Kingdom Hearts: A New Beginning

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  1. DiZ34
     
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    Andiamo la continui o no'! XDXDXD
    arf, arf, prossimo capitolo arf,arf (sbavando) :nonameyet:
     
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  2. arthass
     
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    bellizzimo cap cm sempre!
     
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    Mi scuso, ma momentaneamente la mia campagna del bene per "La Battaglia per la Terra di Mezzo" ha preso il sopravvento su ogni impegno. Per domani vi posto il prossimo capitolo, fidatevi! ^^

    Grazie ancora!
     
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    Ho finito anche il 17° capitolo...

    - Chapter XVII: La Foresta di Sherwood, parte 3° -

    Sora, Paperino e Pippo se ne stavano tranquillamente in piedi a parlare, vicino ad una grande tenda a strisce bianche e blu.
    "Sembra una fiera... Chissà se c'è qualche giostra" disse Sora pensieroso.
    "Ma quali giostre!" commentò Paperino sbuffando; cominciava a stufarsi. "Ma quando arrivano quei due?" guardandosi freneticamente attorno, nell'attessa dell'arrivo di Little John e Robin Hood.
    Pippo, intanto, non prestava attenzione a quello che dicevano i due.
    "Uhm... Avete già qualche idea su dove si possa trovare la serratura?" domandò.
    "Per quel che ne sappiamo potrebbe essere ovunque" gli rispose Sora.
    "E il keyblade? Non dà nessun segno di vita? Magari ci può essere di aiuto" continuò Pippo.
    "Ci ho pensato anche io, ma come vedi, finora non è successo granchè. Aspettiamo a vediamo" concluse il ragazzo.
    Nel mentre, un bizzaro tizio, con un largo cappello ed un lungo becco, si era avvicinato ai tre, fermandosi a pochi passi da loro. Aveva delle lunghe e sottili gambe ed era armato di arco e faretra, entrambi piuttosto malridotti.
    "Salve, amici" esordì lo sconosciuto.
    Sora si voltò, fissandolo con aria stranita.
    "Ehm... Ci conosciamo?"
    "Certo, sono io, Robin Hood!"
    Tutti e tre lo fissarono stupiti.
    "Non c'è che dire, un ottimo travestimento" commentò Sora squadrando l'alta figura da capo a piedi.
    "Ma l'arco lascia un pò a desiderare" aggiunse Paperino.
    "Fa tutto parte del travestimento, non vi preoccupate. Se sono riuscito a beffare voi, figuratevi come ci cascheranno gli altri" disse strizzando un occhio.
    All'improvviso udirono uno squillo di trombe in lontananza, che avvertiva dell'inizio della gara. Quasi tutti i concorrenti erano già ai loro posti e altri si stavano ancora sistemando.
    "Meglio che vada! Ci vediamo dopo, ragazzi!" li salutò, allontanandosi.
    "Beh, che facciamo, andiamo a vedere anche noi?" propose Sora.
    "Sarebbe meglio di no. Essendo nuovi di queste parti, il principe Giovanni potrebbe scambiarci per amici del Re e Riku, e ci catturerebbe all'istante" disse Pippo.
    "Ma, Pippo, noi siamo amici del Re e Riku" gli fece notare il mago.
    L'altro rimase in silenzio per un pò, pensandoci su.
    "Ovvio, ma resta il fatto che ci catturerebbe" gli fece osservare il cavaliere.
    Stavolta fu Paperino a rimanere un pò perplesso, scuotendo infine le spalle.
    "In effetti, meglio stare in disparte. Agiremo solo se appariranno degli Heartless" disse infine l'eroe del keyblade. Gli altri due annuirono e si allontanarono assieme, per le tende, facendo ben attenzione a non farsi notare.

    Passò quasi mezz'oretta. Sora e i suoi compagni continuavano a passeggiare tranquillamente per le tende.
    "Chissà come se la sta cavando" pensò il giovane.
    Arrivati ai margini del campo, si arrestarono vicino ad una tenda, questa volta con righe bianche e rosse. Davanti a loro, distanti qualche metro, due tizi: uno era Robin Hood, abilmente travestito da quella che sembrava una... Cicogna, mentre l'altro era un grosso tizio, un gradasso che si pavoneggiava un pò troppo.
    "Deve essere la finale" ipotizzò Pippo "Mi chiedo chi sia quell'altro"
    Lo sconosciuto scoccò una freccia, che colpì in pieno il bersaglio, molto più avanti. Dopo qualche istante, Robin Hood, incoccò a sua volta la freccia, prendendo per bene la mira e lasciò partire il dardo. Con una traiettora piuttosto incerta, la freccia andò esattamente a tagliare a metà quella precedentemente lanciata dall'avversario, conficcandosi così al centro del bersaglio di paglia.
    La folla esultò nel vedere l'ottima prestazione dell'arciere. L'altro, lo sceriffo, era invece alquanto irritato.
    Anche Sora, Paperino e Pippo esultarono nel vedere che il loro amico aveva vinto la gara.
    "Sì! Bel colpo!" esclamò Sora.
    "E' fatta, riusciremo ad avere il permesso del principe!" disse Paperino.
    "Bravo Robin Hood!" urlò Pippo, mettendosi le mani alla bocca.
    Gli altri due gli saltarono addosso, per evitare che il concorrente venisse smascherato.
    "Shhhhhh!" gli fecero in coro Sora e Paperino, con l'indice davati alla bocca.
    Pippo annuì, ma ormai il danno era fatto. Nessuno gli aveva notati, tranne un tizio alle loro spalle: un serpente, con uno strano cappello in testa ed una mantellina.
    "Oh, e così quello è il famigerato Robin Hood" sibilò allontanandosi più in fretta possibile. "Appena il principe Giovanni lo scoprirà... Ihihihih"
    I tre si rialzarono, ritornando a guardare. Ora i due finalisti si erano avvicinati ad un piccolo spalto, a destra del campo, dal quale assisteva il re impostore.
    "Deve essere la premiazione" commentò Paperino.
    Ad un certo punto si sentirono dei fruscii alle loro spalle. Si voltarono. Dal nulla erano comparsi tanti Heartless, armati di arco e frecce, che stavano tenendo sotto mira i tre compagni. Dietro alle creature, un'oscura figura si faceva largo, con passo lento.
    "Guarda, guarda... Il guerriero del keyblade e i suoi seguaci" ghignò.
    Sora e gli altri lo fissarono con astio.
    "Tu!" sbottò Sora riconoscendolo "Tu sei quello che era a Radiant Garden!"
    L'uomo rise.
    "Sei sveglio ragazzino" affermò.
    Con entrambe le mani afferrò il margine del cappuccio e se lo adagiò sulle spalle, mostrando le sue fattezze: capelli bianchi, non molto lunghi e piuttosto dritti. Alcuni ricadevano sulle spalle, coprendo le orecchie. Gli occhi erano azzurri, gelidi come quelli dei suoi fratelli.
    Così Albaran, detto anche il Generale dei Venti, Secondo della Legione, si presentò a Sora. Con ogni probabilità, il ragazzo si trovava davanti uno degli avversari più spietati e potenti che avessero mai incrociato il suo cammino.
    Il ragazzo estrasse immediatamente il keyblade, mettendosi in guardia, nonostante fosse ormai circondato, spalla a spalla con Paperino e Pippo, anch'essi pronti all'azione.
    Albaran posò lo sguardo sulle chiave, osservandola interessato; nei suoi occhi brillava una strana luce.
    "Quell'oggetto" mormorò "Il keyblade..." continuò a bassa voce, sussurrando parole incomprensibili.
    "Cosa?" domandò Sora.
    Albaran tese il braccio destro, indicando i tre.
    "Attaccateli" ordinò, ad un tratto, agli Heartless.
    Gli esseri oscuri scagliarono le loro frecce. Fu un attimo. Il giovane aveva chiuso gli occhi e quando li riaprì, vide che non c'erano più Heartless attorno a lui. L'uomo si era allontanato, ma se ne stava sempre lì ad osservarli. Senza aggiungere altro, schioccò le dita, scomparendo.
    I tre si guardarono attorno, ma non videro nessuno. Che cosa era successo?
    "Sora!" esclamò all'improvviso Pippo "Guarda là!"
    Poco distante da loro, lo sceriffo ed altri Heartless avevano circondato Robin Hood, preparandosi ad attaccarlo.
    Intanto, però, un altro plotone di quelle creatur, giungendo da sinistra, era partito all'attacco del custode del keyblade, sempre armate di arco e frecce.
    "Arrivano da tutte le direzioni, che facciamo?" chiese Sora.
    Accanto a loro sfrecciò una figura, dirigendosi contro i nemici che si stavano avvicinando.
    "Sora, va! Qua ci penso io!" ordinò lo sconosciuto.
    Impossibile non riconoscerlo dalla voce, dalla statura e dalle inconfondibili orecchie: era Topolino.
    "Il Re!" esclamò Paperino.
    "Vostra Maestà!" disse a sua volta Pippo.
    I due inseguirono quindi il Re, attaccando gli Heartless in avvicinamento.
    Sora, ormai solo, si voltò verso l'amico in difficoltà. Ma restò sorpreso nel vedere che era già intervenuto qualcun altro.
    "Riku" disse vedendo il ragazzo intento a fronteggiare gli Heartless assieme a Robin Hood. "Ma lui e il Re non erano stati imprigionati?" si chiese. Ma non gli importava e si diresse a tutta velocità ad aiutarlo.

    "Sora" esclamò il fuorilegge vedendolo arrivare "Giusto in tempo"
    Mentre correva incontro ai due, l'eroe del keyblade colpì qualche Heartless, con veloci e micidiali colpi.
    "Vedo che sei sempre in mezzo ai piedi" commentò Riku, troppo intento a combattere per dare il benvenuto all'amico.
    Sora ridacchiò; nonostante i modi freddi di Riku, a cui era abituato, era più che felice di rivederlo. Intanto Robin Hood continuava a bersagliare con le sue frecce gli ignari Heartless che lentamente si stavano riducendo di numero.
    "Come avete fatto ad... Evadere?" chiese Sora.
    "Sai com'è... Quando ti accorgi di avere un keyblade tra le mani, le sbarre non servono più a nulla" gli rispose Riku.
    L'ultimo di quegli esseri oscuri scomparve. Tutti e tre si riunirono.
    "Il principe Giovanni se l'è data a gambe, assieme ai suoi due aiutanti... Lo sceriffo e quel serpentaccio!" spiegò loro Robin.
    "Sai mica dove può essere andato?" domandò Sora.
    "Al castello. Vi faccio strada io, seguitemi" disse Riku, prendendo la strada per la cittadina seguito dagli altri due.

    -[.:Fine Capitolo XVII:.]-
     
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  5. DiZ34
     
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    Bel capitolo Air
     
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  6. arthass
     
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    me piace XDXDXD
    noto ke Bis è sempre il solito ficcanaso lol
     
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    Già, un vero rompiballe XDD
    Grazie ^^


    - Chapter XVIII: La Foresta di Sherwood, parte 4° -

    "Ecco il cancello" li avvertì Riku.
    Davanti a loro, un imponente fortezza dalle alte mura in resistente pietra. Lungo tutto il perimetro delle mura, vi era un profondo fossato colmo d'acqua. L'accesso era consentito solo da un ponte levatoio in legno, che conduceva giusto davanti al cancello.
    Questo, però, lentamente si stava chiudendo.
    "Più veloci!" esclamò Sora accellerando nella corsa.
    Non fecero in tempo, poichè un forte rumore metallico li avvertì che ora il passaggio era bloccato.
    Si fermarono tutti e tre davanti al cancello, cercando di dare un'occhiata all'interno.
    "Sembra deserto" commentò Robin Hood.
    "Attento!" disse Riku spingendolo via, prima che una dozzina di frecce gli piombassero addosso, scagliate da degli Heartless posti sopra le mura interne.
    "Non riusciremo mai ad entrare" sospirò Sora.
    Dopo qualche secondo sentì alcuni sassolini cadergli in testa. Alzò quindi lo sguardo, notando che sulle mura c'erano Pippo, Paperino, il Re e Little John, e davanti a loro una corda che penzolava nel vuoto.
    "Adesso vi facciamo entrare" li rassicurò Pippo.
    I tre davanti al cancello rimasero in attesa per qualche istante, per poi accorgersi che le robuste sbarre in ferro stavano lentamente salendo. Senza aspettare alcun invito, entrarono.
    Una volta all'interno della cinta muraria, videro che tutto sembrava nuovamente deserto.
    "Che strano..." mormorò Sora.
    Stava per fare un passo in avanti, ma il piede non fece in tempo a toccare il suolo, che una potentissima raffica di vento lo investì in pieno, e con lui anche Riku e Robin Hood.
    Qualche secondo, per poi vedere tre loschi individui, ovvero il principe Giovanni, lo sceriffo e sir Biss, correre all'impazzata fuori da un portone e uscire come razzi dall'entrata sul ponte levatoio.
    Sora li osservò inarcando un sopracciglio.
    "E quelli?"
    "Io non mi preoccuperei di loro. Guarda lassù!" gli fece notare Riku.
    Volsero quindi lo sguardo verso il tetto del corpo centrale dell'edificio. Sulla cima vi era una sorta di grosso buco nero, dal quale continuava a sgorgare oscurità; esso restava sospeso per aria, come se il cielo si fosse bucato, e, dal tetto del castello, si potevano notare molti Heartless che saltavano all'interno del portale.
    All'improvviso, si chiuse e l'oscurità che aleggiava nell'aria si dissolse rapidamente.
    "Sono fuggiti?" domandò Robin.
    Passò poco più di un secondo, che il castello cominciò a sgretolarsi, come se fosse fatto di sabbia. Le torri crollarono su sè stesse, acasciandosi a terra con un baccano infernale. Si alzò un gran polverone a causa di tutti i detriti piombati a terra.
    Una seconda raffica spazzò via la nube, lasciando scoperte le macerie.
    Sora corse verso i resti del castello, arrestandosi tutt'a un tratto. Sopra la sua testa, galleggiava qualcosa di nero, un'ombra: un enorme Heartless a forma di acquila se ne stava sospeso sopra le teste dei tre amici. L'oscuro volatile aveva dei grandi occhi gialli, fissi verso i malcapitati, e le sue ali erano ricoperte di piume nero pece. Il becco e gli artigli erano molto affilati ed appuntiti. Con possenti battiti d'ali restava al centro della piazza che si era appena formata per la caduta dell'edificio. Tuttavia le mura esterne non avevano subito alcun danno, formando così un recinto dal quale non si poteva fuggire.
    Sulla testa del rapace c'era un uomo, vestito di nero. Era Albaran.
    Con le braccia incrociate, se ne stava tranquillamente lì, ad osservare il lavoretto che aveva appena compiuto.
    "Ancora tu?" urlò Sora.
    Albaran scomparve, per apparire a terra davanti al ragazzo.
    "Ma si può sapere cosa volete? Perchè avete cominciato ad andare in giro a seminare il caos per i mondi?" gli chiese Sora, impugnando il keyblade.
    "Credevo che il vostro caro amico Axander ve lo avesse già spiegato... A quanto pare ero in errore"
    Nel mentre, Riku e Robin Hood si erano avvicinati, posizionandosi alle spalle di Sora.
    "Vogliamo semplicemente prendere il controllo di tutto ciò che esiste, di tutto ciò che ci spetta" ghignò.
    "E pensate di riuscirci? Ma per favore... Siete senza speranza" commentò Sora.
    Albaran alzò d'impulso una mano. Una potente folata di vento scagliò i tre amici lontano di qualche metro, a terra.
    "Voi siete senza speranza. Opporci resistenza è la vera follia. Soprattutto ora, che riusciremo a prendere il controllo di Kingdom Hearts"
    "Kingdom... Hearts?" chiese sbigottito il giovane, rialzandosi.
    "Esattamente. Grazie ad esso, otterremo un potere illimitato, una forza immensa e allora nessuno potrà più fermarci"
    Sora si mise a ridere.
    "Evidentemente non hai capito bene, perchè sennò non lasceresti fuggire gli Heartless, anzi, me li scaglieresti addosso"
    "Tu credi? Noi non siamo l'Organizzazione" gli rispose l'altro "Ma se ne sei proprio convinto... A me gli Heartless servono solo per dare il colpo di grazia all'ultimo ostacolo che ci troveremo di fronte. So a cosa ti riferisci, ma noi abbiamo trovato... un 'metodo alternativo' al mandarti contro gli Heartless affinchè liberino i loro cuori. Li troviamo molto più utili da vivi, se così si può definirli"
    "Un... Metodo alternativo? Di cosa stai parlando?" chiese Sora.
    Albaran si limitò a ridere, alzando le braccia al cielo, verso l'Heartless.
    "Guerriero del keyblade, permettimi di testare il tuo potere!" urlò, svanendo nell'oscurità.
    L'acquila scese in picchiata verso il ragazzo, che prontamente alzò il keyblade, colpendo il becco del nemico, il quale, velocemente, riprese quota. Ora l'Heartless volava circoscrivendo l'area dove si trovavano Sora, Riku e Robin Hood. Quest'ultimo, prendendo la mira sul volatile, gli scagliò addosso una delle sue frecce, che colpì in pieno un'ala. Ma il nemico non sembrava risentirne particolarmente. Partì, dunque, di nuovo all'attacco. Questa volta Sora riuscì a colpirlo solo una volta in più, ma sembrava tutto inutile.
    "Che cosa possiamo fare? Continua a volare e sembra instancabile" osservò l'arciere.
    Stavolta anche Sora prese la mira e, assieme ad un altro dardo di Robin Hood, lanciò anche il suo keyblade, che prese in pieno il petto dell'aquila, la quale emise un verso stridulo.
    "Forse ci siamo. Tutti sulle mura e colpiamolo dalla sua stessa altezza!" esclamò Riku.
    Gli altri due annuirono e salirono in fretta e furia sulle mura, posizionandosi ciascuno su un tratto differente.
    L'Heartless continuò a prendere di mira soltanto Sora, che fu costretto a schivare un paio di discese dell'uccello. Ritornato al centro dell' 'arena', tutti ne approfittarono.
    "Ora! Lanciamo!" urlò Sora.
    Ecco, allora, che i due keyblade e una freccia andarono a colpire nello stesso istante l'essere, ferendolo gravemente. Emettendo un altro dei suoi stridii, l'Heartless si agitò, restando sospeso per aria. A quel punto, con un balzo sorprendente, Sora, che aveva già ripreso il keyblade, riuscì ad arrivargli vicino quel tanto che bastava per colpirlo con delle combo per aria. Con un potentissimo colpo di grazia, infine, aganciò la testa del volatile, che finì velocemente a terra con un tonfo, prima di dissolversi rapidamente. Dal polverone appena alzato, si vide un cuore dalle notevoli dimensioni fluttuare per aria, scomparendo alla vista dei tre amici.
    Scesero dalle mura, avvicinandosi al centro del vasto spiazzo dove prima sorgeva il castello.
    "Chissà che cosa avrà voluto dire" disse Sora ripensando alle parole di Albaran.
    "Non farci caso. Voleva solo confonderti le idee" fece Riku.
    L'amico scosse il capo.
    "E invece io... Io ho paura che possano fare qualcosa a Kairi... Che c'entri qualcosa con i loro piani"
    Ci fu un attimo di silenzio.
    "Fatti forza, Sora. Ora andiamo a cercare il Re e gli altri, saranno stati sbalzati via da quelle forti raffiche" disse Riku.
    Riprendendosi, Sora annuì, e tutti e tre uscirono dalla cinta muraria, attraversando il ponte levatoio e dirigendosi verso la cittadina di Nottingham.
    Sul bordo delle mura, però, sedeva qualcuno, che fissava con molta attenzione Sora e Riku. Una volta persi di vista, si alzò; l'oscurità lo avvolse e svanì nel nulla, senza lasciare traccia.

    Tranquillamente stravaccato sul suo seggio, Grelwan stava addentando un panino, che sorreggeva davanti alla bocca con entrambe le mani.
    "Che... Gnam.... Barba" bonfonchiò con la bocca piena. "Tutti in giro a divertirsi, tranne me"
    Apparve, poi, una figura nera, già seduta sul suo trono.
    "Ohilà Nathan, come va?" gli chiese Grelwan, asciugandosi le mani e poggiando il panino sul tavolo.
    L'altro lo fissò con disappunto.
    "Ti sembra il momento di mangiare, questo? Già non fai nulla tutto il giorno e in più ti ingozzi come un morto di fame" lo rimproverò.
    "Se, se... Capisco che nessuno oserebbe mai pensare che qualcuno come me" disse pavoneggiandosi "Mangi un panino in situazioni simile. Ma la fame, fratello mio, non la si comanda"
    Nathan si battè una mano sul volto, scuotendo il capo.
    "Dove sono gli altri?" domandò poi.
    "Uhm... Albaran sarà ancora a spasso.... Ilfrien ha detto che voleva fare una cosuccia che desiderava attuare da molto tempo" gli rispose lo Stregone.
    "Capito... E quell'altro?"
    "Sono qui giusto per tenerlo d'occhio. Ogni tanto va a fare visita alle due mocciosette, ma poi sparisce nel nulla..."
    "Stai attento, non mi fido di lui"
    Nella sala tornò il silenzio, interrotto soltanto dai movimenti di Grelwan, ancora intento a mangiare. Il Guerriero si rivolse nuovamente a lui, con aria pensosa.
    "E comunque cosa dovrebbe fare Ilfrien di così importante?"
    "Sai com'è, gli prudevano le mani... Voleva incontrare il custode della chiave"

    -[.:Fine Capitolo XVIII:.]-
     
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  8. arthass
     
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    metodo alternativo?gli prudono le mani? poco ce capisco lol
     
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  9. -Kabubi-
     
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    Bello!!!
     
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  10. Nitrogooch
     
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    continua! ho recuperato tutto!
     
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  11.  
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    Uff... Finalmente ho trovato un pò di tempo libero per continuare a scrivere.

    - Chapter XIX: Una nuova meta -

    "Ci siamo"
    Sora puntò il keyblade verso l'albero nella piazzetta di Nottingham e una strana luce fuoriuscì dalla punta, andando a colpire in pieno l'albero, che, all'ultimo, rivelò la presenza della famigerata serratura. Il raggio la centrò e in pochi secondi tutto terminò; ora la serratura già scomparsa.
    "Finalmente ci siamo riusciti!" esclamò Paperino.
    "E il passaggio non dovrebbe comparire ora?" domandò Pippo.
    Non ebbe il tempo di finire che accanto all'albero si formò una porta, accompagnata da un potente fascio di luce. Questa si aprì, spalancandosi completamente.
    "E' tempo di andare" disse il Re.
    "Arrivederci amici! Ci piacerebbe molto restare qui un pò di più, ma dobbiamo proprio partire" spiegò Sora verso Robin Hood e Little John.
    Nella piazzetta vi erano anche Fra Tuck e il vero re, Riccardo, appena tornato dalla sua crociata; e poco dietro al fuorilegge, c'era la sua amata, Marion. Invece, poco più là, in un cava di pietra all'aperto, c'erano il principe Giovanni, lo sceriffo e sir Biss intenti nei loro nuovi lavoretti forzati.
    "Buon viaggio e grazie per ciò che avete fatto" li ringraziò re Riccardo.
    Si salutarono quindi, tutti quanti e dopo gli addii, Sora, Paperino, Pippo, Topolino e Riku oltrepassarono la porta. Furono subito investiti da un venticello freddo e pungente e poi... Il nulla.

    Impassibile, con lo sguardo rivolto verso l'alto, osservava il grosso portone oramai bloccato. Ilfrien teneva le braccia conserte e ogni tanto si spingeva sul naso i piccoli occhialini neri che portava. Era stranamente turbato, ma il respiro era regolare e non dava a vedere quello che stava provando. Rimase lì per qualche minuto. Alle sue spalle, un'enorme voragine e una torre inclinata e diroccata che spuntava dal baratro, da cui proveniva una strana forza, un'energia oscura.
    Ilfrien inclinò lievemente il capo verso destra e con un fluido gesto della mano, si scostò la coda di cavallo dalla spalla, gettandola dietro la schiena.
    Tutt'a un tratto si voltò, lasciando cadere le braccia lungo i fianchi e fissando la via principale, dalla quale proveniva un sinistro rumore, un rumore di passi. Ma vi era qualcosa di strano, come se lo sconosciuto avesse avuto una terza gamba. Pian piano, da dietro l'angolo, finalmente apparve.
    Da lontano, Ilfrien lo fissò, aggiustandosi per l'ennesima volta gli occhiali, ormai tick abituale. Sospirò, per poi prende fiato.
    "Tu..." disse semplicemente.
    Lui. Una piccola figura, ricurva sul proprio bastone, completamente avvolta da un mantello nero come la pece. Il volto non lo si poteva vedere, tranne che per due spettrali occhi ambrati. Il vecchio si fermò, alzando il bastone e indirizzandolo contro Ilfrien. Ora si poteva vedere chiaramente che sulla punta dell'appoggio vi era un simbolo, il simbolo dell'Organizzazione XIII.
    Ma il potente Signore non si scompose più di tanto, quasi non gli importasse della fama che aveva avuto quel terribile ordine di Nessuno.
    "Risparmiati la sceneggiata" tuonò.
    Ma nella sua voce nulla che lasciasse intendere rabbia o rancore, solo impazienza.
    "Perchè?" chiese il vecchio "Non ti soddisfa ciò che hai già? Io so che cosa vuoi, ma da me non avrai alcuna risposta"
    Ilfrien ghignò in modo beffardo.
    "Vedo che non stai tanto a cincischiare. Vuoi passare subito ai fatti" disse allargando le braccia e cominciando ad avvicinarsi all'uomo. "Come vuoi tu"
    Si fermò, sospirando nuovamente. Alzò il braccio destro verso l'alto, serrando il pugno e alzando l'indice e il medio, tenendoli uniti. Sopra la sua testa, a migliaia di metri da terra, enormi nubi si stavamo ammassando, segnalando l'arrivo di una tempesta. Il cielo, già scuro per la perenne oscurità, si rabbuiò ulteriormente.
    Ilfrien sussurrò arcane parole in antiche lingue ormai perdute da ere. Si udirono dei tuoni e poi iniziarono ad abbattersi i fulmini, sulle case e sul terreno circostante.
    "E' la tua ultima possibilità" urlò, ancora con il braccio alzato "Parla, Xemnas!"
    Ma il vecchio rimase in silenzio. Xemnas, o meglio, ciò che ne era rimasto dopo la disfatta, sembrava una statua.
    Ilfrien rise.
    "Vuoi sfidarmi, eh?" urlò.
    All'improvviso, un fulmine si abbattè sul ragazzo con tale potenza, da creare un'onda d'urto che scheggiò dei palazzi circostanti. Il soprabito nero cominciò ad ondeggiare, come smosso da un forte vento. Il braccio si abbassò velocemente, verso Xemnas. Una serie di scariche elettriche attraversarono l'arto in tutta la sua lunghezza, dalla spalla alla punta delle dita, e andarono a colpire la debole figura, scagliandola parecchi metri più indietro.
    "Sei patetico" commentò avvicinandosi a Xemnas "Le tue forze ti stanno abbandonando. Tu hai paura di andartene per sempre, nevvero? Io lo sento..."
    L'altro si rialzò di scattò, con un colpo di reni. Nonostante l'aspetto, pareva ancora in perfetta forma.
    "Illuso" mormorò Xemnas.
    "Oh, ma davvero?" ribattè sorridendo Ilfrien. "Eppure lo sai che dandomi una risposta, io potrei concederti la grazia. Perchè ti ostini a resistere? Sei solo, privo di ogni tuo potere. Che scopo hai, eh?"
    Xemnas rimase a fissarlo per interi, lenti e pesanti secondi.
    "Tu non mi ingannerai"
    Strinse il bianco bastone che teneva in mano e lo lanciò in aria, prendendolo al volo, a mò di lancia, puntandolo contro l'avversario. Infine scagliò l'arma. Ilfrien si scostò appena di lato, giusto per far passare l'arma di striscio, a qualche centimetro dal volto. Nel mentre, Xemnas aveva già estratto le sue due spade laser e si gettò, senza esitare, in un avventatissimo attacco.
    Calò le due spade dall'alto cercando di colpire il ragazzo, ma a questi, bastò alzare un braccio, per bloccare la discesa dei due laser. Non si ferì, non sentì dolore.
    Mentre con l'avambraccio sinistro aveva parato il doppio fendente, il destro saettò verso il fianco di Xemnas, colpendolo ancora e buttandolo a terra.
    Ora, il vecchio, si appoggiò a fatica sui palmi delle mani, sorreggendosi a malapena, con lo sguardo rivolto verso il terreno. Respirava a fatica.
    "Le due fanciulle... E' vero?" domandò Ilfrien, in piedi a lato del moribondo.
    Xemnas si limitò a ridere, voltando lentamente il capo verso il nemico. Scosse la testa, senza interrompere la risata.
    Ilfrien, allora, sorrise. Alzò il braccio destro, sopra la testa.
    "Xemnas, numero Uno dell'Organizzazione XIII" proferì "La tua fine è finalmente giunta"
    E detto ciò, calò la sua enorme arma sull'inerme Nessuno, il quale, ormai disteso a terra, venne travolto in pieno e cominciò, quindi, a dissolversi, fino a sparire completamente.
    L'arma di Ilfrien scomparve, a quel punto.
    Alle sue spalle, si aprì un passaggio, dal quale uscì Einar. Avanzò sino alle spalle del Signore delle Tempeste, Primo della Legione Nera.
    "Lo hai sistemato, allora"
    Ilfrien si voltò fissando Einar, con occhi di ghiaccio.
    "Consideralo un ringraziamento per ciò che hai fatto. Le mie intuizioni erano esatte" disse alla volta del ragazzo.
    Costui annuì.
    "Anche se però avrei preferito pensarci io"
    "Rilassati... Non avrai avuto la tua vendetta, ma ora finalmente è sistemato, esattamente come bramavi" affermò sorridendo Ilfrien. Giunto davanti ad un muro, tese una mano in avanti aprendo un portale e oltrepassandolo.
    Einar rimase pensieroso per qualche secondo, poi si decise e se ne andò a sua volta, scomparendo da ciò che restava del Mondo che non Esiste.

    "Ma tra tutti i mondi in cui potevamo finire, proprio nell'Oltretomba dovevamo capitare?" domandò Paperino, abbastanza su di giri.
    "Beh, non è poi tanto male, magari riusciamo ad incontrare Hercules o Fil..." sdrammatizzò Pippo.
    "Ehi aspettate un momento... Dov'è Sora?" disse Riku, guardandosi attorno.
    Tutti e quattro erano finiti nell'Oltretomba, poco distanti dalla scalinata che conduceva al Monte Olimpo.
    "Sora! Sora!" urlarono il Re e Pippo.
    "Soraaaaaaaaaaaaaaaa!" gridò Paperino, correndo di qua e di là.
    Intanto Riku si era fermato ad osservare due figure in lontananza, che stavano discutendo animatamente.
    "Ragazzi, forse loro lo hanno in visto. In fondo non può essere andato molto lontano..." suggerì.
    E così si avviarono a chiedere informazioni.

    Sora si rialzò, reggendosi la testa. Sentiva un forte dolore.
    "Ohi, ohi... Ma dove sono finito?" si chiese osservando i dintorni.
    Sembrava una grotta, una grotta piuttosto estesa. Su una parete appariva un grosso portone bloccato, mentre dalla parte opposta c'era una rampa che scendeva, avvolta in una tetra nebbia.
    Ora riusciva finalmente a ricordare.
    "L'Oltretomba... Qui è dove è apparso per la prima volta Demyx, il tizio con la chitarra..." pensò.
    Osservò il portone.
    "E qui è dove..."
    All'improvviso udì un battito di mani alle sue spalle, a qualche metro di distanza. Sora si voltò di scatto, impugnando prontamente il keyblade.
    "Dunque non mi ero sbagliato" affermò Ilfrien "Tu sei il famigerato custode della chiave"
    Sora lo fissò per qualche istante, cominciando a capire chi potesse essere.

    "Il numero uno? Non l'abbiamo ancora incontrato, dico bene?"
    "E spera di non incontrarlo mai"


    Ilfrien tese la mano destra in avanti. Una potente luce scaturì dal palmo della sua mano. Ora impugnava un keyblade.

    -[.:Fine Capitolo XIX:.]-

    Edited by .:[Airknight]:. - 1/5/2007, 13:19
     
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  12. -Kabubi-
     
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  13. arthass
     
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    - Chapter XX: L'agguato-

    I due avversari erano uno di fronte all'altro, pronti allo scontro. Si scrutarono per interminabili attimi, ciascuno cercando di scovare nel volto del nemico un qualsiasi segno di disattenzione e quindi partire all'attacco.
    Ilfrien mosse rapidamente il keyblade, saltando verso l'alto. Sora rimase immobile, in guardia, senza distogliere lo sguardo dalle sue mosse. Con sempre maggiore velocità, scese verso Sora, con un potentissimo fendente che andò a trovare ostacolo nel keyblade del giovane. Lo scontro causò un forte spostamento d'aria.
    Ilfrien, caricò nuovamente il braccio all'indietro e in pochi secondi ripartì all'attacco, mulinando una serie di colpi terribili. Sora riusciva a stento a pararli tutti e si trovò costretto ad indietreggiare velocemente ad ogni mossa, mentre l'altro avanza senza alcun intralcio. All'ultimo, Sora balzò all'indietro, con una formidabile spinta delle gambe, per allontanarsi e prendere le distanze, ma Ilfrien non gli diede il tempo: lo aveva seguito, parandosi di nuovo davanti al ragazzo con un'altra serie di attacchi molto rapidi e precisi.
    Infine, il custode della chiave cadde a terra, stremato dal frenetico ritmo dello scontro.
    "Di già? Ti credevo un pò più resistente... Non hai più voglia di giocare?" gli domandò il capo della Legione, a qualche metro di distanza.
    Sora si rialzò di scatto, e con un balzo, mirò al volto dell'avversario, il quale, rapidamente, tese la mano libera dall'impugnatura dell'arma davanti a sè. La Catena Regale colpì una barriera invisibile, generata dalla mano di Ilfrien, e il ragazzo fu di nuovo scaraventato lontano.
    Sistemandosi gli occhialini, l'oscura figura, avanzò sino a Sora, nuovamente steso per terra. Sentì un forte dolore alla testa e, lentamente, la vista cominciò ad offuscarsi, sino a perdere completamente i sensi. L'ultima cosa che Sora vide, fu Ilfrien, che sollevato il suo keyblade in alto, stava per dargli il colpo di grazia con la punta dell'arma.

    "Sora!"
    "Cosa..?"
    "Sora, rialzati, presto!"

    L'eroe del keyblade, ripredendosi, fece in tempo ad allontanare con una mossa fulminea la lama del nemico, che indietreggiò di qualche passo, tenendo la sua chiave puntata verso Sora.
    Si mise a ridere, quasi divertito.
    E a quella risata, il giovane ricambiò con uno sguardo di puro odio
    Impugnando la Catena Regale con entrambe le mani, cominciò a correre verso Ilfrien.
    "Sciocco" mormorò, divaricando le gambe e abbassandosi, piegando il braccio destro e, di conseguenza, allontando il keyblade.
    "Thundaga!" urlò, allungando Oscuro Potere, la sua chiave, verso Sora, oramai già abbastanza vicino.
    Una scarica elettrica percorse tutte l'arma, dall'impugnatura fino all'estremità della lama, scaricandosi addosso al ragazzo.
    Con un urlò di dolore, Sora si accasciò, attanagliato dai fulmini.
    "Muori!" sbottò Ilfrien, rincarando la dose.
    Le scosse si intensificarono.
    Allo stremo delle forze, Sora pensò di essere ormai giunto alla fine. Aveva esaurito tutte le sue forze e il dolore stava cominciando a divenire insopportabile. Era questa, dunque, la sua fine? Cadere senza neanche aver completato il suo viaggio? Senza essere riuscito a recuperare Kairi?
    "No..."
    Con un ultimo e disumano sforzo, posizionò il keyblade davanti a sè.
    "Reflex!"
    Dal nulla, si creò una barriera tutt'attorno al ragazzo. I fulmini furono quindi respinti verso il mittente, che venne letteralmente investito dalle scariche elettriche.
    Ma sembrava non risentirne particolarmente. Si osservò la mano muovendola per sgranchirla un pò e assicurarsi che fosse tutto a posto.
    "Tu... Sei..." disse Sora col fiatone "I loro capo... Non è così?"
    Se ne stava in ginocchio, non aveva ancora recuperato abbastanza forza per rimettersi in piedi. E solo ora ricordò, che trovandosi nel regno di Ade, la sua forza poteva diminuire di molto.
    "Già" ammise Ilfrien, ora senza keyblade, davanti a Sora "Il mio nome è Ilfrien. E tu devi essere... Sora"
    "Come conosci il mio nome?"
    L'altro ridacchiò.
    "Sai, lo sento di tanto in tanto... Sora... Sora, dove sei?... Quella ragazzina deve essere molto legata a te"
    "Kairi..."
    Sora si rialzò del tutto, brandendo ancora la sua arma.
    "Che cosa le avete fatto?"
    "Sarebbe più giusto chiedermi che cosa stiamo per farle"
    "Maledetto!" ringhiò di rabbia il ragazzo, attaccando Ilfrien.
    Inutile dire che il tentativo andò a vuoto, dato che i suoi movimenti ora erano lenti e prevedibili.
    "Ma non temere, una volta che avremo terminato, te la restituiremo... O forse no. Dipende se avrò voglia di tenervi in vita" con un sorriso malevolo.
    Sora strinse i pugni e sferrò un altro colpo, anch'esso a vuoto.
    "Non sprecare le energie e non muoverti per nulla, mi fai solo venire il mal di testa" mormorò poggiandosi una mano sulla fronte.
    Ma Sora non lo ascoltò e, fuori di senno, continuava e continuva, invano, cercando di ferirlo.
    "Ora basta, mi hai veramente scocciato" sbottò Ilfrien, schioccando le dita.

    "Quello è Ade..." disse Paperino.
    I due uomini che avevano notato poco prima, non erano propriamente uomini. Uno era Ade, il dio dei morti, l'altro invece era un omone di quasi due metri, con una strana aura dorata che lo circondava. Indossava una tunica violacea e aveva una folta barba bianca.
    Rimanendo in disparte, colsero solo la parte finale del discorso.
    "... Facciamo così allora, caro Zeus: io chiuderò la baracca solamente se troverai qualcuno in grado di battere i miei tre campioni, che cosa ne dici?"
    "Non dovrebbe essere un problema per Hercules, ci sto!"
    Zeus e Ade si strinsero la mano.
    "Non fare molto affidamento sul mega-imbecille, questa volta non avrà alcuna possibilità!" affermò Ade ridendo a andandosene "Vedremo al torneo, ehehehe..."
    Zeus rimase lì a guardarlo, per poi voltarsi verso i nuovi giunti.
    "Oh, ma guarda... Mi sembrava di aver sentito qualcuno"
    Riku e gli altri si fecero avanti.
    Non fecero in tempo ad instaurare un dialogo, che dalle grotte uscì di corsa un uomo, rallentato dal peso che portava sulle spalle. Via via che si avvicinava, Paperino e Pippo lo riconobbero.
    "Hei, Herc!" urlò Pippo, facendo segnali con le braccia.
    Hercules si fermò un attimo e svoltò verso la loro direzione.
    "E' bello rivedervi ragazzi, ma ora non c'è tempo, presto" disse posando in fretta il carico che portava e stendendolo a terra.
    "Ma... Quello..." mormorò Riku.
    "Sora!" esclamò il Re.
    Tutti si avvicinarono.
    "Che cosa gli è successo?" domandò il ragazzo dai capelli argentei, chinandosi vicino all'amico.
    "Vorrei tanto potervelo dire. Stavo facendo un giro da quelle parti per trovare i famosi campioni di Ade e, mentre cercavo, ho notato Sora disteso per terra e, poco più avanti, uno strano ragazzo vestito di nero che stava scomparendo nel nulla. A quel punto l'ho soccorso, ma non si muoveva più"
    Osservarono Sora, steso per terra, con gli occhi chiusi. Sembrava non respirare e non dava segni di vita. Paperino provò anche ad utilizzare più volte la magia Energia, ma fu tutto inutile. Si rattristarono dunque, al vedere il loro amico in quelle condizioni.
    "Forse possiamo ancora salvarlo" intervenne Zeus "Seguitemi" disse infine, dirigendosi verso la scalinata che portava al Monte Olimpo.
    Hercules si caricò nuovamente Sora in spalle, e seguito da Riku, Pippo, Paperino e il Re, si incamminò a sua volta su per i gradini.

    "Kairi..."

    -[.:Fine Capitolo XX:.]-

    Ci tengo precisare due cose:
    - scusate la cortezza (o si dice cortità?) del capitolo
    - il prossimo, non vi spaventate se non capirete nulla all'inizio e i personaggi non c'entreranno nulla... capirete tutto, poi...
     
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  15. arthass
     
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    mi piace i piace mi piacce lol
     
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