IL SOGNO PIù BELLO

-Ero circondata da una frotta di Shadows e un ragazzo con una Kayblade li eliminava uno ad uno per liberarmi. Poi s'inginocchiò e mi tese la mano: "Tutto a posto?"-

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  1. Aledragon
     
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    Hahahah... Vi piacciono allora??
    Nel periodo in cui ho scritto la fanfic ero malata di KH, totalmente. :asd: Tanto che ho pure disegnato i miei personaggi preferiti.

    Coccireby, ti ho appena accettata. ;)

    Vi piace la Scintillaaa??? XD Vorrei tanto possederla per davvero ...
     
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  2. coccireby
     
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    hihi sono bellissimi!!!
    semmai prova a crearla con alcuni materiali facili per costruirla
    è divertente te l'assicuro :asd:
     
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    Ma io ti osanno xD Eccellente scrittrice,brava a disegnare e pure carina xD Gradirei se leggessi la mia FF,vorrei tanto scrivere come te ç_ç
     
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  4. Aledragon
     
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    CREPUSCOLO DEI RICORDI
    - Capitolo 13° -




    La nostra missione stava procedendo come previsto.
    Avevamo sigillato cinque Mondi in quattro giorni e mezzo. Rimaneva da chiudere la Terra e da "sciogliere" Kingdom Hearts.
    Presto sarei giunta al bivio e non sapevo neanche quale strada avrei imboccato.
    Se alla fine mi fossi convinta di tornare sul mio pianeta, avrei dovuto cercare Alexiass e costringerla ad unirsi a me. Tutto ciò -per giunta- prima della morte del mio corpo.

    Rimuginai su tutto questo durante il viaggio alla volta di Crepuscopoli, dove il nostro quartetto si sarebbe ricongiunto con re Topolino, Paperino e Pippo.
    La GummyShip ci fece atterrare direttamente nella Camera Bianca di Naminè. Ognuno mise la sua roba in un angolino del lungo tavolo bianco.
    Poggiai lo zaino distrattamente, facendo cadere per terra un sacchettino di stoffa.
    < E' tuo? >. Riku si abbassò per prenderlo e me lo porse.
    < Ah, sì! grazie… >. Lo vuotai sulla mano per mostrare a Riku, Kairi e Sora i materiali che avevo acquistato presso i Moguri di Radiant Garden.
    < Oliarco, Pietra Opaca e Cristallo Mithril >. Me li rigirai tra le dita uno ad uno. < C'è un negozio di Moguri da queste parti? >, chiesi.
    I tre si misero a pensare.
    < Hmm … il più vicino è nell'Area del tram, qui a Crepuscopoli >, disse Sora.
    < Oppure -ma è più lontano- quello del Limite della Disperazione nel Mondo che non Esiste >, proferì Riku.
    Annuii.

    Dopo un giro di perlustrazione nella Villa, realizzammo che il re e gli altri non erano ancora arrivati.
    "Speriamo che si sbrighino", pensai, sebbene i cinque giorni non erano ancora del tutto trascorsi.
    Decidemmo di riposarci un po', dopo tutto il tempo che avevamo passato a combattere. Così, improvvisammo un salottino in una stanzetta al piano terra, sul lato sinistro dell'ingresso della villa abbandonata. Io e Kairi trascinammo in un angolo le due metà di un vecchio tavolino e sbarazzammo il pavimento dalle schegge di legno sparse ovunque. I ragazzi andarono a cercare un materasso -o qualcosa di soffice- in giardino.
    Rimasi sola con Kairi. Dopo dieci minuti stavamo già pettegolando sui ragazzi.

    < Siete troppo carini >, dissi sorridendo.
    < Hi hi hi ... C'è sempre stato qualcosa di speciale tra noi >. Kairi sorrise.
    < Dopo tutte le peripezie, la lontananza, gli ostacoli … l'amore ha trionfato! >, dissi teatralmente. Poi scoppiammo in una risata.
    < E invece con Riku? >, chiese, finalmente.
    < Ha ha ha ... mi sa che è dall'inizio di questa conversazione che volevi saperlo, vero? >.
    Rise e mi fece l'occhiolino: < Beh, ovvio! >.
    La feci la linguaccia.
    < Hmm ... E' innegabile che Riku mi piaccia… abbastanza, diciamo >. Kairi mi lanciò un'occhiata eloquente.
    < Insomma: mi piace da morire! >. Ridemmo entrambe. < Ma… >.
    < ? >
    < Non ho ancora deciso se resto o me ne vado. Ho paura che la mia cotta per lui influenzi la mia decisione >.
    Kairi arricciò il naso. < Non ci avevo pensato… E' complicata >
    < Ora più che mai che Alexiass mi rompe le scatole… >, aggiunsi amareggiata.
    Restammo in silenzio.
    < SORA! Ah ah ah! Cretino…! Sbrigati ad aiutarmi invece! >, si sentì dall'ingresso. Sora, incapace di parlare, rideva senza controllo.
    Io e Kairi aprimmo la porta dello stanzino incuriosite da tanta ilarità.
    < Ah ah ah! >. Riku era piegato in due dalle risate, con le mani poggiate sulle cosce e un vecchio materasso a molle ai suoi piedi. Sora era addirittura per terra: si contorceva senza fiato. Non riuscii a trattenere le risate, pur non capendo cosa fosse successo.
    Dovetti attendere qualche minuto, prima di rendermi conto…
    < Sora!? >. Kairi fu la prima a guardare in faccia il ragazzo.
    < Ma che c'è? Vediamo? Wah! >. Scoppiai a ridere anch'io: Sora aveva la faccia carbonizzata e i capelli sparati -più del solito- e fumanti. Lui cercò di sedersi per terra, tenendosi la pancia.
    Era evidente che non poteva parlare…
    …mi rivolsi a Riku cercando di mantenere il controllo:
    < Come si è combinato così!? >.
    Lui guardò in faccia l'amico e scoppiarono in nuove e più fragorose risate.
    Io reprimevo le mie mordendomi il labbro inferiore: nel viso nero di Sora spiccavano solo i denti splendenti e gli occhi, quando riusciva ad aprirli.
    < E dai! Lo vogliamo sapere anche noi! >, disse Kairi più curiosa che divertita.
    Sora agitava un dito in direzione dell'amico, implorandogli di non parlare con i gesti.
    Riku scuoteva la testa ridendo ancora.
    "Non si può dire", riuscì a sussurrare.
    Io e Kairi ci guardammo sconvolte.
    < Perché!? >, chiesi. Ero sempre più curiosa
    Sora si mise in piedi a fatica e trascinò Riku al centro della sala, ripetendo: "Se parli ti uccido! Se parli ti uccido!". Riku non smise di ridersela, coprendosi gli occhi con una mano.
    Non potei non scoppiare a ridere notando i pantaloni di Sora. Le mutande dell'eroe prescelto della KeyBlade erano ben in vista, attraverso un enorme bruciatura posteriore nella sua tuta.

    Per problemi "tecnici", tutti e tre aspettammo Sora nel salottino, spaparanzati sull'enorme materasso. Quando ci raggiunse -indossava una tuta nuova, integra- si portò un dito alla bocca e disse soltanto:
    < Non una parola!
    Per fortuna che Merlino mi ha mandato un completo nuovo… >. Scoppiammo nuovamente tutti in una risata.
    Rimanemmo qualche ora a chiacchierare. Sora si stava appisolando, mentre Kairi giocherellava con le ciocche dei suoi capelli castani. Io non avevo voglia di dormire.
    Mi tornarono in mente i tre materiali.
    < Kairi? >
    < Sì? >.
    < …Ti va di farti un giro per i negozi? >, chiesi senza speranza.
    < Ehi! Bell'idea! Cominciavo ad annoiarmi… >.
    Non mi aspettavo che ne avesse voglia.
    < Grande! Allora aspettami qui, vado su a prendere una cosa. Ok? >
    < Ok! >.

    Salii al primo piano.
    Rovistai nello zaino ed estrassi il sacchetto. Uscii dalla Camera Bianca.

    < Ah! >, sussultai quando un Simile apparve improvvisamente di fronte a me.
    Estraendo la Scintilla, mi cadde per terra l'involucro colorato. Il Nessuno lo afferrò con una rapida mossa.
    < Ehi! Dammelo! >.
    Il Simile fuggì lungo il pianerottolo, in direzione della Biblioteca. Lo seguii.
    Lo rincorsi fino al Sotterraneo, attraversai la celletta computerizzata. Non mi sarei arresa.

    Presto persi di vista il nemico.
    Mi ritrovai, spaesata, in una cella quadrata, che conduceva alla zona contenente i "dormitori".
    Lì Sora, Paperino e Pippo si erano assopiti permettendo a Naminè, il Nobody di Kairi, di ricostruire la loro originale catena dei ricordi.
    Decisi di tornare indietro.
    Rientrai nella cella del computer in tempo per scorgere il Simile tele-trasportarsi nell'altra Crepuscopoli, il Mondo fittizio che Ansem il Saggio aveva creato per proteggere l'identità di Roxas. In questo modo, Ansem aveva impedito all'Organizzazione XIII di riprendersi il Nobody del Prescelto, e aveva permesso la riunione del dormiente Sora con il suo Nessuno.
    Senza pensarci, toccai il raggio del tele-trasporto.

    Nell'altra Crepuscopoli aleggiava un'atmosfera diversa, sinistra. Il computer stava lì, pieno di polvere, in mille pezzi.
    Ripresi a correre per raggiungere il ladro e mi ritrovai nella cella quadrata. Il mio sguardo si rivolse al passaggio oscuro nell'angolo in fondo.
    Il Nessuno volteggiava agitato proprio lì davanti. Sembrava che mi stesse aspettando: non appena mossi un passo, sparì nel buco nero.
    Venni assalita da una strana sensazione di pericolo. Stavo assecondando il nemico.
    Il cuore mi martellava in petto.
    Sentivo che avrei fatto meglio a tornare sui miei passi e lasciar perdere. Ma l'orgoglio stuzzicato mi impediva di arrestare i lenti passi verso il passaggio oscuro.
    Sto cadendo in trappola…
    Un altro passo.
    Cinque passi.
    Perché mi sta conducendo qui?
    Ero a un passo dal buco tenebroso.
    "Ormai ci sono dentro…!".
    Mi armai di sicurezza e avanzai.

    Il cammino nel buio durò quasi mezzo minuto. La luce squarciò l'oscurità repentinamente.

    < Mezzo e Mezzo >, mormorai stupefatta.
    Una spirale, con spire costituite da emblemi dei Nobodies, roteava formando una sorta di gabbia biscroma, mezza rossa e mezza blu.

    < "Crepuscolo dei Ricordi" >, esordì Alexiass.
    Trasalii al suono della sua voce.
    < Così lo chiamano… >, continuò, ad alta voce. La fissai torva.
    < … Le persone che hanno avuto il privilegio di starvi per molto tempo, hanno raccontato di aver rivissuto ricordi antichi, dimenticati.
    Coloro che vi sono morti, invece…
    …mentre agonizzavano, vedevano passare davanti agli occhi ricordi terribili, o dolorosamente piacevoli… molti, nel delirio, hanno anche vaneggiato di avvenimenti futuri, altrettanto inquietanti >. Rise malignamente.
    < Ma guardati… >. La indicai. Indossava la divisa nera dei Nobodies dell'organizzazione XIII. La cerniera aperta sul corpetto nero e rosso. < Stai esagerando. Basta. Ho riflettuto molto. Possiamo trovare un compromesso, accontentare entrambe… >.
    Si tolse il cappuccio e mi guardò cupa: < Ah, sì? Non credo proprio… >.
    < Ascoltami >.
    Ci pensò un istante. < Oh, sentiamo ... forza. >.
    Riposi la Scintilla del Cuore e mi rilassai.
    < Vorrei che capissi perché è necessario che io lasci questo Universo >, cominciai.
    Alexiass mi fece cenno di continuare: < Falla breve… >.
    < Tu conosci la mia situazione sulla Terra? Sai come sono arrivata qui? >
    < No. Cosa c'entra, adesso!? >
    < C'entra, e come… sulla Terra sono stata investita da un furgone, ho perso il mio cuore, ma poi l'ho ritrovato mentre vagavo per un passaggio oscuro, che mi ha condotta nel Mondo che non Esiste. Sono passata da un Universo all'altro, perciò non sono morta: dopo la creazione del mio Heartless, ho ripreso le sembianze di persona umana. Così, tu sei nata nel Regno Oscuro. La tua memoria dovrebbe cominciare almeno dal momento della tua nascita… >.
    Mi guardò spaesata.
    < … Oppure no? >.
    Annuì, pensierosa.
    < Ecco. Il punto è che, in questo momento, il mio corpo originale si trova sulla Terra. Sta morendo, perché mancano anima e cuore. Se non torno al più presto, il corpo si spegnerà definitivamente. Non potrò mai più ritornare >.
    Meditò brevemente sulle mie parole. Poi sorrise: < Non me ne frega niente del tuo corpo >.
    Cercai di mantenere la calma. Lei scoppiò in una risata.
    < Il problema non è soltanto il corpo. Dovunque deciderò…, anzi decideremo di andare… dobbiamo ricongiungerci, Alexiass. Lo capisci questo? >.
    < Perché devo essere io a rinunciare alla mia identità, alla mia autonomia? Non è giusto >. Incrociò la braccia.
    < Non rinuncerai a niente! Continuerai a sentire, a vivere dentro di me. In più saremo entrambe complete, saremo più forti >.
    < Non m'inganni…
    … E comunque, non voglio lasciare questi luoghi. Non me ne voglio andare >. Il suo tono non ammetteva repliche.
    < Posso chiederti una cosa? >, chiesi spazientita. < Perché vuoi rimanere a tutti i costi? Vorrei sentire le tue ragioni>.
    Rimase spiazzata.
    < Allora? >.
    < … >.
    < Se non hai ragioni, vuol dire che non lo vuoi veramente >, la sfidai.
    Contrasse la mascella.
    < D'accordo… voglio essere felice, ok? Non ti basta come motivazione? >
    < Ma anche sulla Terra puoi essere felice … >
    < No! Tu non capisci… >. Si morse il labbro. Un tic preso da me.
    < Be', allora fammi capire! >
    < VA BENE! >, urlò. < Va bene… >, ripeté.
    La incoraggiai a continuare con un gesto della mano.
    < Credo di… provare dei sentimenti, qui. Ho paura che unendomi a te diventerò un pupazzo insensibile, costretto a provare solo quello che provi tu. Non sarò più io… >.
    Il mio stomaco si ribaltò.
    < Provi dei sentimenti? >.
    Alexiass annuì, incerta.
    < Per chi…? >.
    < Per… Riku >. La sua voce tremò.
    < … Anch'io provo dei sentimenti per lui! Visto? Tu pensi come me, provi le stesse emozioni… non sei un pupazzo! E' la prova che i Nobody sono esseri veri e propri >.
    Mi guardò diffidente..
    < Quindi mi negheresti di esistere, eh? >, gridò disperata. Trasalii.
    < Stai mentendo! Tu non sei innamorata di Riku… altrimenti, non ci penseresti due volte a rimanere con lui per sempre >, mi accusò.
    Mi morsi il labbro inferiore.
    < Io… devo tenere conto anche della mia vita sulla Terra. Ho dei genitori, una famiglia, un futuro lì… non posso metterli da parte tanto facilmente! >. Stavolta, fu la mia voce a incrinarsi.
    < Sono stanca di ascoltare le tue lagne! Non mi unisco a te se non sono sicura che tu rimani… chiuso! >.
    < Sei un'egoista! Se esisti è solo grazie a me, non puoi fare la prepotente con me! >, gridai di rimando. < Mi stai dicendo che se io decidessi di andare sulla Terra, tu sceglieresti di rimanere incompleta qui? >.
    Annuì convinta.
    < Allora scompariremo entrambe… lo sai, vero? >
    < Perché dovrei crederti!? >
    < Non devi per forza… >, sbottai, ironica.
    Il dubbio s'insinuò nella sua espressione.
    < Non possiamo esistere entrambe separate >, incalzai.
    Alexiass s'illuminò: < Be', allora ti devo fare fuori >. Sorrise, maligna.
    < Sei completamente irrazionale! Vivresti anche a metà? >.
    Mi trafisse con i suoi occhi scuri.
    "Non sta scherzando!".
    E' completamente pazza…

    Il mio Nessuno schioccò le dita e fece scomparire i passaggi oscuri alle due estremità di Mezzo e Mezzo. Non c'era via di fuga.
    Alexiass estrasse l'Ombra del Cuore, ed io la Scintilla.
    Non mi sentivo pronta a combattere. Indietreggiai. Il mio nemico scattò in avanti, ringhiando.
    Mi scostai in tempo per evitarla, corsi all'indietro per allontanarmi un po'. Alexiass si gettò su di me, agitando la lama come una furia. Cominciò a menare fendenti, che io, sulle prime, non riuscii a parare.
    Dopo aver incassato i primi sette colpi, cominciai a soccombere sotto la violenza delle stangate della KeyBlade. Se mi avesse colpita in testa, pensai, mi avrebbe uccisa.
    < Fuoco! >, riuscii a gridare.
    La vampata investì la Nobody in pieno.
    Approfittai dell'attimo di debolezza per passare all'attacco: la colpii con foga, orizzontalmente, prima da un fianco, poi dall'altro. Si limitava a difendersi. Caricai un colpo con entrambe le mani e con ferocia scaraventai la ragazza per terra.
    Inizialmente, esultai, trionfante. Non avrei mai pensato che vincere potesse provocare una tale gioia. Subito dopo, cominciai ad allontanarmi, stordita. Il nemico giaceva supino per terra, immobile.
    Un senso di repulsione s'impadronì del mio stomaco.
    Rimasi imbambolata.
    Decisi di controllare il suo stato ... e mi avvicinai. Era morta? Avevo ucciso l'altra metà del mio cuore?

    Inaspettatamente, il Nessuno mi fece lo sgambetto e caddi rovinosamente. Sbattei il capo.
    La Nobody si rialzò, beffandosi di me. Riuscii a girarmi su un fianco. Avevo la vista offuscata.
    < Ah ah ah! Che ti succede, piccola smidollata? Hai la bua? >. Rise.
    < Adesso morirai >, sussurrò con tono grave.
    Sentii la punta della Chiave-Spada premermi sul ventre. Tossii sangue.
    Improvvisamente, fu distratta da qualcosa che stava dietro di me.
    < Non sono affari vostri! >, ringhiò.
    < Codarda! Perché non ti batti anche con noi? >, sfidò Sora.
    Non riuscivo a scorgere nulla. La testa pulsava incessantemente, la sentivo calda e pesante. A stento, distinguevo i suoni intorno a me.
    Mi sentii sollevare da terra.
    < Asp… aspetta… d-dove. Mi state. Portando? >. Sentivo un sapore metallico in bocca.
    < Non sforzarti. Adesso ti curiamo >.
    Ritrovai un barlume di lucidità.
    < No, aspettate. Riportatemi indietro. Per favore… devo farla ragionare. E' impazzita >.
    I miei amici non sentirono ragioni. Non ebbi la forza di parlare ancora per convincerli.
    Mi lanciarono due incantesimi Cura e mi fecero bere una Granpozione.

    Mi risvegliai nella Villa.

    Mi sfiorai la nuca e inorridii: una cicatrice voluminosa la solcava per tre o quattro centimetri.
    < Va meglio? >, chiese Kairi, ansiosa.
    Annuii impercettibilmente.
    < Ma che ti è saltato in mente!? Ci hai fatto morire di paura! >, esplose Riku.
    < Non incazzarti così, non vedi che è ancora scossa!? >, lo rimproverò Sora.
    L'amico soffocò un grido di rabbia e uscì sbattendo la porta. Mi accorsi che ci trovavamo nel salotto improvvisato.
    I miei occhi si riempirono di lacrime di dispiacere, di sollievo per lo scampato pericolo, di rabbia per non aver saputo convincere Alexiass.
    Singhiozzai tra le braccia di Kairi.

    Mi ci vollero ore per riprendermi.
    Quando ebbi smesso di piangere, Sora mi riconsegnò l'involucro di stoffa contenente i materiali. < Ehi, l'ho trovato per strada: tieni >. Guardai l'oggetto con riluttanza, ma lo presi e lo misi in tasca. Per una stupidaggine mi stavo amazzando.
    Kairi raccontò che mi erano venuti a cercare qualche minuto dopo la mia sparizione. Appena Sora si era accorto che il passaggio per Mezzo e Mezzo era stato chiuso, Kairi aveva pregato Naminè affinché ne aprisse uno nuovo.
    < Ragazzi, mi dispiace davvero >, cercai di scusarmi. Kairi mi sorrise, ma non disse nulla. Sora mi diede una pacca sulla spalla: < Dai, non pensarci. E non prendertela per Riku ... è che si è preoccupato da matti >, disse.
    Sospirai.

    ------

    In serata, finalmente, arrivarono Topolino, Paperino e Pippo.
    Dopo i saluti, ci scambiammo informazioni sugli esiti della missione fino a quel momento.
    < Fin'ora è andato tutto liscio >, concluse il re. Gli rivolsi uno sguardo eloquente. < … almeno così e stato con i tempi >, si corresse.
    Seguì un lungo e pesante silenzio.
    Io lanciavo occhiate furtive a Riku, che il ragazzo evitava puntualmente.
    "Ho rischiato seriamente di rimetterci la pelle…", pensai.
    Arrossii. Inchiodai gli occhi al pavimento.

    Tutta la sera trascorse fra preparativi e piani per il giorno seguente: il viaggio per la Terra.
    I soliti quattro dormimmo nel salottino al piano terra, sul materasso improntato a letto.
    Mi addormentai subito. Tuttavia, i miei sogni furono tormentati, pieni di caos, di combattimenti: chiamavo Riku, ma lui mi guardava torvo e mi girava le spalle; poi inseguivo Alexiass, la imploravo; lei mi rivolgeva il suo sorriso malvagio e scompariva nel buio.
    Quando riaprii gli occhi, dopo una notte di sonno, ero tutt'altro che riposata.









    ________________________________________________________________________________________
    Sì ragazzi, vi prometto che leggerò le vostre fic. ;)

    Ma prima voglio finire di pubblicare la mia, più in fretta possibile.

    Hey, vi immaginate che vado da un ferramenta, gli porto il disegno e mi faccio costruire la KeyBlade a dimensioni naturali?? Hahahah... XD Ma forsei sarei talmente pazza da farlo se avessi i soldi per pagarlo. :P Magari lo pago in Munny! :asd:
     
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  6. coccireby
     
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    hihi che divertente!!!ci potresti provare nn si sa mai se il ferramente di dia un si!!!
     
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  7. Aledragon
     
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    TERRA: QUINTO GIORNO
    - Capitolo 14° -






    Tre elementi contribuiscono a creare la vita: un cuore, un'anima e un corpo. Ma che cosa accade all'anima e al corpo che rimangono senza cuore?

    Quando l'anima abbandona il corpo, lascia un recipiente vuoto che si riempie di morte. Ma che cosa accade quando è il cuore a mancare? […]

    Un essere non muore quando il cuore abbandona il suo corpo. Solo il cuore sparisce nell'Oscurità.

    […] Poi c'è un'insolita entità. E' costituita dal corpo e dall'anima lasciati indietro quando un essere perde il suo cuore.
    Quando un Heartless nasce, queste entità svaniscono dal Regno della Luce e rinascono come esseri totalmente nuovi in un altro Regno.
    Questi non-esseri si chiamano Nessuno.

    Molti Nessuno hanno perso le loro sembianze umane, come gli Heartless.
    Ma alcuni, nati da qualcuno con un cuore forte, conservavano il proprio aspetto con solo qualche differenza. […]

    Quando il cuore di una persona viene rubato, nasce un Heartless senza identità, e il corpo e l'anima rimasti danno vita a un Nessuno.
    Ma che accade se si separa di proposito il cuore dal proprio corpo?

    […] I Nessuno conservano i ricordi di quando erano umani. Così sono ossessionati dalla ricerca del loro cuore perduto.

    E' chiaro il loro obbiettivo: il luogo in cui si radunano tutti i cuori dei Mondi e degli esseri che hanno perduto il proprio.
    KINGDOM HEARTS…

    Diari di Ansem il Saggio




    * * *


    "Ci siamo".
    Sospirai, tesa.
    <dunque … per ricapitolare>.
    La GummyShip, guidata da Pippo e Paperino, procedeva spedita nello spazio.
    <devo cercare … la Luce, giusto?>.
    Re Topolino annuì, serio.
    <un suggerimento per riuscirci? Non ho ancora capito bene come funziona ...>.
    <e' difficile da spiegare a parole. Devi sentirla. Chiamala dentro di te>.
    "Una parola…".
    <devi capire che cosa rappresenta per te la Luce. Ad esempio, quando l'hai trovata la prima volta, rappresentava la tua salvezza. E siccome ti trovavi molto vicina al luogo in cui combatteva Sora, non appena lo hai chiamato, ti ha rischiarato la via nel buio>.
    <adesso è più chiaro>, dissi.
    "Ma non più facile…".
    <mi raccomando, Ale: non perdere troppo tempo nel passaggio. Se avanzi troppo alla cieca, puoi rischiare di finire in un altro Universo parallelo…>. Sora fu interrotto da una vigorosa gomitata di Kairi.
    Ci mancherebbe solo questa…
    <non preoccuparti: noi ti stiamo sempre vicini. Non permetteremo che tu ti perda… ok?>. Topolino mi poggiò una mano guantata sulla spalla.
    Feci di sì con un cenno del capo.
    <eccolo! Il passaggio è proprio davanti a noi>, avvisò Paperino. Il radar della navicella segnalava un tunnel tenebroso non ben distinto. Portai il mio sguardo oltre il finestrone del posto di comando: non si vedeva nulla, se non galassie e asteroidi.
    <per fortuna Cid ha installato un radar ipersensibile, o non avremmo mai trovato questo passaggio oscuro. Ahiouk! Io non l'avrei mai scorto a occhio nudo…>.
    Pippo aveva ragione.
    <e' il momento, Alessia>, mi richiamò Topolino. Riku fece apparire, riluttante, una KeyBlade oscura. Ricordai di averla già vista, giocando al primo capitolo di Kingdom Hearts, quando Sora si era privato del suo cuore per far rivivere Kairi, settima principessa della Luce.
    Il re la prese dalle mani del ragazzo e la porse a me.
    La tensione nei volti dei presenti m'innervosì ancor di più.
    <sentirò dolore?>, chiesi a Sora in un sussurro.
    <beh ... no>, rispose, cupo.
    Deglutii.
    Presi aria nei polmoni come se stessi per tuffarmi in acqua. Puntai la KeyBlade oscura contro il mio cuore.
    Prima di colpirmi, con un gesto unico e deciso, guardai Riku negli occhi. Non si ritrasse al mio sguardo, come aveva fatto per un intero giorno: le sue iridi cerulee erano enigmatiche come sempre.
    Chiusi gli occhi, mentre le tenebre m'invadevano.

    ________________________________________

    Riconobbi la sensazione di incorporeità che permeava il mio essere.
    Ritrovai in fretta il controllo dei miei sensi e cominciai a incespicare nel buio.
    Il silenzio mi schiacciava come un enorme masso. Spalancai gli occhi per abituarmi in fretta.
    Dopo quelli che mi parvero minuti, mi fermai. Avevo paura di perdermi del tutto in quei cunicoli solitari.
    Riflettei, cercando di ignorare l'inquietudine, su cosa rappresentava per me la Luce.
    "Beh… anche in questo caso è salvezza! Senza la Luce, per me è la fine…".
    Forse non è la stessa cosa: stavolta non sto per morire. Non ancora.
    Mi guardai intorno, cercando una qualsiasi fonte d'illuminazione. E mi venne un'idea.
    Aprii la mano destra e mi concentrai. Avvertii il solito formicolio, prima dell'apparizione della Scintilla. Ma la KeyBlade non comparve.
    Perplessa, riprovai più volte.
    Niente da fare.
    Mi gettai in preda allo sconforto.
    Chiusi gli occhi.
    <pensa…>, gemetti, disperata.
    Rividi l'abisso degli occhi di Riku. Ebbi un tuffo al cuore.
    L'oscurità mi sembrò meno fitta.
    "Riku".
    Una lacrima scese, calda, lungo la guancia.
    Dal mio petto sorse un leggero bagliore. Il mio cuore.
    Lo racchiusi fra le mani tremanti, incerte.
    Riluceva come un cristallo illuminato dal sole.
    La mia luce sei tu…
    <… Riku>.
    Il bagliore si liberò dalle mie mani e mi accecò, come la prima volta.

    ________________________________________

    Mi ritrovai sull'asfalto. Gli occhi ancora chiusi.
    <ce l'hai fatta! Brava!>, esultò Kairi.
    Aprii gli occhi.
    Ero seduta in mezzo alla strada, di fronte a casa mia.
    Sora mi aiutò ad alzarmi e iniziai a guardarmi intorno. Qualcosa mi inquietò: non era un paesaggio del tutto familiare.
    Corrugai la fronte, perplessa.
    <c'è qualcosa che… non mi convince…>.
    L'aria era immobile.
    <quello che vedi intorno a te non fa parte della Terra come la conosci tu: siamo ancora nella Dimensione di Kingdom Hearts>, spiegò il re.
    <in… che senso?>, chiese Pippo confuso.
    <questa Terra appartiene al nostro Universo, assieme alle Isole del Destino, Radiant Garden, Atlantica,… La Terra dalla quale Alessia proviene, si trova in un Universo parallelo, raggiungibile in modo diverso>.
    <non capisco… allora come ho fatto io ad arrivare qui? Voglio dire: se cinque giorni fa sono sbucata in una Dimensione parallela, perché oggi sono rimasta nella vostra?>. I miei amici risposero con visi confusi e pensierosi. <comunque sia… in questo Mondo… riusciremo lo stesso a sigillare la KeyHole? Non dovremmo cercarla sulla Terra "originale"?>
    Re Topolino sorrise: <vedi… in realtà tu e, grazie a te, tutti noi non siamo arrivati in questa Terra allo stesso modo in cui hai fatto tu la prima volta che hai viaggiato per un passaggio oscuro.
    Poco fa, sei stata separata dal cuore, così come ti è accaduto cinque giorni fa. Tuttavia, questa volta, alcune cose sono andate diversamente. Ad esempio, mentre la tua essenza vagava nell'oscurità, ho trattenuto il cuore accanto al tuo corpo per tutto il tempo: in questo modo, non si è perso e non è migrato verso Kingdom Hearts.
    Così, non appena ho sentito che ti stavi avvicinando al tuo Universo, ho riconsegnato il cuore al tuo corpo. Per questo ti trovi ancora qui: se non avessi fatto ciò, avresti proseguito nel buio. Una volta varcata la soglia dell'Universo, noi non avremmo più potuto seguirti. Inoltre, avresti rischiato di non trovare la Luce>. Chinò la testa di lato. <ti è chiaro?>
    <sì.
    … Se ho capito bene, in questo momento mi trovo su una specie di clone della mia Terra. Giusto?>.
    <esatto. Ma ciò non significa che non vi troveremo la serratura. La cercheremo qui come se la stessimo ricercando nel Mondo originario. Inoltre, abbiamo il vantaggio di essere "invisibili" agli abitanti terrestri>
    <quindi, se noi sigilliamo la serratura qui, l'avremo sigillata anche sulla vera Terra?>.
    Topolino annuì. <ma dobbiamo prestare molta attenzione a quello che facciamo. Ogni azione compiuta qui, avrà le medesime ripercussioni sulla Terra originale. Qualsiasi azione. Intesi?>.

    Ci dividemmo per la ricerca.
    Come abitante della Terra, spettava a me -e solo a me- sigillare la KeyHole.
    Cominciai a perlustrare il mio quartiere. Nessuna traccia della serratura nel raggio di chilometri.
    Decisi di indagare nella zona dell'Ospedale.
    Ebbi un sussulto quando mi trovai faccia a faccia con una sagoma rossa e luminosa, che avanzava verso di me a passo sostenuto. Dopo un rapido scarto all'indietro, mi scostai di lato: la figura, simile ad uno spettro indistinto, procedette ignorandomi.
    Confusa, osservai il fantasma iridescente scomparire dietro una curva della strada.
    Esaminando meglio il paesaggio, mi accorsi che c'erano altri spettri, che camminavano, stavano fermi, interagivano.
    "Topolino ha detto che siamo invisibili agli abitanti terrestri".
    Ma certo…
    Quelli che avevo scambiato per fantasmi erano persone. Individui con una propria vita, obbiettivi, preoccupazioni quotidiane.
    Chissà che ora era. Il cielo era luminoso come un'eterna alba. L'immobilità conferiva al paesaggio un aspetto inquietante. Persino gli edifici, i marciapiedi, gli alberi sembravano innaturalmente inanimati.
    Un sibilo, tanto familiare quanto inatteso, mi fece saltare.
    Mi voltai e scorsi una frotta di Nessuno che si avvicinava.
    <anche qui!>, esclamai.
    "Non ho tempo per voi".
    Fuggii verso il mio quartiere.
    Presi una scorciatoia e spuntai direttamente di fronte a casa mia.
    Ripresi fiato dopo la corsa.

    La percezione di una presenza vicina mi fece rabbrividire.
    I battiti accelerarono.
    Mi voltai.
    Attraversai la strada cauta e mi accovacciai accanto al marciapiede. Qualche metro più avanti,
    il pavimento era fitto di macchie scure. Inorridii.
    La mia attenzione fu catturata da un'aiuola alla mia sinistra.
    Sulla terra umida e coperta di frasche, una piccola creatura si aggirava, spaesata e tremante.
    Un piccolo Heartless: uno Shadow.
    Rimasi impietrita.
    Il mostriciattolo si accorse di me e indietreggiò, abbassando le antennine. Il dorso incurvato.
    <non ti spaventare…!>. Tesi la mano per sfiorarlo.
    L'Heartless rizzò la testa e scattò all'indietro, terrorizzato; ed io ritrassi la mano, spaventata da quella reazione.
    Poi risi nervosa e mi rimisi in piedi.
    "Basta coi giochetti…".
    Ricominciai a cercare verso il Polo Commerciale.

    Il sole rimase nella stessa posizione per tutto il tempo, sebbene fossero ore che tentavo di trovare la KeyHole.
    Fui costretta a raggirare con la fuga parecchi Heartless e Nessuno. Non avevo tempo da perdere.
    Non incontrai i miei compagni di viaggio neppure una volta.
    "La città è grande", mi dissi.
    Un'idea terribile sfiorò la mia mente.
    Se mi trovavo realmente sulla Terra -o, comunque, su una sua copia-, la serratura sarebbe potuta trovarsi ovunque, in qualsiasi parte del Mondo.
    Fui assalita dal panico.
    Il Mondo è gigantesco! Come faremo a setacciarlo tutto in così poco tempo!?
    Presi a correre, sperando di incontrare uno dei miei amici. Pregai che non fossero usciti dalla città.
    Passai la Chiesa, il corso principale, la Piscina pubblica. Poco oltre, scorsi da lontano un tizio coi capelli all'insù.
    <sora!>, chiamai.
    Il ragazzo si girò di colpo. Agito le mani e mi venne incontro.
    <ancora niente? Ho appena incrociato Riku. Anche lui, non ha trovato…>
    <ascoltami! C'è una cosa che devo sapere>, lo interruppi, ansimante.

    Procedemmo sempre dritto.
    Dopo un po' di cammino, mi bloccai. Non avevo prestato molta attenzione alla strada che stavamo percorrendo, ma ...
    <siamo tornati al punto di partenza …!?>, esclamai.
    La Chiesa del Sacro Cuore dominava la piazza di fronte a noi.
    <ragazzi!>, ci chiamò re Topolino. Venne fuori da una strada in discesa, correndo.
    <vostra Maestà…! Cosa significa? Perché ad un tratto le vie della mia città sembrano un labirinto?>
    <a quanto pare, tutte le strade portano qui>, comunicò Topolino indicando la Chiesa. <e' un segno che la KeyHole si trova davanti a noi>.
    "La Terra ci sta aiutando: vuole esser salvata!".
    Senza che io comandassi, la Scintilla apparve nel mio pugno. Una forza magnetica la attraeva verso l'alto. Sora lanciò un potente Tuono verso il cielo cupo per richiamare l'attenzione dei compagni erranti.
    Puntai la KeyBlade verso il campanile.
    Kairi giunse in tempo per vedere apparire sulla grande campana la serratura.
    Subito dopo giunsero tutti gli altri: Paperino, Pippo e Riku.
    Dalla Scintilla un raggio luminescente giunse fin dentro la cavità della KeyHole, che con uno scatto sonoro si chiuse.
    <e' fatta!>, esclamò Paperino.
    <fine>, mormorai esausta.
    Il paesaggio intorno a noi cominciò a distorcersi, a scomparire.
    <presto! Nel Cerchio Magico!>, gridò il re mantenendo aperto con la Catena Regale il passaggio per la GummyShip. Non appena fummo tutti a bordo, Topolino si lasciò cadere all'interno ed esortò i conducenti a dare gas.
    Dal retro della navicella, osservai quel Mondo che assomigliava tanto alla Terra restringersi paurosamente. Non era soltanto l'effetto della prospettiva -ci stavamo allontanando a velocità supersonica-: pochi secondi dopo, il pianeta azzurro esplose fragorosamente in mille asteroidi.
    Sicuramente, la GummyShip era già lontana anni-luce dal luogo della detonazione.

    ________________________________________


    Finalmente, un po' di pace.
    Mi sentivo molto più sollevata dopo che tutti i Mondi erano stati sigillati. Presto Kingdom Hearts sarebbe stato smembrato: molti cuori sarebbero tornati ai legittimi proprietari, più simili a recipienti vuoti che a creature vere e proprie. Altri sarebbero andati perduti per sempre nel buio del Regno dell'Oscurità, dove -chi può dirlo?- magari qualche Nobody lo avrebbe accolto in seno e sarebbe stato completo.
    Oltre ai "Cuori del Regno", c'erano anche due nodi da sciogliere: il primo era rappresentato da un ragazzo dai capelli argentei e gli occhi color acquamarina; il secondo, un po' più intricato, era un certo Nobody dalla volontà di ferro e la testa di un mulo. Messi insieme, gli annodamenti davano forma ad una matassa imbrogliata, che includeva anche il bivio ormai prossimo: rimanere con i nuovi amici e un possibile amore sulle Isole del Destino o tornare sulla Terra, affrontare responsabilmente la vita come se nulla di tutto quello che mi era accaduto in quei quasi sei giorni fosse esistito.
    Non avrei mai pensato che una parte di me s'incarnasse per mettermi in difficoltà e costringermi a fare la scelta più facile e ovvia: essere felice.
    Sono esageratamente riflessiva; di conseguenza, sono molto indecisa. Ma lì era in gioco la mia stessa vita.
    <siamo al capolinea>, annunciò Pippo con tono solenne.
    Le mie viscere si contorsero.
    Sotto la navicella, il Mondo che non Esiste ci attendeva.
     
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    CITAZIONE (•Gabry‚ @ 12/6/2010, 21:25)
    mitico,come sempre

    :ahsi: :ahsi:
     
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  10. Aledragon
     
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    Pronti per questo nuovo capitolo??
    Lo spero ...

    ^^

    Buona lettura ...






    KINGDOM HEARTS
    - Capitolo 15° -





    Quegli esseri privi di cuore, gli Heartless, devono essere la chiave.

    Oscurità del cuore materializzata. Ombre maledette prive di cuore che si moltiplicano rubando i cuori degli esseri viventi.

    […]Purosangue o Emblemi… Sono Heartless che agiscono per soddisfare i loro bisogni primari. Cercano ossessivamente dei cuori e, una volta trovati, li circondano.

    Ogni azione umana è inutile: gli Heartless possono rubare facilmente i cuori delle persone e assoldarli fra le loro fila. […]

    Se gli Heartless individuano un cuore più grande e potente, il loro obbiettivo è palese: il più grande cuore esistente… il cuore del Mondo.

    […] Kingdom Hearts attrae un’enorme quantità di oscurità e tenta di rimandare tutta la materia nelle sue profondità.
    Si è formato con i cuori di tutti i Mondi e di moltissimi cuori umani.

    Ma gli Heartless non sono gli unici a cercare KINGDOM HEARTS…


    Diari di Ansem 4,5 e7


    * * *


    <quanto manca ancora, ragazzi?>, chiese Kairi sedendosi, sfinita.
    La comitiva aveva camminato a lungo, senza fermarsi. Quella era la nostra prima sosta.
    <non troppo, direi>, rispose Riku appoggiandosi alla parete del Grattacielo della Memoria.
    Era la sera del quinto giorno di viaggio.
    <coraggio, proseguiamo: ancora un’ora di cammino e potremo riposarci davvero>, esortò re Topolino.
    La marcia riprese.
    Dopo qualche altro chilometro, imboccammo una strada in salita. Essa terminava in corrispondenza di un baratro senza fondo, che separava la città notturna dalla bianca fortezza che era stata la dimora dell’Organizzazione XIII.
    “Il Limite della Disperazione”.
    Un ponte luminoso permetteva l’accesso alla rocca.
    A circa tre metri dall’inizio dello strapiombo, c’era un negozio Moguri -presenza assai bizzarra in un luogo così tetro.
    Senza esitare oltre, ci raggruppammo in fila indiana per attraversare il viadotto magico, che era stato creato dalla KeyBlade di Sora prima della sua ultima visita al castello nemico.
    Evitai di indugiare sull'immenso vuoto sotto le mie scarpe.

    Finalmente, dopo aver superato più della metà dei freddi saloni della fortezza, il Belvedere sul Crepuscolo, la Sala delle Vacue Melodie e La Sopraelevata per il Niente, Topolino acconsentì a fermarci e sistemarci per la notte.
    Per l’accampamento scelsimo il “Punto Morto”, grandiosa sala grigia a forma di anfiteatro, accessibile da La Prova dell’Esistenza.
    Dopo aver affrontato una strenua battaglia contro tre Berserker e cinque Simili, montammo le tende.

    Avevo chiuso la cerniera d’ingresso da più di un’ora, ormai. Dall’esterno non proveniva alcun rumore e l’intensa illuminazione della sala non traspariva nel nylon. Sicuramente tutti dormivano.
    Il sonno non veniva e i pensieri m'impedivano di rilassarmi. Così, decisi di fare una passeggiata.
    Sollevai la zip facendo il meno rumore possibile, mi allontanai dall’alloggiamento in punta di piedi, portando con me i tre materiali rari: era la mia ultima occasione per realizzare l'idea che avevo in mente da giorni.
    Cercando di ricordare il percorso –e di passare inosservata ai Nessuno- raggiunsi il Belvedere sul Crepuscolo. Un simpatico Moguri presiedeva la bottega virtuale.
    <salve!>
    <ciao!>, gli sorrisi.
    <oh! Ma guarda … sei Alessia!>
    <sì>, risi imbarazzata.
    <tutti i Moguri parlano di te e della tua Scintilla del Cuore. Come posso aiutarti?>
    <ecco …>, cercai nella tasca della giacca i tre minerali. Rovistando fra le tasche, le mie dita strinsero una bottiglietta di vetro:
    “La pozione speciale di Babbo Natale. Me n’ero scordata…”.
    Consegnai al Moguri i tre “tesori” e chiesi loro di farmi un’elaborazione molto speciale …
    <… Credete si possa fare?>, chiesi.
    <kupo! E’ un’elaborazione un po’ insolita … Ma ci hai concesso di elaborare una copia della tua spada, perciò faremo l’impossibile per accontentarti!>.
    <grazie! Ci conto>.

    Attesi, paziente, che i laboriosi animaletti portassero a termine la mia richiesta. E riuscirono eccellentemente, dopo neanche mezz’ora di attesa.
    Soddisfatta, dissi addio al Moguri, che, tristemente, promise di riferire il saluto a tutti i suoi colleghi.
    Tornai sui miei passi.
    Non avendo ancora sonno, mi fermai ad ammirare la magnetica luna a forma di cuore: l’immenso Kingdom Hearts. Avevo percorso quasi tutta La Sopraelevata sul Niente e mi ero messa comoda poco distante dall’entrata del secondo piano della Sala delle Vacue Melodie.
    Il cuore gigante era immobile; ma sapevo che, in realtà, brulicava di vita.
    E quella vista non faceva che alimentare il flusso dei miei pensieri.
    “Mi sono creata una potente nemica. Se l’avessi compiaciuta, forse a quest’ora sarebbe dentro di me, completa insieme a me nelle Isole del Destino”.
    Cosa devo fare…?
    Non ce la facevo più. Non sopportavo più di dover fare una scelta del genere.
    Abbracciai le ginocchia e nascosi il viso fra le pieghe della gonna.
    Cosa farò domani?
    Una lacrima sgorgò lenta e cadde sulla stoffa turchese senza neanche sfiorarmi la guancia.

    Il cigolio dei cardini del portone che si apriva, dietro di me, mi fece sobbalzare.
    <shhh>. Una figura dai capelli lisci e rilucenti nella notte portò un dito alla bocca.
    Rimasi immobile, in attesa.
    <che fai fuori a quest’ora?>, bisbigliò Riku, avvicinandosi.
    Feci spallucce.
    Aspettò qualche minuto, in attesa, forse, che io parlassi.
    <scusami>, sussurrò, infine. Abbassò gli occhi. <mi sono comportato da stupido. Non ero arrabbiato con te …>.
    Mi voltai a guardarmi le scarpe, arricciando il naso.
    <… Mi dispiace se ti ho trattata così>.
    Continuai a fissarmi i piedi.
    <tu, invece, sei arrabbiata con me>. Non era una domanda.
    <… E parecchio anche, visto che non mi parli. Se ti sto infastidendo, però, fammelo capire e me ne vado subito>.
    Lo inchiodai con lo sguardo. Lui non riuscì a sostenere il mio e fu il suo turno di abbassare la testa.
    Tornai ad ammirare la luna.
    Sempre a testa bassa, continuò a parlare: <ho reagito così male perché ho avuto paura per te. Ho avuto una gran paura che tu …>.
    Il cuore cominciò a battere forte. Per un istante, fu l’unico suono che sentii.
    Percepii il suo sguardo intenso su di me.
    <ale …>, la sua voce tremò. <ho capito. Me ne vado>.
    Aprii la bocca, tentennante: non volevo che se n’andasse. Ma non riuscii a tirar fuori la voce.
    <prima, però, devo dirti una cosa. So che ti farà soffrire, ma…>.
    Si morse il labbro.
    Il cuore batteva ancora più forte.
    <io vorrei tanto che tu rimanessi, Alessia>.

    Silenzio.
    Il cuore smise di galoppare e le mie guance impallidirono, facendomi rabbrividire.
    Riku, si voltò e fece per andarsene.
    <no!>. Scattai in piedi. Il ragazzo si voltò lentamente e mi guardò, incerto.
    <aspetta>. Senza rendermene conto, mi stavo avvicinando a lui, lentamente. Sul suo volto, un’espressione enigmatica.
    <mi dispiace … Riku … i-io …>. Sentivo di non poter più trattenere le lacrime.
    All'improvviso, Riku mi abbracciò con forza. Io lo strinsi a me, mentre gli bagnavo la felpa con il mio pianto.
    Rimanemmo abbracciati per un bel po'. Ad un certo punto allentò la presa e io poggiai il mento sulla sua spalla.
    Quando riuscii a controllare il pianto, avvicinai la bocca al suo orecchio:
    <io vorrei stare qui. Vorrei stare qui con te ...>, sussurrai nel buio.
    Riku mi strinse i fianchi e avvicinò la testa al mio viso. Accarezzai i suoi capelli di seta. Il suo profumo era inebriante e mi ricordava le foreste del Nord in inverno.
    D’un tratto, mi attirò a sé e mi baciò a fior di labbra.
    Mi guardò intensamente, trepidante.
    Io chiusi gli occhi e cercai nuovamente le sue labbra. Le sfiorai appena, accarezzandogli la schiena. Con una mano forte dietro la mia nuca, Riku mi avvicinò delicatamente a sé e spinse le sue labbra morbide sulle mie, muovendole con impazienza.
    Con le dita scostò i miei capelli ondulati e, senza staccare la bocca dalla mia pelle, prese a baciarmi languidamente il collo.
    Spinsi le mani sotto la sua felpa. Seguendo il profilo degli addominali e dei pettorali, le dita scesero ad esplorare lente i muscoli delle spalle, che si muovevano mentre Riku mi accarezzava il capo. Le mani scesero ancora, sul dorso. L'intensità dei nostri baci aumentò e il respiro si fece frenetico.
    La voglia di lui s'impossessò di me, facendomi esplorare il suo corpo, baciando ogni centimetro della sua pelle, respirando il suo profumo magnetico.
    Lentamente, Riku mi tolse i vestiti e io mi abbandonai al desiderio, stringendolo a me, assecondando le sue carezze, rispondendo ai suoi sguardi pieni di ardore.
    Cedetti alla passione, senza pensare che il giorno successivo sarebbe stato ancora più difficile dire addio a Riku.

    Tornati all’accampamento, mano nella mano, mi baciò in fronte. Ci abbracciammo ancora e andammo a dormire nelle tende.
     
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  11. VergilDemon
     
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    wow xD
     
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  15. coccireby
     
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    hihi bello anke questo continua cosi
     
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