Kingdom Hearts:La verità della luce

la mia seconda fic.

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    Ma quanto ha stile quel tipo? Peccato che rimanga pur sempre un Sora :zxc:
     
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    Vai Sora, neutralizzalooooooooooooooo!!!!!!! *ç*
     
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    CHE DUE BESTIEEEEEEEE!!!
    è stupendo.
     
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    CITAZIONE (Dark Cocca @ 20/5/2008, 18:02)
    Vai Sora, neutralizzalooooooooooooooo!!!!!!! *ç*

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    ed infine...


    - Capitolo conclusivo: Gran finale! E poi...


    “Torno a ripeterlo per l’ennesima volta spregevole umano! Non deludere te stesso! Ci hai provato ma non ci sei riuscito. Hai perso!” Sentenziò Over the Ages, imprimendo nella forza oscura scaturita dalle sue mani maggiore potere, lo stesso paragonabile a quello di un fiume in piena o, ancora peggio, di un uragano che distrugge tutto e tutti.
    Sora percepì con estrema sofferenza l’energia che gli venne lanciata contro: l’odio e il desiderio di riscatto di chi ha fatto proprio il male, considerandosi nel giusto. Il ragazzo strinse i pugni, digrigno i denti e la sua chiave girò ancora più forte, producendo un’energia luminosa, quella della vera luce, abbastanza forte da resistere a quell’insolita oscurità. Tremenda e crudele, questa ricordava quella dell’amico Riku. Un’oscurità non fine a se stessa ma dedita a chi la usa. Non solo quell’energia pura, ma anche l’incredibile entità che la usava e la plasmava senza subire il suo influsso ricordava qualcuno. Dopo averlo affrontato per la prima volta, Sora pensava che Adam e Cristoph, il burattino plasmato a sua immagine fossero completamente diversa. Ora non ne era tanto sicuro. Entrambi nel “loro piccolo” volevano la giustizia, anche se in modo differente.

    “Sora datti una svegliata!” Fu il richiamo di Riku, l’amico che sempre al fianco del ragazzo, lo incitava a combattere.
    “Non devi dirmelo tu!” La forza nelle mani di Sora si concentrò, appena in tempo prima che un altro attacco a tradimento di Over the Ages potesse nuovamente investirlo. Appena in tempo per risvegliare Sora dai suoi pensieri. Ormai lui non aveva tempo per pensare. Ora, doveva solo vincere l’ultima battaglia.

    Esatto, perché ora non ci doveva essere nient’altro che loro due. Adam, il primo Heartless, ovvero Over the Ages, colui che dormendo custodiva il potere di Oscurità e Sora, anzi no, il secondo Re di cuori che si era insediato nel corpo di colui che un tempo era il Maestro del keyblade. Con la nuova veste del signore di Kingdom Hearts, il ragazzo continuava il suo compito di difensore di quella epoca.
    Due ragazzi di due epoche e dalle storie completamente diverse che ora, come pezzi bianchi e neri degli scacchi si affrontavano.
    Un caso fortuito che Sora accadesse una cosa simile o qualcosa di più?
    Un'altra domanda che non ha spazio per essere posta in quella crudele battaglia e che forse non lo avrebbe mai avuto, almeno sembrava così…

    “Ho vinto!” Ripeté marcandolo con insistenza Over the Ages. Le sue ali divennero praticamente chilometriche, estendendosi a lunghezze esagerate per rispecchiare tutta l’oscurità dei senza cuore, divenuta orma solamente sua. Sora provò ancora sforzare le sue membra per ricevere nuova energia da impiegare contro l’Heartless. Strinse i pugni, ma nulla, a parte i crampi ai fianchi, al petto e in altri punti considerati vitali. Le forze stavano mancando sempre più in fretta in quel corpo in fondo umano. Sora atterrò in ginocchio a terra, esausto ma ancora determinato a non perdere il controllo del suo incantesimo, quello che si opponeva strenuamente a quello di Adam. Ovvero quello che minacciava la città su cui si trovava lui, i suoi amici e Kairi.
    “Perché…?! No!”Ci arrivò Terrorizzato Sora.
    “Era ora! Ce ne hai messo di tempo!” Sorrise soddisfatto Adam, sempre con quel sadico ghignò incorniciato tra le vene pulsanti e l’occhio dall’iride bianco.
    “La anima sta cominciando ad essere rigettata!”
    “Rigettata?” Sobbalzò Kairi, vicino al compagno ansimante a terra. “Cosa sta dicendo quello? Rispondimi Sora!”
    “No!...” Ringhiò Sora, mettendosi una mano sul volto, visibilmente preoccupato. “Il mio corpo è ancora vivo perché è animato anche dall’anima del Re di cuori… Però rimane sempre un corpo umano… Se non riesco a sostenere il potere della sua anima, la mia verrà rigettata assieme alla sua…”
    “Equivale quindi alla tua morte?” Domandò colma di paura Kairi, sussurrando piano, mentre si allontanò d’un passo.
    “Sono uno stupido! Ecco cosa sono… Un ragazzino che pensa di fare tutto da solo e, quando chiede aiuto non fa che peggiorare le cose… Moriremo tutti…” Si disperò Sora.
    “Non è poi così male no?” Non fu stranamente ironico Adam. “La morte libera di ogni sofferenza e peso. Avresti fatto molto meglio a rimanere dov’eri piuttosto che soffrire ancora e subire la mia crudeltà, dato che ormai non avevo più motivo per provare rancore per te, una volta punito per i tuoi peccati…” la forza che esplodeva energica tra le mani di Sora sembrò quietarsi in parte.
    “Sì…” Osò ammettere Sora. “Forse… Forse avevi ragione…”
    “Sora…” Lo chiamò Kairi, prima di ricevere da lei uno schiaffo. “Anzi no. Si vede benissimo che non sei Sora, damerino che si diverte a imitarlo.” Asserì fredda la ragazza indignata. “Il vero Sora, quello che amo deve essere sicuramente già morto. Lui non si sarebbe mai arreso. Questo è quello che lo rendeva migliore di qualsiasi persona. Di Over the Ages, del Re di cuori e di chiunque altro!”
    “Kairi!” Provò a chiamarla con tono di rimprovero Riku, se non che le sue lacrime e il volto di Sora gli chiedessero di non farlo.
    “No, ha ragione.” Le diede infatti retta il ragazzo. “In fondo ho già mantenuto un bel po’ di promesse.” Si alzò, usando anche l’altra mano per concentrare la sua ultima magia . “Però, non mi riterrò soddisfatto finché non le avrò mantenute tutte!” Si rialzò in volo, sotto gli occhi contenti degli amici. Se Sora non aveva ceduto, non lo avrebbero fatto anche loro.
    “Adam! Questa è la vera resa dei conti!” L’energia che partì dalle sue mani fu persino più potente di quelle di prima.
    “Se ci tieni…” Fece questo, ghignando.
    “Non ho più paura della morte! Prima sono stato debole e indeciso, ma ora…”
    “Non sprecare il tuo fiato. No. Non mi riferivo a questo, ma della mia di morte. Sei davvero sicuro di volermi ammazzare?”
    “Di certo non proverei alcun dispiacere!”
    “Oh, e invece dovresti.”
    “Paura di perdere?” Lo sfidò Sora. Il vento aveva fatto alzare il suo lungo mantello nero che ora, era spiegazzato dal vento.
    “Non direi. Di più dovresti averne tu, non solo perché stai per perdere. Potrei risparmiartelo, visto che tu e i tuoi amichetti state per fare una fine abominevole, ma ormai non mi sento più soddisfatto. Istillerò nelle vostre piccole menti un senso di terrore peggiore della morte stessa, perché possano ricordarsene anche i vostri cadaveri!” Rise sguaiatamente, prima di rifarsi serio. “Ricordi la spada con la quale quella ninfetta di Eva mi ha risvegliato? Ebbene, per fare una cosa simile la spada ha allacciato un sottile filo che lega il mio cuore con essa. Se dovessi anche morire, cosa impossibile, la vostra fine arriverebbe comunque. In essa, la spada che mi ha richiamato, è infuso il male che si è accumulato nelle epoche durante la mia assenza. Distrutta quella se io dovessi perire, tutta l’oscurità di secoli interi si riverserà sul mondo, contribuendo a creare un epoca buia senza precedenti!”
    “Bugiardo!”Imprecò Sora.
    “Io non mento mai. Allora, vuoi dav…” La forza di Sora respinse il nemico di qualche metro.
    “Sei impazzito?!” Si sentì schiacciare, mentre tentava di far fronte all’energia delle sette principesse che provava a cancellarlo ma, che per un soffio, non ci riusciva. “Non capisci che provando ad uccidere me, non solo distruggi il salvatore del tempo e del mondo, l’unico che può farlo, ma condanni il mondo ad un caos praticamente inarrestabile? Oscurità e luce si combatteranno eterni, costretti in una battaglia imperitura!”
    “Tzè. Sono disposto a correre il rischio.” Sorrise Sora stavolta. “Ti ricordo che io ho delle promesse da mantenere, ed una di questa è sconfiggere il male di tutte le epoche! Ciò significa che, anche se dovessi metterci anni, adempierò alla mia promessa!” Esclamò “L’unica cosa che ora mi preoccupa, e cercare di abbatterti una volta per tutte!” Ed infatti era così. Sora doveva sbrigarsi, prima che le energie gli mancassero ancora. Gli bastava poco per sconfiggere il nemico, ma questo, sempre per un pelo, rimaneva ancora in grado di fermare il suo attacco.
    Kairi intanto fissava Sora, ammirata dalla sua volontà che ora era ritornata quella di sempre. Incrollabile e irriducibile. Non pianse ma con occhi pieni di determinazione voleva accompagnare la mano del ragazzo. Il suo cuore, chissà come, gli aveva già dato la sua forza, ma non sembrava bastare… Eppure mancava così poco perché loro potessero riuscirci. E poi, una volta fatto…
    “Inutile! Non vedi che stai per ritornare a secco? Che farai ora? Perderai prima la tua anima per ridiventare cibo per vermi oppure morirai privo di energie?” Adam, strinse la sua presa per fare in modo che la sua magia provasse a pareggiarsi con quella nemica. Gi mancava così poco…
    “Smettila di cianciare! Dovevi essere un tipo davvero noioso quando eri un umano!” Tirò ancora di più la cinghia Sora. Mancava davvero così poco…
    Ed infine il miracolo.

    Un raggio di puro oro, venuto da chissà dove gli diede nuova forza. Un ottavo raggio colpì il petto di Sora, il quale, ritemprato, lanciò infine il suo nuovo e più potente incantesimo che, assorbendo l’oscurità di Adam,la tramutò in luce che, con un forte turbinio, spinse con forza inaudita, mentre la stessa energia, uscendo dalla traiettoria del raggio, come onde guizzava fuori per avvolgere l’immenso corpo di Over the Ages, nello stesso tempo in cui un urlo di dolore squarciò il cielo notturno, prima ancora che tutte le luci potessero spegnersi definitivamente…

    Nel silenzio raggiunto, i raggi di luce scomparvero e la figura ammantata di nero del re di cuori scese lentamente verso i suoi amici. Kairi non attese un attimo per cingere le sue braccia su Sora. Avrebbe dovuto esserne contento ma non lo sembrava da come fissava ancora in cielo, ignorando le urla di vittoria dei suoi amici e le voci che si felicitavano per lui.
    “Ti stai addormentando ancora?” Sorrise Riku, poggiandogli una mano sulla spalla sua e quella di Kairi.
    “Dovremmo attendere ancora un po’, mi sa.” Tentò di sorridere ancora, prima di voltarsi, attendendo quel momento, verso la figura alata, la cui apparizione fermò gli schiamazzi di gioia di Paperino, i salti di Pippo e sul nascere, le parole che avrebbe pronunciato Topolino per congratularsi con tutti.
    “Eh! Eh…”Rise a singhiozzo l’ombra. L’ombra che ormai ora versava nel più pietoso degli stati.
    “Ebbene… Eh! Eh! “ Continuò fastidiosamente a ridere, ignorando il volto disturbato di Sora, quello di Riku , di Larsa, del re, di Kairi e ignorando il suo corpo. Della grande corazza che aveva scosso con la paura il mondo, ora era rimasto solo parte del petto e un ala che, a stento, sosteneva ciò di quello che era rimasto di Over the Ages che ancora non era divenuto polvere…
    “Non mi sembra sia il momento migliore di ridere, soprattutto che ora sei messo in una così misera condizione. Il mio attacco ti ha forse fritto pure i neuroni che ti sono rimasti?”
    “Bada di finirla, piccolo superbo. Anzi no, continua pure… Vuoi sapere perché rido?” S’incupì.
    “Prima ero molto sorpreso che il Re di cuori, la mia eterna nemesi sia riuscita a tornare al mondo da cui lo avevo separato…” Il corpo di Adam cominciò a polverizzarsi. “…All’inizio ero seccato di tale fatto, ma poi ho pensato… Se nel mondo è riuscito a tornare il re di cuori, mi chiedo, che Over the Ages riesca a fare altrettanto…?” Si chiese, insinuando a tutti un dubbio che fece raggelare il sangue a tutti, Re di cuori compreso. Sora divenne pallido, prese fiato, provò ad aprire ancora bocca per parlare ma fu interrotto. Il corpo del malvagio Heartless cominciò a divenire sempre più in fretta cenere
    “…Miserabili, divertitevi pure e gioite finché potete, almeno fino a quando un nuovo Over the Ages non nascerà. Che sciocco, come se potete gioire… Vero? “Maestà”…”
    Furono le ultime, beffarde e piene di disprezzo, parole di Over the Ages, prima che pure il suo abominevole volto divenisse cenere che si depositò al suolo, lasciando forse solo qualche banale capello nero, separatosi dall’essere durante la battaglia…
    Dalla torre che cadde in rovina nel frattempo, un inquietante nube miasmatica si diffondeva nel cielo, abbandonando quel mondo ormai così sporco da non poter essere lordato ancora di più.

    “Pensate che stesse scherzando, oppure…” S’intrufolò Vincent, colpito dalle parole dell’essere.
    Sora fece un paio di passi un avanti. “Mi sa che devo andare…” Mormorò piano, evadendo dall’abbraccio di Kairi.
    “Andare dove?” Domandò la ragazza, abbastanza vicina da udire le sue parole.
    “Vuoi davvero andare?” Riku sapeva, o almeno credeva, di sapere a cosa si stesse riferendo il ragazzo.
    “Paperino, Pippo. Siete stati due compagni di viaggio impagabili. Con voi ho passato un sacco di avventure, una più memorabile dell’altra. Terrò questo ricordo sempre con me… Non mi dimenticherò nemmeno di lei, maestà…” Fece Sora, ostentando serietà difficilmente sua.
    “Cosa?! Aspetta! Dove vuoi arrivare Sora?” Si preoccupò Pippo, forse non tanto, visto che proprio perché prevedeva una reazione simile fu subito in grado di bloccare Paperino il quale era con l’intenzione di correre verso il castano. “Sora, ti è andata in pappa il cervello?” Provò a richiamarlo Paperino da lontano sul punto in cui si trovava.
    “Ringrazio anche te Vincent. Anche se abbiamo lavorato insieme solo una volta, sono sorpreso che tu sia venuto addirittura qui per darmi una mano vale molto per me.”
    “È una sorta di saluto? Non ho fatto nulla di speciale in fondo. Tu mi hai dato una mano e io ho ricambiato tanto per non avere debiti in sospeso…”
    “Grazie anche a te Larsa. Seppure abbiamo avuto i nostri screzi all’inizio di questa storia, vedo che sei diventato un buon amico…”
    “Tsk, mi vuoi fare il discorsetto di saluto? Non sono tuo amico, uffa….” Si mese le braccia dietro la testa, in segno di indifferenza prima di girarsi. “…Però stammi bene…”
    “Con me non attacca, Larsa. Comunque… Riku, non mi dimenticherò mai del mio migliore amico…”
    “Sora? Vuoi forse andartene davvero?” Domandò Riku, senza ricevere risposta.
    “Ci vuoi spiegare che diamine vuoi fare?!” Urlò Kairi, disturbata da quell’atteggiamento per lei insensato. “Ti sei rimbecillito? Vuole andarsene il tipo, così, come se nulla fosse! Sentiamo dove! Allora?”
    “Kairi!” La riprese ancora Riku, mentre completava la bendatura all’occhio sinistro. “Sora, vuoi andartene per quella promessa? Pensi davvero di riuscire a far scomparire tutta l’oscurità che sta per rivoltarsi nel Regno della luce?”
    “Sì, devo farlo. Non solo perché l’ho promesso, ma anche per il Re di cuori. Anche se potrei sottrarmi alla sua volontà, è lui che mi dato la possibilità di salvare i miei amici. Che ingrato sarei se adesso gli voltassi le spalle?” Si fissò le mani Sora, sicuro di quello che diceva, ma triste nel doverlo dire.
    “Ragionaci. Ciò significa lasciarci Sora. Ne sei sicuro?”
    “Non vorrei, però devo. Spero che non sia una cosa lunga, anche se credo che difficilmente non lo sia. Spero che mi aspettiate…”
    “Un corno!” Tuonò Kairi, all’improvviso. “Te ne vuoi andare per mantenere una promessa che hai fatto ad un tizio che nemmeno conosci e ignori quella che mi hai fatto la scorsa sera? Allora vattene pure! Vai eroe, divertiti! Però, se te ne vai da me, puoi benissimo fare a meno di ritornare! Io, io non ti aspetterò più!” Dichiarò Kairi, facendo ribollire la sua rabbia nelle lacrime che scendevano sulle sue guance arrossate e che le riscaldavano la faccia prima congelata dal vento.
    “Non pensi di esagerare?” Provò a calmarla Riku, ma inutilmente. La rabbia che Kairi provava rammaricò pure Sora.
    “Va bene.” Si rassegnò voltandosi. Il suo corpo di staccò dal suolo per spiccare un nuovo volo. “Non so quando finirà il mio compito, ma lo concluderò e quando accadrà, io ritornerò a casa, dovessi metterci un’eternità.”
    Kairi non gli degnò nemmeno uno sguardo. Stavolta, lasciò Sora dandogli le spalle nella più completa indifferenza.
    “Allora, arrivederci.” Furono per questo sofferte le ultime parole di Sora verso gli amici. La luce lo avvolse e di lui, più nulla, a parte il silenzio che testimoniò la sua mancanza.
    Riku non volle continuare però in quello stato. Con irruenza, prese per una spalla Kairi per stare faccia a faccia con lei. “Kairi!” Stava piangendo la rossa.
    “Riku… devo dirti una cosa…” Soffrì, abbracciando il ragazzo per la tristezza. Riku, impietosito, accolse la ragazza tra le sue braccia, lasciandola sfogare.
    “Questo luogo sta per darmi i brividi.” Pensò ad alta voce il re, guardandosi intorno. Richiamando tutti, in particolar modo Vincent che chiese con un gesto di avvicinarsi.
    “Già, questo luogo è legato a molti ricordi brutti… Sora…” Si asciugò una lacrima Paperino. Il mago aveva perso come tutti la sua rabbia verso il gesto a tratti egoista dell’amico. Tenere alto il morale re difficile.
    “Preferirei andarmene da qui… Zagros e Ninive mi stanno ancora attendendo dietro la porta…” Fece Larsa, provando a camminare.
    “Se volete ritornare a casa di Leon e degli altri posso occuparmene io.” Si propose Vincent. Stendendo una mano in un punto a caso, davanti ad essa si aprì un corridoio oscuro.
    “Larsa, se vuoi venire anche tu…”
    “No, grazie Pippo, ma preferisco andare a piedi. Al di fuori di questa città c’è una porta che conduce direttamente al mio mondo, quindi preferisco farmi una camminata. E poi non sono fatto per quella roba.” Indicò il varco, prima di incamminarsi, salutando tutti prima di andarsene da solo per la strada buia, rifiutando la gentilezza di essere accompagnato per la strada.
    Rimasti ormai soli, ai sei non toccò che scrollare le spalle ed entrare, lasciando il luogo che li aveva visti per l’ultima volta tutti insieme e dove forse non risarebbero più visti per sempre…

    Topolino, Vincent, Paperino, Pippo, riku e Kairi poterono ritornare nel mondo di Merlino, dove oltre a lui e a Semola, ora divenuto re, lo attendevano Leon e la sua squadra, rimasti in attesa di re Topolino. Il viaggio di ritorno fu estremamente breve. Più lunga fu invece la spiegazione che avvenne dopo che Vincent lasciò gli altri a discutere con Squall, Tifa, Aerith e Yuffie, visto che raccontarono loro tutto ciò che accadde nel mondo dell’ Eremo della notte senza fine.
    Raccontarono di Progenie delle tenebre, di come la sconfissero, di Eva e di Over the Ages. Del suo piano e della sua malvagità e di come, con estrema fatica e con un grande sacrificio, Sora riuscì a sconfiggerlo.
    Le parole di dispiacere che uscirono per consolarla da parte di Tifa, Aerith e Yuffie furono quasi vuote, mentre, seduta sulla poltrona su cui prima si sedeva spensierata, quando la storia non era degenerata fino a quel punto, ora si sedeva malinconica, scostando la tendina che copriva la finestra vicina a lei. Nemmeno Riku, che era partito, non c’era più a consolarla.
    Secondo il re, il ragazzo aveva deciso di viaggiare per “rinfrescarsi le idee”.
    “Non temere, ritornerà a breve?” Provò a confortala pure il re, ma era ovvio per Kairi, che anche l’albino avrebbe fatto fatica a tornare presto. Indi per cui, quando sprofondò il volto sul tavolo, nessuno più provò a dire qualcosa che purtroppo non si sarebbe mai avverata.
    Una persona, se preziosa, rimane nel cuore di chi la ama. In quel momento sembrava una gran panzana per la ragazza.
    Pippo si grattò vigorosamente la testa, prima di sbuffare.


    “Dici che torna?”
    “E io che ne so…” Incrociò le braccia la ragazza. “Certo che torna.” Disse Ninive, togliendosi una ciocca dai capelli Rosa proprio di fronte agli occhi.
    Zagros la fissò divertito. Poi, accorgendosi che Ninive lo ignorava, si avvicinò ancora di più per stuzzicarla.
    “E ora che vuoi ora?”
    “Non ci riesci a fingere?”
    “Di che diamine parli?” Si offese ancora di più. La ragazza si voltò verso il biondo per farsi spiegare il motivo delle sue risate, ma, ad interrompere le due guardie del corpo, fu il cigolio della porta di bronzo. La stessa con l’effige di leone che ora stavano controllando.
    “Stavate parlando di me?” Sorrise il ragazzo che ve ne uscì, facendo un mezzo sorriso.
    “Sì… Di un piccolo scapestrato…” Si sollevò Ninive vedendolo. Zagros chiuse un occhio affatto contento. “Non è questo il modo di gioire.” Ridacchiò. Con la mano sinistra, il biondo spinse la ragazza per la schiena, facendola cadere contro Larsa, il quale, vedendola arrivare, l’afferrò con entrambe le braccia per non farla cadere.
    “Ma che ti salta in mente Zagros?” Si lamentò Larsa, arrossendo mentre teneva Ninive.
    “Niiieenteee…” Scherzò, ridendo ancora di più quando la ragazza in armatura strinse il giovane dai capelli color argento-platino. “Dimmi, come sta Kairi?” Domandò all’improvviso, prima di staccarsi quando cominciò a sentirsi ridicola.
    “Lei? Lei sta benone… Alla grande…” Si fece laconico.
    “Che c’è? Hai fatto strage? Ci sei riuscito a vendicarti?” Inarcò un sopracciglio Zagros, interdetto da come aveva stava raccontando Larsa ciò che diceva.
    “Ha stento ne ho fatto secco uno…” Si guardò l caviglia fasciata. “Ma il problema non è questo, sebbene io sia dispiaciuto del fatto che non sono riuscito in nessun modo ad aiutare i miei amici come di deve…”
    “È successo qualcosa a qualcuno?” Domandò Ninive, ritornando preoccupata.
    Zagros invece, poggiò una mano sulla spalla del giovane amico.
    “Vorrà dire che la prossima volta che ce ne sarà bisogno, sarai in grado di difendere chi ti è caro.”
    “Puoi contarci.” Fissò Larsa con i suoi occhi turchesi il mezz’elfo. Determinato come non mai. Anche lui aveva una promessa da mantenere, e, ora che aveva compreso l’importanza di queste per merito suo, avrebbe fatto di tutto per portarla a termine.
    “Preparati allora a grandi sacrifici.”
    “Certo, lo sono anche ora.” Rispose Larsa, annuendo.
    “Bene, perché ci saremo sempre noi ad aiutarti.” Mise anche Ninive una mano sulla spalla del giovane…


    “Tzè, che fregatura…” Affermò una giovane donna con tono calmo ma scocciato, mentre, accartocciando una vecchia mappa, la gettava al suolo del veicolo che guidava.
    “Calmati Fran, solo un piccolo contrattempo…” In un posto dietro la ragazza, un uomo seduto, dai capelli corti castano chiaro, quasi biondi, lucidava con cura il fucile che teneva tra le mani.
    “Balthier, nemmeno tu mi sembri molto contento del fatto che la mappa che abbiamo soffiato sulla nave e allo stesso Silver sia falsa…” Fece notare la donna dai lunghi capelli bianchi e dalle quasi altrettanto lunghe orecchie da coniglio.
    “… Sì, però in fondo non lo sono poi molto…” Dichiarò l’aviopirata, finendo di lucidare la sua arma per cominciare irrazionalmente a smontare e rimontare i vari componenti del fucile solo per il gusto di farlo. “…Se vengo imbrogliato da tipi così in gamba non mi sento affatto stupido…” Posò infine il fucile, stanco di quel gioco senza senso.
    “Piuttosto…” Si alzò, per mettersi alla giuda pure lui. “…Questo campo di asteroidi mi sta dando noia. Possiamo ritornare almeno a casa?”
    “Ai suoi ordini, capitano…”


    Nei boschi invisibili tra la nebbia ci si sente solo sperduti, a meno che proprio quei boschi non fossero i propri.
    Per Rock, che era ormai cresciuto in quella specie di giungla, vagare lì anche senza meta non era fonte di preoccupazione alcuna. Si sentiva proprio a casa in quel bosco, come se vagare al suo interno fosse vagare nei pressi di una sontuosa reggia. I nativi americani che gli avevano dato una famiglia, sarebbero stati contenti di rivederlo. Per questo Rock, pensando il suo figlioletto continuava, con la sua arma dietro la schiena, a camminare nel fitto della famigliare boscaglia.
    Quando sarebbe tornato avrebbe salutato tutti e, una volta sedutosi davanti al fuco durante la notte, si sarebbe tolto l’elmo bianco per poter raccontare con tutta calma ciò che aveva visto e vissuto di persona. Del torneo, della fatica che aveva fatto e delle persone speciali che aveva incontrato al suo interno. Soprattutto di quel ragazzo dai capelli ispidi, così giovane, ma così determinato da sorprendere pure lui. Sorrise al pensiero di raccontare di Sora a suo figlio…
    Camminando felice, cominciò sin da subito a chiamarlo, fiducioso che la sua forte voce potesse essere udita pure da lì.


    Nella campagna fredda di quel mondo tra l’inverno e l’autunno, la situazione era diversa. Ora che Progenie delle tenebre aveva smesso di ammorbare con la sua sete d’oscurità quel mondo, I confini del freddo nord, era ritornato in pace e di nuovo in possesso degli uomini che un tempo coltivavano le sue terre.
    Proprio uno di questi non perse tempi fin da subito. Un vecchio dai lunghi capelli bianchi vagamente azzurri, e dalla barba poco folta, aveva ripreso le sue vecchie vesti di contadino e, libero di uscire alla luce del sole, aveva ripreso a coltivare il suo vecchio terreno, momentaneamente perché lasciato in disuso.
    Presa la zappa, questo ricominciò il suo lavoro, fermandosi ogni tanto per detergersi dal sudore che gli scendeva dalla fronte. Ormai, la sua veneranda età non gli permetteva grandi sforzi, ma almeno ricostruire la sua vecchia casa piena di ricordi era importante per lui, ora che la figlia e il nipote non c’erano più e che era rimasto solo a se stesso.
    Dalla strada sterrata di campagna, nel frattempo un uomo col suo fucile in mano passava li vicino.
    “Ti trovo già al lavoro vecchio.” Si accorse di lui l’uomo dai capelli neri dal lungo cappotto, che dietro i suoi occhiali da sole dalle lenti gialle osservava l’uomo che lavorava faticosamente nel suo piccolo appezzamento di terreno.
    “Uh? Che ti porta qui Tomas? Sei venuto a salutare un povero vecchio come me?”
    “Non proprio.” Si aggiustò gli occhiali da sole, spingendoli sopra il naso con due dita. “Visto che sono il sindaco del villaggio, ho deciso di assicurarmi di persona che la demolizione della Torre degli avvoltoi sia compiuta in breve. Già due piani sono crollati da soli. Ne rimangono ancora novantotto.”
    “Finalmente…” Si sentì leggero l’anziano, udendo quelle parole. “Se anche quel brutto ricordo venisse cancellato…”
    “Non si cancellano mai i ricordi. L’hai dimenticato vecchio?”
    “No, e le cicatrici che conserviamo sono la prova. Però, se non siamo costantemente oppressi da quelli, continuare a vivere, non è forse più facile?” Domandò speranzoso, anche solo nel sentire la risposta del ragazzo.
    “Forse…” Disse questo, sul punto di andarsene. “Vecchio… Non penso che tu ce la faccia da solo a risollevare questo postaccio dopo anni di assenza… Domani ti manderò un paio dei miei uomini a darti una mano…” Se ne andò infine.
    “Tomas…” Seppure non gli avesse dato il saluto, quello tra loro due era pur sempre un inizio…



    Sempre in quel mondo, qualcun altro rivolgeva il suo cuore ai ricordi.
    Sul novantottesimo piano della Torre degli avvoltoi, un uomo vestito magnificamente di bianco, il cui volto era celato dalla luce più luminosa, passeggiando per vari anfratti aveva raccolto un coltello. Un kunai nero nel cui mezzo era incisa una croce bianca stilizzata.
    I ricordi di quell’uomo tristi e bui, ben si associavano in quel luogo in rovina. Si sentiva però deluso da ciò che pensava in fondo per quella persona a cui teneva molto. L’uomo aprì la bocca, ma seppur da solo, non riuscì comunque a dare le sue condoglianze alla persona che ormai non c’era più. Girando i tacchi, l’uomo se ne andò via dalla torre, scendendola lentamente e a passi brevi, senza alcuna fretta di andare all’incontro che lo aspettava.
    Il coltello nero che prima reggeva in mano venne abbandonato subito a terra, ma con esso, al pari di un omaggio floreale, proprio come quelli che venivano posti vicino alle tombe, l’uomo lasciò una piuma. Una candida piuma di colore verde smeraldo.
    “Addio Naul…”


    A breve l'epilogo

    Edited by *[Raphael]* - 25/5/2008, 12:15
     
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    Potevi almeno mettere il bacio tra Kairi e Sora, eh >3<

    Prafo comunque. °ç°
     
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    E ora, dopo indicibili e infinti tormenti di 44 pagine l'ultima parte di questa fic.
    *tira sospiro di sollievo

    Epilogo.

    - …Il nuovo orizzonte -


    In un infinita boscaglia, impossibile da considerarsi mondo, un ragazzo camminava assorto nei suoi pensieri.
    Sora, il Re di cuori aveva vinto la battaglia più grande di tutte, riscattato il suo onore e salvato i suoi più cari amici.
    Avrebbe sentito tanto il desiderio di sentirsi pieno d’orgoglio, ma lo era solamente di amarezza. Ad appesantire la sua coscienza infatti rimanevano le crude parole di Kairi.
    Le aveva promesso, come suo solito, se ne fece una colpa pure lui, di ritornare a discapito del tempo che avrebbe impiegato per farlo. Gli aveva detto che se era per lei, poteva pure stare dov’era, non farsi più vivo.
    Forse non era così ingiusta dopotutto. Però Sora non riusciva a non nascondere un po’ di rabbia. Come poteva un semplice essere umano avere potere sugli eventi?
    Questo si chiese il ragazzo mentre diede un pugno ad un tronco d’albero.
    Il ragazzo alzò gli occhi al cielo, per scorgere la poca luce che filtrava dagli alberi.
    Il regno di mezzo era sempre un ottimo epilogo per le sue avventure. Un regno tra luce e oscurità, neutro, ricoperto da boschi e pianure, ma soprattutto disabitato. Un luogo perfetto per fuggire nei propri pensieri.
    Perfetto se privo di persone a disturbarti. Dalla fredda corteccia dell’albero che toccava con le nocche, il ragazzo poté percepire un timido tremolare.
    Sora si girò appena il suo nuovo fine udito sentì un lontano spezzarsi di rami secchi. Sentì poi dal lato opposto il frusciare delle foglie che morte si riversavano a terra, ma niente anche di lì. Sentì in altre due direzioni suoni simili a quelli precedenti, ma ancora niente.
    “Chi va là?” Provò a domandare Sora, sprecando a suo parere fiato. In un luogo simile era più facile imbattersi in nemici che amici.
    “Noi.” Risposero quattro voci ed altrettante furono le figure che, scendendo dagli alberi si ritrovarono ad accerchiare Sora che, messosi precautivamente in guardia poté finalmente osservare i suoi inseguitori. Era volti completamente sconosciuti per Sora. L’unica cosa che infatti ovvia per il castano furono soltanto le loro età. Due giovani e una ragazza, che dovevano avere all’incirca la sua stessa età e un uomo che doveva sfiorare la trentina. Di fisionomie diverse, l’unica cosa che sembravano avere in comune quelle persone era l’elegante abito bianco che indossavano…
    “E voi, chi sareste?” Fu l’ovvia domanda di Sora.
    “Noi siamo…” Le quattro figure, richiamate, alzandosi dopo il salto, avanzarono di un passo, azione che mise in allerta il ragazzo. Inutilmente, visto la nuova reazione dei quattro.
    “…I suoi servitori.” Finirono di dire le figure, inginocchiandosi con una gamba.
    “Che?!” Rimase sbalordito Sora, avendo un sussulto per la risposta improvvisa.
    “Lei che è il Re di cuori senza dubbio, a lungo l’abbiamo aspettata. È giunto il momento.”
    “Aspettarmi? I miei servitori? Il momento?” Si sorprese Sora, tornando serio. “Di cosa state parlando?”
    “Vede…” Rispose la ragazza. ”Noi non siamo degli esseri umani qualunque, anche se il nostro aspetto può farlo sembrare. Sora, Ex-Maestro del keyblade, come te anche noi condividiamo un destino abbastanza simile. Noi siamo i servitori del Re di cuori da tempo immemore e ora ci siamo reincarnati nei corpi di queste persone.”
    “ Per la precisione, a differenza sua le nostre anime non hanno scelto un corpo già posseduto da altre persone, ma si sono insediate in corpi già predestinati a noi.” Spiegò un altro dei due ragazzi.
    “Questo vuol dire che mi aspettavate?”
    “Non proprio, perché non immaginavano che voi vi reincarnaste in quest’epoca, e che usasse il corpo dell’Eroe del keyblade, visto che eravamo sicuri che ben altra fosse la sua missione.”
    “Ora è sicuro. È solo un caso che lo sono diventato…” Sora si guardò un’altra volta le mani, proprio come aveva fatto nell’Eremo della notte senza fine. Il destino si prendeva semplicemente burla di lui.
    “Non è detto…” Rispose la persona più anziana.
    “Beh, ormai è troppo tardi per lagnarmi. Di che cosa stavate parlando prima?.”
    “Il mondo sta per attraversare un periodo di Caos inimmaginabile. Non il male di una, ma di tutte le epoche si riverserà sul mondo, sommergendolo. Gioire della quasi totale sconfitta degli Heartless a quanto pare sembra inutile.” Rispose ancora la figura più vecchia.
    “E qui entro in gioco io. Devo occuparmene io no!” S’indicò con il pollice destro il ragazzo. Prima avrebbe cominciato, meglio sarebbe stato, pensò superficialmente.
    “Non solo, per farlo servirà il nostro aiuto.” Si alzarono i quattro.
    “Lei ha solo appreso il potere superficiale del re di cuori. Se riuscirà ad esserne pienamente padrone, sarà in grado di servirsi di una forza efficace ma che al tempo stesso non rigetti la sua anima.”
    “I miei poteri?”
    “Quando ciò accadrà, sarà pronto ad arrivare alla radice del problema. Per far sorgere la nostra utopia, bisogna che lei elimini ciò che è riuscito a creare mostri come Over the Ages.”
    “Parlate, chi devo sconfiggere.”
    “Invece di chi, dovrebbe chiederci cosa. Non un’entità od una persona senziente ha davvero creato tutto ciò.” Prese uno dei quattro a fare una pausa. “La storia è lunga e lei merita di conoscerla per filo e per segno. Ci segua.” Fece questo, chinandosi per indicare con le mani la strada da seguire.
    “…Fate strada.” Fu l’unica risposta di Sora, pronto a seguire pure quegli sconosciuti pur di adempiere più in fretta possibile la sua promessa, prima che il rimpianto lo divorasse.
    Prima che una voce chiamasse pure lui in quell’immensa radura.


    Più nessuno ormai infestava la città di Eden, ora divenuta L’eremo della notte senza fine. O meglio, più nessun Heartless.
    Dopo la feroce battaglia che aveva visto due forze simili ma diverse battersi in un mortale faccia a faccia, le fatiscenti mura dell’eremo erano rovinosamente crollate presso la città dal marmo d’insolita forma dove le abitazioni ormai vuote erano un monumento che rispecchiava la follia del caos nel loro intricato disporsi in quella città dimenticata dal mondo.
    Un monumento al tormento e alla sofferenza, che ora lasciava spazio solo ai Nessuno che, inconsci della sofferenza che ora non potevano più provare nel cuore che non avevano, danzavano per le vie. Per qualche attimo. Prima di sparire di nuovo. In un nuovo mondo. Ironico a dirsi ma per trovare una nuova speranza per riavere ciò che avevano perso e che ora cercano con affanno.
    Per lui potevano pure andare.
    Non provava niente per loro, neppure pietà la figura che, approfittando del ritorno della calma si avventurò per le vie. L’uomo che aveva vagato apparentemente senza meta per il deserto, ora, provo di scorta, passeggiava con calmo per quelle vie bianche.
    Ora che non c’era nessuno, poteva prendersi tutto il tempo che voleva, pianificare con calma concludere tutto ciò che aveva iniziato e mai finito. Si sentì leggermente appagato l’uomo dalle vesti nere stracciate che usciva per le bianche vie che stonavano col suo aspetto per ritrovarsi nella piazza centrale.
    Eva lo aveva intralciato per troppo tempo con la sua presenza, ma ora poteva ritornare alla luce del sole.
    L’incappucciato si arrestò all’esatto centro della piazza. Il vento gelido si era portato via tutto, ma qualcosa era fortunatamente rimasta. Impigliati a delle mattonelle di marmo, tre capelli venivano smossi dal vento.
    L’uomo non esitò e, chinandosi, li raccolse con cura, come se fossero il più grande dei tesori. E sembrarono esserli davvero come li nascose nella sua lacera tunica nera, la precauzione per nascondere il suo segreto.
    “Allora ciò che ho sentito era vero.” Parlò una voce poco lontana, quella di un uomo seduto sopra una fontana ormai in disuso.
    L’incappucciato si voltò lentamente.
    Seduto col bacino e poggiando le mani sul bordo della vasca ormai vuota, una meravigliosa corazza bianca dai mille particolari e dalla forma affusolata, rifinita in oro in ogni giuntura, osservava la persona vestito di umili abiti. L’elmo che portava, gli celava interamente il volto. Era impossibile stimargli perciò un età.
    L’uomo in nero sorrise visibilmente da sotto il cappuccio, mentre si girava completamente. Nonostante le bianche vestigia, era impossibile per lui non riconoscerlo. “Che sorpresa… Credevo fossi morto…”
    “Potrei dirti la stessa cosa… Morrid.“ Ribatté il cavaliere alzandosi.
    “Da molto tempo ormai nessuno mi chiamava così… Nessuno mi ha più chiamato…”
    “Un ombra che rivanga il passato. Perché ti rifai vivo?”
    L’uomo con la tunica nera allargò le braccia. Le larghe maniche gli scivolarono verso il basso. “Mi sembra che tu lo sappia. L’ambizione che vive in me non è morta. Non ha mai smesso di chiamarmi…”
    Un eco simile ad un ringhiò si udì nella città.
    “E questo?” Fu colpito l’uomo in bianco.
    “Gabriel.” Rispose secco l’uomo che a quanto pare si faceva chiamare “Morrid”.
    “Ha fame. Sta annusando l’odore del cuore a cui ambiva, ma a quanto pare questo non c’è più. Specialmente ora che è divenuto più succulento per lui è un vero peccato. Un cuore che ne fa un altro…”
    “Un Heartless quindi. Avranno mai fine questi immondi esseri?”
    “Gabriel è molto più che un Heartless. Ma tu non puoi comprendere la grandezza della mia creatura. Comunque, se sei venuto a fermare il mio piano, sei già in ritardo, e da un pezzo. Ora, provare a fermarmi equivarrebbe alla tua fine.”
    “Sbagli.” Rispose l’armatura. “Non sono qui per fermarti.”
    “Allora per cosa?”
    “Sono un semplice osservatore. Presto o tardi vedrò la vera conclusione di questa storia. Non io sarò a fermarti…”
    “Il Re di cuori allora? Conosco quel ragazzino. Non solo Eva teneva d’occhio le sue gesta. Una persona simile fa talmente scalpore che sarebbe impossibile ignorarla. Io in particolare non ho motivo per farlo…” Strinse i pugni.
    “E chi ti dice che io mi stia riferendo a lui.” Sorrise metallico l’uomo in bianco.
    “Allora non so di chi avere paura. Il re di cuori non è poi così speciale. Un altro è stato il motivo della sconfitta di Over the Ages.”
    “Sottovaluti il tuo nemico? Non è da te…”
    “Non ho detto di sottovalutare Sora…”
    “Bene, staremo a vedere.”
    “Eh una sfida?” L’uomo in nero non ricevette una risposta. L’uomo in armatura scomparve nello stesso modo in cui apparve. Nel nulla…
    “La tua arroganza è aumentata vedo…” Pensò ad alta voce Morrid, mentre stringeva ciò che aveva in mano, una ciocca formata da tre capelli.

    Le stelle sembravano essersi fatte più buie…
     
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    Uah, è finita, stappiamo una bottiglia di champagne per festeggiareH! °ç°

    *fa festa

    Prafoooooooo! Prafooooooo! Prafoooooooo!

    Spero solo che Sora un giorno o l'atro possa vivere felice e contento oço
     
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    CITAZIONE (Dark Cocca @ 26/5/2008, 18:46)
    Uah, è finita, stappiamo una bottiglia di champagne per festeggiareH! °ç°

    *fa festa

    Prafoooooooo! Prafooooooo! Prafoooooooo!

    :nonameyet: Grazie grazie grazie
    Finalmente ho finito
    :hop:


    CITAZIONE
    Spero solo che Sora un giorno o l'atro possa vivere felice e contento oço

    MUAAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHA
    :hopufh4.gif:




    :UPirate: D'ora in poi solo fic brevi
     
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    Enigmi finali a iosa...
    mi sembra vagamente che il tizio in bianco rulli... ma non sono sicuro...
    Complimenti, comunque!
     
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    Complimenti, ci hai messo un po' ma alla fine sei riuscito a terminarla. Una buona fic, non priva di enigmi e di arrovellamenti di cervella - io ne so qualcosa - e con molti colpi di scena. Forse in alcune parti non troppo movimentata e i combattimenti tra avversari talvolta venivano portati allo stremo per molte pagine.
    Ti consiglio di riguardare per bene ogni volta prima di postare in futuro, aiutandoti con il correttore di Word evitando così anche le ripetizioni che ad una prima stesura possono sfuggire all'occhio :sisi:
    Cerca anche di dosarti di tanto in tanto con le descrizioni: è bene far capire al lettore cosa stia succedendo, ma lasciandogli comunque un certo spazio in modo tale che possa anche lui immaginarsi la scena.

    Bueno :sisi:
    Ora posso seguire tranquillamente quelle di Cocca e Dawn, senza tenere a mente altri intrighi XD
     
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    Grazie capo :asd:

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    Ora posso seguire tranquillamente quelle di Cocca e Dawn, senza tenere a mente altri intrighi XD

    :sese:
     
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