| Sono arrivate le vacanze *w* KYAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAH! >.< Forse questa è la volta buona che ricomincio a postare con regolarità, anche se non credo T____T il mio cervello ormai è proiettato su di un’altra fic che ho in programma ma, cascasse il mondo, voglio portare Renn ad uno stato di figaggine assoluta, perciò non mi arrendo! Questa fic avrà un’accidenti di fine! Per il resto, il capitolo non è niente di speciale, al solito, forse un po’ meglio del precedente e molto più lungo del solito (la vostra agonia non avrà mai fine!). Ho dovuto tranciarlo verso il fondo altrimenti diventava infinito! Certo, di questo passo non arriverò mai al capitolo 50 e non sarò mai in grado di fare un cavolo di riassunto T____T Con Frenz in Irlanda ed Eneru col pc fuori gioco mi rimane solo la mia bella gnocca e xan-chan (se mai vedrà il capitolo)… vabbè pace, lo leggeranno anche loro prima o poi XD Vabbè dai, bei fanciulli, portate pazienza^^ (sorpresina –meglio non chiamarla più così dopo che l’avrete letta- in fondo al cap^^)
Capitolo 47: Hook, Line and Angler
Avanzava zoppicando, trascinando la gamba sinistra e il rispettivo braccio, all’interno della fiorente foresta di Elrit: già da qualche giorno digiuna dei consoni suoni rauchi e del fermento delle creature che solitamente vi vivevano, rimaneva solo un involucro vuoto, privato dei suoi selvaggi rumori. Solo l’incolta vegetazione che si innalzava resistente e rigogliosa protendendosi verso il cielo, sembrava essere rimasta quella di sempre, immutata nel tempo. Il cappello piumato sporco di sangue, lacerato in più punti lasciava la chioma bionda ondeggiare leggera al vento caldo e salubre che ininterrottamente scuoteva le fronde smeraldine della folta area boschiva. -Certo che Wagner ci è andato giù davvero pesante… un altro po’ e mi avrebbe polverizzato un osso!- parlò ad alta voce spezzando a tratti la voce per poter emettere sonori sospiri, aggiungendoci in fondo una paio di imprecazioni che era solito dire. La sorella doveva sentirlo ad ogni costo, doveva accorgersi della sua presenza il più presto possibile. Automaticamente sul volto del ragazzo comparve una smorfia di quello che sarebbe stato un acuto dolore, reazione più che giustificata di fronte alla finta distruzione di metà dei legamenti di un terzo del corpo. Falsamente sfinito, si inginocchiò a terra per poi finire teatralmente lungo disteso sul manto erboso. Compiaciuto delle sue stesse doti di attore, ghignò contro il terreno facendo scomparire dal volto l’espressione doppiogiochista che vi era sorta spontaneamente. Era perfettamente conscio del fatto che Velvet era a conoscenza di tutto quello che accadeva nella sua foresta: probabilmente era proprio a causa di una sua magia che adesso nessuna creatura si concedeva lo sfizio di sibilare, gracidare o cinguettare. Anche Ingway era molto ferrato in materia ed erano stati sufficienti pochi minuti per poter elaborare un incantesimo di livello avanzato che potesse renderlo insensibile al dolore, in modo che Wagner potesse “pestarlo”, come diceva lui, senza che provasse dolore. Il passo successivo era stato un consulto con lo stesso drago, equilibratamente saggio e potente, che conosceva ogni sorta di magia in grado di far scomparire in poco tempo lividi e lacerazioni. Sì lasciò sfuggire un gemito, studiato alla perfezione e di conseguenza talmente ben congegnato da sembrare vero. Forse tutta questa messinscena non sarebbe servita a nulla ma, per precauzione, tanto valeva atteggiarsi ad “ultimo sopravvissuto”. “Sono un genio, ” pensò soddisfatto e definitivamente chiuse gli occhi assopendosi grazie ad un ulteriore incantesimo che riuscì a pronunciare senza che questo producesse la consona luce azzurrina, evitando così di destare sospetti nella sorella ormai vicina.
Non pensava che quelle ferite fossero così gravi. E non pensava nemmeno che Velvet avrebbe impiegato tutte le sue conoscenze magiche per farle sparire e per farlo stare meglio. Era visibilmente preoccupata e il volto cupo concentrato sul lavoro, lasciava trapelare un pizzico di ira nei confronti del drago. Impegnata sul torso ustionato del ragazzo, cercava di riportare alla mente tutte le magie e gli incantesimi che potessero guarire ferite come quelle. Non conosceva nessuna formula per alleviare le bruciature provocate dalle incandescenti fiamme scarlatte di Wagner, tecnicamente non ne esistevano neppure. Dopo aver medicato manualmente il consanguineo, ricoprendolo da cima a fondo di strane cremine e pomate dall’odore acre e avvolgendolo in uno spesso strato di bende, si era rassegnata a fare un ripasso di incantesimi. Nella villetta ormai divorata dalle pianti rampicanti e distrutta su tutto il lato destro, Velvet aveva raccolto ogni sorta di documenti e di libri riguardanti magie, sortilegi, miti e leggende. Per la verità la sua era una passione, così come la mania che aveva per l’ordine. Tutti i volumi erano disposti sugli scaffali di una libreria sgangherata secondo la data in cui erano stati redatti, appuntata su ognuno di essi, in basso, sul dorso della rilegatura. E tutta l’abitazione, al contrario di quello che viene spontaneo pensare riguardo allo stato dell’interno di una costruzione lasciata a marcire nel profondo di una foresta, era perfettamente arredata, completamente illuminata e persino accogliente. Ingway la sbeffeggiava molto spesso per queste sue fissazioni e lei puntualmente rispondeva lanciandogli un’occhiataccia e ribadendo che era preferibile essere fissati per l’ordine piuttosto che essere talmente disperati da tentare di corteggiare ogni ragazza con complimenti e frasi fatte. - Posso chiedere una cosa alla mia donnina di casa?- mormorò lui in un sussurro strozzato, visto che il bendaggio era decisamente asfissiante e stretto. Stizzita, Velvet alzò lo sguardo e, minacciosa, si voltò verso il fratello:-e adesso che vuoi?- -Non è un po’ rudimentale come medicazione questa?- borbottò ben sapendo quale sarebbe stata la risposta della sorella. -Almeno non ti muovi e non fai danni! E poi sai benissimo che non ci sono magie per alleviare una cosa del genere!- -Hai ragione…- ammise semplicemente esibendosi in una falsa smorfia di dolore. In realtà la magia esisteva ma lei era l’ultima persona a cui sarebbe andato a confessare la formula. Sospirò sonoramente, chiudendo gli occhi e cercando di riordinare le idee. Doveva riuscire a sfuggire dalle grinfie della sorella, doveva fare in modo che si allontanasse da lui, che lo lasciasse solo, doveva distrarla. E l’unico modo per distrarla era farla arrabbiare, tentando di non rimetterci le penne. Poi se la sarebbe svignata, sarebbe fuggito dagli amici di Misty, li avrebbe avvisati e, avendo le mani legate, sarebbe tornato indietro alla villa prima della sorella. Buona tattica ma difficile da mettere in pratica. Velvet era rapida, diretta e letale. In pochi minuti era in grado di scoprire l’inganno solo guardandolo negli occhi: se tradiva anche una sola emozione era finito. Lui invece nemmeno sapeva dove si trovavano le persone che doveva incontrare. Molto rischioso come piano e quasi impossibile da attuare. Non gli restava che pregare. Sperava vivamente che Wagner si fosse già spostato dalla cima innevata. - Velvet io…- - E adesso cosa vuoi? Non vedi che sono occupata?- rispose quella stizzita. Per un attimo Ingway, perplesso, aveva abbassato lo sguardo quasi imbarazzato. Cercò di riportare a mente il piano che aveva buttato giù con il drago che però, in quel momento, gli sembrava più confuso che mai. Non si ricordava nemmeno lui che cosa doveva fare, poco ma sicuro si sarebbe tradito con le sue stesse mani, avrebbe fatto il passo sbagliato e ci avrebbe rimesso capra e cavoli. Riprese piano, cercando di riportare alla mente le cose di cui avevano discusso:- Wagner ha detto che se non…- La ragazza alzò il volto, che subito si illuminò di una parvenza di felicità. -Giusto, Wagner!- Abbandonò sul momento tutto ciò che stava facendo; con un gesto secco chiuse il libro che stava sfogliando e con l’avambraccio rimosse i fogli dal piano di lavoro. Annuì a se stessa, probabilmente ad una sua considerazione, incurante di sembrare un po’ fuori di testa- probabilmente lo era- e subito ricominciò ad armeggiare con ciò che aveva sul tavolo. Sovrappose gli appunti non senza un suo preciso ordine personale e, con un ghigno sul viso, uscì dalla villa senza emettere un fiato, sbattendosi la porta alle spalle. Ingway, sbalordito, impiegò qualche minuto per rendersi conto che poteva già partire e lasciare la sua abitazione sperduta e pericolante nel folto della foresta. Scese rapido dalla sua postazione in ruvido legno scuro e allentò le bende che tanto lo stavano facendo penare; si riallacciò la mantellina marrone sulle spalle, spolverò con un rapido gesto il copricapo piumato – vi soffiò addirittura sopra- e se lo riposizionò sulla testa, malgrado fosse scucito e sporco. -Io non vado da nessuna parte senza il mio cappello…- mormorò a se stesso, annuendo al nulla e premendo la mano sulla stoffa logora. Acciuffò la sua sciabola, abbandonata sopra un ripiano anch'esso in legno e, ancora prima di essersela appuntata alla vita, scomparve nel nulla lasciando dietro di sé solo il silenzio.
Due giorni, due dannatissimi, maledettissimi giorni. Solo quarantotto semplici ore, forse anche meno, e già faceva fatica a stare in piedi. Dall’alba al tramonto, senza sosta. Si chiedeva per quanto tempo ancora sarebbe potuta resistere a quel ritmo, per lei, a dir poco devastante. L’allenamento era cominciato con il perfezionamento della mira e di progressi se n’erano visti gran pochi. Nemmeno partendo da un bersaglio vicino, Renn era riuscita a combinare qualcosa di buono e i rimproveri di Claire sembravano solo aumentare lo stato di tensione che sempre l’avvolgeva quando la donna fissava il suo sguardo accusatore su di lei, giudice maestro delle sue azioni. Per quanto riguarda il combattimento invece, la castana si dava da fare e, con un po’ di inventiva, molte volte era anche riuscita ad impressionare il suo allenatore che si dimostrava sempre più colpito dalla sua velocità di apprendimento. Raki molte volte commentava il carattere di Renn e molte volte riceveva delle occhiatacce sia da lei, sia dalla Claymore dato che venivano paragonate l’una all’altra. Cocciute, determinate ma relativamente incapaci. Lentamente, col passare del tempo, gli allenamenti di spada sarebbero passati nelle mani di Claire mentre l’arco e le frecce sarebbero diventati l’incarico del ragazzo. Renn sapeva benissimo che i suoi fallimenti in un campo e i suoi progressi nell’altro erano solo ed esclusivamente colpa e merito dei suoi insegnanti: la donna era troppo severa e partiva da uno stadio avanzato, saltando le basi che lei ovviamente non aveva, mentre il giovane era partito dal fondo ed era rapidamente salito di livello. Così come sapeva benissimo che il peggio doveva ancora venire. La notte non dormiva per più di una misera ora, dato che al minimo fruscio sbarrava gli occhi e tendeva le orecchie; era ben conscia del fatto che non le giovava affatto preoccuparsi di cose che probabilmente erano frutto della sua immaginazione ma stando vicino a quei due non era in grado di fare diversamente. Già c’era Claire, sentinella più che sufficiente a notare e a mettere in fuga ogni male: ella nemmeno aveva bisogno di dormire e solitamente scrutava il vuoto con i suoi occhi plumbei e freddi per tutto l’arco della nottata. Il mattino successivo, la castana si ritrovava più stanca che mai e più impegnata di un laureando alle prese con gli esami di fine trimestre.
- Non abbiamo intenzione di rimanere qui per molto, forse un’altra settimana. Sappiamo per certo che tu non vorrai venire con noi…- mormorò Raki mentre Renn cercava invano di rimettersi in piedi. Piegata sulle ginocchia dalla fatica e dalla stanchezza, la mora scosse appena la testa e alzò il viso verso il suo interlocutore. - Voglio finire questo strazio il prima possibile e non ho intenzione di viaggiare con Claire. Preferisco vagabondare a vuoto piuttosto che proseguire con lei. Non che la odi, ma il mio è un fattore psicologico: comincio ad essere davvero stufa del modo in cui mi tratta!- Raki ridacchiò. Da parte della donna dagli occhi d’argento, quella di far combattere Renn contro di lei con in mano una Claymore era stata una vera scemenza. Inesperta com’era, la ragazza non poteva maneggiare bene un’arma da taglio così pesante; contando anche la stanchezza accumulata nei due giorni di addestramento e il nervosismo che la stessa donna era in grado di generare in lei, lo svantaggio andava tutto a Renn, a completo favore della donna. Si era stupito però, che la castana non si fosse tirata indietro di fronte a tale offerta. Probabilmente quello di Claire era stato solo un modo per dimostrare la sua superiorità. -Se ti riferisci a prima, il suo era un passatempo. E se la vuoi sapere tutta, non te la sei cavata poi neanche tanto male…- Si rialzò in piedi e lo guardò storto:- Neanche tanto male? Dopo due minuti ero già a terra! Probabilmente non sono neanche tutta intera.- -Non fare la debole! Ti ha solo scaraventata contro un albero!- Renn prese fiato per non urlargli contro. Simpatico sì, gentile e accomodante anche, ma Raki la sopravvalutava troppo e faceva la figura dell’emerito cretino che parla a vanvera, senza sapere realmente cosa dice. - E ti sembra poco? Vorrei vedere te al mio posto!- Il giovane sospirò sonoramente e si riavviò il ciuffo di fiamma. Si sedette a terra e incrociò le braccia. -Ci sono già passato… Le Claymore non invecchiano, possono vivere per l’eternità se qualcuno non le uccide prima. Avevo più o meno la tua età, forse qualche anno di meno...- -Scusami ma non ho voglia di sentire certe storie! Sono stanca e ho sonno, quindi il prossimo che mi sveglia prima di tre giorni si beccherà una freccia nel didietro!- -Con la mira che ti ritrovi non centreresti nemmeno un elefante!- ridacchiò il ragazzo. La castana sospirò nervosa: imbracciò l’arco e incoccò una freccia. -Vuoi scommettere?- chiese lei dandogli un’ultima possibilità. Pregò Iddio che dicesse di no o, in caso contrario, sperò di prenderlo in pieno altrimenti sarebbe stata una scena decisamente ridicola e, allora, a maggior ragione si sarebbe dovuta sorbire tutti i commentini acidi. Cambiò repentinamente idea: era stata portata all’esasperazione e l’idea di ritirare la minaccia era molto poco allettante. Senza attendere una risposta scoccò la sottile asticella in legno dall’estremo puntuto, cercando di essere il più precisa possibile. Incredibile a dirsi, ma mirò dritto, straordinariamente dritto. La freccia volò rapida verso il bersaglio, sibilando, e l’avrebbe anche colpito in pieno, poco sotto lo sterno, un colpo niente male. Fortunatamente – o sfortunatamente?- la Claymore s’intromise, bloccandola prima che raggiungesse il giovane: sbucata fuori dalla foresta con un balzo, rese vano l’attacco afferrando l’asta a mezz’aria. Renn guardò soddisfatta sia il ragazzo sia Claire e abbassò l’arco, sorridendo malevola. -Ti è dato di volta il cervello?- sbraitò la donna rivolgendosi alla castana, spezzando la freccia in due. -Tu che dici? Forse non sono mai stata sana di mente…- La donna ringhiò. Furiosa, si voltò verso il giovane che, dal canto suo, era perfettamente tranquillo e rilassato: mancava solo che si mettesse a fischiettare! Con le braccia dietro la nuca, fissava la mora, fiero di lei. Notandolo, la ragazza sorrise e annuì come segno di ringraziamento. -Raki, dì qualcosa!- -Te la stai prendendo per una cosa da niente! Invece che essere contenta dei progressi che fa la tua apprendista, le recrimini contro! Stai facendo una pantomima per un problema che non esiste; rilassati e fatti un pisolino.- disse sbadigliando noncurante. Claire chiuse le mani a pugno e si morse il labbro inferiore, fissando truce la schiena del ragazzo che le aveva voltato le spalle e che stava tornando al solito posto, dove rimaneva accoccolato Procne. -Renn, da domani Raki si occuperà della mira, io della spada,- decretò senza aspettare commenti. Scomparve nel verde, andando in una direzione completamente diversa da quella del rosso con una smorfia sul volto, infuriata. La castana sospirò rassegnata, passandosi una mano tra i capelli e incamminandosi anch'ella dietro al giovane. -Di male in peggio!- mormorò passandosi una mano tra i capelli- Forza Renn, domani è un altro giorno, magari sarà di buon umore…-
Avevano raggiunto il confine marino e lì stavano aspettando l’arrivo della valchiria che però non si vedeva da nessuna parte. Il mare, calmo e limpido, si amalgamava alla perfezione con il colore brillante del cielo, sgombro dalle nuvole e da qualsiasi altro ospite indesiderato. Il percorso arido color caramello che avevano superato avanzando senza la compagnia di Misty, si era tramutato in una spiaggia ciottolosa a pochi metri di distanza dall’acqua. In teoria quello non era un buon posto dove fare sosta o attraccare ma, stando alle parole della compagna, era l’unico modo per raggiungere il Picco delle Nevi Perenni dalla loro attuale posizione. Escluso ovviamente il volo. -Ma dove è andata a cacciarsi quella donna? E pensare che mi sono fidato a lasciarla andare da sola…- Stanco e accaldato, il gruppo cercava di tenersi occupato nell’attesa ma nessuno riusciva a trovare un passatempo decente, niente che portasse via più di cinque minuti. Si accettavano proposte ma poche erano quelle a malapena intelligenti. Radi erano i soffi di vento che portavano un minimo di refrigerio ai sette membri della comitiva e quelle poche volte che si alzavano un po’ più forti, freschi e intensi, assieme a loro, si sollevavano grandi polveroni che turbavano le ore che Sora avrebbe volentieri dedicato ad una siesta. -E se ci facessimo un bagno? Insomma questo è mare, mare significa acqua e acqua significa fresco…- -Sai Sora non hai tutti i torti,- disse Kairi spolverandosi l’abitino rosa e alzandosi da terra. Si levò le scarpe, seguita a ruota dal fidanzato. Si avviò in direzione del mare, distante solo pochi passi da dove Riku, immobile, scrutava l’orizzonte sperando di vedere la figura di una nave in avvicinamento. -Mi raccomando Sora, rimani vestito almeno nella zona sud! Niente strip tease in pubblico…- scherzò Paperino, con il fondoschiena già in ammollo in acqua. -Divertente…- mormorò il custode con una smorfia sul volto. -Dico sul serio, non scherzo! Che ne so io se di solito sei abituato a girare nudo per casa o meno!- -Mi hai mai visto girare nudo da qualche parte?- chiese allora il moro sapendo già che la risposta sarebbe stato un “no” secco. -Un paio di volte sì… anche se di sfuggita- Sora sbiancò di colpo: -N-non sapevo di popolare i tuoi sogni erotici! Me lo aspettavo da Kairi ma non da te…- -Hey!- Una scarpa rosa volò rapida e silenziosa in direzione del Custode che fu colpito in pieno viso, dato che si era girato per rispondere all’esclamazione della rossa. La calzatura cadde in acqua e si bagnò completamente, la stoffa s’impregnò d’acqua. -Oh avanti, stavo scherzando!- borbottò massaggiandosi il naso. –Comunque sia, dove mi avresti visto? Dì la verità, mi spii mentre sono sotto la doccia!- Fissò il mago di corte con sguardo accusatore, puntandogli l’indice della mano destra contro. -E smettetela di fare i bambini! Almeno venissi retribuito a farvi da baby sitter!- disse Riku stizzito alzando la voce, incrociando le braccia e allontanandosi dall’acqua. Misty non si vedeva da nessuna parte. Era via da un pezzo e l’albino cominciava a mostrare i primi segni di preoccupazione. Si sedette per terra a gambe incrociate e appoggiò i gomiti sulle ginocchia. Gli mancavano i commentini della compagna nei confronto di Kairi, gli mancavano il suo sorriso, i suoi occhi… -Che tenero, vorresti che la tua principessina fosse qui, eh?- Naminè si era avvicinata, silenziosa come un felino, e aveva parlato sottovoce, come per nascondere qualcosa. Si era seduta di fianco al ragazzo e aveva sorriso. -Non sai quanto…- -Non preoccuparti, sono sicura che tra poco arriverà,- mormorò dolcemente. C’era qualcosa di strano nel suo comportamento e Riku l’aveva notato subito. Solitamente non si staccava mai dal biondino ed era di poche parole, invece in quel momento sembrava aver voglia di fare conversazione, sembrava meno riservata del solito. -C’è… qualcosa che devi chiedermi?- chiese azzardando un tentativo. La ragazza non rispose, si limitò a sospirare. -Se non vuoi dirmelo tu, lo vado a chiedere a Roxas…- Fece per alzarsi ma la biondina lo fermò, afferrandogli il polso. Lo fissò negli occhi e prese coraggio. -Io e Roxas potremmo tornare da Ganer?- domandò abbassando lo sguardo. -Sei solo tu a volerlo oppure…?- -Tutti e due. Riku, noi… io non sono fatta per tutti questi viaggi, per tutto questo movimento e per tutti questi pericoli…- ammise lasciando la presa. -E ti sentiresti sola senza Roxas vero?- Lei annuì e volse lo sguardo in direzione del ragazzo: fissava malinconico l’orizzonte, talvolta portando la sua attenzione sull’amico che giocava nell’acqua, talvolta concentrandosi sui colori del mare. -Detta così però sembra solo per “colpa” mia se Roxas non rimane.- mormorò fissando il terreno ai suoi piedi- Lui dice di non aver combinato molto in questo periodo. Perciò preferisce tornare con me. In caso di attacco ci sei tu, c’è Sora, ci sono Kairi e Misty e sono certa che Paperino e Pippo non sono da meno. Io invece sono a malapena in grado di evocare qualche magia e devo essere costantemente difesa. Velvet si è concentrata su Kairi e…- -Non sei inutile Naminè e non sei nemmeno meno importante di ciascuno di noi, è qui che volevi arrivare, giusto?- -Senza che io vada avanti, visto che mi sembra che tu abbia capito tutto, cosa rispondi?- chiese semplicemente, abbozzando un sorrisino che le illuminò appena il viso latteo. Riku esitò: non voleva prendersela tutta lui, la responsabilità di una decisione come quella. In realtà non voleva sorbirsi una sgridata da Misty al suo ritorno, ma camuffò la sua vera preoccupazione con un’espressione pensierosa. -La maggioranza cosa dice? Hai chiesto anche agli altri?- -Sì e sono d’accordo con me, tranne Kairi ma lei è fatta a modo suo e ultimamente crede in quello che le fa più comodo…- -Chi sono io per fermarvi allora?- Riku sorrise e si alzò in piedi, spostandosi nuovamente verso il mare, tornando a cercare la figura della valchiria in volo o l’ombra di un’imbarcazione, avvicinandosi a Roxas e dandogli una pacca sulla spalla. -Grazie…- mormorò semplicemente la biondina
Scomparvero in un varco dopo aver salutato i compagni di viaggio, lasciando dietro di loro un silenzio strano, irreale: solo l’intenso scrosciare delle onde che graffiavano il terreno interrompeva il muto “arrivederci” dei presenti, proprio come al confine tra luce e oscurità, luogo raggiunto in precedenza dai due custodi. Nessuno si era ancora azzardato a parlare: non che quello con i due giovani fosse stato un addio, certo che no, ma comunque altri due componenti si erano staccati dal gruppo che, fino ad ora, aveva viaggiato compatto. Dietro di loro una voce maschile parlò curiosa: -Hey, cosa sono quei musi lunghi?- Sora e Riku si voltarono di scatto, in guardia, avendo riconosciuto l’impronta vocale di un certo mago. Fecero comparire inutilmente, in un fascio di luce, i due keyblade, pronti alla battaglia. Ma dietro di loro il nulla, solo il mare. Si guardarono intorno circospetti e con loro anche Paperino e Pippo imbracciarono le armi. Kairi invece era rimasta tranquilla e rilassata dietro di loro, con le braccia incrociate e un sorrisino da presa in giro sulle labbra. Si aspettavano lingue fuoco scaturire dal nulla da un momento all’altro, fiumi di veleno scorrere intorno a loro e appestare l’aria, il terreno tremare come squarciato dall’interno e alte vampe imprigionarli in un modesto lembo arido. Il soggetto però, mancava ancora all’appello. -Ingway, vieni fuori…- mormorò appena la rossa, negando con la testa alla reazione dei suoi compagni. -Non sai stare senza di me, vero principessa?- mormorò sensuale, o meglio, quella era l’intenzione. Sentendo la voce del ragazzo farsi addolcita, Sora fece una smorfia di disgusto. Il diretto interessato comparve circondato da un accecante bagliore azzurrino, in una posa decisamente oscena alla vista. Il biondo si esibì con un sorriso sul volto, fasciato e incerottato dalla testa ai piedi, con le braccia conserte e il volto rivolto verso l’alto, messo di profilo. -Alla faccia dell’entrata teatrale…- commentò schietto il mago di corte, inarcando un sopracciglio e abbassando lo scettro. Non si sarebbe svolta nessuna battaglia, ormai era chiaro. -Concordo in pieno, scenetta penosa- ammise Kairi. Ingway ignorò la freddezza dei due e continuò a comportarsi come sempre, seguendo il suo programma: fece un profondo inchino e si tolse con un gesto fluido il cappello, sorridendo gioviale. -Eccomi a voi fanciulle, in tutto il mio splendore e in tutta la mia bellezza, pronto a s… ma non eravate di più?- chiese interrompendo un probabile monologo, rivolgendosi alla rossa e perciò riferendosi al termine “fanciulle”. Sora e Riku sospirarono e fecero scomparire i Keyblade con un gesto secco, un po’ scocciato. Falso allarme. Ingway non era lì per sferrare un attacco: in quel caso si sarebbe risparmiato l’entrata ad effetto e avrebbe attaccato direttamente i cinque, relativamente indifesi. Si sarebbe occupato dopo dei flirt e delle frasi sdolcinate. -Non penso che ci proveresti con quella che, in parte, è tua sorella… come puoi vedere Misty non è qui e Naminè… non è disponibile, ha già un altro biondo per le mani!- disse solamente la ragazza, non senza una punta di veleno nel tono. -Kairi…- la rimbeccò il moro avvicinandosi a lei -No, “Kairi” niente…- borbottò incrociando le braccia e voltandosi dall’altra parte, indignata. Sora sospirò: -E Renn si è staccata da noi ormai da un pezzo…- concluse. Non capiva perché la rossa non l’avesse nominata. Certo, che la detestava già si sapeva ma quell’atteggiamento era decisamente infantile. La ragazza fece una smorfia, contrariata dal fatto che Sora avesse anche solo pensato di includerla tra le assenze, come se fosse stata una fondamentale parte integrante della loro combriccola ormai decimata. Il volto di Ingway parve illuminarsi: -Ah Renn, la mia Renn…- Riku ridacchiò pensando ad una possibile reazione della ragazza all’utilizzo dell’aggettivo “mia”. Se era anche solo un minimo come Misty, di certo gli avrebbe scagliato addosso torrenti di maledizioni e l’avrebbe infilzato come uno spiedino. Anzi, probabilmente gli avrebbe incendiato i capelli, cappello compreso. -Quella ragazza ha rifiutato un mio flirt, e con che stile! Quasi quasi dopo faccio un salto a salutarla, sempre se finisco in fretta qui. Penso di essermi innamorato sul serio…- Pippo ebbe uno spasmo; Paperino spalancò il becco e sbarrò gli occhi senza emettere alcun suono; Kairi, incredula, indietreggiò di un paio di passi; Sora e Riku si lanciarono un’occhiata lievemente sorpresa e, in parte noncurante: poi entrambi si resero conto della faccenda e fissarono il loro sguardo su Ingway, incuriositi e desiderosi di conoscere qualche sviluppo. Il biondo sorrise appena, sognante. Rapida, letale e silenziosa, la punta di una lancia conosciuta si scagliò contro il giovane, scendendo in picchiata assieme alla sua padrona. Ingway venne travolto e finì lungo disteso per terra, mentre il suo aggressore sedeva a cavalcioni su di lui tenendo la gemma blu premuta contro il collo appena coperto dalla mantellina. -Sei tornato! Dove hai lasciato stavolta la tua sorellina?- -Siamo aggressivi eh? Cos’è? Ti sei svegliata dal lato sbagliato del letto?- -Ingway non mi provocare!- sibilò la valchiria premendo la gemma contro il collo del giovane. Il biondo sorrise cordiale e, rialzandosi appena con la schiena da terra, abbracciò Misty. -Mi chiedevo dove fossi finita…- mormorò affettuoso, strofinando il suo volto contro il petto della ragazza. Misty arrossì violentemente: ricacciò il biondo a terra schiacciandogli il volto con il palmo della mano. -Non ci provare più!- urlò in preda all’isteria, serrando gli occhi in una chiara espressione di stizza e di rabbia. Si guardò intorno, quasi spaesata. Ci mancava solo il “ti voglio bene” a coronare il quadretto. Portò lo sguardo sul giovane albino che ridacchiava sommessamente. Gli lanciò un’occhiataccia. Possibile che non fosse anche solo minimamente geloso? Lo fulminò con lo sguardo ad intendere una frase come “dopo facciamo i conti!”. Il giovane non se ne curò minimamente. A mano a mano che scorreva i volti degli altri, trovò in ognuno la stessa punta di sorpresa, mista a sgomento nell’espressione. -Voglio delle spiegazioni!- urlò nel panico. -Molto semplice,- cominciò il biondo- il doppio gioco mi riesce alla perfezione.- Ingway ottenne di rimando solo un’espressione interrogativa da parte della ragazza e un sopracciglio sollevato da parte di tutti i presenti. Misty lasciò libero quello che non era a tutti gli effetti suo fratello -si comportava più come un maniaco che come un fratello- e il ragazzo si alzò in piedi, spolverandosi gli abiti. -Ho fatto spostare Wagner dal Picco delle Nevi Perenni in modo che Velvet non lo trovasse. Il mio accordo con lui era quello di mandare fuori strada mia sorella, giusto per prendere tempo, voi dovreste andare da Wagner. Anche se in realtà non era questa l’idea che avevo in mente all’inizio…- -Scherzi? Ci distruggerebbe!- borbottò la valchiria, ancora contrariata dal gesto precedente del biondo. Se la sarebbe legata al dito e non l’avrebbe passata liscia. -A cosa credi che sia servito un mio accordo con lui? Oh, certo, non ha formalmente acconsentito però…- La giovane si diede una manata sul volto e sospirò profondamente. -Ingway non sei nemmeno capace di stipulare un patto! Dovresti sapere che gli accordi con i draghi sono patti di sangue e scommetto che quelle ferite nemmeno sono vere! Ti ha fregato, voleva solamente levarsi dai piedi un pidocchio come te. Posso anche capire che dopo il tuo avvertimento si sia anche spostato, ma non credo proprio che sia disposto a darci la sua pelle…- -Ma Misty quello non…- intervenne Paperino alzando una mano verso di lei. -Lo so, non era scritto in quella famigerata lista, ma fidatevi della sapienza di Nonna Valentine…- -Di chi?- fecero tutti in coro, tutti escluso l’incantatore. -Presto la conoscerete. Comunque, sono riuscita a farmi dare una nave, sono venuta prima perché avevo paura che i miei piccoli pargoli si azzannassero tra di loro.- scherzò sorridendo- In teoria, entro pochi minuti, dovremo avere un mezzo di trasporto per il Picco delle Nevi Perenni.- Ingway fece per intromettersi ma Misty lo bloccò subito prevedo la sua obiezione:- No, non vado alla disperata ricerca di un drago che ti ha messo nel sacco così facilmente; voglio lo scontro diretto con Velvet. Preferisco morire nel tentativo, piuttosto che farmi distruggere da un drago con cui non hai concluso niente!- -E se ci alleassimo con lui?- propose Sora attirando su di sé gli sguardi. La valchiria scosse la testa: - è orgoglioso e più egocentrico del qui presente dongiovanni… non riusciremmo mai a convincerlo…- -E se spostassimo la battaglia dove si trova Wagner? Sarebbe costretto a schierarsi dalla nostra parte per non rimetterci squame e tutto…- -La nave e il tentativo di Ingway sarebbero stati del tutto inutili. Tanto valeva dirigerci subito al Picco…- -No, affatto. Wagner si trova oltre mare.- confermò il biondo convinto. - Dirlo subito no, vero?- borbottò Misty incrociando le braccia. -Velvet non potrà tenere testa a tutti noi… spero solo che questo dannatissimo drago non si comporti da prima donna… sarebbe stato tutto inutile…- mormorò la rossa. Tutti ignorarono l’intervento di Kairi, per niente adatto alla situazione “Spero invece che tu non faccia la prima donna…” pensò la valchiria sospirando nuovamente. -Ingway rimani con noi?- chiese Pippo emergendo dal silenzio calato dopo l’osservazione della principessa. -Preferisco assistere in disparte alla vostra battaglia. Anzi, è meglio che me ne torni da dove sono venuto: non vorrei dovervi chiedere di raccogliermi con il cucchiaino, se Velvet mi scoprisse.-
Appunti dello Scoiattolo: Aggiungiamo anche questi alla fine va’ -.- è colpa del caldo se mi viene in mente di mettere ‘ste boiate! (vi confesso che mi godo come una spastica a scriverle *w*) Dopo che mi è stata lanciata una ghianda da uno scoiattolo nel parco -dannati scoiattoli!- (e dopo aver trovato un riccio in giardino, ma questo non c’entra) ho pensato di far fare ad uno di questi dannati esserini gli appunti finali. Date il benvenuto a Sheshe no Huriterra per gli amici She (non sci come il “she” in inglese proprio she come scempio XD che fantasia che ho, accidenti! Tradotto credo sarebbe… orecchie di frittella e fino a prova contraria le frittelle sono femmine u.u). However, Appunti della Scoiattola: -il titolo è stato messo molto alla cazzo ma si riferisce (ma come ha fatto a pensare ad una cosa del genere??) al fatto che Ingway s’è fatto fregare… povero pulcino mio! A natale un pacchetto di noccioline per lui^^ -ci sarebbero un paio di particolari da notare, vi dico solo che… prevedo smancerie (dannata autrice, voglio un po’ di sbaciucchiamenti!)”NdA trovati un moroso allora” -credo che il prossimo capitolo sarà concentrato in particolare su Renn. Non so ancora se sarà lungo come questo perché la mia caramella gommosa è in uno stato catatonico, povera stellina .-. Nemmeno le ghiande che le lancio dietro aiutano
In effetti questa “uscita in stile Marshmallow” potevo anche risparmiarmela! XD al prossimo^^
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