Kingdom Hearts Il continuo della storia

In pratica è il mio kh3

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  1. Francesca_Kirara
     
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    Spero che l'attesa non sia stata troppo lunga...ecco lo scontro fra sora e riku! Buona lettura!!!



    Capitolo 11
    Scontro al cimitero




    Nel frattempo Kairi era bloccata nella camera degli ospiti della casa di Jack. Sally l’aveva chiusa a chiave e non c’era modo per lei di uscire. Non sapeva che Riku l’aveva anticipata e che era uscito alla ricerca di Sora, bensì immaginava l’amico da solo per Halloween Town oppure chi sa in quale altro mondo.
    Ormai era tardi e Kairi, guardando fuori dalla finestra, notò come la notte le rendeva impossibile vedere cosa ci fosse davanti alla casa. Avvicinandosi al davanzale le sembrò di scorgere un albero dai rami abbastanza vicini alla finestra.
    Per un attimo le balzò in mente l’idea di scavalcare il davanzale e di saltare sull’arbusto per raggiungere il suolo e scappare. Ma oltre il fatto che la finestra era chiusa, praticamente sigillata, aveva paura di essere attaccata dagli Heartless e dai nessuno durante la notte.
    Si sedette allora sul bordo del letto della camera e si mise ad aspettare che sorgessero le prime luci dell’alba.

    Da Sora e Riku era comunque ancora notte profonda. La visibilità nel cimitero era possibile solo grazie alla luce della luna piena. Grazie ad essa Riku riusciva a distinguere la figura del suo avversario che comunque era ancora immobile e lo fissava divertito.
    In quel momento Riku si rese conto di essere in netto svantaggio visto che il Sora malvagio poteva vedere benissimo di notte, e come se non bastasse dalla sua parte aveva una bella schiera di creature oscure.
    Quando riuscì a liberarsi dalle prese degli Heartless Riku rispose alla frase di Sora.
    - Scusami tanto. Avrei preferito non svegliarti e ucciderti nel sonno-
    - Ah ah ah. Si, e magari succhiarmi anche il sangue-
    Disse ridendo l’altra metà del cuore di Sora.
    - Sai che ti dona il costume da vampiro?-
    Continuò ancora sorridendo.
    - Mai quanto a te donino le spoglie da mostro. Forse riflette la tua vera essenza-
    Rispose Riku sfidandolo a combattere con il Keyblade.
    Furono gli Heartless a cogliere l’invito e ad attaccare, ma Sora irritato dalla loro disobbedienza gli richiamò dicendogli di non attaccare Riku.
    - Riku è mio-
    L’altro ragazzo ascoltò interessato le parole dell’altro Sora e continuò a fissarlo intensamente.
    - Per quale motivo ti interesso così tanto?-
    Chiese Riku molto seriamente.
    Sora iniziò a pensare portandosi le braccia dietro la testa e incrociando le gambe. Aveva assunto la stessa posizione del vero Sora quando deve pensare ad una soluzione, a Riku questi comportamenti lo infastidivano moltissimo. Era come se quella creatura si credesse davvero il vero custode del Keyblade, il vero Sora.
    Il ragazzo con gli occhi blu ripensò velocemente a tutta la sua vita, o meglio a quella dell’altro se stesso, e poi rispose:
    - Perché tutto quello che è successo fino ad ora è successo a causa tua-
    Riku rimase allibito. Non si aspettava certo una risposta del genere.
    - Ma adesso basta parlare!-
    Urlò il falso Sora partendo all’attacco verso il ragazzo dai capelli argentei.
    Riku tentò di difendersi ma l’altro era molto veloce e lo aggrediva da ogni direzione utilizzando la sua arma. Fu così che il ragazzo si provocò varie ferite e strappi al costume da vampiro che indossava. Il mantello inoltre era un impiccio.
    Ma fortunatamente per evitare un attacco di Sora si sporse in modo che questo potesse tagliarglielo. Fendendo la stoffa come se fosse carta il lato malvagio del custode del Keyblade liberò l’avversario dalla lunga veste.
    - Ah, grazie Sora. Mi dava proprio fastidio-
    - Vediamo se al prossimo colpo di taglio anche quella tua testa fastidiosa -
    Mentre parlava il ragazzo sorrideva ma le sue intenzioni erano serie, molto più serie di quanto non credesse Riku.
    - Sai che sei troppo volubile?-
    Disse il ragazzo dagli occhi verdi mentre scattava e bloccava il Keyblade avversario con il suo.
    - Prima dici che non vuoi uccidermi e ora ti affanni tanto per tagliarmi in due-
    - Beh, se tu mi lasciassi in pace forse ti risparmierei-
    Disse Sora cercando di colpire il cuore di Riku, ma questo si scansò all’ultimo facendo cadere l’avversario su una lapide che la ruppe. Sora era ora a terra, sui pezzi di pietra della tomba, e con Riku che gli teneva il Keyblade puntato al collo. La punta dell’arma rossa del ragazzo dai capelli argentei premeva sulla pelle del falso Sora.
    Spaventati gli Heartless e i Nessuno corsero verso il padrone circondandolo e pronti ad attaccare ma lui con un cenno gli ordinò di non muoversi.
    - E lasciare il mio amico in queste condizioni? Non ci penso neanche-
    Rispose Riku osservando dall’alto in basso la creatura oscura che si era impossessata del corpo del suo migliore amico. In quella posizione non sarebbe stato un problema per lui colpirlo alla gola e ucciderlo, peccato che in questo modo condannava anche il Sora che voleva tanto salvare.
    - Però in una capsula di vetro per un anno ce lo hai lasciato!-
    Urlò Sora con disprezzo verso l’altro.
    A queste parole la rabbia di Riku fu tale che non riuscì a trattenersi. Velocemente alzò il Keyblade e colpì la metà oscura del cuore di Sora ferendolo profondamente a una spalla.
    Questo urlò di dolore e scattò lontano da Riku.
    Con un balzo cercò di allontanarsi il più possibile come per riprendersi un attimo e poi continuare a combattere. La spalla sinistra intanto continuava a sanguinare e il ragazzo la stringeva con la mano destra mentre con la sinistra impugnava il Keyblade.
    - Caspita Riku, era da…questa mattina che non mi facevi così male-
    Questa provocazione colpì ancora molto in ragazzo che corse veloce verso il falso Sora per ferirlo ancora. L’altro però si limitò a scappare e a saltare da una tomba all’altra stringendosi la spalla. Sembrava aver rinunciato ad attaccare e a limitarsi sulla difensiva. Riku continuava comunque a rincorrerlo colpendo l’aria a vuoto cercando di colpirlo. Quando fu veramente molto vicino al colpire ancora Sora, quest’ultimo impugnò di nuovo la sua arma nella mano destra e incrociò il Keyblade di Riku a pochi centimetri dalla sua faccia per proteggersi.
    Ora i due erano fermi, bloccati. Ognuno faceva forza e non si decideva a cedere, mantenendo la situazione stabile. Pur essendo ferito la metà del cuore del vero custode del Keyblade riusciva a tenere testa all’avversario e a difendersi.
    - Che c’è Riku? Ti da noia sentire la verità?-
    - Per la cronaca io stavo cercando di salvarlo!-
    - Ma davvero? E come? Pensi che ridurti come l’Heartless di Ansem sia stata una buona idea?-
    Disse Sora scattando in alto e liberandosi dalla presa che l’arma di Riku aveva su di lui. Il ragazzo vestito da vampiro lo seguì saltando anch’esso.
    Entrambi caddero in piedi sul suolo del cimitero, scrutandosi negli occhi sotto i raggi della luna.
    - Non credevo che Sora provasse così tanto rancore per quella faccenda-
    Ammise Riku seriamente.
    - Cosa vuoi che ti dica. Ha perso un anno della sua vita e per cosa? Questo non lo ha capito nessuno. E tu per migliorare la situazione ti sei fatto battere da quel Roxas-
    - Per questo mi serviva il potere dell’oscurità. Per riportarlo indietro!-
    - Guarda che bel lavoro che hai fatto. Sora è ritornato perdendo ogni ricordo di quello che gli era successo, e non si sa per quale miracolo però è riuscito a riottenere tutti i ricordi riguardanti la sua vita. Tutti lo avevano dimenticato, nessuno si degnava di ricordare il ragazzo che aveva salvato i loro mondi. Kairi se ne fregava sulla sua isoletta, tu eri a divertirti per l’oscurità e il re? Chi lo sa che stava combinando!-
    - Hai finito?!-
    Gli ruggì contro Riku arrabbiato.
    - Non posso crederci che Sora la pensasse veramente così!-
    - Forse non lui, ma io si. Io che sono lui, la penso così. Io che sono la cattiveria che a Sora è sempre mancata. Quindi quello che penso io lo pensa anche lui…oops…pensava. Attualmente è deceduto-
    Disse sorridendo il Sora malvagio.
    - Non per molto!-
    Urlò Riku partendo nuovamente all’attacco verso l’avversario al quale sanguinava ancora la spalla sinistra.

    Kairi si era addormentata sul letto, sdraiata solo con il busto e le gambe penzoloni giù dal letto. Dopo poco non aveva resistito. Aveva bisogno di dormire e di riposarsi, anche se per poche ore ma doveva assolutamente addormentarsi. Si svegliò con il sorgere del sole, proprio come si era ripromessa di fare. Appena la luce sfiorò i suoi occhi come un automa si alzò di scatto scendendo dal letto.
    Guardò l’orologio a muro. Erano le cinque di mattina e si stava già facendo giorno.
    Kairi prese la scopa e si avvicinò al davanzale. Fuori sembrava sicuro, non c’erano Heartless in giro. Era il momento adatto per scappare alla ricerca di Sora. Ma come? La finestra era bloccata e non c’era modo di comunicare con Riku.
    Pensando all’amico la ragazza guardò la parete comunicante con la sua stanza. Con la luce del giorno e con gli occhi riposati si accorse di una cosa che la sera prima non aveva notato. Dietro al letto vi era una porticina nel muro che sembrava andare nella stanza accanto. Se davvero la poteva condurre da Riku doveva provare ad aprirla. Era sicura che con lui sarebbe riuscita a scappare e che insieme avrebbero ritrovato l’amico disperso.
    Cercando di non fare rumore Kairi spostò il letto dalla parete rendendo così possibile aprire la porta nel muro. Un piccolo bottone fungeva da pomello. Girandolo, con tutto il cuore la ragazza sperava che fosse aperta. Fortunatamente la porticina si aprì e Kairi entrò nella camera nella quale era stato chiuso l’altro ragazzo dicendo:
    - Permesso…Riku?-
    Ma il ragazzo non c’era. La camera era vuota, il letto non era stato toccato e la finestra era aperta. Kairi richiuse la porta e si avvicinò al davanzale. Anche davanti a quella finestra vi era il grande albero al quale lei poteva aggrapparsi.
    Kairi capì che Riku l’aveva battuta sul tempo e che lui era già andato a cercare Sora da un pezzo. Prendendo tutto il suo coraggio Kairi appoggiò la scopa al muro, ritenendola inutile, e si buttò dalla finestra cercando di aggrapparsi al ramo.
    All’inizio vacillò ma riuscì a raggiungere il tronco dell’arbusto, poggiare i piedi su un grande ramo e rendersi stabile. La ragazza guardò in basso.
    Era un bel salto e doveva riuscire a calarsi lentamente arrampicandosi verso il suolo il più cautamente possibile. Mentre provava ad appoggiare il piede su un ramo più in basso e a calarsi verso terra, sentì l’albero tremare come scosso da un fremito.
    - E tu cosa stai cercando di fare?-
    Chiese una voce imponente alla ragazza.
    Inizialmente Kairi non riuscì a capire chi stesse parlando ma quando notò i rami muoversi come se fossero braccia e due occhi scolpiti sul tronco dell’albero che la stavano guardando, si rese conto che era l’arbusto stesso a parlare.
    - Piano! Ti prego, o sveglierai gli altri!-
    - Perché vi siete messi tutti in testa ti montarmi addosso?! Prima quel vampiro…poi tu streghetta…-
    - Vampiro? Lo sapevo che era passato di qua…ti prego albero…aiutami a scendere e ti giuro che non ti disturberò più-
    Il grande arbusto acconsentì. Avvolse la ragazza delicatamente con uno dei suoi rami e la pose a terra cercando di non farla cadere. Kairi lo ringraziò, iniziò a correre ma poi si fermò e si voltò ancora verso l’albero.
    - Hai per caso visto da che parte è andato quel vampiro-
    - Certo. Vedo tutto io. Ha preso la strada per il cimitero-
    La ragazza ringraziò ulteriormente e corse veloce verso il campo santo.

    - Ah!-
    - Prendi questo!-
    Urlò Sora colpendo Riku.
    Era tutta la notte che i due combattevano e non erano ancora crollati. Sia il ragazzo dagli occhi blu che quello dagli occhi verdi erano pieni di ferite. Gli abiti erano lacerati e respiravano faticosamente con il fiatone. Erano stanchi entrambi e abbastanza distrutti. Ma nessuno dei due cedeva. Continuavano a rincorrersi, a schivare colpi e a ferire l’avversario. Ormai Riku non sentiva neanche più il dolore ma solo la stanchezza.
    Questa volta però il colpo di Sora sembrava aver messo in difficoltà l’avversario. Riku era stato colpito al fianco che sanguinava terribilmente. Non perdeva meno sangue delle altre lacerazioni che aveva su tutto il corpo, ma questa lo bloccava abbastanza impedendogli di muoversi agilmente.
    Sora si scansò da lui. Sembrava che gli stesse dando un attimo per riprendersi ma la verità era che anche lui non riusciva più a muoversi. Il corpo era troppo pesante e anche alzare il Keyblade gli sembrava un’impresa.
    - Cosa c’è?-
    Chiese Riku cercando di tenersi in piedi il meglio possibile.
    - Già stanco? Sai che Sora ha dovuto sopportare molto peggio? C’erano giorni che non sapeva nemmeno cosa volesse dire riposarsi-
    - E lo vieni a dire a me? Io che sono lui?-
    - Lo vengo a dire al bastardo che me lo ha portato via-
    Sora scattò correndo verso il ragazzo dai capelli argentei, cercando di usare le forze che gli erano rimaste. Con un colpo fece cadere Riku a terra. Il ragazzo era troppo debole e perse la sua arma che volò lontana. Il falso Sora invece portò il suo Keyblade alla gola di Riku tenendolo premuto verso terra e impedendogli di alzarsi.
    - Ammetti allora che è morto?-
    Chiese il ragazzo dagli occhi blu sogghignando.
    - Non finché io sarò vivo, perché lo riporterò indietro-
    - Sarà meglio ucciderti allora-
    Così dicendo l’altra metà del cuore di Sora alzò il Keyblade e si preparò a colpire la gola dell’avversario, mirando a tagliargliela. Riku chiuse gli occhi. Non voleva morire ma non riusciva a reagire. Il fianco gli doleva troppo e non riusciva più a muoversi. Per lui schivare il colpo sarebbe stato impossibile.
    Sora così si preparò ad avere la testa di Riku finalmente staccata dal corpo.
    - Sora!!! Fermati!!!-
    Sentì urlare il mostro poco prima di arrivare a colpire il collo del ragazzo dagli occhi verdi. Il braccio gli si bloccò e iniziò a tremare. Non rispondeva più ai suoi comandi.
    - Sora! Ti prego!! Smettila!-
    Riku riaprì gli occhi riconoscendo bene la voce. L’aveva riconosciuta anche Sora, quella era Kairi che era riuscita a raggiungerli al cimitero. Era arrivata giusto in tempo per tentare di fermare il falso Sora.
    - Figurati se mi fermo per te!-
    Urlò la parte oscura del custode del Keyblade. Ma il braccio non voleva saperne di ritornare indietro e ripetere il colpo verso la testa di Riku. Era letteralmente bloccato e gli impediva di ferire l’avversario.
    - No! Ti scongiuro! Non ucciderlo!-
    Sora provò ancora a riprendere il controllo del braccio destro. Ma era inutile. Alle parole di quella streghetta si era completamente paralizzato e si rifiutava di colpire ancora l’altro ragazzo, senza parlare del dolore che provava al cuore.
    Approfittandone Riku richiamò a sé la sua arma, si alzò, e colpì quella di Sora facendola volare via, lontano da loro.
    Il ragazzo dagli occhi blu, impotente, indietreggiò alla vista di Riku che si rialzava e si stringeva il braccio che ancora non controllava.
    - Ma quella non muore mai?!-
    Disse sottovoce e con rabbia la metà oscura del cuore di Sora.
    - Ti da così tanto fastidio la sua presenza?-
    Chiese Riku avvicinandosi pericolosamente a lui impugnando il Keyblade ma reggendosi la ferita al fianco con la mano sinistra.
    - Terribilmente. Non vedo l’ora che un Heartless se la divori-
    Così dicendo i piccoli mostriciattoli che ancora guardavano lo scontro capirono al volo e si precipitarono tutti verso la ragazza che urlò spaventata.
    - Kairi!!-
    Urlò Riku scattando verso di lei, lasciando perdere Sora, per salvarla dagli attacchi nemici. Intanto il ragazzo dai capelli a punta cadde in ginocchio al suolo. Era stanchissimo e non riusciva nemmeno a stare più in piedi. Il braccio continuava a tremargli e il cuore subiva profonde fitte da quando aveva fatto la sua comparsa quella strega di Kairi.
    - Quindi non ti sei ancora arreso?-
    Disse con un filo di voce Sora prima di aprire un vortice oscuro nel quale entrò, o meglio vi cadde dentro, esausto.
    - No, Sora!-
    Urlò Kairi mentre Riku ancora faticava per proteggerla dalle creature oscure che tentavano di divorarle il cuore.
    - Riku! Kairi!-
    Sentirono urlare i due ragazzi. Per fortuna erano il Re Topolino, Paperino, Pippo e Jack che gli avevano raggiunti al cimitero. Erano arrivati giusto in tempo per distruggere i Nessuno e gli Heartless a posto di Riku poco prima che questo crollasse a terra.
    - Kairi! Portalo via di qui!-
    Gli urlò il re tenendo occupati i mostri che avevano di fronte.
    Raccogliendo tutte le sue forze di ragazza, Kairi sollevò Riku e lo portò il più lontano possibile dallo scontro e dal cimitero. Grazie al re e gli altri nessuna creatura li seguì e poterono arrivare indisturbati fino alla foresta. La ragazza appoggiò ad un albero l’amico che sembrava solo ora riprendere conoscienza.
    - Kairi…-
    - Calmati. Stai sanguinando moltissimo-
    Disse lei strappandosi vari parti del suo vestito e del suo mantellino per usarli come bende provvisorie per le ferite particolarmente profonde.
    - E…Sora?-
    - E’ scappato…non siamo riusciti a fermarlo…ma mi sembrava che fosse messo male, probabilmente non è andato lontano-
    - Non volevo fargli del male-
    - Lo so Riku, non stavo dicendo questo-
    Kairi continuò a fasciarlo alla meglio, tamponando il sangue che fuoriusciva ancora dal fianco. Il ragazzo intanto si addormentò ancora e anche se Kairi pensasse che fosse pericoloso lasciare che perdesse i sensi decise di non disturbarlo, capendo che aveva decisamente bisogno di riposo.

    Sora intanto non sapeva dove era finito. Era così esausto che aveva creato un vortice e aperta una serratura a caso, non badando a dove lo avrebbe portato. Mentre viaggiava nell’oscurità usò le sue ultime forze per adattarsi al mondo in cui sarebbe finito.
    Adesso non aveva la forza di controllare dove fosse, o cosa fosse diventato. A malapena riusciva ad aprire gli occhi e quando lo faceva una luce lo accecava. In quel posto doveva essere già mattina inoltrata.
    Quando però riusciva a intravedere qualcosa del mondo esterno poteva vedere il suo sangue uscire e vagare di fronte a lui. Ma come era possibile?
    Si sentiva i capelli andare di qua e di là come mossi dal vento, aveva freddo e gli sembrava di essere appoggiato ad una roccia. Ma era troppo sfinito per collegare tutte queste cose, guardarsi intorno e capire dove fosse. Comprendeva però di stare perdendo parecchio sangue, difatti quando aveva aperto gli occhi gli sembrava di aver visto una nuvola rossa che vagasse di fronte a lui. Questo però non riusciva a spiegarselo. Preferì però non aprire più gli occhi e addormentarsi, non avendo la forza di muoversi.
    - Che cos’è quello?!-
    Sentì urlare il falso Sora dopo un po’ di tempo.
    Respirava faticosamente e non riusciva a rimanere cosciente. Ma quelle parole lo riportarono un po’ alla realtà e lo svegliarono leggermente dal sonno in cui era caduto chi sa quanto tempo prima.
    - Ma…è…è Sora!!!-
    Sentì urlare ancora.
    Però non riusciva a dare segni di vita. Gli sarebbe piaciuto vedere chi fosse, capire se era un’altra delle sue vittime designate. Ma il corpo non gli rispondeva e gli occhi non volevano saperne di aprirsi.
    - E’ coperto di sangue!!!-
    Sentì ancora urlare, questa volta però le parole erano vicine a lui. Qualcuno gli stava proprio accanto e lo stava esaminando.
    - Presto! Portiamolo via!-
    Dalle voci sembrarono essere una ragazza e un…piccoletto…ma non riusciva a distinguerlo bene. Si sentì solo scuotere, come se stessero cercando di farlo rinvenire. Allora tentò ancora di aprire gli occhi, ma la luce lo accecò ulteriormente. Fece una smorfia e un gemito e questo bastò a far capire a chi lo stava salvando che era ancora vivo. Il ragazzo si sentì allora preso leggermente fra le braccia di qualcuno che iniziò a correre veloce. Chi sa come Sora era ancora cosciente, ma la testa a quella velocità gli girava e adesso non si azzardava proprio ad aprire gli occhi. Ma prima, in quei pochi secondi in cui gli aveva aperti, gli sembrava di aver visto una grande chiazza rossa che ondeggiava davanti a lui. Ma questa volta non era sangue, bensì sembravano capelli.
    - Ariel!! Aspettami!!-
    Gridò ancora la voce del piccoletto.
    In quel momento la parte oscura di Sora capì che si trovava ad Atlantica.



    Allora? Non male lo scontro, a me piace molto devo dire...anche la parte di atlantica. Aspettatevi una vera marea di altri problemi da qui in poi, aggiornerò presto! Continuatemi ad incitarmi, così facendo mi rincuoro ^^
    Ciao a tutti!!!!!
     
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  2. cagnolino
     
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    bellissimo cm sempre qst storia mi appassiona
     
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  3. etna523
     
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    BELLO LA BATTAGLIA!SUPER ULTRA ENTUSIASMANTE!
     
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  4. Francesca_Kirara
     
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    Ed ecco un altro magnifico capitolo della fict!!!
    Spero che vi piaccia e che vi diverta....va beh vi lascio alla lettura ciao...



    Capitolo 12
    Catturato in mare



    Erano sorte le prime luci dell’alba ormai da sue ore e la luce del sole invadeva la città di Halloween town. Sally si stava occupando delle ferite di Riku nella casa di Jack, mentre il resto del gruppo stava discutendo nel soggiorno.
    Jack Skeletron era stato ricomposto completamente quella notte dalla propria fidanzata, e ora anche lui parlava con gli altri.
    - Mi dispiace, è tutta colpa mia. Non ricordavo di aver lasciato la finestra aperta-
    - Non ti preoccupare Jack. Dovevamo aspettarci una cosa del genere da Riku. L’importante è che siamo arrivati in tempo-
    Disse il re avvicinandosi allo scheletro e cercando di consolarlo.
    - E’ anche colpa mia-
    Disse Kairi avanzando e sentendosi colpevole.
    - Dovevo avvertirvi della sua fuga e non unirmi a lui. Ma io…volevo trovare Sora-
    - No Kairi-
    Dissero in coro Pippo e Paperino. Poi continuò il papero completamento fasciato come una mummia.
    - Avresti perso tempo e probabilmente Riku sarebbe morto-
    - Ma come avete fatto a trovarci?-
    - Beh…-
    Rispose Jack.
    - Lo abbiamo chiesto alla quercia nel giardino di casa mia. E’ una gran pettegola e quando gli abbiamo chiesto se aveva visto un vampiro e una strega ha detto che erano andati verso il cimitero correndo-
    Kairi arrossì. Quella quercia era stata proprio la loro salvezza. Se solo non avesse detto al re dove erano diretti sarebbero stati uccisi dagli Heartless.

    Intanto Riku era in camera di Jack. Sally era seduta sul letto vicino a lui e lo stava pazientemente fasciando, sostituendo le bende provvisorie fatte da Kairi con il suo vestito.
    - Povera ragazza, ha usato molto tessuto del suo abito. Dopo sarà meglio aggiustarglielo-
    Ma Riku non rispose. Pur essendo cosciente, anche se da poco, si rifiutava di parlare. Al contrario da quando si era risvegliato sul letto dello scheletro aveva mantenuto lo sguardo fisso nel vuoto e non aveva ancora spiccicato parola.
    - Dovresti riposare, dormire un po’-
    Disse Sally premurosa.
    Ma Riku ancora non rispose e continuò a guardare verso il pavimento, con lo sguardo imbronciato.
    - Sai che ci hai fatto prendere una bella paura? Quando non vi abbiamo trovato ci siamo spaventati-
    Ma Riku ancora non rispondeva, lui pensava solo a Sora. Rifletteva come fare a raggiungerlo, come trovarlo e riportarlo alla normalità.
    Sally allora strinse una benda sul braccio del ragazzo così forte che lui fu costretto a gemere e a ritornare alla realtà.
    - Ahi!!-
    - Bene! Almeno so che sei vivo. Sei più morto di tutti gli abitanti di Halloween Town!-
    - Forse lo sono davvero-
    Disse a tono basso e continuando a fissare il vuoto, lo stesso vuoto che ormai colmava il suo cuore.
    A quel punto allora la ragazza fatta di pezza si avvicinò alla schiena di Riku per fasciarli meglio il fianco ferito, prima però posò il suo orecchio sulla parte sinistra della sua schiena. All’altezza del cuore.
    - Ma cosa stai facendo?!-
    - Zitto-
    Disse lei continuando ad ascoltare.
    - Il tuo cuore batte-
    Il ragazzo si girò verso di lei guardandola negli occhi, cercando di capire le sue parole.
    - Riku, il tuo cuore batte. Non sei morto. I nostri cuori invece sono fermi, noi forse non abbiamo nemmeno un cuore. Tu invece sei vico e finché lo sarai troverai le soluzioni a tutto. Riuscirai anche a riportare Sora come prima-
    - Sally…il tuo cuore non batte?-
    - Alle volte ho l’impressione che batta, quando sono vicina a Jack. Ma no, credo proprio che i nostri cuori non funzionino, noi siamo mostri. Questa è Halloween town!!-
    Sally stampò sul volto un enorme sorriso, ma si vedeva che infondo era triste. Forse non le piaceva essere una bambola di pezza senza cuore. Ma non era vero, tutti avevano un cuore. Anche i mostri di Halloween town lo avevano.
    - Avanti rimettiti il costume da vampiro-
    Disse la ragazza passandoli il vestito perfettamente ricucito.
    - Siete buffi così…tu e Kairi sembrate quei bambini della città del Natale che piacciono tanto a Jack-
    - Infatti noi siamo così…anche Sora…lui in realtà è un ragazzo normale…non un mostro…-
    Sally tacque e si avvicinò al ragazzo ancora seduto sul letto.
    - Cosa hai intenzione di fare?-
    - Lo devo cercare. E’ colpa mia…devo ritrovarlo…-
    - Kairi ha detto che anche lui non era messo bene, a quest’ora si starà riposando anche lui. Non mi dirai che vuoi approfittare proprio del fatto che adesso è debole per attaccare quel falso Sora?!-
    - No Sally, tranquilla. Tanto sarebbe inutile-
    Riku aveva perfettamente ragione a dire che era inutile attaccare approfittando della situazione, infatti con una creatura dell’oscurità non si poteva fare molto.

    Intanto Sora si trovava ad Atlantica. Nelle profondità del castello del regno sottomarino, in una delle stanze dalle principesse, Ariel aveva fatto riposare il ragazzo che improvvisamente era ricomparso ad Atlantica.
    Appena il falso Sora si era svegliato l’aveva trovata sopra di lui, a fluttuare nell’acqua che lo fissava.
    - Sora! Stai bene?!-
    Il ragazzo intontito dal sonno non seppe cosa rispondere. Gli fu difficile anche capire dove si trovasse. Poi però si ricordò di essere stato salvato da Ariel che fortunatamente l’aveva trovato sul fondo del mare.
    Ma perché doveva essere finito proprio lì? Il mondo che più lo riluttava, visto che l’altro se stesso si trovava tanto a suo agio in compagnia dei granchi parlanti e dei pesci palla.
    - Si-
    Rispose disgustato Sora scostando la coperta del letto nel quale era stato messo e vedendo la coda da tritone. Si era trasformato perfettamente in pesce, almeno quello gli era andata bene. Difatti se fosse arrivato lì con le sue sembianze sarebbe morto di sicuro.
    - Sora, che paura! Hai dormito tantissimo! Pensavo che non ti svegliassi più! Poi quando ti ho visto pieno di sangue, su quella roccia…-
    Allora il ragazzo si ricordò e velocemente si guardò il corpo, ignorando la coda. Era pieno di bende, sembrava che avesse una maglietta bianca di fasce che lo contornavano. Le ferite sulle gambe poi si erano spostate sulla coda di pesce, che anche quella era quasi imbalsamata.
    - Ariel…mi hai bendato tu??-
    - Si, sanguinavi così tanto…-
    Sora non rispose. Non era mai stato così nervoso in tutta la sua vita. Era ad Atlantica, imbalsamato, ferito, aveva perso contro Riku e alla fine Halloween town non era stata distrutta.
    Il ragazzo si alzò dal letto e cercò di nuotare in posizione eretta, cercando quasi di stare in piedi.
    - Sora, no. Non dovresti…-
    Ma lui non stette neanche a sentirla. Bensì chiuse gli occhi e rimase immobile nella sua posizione. Respirò profondamente e i capelli iniziarono a svolazzare come mossi da una strana energia. Improvvisamente qualcosa di nero iniziò a fuoriuscire dalle bende del ragazzo. Sembrava polvere nera che si spargeva nell’acqua. Le bollicine arrivarono fino al soffitto dissolvendosi e quando anche l’ultima si fu allontanata da Sora, il ragazzo riaprì gli occhi.
    Iniziò a togliersi le bende e Ariel intanto lo supplicava di non farlo.
    - Sei ferito Sora! Ma cosa ti prende!-
    - Ah, non ti preoccupare-
    Il falso custode del Keyblade si tolse tutte le fasciature facendo vedere alla ragazza come fosse perfettamente sano. Non era rimasta neanche una ferita sul petto, gli squarci sulla coda erano scomparsi e non vi era una sola cicatrice.
    - Ma come hai fatto?-
    - E tu perché sei qui?-
    - Come?-
    Chiese la sirenetta perplessa avvicinandosi a Sora e esaminandolo meglio.
    - Dopo che me ne sono andato ho saputo che eri andata a vivere sulla terra. Come un essere umano. Cosa ci fai ancora qui, come sirena? Ti ha mollato per caso?-
    - No! Ma cosa dici…è solo che alle volte mi manca casa e uso la magia di un ciondolo che mi ha regalato papà per ritornare qui…-
    - E’ così che mi hai trovato? Passando per caso mentre tornavi a casa?-
    Ariel annuì e l’altra metà del cuore di Sora si rese conto di essere stato proprio fortunato.
    - Va beh…comunque anche questa è magia-
    - Magia?-
    - Si…però è una magia particolare…a dopo Ariel…-
    Detto questo Sora prese a nuotare, alla meglio che poteva, e uscì dalla stanza e anche dal castello. La ragazza cercò di fermarlo ma qualcosa la bloccò. Sentiva che c’era qualcosa di diverso nel suo amico e decise di non seguirlo.
    Sora doveva trovare un posto tranquillo per riposarsi un po’. Difatti aveva perso molto sangue e quello non lo poteva ricreare facilmente, era troppo debole per farlo. Sentiva di non riuscire neanche a chiamare gli Heartless, per questo doveva aspettare prima di distruggere Atlantica. Doveva assolutamente riprendere le forze.
    Sora decise di nuotare fino in superficie, cercando di raggiungere la riva e di trovare uno scoglio su cui riposare. Un sasso non troppo vicino alla spiaggia sembrava perfetto. Il ragazzo così si stese sopra lo scoglio e fissò il cielo azzurro sopra di lui, azzurro quanto i suoi occhi.
    - Maledetto Riku…questa volta me l’hai fatta…-
    Si sentiva sconfitto da quella battaglia e non pensava ad altro che a sconfiggere il ragazzo dai capelli argentei e fargliela pagare. Ma non sapeva che anche lui non ne era uscito poi così bene.
    Improvvisamente sentì delle voci sulla spiaggia e voltò leggermente la testa per vedere chi fosse.
    Non era molto lontano e riuscì a distinguere un uomo che camminava avanti e indietro per la costa parlottando con una ragazza lì vicino. Sembrava essere Eric, l’umano che la principessa del mare aveva sposato.
    Sora rigirò il capo. Non gli importava di essere visto, anche se avendo le sembianze di tritone forse si sarebbe dovuto nascondere ma a lui non andava di fuggire dagli umani. Non era parte di quel mondo e non si sentiva in obbligo di rispettarne le leggi.
    Al contrario gli sarebbe piaciuto tanto arrivare fino al lido, prendere l’umano, e affogarlo in mare. Anche verso di loro aveva così tanti rancori.
    Per colpa di Ariel aveva dovuto sconfiggere quel mostro di Ursola per bene due volte, e non era stata certo una passeggiata. Non gli avevano neanche chiesto se avesse paura ad affrontare una creatura del genere e se volesse farlo. Come al solito lo avevano trascinato in faccende che non lo riguardavano, tanto per farsi dare una mano.
    Mentre il ragazzo pensava, qualcosa si stava avvicinando a lui. Eric dalla costa, da come era agitato aspettando la moglie, non si era nemmeno reso conto della presenza di Sora sullo scoglio, figuriamoci se aveva notato quello che vi era dietro di lui.
    Disgraziatamente in quel momento il ragazzo dagli occhi blu era troppo nervoso e stava pensando alle vicende del passato, arrabbiandosi ancora di più e agitando la coda sbattendola sullo scoglio. Quindi non li aveva sentiti per niente.
    Eric poté finalmente rendersi conto della presenza di Sora in mare, udendo le sue urla.
    - Lasciatemi!! Lasciatemi ho detto!!-
    Il ragazzo si dimenava e si agitava, ma era in trappola.
    Un fitta rete da pesca lo aveva catturato e lo stava portando lentamente sulla imbarcazione dei pescatori. Immerso così nei suoi pensieri Sora non aveva sentito per niente che una piccola nave si stava avvicinando, puntando verso di lui.
    - Presto! Tiralo su!-
    Sentì urlare Sora dalla barca.
    - E’ un tritone!! E’ un vero tritone!!-
    Allora anche Eric dalla spiaggia guardò bene verso la rete e riconobbe l’amico che solo poco tempo prima lo aveva aiutato ad sconfiggere Ursola e a salvare la sua sposa. Non poteva permettere che lo catturassero.
    In quel momento il falso Sora maledì di essere stato tanto avventato da starsene bellino comodo su uno scoglio con tutti i pescatori che giravano al largo. Cercò allora di liberarsi, ma la rete era troppo dura e non si rompeva. Inesorabilmente lo stavano trascinando a bordo.
    - Sora!!-
    Urlò allora Eric dal lido e tuffandosi in acqua verso di lui.
    - Liberatelo subito!!-
    A nonostante l’ordine del re i pescatori non lo lasciarono, al contrario lo tirarono sulla barca ancora più forte e veloce, facendo male alla creatura che loro ritenevano degli abissi.
    Il ragazzo però rimase allibito. Quel stupido umano si era gettato in mare e stava nuotando verso di lui solo per liberarlo. Ma cosa lo spingeva a farlo?
    Questi sentimenti il Sora oscuro proprio non riusciva a capirli.
    A quel punto il ragazzo si stufò e cerco di richiamare la sua arma ma si accorse di non riuscirci. Era ancora debole per richiamare il Keyblade, ed era tutta colpa di Riku che lo aveva ferito così tanto. Dentro di lui allora giurò vendetta spietata all’amichetto dell’altro se stesso.
    - Fermatevi!!-
    Urlò ancora Eric raggiungendo quasi l’imbarcazione e l’amico nella rete. Ma questi al contrario riuscirono a portare completamente Sora a bordo, trascinandolo nella rete per tutto il ponte.
    - Guardate! Guardate! E’ una creatura del mare!-
    Sballottato di qua e di là il ragazzo dai capelli a punta cercò di capire quanti fossero ad averlo catturato. Saranno stati almeno dieci pescatori grandi il triplo di lui, tutti di aspetto riluttante a cui a Sora faceva schifo la sola idea di guardarli.
    - Liberatemi subito!!-
    Urlò infuriato il Sora malvagio all’interno della rete scalciando con la coda e dibattendosi come un vero pesce.
    - Non sono un tritone!!!-
    Gli uomini si misero a ridere, schermendolo del fatto che se non fosse un tritone era un delfino deformato. In quel momento sulla nave salì Eric, bagnato fradicio, che però aveva raggiunto l’amico da salvare.
    - E’ il re-
    Dissero sottovoce gli uomini posizionandosi a schiera e parando completamente il ragazzo, come se Eric non avesse visto il suo rapimento.
    - Vostra maestà-
    Provò a dire uno.
    - Siete tutto bagnato. Ma cosa ci fate qui?-
    - Liberate subito il ragazzo-
    Rispose deciso l’uomo, ma tutti si misero a ridere.
    - Ma quale ragazzo vostra altezza. E’ solo un pesce…solo un brutto pesce…-
    - CHI SAREBBE IL BRUTTO PESCE?!-
    Urlò da dietro Sora inferocito e con una voglia matta di ucciderli tutti, ma fortunatamente la rete glielo impedì.
    Non fu solo la rete ad impedirglielo, ma anche i marinai che gli saltarono addosso cercando di bloccarlo e di nasconderlo ancora di più alla vista del re.
    Eric cercò allora di fermarli e di allontanarli da Sora. Gli uomini della barca non avevano intenzione di colpire il proprio re, erano rozzi ma non certo idioti.
    Cercarono piuttosto di allontanarlo dicendo che la preda era loro, che se voleva la poteva comprare e che era meglio per tutti se fosse sceso dall’imbarcazione.
    Ma l’uomo non prestò attenzione alle loro parole, al contrario si fece largo fra la folla raggiungendo finalmente il ragazzo avvolto nella rete e con tre uomini sopra di lui.
    Quando però Eric fece allontanare i marinai da lui e lo liberò dalla presa della rete da pesca, non ebbe l’effetto desiderato. Difatti Sora si girò verso di lui guardandolo con disprezzo e odio.
    Si era fatto catturare come un animale, non era riuscito a liberarsi da un misero gruppo di esseri umani ed era stato salvato da quell’infame di Eric. Per lui non vi era cosa peggiore.
    Con tutto il rancore che aveva nel cuore in quel momento riuscì a creare un vortice oscuro e a richiamare gli Heartless. Si stava riprendendo e anche se non riusciva ancora a utilizzare il Keyblade, i Nessuno e gli Heartless potevano lavorare a posto suo. In poco tempo il ponte fu invaso dalle creature oscure.
    I marinai e il re indietreggiarono terrorizzati dalla vista dei mostri che obbedivano al ragazzo-pesce.
    - Sora! Ma cosa stai facendo!-
    Disse Eric cercando di avanzare, ma gli era impossibile. Infatti i Nessuno lo stavano spingendo sempre più indietro.
    - Il Sora che conosci tu non c’è più-
    Questa frase al ragazzo dagli occhi azzurri sembrava più che sufficiente per giustificare la situazione e infine aggiunse:
    - Uccideteli-
    Gli Heartless partirono all’attacco. Contemporaneamente gli uomini presero le spade e cercarono di difendersi da quell’assalto.
    Sora intanto si godeva la scena dal suo posto. Non si era mosso di un centimetro da quando era stato liberato dalla rete. Avrebbe potuto anche gettarsi in mare e andarsene, ma non voleva perdersi la scena. Si divertiva troppo nel vedere quelle persone assalite e a breve uccise, quindi decise di non fuggire.
    Questo però fu un altro errore commesso dalla parte oscura del custode del Keyblade. Difatti anche questa volta era troppo concentrato su altri pensieri, in questo caso la vendetta contro quei marinai, e quindi non si accorse di uno di questi che era riuscito a sfuggire agli Heartless. Lentamente si avvicinò al ragazzo, seduto sul ponte e con la coda di pesce che andava di qua e di la, e senza farsi sentire prese un’asse di legno abbandonata sul pavimento. L’uomo, prendendo tutto il suo coraggio, alzò l’asse di legno per colpire il tritone che avevano appena catturato.
    - Sora! Attento!-
    Urlò Eric anche se impegnato nell’allontanare gli Heartless da lui, e anche se era interdetto dal comportamento dell’amico.
    Sora tentò di girarsi in tempo ma non riuscì a difendersi e l’uomo gli ruppe un’intera esse di legno sulla testa. Il ragazzo cadde a terra svenuto, e contemporaneamente il vortice oscuro dietro alle sue spalle si chiuse.
    Allora alcuni Nessuno e Heartless corsero ad aggredire l’umano che aveva osato fare del male al loro padre. In quel momento scoppiò il caos sulla nave.
    Essa era piena di creature oscure, anche se il vortice si era chiuso nessuno di loro era capace di ucciderli e quindi essi rimanevano a bordo mietendo vittime.
    Sora era a terra svenuto e non dava segni di ripresa.
    Se in quel momento non fossero intervenute le creature del mare la fine era assicurata. Con in testa il padre di Ariel, il re del mare, arrivò un certo numero di soldati a risolvere la situazione.
    Il re degli abissi però era infuriato visto che dei marinai avevano osato catturare un loro simile, e per questo con un colpo di tridente affondò l’imbarcazione.
    Gli uomini della ciurma cercarono di nuotare subito verso la riva, gli Heartless e i Nessuno presenti vennero uccisi tutti dal padre di Ariel e Sora…lui venne preso dalla sirenetta che intanto cercava anche di raggiungere il marito in acqua. Del piccolo peschereccio non era rimasto quasi niente, ormai era completamente affondato. A galla vi era solo una botte alla quale Eric rimaneva ben saldo.
    - Ariel-
    Disse l’uomo rivolto alla sposa che si stava avvicinando a nuoto verso di lui con in braccio il ragazzo svenuto.
    - Stai attenta. Sora è strano, è come se non fosse più lui-
    - Lo so Eric, me ne sono accorta. Ma come posso fare? Non lo possiamo certo lasciare così…è ferito…-
    - Ariel ha cercato di ucciderci, ha indirizzato quei mostri verso di noi. Dobbiamo fare qualcosa, è pericoloso-
    - Va bene Eric-
    Rispose la ragazza rattristata e guardando il ragazzo che aveva fra le braccia. Eppure sembrava lo stesso Sora di sempre. Come poteva essere diventato un assassino in poco tempo?
    - Ariel come avete fatto a trovarci?-
    - Un delfino che nuotava al largo ha detto di aver visto che una creatura degli abissi era stata catturata dagli umani. Mio padre si è precipitato immediatamente e io con lui, sospettando che fosse Sora-
    L’uomo sospirò. Poi disse alla moglie di occuparsi del ragazzo, lui intanto sarebbe tornato a riva e avrebbe pagato i marinai per il loro silenzio. Nessuno doveva sapere che i tritoni esistevano veramente.
    - Ti aspetto al castello Ariel-
    - Tornerò presto-
    Rispose lei partendo verso Atlantica con Sora ancora svenuto.

    - Addio Jack-
    Disse re Topolino davanti alla gummiship con gli altri.
    - Mi raccomando di non uscire dalla piazza, finché la serratura non sarà chiusa questo posto non sarà sicuro-
    - Ricevuto vostra maestà. Non vi preoccupate, staremo attenti. Voi piuttosto, fate di tutto per trovare Sora-
    - Lo faremo-
    Rispose Riku guardando anche Sally e ringraziandola di tutto con il solo sguardo.
    Il gruppo allora salì sulla nave, riprendendo ognuno le sue sembianze.
    - Che meraviglia, non ne potevo più di essere una mummia-
    Disse paperino mettendosi ai comandi.
    Riku invece molto cautamente si mise a sedere per terra. Il corpo gli doleva ancora tantissimo, ogni parte gli faceva male. Sally era stata molto brava a curarlo, ma gli ci sarebbe voluto molto di più per riprendersi.
    - Qual è la prossima destinazione?-
    Chiese Kairi avvicinandosi al radar.
    - Atlantica-
    Disse Pippo.
    - E’ stata aperta la serratura di Atlantica-
    Il re allora si avvicinò allo schermo per guardare bene le coordinate.
    - E’ un po’ lontano. Va beh, scenderemo solo io e Paperino. Riku ha bisogno di riposare e tu Pippo li controllerai-
    - Non se ne parla!-
    Urlò Riku scattando in piedi e facendosi male alle ferite.
    - Scendo anch’io con voi. Non esiste che andiate senza di me-
    - Riku calmati. Sei ferito e nuotare ad Atlantica per te sarebbe uno sforzo enorme. La cosa migliore è che tu e Kairi rimaniate sulla gummiship. Altrimenti potreste esserci d’impiccio-
    Riku tacque sconfitto. Il re aveva ragione, non era quasi in grado di camminare figuriamoci di nuotare per Atlantica alla rincorsa di Sora.
    Il ragazzo capì che l’unica cosa che potesse fare era sperare che l’amico stesse bene. Difatti si sentiva terribilmente in colpa per averlo ferito, era vero che si trattava del Sora oscuro ma il corpo era pur sempre quello del suo migliore amico. Da un po’ di tempo Riku si chiedeva se avesse fatto la cosa giusta. Da molto era a conoscenza del fatto che esistesse un secondo Sora nel Kingdom Hearts oscuro, ma non ne aveva mai parlato al vero custode del Keyblade. Anche la mattina precedente aveva preferito lasciarlo sull’isola, in quel modo brusco poi, sperando di salvarlo così dal suo lato malvagio. Ma non era servito. Eppure doveva immaginarselo che Sora avrebbe fatto di tutto per raggiungerli, e proprio per quello era stato catturato.
    Riku sospirò e si coprì gli occhi con le mani. Non voleva ricordare i fatti avvenuti nel Kingdom Hearts, e fece di tutto per non pensare al passato ma solo al futuro.



    allora? ditemi cosa ne pensate, non vedo l'ora! Ciao!!!
     
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  5. cagnolino
     
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    ti dico semplicemente che è più che fantastica.... bravissima... sei in gamba :sisi: :sisi:
     
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  6. Demix92
     
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    :gya: BELLISSIMOOOOOOOOOOOOOO :gya:
     
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  7. Francesca_Kirara
     
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    Ecco a voi un altro capitolo della serie!!!


    Capitolo 13
    La presa della fortezza



    Ancora una volta Sora si trovava nella stanza della principessa Ariel. Ormai portarlo lì stava diventando un’abitudine. Al momento il ragazzo era ancora addormentato, ma questa volta non era solo. Difatti lì con lui vi era anche il Re del mare, che non fidandosi del custode del Keyblade aveva deciso di non perderlo di vista. Per di più quando Sora si sarebbe svegliato avrebbe avuto una brutta sorpresa perché, per ordine sempre del re, lo avevano legato in modo che non si potesse muovere.
    Ariel era riuscita a convincere almeno il padre di potergli fasciare la testa e di curargli la ferita provocata dall’essere umano in superficie.
    Così quando Sora si svegliò ebbe un altro motivo per essere nervoso. La fasciatura sulla testa era talmente stretta che se la sentiva pulsare. Gli faceva un male che sembrava stesse per scoppiare. Inizialmente era intontito e si era accorto solo di quello, ma quando aprì gli occhi e vide il resto sperò tanto di ricevere un’altra botta in testa e svenire.
    - Sora! Come ti senti?!-
    Urlò la ragazza precipitandosi subito verso il letto del ragazzo.
    - Ariel!-
    La rimproverò il padre facendola ritornare indietro.
    - Stagli lontana!-
    Disse più sottovoce.
    Sora però sentì e capì subito di essere stato scoperto. Cercò con più attenzione di esaminare la situazione e di trovare una soluzione.
    La coda che aveva al posto delle gambe era legata al letto e per quanto provasse a muoverla sembrava sigillata, le mani erano legate saldamente fra loro con una corda, aveva il tridente del re puntato contro, la fasciatura sulla testa lo faceva impazzire e l’odore dei fiori marini della camera della principessa pure.
    - Ariel?-
    Tentò il ragazzo.
    - Perché mi avete legato? Cosa ho fatto?-
    - Sora….io…noi…-
    La sirenetta tentò di avvicinarsi ma il re la bloccò.
    - Sora, cosa è successo in superficie. Eric dice che hai tentato di ucciderli-
    - Io…non ricordo…ah…mi fa male la testa…-
    Ariel sentì un tuffo al cuore. Si liberò dalla stretta del padre e corse verso il ragazzo, ignorando tutti i suoi timori.
    - Gli umani ti hanno catturato e colpito…Eric ha tentato di salvarti ma dice che tu hai indirizzato gli Heartless contro, dicendo di ucciderli-
    - Ora ricordo…ero tanto arrabbiato…e ho chiesto agli Heartless di uccidere i marinai che mi avevano catturato…hai ragione Ariel…mi dispiace è stata una cosa tremenda…-
    La ragazza rimase immobile, interdetta. Non sapeva cosa fare e cosa dire. Sembrava che il ragazzo stesse dicendo la verità, con quella faccina dagli occhi azzurri come l’oceano, la stava facendo confondere.
    - Sora-
    Disse il re con la voce così forte da far tremare le stanza.
    - Pensavo che gli Heartless fossero tuoi nemici, e adesso dici che prendono ordini da te?-
    Il ragazzo dai capelli appunta si morse le labbra, ma provò a rispondere.
    - Vostra maestà, le cose sono cambiate da quando me ne sono andato. Abbiamo trovato il modo perché le creature oscure passassero dalla nostra parte-
    - Ma davvero-
    Disse il tritone non molto convinto e non abbassando ancora il tridente.
    - Sora, quindi tu non volevi uccidere Eric, ma solo chi ti aveva rapito-
    - Esattamente Ariel, è così-
    La sirena si avvicinò ancora di più per sciogliere la corda che tenevano bloccate le mani del ragazzo. Ma il padre, tuonando ancora con la voce, la fermò.
    - Sora! Una vola non avresti mai nemmeno pensato a fare una cosa del genere! Avevi pietà verso chi ti faceva del male, e se davvero la avresti fatto non staresti qui a raccontarlo con il sorriso sulle labbra-
    A quel punto se ne accorse. Fino ad ora aveva detto che aveva usato le creature oscure per difesa, dicendogli di uccidere gli umani con il sorriso stampato in volto.
    - Ah, accidenti. Ma perché non riesco ad ingannare nessuno? Non riesco proprio a comportarmi come il vero Sora, eh?-
    Ariel si allontanò immediatamente e corse vicino al padre che avvicinò ancora di più il tridente al ragazzo.
    - Chi sei tu?-
    Chiese il re del mare
    - Me lo chiedono in molti. Diciamo che…sono colui che ha ucciso il vero Sora-
    La sirenetta allora sussultò, mentre il tritone senza pensarci due volte lanciò subito un colpo con il suo tridente verso il ragazzo. Velocemente, ma con fatica, riuscì a spostarsi leggermente e a far colpire solo le corde che gli tenevano bloccate le mani.
    - Molte grazie-
    Disse il ragazzo sorridendo e togliendosi subito la benda dalla testa, che tanto era già guarita. Immediatamente richiamò il Keyblade. Finalmente si stava stabilizzando e le forze gli stavano tornando. Così usò la sua arma per tagliare le corde che tenevano bloccata la sua coda di pesce e si librò in acqua con il Keyblade puntato contro il tridente del re. Per qualche secondo i due continuarono a fissarsi, il padre di Ariel continuò a tener puntata la sua arma sul nemico senza attaccare, e anche Sora fece lo stesso.
    - Cosa vuoi da noi?-
    Chiese il re del mare con aria minacciosa.
    - Mmm…è complicato da spiegare…cosa ha fatto Sora per voi?-
    - Ci ha aiutato! Ha sconfitto gli Heartless e ha salvato Atlantica!-
    Rispose Ariel urlando, furiosa che qualcuno mettesse in dubbio quello che il ragazzo aveva fatto nei fondali della città sottomarina.
    - Allora sapete già cosa farò, essendolo il suo opposto…io distruggerò Atlantica-

    - Siamo quasi arrivati-
    Disse Paperino alla guida dei comandi.
    Difatti si riusciva quasi già a distinguere il mondo di Atlantica, ormai l’atterraggio era prossimo. Per tutto il viaggio però il silenzio aveva catturato i componenti del gruppo. Forse per tristezza, forse per rabbia, ma nessuno aveva più aperto bocca da quando erano partiti da Halloween town.
    Kairi si avvicinò a Riku che era sempre in terra, inerte e con lo sguardo fisso al vuoto, e provò a parlargli.
    - Ti fanno male le ferite?-
    - Non è questo…-
    - Ah, allora ti senti ancora in colpa per aver fatto del male a Sora-
    Riku sospirò e guardò con i suoi occhi verdi dritto negli occhi azzurri di Kairi.
    - In parte forse, ma mi dispiace di più di averlo fatto fuggire. Il Sora malvagio non ci mette niente a guarire e avrà avuto tutto il tempo necessario per distruggere Atlantica. Mi sento in dovere anche verso quelle persone, se gli succede qualcosa mi sembra che sia per colpa mia-
    - Che sciocchezza! E’ solo colpa di quel mostro! E poi perché distruggere Atlantica? Cosa è successo lì?-
    - Ah, non lo so-
    Rispose Riku scuotendo le spalle.
    - In quel periodo ero leggermente occupato in altre faccende. Pippo, Paperino! Cosa è successo ad Atlantica con Sora?-
    I due si guardarono e si misero a ridere. In un attimo ripensarono a tutte le piroette in acqua con Sora, come polipo, tartaruga e specie di delfino. Anche lì quante ne erano successe.
    - Beh…è difficile da raccontare-
    Disse Pippo.
    - Abbiamo fatto di tutto…abbiamo aiutato Ariel con suo padre e con le sue faccende di cuore…abbiamo nuotato da un fondale all’altro distruggendo mostri vari…abbiamo sconfitto Ursola tre volte in tutto…e poi abbiamo fatto uno splendido musical tutti insieme per il popolo del mare!-
    Pippo e Paperino continuarono a ridere pensando soprattutto al musical e a quanto avevano dovuto provare per realizzarlo, senza pensare a loro che tentavano di nuotare decentemente mentre contemporaneamente cantavano.
    - Ti basta?-
    Chiese Riku guardando l’amica.
    - Si, Atlantica è spacciata-

    In quello stesso momento, in un luogo molto lontano da dove si trovavano sia Sora che i suoi amici, una presenza si avvicinava ad un piccolo gruppo di Heartless.
    - E così mi state dicendo che finalmente è successo?-
    Chiese la figura nera alle piccole creature oscure.
    Esse accennarono un “si” e continuarono a seguire con lo sguardo la persona che stava camminando avanti e indietro trascinandosi il mantello nero.
    - Che peccato, entrambi i Kingdom Hearts sono andati distrutti. E dire che avrei tanto voluto appropriarmi di quello oscuro-
    - E perché non ricostruirlo?-
    Disse un altro personaggio comparendo nell’ombra e incuriosendo gli Heartless che si avvicinarono per osservarlo meglio.
    - Attento, queste creature sono volubili. Se ti muovi troppo ti uccideranno-
    - Ma dai, lavoro per te da così tanto. Mi riconosceranno ormai-
    Effettivamente le creature lo annusarono, lo scrutarono, ma poi lo lasciarono passare e non disturbarono la sua conversazione con l’altra figura.
    - Cos’è che stavi dicendo?-
    - Di ricostruire il Kingdom Hearts. Sai che chi lo controlla ha un potere enorme, ricreandolo potremmo essere i padroni del potere oscuro-
    - Non c’è bisogno che tu mi spieghi queste cose, cerca di mantenere il tuo posto idiota!-
    L’altro tacque. Era stato avventato a parlare così spavaldamente al proprio capo, senza pensare che per lui quello era un momento difficile. Solo da poco infatti era stato sconfitto dai Nessuno, e questa era una ferita che bruciava ancora.
    - Sai invece di cosa avrei bisogno? Per realizzare quello che dici, avrei bisogno del Keyblader-
    - Ah, ma Sora non ci aiuterà mai-
    - Tu dici? Gli Heartless mi dicono che è successa una cosa interessante. Il lato malvagio del ragazzo lo ha posseduto. E’ uscito dal Kingdom Hearts e si è impossessato della sua metà-
    A quel punto la figura nera si mise a ridere, e la sua voce acuta si espanse per tutto il luogo in cui si trovavano, il quale sembrava una grotta.
    Una volta che si ricompose riprese a parlare.
    - Dobbiamo trovarlo, e convincerlo ad aiutarci-
    - Ma…lui…-
    - Lui non è più lui. Adesso accetterà volentieri di aiutarci a ricreare il mondo in cui è nato. Ne sono sicura, tu no Pietro?-
    - Si, Malefica. Troviamolo-

    - Mi raccomando Pippo di non fargli scendere dalla gummiship-
    - Agli ordini vostra maestà!-
    Detto questo il re e Paperino si inoltrarono nel regno sottomarino di Atlantica, trasformandosi in pesci e cercando si raggiungere il palazzo.
    Riku si affacciò alla vetrata della nave e guardò giu. Erano proprio sopra il regno del mare, e il ragazzo sapeva che il suo amico era lì sotto da qualche parte.
    - Quanto vorrei scendere-
    Confessò Riku sedendosi al posto di comando, rassegnato.
    Pippo iniziò allora a parlare ininterrottamente su quanto fosse importante obbedire agli ordini, rimanere compatti e saper aspettare il momento giusto di agire.
    Kairi invece si sedette accanto a lui e provò ancora a consolarlo.
    - Oh Riku, ritroveremo Sora. Il re se ne sta occupando. Non ti devi preoccupare, non ce ne è bisogno…dammi retta…noi…Riku! Ma mi stai ascoltando?!-
    Effettivamente il ragazzo non la sentiva più. Guardava intensamente il radar vicino ai comandi della nave, e gli occhi gli si illuminarono.
    - Kairi! Guarda! Ha aperto un’altra serratura!-
    - Cosa?!-
    La ragazza si avvicinò. Riku aveva ragione. Un’altra porta era stata aperta, quella del regno della Fortezza Oscura, ovvero di Giardino Radioso.
    - Ma non può essere! Il re è appena sceso a cercarlo e lui se ne è già andato?-
    - Vuol dire che ha fatto quello che doveva ad Atlantica-
    Kairi allora a quelle parole si spaventò e il suo corpo si irrigidì.
    - Vuoi dire che…Atlantica è stata…distrutta?-
    - Non lo so, ma quel che so è che Sora è a Giardino Radioso-
    In quel momento sbucò fuori Pippo che aveva appena finito di parlare da solo e si sporse fino al radar.
    - Cosa state facendo amici?-
    - Andiamo all’ex Fortezza Oscura-
    Rispose Riku accendendo la gummiship e facendola partire a tutta forza diretta verso il mondo in cui ora si trovava Sora. Per la velocità con la quale il ragazzo era partito Pippo e Kairi furono sbalzati indietro e finirono fino in fondo alla navicella. La ragazza ritornò verso l’amico, seduto ai comandi, trascinandosi per terra.
    - Riku! Ma sei impazzito?! Il re e Paperino sono ancora ad Atlantica! Torna subito indietro!-
    - Eppure credevo che ci tenevi a rivedere Sora-
    - Ma certo che ci tengo stupido! Ma sei fai così non ci arriviamo vivi!-
    Allora Riku ridusse leggermente la velocità e questo consentì a Pippo di alzarsi e di raggiungere il posto di comando. Velocemente digitò qualche tasto della gummiship e sia Kairi che Riku sentirono qualcosa sganciarsi e partire via dalla nave.
    - Cosa hai fatto Pippo?-
    Chiese Kairi curiosa.
    - Beh…guarda ormai siamo a metà strada. Sarebbe un peccato tornare indietro-
    - Oh grazie Pippo! E allora? Cosa hai fatto?-
    Chiese Riku felice per il fatto di non essere ostacolato.
    - Ho invitato una navicella di emergenza ad Atlantica. Il re e Paperino useranno quella per raggiungerci-
    I due guardarono strabiliati l’amico che, alto come era, li stava guardando dall’alto in basso sorridendo.
    - Gulp! Cosa credete, anche io voglio rivedere Sora. Mi è mancato troppo e non voglio perderlo-
    Così i tre andarono il più veloce possibile verso il mondo denominato da poco Giardino Radioso.

    Invece re Topolino e Paperino si trovavano nel palazzo di Atlantica, o almeno in quello che ne rimaneva. Le mura del castello sottomarino erano state quasi del tutto distrutte, e gli Heartless e i Nessuno invadevano quel luogo come api al miele.
    I due dovettero faticare moltissimo per distruggerli tutti, insieme al re del mare, e rendere di nuovo sicuro almeno il centro di Atlantica. Grazie al solito incantesimo di Paperino gli abitanti sopravvissuti poterono rifugiarsi nel palazzo reale senza temere di essere attaccati ancora dalle creature.
    - Non so come ringraziarvi-
    Disse Ariel al re e a Paperino, stremati dalla battaglia contro le creature oscure.
    - Non preoccuparti Ariel, l’importante e che voi stiate bene-
    Disse Paperino cercando di riprendere fiato, pur essendo in acqua.
    - Quindi avete detto di aver visto Sora andare via da Atlantica?-
    Chiese re Topolino al re del mare.
    - Si, dopo poco aver sguinzagliato quei mostri contro di noi e aver distrutto il mio palazzo!-
    - Papà, basta! Quello non era veramente Sora!-
    - Ariel dice la verità, Sora non c’entra niente. Non portate rancore verso di lui, te ne prego. Non è impazzito o altro…è solo che lui non è il nostro amico, è completamente un’altra persona-
    Il re del mare capì e cercò di calmarsi, quelle persone non avevano colpa e come loro dicevano anche il custode del Keyblade non c’entrava niente. Il colpevole di tutto era la sua metà, il lato oscuro che aveva assorbito tutti i rancori del vero Sora per ben due anni.

    Dall’altra parte dell’universo, mentre i due discutevano con il padre di Ariel, Sora apriva un’altra serratura arrivando a Giardino Radioso.
    - Che nome demenziale!-
    Sentenziò il ragazzo non appena mise piede a terra.
    Il passaggio dietro di lui si chiuse e rimase in piedi, ad osservare quello che lo circondava. Dall’ultima volta che era stato lì le cose erano cambiate abbastanza. Adesso la città era completamente sommersa di piante e fiori, gli alberi si innalzavano sopra la sua testa creando un’ombra confortevole. L’aria era leggera e da dove si trovava il custode del Keyblade si poteva vedere anche il castello della ex Fortezza Oscura. Pure la costruzione era fortemente cambiata, difatti era circondata da rampicanti rosa e sembrava che sulla cima di essa si elevassero tre splendide rose rosse che si affacciavano sulla città. Ma il ragazzo non poteva credere che fossero stati capaci di fare anche questo, avevano letteralmente toccato il colmo.
    - Ah, per me rimarrà sempre la Fortezza Oscura. E tra poco lo diverrà di nuovo anche per gli altri-
    Così dicendo schioccò le dita e richiamò gli Heartless e i Nessuno che comparvero tramite i varchi oscuri creati dal loro padrone. Velocemente lo circondarono come per sentire quello che Sora aveva da dire, quasi capendo come fosse nervoso e avesse bisogno di parlare.
    - Uffa…non volevo proprio finire qui. Accidenti, desideravo distruggere prima qualche altro mondo. Comunque ormai che ci sono tanto vale riprendere la fortezza, non vi pare?-
    Alcuni degli Heartless mossero la testolina per accennare un si, e anche Sora sorrise.
    - Mi raccomando, non distruggete niente se non i fiori. Questo posto deve tornare esattamente come prima. Lo voglio come quando Riku ne aveva preso possesso due anni fa-
    Le creature allora partirono e come uno sciame nero si riversarono nelle strade della città di Giardino Radioso. Entrarono in ogni casa, in ogni negozio e intanto il ragazzo si sedette su una panchina ad ammirare lo spettacolo.
    Non era molto soddisfatto. Aveva a malapena intaccato Agrabah e Halloween Town, aveva distrutto il palazzo di Atlantica ma sapeva che tanto i suoi “carissimi amici” sarebbero passati subito dietro di lui per rimettere le cose a posto. Gli sarebbe piaciuto distruggere la sua cara isola, il castello della Bestia ad esempio oppure fare un salto veloce nella terra dei Dragoni, o meglio al castello Disney. Ma con Riku che gli dava la caccia era leggermente difficile fare tutto come voleva, quindi doveva rassegnarsi e provare almeno a ricomporre quel luogo, l’unico che non aveva intenzione di distruggere.
    Improvvisamente però un’idea balenò in testa al ragazzo. Non era necessario che fosse lui di persona a distruggere i mondi, infondo bastavano gli Heartless e i Nessuno e perché potessero farlo bisognava solo aprire qualche serratura.
    Così mentre le creature provvedevano a riportare Giardino Radioso a come era un tempo, Sora aprì un portale e partì per i mondi che più odiava. Aprendo la serratura di ogni mondo per poi andarsene, lasciando la strada libera ai mostri dell’oscurità per distruggerli.

    - Riku! Guarda!-
    Urlò Kairi sobbalzando dal posto di comando.
    - Cosa sta succedendo al radar?-
    - Non è il radar, è Sora-
    Rispose il ragazzo dai capelli argentei fissando il radar spaventato, fra quei mondi vi era anche casa loro e all’amico non importava niente di lasciarlo in pasto agli Heartless.
    - Ma sta aprendo altre quattro serrature!-
    Urlò Pippo accorrendo verso i comandi.
    - E ora dove sarà andato?-
    Riku ci pensò un attimo, cercò di entrare nei pensieri del Sora malvagio, di capire cosa volesse fare quel mostro che invadeva il corpo del suo migliore amico.
    - Non sta andando da nessuna parte. Lui è sempre alla Fortezza Oscura-
    - Ma che dici? Le serrature allora?!-
    Disse Kairi protestando, ma il ragazzo dagli occhi verdi aveva ragione.
    - Le sta solo aprendo, in realtà non sta lasciando quella che oggi è Giardino Radioso-

    Infatti il ragazzo ritornò esattamente dove era. Dopo aver velocemente aperto altre quattro serrature se ne era ritornato a Giardino Radioso. Ma ora restare a guardare non gli bastava, lui voleva rivedere alcune sue vecchie conoscenze. Si diresse tranquillamente verso la casa di Merlino, passeggiando fra le creature oscure e gli abitanti che urlavano disperati scappando dai mostri.
    Fra di quelli però non c’era chi voleva Sora, e il fatto di non vederli già scappare urlando lo infastidiva molto. Ma presto arrivò alla casa del mago e cercò di calmarsi, tra poco avrebbe avuto la sua vendetta anche in quel mondo.
    La porta era aperta, allora il ragazzo entrò e dentro trovò Cid, Yuffie e Aerith, tutti e tre molto indaffarati con il computer.
    - Salve ragazzi-
    Disse Sora comparendo sulla porta senza che gli altri lo avessero sentito. Il ragazzo sorrideva, ma nel suo tono di voce c’era qualcosa di strano e anche gli altri se ne accorsero. In quel momento però non ci fecero molto caso, soprattutto le due ragazze che corsero subito in contro all’amico salutandolo. In particolar modo Yuffie che gli saltò letteralmente addosso.
    - Sora! Sora! Che bello vederti!-
    Urlò la ragazzina in mini-gonna.
    - Sora, non pensavamo di rivederti così presto. Peccato che sia in circostanze così spiacevoli-
    Disse Aerith cercando di staccare Yuffie da lui.
    - Spiacevoli?-
    Ripeté Sora sempre mantenendo il sorriso e divertendosi. Era il suo momento preferito, quello in cui per un po’ si fingeva il Sora di sempre per poi rivelarsi la metà oscura del suo cuore.
    - Oh Sora, non dirmi che non te ne sei accorto! Ragazzo dove hai gli occhi? La città è invasa di nuovo dagli Heartless e dai Nessuno, e intanto noi cerchiamo di riattivare il sistema di sicurezza di Giardino Radioso!-
    - Già, Giardino Radioso…è proprio per questo che sono qui-
    Dicendo questo il ragazzo si avvicinò a Cid. Lentamente e con sempre il sorriso dipinto in volto arrivò fino al computer a cui l’uomo stava lavorando.
    - Io non ci capisco molto, ma senza di questo la città non avrebbe molte possibilità di salvarsi, vero?-
    - Esattamente Sora. Se non fosse per il suo sistema di difesa a questo punto noi…-
    Il ragazzo non aspettò nemmeno che l’altro terminasse la frase. In un attimo richiamò il Keyblade e freddamente distrusse il computer come se fosse fatto di semplice cartapesta. Per un secondo Sora ebbe un piccolo déjà vu, si ricordò per un attimo di aver già rotto un computer simile.
    Ma non ci fece caso, al contrario si girò verso gli altri. Cid si era alzato in piedi e si era allontanato dal falso Sora, anche le due ragazze si tenevano a distanza e tutti e tre non avevano il coraggio di dire nemmeno una parola. Erano rimasti così impietriti vedendo l’amico distruggere la loro unica salvezza che non trovano le parole per esprimersi.
    - Sora….ma cosa…come hai…-
    Tentò di dire Aerith, ma le parole non le uscivano di bocca. Si sentivano immobilizzati, e non solo perché ora erano tutti nei guai, ma anche perché intuivano che qualcosa in Sora non andava.
    - Cosa c’è? Pensavate che il vostro “caro custode del Keyblade” non potesse fare una cosa simile? Beh…in effetti…io non sono il vero Keyblader-
    Così dicendo fece sparire la sua arma e si avvicinò alla porta facendo segno di andarsene. Quello che aveva fatto gli bastava, adesso voleva trovare Leon e magari anche quello stupido mago. Di loro non gliene importava un bel niente.
    - Aspetta!-
    Urlò Yuffie rivoltandosi contro di lui e come svegliandosi dal torpore nel quale erano caduti tutti e tre.
    - Non puoi andartene così! La pagherai chiunque tu sia!-
    - Allora prova a fermarmi-
    La sfidò Sora sorridendo e divertendosi, forse dopo Riku avrebbe potuto trovare un degno avversario in quel mondo e anche se stava già puntando a Leon, Yuffie poteva essere un piccolo svago dalla presa della Fortezza Oscura.



    Per ora è finito qui, il computer mi verrà ritirato dal tecnico per qualche giorno ma spero di aggiornare presto lo stesso ^^
    Ditemi comunque se vi è piaciuto!!! Ciao a tutti!!!!
     
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  8. cagnolino
     
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    stupendissimo!!!!!!!!!!!!
    SPOILER (click to view)
    Sora cattivo è ganzo
     
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  9. Francesca_Kirara
     
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    Capitolo 14
    Patto di sangue



    Ecco un nuovo capitolo! Scusate il ritardo! Godetevelo tutto!!!



    Finalmente Riku e Kairi arrivarono a Giardino Radioso. Ma quello che li aspettava era terribile, difatti appena scesi dalla gummiship poterono vedere gli ingenti danni che il falso Sora aveva provocato alla città in così poco tempo.
    Una immensa distesa di Heartless e Nessuno riempiva la città, i fiori e l’erba dei giardini era rasa al suolo, il cielo era cupo e grigio e il castello della Fortezza Oscura era ritornato quello di una volta. Aveva ripreso il suo aspetto duro e tenebroso, con il marchio degli Heartless e del Kingdom Hearts oscuro che vi erano impressi sopra.
    - E’ terribile-
    Disse Kairi terrorizzata.
    - Adesso cosa facciamo?-
    Chiese invece Pippo al ragazzo dagli occhi verdi.
    - Voi rimanete qui-
    Rispose lui.
    - Quando il re e Paperino torneranno dovrete spiegargli la situazione, io andrò a cercare Sora-
    - Riku! Aspetta!-
    Ma il ragazzo non volle sentire ragioni e al contrario corse giù dalla collina, dove erano atterrati, per dirigersi verso la casa di Merlino. Riku infatti sapeva che l’amico sarebbe andato per prima cosa a cercare le persone alla quale Sora aveva dato una mano.
    Ma quando arrivò era troppo tardi. Aveva corso molto, continuando a fendere il suo Keyblade per aprirsi passaggi fra le creature oscure, ma era stato tutto inutile. Difatti Sora se ne era già andato.
    La casa di Merlino era praticamente distrutta e Riku corse dentro a cercare qualche superstite della furia del falso custode del Keyblade.
    Dentro trovò il computer distrutto, Cid a terra come Yuffie e Aerith che giaceva sopra al tavolo da lavoro, come se vi fosse stata sbattuta contro.
    Riku li controllò uno per uno, e a parte qualche ferita erano vivi e non presentavano grandi contusioni. Solo Yuffie sembrava aver combattuto, difatti le sue ferite erano più profonde ed era messa peggio rispetto agli altri che pareva fossero solo stati tramortiti.
    Fortunatamente Cid si svegliò in quel momento e il ragazzo poté correre verso di lui e fargli qualche domanda.
    - Dimmi chi è stato! E’ stato Sora non è così?-
    - No, quello non era Sora…quello era…un mostro-
    Rispose faticosamente l’uomo.
    - Dimmi dove è andato! Avanti parla!-
    - Ha voluto sapere dove si trovasse Leon, ho dovuto dirglielo. Lì si trova anche Merlino…a quest’ora loro…potrebbero…-
    - Dimmi subito dov’è Leon!-

    - Ti ho trovato Leon-
    Disse Sora facendo sobbalzare il ragazzo che si trovava alle porte del castello della Fortezza impegnato a combattere contro gli Heartless.
    - Sora! Che fortuna! La città è sotto assalto, dammi una mano-
    - Lo so che la città è sotto assalto. FERMI!!-
    Urlò il ragazzo dagli occhi blu alle creature oscure e immediatamente sia i Nessuno che gli Heartless si bloccarono allentandosi da Leon.
    L’altro rimase interdetto, senza parole. I mostri gli avevano dato retta come se il ragazzo fosse il loro capo.
    - Sora…cosa sta succedendo?-
    Chiese Leon allarmato e alzando la sua spada contro l’amico.
    - Oh, avanti. E’ questo il modo per accogliere il custode della chiave?-
    - Sempre che tu lo sia davvero-
    Il sorriso sul volto del falso Sora scomparve e divenne improvvisamente serio.
    - Sei uno dei pochi che capisce immediatamente che io in realtà non sono Sora, complimenti-
    - Allora chi sei? Un Heartless?-
    - Oh no. Non sono una di quelle creature, per niente. Io sono Sora, ma un Sora diverso, diciamo…il lato oscuro del suo cuore-
    - E adesso l’altro Sora dov’è?-
    - E’ morto, ma non ti preoccupare tu lo raggiungerai presto-
    - Che cosa vuoi da noi?!-
    Urlò allora Leon partendo all’attacco, ma agilmente l’altro si scansò e schivò il colpo dell’avversario.
    - Da voi non voglio niente. Io voglio solo la città, la Fortezza-
    - La Fortezza?-
    - Voi avete trasformato questo posto in Giardino Radioso, e a me fa leggermente schifo. Voglio far ritornare la città come era un tempo, ricreando la Fortezza Oscura-
    - E perché vorresti fare una cosa del genere?-
    - Tu questo non sei tenuto a saperlo!-
    Disse urlando e attaccando allo stesso tempo Leon, mentre gli Heartless stavano a guardare aspettando la preda.

    Il re Topolino e Paperino arrivarono finalmente in quel momento a Giardino Radioso, in una minuscola gummiship. Quando il re scese non aveva l’aria molto felice, e pure Paperino sembrava adirato.
    - Dov’è Riku?!-
    Urlò infatti Paperino sventolando in mano il suo scettro e saltando dalla rabbia.
    Pippo cercò di spiegare la situazione ad entrambi dicendo che era stata un’emergenza e che dovessero perdonarli. Avevano dovuto seguire Sora immediatamente per cercare di evitare altri terribili danni, ma non erano riusciti a fermarlo. Difatti il re con i propri occhi poteva vedere come la città veniva distrutta e mangiata dall’oscurità.
    - Posso immaginare che Riku sia già partito all’inseguimento di Sora. Allora dobbiamo trovarlo e dargli una mano. Anche se dovrò rimproverarlo per averci lasciato ad Atlantica senza dirci niente. Non immaginate la nostra sorpresa quando ci siamo ritrovati sulla navicella di emergenza invece che la gummiship-
    Re Topolino allora, leggermente adirato, si diresse verso il sentiero che lo avrebbe portato in città.
    - Vostra Maestà, è pericoloso! La città sta per essere distrutta completamente!-
    Disse Kairi cercando di fermare il re.
    - No, non credo proprio Kairi. Guarda con i tuoi occhi, gli Heartless e i Nessuno non stanno distruggendo le case e le costruzioni. Piuttosto stanno uccidendo tutti e eliminando ogni traccia di Giardino Radioso, secondo me Sora punta a far ritornare questo posto La Fortezza Oscura-

    Leon cadde in terra. Aveva perso ed era stato battuto dal lato oscuro di Sora. Aveva combattuto con tutte le sue forze, ma l’avversario pareva imbattibile e sembrava che ogni minuto diventasse sempre più forte.
    Ora non aveva più la forza di muoversi. Gli erano state inferte moltissime ferite, due delle quali terribilmente profonde e se non fosse stato curato immediatamente Leon probabilmente sarebbe morto.
    Sora lentamente si avvicinò e disse alle creature che li circondavano di farsi da parte. Si accucciò vicino al corpo del ragazzo, la sua arma era lontana e anche se avesse voluto difendersi non avrebbe potuto farlo.
    - Tranquillo Leon, non ti voglio uccidere. Prima devi vedere come la tua cittadina diventa di nuovo La Fortezza Oscura-
    - Perché…perché sei così forte…Sora non era come te…tu sei…-
    - Io sono l’oscurità. Tutto qui. Con la forza degli Heartless io sono l’essere più forte al momento, senza contare che ogni volta che i miei mostri invadono un mondo per distruggerlo e mangiare i cuori degli abitanti si potenziano e io con loro. In questo modo divento sempre più forte-
    A quel punto il ragazzo si arrese. Capì che le cose erano cambiate parecchio da quando aveva visto per la prima volta Sora. Un ragazzino smarrito in un mondo che non era il suo, con un’arma del quale non sapeva nemmeno pronunciare il nome, la cui forza fisica non era niente di straordinario. Ma la forza del cuore…in quello Sora batteva tutti…ma ora anche lui aveva perso. Se ne era andato e al suo posto vi era solo l’oscurità.
    - Puoi uscire anche tu Merlino, non ti uccido, tranquillo-
    A quelle parole la punta di un cappello blu uscì da fuori una roccia. Il mago spaventato era rimasto tutto il tempo ad osservare lo scontro senza dire una parola, anche lui sbalordito dalla notizia che il suo caro amico Sora non ci fosse più.
    - Avanti, vieni qui a curare il tuo amichetto o morirà fra gli Heartless-
    Detto questo il falso Sora si voltò e prese la strada per entrare nel castello, dicendo alle creature di non toccare né il ferito né il mago. Leon alzò la mano e cercò quasi di alzarsi, di raggiungere il ragazzo per fermarlo, ma era tutto inutile. Le ferite gli impedivano di muoversi.
    Sora venne comunque fermato prima di entrare all’interno della fortezza. Infatti improvvisamente davanti a lui si aprì un vortice nero, dal quale ne uscì niente meno che Malefica in compagnia di Pietro.
    - Guarda guarda-
    Disse il ragazzo dagli occhi blu.
    - Chi non muore si rivede-
    - E’ un piacere incontrarti Sora. Oh, come preferisci essere chiamato adesso?-
    - Quindi tu sai che non sono il Sora di un tempo, per caso te lo hanno detto gli Heartless?-
    - Esattamente, Pietro per favore lasciaci soli. Vai un po’ più il la, scio-
    Pietro venne scacciato e si diresse verso una roccia dove si sedette a guardare le creature oscure brontolando.
    - Vedi Sora so che anche tu ora sei in grado di controllare gli Heartless, e anche i Nessuno-
    - Esattamente Malefica e ti posso dire che sono un capo migliore di te-
    - Bene, sei anche modesto. Sono qui per proporti un affare Sora-
    - Un affare? E di cosa si tratta?-
    - Non ti manca casa tua? Il Kingdom Hearts? Io ti posso aiutare a ricostruirlo, a patto che tu condivida il suo enorme potere con me-
    Il Sora oscuro si mise a ridere talmente forte che dovette reggersi la pancia dalle convulsioni. Dopo poco cercò di calmarsi e di ritornare serio.
    - Non ho bisogno del tuo aiuto. Se solo volessi potrei ricostruire da solo il Kingdom Hearts, e poi è questa casa mia Malefica-
    - Capisco, inizio a capire cosa punta l’altra metà del cuore di Sora. Ma io so che non sei abbastanza forte per creare il Kingdom Hearts. Oh si, la forza dell’oscurità non ti manca ma differentemente dal tuo alter ego hai un cuore molto debole. Rischieresti di rimanere di nuovo imprigionato in quel luogo senza il mio aiuto. E poi se accetti di proteggermi dalle creature chiamate Nessuno, alla quale io non sto molto simpatica, ti prometto che ucciderò Kairi per te-
    Sora strinse i denti e il suo sguardo divenne cupo,si stava innervosendo parecchio.
    - Quindi tu sai di Kairi-
    - Si, devo ammetterlo. Queste creaturine mi hanno raccontato molte cose e sono arrivata a capire cosa sia Kairi per te. Il pericolo più grosso di tutti, non è così?-
    - Se ti aiuterò a costruire il Kingdom Hearts tu ucciderai Kairi?-
    - Certo, ma non dimenticarti la faccenda dei Nessuno-
    Sora annuì e i due si strinsero la mano. Il patto era stipulato.
    In quel momento Sora sentì qualcosa dietro di sé, infatti voltandosi vide Riku arrivare di corsa alla fortezza.
    - Sora!-
    Urlò il ragazzo. Per prima cosa ai suoi occhi si presentò solo l’amico, vedeva solo lui, ma dopo poco notò Malefica che gli stava accanto, Pietro che assisteva, e Leon a terra soccorso da Merlino.
    - Sora che cosa hai fatto?!-
    Ma l’altro non gli diede risposta, al contrario si girò senza dare la minima soddisfazione al ragazzo ed entrò nel vortice oscuro con Malefica e Pietro.
    - No!! Fermati Sora! Ti prego!-
    Ma quello non gli diede ascolto e sparì nel nulla.
    A quel punto Riku cadde a terra. Aver visto Sora con Malefica era veramente il colmo. Dopo quello il ragazzo dai capelli argentei iniziava a pensare seriamente che avesse perso il proprio amico e che ormai non potesse più portarlo indietro.
    In quell’istante anche il resto del gruppo trovò Riku, Leon e Merlino alle porte della fortezza. Sotto ordine del re Pippo e Paperino andarono ad aiutare Leon che era chiaramente ferito, mentre il re e Kairi si concentrarono sul ragazzo che era a terra senza dire una parola.
    - Riku cosa è successo! Rispondi, Riku!-
    - L’ho perso…-
    Disse sottovoce il ragazzo.
    - Era con Malefica…se ne è andato con lei…ormai l’ho perso…-
    - Merlino per cortesia, dicci tu qualcosa! Cosa è successo qui?-
    Chiese il re cercando di sorreggere Riku e di farlo riprendere da quello che pareva essere uno shock.
    - E’ terribile, Sora prima ha combattuto con Leon sconfiggendolo. Poi ha parlato a lungo con Malefica, non riuscivo a sentire quello che si stavano dicendo ma alla fine si sono stretti la mano e quando è arrivato il ragazzo, Sora se ne è andato con Malefica-
    A quel punto tutti capirono. Fino a quando Sora semi-distruggeva qualche mondo per conto suo potevano anche riuscire a fermarlo, e c’era sempre una speranza. Ma ora che aveva fatto ritornare La Fortezza Oscura e che si era messo in combutta con Malefica la cosa era grave.

    - Adesso dimmi come vuoi che quella ragazza muoia?-
    Chiese Malefica sedendosi ad un tavolino nero di un giardino anch’esso completamente scuro. Si trovavano in una cavità scavata nella roccia, ed era abbastanza grande per viverci. Difatti sembrava che la strega al suo interno vi avesse fatto il suo rifugio.
    - Non posso crederci, cominci te? Non vuoi prima che sia io a farti qualcosa? Come la storia dei Nessuno ad esempio-
    - Cerco di conquistarmi la tua fiducia Sora, togliendoti un grosso poso dalle spalle. Da quello che ho capito se ti avvicini troppo a lei tu…-
    - Taci!-
    Urlò il Sora oscuro rimbombando all’interno della grotta. Pietro sussultò e andò vicino alla sua padrona sussurrandoli:
    - Sei sicura che possiamo fidarci?-
    - Vai più in là Pietro. Allora Sora, come vuoi che la uccida?-
    - Voglio che sia mangiata dagli Heartless. Mi sembra la cosa giusta, io stesso mi trasformai in Heartless per colpa sua e adesso lei lo diverrà per sempre-
    - Come vuoi. Sarò io stessa ad occuparmene, ma per riuscire nel mio intento avrei bisogno della collaborazione dei Nessuno-
    - Ah, sapevo che c’era il trucco-
    Detto questo Sora si avvicinò a Malefica che era ancora seduta. Richiamò il suo Keyblade e Pietro scattò subito verso di lui pensando che volesse attaccarli, ma la strega lo fermò. Difatti il ragazzo non voleva attaccarli, bensì prese il proprio braccio e con un colpo netto si provocò una ferita dalla quale sgorgava sangue. Dopo fu il turno del braccio di Malefica, al quale provocò la stessa ferita.
    Sora poi pose il suo braccio sul braccio ferito della donna, facendo in modo che il proprio sangue entrasse nel suo. Sora sorrise e disse:
    - Patto di sangue-
    - Un cosa?-
    Chiese rozzamente Pietro saldando dalla sua parte e fissando ancora il braccio della strega.
    - In questo modo i Nessuno sentiranno l’odore del mio sangue all’interno di Malefica, così prenderanno ordini da lei come se li stessero prendendo da me-
    - E’ perfetto Sora, ti ringrazio molto-
    Detto questo entrambi curarono le proprie ferite con il potere dell’oscurità e Pietro rimase sempre allibito nel guardarli.
    - Adesso tu uccidi Kairi, io mi concentro nel far ritornare la cara e vecchia Fortezza Oscura e poi ricostruiremo il Kingdom Hearts-
    - Sora aspetta-
    Lo fermò Malefica prima che lui andasse via.
    - Perché non distruggi quel insulso mondo come hai fatto con gli altri? Perché tanta fatica per farlo ritornare la Fortezza Oscura?-
    A quel punto il falso Sora quasi saltò addosso alla strega e gli si avvicinò con il Keyblade puntato contro.
    - Non provare mai più a dire che quel mondo è insulso, o ti giuro che ti uccido con le mie mani-
    Malefica si spaventò di una reazione così forte ma sorrise e il falso Sora dissolse il Keyblade ridando le spalle alla donna.
    - Il motivo lo spiegherò solo a Riku, sempre che arrivi da me vivo-



    Avrete notato che è un po' più corto rispetto agli altri...ma abbiate pietà...vi ho fatto aspettare tanto e ho scritto solo qst...il pc mi era stato requisito dal tecnico (causa troppi virus) e con la resettazione avevo anche perso la fict...ho cmq rimediato...ed ecco a voi il cap ^^
    Aggiornerò presto, ciao a tutti!!!
     
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  10. Danyx 89
     
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    :riot: mi piace molto la tua storia!!
    stavolta è sora che fa patti con malefica... image
    ma si mette sempre in mezzo quella strega?
     
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  11. cagnolino
     
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    se nn cè lei, chi altro potrebbe rompere le scatole???????? :D....

    wowowowowowowowow.......... il cap è magnifico... peccato k ancora nn ho capito molto bene xk Sora nn puo avvicinarsi a Kairi... aspetto chiarimenti nel seguito dei cap...
     
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  12. Francesca_Kirara
     
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    No XD XD XD non lo hai ancora capito?!
    Daiiiiiii non è così difficile XD XD una mia amica a qst punto aveva già intuito tutto, cmq forse meglio così...la sorpresa sarà più grande, ciao!!!!!
     
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  13. etna523
     
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    l'ho capito da un bel po'
     
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  14. Danyx 89
     
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    CITAZIONE (etna523 @ 21/10/2007, 11:25)
    l'ho capito da un bel po'

    :sisi: pure io
     
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  15. cagnolino
     
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    be... ho in mente un'ipotesi... quindi diciamo k pure io ho capito...
     
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67 replies since 11/8/2007, 18:12   661 views
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