Kingdom Hearts: A New Beginning

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  1. arthass
     
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    Bella bella bella *.*
     
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  2. Rimok™
     
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    non vedo l'ora di leggere il seguito
     
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    Wow, sono commosso dai vostro commenti, grazie :sobsob:


    - Chapter VIII: Doppio Tradimento -

    Ilfrien se ne stava comodamente seduto sul suo seggio, la testa sorretta dalla mano destra, mentre con la sinistra muoveva lentamente un calice vitreo contenente ciò che sembrava vino. Davanti a lui un tavolo, che continuava a fissare.
    "Ci metti così tanto?"
    Silenzio. Poi un lieve rumore, come se un piccolo oggetto fosse caduto sul tavolo.
    Ilfrien sorrise. Sistemandosi in una posizione più consona e posando il calice, mosse la mano destra.
    "Scacco matto" disse.
    "C'era da aspettarselo" commentò ridendo un'altra presenza.
    "Quando uno non sa cosa fare, gli scacchi sono un ottimo passatempo, non trovi?"
    "Già... In fondo conta solo muovere le pedine e arrivare a mettere in trappola il re avversario. Un sano esercizio"
    "Proprio come la guerra" intervenne Ilfrien.
    "E con questo dove vuoi arrivare?"
    "Lo sai bene, te ne avevo già parlato"
    Dal seggio di fronte si alzò un individuo.
    "E adesso dove vuoi andare?" domandò Ilfrien alzandosi a sua volta.
    Il tizio si avvicinò ad un enorme vetrata, osservando le nuvole che passavano accanto. Era stranamente silenzioso.
    "Non ti ho ancora ringraziato abbastanza. Sei stato molto astuto nel preparare il tuo piano"
    L'altro si voltò di colpo. Come irritato da quelle parole, estrasse fulmineamente un revolver e sparò un colpo che fischiò accanto all'orecchio di Ilfrien. Ma lui si limitò a sorridere.
    "Non farmi cambiare idea. Non sono solito dare due possibilità alla stessa persona" continuò.
    Si avvicinò ulteriormente.
    "Non pensarci. Io ti ho promesso una ricompensa e una ricompensa avrai. La mia parola vale più di tutte" disse abbassando la voce "Io ti ho promesso Kingdom Hearts. E Kingdom Hearts avrai"
    Lo sconosciuto rinfoderò l'arma. Ora alla luce della vetrata era perfettamente visibile in volto: un giovane con un berretto e un paio di occhiali, con indosso una giacca rossa.
    Si voltò ad osservare nuovamente il cielo, restando ancora in silenzio.
    "Non dirmi che uno come te può sentire rimorso per le sue azioni. Hai ucciso molta gente, perchè per una stupida ragazzina dovresti avere i sensi di colpa?" continuò Ilfrien "Tu non devi sentirti in colpa..."
    "... Perchè non ho un cuore. Lo so, non c'è bisogno che tu me lo ripeta" disse Einar.
    "Sì! Lo vedi? Finalmente ci capiamo. E' inutile che tu ora ti senta in colpa per aver tradito i tuoi amici. Loro sono dalla parte della Luce. Tu hai scelto l'Oscurità. Non vi può essere ritorno. E inoltre hai solo che da guadagnarci in tutto ciò"
    Einar incrociò le braccia, sospirando.
    Ilfrien si allontanò, dandogli le spalle a sua volta. Ma prima di uscire disse qualcos'altro.
    "Non vi può essere ritorno..."

    Einar era stufo di stare a guardare fuori dalla vetrata. Cominciò a scendere per l'interminabile scalinata, sino ad arrivare ad una stanza. Aprì le porte. Dentro era tutto d'un bianco candido; soprammobili, armadi, letto, tutto.
    Si guardò brevemente attorno, avvicinandosi al letto. Qualcuno stava dormendo. Una ragazza dai capelli rossi, scuri, e vestita di rosa. Rimase fermò a fissarla per qualche istante, per poi continuare il percorso, verso una stanza adiacente e identica. Qui invece sembrava tutto vuoto, ma Einar sapeva benissimo che era abitata.
    Infatti, in fondo, affacciata ad una finestra, c'era una ragazza, dai lunghi e lisci capelli castani. Indossava una T-shirt verde con un gilet un tantino più scuro e dei pantaloncini beige, che arrivavano sin sotto il ginocchio.
    "Elen" la chiamò il ragazzo.
    Lei si girò, fissando il nuovo arrivato con i suoi bellissimi occhi azzurri.
    "Perchè sei qui?"
    "Posso farti compagnia?"
    "No..." rispose la ragazza, con aria triste.
    Einar non aggiunse altro.
    "Beh... Se vorrai parlare con qualcuno sappi che io ci sarò.." concluse mentre si allontanava.
    Con capo chino, fissava il pavimento, mentre si avviava all'uscita.
    "Sei ancora in tempo. Axander potrebbe perdonarti"
    "Ormai è troppo tardi. Non vi è ritorno"
    Uscì, chiudendo lentamente la porta.

    "Qualche idea?"
    "Vista la situazione ci servirebbero degli aiuti in più, che ne dici?"
    Riku osservò Sora, scuotendo il capo.
    "No, non dirlo... Non loro"
    "Perchè no? Il Re e gli altri ci sarebbero di grande aiuto"
    "Ma gli altri due svitati lasciali dove sono, per favore!" implorò Riku.
    Sora sbuffò, fingendo di non aver ascoltato.
    "Allora, inseriamo le coordinate. Destinazione?" chiese Axander.
    "Il Castello Disney" rispose Sora esultando.

    -[.:Fine Capitolo VIII:.]-

    Edited by .:[Airknight]:. - 9/4/2007, 12:13
     
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  4. Rimok™
     
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    bellissima sta storia mipiacer ogni capitlo di piu, muoviti con il seguito che non vedo l'ora di leggerlo
     
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    - Chapter IX: Il Castello Disney -

    "Vostrà Maestà!"
    "Re Topolino!"
    "Che cosa c'è?"
    Cip e Ciop correvano come due forsennati per la grande sala del trono. Una volta giunti davanti al Re si fermarono, saltellando.
    "Una gummiship ha chiesto il permesso di atterrare!"
    "Sì, sì! E sopra ci sono tre persone e uno di loro è Sora!"
    Il Re si alzò dal trono, sorpreso nel sentire la notizia.
    "Non mi apettavo una sua visita. Immagino che gli altri due siano Riku e Kairi. Ditegli di atterrare nel gummi hangar"
    I due scoiattoli si misero sull'attenti e ritornarono al gummi hangar, correndo a più non posso e schizzando fuori dalla sala.

    "Eccoci arrivati" disse Axander alzandosi e avviandosi verso l'uscita della navicella.
    Una volta arrivati nel gummi hangar, i tre si guardarono attorno in cerca di qualcuno.
    "Sora! Sora!" gridavano in coro Cip e Ciop, dal basso della loro statura.
    Il ragazzo si abbassò, sorridendo.
    "Ehi, ragazzi! sapete mica se il Re è in casa?" domandò.
    "Seguiteci!" e corsero di nuovo verso la sala del trono.
    Sora li seguì, senza attendere oltre.
    "Sbaglio o stava parlando con due scoiattoli?" chiese perplesso Axander, che era rimasto fermo assieme a Riku.
    "Che ti avevo detto? Gli amici di Sora, in giro per i mondi, non sembrano particolarmente svegli" gli rispose, alzando le spalle.
    Dopodichè, seguirono anche loro il custode del keyblade.
    Una volta giunti davanti all'enorme porta si arrestarono. Sora stava già aprendo la porta, mentre gli altri due continuavano a guardarsi attorno.
    "Ora che ci penso" disse tutt'a un tratto "Forse è meglio che aspetti fuori, Axander"
    "E perchè?"
    "Per come sei vestito" intervenne Riku "Quel soprabito nero non ha mai significato nulla di buono"
    "Poco importa, li avvertiremo" convenne il ragazzo "Ma ora entriamo, non c'è tempo da perdere"
    E così fecero. Entrarono nell'immensa sala, incrociando all'uscita le solite scope addette alle pulizie. In fondo si trovava il trono del Re, dove Topolino se ne stava comodamente seduto, osservando Sora e gli altri avvicinarsi. Attorno a lui c'erano anche la Regina Minnie, Paperino, Pippo, Paperina e Pluto. Axander era un pò turbato, ma non lo diede a vedere.
    "Sora!" esclamò Paperino, e vedendo l'amico, gli corse incontro assieme a Pippo.
    "Yuk, ehi Sora, da quanto tempo!"
    "Paperino, Pippo! Come state?"
    "Benone, ma perchè sei qui?" gli domandò Pippo.
    "Vi spiegheremo tutto" disse Sora sorridendo.
    Paperino intanto si era sporto di lato per vedere alle spalle dell'amico e notò Axander in lontananza.
    "QUACK! L'Organizzazione!" urlò, impugnando lo scettro.
    Pippo tirò fuori lo scudo, affiancandosi a Paperino. Topolino balzò giù dal trono, avvicinandosi di corsa, mentre la Regina, Paperina e Pluto si nascosero dietro l'alto schienale.
    "Sora, perchè hai portato qui un membro dell'Organizzazione XIII?" gli chiese il Re.
    "No, è un errore... Un malinteso, lui non è dell'Organizzazione! Ci sta solo aiutando" rispose Sora.
    Riku osservò in silenzio Axander, cennandogli con la testa e scambiandosi uno sguardo di intesa.
    Allora la nera figura avanzò, accostandosi all'amico e scrutando il Re e gli altri.
    "Il mio nome è Axander" disse facendo un leggero inchino "E, se starete ad ascoltarmi, devo spiegarvi un paio di cose"
    "Quali cose?" domandò interessato Topolino.
    "I mondi sono di nuovo in pericolo"
    "Ti ascolto"

    Terminato il racconto di ciò che era successo ultimamente, il Re sospirò.
    "Oh, caspita. Questa non ci voleva!"
    Anche Paperino e Pippo si rattristarono al sentire quelle notizie.
    "E siamo solo all'inizio. La loro malvagità non si fermerà qui, non saranno contenti finchè non si scatenerà una guerra"
    A quelle parole tutti sussultarono, tranne Sora e Riku.
    "Una guerra?! Ma... Ma... E' impossibile!" esclamò il Re.
    "Ora non più. E se non faremo immediatamente qualcosa sarà davvero la fine"
    Topolino assunse un'aria pensosa e infine si decise.
    "Vi aiuteremo! Gli Heartless e i Nessuno sono di nuovo in circolazione e dobbiamo nuovamente fermarli"
    "Sarà una ricerca lunga, perchè è difficile individuare il nucleo del problema"
    "Che cosa intendi dire?" intervenne Paperino.
    "Gli Heartless e i Nessuno di per sè non sono una minaccia. Dobbiamo trovare e sconfiggere coloro che li controllano"
    "Ha ragione" intervenne Pippo "Ma la nostra ricerca sarà più facile, visto che dalla nostra abbiamo i keyblade"
    "Bene allora. I mondi potrebbero darci di nuovo una mano ricreando gli stessi sentieri che abbiamo utilizzato in passato" disse ottimista il Re.
    "Se è per questo sono stati già aperti tutti" specificò Axander "Anche se con piccole differenze da prima. Ma non sarà di certo un ostacolo"
    "E' un'ottima notizia, questa" concluse Topolino "Dateci il tempo di prepararci e partiremo subito"
    Quindi Topolino, Paperino e Pippo si diressero verso la Regina e gli altri ed entrarono nella Sala della Prima Pietra.
    Sora, Riku e Axander, invece, si diressero all'uscita verso il gummi hangar.
    "A quanto pare ti è andata male, Riku" scherzò Sora.
    Riku si mise a ridere e tutti e tre salirono sulla gummiship. A bordo un piccolo schermo apparve, dove c'era Cip che stava parlando.
    "Andate pure avanti, il Re e gli altri vi raggiungeranno! Buon viaggio!"
    Axander si mise ai comandi, facendo partire la navicella e installando anche gli armamenti, per precauzione. Non si sa mai, avrebbero potuto incontrare flotte di Heartless o di Nessuno.
    "Prossima destinazione...." disse digitando delle coordinate "Radiant Garden"

    "A che punto sei, Albaran?"
    "Manca ancora molto. Ma siamo già a buon punto"
    "Ottimo. E ricordati, non sono ammessi fallimenti"
    "Contaci"

    -[.:Fine Capitolo IX:.]-
     
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  6. Rimok™
     
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    non ci sono stati colpi di scena ma cmq un bel capitolo
     
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    Dopo un pò diventa monotono mettere colpi di scena :)
    Anche se ne sto pianificando a iose...
    Mi sa che dovrete pazientare un pò, perchè non so se riuscirò ad andare avanti oggi...
     
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  8. Nitrogooch
     
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    di solito si posta un capitolo ogni 2 giorno, no 3 al giorno argh!!!

    sto ankora al terzo capitolo -.-''''
     
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    Scusami, ma certe volte esplodo... Pensa che adesso sto pensando ai personaggi che metterò, eheheh, alcuni vi faranno prendere un colpo.... XD
     
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  10. Rimok™
     
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    non vedo l'ora Xd
     
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    - Chapter X: Radiant Garden -

    "Dopo tanto tempo..."
    "Tornare a casa fa un certo effetto, vero?" fece Sora.
    "Già" mormorò Axander osservando la cittadina.
    Stavano tranquillamente camminando tra le case, per la via principale che conduceva al mercato. Dai muri in pietra, a tratti, apparivano delle fontanelle dalle quali sgorgava un'acqua limpidissima, che spariva nuovamente nella roccia. Alla loro destra, il livello della città di abbassava, sino a raggiungere i crepacci a valle. Imponente, la Fortezza Oscura si stagliava sopra le abitazioni, come una grande ombra che oscurava il sole; era ancora in fase di ristrutturazione: alte gru apparivano qua e là a sorreggere parti di torrioni in decadenza. Soprattutto Axander rimase ad osservare meravigliato quell'edificio.
    "E' davvero cambiato molto" commentò con un filo di amarezza nella voce.
    Giunsero alla piazzetta del mercato dopo qualche minuto di scarpinata. Sembrava tutto tranquillo. Stranamente tranquillo. I negozi erano chiusi, tutti quanti. La desolazione pià assoluta.
    "Leon e gli altri, se non ricordo male, dovrebbero essere a casa di Merlino" disse Sora.
    "E speriamo che con loro non ci siano gli Heartless" aggiunse Riku.
    "No, fidati. Li avrebbero già eliminati" lo rassicurò l'amico.
    "E comunque che facciamo? Il Re non è ancora arrivato" disse Axander.
    "Mi sembra strano... Ehi, forse è già a casa di Merlino!" esclamò Sora "Andiamo a controllare!"
    Gli altri due annuirono e seguirono il custode del keyblade, che aveva già cominciato ad incamminarsi giù per le scale, oltre il negozio di accessori.
    Una volta nel borgo, si fermarono davanti a casa di Merlino. Ma qualcosa non andava: tutti e tre furono attirati da dei colpi d'arma da fuoco. Un mitragliatore, probabilmente.
    "E con questo fanno dieci! Evvai!" urlò qualcuno in lontananza "Venite, coraggio, se avete il fegato!"
    "Non istigarli, potrebbe essere pericoloso" aggiunse un'altra voce.
    "E invece li sto solo aspettan... Oh, cacchio!" esclamò l'altro.
    Un 'esplosione, vicino all'entrata per il borgo. Poi rumore di passi, qualcuno stava correndo nella loro direzione.
    "Sora, Riku! Fate attenzione!" li avvertì Axander.
    Tutti e tre estrassero le loro armi, pronti ad un probabile assalto. Intanto il rumore di passi si faceva sempre più vicino. Tutt'a un tratto un qualcosa saltò giù dal tetto, investendo Riku e Axander, e facendoli cadere. Sora si voltò, notando il nuovo giunto.
    "Veloce Barret, qua sembra ce ne siano altri!" disse a gran voce quello che a l'apparenza sembrava un grosso felino dalla pelliccia rossastra. Fissava i tre amici con l'unico occhio sano che aveva, essendo l'altro solcato da una cicatrice. Nel mentre Axander e Riku si erano già alzati.
    "E quello che vuole?" sussurrò Riku fissando in malomodo la creatura.
    "Più che altro che vuole quello" aggiunse Axander, che stava osservando un uomo giunto dal vicolo, il quale si era già posizionato, tenendoli sotto tiro con una specie di cannone.
    "Chi siete?" domandò l'uomo.
    "Non sono affari tuoi bestione" rispose il guerriero.
    "Ah sì, eh? Beccati questo allora" aprendo il fuoco contro i tre davanti alla casa del mago.
    Axander tese il braccio destro in avanti, creando una cupola attorno a lui e hai custodi del keyblade. Sembrava opera di un Reflex, ma fatta di fuoco. Il colpo venne assorbito dalla barriera, che si dissolse all'istante.
    Dall'altro lato, il felino stava già partendo all'attacco contro Riku. I due si scontrarono e il ragazzo si trovò ben presto e sorreggere il keyblade, attanagliato dalle zanne della creatura.
    "Si può sapere che diavolo è tutto sto baccano?" urlò una voce provenire dall'interno della casa.
    All'improvviso, sull'uscio, apparve Merlino. I presenti rimasero immobili, scambiandosi soltanto delle occhiate interrogative.
    "Eh...? Ma... Sora! Che cosa state facendo?" chiese il mago.
    "Ciao Merlino. Beh, ecco..." disse Sora.
    "Questi due pazzi ci hanno attaccato" intervenne Riku, che stava ancora fronteggiando l'avversario, che non voleva mollare la presa.
    "Pazzi a chi? Tieni a freno la lingua moccioso!" sbottò l'uomo. Ora che era uscito allo scoperto, lo videro tutti: era alto e molto robusto, il tipico 'armadio', di carnagione scura e capelli neri. Il braccio destro sembrava fatto di metallo.
    "Suvvia, Barret! Sono amici, non c'è bisogno di attaccarli in questo modo" lo rimproverò il vecchio. L'uomo, con aria scocciata non aggiunse altro.
    Un altro giovane uscì dalla porta.
    "Guarda, guarda... Dovreste essere in giro a controllare la zona, non a perdere tempo qui" esordì.
    "Ehi, Leon!" esclamò Sora avvicinandosi.
    "Sora! Sapevo che saresti venuto. Ovunque ci siano Heartless ci sei sempre tu. Comincio a pensare che li liberi tu per passatempo" commentò Leon con un mezzo sorriso.
    "Non dirlo neanche per scherzo!"
    "Eheh, calmati..." osservando poi gli altri due "Red, lascialo andare"
    Al che il quadrupede lasciò la presa sul keyblade, indietreggiando. Riku gli lanciò un'occhiataccia e tutto finì lì.
    "Bah, meglio che me ne vada, prima che faccia del male a qualcuno" disse Barret, fissando Axander, il quale mormorò qualcosa. L'uomo allora gli puntò nuovamente addosso la sua arma.
    "Hai qualcosa da ridire?" sbottò.
    "Non ti mettere contro di me, grassone, faresti una brutta fine" minacciò il Guardiano delle Fiamme, con la sua fedele alabarda alla mano, pronto all'attacco.
    La situazione era abbastanza tesa. Ci mancavano solo le scariche di elettricità.
    Leon si mise una mano sul volto, scuotendo il capo. Sora e Riku tentarono di non farci caso più di tanto.
    "Due teste dure si sono incrociate a quanto pare" commentò Merlino.
    "Ehi, se vuoi ce n'è anche per te, nonnetto" disse Axander indicando Merlino, senza però distogliere lo sguardo da Barret.
    "Nonnetto a me? Ti faccio vedere io" fece il mago, rimboccandosi le maniche.
    "Qua ci vorrebbe Aerith a sistemare le cose" commentò Leon.
    "Valla a chiamare allora, no?" disse Sora.
    "Non posso. Le ragazze non sono più qui; hanno lasciato Radiant Garden parecchi giorni fa"
    Sora si rattristò, avrebbe tanto voluto rivedere anche Aerith e Yuffie.
    "Ma non preoccuparti Sora" continuò Leon, vedendo l'espressione del ragazzo "Riusciremo ad andare a trovare pure loro"
    "Grazie... Senti, Leon, il Re è in casa?"
    "Il Re? Non lo vedo da più di un anno..."

    Tutti entrarono dentro la casa di Merlino. All'interno non sembrava esserci stato alcun cambiamento, ma ben presto Sora notò che l'abitazione si era allargata oltre tutta la parete dove una volta si trovavano il letto del mago e il computer di Cid. Ora, completamente in fondo alla stanza, c'era un grosso computer che occupava tutta la parete e accanto uno strano macchinario, a cui era appoggiato Cid. Dietro di lui uno sconosciuto stava trigando con degli attrezzi da lavoro.
    "Come vedi abbiamo dovuto apportare delle modifiche, per potenziare il terminale di difesa della città" spiegò Leon.
    Intanto gli altri erano tutti entrati, dopo essere stati convinti da Leon e Sora, e dopo essersi accorti che gli Heartless stavano partendo alla carica. Riku se ne stava vicino a Sora ascoltando anch'egli le parole del giovane; Axander se ne stava in disparte, a guardare fuori dalla finestra. Barret e Red, lo tenevano d'occhio, da lontano.
    "E perchè avete dovuto potenziare le difese?" domandò Sora. Poi un enorme e terrificante boato.
    "Per... Questo" rispose Leon, avviandosi ad una nuova finestra che dava sulla Fortezza.
    Un nuvolone di polvere si stava alzando dalle fondamenta: una gru aveva ceduto e una delle torri era crollata.
    "Intendi perchè il castello va a pezzi?" domandò Riku.
    "No, gli Heartless stanno distruggendo la Fortezza, assieme ai Nessuno. E ho la vaga sensazione che non agiscano di loro spontanea volontà"

    -[.:Fine Capitolo X:.]-
     
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  12. arthass
     
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    O__O continua
     
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    Ovviamente, ma devo aspettare messer Nitrogoch e il suo eccelso giudizio *__*
     
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    Vabbuò nessuno la legge... ç___ç
    Ma su richiesta di arthass (mitico :riot: ) e di altri visitatori, mi accingo a proseguire.

    - Chapter XI: Radiant Garden, parte 2° -

    I tre viaggiatori si misero a raccontare a Leon e agli altri ciò che era accaduto. Il silenzio era piombato nella sala, tutti a orecchie ben tese per ascoltare le parole di Axander.
    "E questo è quanto" concluse infine.
    Leon sospirò, alzandosi. Era piuttosto turbato e lo si notava bene con quella sua aria corruciata. A braccia incrociate cominciò lentamente a camminare avanti e indietro per l'abitazione. Sora e il resto della compagnia rimasero silenziosi in attesa che qualcuno si decidesse a parlare, magari portando notizie più confortanti di quanto sperassero. Ma nulla. Poco distante, Cid e lo sconosciuto stavano continuando a lavorare ad uno strano macchinario, una grossa capsula a cui erano collegati grossi tubi ferrosi e una miriade di altri fili di più piccole dimensioni, il tutto decorato da piccole luci che si accendevano ad intermittenza e da circuiti lasciati scoperti. Riku gli diede una veloce occhiata, incuriosito, ma poi non ci badò più di tanto.
    "A questo punto tocca a me raccontarvi quello che è successo qui" esordì Leon.
    "E' cominciato tutto due mesi fa circa. Da un anno a questa parte era tutto tranquillo, qui nella cittadina, ma quel giorno successe qualcosa che ci colse alla sprovvista: un terremoto. Ma non un terremoto qualunque... Sembrava che la terra ci tesse crollando sotto i piedi, enormi spaccature nel terreno e ampie voragini lungo tutto il territorio. E come se non bastasse, hanno cominciato pure gli Heartless ad attaccarci"
    Sora rimase a bocca semi aperta a quelle dolorose notizie, non sapeva che dire, si era ritrovato già una volta di fronte ad avvenimenti simili, ma mai visti sotto questo punto di vista. Tuttavia restò in silenzio, come tutti gli altri.
    "Il vecchio castello in fondo crollò su sè stesso, come fosse stato fatto di carte. Gli Heartless erano in gran numero, hanno risalito la crepa principale e hanno cominciato ad invadere la città. Sono rimasto sconcertato... Ero abituato a vederli in gran numero, sì, ma non li avevo mai visti così forti e... organizzati; ci hanno assalito come una vera e propria armata!" esclamò, lasciandosi cadere su una sedia.
    "Ci presero alla sprovvista. Il sistema difensivo venne distrutto in pochi giorni e ci ritrovammo così con l'acqua alla gola. Piano piano sono risaliti per la cittadina sin quasi al nostro livello. Inutile dire che la Fortezza era già in mano loro. E poi..." cominciò, ma si interruppe, rabbuiandosi.
    "E... poi?" domandò Sora "Cosa è successo?"
    "Erano anni che non mi capitava una cosa del genere... Le persone venivano letteralmente assalite e i loro cuori... beh..." si fermò nuovamente, tenendo basso lo sguardo.
    "La maggior parte non ce l'ha fatta" esordì Barret "Il vecchio Leon ci ha avvertiti che qualcosa non andava qui dalle sue parti, e allora io e Red abbiamo deciso di fare un salto per vedere se potevamo dare una mano. Ma ormai era troppo tardi"
    "Quando arrivarono loro due, gli Heartless erano già arrivati al nostro livello. Abbiamo sprangato tutte le entrate e abbiamo cominciato a tenere sott'occhio tutti gli ingressi lasciati liberi. Con fatica, ma anche con molta fortuna, siamo riusciti a resistere sino ad oggi, ma non so quanto dureremo" concluse Leon.
    Sora e Riku restarono silenti.
    "Abbiamo fatto evacuare gli ultimi abitanti pochi giorni fa" disse Red "Ora ci siamo solo noi, gli Heartless e qualcun altro"
    "Qualcun altro?" domandò Sora "Chi?"
    "Non sappiamo chi siano, nè da dove vengano" rispose Red pacatamente "Di notte sentiamo solo urla e passi provenire dai piani di sotto. Heartless e Nessuno non fanno tutto quel baccano"
    "Uomini" mormorò Axander.
    Tutti si voltarono ad osservarlo, domandandosi che cosa avesse voluto dire.
    "Spiegati meglio" disse Leon.
    "Un terremoto devastante, ondate di Heartless oltre l'immaginabile" facendo una breve pausa "E uomini. Probabilmente mercenari inviati da qualcuno in gran segreto. Nemici? Impossibile affermarlo con sicurezza" commentò avvicinandosi al gruppetto.
    "Che sia Malefica?" azzardò Riku.
    "Da escludere" intervenne Leon "Anzi, Malefica non la si vede da molto tempo ed è un bene con tutti i problemi che abbiamo ora. Penso che sia tornata al suo mondo di origine"
    "E allora chi può essere? Cioè, chi potrebbe avere così tanta forza da assalire così velocemente la Fortezza?" si chiese Sora ad alta voce, incrociando le braccia.
    "Guerriero della Roccia, Quinto della Legione Nera" recitò Axander "Si chiama Nathan"
    I presenti cominciarono a scambiarsi occhiate interrogative, per via di quelle arcane parole.
    "Da quanto ho capito, tu ci stai dicendo che uno dei tuoi fratelli sta cercando di distruggerci" disse Barret ricordandosi ciò che aveva detto il giovane prima. "Chi ci dice che tu non voglia fare lo stesso?"
    Una pentrante occhiata partì in direzione dell'uomo. Gli occhi di ghiaccio di Axander lo fissavano, quasi volesse ucciderlo con il solo sguardo.
    "Se fosse vero allora sareste già tutti morti" voltandosi ad indicare Sora e Riku "E loro non sarebbero qui"
    Barret, stizzito dalla risposta, si diresse verso l'uscita. Una volta aperta la porta, fece cenno a Red di seguirlo e il felino, con uno scatto, uscì dalla sala.
    "Andiamo a fare il giro di perlustrazione, qualcuno vuole accomodarsi?"
    "Sora, andiamo anche noi" disse ad un certo punto Riku.
    "Ok, Riku... Si pentiranno quelle maledette creature di essere venute qui" disse alzandosi, e tenendo già il keyblade in mano.
    "Ottimo, andremo a fare tutti il giro di perlustrazione; più siamo e meglio è" aggiunse Leon. Poi si diresse verso Cid e Merlino, avvertendoli della sortita.
    Axander non disse nulla, si limitò ad uscire dalla porta, aspettando fuori.

    Barret aprì le porte blindate che davano accesso al resto del borgo, in direzione della Fortezza. Tutta la compagnia passò senza troppi disturbi visto che di nemici non ce n'era neppure l'ombra.
    "Per andare ai piani inferiori occore deviare nuovamente verso l'interno della cittadina, seguitemi" li avvertì Leon.
    Tutti lo seguirono, giù per le scale e poi per un altro portone alla loro destra. Lo aprirono con facilità, addentrandosi nel livello. Davanti a loro si apriva un'ampia balconata che si estendeva più in lunghezza che in larghezza. Sopra le loro teste le case dell'ultimo livello, tra cui quella di Merlino. Al contrario della piazzetta del mercato e del resto della cittadina sin'ora visitata da Sora, tutto era decadente e malridotto: le belle casette lungo tutto il muro erano mal tenute, alcune persino ridotte in macerie; in certi tratti la terrazza era crollata e per terra enormi massi in mezzo al percorso e lunghe travi di legno in bilico.
    Per Sora era una visione agghiacciante. Che cosa stava accadendo? Aveva già visto mondi distrutti dall'oscurità o in rovina sempre a causa di quest'ultima, ma quella visione lo rattristava profondamente. Continuava a guardarsi attorno incredulo che il luogo in cui si trovasse fosse proprio Radiant Garden. Riku invece sembrava impassibile a tutto ciò, si limitava ad evitare i grossi ostacoli, guardandosi attorno con poco interesse.
    Dalla testa del gruppo arrivò un segnale: Barret faceva cenno agli altri di nascondersi dietro a dei ripari. Non se lo fecero ripetere due volte e, all'ombra di parecchie macerie prestarono attenzione a ciò che stava accadendo più in là.
    Due uomini vestiti di nero ed incappucciati stavano tranquillamente parlando in mezzo alla via. Nel vederli, Axander strinse i pugni. Li aveva riconosciuti.
    "Maledizione, addirittura in due girano adesso" sussurrò.
    Dietro di lui Sora e Red attendevano, in costante silenzio.
    "Fammi indovinare: tuoi amici?" gli chiese Sora, stringendo il keyblade tra le mani.
    "Già" facendogli segno di avvicinarsi. Entrambi si accucciarono, osservando i due uomini in nero.
    "Quello più alto e 'spesso' è Nathan, quello di cui vi ho parlato" disse a bassa voce indicando il gigante con l'ascia dietro la schiena e le braccia incrociate. A vederlo da lontano, sembrava si limitasse ad annuire alle parole del compagno.
    "Quell'altro invece è Albaran. E' detto il Generale dei Venti, Secondo della Legione" spostando l'indice sull'altro, che stava gesticolando qualcosa di incomprensibile.
    "Il Secondo? Il numero due, quindi..." sussurrò Sora cominciando a contare e arrivando a quattro "Il numero uno? Non l'abbiamo ancora incontrato, dico bene?"
    Axander annuì.
    "E spera di non incontrarlo mai"
    Dall'altro lato della strada, Leon, Riku e Barret stavano osservando da dietro altre macerie. Ad un certo punto, agitando cautamente il gunblade, cercò di attirare l'attenzione di Sora e gli altri due, che osservarono Leon. Gli stava indicando i due uomini.
    Sora osservò nuovamente, ma non capiva cosa volesse dire.
    "Più in basso" disse Red.
    Gli altri due abbassarono lo sguardo. Il custode del keyblade sentì il sangue raggelarsi nelle vene. Per terra, attorno ad Albaran e Nathan, dei corpi senza vita di uomini, con indosso dei lunghi mantelli bluastri e delle armature, accanto a loro, scudi frantumati e lance spezzate.
    "Dio santissimo" mormorò Axander, scuotendo lievemente il capo.
    Intanto i due uomini continuavano a parlare tranquillamente, ignari di essere spiati.
    "E mi raccomando!" disse Albaran battendo l'indice sulla spalla dell'altro "Hai la massima fiducia da parte di tutta la Legione! Sai cosa fare"
    Nathan annuì e dopo qualche secondo l'altro se ne andò per mezzo di una sorta di buco nero. L'individuo restò fermo per qualche minuto, come se si fosse addormentato in piedi. Poi, con movimento lento e tranquillo, si voltò in direzione delle macerie.
    "Cosa pensavate? Che non vi avessi notato?" disse a gran voce scomparendo.
    "Dov'è finito?" domandò allarmato Sora, che nel frattempo, conscio di essere stati scoperti, si era alzato.
    "TUTTI GIU'!" urlò Axander.
    Red e Sora si abbassarono di botto. Una grossa ascia bipenne saettò orizzontalmente sopra le loro teste, andando a fracassare gli ultimi resti del muro dietro al quale si erano nascosti.
    "Non uscirete vivi da qui"

    -[.:Fine Capitolo XI:.]-
     
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  15. arthass
     
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