Caro Babbo Natale,
Come va? E’ tanto che non ci si sente vero? Precisamente da quando avevo sei anni, quando mi ero messo di nascosto vicino all’ albero per cercare di vederti e avevo scoperto con mio sommo e immenso dispiacere che a mettere i regali sotto di esso erano i miei genitori, stanchi e imbronciati, in pigiama.
Cosa mi spinge a scriverti adesso?
Probabilmente direi che è colpa di Kyon e dei punti, ma essenzialmente il contest è qualcosa di marginale.
Non so nemmeno se riuscirò a finire la lettera in questi sei minuti che mi rimangono.
Ti scrivo perché l’altro giorno ho scoperto che derivi da San Nicola di Bari, un uomo, un Santo che era solito fare cadere doti dal camino per le donne povere e senza un soldo.
La sai una cosa?
Io, ironia della sorte, mi chiamo Nicolò e San Nicola di Bari è il mio santo protettore.
Insomma, non solo sei Babbo Natale, considerati anche il mio Angelo Custode!
Io non me la passo male, sono sano e ho un sacco di amici e parenti che mi vogliono bene, insomma è uno dei periodi più belli dell’anno, anche grazie alle crepes della mamma!
Tirando due somme mi manca giusto una ragazza, vedi un po’ se riesci a smuovere qualcosa ai Piani Alti, lo fai per me vero?
E’ inutile che ci giri ancora molto attorno, il tempo passa e io devo muovermi a consegnare questa letterina.
L’altro giorno sono andato a prendere mio cugino, di terza elementare, a scuola.
L’ho sentito mentre diceva a dei suoi compagni, il volto sorridente e pieno della gioia e innocenza di quell’età, che non vedeva l’ora di aprire i regali sotto l’albero.
E ho capito.
Ho capito che, dove io vedo un ridicolo festone lui vede l’amore della famiglia e dove io vedo un povero vecchio obeso lui vede TE!
La mia unica richiesta è la seguente: fa per favore in modo che possa tornare a sentire il Natale, come quando a sei anni sgattaiolavo fuori dal letto per vederti in faccia.

Un frettoloso Nicolò!