Il Ritorno dei Cuori - Myde's Awakening

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  1. XxXDemiXxX
     
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    Ahiahiahiahia! Questa volta hai rischiato grosso, amico mio.
    Alla vista del nuovo capitolo mi ero già spaventato a morte ma per fortuna non hai scritto altro eccetto quello.
    Ti sei salvato dalla fustigazione :zizi:
    Durante il mio soggiorno in Sicilia mi sono detto:" Avrò molto da leggere al mio ritorno".
    E questo comprende anche la tua fiction.
    MA passiamo al commento vero e proprio.
    Il capitolo è bellissimo, come al solito, e mi sono finalmente deciso ad ascoltare le musiche di sottofondo eheh.
    Myde vuole abbandonare il Keyblade. Non sarà una scelta avventata? Almeno fosse un abile combattente senza spada, ma così rischia di farsi eliminare é_é
    Aspetto il prossimo capitolo (con avvertimento tramite mp) e riscorda: LEGGI LA MIA FICTION °A°
    Altrimenti finirai nella lista delle fustigazione :zizi:
    Ah giusto. Questa volta non ho trovato ostacoli quali lampioni o tombini. E sai perché? Lo sai? Non te lo dirò mai muahua <.<
     
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  2. misterious detective
     
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    Ammettilo, non sei incappato in ostacoli perché ti faceva troppa fatica stare a descriverti mentre ti automaciullavi a quest'ora :guru:
    Grazie mille per il commento. E non è un caso che io abbia aggiornato solo una volta, le promesse vanno mantenute d'altronde ;D
    Non credo sia una scelta avventata quella di Myde, d'altra parte la ragazza heartless era stata chiaramente mandata ad ucciderlo in quanto possessore del keyblade, mentre gli uomini vestiti di bianco sembravano essere interessati più a suo padre e a KH che a lui. Myde sarebbe capacissimo di difendersi con qualsiasi altra arma, anche se indubbiamente una normale spada perderebbe in potenza contro le varie creature oscure e non sarebbe in grado di catalizzare al meglio la sua magia.

    Vabbuò, ti aspetto al prossimo cap ;D
     
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  3. Guri
     
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    Eccomi qui.
    Dopo molto ritardo, ma ci sono.
    Pezzo interessante, tranquillo, ma godibile.
    Descrizioni notevoli, e musiche ben allineate con i vari pezzi.
    Continua cosi.
    ps: Non lo so sapevo non ti piacesse Roxas. Io l'ho messo perchè è il mio preferito, e l'ho messo anche in firma XD
    Ho pensato che potresti mettere i tesserini in prima pagina. Cosi a chi piace puo' adottarli, che ne dici?
    Io ho già messo Roxas nella mia firma.

     
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  4. misterious detective
     
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    Scusate il grande ritardo, ma avevo perso per strada l'inizio del capitolo e io non amo riscrivere una cosa che avevo gia' fatto in precedenza (infatti non sono nemmeno convinto del risultato ma, per fortuna, si parla solo delle prime righe, il resto penso vada bene :look: )
    Per farmi perdonare, sappiate che ho gia' pronti i capitoli 6 e 7 e che domani comincero' con l'ottavo, che e' un capitolo che aspetto da taaanto tempo (e scoprirete presto perche' *W*)
    Beh, ciancio alle bande e via con il capitolo! xD

    Capitolo 5
    Ombre nel Cuore

    I ragazzi si voltarono, cercando con lo sguardo colui che si era rivolto a loro, proponendosi per aiutarli.
    L'unica persona che incrociarono con lo sguardo, però, pareva essere un ragazzo, non molto più grande di loro, che reggeva una grossa pila di libri che gli copriva il volto.
    -Oh, scusatemi...- aggiunse quello, voltandosi di lato e appoggiando con delicatezza i volumi contro la libreria. -Sono stato maleducato a non presentarmi. Il mio nome è Rocas, sono un mago della scuola del Corvo, piacere di conoscervi.-
    I ragazzi non avrebbero faticato comunque ad individuarlo come uno del posto dal suo abbigliamento: come buona parte della popolazione, indossava un mantello di colore nero, bloccata sul davanti da un bottone poco sotto il collo. All'altezza del cuore, inoltre, indossava una spilla raffigurante l'animale simbolo del suo gruppo. I pantaloni erano lunghi, dello stesso colore scuro, mentre portava una camicia lisa e bianca. I suoi occhi verdi erano in quel momento chiusi, mentre la sua bocca era tirata in un largo sorriso, che lo faceva sembrare quasi sciocco.
    Riaprì presto gli occhi, avvertendo gli sguardi perplessi dei presenti. Arrossendo lievemente, portò una mano dietro la testa, grattandosela e, con naturalezza, aggiunse:-Oh, dimenticavo quasi: mi era parso di capire che volete accedere alla Sezione Proibita, giusto? Noi studenti abbiamo una tessera magnetica che ci consente l'entrata...- spiegò, frugando forsennato tra le sue tasche per almeno una decina di secondi.
    -Ecco!- esultò a quel punto, mostrando finalmente una sottile schedina recante la sua foto.
    Myde era perplesso. Non riusciva a capire quello strano ragazzo che era apparso all'improvviso davanti a loro, offrendo il suo aiuto.
    -È stupendo!- esclamò Mizu, entusiasmata. -Così sarà molto più facile trovare quello che cerchiamo.-
    -Ammesso che esista.- la corresse il custode, ridacchiando.
    Haiiro, però, rimaneva immobile, con gli occhi fissi sul ragazzo appena incontrato. Sembrava una persona assolutamente normale. Doveva avere uno, forse due anni in più di loro, ma non sembrava particolarmente maturo. Il suo interessamento, però, pareva sincero, così come la sua espressione rilassata, mentre si spingeva indietro i corti capelli mori che, per quanto li pettinasse, continuavano a ricadergli davanti alla fronte.
    Ma era proprio questa sua normalità a lasciarlo perplesso.
    L'albino si fece avanti, con passo deciso e sguardo duro.
    Il mago, accortosene, si voltò nella sua direzione, piegando leggermente la testa di lato con aria confusa.
    -Per quale motivo ci vuoi aiutare fino a questo punto? Come fai a fidarti di alcuni perfetti sconosciuti?- domandò aspro, facendo arrabbiare Mizu, che inveì contro l'amico, facendogli notare la sua maleducazione.
    Rocas rimase dapprima perplesso a causa di quella domanda inaspettata, poi cominciò a ridacchiare. –Non è questione di fiducia o meno.- spiegò, con ampi gesti delle braccia. –Semplicemente mi interessa l’argomento “Keyblade”, e mi pare di capire che per voi sia lo stesso.-
    -Accidenti…- commentò Myde, allibito. –Hai proprio un udito sopraffino.

    -Sei sicuro che facciamo bene a nasconderci qui?- mormorò Haiiro al nuovo compagno, cercando di appiattirsi il più possibile contro una libreria.
    Non ricevette risposta, tutti si erano ammutoliti, notando un fascio di luce passare lungo il corridoio principale.
    Rocas e Mizu si acquattarono in uno spazio vuoto da una scansia e il muro, mentre gli altri due ragazzi si preparavano a stendere la guardia in caso di pericolo.
    Un mago anziano dalla tunica lunga ed elaborata, fece capolino da oltre la libreria, continuando con passo lento e trascinato la sua ronda notturna. I ragazzi rimasero sorpresi nel vedere che la luce che ne aveva anticipato l’arrivo fuoriusciva dal palmo della sua mano e non da un apparecchio elettrico.
    L’albino allora si sporse un po’ in avanti, cercando di seguire con lo sguardo il percorso della guardia che, sbadigliando, curvava pacatamente verso un altro settore. Solo in quel momento il ragazzo si permise un sospiro di sollievo, seguito dal resto del gruppo che lo imitò.
    -Beh, eravate voi a voler fare le vostre ricerche senza lasciar traccia, giusto?- ricordò loro Rocas. –Normalmente per ogni libro della Sezione Proibita che si consulta bisogna lasciare la ricevuta di lettura, quindi tutti saprebbero chi e cosa ha letto.-
    Senza dilungarsi ulteriormente, il mago si sporse in avanti, controllando guardingo i dintorni. Il corridoio era avvolto dal buio e ormai non si sentivano nemmeno i passi del custode in lontananza; forse quello aveva addirittura cambiato piano.
    -Andiamo!- disse ai compagni, camminando con passo veloce nel buio, tendendo in avanti le braccia per evitare di sbattere contro qualcosa. Gli altri tre, titubanti, lo seguirono, sforzandosi di non perderne la sagoma scura.

    -Eccoci, è questa l’entrata.- esclamò il mago, dandosi un’ultima occhiata attorno.
    -Ora non resta che aprirla…- aggiunse, socchiudendo gli occhi alla ricerca della fessura dove inserire la chiave magnetica.
    Deglutendo, portò lentamente in avanti la mano, fino ad appoggiare la scheda sopra la fessura.
    -Sperando funzioni anche fuori orario.- mormorò, facendo trasalire i tre ragazzi, convinti di entrare senza difficoltà.
    Rocas passò la chiave magnetica attraverso l’apertura in un secondo, ritirando il braccio ad occhi chiusi, temendo dentro di sé di fallire.
    Nell’apparecchio si accese una lucetta, che da rossa passò velocemente a verde e lampeggiò qualche secondo, seguita da uno strano vibrare.
    -Si sono aperte! Le porte si sono aperte!- esclamò, trattenendosi a stento dall’urlare.
    -Grandioso, Corvaccio, ottimo lavoro!- lo incitò Myde, battendogli una mano sulla spalla e lanciandosi per primo nella Sezione proibita, seguito da Mizu e Haiiro che gli intimavano di fare attenzione.
    -Corvaccio?- ripeté Rocas orripilato, guardando lo stemma della sua scuola sulla casacca, raffigurante quel volatile. –È un soprannome orribile!-

    Mizu si guardava attorno preoccupata, aggrappandosi timorosa alla maglia di Myde. Quel luogo misterioso, totalmente isolato dal resto del mondo e avvolto dalle tenebre, la inquietava e, con l’entrata richiusasi alle loro spalle, si sentiva come intrappolata.
    Myde si voltò verso di lei, chiedendosi per quale motivo si stringesse in modo tanto convulso a lui.
    -Ehi, stai tranquilla. Non c’è nessuno qui, è sicuro.- cercò di tranquillizzarla il custode, stringendole la mano e sfregando il suo palmo su quello della ragazza, riscaldandola un po’.
    -S…si.- farfugliò lei, ritirandosi dalla stretta e riprendendo a camminare normalmente.
    “Eppure…” pensò, portandosi una mano al cuore, che picchiava contro il petto come impazzito. “Da quando siamo dentro alla biblioteca avverto un sentore di oscurità, e qui dentro si è fatto più forte”. In quel momento, Mizu desiderò quasi non aver ereditato parte delle capacità di percepire l’oscurità dal padre.
    -Dobbiamo dividerci.- decise Rocas. Gli altri lo fissarono confusi.
    -I volumi in quest’ala saranno almeno un paio di migliaia di tomi e gli argomenti che trattano spesso non sono catalogabili o difficili da avvicinare. Per questo motivo l’unico ordine nella disposizione dei libri è quello alfabetico e trovare quello che cerchiamo potrebbe richiedere diverso tempo.-
    -Suppongo non ci sia altra scelta…- commentò scocciato Haiiro, grattandosi dietro il collo con fare assonnato; per sicurezza, prima di dare il via all’operazione avevano aspettato un paio d’ore dopo la chiusura, e ora erano tutti un po’ in arretrato col sonno.
    -Siamo in quattro, giusto?- continuò il grigio. –Facciamo sei lettere a testa. Io prendo dalla A alla F, Mizu dalla G alla L, la sezione più corta. Giocatevi tra voi due le restanti.- decise arbitrariamente, avviandosi verso i primi scaffali che avrebbe setacciato, senza aspettare un parere degli altri.
    I tre si interrogarono con lo sguardo su cosa fare, ma Myde alzò le spalle, dicendo di lasciarlo fare.
    -Vai pure Mizu. Se finisci prima al massimo ci raggiungi.- la incitò sorridente il custode, vedendola indecisa.
    -Grazie.- rispose lei, chinando il capo in segno di gratitudine, prima di allontanarsi.
    -Prenditi pure tu dalla T alla Z. È più veloce e io, bene o male, questa sezione la conosco, la mia parte la finirò in un lampo.- lo invitò il mago. –Ma prima…mi faresti vedere il Keyblade? Sei tu il detentore, giusto?- lo pregò supplichevole.
    Il custode sorrise comprensivo e, dopo aver controllato un’ultima volta la situazione, aprì il palmo della mano destra. Un fascio di luce comparve dal nulla, avvolgendo le sue dita, per poi esplodere abbacinante per un momento, lasciando spazio al Keyblade “Chiave di Violino”.
    -È…meraviglioso…- commentò entusiasta il mago, piegandosi verso di esso e facendo scorrere le dita lungo le curve sinuose della lama fredda, che gli trasmise un brivido che gli attraverso tutto il corpo.
    -Un’arma stupenda…non so che darei per averla.- aggiunse, fissando ogni centimetro della spada con bramosia.
    Come riscossosi da uno stato di trance, Rocas si drizzò sulle sue gambe e con un sorriso, invitò il compagno a mettersi al lavoro, avviandosi nella zona assegnatasi.
    Myde lo guardò allontanarsi, stordito: c’era qualcosa di strano in tutto questo, non riusciva ancora a definire quale fosse il vero volto di quel ragazzo.
    “È proprio quello che si definirebbe…ambiguo.”

    Passando il dito su ogni titolo, Rocas sfogliava mentalmente ognuno di quei libri che aveva imparato a conoscere e amare fin quasi alla venerazione dalla sua gioventù. Ogni titolo gli diceva qualcosa, a ognuno di quei volumi legava almeno un’immagine, un ricordo connesso all’oggetto. Non si era sbagliato: sulla seconda fila era l’unico volume dalla copertina rossiccia, consumata dal tempo.
    Con estrema cura lo afferrò saldamente da sopra, sfilandolo lentamente, senza permettere che toccasse una qualsiasi superficie che potesse intaccarne il valore.
    Guardò il frontespizio, raffigurante quelle che sembravano due divinità femminili diafane dalle vesti candide in quella a sinistra e oscure in quella a destra. Esso recava la scritta “il Potere sulla Luce e sull’Oscurità”.
    Lo aprì con delicatezza, come se avesse tra le mani un tesoro e, con occhio guardingo, controllo di essere solo. A quel punto potè cominciare la lettura.
    Passò velocemente un dito lungo i titoli dell'indice, trovando in uno dei primi capitoli la parola “Keyblade”. A colpo sicuro aprì il libro dove indicato.
    -Dovrebbe essere…qua.- sentenziò, trovandosi davanti a una litografia della lama a forma di chiave.
    Rimase assorto diversi minuti, con le orecchie tese, pronte a captare ogni rumore. Nessuno pareva essere nelle vicinanze, erano ancora tutti al lavoro.
    Rilesse più volte le stesse righe, come a voler accettarsi di aver afferrato il concetto.
    -Ragazzi.- li chiamò con un sussurro tanto forte da risultare strozzato, senza però ottenere risposta.
    -Ragazzi!- ripeté più forte, quasi ad alta voce. Un rumore di passi proveniente da più direzioni gli diede conferma di essere stato udito.
    -Ho trovato qualcosa!- aggiunse, abbassando nuovamente il tono di voce, mentre vedeva con la coda dell’occhio i tre apparire oltre la fine della libreria.
    Myde era in testa al gruppo: le parole del mago lo avevano riempito di speranza: quella libertà a cui anelava forse non era un sogno, forse era lì, a pochi passi da lui.

    Quando Mizu sentì una voce chiamare lei e gli altri ragazzi, alzò la testa, cercando di identificarne la provenienza. Dovette aspettare un secondo tentativo di quello che voleva radunarli per capire dove dirigersi. Esausta e insoddisfatta, risistemò con pacatezza il libro che aveva finito di consultare, “Le Armi delle Leggende”, nel quale, incredibilmente, non vi era quasi alcun accenno al Keyblade.
    Camminando verso la zona dove si trovava Rocas, vide i suoi due compagni superarla: era evidente quanto entrambi, in particolare il custode, avessero a cuore l’esito della missione, a differenza di lei che, a conti fatti, non aveva alcun vero motivo per essere lì, se non il desiderio di essere d’aiuto ai suoi amici.
    Svoltò a destra, trovandosi davanti il mago, chino su un libro, e i due compagni che gli correvano incontro.
    Una morsa di gelo le dilaniò le carni, fino a farle quasi perdere i sensi.
    -Myde! Fermati!- gridò, cadendo in ginocchio, in un misto di paura e dolore. Di colpo, l’oscurità che avvertiva intorno a sé si era moltiplicata e ingigantita e proveniva tutta da uno stesso punto.
    Il custode si voltò verso la ragazza, confuso.
    -Guarda ai tuoi piedi.- gli spiego Haiiro marmoreo, che solo in quel momento si era accorto della trappola a cui andavano incontro.
    L’altro si voltò di nuovo in avanti, realizzando finalmente il pericolo: a un passo da lui, il pavimento di piastrelle grigiastre era macchiato di un liquido nero gelatinoso, riempito di numerose striature viola, che sembrava gorgogliare e contorcersi su sé stesso. Quella pozza nera occupava tutto il corridoio, fermandosi a mezzo centimetro dalle librerie, e continuava fino a pochi passi prima di Rocas.
    Il mago chiuse con delicatezza il volume e lo risistemò al suo posto, alzandosi finalmente in piedi. Si voltò verso i tre ragazzi, fissandoli con occhi gelidi.
    -Cosa significa questo? Da che parte stai tu?- gli domandò il detentore del Keyblade con astio.
    Il nemico rimase interdetto. Si portò una mano al mento e guardò verso l’alto, come se aspettasse che una risposta piovesse dal cielo.
    -Non sto da nessuna parte.- rispose finalmente, schernendoli. –Solo dalla MIA.-
    L’oscurità, come dotata di vita propria, ebbe dapprima uno spasmo, quindi iniziò a radunarsi in masse più dense che iniziarono ad ergersi verso l’altro, acquisendo forme precise, mentre anche alle loro spalle ne appariva altrettanta: in pochi attimi furono circondati da Heartless.
    Rocas alzò una mano verso il soffitto, mentre l’altra la portò davanti a sé, perpendicolare all’altra. Recitò alcune formule, incomprensibili per i profani di quel tipo di magia. Quando ebbe finito, si sentì un tintinnio misterioso e le librerie di tutta la sala vennero avvolte da una luce soffusa giallastra.
    Solo a quel punto il mago potè sospirare e, tornando serio, ordinare ai suoi servitori:-Heartless, attaccate!-

    -Shield!- gridò Myde. Una barriera simile a quella che proteggeva la libreria si erse istantaneamente alle sue spalle, proteggendolo dalla planata di un Wyvern, un Heartless dall’aspetto di un piccolo drago dalle ali ferite.
    Quello sbattè il muso contro lo scudo magico, ritirandosi poi dolorante.
    Il custode ne approfittò per dissolvere l’incantesimo ed eliminarlo con un fendente orizzontale di estrema forza.
    -Alle spalle!- gridò l’albino al compagno, che cercò di voltarsi alzando la guardia.
    Il grigio capì che l’amico non avrebbe fatto in tempo. Premette il pulsante della sua spada, lasciando scivolare a terra la lama, ora era più importante prendere la mira sul Wyzard che stava per lanciare il suo incantesimo sul custode.
    Prima che l’Heartless fosse pronto all’attacco, l’elsa cava di Haiiro espulse una sfera di energia biancastra, che venne spinta con forza contro la creatura oscura.
    Essa venne avvolta di luce e, quando questa cessò, al suo posto era rimasta una nebbiolina nerastra che si dissolse in pochi secondi, evaporando verso il soffitto.
    Myde guardò il compagno, pensando di ringraziarlo, ma si rese conto che non era il momento migliore per parlare.
    -Mizu, allontanati!- ordinò alla compagna, preoccupato per lei.
    -Ma io…- cercò di difendersi lei, portandosi un pugno al petto.
    Alcuni Shadow diventarono corporei davanti a lei. Agitavano le antenne, agitati. Dopo aver sondato i dintorni, si voltarono verso di lei, fissandola con i loro occhioni gialli: avevano fame.
    -Thunder!- gridò Haiiro, puntando la sua spada, elsa e lama di nuovo riunite, verso terra, per poi conficcarla nel pavimento.
    L’arma venne attraversata da alcune scintille che si diressero verso terra. Chiaramente visibili, due piccoli fulmini saettarono contro le creature che, una volta raggiunte, scomparvero sconfitte.
    -Myde ha ragione.- disse Haiiro, interrompendosi per bloccare l’artiglio di un Soldato e spingerlo indietro, addosso ai suoi compagni. –Se perdessi il controllo saremmo tutti nei guai!-
    La giovane indietreggiò, chiedendosi se non stesse sbagliando. Corse via verso l’uscita, pregando che gli altri la raggiungessero presto.
    -Che scelta stupida!- esclamò Rocas, scoppiando a ridere. –Non è possibile neanche uscire, senza la chiave magnetica.-
    Myde fece per voltarsi nella sua direzione, per cercarla, ma qualcosa lo frenò.
    “Non devo farmi prendere dall’ansia: qui c’è abbastanza spazio per scappare per un po’ e, se si trovasse alle strette, potrebbe sempre…” pensò, deglutendo preoccupato all’idea.
    -Vorrà dire che ti sconfiggeremo e la prenderemo il prima possibile!- gridò il custode, mettendosi in guardia e sorridendo combattivo, per infondersi coraggio.
    -Cosa? Volete questa?- ripeté il mago, con tono di scherno, sfilandosi dal vestito la scheda usata per entrare.
    -Potete anche tenervela.- sentenziò divertito. Strinse la scheda tra gli indici e i pollici di entrambe le mani e, non senza fatica, la strappo in due.
    Myde e Haiiro rimasero a bocca aperta. –Ma cosa…sei impazzito?!- esclamarono in coro, allibiti.
    -E perché mai? Ora possiamo goderci un bel combattimento, non credete?-
    -Bastardo…-

    Gli Heartless saltarono in massa addosso ai due ragazzi, cercando di sopprimerli con la loro maggioranza numerica.
    -Haiiro, avviciniamoci!- gridò Myde, alzando la punta del Keyblade verso il soffitto.
    L’albino intuì le sue intenzioni e, velocemente, scartò di lato per raggiungere più velocemente l’amico.
    -Aereora!- urlò quello. Dalla punta della chiave scaturì un forte getto d’aria che, cadendo verso il basso, li avvolse, per poi iniziare a vorticare ad una velocità altissima.
    Tutti gli Heartless che provarono a colpirli scivolarono lungo la barriera d’aria e, trascinati dalla corrente, si schiantarono contro le librerie, dissolvendosi in buona parte.
    -Pensi bastino un paio di pesci piccoli per mandarci al tappeto? Se non combatti in prima persona non riuscirai mai a sconfiggerci.- commentò acido Haiiro, prendendosi gioco del nemico.
    -Non scherzare con il fuoco, amico mio, è meglio per tutti voi che io non inizi a fare sul serio.- sentenziò gelido il mago.
    -Attento!- gridò Myde al compagno: un Robot Sorvegliante stava caricando un potente getto d’energia.
    Il custode si lanciò in salto verso il mostro, tentando di tranciarlo in due con un fendente verticale.
    Il colpo distrusse la creatura, che però aveva già lanciato l’attacco.
    Il grigio si lasciò sfuggire una smorfia di dolore: aveva schivato il colpo, ma l’onda d’urto, oltre ad averlo ferito, gli aveva fatto perdere l’equilibrio, facendolo cadere ai piedi del mago avversario.
    -Merda…- imprecò il ragazzo, alzando lo sguardo carico d’astio verso il nemico.
    Quello, anziché colpirlo come lui si aspettava, indietreggiò di qualche passo, apparendo inorridito e spaventato allo stesso tempo.
    “Cosa significa?” si domandò l’albino, alzandosi in fretta da terra, prima di venir attaccato nuovamente.
    Vide un ombra muoversi alle sue spalle e, con un rapido fendente, la colpì, senza neanche curarsi di che Heartless avesse colpito.
    Il ragazzo, affiancato da Myde, si mise in guardia, pronto a continuare la battaglia, ma un grido catturò la loro attenzione.
    -È la voce di Mizu!- esclamò Haiiro preoccupato.
    L’urlo fu seguito da un frastuono di passi che si dirigevano nella loro direzione.
    -A quanto pare le guardie ci hanno beccato.- constatò ridacchiando Rocas.
    -Buona permanenza in prigione.- aggiunse il mago, aprendo un varco oscuro e muovendo un passo verso di esso.
    -Aspetta, maledetto!- lo chiamò il grigio.
    Quello fece per voltarsi, ma si bloccò a metà, per poi entrare senza indugiare ulteriormente.
    In quel momento arrivarono le guardie, due delle quali tenevano bloccata Mizu.
    -Questi devono essere i suoi complici! Catturateli!-
    -Mer…- sussurrò inviperito l’albino, stringendo la presa sulla sua arma così tanto da far affiorare le vene dalle sue mani come piccoli serpenti bluastri. L’indecisione lo attanagliava: potevano combattere, pur trovandosi in svantaggio numerico e con la ragazza sotto ostaggio, ma non era certo di riuscire a ferire a cuor leggero degli innocenti e, come se non bastasse, la zona pullulava ancora di Heartless.
    Spostò lo sguardo su Myde, cercando una risposta dal ragazzo che, dopo aver analizzato la situazione, aveva deciso che sarebbe stato più saggio non fare nulla.
    Mentre tre maghi si occupavano delle ombre e altri due bloccavano Mizu, un sesto uomo, riconoscibile come il capo dal suo abbigliamento più eccentrico e dal vistoso cappello a punta, iniziò a proclamare:-Per esservi introdotti illecitamente nella Sezione Proibita della preziosa Biblioteca di Stato e per aver sguinzagliato queste…bestie…- disse, guardando con ribrezzo quelle creature che saettavano dappertutto, cercando di evitare i letali incantesimi.
    -…secondo le leggi di questo Stato, vi dichiaro in arresto!-

    Il tempo passava inesorabilmente lento, scandito unicamente dalla luce solare che filtrava dall’unica, piccola finestra in cima alla cella.
    Tutti e tre avrebbero desiderato scappare con un varco oscuro, ma il carcere era protetto da barriere che vanificavano l’uso di qualsiasi magie o potere, compreso quello dell’oscurità.
    I ragazzi poterono constatare che si stava avvicinando il tramonto dalla tenue luce arancione, quando udirono dei passi echeggiare lungo il corridoio.
    Cercarono di sporgersi dalle sbarre della prigione per vedere chi si stava avvicinando, ma la persona era ancora lontana e, avvolta da una lunga cappa nera, era irriconoscibile.
    Myde, convinto che fosse improbabile una visita per loro, fece per tornarsene sulla sua branda, ma udì i passi fermarsi poco dopo, proprio davanti alla loro cella.
    Rimasero tutti a fissare la figura, senza fare domande: non ne avevano voglia e temevano la risposta.
    Con un rapido gesto, l’uomo calò il cappuccio, rivelando il suo volto, su cui era dipinta un'espressione compaciuta.
    -Rocas.- mormorò Haiiro in un sussurro, inviperito, riconoscendo Quei beffardi occhi verdi e i suoi capelli che gli coprivano parte della fronte . –Cosa sei venuto a fare?-
    Il mago chinò il capo, trattenendo una risata a stento. –Che domande! Sono venuto a trovare i miei cari amici un’ultima volta, prima del patibolo.-
    Myde strinse i pugni, abbassando lo sguardo verso le sue gambe. –Così hai saputo…-
    -Certamente, non si parla d’altro in città: i criminali che si sono introdotti nella Sezione Proibita verranno pubblicamente uccisi tramite impiccagione. In pratica tutto sta andando secondo i miei piani.
    L’albino si alzò in piedi, avvicinandosi pericolosamente alle sbarre, tanto che Rocas, temendo un attacco di qualche genere, dovette allontanarsi fino all’altro lato del corridoio.
    -Davvero bravissimo.- lo schernì il ragazzo, con occhio scettico. –Siccome sei un genio e tutto sta andando secondo i tuoi piani, ora ce li spiegherai, questi piani, vero?-
    Lo stregone si guardò intorno confuso, non sapeva cosa fare.
    -D’accordo, visto che comunque morirete, avete il diritto di sapere.- decise alla fine, guardandoli con decisione. –Nel momento in cui il cuore di un detentore del Keyblade è sopraffatto dall’oscurità, l’arma è costretta a separarsi dal possessore e a scegliere un nuovo prescelto. In genere esiste una buona probabilità che esso scelga la persona più vicina idonea al ruolo.- spiegò, intrecciando le mani, come se fosse sotto interrogatorio e temesse di dire qualcosa di inopportuno.
    -Forse comincio a capire…- mormorò il custode, annuendo.
    -Quando sarà il momento della vostra esecuzione, farò in modo che gli Heartless attacchino la piazza e facciano fuggire tutti i presenti, quindi saranno loro a rubarvi il cuore, cosicché il Keyblade passi nelle mie mani.-
    Calò il silenzio su di loro per lunghi secondi quando, un po’ arrossato in viso, Rocas aggiunse:-Mi dispiace, ma non c’è altro modo.-
    Quelle parole colpirono i ragazzi, che le interpretarono come un segno di umanità nel mago.
    Mizu si alzò dalla sua branda per avvicinarsi lentamente al ragazzo, guardandolo supplichevole:-Perché vuoi spingerti a tanto per il Keyblade? Sei ancora in tempo per rinunciare, non macchiarti inutilmente di sangue, nemmeno tu lo vuoi.-
    -Stai zitta!- esplose lui con rabbia. Inspirò più volte, agitato, e controllò che nessuna guardia, avendo sentito l’urlo, fosse sopraggiunta.
    -Lo sapete, io qui sono piuttosto famoso: mi sono presentato come allievo della scuola del Corvo, in realtà sono stato radiato dalla scuola del Corvo. Ora mi tocca nascondermi, mascherarmi agli occhi dell’altra gente, e volete sapere il motivo?-
    Tossicchiò, schiarendosi la voce, e continuò a parlare:-Radiato per le mie idee giudicate pericolose.- sentenziò, con tono melodrammatico e teatrale.
    -Il mio unico desiderio è portare nei mondi la pace sfruttando il potere della luce e dell’oscurità, degli Heartless e del Keyblade. Le ombre sono attratte dalla Sacra Chiave e io sono sufficientemente potente da controllare entrambe. Nulla potrebbe oppormisi e sarei in grado di eliminare la sofferenza per sempre. Non è un progetto magnifico?-
    I ragazzi rimasero però in silenzio, atterriti dai progetti insani dell’uomo.
    -Ma cosa parlo a fare, è evidente che siete come tutti gli altri, non siete in grado di comprendere la nobiltà e la grandezza di questa mia missione.- commentò sconsolato, voltandosi verso l’uscita del corridoio.
    Voltandosi a guardare un ultima volta i prigionieri, disse prima di andarsene:-A questo punto non ci resta che congedarci fino a domani. È un peccato, però, che il Keyblade fosse finito proprio nelle mani di ragazzi come voi.-

    Myde strinse gli occhi, la luce del sole nascente riverberava accecante sulla piazza, rendendogli difficile distinguere le sagome delle persone che gremivano il centro.
    -Che crudeltà, non credi?- scherzò Haiiro, con sguardo deciso.
    -Condannati a morte per un nonnulla. Se ne esco vivo, giuro che qui non ci torno più!-
    Il custode sospirò, pensando che il compagno non sarebbe mai cambiato.
    Mizu era un passo dietro di loro. Si guardava intorno titubante, come se ogni cosa la spaventasse. Avrebbe voluto aggrapparsi a Myde, ma le mani legate dietro la schiena e l’imbarazzo le impedivano di appoggiarsi a lui per cercare conforto; temeva davvero per la sua vita e per quella dei suoi amici.
    Un uomo agghindato e lustrato a festa si era fatto avanti, ai piedi del patibolo di legno montato la sera prima al centro della piazza, davanti alla statua dei simboli delle Scuole. Tre cappi, approssimativamente posti alla stessa distanza l’uno dall’altro, erano appresi a una lunga trave lignea e penzolavano sopra il pavimento dello stesso materiale, che si sarebbe aperto al semplice tirare di una leva, lasciando i prigionieri sospesi nel vuoto, morti.
    L’araldo srotolò una pergamena e iniziò a declamare alla folla i capi d’accusa dei condannati, urlando a squarciagola, assordante.
    Myde si guardò intorno, ispezionando la folla. Voleva trovare tra quegli uomini Rocas: di sicuro era nascosto tra loro, pronto a sguinzagliare gli Heartless al momento opportuno.
    Mentre l’uomo sotto di loro continuava a recitare secondo l’etichetta il suo discorso, il custode cercò tra gli avventori per un paio di minuti, ma senza alcun risultato.
    “Sicuramente…” ragionò, perdendo un po’ di determinazione. “…avrà usato qualche incantesimo per mascherare la sua identità. Forse è qui sotto mentite spoglie, oppure…”
    Per la prima volta contemplò veramente di essere a un passo dalla morte: solo allora si rese conto di aver sperato nel suo intervento per semplificar la loro fuga, senza nessuno oltre agli Heartless ad intralciarli, contando che Rocas non li avrebbe lasciati morire in modo così anonimo, perdendo le speranze che il suo cuore venisse sopraffatto dall’oscurità e il Keyblade lo designasse come detentore.
    Ma forse i suoi piani erano cambiati.
    L’araldo aveva finito di parlare. Le guardie che li tenevano sotto controllo, spingendoli con le loro lance, obbligarono i ragazzi a fare un passo avanti, trovandosi davanti ognuno con il proprio cappio, l’ultima cosa che avrebbero dovuto vedere prima della morte.
    Myde chiuse gli occhi, cercando la concentrazione, mentre apriva il palmo della sua mano: entrambi gli arti erano avvolti da un particolare tipo di incantesimo, una nebbia che vorticava intorno ai polsi, formando una serratura sopra di essi. Avrebbe potuto aprire quelle dei suoi compagni con la sua chiave, quindi Haiiro avrebbe potuto farli fuggire con un varco oscuro, ma doveva aspettare il momento più opportuno.
    -Mettete loro i cappi!- urlò una voce, probabilmente di colui che dirigeva l’operazione, ma che i ragazzi non poterono vedere, essendo alle loro spalle.
    Le guardie si stavano avvicinando a loro, quando dalla piazza si alzò un rumore strano, seguito dalle urla terrorizzate degli avventori.
    I tre si guardarono intorno per un momento, notando lo scompiglio che regnava nella piazza: tutti correvano intorno, ammassandosi lungo le strade adiacenti alla piazza, mentre masse di ombre nere li rincorrevano affamati.
    Myde non perse un minuto di più: si scambiò uno sguardo con l’albino, che annuì col capo, dandogli le spalle.
    Il ragazzo si guardò intorno, cercando con gli occhi le guardie, impegnate con gli Heartless: ora nessuno li stava controllando.
    Non con poca fatica, il Keyblader fece apparire la sua arma tra le sue dita e, girando la testa più che poteva, prese la mira verso i polsi dell’amico: un raggio abbacinante scaturì dalla punta dell’arma, ma mancò di poco la serratura creata dalla magia.
    -Diamine!- imprecò il ragazzo, tentando di recuperare di nuovo la concentrazione.
    -Qui la situazione sta precipitando.- commentò lei, roteando i polsi per verificarne le condizioni.
    -Guardate là!- proruppe di colpo Haiiro, facendo cenno col capo verso un punto poco chiaro della piazza: ormai tutti erano fuggiti e i pochi coraggiosi che avevano affrontato le ombre erano caduti. Un vecchio però rimaneva immobile, ancorato al suo bastone, e mostrava un sorriso ambiguo sotto la sua folta barba.
    Dopo qualche attimo, l’anziano si passò una mano davanti al viso, mutando improvvisamente aspetto.
    -Rocas! Esclamò Myde, interrompendo i suoi tentativi di liberare l’amico.
    Il mago, dando sfoggio dei suoi poteri, camminò verso di loro, alzandosi nell’aria ad ogni passo, come se si trovasse su una scalinata invisibile, fino a raggiungere l’altezza del patibolo. Accanto a lui comparvero alcuni Heartless Gargoyle.
    -Mi dispiace, ma per voi è giunta la fine…- mormorò, abbassando lo sguardo per non vedere il colpo di grazia venir loro inferto.
    -Aspetta!- gridò Mizu, rompendo la sua convinzione. Gli Heartless, confusi e senza ordini, rimasero immobili.
    -Tu non sei malvagio!- gridò la giovane, cercando di esprimere quello che provava dentro di sé. –Tieni così tanto al tuo sogno da andare contro la tua volontà? Tu non vuoi uccidere nessuno, non sei un assassino. Sei ancora in tempo per scegliere un’altra strada e noi possiamo aiutarti!-
    Il mago indietreggiò di un passo, le parole della ragazza lo fecero titubare.
    -Imponendola con la forza, una pace non sarà mai tale. Se persisti nei tuoi piani, porterai solo del male!- continuò Myde, arrivando quasi a gridare per il trasporto, cercando con tutto se stesso di convincere il nemico alla redenzione.
    -Io…io…- biascicò Rocas, guardandosi intorno come se cercasse una risposta adeguata.
    La sua espressione divenne persa, i suoi occhi erano immobili sui tre, in una muta supplica di aiuto.
    Quelli non riuscirono a realizzare cosa fosse accaduto, quando il corpo del mago iniziò ad annerire, per poi frantumarsi in milioni di granelli d’oscurità ed evaporare, dissolvendosi verso il cielo. Alle sue spalle vi era solo un Heartless Soldato, che stringeva tra le tre dita artigliate il suo cuore.
    -Oh mio…- sussurrò Haiiro, imbambolato.
    -Non distraiamoci! Ora punteranno a noi!- li riprese il custode, come se si fosse ricordato in quel momento di avere ancora il Keyblade stretto tra le mani e un incantesimo da sciogliere.
    Era la sua ultima possibilità: Myde deglutì, poi trattenne il respiro; la sua mano divenne più ferma, mentre la sua testa era sgombra di ogni pensiero, l’unica immagine che visualizzava era la serratura avvolta dalle spire di fumo.
    Dalla punta dell’arma mistica scaturì un altro fascio lucente, che attraversò con estrema precisione il chiavistello, liberando con un sonoro clangore le mani di Haiiro.
    -Aspetta, ti aiuto.- Fece il grigio, facendosi dare la lama dall’amico.
    Grazie al volere del custode, l’albino fu capace di impugnare la chiave per alcuni secondi e, puntandola ai polsi di Myde, liberò anche lui, facendo infine lo stesso con Mizu.
    Non ebbero però neppure il tempo di riunirsi: gli Heartless non erano rimasti ad aspettare, ma si erano gettati all’attacco e, dopo aver lasciato a Myde appena il tempo di liberare se stesso e i compagni, si erano già gettati addosso al gruppo, sopprimendoli con il loro numero.
    Gli artigli dei mostri sfioravano la pelle del custode, accasciato a terra sotto il peso delle ombre, le loro lingue schioccavano, come a pregustare il suo sapore.
    -Levatevi…di torno!- urlò rabbioso, facendo appello a tutte le sue energie. Con un forte colpo di reni riuscì a spingere via le creature e a guadagnare il tempo per rialzarsi.
    -Haiiro! Mizu!-
    -Stiamo bene!- gli rispose il ragazzo, intento a tener lontane le creature agitando la sua arma davanti a sé con fare minaccioso, senza ottenere in realtà grandi risultati, mentre Mizu rimaneva protetta dietro di lui.
    -Non possiamo tener testa a tanti nemici in una volta! Per ora ritiriamoci. Apri un varco oscuro!-
    L’albino annuì. Tenendo la mano alla ragazza saltò indietro, mettendo un po’ di distanza tra lui e i nemici e, alzando velocemente un braccio lateralmente, fece apparire una massa oscura dalla forma ovale, all’apparenza molto densa.
    -Tutti dentro!- gridò, con tono leggermente scherzoso, gettandosi dentro in un attimo. Mizu e Myde lo seguirono velocemente, mentre il passaggio si richiudeva dietro di loro, lasciando alle spalle gli Heartless.

    -Accidenti! Siamo punto a capo!- esclamò il grigio sconfortato.
    -Cosa vuoi dire?- domandò la ragazza, rallentando un poco il passo per mettersi al pari con Haiiro, che procedeva per il Mezzo e Mezzo con passo lento e trascinato.
    -In quel mondo non abbiamo trovato nessuna informazione utile e non abbiamo ancora idea di come aiutare Myde a liberarsi del Keyblade!- spiegò lui, sentendosi il morale ancora più a terra solo a pensarci.
    Il custode si fermò, sentendoli discutere, e rimase immobile a fissarsi il palmo della mano.
    -Sapete…- proruppe, cogliendo l’attenzione degli altri due che si fermarono e tornarono indietro, raggiungendolo.
    -…mentre ero in prigione ci ho pensato molto: io vorrei liberarmi di questo peso, ma c’è tantissima gente che invece lo brama, spesso per scopi malvagi. Rocas...- disse il nome con un velo di nostalgia e tristezza nella voce-...Quella donna Heartless, gli uomini che avevano attacco il Mondo Che Non Esiste…-
    Si fermò qualche secondo, come a voler mettere ordine tra i pensieri successivi e accertarsi che quello che stava per dire fosse proprio quello che pensava e aveva deciso:-Io voglio essere libero, senza il peso di un destino impostomi dagli altri, impostomi dal mio ruolo di “detentore”. Però…ancora meno posso accettare che quest’arma cada in mani di gente come quella, capace di uccidere per averla e usarla per i loro sporchi fini!- si sfogò, evocando la chiave nella sua mano destra e menando un fendente verso il basso, con tanta forza da quasi lussarsi l’articolazione del gomito, finendo con l’essere costretto dal dolore a massaggiarsi il braccio.
    -Cos’hai deciso di fare allora?- domandò Mizu, stringendogli un braccio per fargli capire di essere con lui, qualsiasi fosse la sua scelta.
    Myde deglutì, tentennando un attimo: questa volta non avrebbe potuto più veramente tornare sui suoi passi.
    -Terrò quest’arma finché non ci saremo liberati di tutti quei maledetti!-

    Edited by misterious detective - 18/9/2010, 17:08
     
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  5. XxXDemiXxX
     
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    Pene,pene,pene....ehm..cioè..bene, bene, bene.
    Noto con piacere che le scene erotiche non sono state inserite.
    Aspetta, ho detto con piacere? Intendevo con disgrazia é__é
    Comunque posso aspettare. Nel frattempo analizziamo questo capitolo.
    Rocas ha cercato di impadronirsi del Keyblade contando sul fatto che l'oscurità avrebbe posseduto Myde e che l'arma sarebbe passata a lui anche con una piccola probabilità.
    Avrei goduto come un pazzo se fosse andata a una vecchia signora affacciata al balcone.
    Però l'impresa non è riuscita e un Heartless lo ha fregato rubandogli il cuore.
    E adesso Myde vuole tenere l'arma fino a che non avranno sconfitto tutto il male nei vari mondi?
    Alla faccia dell'impresa °A°
    Comunque ho notato delle frasi alquanto strane:

    CITAZIONE
    -Attento!- gridò Myde al compagno: un –inserire nome Heartless- stava caricando un potente getto d’energia.

    CITAZIONE
    Con un rapido gesto, l’uomo calò il cappuccio, rivelando –riprendo parte della descrizione fisica-

    Hai dimenticato tu di scriverci qualcosa oppure dovevamo immaginarci noi la scena? Spiegati ù.ù
    Per il resto non ho nulla da dire. Scorrevole, ben congegnato e pieno di sangue (perché se non muore qualcuno non va bene)
    Al prossimo capitolo e tanti saluti.
    *vola via col suo zaino a propulsione ma si schianta su un aereo militare*



     
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  6. misterious detective
     
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    Sì, ho dimenticato di correggere alcune parti evidentemente, rimedio subito (che figura :look: )
     
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  7. Guri
     
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    eccomi qui, pronta per "recensire" la nuova parte della storia.
    Inanzitutto, bel pezzo come sempre, anche se io avrei messo più descrizione dei sentimenti dei personaggi nei momenti piu' salienti .
    Inoltre quoto Demyx, una parte divertente ci sarebbe stata tutta, anche un capitolo intero volendo, per far "anche" rinsavire meglio Medy.
    Sarebbe forte vedere un Keyblade nelle mani di persone inesperte e fortunate che vincono battaglie "per puro caso" e divertendo il lettore.
    Poi come coseguenza, vedere Myde che in tutti i modi cerca di riaverlo, e capita nelle situazioni più assurde e incredibili, ma mai senza raggiungere il risultato.
    Ho detto tutto, continua cosi.
    Non ti preoccupare se ci metti più tempo ora, la scuola è iniziata quindi la priorità è studiare.
    Al prossimo capitolo
     
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    ~Bridges Burned

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    Alur, commento!
    Bene, Rocas è un pezzo di cacca, l'avrei pestato a sangue da quando si è presentato. Meno male che è morto, quell'heartless mi ha tolto la fatica .-.
    Poi, Haiiro: massì tiriamocela, alè!
    Sono figo, sono grande, sono ganzo, ho quella spada stramba che fa capire quanto sia di sesso ambiguo...
    E infine Mizu... la mia adorata Mizu!
    In quanto scrittore meriteresti uno scopellotto nel sedere! Va in giro con fighi di prima categoria: weilà bambina, attaccati a ventosa al primo che passa e violentalo! *w* taaaaaaaaanto Hentai *°*
    Scusa se non è poi così ricco di scemenze ma il mio corpo si rifiuta di mettere giù cose sensate .-.


    In definitiva scorrevole, piacevole, nessuna traccia di ferula (*prende macchinina scarafaggio e da la carica a molla* *imbraccia martello*) e pochi fighi all'orizzonte XD
    Continua presto^^
     
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  9. misterious detective
     
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    @XxXDemiXxX: attento a certi orr...errori di ortografia sconci, sono pericolosi :sese:
    Come quella tre post sotto di te (contando il mio) vuoi l'hentai? :asd: presto sarai accontentato :asd: ma non aspettarti ulteriori indicazioni da parte mia, scoprirai tutto a tempo debito :guru:
    L'idea della nonnina potrei anche tenerla in considerazione xD chissà, magari in un futuro prossimo...ammetto che non mi dispiacerebbe farlo XD (anche se poi sarebbe un casino...Myde che uccide un passante perchè il Keyblade per sfortuna è andato a lui? :asd: )

    @Guri: mi sarebbe piaciuto allargare la faccenda del cambio d'idea ma, per motivi di trama, ho dovuto far stare tutto in un solo capitolo (infatti non c'era modo di rendere le "riflessioni" di Myde più lunghe, visto il piano di Rocas e, purtroppo, non mi veniva in mente niente di più sensato per lui. E a questo proposito, doveva esserci un'ulteriore scena, un combattimento con il mago dalla loro parte, ma nella "versione definitiva" ho dovuto ometterlo, sia per problemi ad inserirlo che per inutilità)
    Come già detto, non mi dispiacerebbe una side story così, anche se sarebbe difficile da gestire e allungherebbe inutilmente il brodo xD

    @-Marsh-: Ma cos'è, hai scambiato Mizu per una prostituta??? XD Haiiro invece proprio non lo reggi :asd: ci sarebbe da ridere se, alla fine, ci fosse una storia d'amore tra i due :guru: *prende idea in considerazione*

    Ah, e di fighi all'orizzonte stai tranquilla che ce ne sono...a partire da un certo Nanashi...*fischietta*
     
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  10. XxXDemiXxX
     
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    CITAZIONE (misterious detective @ 18/9/2010, 23:38)
    @XxXDemiXxX: attento a certi orr...errori di ortografia sconci, sono pericolosi :sese:

    Ah, e di fighi all'orizzonte stai tranquilla che ce ne sono...a partire da un certo Nanashi...*fischietta*

    :guru: pardon.
    E comunque ho letto bene: Nanashi? Il mio personaggio preferito (dopo Vi, s'intende) tornerà sulla scena? A questo punto le scene sconce sono obbligatorie :Asdolf:

     
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  11. misterious detective
     
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    Salve salvino lettorini caVi <3

    tralasciamo questo saluto idiota, che mi sta già facendo rivoltare lo stomaco e mi fa venir voglia di levarlo, per passiamo subito al sodo :sese:
    Per la vostra gioia, ecco il sesto capitolo, con cui iniziamo ad entrare nel vivo dell'azione.
    Enjoy it ;D

    Capitolo 6
    Il Bambino delle Stelle

    -Trovati!- canticchiò, scendendo con un balzo dal cornicione di un edificio, raggiungendo con leggiadria, prima il muretto di pietra che circondava l’abitazione, poi da lì il terreno.
    Un uomo sulla quarantina, con pochi capelli sulla testa se non intorno alle orecchie e una corta barba sopra le guance leggermente scavate, indietreggiava, cercando di mettere distanza tra lui e l’inseguitore. Teneva un braccio teso, per proteggere la moglie dietro di lui, una donna di qualche anno in meno e dai lineamenti decisi che lasciavo immaginare la sua bellezza in gioventù.
    -Ci ho messo un secolo a trovare una pista che mi portasse fin da voi!- si lamentò l’uomo, passandosi le mani sul soprabito, di un bianco candido, nel tentativo di liberarsi delle pieghe del tessuto.
    -Siete stati davvero bravi a fuggire e a nascondervi…oppure sono io che non sono un bravo detective!- scherzò l’uomo, portandosi le mani ai fianchi e ridendo di gusto per qualche secondo, una risata limpida, per poi calmarsi con un respiro profondo.
    -Comunque il gioco finisce qui.-
    -Birgit! Scappa!- gridò l’uomo alla moglie.
    Quella, titubante, fece per disubbidire, intenzionata ad appoggiarsi al marito, ma quello la richiamò, convincendola a voltarsi e correre quanto più veloce poteva.
    L’uomo fece un altro passo indietro, pronto a raggiungere la moglie che correva lungo il vicolo appena possibile.
    Non avvertì nulla, solo un lieve spostamento d’aria, tanto veloce che non capì subito cosa fosse successo: l’unico segnale fu un debole verso di dolore proveniente dalle sue spalle. Si voltò e vide la moglie a terra, distesa in una pozza di sangue.
    -No! Tesoro!- gridò quello, dando le spalle al suo aguzzino.
    -Sono spiacente, nemmeno a me piace fare queste cose. Normalmente non avrei mai accettato un lavoro del genere.- si scusò l’uomo vestito di bianco, alzando le spalle ed avvicinandosi di qualche passo alla sua vittima, immobile per il terrore.
    -Purtroppo non c’era nessun altro disponibile, e quei simpaticoni sopra di me hanno pensato bene di rifilarmi questo lavoro insulso. Anche se sono d’accordo anche io che i traditori meritino la morte…-
    L’altro si portò le mani davanti al volto, nel disperato tentativo di proteggersi, mentre piagnucolava qualche parola di scusa e qualche supplica, che l’assassino non riuscì a cogliere.
    -Beh, che dire. Considerati ufficialmente congedato dal tuo incarico.- concluse, trapassando il traditore con la sua arma.
    Osservando privo di emozioni il macello davanti a lui, piantò l’arma nel terreno, intenzionato a pulirla più tardi.
    Sospirò, era esausto, completamente privo di voglia d’agire. Si sistemò la fascia che portava sopra il vestito, di un azzurro pastello, alzando lo sguardo verso il cielo e sfilandosi il cappuccio, che non serviva ad altro se non a procurargli caldo.
    -Beh, direi che non ho altro tempo per riposarmi. Cerchiamo di sbrigarci a sistemare le faccende rimaste, così posso tornarmene a casa…-

    Versò lentamente il the bollente dentro la tazza variopinta, lasciando salire verso il cielo un filo sottile di vapore. Ripeté quasi meccanicamente quella sequenza di gesti, che aveva imparato a ponderare con estrema precisione, altre quattro volte, porgendo una porzione ad ognuno dei presenti, Myde, Haiiro, Mizu e Aira, e una a lei stessa, Merina.
    Con un sommesso “grazie” ognuno di loro si sporse in avanti, Aira da una delle due poltrone della stanza e gli altri dal divano, e presero ciò che spettava loro.
    La manipolatrice del vento rimase in silenzio alcuni secondi, fissando assente il liquido che riposava nel contenitore, riflettendo la sua immagine, soppesando ogni parola del discorso a cui suo figlio Myde l’aveva appena sottoposta, riguardo la sua decisione sul futuro.
    -Se è questa la tua decisione, non posso certo oppormi: anche tuo padre ed io abbiamo intrapreso un viaggio simile, alla tua età. Mi chiedo solo se tu sei davvero pronto a quello che ti si prospetta davanti.-
    Il custode abbassò lo sguardo, concentrandosi a sua volta sulla tazza ancora piena. Aveva ancora vivide nella testa le immagini di quelle persone vestite di bianco che avevano in vaso la sua casa, di quei mostri luccicanti che avevo messo in difficoltà i suoi genitori con i loro attacchi, di quella donna Heartless che aveva combattuto alla pari con il padre di Mizu…e che gli aveva suscitato quel gelo e quell’inquietudine.
    -Io…forse non lo sono. Non ho la forza di mio padre, né l’astuzia o la saggezza di Mudriel. Lo capisco anche io, che sono più debole di loro, però…è proprio per questo che non posso rinunciare. Voglio diventare più forte e proteggere quello a cui tengo: tu, papà, i miei amici, la mia ca…- disse, fermandosi di colpo, ricordando in quell’istante che, ormai, un posto da chiamare casa non lo aveva più.
    -Poi…quando saranno finiti tutti i conflitti…- continuò, con un tono più grave di prima. –Voglio liberarmi del fardello del Keyblade. Non voglio che sia il destino a scegliere per me cosa devo o non devo fare.-
    Sua madre sospirò, sorridendo. –Parole davvero sagge, per un quindicenne.-
    -Non è mica così facile però.- proruppe allora Haiiro, parlando per la prima volta, ironico. –Devi reggere il confronto con il salvatore del mondo! Ci si aspetta molto da, capo.-
    Tutti scoppiarono a ridere, tranne Myde che era sbiancato. “Io il capo? Ma stiamo scherzando?” pensò, scombussolato dalla sola idea di rispondere di ciò che fosse successo agli altri due, come loro “capo”.
    -Come avete intenzione di agire?- domandò Merina, soffiando sul suo the e prendendone un sorso, interrompendo il flusso di pensieri che attraversava la testa del ragazzo.
    Quello, scosso, fissò il vuoto per alcuni secondi, poi rivolse lo sguardo ai suoi compagni, che ricambiavano altrettanti frastornati.
    -Ecco, in realtà…non sappiamo di preciso da dove cominciare…- ammise, mentre il suo viso si tingeva di un lieve rossore.
    Aira lo guardò con espressione dolce, suo figlio le ricordava sempre più il marito, in ogni sua sfaccettatura.
    -In questo mondo sostano molti viaggiatori, provenienti da tutto l’universo. Provate a chiedere in giro, tipi come quelli che cercate saltano all’occhio. Anche notizie di catastrofi o simili possono rivelarsi utili, data la loro bellicosità.-
    Myde annuì, sollevato, sentendo di avere ancora una strada da seguire davanti a sé.

    -Mi raccomando, fate molta attenzione.- li avvertì seria Aira, dopo che lei e la madre ebbero accompagnato i ragazzi alla porta. –Il vostro compito è SOLO cercare informazioni, non rischiate inutilmente la vita fin da subito, per quello c’è tempo. Quando sarà ora di combattere ce ne occuperemo noi adulti.- spiegò, cercando di essere il più gentile e comprensiva possibile, dato che ricordava benissimo come avrebbe reagito lei a un simile ammonimento, diciassette anni prima.
    Il figlio annuì, congedandosi dalla madre con un gesto della mano e dirigendosi verso gli amici, che lo precedevano lungo la strada.
    Quella però lo prese per un braccio, fermando la sua corsa prima ancora che potesse iniziare. Gli prese il volto tra le mani e gli diede un bacio sulla guancia, arruffandogli un poco i capelli.
    -Ti voglio bene.- gli sussurrò, lasciandolo andare con un sorriso.
    -Ma’, vuoi mettermi in imbarazzo davanti agli altri?- la rimproverò, offeso e scocciato. Si chiese se tutte le madri del mondo si ostinassero a trattare in eterno i figli come dei bimbi.
    -Siete proprio teneri.- lo canzonò Haiiro, quando il ragazzo li raggiunse con una veloce corsa. Non c’era cattiveria nelle sue parole, stava solo scherzando come un qualunque amico.
    -Ma piantala.- rispose l’altro, con tono leggermente aggressivo, mentre il suo volto non accennava a liberarsi dai segni dell’imbarazzo.
    Mizu ridacchiò, vedendo i due battibeccare; una risata limpida e innocente.

    Camminando sempre in avanti, senza quasi rendersene conto raggiunsero la piazza della città: la strada si allargava, diventando rotonda, per poi stringersi alcune decine di metri più avanti. Ai lati però non erano costruiti edifici, bensì erano ormeggiate numerose Gummiship: alcune sostavano ai limitari della piazza, altre erano legate a degli appositi fittoni tramite robusti cappi.
    Il terreno sotto i loro piedi era di vetro, reso opaco dal camminarvi delle persone, che lo sporcavano e ne intaccavano lo splendore, ma era ancora visibile, oltre l’alone grigiastro, l’universo che si estendeva completamente intorno a loro, non sopra la testa ma anche sotto, dando a Myde una sensazione di vuoto.
    -Si vede che questo posto era stato costruito come area di sosta per i viaggiatori.- commentò Haiiro, guardandosi intorno, mentre pensava a cosa sarebbe successo a quel posto, quando una vera pace avrebbe avvolto i mondi, che sarebbero tornati divisi l’uno dall’altro.
    -Proviamo a cominciare da lì?- fece il custode, indicando l’insegna di una locanda che svettava sgargiante oltre la piazza.
    Si incamminarono per raggiungerla, mentre Haiiro e Mizu si guardavano intorno con interesse. A differenza di Myde, loro non lo avevano mai visitato e, un po’ come il mondo dei maghi, quel viavai di gente di ogni tipo li incuriosiva.
    La ragazza si fermò a metà strada, lo sguardo fisso alla sua destra, come se avesse scovato qualcosa di grande interesse.
    I suoi compagni se ne accorsero solo poco dopo, quando ormai si erano allontanati di diversi metri. Si voltarono preoccupati, scandagliando con gli occhi la folla.
    -Mizu, cosa succede?- le domandò il custode, stupito e leggermente scocciato.
    -Ah, scusatemi.- si riprese lei, rendendosi conto solo in quell’istante di averli messi in ansia. –È solo che…- aggiunse, tornando a guardare nella stessa direzione.
    I due ragazzi le si affiancarono, cercando di capire cosa l’avesse rapita: verso il limite della piazza, in piedi con sguardo perso, apparentemente alla ricerca di qualcuno, si trovava un bambino. Nonostante i suoi lamenti, il suo ripetere ossessivo di alcune parole che i ragazzi non riuscivano a distinguere, nessuno intorno a lui pareva accorgersi della sua presenza.
    La giovane diede un'occhiata veloce ai suoi compagni, che avevano intuito al volo le sue intenzioni e, con un cenno del capo, si avviarono, seguiti da lei, facendosi largo tra la gente.
    Il bimbo si accorse di loro solo quando ormai erano a pochi passi da lui e si fermarono a guardarlo.
    Quello alzò lo sguardo, turbato: il ragazzo dai capelli grigi lo guardava con aria leggermente scocciata, quasi come se lui non fosse che un problema in più, mentre l'altro dai capelli biondi lo fissava con curiosità. Si sentiva sotto pressione.
    -Come mai quest'ometto è da solo?- disse con voce gentile Mizu, facendosi largo tra gli altri due e chinandosi con un sorriso verso il bambino, piegandosi sulle ginocchia.
    -Sei qui da solo? Stai aspettando i tuoi genitori?- gli chiese con calma, senza tartassarlo eccessivamente.
    Il bimbo spostò gli occhi da uno all'altro, fermandosi infine sul viso della ragazza. I suoi lineamenti dolci e quel sorriso caldo e sincero gli infusero un po' di fiducia e gli fecero trovare il coraggio di parlare, dimenticandosi quasi degli altri due “grandi”.
    Avanzò a piccoli passi, fino ad attaccarsi ai pantaloncini della ragazza, tirandoli con le sue manine. -Sai dov'è la mia mamma?-

    Il bambino tirava la mano di Mizu, che già si trovava in difficoltà a tenere per mano un poppante che le arrivava a malapena alla vita.
    -Secondo me è la seconda volta che passiamo per questa strada.- commentò Myde, voltando la testa a destra e a sinistra, studiando con attenzione quello che aveva intorno. Il pavimento sotto i loro piedi era più chiaro rispetto a quello della piazza, a sottolineare il passaggio di molta meno gente. Più si allontanavano dal centro più le case, inizialmente costruite in mattoni con porte e finestre in legno, diventavano, esteriormente, in metallo lucido, che il custode scambiò quasi per orribili accozzaglie di lamine. Il cielo era ancora buio, come quando erano arrivati ma, man mano che proseguivano lungo la strada, i lampioni si facevano più radi e l'unica luce che rischiarava le tenebre erano piccoli neon posti ai lati della lunga lastra di vetro.
    La donna, stanca, prese per i fianchi il piccolo e se lo portò al petto, senza che lui tentasse in alcun modo di ribellarsi. Era leggero, appoggiandolo contro di sé riusciva a reggerlo senza quasi fatica. L'unica cosa a infastidirla erano i suoi capelli corti capelli castani, alti in testa, che le sfregavano contro il collo.
    -Ti piacciono proprio i bambini.- constatò Haiiro, notando quanto sembrasse far piacere alla ragazza prendersi cura del ragazzino, al quale stava tirando la maglietta nera a maniche corte, per evitare che si spiegazzasse.
    Quella si voltò verso il compagno, sorridendogli. -Sì, in effetti mi piacciono molto.- confessò, tenendo però per sé il suo desiderio di averne uno suo, in un futuro non troppo lontano.
    -Piccolo, non mi hai ancora detto come ti chiami!- realizzò in quel momento, allontanandolo un poco da sé per poterlo guardare nei suoi grandi occhi acquamarina.
    -D...Dein.- farfugliò quello, come se avesse dovuto pensarci.
    -E sei sicuro di non sapere dove abiti, Dein?- le domandò. Non le dispiaceva affatto stare con lui, staccare un po' la mente dai problemi, ma soffriva se pensava alla preoccupazione che probabilmente provavano i suoi genitori in quel momento.
    -Sì che lo so!- rispose quello, imbronciato. Alzò un dito verso il cielo, indicando un punto indefinito del firmamento che probabilmente nemmeno lui conosceva. -Vengo da là!-
    Mizu si sforzò di alzare il collo, fingendo interesse. L'unica cosa che le importava era che il bambino era di un altro pianeta, il che le dava la certezza che i genitori erano ancora lì, da qualche parte.
    Continuarono a camminare, scegliendo a caso la strada, ogni volta che incontravano un incrocio, solamente per non fermarsi.
    Arrivarono presto ad una casa chiusa e si accorsero con dispiacere che davanti a loro non c'era più nessuna via, ma l'ennesima casa in metallo, dalle rade finestre, con uno piccolo spiazzo che fungeva da giardino, ma che non era altro che un pezzo del vetro che formava la strada da cui venivano i ragazzi.
    -Così non va, non concludiamo niente!- sbraitò Myde, esausto di camminare alla cieca. Si sedette contro un muretto che delimitava lo spazio privato di una delle abitazioni, appoggiando la schiena contro le inferiate nere, con aria stanca.
    Mizu e il bambino lo guardarono, il secondo con estrema curiosità, quasi fosse un animale mai visto. L'altra si chiese invece dove stessero sbagliando, mentre accarezzava i capelli di Dein.
    -Forse la cosa è rimanere fermi da qualche parte, in vista. Se i suoi genitori sono qui in giro che lo cercano, probabilmente saranno loro a trovare noi.- propose Haiiro, incrociando le braccia e sospirando profondamente. Era evidente come anche lui fosse contrariato dalla situazione.
    Mizu portò a terra il bambino, molto lentamente come se temesse che gli sfuggisse, e lo guardò nei confusi ma vivi occhioni.
    All'improvviso le venne uno strano paragone: “Chissà cosa sta provando...forse lo stesso di Myde, quando credeva che i suoi genitori...” pensò, voltandosi verso il ragazzo.
    “No, è impossibile. Dein è ancora un bimbo, probabilmente non si rende nemmeno conto della situazione. Meglio così.”
    Quindi, girandosi e tornando sui suoi passi, affermò di appoggiare l'idea del grigio.

    -Comunque devo proprio dirlo: non ho mai visto un mondo più strano di questo!-
    Haiiro si buttò all'indietro, lasciandosi cadere, da seduto, sul soffice e corto manto d'erba chiara che ricopriva quel pezzo di terra.
    -Siccome questa sarebbe quella che si può definire una “stazione spaziale”, il comune, in accordo con la popolazione, ha deciso di utilizzare i piccoli meteoriti che aleggiano qui intorno e trasformarli in parchi e zone verdi, anche se di fauna non ce n'è l'ombra.- spiegò, appoggiando le mani a terra e accarezzando gli steli smeraldini, riempiendosi di calma e pacata felicità. La calma che pervadeva quel momento era veramente corroborante.
    Mizu si voltò verso il bambino, che correva lungo il prato, completamente libero: non c'era nulla da inseguire, né alcunché che alla ragazza paresse interessante, il bimbo si limitava a correre e scatenarsi. Non si sarebbe stupita di vederlo rotolare per terra.
    -Ma non finirà col farsi del male, così?- domandò Myde, preoccupato.
    La compagna scoppiò a ridere. -Figurati! Nel peggiore dei casi, imparerà ad andare più piano.
    Il custode alzò le spalle, guardandosi intorno: lungo quello spiazzo verde c'erano diverse persone, abbastanza normale visto la loro attuale vicinanza al centro città. Quello che si domandava, però, era se loro saltassero davvero all'occhio, in mezzo a quella folla.
    “Se non troviamo in fretta i genitori, dovremo per forza lasciarlo ad un orfanotrofio. Non mi sento tagliato per fare il padre, anche se...” pensò, triste. Era doloroso dover rinchiudere quel bambino, che aveva appena ritrovato l'allegria, in una gabbia di metallo.

    Il bambino avvertì un debole fruscio alle sue spalle. Si voltò incuriosito, bloccandosi col busto ancora girato solo per metà. Un Uomo ricoperto di bianco stava camminando nella sua direzione, dalla parte opposta a dove si trovavano i tre amici.
    -Ecco dov'eri! Non hai idea di quanto mi hai fatto penare, ragazzino.- esclamò l'uomo, portando le braccia ai fianchi.
    Dein non era capace di muoversi, aveva ancora stampata nella mente l'immagine di quel demonio, che si avvicinava a lunghi passi, facendo strisciare la veste candida sul terreno.
    Myde e gli altri impiegarono qualche secondo ad accorgersi e a realizzare il tutto, persi nei loro pensieri.
    La prima ad accorgersene fu Mizu che, con l'intenzione di dare un'occhiata al suo protetto, aveva notato quella strana persona vicina a lui.
    Il custode fu il secondo a notarlo e, quasi con un balzo, si era alzato in piedi e aveva sguainato il Keyblade. Non poteva avere dubbi a riguardo.
    Corse incontro all'incappucciato, senza dare il tempo ai compagni di fare domande.
    Il bimbo, senza la ragione a frenarlo, lo aggredì, tirandogli pugni contro le gambe, il massimo a cui riusciva ad arrivare, urlando domande sui suoi genitori, come dove fossero e perché lui avesse fatto loro del male, interrogativi che lo sconosciuto trovava ridicoli.
    -Non avere paura.- parlò ancora quello, come se non si fosse accorto della carica del quindicenne armato della leggendaria arma-chiave. -Adesso raggiungerai i tuoi genitori senza soffrire.-
    Alzò il braccio destro in aria: si formò nell'aria, sopra il suo palmo, un sottile filo di nebbia nerastra, vorticante a spirale. Da un lato proseguiva formando una mezza luna, mentre dall'altra parte si divideva in due parti che si intrecciavano più volte, formando anelli ellittici perfettamente identici e, dopo averli ripetuti più volte, si riunivano e si ampliavano, come se assorbissero l'oscurità nelle vicinanze.
    La sua micidiale arma era una falce color cenere, con striature a spirale lungo il manico e incisioni dello stesso colore lungo la lama, alla quale, tramite una catena che reggeva con l'altra mano, era collegata una grossa palla di ferro, del diametro tra i venticinque e i trenta centimetri, all'apparenza fatta interamente di piombo.
    -Dein! Attento!- gridò Mizu, alzandosi anche lei, insieme al grigio, nel disperato tentativo di salvarlo.
    Il fendente dell'uomo fu rapidissimo. Senza che il bambino potesse provare alcun dolore o esternare la sua paura e la sua rabbia, la sua vita gli fu sradicata e il busto mozzato con perfezione dalla falce cadde all'indietro, in una pozza di sangue.
    Il custode si fermò a metà strada, ad alcuni metri dall'incappucciato che, a fior di labbra, aveva pronunciato un incantesimo del fuoco, con cui aveva incenerito il corpo senza vita del piccolo, forse per non dover avere ulteriormente sotto gli occhi la vittima della sua crudeltà.
    Abbassando il capo, prese il cappuccio con la mano sinistra, appoggiando a terra la palla di ferro, che emise un debole rumore sordo, e, con un sospiro di soddisfazione, lo abbassò, scuotendo dal sudore i capelli al vento, con evidente soddisfazione.
    -E anche con questo abbiamo concluso.- affermò allegro: la sua espressione contenta sembrava quasi stupida: gli occhi affusolati, come quelli di una lince e la bocca piegata in un largo sorriso gli conferivano un'aria goffa, accentuata dal fatto che avesse il viso completamente scoperto, con i capelli mori, non molto lunghi, rivolti all'indietro, verso l'alto, ma allo stesso tempo lo rendevano un poco inquietante.
    La sua allegria mutò in sorpresa, quando vide il ragazzo schierarsi davanti a lui, con la Chiave di Violino sguainata e un'aria rancorosa nei suoi confronti.
    -Tu chi saresti?- gli chiese, inclinando il capo, mentre notava che anche altri due ragazzi gli venivano incontro, a differenza di tutte le altre persone che, spaventate dall'accaduto, correvano in preda al panico, cercando di mettere più distanza tra loro e il luogo dell'assassinio.
    Myde non rispose, si limitò a rimanere in guardia, attendendo di capire le intenzioni dell'avversario, che solo in quel momento realizzò che cosa stesse impugnando il ragazzo.
    -Un Keyblade? Aspetta...tu non mi sei nuovo...- parlottò, sfiorandosi il mento e il collo con la mano libera.
    -Ma certo!- esclamò all'improvviso, facendo schioccare tra di loro l'indice e il medio. -Tu non sei quel ragazzino del Mondo Che Non Esiste? Il figlio di Demyx.-
    Quello cercò di parlare, ma prima che potesse emettere anche un solo suono, sentì l'urlo di Haiiro prevalere sul resto:-No! Mizu!-
    La ragazza entrò nella visuale dell'uomo troppo tardi, quando era apparsa da dietro la schiena del custode ed era già troppo vicina per riuscire ad evitare il pugno che aveva caricato contro il suo volto.
    Il colpo arrivò con una potenza inaspettata, carico di tutta l'ira della giovane, la cui vista era annebbiata dal fluire continuo di enormi lacrime lungo i lati degli occhi.
    Il ragazzo, i cui lineamenti e l'altezza, superiore a quella dei ragazzi di una manciata di centimetri, non mostravano più di venticinque anni, barcollò e indietreggiò di qualche passo, per poi cadere goffamente seduto a terra, massaggiandosi la guancia arrossata.
    -Maledizione, fa davvero male.- si lamentò sconsolato, sputando per terra il sangue che gli riempiva la bocca di un orribile sapore metallico.
    -Tu...come fai a giocare così con la vita delle persone?!- gridò piena di odio la giovane donna, abbassando il pugno, ma continuando a stringerlo in modo convulso. -Era solo un bambino...perchél'hai ucciso?-
    L'altro con uno sbuffo fece leva sulle braccia e si rimise in piedi. -Non mi piace lasciare i lavori a metà.- rispose enigmatico, con tono freddo, come se parlasse di avvenimenti che non lo riguardassero.
    -Tutto...qua?- rispose lei lentamente, tremante di rabbia, mordendosi il labbro inferiore.-
    -La mia missione consisteva nell'uccidere la sua famiglia, in quanto traditori del gruppo di cui faccio parte. Eliminare anche lui è stato solo un atto di pietà da parte mia, gli ho solo risparmiato numerose sofferenze.-
    -Non sparare cazzate!- lo interruppe lei, lanciando indietro le braccia in un gesto incontrollato. -È vero, forse la sua vita non sarebbe stata facile, ma tu che diritto avevi di rubargliela? Poteva ancora scaturirne qualcosa di buono!-
    Il ragazzo portò in avanti la mano sinistra, facendole segno di zittirsi. -Risparmiami le prediche, non ne ho assolutamente bisogno.-
    La giovane lo guardò con astio, ma quando stava per lanciarsi nuovamente alla cieca, sentì una mano afferrarle i vestiti e tirarla indietro.
    Haiiro la superò, mentre sfoderava la spada con il classico rumore metallico e si metteva in posizione difensiva, calmo e concentrato.
    -Allontanati.- le disse. -Di lui ce ne occupiamo io e Myde. Tu scappa da Aira, noi faremo di tutto per bloccarlo qui e, appena si verificherà l'occasione giusta, fuggire.
    -Ehi!- li interruppe quello, agitando innocentemente le mani. -Guardate che non ho mai detto di avere intenzione di affrontarvi, non sono questi gli ordini!-
    -Peggio per te.- rispose decisa Mizu, ignorando il consiglio dell'amico e mettendosi in mezzo ai due compagni. -Perché qui sono io che non ho intenzione di lasciarti andare.-
    Il suo avversario sospirò, chinando il capo. Quando lo rialzò poco dopo, sul suo viso si era dipinto un inquietante sorriso sadico.
    -Molto beeene.- disse, con voce canzonatoria. -In questo caso, possiamo divertirci un po' insieme. Badate che non ci andrò piano.-
    Nessuno dei tre rispose. Myde e Haiiro fecero da scudo alla ragazza, mentre studiavano l'avversario. Quella era ora avvolta da un flusso di energia potente, puro e molto caldo.
    Il loro nemico impugnò saldamente la sua arma, mentre sembrava stringere ancora di più gli occhi, concentrandosi sul nemico. -Davvero interessante.- commentò, rapito dall'insolito potere della ragazza: sottovalutare un avversario non faceva parte del suo stile. -Posso sapere il tuo nome?-
    -Mizu.- rispose lei, lapidaria. Chiuse gli occhi, cercando una pace interiore, mentre avvertiva nella pelle il mutamento nel suo corpo e una tiepida fiamma avvolgerle non il corpo, ma l'anima.
    -Mizu...davvero un bel nome. Io sono Ian, molto piacere.-
    -Il piacere è tutto tuo!-





    Marsh, la mia beta reader, mi ha fatto notare che, invece di un bel pugno, Mizu avrebbe dovuto tirargli un calcio nei gioielli di famiglia, ma a me mi è parso un metodo troppo brutale :look: voi che ne pensate? xD
     
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  12. Guri
     
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    sei forte come sempre.
    Pezzo buono, ma abbastanza tranquillo.
    La vera azione. il vero brivido e la totale emozione, inizia nei prossimi capitoli vero?
    Non perchè qui un po d'azione non ci sia, ma vorrei molto più pathos e molta più descrizione dei sentimenti dei personaggi, vorrei sentirli li di fianco a me mentre leggo.
    Al prossimo capitolo, facci rabbrividire, come hai fatto con il pezzo dello scontro tra Demyx e suo fratello, quello è un pezzo che fa sognare, quello è quello che il lettore chiede continuamente (ma non troppo, altrimenti esagero).
    Al prossimo capitolo.
     
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  13. XxXDemiXxX
     
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    Nice to meet you, Ian :D
    Sebbene sia un perfido 25enne senza scrupoli inizia a starmi simpatico.
    Passi per aver compiuto la sua missione benché orribile, passi anche l'omicidio brutale del bimbo ma se adesso me lo fai morire subito non ci passerò sopra D:
    Voglio un bel duello, tanta azione, tanto sangue e qualche rivelazione incredibile, come Mizu che si trasforma in un essere infuocato e distrugge tutto.
    Perché Mizu ha qualche potere nascosto, vero?
    Quoto Guri sul fatto che la storia è molto tranquilla e non mi ha incuriosito più di tanto.
    Questo è compensato dall'arrivo di Ian e da tutto quello che sapremo nel prossimo capitolo quindi non mi lamento.
    Vediamo cosa sei capace di combinarci :guru:
     
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  14. Crimson_
     
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    Mmh, appena ho visto questo topic, seguito di una fiction che ho seguito dai suoi albori, mi sono precipitato a leggere il primo capitolo.
    Purtroppo per mancanza di tempo e voglia, difficilmente ne leggerò più di uno per volta.
    Comunque, passando al commento del primo, devo dire che è ben fatto. Ci sono, però, diversi errori nella costruzione delle frasi. Devo dire che hai uno stile piuttosto vivace, che mi ha sicuramente aiutato a non annoiarmi nel primo pezzo introduttivo. Mi piace come hai posto la battaglia, anche se credo fosse un po' scontato che uscissero in nemici proprio nel momento in cui Demyx stava per riavere il cuore. Stessa cosa per la parte finale, mi sa troppo di già visto.
    Un'ultima pecca sta nelle descrizioni degli uomini vestiti di bianco. Sono, per così dire, troppo identiche tra loro. Quello è alto così, ed ha una fascetta di questo colore. Capisco che non potevi mostrare segni particolari, ma io le avrei strutturate diversamente quelle descrizioni. Non so, avrei fatto un tutt'uno, non so se mi spiego.
    Comunque un bel capitolo, credo che in giornata può arrivare anche il commento al secondo.
     
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  15. Crimson_
     
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    Chiedo scusa per il doppio post.
    Allora ho letto anche i capitoli due e tre. Devo dire che mi sono piaciuti di più del primo, inoltre erano presenti meno errori, forse per il fatto che le descrizioni erano più semplici. Il combattimento contro l'heartless mi è piaciuto, anche se, devo dire, mi è parso piuttosto scontato che sarebbe apparso qualcuno a salvare il culo al ragazzo di cui non ricordo il nome.
    Il migliore, devo dire, è stato il secondo fino ad ora.
     
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62 replies since 17/7/2010, 18:28   1302 views
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