| UNDICESIMO CAPITOLO: ADDESTRAMENTO
Il sole era alto nel cielo quando i due ragazzi che duellavano decisero di fare una pausa.
La foresta intorno a loro parve per un istante sospirare, come intuendo che quel piccolo intervallo fosse destinato a concludersi presto.
Con un sorriso, il più piccolo dei due afferrò una boraccia e iniziò a bere, squadrando il suo avversario.
Conclusa la bevuta Ven disse : " Wow Ithilbor , è divertentissimo battermi con te!"
"Lo stesso vale per me Custode" replicò l'interessato con voce misurata.
Un sorriso si fece strada sul viso del biondo Keyblader.
Era tipico del suo addestratore mostrargli rispetto, rispetto che lui sentiva di non meritare affatto.
Una persona normale, dopo mesi di addestramento avrebbe iniziato a chiamarlo per nome, ma Ven sapeva che Ithilbor era tutto fuorchè normale.
L'uomo era veloce di spada, poco aperto al sorriso e ancora meno aperto a qualsivoglia tipo di battuta, per giunta era un elfo.
Ven sussultò ricordando quando, tempo prima, era arrivato alla sua destinazione accompagnato da Topolino, l'uomo che organizzava la Resistenza.
Topolino lo aveva istruito mentre lo conduceva nel bosco: gli aveva detto che i Keybladers non erano rari come si credeva, ma che molti di loro non erano nemmeno umani.
Ven aveva avuto circa mezzosecondo per rimuginare su quelle strane parole quando una voce profonda e rassicurante si era fatta sentire tutto attorno alla radura, facendolo spaventare a morte.
"Vi hanno seguito?"
Topolino però aveva mantenuto una calma irreale e con voce pacata aveva risposto: " Direi proprio di no."
Ad un tratto da un albero era scesa un uomo alto e molto grosso, che era atterrato con insolita grazia proprio difronte ai Cavalieri.
Ven aveva istantaneamente estratto l'arma, richiamandola dal nulla.
Lo sconosciuto alzò lo sguardo, lo posò sul Keyblade e disse, rivolto più a sè stesso che agli altri : " Un Keyblade? Un custode tra gli Umani? Ma perchè proprio questo ragazzo? Sembra debole..."
Topolino lo aveva rimbeccato subito : "Ah Ithilbor, non dovresti essere così diffidente. Ven e i suoi amici hanno devastato da soli un intero accampamento Imperiale, nonostante la presenza del Magister Holum e del drago Ifrit!"
A quel punto, l'uomo che corrispondeva al nome di Ithilbor aveva alzato lo sguardo dal Keyblade per posarlo su Ven il quale potè, per la prima volta, vedere il volto a cui apparteneva la voce rassicurante.
Il suo cuore aveva mancato parecchi battitti osservando quell'uomo.
Aveva degli occhi enormi, blu come la notte, un naso aquilino e delle orecchie a punta.
Sul mento spuntava un po' di barbetta, che l'essere iniziò a tormentarsi con un indice insolitamente lungo e affusolato.
Di certo il quindicenne non si sarebbe mai aspettato che quello che si presentò dopo un istante come Ithilbor, Elfo maestro di spada, sarebbe diventato il SUO maestro di spada.
Credeva di essere ormai un profondo conoscitore della scherma ma si sbagliava.
In poche settimante Ithilbor gli aveva dimostrato che la scherma ha miliardi di varianti e contrattacchi tanto che nessuno può fregiarsi del titolo di Campione di Scherma.
"Ad ogni mossa corrisponde un efficace contrattacco" gli aveva detto una sera, dopo averlo massacrato di colpi.
"E il tuo compito è pensare sempre tre passi avanti al tuo avversario, in modo da contrattaccare e avere le spalle coperte."
Tornando al presente Ven trovò la voce e chiese al suo maestro : " Ithilbor, tempo fa mi dicesti che avrei dovuto iniziare anche un corso di magia nella capitale, quando lasceremo questo ridicolo boschetto?" Il suo tono non riuscì a non suonare un po' sopra le righe.
Si sentiva tradito, era curioso di scoprire cosa si celasse oltre quel maledetto bosco ma il suo maestro insisteva che per scoprirlo prima avrebbe dovuto migliorare il suo stile.
Ithilbor scrutò l'orizzonte per un paio di istanti e poi disse : " Custode, allenarmi con te è stato un piacere, ma come hai giustamente rimarcato tu stesso, ormai dovresti iniziare a studiare quell'Arcana Scienza che è la Magia."
I suoi occhi tornarono a scrutare quelli del suo discepolo, poi l'elfo continuò : "Se vuoi davvero iniziare gli studi allora alzati, evoca la tua arma e battiti con me!"
Ven era rimasto stupito dalla strana richiesta del suo maestro. Fino a quel giorno per affrontarsi avevano usato armi di legno e Ithilbor non lo aveva mai sfidato con tale foga ma, ciononostane, Ven si alzò e evocò in un lampo di luce la sua arma.
"A te la mossa!" Gli disse con aria di scherno.
L'elfo si alzò e afferrò una spada d'argento, che iniziò a ruotare davanti a lui.
Sospirando poi, lanciò un ululato belluino e si scagliò sul discepolo.
Ven parò il primo colpo alzando il Keyblade, ma Ithilbor reagì e con rapidità sorprendente torse il polso per colpire di le ginocchia del ragazzo.
Ven indietreggio di un paio di passi, vide che la lama stava sfiorando terra e, caricandola verso l'alto, cercò di calarla sul suo avversario.
"Uno spadaccino si espone appena dopo l'attacco"
Ithilbor alzò la spada e la mandò a cozzare con il Keyblade.
Un sorrisetto gli si dipinse sulle labbra e prima di attaccare gli disse : "Vedo che migliori Custode, ma non è abbastanza!"
Poi eseguì una splendida e spettacolare giravolta togliendosi dal raggio d'azione del biondo e contrattaccandolo con un tondo all'altezza del viso.
Ven si piegò sulle gambe e sentii la spada che gli graffiava appena la cute.
Da quella scomodissima posizione attaccare il nemico sarebbe stato difficoltoso, quindi si alzò subito e con un balzo si distanziò da Ithilbor.
A quel punto lo schermidore si avventò di nuovo su di lui, iniziò a mulinare colpi di spada finchè il Keyblade di Ven non gli partì di mano conficcandosi nel prato, a diverse iarde di distanza.
"E tu vorresti studiare magia Custode? Ti ritieni pronto?" Lo schernì l'elfo.
Poi lo spadaccino perse l'equilibrio e cadde supino mentre una luce lo accecava e il Keyblade di Ven gli faceva saltare di mano la spada.
Il Keybader aveva colpito con un calcio l'elfo, facendogli perdere l'equilibrio.
"Sì.." annuì Ithilbor : " Sei pronto"
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