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    Se ci penso, è buffo: lì dentro, benché atei, si comportavano come i fondamentalisti di una setta. L'ateismo era il loro dogma, e anche se formalmente vigevano libertà di pensiero e di parola, sostanzialmente dovevamo praticare l'autocensura per la sopravvivenza sociale.
    Col tempo ho capito di non essere cristiano, ma agnostico, e che dopotutto lo ero sempre stato. Frequentare quel luogo mi è stato d'aiuto. Ma non sono diventato fanatico e intollerante come alcuni di loro, lodando il cielo.

    Anche se qui non ho trovato un ambiente così marcatamente ostile in materia religiosa, ripensando a quei thread ed al "carisma violentemente anticlericale" di alcuni dei partecipanti (penso a _Holy o a Deadpool, ma soprattutto al caro vecchio Lich), mi riesce molto facile immedesimarmi nelle tue parole.
    In effetti, la nostra esperienza su questo versante è stata, per sommi capi, la stessa, tanto che dopo un po' sono giunto proprio alla riflessione che hai fatto in chiusura del tuo post, e che ho citato: non a caso, è partendo da lì che si sono poi avviati tutti gli studi ed i pensieri seguiti negli anni successivi.
    Giusto per sottolineare una volta di più quante sfaccettature fondamentali abbia avuto l'esperienza del KHF.
     
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    Si ma uno a tre decadi ha creato un suo “gruppo” o comunque una sua zona di comfort, vuoi con la ragazza con i colleghi o chicchessia.
    Non ti dico tu debba per forza ignorare chi è possibile, era un opzione. Se ti senti di far grandi passi puoi provare a capire ed accettare qualcuno (e se non accetti probabilmente non lo hai capito).
    Esattamente come al posto di rilettura sulla tua misera condizione puoi provare a farti capire per essere accettato, cercare l’accettazione dei propri gruppi non ti rende anonimo e poco figo, evita che ti vengano appellati disturbi della socializzazione.
     
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  3. Kairi10
     
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    CITAZIONE (Sparkle @ 29/1/2019, 23:03) 
    CITAZIONE (Kairi10 @ 29/1/2019, 20:46) 
    Stessa identica cosa, fuori non piacevo, non ero apprezzata o comunque nessuno faceva nemmeno lo sforzo di provare a conoscermi, ero sicuramente diversa e “particolare”, e non trovavo il modo per potermi integrare.
    Invece sui forum ho trovato persone simili, che avevano gli stessi interessi e con cui potevo esprimermi...
    Probabilmente molte persone che non lo hanno vissuto non lo capiscono e non lo potranno mai capire, a me non importa perché vado molto fiera di quello che ho vissuto, perché per me era reale.
    Sono contenta di non essere l’unica ad avergli dato seriamente un valore 😊

    Per me è anche un problema attuale. Vado da anni all'università e nessuno ha mai neanche provato a parlare con me: nelle aule ci saranno 200 persone che ridono e parlano tra loro, si conoscono attaccando bottone con la prima scusa e dopo 2 minuti si scambiano il numero o il contatto di qualche app; io, invece, sono come trasparente. Anche i posti di fianco a me, restano quasi sempre vuoti.

    I primi tempi mi raccontavo che doveva essere perché mi vedevano vecchio, ma poi ci sono cinquantenni calvi che parlano di scemenze coi ventenni come se avessero la stessa età e ci vanno a mangiare un panino, o che si presentano a lezione in giacca e cravatta e dopo ci provano spudoratamente con quelle che potrebbero essere loro figlie imitando i teenager e domandando se il professore si è fatto di crack.
    E, dopotutto, quando andavo a scuola non era molto diverso.

    Ciò che cambia è che prima, almeno, avevo il web. Era pieno di adolescenti con situazioni simili alla mia e, in fondo, potendo chattare quotidianamente con sfilze di persone più che decenti, potevo fare a meno di pensare alla mia condizione.
    Se a scuola o chissà dove non mi parlava nessuno, che me ne fregava? Ero moderatore di 5 forum e operatore di 9 chat popolate, non appena mi connettevo a MSN Messenger mi laggava Windows XP perché mi contattavano in 20, c'erano sconosciuti che mi prendevano a modello o mi ammiravano solo perché avevano letto un mio post o ragazzine semi-pazze che si prendevano cotte dal nulla stalkerandomi. Sono arrivato persino a montarmi la testa.

    Ora, invece, il web è una sorta di sfogatoio tossico e selvaggio con adulti che s'insultano, minacciano di morte, inneggiano al nazismo, e si aggregano in 1000 a cyberbullizzare il malcapitato di turno, anche quando si tratta di un ragazzino di seconda media.
    Il tutto, senza nemmeno l'anonimato. Non riesco minimamente a concepire come un politico in carica possa scrivere sul proprio profilo di Facebook, con tanto di foto, nome e cognome, che ammazzerebbe tutti i negri.
    Girano clip di decapitazioni dell'Isis, minorenni si scambiano video rubati di pornografia minorile. Gente che tutte le sere fa la foto della propria scodella e la tagga su Instagram.

    La Rete mi da una sensazione di degrado, di rumore, confusione, e perciò sarei portato a fare la manovra inversa, scappando nel cosiddetto mondo reale. Ma, la mia presenza è come un miraggio.

    Anche per me è stato così in università, ed ho definitivamente notato che nei grandi gruppi fatico in generale ad integrarmi...
    Per quanto riguarda te credo che non ti notino semplicemente perché sei da solo e stai sulle tue, di conseguenza essendosi già formati dei rapporti nessuno andrà mai a parlare con una persona più “isolata”.

    La cosa che bisognerebbe capire è: a te queste condizione sta bene oppure vorresti che fosse diversa?
    Secondo me dovresti provare a tirare fuori la persona che eri/sei online.
    Io ho iniziato a stare meglio da quando ho iniziato letteralmente a sbattermene di qualsiasi cosa, di quello che mia mamma voleva che diventassi, di come le mie finte amiche volevano che fossi... ed ho iniziato poco per volta a fare quello che volevo ed essere come volevo. Poi chi vuole esserci rimane, chi non vuole fa niente. Non si può passare la vita ad essere l’ombra di se stessi
     
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    CITAZIONE (Sparkle @ 29/1/2019, 23:03) 
    Per me è anche un problema attuale. Vado da anni all'università e nessuno ha mai neanche provato a parlare con me: nelle aule ci saranno 200 persone che ridono e parlano tra loro, si conoscono attaccando bottone con la prima scusa e dopo 2 minuti si scambiano il numero o il contatto di qualche app; io, invece, sono come trasparente. Anche i posti di fianco a me, restano quasi sempre vuoti.

    I primi tempi mi raccontavo che doveva essere perché mi vedevano vecchio, ma poi ci sono cinquantenni calvi che parlano di scemenze coi ventenni come se avessero la stessa età e ci vanno a mangiare un panino, o che si presentano a lezione in giacca e cravatta e dopo ci provano spudoratamente con quelle che potrebbero essere loro figlie imitando i teenager e domandando se il professore si è fatto di crack.
    E, dopotutto, quando andavo a scuola non era molto diverso.

    Ciò che cambia è che prima, almeno, avevo il web. Era pieno di adolescenti con situazioni simili alla mia e, in fondo, potendo chattare quotidianamente con sfilze di persone più che decenti, potevo fare a meno di pensare alla mia condizione.
    Se a scuola o chissà dove non mi parlava nessuno, che me ne fregava? Ero moderatore di 5 forum e operatore di 9 chat popolate, non appena mi connettevo a MSN Messenger mi laggava Windows XP perché mi contattavano in 20, c'erano sconosciuti che mi prendevano a modello o mi ammiravano solo perché avevano letto un mio post o ragazzine semi-pazze che si prendevano cotte dal nulla stalkerandomi. Sono arrivato persino a montarmi la testa.

    Ora, invece, il web è una sorta di sfogatoio tossico e selvaggio con adulti che s'insultano, minacciano di morte, inneggiano al nazismo, e si aggregano in 1000 a cyberbullizzare il malcapitato di turno, anche quando si tratta di un ragazzino di seconda media.
    Il tutto, senza nemmeno l'anonimato. Non riesco minimamente a concepire come un politico in carica possa scrivere sul proprio profilo di Facebook, con tanto di foto, nome e cognome, che ammazzerebbe tutti i negri.
    Girano clip di decapitazioni dell'Isis, minorenni si scambiano video rubati di pornografia minorile. Gente che tutte le sere fa la foto della propria scodella e la tagga su Instagram.

    La Rete mi da una sensazione di degrado, di rumore, confusione, e perciò sarei portato a fare la manovra inversa, scappando nel cosiddetto mondo reale. Ma, la mia presenza è come un miraggio.

    Premetto che, ovviamente, non conoscendoci né online (ho sempre lurkato su questo forum e l'ho fatto anche poco, sono stato molto poco presente in generale quindi non conosco nemmeno la persona che eri e con cui continui a misurarti nelle riflessioni recenti) né irl, tutto quello che posso fare è solo immaginare a grandi linee quali siano le cause di questa tua condizione. E ovviamente non ho intenzioni ostili od offensive nei tuoi confronti, cerco solo di aiutare anche se significa solo buttare luce su cose già note e connettere i punti, nella speranza di farti uscire da questo loop orribile. :flower:

    Io credo che, soprattutto come hai scritto tu stesso nel terzo paragrafo, da giovane hai fatto l'errore che tutti noi abbiamo fatto da giovani: pensare che il macrocosmo in cui viviamo sia per sempre. Nel tuo caso, pensavi che i forum e le chat riguardanti l'ambito videoludico/anime/etc. sarebbero stati per sempre e creare legami nel mondo reale soprattutto quando poi 10-15 anni fa si veniva anche stigmatizzati per frequentare certi ambienti, non ne valesse la pena.
    E nessuno ti fa colpa di ciò, avevi tutto quello che potevi mai avere come giovane adolescente/ventenne, quindi perché mai curarsi della propria persona nel mondo reale? E poi è una cosa che pensavamo tutti, eravamo più giovani e illusi (nel senso sia positivo sia negativo del termine), e anche se qualcuno fosse venuto dal futuro ad avvertirci che Internet si sarebbe ridotto a quello che è oggi, dubito gli avremmo creduto.
    Purtroppo per te/tutti noi, l'Internet invece è cambiato, gli utenti sono cambiati, le persone che lo popolavano ai tempi d'oro sono cresciute e quindi gran parte (non tutto, perché alcuni frammenti di quello che c'era sono ancora qui) di questo macrocosmo in cui tu eri/ti sentivi un "dio" è andato a farsi benedire. Ed è una cosa che ha colpito sicuramente tutti, ma in maniera diversa.

    Cercando di riportare il discorso su un piano meno astratto e più concreto (non sono bravo ad argomentare così tanto e perdo il filo del discorso quando diventa troppo lungo, chiedo venia :facepalm: ), a te non è mai interessato curare le tue capacità di socializzazione nel mondo reale, il tuo savoir faire, come magari ti presenti anche solo col linguaggio del corpo a terzi, e adesso ne stai pagando lo scotto adesso che la realtà dei fatti è cambiata, adesso che purtroppo sei un adulto trentenne.
    Non sto qui a biasimarti, perché se da adolescente hai deciso di chiudere a doppia mandata le porte al mondo reale e a tutto e tutti quelli che ti circondavano rifugiandoti su internet sarà sicuramente per dei motivi precisi, ognuno qui viene da cammini di vita diversi quindi la causa delle tue scelte alla fine della giornata le conosci solamente tu. Ma adesso che a trent'anni i tempi sono cambiati, non hai più uno spazio idilliaco nell'internet in cui rifugiarti anima e corpo, e storto morto anche solo per andare a lavorare e fare la spesa una minima capacità di interazione col mondo esterno devi pur averla, cosa intendi fare?
    Sicuramente una persona della tua intelligenza saprà bene che se all'università c'è spazio nelle conversazioni per cinquantenni calvi che fanno battute stupide sui prof, ci sarà spazio anche per te che di sicuro - come ha detto Kairi10 sopra - non sarai così diverso dalla persona carismatica e simpatica che sei/eri sull'internet, allora cosa ti blocca?
    Per come la vedo io, il primo passo sarebbe dire addio una volta e per tutte alla gloria di Kusari, nel senso che crogiolarti in quello che erano la luce, il senso di sicurezza e di potere che degli anni andati, guardando esclusivamente al passato e senza muovere un dito nel presente e facendo finta che il futuro non sia lì ad aspettarti con una mazza chiodata in mano è l'attitudine più deleteria che puoi adottare. Questi ricordi possono diventare la tua più grande forza, ma ora come ora da quello che ho potuto leggere qui sul forum sono la tua più grande maledizione.
    Purtroppo per te, che sei sempre stato al centro dell'attenzione, devi rimetterti in gioco e sicuramente sarà un trial and error continuo di conoscenze, ma alla fine vedrai che se anche solo stringerai un'amicizia salda, ne sarà valsa la pena.
    E tutto questo vale sì per la sfera sociale ma difatti si potrebbe dire lo stesso anche per il lavoro, l'amore o che ne so. Fondamentalmente non si scappa dal dover affrontare i propri difetti ed i propri errori e benché sia cliché come cosa, non ne capiamo appieno il significato finché non ci tocca direttamente e ne soffriamo.

    Spero di non esser stato troppo saccente o di esser passato per ostile (lontano dalle mie intenzioni, ovviamente) e di essere stato d'aiuto anche solo un po'. Peace, per adesso. :flower:
     
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  5. Kairi10
     
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    CITAZIONE (Losby~ @ 30/1/2019, 19:01) 
    CITAZIONE (Sparkle @ 29/1/2019, 23:03) 
    Per me è anche un problema attuale. Vado da anni all'università e nessuno ha mai neanche provato a parlare con me: nelle aule ci saranno 200 persone che ridono e parlano tra loro, si conoscono attaccando bottone con la prima scusa e dopo 2 minuti si scambiano il numero o il contatto di qualche app; io, invece, sono come trasparente. Anche i posti di fianco a me, restano quasi sempre vuoti.

    I primi tempi mi raccontavo che doveva essere perché mi vedevano vecchio, ma poi ci sono cinquantenni calvi che parlano di scemenze coi ventenni come se avessero la stessa età e ci vanno a mangiare un panino, o che si presentano a lezione in giacca e cravatta e dopo ci provano spudoratamente con quelle che potrebbero essere loro figlie imitando i teenager e domandando se il professore si è fatto di crack.
    E, dopotutto, quando andavo a scuola non era molto diverso.

    Ciò che cambia è che prima, almeno, avevo il web. Era pieno di adolescenti con situazioni simili alla mia e, in fondo, potendo chattare quotidianamente con sfilze di persone più che decenti, potevo fare a meno di pensare alla mia condizione.
    Se a scuola o chissà dove non mi parlava nessuno, che me ne fregava? Ero moderatore di 5 forum e operatore di 9 chat popolate, non appena mi connettevo a MSN Messenger mi laggava Windows XP perché mi contattavano in 20, c'erano sconosciuti che mi prendevano a modello o mi ammiravano solo perché avevano letto un mio post o ragazzine semi-pazze che si prendevano cotte dal nulla stalkerandomi. Sono arrivato persino a montarmi la testa.

    Ora, invece, il web è una sorta di sfogatoio tossico e selvaggio con adulti che s'insultano, minacciano di morte, inneggiano al nazismo, e si aggregano in 1000 a cyberbullizzare il malcapitato di turno, anche quando si tratta di un ragazzino di seconda media.
    Il tutto, senza nemmeno l'anonimato. Non riesco minimamente a concepire come un politico in carica possa scrivere sul proprio profilo di Facebook, con tanto di foto, nome e cognome, che ammazzerebbe tutti i negri.
    Girano clip di decapitazioni dell'Isis, minorenni si scambiano video rubati di pornografia minorile. Gente che tutte le sere fa la foto della propria scodella e la tagga su Instagram.

    La Rete mi da una sensazione di degrado, di rumore, confusione, e perciò sarei portato a fare la manovra inversa, scappando nel cosiddetto mondo reale. Ma, la mia presenza è come un miraggio.

    Premetto che, ovviamente, non conoscendoci né online (ho sempre lurkato su questo forum e l'ho fatto anche poco, sono stato molto poco presente in generale quindi non conosco nemmeno la persona che eri e con cui continui a misurarti nelle riflessioni recenti) né irl, tutto quello che posso fare è solo immaginare a grandi linee quali siano le cause di questa tua condizione. E ovviamente non ho intenzioni ostili od offensive nei tuoi confronti, cerco solo di aiutare anche se significa solo buttare luce su cose già note e connettere i punti, nella speranza di farti uscire da questo loop orribile. :flower:

    Io credo che, soprattutto come hai scritto tu stesso nel terzo paragrafo, da giovane hai fatto l'errore che tutti noi abbiamo fatto da giovani: pensare che il macrocosmo in cui viviamo sia per sempre. Nel tuo caso, pensavi che i forum e le chat riguardanti l'ambito videoludico/anime/etc. sarebbero stati per sempre e creare legami nel mondo reale soprattutto quando poi 10-15 anni fa si veniva anche stigmatizzati per frequentare certi ambienti, non ne valesse la pena.
    E nessuno ti fa colpa di ciò, avevi tutto quello che potevi mai avere come giovane adolescente/ventenne, quindi perché mai curarsi della propria persona nel mondo reale? E poi è una cosa che pensavamo tutti, eravamo più giovani e illusi (nel senso sia positivo sia negativo del termine), e anche se qualcuno fosse venuto dal futuro ad avvertirci che Internet si sarebbe ridotto a quello che è oggi, dubito gli avremmo creduto.
    Purtroppo per te/tutti noi, l'Internet invece è cambiato, gli utenti sono cambiati, le persone che lo popolavano ai tempi d'oro sono cresciute e quindi gran parte (non tutto, perché alcuni frammenti di quello che c'era sono ancora qui) di questo macrocosmo in cui tu eri/ti sentivi un "dio" è andato a farsi benedire. Ed è una cosa che ha colpito sicuramente tutti, ma in maniera diversa.

    Cercando di riportare il discorso su un piano meno astratto e più concreto (non sono bravo ad argomentare così tanto e perdo il filo del discorso quando diventa troppo lungo, chiedo venia :facepalm: ), a te non è mai interessato curare le tue capacità di socializzazione nel mondo reale, il tuo savoir faire, come magari ti presenti anche solo col linguaggio del corpo a terzi, e adesso ne stai pagando lo scotto adesso che la realtà dei fatti è cambiata, adesso che purtroppo sei un adulto trentenne.
    Non sto qui a biasimarti, perché se da adolescente hai deciso di chiudere a doppia mandata le porte al mondo reale e a tutto e tutti quelli che ti circondavano rifugiandoti su internet sarà sicuramente per dei motivi precisi, ognuno qui viene da cammini di vita diversi quindi la causa delle tue scelte alla fine della giornata le conosci solamente tu. Ma adesso che a trent'anni i tempi sono cambiati, non hai più uno spazio idilliaco nell'internet in cui rifugiarti anima e corpo, e storto morto anche solo per andare a lavorare e fare la spesa una minima capacità di interazione col mondo esterno devi pur averla, cosa intendi fare?
    Sicuramente una persona della tua intelligenza saprà bene che se all'università c'è spazio nelle conversazioni per cinquantenni calvi che fanno battute stupide sui prof, ci sarà spazio anche per te che di sicuro - come ha detto Kairi10 sopra - non sarai così diverso dalla persona carismatica e simpatica che sei/eri sull'internet, allora cosa ti blocca?
    Per come la vedo io, il primo passo sarebbe dire addio una volta e per tutte alla gloria di Kusari, nel senso che crogiolarti in quello che erano la luce, il senso di sicurezza e di potere che degli anni andati, guardando esclusivamente al passato e senza muovere un dito nel presente e facendo finta che il futuro non sia lì ad aspettarti con una mazza chiodata in mano è l'attitudine più deleteria che puoi adottare. Questi ricordi possono diventare la tua più grande forza, ma ora come ora da quello che ho potuto leggere qui sul forum sono la tua più grande maledizione.
    Purtroppo per te, che sei sempre stato al centro dell'attenzione, devi rimetterti in gioco e sicuramente sarà un trial and error continuo di conoscenze, ma alla fine vedrai che se anche solo stringerai un'amicizia salda, ne sarà valsa la pena.
    E tutto questo vale sì per la sfera sociale ma difatti si potrebbe dire lo stesso anche per il lavoro, l'amore o che ne so. Fondamentalmente non si scappa dal dover affrontare i propri difetti ed i propri errori e benché sia cliché come cosa, non ne capiamo appieno il significato finché non ci tocca direttamente e ne soffriamo.

    Spero di non esser stato troppo saccente o di esser passato per ostile (lontano dalle mie intenzioni, ovviamente) e di essere stato d'aiuto anche solo un po'. Peace, per adesso. :flower:

    Mi piace un sacco il discorso che hai fatto, era una cosa a cui non avevo mai pensato in questi termini...

    Penso che comunque uno degli aspetti che ci portava ad esprimerci meglio su internet fosse il poter essere ciò che volevamo, dare un’immagine di noi plasmata con i nostri desideri, avere il tempo per esprimerci al meglio, per trovare le parole giuste e per ultimo, ma non meno importante, il fatto di non essere visti (o almeno per me era così)... quindi tutto questo portava certi tipi di persone, che non trovavano il proprio posto, a trovarlo in questo mondo.
    La cosa importante, secondo me, è tenere bene a mente come ci si sentiva sicuri di sè in un determinato contesto e cercare quindi di rapportarlo alla vita reale... non bisogna per forza perdere quelle qualità ma anzi trasformarle in qualcosa di reale.

    Io, ad esempio, prima pensavo che qualsiasi persona mi giudicasse, anche solo mentre mi trovavo sull’autobus con le cuffie, la realtà era una visione distorta delle cose... ed ancora adesso, in contesti nuovi, se mi trovo a pensarlo scaccio via il pensiero riflettendo sul fatto che non c’è niente che non vada e che non avrebbero motivo
     
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    CITAZIONE (Lev ~ @ 30/1/2019, 00:08) 
    Anche se qui non ho trovato un ambiente così marcatamente ostile in materia religiosa, ripensando a quei thread ed al "carisma violentemente anticlericale" di alcuni dei partecipanti (penso a _Holy o a Deadpool, ma soprattutto al caro vecchio Lich), mi riesce molto facile immedesimarmi nelle tue parole.
    In effetti, la nostra esperienza su questo versante è stata, per sommi capi, la stessa, tanto che dopo un po' sono giunto proprio alla riflessione che hai fatto in chiusura del tuo post, e che ho citato: non a caso, è partendo da lì che si sono poi avviati tutti gli studi ed i pensieri seguiti negli anni successivi.
    Giusto per sottolineare una volta di più quante sfaccettature fondamentali abbia avuto l'esperienza del KHF.

    Sì: forum come questo ti formano. Ma per il mondo, stare in questo luogo ed altri, è semplicemente cazzeggiare. :facepalm:

    In ogni caso, qualcuno è anche sfrenatamente anticristiano/anticattolico o perché omosessuale o perché è stato obbligato ad andare a messa o perché esasperato dal bigottismo di qualche fedele o per la condotta del clero (corruzione morale e materiale, preti pedofili, quant'altro).
    Non ho mai capito perché in discussioni sulla religione si debbano mescolare cose del genere; cioè, non sarei diventato ateo se un prete mi avesse tastato il didietro. :pig:

    CITAZIONE (.Fosco @ 30/1/2019, 07:45) 
    Si ma uno a tre decadi ha creato un suo “gruppo” o comunque una sua zona di comfort, vuoi con la ragazza con i colleghi o chicchessia.
    Non ti dico tu debba per forza ignorare chi è possibile, era un opzione. Se ti senti di far grandi passi puoi provare a capire ed accettare qualcuno (e se non accetti probabilmente non lo hai capito).
    Esattamente come al posto di rilettura sulla tua misera condizione puoi provare a farti capire per essere accettato, cercare l’accettazione dei propri gruppi non ti rende anonimo e poco figo, evita che ti vengano appellati disturbi della socializzazione.

    Temo di non aver capito granché. °_°

    CITAZIONE (Kairi10 @ 30/1/2019, 09:39) 
    Anche per me è stato così in università, ed ho definitivamente notato che nei grandi gruppi fatico in generale ad integrarmi...
    Per quanto riguarda te credo che non ti notino semplicemente perché sei da solo e stai sulle tue, di conseguenza essendosi già formati dei rapporti nessuno andrà mai a parlare con una persona più “isolata”.

    La cosa che bisognerebbe capire è: a te queste condizione sta bene oppure vorresti che fosse diversa?
    Secondo me dovresti provare a tirare fuori la persona che eri/sei online.
    Io ho iniziato a stare meglio da quando ho iniziato letteralmente a sbattermene di qualsiasi cosa, di quello che mia mamma voleva che diventassi, di come le mie finte amiche volevano che fossi... ed ho iniziato poco per volta a fare quello che volevo ed essere come volevo. Poi chi vuole esserci rimane, chi non vuole fa niente. Non si può passare la vita ad essere l’ombra di se stessi

    Il problema è che entro la prima settimana di università (ma vale anche per altri contesti), le persone si conoscevano ed erano entrate in una certa confidenza.
    Cioè, in una delle prime lezioni due ragazze sedute di fianco a me da come si parlavano mi hanno dato l'idea di essere amiche di lungo corso, invece non si erano mai viste prima, e per la cronaca si sono presentate/scambiate il WhatsApp (cioè il numero, che non darei nemmeno sotto tortura a una ragazza che conosco da più di 10 anni sul web).
    Per non parlare dei social pieni di foto e informazioni personali: non mi sognerei mai di mettere online i miei dati sensibili, e "tutti" si scambiano tra sconosciuti i contatti social che ne sono ricolmi.
    Già m'immagino il tamarro del banco dietro che si crea un profilo fake con la mia foto e sparge il mio cell nelle community di gay vogliosi °_°; è proprio una cosa che non concepisco.

    Non nego che qualcuno, forse, abbia provato ad attaccare bottone con me — per esempio, nei primi giorni una ragazza seduta a lezione accanto a me ha detto di un prof. che era rimbecillito (parlando apparentemente da sola), ma ho dato per scontato che conoscesse o volesse rompere il ghiaccio col ventenne simil-tronista di fianco a lei dall'altro lato, e ho fatto finta di niente. Poi l'ha ignorata anche lui, quindi boh.

    Ma forse sono io, che non mi rendo accessibile.
    Dopotutto che razza di figura farei, conoscendo qualcuno?
    Non mi sento minimamente presentabile e, tutte le volte che sul web ho parlato di com'è la mia vita IRL, sono stato spolpato vivo. Mi viene detto che non ho niente di positivo/niente da offrire e sovente sono scambiato per un troll, dal momento che la mia situazione sembra troppo catastrofica per essere reale.
    Vengo invitato a farmi un fondoschiena al cubo per diventare una persona migliore.
    E l'aspetto che più manda in bestia le persone è che pur essendo sfigato e consapevole di esserlo (perché faccio la lista della spesa dei miei punti negativi), mi porrei in modo sprezzante e narcisistico, credendomi chissà chi; dovrei essere umile, sostengono.

    Qualcuno è arrivato a dirmi che persino un assassino è migliore di me, perché lui magari ha avuto un'infanzia dolorosa. =\

    @Losby~

    Il punto è che non c'ero proprio, nel mondo reale.
    Ho perso le abilità sociali, ma non è solo quello (si recuperano con la pratica!), il problema è che in questo momento mi trovo ben al di sotto della soglia del socialmente accettabile, non posso conoscere/parlare con nessuno perché rispondendo alle domande più basilari sulla mia persona susciterei disgusto e riprovazione.

    Mentire o nascondere le cose mi può riuscire su internet, di persona credo proprio di no: se il professore mi chiede quanti anni ho e in quale ramo professionale opero, non posso replicare con due sparate d'effetto alla Bleach.

    Quindi, non sapendo come risolvere il paradosso, non faccio niente. Paralisi.
     
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    Provo a spiegarmi meglio, dopo 30 anni di vita, volente o nolente; la Si ha una zona di comfort con degli affetti.

    Bella o brutta, gande o piccola c’è. Ecco; parli della tua zona che se nessuno volesse entrarci ma io non credo sia così, gli ambienti che frequenti rispecchiano chi sei; anche solo attaccando bottone sicuro conosci qualcuno che qualcosa in comune con te deve averla e che potrebbe benissimo diventare tuo amico. Quel che dicevo è che se fin’ora (da come ho capito eh) non ti sei aperto molto al mondo reale; non è mai troppo tardi.

    Inoltre persone che non ci piacciono e sopratutto a cui non piacciamo di principio esisteranno sempre, quelle puoi ignorarle; e a loro che mi riferivo. Ma se ti senti adulto e vuoi comportarti come tale, invece di ignorare e basta prova a capire il punto di vista altrui e dopo averlo capito di conseguenza accettarlo (cercando anche ovviamente di far capire il tuo, ma senza arrabbiarti o non farlo a tua volta se dalla controparte non c’è interesse)
     
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    CITAZIONE (Sparkle @ 1/2/2019, 03:21) 
    Il problema è che entro la prima settimana di università (ma vale anche per altri contesti), le persone si conoscevano ed erano entrate in una certa confidenza.
    Cioè, in una delle prime lezioni due ragazze sedute di fianco a me da come si parlavano mi hanno dato l'idea di essere amiche di lungo corso, invece non si erano mai viste prima, e per la cronaca si sono presentate/scambiate il WhatsApp (cioè il numero, che non darei nemmeno sotto tortura a una ragazza che conosco da più di 10 anni sul web).
    Per non parlare dei social pieni di foto e informazioni personali: non mi sognerei mai di mettere online i miei dati sensibili, e "tutti" si scambiano tra sconosciuti i contatti social che ne sono ricolmi.
    Già m'immagino il tamarro del banco dietro che si crea un profilo fake con la mia foto e sparge il mio cell nelle community di gay vogliosi °_°; è proprio una cosa che non concepisco.

    Non nego che qualcuno, forse, abbia provato ad attaccare bottone con me — per esempio, nei primi giorni una ragazza seduta a lezione accanto a me ha detto di un prof. che era rimbecillito (parlando apparentemente da sola), ma ho dato per scontato che conoscesse o volesse rompere il ghiaccio col ventenne simil-tronista di fianco a lei dall'altro lato, e ho fatto finta di niente. Poi l'ha ignorata anche lui, quindi boh.

    Ma forse sono io, che non mi rendo accessibile.
    Dopotutto che razza di figura farei, conoscendo qualcuno?
    Non mi sento minimamente presentabile e, tutte le volte che sul web ho parlato di com'è la mia vita IRL, sono stato spolpato vivo. Mi viene detto che non ho niente di positivo/niente da offrire e sovente sono scambiato per un troll, dal momento che la mia situazione sembra troppo catastrofica per essere reale.
    Vengo invitato a farmi un fondoschiena al cubo per diventare una persona migliore.
    E l'aspetto che più manda in bestia le persone è che pur essendo sfigato e consapevole di esserlo (perché faccio la lista della spesa dei miei punti negativi), mi porrei in modo sprezzante e narcisistico, credendomi chissà chi; dovrei essere umile, sostengono.

    Qualcuno è arrivato a dirmi che persino un assassino è migliore di me, perché lui magari ha avuto un'infanzia dolorosa. =\

    @Losby~

    Il punto è che non c'ero proprio, nel mondo reale.
    Ho perso le abilità sociali, ma non è solo quello (si recuperano con la pratica!), il problema è che in questo momento mi trovo ben al di sotto della soglia del socialmente accettabile, non posso conoscere/parlare con nessuno perché rispondendo alle domande più basilari sulla mia persona susciterei disgusto e riprovazione.

    Mentire o nascondere le cose mi può riuscire su internet, di persona credo proprio di no: se il professore mi chiede quanti anni ho e in quale ramo professionale opero, non posso replicare con due sparate d'effetto alla Bleach.

    Quindi, non sapendo come risolvere il paradosso, non faccio niente. Paralisi.

    Da quello che deduco quindi, a te piacerebbe ma non trovi i presupposti o l’interesse riguardo agli altri per farlo.
    Sulla questione del vedere persone che socializzano subito senza essersi mai viste prima, beh, non siamo tutti uguali, e seppur io non ci riuscirei ci sono persone che non hanno problemi a farlo, punti di vista ma secondo me non dovresti farti certi viaggi (ad esempio che qualcuno potrebbe scattarti delle foto e creare un profilo con la tua immagine, sono sicuramente cose che succedono, ma mi sembra un po’ improbabile, se iniziassimo tutti a pensare questo genere di cose non vivremmo più, o meglio, vivremmo col timore e la paura di qualsiasi cosa).
    Dicendo che non ti rendi accessibile ti sei risposto da solo, essere accessibile non significa assolutamente che tu debba socializzare con cani e porci ma semplicemente prenderla un po’ più “morbida”.
    Credi che i tuoi pensieri e le tue risposte non potrebbero essere accettate, questo però non importa, se ne hai la possibilità tu esprimile, non devi cambiare te stesso ma semplicemente esprimere il tuo pensiero quando ne hai l’occasione... bisogna fare un passo alla volta in certi casi, e questo potrebbe essere il primo, ossia creare un’identità agli occhi degli altri.
    Provaci, non c’è nulla da perdere. (Cosa che ho imparato recentemente, quando ho paura di qualcosa penso che non ho niente da perdere quindi tanto vale provare)
     
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    Nota a margine, non avevo letto il resto della discussione con troppa attenzione; ma ora che l’ho fatto minpermettonuna cosa.

    Avere una vetrina sul web credo sia sano, anche solo Instagram, metti una foto ogni tanto di te con i tuoi amici o di te che fai cose.
    In questo modo ti fai una finestra sul mondo, uno guarda lì e già capisce cosa ti interessa e si fa un idea sul tipo di persona che vuoi sembrare. In più prendila più alla leggera, le informazioni ed il numero dallo a persone di cui ti fidi ovvio ma il tuo ragionamento è analogo al non uscir di casa per paura di poter essere colpito da un fulmine
     
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    Kus, guarda che non tutto il web è il KHF. Nella maggior parte dei casi, soprattutto negli ultimi anni, la gente su Internet si tramuta in un'impersonale bayonetta pronta a giudicare e stroncare ogni individuo anche solo vagamente criticabile (cioè tutti) che gli passi sotto al naso; devi smettere di cercare confronto, conforto, consiglio o anche meritate stroncature in certi ambienti, perché non ne troverai.
    Anche parlarne qui serve a poco, sia perché non ti si conosce fisicamente radicato nel contesto in cui vivi, ma solo come Kusari, sia perché tanto ti chiudi a riccio in una reiterazione continua delle stesse paranoie, che non si concede mai reali aperture alla comunicazione ed alla messa in discussione.

    Intendiamoci, capisco benissimo il non sentirsi nella posizione di presentarsi al prossimo: io soffro di fobia sociale e di un deficit cognitivo, il che mi rende le cose difficili a priori, figurati allora come mi sento quando poi devo dichiarare che "Mi sono diplomato al classico con un anno di ritardo e con un 60 risicato, ho lasciato l'Università, al momento non ho un lavoro ed i soldi messi da parte in tanti anni li uso per studiare violino". È una condizione socialmente poco accettabile? Certo, ma anche nella mia mancanza assoluta di intraprendenza sociale, limitandomi semplicemente a non rifiutare gli occasionali segnali esterni, mi sono ritrovato con degli amici a cui non frega niente che io diventi un individuo rispettabile, ma solo che riesca a trovare la pace ed un posto nel mondo; anche perché, e qua ti sfato un mito, la gente con cui non leghiamo avrebbe comunque troppi cazzi per la testa per perdere il tempo a pensare a quanto siamo riprovevoli o inutili, semplicemente non gliene fregherebbe: per chiunque non sia tuo amico, sei solo un'altra faccia, invece a me sembra che tu creda che dalla tua sola presenza fisica possa in qualche modo trasparire la "grandezza" di Kusari, e non sia mai che venga screditata.

    Ma poi, Kus, i tempi sono cambiati in una maniera tale che le "due sparate d'effetto alla Bleach" non solo non funzionano nel mondo reale, ma nemmeno qui. Kusari non c'è più, perché è venuto meno il contesto che in primis gli garantiva la possibilità di esistere. Ed è inutile dare sdegnosamente la colpa alla rete che non è più la stessa, o rimpiangere un manipolo di internauti che, se e quando si rifanno vivi, non reagiscono più con ammirazione e sottomissione davanti al tuo atteggiamento da antagonista anime ora redento, ora redivivo in base a come ti gira.

    Quindi, azzardo un suggerimento: quando, com'è già accaduto in altri thread, chi prova a comunicare con te lascia perdere ed esasperato abbandona la discussione, risparmiati quell'atteggiamento di tragica beffardaggine di chi pensa che "Visto? Alla fine le cose vanno sempre così" e che manterrai finché non deciderai di aprire un altro thread sulla questione, perché non è di "cose andate così" che si parla, ma del fatto che "tu" hai cercato attenzioni e non hai voluto trarne qualcosa di positivo, che può tradursi anche solo, per cominciare, nell'unirsi al benedetto gruppo Telegram. Anche perché, fattelo dire francamente, non dare il numero ad una persona che conosci da dieci anni è pura follia.

    La Messa è finita, se ci riesci vai in pace.

    Edited by Lev ~ - 1/2/2019, 15:32
     
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    CITAZIONE (.Fosco @ 1/2/2019, 07:24) 
    dopo 30 anni di vita, volente o nolente; la Si ha una zona di comfort con degli affetti.

    Dici? E se la mia zona di comfort con degli affetti era il riquadro di una chat, cancellato a click?

    Comunque non è vero, ci sono persone che arrivano a una certa età sole come un cane (magari dopo che sono morti i loro genitori); qualcuno appunto si compra un cane (o tanti gatti) e non ha occasione di parlare con nessuno se non nel posto di lavoro e di lavoro, o quando va a fare la spesa e la cassiera chiede se vuole una bustina.
    Qualcuno arriva a sposarsi con la prima persona nelle stesse condizioni che trova: i due potrebbero schifarsi a vicenda, ma staranno insieme per convenienza.
    Non è raro vedere giovani immigrate di paesi sottosviluppate "innamorate" di pensionati italiani: in questo caso l'uomo si compra letteralmente oltre che il sesso un rapporto umano (vero o recitato che sia).

    CITAZIONE (Kairi10 @ 1/2/2019, 10:39) 
    Da quello che deduco quindi, a te piacerebbe ma non trovi i presupposti o l’interesse riguardo agli altri per farlo.
    Sulla questione del vedere persone che socializzano subito senza essersi mai viste prima, beh, non siamo tutti uguali, e seppur io non ci riuscirei ci sono persone che non hanno problemi a farlo, punti di vista ma secondo me non dovresti farti certi viaggi (ad esempio che qualcuno potrebbe scattarti delle foto e creare un profilo con la tua immagine, sono sicuramente cose che succedono, ma mi sembra un po’ improbabile, se iniziassimo tutti a pensare questo genere di cose non vivremmo più, o meglio, vivremmo col timore e la paura di qualsiasi cosa).
    Dicendo che non ti rendi accessibile ti sei risposto da solo, essere accessibile non significa assolutamente che tu debba socializzare con cani e porci ma semplicemente prenderla un po’ più “morbida”.
    Credi che i tuoi pensieri e le tue risposte non potrebbero essere accettate, questo però non importa, se ne hai la possibilità tu esprimile, non devi cambiare te stesso ma semplicemente esprimere il tuo pensiero quando ne hai l’occasione... bisogna fare un passo alla volta in certi casi, e questo potrebbe essere il primo, ossia creare un’identità agli occhi degli altri.
    Provaci, non c’è nulla da perdere. (Cosa che ho imparato recentemente, quando ho paura di qualcosa penso che non ho niente da perdere quindi tanto vale provare)

    Certo, avere una vita sarebbe carino. Ma non riesco ad espormi minimamente, in niente.
    Se c'è anche l'1% di possibilità di far figuracce, non mi scollo dalla sedia. Forse ho qualche rotella fuori posto. Tutti fanno le più orribili figure di melma e non se ne vergognano per nulla, nemmeno i peggiori criminali si pongono problemi circa il proprio essere. Ma, per qualche ragione, ogni volta che ho fatto il più blando passo falso, il conto è stato salato. Sarà perché il mondo sente l'odore della vergogna, e colpisce dove più fa male. L'orgoglio è non di rado una zavorra.
    In ogni caso, mi sento moralmente condannato a dover perseguire uno standard di perfezione che è impossibile.

    Il problema comunque sta a monte, perché nel mondo reale sono programmato come un soggetto passivo e temo che non farò mai il primo passo, sento in qualche modo che spetta al prossimo di esporsi. Però il prossimo di me se ne frega.
    Un po' è come per le ragazze in amore: escono e si fanno belle cercando di essere notate, abbordate; ma difficilmente andranno a parlare/provarci con qualcuno: sarebbe troppo umiliante, da disperate. Aspettano. Ma nel mio caso, non essendo una ragazza né un fenomeno da piccolo schermo, non arriva nessuno.
    Anzi, se qualcuno cercasse di punto di bianco di fare conoscenza potrei sembrare uno che se la tira, lo snobba/ignora ecc. perché essendo spiazzato non saprei che pesci prendere.

    Non sono nemmeno disposto ad entrare in un qualsivoglia gruppo col ruolo di caso umano umile e che magari fa un po' il simpatico per compensare la totale assenza di pregi. Sarei represso ed esploderei al primo sassolino nella scarpa.

    CITAZIONE (.Fosco @ 1/2/2019, 11:06) 
    Avere una vetrina sul web credo sia sano, anche solo Instagram, metti una foto ogni tanto di te con i tuoi amici o di te che fai cose.
    In questo modo ti fai una finestra sul mondo, uno guarda lì e già capisce cosa ti interessa e si fa un idea sul tipo di persona che vuoi sembrare.

    La vetrina è un boomerang.

    CITAZIONE (Lev ~ @ 1/2/2019, 13:13) 
    a me sembra che tu creda che dalla tua sola presenza fisica possa in qualche modo trasparire la "grandezza" di Kusari, e non sia mai che venga screditata

    Purtroppo dalla mia sola presenza fisica traspare l'immagine di una sorta di bamboccione socialmente inetto. O almeno è quello che deduco dal linguaggio non verbale di giovani come la commessa di turno del McDonald's/H&M, che mi tratta con sufficienza, parla il minimo indispensabile senza un accenno di emozione (diversamente da come si pone a terzi) e sembra non vedere l'ora che tolga il disturbo. O del ventenne random che mi trovo seduto di fianco all'università, che scuote la gamba come se avesse il morbo di Parkinson e sospira più volte pesantemente.

    Non m'interessa essere trattato da celeb, quindi, vorrei che il mondo evitasse di liquidarmi come una persona di scarso valore al primo impatto. Mi sento stigmatizzato.

    CITAZIONE (Lev ~ @ 1/2/2019, 13:13) 
    rimpiangere un manipolo di internauti che, se e quando si rifanno vivi, non reagiscono più con ammirazione e sottomissione davanti al tuo atteggiamento da antagonista anime ora redento, ora redivivo in base a come ti gira

    Qualche fanatico c'era, ma non esageriamo. Solo che venivo trattato con un fondo di rispetto, anche da quelli con cui magari litigavo per giorni. Di persona non succede.
    Vengo collocato di default all'ultimo gradino della piramide sociale, e spetta a me l'onere di dimostrare che è stato a torto.
     
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    CITAZIONE (Sparkle @ 2/2/2019, 17:08) 
    Dici? E se la mia zona di comfort con degli affetti era il riquadro di una chat, cancellato a click?

    Comunque non è vero, ci sono persone che arrivano a una certa età sole come un cane (magari dopo che sono morti i loro genitori); qualcuno appunto si compra un cane (o tanti gatti) e non ha occasione di parlare con nessuno se non nel posto di lavoro e di lavoro, o quando va a fare la spesa e la cassiera chiede se vuole una bustina.
    Qualcuno arriva a sposarsi con la prima persona nelle stesse condizioni che trova: i due potrebbero schifarsi a vicenda, ma staranno insieme per convenienza.
    Non è raro vedere giovani immigrate di paesi sottosviluppate "innamorate" di pensionati italiani: in questo caso l'uomo si compra letteralmente oltre che il sesso un rapporto umano (vero o recitato che sia).

    La tua zona di comfort può anche essere solo un luogo come la tua camera, o in maniera più riduttiva la tua scrivania. Ma può anche essere nei forum, non capisco perchè ti sembra sbagliato o senza valore anche per me i forum o i social sono parte della mia zona di comfort ma mica non va bene, se per te c'è solo quello e ti rendi conto che non è sano ampliala.
    Ma fin ora la tua risposta a questo è un "non riesco", ma secondo me è solo che non provi abbastanza, il mondo non ti odia; non ne ha motivo.

    Poi, cedo sul fatto che una zona di comfort possa essere senza affetti, ma anche da soli si può stare ed io non credo che tu non lo sappia, non buttarla sul generalistico.



    CITAZIONE (Sparkle @ 2/2/2019, 17:08) 
    La vetrina è un boomerang.

    Che?
     
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    Sì, in effetti mi sono espresso male. Non volevo riferirmi alla tua persona fisica, ma alla dinamica per la quale tu, da sconosciuto per il tuo prossimo, credi di generare in quest'ultimo l'aspettativa di quegli stessi standard altissimi e di impossibile perfezione che ti attendi da te stesso.
    Il che, come si vede anche solo descrivendolo, è un meccanismo che non è basato su nient'altro che idee tue, perché nella maggior parte dei casi, gli sconosciuti sono semplicemente inquadrati in una pur vaga e precaria neutralità.

    Non so quanto di vero e quanto di paranoico ci sia nel modo in cui dici di venire trattato dagli altri, invece, ma può essere che il tuo disagio ti si dipinga addosso e si rifletta nel tuo comportamento, rendendoti scostante anche senza che tu faccia o dica nulla.
    O forse no, tutto può essere: io quand'ero all'Uni scuotevo entrambe le gambe come se avessi il Parkinson e respiravo pesantemente perché lì ero sempre sospeso fra una senso di ansia ed obnubilamento mentale, non perché accanto a me ci fosse qualche trentenne afflitto da evidente inettitudine sociale. :guru:
    Questo per dire che, nella stragrande maggioranza dei casi, soprattutto in città, le persone vivono tutte prese dai fatti loro in maniere che non c'entrano minimamente con te, anche se sei a dieci centimetri di distanza, e a maggior ragione se non attiri l'attenzione in nessun modo.

    Edited by Lev ~ - 3/2/2019, 14:34
     
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    Può essere si tratti di un gioco di specchi e paranoie, sì.
    Magari la commessa di H&M era stata folgorata dal portamento rigido e compunto del sottoscritto. :pac:

    @.Fosco

    Più potabilmente, intendevo che se uno è messo male o comunque non interessante, meglio non si faccia vedere sui social °_°.
     
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    Ma no perché? Uno può anche rendersi interessante, di base serve a quello

    I social fan parte del sistema, se ti escludi da essi di autoescludi da parte della cultura di massa e dal giro sociale che ci è collegato
     
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