Kingdom Hearts Forum

Posts written by Kusari

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    CITAZIONE (Kyrian Pym @ 2/8/2019, 08:04) 
    CITAZIONE (Kusarite @ 1/8/2019, 14:52) 
    Qui c'è qualche disadattato che proprio non si arrende a buttare nel cesso l'anonimato per i social. :ahsi:

    Io proprio non le capisco, le persone che preferiscono i social. Cioè, forse con le app i social sono solo un pochino più immediati e facili da gestire di un forum... Però boh. A me fanno schifo. A volte spero che Facebook fallisca, così, tanto per.

    Dopo un'adolescenza tra chat e forum come questo, dove si conoscevano sul serio le persone, si stringevano legami a volte profondi, ci si confrontava senza peli sulla lingua, si cresceva spalla a spalla e lo si faceva senza preoccuparsene più di tanto perché c'era l'anonimato, un tale regresso è indigeribile.
    Una volta il web era un porto sicuro dove scappare dal genere di persone che oggi affollano i social: le potevi trovare a scuola, nei bar, allo stadio, alla disco.
    Era un assedio, e per qualcuno il cosiddetto mondo reale era uno schifo: ma avevamo internet.
    Ora, sono anche qui. Soprattutto qui.

    Inutile sottolinearlo, l'èra dei forum mi manca.
    Quando leggo di professori inneggiare alle camere a gas su Facebook, esultare se qualcuno è morto — e farlo con tanto di nome, cognome, foto... Non mi sembra nemmeno vero.
    A 14 anni, anonimi, non ci saremmo mai abbandonati a uno squallore simile.
    Vorrei che i social un giorno se ne andassero come un brutto sogno, ma non succederà.
    Sogno è quello che ho vissuto: e sono contento di poterne custodire almeno i ricordi.
    I forum, come le rovine di Roma antica, ci ricordano che un mondo migliore è stato possibile.
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    Non è per quello nel mio caso, anche perché posto su forum semi-abbandonati pressoché privi di flame videoludico.

    Il punto è che, nonostante la mia età, amo davvero i videogiochi. Anzi, diciamo pure i videogiochi giapponesi.
    Film, serie tv, romanzi & co. per quanto apprezzati, non mi prendono minimamente allo stesso modo di un JRPG (solo anime e manga vi si avvicinano). Si tratta proprio di una tara culturale, credo.
    Non riesco ad emozionarmi e divertirmi allo stesso modo con qualcosa di occidentale.
    Perciò non mi voglio perdere niente. Non riesco a dire "Ok, ho missato i Disgaea della PS3, mi prendo quelli per PS4"... Wtf, no! :fgh:

    Ma l'essere stato tanto tempo lontano dalle console comporta che non avrò mai il tempo di mettermi in pari a meno che non mi chiuda in casa a non fare altro per anni.

    Quello che mi rode è non aver giocato a certi titoli nei tempi giusti, quando lo facevano le masse in miniatura delle nicchie.
    A quest'ora avrei la parete piena di giochi completati e una cultura tale sui medesimi, che forse non avrei nemmeno più voglia di toccare una console.
    Nondimeno, da adolescente ero relativamente spensierato e senza impegni e mi sarei potuto recludere a fare l'hardcore gamer senza problemi; ora non è così semplice. :facepalm:

    Alla fine, non credo di avere una vera e propria mania per un videogioco dai tempi di Final Fantasy X e Kingdom Hearts II, cioè èra PlayStation 2. Non parlavo d'altro. Ero addicted. Più tardi c'è stato qualcos'altro, come Pokémon Diamante, BBS, vari giochi per DS come 358/2 Days (che a livello tecnico faceva schifo) e più recentemente ho avuto una ricaduta con FFXIII/XIII-2 e i Disgaea, ma per durata ed intensità non è niente di paragonabile ai tempi d'oro. Quando dovevano uscire KHII, Pokémon Gold & Silver o Crash Bandicoot 3: Warped andavo fuori di testa, contavo i giorni, compravo i magazine o cercavo compulsivamente delle news e fantasticavo su come sarebbero stati perdendo chissà quante ore a farlo.
    Btw a quei tempi di videogiochi non ce n'erano poi tanti: l'uscita di un titolo importante aveva anche un peso diverso.

    Rispetto alla Vita, quel che mi dà noia è che a quanto ho sentito per diversi giochi ne esiste una versione aggiornata per PS4/Switch piena di DLC; dovrei investire in qualcosa che so precedentemente essere monco.
    Un esempio da scuola è Fairy Fencer F: con la versione Advent Dark Force disponibile su PS4 e Switch mi hanno rumoreggiato che i contenuti sono praticamente raddoppiati, e se l'avessi acquistato per PS3 a quest'ora ne sarei non poco frustrato.
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    Cioè.

    Per una serie di motivi, avevo smesso di videogiocare.
    Nel 2016 mi sono ravveduto e ho comprato la PS3 invece della PS4, perché volevo assolutamente mettere le mani su Final Fantasy XIII. E sui Disgaea.
    Per un paio d'anni, non ho toccato nient'altro. Avevo la sensazione non ci fosse roba decente, perché boh.
    Dopo aver apprezzato i suddetti, ho cominciato ad informarmi dei JRPG per PS3 & co. scoprendo una sequela di titoli sconosciuti; e che non avevo capito una mazza. Ma i negozi non avevano più i giochi per PlayStation 3, o quasi.
    Preso dal panico, ho ordinato nel giro di qualche mese un mare di videogiochi da eBay e Amazon, nel terrore di perdermeli per sempre; alcuni leftover sono stati pagati a peso d'oro, altri sono arrivati con la confezione fracassata (diritto di recesso, ovviamente).
    KOF XIII l'ho persino rispedito al mittente, perché è stato localizzato da analfabeti.

    Insomma mi trovo la libreria piena di titoli che non ho mai il tempo e/o la voglia di provare; mi danno un senso di fastidio: li vedo sempre lì come un qualcosa da smaltire e allo stesso tempo hanno un che di obsoleto; si trovano nel mio scaffale da un annetto ma la maggioranza di loro sono fondamentalmente a me sconosciuti.
    Il solo pensiero di doverli citare tra i miei videogiochi salvo poi dover specificare che ancora non ci ho giocato mi mette l'angoscia; è surreale. Magari c'è anche qualche titolo che alla prova del nove non mi piace/non funziona e ho buttato soldi per niente.

    Tra l'altro sto approfittando dei ribassi estremi del PlayStation Store per ammassare ulteriori giochi in versione digitale (...).
    La cosa più buffa e paradossale è che per andare dietro alla PlayStation 3, ho saltato anche la PlayStation 4. :facepalm:
    Per non parlare dei backlog per PlayStation Vita, console che ho acquistato alla cessazione della produzione.

    Mi sento schiacciato dai troppi videogiochi; da bambino avrei dato un arto per trovarmi in una situazione del genere.
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    CITAZIONE (Kyrian Pym @ 1/8/2019, 07:49) 
    CITAZIONE (Kusarite @ 1/8/2019, 03:23) 
    Davvero c'è ancora qualcuno che non conosce o quasi Kingdom Hearts °_°?

    Btw benvenuta; spero ti piacciano i forum-zombie, perché ci sei dentro.

    Eh, sì. Conoscevo KH da tanto, ma solo per visto e sentito. Poi ci ho giocato ed è TUTTAUN'ALTRAROBBA.
    La storia mi ha preso tantissimo.
    Comunque proverò a rimediare, per la questione forum-zombie. Ormai son tutti conciati così i forum :/

    Scorgere un ragazzino intento a maneggiare chiavoni che svolazza di serratura in serratura con l'aiuto di Pippo non rende bene l'idea, te lo concedo. :3'

    CITAZIONE (Kyrian Pym @ 1/8/2019, 07:49) 
    Ormai son tutti conciati così i forum :/

    Abbiamo rimuginato di questo nel 72% dei thread del decennio.

    Qui c'è qualche disadattato che proprio non si arrende a buttare nel cesso l'anonimato per i social. :ahsi:
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    CITAZIONE (Kyrian Pym @ 27/7/2019, 18:31) 
    ho scoperto solo di recente (un anno è recente?) Kingdom Hearts.

    Davvero c'è ancora qualcuno che non conosce o quasi Kingdom Hearts °_°?

    Btw benvenuta; spero ti piacciano i forum-zombie, perché ci sei dentro.
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    A me no.

    Comunque è bello ricordare che Kingdom Hearts una volta era qualcosa di serio.
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    Per me l'estate non ha nessun senso: affogo di caldo e devo starmene rincasato col condizionatore a palla, perché dopo quattro passi rischio l'insolazione e sudo come un maiale.
    Vorrei anche avere uno scopo per andare fuori di casa, visto che oltretutto entra poca luce e stare costantemente davanti a uno schermo mi sfonda la retina.

    Da quel che sento, sono tutti al mare. Ma cosa ci vado a fare, per ore, tra il sole e un tappeto? =(
    Oltretutto, perderei il mio pallore vampirico.
    Avevo pensato di fare l'eremita tra millemila manga/serie tv/videogiochi, ma stare tutti i giorni per tutto il giorno così ti sfonda il cervello.

    Sto cercando l'entusiasmo dell'ultima campanella, ma non lo trovo.
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    Finalmente qualcuno più grande di me! YATTA!!!11one

    (Scusate, mi sento arzillo)

    Benvenuto Tidus ^__^
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    CITAZIONE (Lev ~ @ 11/6/2019, 23:37) 
    Di questo mi importa relativamente: giudizi e pregiudizi sono una cosa naturale ed inevitabile, qualunque sia la tua condizione: potrai anche essere l'emblema della rispettabilità convenzionalmente intesa, ma ci sarà comunque qualcuno che ti sottoporrà implacabilmente al proprio giudizio, magari senza neanche sapere niente di te e nella limpidissima consapevolezza che non ci si dovrebbe porre così nei confronti di nessuno (io lo faccio spessissimo).
    Questo perché con ogni critica si attua un meccanismo di auto-validazione ed auto-definizione, l'edificazione di un piccolo piedistallo da cui poter dire "Almeno io non sono così"; viceversa, identificarsi con se stessi, restare stabili, spesso implica necessariamente numerose forme di nettissimo rifiuto: il punto è che le critiche ed il disprezzo (così come gli apprezzamenti e l'affetto) non riguardano mai il destinatario, ma sempre e solo il mittente.
    Quindi, anche se è impossibile non dare peso alla percezione che gli altri hanno di noi, è inutile arrovellarsi troppo al riguardo: è una dinamica irrisolvibile, ed esisteranno sempre innumerevoli angolazioni dalle quali appariremo come persone disprezzabili e patetiche.

    Temo di no: un conto è trovarsi un frustrato con pregiudizi contro di te perché suoni l'arpa (chi se ne frega?), ovvero un tizio random, isolato, che può odiare quanto vuole chi suona l'arpa, ma che non ha alcun peso nella società e anzi, se ti dà addosso è lui a fare la figura del disadattato.
    Tutt'altra cosa è disprezzare ed emarginare una categoria come quella dei fannulloni/bamboccioni (veri o presunti): in questo caso il persecutore ha l'appoggio della società, è rappresentante del pensiero comune e non può essere ignorato.
    Entra in gioco la stigmatizzazione. Sei marchiato come diverso, difettoso, ignorato, nessuno ti dà retta e vieni utilizzato come capro espiatorio per ogni cosa; se a qualcuno sparisce il telefono, tutti sospetteranno l'abbia rubato tu, anzi ne saranno quasi certi.
    Quando sei vittima di bullismo, non ti è d'aiuto sapere che anche Tizio ha qualche genere di avversione rispetto a Ciccio.

    Volente o nolente dovrai fare i conti con l'ambiente sociale nel quale sarai immerso; le persone ti rideranno dietro e davanti, ti ignoreranno, ignoreranno quel che di buono e giusto dirai e farai per sottolineare ogni minimo passo falso e farlo pesare come un macigno:

    CITAZIONE (»Manuel @ 5/6/2019, 19:55) 
    E se te lo dice una persona che non ha mai lavorato in vita suoi, puoi crederci.

    +

    CITAZIONE (Pausa tisana regolarizzante @ 5/6/2019, 22:18) 
    Rotolo

    Queste sono le sole interazioni, i soli contatti umani che avrai nella forma di soggetto stigmatizzato.
    E saranno tante, tutti i giorni, virtualmente da ogni persona.
    Se qualcuno ti farebbe un trattamento simile perché suoni il violino alla lunga ti chiuderesti a suonarlo nello scantinato, o lasceresti perdere il violino.
    Tuttavia, suonare uno strumento musicale di per sé non è stigmatizzante al contrario del non avere un lavoro e non mantenersi per conto proprio dopo una certa età: casomai lo sarà come aggravante, se a 30 anni sarai ancora a non lavorare perché vuoi prendere lezioni di violino.

    Non curarsi del prossimo e pensare alla propria vita non funziona, se una vita non te la fanno avere.
    Il resto è teoria.

    Edited by Kusarite - 8/10/2019, 08:56
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    Come all'inizio di Kingdom Hearts, sembra tu debba scegliere qualcosa e rinunciare a qualcos'altro.
    Non so se tu possa cercare di far conciliare le due cose, es. contrattando per avere orari di lavori più leggeri e/o il sabato libero e investire il tempo guadagnato nel violino (ammesso sia umanamente fattibile).
    Se la risposta è no, si tratta di fare una scelta dolorosa tra cose per te molto importanti: è in questo momento che potrebbe decidersi chi sarai.

    CITAZIONE (Lev ~ @ 11/6/2019, 01:24) 
    ma ci sono alternative?

    Beh, quanti colloqui di lavoro hai fatto? Il tuo CV non è un problema, come hai visto.
    Ora, non posso dirti se troverai altri posti nel giro di breve, non ne ho idea, mi sembra solamente tu stia sottovalutandoti: il tuo CV non è motivo di sdegno, a 22 anni in Italia è perfettamente nella norma non aver mai lavorato (o aver fatto solo lavoretti a caso), e l'aver concluso con successo il liceo classico di per sé è motivo di prestigio.
    Ti faccio presente che i paesi anglosassoni traboccano di dirigenti, diplomatici e quant'altro che vantano una formazione umanistica.
    Credere che addirittura un diploma classico non serva a niente è una sorta di mito folkloristico italiano; la nostra Repubblica è costellata di PMI, di norma a conduzione familiare, con capetti in sù con l'età fermi alla quinta elementare o alla terza media che amano vedersi come dei pionieri che si sono fatti il mazzo, in contrapposizione ai giovani di oggi incapaci e fannulloni. Ma molto del loro successo si è basato sull'ottima congiuntura economica (boom del dopoguerra); la verità è che la maggioranza dei posti di lavoro in sé non richiede alcuna conoscenza specifica, né esperienza pregressa. Serve solamente una persona seria, degna di fiducia. E un buon datore di lavoro, questo lo sa. Per questo sei stato scelto.

    CITAZIONE (Lev ~ @ 11/6/2019, 01:24) 
    Questo, almeno, è un discorso (ho citato solo il primo paragrafo, ma mi riferisco a tutto ciò che dici sulle dinamiche familiari) che non mi riguarda: sono fermamente deciso a non avere figli, lo sento quasi come un dovere (riguardo ai motivi, beh, ci si potrebbe fare un thread a parte).

    Era una divagazione da bar, non stavo parlando di te nello specifico. Comunque può essere utile immaginare il futuribile.

    CITAZIONE (Lev ~ @ 11/6/2019, 01:24) 
    La mia motivazione, invece, è forte relativamente al mio desiderio d'indipendenza, ma è quello il guaio: dovrei sacrificare tutti i costituenti fondamentali di quella stessa indipendenza che cerco, in primis la possibilità di continuare a suonare, per ottenerla?

    =/

    O magari, l'indipendenza non esiste.
    Come quando alle elezioni si è chiamati a scegliere un leader tra quelli scelti precedentemente da qualcun altro, anche nella vita potremmo dover scegliere di dipendere da chi o da che cosa sia maggiormente sopportabile per noi. Ma la sto buttando troppo sul filosofico.

    CITAZIONE (Lev ~ @ 11/6/2019, 01:24) 
    La questione del bamboccione, di per sé, non la vivo come un grosso problema: non mi considero in debito con la mia famiglia, semmai il contrario. Bensì, è tutta questa animosità, questa frustrazione che io ed i miei parenti ci gettiamo addosso ogni giorno, il fardello che mi pesa davvero, e di cui posso liberarmi solo con l'indipendenza totale. Più il fatto che ci sono comunque un paio di spese grosse legate al violino di cui dovrò farmi carico.

    In realtà, più che della famiglia, parlavo del giudizio delle persone in generale.
    Conoscere una persona e presentarsi come Tizio che ha 25-30 anni, vive mantenuto dai genitori e non lavora ma coltiva la grande passione del trombone, può sollevare qualche perplessità.
    A 22 anni no perché sei considerato un neoventenne e in quanto tale hai tutta la vita davanti/ti devi divertire/devi scegliere che strada prendere, ma man mano che ti avvicinerai ai 30, se non avrai realizzato qualcosa di concreto che forgi una tua identità rendendoti una persona adattata e rispettabile, la scure del giudizio si abbatterà su di te. Serve un buon biglietto da visita.
    Un sacco di uomini che perdono il lavoro e non ne trovano uno nuovo dopo qualche mese sono automaticamente etichettati come fannulloni, lasciati dalle proprie compagne, ed esclusi dalla vita sociale. Considerati inutili. "Senza lavoro non c'è dignità", si dice.
    Finché si è giovani, o se si è donne, si viene "scusati", potendo condurre un'esistenza normale, senza essere emarginati in quanto non-lavoratori - rischiando l'attacco, la battutina, ogni qualvolta si conosca un nuovo essere umano.
    Non a caso, tra imprenditori falliti e disoccupati, i tassi di suicidio (per vergogna, perché uomini mancati in quanto il provvedere da soli a noi stessi, per i ruoli di genere della nostra società, ci definisce come uomini).

    Buona fortuna, comunque.
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    Possiamo fare delle valutazioni qui assieme, ma spetta a te decidere.

    Cos'è più importante, per te: lavorare, essere indipendente, o il violino?
    Lo stipendio, poi, è sufficientemente alto da permetterti di essere autosufficiente?
    Sei disposto a lavorare per tutto quel tempo, sacrificando tutto il resto?

    Se il colloquio è andato molto bene, può significare che il tuo modo di porti e il CV siano ottimi, e che quindi tu possa avere molte opzioni, trovare di meglio.
    O forse hai avuto un grosso colpo di fortuna, e non accettando potresti rimpiangerlo per il resto della tua vita.

    Prima ho scritto un post su quanto potrebbe essere arduo trovare un lavoro, sulla concorrenza disperata, le condizioni schiavili e quant'altro: ora vorrei esaminare l'altro lato della moneta.

    Tieni presente che lavorando dalle 9 alle 20 dal lunedì al sabato, di fatto non avresti una vita se non la domenica: cioè alle 20 andrai a cenare, dopo avresti 2-3 ore per digerire (che potresti spendere guardando il TG e facendo due passi, guardando un film o non so che) e di corsa a nanna. Appena sveglio avresti sulle due ore per lavarti e fare colazione, dopo di nuovo al lavoro sino a cena... Nel caso tu abbia qualche genere di grana, qualcosa ti turbi ecc. avresti anche ben poco tempo per sfogarti/consultarti sia di persona che nel virtuale: nel caso tu scriva un megapost sul KHF la domenica mattina, se qualcuno non rispondesse il giorno stesso tu dovresti poi aspettare la domenica successiva (a meno che tu non voglia farlo nei ritagli di tempo, col rischio concreto di perdere la cognizione del tempo e mandare all'aria i ritmi militareschi nel tentativo di frenare l'impulso a rispondere con un secondo megapost)... E non è nemmeno detto che nel medio termine tu possa sopportare una situazione del genere a livello fisico e/o psicologico: se il tuo stile di vita è molto diverso già adattarsi sarebbe pesante, figuriamoci l'accettare che potenzialmente tutta la tua vita sarebbe così.
    Mi vengono in mente quei papà che stanno tutto il giorno al lavoro e arrivano all'ora di cena a casa distrutti, non avendo le forze di fare nient'altro che stare sul divano a guardare qualche programma stupido e leggero, per non stancarsi. Loro lo fanno perché sono motivati dal mantenere moglie e figli garantendo loro una vita agiata, il meglio, quasi annullandosi: la tua motivazione è altrettanto forte?
    Tra l'altro il lato tragico di queste situazioni familiari è che un padre in questione vede e conosce poco i suoi stessi figli, la domenica magari vorrebbe stare con loro ma per loro è quasi un estraneo perché è cresciuto sempre con la mamma, la tata o da solo parcheggiato davanti a uno schermo: dopo una certa età comincerà a snobbare il padre e uscire con gli amici tutto il giorno, e il papà a quel punto sarà visto come una sorta di bancomat per finanziare i divertimenti; magari anche la moglie lo vedrà sempre a lavoro, e trascorrerà il tempo libero con altre persone, a fare spese pazze con le amiche (indovina coi soldi di chi), o trovandosi un amante perché si sentirà sola e trascurata. Dopo, magari, arriverà il divorzio ecc.
    Certo il quadro è piuttosto estremo, ma vedo un po' di famiglie ridotte più o meno così, e non mi sembra una bella prospettiva.
    Di solito uno comincia da giovane a ingoiare il rospo, fare carriera e guadagnare bene: poi magari delle ragazze accettano di frequentarlo in quanto uomo di successo e rimane invischiato a quello stile di vita, a quel lavoro senza poter mai realizzare le sue proprie ambizioni, quel che ama, e comincia a chiedersi se alla sua fidanzata piace per la persona che è dentro, o per il suo status socioeconomico. E spesso si ha paura di conoscere la risposta.
    Quindi anche se teoricamente uno può licenziarsi e cambiare vita, nella realtà le cose sono più complicate. Anche i suoi amici, magari, lo stimano in quanto gran lavoratore/persona agiata che può permettersi la domenica o per vacanza di fare certe cose.

    Ripeto, questa è solo una faccia della medaglia, e mi sono spinto all'estremo. Anche essere senza lavoro o con lavori precari e sottopagati, in qualche grado a carico dei genitori ecc. ecc. non è certo ben visto: tra qualche anno potresti essere considerato un bamboccione che gioca col violino perché non ha voglia di lavorare (a meno che tu non raggiunga un successo socioeconomico notevole grazie alla tua passione).
    Così come potresti svegliarti un giorno scoprendo di aver sacrificato i sogni della gioventù lavorando nel marcato immobiliare e sarà ormai troppo tardi, ti potrebbe succedere di svegliarti rimpiangendo di aver sprecato gli anni migliori inseguendo un'illusione, senza avere niente di concreto tra le tue mani.

    Cerca di non rimanere paralizzato nell'indecisione. :ham:
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    CITAZIONE (Lev ~ @ 7/6/2019, 16:11) 
    Qualche tempo fa mi sono informato per vedere se qualche liutaio fosse disponibile ad accogliere un apprendista: in Italia, infatti, l'arte della liuteria sta sparendo, perché i maestri stanno morendo uno dopo l'altro senza che nessuno raccolga la loro eredità; addirittura, sull'onda di questo fenomeno, molti ricchi stanno comprando e mettendo sotto chiave violini di atelier in grandi quantità, perché fra qualche decennio saranno introvabili ed i loro nipoti potranno rivenderli a carissimo prezzo. Questa speculazione è ulteriormente favorita dall'inquinamento, che danneggia le foreste di aceri ed abeti da cui ricavare i legni per la costruzione degli strumenti, riducendo quindi la qualità delle produzioni recenti: ecco uno dei tanti motivi per cui gli antichi Guarneri e Stradivari, per esempio, costano così tanto, perché ormai materiali così pregiati non esistono più. Ad ogni modo, suddetti maestri sono molto legati alla conduzione familiare, e a quanto pare non sono disposti a tramandare la loro arte ad estranei.

    Mmh è un vero peccato, mi sembra perfetto per te. Ma forse, bazzicando gli ambienti giusti e mostrandoti serio ed appassionato potresti ottenere la fiducia di uno di questi vecchi maestri; il fattore umano è importante e molte persone anziane si sentono tristi e sole. Avere vicino a loro un giovane colmo di ammirazione e voglia d'imparare potrebbe essere un toccasana per il loro umore e farli sentire importanti. Dopotutto in Italia il lavoro lo si trova spesso tramite parenti e amici, no? Cerca di diventare loro "amico".
    Anche se non dovesse servire in questo senso, frequentando queste persone impareresti comunque molto di ciò che ti piace.

    Sembri un nerd dei violini e scrivi molto bene: butta giù un libro sui violini! Niente di serio, basta anche un libretto di 100 pagg. autopubblicato su Amazon e Kobo; ovviamente sarebbe un libro in chiave "ragazzo che parla della sua passione", con linguaggio semplice e divertente, di modo che sia comprensibile a tutti. Come puoi immaginare, il fine è autopromozionale: puoi scrivere sul curriculum di aver pubblicato - ancora così giovane - un libro su qualcosa di tuo interesse. Tenendo conto che molti datori di lavoro sono anziani e non sanno che chiunque può scrivere un e-book con Word e caricarlo per la vendita digitale nei suddetti store, potresti incrementare enormemente il tuo valore agli occhi di chi seleziona il candidato, che magari t'immaginerà scelto da una casa editrice come la Mondadori (cosa non certo da tutti!). Non pensare di poter sembrare presuntuoso: è pieno di personaggi come Fabio Volo che pubblicano libri insulsi senza provare alcuna vergogna. :facepalm:

    Oppure potresti scrivere un blog parlando di violini e mostrando al contempo passione, dedizione e capacità di scrittura.

    CITAZIONE (Lev ~ @ 7/6/2019, 16:11) 
    Per quanto riguarda la vita nei paesini, la conosco molto bene e la preferisco di gran lunga a quella cittadina: come accennavo in un post precedente, la mia vita si è divisa fra Napoli ed un borgo lucano (divenuto formalmente calabrese da qualche decennio, ma geograficamente e culturalmente rimasto legato alla Basilicata), ed anche se ci sarebbe la possibilità concreta di trasferirmi lì, magari a diploma di violino ottenuto, purtroppo non è così facile trovare lavoro; mi conoscono tutti, certo, ma comunque si favorisce il residente nato e cresciuto lì, anche non più giovane, che ha bisogno di mettere qualcosa in più in tasca, oppure uno dei tanti immigrati sottopagati che prendono sempre più piede ed iniziano lentamente a soppiantare la popolazione locale.

    Trovare lavoro non è facile in nessun luogo, quindi perché non cercarlo dove stai meglio?

    CITAZIONE (Lev ~ @ 7/6/2019, 16:11) 
    Detto questo, lunedì ho un colloquio presso un'agenzia immobiliare, cercano qualcuno che lavori lì full time, occupandosi di mostrare le abitazioni ai potenziali acquirenti: per vie traverse, si tratta di un'attività che ho avuto modo di osservare a lungo, e che credo di avere le capacità di gestire con efficienza.
    Però, non ho mai sostenuto un colloquio di lavoro in vita mia e sono terrorizzato. Avete qualche consiglio da darmi? Anche raccomandazioni insignificanti sull'abbigliamento o sulla condotta possono essermi di aiuto. So già che verrò compromesso dalla mia faccia da bambino e dai tre anni di vuoto dopo il diploma, ma voglio provare lo stesso.

    Presentati come un giovane affidabile, umile e desideroso d'imparare.
    Vestiti in modo sobrio, serio ma comunque senza esagerare perché hai 22 anni e sei un novellino: sembreresti innaturale e costruito.
    Rispetto all'università, evita di porti come qualcuno che ha fallito. Fai capire più o meno esplicitamente che studiare Filosofia è impegnativo, che i tuoi sono molto severi e hanno chiuso prematuramente il portafogli perché non hai soddisfatto le loro enormi aspettative — ma non hai perso tempo dedicandoti al violino, tua grande passione. Eri inoltre giovane e spaesato, dovevi riflettere su quale strada prendere.
    Se non l'hai già fatto informati sulla storia dell'agenzia ecc. e mostrati competente/interessato al mercato immobiliare, cerca di essere disinvolto e moderatamente sorridente, se e quando cercheranno di rompere il ghiaccio e fare small talk complimentati per qualcosa come l'edificio, l'arredamento, qualsiasi cosa (l'importante è sembrare naturale).
    Parla come scrivi qui e in generale cerca di sembrare una persona seria e gentile, colta, di buona famiglia borghese e con la testa sulle spalle.

    Non mi viene in mente nient'altro. Ma non credo dovresti avere problemi, se ti hanno chiamato per il colloquio avrai senz'altro già fornito un'impressione più che buona.
    Tieni presente che un anno di fuori corso è fisiologico (da me lo dicono gli stessi professori che non ci sia da preoccuparsi), anzi si laurea nei tempi previsti una minoranza.
    Salvini mi sembra che fece sui 20 anni di fuori corso studiando Storia senza aver mai lavorato, e comunque la si pensi su di lui ha un seguito enorme di persone a cui non interessa della voragine sul CV. Di Maio idem, ha lasciato Giurisprudenza e se non erro ha venduto gelati allo stadio per un periodo, e basta.
    Oltretutto un po' di persone inviano curriculum sgrammaticati con recapiti mail alla diablo666@ e si presentano ai colloqui pieni di piercing/tatuaggi, facendo i cretini. In qualche modo trovano da lavorare anche loro, perciò non mi preoccuperei. :sbomg:
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    Mi sa di non saper studiare, né prendere appunti.

    Cioè: fondamentalmente a lezione trascrivo un po' di quello che vien detto parola per parola come un dettato, slogandomi quasi un polso.
    Quando vado a casa trascrivo dal blocco note a un file Word, ma di norma lascio tale file a vegetare sul PC.
    Dopo A) avvio il file audio della registrazione con VLC e trascrivo di nuovo, questa volta per bene, pressoché ogni cosa di quello che viene detto. Ma alla fine se non ricordo male butto 1-2 ore ricurvo sulla scrivania per copiare sui 10 minuti e non c'è mai il tempo materiale di sbobinare integralmente il corso, mi fermo alle prime lezioni (oltretutto dopo un pomeriggio a trascrivere sono pieno di dolori).
    B) Studio sui libri leggendo e sottolineando le cose che mi sembrano più importanti, se leggere e rileggere un libro può definirsi "studiare".
    C) Riascolto l'audio delle lezioni con gli auricolari nei tempi morti, come quando esco a fare delle camminate per sgranchirmi e non ingrassare.
    D) Cerco la roba che devo studiare su Google e Wikipedia (nonostante i prof. ricordino in continuazione quanto il web sia inaffidabile).

    Il problema è che si tratta di metodi dannatamente inefficienti. In più, non ho costanza e mi distraggo.
    Quando si avvicinano le sessioni d'esame mi do una svegliata e trascorro quasi tutto il giorno a fare le cose sopraelencate.
    A causa del sovrappopolamento dei CdS, quasi la metà degli esami sono in forma scritta, e me la sono cavata contro ogni aspettativa: ho la media del 28. Ma comunque si trattava di "temi", domande aperte/chiuse, quiz e sciocchezze per neodiplomati: leggendo, ascoltando e trascrivendo per giornate intere ho memorizzando, e il mio scrivere decentemente ha fatto il resto; ma non posso andare avanti così.

    Gli esami più tosti sono orali, talvolta con 4-5 libri da integrare a quel che viene detto a lezione, e non credo di avere molte speranze.
    Già sono azzoppato dall'ansia/timidezza che comporta l'assenza di una vita sociale, e solo per questo rischio di rimanere imbambolato sembrando analfabeta e/o emettendo quattro cose sconnesse...

    Anche a scuola me la cavavo più o meno nel modo che ho descritto, e sono totalmente alieno a schemini, strisce di evidenziatore e quant'altro che scorgo nei quaderni delle universitarie. Ma avendo preso dei 30 in classi dove la massa superava di poco il 18, non mi condanno nemmeno inadatto allo studio. Solo, mi sento quasi un pittore naïf.

    Ho guardato qualche video su YouTube di persone random che espongono i propri metodi di studio, e da quello che ho capito non tutti riescono a imparare e memorizzare allo stesso modo.
    Ho comunque una gran confusione e non so che pesci prendere, tantomeno conosco il metodo di studio più adatto a me.

    Quindi boh, parliamone.
    Voi come fate? Sapete quali sono i metodi migliori? Conoscete qualche sito/libro/qualcosa serio che insegni a studiare? :ehm:
  14. .
    Ho il dubbio che quelli pagati davvero poco siano incompatibili con l'autosufficienza economica: l'africano che coglie i pomodori in modo sincopato condivide l'appartamento con altri migranti, idem i cinesi coi vari esercizi commerciali che ammazzano la concorrenza italiana lavorando per due lire e stando sempre aperti; si delocalizza in Romania, Polonia ecc. dove puoi pagare un operaio 200-300€ e ho esperienza diretta di un parente che ha pagato 150€ al nero due muratori albanesi per farsi sistemare la casa nuova (e l'ha fatto per sopravvivenza dato che uno stipendio va nel mutuo e devono vivere in tre coi restanti 1000€)...

    Anni fa avevo letto annunci per lavori che consideravo modesti, come appunto il cameriere, e chiedevano max 25 anni, esperienza nel settore, bella presenza, inglese perfetto e possibilmente la conoscenza di altre lingue; a volte c'era scritto genericamente "laurea" o "laurea umanistica".
    Sono i tipici lavori sottopagati e senza prospettiva che possono fare gli studenti a carico dei genitori: i datori di lavoro hanno la fila e possono permettersi d'imporre condizioni del genere; magari spronano il ragazzo a lavorare sodo facendo penzolare davanti come una carota la possibilità di essere assunti a tempo indeterminato, di aumenti ecc. che non arriveranno mai, e quando uno comincerà ad essere vecchio e stanco sarà sostituito da un altro giovane disposto a fare lo schiavo e rimarrà con poco o niente in mano avendo poi oltretutto difficoltà nel trovare un nuovo lavoro a caso perché dai 30 si è considerati troppo in su con l'età.

    Non so, forse l'alternativa potrebbe essere andare a vivere in qualche borgo medievale e vivere in modo tranquillo imparando e portando avanti qualche antica arte; un po' di persone stanno riscoprendo il fascino dell'artigianato.
    Anche se fa un po' manga, potresti cercare qualche vecchio maestro che ti tramandi la sua arte in via d'estinzione, che so qualcosa come ceramica, lavorazione del vetro (da piccolo le persone mi parlavano con ammirazione dei vetri di Murano): vendendo a una nicchia di appassionati (anche all'estero attraverso un negozio eBay o simili) potresti vivere della tua arte immerso nella calma e nella natura, rilassandoti con la filosofia e il violino nel tempo libero.
    Potresti anche suonare nelle piazze di paese, ad eventi e conoscere un sacco di persone. In paese anche i rapporti umani mantengono ancora l'importanza di un tempo, ci si conosce un po' tutti e ci si aiuta, non si è più uno dei millemila volti anonimi a cui dover pestare i piedi per rimanere a galla in una logica di mors tua vita mea anzi con lo spopolamento c'è domanda di lavoro manuale che parecchio giovani non vogliono più fare.

    Potresti fare il falegname. O l'apicoltore. O ancora più di nicchia, allevare bombi. Puoi provare nuove cose per sperimentare, per esempio la scultura, la pittura (conosco un pittore naïf pensionato che guadagna bene vendendo i quadri, e ha cominciato da pensionato come autodidatta). Sennò qualcosa come il pasticcere, il cuoco. Imparare a preparare qualche cibo tipico e naturale del posto dove andrai a vivere, anche in questo caso una volta imparata l'arte potresti vendere via internet.

    Come vedi si possono avere mille idee :3
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    CITAZIONE (»Manuel @ 6/6/2019, 08:55) 
    Sai cos'è, uno si fa il culo

    Volevo semplicemente cercare di essere utile in qualche modo a Lev dal basso della mia ignoranza-nullafacenza, il "non sei stato sulla Luna non puoi parlare" mi sembra un po' sciocco e snob; per lavori degradanti mi riferisco a situazioni illegali alla soglia della violazione dei diritti umani, non farsi il mazzo per qualche tempo con 500€/mese finché si è giovani perché tanto è una situazione temporanea (e non è detto lo sia, sento persone che si lamentano di non poter fare una famiglia perché impaludate in eterno in queste condizioni del tutto incompatibili con mutuo e figli escludendo un aiuto economico dai genitori).

    L'autore del thread ha una formazione umanistica, non si tratta di avere in tasca una laurea in Giurisprudenza e stringere i denti accettando di tutto prima di poter mettere piede nel proprio ramo: se va a lustrare pavimenti quasi-gratis "facendosi il culo" butta gli anni migliori della gioventù e non vedo nemmeno come potrebbe ottenere l'autosufficienza economica rispetto ai genitori nel caso certi stipendi non bastino nemmeno per pagare l'affitto.

    Di me ho parlano sino all'ossessione: se sembro l'archetipo del bamboccione pigro che si gode la vita lamentandosi di non essere scelto come top manager, c'è qualcosa che non va.
156 replies since 1/6/2014
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