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Seguito di "Trascinati tra Luce e Ombra"

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  1. Nyxenhaal89
     
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    Dreamer no, infatti, dopo sei mesi circa pensi che stanno a guardarsi in faccia? :asd:
    Zetsu, sei sicuro che NON oserei? :guru:
     
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  2. _Holy
     
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    CITAZIONE (Nyxenhaal89 @ 25/3/2010, 19:47)
    Dreamer no, infatti, dopo sei mesi circa pensi che stanno a guardarsi in faccia? :asd:
    Zetsu, sei sicuro che NON oserei? :guru:

    E allora io faccio scatenare una stramegapocalittica orgia tra tutti i personaggi impiegati nella tua fiction
     
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  3. XD forever
     
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    Danger Yiaoi!XD
    A parte gli scherzi davvero un ottimo capitolo Nyx,la seconda serie è iniziata già in grande stile!
    SPOILER (click to view)
    Vexen ha colpito ancora!XDHa fatto una copia di....
     
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  4. Mizu De Tsuki
     
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    CITAZIONE
    E allora io faccio scatenare una stramegapocalittica orgia tra tutti i personaggi impiegati nella tua fiction

    Ecco, già mi rubano le idee ToT!!!
    X°D
     
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  5. Salamence_95
     
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    io dico solo una cosa VENERDÌ X''D bellissimo capitolo ! venerdì venerdì venerdì venerdì venerdì venerdì venerdì venerdì venerdì venerdì
     
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  6. ‚DrEaMeR
     
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    CITAZIONE (_Holy @ 25/3/2010, 19:52)
    CITAZIONE (Nyxenhaal89 @ 25/3/2010, 19:47)
    Dreamer no, infatti, dopo sei mesi circa pensi che stanno a guardarsi in faccia? :asd:
    Zetsu, sei sicuro che NON oserei? :guru:

    E allora io faccio scatenare una stramegapocalittica orgia tra tutti i personaggi impiegati nella tua fiction

    E chi si lamenta? :guru:
     
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  7. Nyxenhaal89
     
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    Dreamer che ci facevi sveglia alle 5:19?? :gya:
    Comunque io non mi lamento Zetsu caro XD
    Salamence, ti mando Gwoviera a casa à_à
     
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  8. ‚DrEaMeR
     
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    CITAZIONE (Nyxenhaal89 @ 26/3/2010, 12:29)
    Dreamer che ci facevi sveglia alle 5:19?? :gya:

    Rumori molesti attanagliano la mia camera.
    (traduzione: mia sorella russa)

    Non è che si potrebbe fare un bel capitolo nc-17 sulla nottata e magari pubblicarlo a parte?
    :guru: :guru: :guru: :guru:
     
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  9. Nyxenhaal89
     
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    Hmmmmmmmmmmmm........
    La voglia ce l'avrei XDD E' una coppia in cui sono piuttosto pratico :guru:
    Magari poi chi vuole la parte NC-17 me lo dice e gliela mando via mp *-*
    Ma proprio capitolo non verrebbe, saranno al massimo due pagine XD
     
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  10. Mizu De Tsuki
     
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    Puoi anche metterla sotto spoiler a_a come hai fatto per Cloud e Rinoa; cioè alla fine tu la voce "erotico" nel genere l'hai messa, non vedo perchè dovresti mettere la nc-17 come "scena inedita" XD lo spoiler và + che bene u.ù
     
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  11. K a i r i ;
     
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    Ohh yeah! Finalmente il primo capitolo °ç°
     
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  12. Nyxenhaal89
     
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    Eccoci al capitolo 2! *ç*
    Sì, è presente dello SHONEN-AI.non dite che non vi ho avvisato, anche se è sotto spoiler. :addit:
    Grazie a Nemesis, Zetsu, XiXi, Mizu, Dreamer, Salamence, XDforever e Kairi per i commenti! spero di non aver dimenticato nessuno :look:
    Buona lettura!

    2: Uthenera

    Il campo di battaglia era scosso da urla vittoriose, i guerrieri alzavano gli scudi e vi battevano sopra le spade con frastuono, gli Chevaliers gridavano ritmicamente sbattendosi i pugni sulla spessa corazza con fragore, alzando poi le spade; Basch sorrideva, Loghain guardava compiaciuto la cavalleria eliminare gli ultimi sbandati. Xion lasciò andare Rasler dopo alcuni secondi, arrossendo e guardandosi distrattamente attorno. Cailan abbracciò il fratello con esclamazioni maliziose.
    Il principe pareva decisamente sollevato dalla vittoria: non aveva dormito per tre notti, organizzando le difese, aspettando rinforzi, facendo personalmente il giro del campo di battaglia, coordinando il lavoro dei muratori e unendosi agli esploratori. Tei’jal e Galahad uscirono da un cumulo di corpi morti. Tei’jal era imbrattata completamente di sangue nero e sembrava estremamente compiaciuta.
    - Galahad caro, ti farebbe bene un sorsetto di sangue. Sei così roseo… - diceva. Evidentemente Galahad non era felice di essere un vampiro: a differenza di Tei’jal, che era bianca come fantasma, l’uomo aveva un aspetto molto più umano. Non si intravedevano le zanne, i suoi occhi avevano il bianco della cornea e l’iride perfettamente separati, e la sua carnagione era rosea, umana. Tuttavia a volte sembrava accusare una forte sofferenza.
    - Preferirei inghiottire il veleno che i Darkspawn hanno per sangue, piuttosto che nutrirmi dei miei simili – ribattè Galahad.
    I Darkspawn, o Prole Oscura, erano una leggenda che risaliva a migliaia di anni prima. Si diceva che quelle creature prendessero vita dal peccato, e che, guidati da dèi maligni, flagellassero il mondo come la piaga delle locuste. Le leggende giravano su di loro fino a cento anni prima della nascita di Rasler, riducendosi man mano a poemi epici e minacce delle madri ai bambini disubbidienti. Xion non ne aveva mai sentito parlare, salvo qualche pezzo di letteratura a scuola.
    A quel punto, Xion realizzò che non erano più una leggenda o un’allegoria dei barbari, ma mostri veri e propri.
    - E’ possibile che questi cambiamenti, i poteri e tutto il resto abbiano influito sulla storia? – chiese dubbiosa.
    - Se si riferisce alla leggenda dei Darkspawn, sì – rispose Loghain ascoltandola. – Essi flagellarono soltanto le terre di Bersia, poiché incapaci di costruire navi; il nonno del nonno di Rasler mandò quattro armate oltremare, per arginare la minaccia e magari farci gli Ecclesiani alleati. Nessuna di esse fece ritorno –
    - Nabradia era già tanto potente, cent’anni fa? –
    - Parecchio. Ma non intendo annoiarla con le storie sul nostro Paese durante le celebrazioni di una vittoria, signorina – tagliò bruscamente Loghain dirigendosi zoppicante verso la sua tenda.
    Xion avrebbe voluto condividere quella gioia con gli altri, oltre che con l’esercito di Nabradia. Rimase attonita nel vedere così tante donne nell’armata; evidentemente non si facevano problemi, con una guerra imminente. Aveva letto qualcosa su Nabudis, la capitale di Nabradia quando essa era ancora uno stato giovane e povero. L’esercito era impegnato nella conquista di una città vicina e quasi tutti gli uomini erano andati via, salvo pochi membri della milizia cittadina. Una vasta brigata di Dalmasca, a quel tempo belligerante e spietata, attaccò la città e massacrò la milizia, ma le mogli, le giovani e persino gli anziani e le bambine della capitale si armarono con pugnali, lance, fionde e archi, e dentro i vicoli di Nabudis, la città ombrosa simile ad un labrintico dedalo di case e palazzi con strade coperte, il sangue Dalmasco scorse a fiumi, grazie a letali imboscate e crudeli seduzioni. Da allora, la capitale di Nabradia non fu più nemmeno lontanamente sfiorata da nessuno, e le donne furono integrate nell’esercito. Tuttavia, solo le donne sole o quelle sterili; il ruolo principale era continuare la stirpe, secondo il ragionamento di Nabradia. Le madri potevano ricevere un addestramento in piena regola per difendere la casa o le porte in caso di assedio, ma non arruolarsi nell’esercito perché tenute comunque a mantenere al sicuro i figli e la casa.
    Le donne guerriere di Nabradia avevano sempre affascinato Kairi, Xion se lo ricordava. Fu una delle poche lezioni di storia che la rossa Custode ripetè e studiò con piacere.
    Avrebbe comunque già dovuto capirlo dal fatto che nessun soldato sembrava sorpreso dalla presenza di lei o Aqua. Tuttavia non vide donne tra gli Chevaliers: la loro squadra era fatta per la resistenza e la forza bruta, e Cailan stesso era molto alto e massiccio. Probabilmente le donne non rispondevano ai requisiti.
    Vedessero Kairi, pensò Xion.
    Aqua la chiamò garbatamente per una spalla, indicandole il principe. Lei arrossì bruscamente, cercando di restare immobile senza scappare verso la libertà sentimentale.
    - Grazie per oggi -disse Rasler sorridente.
    - Ho fatto il mio dovere di Custode, non dovete ringraziarmi – rispose lei prontamente. Non si era mai montata la testa… – Anzi, se c’è qualcos’altro che possiamo fare… -
    - Voi siete un’Invocatrice, vero? – chiese Basch.
    - Ah, eh… più o meno – rispose lei mentre Ifrit si avvicinava. Lei gli accarezzò la mascella, e lui grugnì soddisfatto, prima di sparire di nuovo in una vampata inoffensiva di fiamme rosse. – Volete che esegua il Trapasso? –
    Rasler annuì.
    - Tanti bravi soldati sono morti oggi – disse. – Sarebbe bello poter assicurare loro il Sonno. Signorina Aqua… - si avvicinò alla ex-Custode. – Vi prego, cantate per noi –
    Lei sorrise e fece qualche passo avanti, mentre Xion si diresse al centro del massacro, superando con dolore i cadaveri di Succubi, Heartless e soldati, col cuore spezzato. Non sapeva cosa fare; aveva dimenticato come eseguire il Trapasso, perché in effetti era stata la Lancia a farglielo fare. Si chiese se stando ferma avrebbe risolto la cosa, ma i consigli arrivarono subito dagli esperti.
    - Segui la Chiave, Xion. Lei saprà dettare i tuoi movimenti – assicurò Aqua.

    Come in una lenta processione, i due cadaveri di Pain e Itachi, mummificati dalla carta di Konan, furono portati in cima alla Cattedrale. Warlic il mago del Tevinter guidava la fila, trovando interessante il cambiamento dell’Isola e spiegando loro di essere rimasto dentro Vegnagun per ottocento anni. Nythera era un drago, quindi avrebbe sicuramente trovato il modo di sopravvivere per un tempo così misero. Immediatamente dietro, Hidan e Kakuzu tenevano la salma di Itachi, Altair e Sasori quella di Pain, reggendo delle rudimentali barelle, anch’esse di carta. Konan stava davanti alle due salme, con lo sguardo basso, taciturna. Dietro stavano Deidara e i Custodi, che fissavano la scena in meditabondo silenzio. Allen, barcollante e ancora sfinito, chiudeva la fila, portato sulla schiena da Riku. Sull’altare vennero riposte le due barelle, e nessuno parlò. Altair e Konan stavano davanti a tutti, restii a fare ciò che dovevano.
    Il cordoglio che impregnava l’aria era palpabile. Sora era stato ad un funerale solo una volta, quando morì suo nonno paterno. Era molto piccolo, e suo padre, sebbene avesse perso il proprio, cercava lo stesso di farlo ridere. Era proprio l’atmosfera dei funerali che portava alle lacrime. Sentì la mano di Roxas cercare la sua. Il ragazzo guardava il loro mentore, curvo e stanco, e Sora vide che cercava di trattenere le lacrime.
    Un uomo così forte piegato dalla sofferenza era indubbiamente uno spettacolo crudele: conscio che Altair significava per Roxas una figura molto più importante che per loro(e presto sapeva, avrebbero scoperto il perché), Sora gliela strinse forte e gli sorrise incoraggiante.
    - Desiderate dica qualche parola? – chiese Warlic con voce calma. – Ahimè conosco solo le formule del Tevinter, ma se lo volete… -
    - Faccia pure – disse Altair unendo le mani aperte. Tutta l’Akatsuki fece altrettanto. I Custodi pure, e Allen, ripresosi ma ancora barcollante, si portò davanti alla bocca una sola mano, di taglio, perché stava poggiato a Riku.
    - Dumat, creatore di ogni cosa, accogli queste anime – esordì il mago; - e tutta la corte dei Sette possa proteggere il loro cammino verso la Città Dorata. Che l’Oblio li accolga nel suo abbraccio, e possano trovare la felicità che in questa vita non hanno trovato. Liberi siano i loro spiriti di vagare oltre il Velo, e nell’Uthenera riposino per sempre. Faram – concluse allargando le braccia.
    Warlic chiuse gli occhi, e in un silenzio disturbato solo dalla brezza del pomeriggio, intonò la stessa canzone di Aqua.
    Inconsapevoli, entrambi la cantavano allo stesso momento.

    Hahren na, melana sahlin….

    Xion allargò le braccia, e lentamente girò su sé stessa. Il dolce canto di Aqua pervase l’aria addolcendo la tristezza dei soldati. Rasler osservava Xion sorridendo mesto, e persino il duro Loghain si permise di intenerire la sua espressione, lasciandosi andare alla voce melodiosa dell’ex-Custode.

    Emma ir abelas, souber’inan isala hamin…

    La voce profonda di Warlic accompagnò le torce che Altair e l’Akatsuki, in cerchio attorno all’altare, posarono sui corpi mummificati dei loro compagni caduti con reverenza. Konan rimaneva ritta e rigida, ma lacrime traditrici cadevano silenziose sul suo volto di pietra.

    Vhenan him dor felas

    La Lancia si mosse elegantemente verso l’alto, disegnando un’ellisse, mentre Xion fece una piroetta sul posto. Ben presto avvertì i lunioli, che presero ad uscire dai corpi dei soldati morti. Il dolore era insopportabile, ma resistette. Aqua strinse una mano sul proprio seno, sorridendo mentre cantava.

    In uthenera na rebas…

    I corpi avvamparono rapidamente, cosparsi dell’olio che gli altri ninja trovarono nelle lanterne della Cattedrale; la luce delle fiamme che si sprigionarono fu visibile dall’accampamento di Baralai, che fece l’inchino di Spira. Altair, col capo chino, pianse lacrime silenziose.

    Vir sunhan’ehn, vir dirthera, vir samahl la lumin, vir lath sa’vunin…

    La danza di Xion si fece sempre più ampia man mano che i lunioli aumentavano, e anche gli ultimi spiriti più restii si arrendevano all’autorità dell’Invocatrice, che con la sua Lancia li guidava lontani dalla distruzione e dalla dannazione, verso la loro nuova casa, dove avrebbero potuto gioire e attendere di ricongiungersi ai loro cari. Xion piangeva, sopraffatta da quel dolore, senza fermarsi. E ancora una volta il viso di Naminè le venne in mente, facendola sorridere.

    Vir sunhan’ehn, vir dirthera, vir samahl la lumin…

    Ben presto le ceneri iniziarono a volare, confondendosi con i brandell di carta bruciata, al vento dell’Ovest. Konan pregava in un mormorio, mentre tutti tenevano le mani unite. Warlic continuò col suo canto, ad occhi chiusi, inaspettatamente profondo. Finendo la canzone, aprì gli occhi blu.

    vir lath sa’vunin…

    Xion si fermò, sospirante. Gli ultimi lunioli sparirono verso l’orizzonte ignoto, in un’aura di ringraziamenti, che la fecero sentire felice. Ma mentre Rasler si avvicinava a lei per complimentarsi, esausta per la battaglia e il dolore, svenne, addormentandosi.
    - Le avete chiesto molto – disse Aqua rimproverandolo pacatamente. – Un’invocatrice paga con molte energie per trapassare poche persone –
    - Duecento dei nostri uomini sono morti – disse Rasler rammaricato. – Non volevo far aspettare i loro spiriti – La donna sorrise, dirigendosi poi verso l’accampamento con Xion in braccio.

    - E’ fatta – disse Warlic dopo alcuni minuti di silenzio, mentre il fuoco non lasciava più nulla, grazie all’aiuto del mago, che incenerì anche le ossa. – Costernato per non aver fatto di più –
    - Non si preoccupi – disse Roxas. Nessuno, nell’Akatsuki, sembrava in grado di parlare. – Grazie –
    I Ninja si voltarono inchinandosi al mago e lentamente scesero dalla Cattedrale; Roxas sospinse Sora, indicandogli di procedere. Il campanile infatti era una torre che sorgeva sul tetto, finendo una decina di metri più in alto. Lì le campane di Saint Bevelle dimoravano, ma non suonavano mai, salvo in caso di pericolo o di una riunione di tutte le personalità di Yevon, o ancora in caso di visita dell’Arciprete di Zanarkand. Quest’ultima occasione, ovviamente, era da scartare, dato che Zanarkand non esisteva più.
    Sora attese che tutti se ne andassero. Riku e gli altri lo fissarono a sopracciglia alzate, e lui arrossì notevolmente intuendo ciò che stessero pensando. Quando l’ultima testa fu scomparsa, saltò sulla porta, e sotto il sole che ormai era sparito per un quarto, iniziò ad arrampicarsi. Gli appigli erano pochi e disordinati, ma le conoscenze dell’Animus andarono a suo vantaggio; in poco tempo fu in grado di salire, faticosamente, metro per metro, osando anche saltare verso sporgenze spesso impoponibili. Il cuore gli batteva fortissimo al pensiero di poter finalmente stare da solo con Roxas, dopo tutto quel tempo. E ancora doveva capire cosa fosse successo; conoscendolo, però, l’avrebbe detto a tutti.
    Finalmente raggiunse l’alcova delle campane: erano quattro, grandi e pesanti, che sicuramente avrebbero fatto un gran clamore, se avessero suonato. Fu sorpreso nel vedere un mucchio di paglia in un angolo, insieme ad una fiasca di vino.
    - Allora esiste davvero il campanaro della torre…? – borbottò andandoci vicino. L’alcova era piuttosto ampia, e a parte la grata da dove pendeva la corda per tirare le campane, c’era una buona sezione dove si poteva camminare. Inoltre, per ogni lato c’erano tre arcate appuntite, che davano un magnifico spettacolo.
    Sora camminò fino al bordo, mirando il sole che tramontava. Il vento gli scompigliava i capelli corti, accarezzando il suo viso sereno. Si sentiva improvvisamente benissimo. Ora avevano anche Roxas, ed era sicuro che avessero la vittoria in pugno. Chiuse gli occhi respirando l’aria pulita dei seicento metri di altezza, quando delle braccia bianche lo circondarono lentamente, chiudendosi sul suo sterno, e il viso di Roxas si poggiò alla sua spalla.
    Sorrise, poggiandosi a sua volta alla spalla del biondo Custode Assassino.
    - Mi sei mancato… - mormorò Roxas.
    - Eri sempre accanto a me – disse Sora.
    - Non era la stessa cosa – negò l’altro. – Non potevo abbracciarti, non potevo toccarti senza tradirmi. Sarei morto. Di nuovo. Meno male che Altair mi ha chiesto di rivelarmi, per salvarti - aggiunse.
    - Il tuo umorismo è diventato macabro – rispose Sora. – Ma ti capisco. Tuttavia ora sei qui – aggiunse voltandosi, trovandosi stretto.
    - Sei ancora sul cornicione – disse Roxas.
    - E allora? – provocò il Custode castano. – Non siamo tutti cagasotto come te. Mi sono buttato da cinquecento metri e più, io - si vantò.
    - E meno male che ero lì a salvarti, io - canzonò Roxas.
    Scoppiarono a ridere, ma Roxas tolse Sora dal cornicione.
    Il sole era tramontato, infine.
    - Quando mi dirai cosa ti è successo? – chiese Sora.
    - Quando saremo tutti insieme. Sai che odio ripetere le spiegazioni lunghe – rispose Roxas. Gli andò vicino e lo guardò con la faccia divertita. – Sei strano però – disse. L’altro assunse un’espressione stranita. – Hai piagnucolato per mesi, e ora che sono qui, davanti a te… -
    Sora arrossì voltandosi dall’altra parte, balbettando qualcosa di incomprensibile, e allontanandosi.
    - Non… - ammise. – Non so da dove cominciare –
    Roxas lo spinse verso una campana e lo guardò con malizia.
    - Comincia da qui – mormorò baciandolo. Sora sussultò e lo ricambiò, goffamente, facendosi praticamente trascinare.
    Indubbiamente Roxas era molto più esperto di lui, anche se l’aveva fatto una volta sola, era stato con Naminè per qualche tempo, e non credeva si limitassero a parlare.
    Ma perché pensava a lui con Naminè proprio adesso?
    Non si sentiva mica in colpa, si augurava. In fondo lei lo aveva lasciato, quindi….
    Roxas si staccò da lui con un sorriso impacciato, la fronte sulla sua. – Datti una mossa – gli impose aumentando l’attenzione e costringendo Sora a ricambiare, per evitare di venire soffocato dalla sua lingua.
    - Vuoi ammazzarmi? – tossì improvvisamente. Roxas lo gettò delicatamente sul mucchio di paglia.
    - Vedremo… - sorrise.
    Se avesse dovuto usare una parola per descrivere tutto quello che venne dopo, probabilmente non ce l’avrebbe fatta. Non perché ci fossero troppe cose da dire, ma perché semplicemente non poteva parlare. Non voleva dire nulla che rovinasse tutto.
    SPOILER (click to view)
    Roxas lo spogliò senza troppe difficoltà e si denudò a sua volta. La sua pelle era morbida, e calda. O forse era la sua impressione mentre intrecciavano i loro corpi in una danza destinata a non finire rapidamente, e che forse sarebbe durata tutta la notte. Le attenzioni che si scambiarono, non furono che un preludio. Si rese però conto che l’immagine di quel Roxas pulito e innocente doveva levarsela immediatamente dalla testa. Le sue mani gli percorrevano il corpo esile, la sua lingua sfiorava la sua pelle, mentre lui si tratteneva in tutti i modi dall’ansimare, perché lo sapeva che Roxas lo stava incalzando apposta. Divenne presto una sfida di istinti, che Sora perse subito. Non era capace come lui, e quando iniziò a prendere confidenza col corpo muscoloso del biondo, accarezzandogli il petto, e succhiando il suo collo, Roxas mise mano all’intimo del castano, facendolo gemere. Sora provò rapidamente tutto ciò che con lui aveva solo sognato. La sua bocca calda nei posti più impensati, in particolare sul suo sesso, dove tornava in continuazione facendogli inarcare la schiena per il piacere, leccando poi sinuosamente il suo petto, il suo collo e riprendere a baciarlo. Avrebbe potuto reggere, se Roxas non avesse avuto l’intenzione di proseguire. Il vero atto iniziò all’improvviso, e Sora soffocò un grido affondandogli i denti nella spalla. Roxas gemette senza cedere, e sempre più avvinghiati, tutta la notte, diedero fondo al loro desiderio. Sora migliorò rapidamente facendo godere sempre di più il ragazzo che amava, imparando come “maneggiarne” ogni parte del corpo, e vide che Roxas s’imbarazzava facilmente, quando lo imitava, e godeva ansimando rumorosamente. Ma dato che Roxas aveva delle misure diverse, Sora finiva spesso col morderlo, scusandosi con una risatina sadica e poi continuando come se nulla fosse, scoprendo di eccitarsi sempre di più, sentendolo godere. Si scambiarono ogni genere di attenzione più e più volte, ma Roxas finiva sempre col penetrarlo, con decisione, sempre più voglioso nonostante la stanchezza che aveva preso entrambi. Le loro mani intrecciate, i corpi uniti e sudati, le gambe saldamente piantate sul terreno, i due amanti continuarono fino all’alba, ansimando e godendo, spingendo il loro desiderio ben oltre la loro immaginazione. Raggiunsero l’orgasmo così tante volte che quasi non se ne rendevano più conto.

    Era ormai il primo chiarore quando i due ragazzi, sdraiati l’uno accanto all’altro, si separarono, tenendosi stretti cercando di dormire almeno un po’. Sora lo guardava, sudato e felice, accarezzando il suo viso e le guance morbide.
    - Roxas? – chiamò piano.
    - Ti amo. – mugolò ad occhi chiusi l’altro, con un sorrisetto. Sora sussultò imbarazzato.
    - A…Anch’io – farfugliò facendo finta di dormire quando lui aprì gli occhi.

    Si svegliarono dopo qualche ora e si rivestirono, sebbene un po’ alla rinfusa. Roxas aveva lasciato parte della cappa aperta, e Sora non mise il cinturone. Entrambi, in piedi, guardavano l’orizzonte, nella stessa posizione in cui guardarono il tramonto.
    - E’ solo l’inizio, vero? – chiese Sora inquieto. – La battaglia è appena cominciata –
    - Purtroppo sì – rispose Roxas. – Ma ho fiducia in noi sei –
    - Se lo dici tu, allora ci credo - disse deciso il Custode castano.

    Midgar fu avvolta dalle fiamme.
     
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    Bel capitolo, mi è piaciuta anche la parte yaoi, ahimè. Sei veramente bravo a descrivere le parti di sesso, devo ammetterlo. Comunque..

    NO, MIDGAR IN FIAMME NO! SEI UN MISERO BASTARDO! ZACCKOLO VIVRA' COSì COME GENESISI E SEPIROT! E VINCENZO PURE! a_a
     
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  14. Mizu De Tsuki
     
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    Ma chi se ne impooooorta di Genesis e Sephiroth! TòT Lì ci sono Linalee, Lavi, KANDA! <3... Komui, CROSS ç__ç'!
    Bel capitolo comunque u.u anche la parte yaoi era fatta bene, non vedo perchè dovessi preoccuparti!^^ E non vergognarti di mettere sotto spoiler anche quello! XD è tutto bellissimo perchè c'è appunto tutto nelle tue fic ^^ A parte le zucchine a_a' *doveva spararne una* XD
     
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    CITAZIONE (Mizu De Tsuki @ 26/3/2010, 20:30)
    Ma chi se ne impooooorta di Genesis e Sephiroth! TòT Lì ci sono Linalee, Lavi, KANDA! <3... Komui, CROSS ç__ç'!
    Bel capitolo comunque u.u anche la parte yaoi era fatta bene, non vedo perchè dovessi preoccuparti!^^ E non vergognarti di mettere sotto spoiler anche quello! XD è tutto bellissimo perchè c'è appunto tutto nelle tue fic ^^ A parte le zucchine a_a' *doveva spararne una* XD

    Mizu! °A°!
    Se solo muoiono anche Sepirot e Genesisi scateno l'inferno in questo topic. :addit:
    Scherzo. °A°
     
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