Aki to shinjitsu

yaoi Zemyx, Akuroku, Akumaru e Mansaix!

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  1. *Yaxli_chan*
     
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    *________* belliccimaa!!!! *____________*
     
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  2. Kuroi the black
     
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    Grazie a tutte ^^ E cinque!!!
    ++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++
    5.Shiki no rei - Agonia dell'anima



    < Eeehhh?! Ma sei scemo? Sei stato solo con lui per tutta la sera e non hai fatto niente?!>

    < Ax, abbassa la voce!>

    Mentre tornavano a casa, Demyx stava facendo il resoconto della sera prima ad Axel, che era decisamente deluso dal poco spirito d’avventura del compagno.

    < Insomma, sei davvero bacato! Ce l’hai disteso sul letto con il petto scoperto e le lacrime agli occhi e non pensi nemmeno lontanamente di poterlo consolare in una maniera più profonda?>

    < Ma Ax, era ferito…>

    < Oddio, ecco che ricomincia… se ti ha abbracciato ci sarà stato un motivo, no?>

    < Era soltanto commosso.>

    < E tu sei commosso cerebralmente, Dem! Tu non vuoi andare a letto con qualcuno finché non ti dice “Ti prego, scopami!”.>

    < Dubito che me lo dirà…>

    < Per questo la prossima volta che ti abbraccia non devi fare la parte dello stoccafisso! Devi cogliere l’occasione.>

    < Certo, certo. Ciao, Ax…>

    < Non credermi se vuoi! Bye!>

    Mentre Demyx corse a casa, Axel passeggiò ancora un po’ per la strada: non aveva voglia di tornare al suo tugurio e Marluxia era dal dentista per tutto il pomeriggio. Colpa delle merendine che i suoi clienti gli davano come pagamento… Comunque l’unica cosa possibile era gironzolare per strada senza una meta. Stava svoltando l’angolo della solita strada quando qualcosa di decisamente leggero e veloce sbatté contro il suo stomaco e cadde a terra.

    Axel cercò di capire cosa fosse l’essere contundente che gli si era fiondato addosso e vide un ragazzino sugli undici anni che si massaggiava la testa ricoperta da una fitta chioma di capelli castano chiaro.

    < Ehi, tutto bene?>

    Il ragazzino lo guardò terrorizzato con due grandi occhi blu spalancati. In un attimo si rimise in piedi e, superato Axel con uno scatto, cominciò a correre a perdifiato. Il rosso restò per un attimo a bocca aperta a fissare il piccoletto che scappava, poi, senza capire bene il perché, gli corse dietro. Lo raggiunse in fretta, ma non lo fermò, limitandosi a corrergli dietro lasciando un metro di distacco tra di loro. Alla fine il più giovane, esausto, si fermò di colpo lasciandosi scivolare sul marciapiede vicino ad un parco. Axel gli si sedette accanto.

    < Come ti chiami?>

    < … Roxas…>

    < Il mio nome è Axel. Imparalo a memoria.>

    Il ragazzino scoppiò a ridere, lasciando Axel a fissarlo come un cretino.

    < Che hai da ridere?>

    < È facile da ricordare. E poi è anche bello come nome.>



    *



    Axel stava accompagnando a casa lo strano ragazzino: era stata una sorta di rivelazione quando il piccoletto gli aveva detto che frequentava la prima media nella sua vecchia scuola. Un punto in comune. Uno dei tanti, perché nonostante si conoscessero da soli trenta minuti, sembrava fossero amici di vecchia data. Avevano un feeling pazzesco, l’uno coglieva ogni sguardo, ogni mossa, ogni espressione dell’altro. Axel non riusciva ancora a capire perché Roxas fosse scappato appena lo aveva visto, ma soprattutto perché gli era corso dietro.

    < Ecco, io abito qua.>

    Il fischio di ammirazione di Axel era più che comprensibile di fronte alla villa che Rox aveva indicato come casa sua.

    < Però… mica male, eh? Ti tratti bene…>

    < Se ti stupisci di questa, dovresti vedere la casa di mio cugino Sora. È circa il doppio di questa.>

    < Io ci rimetto la faccia se ti porto a casa mia.>

    < Perché, volevi portarmi a casa tua?>

    < Acc, non ti sfugge niente. Bé, se ne hai voglia, magari un giorno…>

    Axel si zittì all’istante, dato che Roxas lo stava abbracciando.

    Ci pensò un attimo, poi decise di non voler seguire l’esempio di Demyx e fare lo stoccafisso, così, dopo averlo abbracciato a sua volta, si chinò rapidamente sul piccoletto e lo baciò. La cosa fu decisamente piacevole, dato che Roxas accettò il bacio con una velocità impressionante. Appena separati, Axel lanciò un’occhiata alla villa come per assicurarsi che nessuno li avesse visti. Con grande sorpresa, si accorse che in realtà non gliene fregava più di tanto se qualcuno li aveva osservati.

    < A che ora è che esci da scuola?> chiese al castano.

    < Alle 13 tutti i giorni, tranne il giovedì che esco alle 13 e 30.>

    < Bene, domani vengo a prenderti. Ci vediamo.>

    < Ciao.>

    Axel camminò lentamente verso casa, giocherellando con un tappo di bottiglia che aveva trovato per terra, e rifletteva sull’incontro improvviso. Sorrise. Non voleva farsi troppe domande, gli si rovinava soltanto l’umore, ma doveva ammettere che con quel piccoletto si era trovato decisamente bene. Forse era il momento di credere nel destino se questo gli portava delle simili fortune.

    Era così immerso nelle sue riflessioni da non accorgersi del ragazzo che lo fissava da dietro un albero.

    Il giorno dopo, non voleva altro che le ore passassero in fretta per poter andare da Roxas il prima possibile. Purtroppo le cose si complicarono fin dal primo istante.

    Axel arrivò a scuola in ritardo, come al solito, e appena entrato in classe si beccò in testa il cancellino da parte della prof di italiano che aveva un’ottima mira. Quando si sedette accanto a Demyx, il biondo lo fissò per un attimo, poi si voltò dall’altra parte e non gli rivolse una parola per tutta l’ora. Axel non riusciva a capirne il motivo, ma non poté chiederglielo a causa della prof che lo chiamò alla lavagna.

    Appena suonò la campanella, tutti si misero a gironzolare sapendo perfettamente che la prof di religione era assente e Axel cercò di avvicinarsi a Demyx, ma il biondo si mise a conversare con la professoressa di musica che stava prendendo un caffè.

    < Che c’è, ci sei rimasto male perché il tuo amichetto ora non ti vuole più?>

    Axel trasalì e voltandosi di scatto si trovò di fronte Larxen.

    < Cos’hai detto?!>

    < Bé, ora che il tuo biondino sa che sei gay è ovvio che non ti voglia più.>

    Axel restò fulminato. Demyx sapeva che lui era…

    < Come fai a saperlo tu?>

    < Mmmm, non sono sicura di volertelo dire…>

    Axel la afferrò per le spalle e la sbatté contro il muro.

    < Chi te lo ha detto?> ringhiò infuriato, ma proprio in quell’istante comparve Luxord che con uno strattone lo scollò dalla ragazza.

    < Stalle lontano.> intimò minaccioso mettendosi tra il rosso e la sua fidanzata.

    < Chi te lo ha detto? Dimmelo!>

    Larxen si aggrappò al braccio del biondo.

    < Me lo ha detto Marluxia e a dire il vero lo ha detto a praticamente tutta la scuola. Anche al tuo amichetto, Demyx.>

    Axel si sentì crollare il mondo addosso. Perché Marluxia…?

    Si voltò di scatto e corse a cercare il colpevole.

    Intanto Luxord abbracciò Larxen.

    < Ti sei fatta odiare un’altra volta, lo sai.>

    < Lo so… ma cosa vuoi che sia una volta in più?>

    < Non mi piace che sia così normale per te farti odiare dalla gente.>

    < È per questo che hai voluto metterti con me? Per cercare di cambiarmi?>

    < Inizialmente… ma mi sono ricreduto. Sei perfetta così come sei.>



    *



    Marluxia era nella classe di attività alternative, una piccola stanza adibita a cimitero dei computer scolastici. Axel entrò infuriato e, prima che qualcuno potesse dire qualcosa, gli tirò un pugno in faccia.

    < Arrabbiato?> chiese indifferente il rosato.

    < Stronzo! Cosa hai fatto? Perché hai detto a tutti…?>

    < Ah, è per quello che sei arrabbiato…>

    < Avevi promesso! Si può sapere cosa ti è passato per la testa?>

    < Dovrei farti io la stessa domanda.>

    < Cosa?!>

    < Come mai improvvisamente ti metti a baciare i ragazzini davanti a tutti, quando mi fai subire un monologo se ti bacio di fronte a un gatto?>

    < Tu… come fai a saperlo?>

    < Ti ho visto ieri, sai? Te la cavi davvero bene con quelli più piccoli di te.>

    < Io… ma andiamo! Solo per quello hai spifferato tutto? Solo per un bacio ad un ragazzino?>

    < Solo?>

    < Se… se fosse soltanto uno sfizio, non saprei, un capriccio?>

    Marluxia scosse la testa.

    < Ax… ormai ho sviluppato un sesto senso, lavorando sempre coi problemi degli altri. So distinguere a prima vista un capriccio da un amore profondo.>

    < Marl…>

    Marluxia sorrise tristemente e si avvicinò alla porta.

    < Scusa, Ax. Ti ho tirato in un gran casino, si vede che era destino che noi non potessimo stare insieme.>

    Axel non capiva più niente. Doveva lasciare Marluxia? Ma cosa stava succedendo? Perché…?

    < Ax, è meglio se vai da Demyx. Almeno non perdere lui…>

    Demyx? Sì, Demyx… il suo amico… migliore amico.

    Axel corse fuori dalla stanza per cercare Dem.

    Non si accorse nemmeno che Marluxia stava piangendo.



    *



    < Dem?>

    Demyx non si voltò. Era in corridoio a guardava fuori dalla finestra, dando le spalle ad Axel. Il rosso perse la calma, la pazienza e tutta quella parte razionale del suo cervello che bloccava la sua rabbia. Afferrò il biondo e lo costrinse a voltarsi verso di lui.

    < Si può sapere che hai, maledizione?!>

    Demyx si ritrasse da lui con uno strattone. Axel diventava sempre più furioso.

    < Avanti, dimmelo! Dì che ti faccio schifo, che hai paura che ti metta le mani addosso, che mi odi e tutto il resto, ma dimmi qualcosa!!!>

    A Demyx tremò il labbro inferiore che si morse istintivamente.

    < Potevi… dirmelo, no?>

    < Cosa?!>

    Demyx stava piangendo, ma riuscì miracolosamente a dire tre parole di senso compiuto una dopo l’altra.

    < Perché non me l’hai detto? Che problema avevi a dirmelo? In definitiva sono gay anch’io, che problemi avevi?>

    < Ma sei scemo? Io non te lo detto perché non volevo ferirti! Non darmi la colpa adesso!>

    < Ferirmi? In che modo ferirmi? Io non ho esitato un istante a dirtelo, perché per te non può essere lo stesso? Io mi fido di te, quindi…>

    A Demyx morirono le parole in gola. Era arrivato alla conclusione.

    < Tu… non ti fidi di me?>

    Axel voleva morire in quell’istante. Era tutta colpa sua, prima Marl, adesso Demyx. Non voleva restare solo un’altra volta.

    < Dem, io…>

    Si sentì girare la testa e dovette appoggiarsi al muro per non crollare. Poi Demyx lo abbracciò.

    < Non interpretarlo come un “Ti prego, scopami!”.>

    Axel riuscì a ridere, come se non ce l’avesse fatta per secoli.

    < D’accordo. Tutto risolto?>

    < Sì…>

    < Per fortuna. Temevo che sarei morto con tutti questi casini.>

    < E Marluxia?>

    < … troverà di sicuro qualcuno migliore di me.>

    < Siete solo amici adesso?>

    < Se riuscirà a perdonarmi, sì. È colpa mia, è la seconda volta che lo ferisco.>

    < E noi siamo amici, vero?>

    < Strano sia tu a domandarlo… ma insomma, non posso lasciarti! Hai ancora un tossico da conquistare!>

    < Grazie… Axel.>
    +++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++
    It's not finish... ^^ to be continued!
     
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  3. *Lixiaene*
     
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    bellissimaAa *_* a quando il sesto? XD
     
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  4. Kuroi the black
     
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    Very soon :ghgh: :ghgh: :ghgh:
     
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  5. *Lixiaene*
     
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    image
     
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  6. *Yaxli_chan*
     
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    Bellissimo *O* me attende sesto *w*
     
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  7. larxene2409
     
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    image image image image image image image image STUPENDA!!!
     
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  8. *Yaxli_chan*
     
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    Quoto in pieno :sisi: *_______*
     
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  9. larxene2409
     
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    Anche io quoto me stessa!!!
     
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  10. *Yaxli_chan*
     
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    Yhea *_______*
     
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  11. larxene2409
     
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    continua continua!!
     
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  12. HaNoN43
     
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    kuroi kuroi kuroi.... sai già cosa ne penso... kuroi kuroi kuroi...
     
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  13. GeLGeL
     
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    appena finita di leggere...è sempre più bella
    complimenti davvero *-*
    povero marluccino T-T ciciooo...
    non vedo l'ora di leggere il seguito!
     
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  14. larxene2409
     
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    ORDINE SUPREMO:CONTINUA!
     
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  15. *Yaxli_chan*
     
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    Con....ti....nu...a ç.ç *abbraccia un peluche*
     
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62 replies since 20/9/2007, 18:00   850 views
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