Trascinati tra luce e ombra

La mia prima fic qui *-*

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  1. Nyxenhaal89
     
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    Eccoci al quattordicesimo capitolo, finalmente la vera avventura sta per cominciare! X3 Scusate se ho fatto una specie di "tutorial" così lungo, ma mi ci sono trovato bene XD Da adesso, conto di far iniziare la vera battaglia. Grazie per aver letto il precedente capitolo: spero di farvi appassionare ancora, d'ora in avanti. ^__^

    14: Il Porto

    Quando gli altri tornarono, accolsero Sora in festa; avevano portato dalla mensa ogni genere di pietanza possibile, tra cui i dango(i dolcetti preferiti di Allen), e poi riso, carne di vario tipo, bevande alcoliche e non, e anche qualche snack. In poco tempo, e con sommo disappunto del proprietario, il laboratorio di Komui diventò una specie di sala adibita ad attività mangerecce. Sebbene il lutto per i quaranta Esorcisti fosse ancora vivo, adesso dovevano festeggiare la vittoria, la fine dell’assedio, il trasferimento, e soprattutto la guarigione, seppur momentanea, di Sora. Dopo altri quattro caffè, anche Miranda si unì al festino: Komui, contrariato, alla fine accettò l’invito, non appena la sorella si imbucò tra gli altri. Vedendo le generose attenzioni di Lavi e Riku, il suo orgoglio fraterno non potè non farsi sentire.
    Non che fosse necessario, per Riku: come un cane da guardia, Kairi era pronta a redarguirlo ogni qualvolta fosse dovuto.
    Sorseggiando distrattamernte del sakè di riso, la ragazza si sedette sul letto, accanto a Sora.
    - Abbiamo parlato poco, in questi giorni – disse offrendogli un altro bicchiere.
    - Già… - ammise Sora accettando con imbarazzo. – Mi dispiace –
    - Non preoccupartene – rassicurò Kairi. – Piuttosto, ora che intenzioni hai? Riku ha parlato con tuo padre… -
    Sora non capì molto bene l’utilità di quell’informazione: era vero che Riku era un po’ il leader del loro piccolo gruppo, ma cosa avrebbe avuto di importante da discutere con suo padre?
    - Su cosa? – chiese quindi.
    - Dobbiamo vedere gli Invocatori, a Spira – rispose Xion sedendosi dall’altro lato e abbracciando istintivamente Sora.
    - Ah, Allen me l’aveva detto – annuì il ragazzo. Xion fu sollevata nel vedere che anche il suo volto aveva ripreso colore. Se non fosse stato per la mano destra gelida e biancastra, dove a quanto pare la presenza di Allen aveva confinato l’anima parassita, avrebbe tranquillamente pensato che non fosse successo nulla.
    Sora si guardò intorno nell’attimo di silenzio che scese tra lui e le due amiche. Kanda, in un angolo, sorseggiava sakè con lo sguardo intento a fissare torvo chiunque incontrasse.
    - Perché fa sempre così? – chiese spontaneamente Sora.
    - Ah, l’innocenza infantile – apprezzò Kairi con un sospiro. – Impedisce di riconoscere un asociale, nemmeno quando è davanti al proprio naso. Quanto vi invidio – aggiunse scompigliando le teste di Sora e Xion.
    - EHI! Che vorresti dire?! – protestarono i due in coro. Kairi sorrise, quindi si alzò per rimettere a posto Riku.
    - Senti un po’, perché le avances non le fai a qualcun’altra? – disse maliziosamente al ragazzo.
    - E a chi? Non vedo molte altre belle donne – ribattè Riku. Poi posò gli occhi su Xion. – Xion! – disse camminando verso di lei con un gran sorriso, prima di ricevere un violento calcio in mezzo alle gambe.
    - Cafone – protestò Kairi girandosi offesa e andando a prendersi un’altra porzione di riso al curry.
    Sora rise limpidamente a quel teatrino: gli sembrò, per un attimo, di essere ancora un semplice liceale, senza Keyblade e mondo in pericolo…. il suo cuore sembrò improvvisamente rasserenarsi.
    Si alzò e prese della soba dal contenitore sul tavolino, aggiunse due bacchette e si diresse deciso verso Kanda. Lavi mormorò qualcosa ad Allen, che gli pestò un piede. Tutti continuavano a parlare; nello stesso istante, vide che anche Cross, Squall e Vincent si erano uniti alla comitiva. Cross, dopo due minuti, era già al quinto bicchiere, e aveva già preso un sonoro pugno sui denti da Kairi. Sora sorrise.
    - Non hai mangiato niente – disse a Kanda, che lo fissò da sopra il bicchiere con una certa sufficienza.
    Rigido, lo spadaccino prese il piatto e le bacchette.
    - Grazie – borbottò guardandolo appena. - ……….sei bravo. – aggiunse sempre sbottando, aggredendo i soba e imbottendoli di tempura.
    Sora arrossì e si avvicinò a Riku, salvandolo dall’ennesimo cazzotto della serata.
    - Ah, volevo parlarti un po’ – disse Riku prendendolo sottobraccio. – Ti va se usciamo? –
    Sora si girò interrogativo verso Allen, che annuì.
    - Tieniti però in questo corridoio – avvisò.
    I due uscirono, mettendosi davanti alla finestra aperta. Riku si poggiò al parapetto con aria stanca.
    - Secondo me le piaci ancora – disse Sora guardando avanti. Riku arrossì.
    - Non tratti così il ragazzo che ti piace – protestò. – A meno che non sia diventata lesbica. Ciò spiegherebbe perchè, a furia di prendermelo a calci, diventerò una donna –
    Era sempre il solito, pensò Sora ridacchiando.
    - Ho parlato con tuo padre, oggi – disse poi Riku serio. L’amico annuì sgranando dubbioso gli occhioni azzurri. – Ti senti abbastanza in forze per partire? –
    - Certo – assicurò Sora. – A questo punto, prima è meglio è –
    - Manca anche a me – confessò Riku leggendogli gli occhi. – Mi manca davvero –
    Sora abbassò lo sguardo sulla propria mano.
    - Dovrò… dirgli addio per sempre? – chiese.
    - Non si sa. Ma gli Invocatori lo sapranno –

    E così fu notte. Sora andò a dormire in camera di Allen, fianco a fianco con lui, mentre gli altri dormivano nelle proprie camere. Naminè invece andò in cima alla struttura, vicino all’Arca Bianca, dove si inginocchiò con le mani giunte sulle ginocchia, intenta nei suoi pensieri meditabondi.
    Passarono diverse ore, prima che si destasse, come da un lungo sonno, e con l’aria di chi aveva incontrato un vecchio amico.
    - Come immaginavo… - disse atona come sempre.

    La mattina dopo, tutti approntarono rapidamente bagagli e masserizie, preparandosi per un lungo viaggio. Vincent diede loro delle piccole pillole brevettate dalla ShinRa, ad uso militare: erano pasticche nutrienti, che potevano saziare un uomo adulto per un giorno intero. Ne avevano abbastanza per un mese, calcolò Xion prendendo con apprensione sei scatoline. Vincent consigliò comunque di integrarle con un’alimentazione più normale, o avrebbero perso la voglia di mangiare.
    Verso le otto del mattino, avevano già preparato tutto, e si diressero all’ingresso per attendere le direttive di Cross. Il Generale li attendeva al varco, e con sommo stupore di tutti e sei, videro che ad aspettarli c’erano anche i loro amici Assassini, Altair…. ed Ezio!
    - Altair! Ezio! – salutò Sora correndo verso di loro. – State bene! – esclamò felicissimo.
    - Ce la siamo cavata – disse Ezio sorridendo da sotto il cappuccio. – Abbiamo anche combattuto un po’, quando l’Ordine è stato attaccato… -
    - Davvero? – chiese Riku stupito. – Potevate anche farvi vedere – rimproverò.
    - Non ci chiamiamo “Assassini” per caso – disse rauco Altair come sempre, ombroso. – Ad ogni modo, sono felice di vedere che state bene. – guardò Sora con espressione torva: il ragazzo raggelò, mugolando qualcosa. – Non ti avevo detto che era pericoloso, legarsi ai morti? – disse pacato: ma era percettibile la forte nota di rimprovero.
    - Altair, amico mio – salutò Vincent allargando le braccia, appena arrivato e del tutto all’oscuro della discussione di poco prima. Abbracciò Altair con gioia, allontanandosi poi tenendogli le mani sulle spalle. - Non ti ho ancora ringraziato a dovere per aver addestrato mio figlio e i suoi amici –
    - Ho fatto solo ciò che ritenevo giusto, Vincent. Non certo per farti un favore – rispose Altair allontanandosi, ma con un sorriso sotto i baffi. Cross prese la parola.
    - Stavo discutendo con Altair, e abbiamo convenuto che sia saggio che vi accompagni almeno fino al porto – disse a braccia incrociate, squadrandoli uno per uno. – Siete diventati forti, ma l’incontro con quel Nessuno mostruoso mi ha messo in guardia. Dovete essere tutelati ancora per un po’ –
    Nessuno sembrò particolarmente contrariato dalla notizia. Se Altair ed Ezio erano sopravvissuti all’intera Organizzazione XIII, un motivo c’era, in fondo.
    E così partirono, infine, alla volta di Spira.

    Avevano dimenticato quanto fosse faticoso viaggiare con Altair: non li faceva mai stare sulla strada, prendeva sentieri angusti, li obbligava a saltare tra i rami degli alberi. Ezio sembrava più agile e in forma che mai; sembrava persino più alto. E anche più sarcastico, dato che non riusciva a fare a meno di stuzzicarli tutti, Riku in particolare. Naminè sembrava usare un modo tutto suo per correre con loro: pareva scivolare sul terreno, mentre davanti a lei rocce, alberi e ostacoli naturali si spostavano tutti.
    - Si può sapere che poteri hai, Naminè? Sei una maga della terra? – chiese Xion correndole vicino. Dovette però evitare a fatica diversi rami, che evidentemente non si curavano di altre persone.
    - Naminè ha il Bracciale di Gea – rispose Altair saltando distrattamente da un ramo all’altro del bosco come una lince. Anche Sora fissò il bracciale bianco di Naminè, con le ali d’argento e la chiave d’oro ben visibili. Purtroppo, Sora aveva fissato l’oggetto mentre effettuava un salto, andando quindi a sbattere violentemente contro un albero.
    Altair scosse la testa contrariato.
    - Gea, Gea… - ripetè Kairi abbattendo distrattamente alberi e siepi che le intralciavano il passo. – Ah, è greco. Vuol dire “terra”… - ricordò evitando per un soffio una frustata di un ramo che non si spezzò.
    - Quindi Naminè comanda la terra? – riassunse Riku.
    - No, troglodita del cazzo – smentì Kairi scuotendo la testa. – Naminè è la terra –
    - La terra? – ripetè il giovane. – Cioè una specie di Dea? –
    - Un’Incarnazione, sì – rispose Altair fermandosi per far loro riprendere fiato. Ezio riprese distrattamente a fumare. – Il Bracciale fu un dono che Gea fece ai primi Custodi. Chiunque l’avesse indossato, avrebbe preso appieno i suoi poteri –
    - Ma Naminè aveva già dei poteri, a differenza nostra – ricordò Xion. – Era una sorta di sensitiva –
    - Tutti i Custodi del Bracciale avevano capacità empatiche nei confronti del loro mondo – rispose Ezio in ombra.
    Rimasero a riposare ancora qualche minuto, prima che Altair intimasse loro di ripartire: la nave per Spira sarebbe partita quel pomeriggio, il che voleva dire entro due ore. Si avviarono rapidamente uscendo finalmente dalla foresta. Altair non sembrava molto contento della cosa.
    Riku comprese vagamente perché Altair non voleva farli viaggiare allo scoperto: avevano dietro l’Organizzazione e quei misteriosi tizi vestiti con la cappa a nuvole rosse. Ecco perché lui fu tra quelli che maggiormente esortarono gli altri a sbrigarsi. Il porto era probabilmente una trappola, dato che Sora era indebolito dallo spirito parassita e c’era una minima possibilità che i Nessuno non sapessero che Altair ed Ezio erano con loro. In un certo senso avevano un vantaggio…. ma di quanto, non ne aveva idea.
    - Altair – disse Riku camminando al fianco dell’islamico, mentre Ezio chiudeva la fila. – Tu sai chi sono quei tizi con le nuvole rosse sul mantello? –
    L’Assassino rimuginò mentre il giovane parlava.
    - E’ una bella domanda, in realtà – rispose. – Si fanno chiamare Akatsuki, la Luna Rossa. A differenza dell’Organizzazione, sono esseri umani. Tuttavia sono “immortali”, nel senso che non possono morire di morte naturale. Eternamente giovani, per così dire –
    - Che altro sai, su di loro? – incalzò Kairi affiancando l’uomo dall’altro lato.
    - Poco e nulla. Solo che…. sembra siano dei ninja. Le loro tecniche appartengono ad antiche pergamene, e solo loro sanno padroneggiarle, ormai. Ciò spiegherebbe il perché delle loro forze così esigue – spiegò Altair ipotizzando.
    Proseguirono il cammino assorti nei loro pensieri. Stranamente, solo Sora sembrava tranquillo; forse, il fatto di essere passato vicino alla morte aveva alleggerito il suo fardello. La presenza di Allen, in qualche modo, sembrava aver tranquillizzato tutti. Era come se quel ragazzo emanasse un’aura rilassante, cosa ormai rara, data la situazione in cui tutti loro si trovavano.
    - Hai detto “forze esigue”? – ripetè Kairi.
    - Fai due più due, Kairi – osò Allen dietro di loro. Ezio era più taciturno del solito. Teneva gli occhi fissi in particolare su Sora, sulla sua mano destra soprattutto. – Finora abbiamo affrontato solo orde infinite di Nessuno di ogni qualità. Non abbiamo affrontato “legioni ninja” o altro –
    - Evidentemente siete degli occidentali puri, voi Esorcisti – intervenne improvvisamente Ezio, come svegliatosi dal letargo. – I Ninja, gli Assassini…. pressochè due modi di dire la stessa cosa, se vogliamo prenderla alla leggera –
    Allen non sembrò prendere molto bene la considerazione, ma preferì tacere.
    - Forse dal punto di vista di tecniche e metodi? – replicò Altair, a quanto pareva ampiamente offeso dalla considerazione dell’ex-allievo. – Ma non paragonarmi a quella feccia sul piano degli ideali, perché potrei farti saltare la testa dal collo –
    - Gli Hashashin hanno sempre coltivato l’ideale della pace in ogni cosa – spiegò Naminè, la prima a riconoscere Altair per ciò che era. – Ebbero un ruolo fondamentale nella grande battaglia per la difesa di Minas Tirith, sapete – Solo Xion alzò timidamente la mano.
    - A quanto ne so, fu lì che il nostro ordine si estinse, o comunque perse ogni importanza in superficie – ammise Ezio.
    - E invece, i Ninja? – intervenne Sora.
    - I Ninja sono solo animali selvaggi – disse Altair con disprezzo. – Non hanno padrone, non hanno ideale, non hanno morale. Seguono un codice d’onore basato sul sangue. Odiano i pirati perché sono solo due facce della stessa medaglia. A differenza degli Assassini hanno un grande potere, ma lo sprecano nei giochi politici –
    Tutti tacquero. Non avevano mai sentito tanto rancore nella voce di Altair, evidentemente colpito da qualche ingiustizia dei ninja in passato… o almeno così ipotizzarono.
    Naminè intanto si era persa nella sua memoria storica, e aveva ricordato dove aveva già sentito il nome “Altair”.
    Altair Ibn La-Ahad, Generale dell’immenso esercito degli Assassini.
    Fu a Minas Tirith la sua ultima battaglia.
    Fu a Minas Tirith la sua tomba.

    La radura sembrò finalmente terminare, dopo un quarto d’ora di cammino. In totale, restava loro circa un’ora e un quarto per prendere la nave: Altair assicurò loro che il traghetto era gratis. Gli abitanti di Spira ripudiavano il denaro, e i traghettatori erano di Spira. Un bel vantaggio, ma erano anche doganieri attentissimi: non una sola droga, a parte alcolici come il sakè, poteva passare sotto il loro naso. E sebbene disprezzassero il denaro, non disprezzavano le armi.
    - Il mare! – esclamò Sora con un sorriso in volto. – Il mare! –
    - Lo vedevamo tutti i giorni, da Twilight – disse Riku con tono quasi paterno. – Perché ti meravigli? –
    - L’hai mai visto così azzurro? – s’indispettì Sora. – Io no! –
    In effetti, ora che guardava bene, Riku vide che il mare era una distesa cristallina e quasi trasparente: era possibile vedere benissimo fino a dieci metri di profondità.
    - Che spettacolo…. – si lasciò scappare Riku.
    Xion corse verso la banchina del porto con la meraviglia negli occhi, assieme a Naminè che camminava piano.
    Su consiglio di Altair, prima di partire avevano tutti cambiato vestiti: ora avevano nuovamente i loro abiti, accuratamente ricuciti, che avevano prima che accadesse quel putiferio. Allen, suo malgrado, fu costretto a non mettere la sua divisa da Esorcista, mettendo una semplice camicia bianca con pantaloni neri.
    - Io vi consiglio di camminare mano nella mano – ridacchiò Ezio.
    - Di’ un po’, vuoi un pugno tu? – protestò Allen, scocciato dalle continue provocazioni dell’italiano.
    - Bimbe? - tagliò corto Altair alzando una mano, di spalle.
    Tutti ammutolirono all’istante. A quanto pareva, il senso dell’umorismo di Altair era prossimo allo zero assoluto.
    Xion intanto ammirava i pesci con Riku e le altre ragazze. Sora tirò Allen verso di loro per calmare le acque.
    - Non farti riconoscere, Ezio – disse sarcasticamente Altair mentre parlava col barcaiolo.
    - Scusi, Maestro. Sarò più educato, d’ora in avanti – rispose contrito Ezio.
    - Vorrei tanto crederci… - replicò l’altro Assassino studiando la nave. Era un bel galeone, di sicuro avrebbe retto una tempesta dell’oceano, ma non era di quello che si preoccupava. Di quei tempi, non era la natura la cosa peggiore di cui preoccuparsi. In mare, Gea non aveva alcun potere…
    Era sua sorella, Calypso, a comandare sulle crudeli acque dell’oceano.
    Ma anche in quel caso, lo preoccupavano di più i terribili esseri che avevano invaso il loro mondo. L’Akatsuki, i Tredici… Cosa volevano davvero? Perché erano giunti lì? E perché le Chiavi, in silenzio, si spostavano con loro?
    Era sicuro che ci fosse un centro, ci fosse una chiave di volta per comprendere questo mistero.
    - Donne a bordo! Tre! Che follia! - protestò aspramente uno dei marinai.
    - Qual è il problema, di grazia? – rimbeccò Ezio.
    - Portano male le donne a bordo, è risaputo! – proseguì quello mentre Kairi si avvicinava minacciosamente.
    - Allora cedeteci la vostra nave. Siamo abbastanza per formare un equipaggio… - propose Ezio con voce accattivante.
    Il marinaio lo guardò astiosamente, fissando con odio le ragazze.
    - Questa credenza è più radicata di quanto credessi – si rassegnò il giovane italiano. – Che si fa, ora, Maestro? –
    - Non possiamo corromperli col denaro, quindi non ci resta che convincerli con le cattive. In tempi di caos, tutte le superstizioni sono buone per fare i capricci – rispose Altair annoiato.
    Aveva già tirato fuori la spada, quando sentì uno dei marinai urlare: bloccò Ezio che era sull’attenti, spingendolo indietro.
    - Raduna i ragazzi, non farli allontanare o disperdere. Tenete Sora tra voi! – esclamò perentorio, ricevendo obbedienza immediata. Gli dispiaceva per quei marinai, ma non poteva rischiare l’integrità della nave in un combattimento. Era la loro unica chance di lasciare subito il continente di Midgar, alla volta di Spira. Stette a spada puntata, pronto.
    Silenzio.
    Silenzio.
    Vento.
    Non c’era più nessuna traccia del nemico?
    No, non poteva essere così semplice.
    La lama nascosta era già estratta.
    - Temo che la vostra fuga termini qui – disse una voce viscida.
    Dalla passerella della nave, scesero due strane figure.
    Ammantate di nero, a nuvole rosse.
     
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  2. xander.XVII
     
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    Letto solo ora XD
    Molto bello, hai ampliato la narrazione sull'Akatsuki(non vuol dire Organizzazione dell'Alba a proposito? O.o) e sul passato di Altair ,interessante anche il particolare di Gea , molto ben scritto, nessun errore , buon sintassi e scorrevolezza del testo perfetta.
    Bueno :ahsi:
     
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  3. Nyxenhaal89
     
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    Grazie per il commento Xander X3
    No, Akatsuki vuol dire Luna Rossa, però non so perchè non l'abbiano resa così.... Forse perchè ricordava l'islam?
    Ma non credo, sarebbe ridicolo XD
    Comunque sono contento che sia piaciuto, ho quasi finito il quindicesimo capitolo..... comunque presto farò fare una piccola comparsa a Kakuzu XD Ma se vuoi vederlo cambattere, dovrai aspettare ancora XD
     
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  4. Nyxenhaal89
     
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    15: Gea Liberata

    Altair rimase immobile, senza muovere un muscolo davanti ai due Ninja che terminavano la loro discesa trionfale in assoluta calma. Grazie alla sua innata abilità di analisi, studiava il nemico, sebbene non fosse facile: emanavano un pericoloso alone di potenza, mai avvertito prima. Si chiese dove li avrebbe portati lo scontro, stavolta. Il primo scontro con l’Akatsuki e l’Organizzazione XIII era stato disastroso, e il secondo aveva avvicinato la disgrazia: disgrazia di cui Sora portava ancora un marchio vivo.
    Ma stavolta era diverso. C’era lui, Altair, a difendere le Chiavi. Non avrebbe mai permesso, a nessuno di loro, di metterci le mani sopra.
    - Dite i vostri nomi – ordinò Altair abbassando l’arma, ma tenendola puntata sul nemico.
    - A che serve dire i nostri nomi? – disse l’uomo dalla voce viscida. Portava un cappello dalla forma di un cono appiattito, con diversi nastri bianchi al bordo, che coprivano il volto di chi lo indossava. Ai lati del copricapo sentivano distintamente il suono di piccoli campanelli. L’altro uomo, invece, restava immobile, ma di umano non aveva nulla: il suo aspetto era bizzarro e inquietante, abbastanza da far pensare a Sora ad un qualche film dell’orrore. Sembrava un uomo inghiottito da una pianta carnivora. Il corpo snello e muscoloso, apparentemente nudo, era bianco a sinistra e nero a destra, e coperto solo da poco più in basso delle clavicole dal manto nero: l’uomo non sembrava avere le braccia. Ma non era quello, o i capelli verdi, nemmeno gli occhi gialli che lampeggiavano come fanali, soprattutto quello destro-l’unica parte luminosa-, ad inquietarli: era la presenza di due enormi, altissime foglie, simili appunto alla bocca di una pianta carnivora, concave e irte e frastagliate in modo da sembrare davvero una pianta che inghiottiva un uomo.
    - Che diavolo ha quello lì? – disse Riku avvicinandosi. Altair lo bloccò con un braccio.
    - Non avvicinarti – disse.
    - Voglio combattere anch’io! – esclamò Sora estraendo la sua Catena Regale, con la mano sinistra. – Posso usarla con la sinistra, non preoccupatevi per me! –
    - No – smentì Altair. Sora fece per protestare, ma Allen lo bloccò.
    - Non fraintendermi per quello che dirò – disse l’Esorcista. – Ma in questo momento, nelle tue condizioni, saresti solo… un peso – ammise, ma senza rifacciargli qualcosa, e senza guardarlo negli occhi. – Ti proteggerò, non temere –
    Sora guardò i nemici, senza degnarlo di uno sguardo, sentendosi ferito dalle sue parole.
    Lui non era un peso…
    …era stato grazie a lui se il Numero XIII se n’era andato!
    No, non era vero.
    Era stato merito di Roxas. Della potenza spaventosa del suo attacco.
    Allen si limitò a guardarlo, con i sensi di colpa che avanzavano rapidamente.
    - I vostri nomi mi saranno utili, quando dovrò mandarvi a salutare i vostri cari nell’Oltremondo – rispose l’Assassino quando quelli si rifiutarono nuovamente di dire i loro nomi.
    - Non sai che porta sventure, dire il proprio nome a chi sta per morire? – asserì l’uomo viscido, togliendo il cappello. Nemmeno lui scherzava, sulle stranezze. La sua pelle era tra il biancastro e il violaceo, e aveva anche lui gli occhi gialli, decorati da sottili curve di trucco viola agli angoli. I suoi capelli erano lunghi e unti, e aveva un orrendo sorriso stampato in volto, accentuato da canini oblunghi e il naso sottile e appiattito.
    Sembrava una serpe, sensazione confermata dall’oscena leccata alle labbra che si diede con la lunga lingua.
    - Le Chiavi, per cortesia – sibilò.
    - No – disse Altair puntando la spada, stavolta parallela al volto.
    - Immaginavo che non avreste collaborato – scosse la testa. –
    - Orochimaru, non abbiamo molto tempo. L’Organizzazione potrebbe trovarci - disse l’uomo-pianta con una strana voce dura. Orochimaru parve contrariato da quell’uso così libero del suo nome.
    - D’accordo, Zetsu - disse rimarcando sul nome dell’altro. – Allora dammi una mano. Prendi le ragazzine, io penso agli altri –
    - Chissà come mai - disse sarcastico Zetsu con una voce del tutto diversa, che sembrava quasi provenire dalla metà bianca del suo corpo.
    Che fosse una sorta di personalità doppia?
    Dato che Orochimaru non rispondeva più alle sue provocazioni, Zetsu si lasciò andare… affondando sottoterra.
    - Cosa… - sussultò Kairi.
    - State attente! Allontanatevi! – esclamò Ezio.
    - Ezio, pensa a loro e a quella specie di abete! – ordinò Altair. – Io mi occupo di questo qui… - disse omicida.
    Orochimaru sbuffò un sorriso e inclinò la testa all’indietro; un secondo dopo, sputò letteralmente un lungo pugnale d’acciaio. Altair era pronto; estrasse uno dei suoi pugnali da lancio e lo tirò esattamente sulla punta di quello dell’avversario, facendoli saltare entrambi.
    - Interessante. I tuoi riflessi sono formidabili, Assassino. Ma perché non ti sei spostato? – chiese col suo orrendo sorriso in volto.
    Altair fece un sorriso feroce a sua volta, abbassandosi.
    - Va’ all’inferno, demone – sibilò Allen.
    Orochimaru spalancò gli occhi, inorridito. Non l’aveva previsto….
    E dov’era l’altro coi capelli argentati?
    Fece per spostarsi, ma si sentì immobilizzato da un atroce dolore all’addome; guardò in basso, vedendo una grossa lama nera spuntare dal manto.
    - Maledetti….! – ringhiò, mentre il cannone dell’Innocence di Allen sparava un velocissimo proiettile di energia sacra su di lui, colpendolo in pieno al torace, nello stesso istante in cui Riku completava il fandente; il corpo di Orochimaru si spezzò in due, la metà superiore scaraventata violentemente contro i pali della banchina.
    - Ecco che succede a gonfiarsi troppo – disse Riku mettendo la spada in spalla con un largo sorriso. – E’ stato facilissimo, stavolta. Siamo fortissimi! – esclamò compiaciuto.
    - Non cantare vittoria, quando essa ti è sembrata facile – avvisò Altair, andando a controllare la carcassa inerte del Ninja.

    Ezio fece appena in tempo a spostare Xion e Naminè, che la sagoma di Zetsu schizzò fuori dal terreno come un albero a crescita istantanea. Kairi fece diverse giravolte all’indietro per allontanarsi, con un’agilità tutta nuova: era come se il risveglio della Catena Regale avesse svegliato i poteri sopiti delle altre Chiavi.
    - Non preoccupatevi troppo delle vostre vite, Custodi. Noi vogliamo solo le Chiavi. Voi diverrete cibo, niente di più - disse il Zetsu nero.
    - Ah, questo mi conforta… - disse Kairi sarcastica. – Sarò ancora più invogliata a farmi battere, sai? – disse caricandolo. Ma sebbene si sforzasse, Zetsu era coriaceo come una sequoia: non c’era verso di scalfire la sua pelle. L’essere si rifugiò nuovamente sottoterra, mentre Kairi si muoveva tutt’intorno per non farsi prendere.
    - Non riesco a controllare i suoi movimenti… - disse Naminè, contrariata. – Esula dai miei poteri… -
    - Forse dobbiamo solo tenertelo fermo – disse Xion ottimista. – Dacci qualche minuto! –
    - Cos’hai in mente? – chiese Ezio. – Se hai un piano, è ora di realizzare le mie aspettative –
    - Aspettative? – ripetè lei.
    - Sì, mi sei sempre sembrata una ragazza intelligente… - rispose vago l’Assassino in tono che evidentemente reputava accattivante e affascinante.
    - Hm…. – si limitò ad arrossire lei. – COMUNQUE - si scosse. – Naminè è l’incarnazione di Gea, con il bracciale… no? – esordì. – Quindi, essendo che quell’uomo è una pianta… -
    - Mi sembra un po’ troppo facile, ma potresti avere ragione – intervenne Kairi. – Personalmente, ho sempre preferito altri sistemi per liberarmi delle erbacce –
    Zetsu ricomparve, inaspettatamente, proprio davanti a Naminè.
    - Gea - ripetè la metà bianca.
    Una stalagmite di roccia spuntò dal terreno, evitando per poco il Ninja, che scomparì nuovamente sottoterra.
    Un attimo dopo, decine di enormi rampicanti sbucarono dal terreno, saettando e schioccando come fruste verdastre e spinose.
    - Merda! – imprecò Kairi. – E’ passato al contrattacco! –
    Naminè allargò le braccia: quasi contemporaneamente, altri rovi, bianchi come la neve, stritolarono quelli di Zetsu, polverizzandoli.
    Capirono che ormai era una lotta tra la Terra e il suo servo ribelle.
    E in poco tempo, le due forze scatenarono una battaglia di proporzioni oltreumane: pur restando sottoterra, Zetsu invocava altri rovi, e alberi, e nubi velenose, a cui Naminè rispondeva con la durezza della roccia. Frecce di legno e di pietra si scontravano, mentre i due signori accendevano sempre di più i loro animi. Naminè non sembrava quasi più lei: i suoi occhi erano diventati completamente bianchi, come fosse in trance.
    - Incredibile… - ammirò Xion.
    - Ma non abbastanza – negò Ezio guardandosi attorno. – Sono sicuro che si tratta di un tranello –
    - Infatti - disse Zetsu legando Kairi con i rovi, spuntando dal nulla dietro di lei.

    Altair si avvicinò cautamente al cadavere mozzato di Orochimaru. Proprio come, a sua insaputa, il suo allievo stava pensando per Zetsu, così anche lui sapeva che non poteva essere tanto semplice. Come potevano farsi sconfiggere così facilmente i semidei che avevano retto il confronto con l’Organizzazione XIII per secoli?
    Era un evidente controsenso.
    Si inginocchiò sul cadavere, toccandogli la carotide.
    Sembrava effettivamente morto…
    Poi Riku gridò. – ALTAIR! – L’assassino si girò e vide una spada lunghissima e piatta spuntare dal terreno, dritto contro Allen e Sora.
    - ALLEN! SCANSATI! – ruggì Riku cercando di spezzare la spada con la Via per l’Alba: Allen non lo ascoltò. Da qualunque parte arrivasse quella spada, non poteva scansarsi e lasciare Sora da solo. Emise un sussulto simile a un ringhio, muovendo l’Innocence, che fu improvvisamente coperta da un lungo mantello argenteo che usciva… dal braccio sinistro?
    - Sora! – chiamò Allen tirandolo sotto quell’inaspettata copertura: la spada proseguì la sua corsa, e Allen si tenette stretto al ragazzo, mentre ormai il mantello ricopriva entrambi i loro corpi. – Tieniti! – avvisò: nello stesso istante la spada colpì il mantello….

    E, sovrastando l’urlo di Riku, si frantumò.

    Altair guardò con orrore il corpo di Orochimaru: la testa era scomparsa sottoterra! La spada si ritirò, e la testa del Ninja rispuntò.
    - Vi ho sottovalutati – sibilò con un sorrisetto mellifluo. - Ma in fondo per uno scienziato è naturale testare tutto ciò che lo circonda… -
    - E tu saresti uno scienziato? – disse Altair puntandogli la sciabola alla gola. Ricordava gli scienziati che aveva affrontato, come quel maledetto Garniero di Naplusa, quel medico pazzo che usava erbe allucinogene sui pazienti per creare un esercito…
    - Sì. E ora ti mostro dove può arrivare la mia scienza… - rispose Orochimaru sorridendo feroce.
    Orripilati, videro il corpo mozzato di Orochimaru muoversi da solo: il torso si eresse, tenendo le mani per terra. Orochimaru spalancò la bocca, da cui presero a fuoriuscire fiumi di bava; Altair vide dei capelli uscire da lì, seguiti da una testa, un collo…
    Riku rimase stordito.
    Dalla bocca di Orochimaru, arracante, stava uscendo un altro Orochimaru.
    - Altair! – chiamò inorridito. – Che facciamo? –
    L’Assassino non perse tempo e menò un fendente con la sua spada, ma non riuscì a colpirlo, attraversandolo in pieno.
    - Ma che diavoleria….!- sbottò allontanandosi verso Riku. – Sta’ indietro – ordinò mettendolo dietro il proprio braccio. – Non attaccare –
    Il corpo mozzato emetteva disgustosi gemiti gorgoglianti, mentre un gocciolante Orochimaru prendeva lentamente possesso della vita, tirandosi fuori con le braccia. Ormai anche le gambe stavano uscendo. Col cuore palpitante, disgustati, i quattro combattenti videro il nuovo corpo uscire allo scoperto, alzandosi come se nulla fosse, vestito di tutto punto come il precedente. Gli occhi gialli di Orochimaru li fissavano nuovamente, più vivi che mai, coperti dai capelli unticci ancora bagnati dalla bava del precedente, che ora giaceva per terra con la bocca spalancata, simile ad una maglietta gettata ai piedi del letto.
    - Ha…. – boccheggiò Allen. – Ha fatto la muta? – realizzò.
    - La… La muta? – ripetè Sora. – Ma…. è un serpente? –
    - Indovinato – ridacchiò Orochimaru, con ancora le braccia penzolanti. – Io sono il Ninja dei Serpenti. Sono l’ultimo dei Tre Ninja Leggendari del mio mondo –
    Sora si scoraggiò. Era leggendario? Quindi era ancora più forte degli altri? Allora che speranze avevano?
    Preoccupato cercò lo sguardo di Allen. Si rese conto, ancora una volta, che non era cambiato affatto. Non pensava a Roxas solo perché si stava affidando ad un’altra persona.
    Era sempre il solito, debole Sora…
    - Be’, io non credo alle leggende – asserì Riku mettendo la spada in guardia.- E amo sfatarle una per una – sorrise combattivo. Sfuggì al controllo di Altair e corse, spada puntata, diritto contro il nemico.
    Orochimaru sorrise.
    Riku tirò i fendenti con tutta la sua forza, i muscoli delle braccia che si flettevano e rilassavano a velocità incredibile; la tecnica insegnatagli da Kanda era perfetta, ma sembrava che Orochimaru fosse invulnerabile… o meglio, imprendibile. Infatti, nonostante tutti i suoi sforzi, Riku non riusciva nemmeno a sfiorarlo; all’ultimo secondo utile, il corpo di Orochimaru, che sembrava preticamente privo di ossa, si abbassava, alzava, curvava, evitando tutti i fendenti che il ragazzo tirava con grande consumo di energie.
    - Riku, smettila! – ordinò Altair correndo incontro ai due. – Non serve a niente! Ritirati prima che contrattacchi! –
    Riku gioì quando la sua spada riuscì finalmente a toccarlo, ma la sua contentezza divenne presto orrore.
    Non l’aveva toccato, era stato Orochimaru a fermare la Via per l’Alba. Tendendo il braccio, aveva fatto uscire un groviglio di serpenti velenosi, che circondarono e paralizzarono lo spadone di Riku impedendogli di muoverlo.
    - Se ti allontani lasciandomi la Chiave, prometto che non ti ucciderò – disse falsamente Orochimaru.
    Il ragazzo non si mosse.
    - Io… - esordì facendo forza per tirare via la spada – Non so per quale motivo quest’arma abbia scelto me - In lontananza si sentivano i combattimenti di Zetsu e Naminè, simili ad un uragano nella foresta. – Però so che un guerriero ha tre importanti princìpi a cui dedicare la propria lealtà – disse rabbuiato, fremente di rabbia.
    - E sarebbero? Combattere, Morire, e… hmmm… Morire Combattendo? – canzonò il Ninja divertito e annoiato. Aveva sentito tanti bei discorsi, un sacco di volte, ma mai qualcuno che li mettesse in pratica e li trasformasse in azioni. Ecco perché l’Akatsuki e l’Organizzazione XIII si combattevano: erano entrambe spinte dallo stesso desiderio, affrontarsi perché facevano seguire i fatti alle parole.
    - Il primo, è la famiglia – rispose Riku fissandolo gelido coi suoi occhi giada. – Il secondo, il suo paese. E terzo… - torse la Via per l’Alba nel groviglio, facendo uscire sangue viola sotto gli occhi interdetti di Orochimaru. L’occhio chiuso che stava sull’elsa della spada si aprì improvvisamente, come risvegliatosi da un lungo sonno. La spada divenne incandescente, attraversata da fiamme viola e oro. – LA SPADA! – ruggì estraendola con forza incredibile dalla massa di serpi, facendoli a brandelli. L’occhio adesso brillava, verde come quelli di Riku. Orochimaru balzò all’indietro, facendo dissolvere i serpenti rimasti. La mano gli sanguinava, e sembrava che mancassero due lunghe dita.
    - Quindi, comprendi – continuò Riku puntando la Via per l’Alba sul nemico – Perché non posso lasciartela? –
    - Hai proprio valutato bene i miei insegnamenti, Riku – sorrise Altair andandogli vicino.
    - Cos’è successo alla spada, Altair? – chiese lui serio, senza togliere gli occhi dal nemico.
    - Si è svegliata – disse l’islamico. – Esattamente come il Bracciale di Gea. Ma ti spiegherò dopo, adesso abbiamo un problema di cui occuparci –
    Orochimaru guardò i due, gelido.

    Lo scontro tra Naminè e Zetsu non prendeva assolutamente la piega da una parte o dall’altra, restava in stallo, poiché entrambi non facevano altro che contrattaccare; sebbene Naminè ce la mettesse tutta, le difese di Zetsu erano più che sufficienti a fermare l’Incarnazione di Gea. L’inquietante inespressività facciale del Ninja acuiva la loro sensazione di sconfitta imminente. Per fortuna, Ezio e Xion riuscirono a mettere in fuga Zetsu e liberare Kairi, che era diventata cianotica. Adesso, la ragazza stava al loro fianco, con ancora i segni dei tralicci sul corpo e l’espressione inferocita.
    - Naminè ha bisogno di una mano – disse Ezio cercando di sparare a Zetsu con la sua pistola rinascimentale, invano; gli scudi di corteccia sembravano inespugnabili. – Qualcuno ha idee? –
    Xion scosse la testa.
    - Questo bastone non è così utile come diceva Altair – disse delusa.
    - E io non posso certo saltare fin lassù – aggiunse Kairi. Zetsu infatti si lasciava trasportare dai suoi rampicanti, in alto; forse, diventava lui stesso un rampicante. – Maledizione – imprecò. – MALEDIZIONE! – sbattè il pugno sul terreno. – Non posso credere che l’arma di Riku si sia svegliata! Perché la mia no? Cazzo, vuole forse dire che devo essere stupida quanto lui?! – ringhiò.
    - Ehm…. K…Kairi…. – sussultò Xion indicando il terreno. – G…Guarda! -
    Guardando davanti a sé Kairi vide un filino di fumo, di cui seguì l’origine….
    Veniva dalle sue nocche.
    - MACHECCAZZ… - imprecò scuotendo la mano spaventata. – Mi… MI VA A FUOCO LA MANO! – Infatti, il guanti erano diventati rosso rubino, circondati anch’essi da fiamme, ma rosse e oro: le chiavi incrociate erano diventate dorate.
    - Stiamo assistendo al risveglio delle Mani dell’Ardore! – esclamò Ezio festante. – Siamo a cavallo! –
    - E perché mai? – chiese Xion guardando Kairi preoccupata: ormai, le sue mani erano avvolte nel fuoco.
    - Prendono l’elemento che più contraddistingue la personalità del loro possessore –
    - Ah, ho sempre saputo di essere una donna focosa – ridacchiò Kairi battendo il pugno sul palmo.
    - Kairi, cosa vuoi fare? – chiese Xion vedendo l’amica battagliera.
    - Avevo detto che ho un modo tutto mio per sistemare le erbacce, no? – disse beffarda la ragazza. – Bene, io le erbacce le brucio! SPOSTATI, NAMINE’! –
    Naminè si voltò appena in tempo per vedere le mani fiammeggianti di Kairi scagliarsi sul rampicante dove stava appollaiato Zetsu, incendiandolo. Zetsu saltò via su un’altra pianta, ma Kairi non gli dava tregua, continuando a toccare e incendiare tutto ciò di vegetale che trovava. In breve, la zona dove combattevano pareva un inferno.
    Ezio osservava soddisfatto. Adesso, tre delle sei Chiavi si erano attivate. Il che voleva dire, che sarebbero stati in grado, forse, di cominciare a tener testa all’Organizzazione XIII…
    Zetsu era con le spalle al muro. Non aveva più modo di evadere da quella prigione di fiamme, se non cercare di librarsi in alto, cosa anch’essa impossibile, poiché Kairi non gli lasciava spazio. Il fumo lo stava intossicando, doveva inventare qualcosa alla svelta. Ma circondato com’era da fiamme che sembravano attaccare solo lui, cominciò a capire di non avere molte speranze.
    Emise un sussulto di sorpresa quando vide un rampicante ancora non in fiamme; ci saltò rapidamente, cercando riparo da quel fuoco crudele.
    Naminè sorrise.
    - Alla fine, il servo è tornato alla padrona – disse allargando le braccia: d’un tratto, Naminè sembrò bellissima e terribile, ma non era lei: qualcosa di etereo e ultraterreno aveva preso il suo posto, rendendo la già bella ragazza stupenda e spietata come una vera dea.
    Gea si era risvegliata, in tutta la sua potenza.
    Subito, dozzine di rampicanti fiammeggianti spuntarono dal terreno, insieme a stalagmiti che schizzavano nell’aria circondando il Ninja: Zetsu cercò di fuggire, ma si trovò vincolato alla pianta dove si era posato , cercando invano di muoversi. – Ma la padrona non può perdonarti, Zetsu – sentenziò Gea.
    Gli occhi gialli di Zetsu si spalancarono; uno dei rampicanti lo tranciò in due, dividendo le metà, che caddero l’una alla parte opposta dell’altra. Cercarono di rialzarsi, ma i rampicanti tornarono giù, come lance.
    - Maledizione - dissero entrambe le voci, esauste.
    Un istante dopo, le fiamme inondarono tutto.

    - Altair! Ezio e le ragazze…. – chiamò Sora vedendo le colonne di fumo e fiamme che uscivano dal bosco.
    - Non preoccuparti – tranquillizzò l’Assassino con tono fiducioso e vittorioso. – Hanno già finito –
    - Cosa? – disse Riku sconvolto. – Hanno sconfitto quella specie di albero di Natale? –
    Orochimaru non accolse bene la notizia. Mise la mano sul terreno, quindi tornò a guardare il gruppo. Sembrava visibilmente irritato.
    - Quell’incapace di Zetsu – ringhiò. – E va bene, vuol dire che vi ucciderò tutti da solo –
    Il suo primo bersaglio doveva essere per forza quell’Assassino. Doveva ucciderlo, così il loro morale avrebbe subito un brusco calo…. non c’era altro modo per indebolirli. Persino l’altro, quello con il drappo sulla spalla, dipendeva da lui: era la loro forza.
    Quindi, eliminato Altair, tutti gli altri sarebbero caduti come mosche…
    Con un gesto simultaneo “sparò” la propria lingua al collo dell’Assassino, tirando un colpo di frusta laterale che gli permise di avvolgergliela attorno al collo, stringendo.
    - Altair! – esclamò Riku. – Ti libero subito! – Senza perdere tempo, Orochimaru mosse il braccio lanciandogli addosso un altro groviglio di serpenti. Allen non poteva muoversi, perché doveva proteggere Sora.
    - Allen, andiamo, dobbiamo aiutarli! – protestò il ragazzo alzandosi in piedi, scostando il mantello.
    - Devo proteggerti… - rispose debolmente l’Esorcista.
    - Allora proteggimi – rimbeccò Sora scappando dalla posizione con il Keyblade nella mano sinistra: la destra era inerte, troppo debole per maneggiare un’arma.
    Altair intanto cercava di liberarsi: era riuscito per un pelo a mattere un polso vicino al collo, impedendo alla lingua di Orochimaru di strangolarlo subito, ma di quel passo…
    Cercò di alzare la spada per tagliare la lingua del Ninja, ma quello la solidificò fino a trasformarla nella spada di prima, fino a poco prima del suo collo: o si lasciava strangolare o veniva sgozzato, dunque.
    Non è che avesse molta scelta…
    Orochimaru vide Sora venirgli contro: le cose non stavano andando esattamente come pianificato. Erano davvero troppi, per lui, e quel dannato Assassino non si decideva a crepare. Tirò indietro la testa, richiamando parte della lingua e facendola diventare totalmente una spada: Altair parò con la propria, finendo trascinato contro Sora e Allen, travolgendoli. Ezio e le ragazze stavano già accorrendo, e Riku si stava liberando dai serpenti. Rapido come un lampo, Orochimaru scomparve sottoterra.
    - Dove diavolo è andato? – ringhiò Riku vedendo gli altri arrivare sollevato.
    - Ehi, avete finito anche qui? – esordì Kairi leggermente ferita, ma soddisfatta. Riku la guardò un po’ preoccupato, e lei si limitò a sorridere.
    - State attenti – avvisò Altair toccandosi il collo. – E’ ancora qui –
    Naminè si concentrò e spalancò gli occhi.
    - Eccolo… - disse mettendo un pugno in mezzo alle clavicole.
    Il Ninja dei Serpenti emerse dal terreno con una sorta di ruggito, così rapido che nessuno lo vide: approfittando della loro confusione, afferrò Naminè e affondò i denti nel suo collo bianco, con sguardo feroce e famelico.
    - NAMINE’! – strillò Xion caricando Orochimaru e affondando la punta posteriore della Lancia dei Santi nel suo occhio giallo: il Ninja gridò di dolore, indietreggiando lontano da una Naminè gemente. Altair si chinò su di lei, mentre i Custodi avanzavano verso l’avversario.
    - La pagherai, figlio di puttana – assicurò Xion ribollente d’odio.
    Con l’occhio sanguinante, indebolito e stanco, Orochimaru fu sollevato nel vedere un serpente portargli un anello.
    - Bene… è tutto – sorrise. – Al nostro prossimo incontro, “Custodi delle Chiavi”…. –
    Quindi scomparve in una scia di fumo rosso, volando pigramente nel cielo. Ma prima di sparire, videro, con orrore, che la lunga spada-lingua di Orochimaru si abbattè impietosa sulla nave, spezzandola in due.
    Quindi, con una risata, scomparve tra le nubi.

     
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  5. xander.XVII
     
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    Stupendo, ottime descrizioni, battaglia concitatissima e frenetica, magnifico.
    Certo,però stai sterminando l'Akatsuki,porelli
    E dove è Kakuzu? :addit:
     
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  6. Zetsubò Bin'
     
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    non mi piace per niente questa cosa di Altair ed Ezio,che centrano con kingdom hearts?
     
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  7. Nyxenhaal89
     
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    Zetsu io sto secoli a lavorare su come far collimare i vari personaggi quando faccio una crossover e ti assicuro che ho ragionato a lungo sulla loro entrata in scena. Il ruolo di Altair ed Ezio(specialmente Ezio) verrà precisato più avanti, ma ti dico già da ora che sarà importantissimo.
    Ma allora puoi anche dire "che c'entrano allen, Lavi, Kanda, e L'akatsuki con Kingdom Hearts"?
    Assolutamente niente, ed il bello delle crossover è questo. ^__^
    Xander, grazie anche a te per il commento, e tranquillo, Kakuzu farà una prima apparizione nel prossimo capitolo. XD
    Ovviamente non sarà fedelissimo al personaggio, ma cercherò di esserlo il più possibile, promesso. XD
    Ah, una cosa che forse dovevo dire prima....
    Quando leggete una mia fanfiction, dovete praticamente dimenticare ogni cosa riguardante i personaggi di cui parla. Quando scrivo cose simili io riparto da zero, a modo mio. ^__^
     
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  8. Zetsubò Bin'
     
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    le mie critiche son solo a livello di trama,che per quanto possa essere intrigante e ben scritta la trovo troppo contorta
    SPOILER (click to view)
    quando hai scritto quelle cose all'inizio riguardo alla perdita della verginità ecc. mi son sentito male
     
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  9. Nyxenhaal89
     
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    Addirittura sentito male? O__O
    Be', volevo dare un tocco più... come dire. Maturo alla storia, diciamo, volevo renderli più umani, più... reali, per così dire.
    Comunque l'ho voluta io così contorta, in fondo è lunga, quindi se fosse tutto liscio e diretto sarebbe troppo noiosa.
    E poi ho altre cose da aggiungere XD
    Sono comunque felice tu abbia espresso il tuo parere: se leggete e non parlate, non capirò mai se le cose vanno bene o no ^__^
     
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  10. xander.XVII
     
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    Basta che Kakuzu non me lo fai morire spiaccicato :addit:
    Edit:Si si, ovviamente so che modifichi il carattere essendo un crossover, ad esempio Zetsu non s'é mai visto in combattimento no?
     
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  11. Zetsubò Bin'
     
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    CITAZIONE (Nyxenhaal89 @ 28/1/2010, 16:06)
    Addirittura sentito male? O__O
    Be', volevo dare un tocco più... come dire. Maturo alla storia, diciamo, volevo renderli più umani, più... reali, per così dire.
    Comunque l'ho voluta io così contorta, in fondo è lunga, quindi se fosse tutto liscio e diretto sarebbe troppo noiosa.
    E poi ho altre cose da aggiungere XD
    Sono comunque felice tu abbia espresso il tuo parere: se leggete e non parlate, non capirò mai se le cose vanno bene o no ^__^

    tu continua pure a scrivere,ognuno ne ha diritto,poi volevo chiederti un favore,mi commenteresti la mia fan fiction? :pwn:
    quella che trovi nella mia firma,se non ne hai voglia fa nnt^^
     
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  12. Nyxenhaal89
     
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    CITAZIONE
    Basta che Kakuzu non me lo fai morire spiaccicato :addit:
    Edit:Si si, ovviamente so che modifichi il carattere essendo un crossover, ad esempio Zetsu non s'é mai visto in combattimento no?

    Sì infatti, il bello del crossover è proprio questa possibilità di ampliare gli orizzonti di una storia e dei suoi personaggi...
    Anche se io nn credo che il potere di Zetsu sia questo XD
    Kakuzu.... ti dirò, forse lo farò sopravvivere, ma non anticipo nulla u.u

    Zetsubò, tranquillo che la commento appena posso, ho pure smesso di scrivere causa esami -.- (devo dare lingua inglese a febbraio ç__ç)
     
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  13. Zetsubò Bin'
     
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    CITAZIONE (Nyxenhaal89 @ 29/1/2010, 14:44)
    CITAZIONE
    Basta che Kakuzu non me lo fai morire spiaccicato :addit:
    Edit:Si si, ovviamente so che modifichi il carattere essendo un crossover, ad esempio Zetsu non s'é mai visto in combattimento no?

    Sì infatti, il bello del crossover è proprio questa possibilità di ampliare gli orizzonti di una storia e dei suoi personaggi...
    Anche se io nn credo che il potere di Zetsu sia questo XD
    Kakuzu.... ti dirò, forse lo farò sopravvivere, ma non anticipo nulla u.u

    Zetsubò, tranquillo che la commento appena posso, ho pure smesso di scrivere causa esami -.- (devo dare lingua inglese a febbraio ç__ç)

    fai pure con calma :ahsi:
     
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  14. xander.XVII
     
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    CITAZIONE (Nyxenhaal89 @ 29/1/2010, 14:44)
    CITAZIONE
    Basta che Kakuzu non me lo fai morire spiaccicato :addit:
    Edit:Si si, ovviamente so che modifichi il carattere essendo un crossover, ad esempio Zetsu non s'é mai visto in combattimento no?

    Sì infatti, il bello del crossover è proprio questa possibilità di ampliare gli orizzonti di una storia e dei suoi personaggi...
    Anche se io nn credo che il potere di Zetsu sia questo XD
    Kakuzu.... ti dirò, forse lo farò assolutamente e nel modo più irrevocabile e ineccepebile ed inappellabile sopravvivere, ma non anticipo nulla u.u

    :ahsi:
     
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  15. Nyxenhaal89
     
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    Maxandeeeeer! XD *Demyx Mode*
     
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322 replies since 30/6/2009, 14:51   3558 views
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