"Vedo la gente morta"

Gen: Horror, fantasy, erotico par:Akuroku ( e tanti altri XD) note: Yaoi e non.

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  1. axel36
     
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    l'avevo detto io che era naminè...bel cap lady
     
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  2. ~ Lady•Yaoi
     
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    viva l'intuizione, Axel36, bravo! XD
    grazie!
     
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  3. Dark Roxas 90
     
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    bellissimo capitolo lady
    :uhm: da come l'hai descritta e dal suo comportamento cominciano a venirmi strane idee su naminè
     
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    Fuoco crepuscolare che mai si estinguerà

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    Tesoro mio bello! Tu aggiorni e non mi dici niente?!
    Bellissimo capitolo, Naminé è descritta molto bene! A però sembra quasi un fantasma... :look: Voglio il seguito al più presto, sono curiosha!!!!^^
     
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  5. ~ Lady•Yaoi
     
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    grazie dark roxas!!! ^^
    amola, aggiorno ogni venerdì!! XDXD
    grazie mileeeee! ^^ *corre sui muri*
     
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  6. mikimpazzita
     
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    *picchia Lady con il frustino*
    Nemmeno a me avevi detto che aggiornavi!!!
    :alkz:

    Comunque, il capitolo è bellittimo...
    E ho un'ideuzza, ma te ne parlo in msn.. xD
    :look:
     
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  7. #Riku#
     
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    Lady, grazie per avermi avvertito sull'aggiornamento, così mi sn letto tre capitoli di seguito!! cattiva!!!
    Comunque è molto bella come fic!!
    E namine sembra mooolto macabra *me paura*
    Fosse un fantasma?..O_O
    bah vedremo...adesso vado..ciao amola!!! ^__^
     
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    ~Bridges Burned

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    c'ero andata vicina... la figlia del eccetra eccetra è simile a naminè... scusa se nn ho commentato subito! bel capitolo... ne voglio ancora!
     
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  9. ~ Lady•Yaoi
     
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    *si rintana in un angolino perchè tutti le fanno la bua*
    adesso sapete che aggiorno ogni venrdì! :soso:
    grazie mille a tutti!!!!! *________*
    *corre sui muri*
     
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  10. ~ Lady•Yaoi
     
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    Eccomi qui con un nuovo chappy!!! ^^ spero mi perdoniate se sarà piuttosto deludente e non ben scritto, ma non sono riuscita a scriverlo in un altro modo!!! Mi farò sicuramente perdonare con il prossimo, promesso!!! ^^ come sempre, grazie a tutti quelli che lo leggeranno 

    Capitolo 6. Le verità nascoste.

    Troppe domande, troppo silenzio, nemico della situazione.
    Il silenzio a volte è peggio del rumore che, perlomeno copre il brulicare dei pensieri, che affollano la mente e col loro brusio martellano il cervello.
    Roxas non se la sentì di far ritorno a casa e vagò senza una meta precisa, senza accorgersi che stava abbandonando il sentiero, spingendosi dove la vegetazione era più fitta e dove i raggi del sole penetravano con fatica attraverso quei rami, che sembravano voler respingere la loro unica fonte di vita.
    Gli alberi curvavano il tronco gli uni verso gli altri, come se si fossero uniti per impedire che l’oscurità che avevano creato si rischiarasse e che la luce riportasse il colore in quel bosco grigio e morto.
    Se Roxas avesse alzato lo sguardo prima di addentrarvisi, senz’altro avrebbe fatto dietrofront, ma i pensieri non gli permisero di distrarsi nemmeno per un momento.
    Qualche minuto dopo (o forse ore?) fu come se si fosse risvegliato da una lunga catalessi, durante la quale non aveva avuto nessun controllo delle sue gambe, che avevano continuato a camminare, instancabili.
    Si guardò intorno, saettando lo sguardo da un albero all’altro, nel tentativo di orientarsi.
    “Dove sono finito? È praticamente buio qui, ma che ora ho fatto?”
    Diede un’occhiata al quadrante dell’orologio da taschino donatogli dal padre: l’una del pomeriggio.
    “Se non sbaglio sono uscito alle dieci, questa mattina... Sono stato fuori tre ore spaccate senza rendermene conto! Da quanto cammino in questo...questo posto?” .
    Si strinse nelle spalle, mentre cercava di trovare un punto di riferimento che gli consentisse di capire almeno da che parte era venuto. Inutile. Anche se in cuor suo nutriva qualche speranza, ormai era ufficiale.
    Si era perso.
    Perso in quello spazio per lui immenso, dimenticato da Dio probabilmente da troppo tempo.
    Percorse pochi metri, avanzando nel terreno cosparso di foglie secche e increspate, che si sbriciolavano con un suono simile ad un lamento sotto le sue scarpe.
    “Un momento... Non mi posso essere allontanato così tanto. Non mi sono perso, non mi sono perso, non mi sono perso!” Ripeteva quella litania nella sua testa, tentando di placare i battiti del suo cuore, che crebbero fino a ferirgli il petto.
    Aguzzò la vista e cercò di sbirciare oltre la grande distesa di alberi, sperando di scorgere oltre di essi un segno di civiltà.
    “Niente. Niente, maledizione!” Era così agitato che credeva di dover dare di matto di lì a poco.
    “Questo silenzio, poi... Questo fottutissimo silenzio! Non lo sopporto!”.
    Niente si muoveva, niente era scosso da un filo di vento, nessun animale attraversava quella selva desolata. Tutto era immobile come una fotografia, come un set dipinto di un film dell’orrore.
    Ogni parte del corpo di Roxas fu scosso da fremiti improvvisi, che non fu in grado di controllare.
    “Perché ho così paura? Perché ho questa strana sensazione? Come se mi osservasse qualcuno...”.
    Ad un tratto, spalancò gli occhi e il labbro inferiore tremò.
    C’era qualcuno o qualcosa alle sue spalle.
    Non aveva sentito nulla e non sapeva spiegarsi come facesse a saperlo, ma qualcosa si era materializzato dietro di lui e attendeva solo che si voltasse.
    “Che faccio? Mi giro? Scappo? Che stupido, sono stato! Non avrei nemmeno dovuto uscire di casa!”
    Una voce interruppe i suoi pensieri, che li sentì esplodere come una bomba. Fu un miracolo se la anche la testa non seguì il loro stesso destino.
    - Che cosa ci fai qui?-.
    Il suono vellutato della voce di Namine fu come un gargarismo d’angelo per Roxas, che si voltò correndo istintivamente verso di lei per abbracciarla. La ragazza però lo schivò, assumendo un’espressione sorpresa e lievemente impaurita.
    - Namine! Grazie al cielo! Credo di essermi perduto. –
    - Questo penso di averlo intuito.- Disse sospirando leggermente e alzando gli occhi verso il cielo, nascosto dalle folte chiome degli alberi.
    Solo in quel momento, Roxas si rese conto della figura che aveva fatto di fronte all’amica. Arrossì violentemente, dandosi mentalmente dello stupido.
    Namine lo osservò, socchiudendo leggermente gli occhi come per studiarlo e si avvolse una ciocca bionda attorno al piccolo dito.
    - Come hai fatto a venire fin qui? Mi stavi seguendo?-. Chiese poi con tono indagatore, chinando il busto in avanti.
    - No. Non sapevo nemmeno che fossi venuta da questa parte. A dire il vero, ho visto pure che correvi nella direzione opposta a questa.-.
    - Hai un’ottima memoria, non c’è che dire.-
    - Ehm, grazie...-.
    Ad un tratto, un dubbio lo assalì: - Ma come hai fatto ad arrivarmi dietro? Qui c’è un silenzio di tomba, oserei dire irreale. Come ho fatto a non sentirti arrivare?-
    Namine si strinse nelle spalle e scosse la testa, volgendogli uno dei suoi sorrisi. – Avrai una bella memoria, ma hai anche un punto debole...-
    Le foglie si sbriciolarono come biscotti sotto i sandali azzurri delle ragazza mentre si avvicinava al biondino, che la osservava con espressione interrogativa.
    Sfiorò con le labbra l’orecchio sinistro del ragazzo, che sentì il suo fiato gelido vicino al lobo. Era strano. Non lo aveva toccato, ma Roxas sentiva su di sé il freddo che lei emanava dal suo corpo, attanagliante e glaciale come un inverno senza fine.
    “Di nuovo quella bruttissima sensazione?”.
    -Sei troppo sordo!- Gli urlò tutto ad un tratto la ragazza, cogliendolo di sorpresa e facendolo sobbalzare.
    - Ahia!- Esclamò portandosi un palmo sull’ orecchio dolente. Non avrebbe ma detto che Namine potesse urlare in quel modo.
    La ragazza rise divertita mentre si passava con due dita uno spesso strato di fondotinta, che però non nascose ancora del tutto il suo pallore, così fittizio e...disumano.
    Roxas si accorse che dal loro primo incontro, era diventata ancora più bianca, ma di un bianco sporco. Simile al grigio.
    Un lungo brivido gli percorse tutto il corpo e indietreggiò di qualche passo, intimorito da quella nuova figura che aveva davanti agli occhi.
    Come se avesse seguito il filo dei suoi pensieri, tutto a ad un tratto, la ragazza smise di ridere e gli occhi tornarono di nuovo colmi di tristezza e opachi come il cielo cosparso di nuvole.
    Non era più il ritratto dell’innocenza, ora appariva come un’anima in pena, e il suo tormento non si leggeva solo negli occhi, ma anche nella sua voce, in ogni suo tratto.
    - Ti ho spaventato? Stai bene?-. Domandò visibilmente preoccupata, con voce tenue.
    - Tu, piuttosto. Sei sicura che vada tutto bene? Sei pallida, incredibilmente pallida...e quel freddo che emani...Dovresti perlomeno coprirti di più, lo sai?-.
    Quelle parole furono come una pugnalata per Namine.
    Infilò la mano nella borsa ed estrasse il più velocemente che poté il solito specchietto, cercando nel suo riflesso i segni che il ragazzo aveva colto. Tentò di ridurre al minimo la sua agitazione, ma il respiro affannoso e la mano tremante che reggeva quasi a fatica lo specchio, tradivano il suo intento.
    - Sto benissimo, non ti preoccupare. Deve essere solo un malore di stagione!- Si affrettò a dire con un tono che non ammetteva repliche.
    Volse lo sguardo da un’ altra parte, evitando le occhiate indagatrici che il ragazzo le lanciava.
    - Se vuoi tornare a casa, voltati e cammina sempre dritto, non deviare mai. Se seguirai le mie indicazioni, ti troverai esattamente davanti a casa tua. Addio.-
    Roxas non ebbe il tempo nemmeno il tempo di salutarla; Naminè scattò alla sua destra e corse spedita verso il folto del bosco, che sembrava avvolgerla nelle sue grinfie con una presa invisibile, come una mosca quando non si accorge di essere finita nella tela del ragno.
    La chiamò più volte, urlando il suo nome fino a perdere quasi la voce.
    Namine non si voltò mai. Scomparve in poco tempo, portando con sé il freddo che aveva impregnato le membra del biondino, ora completamente irrigidite e incapaci di contrarsi. Si sentiva come una statua appena scolpita nel duro e freddo marmo. Ma ciò che era stato scolpito in lui, era ben altro: la tremenda e macabra sensazione di morte che aveva avvertito mentre le parlava.
    Era incapace di pensare, era incapace persino di credere che quel che si era svolto in quei cinque minuti era realmente accaduto. Rimase così, con lo sguardo fisso in un preciso punto, ma senza realmente vederlo, aspettando solo che la forza per voltarsi e tornare a casa gli tornasse.
    Il vento si fece strada fra i rami degli alberi, giocando timidamente con le loro foglie, che risposero con una danza sempre più esaltata a quel contatto invisibile. I capelli di Roxas ebbero lo stesso trattamento e ciuffi biondi e già scompigliati di loro, si dimenavano sul suo capo, quasi avessero una volontà propria.
    - Arrivederci, Namine.-
    Perché sapeva che si sarebbero incontrati ancora.

    fine...lo so che non è affatto il massimo cone capitolo...farà del mio meglio affinchè il prossimo sia decisamente molto meglio!!!!!! grazie a tutti :)

     
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  11. Naminè94
     
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    Ma... ma questo capitolo è stupendo! Sei troppo autocritica U.U! Le descrizioni sono perfette e anche le emozioni e le senzazioni sono descritte benissimo! Non so come fai a dire che non è un gran che... *applaude* Non ce la farò ad aspettare la settimana prossima per saperne di più!
    Certo che Naminè si trucca proprio tanto eh... xD
    Brava tesoro! ^^
     
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  12.  
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    L'uomo deve poter scegliere tra bene e male, anche se sceglie il male. Se gli viene tolta questa scelta egli non è più un uomo, ma un'arancia meccanica.

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    CITAZIONE (Naminè94 @ 30/1/2009, 19:34)
    Ma... ma questo capitolo è stupendo! Sei troppo autocritica U.U! Le descrizioni sono perfette e anche le emozioni e le senzazioni sono descritte benissimo! Non so come fai a dire che non è un gran che... *applaude* Non ce la farò ad aspettare la settimana prossima per saperne di più!
    Certo che Naminè si trucca proprio tanto eh... xD
    Brava tesoro! ^^

    mah.. sarà però a me nn piace proprio...



    SPOILER (click to view)
    Scherzo! é fantastico Lady... uno dei migliori
     
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  13. ~ Lady•Yaoi
     
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    grazie Namine94 e grazie anche a te Nik!!!!

    SPOILER (click to view)
    non vedo mai lo spoiler che metti!!!! mi farai venire un infarto, prima o poi!!! :asd:
     
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    L'uomo deve poter scegliere tra bene e male, anche se sceglie il male. Se gli viene tolta questa scelta egli non è più un uomo, ma un'arancia meccanica.

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    Ma dai! Ci caschi sempre!!!
     
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  15. ~ Lady•Yaoi
     
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    CITAZIONE (Nik and Roses @ 30/1/2009, 20:00)
    Ma dai! Ci caschi sempre!!!

    quando cambieranno questa dannata skin, vedrai se ci cascherò ancora!! u.u
     
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404 replies since 4/1/2009, 13:04   5148 views
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