Kingdom Hearts: A New Beginning

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  1. Nitrogooch
     
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    fine quinto capitolo! mostro sei bravissimo XD
    pian piano leggerò tutto :)
     
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    Grazie mille a tutti! :)

    - Chapter XIII: Manca poco, ormai... -

    "Idiota! Doppiamente idiota! Persino un bambino avrebbe fatto meglio di te!"
    "Questo è troppo! Chiudi quella bocca o mi vedo costretto a tappartela io con la forza!"
    Una tavolata circolare era posta verso la fine del grande salone bianco. Cinque sedie erano disposte lungo tutto il perimetro, ma più che sedie sembravano dei seggi reali, sui quali potevano sedersi solo grandi imperatori, potenti conquistatori. Conquistatori di mondi. Questo era il luogo dove i cinque della Legione Nera erano soliti ritrovarsi per discutere su faccende della massima importanza. Ma ora erano solo in quattro.
    I cinque seggi erano diversi l'uno dall'altro.
    Il primo, costituito di intera roccia, pareva il più grande e imponente. Non era stato lavorato molto e presentava ancora una forma piuttosto grezza, rimandante ai massi ritrovabili facilmente in natura. Tuttavia, lungo tutto il margine, si notavano degli scintillii povocati dagli splendenti e allungati tre smeraldi, riflettenti la luce propria del salone.
    Il secondo era interamente ricoperto di ghiaccio perenne, molto ben intagliato; sullo schienale sembravano essere ricamate le onde dell'oceano e in cima ad esso spuntava una sorta di piccolo tridente, su cui erano incastonati tre grossi zaffiri.
    Il terzo, l'unico vuoto, risultava, forse il più decorato, il più particolareggiato. Il materiale risultava sconosciuto a quasi tutti, dato che prendeva fuoco all'improvviso qualora il suo legittimo proprietario fosse nelle vicinanze. Lo schienale terminava con una forma triangolare, e su ognuno degli spigoli appariva un infuocato e meraviglioso rubino.
    Il quarto non si vedeva. Era composto da diverse correnti d'aria, oguna verso una determinata direzione, che andavano a formare i lineamenti del seggio. Quindi, sospesi a mezz'aria si intravedevano 3 diamanti, l'uno accanto all'altro.
    Infine, l'ultimo trono, il più regale di tutti era completamente bianco. La forma era quella basica, di ciascuna sedia, ma aveva un 'non so che' di aulico. Lo schienale era tondeggiante, ma molto alto e sulla sommità si trovavano tre piccole croci latine costituite di solo mithril, il materiale più raro e resistente.
    Grelwan e Nathan stavano discutendo animatamente. Albaran invece, sembrava stesse schiacciando un pisolino, date le braccia incrociate e il capo chino in avanti. Ma in realtà era vigile come non mai. Ilfrien se ne stava in silenzio ad osservare i fratelli, composto solo come un grande signore poteva esserlo. Al suo fianco, in piedi, Einar, anch'egli silenzioso, che ascoltava interessato.
    "Non hai fatto fuori Axander e credi di poter minacciare me, eh?"
    Nathan afferrò allora la sua ascia e la scagliò a massima velocità contro il fratello istigatore, che riuscì tuttavia a congelarla mentre era ancora in volo e a farla cadere sul tavolo, senza causare però alcun danno.
    "Non sono ammessi questi comportamenti qui!" disse d'un tratto Albaran.
    "Ma di cosa ti impicci, tu? Sempre a dormire e a fare i tuoi comodi" commentò acidamente Grelwan; al che Albaran gli lanciò un'occhiata di fuoco da sotto il cappuccio.
    "Per favore, signori, un pò di contegno" intervenne sospirando Ilfrien.
    Gli altri taquero.
    "Perchè litigare su queste sciocchezze, mi chiedo. Non vedo dov'è il problema"
    "Il problema è, caro fratello, che questi due sono delle nullità assolute" rispose Grelwan indicando gli altri due.
    "Ma come si permette!" sbottò Nathan, stringendo i pugni.
    Albaran rimase in silenzio.
    "Piano, piano. Per prima cosa tranquillizzatevi. Poi veniamo al dunque. Qualche mossa falsa, è vero, ma nulla di grave in fondo" fece Ilfrien, voltandosi in seguito verso Einar. "Lasciaci soli" gli ordinò sottovoce.
    Il ragazzo annuì e prese ad incamminarsi verso il portone d'uscita, richiudendoselo alle spalle, una volta varcata la soglia. Ora non udiva più alcuna voce. Cominciò a scendere le scale, per dirigersi ai piani più bassi.

    "Stai bene?"
    "Uh...? Cosa... Dove mi trovo?"
    "Sono felice che ti sia svegliata, inziavo ad essere preoccupata" disse sorridendo una giovane ragazza dai lunghi capelli castani.
    Kairi si alzò lentamente, mettendosi a sedere sul bordo del letto. Si guardava attorno, intimorita da quel luogo. Tutto era bianco, dal pavimento al letto, dal lampadario al davanzale della finestra. La ragazza osservò a lungo la finestra, alzandosi poi per andare a guardare fuori. Una volta affacciatasi, sentì un vento gelido pungergli il volto. Subito richiuse le ante, restando a fissare le nuvole che passavano lì vicino.
    "Devi stare attenta, siamo a molte miglia da terra, come puoi notare" le fece osservare Elen.
    "A molte miglia...?" ripeté Kairi confusa.
    "Sì, questa è una fortezza volante" aggiunse una nuova voce.
    Le due ragazze si girarono e videro che era appena entrato Einar. Subito Elen si rabbuiò, cominciando già a dirigersi verso la stanza accanto e chiudendo violentemente la porta. Kairi, sempre più confusa, fissò lo strano ragazzo che aveva a pochi passi.
    "Tu chi sei?" gli domandò.
    "Oh, già" esclamò mortificato "Scusami, il mio nome è Einar" disse sorridente tendendo la mano alla ragazza.
    Lei però non fece altrettanto, quasi avesse intuito che quel tale non doveva essere un suo amico. Il suo sguardo rimase fisso sul volto del giovane.
    "Kairi" disse semplicemente.
    "Kairi... Che bel nome" continuò cominciando a passeggiare tranquillamente. "E da dove vieni?"
    "Perchè quella ragazza appena ti ha visto se n'è andata?"
    "Affari personali" rispose bruscamente. "E comunque non mi hai risposto"
    La ragazza non rispose. Restava in piedi, immobile, a guardare quello sconosciuto. I minuti passarono, interminabili e silenziosi. Nessuno si accinse ad aggiungere altro.
    "Loquace" commentò infine Einar a bassa voce. "Buona giornata" concluse andandosene come se nulla fosse.
    Kairi andò a sedersi sul letto, sospirando, e osservando il pavimento. Aveva paura. Non sapeva di cosa, ma aveva paura.
    "Sora... Dove sei?"

    "Siamo davvero sicuri che il portone reggerà?" domandò Axander.
    "Fidati, è sotto un potente incantesimo di Merlino. Nessun Heartless oserà varcarlo, a meno che non voglia porre fine alla sua inutile esistenza" rispose Leon.
    Era passato un giorno. I sei amici ora se ne stavano nelle vicinanze dell'abitazione del mago, per controllare se tutto fosse in ordine. Dopo qualche minuto tutti si ritrovarono al piccolo cortile, pronti a rincasare. Ma qualcosa attirò l'attenzione di Sora, che aveva sentito dei rumori.
    "Ehilà Sora!" disse una voce.
    "Il Re!" esclamò il custode del keyblade vedendolo arrivare dal vicolo che portava al mercato assieme a Paperino e Pippo.
    "Finalmente, pensavamo che non sareste mai riusciti ad arrivare" commentò Axander.
    "Ci è mancato poco! E' quasi impossibile atterrare senza essere notati dagli Heartless" commentò Paperino.
    "Heartless?" domandò Sora.
    "Sì, una vastissima flotta di navi Heartless sta per giungere qui a Radiant Garden! Siamo corsi qui ad avvertirvi appena siamo atterrati!" disse Topolino.
    "La nostra gummiship è pure andata distrutta" aggiunse Pippo un tantino demoralizzato.
    Gli altri rimasero sgomenti al sentire quelle parole. Una flotta di navi Heartless stava per piombare su quel mondo. Sembrava una cosa assurda, qualcosa di impossibile. Eppure era così. Pian piano il cielo cominciò ad oscurarsi.
    "Lassù!" urlò Barret, indicando il cielo.
    Tutti alzarono lo sguardo. Merlino e Cid uscirono di casa per osservare anche loro.
    Tantissime gummiship, con ogni probabilità, che portavano il sigillo di un cuore oscurato stavano cominciando a scendere, molto lentamente. Erano decisamente più di un centinaio.
    "E' terribile. Come possiamo fermarle?" chiese Riku, voltandosi verso il Re.
    "Non ne ho idea. So solo che non siamo gli unici in questa situazione. Altre gummiship sono partite in massa verso altre direzioni, probabilmente per attaccare altri mondi" rispose Topolino.
    Cid rimase in silenzio. Poi, togliendosi il bastoncino che teneva in bocca, si rivolse a tutti.
    "Venite dentro, abbiamo finito la macchina! Sarà il caso di sperimentarla visto che i 'cosi' stanno per arrivare" disse l'uomo.
    Nessuno sentenziò e tutti entrarono nell'abitazione, senza avere la benchè minima idea di cosa stesse parlando.
    "Buongiorno vostra maestà" salutò lo sconosciuto che aveva aiutato Cid.
    "Che sorpresa Archimede, che cosa ci fai qui?" fece il Re.
    "Oh, è una lunga storia. Se non vi è di disturbo seguitemi" disse rivolto a tutti.
    Quindi arrivarono al macchinario che avevano notato il giorno prima e che sembrava ultimato.
    "Vi presento... Ehm... A dir la verità non ho ancora deciso il nome... Che ne dite di 'Portale interplanetario'?"
    Barret e Red intanto erano rimasti alla porta.
    "Beh, sentite, non so voi, ma io non ci sto a squagliarmela come un vile e lasciar fare i loro comodi a questi Heartless. Io e Red abbiamo deciso di rimanere, vediamo quanti di loro riusciranno a oltrepassarci!"
    Detto ciò, caricò la sua arma e uscì, seguito da Red.
    "Quella testaccia dura..." commentò Leon scuotendo il capo. "... Ha ragione! Non lo lascio solo, vado anche io. Abbiamo perso il nostro mondo già una volta e non lascerò che si ripeta di nuovo tutto" esclamò deciso.
    Axander sorrise appoggiando una mano sulla spalla di Sora.
    "Vedete di trovare Kairi e Elen. Conto su di voi"
    "Che cosa vuoi dire? Abbiamo bisogno del tuo aiuto, non puoi..." disse Sora, interrompendosi.
    Ma era troppo tardi. Scambiatisi uno sguardo di intesa, Axander e Leon erano usciti dalla casa, scomparendo verso il borgo.
    "Non ti preoccupare Sora" lo consolò Riku "Torneremo a dargli una mano appena le avremo ritrovate"
    Un sorriso si dipinse sul volto del ragazzo. Gli altri tre si avvicinarono.
    "Questa volta ci saremo anche noi" disse Topolino osservando Riku, che annuì.
    "Yuk, Sora sei pronto a partire?" gli chiese Pippo.
    "Certamente" disse mettendo una mano davanti a sé.
    Paperino si avvicinò e mise la sua sopra a quella del ragazzo e lo stesso fece poi Pippo. Tutti e tre erano nuovamente pronti a partire, proprio come all'inizio del loro primo viaggio. Questa volta, altre due mani si aggiunsero, quella del Re e di Riku.
    "Partiremo in cinque e torneremo in cinque"

    -[.:Fine Capitolo XIII:.]-

     
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  3. arthass
     
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    *___*
    Finale eroico XDXDXD
     
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  4. -Kabubi-
     
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    mi sa di Signore degli Anelli, "La Compagnia dell'Anello"
     
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  5. arthass
     
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    è vero!!!! :sisi: :sisi: :sisi:
     
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  6. -Kabubi-
     
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    con Riku nella parte di Aragorn!!!
     
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    Non mi pare venga detto... Di Tolkien ho letto tutte le sue opere, per cui so la maggior parte delle frasi che usa e sto bene attento a non copiarle (anche perchè a Gran Burrone nessuno dei 9 viandanti dice una cosa simile, al massimo Elrond "9 viandanti si opporranno ai 9 spettri dell'Anello")
    Saranno i pensieri che si ripercuotono nella testa...
    Meglio pensarci su allora, la prossima volta :sisi:
     
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    Capitolo 14 sfornato.

    - Chapter XIV: Inizia il viaggio -

    "Scusate se vi disturbo ancora, ma adesso sarà meglio prepararsi" esordì Archimede avvicinandosi al gruppetto.
    "Da quanto è emerso da quello che ho sentito l'ultima volta dal vostro amico... Ehm.."
    "Axander" precisò Riku.
    "Sì, lui... State cercando un mondo in particolare. Avete già qualche idea?"
    Scuotendo la testa, gli altri gli diedero una risposta negativa.
    "Eh... Già... Dunque, questo macchinario di nostra invenzione permette un passaggio istantaneo da un mondo ad un altro, senza bisogno di utilizzare alcuna gummiship. Una volta trovato un mondo sarà opportuno sigillarne la serratura..."
    "Di nuovo?" domandò Sora.
    "A quanto pare" rispose Archimede "Come dicevo, arrivati in un mondo dovrete chiudere la serratura e solo a quel punto potrete partire verso un altra destinazione"
    Sora fece per parlare, ma l'inventore alzò una mano immediatamente.
    "Lasciami finire. Con ogni probabilità" avvicinandosi ad una lavagna e mostrando una serie di disegni e di calcoli alquanto complessi "Ogni passaggio appare accanto alla serratura bloccata, è chiaro adesso? Non dovrete fare altro che passare da un posto ad un altro, sigillando le serrature, finchè non avrete trovato il posto che vi interessa. Il portale è stato adattato in modo da avere un'intelligenza propria e anche un cuore, se la mettiamo su questi termini. E' stato un lavoro colossale, ma credo ne sia valsa la pena"
    "Grazie Archimede, hai avuto un'ottima idea! Soprattutto ora che viaggiare con la gummiship non è più possibile" affermò Topolino.
    "Ora, se non vi disturbo, vi pregherei di avvicinarvi, mettendovi sotto ad esso"
    Sora e i suoi amici eseguirono, posizionandosi sotto quello che sembrava un'enorme ombrello. L'inventore intanto si era avvicinato al computer, inserendo dei dati e preparando tutto il resto. Cid e Merlino rimasero ad osservare.
    "Sora, ho qualcosa per te" disse ad un certo punto Merlino agitando la bacchetta.
    Un fascio di luce ne uscì andando a colpire i vestiti del ragazzo.
    "Non avrai creduto davvero che l'incantesimo delle tre fate buone sarebbe durato per sempre? Ora ho ricaricato i tuoi vestiti, potenziandoli, addirittura. Tant'è che adesso ti ho appena consegnato tutti i sigilli per le fusioni"
    "Uao, grazie infinite Merlino" esclamò Sora.
    "Ehi, questo invece è da parte di noi altri" disse a sua volta Cid lanciandogli qualcosa, che Sora afferrò al volo.
    "Che cosa...?"
    "Partenza!" disse Archimede premendo un pulsante.
    Il macchinario sopra le loro teste si illuminò, proiettando una luce molto intensa che invase tutta la stanza. I presenti si coprirono gli occhi, abbagliati dai raggi. Il motore centrale cominciò a partire con un rumore che si faceva sempre più forte. Lentamente la luce cominciò a spegnersi e il rumore a cessare. Merlino, Cid e Archimede guardarono in direzione del portale. Non c'era più traccia di Sora, Riku, il Re, Paperino e Pippo.

    "Questo posto ha qualcosa di familiare" disse Sora.
    "Già, anche io ho l'impressione di esserci già stato" affermò Paperino.
    "Gawrsh, ma noi ci siamo già stati qui. Sembra tanto il regno dell'oscurità!" esclamò Pippo.
    Riku e il Re si guardarono attorno. Tutto era immerso nell'oscurità più assoluta. Un pesante silenzio aleggiava nell'aria. Tuttavia, nonostante il buio, ci si riusciva a riconoscere facilmente, come se ogni compagno brillasse di una luce propria.
    "No, non è possibile!" fece Sora "Vuoi dire che il portale non ha funzionato?" chiese a Pippo, con una nota di disperazione.
    "Fermi tutti! Avevamo previsto una cosa del genere!" esclamò una voce.
    "Chi è stato?" domandò Topolino "Chi è là?"
    "Sono io vostra maestà, Archimede! Vi sto parlando tramite il congegno che Cid ha lanciato a Sora poco prima di partire"
    Il ragazzo mise una mano in tasca, estraendo quello che sembrava un orologio da tasca. Ci diede qualche colpetto con l'indice per capire come funzionasse.
    "Sora, premi il tasto in alto!"
    "Quale, questo?"
    "Sì, ecco... Ora dovreste sentirmi meglio! Secondo i miei calcoli siete finiti in un luogo imprecisato... Provate a cercare una porta davanti a voi, dovrebbe essercene una particolarmente luminosa"
    "Spiacente, Archi, ma qua non si vede proprio niente" commentò Pippo.
    "Tiraci fuori di qui!!!!" urlò Paperino.
    "I keyblade non fanno nulla? Intendo... Nessuna reazione?" domandò Archimede.
    In mano a Sora comparve subito la chiave, accompagnata da un forte bagliore. Poco più avanti, dalle tenebre stava emergendo una grande porta bianca. Pian piano, essa si spalancò, finò ad aprirsi completamente. All'interno si vedeva solo un fascio di luce molto intenso che abbagliava al contatto con gli occhi.
    "Ecco la porta, andiamo!" esclamò frettolosamente Riku.
    Con decisione corse verso il fascio di luce, saltandoci dentro e scomparendo alla vista degli amici.
    "Aspetta, Riku!" urlò Sora.
    Intanto il Re si era gettato all'inseguimento di Riku e anch'egli finì per oltrepassare la soglia.
    "Vostra Maestà!" urlarono Paperino e Pippo.
    A quel punto, la porta cominciò lentamente a richiudersi. Sora si gettò in avanti con uno scatto, afferrando il bordo della porta e tirando più che poteva. Paperino e Pippo gli arrivarono da dietro, afferrandolo alla vita e tirando a loro volta.
    "Non lasciamo che si chiudi!"
    Ma le parole del giovane furono vane. Non riuscirono ad impedire la chiusura dell'unica via di fuga, che scomparve nelle tenebre, così come era apparsa.
    "No... No! Riku! Vostra Maestà!" cominciò a chiamare Sora, ma nessuna voce rispondeva.
    "Sora..." si avvicinò Paperino con aria triste.
    "Se ne sono andati" disse Pippo, del medesimo umore del mago.
    A quel punto, il ragazzo cominciò a guardarsi freneticamente attorno; non voleva darsi pace. Doveva trovare Riku e il Re, esattamente come era successo molto tempo prima.
    "Hai smarrito la via..."
    Sora si bloccò.
    "... Ma non temere..."
    Gli altri due si avvicinarono, non capendo da dove potesse provenire quella voce.
    "Archimede, sei tu?" chiese con un filo di voce il papero.
    Silenzio.
    "... Essa non è sparita del tutto..."
    Era debole, quasi un sussurro. Una strana sensasione li colse. Era come se la sentissero e non la sentissero allo stesso tempo. Ad un certo punto si materializzò una seconda porta bianca, identica alla precedente. E come quella di prima, si aprì anche questa.
    "... Hai ancora una possibilità..."
    I tre si avvicinarono, senza fiatare, alla porta, sino a giungere a pochi passi dalla soglia.
    "... Non la sprecare..."
    Con piccoli passi, si avvicinarono sempre di più. Ora, i loro volti erano completamente immersi nella luce. Avevano oltrepassato il limite, dove l'oscurità diveniva luce, e la porta cominciò a chiudersi alle loro spalle. Si fermarono e la osservarono bloccare il passaggio alle loro spalle. Con un rumore sordo si chiuse del tutto e i tre amici ritornarono nell'oscurità, ma stavolta non vedevano più nulla.
    "... Non agitarti..."
    Sotto i loro piedi il terreno cominciò a mancare e iniziarono a precipitare.
    "Che cosa sta succedendo?" urlò Paperino.
    "Non lo so!" gli rispose Sora con tono di voce alto.
    "... Lascia che sia il cuore a guidarti..."
    Si zittirono nuovamente, quando videro che una luce, in fondo, si stava facendo sempre più vicina. E man mano che gli andavano incontro, si ingrandiva e si intensificava.
    "... L'arma più forte che tu possegga..."
    Sora sentì un leggero venticello accarezzargli il viso. Chiuse gli occhi, sorridendo.

    "Un cuore"
    "Come?"
    "Un cuore" ripetè Ilfrien.
    Sedeva solitario, sul suo alto seggio, a contemplare il nulla. Davanti a lui Einar, che lo fissava.
    "Quel Xemnas la sapeva lunga. O meglio, gli appunti che ho trovato... Sono convinto che, quando era ancora in vita, sia stato un grande" commentò.
    "Sì, un grande stupido" puntualizzò Einar.
    Ilfrien rise.
    "Suvvia. Ha scoperto cose di cui persino io ignoravo l'esistenza. Peccato fosse solo un Nessuno, magari quando era ancora normale..."
    "Hai qualche pregiudizio sui Nessuno?" lo fulminò il giovane.
    "E anche se fosse?" disse l'altro, con espressione grave.
    Einar si zittì.
    "Ha avuto tra le sue mani un enorme potere, e ne ha sfruttato solamente una piccolissima parte" specificò Ilfrien accostando il pollice e l'indice della mano destra, per rendere l'idea. "Ma io non commetterò lo stesso errore"
    L'altro schioccò le dita.
    "Vado a farmi un giro" disse scomparendo.
    Se ne andò velocemente, lasciando solo il Signore delle Tempeste. Solo, a riflettere. Su che cosa, nessuno sarebbe stato in grado di dirlo con certezza.

    Sora si alzò, da terra. Era finito disteso in mezzo ad una piccola radura. Tutt'attorno solo alberi. Poco distanti stavano Paperino e Pippo, in piedi a discutere.
    "Ehi, che cosa state facendo?"
    "Stiamo cercando di capire in che posto siamo finiti" disse Paperino.
    Pippo si grattò il capo, pensando.
    "Una foresta, non vedo altro... In quali mondi che abbiamo visitato c'era una foresta?" ragionò Sora.
    "Beh, vediamo.... Troppo verde per essere quella della Città di Halloween" disse Pippo.
    "La Terra dei Dragoni? La Giungla? Le Terre del Branco?" continuò il mago di corte.
    "No. Decisamente no" concluse Sora. "Facciamo un giro al posto di starcene qui impalati, magari riusciremo a trovare Riku o il Re..."
    "Saggia decisione" affermò Pippo.
    Tutti e tre si misero in marcia, verso l'uscita della radura e addentrandosi nella foresta, ignari però che qualcuno li aveva spiati. Da dietro un albero, infatti, compariva una sagoma di un uomo vestito di nero.
    "Non lascerò che mandino a monte i miei piani. Non ora"

    -[.:Fine Capitolo XIV:.]-

    Edited by .:[Airknight]:. - 15/4/2007, 18:15
     
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  9. Rimok™
     
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    bello voglio il seguito
     
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  10. -Kabubi-
     
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    non si può separarli sempre, eh! Non è giusto!!!
     
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  11. arthass
     
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    solita storia...quei due si perdono sempre,sn peggio dei bambini <.<
     
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    Ghghghgh, aspetta a dirlo :D
     
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  13. arthass
     
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    >.> nn mi piace quel ghigno
    tu hai qualcosa in mente!
     
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  14. Nitrogooch
     
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    devo leggere sl gli ultimi due bravissimo :)
     
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    Grazie Nitro, mi fa piacere che ti piaccia :)
     
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