non credo- rispose Jasmine.

    I tre si demoralizzarono, ma notarono che il genio era ancora soprappensiero

    -genio?- chiese Riku.

    -mmh… mi pare di aver visto qualcuno che corrisponde alla vostra descrizione-

    -Davvero!?- chiesero i tre.

    -Si- rispose il genio – è successo qualche ora fa, stavo volando sopra Agrabah, tranquillamente; quando ho visto un tipo con i capelli grigi che saltava da un tetto all’altro, quando a un certo punto ha iniziato a rotolare su un tetto, rischiando di cadere, cercai di salvarlo, ma lui riuscì a fermarsi in tempo, poi sembrava che parlasse da solo… mha!-

    -sai dove si è diretto?- chiese ancora Riku

    -Beh…- iniziò il genio –si è diretto verso il deserto-

    -non può essere andato alle rovine, lì abbiamo parcheggiato la gummiship, lo avremmo visto- disse Riku.

    -quindi deve essere andato…- iniziò Pippo

    -…Alla caverna delle meraviglie!- esclamò Paperino, con le pupille trasformate in simboli del dollaro –Forza, allora! Tutti alla caverna!- disse poi con fare eroico, Riku e Pippo lo guardarono sospettosi.

    -che c’è? Dobbiamo trovare Eykard, no?- si difese il papero.

    -seeee, come no- disse Riku

    -Alladin, avremmo bisogno del tappeto, potresti prestarcelo?- chiese Pippo.

    -certo!- rispose Alladin, prima di mettersi due dita tra le labbra e fischiare forte.

    Dal cielo, veloce come un fulmine, arrivò il tappeto, roteando e facendo acrobazie, fino a fermarsi proprio davanti a Riku e con una nappa fece segno di salire sopra.

    -è sicuro questo coso?- chiese Riku.

    -più di quanto tu possa immaginare, a bordo! Yuk!- esclamò Pippo.

    I tre salirono sopra, Paperino per primo che non stava più nelle piume.

    Partirono a grande velocità verso il cielo, Riku si sbalordì guardando verso il basso.

    -WOW!- esclamò.

    Intanto Paperino borbottava qualcosa che Riku non capì, anche se gli sembrò di sentire “soldi”, “ricco” e “alla faccia di zio Paperone”

    Attraversarono in un lampo il deserto rovente e in men che non si dica arrivarono al cerchio di pietre che circondava l’entrata della caverna delle meraviglie.

    Paperino correva avanti verso l’entrata a forma di tigre, borbottando: -soldisoldisoldisoldisoldi…-

    Riku osservò a bocca aperta l’entrata, sembrava che l’enorme tigre lo stesse osservando

    -siete sicuri che sia qui l’entrata?- chiese Riku

    -Yuk! Certo! Ci siamo stati tante di quelle volte- disse Pippo

    -…soldisoldisoldisoldisoldi…- Paperino stava entrando nella bocca della tigre con aria ghiotta.

    -Paperino, aspetta!- chiamò Riku verso l’amico, rincorrendolo.

    -gosh! Aspettatemi!- esclamò Pippo.

    I tre entrarono nella caverna, ma appena ebbero oltrepassato la dentatura; gli occhi della tigre, da gialli diventarono viola, e serrò le mandibole con violenza, facendo sobbalzare il trio.

    -vi prego, ditemi che tutto questo è normale- disse Riku allarmato, tastano la parete di sabbia dove prima c’era l’entrata.

    -non credo proprio Riku, le altre volte che siamo entrati non era mai successo- disse Pippo.

    -certo che è strano, l’entrata della caverna è un oggetto di grande magia, e c’è bisogno di un grande potere per comandarla- osservò Paperino.

    -è successo altre volte?- chiese Riku.
    -beh…si- rispose Pippo –durante il nostro primo viaggio con Sora dove la testa della tigre era stata manipolata-

    -da chi?- chiese Riku, anche se aveva un dubbio sulla risposta.

    -dagli Heartless- disse Paperino

    I tre si voltarono lentamente verso la buia scalinata, che girava l’angolo, e dalla quale usciva un sinistro bagliore ambrato. Riku, in quel bagliore, credette di vedere un lampo viola.

    -Questa e di certo la prova che Eykard si trova qui- disse Riku, nervoso –forza, andiamo-

    Il trio si incamminò giù per le scale, teso; a Riku, la sola idea di essere rinchiuso in una caverna, con uno spietato Heartless dagli incredibili poteri, lo rendeva agitatissimo.

    Svoltarono l’angolo, e si ritrovarono in un enorme salone, ai lati c’erano numerose colonne d’avorio al cui apice danzavano fiamme scarlatte. Sulle pareti color rosso-marrone vi erano numerosi graffiti e disegni, dall’altra parte della sala, una porta d’oro, su cui era scolpita, in bassorilievo, l’immagine di una lampada.

    -andiamo- disse Riku dirigendosi verso la porta d’oro, ma arrivati al centro della sala attorno a loro comparvero una moltitudine di…

    -HEARTLESS!- esclamò Riku evocando il suo Keyblade.

    Erano proprio loro: Heartless con bende sul muso e con sciabole a mezza luna, o grandi Heartless ciccioni con turbanti sul capo.

    -ALL’ATTACCO!- strepitò Paperino –nessuno può impedirmi di diventare ricc…ehm… di trovare Eykard!-

    -Fatevi sotto! Yuk!- disse Pippo con enfasi

    I tre si lanciarono all’ attacco: Riku colpì moltissimi Heartless finché non abbassò la guardia e venne colpito da un getto infuocato, cadde a terra, con una brutta ustione sulla spalla sinistra.

    -ENERGIA!- esclamò Paperino, la bruciatura sulla spalla di Riku guarì.

    Gli Heartless erano tantissimi, sembravano non finire mai; combatterono per molto tempo, forse mezzora, ma non ottennero alcun risultato.

    Alla fine erano tutti e tre stremati, si accasciarono a terra circondati da Heartless, che continuavano ad avvicinarsi sempre di più.

    Quando Riku pensò che ormai la sua ora era arrivata, qualcuno arrivo nella mischia: indossava un soprabito nero, identico a quello utilizzato dall’organizzazione XIII, impugnava due armi che Riku riconobbe sbalordito. Il misterioso incappucciato, in pochi colpi distrusse tutti gli Heartless, degnò Riku di un solo sguardo, e poi prese a correre verso la porta d’oro.

    -ASPETTA!- lo chiamò Riku, ma ormai l’interpellato aveva oltrepassato l’entrata.

    -chi era quello?- chiese Pippo.

    -non ne sono sicuro ma…- Riku era soprappensiero.

    -Forza, inseguiamolo!- disse Paperino, dirigendosi verso la porta d’oro.

    La porta era molto pesante, Riku e Pippo si sforzarono di tirare le due maniglie, appena riuscirono ad aprire uno spiraglio abbastanza grande da far passare tutti e tre, lo attraversarono.

    Si ritrovarono in una sala molto strana, era larga massimo tre metri, ma molto lunga, anche se non si riusciva a vederne la fine, visto che c’era qualcosa che bloccava il passaggio, Riku si avvicinò scoprendo che ciò che bloccava il passaggio era una statua, o meglio una sfinge, interamente di pietra dorata.

    Quando tutto il trio si ritrovò al cospetto della statua, questa aprì gli occhi di colore verdastro, dicendo:- chi interferisce con il mio riposo?-

    -ehm…- iniziò Riku impressionato –sono Riku e… potresti farci passare?-

    -No- rispose semplicemente la sfinge –per passare dovete entrare nella mia bocca, ma a una condizione-

    -e quale sarebbe?- chiese Pippo

    -vi proporrò un indovinello, potete scegliere di tornare indietro o tentare, ma se sbagliate, la caverna crollerà-

    -io detesto gli indovinelli- disse Paperino ringhiando.

    -Anche io- disse Riku –ma non possiamo rinunciare -poi si rivolse alla sfinge- vorrei sentire l’indovinello-

    La sfinge rimase impassibile e prese a recitare:

    Parla senza bocca
    ti batte e non ti tocca,
    corre senza piedi,
    passa e non lo vedi.
    Cos’è?-

    Riku ci pensò, cos’era che parlava senza bocca, e che correva senza piedi?

    -voi che ne dite, ragazzi?- chiese Riku a Paperino e Pippo

    Il mago disse:- io dico che quella sfinge deve farsi curare-

    -di certo la soluzione dell’indovinello non è una persona- disse Pippo

    -guarda, senza il tuo aiuto non ci sarei mai arrivato - disse Paperino, sarcastico.

    I tre continuarono a pensare.

    -potrebbe essere una gummiship, i motori parlano senza bocca, non corre con i piedi ma con i propulsori- propose Paperino.

    -no, non credo- disse Riku –l’indovinello dice “ti batte e non ti tocca” e “passa e non lo vedi”
    Una gummiship non è una cosa che passa inosservata, e se ti arriva addosso resti in coma, altro che “non ti tocca”-

    -e se fosse un raggio di sole?- chiese Pippo –ti batte e non ti tocca, corre senza piedi…-

    -no, il raggio di sole è visibile e non emette alcun suono- smentì Riku.

    Poi però ci pensò un secondo, quello che aveva detto Pippo gli stava facendo venire un idea.
    Poteva essere un altro evento naturale, pensò al primo verso: “parla senza bocca” e se quel “parlare” fosse…un ululato?

    -MA CERTO! Ho capito!- esclamò Riku -È il vento! Parla senza bocca perché ulula, ti batte quando ti arriva addosso, ma non ti tocca; corre senza piedi, passa e non lo vedi, combacia tutto!-

    -Yuk! Hai ragione!- disse Pippo.

    -Si è vero!- disse Paperino.

    -e questa la vostra risposta?- chiese la sfinge con volto impassibile.

    -Si- rispose Riku deciso.

    -molto bene, potete passare- la sfinge aprì la bocca, più di quanto la normale anatomia potesse consentire, si poggio a terra e rimase immobile.

    Riku si sorprese delle proprie abilità ma non abbassò la guardia vantandosi, e disse soltanto:-andiamo-

    Oltrepassarono la bocca della sfinge e furono investiti da un bagliore dorato.

    Quando riuscirono ad aprire gli occhi, rimasero estasiati.

    -WOW!- esclamarono i tre.

    Era la stanza del tesoro: mucchi d’oro si ergevano ai lati della stanza come piccole colline, e qua e la c’erano gemme, smeraldi, rubini, e una moltitudine di altri diamanti, la stanza era anche piena di statue di strane scimmie, e ognuna reggeva un diamante diverso.

    Ma non poterono gustarsi la bellezza della stanza, perché al centro di essa c’era…

    -EYKARD!- gridò Riku puntando il Keyblade contro il mezzo Heartless.

    Eykard, che dava loro le spalle, si voltò dicendo:- bene bene, e così i miei amichetti dell’olimpo sono venuti a salutarmi-

    -esatto! E questo è un addio!- disse Riku mettendosi in posizione di combattimento.

    -oh, avete ancora voglia di giocare?- disse Eykard –bene, in fondo mi sono divertito a massacrarvi, qualche ora fa, un’ altro po’ di svago mi gioverebbe- continuò beffardo.

    Fu un attimo: Eykard estrasse il suo Keyblade e tirò un potente fendente, si formò una lama viola che puntava dritto verso il trio, che venne scaraventato contro un cumulo d’oro.

    -Anzi ci ho ripensato, vi finisco subito!- disse poi.

    Eykard si avvicinò ai tre, che non riuscivano a muoversi a causa del brutto colpo, alzò il Keyblade pronto a colpire, Riku strinse gli occhi preparandosi a ricevere il colpo, che non arrivò.

    Il ragazzo riaprì gli occhi, vide che il misterioso incappucciato, che li aveva salvati prima, aveva bloccato il colpo, con due Keyblade: uno bianco e lucente, e l’altro nero e lugubre.

    -E tu chi saresti?!- chiese Eykard, stupito

    -Qualcuno che viene dall’oscurità- ebbe in risposta.

    L’incappucciato spinse Eykard con i suoi due Keyblade, nel farlo il cappuccio gli si sfilò.
    Aveva i capelli castano molto chiaro, e gli occhi color blu del mare, identici a quelli di Sora.

    Roxas si voltò verso Riku, Paperino e Pippo e gridò:-SCAPPATE!-

    Paperino e Pippo non se lo fecero ripetere. Ma Riku restò a guardare: Roxas attaccava Eykard con violenti colpi di seguito, che però, il mezzo Heartless riusciva a schivare senza apparente difficoltà.

    Riku decise di seguire Paperino e Pippo ma appena li raggiunse disse: -Ragazzi, non possiamo lasciarlo da solo!-

    -ma ha detto di scappare, vuol dire che a lui non da fastidio!- protestò Paperino.

    -non so voi ma io resto!- ribatté testardo il ragazzo, per poi voltarsi e raggiungere Roxas.

    -che facciamo?- chiese Paperino. Ebbe in risposta:- e me lo chiedi? Andiamo ad aiutarlo no?-

    I due corsero dietro a Riku.

    Il trio raggiunse Roxas che gli disse: -cosa fate ancora qui? Vi ho detto di andarvene!-

    -Non ci penso neanche!- disse Riku

    Eykard sembrava non poco seccato da tutte quelle presenze –d’accordo, vi farò finire la vostra vita come topi: in trappola- disse, poi si voltò verso una statua di scimmia alla sua destra e, sorridendo malignamente, prese il grande diamante che reggeva.

    Improvvisamente, una voce molto grave si udì per tutta la stanza:-avete osato profanare il sacro tesoro della caverna! Per punizione, non vedrete mai più la luce del giorno!-

    Eykard aprì un varco nell’oscurità e dicendo –ciao ciao- e sparì all’interno di esso.

    La caverna cominciò a tremare, mentre alcune rocce crollavano dal soffitto.

    Roxas aprì una mano verso una parete, e fece comparire un altro varco oscuro.

    -Presto, qui dentro!- disse

    -tu che farai?- chiese Riku, avviandosi verso il varco.

    -non preoccupatevi per me! Io so cavarmela!-

    Il trio si gettò nel varco oscuro mentre il buio li inghiottiva.

    Ecco qua il terzo cap! spero che vi sia piaciuto!

    Al prossimo capitolo!
    :hop:
     
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  11. Hachi_love
     
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    fantastico... veramente! nn vedo l'ora d leggereil prossimo..
     
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  12. gytu45
     
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    Anchio, non sto nella pelle :goh: :goh: !!!!!
     
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  13.  
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    waaaaaaa, fratellino, come al solito sei fantasticooooooo!!!!!!!!!!!

    Non vedo l ora che posti il prossimo *^*
     
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  14. °GigaMix°
     
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    Continua :addit:
     
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  15. Demyx63
     
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    CITAZIONE
    waaaaaaa, fratellino, come al solito sei fantasticooooooo!!!!!!!!!!!

    Non vedo l ora che posti il prossimo *^*

    grazie mille sorellina, e anche a tutti voi che mi mandate sempre recensioni così belle! purtroppo il quarto Cap arriverà un tantino in ritardo, dato che in questo periodo sono impegnatissimo... la mia cresima, gite scolastiche e il resto troverò poco tempo per scrivere, ma la fic la continuerò senz altro!
     
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