Dusk

Terzo atto di MOK

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    Twilight Player

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    CITAZIONE (_Holy @ 17/4/2011, 00:40) 
    CITAZIONE
    Isabela è una tettona eccitante, punto e basta!

    Sarà... a me sembra solo tettona, e non è neppure così bella... :flower:

    Sarà che non hai giocato al gioco :flower:
     
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  2. Rei;
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    Uhm... sono davvero in ritardo, e per questo mi scuso, ma non sono stata per niente sul forum, negli ultimi mesi. ^^"
    In ogni caso, già va molto meglio rispetto al precedente capitolo: erano presenti molte più emozioni e anche fatti. Mi ha fatto piacere leggere di nuovo qualcosa di tuo. Però ci sono alcuni errori, un po' fastidiosi, forse:
    "Si videro diverse lucertole blu fiondarsi contro, e con un fendente ben assestato alla vita, ne uccise uno," Non è troppo chiaro il soggetto;
    "Riku cercò di muoversi senza attirar l’attenzione, ma era difficile, c’erano tantissime pattuglie da quelle parti, e alcune si avvicinavano verso Midgar." mi chiedo perchè non ti venga mai (e ripeto: mai!) di usare i due punti. Stai spiegando. Perché Riku trovava difficile muoversi senza attirare l'attenzione?
    "La piratesca" io non lo so, chiedo: è corretto così?
    "-Cosa c’è?- domandò Garrett, rabbrividendo dal dolore." come mai dolore?

    I due punti, secondo me, è l'errore più evidente tra questi. Però, davvero, lo commetti tutte le volte. e_e

    PS: la presentazione della "tettona eccitante" mi ha fatto ridere per mezz'ora XD
     
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    Twilight Player

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    Tra tutti, posso risponderti degli ultimi due.
    Piratesca me l'ha suggerito word cinque volte di fila, ho cercato su google e sembrava potesse andare bene.. un po' romanaccio, direi..

    Dal dolore di aver perso il fratello.

    Grazie mille comunque, sto lavorando al prossimo capitolo =)
     
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    Twilight Player

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    Toc toc..

    Eh sì, ancora una volta ho fatto molto ritardo, è quasi un mese e passa che non posto un capitolo, ahimé, sono stato molto impegnato. E' in preparazione, entro domani credo di poterlo mettere.
    Spero che ancora qualcuno si ricordi di me e della mia fiction ;D
     
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  5. _Holy
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    Io mi ricordo di te a rate ùWù sei come un brufoletto che compare di tanto in tanto a dare fastidio ùWù

    Ovviamente sto scherzando, e lo sai XD

    Una news per te potrebbe essere il remake di BBlonia che è appena giunto al quinto/sesto capitolo.
    E che devi recuperare i (pochi) capitoli del terzo in comodo.
    E che Michele Misseri è stato scarcerato (che c***o centra? Boh!)


    E NOI STIAMO ASPETTANDO IL NUOVO CAPITOLO! NEMESISIO! TE DEVI SBRIGAAA' SBRIGAAAA'!!!! SBRIGATEEEEE'!!
     
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  6. Rei;
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    Io mi ricordo di te ogni volta che apro Word, ricordatelo. e_e

    Comunque, noi stiamo aspettando! ^^
     
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    クラッシュバンディクーとキングダムハーツ

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    Ehi, caro Neme! Felice di ritrovarti vivo dopo tanto tempo xD.
    Appena avrò tempo (dipende, devo finire qualche videogioco mio :asd:)
    leggo gli ultimi due capitoli e commento.
     
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    Twilight Player

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    Finalmente sono tornato con un nuovo capitolo. E' vero, vi ho mentito più e più volte sull'uscita di quest'ultimo, ma dovete capirmi, non scrivo da molto, sono arruginito e per questo ci saranno parecchi errori, credo.
    Però, dopo tanto tempo, sono riuscito ad aggiornare. Grazie mille a voi, Holy, Nyx, Rei e anche a te, King, che sei tornato a leggere anche se non hai commentato gli ultimi 2 capitoli. :D


    10: Invasione

    Avevano percorso quel territorio arido per ben sei ore, e solo adesso erano arrivati nei pressi della Foresta del Rintocco.
    -Vi prego, possiamo riposare? Ho le gambe a pezzi!- esclamò Varric, riprendendo fiato.
    Isabela lo squadrò, disgustata. –Ti credo, le hai tozze..- commentò, e il nano la guardò strana. Ci fu una risata generale, poi, in men che non si dica, Garrett tornò serio.
    -Riposatevi pure, si sta anche facendo notte- disse, guardando il cielo. Avevano la fortuna, comunque, di essere coperti dagli alberi, dai cespugli e dalle palme, quindi protetti anche da un eventuale pioggia, ma per quello avevano anche le tende.
    -Bethany- accennò il moro, e la sorella lo guardò.
    -Dimmi-
    -Puoi connetterti, tramite la tua magia, agli altri mondi?-
    -Sì, posso farlo-
    Garrett annuì, facendogli cenno di allontanarsi dal campo per recarsi in uno spazio libero. Una volta trovato, Bethany si mise al centro dello spiazzo.
    Roteò nella mano il proprio bastone magico, e infine lo conficcò nel terreno. Socchiuse gli occhi, e, qualche secondo dopo, li riaprì. Erano di lyrium, ora.

    -Non fatevi sopraffare!- urlò il Dio del Tuono, tirando una martellata contro un Elite. Il lucertolone crollò al suolo, e Thor, figlio di Odino, continuò a comandare le proprie truppe alla vittoria.
    La sua guerriera compagna, Sif, gli si avvicinò, guardando intorno.
    -Cosa dobbiamo fare?- domandò, e il biondo deglutì.
    -L’importante è non farli passare, non devono avvicinarsi a noi-
    Volstagg, un uomo grosso, sia di altezza che di larghezza, con dei lunghi capelli bruni e una lunga barba bruna, s’avvicinò al Dio del Tuono.
    -Noi saremmo al tuo fianco, sempre..-
    Thor sorrise.
    Fandral, un altro uomo, non molto alto e con dei capelli lisci biondi, e con dei baffetti dello stesso colore, affiancò i tre, muovendo il capo con un cenno. Pochi secondi dopo fece lo stesso Hogun, che aveva dei capelli neri e degli occhi a mandorla.
    Thor alzò il suo martello, Mjolnir, facendo cenno ai propri guerrieri di stare pronti ad un prossimo attacco da parte delle lucertole.
    Difatti, pochi minuti dopo, passati tra i mormori generale e a pulirsi la fronte dal sudore a causa della paura, una massa di Elite, di vari tipi, si lanciò contro gli abitanti di Asgard.
    -Non arretrate!- urlò il Dio Del Tuono, abbattendo il lucertolone con un colpo di martello. Si guardò intorno, era inutile, per loro, restare lì a combattere quando potevano difendersi dentro Asgard, una città che non era mai stata attaccata, una città dove le sue mura non erano mai state spezzate.
    -RITIRATA!- urlò Thor, e un raggio enorme coprì l’intera armata di Thor, atterrando tutti i lucertoloni. In men che non si dica, gli Asgardiani sparirono.

    Oscurità.. nei tuoi occhi..

    Bethany cadde in ginocchio, toccandosi il volto. Hawke, con un sussulto, la raggiunse, cercando di capire l’origine di quel dolore.
    -L’ho visto.. Garrett..- accennò terrorizzata l’arcimaga, e il guerriero strinse i pugni.
    -Ha interrotto la mia comunicazione.. gli Asgardiani..-
    Sentendo quelle parole, Hawke cercò di trarre più informazioni possibili sulla sorte dei guerrieri provenienti dalla città del Dio Odino, Asgard.
    -Sono scesi per combattere i nemici, ma persino loro sono stati sopraffatti..- cominciò, cominciando a riprendersi. La voce, però, rimaneva sempre tremolante. –Si sono ritirati..-
    -Dobbiamo proseguire, se ti ha visto, sa dove siamo e dov’è il Custode- disse, alzandosi in piedi. In fretta e furia si recò al campo, dove il resto del gruppo si stava godendo la tranquillità di quel posto, quella tranquillità, che, ormai, era sparita da tutte le parti.
    -Dobbiamo partire, e subito- ordinò.
    -E per quale motivo?- accennò Varric, alzandosi toccandosi la folta barba arancione.
    -Non c’è un perché, dobbiamo andare!-
    Hawke raccolse i viveri e le cose più importanti e le mise negli zaini, lanciandoli sia a Varric sia al Custode.
    -Dobbiamo viaggiare leggeri- continuò, parlando frettolosamente. Isabela, Riku e il nano continuavano a non capire.
    -Ho visto il nostro nemico- accennò Bethany, spiegando quindi il motivo del tanto movimento. Riku sapeva chi era, e sapeva com’era fatto.
    Lo conosceva, aveva le sembianze del suo migliore amico, ma non aveva il suo cuore..
    Il cuore..
    Il gruppo si mise in marcia, con Hawke capofila, e il Custode dell’Alba in mezzo, con il resto dietro, in grado di fornire supporto in caso di attacco.
    -Qual è la nostra destinazione?-
    -Il posto più vicino che ci condurrà verso Gondor- accennò Hawke, guardandosi in giro più volte.
    -La foresta di Falgorn- concluse Isabela, annuendo.
    Tutti quei posti, Riku, non li aveva mai sentiti. Fosse rimasto da solo, non si sarebbe potuto orientare..
    -Quindi, arriveremo a Minas Tirith?- domandò ancora Thedras, e Hawke annuì, senza pronunciarsi ulteriormente.
    Infine, sentirono delle grida atroci, e delle urla provenire da nord.
    -Loro sono qui, e non sono soli- disse Hawke, facendo cenno al gruppo di proseguire silenziosamente, finchè non si sarebbe visto cosa accadeva.

    -MIRATEE!!!- urlava un uomo, non molto alto, con dei capelli biondi, vestito con una casacca in ferro con sul petto il disegno dell’Albero Bianco di Minas Tirith, il simbolo sacro di Gondor.
    -SCOCCATEEE!!-
    Un mare di frecce investì l’orda di Elite che si stava per scagliare, diminuendo le file centrali.
    -LANCIA IN ALTO, PREPARATEVI!- continuò ad urlare, tenendo salda in avanti la propria lancia, e, con lo scudo ,si copriva il corpo.
    L’uomo, stando attento, notò delle figure tra gli alberi, e, distaccandosi dal gruppo, raggiunse velocemente quell’ombra.
    Puntò la lancia, pizzicando qualcosa.

    -Maledizione!!- urlò Varric, toccandosi il gluteo destro.
    Un uomo sbucò dai rami e dai cespugli, e guardò il gruppo, incitandoli ad uscire da lì, cercando anche di serrare le file e tenersi organizzato, mentre gli Elite correvano senza mai fermarsi.
    -Chi siete voi?-
    -Faramir di Gondor, siamo qui di pattuglia e ci siamo scontrati contro questi mostri- accennò, affaticato.
    Poi, non ci fu più tempo di parlare.
    Gli Elite erano arrivati.

    -MIRATEEE!- accennò Faramir –SCOCCATEEE!-
    Anche Varric contribuì, centrando subito nel cranio un lucertolone. Hawke sguainò lo spadone, era giunto il momento per loro di combattere.
    -Custode, stai dietro- accennò il capogruppo –Non c’è bisogno che tu combatta, Bethany, difendilo anche con i denti- ordinò il moro alla sorella, ancora un po’ scossa, che si avvicinò al Custode cingendolo alla vita.
    -Serrate le file, serrate le file! Non fateli passare!- ordinò Faramir, rimettendosi in posizione. Infine, gli Elite si schiantarono contro gli scudi e le lance, e alcuni ci rimasero anche uccisi.
    La battaglia era iniziata.

    Hawke lanciò un fendente all’indirizzo di un lucertolone, prendendolo perfettamente, e, velocemente, affondò la lama sul torace di un altro.
    Varric, tenendosi lontano dai guerrieri, lanciava dardi a non finire. Isabela, sfruttando la sua agilità e il paesaggio, attaccava furtivamente ogni Elite, passandogli anche sotto le imponenti cosce e conficcandogli i pugnali all’interno dei muscoli, bloccando così ogni movimento.
    Bethany e Riku si tenevano lontani, con la donna che si toccava continuamente il capo. Riku sapeva cosa gli stava succedendo.
    -Devi dirglielo- accennò, ma l’arcimaga non ci fece caso, ma l’aveva sentito.
    -So che mi hai sentito, so cos’hai, so cos’è successo-
    Bethany strinse le mani intorno al bastone, singhiozzando.
    -Io posso aiutarti-
    -NO! NESSUNO PUO’ AIUTARMI!-
    Riku sussultò all’indietro, e, sentendosi in pericolo, fece apparire il Keyblade. Bethany si guardò intorno, cadendo poi in ginocchio.
    Fu lì che Riku saltò al di là del capo della donna, sgozzando un Elite che era in procinto di uccidere l’arcimaga.
    Il Custode si rialzò in fretta, guardandola.
    -Nemesis non riuscirà a prenderti, fidati di me- rassicurò, tendendo la mano verso la donna. Quest’ultima sorrise, accettando l’invito del ragazzo per rialzarsi.
    Nel mentre la battaglia incombeva.
    Gli Elite si lanciarono sui guerrieri di Gondor, che, non potendo evitare i colpi dei fucili a plasma dei lucertoloni, cadevano a non finire.
    -Alzate gli scudi, non fatevi colpire!- urlò Faramir, tagliando a metà un Elite. I guerrieri, ascoltando il consiglio del loro capitano, cominciarono ad avvicinarsi ai nemici senza più timore, anche se qualcuno di loro cadeva sempre.
    Hawke conficcò il proprio spadone all’interno della gola di un lucertolone, e di seguito, con un fendente, ne atterrò un altro.
    Si guardò intorno, cercando il proprio gruppo: Varric si era unito ad un gruppo di balestriere e sparava senza mai fermarsi verso i nemici muniti di fucile, sparando ogni tanto un mare di frecce verso vari gruppi di guerrieri.
    Isabela, invece, sfruttava la propria agilità felina per andare in prima linea, e passare sotto le gambe dei nemici, colpendoli ai muscoli.
    Gondor era in vantaggio.

    Faramir, eccitato dall’imminente vittoria, impugnò l’arco, sparando alcune frecce verso Elite che cercavano di disarmare i guerrieri, per conficcargli in seguito la propria lama, ma era molto difficile.
    Avevano una corazza dura da trapassare, la cosa buona, però, è che avevano molti punti liberi, come la gola, le cosce e i gomiti.
    L’ultimo Elite dinanzi a loro cadde, e i guerrieri si fermarono di colpo. Il Capitano di Gondor alzò la mano verso il cielo, ordinando di stare immobili.
    Improvvisamente ci fu una scossa, il terreno si mosse.
    Dall’orizzonte delle grosse figure si cominciarono a vedere, e gli alberi venivano sradicati.
    Loro erano i Cacciatori.


    Gli Elfi erano un popolo di bonaccioni, amanti della natura, specializzati nel curarsi delle piante e del coltivare delle piantagioni, ma esseri comunque con un animo.
    Ed alcuni di questi, in varie circostanze, fanno prevalere l’Oscurità, sopprimendoli in una vita destinata nel vivere nelle caverne e cibarsi di scarafaggi, vermi e tant’altro, oltre che mangiare carne cruda di cervo, coniglio, e molte altre creature dei boschi.
    Essi venivano chiamati gli Elfi Scuri, anche detti Drow, ed erano guidati da Istfryn Aleanath, il loro capo, un elfo, abbracciato dall’Oscurità, in tenera età, dopo che quest’ultimo aveva ucciso tutta la sua famiglia.
    Aveva creato una grossa popolazione con il passare degli anni, e si erano sfidati più e più volte con gli elfi chiari, cercando di sopprimerli per accaparrarsi le terre, dargli fuoco e impossessarsene, ma era più difficile a farlo che a dirlo. Al contrario loro, gli elfi avevano sempre beneficiato dell’alleanza con gli umani, che molte volte gli avevano salvato i loro territori, compensando con varie donne, soprattutto le più giovani, destinate a fare da prostitute nelle locande delle varie cittadine.
    Istfryn Aleanath, il Primo Drow, un essere immortale, cercava riscatto. Dopo l’ultima guerra furono sigillati nelle viscere della terra da Eledwhen Valandil, l’arcidruido degli elfi, che, sacrificando la propria vita, creò uno scudo tra il mondo di superficie e le caverne sotterranee, esiliando così gli Elfi Scuri.
    I Drow, disperati, mandarono vari messaggi agli uomini di superficie, sperando che, qualche stolto, puro di cuore, raccolse i loro segnali, liberandoli così dal sigillo.
    Ma per migliaia di anni non fu così..
    Impararono a vivere al meglio nelle caverne, e, sfruttando la loro pelle nera, si mimetizzavano tra le rocce perfettamente, abili così nell’attaccare furtivamente.
    Se mai qualcuno avesse oltrepassato il portale, Istfryn Aleanath promise al proprio popolo di accertarsi che sia un valido salvatore, per uscire dalle caverne ed impossessarsi del mondo intero.
    L’intento di Nemesis, invece, era avere più alleati possibili.
    Evocò il proprio Keyblade, e quest’ultimo si ricoprì di luce, illuminando l’area. Aveva deciso di scendere nella città drownica da solo, armato solo con la sua chiave e il suo cervello.
    Man mano che scendeva poteva notare varie ragnatele, vari ragni viola, chiamati Orbb, ritirarsi nelle proprie tane. Le uniche creature a cui gli Elfi Scuri tenevano erano quei ragni, se qualcuno toccasse un ragno sarebbe punito con la morte, anche un Drow stesso.
    Nemesis si guardava in giro losco, non si fidava di nessuno di quei pelle nera, ma voleva incontrare solo il loro capo.
    Finalmente scese fino a toccare terra con i piedi, e si ritrovò, in men che non si dica, accerchiato da una massa infinita di Drow.
    Rimase fermo immobile, tenendo alto il cappuccio sul volto. Un gruppetto si aprì, e tra loro comparve il primo Drow, Istfryn Aleanath.
    Il tempo passato sotto terra l’aveva consumato. Aveva un brutto aspetto, ciò che nessuno si aspetterebbe da una persona che in passato era un Elfo dei Boschi.
    -Cosa ti porta qui, umano.?- accennò Istfryn, ghignando.
    Nemesis abbassò il cappuccio, e roteò nella mano la chiave.
    -Sono qui per parlare con lei, sommo Drow- iniziò, facendo un leggero inchino con il capo. Istfryn lo squadrò sospetto, e poi gli si avvicinò.
    -Cosa deve dirmi, rivvil?-
    -Voglio stringere un alleanza con voi-
    Istfryn ghignò nuovamente, flettendo il collo.
    -Per quale motivo vorrebbe il nostro aiuto?-
    -In superficie le cose stanno degenerando- iniziò, passeggiando avanti e indietro. –Una nuova razza, gli Elite, si sono alleati a me per distruggere gli umani..-
    Istfryn alzò la mano.
    -Anche tu sei un umano, perché vorresti l’eliminazione della tua specie?-
    -Io non sono un umano, Aleanath.. io sono un animo impuro, io non ho cuore- spiegò, ghignando.
    Il Primo Drow continuò a guardarlo fisso negli occhi, sapeva stesse dicendo la verità.
    -E perché mai questa razza dovrebbe allearsi a te, un solo uomo?-
    -Perché io possiedo questa- disse, alzando il Keyblade verso l’alto. Istfryn Aleanath sorrise, portando le mani dietro la schiena.
    -Ti aiuteremo, Custode, ma ad un patto- disse, guardandolo in modo serio.
    -Dì tutto-
    -Nessun elfo deve rimanere in vita, chiaro?-
    Nemesis annuì.
    Istfryn ghignò soddisfatto.
    -Quando sarà giunto il vostro momento vi manderò a chiamare, a quel punto schiacceremo gli umani come vermi-
    Il Custode Traditore terminò il discorso, e, improvvisamente, sparì nel nulla, uscendo dalle caverne drowniche.
    Ora aveva dei nuovi alleati.

    I Cacciatori distruggevano tutto quello che trovavano. Sradicavano gli alberi con i loro possenti pugni, e, facilmente, uccidevano vari gruppi di soldati.
    -SCOCCATE!!- urlò ancora il Capitano di Gondor, ma le freccie sembravano solo scalfire i Cacciatori. Hawke, nel mentre, continuava a mietere vittime.
    Varric puntò la balestra verso il Cacciatore, e a quel punto realizzò.
    -IL COLLO! E’ LA PARTE SCOPERTA!- esclamò, e immediatamente Faramir diede ordine ai suoi uomini di puntare in quel punto preciso. Una pioggia di frecce e dardi colpì uno di essi, che, mentre caricava il proprio cannone al plasma, cadde sul terreno, alzando un grosso polverone.
    Ci fu un urlo di gioia generale, ma era inutile. Quando la sabbia cominciò a dissolversi l’ombra di un altro Cacciatore.
    Varric tentò di metterlo subito al tappeto lanciando una combo di dardi, e, per ultimo, lanciò un dardo avvelenato. Il Cacciatore barcollò, ma dopo qualche secondo si riprese e diede una botta al nano, che cadde a terra rotolando qualche centimetro più indietro.
    Dietro il grosso Covenant comparve un altro della sua stessa razza, e, insieme, caricarono il fucile al plasma. Faramir urlò a squarciagola, incitando a nascondersi dietro alberi, rocce e dentro delle fosse. Infine, i due Cacciatori lanciarono un grosso raggio, che ridussero a polvere tutto quello che gli si poneva davanti.
    Le carcasse degli uomini colpiti da esso caddero a terra, ricoperte da fumo e cenere. Faramir guardò la scena scioccato, mentre, gli Elite, approfittando della situazione, cominciarono ad uccidere i guerrieri storditi.
    Hawke continuò, però, a combattere senza mai fermarsi. Affondò la propria lama nelle carni di un lucertolone, e poi lo scagliò contro un altro suo compagno.
    Si girò di scatto e con un fendente lacerò il petto di un altro, e, senza pietà, ne decapitò un altro. Si guardò nei dintorni, vedendo solo sangue e corpi di soldati di Gondor morti, e gli Elite che avanzano senza sosta.
    Infine vide Isabela correre in mezzo i nemici, e, con i suoi due pugnalini, colpirne parecchi nello stesso momento. La donna era nota per la sua agilità, era veloce quanto un felino, e probabilmente in una gara contro una pantera avrebbe vinto di sicuro.
    Sfruttò questo punto a suo favore per salire sugli alberi, e, mimetizzandosi con essi, saltò sulla nuca di un Cacciatore, affondando i pugnali più e più volte, finché esso non cadde al terreno, morto.
    Due erano stati eliminati.
    L’altro Covenant s’avvicinò alla donna, che con una capriola evitò il primo colpo. Scattò verso il fianco del grosso nemico, che tentò ancora una volta di prenderla, inutilmente.
    Caricò velocemente il fucile e sparò verso la donna, che, con un salto, riuscì ad evitare fortunatamente la scarica. Si guardò dietro, e notò un albero completamente in fiamme.
    Ciò la distrasse troppo.
    Il Covenant la prese in pieno, facendola cadere molto lontano dalla battaglia.
    Hawke, dopo aver estratto la lama dal cranio di un Elite, corse verso il nemico, urlando vendetta. Il Cacciatore si girò, non molto velocemente, e si ritrovò la lama in piena gola.
    Hawke la tirò fuori velocemente e diede un colpo sulla nuca dell’enorme Covenant, che crollò sul terreno. L’uomo evitò il colpo di un Elite e, aggirandolo, lo tagliò in due parti, correndo poi nel luogo dove Isabela era stata lanciata.

    -ANCORA! NON FERMATEVI!- urlava a squarciagola Faramir, incitando i propri compagni di non arrendersi mai.
    Gli era stato insegnato dai loro padri e dai loro nonni, erano nati per combattere, per non avere paura e per non arrendersi mai.
    Fin da piccoli i soldati di Gondor venivano scelti per l’esercito. Con un esame, che si divideva in tre prove, quella di forza, d’onore e d’intelligenza, venivano scelti per diventare abili guerrieri o abili tiratori, mentre, quelli scartati, venivano addestrati per diventare abili mercanti, contadini, fabbri o addestratori.
    Faramir, sin da piccolo, era stato allevato da suo padre, Derethon II, ora morto per la sua follia, e da il penultimo Re di Gondor, Isildur, figlio di Namsil.
    Suo fratello, Boromir, era morto durante la guerra dell’Anello, consumato da esso. Faramir era l’ultimo ancora in vita della sua famiglia, resistito ad una potentissima malattia, che stava pian piano distruggendo tutti i suoi neuroni.
    Lacerò il petto di un altro lucertolone, e conficcò la propria lama all’interno del cranio di un altro.
    Infine alzò lo sguardo, e guardò l’area circostante.
    Era finita, avevano vinto.

    Hawke arrivò al luogo dove Isabela era stata spedita con il colpo del Cacciatore, e una volta trovata, la rimise immediatamente in piedi.
    Il colpo le aveva fatto dare una tremenda botta a terra, graffiandogli anche la guancia.
    -Isabela!?- esclamò più volte l’uomo, e la donna si lamentò leggermente.
    -Ce la faccio..- commentò, cercando di mettersi in equilibrio. Raccolse dal terreno i suoi due pugnalini e li mise in fodera, poi guardò l’uomo, che nel mentre sospirò.
    -Abbiamo vinto, è fatta!- urlò Faramir, sorridendo. La sua truppa, però, era stata dimezzata. Da duemila uomini che erano sembravano esser diventati circa cinquecento, e probabilmente erano gli unici sopravvissuti tra tutte le armate mandate a difendere i territori circostanti a Gondor.
    Bethany corse verso il fratello, abbracciandolo.
    -E’ tutto finito- accennò Garrett, accarezzandole i capelli. Varric ripose la balestra dietro la schiena e sorrise leggermente, mentre Isabela si medicava con delle bende i graffi.
    -Sta per farsi buio- commentò Faramir –Dobbiamo tornare ad Ostagar-

    Il sole era calato, la luna era salita.
    La notte incombeva sulle terre di Gondor, e Nemesis, con far spavaldo, li osservava con i suoi poteri. Quel Faramir, il Capitano di Gondor, l’aveva capito, sapeva che prima o poi sarebbero stati attaccati anche loro.
    Al calar delle notte il potere dei drow era a disposizione del Custode Traditore, ma quella sarebbe stata la sua ultima carta a disposizione.

    I cancelli di Ostagar si aprirono, e l’armata di Faramir vi ci entrò. I civili, solo a guardare i vestiti e le spade dei guerrieri, sporchi di sangue, si guardavano in giro spaesati.
    -Fate evacuare i civili a Minas Tirith- furono le uniche parole di Faramir, scendendo lentamente dal cavallo. La stanchezza era molta, ma non era quello il momento adatto per addormentarsi. Il Capitano di Gondor si avvicinò ad una porta, aprendola in fretta. Poi fece cenno ai suoi due ufficiali rimasti in vita, e ai protettori del Custode, di entrare.
    -Chiamatemi solo per qualche pericolo, e scortate gli abitanti- accennò, chiudendo poi la porta dietro alle proprie spalle.
    -Non so se voi l’avete percepito, ma, signori, siamo in pericolo- iniziò il Capitano, sedendosi al proprio posto. I due ufficiali deglutirono, mentre Hawke socchiuse gli occhi.
    -I miei lunghi anni di allenamento mi hanno preparato a questo- rispose il moro, guardando il biondo –Nemesis è vicino, gli Elite sono vicini- continuò, portando una mano sullo spadone.
    Varric borbottò.
    -Non possiamo difendere questa cittadella con così pochi uomini- disse, tirando un po’ di fumo dalla propria pipa –E’ una missione suicida-
    -Per questo ho deciso che voi, con il Custode, vi recherete a Minas Tirith- accennò –Il mio Re sarà felice di vedervi-
    Riku, che fino a quel momento era rimasto zitto ad ascoltare, sospirò.
    Hawke mosse il capo, acconsentendo a quanto detto dal Capitano di Gondor.
    -Alle prime luci dell’alba, se ci arriviamo, andrete via di qui- accennò –Oppure stanotte dovrete essere pronti per fuggire-
    Hake annuì nuovamente.

    Mentre alcuni gruppi di guerrieri scortavano i civili verso Minas Tirith, Isabela approfittò della serata per medicarsi le ferite rimediate durante la battaglia, quando, nel bel mezzo di una fasciatura, sentì dei rumori fuori dalla propria tenda.
    Si alzò, e impugnò in entrambe le mani le sue due armi di fiducia, quelle che un avventuriero non lascia mai. Una volta vicina, aprì l’entrata di scatto, rivelandosi, dietro, Garrett Hawke, che era in procinto di entrare.
    -Cosa ci fai qui?- domandò la donna, sbuffando, riportandosi poi su una sedia e continuare le medicazioni. Garrett si toccò il capo.
    -Tutto bene?- domandò dopo qualche secondo di stallo, e l’altra non lo guardò nemmeno.
    -Poteva andare peggio, sono ferite superflue- rassicurò –Gli altri?-
    -Stanno riposando, Varric invece mangia e fuma..- spiegò, scuotendo il capo. Isabela, invece, ridacchiò. Era abituata a sentire quelle cose del nano componente della famiglia Thedras, amava fumare, mangiare e vedere le belle donne, soprattutto le nane.
    I due si scambiarono un sorriso, quando, all’improvviso, Faramir fece irruzione nella tenda.
    -Come previsto- disse, riprendendo fiato –Dovete andare, i nemici marciano su Ostagar!-

    Fuori dalla tenda della donna, il caos aveva fatto suo il luogo.
    -Dovete venire con noi- accennò Bethany, avvicinando al Capitano di Gondor. Quest’ultimo scosse il capo, sospirando.
    -Siamo cresciuti combattendo, e moriremo combattendo- spiegò, poi chiamando a sé, con un fischio, quattro cavalli, tutti sellati e con il pelo ben spazzolato.
    -Correte sino a Minas Tirith, non vi fermate mai neanche per guardarvi dietro- cominciò a spiegare, per poi farsi passare un corno da un guerriero -Una volta vicini ai cancelli suonate questo corno, e vi saranno aperti- concluse, dandolo poi a Varric.
    -Tu sarai quello meno impegnato, non guidando il cavallo- accennò, sorridendo.
    Salirono sui destrieri, preparandosi al galoppo. Riku era molto spaesato, si sentiva soffocato, voleva sapere come stavano i suoi amici, Sora..
    Improvvisamente cominciarono a galoppare verso i cancelli di Ostagar, e, dietro di sé, sentì solo un urlo di Faramir, che intonava “Buona fortuna!”.
    Infine marciavano verso Minas Tirith.
     
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  9. Nyxenhaal89
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    Nemesisio!
    Uhm, il capitolo è molto concitato, simpatica anche la piccola parentesi comica tra la tettona eccitante ( :guru: ) e Varric, e di per sé tutta la battaglia sembra descritta bene, ma ho percepito una notevole confusione con gli eventi. Alcuni passaggi li ho dovuti rileggere per cercare di raccapezzarmici, a causa della scarsità di descrizioni dell'ambiente circostante. Sei un po' tornato alla tua abitudine di descrivere di più le azioni e meno i luoghi, attento!
    Hai inserito una gran quantità di personaggi (THOR? O___O ), e spero di vedere le loro caratteristiche approfondite. Comunque sei migliorato ancora, cerca di pubblicare in tempi minori però, sennò perdi tutto il terreno che hai ripreso!
    In sintesi il capitolo è buono, ma ti conosco, puoi fare molto molto di più *w*
    Forza nemesisio! :riot:
     
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    Gracias amigos, tu es cocadijo rejeno!
    .....
    Ok, tornando seri.. grazie Nyx, devo ancora riprendermi del tutto. Sto impostando il prossimo capitolo cercando di spostarmi solo sul lato narrativo, nel prossimo..

    Istfryn Aleanath :Q_

    CITAZIONE
    Hai inserito una gran quantità di personaggi (THOR? O___O )

    Thor servirà solo ad uno scopo, e fino a quel momento, non si vedrà più :3
     
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  11. _Holy
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    Dunque, dunque...
    Sei tornato all'azione a tutti i costi, omettendo un po' le descrizioni ambientali, ma la cosa non mi da più tanto fastidio. A conti fatti penso che lo stile vada piuttosto bene, è passato tantissimo tempo, Nemesisio, faccio fatica a ricordarmi come scrivevi un tempo...
    Ad ogni modo, sappi che non si smette mai di imparare, SAPPILO! SAPPILO!

    Non sono finite le contaminazioni fantasy! Non è finito il signore degli anelli! Morirò giovine e vergine! çOç
    Devo dire che Kingdom Hearts è andato via via con lo snaturarsi XD
    Nemesis fa la sua comparsa, dopo un periodo di sana stasi all'ospizio dei poveri (che cosa sta dicendo? Boh)
    Ricalco ciò che ha detto Nyx, devi essere più veloce e costante, altrimenti perdi tutta l'enfasi...
    Confidiamo in te, Nemesisio.
     
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    CITAZIONE (_Holy @ 30/6/2011, 15:01) 
    Dunque, dunque...
    Sei tornato all'azione a tutti i costi, omettendo un po' le descrizioni ambientali, ma la cosa non mi da più tanto fastidio. A conti fatti penso che lo stile vada piuttosto bene, è passato tantissimo tempo, Nemesisio, faccio fatica a ricordarmi come scrivevi un tempo...
    Ad ogni modo, sappi che non si smette mai di imparare, SAPPILO! SAPPILO!

    Non sono finite le contaminazioni fantasy! Non è finito il signore degli anelli! Morirò giovine e vergine! çOç
    Devo dire che Kingdom Hearts è andato via via con lo snaturarsi XD
    Nemesis fa la sua comparsa, dopo un periodo di sana stasi all'ospizio dei poveri (che cosa sta dicendo? Boh)
    Ricalco ciò che ha detto Nyx, devi essere più veloce e costante, altrimenti perdi tutta l'enfasi...
    Confidiamo in te, Nemesisio.

    Di Kingdom Hearts sono rimasti solo i personaggi, e fai che son cambiati anche quelli di carattere :addit:
     
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  13. Rei;
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    Finalmente, dopo chissà quanto tempo, sono riuscita a leggere questo capitolo. Mi scuso ancora per il ritardo, shadow-kun.
    Allora.. capisco che ti piacciano le battaglie, ma ti perdi troppo nello descrivere tutti -e dico, tutti- le mosse dei vari personaggi. Se riesci a equilibrare azioni e descrizioni, sarebbe perfetto. ^^
    C'è un solo errore, sempre lo stesso: gli al posto di le. Non riesci proprio ad accorgertene, eh? In ogni caso, per stavolta ti perdono: una volta lo hai usato correttamente.
    "Faramir era l’ultimo ancora in vita della sua famiglia, resistito ad una potentissima malattia, che stava pian piano distruggendo tutti i suoi neuroni" Io, al posto di potentissima, metterei devastante. Però questo è solo un consiglio.

    "Difatti, pochi minuti dopo, passati tra i mormori generale e a pulirsi la fronte dal sudore a causa della paura, una massa di Elite, di vari tipi, si lanciò contro gli abitanti di Asgard." Ammetto di non ricordare se questo nome era già stato inserito nel racconto o no, ma, se è nuovo, da dove l'hai preso?

    PS: Di nuovo, non mi ricordo, quindi ti chiedo di perdonarmi, ma Luke von Fabre e Aqua?
     
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    Cosa che già sanno Nyx e Holy è che nel prossimo capitol oho già scritto BEN 5 pagine di descrizione, dialoghi, bla bla, e niente combattimenti. :3
    Asgard è la città degli Dei Vichinghi, dove vive per l'appunto Thor, il Dio del Tuono.

    Come ho già fatto capire per un po' non vedremo in giro Aqua, Sora, Terra, Ven e Kairi, che li abbiamo lasciati a Konoha.
    Come è stata un apparizione quella degli Spartan-II.
    Von Fabre lo rivedremo però presto. :heho:
     
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    Ok, sono tornato.
    Il capitolo è pronto, ed è passato esattamente un mese da quando ho postato il decimo, maledizione, come perdo colpi.. e non me ne ero nemmeno accorto!
    Comunque, spero piaccia, credo sia molto noioso ma spiega un po' di cose, e poi..ehehe, leggerete..
    Grazie a Nyx, Rei e Holy per i commenti, come al solito stupendi :3


    11: Haldal
    Sfiniti, senza forze, arrivarono al portone della Città Bianca, Minas Tirith. I soldati di Gondor, velocemente, aprirono le porte, accogliendo i cavalieri.
    Per le strade erano state allestite delle tende per i civili fuggiti da Ostagar, e probabilmente il Re era già stato avvertito di tutto.
    Le mura della città erano molto grandi, con delle torri per ogni lato, equipaggiate di catapulte. I soldati tenevano d’occhio il perimetro, guardando in lontananza le fiamme alzarsi su Ostagar, sperando nel meglio.
    Scortati da alcuni soldati, i protettori del Custode cominciarono la scalata verso la sala del trono, dove si trovava anche l’Albero Bianco di Gondor, il simbolo sacro per tutti gli abitanti.
    Gli abitanti di Minas Tirith erano impauriti, il silenzio che fino a poco tempo prima regnava sovrano era stato interrotto dal suono del combattimento.
    Alcuni incolpavano il Custode dell’Alba di tutto, che era colpa sua se ora rischiavano la vita, e Garrett incitava all’argenteo di non ascoltarli.
    I bambini non smettevano di piangere, e le madri dovevano fare di tutto per azzittirli.
    Una volta arrivati di fianco all’Albero Bianco, Riku riuscì ad ammirarlo in tutta la sua bellezza da vicino. Scese dal cavallo e gli si avvicinò, quando, un soldato, lo bloccò.
    -Non è permesso toccarlo- accennò, e l’argenteo annuì senza fare storie.
    Improvvisamente le porte della sala si aprirono, e da essa ne uscì Aragorn, il Re di Gondor, una persona che Riku già conosceva.
    -Salute a voi, avventurieri- accennarono l’uomo, sorridendo. Il gruppo s’inchinò al cospetto del Re, che fece cenno di alzarsi e accomodarsi nella sala.
    -Io ti conosco- disse, mentre camminavano. Riku deglutì. –Hai combattuto al mio fianco alle porte di Mordor, giusto?-
    Rispose con un leggero movimento del capo.
    Aragorn sorrise notevolmente, facendo cenno al gruppetto di sedersi sulle sedie che aveva preparato.
    -Mio signore- accennò Garrett –Faramir ha deciso di rimanere a Ostagar-
    Aragorn annuì; l’aveva capito sin da quando non l’aveva visto entrare con i civili.
    -Il Capitano è una persona molto coraggiosa, ha avuto la sfortuna di perdere suo fratello Boromir in battaglia, e suo padre per la sua follia- spiegò, sospirando. –Probabilmente vuole dimostrare di non essere una nullità dopo esser guarito dalla malattia-
    Aragorn socchiuse gli occhi, e, dopo qualche secondo, li riaprì.
    -Tornando a noi- iniziò –Che notizie portate?-
    -Come previsto, i Qunari ci hanno tradito- accennò Garrett -Volevano conquistare Midgar, e tenerla per sé-
    -Come si è evoluta la cosa?-
    -Sono tutti morti!- rispose Varric, ridacchiando.
    Aragorn sorrise, probabilmente il nano dai capelli arancioni gli ricordava il suo caro e vecchio amico Gimli.
    Il Re di Gondor socchiuse gli occhi per qualche secondo, aveva percepito che a Ostagar le due fazioni si stavano dando battaglia, e sospirò.
    -Quindi Faramir ha deciso di sacrificarsi- disse, alzandosi dal proprio trono.
    Garrett annuì.
    -Le sue truppe mi hanno sempre ubbidito senza nessun’obiezione- iniziò, portando le mani dietro la schiena. La folta chioma castana, con qualche capello bianco, descriveva quanto la vecchiaia stava facendo il sopravvento sul Re, e anche che non sarebbe rimasto in vita ancora per molto tempo.
    Il sole entrava dalle vetrate e illuminava il volto dell’uomo, che si girò verso il gruppo.
    -Spero che le loro salme tornino qui intatte- accennò -Dovranno avere una degna sepoltura-
    -Garrett Hawke- continuò dopo esser rimasto in silenzio alcuni secondi. –Theresa La Profeta vi aspetta nella Sala Bianca-
    Garrett fece un cenno col capo, alzandosi in piedi. Sistemò lo spadone sulla schiena e fece un passo in avanti, inchinandosi leggermente.
    Fecero così anche Varric, Bethany, Isabela e Riku. Aragorn li congedò con un gesto e poi si rimise a sedere sul trono, sospirando.
    Dopo di che seguirono il proprio capo gruppo verso una porta. Garrett pronunciò delle parole sottovoce, e come una specie di meccanismo la porta si aprì.
    Vi ci entrarono velocemente, e immediatamente si chiuse alle loro spalle.
    Il cunicolo era illuminato da alcune torce, che avevano una fiamma di colore celeste. I mattoni sembravano di essere un materiale molto antico, un materiale probabilmente realizzato dai nani, poiché molto pregiato. Varric toccò con la mano i mattoni, sorridendo, quando, a un certo punto, una donna vestita con una tunica lunga, con tanto di cappuccio, tutto celeste, li fermò.
    -Voi che cercate colloquio con la Signora Theresa, chi siete?- domandò, tenendo il capo basso.
    -Garrett Hawke, capo dell’Ordine dei Protettori- iniziò –E questi sono i miei compari dell’Ordine.. e lui è il Custode dell’Alba.- terminò.
    A sentire quelle parole Riku spalancò gli occhi. Nessuno gli aveva mai parlato di quest’Ordine, mai nessuno gli aveva detto di essere protetto per una ragione, e non per puro caso.
    Pensava di aver incontrato questo gruppo per caso, e invece era sotto copertura sin dal primo momento..
    La donna annuì, facendosi poi da parte. La parete alle spalle della Sacerdotessa si alzò, e il gruppetto entrò nella grande sala.
    Al suo centro si trovava un blocco, e sopra si trovava il trono della Signora Theresa.
    La sala era decorata con grandi arazzi con colori molto luminosi, come il celeste e il bianco, i colori dell’Ordine.
    Un tappeto lungo iniziava da ogni entrata sino al blocco, e, su di esso, vicino al trono, si trovava un altare, dove probabilmente la Profeta teneva i propri discorsi.
    Garrett si sentiva finalmente a casa, anche, se in realtà, non era mai stato nella Grande Sala. Riku, invece, era molto spaesato.
    Dove si trovava, e cosa diamine era quell’Ordine?
    Durante le sue avventure aveva visto di tutto, e fino a quel momento aveva combattuto tutto spalla a spalla con i suoi compagni.
    E ora si trovava da solo..
    E ciò lo faceva stare tremendamente male.
    Isabela si guardò intorno, sospirando. Infine si appoggiò a un muro, aspettando il grande momento. Garrett gli si avvicinò.
    -Qualcosa ti turba?-
    La donna mosse il capo.
    -Non mi sento a mio agio, tutto qui- rispose, e il moro annuì.
    -Le ferite?-
    -Stanno bene- continuò, guardando fisso l’enorme blocco a centro sala.
    -Ne sono felice-
    Isabela sorrise, e l’uomo ricambiò.

    Tutto a un tratto nella sala piombò il silenzio totale. Le Sacerdotesse, prese da un impulso, scattarono in ginocchio, chinando il capo, così tutti gli altri membri dell’Ordine.
    Garrett e Bethany, devoti alla Profeta, si misero immediatamente in ginocchio, mentre Isabela e Varric ci misero qualche secondo a capire.
    Riku, invece, si guardava intorno terrorizzato.
    Sora..
    Kairi..
    Il Kingdom Hearts..
    Poi una mano lo portò a terra. Era quella di Garrett.
    Gli sussurrò qualcosa, che l’argenteo non riuscì a capire.
    Nello stesso tempo, sopra il blocco, comparve una colonna di fiamme.
    Da lì uscì Theresa, la Profeta dell’Ordine.

    -Ave, nostra Signora- dissero in coro i presenti, e la Profeta alzò le mani al cielo. Era vestita con una lunga tunica di un rosso chiaro, e un cappuccio a coprire il capo.
    Era leggermente scollata sulla parte del collo, dove teneva una grossa collana.
    -Ho saputo che tra di noi è presente un Custode del Keyblade- accennò, e ci fu un sussulto generale.
    -Finalmente ne avete trovato uno- continuò, sorridendo. Gli occhi, totalmente bianchi per via della sua cecità, s’illuminarono. –Alzati, oh Keyblader-
    Riku si alzò in piedi, e tutti lo osservarono esterrefatti. Le Sacerdotesse, anche loro ceche, avevano il potere di poter guardare i figli della Luce, tutti coloro purificati oppure toccati dalla Morte, e Riku l’aveva sfiorata recentemente.
    -Chi ti ha portato qui, Custode?-
    Garrett e il resto della compagnia si alzarono in piedi, e Theresa sorrise visibilmente.
    -Siamo stati noi, nostra Signora- rispose, facendo un leggero inchino. La Profeta annuì, sorridendo ancora.
    Improvvisamente, Theresa tornò seria, e così anche i presenti nella sala.
    -Ciò per cui vi ho richiamati a me è il pericolo che incombe su queste terre- accennò. –Pensavamo che permettendo ai Custodi di mantenere una posizione stabile sarebbe tutto andato liscio- continuò –Ma così non è stato-
    Silenzio totale.
    -Fino a oggi i Custodi sono sempre stati uniti, e, invece, ci ritroviamo un solo Custode invece di sette.-
    Riku scosse il capo. Sette?
    -Uno è qui con noi, mentre gli altri sono sparsi per il mondo- continuò –E uno è stato corrotto dall’Oscurità.-
    L’argenteo scosse il capo. Sette Custodi.. uno corrotto dall’Oscurità..
    ..Drake..?
    Sentii un vento percorrergli il corpo, salendo dalla schiena fino alle proprie orecchie, e sentì qualcuno sussurrare delle parole non decifrabili..
    Deglutì, spaventato.
    -Non è questo che ci preoccupa- accennò Theresa, rimanendo immobile sul posto. –Bensì la nuova minaccia, quella dei Covenant.-
    Ci fu un parlottare generale nell’area, poi la Profeta fece un cenno e cadde il silenzio.
    -Come Protettori dell’Ordine esigo che proteggiate queste terre con la vostra stessa vita, come avete fatto fin’ora- continuò –Non vi dovete mai far intimidire, da nessuno. Ho scelto voi per questo compito perché so che siete puri-
    Le Sacerdotesse, tutto ad un tratto, si alzarono in piedi, divaricando le braccia. Theresa pronunciò delle parole in una lingua estranea, e, improvvisamente, una luce ricoprì Garrett, Bethany, Isabela e Varric.
    Quando essa sparì, sul polso di ogni elemento del gruppo era comparso un marchio.
    -Serve ad aiutarvi nei momenti peggiori- iniziò Theresa -E’ un potere tremendamente forte, per usarlo dovrete essere insieme-
    Garrett annuì, e guardò il resto del gruppo.
    -La riunione è giunta al termine, prossimamente vi saranno dati gli ordini- finì la Profeta, e, alzando le braccia al cielo, sparì in una colonna di fiamme azzurre.

    Il gruppo fu scortato alle camere, dove avrebbero alloggiato per la notte, e, gli fu raccomandato di alzarsi presto per presentarsi alla Sala delle Cerimonie, dove l’Oratore dell’Ordine gli avrebbe assegnato il prossimo compito.
    Riku si chiuse immediatamente nella propria stanza, senza salutare nessuno. Bethany guardò la porta della camera del ragazzo sospirando, sapeva che qualcosa non andava bene.
    Bussò leggermente, e all’inizio nessuno gli rispose.
    Fece per andarsene quando la porta si aprì.
    -Cosa c’è?- domandò l’argenteo, tenendo il capo basso.
    Bethany sorrise.
    -Posso entrare..?-
    Il Custode rimase qualche secondo in silenzio, poi fece cenno di accomodarsi. Si era già tolto i pesanti vestiti che teneva, ed era rimasto a petto nudo.
    Si affacciò alla finestra, guardando il panorama di Gondor.
    -Perché?- accennò, e l’Arcimaga non capì.
    -Cosa?-
    -Perché tenermi nascosto tutto questo fino ad ora!- disse, girandosi di scatto.
    -Non è colpa nostra, Riku!-
    -Non mi importa di quest’Ordine, di te e di Theresa, voglio tornare dai miei amici!-
    Bethany chinò il capo.
    -Sei stato scelto per fare questo, non puoi arrenderti proprio ora..- disse, con un tono di voce basso. L’argenteo strinse i pugni.
    -Non resterò qui un giorno di più. Domani partirò anche da solo, anche se non lo volete!- esclamò, infine.
    Rimasero qualche secondo a guardarsi, infine il Custode dell’Alba si girò verso il vetro, stringendo i denti.
    L’Arcimaga sospirò, uscendo poi dalla stanza.
    Riku diede uno sguardo al cielo, e vide una scia rossa.
    Il Kingdom Hearts stava reagendo..

    Erano tre giorni che girava a vuoto per il deserto, ed erano tre giorni che si era diviso dai propri compagni. Era fuggito da Midgar con dei Vertibird, caricando i civili, i suoi compagni e i Custodi, e aveva deciso di lanciarsi nel vuoto per sventare una minaccia che poteva dargli fastidio.
    Ma era stato sconfitto in pochi minuti.
    Non gli era mai successo di perdere un duello, e di essere risparmiato per pietà. Era una vergogna.
    I vestiti erano completamente distrutti, della canottiera rimaneva solo la parte finale, e i pantaloni tenevano diversi buchi.
    Le ferite da fuoco sulla pelle erano rimaste ben visibili, e il Capo dei SOLDIER doveva trascinare anche la Buster Sword sul terreno.
    Sapeva che i Vertibird erano diretti a Konohoa, la città dei Ninja, ma non sapeva quanto ci avrebbero messo a trovarlo.
    Perché sarebbero partiti sicuramente per cercarlo, almeno così pensava.
    Ogni minuto che passava pensava a chi diamine fosse quello lì, e perché l’aveva lasciato in vita. Aveva detto di chiamarsi Itachi..
    Itachi..
    Zack strinse i pugni.
    Lasciò cadere la Buster Sword sul terreno e rivolse lo sguardo verso il cielo.
    Giurò vendetta.

    Il marchio della Luce.
    Si narrava che solo chi era veramente puro potesse avere quest’onore, ma anche chi aveva dato il meglio di sé per proteggere i Custodi.
    Carver..
    Sarebbe stato un ottimo Templare, come voleva lui. Gli mancava, gli mancava da morire.
    Tutto a un tratto sentì la porta aprirsi, e si girò di scatto impugnando lo spadone. Isabela sorrise, facendogli cenno di lasciare l’arma a terra.
    Garrett sospirò, tornando a sedere sul letto.
    L’ex pirata gli si avvicinò cominciando a massaggiargli le spalle, sussurrandogli all’orecchio di rilassarsi.
    Ma Garrett non poteva rilassarsi.
    Doveva proteggere il Custode dell’Alba, ed aveva già immaginato quale sarebbe stato il loro prossimo compito.
    Isabela cominciò a dargli dei baci sul collo, e Garrett cominciò a rabbrividire dal piacere. In quel momento cercò di schiacciare tutti gli orribili pensieri che impestavano la sua testa, e si lasciò andare.
    Saltò sopra la donna e cominciò a baciarla sulle labbra, e si denudarono in fretta, strisciando dentro le coperte.
    Isabela cominciò a gemere dal piacere, e Garrett la seguì.
    Qualche secondo dopo l’uomo la penetrò.
    E quella notte fu lunga ed emozionante.

    Le Guardie di Gondor svegliarono il Custode alle prime luci dell’alba, pregandogli di recarsi presso la Sala del Trono, dove gli avrebbero affidato il prossimo compito.
    L’argenteo annuì, per poi chiudere la porta alle proprie spalle.
    Non aveva dormito tranquillamente.
    Pensava ripetutamente a cosa sarebbe successo se fosse andato lui in coma, se dall’inizio Sora fosse stato sveglio. E probabilmente ora, il suo più caro amico era morto..
    Midgar era stata distrutta, ma non avevano trovato i corpi.
    Strinse i pugni, per poi vestirsi velocemente. Indossò un paio di pantaloni blu e una canottiera bianca, e mise dentro uno zaino dei vestiti per ogni evenienza.
    Infine uscì dalla stanza e si recò verso la sala.
    I corridoi del castello erano piccoli, ed erano contornarti con delle torce, degli arazzi e dei quadri. Scese delle scale incrociando delle guardie, che gli fecero un cenno col capo.
    Rispose con lo stesso modo, poi sospirò. Portò in avanti la mano e la guardò. Quello che era successo nella foresta l’aveva rincuorato, aveva aiutato una persona a combattere l’oscurità, difendendola anche.
    Una cosa che prima faceva molto spesso..
    Poi arrivò nella grande sala.
    Il gruppo si era già riunito, Varric si era cambiato per l’occasione, indossava una tunica di maglia di Electrum, un materiale pregiatissimo forgiato solamente nelle caverne dei regni Nanici. Una leggenda narra che il primo ad aver indossato un armatura di quel materiale sia stato Moradin, il Dio dei Nani.
    -Ben alzato, Riku- accennò Garrett, sorridendo. L’argenteo ricambiò con un sorriso sforzato, poi si avvicinò al resto del gruppo tenendo il capo basso.
    Lo alzò leggermente, e osservò Bethany, che da quando era arrivato non l’aveva guardato minimamente. Era stato un idiota, l’aveva trattata male, e non doveva.
    Aveva solo cercato di aiutarlo..
    Improvvisamente nella sala irruppe un Guerriero di Gondor, che s’avvicinò con timore, porgendo una pergamena nelle mani di Garrett, che ringraziò.
    Il Protettore Prescelto s’avvicinò ad un muro, e aprì la pergamena, leggendo il contenuto ad alta voce.

    Dovrete raggiungere al più presto il Villaggio della Foglia, molto lontano dalle terre di Gondor. Qui sotto è elencato tutto il percorso che dovrete fare, portate sempre con voi questa pergamena e nessuno deve saperne il contenuto, se non voi.

    Theresa, La Profeta.

    Questo non lo deve leggere nessuno, se non te, Garrett. Lo scopo è far riunire i Custodi, Riku non deve sapere che in questo Villaggio si trovano i suoi amici, per nulla al mondo.
    Niente deve ostacolare l’Operazione Nova.


    Garrett finì di leggere, e spiegò il tutto ai suoi compagni, senza ovviamente dirgli delle ultime righe. Infine mise il rotolo di pergamena nel proprio zaino, e fece cenno ai propri compagni di andare.
    L’argenteo si guardò intorno, spaesato.
    Il Villaggio della Foglia..

    Erano passati pochi minuti da quando i Protettori e i Custodi avevano abbandonato la Città Bianca, Minas Tirith, cavalcando tre potenti stalloni, passando per le uniche –per ancora- protette foreste di Gondor.
    Circa quindici minuti dopo i portoni si aprirono, e le guardie non ricevettero una bella sorpresa.
    La testa di Faramir.

    L’ora è vicina,
    L’oscurità sorgerà,
    La luce sprofonderà,
    e noi regneremo..


    Il sole era appena calato, e per le vie del Villaggio della Foglia era diventato tutto tranquillo improvvisamente.
    Era il momento giusto.
    -Perfetto, stupidi come al solito- sussurrò l’uomo, ghignando.
    -Do l’ordine di bombardare?- chiese l’altro, muovendo la propria chioma bionda.
    Il compagno fece cenno di no con la testa.
    -Non ancora- disse, sorridendo. –Stiamo aspettando Itachi-.
     
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