Dirge of Keyblade

L'Ultimo Atto della Trilogia!

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    クラッシュバンディクーとキングダムハーツ

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    Ma perché sono l'unico che non trova errori? ç_ç.
    Tra poco posterò il nuovo capitolo della mia nuova fan fiction. Se volete potete leggerla.
    Ah si, puzzate tutti :asd:
     
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    Twilight Player

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    Bel capitolo, Nyx! Quindi è stato Altair a liberare il Kingdom Hearts, in realtà. E' lui, che è riuscito a trovarlo.
    Ansem vi ci è entrato e ha fatto uscire gli Heartless. Hanno ucciso tutti.
    Una domandina: Yuuko che fine fece? E Terra come iniziò il proprio viaggio, e come conobbe Ventus e Aqua? Verrà tutto spiegato?

    Sora è un porco, e Roxas anche.

    Nemesis;
     
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  3. Nyxenhaal89
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    Freedom!
    Evvai, un/a nuovo/a lettore/trice! *-*
    Felice che le altre due fic ti siano piaciute!

    CITAZIONE
    Questo NON va bene :nono:

    Non l'ho notato, porca Yuuko

    CITAZIONE
    Una domandina: Yuuko che fine fece? E Terra come iniziò il proprio viaggio, e come conobbe Ventus e Aqua? Verrà tutto spiegato?

    Verrà spiegato tutto in seguito...
    Quando a Terra, preferirei tenere tutto in forse: non è escluso che ne venga fuori un piccolo spin-off. XD

    CITAZIONE
    Ah si, puzzate tutti :asd:

    Disse il bue, dando del cornuto all'asino.

    EDIT:
    CITAZIONE
    Nemesis;

     
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    Twilight Player

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  5. Orfeo della Lira 2
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    * Thumbs Up *
    Sora e Roxas sporcaciioni
     
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  6. xander.XVII
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    Bel capitolo, ottima descrizione della guerra(un mix di prima e seconda guerra mondiale) e perfetta congiunzione con il resto della trilogia.
    Buona la scrittura, scorrevole la lettura, adeguato il ritmo.Bravo!
     
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  7. Mizu De Tsuki
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    Onestamente sulla parte storica mi sono addormentato alla grande °ò°'''''''
    Poi me la spieghi in parole povere ùù'''
    Grazie del regalo Nyx ^//^ la Lemon è stata di mio gradimento, ohhssì <3
    Benvenuta a Freedom e sì, hai fatto un piccolo erroruccio dove ti ha segnalato lei à_à
    * in genere era lui a segnalarli v.v#, da bravo beta (attualmente in vacanza XD)*
    E così fu Altair ad aprire il Kingdom Hearts!ò.ò Beh, non l'ha fatto apposta, non lo rimproverate, Custodi!ù.ù
    Kairi è del troppo! "sciacquetta fortunata" X°D Basta che dica una sola parolina e mi fa morire xDDDD
    Nyx azzardati a farla morire e non ti donerò più ispirazione è_é
     
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  8. ‚DrEaMeR
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    CITAZIONE (Mizu De Tsuki @ 15/9/2010, 13:45)
    Onestamente sulla parte storica mi sono addormentato alla grande °ò°'''''''

    +1
    Per il resto stupendo, bravo :)
     
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  9. Nyxenhaal89
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    Dreamer, Mizu, siete due 'gnoranti barlafusi, ecco! XDDD
    Eccomi qua, con il capitolo 5...
    Mi mancano un po' di persone, ma in fondo è periodo scolastico e avrete parecchio da fare.
    Dopo questo capitolo entro in pausa per almeno 5+ giorni, finché non avrò terminato l'esame non scriverò più nulla.
    Grazie a Nemesis, Mizu, Xander, Dreamer, Orfy, Kingu, e benvenutissima Freedom!!! ^^
    Xandy sono contentissimo che l'approfondimento storico ti sia piaciuto: a tutti gli effetti, pensavo a "The Unleashed Power" mentre la scrivevo, e alla tua passione per le guerre mondiali :ahsi:
    Un saluto a Holy e Kratos9, spero di vedervi per questo capitolo! ^^
    Capitolo denso di significato e sadismo!
    Mizu e Holy, in particolare, saranno felicissimi per l'inizio e la fine
    Buona lettura!

    5: L’Anima e la Spada

    I corridoi del Castello di Xemnas erano scuri, illuminati occasionalmente dai fulmini accecanti che si abbattevano con violenza nel circondario. Il paesaggio di Mordor era deprimente e buio, e di giorno, quando il sole brillava, i palazzi neri di Barad-dur, ben visibili dal castello, risaltavano nell’arida terra rossastra. Gli alberi erano pochi e ancora meno i fiumi. Mordor era la seconda regione desertica di Bersia, dopo Hexter, ma a differenza di questa, andando verso Nord il clima diventava gelido. Vellond era un’immensa foresta innevata, infatti.
    Dopo aver dato un vacuo sguardo al Nord, Zexion riprese la sua passeggiata nel corridoio. Erano passate molte ore da quando avevano catturato Cloud. Se avesse avuto un cuore, ne avrebbe goduto; vedere la sua arrogante espressione contorcersi dal terrore era uno spettacolo edificante.
    Tuttavia, Xemnas non aveva ascoltato il suo consiglio di liberarsi di Vanitas. Palesemente troppo legato a Cloud, secondo Zexion era solo questione di tempo perché azzardasse un colpo di mano e lo liberasse. Lexaeus e Xigbar furono subito d’accordo, mentre Vexen appoggiò l’idea del Superiore di lasciarlo stare. I suoi Nazgul erano utilissimi, e Vexen era sicuro che il giovane Unversed, dopo quella cocente umiliazione inflittagli da Cloud poco prima che questi fosse catturato, non avrebbe azzardato alcunché.
    Tutto ciò che il Burattinaio Mascherato sapeva era che Vanitas si era rinchiuso nella stanza di Cloud e non intendeva minimamente uscirne, dato che aveva piazzato tutti e nove i Nazgul alla porta.
    Scendendo con calma le scale che portavano alle segrete, si guardò attorno. La mancanza di quasi due terzi dell’Organizzazione era un colpo terribile, ma dovevano andare avanti. Xemnas era ancora vivo e più potente che mai, e i suoi alleati più fedeli erano tutti dalla sua parte. Saix e Xaldin, però, erano sicuramente più utili da vivi; quanto ad Axel, la sua morte contava poco.
    Rimuginando, arrivò alla stanza di detenzione, dove trovò una figura incappucciata che, in silenzio, fissava Cloud in profondo stato di incoscienza, appallottolato in posizione fetale, le ferite del combattimento tutte rimarginate.
    - Ah, sei tu – realizzò Zexion. – Lasciaci soli – ordinò.
    L’uomo si allontanò guardingo, ma non osò sfidare la pazienza di Zexion, allontanandosi in fretta.
    Il Nessuno mise mano al suo Lexicon, il libro magico che usava come arma, e mormorò delle parole. Dalle sue mani scaturì un incantesimo gelido, e Cloud si svegliò tossendo.
    Zexion ghignò.
    Con un gesto elegante della mano, Cloud fu alzato in aria, e con un gemito battè violentemente contro il muro.
    - Buongiorno, Rixfern - schernì Zexion abbassando la mano. Cloud rimase lì, appeso da una forza invisibile, crocifisso sul muro con le braccia sottoposte ad una dolorosa trazione.
    - Sei venuto… a vantarti… vero…? – ansimò il Custode traditore sovrastando a fatica il dolore.
    - Ammetto che se avessi un Cuore come te, gongolerei – rispose il Nessuno con un sorriso falso. – Vedere la tua arroganza frantumarsi in pochi secondi è stato molto toccante, sai. Per un attimo, credevo che avrei provato pietà per te –
    - Come se m’interessasse la tua pietà… figlio di puttana – ansimò Cloud cercando di non incrociare il suo sguardo gelido e trionfante.
    - Guardami quando ti parlo - ordinò Zexion muovendo due dita, e il giovane fu obbligato a voltarsi, fissando gli occhi su di lui. Non riusciva nemmeno a chiudere le palpebre, e gli occhi presero a lacrimargli.
    - Che… diavolo vuoi?! – ringhiò.
    Zexion lo fece cadere a terra con un tonfo.
    - Voglio vederti strisciare – rispose il Burattinaio allargando le dita. Nei punti dove esse si proiettavano, Cloud sentì un dolore terribile, come proiettili roventi che gli entravano nei muscoli. Cercò di rialzarsi, ma fu costretto a terra dalla forza invisibile di prima, stavolta più accentuata e decisa.
    Qualunque cosa avesse fatto Zexion, adesso lo controllava.
    - Così, Rixfern, come il verme che sei. Impari in fretta – canzonò soddisfatto mentre Cloud, nel tentativo di liberarsi del suo controllo, gli strisciava incontro.
    Tentò di richiamare la Buster Sword per difendersi, ma si sentì strattonato con dolore atroce per quei cinque punti, e scaraventato contro un altro muro.
    - Così non andiamo, Rixfern, no – negò Zexion con un ghigno crudele. – Devi ubbidire –
    - Smettila! – disse Cloud.
    - Supplicami - disse il Nessuno. – E forse ti ascolterò –
    Cloud tacque.
    Zexion mormorò qualcosa, e cadde pesantemente a terra urlando.
    - Supplica, ho detto! – esclamò Zexion mentre teneva quel doloroso incantesimo sul suo corpo.
    - B…Basta… - ansimò, non riuscendo nemmeno ad alzarsi, le ossa, i muscoli, tutto gli bruciava, persino provare a pensare. Il cuore gli scoppiava in petto, sembrava che pompasse veleno e fiamme, al posto del sangue.
    Sudava, gemeva. Sperava di morire, pur di porre fine a quel dolore.
    - Non ti ho sentito – fece finta Zexion, e mosse il pollice e il mignolo.
    Le gambe di Cloud si spezzarono.

    Mentre la guardia andava via, Roxas iniziò a vestirsi, recuperando i suoi vestiti qua e là per il piccolo alloggio. Ogni tanto dava un’occhiata a Sora, che lo seguiva a orecchio con un sorriso placido e tranquillizzante.
    Iniziò a domandarsi se Morrigan avesse in mente anche un modo per farlo guarire; non era ben chiaro quella cosa sull’Altare di Esthar a quale problema si riferisse.
    Oltretutto era pure disarmato: se avesse incontrato qualcuno dell’Organizzazione XIII?
    Non credeva che i monconi di due Keyblade li avrebbero spaventati molto. Anche se al momento pareva che di quei bastardi fossero rimasti solo cinque membri più Vanitas e i Nazgul, quei Nessuno erano totalmente imprevedibili. La sconfitta a Midgar e Archades, e adesso a Minas Tirith, sembrava non averli provati molto. Xemnas stesso, quando se ne andò, aveva un’espressione trionfante in viso.
    Possibile che quelle migliaia di Nessuno morti in realtà fossero solo pedine sacrificabili?
    - Se pensi così tanto, prima o poi riusciremo a sentire che ti passa per la testa – lo interruppe Sora, anche lui completamente nudo, alzandosi dal letto e barcollando un po’ per trovare un appoggio.
    Sembrava essersi abituato sorprendentemente in fretta, forse era merito dell’addestramento da Assassino.
    Roxas lo afferrò da un braccio e lo portò tra le proprie.
    - Troverò un modo per ridarti la vista – disse piano, stringendolo. – Te lo giuro –
    - Una cosa alla volta – rispose Sora. – Non pensi che sia proprio a causa della tua fissa di fare tutto insieme, se adesso sei in questa situazione? -
    - Tu dici? – disse Roxas sconfortato.
    - Non sei obbligato a fare l’eroe, Roxas – sospirò Sora poggiandogli una mano sul petto nudo, percorrendo la calda collana a croce con un sorriso. – Non sei da solo, in questa battaglia. Chiedi il nostro aiuto –
    Si staccò da lui, tornando a letto con l’espressione un po’ sofferente. Si erano dati decisamente troppo alla pazza gioia, la notte prima.
    Ricordandosi del Principe Rasler, Roxas salutò frettolosamente il compagno, chiudendo la porta alle sue spalle.
    - Dove si va di primo pomeriggio, dormiglione? – lo accolse Riku. Roxas si accorse solo ora che aveva una vistosa cicatrice sul sopracciglio.
    - Devo andare dal Principe – rispose il biondo Custode. – Mi vuole vedere –
    - Ah, l’ho visto quello – annuì il Custode argenteo. – Trasferiscilo otto secoli dopo, e lo vedrai circondato di ragazzine miagolanti… -
    - Invidioso, Riku? – ridacchiò Roxas. – Sai… è un mio parente –
    - Sì, lo sapevo benissimo. Ho un amico di sangue blu - sospirò Riku. – Come se non fossi già abbastanza sfigato –
    Roxas scoppiò a ridere di gusto: erano i soliti discorsi che facevano al liceo, dove, almeno al terzo e al quarto anno, erano costantemente in competizione per le ragazze. Solo in un’occasione Roxas aveva dichiarato di essere una sorta di Principe, ma era brillo e nessuno ci fece caso.
    Tuttavia non si era mai ubriacato come quella serata in cui lui e Riku persero la verginità…
    - Riku, potete stare con Sora mentre non ci sono? – domandò poi facendo per andarsene. – Non me la sento di lasciarlo da solo – e detto questo gli diede la chiave dell’alloggio.
    - D’accordo – sospirò Riku poggiandosi alla porta.
    Roxas quindi camminò fino al settimo livello. Non resistette alla tentazione di dare un’occhiata al Pelennor dal promontorio, e vide la devastazione lasciata dalla battaglia. Dappertutto, roghi di mostri e soldati morti fumavano, lontano dall’accampamento dove i cinquantamila soldati di Rasler rimasti si erano sistemati.
    Sul secondo livello fervevano le riparazioni, in attesa dei muratori di Orlais e Nabudis, come aveva sentito dire.
    Trasse un profondo respiro, e quindi camminò verso il Palazzo Reale.
    Zack gli rivolse un caloroso saluto, assieme ad alcune persone che non conosceva. Un uomo in armatura particolarmente alto e robusto con un’ascia bianca stava trasportando il cadavere di un uomo avvolto in un lenzuolo.
    Da quell’alba erano passate decine di ore, ma la ferita non si era certo sanata, e ovunque vedeva ancora i segni della lotta. Superò l’albero sfregiato e la Torre di Ecthelion, entrando nel maestoso Palazzo.
    Il suo interno era ampio, di marmo bianco e nero, con statue dei Re che inframmezzavano il colonnato: grandi finestre facevano entrare il sole del mezzogiorno, filtrandolo in modo che non fosse troppo abbagliante sul lucido pavimento marmoreo. In cima ad una scalinata stava un trono di marmo nero, dai margini finemente decorati, e il motivo dell’Albero Bianco sormontato da sette stelle, l’antico stemma di Gondor, che era perfettamente in sintonia con i lunghi arazzi che piovevano dall’alto, e ritraevano lo stemma di Nabradia, un sole raggiante con una spada al centro su sfondo bianco.
    Roxas vide Xion alla base della scalinata, che parlava con un uomo in armatura più alto persino di lui. Aveva un volto giovane ma segnato dalle battaglie, e portava un’armatura bianca, che tuttavia sembrava avere una gran voglia di togliere.
    - Ah – disse con voce profonda inquadrando Roxas. – Parleremo dopo Xion, lasciaci soli per favore – disse affabile, con un ampio sorriso che si estese ai suoi occhi azzurri.
    - D’accordo, a dopo allora – rispose Xion in un sussurro posando una mano sul suo petto, e facendo un cenno di intesa a Roxas mentre se ne andava.
    Gli bastò quella strizzatina d’occhi per capire quello che temeva e sentirsi tremendamente teso: davanti a sé aveva nientemeno che il Principe Ereditario di Nabradia, Rasler Heios, l’uomo che aveva guidato la vittoriosa carica al salvataggio di Minas Tirith.
    Il fatto che pareva avere una relazione con Xion lo turbò più o meno nello stesso modo.
    Perché, a rigor di logica, poteva voler significare che Xion fosse una sua lontana nonna…
    Ma forse era meglio non vagare troppo con la fantasia.
    Rasler lo fissò in silenzio, aspettando forse che dicesse qualcosa, gli avambracci conserti dietro la schiena.
    Poi, si decise a parlare.
    - Roxas Highwind – pronunciò lentamente. – Finalmente posso vederti –
    - …Finalmente? – ripetè. – Sire? – aggiunse frettolosamente.
    - Xion mi ha parlato molto di te – rispose Rasler avanzandogli accanto, squadrandolo parte a parte. – Ma mi aveva parlato di un ragazzo semplice e tenace – proseguì. – Non certo di un eroe – completò tornandogli di fronte.
    - Non credo di essere tanto, Sire – rispose Roxas trattenendo l’imbarazzo, grattandosi nervosamente l’orecchio, già rossissimo per l’impaccio di essere al cospetto di un sovrano.
    - Non so come funzioni nel vostro tempo – replicò il Principe. – Ma nel mio, coloro che si pongono con tenacia alla strenua difesa di una città, sacrificando se stessi, vengono chiamati eroi – ribadì sorridendo.
    Non sapeva che cosa rispondergli, quindi si limitò ad annuire.
    Si ricordò di una cosa fondamentale.
    Non l’aveva salutato!
    - Ehm… Salute a te, Sire? – improvvisò inchinandosi, e trovando la spada del Principe puntata sul proprio mento.
    - Non mi pare il caso – negò Rasler rinfoderando l’arma.
    Lo guardò negli occhi, e quindi s’inchinò solennemente.
    Roxas divenne paonazzo.
    - Ma che fa? – disse scandalizzato. – Si… si alzi! –
    - Hai salvato la mia città, Roxas Highwind – disse Rasler. – E io, Rasler Heios, futuro Re di Nabradia, sono in debito con te –
    Debito?
    Era una situazione del tutto nuova per lui. Anche se Denzel gli era sempre grato per essere stato salvato dall’incendio, non si era mai trovato nella condizione di essere ringraziato, con tanto di inchino, da un uomo di gran lunga più potente di lui.
    Il Principe di Nabradia si rialzò con serenità e lo guardò dritto negli occhi, toccandogli il viso con una mano, indagatore.
    - E’ vero – annuì. – C’è una certa somiglianza tra noi –
    - So che è strano… - riuscì solo a dire Roxas.
    - Ho visto cose molto più strane in questo mese, amico mio – disse Rasler. – Ah, ho saputo delle tue spade – aggiunse grave. – C’è nulla che si possa fare per ripararle? –
    L’angoscia del fallimento, che per un attimo era volata via, tornò tutta intera.
    - No, temo – rispose tristemente. – Sono uniche, e il loro materiale richiede una forgiatura particolare. O almeno così credo. Nessun fabbro è riuscito a scalfirla –
    Rasler si grattò il mento, impensierito, girando in tondo davanti a Roxas. Forse ancora meravigliato per la sua parentela, o forse perché aveva realizzato, grazie a Xion, l’importanza dei Custodi e agiva di conseguenza. Gettava uno sguardo alla propria spada, poi alle statue, come se cercasse delle risposte dai suoi illustri antenati.
    - Come mai si sono spezzate? – chiese il Principe.
    - Non ne ho idea – ammise Roxas. – Stavo combattendo con Xemnas, il comandante nemico, ma all’improvviso mi sento… strano, e non riesco a continuare –
    - Hai esitato, dunque? –
    - Credo di sì –
    - E perché hai esitato, te lo sei chiesto, Roxas? – incalzò Rasler.
    Roxas rimase un attimo perplesso da quella domanda, ma sì, se lo era chiesto e molte volte. Cosa poteva averlo spinto alla decisione suicida di non combattere ancora?
    Si sentiva pieno di inquietudini durante lo scontro, dapprima per la proposta di Xemnas, poi per le sue rivelazioni; in un modo o nell’altro, Xemnas aveva dunque ottenuto ciò che voleva, ossia rendergli difficile combattere, farlo desistere, sottometterlo psicologicamente e poi totalmente.
    Si sentiva davvero un idiota…
    - Hai lasciato che il tuo nemico facesse breccia nella tua anima – rimproverò pacatamente Rasler puntandogli l’indice sul cuore. – Gli hai permesso di provocarti, di annebbiare il tuo giudizio. La tua anima ha vacillato Roxas, e l’anima di un guerriero non deve mai vacillare. Ecco perché le tue spade si sono rotte! – Il ragazzo retrocedette un attimo.
    - Cosa vuole dire, che non ho combattuto con convinzione? –
    - Esattamente –
    Rasler prese la sua spada, staccandola dalla cinta e porgendogliela orizzontalmente, con una mano, ancora foderata. – Sguainala – disse.
    Roxas ubbidì, mettendo una mano sul fodero e un’altra sull’impugnatura, estraendo la lucida spada, immacolata come appena forgiata, che salutò i due con un lungo, metallico sibilo.
    - Sai quando è stata forgiata? – chiese Rasler.
    - Un mese fa? – azzardò Roxas stupito. La lama era perfetta e affilata, pronta ad un nuovo combattimento: inscrizioni in antico Nabradiano decoravano una faccia della lama, mentre dall’altra era inciso, appena dopo l’elsa, lo stemma di Nabradia.
    - Trecento anni fa – sorrise Rasler paziente; Roxas deglutì. Trecento anni, ed era come nuova! – Osserva l’inscrizione. E’ in una lingua morente, presumo che non sappia leggerla – il ragazzo annuì. Rasler si schiarì la voce, osservando la lama. - Che tu sia Soldato o Generale, Re o Contadino, Uomo o Donna, se la tua anima impugnerà questa Spada Reale, la Lama di Nabradia, lo Spirito di Nabradia ti proteggerà in battaglia - fece una pausa. – Comprendi? –
    - Grosso modo – asserì Roxas, con la mano che tremava per il pensiero di avere trecento anni di spada in mano.
    - Non devi combattere solo col corpo e con la mente, Roxas. Ma anche con l’anima. Il tuo spirito deve accettare il combattimento, deve restare saldo! Guarda. Questa lama fu forgiata per Elendil, quando divenne Re di Nabudis e decise di unificare il territorio – spiegò Rasler. – Fu sempre la prima ad abbattersi sui nemici e l’ultima ad essere rinfoderata. Re e Principi se la sono tramandata, fino a me. Riesci a sentirla, Roxas? Percepisci lo spirito di questa spada?-
    Più che lo spirito avvertiva una soggezione improvvisa, come se quella lama, con la sua frase battagliera, gli stesse rinfacciando di aver ceduto alle lusinghe del nemico.
    - Si cercano costantemente testimonianze della storia passata… ma la storia di Nabradia, Nabradia stessa, è custodita in questa lama – continuò Rasler in tono reverente, notando l’espressione meravigliata di Roxas. – E quando impugni questa spada, impugni questa Nazione. Ed è per questo che adesso Nabradia accompagnerà te –
    - COSA?! – scattò improvvisamente Roxas sconvolto. – No! Non posso accettare! Io… -
    - Tu sei un Principe di Nabradia, Roxas Heios – lo bloccò Rasler. - E con il potere a me concesso dalla nostra stirpe, ti dono questa spada, che ti proteggerà finché le tue armi non saranno tornate nelle tue mani. Allora, se vorrai, potrai restituirmela – continuò senza che il suo interlocutore potesse protestare. - Sii forte, Roxas. Posso solo immaginare cosa ti attenda… E so che il destino di tutti noi dipende da te, e dai tuoi amici – gli prese il capo, baciandolo poco sopra la fronte. - Va’ per il tuo viaggio, dunque, con la mia benedizione – sorrise.

    Cloud cadde a terra più morto che vivo. Zexion gli aveva spezzato anche le braccia, lasciandolo praticamente inerme a terra. Si sentì di nuovo alzato da terra, e avvicinato al Burattinaio, che gli impose una mano sul viso.
    Gli occhi gli presero a piangere sangue.
    - No… No… BASTA! TI PREGO! – gridò dimenandosi, e le ossa spezzate gli procurarono altro dolore.
    Ma il volto di Zexion si distorse nel suo orrendo ghigno, e incurante delle suppliche dell’ex compagno, massacrò la sua mente di tremende visioni.
     
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  10. Kratos9
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    Bravissimo sto capitolo è un must have sta arrivando la recensioneeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeee.
    L'ho fatta come una di SpazioGames, dimostrando che ci dovrebbe essere un videogioco.


    Quest'oggi vi presentiamo il nuovo capolavoro di casa Nomura, Key of Life Saga, produzione Square Enix. Il titolo in questione riprende i personaggi della famosissima saga di papà Tetsuya, Kingdom Hearts, ovvero Sora e compagnia bella, ma con una trama totalmente rivista e completata a mo’ di crossover, buttando nella mischia kolossal come Il Signore degli Anelli e manga, come Naruto. La storia comincia con un’ormai nota dai fan Twilight Town, distrutta dai meteoriti, nella quale sei ragazzi, Sora, Roxas, Riku, Naminè, Kairi e Xion, cercano di salvarsi, ma Roxas perde la vita cadendo da un ponte. Nei primi istanti di gioco dovremmo solamente usare gli stick analogici per correre evitando la catastrofe di edifici che crollano e terremoti. Dopo un minutino scarso di corsa arriveranno gli ormai abusatissimi QTE, nati dalla follia omicida dello spartano Kratos in Gow. Durante questi intermezzi dovremmo, come di consueto, spingere dei tasti indicati sullo schermo per evitare,in questo caso, palazzi cadenti e sfaldamenti di faglie sotterranee con immensi salti nel vuoto. Subito una mezz’oretta dopo la morte di Roxas i 5 acquisiranno il loro Keyblade personale, e comincerà il tutorial d’addestramento...

    Seconda parte dopo la fine della trilogia
     
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  11. Nyxenhaal89
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    Bella la recensione, mi piace! *-*
    Spero che alla fine il voto sia almeno un 6 XDDD
     
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  12. xander.XVII
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    Bel capitolo molto, come dire,espressivo, ben scritto, punteggiatura posta attentamente, ritmo altalenante e ingressivo, ma sempre giusto, descrizioni sempre buone e mai superflue, attenzione allo stato d'animo.
    Sehr gut!
     
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    クラッシュバンディクーとキングダムハーツ

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    Bel capitolo.

    Capitolo che mi è piaciuto. Bravo Nyx.
     
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  14. Orfeo della Lira 2
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    *ç*
    Finalmente Clloud SOFFRE!

    * Dodici thumbs up *
     
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    Twilight Player

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    Bellissimo capitolo, sul serio, mi è piaciuta soprattutto la parte di Cloud e Zexion, che l'hai fatto un figo come da me *-*
    Probabilmente al biondo Custode stronzo torneranno normali gambe e braccia, XD.

    Rasler da la spada a Rozes!
     
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280 replies since 1/9/2010, 11:01   6182 views
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