I Sigilli di Kingdom Hearts

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    Fuoco crepuscolare che mai si estinguerà

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    Interessante! Bravissima Neme, come sempre hai fatto un lavoro ottimo ^^
     
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  2. Nemeryal
     
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    Grazie mille a V, Riku (eh eh...i nomi hanno un preciso significato, non sono stati creati battendo le dita qua e là sulla tastiera XD), Francix e Liberty! *inchino*
     
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  3. ~GrayFullbuster~
     
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    bel capitolo...musiche azzeccate!!!
    anche se avrei preferito qualche rissa o almeno qualche combattimento XD
     
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  4. Nemeryal
     
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    Grazie^^ Oh, ma tranquillo...il prossimo capitolo spero non ti deluderà a riguardo *sorriso sadico*
     
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  5. xander.XVII
     
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    Ho letto ora i 3 capitoli(post con la fic).
    Hai uno stile molto bello e chiaro, un mix di descrizioni accurate e abile suspence, scrivi bene , senza errori e con costrutti grammaticali giusti e ben posizionati.
    Il vocabolario è ampio dettagliato e conciso , mai un aggettivo di troppo o mal posto, hai molta cura della forma ma anche del contenuto,davvero un ottimo lavoro ^^
     
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  6. Nemeryal
     
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    Ti ringrazio^^ Sono contenta che questa fic abbia catturato il tuo interesse :)
     
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  7. xander.XVII
     
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    CITAZIONE (Nemeryal @ 22/9/2009, 21:40)
    Ti ringrazio^^ Sono contenta che questa fic abbia catturato il tuo interesse :)

    si lo ha fatto, e ti assicuro che seguirò con interesse la fiction fino alla fine.
     
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  8. francix94
     
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    nemeryal ti consiglierei di mettere questa canzoncina quando scrivi delle parti allegre della tua storia
     
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  9. Nemeryal
     
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    Terrò conto del consiglio^^ Grazie mille!
    Ps: se non ci sono intoppi, entro stasera il nuovo capitolo!
     
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  10. Nemeryal
     
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    Ringrazio Solanya per le correzioni^^


    Capitolo 3
    Arving Van Licht

    (Kingdom Hearts I Original Soundtrack - Destiny Force)
    Kayor poggiò la mano sulla ringhiera del terrazzo e si diede la spinta con un colpo di reni.
    Si rialzò da terra con lentezza, facendo ondeggiare il cappotto nero, per poi scostarsi alcune ciocche scure dal viso, rivelando così le labbra contratte in un ghigno di scherno.
    Vand assunse la posizione di difesa, estraendo con un sibilo la daga e mettendosi davanti all’uomo, obbiettivo del nemico.
    Il mercenario rise
    -Non sei tu il mio avversario, ragazzino!- esclamò inginocchiandosi a terra, le braccia tese incrociate al petto.
    Ci fu un lampo e tra le dita di Kayor apparvero le due Butterfly Sword.
    Lo Sterminatore di Heartless avvertì un rivolo di sudore freddo colare dalle tempie e il battito del cuore accelerare.
    Strinse più forte l’elsa della daga, fino a far sbiancare le nocche.
    -Allontanati ti ho detto!- gridò Kayor, alzando il viso di scatto e dandosi lo slancio in avanti.
    Vand fece roteare la lama, pronto a difendersi, quando un colpo alla parte destra del colpo lo fece cadere a terra; emise un gemito e alzò lo sguardo, sgranando gli occhi.
    L’uomo dai capelli fulvi aveva appena fatto apparire dal nulla una Partigiana, che usava solo con l’ausilio della mano sinistra.
    Il braccio mancino era teso in avanti, l’arma posta orizzontalmente davanti al viso e una delle due Butterfly Sword rimasta bloccata dalle cuspidi della punta della lancia; l’altro pugnale, invece, era stato fermato dall’asta.

    Kayor strinse gli occhi e serrò la mascella.
    Cercò di rompere la guardia dell’avversario, ma quello opponeva una forte resistenza nonostante non fosse in grado di utilizzare il braccio destro.
    Infranse il contatto fra le armi e saltò all’indietro, facendo fischiare le Butterfly Sword e assumendo una posizione difensiva.
    Ghignò
    -Combattere contro di te sarà una delle più belle esperienze della mia vita-
    L’uomo sorrise e fece roteare l’arma, per poi portarla con un gesto secco dietro la schiena, distendendo il braccio
    -Me ne compiaccio e sappiate che ricambio, monsignor aguzzino- rispose, soffiando via una ciocca di capelli fulvi dal viso
    -La cosa mi rende pieno di gaudio- lo canzonò il mercenario –Peccato che sarà l’ultimo piacere che proverai in tutta la tua vita!-
    Incrociò le Butterfly Sword davanti al viso e chiuse gli occhi. Le lame si coprirono all’istante di una patina ghiacciata, mentre i capelli neri di Kayor si sollevavano per un vento inesistente.
    Aprì gli occhi
    -Blizzard!- gridò, infrangendo il contatto fra le due armi.
    Ci fu un lampo bianco-azzurro e cinque stalattiti esplosero dal punto in cui le due Butterfly Sword si erano incrociate, dirigendosi sibilando verso l’uomo.
    Quello portò la Partigiana davanti al volto, in posizione orizzontale, stringendo la presa attorno all’asta; dal terreno cominciarono a salire vapori vermigli, che andarono concentrandosi in un nucleo pulsante, proprio di fronte agli occhi chiusi dell’uomo.
    -Reflex!-
    Il cuore di magia protettiva ebbe un guizzo e si espanse all’istante, ergendosi come scudo.
    Le stalattiti evocate da Kayor si disintegrarono a contatto con la barriera, che seguì immediatamente il loro destino, sgretolandosi. Frammenti di ghiaccio misti a schegge vermiglie si sparsero tutt’intorno alla piazzetta, raccogliendo dentro di loro le luci artificiali dei lampioni e delle insegne e scagliandole indietro come lame di sangue argento-purpureo.

    La folla che si era radunata convinta di assistere alla solita rissa da bar emise un urlo e la gente, presa dal panico, cominciò a disperdersi, andando a rifugiarsi nelle proprie case o nei negozi, per poi affacciarsi con cautela alla finestre, scostando appena le tende che li separavano dal luogo dello scontro.
    L’uomo abbassò la Partigiana, stringendo la mascella e avvertendo un sordo pulsare al braccio destro, mentre le vista si andava lentamente sfocando.
    -Attento, fratello!-
    Di voltò appena in tempo per vedere Kayor, che aveva usato il suo attacco magico solo come esca, lanciarsi da dietro contro di lui, per poi venir sbattuto contro il terreno da una spallata di Vand.

    Kayor sgranò gli occhi, mentre sentiva la spalla del ragazzo cozzare pesantemente contro la parte destra del petto, appena sotto le ascelle.
    Si sentì gettare di lato, per poi sbattere violentemente contro il terreno.
    Strinse la mascella e si rialzò, fulminando con lo sguardo il ragazzino che aveva osato intromettersi fra lui e la sua preda.
    Sentiva lo zigomo sinistro pulsare e vi si passò con gesto rabbioso il dorso della mano; quando lo ebbe ritirato, fissò la striscia rossa sulla pelle, che risaltava sul colorito pallido come la furiosa pennellata purpurea su una tela immacolata.
    Socchiuse gli occhi
    -Hai osato troppo, ragazzino- ringhiò, stringendo l’elsa delle Butterfly Sword –Aveva deciso di lasciarti in vita, ma a quanto pare dovrò rivedere i miei piani iniziali.
    -Fire!-
    Le armi vennero avvolte dalle fiamme e il mercenario menò due fendenti davanti a sé, producendo altrettante lame infuocate, che si diressero crepitando contro il ragazzo.

    Vand sgranò gli occhi e rimase impietrito dal terrore.
    Le lingue di fuoco erano sempre più vicine e lui non riusciva a muoversi per la paura.
    Alzò il braccio per ripararsi il viso, aspettando di avvertire il calore delle fiamme circondarlo per poi divorarlo, imprigionandolo in una prigione rossa e oro, quando percepì un movimento davanti a sé e un brusco spostamento d’aria.
    Riaprì gli occhi e l’unica cosa che poté vedere fu il cappotto bianco dell’uomo, una macchia scura in contrasto con i raggi grigio pallido misto a sfumature azzurre che si dipanavano dallo scudo che aveva appena evocato.
    -Fratello..- mormorò, alzando appena il viso

    L’uomo distese il braccio all’indietro con un gesto brusco.
    Il Protect si dissolse, insieme alle due lame infuocate che erano entrate in contatto con esse.
    Da dietro le lenti rettangolari, i suoi occhi lampeggiarono
    -Ero io il tuo obbiettivo, dico il vero? Oppure sono troppo difficile da eliminare per le tue misere capacità?-
    Kayor ghignò
    -Non mi provocare, potresti pentirtene amaramente-
    -Mostrami cosa sai fare allora. Se ti hanno mandato ad uccidermi, devono essere sicuri della tua forza-

    Il mercenario fece roteare le Butterfly Sword.
    Il suo avversario voleva affrettare la sua discesa negli Inferi? Molto bene lo avrebbe accontentato.
    Scattò in avanti all’improvviso, pronto a sferrare attacchi veloci, senza dare tempo al suo obbiettivo di allontanarsi troppo.
    Vide l’uomo girare il busto di un quarto, la Partigiana messa orizzontalmente davanti a sé, all’altezza delle spalle.
    Gli era ormai di fronte, quando piegò le ginocchia e saltò in avanti con una capriola, superandolo e godendo di un insano piacere nel vedere un lampo di stupore nei suoi occhi azzurri.
    Atterrò dietro di lui, pronto a pugnalarlo alla schiena; alzò le Butterfly Sword sopra la testa e fece per calarle sull’avversario, ma uno spostamento d’aria accanto lo fece voltare all’improvviso.
    -Tu- sibilò, frapponendo una delle Butterfly Sword tra il suo corpo e la Daga di Vand, tenendo l’altra come difesa –Ti avevo detto di non intrometterti!-

    Vand fece forza per rompere la guardia dell’avversario, dando modo all’uomo di allontanarsi.
    -Stai lontano dalla Città di Mezzo- lo minacciò, spingendo sempre di più il pugnale verso l’avversario –Altrimenti dovrai vedertela con me-
    -Non mi fai paura, ragazzino- ringhiò Kayor, abbassandosi all’improvviso e cercando di colpire la caviglia di Vand con un calcio.
    Lo Sterminatore di Heartless riuscì ad evitarlo con un salto, allontanandosi dall’avversario.
    Si asciugò un rivolo di sudore che colava dalla fronte.
    Ora si rendeva contro di quanto poco valesse la sua abilità nell’eliminare qualche sparuto gruppo di Shadow in un combattimento vero.
    -Vand!- lo richiamò l’uomo –Allontanati!-

    Kayor si girò di scatto, sgranando gli occhi.
    L’uomo teneva il braccio destro sollevato, stringendolo con la mano sinistra appena sopra il gomito.
    L’intero arto era percorso da scariche azzurre e pulsava, emanando un intenso bagliore dorato.
    Avvertì la bocca divenire improvvisamente secca.
    Strinse la mascella e si diede una spinta in avanti, per cercare di bloccare l’attacco magico del suo avversario.

    (Kingdom Hearts I Original Soundtrack - Turning the Key)
    Ci fu un lampo e tutta la piazza venne avvolta da una luce incandescente, pura.
    L’onda d’urto che si propagò per il Primo Distretto fece sbattere le insegne e le imposte, fece scricchiolare i tetti delle case, offuscando la luce dei lampioni e dei neon.
    Kayor fu investito dai raggi di quella magia così luminosa, simili a coltelli, e poté avvertire il cuore gonfiarsi nel petto, comprimendogli la cassa toracica; i muscoli si tesero fino allo spasmo, la maglietta si strappò, la pelle sotto di essa lacerò e un tuono esplose nella sua mente ottenebrata.
    Divenne cieco per la troppa luce e quando riuscì finalmente a distinguere i contorni confusi di ciò che gli stava attorno, era talmente debole che riuscì a muovere un solo, debole passo in avanti, prima di cadere nelle tenebre.

    (Final Fantasy X Original Soundtrack - This Is Your Story)
    L’uomo cadde a terra, stringendo con forza il braccio destro e serrando la mascella per il dolore.
    Vand corse verso di lui, per aiutarlo ad alzarsi.
    L’altro, però, glielo impedì
    -Finisci il sicario, finchè sei in tempo-
    Lo Sterminatore annuì e si avvicinò al corpo di Kayor, riverso a terra.
    Deglutì, cercando di mantenere ferma la mano che stringeva la Daga.
    Doveva ucciderlo. Era un essere umano, ma doveva ucciderlo comunque.
    -Sbrigati!- boccheggiò l’uomo dietro di lui.
    Chiuse gli occhi e alzò il pugnale, pronto a calarlo sul mercenario.
    All’improvviso, uno stridio acuto trapassò il silenzio che regnava sulla piazzetta.
    Vand alzò lo sguardo e vide il contorno di un uccello, avvolto dalle fiamme, venire nella sua direzione.
    Si allontanò con un salto e il volatile gli passò davanti, ergendo un muro di fuoco fra lui e Kayor.
    Da dietro le fiamme, il ragazzo poté intravedere il profilo nero di tre figure, due delle quali stavano cercando di sollevare il corpo del mercenario, mentre l’ultima teneva alzato il braccio destro, illuminato da uno strano bagliore sanguigno.
    Lo Sterminatore provò ad aggirare le fiamme, ma l’uccello, intuendo le sue intenzioni, gli passò nuovamente davanti, alzando altre lingue di fuoco.
    -Lascia stare, Vand!- lo richiamò l’uomo, piegato a terra dal dolore e da rauchi colpi di tosse –Aiutami!-
    Il ragazzo corse nella sua direzione e gli diede una mano a rimettersi in piedi.
    L’uomo si posò una mano sulla fronte.
    -Non dovevo. Sono stato avventato- sospirò –Ti prego, fammi sedere da qualche parte. Ho.ho bisogno di sedermi-
    Vand lo aiutò a trascinarsi fino ad una delle sedie del locale.
    Abbassò un istante lo sguardo e avvertì un guizzo dietro la testa. Si voltò di scatto e sgranò gli occhi.
    Il muro di fiamme era scomparso e con esso le tre figure, insieme al corpo di Kayor.

    (Kingdom Hearts II Original Soundtrack - Hesitation)
    Si fermò davanti alla porta di un’anonima casa di Crepuscopoli.
    Afferrò il batacchio e bussò tre volte, detergendosi poi il sudore dalla fronte con un fazzoletto candido.
    La porta si aprì con un cigolio e la figura di un ragazzino apparve sulla soglia.
    Non doveva avere più di quindici anni, i capelli rossi tagliati a spazzola e occhi sottili, dall’iride ambrata.
    -Buongiorno-
    Il ragazzino ghignò
    -Sei tu- mormorò –Da troppo tempo non ci vediamo. Il mio Altro ne sarebbe molto felice-
    -Non parlare di lui con tanta leggerezza, Kheper Gereh-
    -Cosa vuoi? Immagino che tu non sia qui per ricordare i bei tempi andati con quel ragazzino, vero?-
    -Sai cosa voglio-
    -No, non lo so-
    Il Nessuno sorrise, avvicinandosi e posando con delicatezza le dita sul viso dello sconosciuto, accarezzando appena gli zigomi e il profilo delle labbra.
    -Nonostante tutto, sei come lui ti ricordava- mormorò, quasi estasiato.
    L’altro gli bloccò la mano, spingendola via.
    -Dammi ciò che voglio, Kheper-
    -Cosa ti fa pensare che l’abbia io? Avrei potuto benissimo venderlo, sai quanto avrei guadagnato..-
    -Non lo avresti mai fatto-
    -Se pretendi di conoscere me come conoscevi lui, allora sei sulla cattiva strada-
    Lo sconosciuto digrignò i denti, prese il Nessuno per il bavero della camicia e lo spinse dentro la casa, chiudendo la porta con un calcio e bloccandolo contro il muro.
    -Dammelo, ora- sibilò, a denti stretti.
    -Non so di cosa tua stia parlando-
    -Lo sai benissimo, invece-
    Lo lasciò andare, per poi afferrare il colletto della camicia del Nessuno e strapparlo con forza, facendo saltare i bottoni candidi.
    Kheper strinse i denti, avvertendo le dita dell’altro sfiorare il monile che portava al collo.
    -Un piccolo ricordo di lui- ghignò –Il suo cuore era una preda così succulenta per gli Heartless, sai? Era talmente vivo, fremeva talmente d’amore che..-
    Non riuscì a finire la frase, perché lo sconosciuto lo aveva gettato a terra con un pugno.
    Kheper sorrise
    -Il tempo non ha cambiato questo involucro che chiamo corpo, come non ha cambiato te e la tua forza. Sei esattamente come ti ricordava- si leccò le labbra –Se fosse ancora qui, morirebbe di rabbia-
    -E poi vi chiedete perché la gente vi odia-
    -Non me lo chiedo. Sono abituato all’odio- il Nessuno si rialzò in piedi –Sai che potrei avanzare dei diritti sul gingillo che tieni in mano, non è vero?-
    -No- rispose l’altro, gelido –Non ne sei il vero proprietario, ma solo il corriere. Come me, del resto-

    (Final Fantasy IX Original Soundtrack - Far Away in the Twilight)
    Si trovava in una landa desolata, vuota, battuta da un vento umido, che portava con sé polvere e afa.
    Avanzò di qualche passo, le scarpe che scricchiolavano sulla terra rossa, secca, schiacciando sotto le suole i resti di qualche pianta ormai morta da tempo.
    Non c’era luce, il cielo era un involucro nero che racchiudeva un pezzo di mondo in rovina, un cimitero per ogni essere vivente.
    Camminò ancora per qualche minuto, ma nulla di nuovo si profilava all’orizzonte.
    Tutto era piatto nella desolazione della morte.
    Si voltò, per vedere quanta strada aveva percorso, ma non gli fu possibile capire dove si trovasse. Ciò che stava dietro di lui era una copia esatta di ciò che si trovava davanti.
    I capelli si incollavano alla fronte e alla tempie per il caldo e il sudore scivolava sul suo viso, offuscandogli la vista.
    Il respiro si fermava nella gola secca, misto alla sabbia rossa che volteggiava leggera sul quel luogo sterile, coprendo ogni cosa con un velo vermiglio, simile a sangue.
    Si inginocchiò a terra, tenendosi la testa tra le mani.
    La solitudine di quel mondo scabro lo stava uccidendo, soffocando tra le spire di quel nulla morto da tempo immemore.
    Alzò il viso, cercando un segno di luce all’orizzonte, pregando nella venuta del mattino.
    Il cielo però, era ancora una cappa nera, un triste sudario di tenebra.
    Si mise in piedi a fatica, barcollando, un passo dopo l’altro, sempre in avanti, in attesa che l’alba sorgesse.
    Le labbra secche e la lingua gonfia si muovevano incessantemente, invocando un raggio di sole, anche tenue, che colorasse per un istante la rossa sterilità di quel posto dimenticato dalla Vita.
    Cadde nuovamente in ginocchio, tendendo una mano verso l’orizzonte.
    Una forma sembrò nascere dalla linea che separava il vermiglio del deserto dal nero del cielo.
    Un cuore nero, soffocato da rovi purpurei, che stillava sangue. Una serratura splendeva vivida al centro della gabbia di spine, ma la sua luce era spenta, quasi indistinguibile.
    Deglutì a vuoto e fece forza sulle mani per tentare di alzarsi, ma il caldo lo aveva prosciugato di ogni energia.
    Strisciò in avanti, tendendo la mano in direzione della Serratura, le dita che tremavano.
    Il cuore era sempre più vicino, ma quando ormai era a pochi passi da esso, un ramo coperto di spine si alzò dal terreno, simile ad un serpente nero.
    Cercò di indietreggiare, ma il rovo, ondeggiando su se stesso, scattò in avanti, trapassandogli il ventre.
    Emise un verso inarticolato e l’ultima cosa che vide fu una goccia di sangue purpureo scivolare dal cuore fino ad una spina e poi gocciolare a terra, facendo annegare quel mondo sterile in una lacrima vermiglia.

    (Kingdom Hearts I Original Soundtrack - A Walk in Andante)
    Kayor riaprì gli occhi di scatto, gemendo.
    Si piegò in avanti, stringendosi il ventre e serrando la mascella per il dolore.
    -Ehi!- un’esclamazione di disappunto gli fece alzare la testa, incontrando così gli occhi castani di una ragazza di almeno vent’anni che lo stava fissando con un sopracciglio inarcato e le labbra piegate in un’espressione tutt’altro che rassicurante.
    Il mercenario storse la bocca e si lasciò cadere all’indietro, su un giaciglio che non era certo il massimo della comodità.
    Si coprì gli occhi con un braccio
    -Ahmosi Akhet- sbottò –Per il traghettatore anoressico dell’Ade, non puoi essere più delicata quando medichi le ferite?-
    -Sei una lagna, Kayor Saneheh- sbuffò l’altra sistemandosi una ciocca di capelli biondo-castano dietro l’orecchio.
    Kayor sospirò, cercando una posizione più comoda
    -Sta’ fermo, o finisce che ti incateno per medicarti- lo ammonì Ahmosi, prendendo una garza dalla sacca di pelle che aveva accanto
    -Dove accidenti mi avete portato?- si lamentò l’altro, girando la testa verso destra e fissando con disgusto la polvere ammucchiata negli angoli della stanza semi illuminata da una fiammella –Che razza di posto è?-
    -Il vecchio negozio dei Moguri- rispose l’altra –Alza un istante il bacino- aggiunse, avvolgendogli la garza attorno al ventre
    -Il vecchio negozio dei Moguri? Non potevate scegliere un luogo più decente?-
    -Sua Maestà ci perdoni se non l’abbiamo portata nella suite dell’Albergo!- esclamò una voce canzonatoria dietro di lui –Ma sai, dovresti cercare di dimagrire, non sei un peso piuma-
    -Nyx..- cominciò Ahmosi voltandosi un istante verso la compagna, appoggiata contro il muro poco distante –Non iniziare-
    -Dici così solo perché non sei stata tu a doverlo trascinare fino a qui-
    -Grazie, Nyx, acida come sempre vero? Mai una volta che ti alzi con il piedi dalla parte giusta del letto-
    -Non mi stuzzicare, Kayor. Non mi hai mai visto quando mi alzo dalla parte sbagliata e prega Kingdom Hearts o qualunque altro astruso essere superiore di tua sola conoscenza, di non incrociare la mia strada nemmeno per sbaglio quel giorno-
    Il mercenario storse le labbra e soffocò un altro gemito
    -Ahmosi!- esclamò –Attenta!-
    -Sei peggio di un bambino, accidenti! Non sono una Maga Bianca, va bene? Faccio quello che posso!-
    -Oh no, ti prego, non ricominciare con quella storia- la pregò Kayor
    -Quale storia?- domandò Nyxiante
    -Ahmosi è convinta che nel nostro gruppo di mercenari ci sia bisogno di un Mago Bianco, ma io non sono disposto a sopportare i loro inutili sermoni su Kingdom Hearts e su qualche guerriero muffito con le chiavi di casa al posto di una spada-
    -Questo perché sei solo una testa di legno, senza il minimo rispetto verso gli altri- lo rimbeccò la ragazza, bloccandosi nell’atto di estrarre una fialetta contenente un liquido verde acido dalla sacca
    -Sei davvero convinta che quelle toghe bianche rispetterebbero il nostro stile di vita?-
    -Se non gli si bestemmiasse in faccia ogni volta che aprono bocca, forse-
    -Ogni riferimento è puramente casuale- aggiunse Nyx, ghignando
    -Sai, Ahmosi?- cominciò Kayor, alzando di poco la testa nella sua direzione –Il tuo ottimismo mi stupisce ogni volta di più! Pensavo che ormai da tempo avesse passato il limite dell’idiozia, ma a quanto pare mi sono sbagliato-
    La ragazza socchiuse gli occhi e premette con molta più forza del necessario la benda sopra il ventre del mercenario, che si piegò in avanti con un gemito strozzato.
    -Sei impazzita?-
    -Chiedo scusa, colpa mia- rispose Ahmosi, con un finto sorriso sulle labbra.
    -Certo che è colpa tua- mormorò l’altro, stendendosi a causa di un cerchio alla testa
    -Ancora qualche Pozione e dovresti stare meglio- concluse la ragazza, alzandosi e sistemandosi i corti pantaloni neri e la maglietta senza maniche, bianca.
    Ci fu uno stridio e il mercenario si tappò le orecchie, la testa che pulsava.
    -Fai stare zitto quel tuo maledetto uccellaccio!-
    -Direi che sta meglio- affermò Nyx stirando le braccia, per poi aprire un poco la finestra.
    Un altro stridio.
    Kayor chiuse gli occhi, mentre il dolore aumentava considerevolmente
    -Fai stare zitto quel maledetto uccellaccio, ti ho detto!- gridò, il ventre trafitto da lame infuocate.
    -Sì, se ha la forza di insultare Khaset sta decisamente meglio- concordò Ahmosi, tendendo il braccio destro e lasciando che il suo esemplare di falco sacro le si posasse sulla mano, protetta da un guanto di cuoio.
    -Sì, ma non si è ancora ripreso del tutto, visto che non ha usato molta fantasia- aggiunse una voce maschile.
    -Soràt- sbottò con rabbia il mercenario –Sei fortunato che ci siano due rappresentati del gentil sesso in questa catapecchia, altrimenti ti avrei risposto come meriti-
    Strinse i denti, soffocando un gemito.
    -Soràt, quei due dove sono andati?- si infornò Nyx
    -In una casa poco distante dal bar. Il nostro obbiettivo è debole, la magia che ha usato per colpire Kayor era troppo potente per il suo fisico-
    -Non sono riuscita a riconoscerla- sussurrò Ahmosi –Voi?-
    -No-
    -Io nemmeno- rispose la pistolera.
    -Non possiamo attaccarlo ora- il ragazzo scosse la testa –Kayor è ancora troppo debole, ha bisogno di cure e noi di informazioni su quell’uomo-
    -Non..hn..non ho bisogno di..di riposare..- il mercenario strinse i denti.
    Ahmosi scosse appena la mano destra e Khaset si librò in volo; si chinò accanto a Kayor e gli mise una mano sulla fronte
    -Scotta- disse –Kayor, ehi, mi senti?-
    Il mercenario era pallido in viso, le labbra avevano assunto una malsana tonalità violacea e il sudore gli impregnava la pelle e gli abiti.
    -Ahmosi! Guarda!- Nyx indicò il ventre del ferito, dove una macchia purpurea si stava allargando velocemente.
    Troppo velocemente.

    (Final Fantasy IX Original Soundtrack - Memories of That Day)
    La falconiera tolse le garze che fasciavano la ferita di Kayor e sgranò gli occhi nel vedere il sangue colare denso, tracciando lacrime scuro sulla pelle del mercenario, per poi gocciolare a terra.
    -Non è possibile. La ferita si era richiusa- mormorò, rimanendo un istante immobile, le mani tremanti.
    Nyx poggiò una mano sulla spalla di Kayor e la scosse
    -Ehi! Mi senti? Kayor, apri gli occhi!-
    -Soràt!- esclamò Ahmosi, alzando lo sguardo nella sua direzione –Hai ancora qualche Pozione con te?-
    Il ragazzo annuì e scostò rapidamente un lembo del cappotto nero, prendendo poi una fialetta e lanciandola alla compagna.
    -Forza, resta con noi Kayor- sussurrò la falconiera, stappando la boccetta e versando il liquido verde acido nelle labbra del mercenario.
    Le vene vennero percorse da una scia color smeraldo, che si andarono poi a concentrare sulla ferita al ventre.
    I tre ragazzi trattennero il fiato.
    Un bagliore dorato si alzò dalla pelle lacerata, disperdendo l’effetto curativo della pozione.
    -Oh no- Ahmosi scosse la testa –Soràt, un’altra!-
    Provarono altre tre volte, ma l’effetto della Pozione era un minimo: un istante e veniva disperso dalla Magia che proteggeva la ferita.
    -Non è possibile- Nyx sgranò gli occhi –Che Magia è mai questa?-
    -Non lo so- rispose l’altra, scuotendo la testa –Il vecchio forse potrebbe saperlo. Conosce l’obbiettivo meglio di noi-
    -Ma non è qui!- esclamò Soràt, lanciando una nuova Pozione alla compagna –Ne ho ancora due-
    -Non basteranno-
    Un colpo alla porta.
    I tre si voltarono di scatto.

    -Fratello, conoscevi quel tizio?- domandò Vand, sedendosi al tavolo circolare della casa dell’uomo-
    -No- ammise l’altro, scuotendo la testa.
    -Hai idea di chi potrebbe averlo mandato?-
    -Forse-
    Il ragazzo arricciò le labbra, notando come l’uomo stesse ignorando lui e le sue domande; dietro le lenti rettangolari, gli occhi erano persi nel vuoto, forse seguendo le linee immaginarie di qualche ragionamento.
    -Fratello- Vand lo chiamò ancora.
    L’uomo alzò il viso
    -Dimmi, Vand-
    -Ancora non mi hai detto il tuo nome-
    -Mi chiamo Arving. Arving Van Licht-
     
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    Bellissimo capitolo.
    Come sempre nessun errore, mai sottotono e sono stato con il fiato sospeso fino all'ultimo.
    Mammamia, quell'Arving sembrava una pappamolla, ma con quella mossa ha distrutto quel poveraccio, che ora lotta tra la vita e la morte!
     
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  12. Nemeryal
     
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    Grazie mille^^ Eh eh...il caro Arving ha molti assi nella sua manica *sorrisetto sadico*
     
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  13. xander.XVII
     
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    Arving mi sipira assai ^^
    Ottimamente scritto, nisba in quanto ad errori, forma perfetta , brava Nemeryal ^^
     
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  14. Nemeryal
     
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    Grazie mille^^ Il caro Arving attira consensi!
     
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  15. francix94
     
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    bravissima hai visto la mia fic?
     
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150 replies since 24/8/2009, 12:44   2973 views
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