Babilonia 2

Sequel

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    クラッシュバンディクーとキングダムハーツ

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    Spero che si concluderà tutto in un finale felice e contento, eh?
    *Prega*
    Scherzi a parte, bel capitolo. Tifo per Nibiriou, ovviamente xD.
     
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  2. _Holy
     
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    CITAZIONE (~The King @ 12/9/2010, 00:04)
    Spero che si concluderà tutto in un finale felice e contento, eh?
    *Prega*
    Scherzi a parte, bel capitolo. Tifo per Nibiriou, ovviamente xD.

    TU! Fottuto difensore degli umani! :addit:


    Grazie ad entrambi ^^
    Sahari e Arohu son due personaggi dannatamente random su cui ci costruirò migliori sfaccettature, ma devo ancora pensarci.

    Al prossimo capitolo verrà svelata l'identità del cavaliere bianco ( chi sarà? )
     
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    CITAZIONE (_Holy @ 12/9/2010, 22:55)
    CITAZIONE (~The King @ 12/9/2010, 00:04)
    Spero che si concluderà tutto in un finale felice e contento, eh?
    *Prega*
    Scherzi a parte, bel capitolo. Tifo per Nibiriou, ovviamente xD.

    TU! Fottuto difensore degli umani! :addit:


    Grazie ad entrambi ^^
    Sahari e Arohu son due personaggi dannatamente random su cui ci costruirò migliori sfaccettature, ma devo ancora pensarci.

    Al prossimo capitolo verrà svelata l'identità del cavaliere bianco ( chi sarà? )

    Gigi Proietti! :asd:

    No, seriamente, io penso possa essere Ambrus, deciso a diventare un protettore dell'umanità.
     
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  4. _Holy
     
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    HAI FATTO UNO SPOILER!

    E' DAVVERO GIGI PROIETTI!
     
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    クラッシュバンディクーとキングダムハーツ

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    Io voglio che quella merdaccia di Lucifero se ne vada a calci in culo da Coris, quindi che vissero tutti felici e contenti
     
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    Dai, rispondimi per mp se è Ambrus!
     
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  7. Nyxenhaal89
     
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    Il capitolo mi piace.
    Però tutte quelle rivelazioni avresti potuto diluirle, erano troppo concentrate secondo me.
    Per il resto è buono ^^
     
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  8. _Holy
     
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    CITAZIONE (Nyxenhaal89 @ 13/9/2010, 19:49)
    Il capitolo mi piace.
    Però tutte quelle rivelazioni avresti potuto diluirle, erano troppo concentrate secondo me.
    Per il resto è buono ^^

    Non sono vere e proprie rivelazioni, ma dei ripassi che contengono le sfaccettature poco chiare della trama.
     
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  9. _Holy
     
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    New Chapter dal titolo fiQo

    III: Graffiando ode cielo
    Nazareth...
    Fase di luce precedente alla sera...
    "Cappella di Santo Iggo", era questo il nome dell'enorme costruzione influentaza evitendemente da tratti gotici, quali croci e costruzioni in pietra che ornavano le vette più alte e alcune arcate che si gettavano addosso alle colonne quadrate, investite dalla recinzione in ferro che circondava l'intera struttua e i suoi giardinetti sul retro.
    Oltre all'entrata principale, situata nel bel mezzo della strada cittadina affinché i popolani potessero accedervi facilmente, c'era anche una seconda entrata dal cancello sul retro che portava al giardino, e una terza accessibile solo da determinati passaggi sotterranei posti in differenti punti della città.
    In seguito al Gran Disastro, Nazareth era divenuta Città Fortezza, e per prevenire probabili attacchi possedeva una cittadina sotterranea che avrebbe consentito ai cittadini di trovare rifugio dai demoni, mentre le guardie avrebbero difeso il posto come meglio potevano...
    Santo Iggo divenne ben presto un punto di riferimento per tutti coloro timorati da Dio e da ciò che stava succedendo, ma nessuno di loro sapeva che le loro preghiere sarebbero state per sempre vane, siccome Cinerio gli aveva completamente voltato le spalle, disgustato.
    E quello era un pomeriggio come tanti, privo di particolari elementi che lo avrebbero distinto, e Omma Metartios aveva ottenuto il permesso da Padre Inamod di passeggiare per i giardinetti sul retro, un piccolo e poco visibile spazio in cui l'inverno non incideva, e la primavera imperava.
    Per anni quel giardinetto era stato ritenuto fatato, poiché la neve o le interperie mai ne squilibrarono la bilancia pendente alla bellezza, ma faceva comunque freddo, e Omma dovette mettersi dei panni più pesanti per non beccarsi qualche malore.
    Passeggiò sotto alle arcate sulle quali stazionavano statue di angeli che sbirciavano di sotto, e che sembravano dotate di personalità e punti di vista propri, ma questo non fu abbastanza a sfoderare Omma Metartios dal suo velo di tristezza che ormai lo invadeva da tre anni...
    ... Dalla morte dell'amico Metartios.
    "Cosa è bene fare?" Si stava chiedendo Omma rimuginando su due possibilità: Gettare al vento il passato e ricominciare a vivere, o avventurarsi nel mondo alla ricerca dell'uomo che uccise il suo amico?
    Quando accadde, tre anni fa, Omma non ebbe modo di seguire Ambrus e la sua squadra di predoni, poiché aveva paura, doveva prima raggiungere un'età considerevole da cui poter sbirciare verso gli ideali folli ma gloriosi come la vendetta.
    Dodici anni, questa era la sua età, ed era ancora un bambino che non comprendeva gli ideali legati al sangue, ma poteva farne dei rozzi schizzi mentali.
    Si interruppe quando notò tra i cespugli di rose bianche, una ragazzina anch'ella con abiti pesanti, la stessa ragazzina che qualche ora prima aveva avuto modo di parlargli: Daria.
    Omma non volle avvicinarsi, non voleva vedere nessuno, non gli era mai piaciuta la compagnia, non riusciva a formulare discorsi profondi, non riusciva a trattenere la tristezza, non...
    Daria lo notò dopo averne percepito la presenza, e lo salutò invitandolo ad avvicinarsi, e Omma di conseugenza andò a nascondersi dietro ad una colonna in mattoni color mogano, come il resto di San Iggo.
    Ma la sua esitazione non lo portò da nessuna parte, siccome in due secondi Daria gli fu subito accanto, e lo brancò per la mano invitandolo a fare ciò che stava facendo lei: liberare le colombe.
    Ve ne erano almeno tre gabbiette, di colombe, e Daria spiegò velocemente all'amichetto che voleva lasciarle libere di volare via, poiché cominciavano a soffrire la prigionia; molto probabilmente sarebbero morte per il freddo o per i demoni, ma Daria non riusciva a capacitarsene, era sciocca come una bambina, anche perché lo era davvero.
    Aprì la prima gabbietta, e le sei colombe all'interno cominciarono a volare via, spronate dal desiderio di libertà, e Daria sorrise.
    Aprì le seconda gabbietta, e le quattro colombe nervose presero il volo, con Daria che le salutava come fossero sue amiche del cuore.
    La terza gabbietta la doveva aprire Omma Metartios, o almeno era così che Daria aveva scelto.
    - Su, aprila! Liberala! - Lo incitò con esuberanza, sottolineando il fatto che vi fosse una sola colomba in quella gabbietta, ma quando Omma la aprì, la colomba evitò di volare via per andare a posarsi sul braccio destro del ragazzino.
    A quanto pare non le piaceva la prigionia, ma non le piaceva neppure la libertà in quel mondo di perdizione.
    Daria ne rimase affascinata, a suo modo - Ma guarda un po' quanta poesia! Sei per caso un piccolo pirata amante degli uccelli? -
    - No... Io sono... - Si stava sciogliendo alla situazione melensa.
    - Allora parli? Come mai non mi hai mai risposto quando ti incontrai? -
    - Io... -
    Daria battè le mani violentemente, e la colomba scappò lasciando il piccolo Omma triste e confuso.
    - Ci vediamo, piratino! - Se ne andò, quasi volesse prendersi beffe di lui.
    Ma la colomba non se ne era andata: era ancora lì, posata sulla spalla di una statua raffigurante un demone fanciullo, dall'aria stranamente sofferente...


    - Quanto sei vuoto... -
    Le ultime parole di Padre Inamod...

    - Ammazzato come il sudicio miscredente che era, e che la verità mai ha contemplato, o almeno cercato! -



    Arohu venne salvato.
    Con un possente colpo di spada, il cavaliere riuscì ad abbattere il sadico demone ciclopico, che cadde immancabilmente a terra lasciando un solco con la sua sagoma.
    La spada era entrata nell'occhio e aveva distrutto il cervello, o ciò che vi era al suo posto; la mossa venne eseguita in modo magistrale, elegante, silenzioso e letale, e quando il gigante cadde, il cavaliere bianco levò la spada dal suo occhio, esclamando - Così sporca... - Evidentemente si riferiva al fluido rosso che aveva ricoperto metà della lama.
    La pulì sfregandola elegantemente nel mantello, favorendo pure un suo coreografico svolazzamento: stava recitando su di un palcoscenico personale.
    Quando però la mente di Arohu si svuotò dalla meraviglia per lasciar posto al dolore causato dalla perdita della gamba, il cavaliere mostrò il suo lato premuroso, e facendo uso di chissà quale stregoneria, provocò delle fiammate sul punto in cui l'arto si era strappato: era una tecnica dedita solo al fermare l'emorragia, altro non si poteva fare...
    Sahari vide la scena, e si spaventò molto, ma il cavaliere bianco lo rassicurò accarezzandogli simpaticamente i capelli, così da lasciare intuire la sua natura non malvagia.
    Ordinò poi ad entrambi di riprendersi in fretta e di fuggire dalla città, poiché il grosso cancello d'entrata era a qualche metro di distanza da loro, e dovevano farlo in fretta, senza arrestarsi con pretesti di riposo in quanto i demoni non ci avrebbero messo molto ad individuari, se avvistati.
    Arohu dolorava ancora, ma era un ragazzo forte, e con quella forza riuscì a mettersi in equilibrio su una gamba sola, ma con evidenti difficoltà.
    Il buon samaritano gli offrì quindi il fodero della sua arma affinché potesse usarlo come stampella di fortuna, dopodiché li invitò ad andarsene.
    Ed eccoli che si allontanavano, prendendo il via verso le pianure aride delle Terra Eretiche, con il piccolo che reggeva un poco il fratellone, ancora in difficoltà a muoversi agevolmente... Naturalmente.
    Il cavaliere rimase quindi da solo, compiaciuto per il gesto appena eseguito, finché non intravide sul tetto del palazzo del re, Nibirou in evidenti difficoltà a fronteggiare quel sadico portatore di morte.
    Se l'angelo a capo dei cavalieri fosse caduto, allora anche l'intera armata sarebbe stata sconfitta, poiché legata a lui tramite l'anima...
    ... Spinto da istinti protettivi nei confronti del comandante etereo, il cavaliere aprì le sue ali bianche rimaste nascoste sotto al mantello che portava, che con la loro apertura lo fecero cascare a terra con grazia.
    Il tessuto mistico del mantello evaporò, come un sogno.
    E l'angelo andò dritto verso Nibirou, scartando i duelli aerei che comprendevano anche più demoni o cavalieri bianchi, ed infine giunse sulla vetta del palazzo.
    - Re Nibirou! - Urlò il cavaliere alato, dalla sua posizione elevata lanciava lo sguardo a Cruor Coris, che stava per giustiziare Nibirou usufruendo della sua stessa alabarda spezzata.
    Il grido attirò Coris, che dando un'occhiata a colui che stazionava a poca distanza da loro due, lanciò una risata sadica scandendo come sempre i suoi sospiri.
    Nibirou era in ginocchio dinnanzi a Coris, che però non gli stava prestando attenzione, quello era un momento propizio per la fuga, ma purtroppo si sentiva troppo debole, e le sue ali erano ferite e lorde di sangue.
    Lord Cruor gli mise in faccia la punta della metà d'arma che possedeva, mirando all'occhio, e poi smise di ridere, gettando il capo all'ingiù, contemplando ciò che non vi era.
    Rimuginava, mantenendo un sorrisetto adatto al viso fanciullesco che ancora portava, nonostante fossero passati tre anni dal matrimonio degli animi.
    Il cavaliere bianco scese con grazia dal suo "trespolo", e quando posò i piedi sulle tegole del tetto, richiuse nel suo corpo le ali argentate.
    - Perfetto! Ecco ciò che mancava a questa battaglia: un eroe pronto a salvare la vita del proprio comandante! - Esclamò Coris, emergendo dai pensieri.
    Il nuovo arrivato sulla scena, si mise in posizione d'attacco - Mio Re, fuggite! Ritirate le vostre truppe, qui resto io! -
    L'animo di quel cavaliere pareva essersi illuminato di luce paradisiaca, sembrava sicuro di poter fronteggiare quel mostro di nome Coris, e anche la sua armata; doveva essere un guerriero molto forte...
    Nibirou non sembrò coerente a quella scelta, e si espresse dunque con tono rabbioso - Mai! Non ci possiamo ritirare lasciando la città in mano a questi mostri! -
    - Muoviti di un solo passo e io ti uccido, lurido maiale! - Cruor Coris, tornando a prestargli attenzione.
    L'angelo, oramai, cominciava a respirare per il nervoso - Pecuniae è perduta! Andatevene finché siete in tempo, per favore! -
    Giunse, come una folata di vento, un succubo, un piccolo essere dalle fattezze femminili dotato di ali e unghie dei piedi molto affilate, quest'ultimo andò verso l'angelo cavaliere armato di spadone, e lo privò dell'elmo con una planata dalla precisione millimetrica.
    Non andò molto lontano, siccome venne subito dopo falciato dall'ampia portata dello spadone in uso dal cavaliere bianco, che oramai aveva il volto scoperto: un volto da adulto ornato da capelli biondi come l'oro, svolazzanti quanto quelli di Nibirou.
    L'uomo inizialmente si coprì con la mano destra, quasi fosse timoroso di rendere nota la sua identità, ma poi si fece coraggio e abbassò il braccio rivelando la faccia di...
    ... Un normale cavaliere da un viso rimarchevole che avrebbe fatto arrossire ogni pulzella del mondo, un vero e proprio capolavoro di bellezza.
    In passato doveva essere stato un membro dell'Alta Croce, a giudicare dal suo modo di combattere con lo spadone.
    Peccato, poteva essere davvero quell'uomo.

    Forse per la situazione di stasi, o forse per lo sguardo ipnotico del cavaliere... Cruor Coris si fece sfuggire Nibirou, che prese il volo insieme agli altri suoi uomini e creature, dopo averli richiamati grazie all'uso di un fischio potentissimo, a quanto pare utilizzato tatticamente per dare ordini.
    Il Diavolo si innervosì per quanto accaduto, ed ebbe l'istinto di inseguire quegli angeli facendo uso di qualche suo demone alato, ma si diede pazienza guardando ai lati positivi: Pecuniae era ora difesa da un solo, stolto, eroe, e su di lui Coris avrebbe scatenato cieca vendetta.
    Si era voltato completamente in direzione opposta a quella dell'angelo biondo, e fu una perdita di tempo solenne che pagò dando un braccio; il colpo che glielo aveva tranciato era stato sferrato dal cavaliere biondo, che già con il gigante ciclopico aveva dato sfoggio di maestria e fatalità nell'uso dello spadone, affilato più di cento lame crociate.
    L'arto di Coris si dissolse in fumo appena toccata una superficie solida, esattamente come il mantello del biondo, quest'ultimo stette per sferrare un nuovo attacco con la spada, mirato alla schiena, ma fece cilecca colpendo il suo avversario solo di striscio a causa del rapido spostamento che eseguì, riuscendo a rimettersi in vista del suo nemico e a sferrare un'artigliata micidiale, che spinse l'angelo ad un balzo all'indietro.
    Sarebbe stato distrutto da quel colpo, se non si fosse mosso, e oramai si era reso conto pure dello status del suo avversario: era immortale, o almeno non provava alcuna forma di dolore.
    Fluttuò con le sue ali bianche fino alla prima superficie accessibile, e intanto Coris rigenerava il suo arto perduto grazie a capacità mostruose e raccapriccianti, quando ebbe finito di formare il nuovo braccio, fece notare al cavaliere che era rimasto solo, e che tutti i demoni lo avevano sott'occhio.
    Fauci, artigli, muscoli, ali, piume, metallo, sangue e carne.
    I succubi cominciarono a svolazzargli a distanza considerevole, scrutandolo e studiandolo, mentre i demoni sprovvisti di ali tentarono di arrampicarsi sui muri del palazzo, al fine di raggiungerlo; erano tutti come divorati da un'insaziabile fame di luce, la luce che quell'angelo emanava copiosamente, forse ne erano intimoriti, e volevano cancellarla.
    Coris si rese conto di avere ancora in mano l'arma di Nibirou, la fisssò con disgusto e la gettò giù dal tetto, rivolgendosi poi all'angelo rimasto solo - Adesso io ti lascerò qui a vedertela con tutti i miei demoni, e mi godrò la scena da distanza considerevole! -
    Lui, il cavaliere di luce, notò quanto quei mostri sembravano voraci e spaventosi anche dalla lunga distanza, ma sapeva che loro, a differenza del capo, potevano morire.
    Che fare dunque? Affrontare mille demoni mortali o affrontare un solo uomo immortale?
    Non ebbe tempo per scegliere, si gettò a capofitto nella mischia di abominii saltando giù dal palazzo.
    E Lord Cruor se la rise...

    - Signor Adolf! - Di nuovo, Narçil, a tormentare il vecchio corvaccio.
    Il cupo investigatore si trovava nell'area verde di Nazareth, l'area più aperta all'aria pulita e alle belle piante rigogliose nei pochi punti di terriccio a loro concessi; vi era pure una fontana al centro della piazzuola, completamente bianca, con l'acqua che fuoriusciva dalle bocche di sei serpenti di pietra.
    Adolf sedeva su una panchina, poggiato sul suo bastone, e alla vista di Narçil che gli correva incontro, assunse un'espressione di noia...
    ... Gli aveva detto che avrebbero parlato più tardi, e più tardi era, ma quel biondino di Grifonia si rivelò comunque un importuno rompi scatole.
    - Salve! - Con la solita esuberanza mista all'ingenuità, Narçil saluto Adolf, non ottenendo risposte di particolare enfasi, così lo salutò di nuovo, e ricevetta quindi una vera risposta:
    - Sì, salve! L'ho vista arrivare circa diciannove secondi fa! Che vuole?! - Esclamò Adolf.
    - Senta, le dispiace se mi siedo anche io? - Chiese, riferendosi alla panca su cui era seduto l'investigatore.
    Rispose con secchezza - Si! -
    -Oh, beh... Allora starò in piedi! -
    - Mi dica, è venuto qui per rompere o per parlare? -
    - Beh, per parlare, naturalmente! -
    - E di cosa, poi? Dio mio, neppure mi ricordo di cosa stavamo parlando stamane... -
    Narçil gli rinfrescò la memoria, e Adolf di conseguenza tornò a non approvare la sua presenza come assistente.
    In seguito ad un fastidioso insistere, Adolf fu chiaro - Senta, pidocchio, avrò anche la mia età, ma non mi sono ancora rincretinito! In anni di professione investigativa ho imparato a distinguere la verità dalla menzogna, e lei mente, caro mio! Lei dice di voler rimanere con me per farmi da assistente e guadagnare qualche soldo, ma in verità lei vuole solo mettere le mani sulla mia piccola Angelica, vero?! -
    Narçil, rispose, distrutto dalle intuizioni del vecchio - ... Si, è così! - E poi, credette in una reazione rabbiosa da parte del vecchio, oppure ad una completa negazione della sua presenza per darsi ad un indifferente vagare, ma non avvenne nessuna delle due cose.
    Al contrario, il volto di Adolf si accese di serenità, e fu ancora una volta chiaro - E va bene, signor Narçil, mi lasci solo il tempo di preparare la casa e domani si presenti da me subito dopo la messa! -
    E così, il biondino di Grifonia venne investito da felicità celestiale - Quindi, mi prende con sé?! -
    - Sì, ma solo se si impegnerà ad aiutarmi nei miei lavori, oltre che a corteggiare la mia cara Angelica... -
    - Lei lavora, quindi? -
    - Certo che lavoro! Ho un sacco di roba da sbrigare, e mi servirebbe qualcuno che metta un po' d'ordine tra le mie scartoffie, e magari, in futuro, a risolvere casi più piccanti! -
    Ognuno per la sua strada in quel preciso istante: Adolf per vie nebbiose e tetre, e Narçil per passaggi soleggiati tra i negozi cittadini, con la testa tra le nuvole.
    Tanto fu il suo rimuginare che inciampò in un masso sporgente.


    Monte Purgante... Il templio senza nome dominato da monaci in veli color sangue.
    Per anni metà mondo era stato soggiogato da delle menzogne, formulate per nascondere una verità spaventosa.
    Che avrebbe fatto l'umanità dinnanzi alla sua vera natura? Avrebbe reagito o mollato tutto? Erano domande prive di una risposta definitiva.
    E che cosa stava accadendo a quel mondo? Babilonia era esplosa lasciando cadere il suo male sulla Terra, e questo male erano gli spiriti irosi tramutati in mostri, le schiere di Lucifero con libero accesso ai pascoli, l'acqua tramutata in rosso sangue, l'impossibilità di avere dei bambini che non fossero malconci o già morti...
    E per di più, la presenza di un fantasma concreto come capo delle schiere demoniache.
    Che sarebbe accaduto negli anni avvenire? Forse Cinerio sarebbe tornato a salvere tutti, cosa che non era possibile, o forse Lucifero avrebbe provato compassione per gli umani, cosa che non era possibile...
    Vi era una sola, vana possibilità: che Cruor Coris perdesse la sua stabilità, e che il vero Cavaliere Giovane tornasse a risplendere nel suo corpo mortale, abbandonato agli eventi da ormai molto tempo.
    Owen ignorava che Coris era divenuto quel mostro, e in tre anni di viaggio si era pure dimenticato del perché Fiamma fosse così spaventata dalla presenza del Cavaliere Giovane, la stessa Fiamma che non aveva ancora risposto alla sua altra domanda: "Che cosa ci facciamo qui?"
    Non gli importò più niente, dopotutto quelle rivelazioni pesavan ocome un macigno sul suo ego da crociato, da EX crociato, seppur mai stato fedele appieno alle decisioni di Pilatte... Quel bastardo!
    Così tanti eretici portati alla morte solo per lasciar prevalere l'ideale di una entità superiore: Il Padre.
    Ma se i crociati combattevano per predicare il loro dio creatore, allora combattevano solo per un mostro: Lucifero!
    La mano crociata era guidata non dal Padre Celeste, chiunque esso sia, ma da Lucifero!
    Il corvino gentiluomo si mise le mani tra i capelli, impiantando le dita nella folta chioma come se volesse strapparsi il cervello figuratamente, poi emise un sospiro stante a testimoniare la sua rassegnazione, unita ad idee confuse, e quando non ebbe più niente da pensare, venne avvicinato da uno dei monaci del luogo, che a differenza degli altri portava una toga con rifiniture oro ai polsi, simbolo di un suo presunto rango superiore.
    Il monaco gli offrì una tazza di tè, che inizialmente venne rifiutata, ma poi accettata con la stessa identica rassegnazione di qualche istante prima, poi, il monaco, prese posto sul cuscino dell'estremità opposta ad Owen, che si accorse di un particolare in quell'individuo tanto tranquillo e silenzioso: possedeva un terzo occhio!
    Proprio nel bel mezzo della traiettoria del sopracciglio sinistro, quell'occhio ne sfigurava l'andatura, così gonfio e poco espressivo che andava a macchiare la sua bell'immagine di uomo affidabile e per bene, privo di capelli e con la pelle del viso notevolmente cadente.
    Owen rimase stupito, come poteva non esserlo dopotutto? Era la prima volta che vedeva una persona del genere, e se quel monaco con tre occhi non avesse pronunciato la prima frase, quel silenzio tagliente tra i due sarebbe durato all'infinito.
    - Tu sei amico della nostra signora? - Chiese il monaco, ottenendo risposta positiva e nervosa, poi continuò con l'intento di sciogliere il ghiaccio - Era da tempo che la nostra signora non portava qualche straniero, sono ormai passati decadi dall'ultima visita ricevuta, da parte di nuovi monaci, giovani e bisognosi di sapere la verità! -
    Owen continuò a sorseggiare, tentando con tutte le sue forze di non guardare in faccia quel "mostro"... Come lo avrebbero definito i suoi sottoposti crociati nonché lui stesso, ai tempi della guerra.
    - Ma lei... Lei non è qui per fare il monaco, vero? - Chiese l'erudito...
    ... E Owen finalmente scelse di accontentarlo, dandogli una risposta - No, sono qui solo per volere della vostra signora, l'ho scortata da Accidia fino a questo posto! -
    - Incredibile! Che avete fatto per guadagnarvi la sua fiducia? -
    - Niente di interessante, l'ho solo liberata da una prigione crociata! -
    - Questo spiega il suo volto così diverso dall'ultima volta che la vidi... Che le hanno fatto? -
    - Non lo so, e non mi interessa saperlo, io non mi facevo gli affari dei carcerieri sadici e maiali! - Sorseggiò ancora una volta, con più lentezza.
    - Oh, lo spero proprio... Ma quindi lei era un crociato? -
    Oramai Owen aveva preso confidenza con la situazione, e scelse di sfidare lo sguardo triclopico di quel "mostro" - Non lo avevate capito? Porto questa uniforme da dieci anni, sempre la stessa e non l'ho mai cambiata! -
    - Mai?! -
    - Non ne ho mai avuto motivo, siccome non sono mai sceso di grado... Ero un generale, secondo solo al Generale Supremo e al Re! -
    - Il fratello di Fiamma... -
    - Sì, quel Re fasullo... Ricordo che prima di andarmene mi rivelò la verità: Lui non credeva in nessun Padre Celeste, e le crociate erano una scusa per saccheggiare altri territori ed espandere il suo regno! -
    - Questo lo avevamo intuito tutti fin dalla Prima, di crociata... -
    - Beh, ora non so che fine ha fatto quel...Porco! ... Forse è morto laggiù, in mezzo al caos, in mezzo ai demoni! -
    Quello stesso silenzio che precedette la loro conversazione tornò a colpire, segno che l'argomento era giunto ad un punto morto.
    Così, quel monaco dal nome ancora sconosciuto, scelse di tirare in ballo altre questioni, le stesse che tormentavano Owen - La nostra signora le ha parlato della verità? -
    Non volle tornare su quel discorso, il corvino generale, ma che altro poteva fare se non informarsi di più?
    - Oh si, immagino ve ne abbia parlato, altrimenti sareste più pimpante! -
    - "Pimpante" dite? E come potrei esserlo, dopo tre anni di viaggio senza un letto comodo, senza potermi lavare o sfilare di dosso del metallo ormai arrugginito? -
    - Preferiva rimanere in territorio crociato? Là dove non vi sono Città Fortezza o ripari adeguati? -
    - No beh... Non penso, altrimenti sarei morto... Ma chissà se forse questo evento disastroso non fosse stato causato da parte mia? -
    Il monaco si grattò la calva testa, chiedendosi di cosa stesse parlando.
    - Oh, lo so, è soltanto una stupidaggine, ma spesso mi chiedo: " E se le nostre azioni influissero, grazie ad un legame mistico, gli eventi di una persona dall'altra parte del mondo, oppure di un dio? Oppure del fato stesso? Chissà, forse se non fosse stato per la mia dipartita, sarebbero accadute cose diverse, o più semplicemente il mondo sarebbe andato distrutto ancor più rapidamente... Non lo so, ma a volte ho questa strana sensazione, quasi come se fossi l'artefice di avvenimenti esterni alla mia giuristizione... Lei cosa ne pensa? -
    - Cosa ne penso.. Io?! - Sorrise chiudendo gli occhi, tutti e tre - Io penso che questo vostro ideale calzerebbe a pennello per le situazioni governate dal caso, poiché tornando indietro nel tempo, forse, una persona avrebbe modo di soffermarsi qualche attimo di più su un pensiero, e di conseguenza cambiare la sua opinione o il suo modo d'agire; ma quello che sta accadendo il mondo non è frutto del caso, ma di un disegno prestabilito da un'entità superiore: Lucifero! -
    - E se le mie azioni avessero influenzato il suo modo di pensare? Facendolo soffermare sull'Exìtus? -
    - Mi dica, non è che il tè le da alla testa? - Sorrise di nuovo.

    SPOILER (click to view)
    Non ho avuto modo di correggerlo o di rivederlo (sfaticato)
    Mi scuso per eventuali passaggi poco interessanti U_U


     
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  10. Nyxenhaal89
     
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    CITAZIONE
    Sei per caso un piccolo pirata amante degli uccelli?

    LOOOOOOOOOOOOOOL!!!!! :rotfl:
    Scusa ma...
    Non ho resistito XDD :rotfl:
    Intensa la battaglia, anche se Nibirou me l'aspettavo meno sega, sinceramente...
    La scena tra Omma e Daria è tenerissima X3
    Il Cavaliere Biondo non è Ambrus. :D
    Adolf, Adolf, preferivi la verità, eh? Vecchio porco, non ti permettere di mettere il video della luna di miele di Narçil e Angelica su Youporn! :onan:
    Non ho capito molto bene l'ultima parte... ma va bene, mi piace e attendo il seguito :riot:
     
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  11. _Holy
     
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    Non sai quanto ho meditato su quella frase di Omma XD

    Volevo dire "colombe" o "volatili"
    Ma poi mi son detto: non può uno stupido doppiosenso uccidere una parola, quindi ci metto "uccelli", in culo al mondo! :addit:
    Che poi Omma sia orientato all'altra sponda è indefinito, son cazzi suoi :addit:

     
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    Twilight Player

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    Bel capitolo! Scusa il ritardo ma non ho trovato tempo e sono anche un po' ammalato..
    Ma Nibirou è una pippa! XD

    Se quel cavaliere faceva parte dell'Alta Croce, chi è, se non Ambrus? lol. Comunque, caruccia la parte tra Daria e Omma *ç*
    Adolf Hitler è un idiota! Narçil lo deve ammazzare. é_é

    Owen impazzisce..
     
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  13. _Holy
     
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    CITAZIONE
    Bel capitolo! Scusa il ritardo ma non ho trovato tempo e sono anche un po' ammalato..

    Pure io :ahsi:
    Ho fatto un pomeriggio di merda con mezza otite e un raffreddore del porco diavolo, ma ora mi son rimesso, eccetto il raffreddore che però si è alleviato un po'.



    Se il cavaliere non è Ambrus, sarà qualcun altro che per pura coincidenza usava lo spadone e aveva i capelli biondi e lunghi :ahguru:

     
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    クラッシュバンディクーとキングダムハーツ

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    Nibiriou Pippa. Omma tenero, ci sarà OmmaXDaria xDDD.

    Aspetto il seguito. Poi commenta la mia fic che tra poco posto il nuovo capitolo.
     
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  15. _Holy
     
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    CITAZIONE
    Aspetto il seguito. Poi commenta la mia fic che tra poco posto il nuovo capitolo.

    io ? :omg:
     
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106 replies since 13/6/2010, 23:03   978 views
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