Kingdom Hearts Forum

Posts written by darkroxas92

  1. .
    ed eccomi qui con il nuovo capitolo
    ora che ho finito bbs finalmente mi è tornata sia l'ispirazione che la voglia di scrivere, cosa che dovrebbe durare fino a quando non verrò preso da FF13 ovviamente XD.
    A questo proposito, ne approfitto per chiedere un parere a tutti voi lettori, anche a quelli che finora non hanno mai recensito: come ho scritto poco fa, ho finito bbs, e ciò ha scatenato nella mia mente una serie di teorie per la ff. Il punto è questo: ho paura di spoilerarvi troppo. Percui vorrei sapere più o meno fino a che livello sareste disposti ad accettarli, tipo l'inserimento di alcuni nemici (boss finali ovviamente esclusi) o semplicemente se siete d'accordo oppure no. mi basta anche solo un si o un no, e in base alla maggioranza vedrò se inserirli oppure no.
    Ringrazio in anticipo tutti coloro che mi faranno sapere.
    Ma ora pensiamo alle recensioni:
    @ francix94: Non ti preoccupare: io stesso a volte mi chiedo se le mie teorie per questa ff non siano troppo attorcigliate tra di loro XD
    @ Liberty89:  Beh, come ti ho già risposto per msn, il capitolo purtroppo non sono riuscito a scriverlo meglio, e in effetti la mia idea originale era leggermente diversa... e poi non avevo ancora ricevuto il film in bluray, quindi non lo rivedevo dalla sua uscita al cinema XD. Per quanto riguarda le teorie... non posso dire se quelle che mi hai detto sono giuste oppure no. O almeno, non ora XD
     
    E ora, ecco qui il

    Capitolo 32: Incontro tra custodi - Torna all'indice dei capitoli
    (ATTENZIONE: leggere la nota a fine capitolo)
     
    Light si coprì gli occhi con la mano per evitare di venire colpito dalla sabbia.
    “Ugh… Certo che ce n’è di vento qui…” disse, cercando di guadarsi attorno.
    All’improvviso, alle sue spalle, sentì il rumore della sabbia che andava a sbattere contro qualcosa di metallico.
    Sorridendo, Light si girò.
    “Finalmente ti ho trovato” disse, evocando il Keyblade, all’armatura di fronte a lui, inginocchiata di fronte ad un Keyblade conficcato nella terra.
    “Chi sei?” chiese una voce proveniente dall’armatura.
    “Oh, nessuno in particolare. Un semplice custode che vuole misurare la propria forza”
    L’armatura rimase in silenzio.
    “Beh, che ti prende? Hai forse paura?”
    “Non sei tu… Non sei tu il mio avversario…”
    “Come vuoi… Vorrà dire che attaccherò per prima io!” urlò Light, partendo alla carica.
     
     
    Hikari si svegliò di colpo, facendo saltare dallo spavento la sorella, che le era seduta accanto.
    “AHHH!” urlò Kairi, tenendosi una mano sul cuore. “Ti sembra questo il modo di salutare tua sorella?”
    Hikari non rispose.
    “Che succede?” chiese Sora, arrivando subito dopo aver sentito l’urlo.
    “N-Niente. Solo uno spavento” rispose subito Kairi, agitando le mani. Poi si rivolse nuovamente alla sorella.
    “Che cos’è successo?”
    “Ho avuto una strana sensazione… Come se stesse per accadere qualcosa di terribile…” rispose lei.
    “Qualcosa di terribile? Che cosa intendi?” chiese Sora.
    “Non ne ho idea…” disse Hikari, per poi venire interrotta dall’allarme della Gummyship.
     
     
    Dark uscì fuori dal varco, ritrovandosi in una città, in piena notte.
    “Devo ancora capire bene come funzionano questi passaggi…” disse, guardandosi attorno.
    Di fronte a lui c’era un campanile, la cui cima sovrastava i palazzi attorno.
    E proprio in quel momento le campane cominciarono a suonare.
    Dark guardò verso esse istintivamente, per poi rimanere ad ascoltarne il suono.
    Ma questa pace venne interrotta da un gruppo di Heartless e Nessuno che apparvero attorno a lui.
    “Ancora questi esseri?” disse lui. “Sembra proprio che ovunque vada sia destinato ad affrontarvi”
    Stava per evocare il Keyblade, quando un ombra nera gli passò davanti, facendo sparire dietro di lei gli Heartless e i Nessuno, apparentemente senza nemmeno averli colpiti, e lasciando interdetto Dark.
    Di fronte a lui c’era una persona che indossava un cappotto nero senza maniche, lungo fino alle gambe e con un cappuccio che copriva il volto, e da sotto di esso si riusciva a sentire un minimo di musica.
    E in mano impugnava due Keyblade entrambi neri, ma mentre il primo aveva l'elsa blu a forma di cuore con un ciondolo a forma di luna crescente metà nero e metà argento, il secondo aveva una stella come pendente e una fiamma nera come elsa.
    ‘Quelle armi…’ pensò Dark. ‘Sono simili alla mia… e a quelle di quei ragazzi…’
    Il custode misterioso non disse una parola, ma rimase per qualche minuto ad osservare in silenzio Dark.
    Alla fine fu Dark ad interrompere il silenzio.
    “Chi sei?”
    Ma il custode non rispose.
    Disse qualcosa, ma con un tono di voce così basso che Dark non riuscì a distinguerlo bene.
    Poi, come se niente fosse, tutte i lampioni della strada e interne alle case si spensero, facendo ricoprire tutto dall’oscurità.
    “Cos-“ disse Dark sorpreso, perdendo di vista il custode.
    Pochi secondi dopo la luce ritornò, ma di lui non c’era più traccia.
    “Che cos’ha fatto…” si chiese Dark, per poi accorgersi di alcune finestre che si aprivano per scoprire la causa del black-out, e quindi volare via prima che qualcuno di accorgesse di lui.
    Ma poco lontano, da una finestra, due occhi erano riusciti ad osservare l’incontro tra i due custodi.
     
     
    “Ma solo a me capitavano mondi unici?” disse Sora, guardandosi attorno.
    “Che ci vuoi fare? L’universo è bello perché è vario” gli rispose Riku.
    “Più che vario… io definirei questo mondo una copia della Terra…” disse Hikari, leggendo alcuni cartelli. “Qui le città e i luoghi hanno gli stessi nomi…”
    “Strano... Teoricamente non dovrebbe essere così, giusto?” chiese Kairi.
    “Però non è impossibile. Per esempio: la Terra è il nome comune di molti mondi. Prendete quello di Jake: dubito fortemente che provenisse dalla Terra di Dark, tuttavia ne conosceva il nome”
    “È vero!” disse Sora battendo il pugno nel palmo dell’altra mano. “Non ci avevo fatto caso”
    “Non avevamo dubbi, Sora” gli rispose Riku, per poi scoppiare a ridere.
    “Grazie tante…” rispose l’amico, fingendosi offeso.
    “Ehi, venite a vedere” li interruppe Kairi, indicando un muro lì vicino, sul quale c’erano segni di bruciature.
    “Beh, che c’è di strano?” chiese Hikari. “Può trattarsi di un semplice atto vandalico… Sai, sono più diffusi di quanto di pensi…” concluse, per poi cominciare a camminare.
    “Dove vai?”
    “Ad esplorare il mondo, no? O avete intenzione di aspettare che gli Heartless o Nessuno vengano a bussarvi sulla porta della Gummyship?”
    “Quasi quasi la preferivo quando non faceva queste battute…” disse sottovoce Sora a Riku.
    “Guarda che ti sento benissimo” gli rispose Hikari, facendo spaventare Sora.
    “Chissà se anche Dark si trova qui…” disse infine, guardando in alto.
     
    “Beh, che ti prende?” chiese una voce nella testa di Dark, che si fermò immediatamente.
    “Chi ha parlato?” chiese, senza però vedere nessuno.
    “Sono sempre io” disse il ragazzo dai capelli neri e bianchi, che apparve di fronte a lui.
    “Cosa vuoi stavolta?”
    “Che modi. E dire che la volta scorsa ti ho pure aiutato a risvegliare un tuo potere…”
    “Umpf. Te ne approfitti solo perché sai chi sono realmente, mentre io no…”
    “Suvvia, ti posso assicurare che tra non molto ti sarà tutto chiaro” rispose il ragazzo. “Comunque credevo saresti partito subito alla ricerca di Rexenet…”
    “Non mi interessa. L’altra volta l’ho affrontato solo per ripagare in qualche modo il mio debito verso quegli indigeni… Finché non farà qualcosa contro questo mondo, ammesso che sia qui, non è affar mio”
    “Come vuoi…” rispose il ragazzo cominciando a svanire.
    “Ah, dimenticavo” continuò. “Quell’arma, come la chiami tu, si chiama Keyblade. Per la precisione, il tuo si chiama Balance” concluse, sparendo, lasciando Dark da solo.
    “Balance…” disse lui, evocando il Keyblade. “E così sia allora” concluse, facendo sparire la chiave per poi dirigersi verso una strada più grande.
     
    “Allora non ne hai proprio idea?” chiese una ragazza dai corti capelli neri ad una sua amica dai capelli castani, che scosse la testa.
    “No. Come ti ho già detto, non avevo mai visto nessun altro che lo possedeva oltre a me…”
    “E io che pensavo fosse un tuo amico segreto… Anche se effettivamente, per come vi siete incontrati, non si sarebbe potuto nemmeno pensare…”
    “Tu sei sempre alla finestra nella speranza di vedermi in azione, eh?” disse la castana, per poi mettersi a ridere.
    Ma le sue risate si fermarono di colpo, vedendo un ragazzo dai lunghi capelli neri che coprivano anche gli occhi passarli accanto. E come lei, anche l’amica smise di ridere.
    Dark si girò un attimo verso si loro, non avendo potuto fare a meno di vedere come avessero cambiato atteggiamento non appena lo avevano visto.
    “Ci conosciamo?” chiese poi. “Se si, dovete scusarmi, ma i miei ricordi risalgono solo a pochi giorni fa”
    “N-No. Semplicemente ci ricordavi una persona di nostra conoscenza… Scusaci” rispose la castana, per poi allontanarsi portandosi dietro l’amica.
    “Che strane…” disse Dark, per poi alzare le spalle e riprendere la camminata.
     
    “Uffa… Non c’è niente di niente in questo mondo…” si lamentò Sora.
    “Giuro che se in questo momento succede qualcosa di non normale, è la volta buona che ti uso per allenarmi con il Keyblade!” gli disse Riku, facendolo deglutire.
    “O-Ok, messaggio ricevuto”
    Poi, senza che nessuno se ne rese conto, una ragazza dai capelli castani andò a sbattere in pieno contro Riku.
    “Ahi” disse lui “Fai più attenzione a dove cammini”
    “Jessie, tutto bene?” chiese un'altra ragazza dai capelli neri, raggiungendola.
    “S-Sì Andrea, tutto ok… E mi scusi” rispose Jessie, rivolta a Riku.
    Una cosa che il custode non mancò di notare fu il fatto che la ragazza sembrava leggermente scossa.
    “Ehi, sicura che va tutto bene?” chiese
    “Sì, non si preoccupi…”
    “Questo rientra tra le cose non normali oppure no?” chiese Sora, per poi ricevere una gomitata nello stomaco da parte di Kairi.
    “Grazie Kairi…” disse Riku.
    “Uh, ma che bel quadretto” disse una voce sopra di loro.
    “Rexenet!” Urlò Hikari, evocando il Keyblade. “Fatti vedere!”
    “Pazienza, mia cara custode… Per vostra fortuna, non è ancora arrivato il momento della vostra cancellazione… Voglio che ci siano tutti e sei i custodi presenti su questo mondo prima di procedere”
    “Rexenet!” urlò nuovamente la custode, senza però ottenere risposta.
    “Sei custodi?” ripeté Sora. “Ma siamo solo quattro. Cinque nel caso Dark si trovasse veramente qui”
    “A me no che non ci sia anche Light…” disse Kairi.
    “M-Ma quello…” disse Jessie, indicando l’arma di Hikari. “Quello è un Keyblade!”
    A sentire quella parola i quattro ragazzi si ammutolirono.
    “Come… Come fai a sapere come si chiama?” chiese sorpresa Hikari.
    “Accidenti Jessie, ma vi siete dati appuntamento? È già la seconda persona che incontri in meno di un giorno che possiede un Keyblade.
    “La seconda?” chiese Riku. “Vuoi dire che hai visto un altro custode?”
    “Prima di rispondere a questa domanda… Potreste dirmi chi siete? A chi apparteneva quella voce?”
    Sora, Riku e Kairi si guardarono tra di loro, per poi annuire.
    Pochi secondi dopo tutti e tre evocarono il loro Keyblade.
    “Wow!” disse meravigliata Andrea. “E io che fino a ieri sera credevo esistessero solo quelli di Jessie”
    Jessie si limitò a sorridere.
    “Allora era vero che non ero l’unica custode” disse, evocando due Keyblade.
     
     
    Dark continuò a camminare finché non arrivò la notte.
    Era curioso di incontrare nuovamente quella persona, chiunque essa fosse.
    E sembrò che il suo desiderio si fosse realizzato.
    Di fronte a lui, in volo, c’era la stessa figura della notte precedente, con in mano i due Keyblade.
    “Dark, giusto?” chiese una voce femminile da sotto il cappuccio.
    “Così mi chiamano da qualche giorno, ma il mio vero nome non me lo ricordo. Come fai a saperlo?”
    “Mi sono arrivate delle voci. Per la precisione da quattro ragazzi”
    “Umpf. Dovevo immaginarlo che mi avrebbero seguito anche qui. E ora dove si trovano?”
    “Se ne sono andati. Gli ho detto di averti sistemato personalmente ieri notte”
    Dark rimase un attimo in silenzio, per poi scoppiare a ridere.
    “E tu gli avresti veramente raccontato una cosa del genere? Figuriamoci se se ne sarebbero andati così come se niente fosse. Mi stanno seguendo ovunque vada, e dubito che se qualcuno dovesse riuscire ad eliminarmi, loro farebbero finta di niente. La persona che gli ricordo deve essere molto importante per loro.”
    “Non te le bevi facilmente, eh?” disse lei, togliendosi il cappuccio, rivelando così una ragazza dai capelli castani e gli occhi marroni coperti da degli occhiali. “In tal caso, dovrò far diventare ciò realtà!”
    “hai intenzione di affrontarmi?” chiese Dark, evocando il Keyblade. “Allora buona fortuna”
    “Grazie. Anche a te”
    “Non ne avrò bisogno”
    “Come preferisci!” rispose Jessie, partendo all’attacco.
    I tre Keyblade si scontrarono tra di loro, creando un vortice d’aria che li circondò, senza però riuscire a smuoverli.
    “Ugh…” disse Dark, usando tutta la sua forza per rimanere al suo posto, e come lui anche la custode stava facendo lo stesso.
    “Beh, di certo sei decisamente più forte dei soliti Heartless e Nessuno che affronto… Ma non credere di spaventarmi”
    “E chi ne ha l’intenzione? Mi basterà sconfiggerti!”
    “Provaci”
    “Volentieri!” rispose Dark, creando con la mano libera una sfera di fuoco che scagliò contro la custode, colpendola in pieno e facendola arretrare di qualche metro.
    Ma stranamente lei non sembrò aver riportato danni evidenti.
    “Mi dispiace… Ma una fiammella del genere non può ferirmi…” disse lei, per poi preparare dalla punta dei due Keyblade un enorme sfera di fuoco.
    “Permettimi di mostrarti cosa sia il vero fuoco!” urlò, lanciandogliela contro Dark, che venne investito in pieno dalla fiammata, che poi esplose attorno a lui.
    Dark venne scaraventato in aria dal contraccolpo dell’esplosione, mentre i suoi vestiti erano bruciati in diverse parti e aveva riportato diverse bruciature sul corpo.
    Ma prima che Jessie potesse lanciargli un altro attacco, Dark rimase sospeso in aria, per poi venire avvolto da un’aurea verde, che rigenerò le ferite come se niente fosse.
    “Niente male come attacco…” ammise Dark. “Sei la prima persona che riesce a ferirmi senza colpirmi alle spalle”
    “Lo prenderò come un complimento”
    “Ma ora vediamo se riesci a resistere a questa magia” disse Dark, facendo sparire il Keyblade e creando una sfera di ghiaccio e una di tuono, che poi fuse in un unico globo.
    “Cosa?” disse stupita Jessie, per poi prepararsi a parare il colpo con i Keyblade.
    “Provaci!” urlò Dark, scagliando la sfera contro la custode.
    Non appena essa entrò a contatto con i due Keyblade, si generò un campo che avvolse completamente la custode, per poi esplodere lanciando tuoni e pezzi di ghiaccio tutt’attorno.
    Incredibilmente la custode era ancora nello stesso punto dove si trovava prima di venire colpita, sebbene con diversi tagli sui vestiti e sul volto.
    “Ugh… Non mi aspettavo una fusione di magie…” disse, appoggiandosi ad un Keyblade, mentre con l’altro si preparava ad attaccare nuovamente.
    Ma sopra di lei, Dark cominciò a creare una nuova sfera, questa volta usando oltre ai due elementi precedenti anche il fuoco.
    “Hai detto che la mia era solo una fiammella, giusto? Vediamo se penserai la stessa cosa ora!” disse, per poi lanciare nuovamente il globo.
    Ma prima che esso potesse raggiungere la custode, un Keyblade proveniente da poco lontano lo tagliò in due, facendolo esplodere a mezz’aria.
    “Basta così!” urlò Hikari, ponendosi in mezzo ai due custodi.
    “Mi dispiace… L’ho preso troppo alla leggera…” disse Jessie, rialzandosi.
    “Non ti preoccupare. Nemmeno noi pensavamo che fosse in grado di usare tutte le sue tecniche… O meglio, speravamo che non se le ricordasse ancora…”
    “Beh, ormai ha poca importanza” disse Sora, raggiungendo le due custodi accompagnato da Riku e Kairi. “Nemmeno questo trattamento è riuscito a fargli tornare la memoria. Scusa se ti abbiamo coinvolta, Jessie”
    “Non importa. Almeno ora so che c’è qualcuno in grado di tenermi testa… Anche se è vero che finora ho affrontato solo Heartless e Nessuno”
    “Quindi era tutto una messinscena?” chiese Dark.
    “Sì, ma solo perché vogliamo che tu recuperi la memoria.” disse Kairi.
    “Vi ho già detto che non sono la persona che credete!”
    “Allora dicci chi sei! Hai il Keyblade di Dark, non puoi essere nessun’altro!” disse Hikari.
    Dark si portò le mani sulla testa, cominciando a sentire un dolore lancinante provenire da dentro.
    “B…Basta… Per piacere… smettetela…”
    “Oh, povero Dark…” disse la voce di Rexenet, anticipando il custode oscuro. “Sembra proprio che i tuoi ricordi siano ben sepolti, eh?”
    “Tu…” disse Dark, girandosi verso di lui. “Che cosa vuoi da me?”
    “Una sola cosa: la tua cancellazione!” rispose lui, evocando la spada.
    “Beh, non credere che sia così facile arrivare a lui” disse Hikari, mettendosi tra i due. “Prima dovrai riuscire a sconfiggermi”
    “Già. Mi hanno detto quali sono le tue intenzioni: vuoi far cadere anche questo mondo nell’Oscurità, vero?” chiese Jessie.
    “Tutti i mondi cadranno nell’Oscurità, che voi custodi lo vogliate o meno!” disse il custode oscuro. “E tu” disse rivolgendosi a Jessie “Non hai paura che qualcuno ti scopra?”
    “Oh, non ti preoccupare, ho già pensato anche a questo”
     
    ‘Jessie, questa te la farò pagare!’ pensò Andrea.
    “Allora stanno veramente girando un film in quel quartiere?” chiese una signora.
    “Sì. Hanno anche deciso di sperimentare nuovi tipi di effetti speciali, che sembreranno più reali che mai”
     
    “Capisco…” disse Rexenet, per poi schioccare le dita, facendo così apparire dietro di lui un enorme varco oscuro.
    “In tal caso, permettetemi di rendere questi ‘effetti speciali’ ancora più realistici!” concluse, mentre alle sue spalle usciva dall’Oscurità un Darkside rosso, alto quanto il campanile lì vicino.
     
    “E quello cos’è?” chiesero ad Andrea, che era rimasta sorpresa quanto loro.
     
    I custodi guardarono sorpresi e leggermente spaventati il nuovo Heartless appena apparso.
    “REXENET!” urlò Hikari. “Ti rendi conto di ciò che hai appena fatto?”
    “Certo. Sono riuscito dove Xehanort ha fallito. Kingdom Hearts ora è in mio potere! E questo Heartless ne è la prova!”
    “Cosa?” chiese Sora, senza riuscire a crederci. “Sei riuscito a… impossessarti di Kingdom Hearts?”
    “Per la precisione solo ad una sua minima parte… Ma state tranquilli che presto sarà completamente mio!”
    “Non ho idea di cosa sia questo Kingdom Hearts…” disse Dark, preparandosi ad attaccare. “Ma non ti lascerò campo libero!” urlò, scagliandosi all’attacco.
    Purtroppo per lui il Darkside lo colpì in pieno, scaraventandolo su un palazzo, facendoglielo trapassare e cadere a pochi metri da Andrea, che era rimasta da sola dopo che gli altri abitanti erano scappati via, non più troppo sicuri della finzione del tutto.
    “Tutto bene?” chiese lei al custode, che però non sembrava in grado di riprendere conoscenza.
     
    “REXENET!!!” urlò Hikari, riuscendo a superare il Darkside e scagliandosi contro l’avversario, che parò il colpo con la spada.
    “Tutta qui la tua forza di vendetta? Mi deludi…”
    “SILENZIO!” rispose lei, lanciando una sfera di ghiaccio contro di lui, che sparì nell’oscurità prima di venire colpito.
    “Ora come ora non siete nemmeno in grado di raggiungere il mio livello” disse la sua voce, che risuonò nel buio della notte.
    “Maledetto…” disse la custode, per poi rivolgere l’attenzione all’Heartless.
    Sora e Riku stavano cercando di colpirlo alla testa, senza però riuscire ad ottenere risultati evidenti, mentre Kairi e Jessie tentavano di metterlo in difficoltà con la magia.
    Hikari volò subito verso di loro, preparandosi ad affondare il Keyblade nel corpo dell’Heartless, cosa che riuscì a fare.
    Ma con sua sorpresa, gli passò attraverso, senza riuscire a danneggiarlo.
    “COSA?” urlarono tutti gli altri custodi.
    “Dannazione… Ognuno lanci una magia diversa, SUBITO!” ordinò Hikari, lanciando una sfera di ghiaccio, mentre Jessie una di fuoco, Sora di tuono, Riku di terra e Kairi di aria.
    Purtroppo nemmeno quel mix di magie ebbe effetto.
    “Maledizione… Le nostre tecniche non sono efficaci contro di lui…” disse Kairi.
    Poi, senza che nessuno se ne rese conto, una scia bianca attraverso l’Heartless dalla testa fino ai piedi, tagliandolo così a metà.
    L’Heartless sembrò cercare di rimanere unito, ma scomparve nell’oscurità prima di riuscirci.
    E dove c’erano i suoi piedi, si trovava Dark, con in mano il Keyblade, mentre i capelli, che erano diventati bianchi e neri, cominciavano a tornare del loro colore originale.
    Poi senza nemmeno girarsi, aprì un varco, sparendo al suo interno.
     
     
    “Grazie per l’aiuto Jessie” disse Hikari, stringendo la mano alla custode.
    “Di niente, anzi, grazie a voi. Mi sarei trovata in seria difficoltà senza il vostro intervento”
    “Ma se perdevi, sapevi che te l’avrei fatta pagare cara…” disse Andrea.
    “Più caro di un mese di bar gratis? Ti ricordo che è questo il prezzo che hai richiesto per il tuo aiuto di ieri…” rispose la custode, ridendo.
    “A proposito, sei sicura di non voler venire con noi? Ci saresti d’aiuto…” chiese Riku.
    “Ti ringrazio per l’offerta e credimi, mi piacerebbe. Ma non posso. Preferisco rimanere e continuare ad affrontare gli Heartless qui. Poi ora che so della serratura, mi metterò alla sua ricerca”
    “Allora ti ringraziamo ancora. Ci risparmi del tempo”
    “Di niente. Voi pensate giusto a ritrovare il vostro amico e a fargli recuperare la memoria. Quella è la cosa più importante al momento”
    “Grazie, speriamo di riuscirci” disse Hikari, aprendo un varco, per poi sparire all’interno seguita dagli altri.
     
     
    Light venne scaraventato all’indietro, cadendo nuovamente nella sabbia.
    “Ugh… Sei decisamente più forte di quanto credesi…” disse rivolto all’armatura, che si stava rimettendo nelle stessa posa che aveva prima della battaglia.
    Light la guardò con rabbia, per poi aprire un varco e sparire al suo interno.
     
     
     
     
    Ringrazio Liberty89/Fly89 per avermi concesso per questo capitolo in prestito i personaggi di “Jessie” e “Andrea”, che appartengono alla sua storia “Sclero di una notte di mezza estate” e per avermi aiutato nella stesura.

    Edited by darkroxas92 - 28/10/2010, 18:11
  2. .
    io spero che Sephizack rilasci la patch per mettere le voci jap alla versione europea e usa come ha fatto per dissidia e crisis core.
    la voce di master xehanort è assolutamente incompatibile con il personaggio
  3. .
    E finalmente ecco qui il nuovo capitolo.
    Chiedo scusa per l'enorme ritardo, ma sono impegnato in un corso d'aggiornamento (alias BBS XD), quindi al momento, sebbene abbia le idee, non riesco a scrivere.
    Comunque sia cercherò di scrivere il prima possibile il prossimo capitolo.
    E per la prima volta, anche qui sul khforum comincio a rispondere alle recensioni una per una, in modo da poter soddisfare in parte i vostri dubbi XD
     
    @ Liberty89: Eh eh... lo sai, sono sadico e nemico dell'amore in tutte le sue versioni XD. Mi fa piacere sapere che ti ho sorpresa con il nuovo mondo, e spero di riuscire a fare lo stesso anche con i prossimi
    @ Armitrael: Non pensavo lo odiasi così tanto XD. Io invece l'ho scoperto da poco e ho deciso di inserirlo. Invece il nome Light... beh, diciamo che oltre al fatto che io nell'inventare nomi sia una frana, avrà un suo scopo, basta solo aspettare
    @ francix94: emh... temo di non essere riuscito a chiarire bene le cose: Light ha sempre avuto il Keyblade, ma come Dark non gli ha mai detto niente, nemmeno lui lo ha fatto, di conseguenza non centra niente. Mi dispiace dover demolire così la tua teoria XD
     
    Ma ora, è il momento di lasciarvi andare su

    Capitolo 31: Pandora? - Torna all'indice dei capitoli
    Dark si guardò intorno per qualche minuto, per poi cominciare a camminare.
    ‘Chissà se quello che dicevano quei tipi era vero…’ si chiese. “Dark… Sarà veramente questo il mio nome?’
    Ma i suoi pensieri vennero interrotti dal ruggito proveniente da uno strano animale, di colore blu, che era apparso davanti a lui, e che non sembrava avere intenzione di giocare.
    “Cominciamo bene…” sospirò lui, per poi congelarlo velocemente con la magia.
    Una cosa però colpi l’attenzione di Dark.
    Oltre alla coda che aveva, quell’animale ne possedeva una seconda, che alla fine si divideva in più fili, come se fosse un cavo reciso.
    “Che strana coda…” disse, avvicinandosi.
    In questo modo evitò, se pur involontariamente, una freccia che altrimenti lo avrebbe colpito in piena testa.
    “Cos-” disse, per poi doverne evitare un'altra.
    Dark si guardò attorno, ma non riusciva a capire da che parte provenissero.
    E per di più, ad una prima vista, erano frecce decisamente più grandi del normale.
    Ad un certo punto sentì qualcuno parlare in una strana lingua.
    “Chi sei?” chiese ad alta voce “Chiunque tu sia, vieni subito fuori!”
    Ma fu costretto a fermarsi dopo aver sentito qualcosa di appuntito sfiorarli la testa.
    “Non so come fai a respirare…” disse una voce. “Ma non ha importanza. Tu ora mi seguirai senza protestare, chiaro?”
    “Come se lo facessi veramente…” rispose Dark, creando una barriera attorno a lui, che spezzò la freccia a metà.
    “E ora vediamo chi sei” disse il custode, girandosi, mentre un’altra freccia veniva scoccata alle sue spalle.
     
     
    “Che strano posto…” disse Kairi, mentre scendeva dalla Gummyship.
    Erano atterrati su quella che in passato doveva essere stata proprio una piattaforma di atterraggio, dato che tutto attorno c’erano diversi hangar, anche se tutto era in uno stato d’abbandono.
    “Già, e per di più sembra disabitato… Perché mai gli Heartless dovrebbero attaccare un posto del genere?” chiese Sora.
    “Beh, il loro obbiettivo a far cadere tutti i mondi nell’oscurità. Non credo stiano a vedere in che stato è il mondo che hanno scelto” gli rispose Riku.
    “Io comunque direi di entrare lì dentro.” Propose Hikari, indicando l’hangar più grande, che conduceva ad un’enorme edificio. “Forse potremmo trovare qualche informazione più precisa”
    “Si, ottima idea”
    Ma non appena entrati, la prima cosa che notarono fu la conferma che quel posto era abbandonato da diversi anni.
    Infatti per terra c’erano diversi pezzi di vetro e qualche maschera, come quelle che si usano quando si fa fatica a respirare.
    “Sembra che questo posto sia stato abbandonato in fretta…” disse Riku.
    “Oppure sono stati costretti ad abbandonarlo.” aggiunse Hikari.
    “Cosa te lo fa pensare?”
    “Se fosse stato abbandonato in fretta, ci sarebbe più di qualche pezzo di vetro in giro. Comunque andiamo avanti, chissà se non troviamo qualche traccia di quel che è successo”
    I custodi continuarono la loro avanzata dentro l’edificio, fino a quando non arrivarono in una sala piena di computer.
    “Se c’è qualcosa, deve essere qui” disse Hikari, per poi dirigersi ai computer, cercando di avviarli.
    Pochi secondi dopo, tutti gli schermi si accesero, e di fronte a loro apparve una specie di mappa olografica.
    “Deve essere una specie di mappamondo” disse Riku, osservandola.
    “Credo anch’io” aggiunse Hikari, continuando a digitare sulle tastiere, cercando qualche dato.
    “Ehi, non è che succede come a Radiant Garden, che finiamo dentro il computer, vero?” chiese Sora.
    “Non credo proprio. Quel sistema l’aveva creato mio padre solo per casi eccezionali” rispose la custode, per poi far apparire al posto del mappamondo una serie di scritte.
    “Uh? Che c’è scritto?” chiese Kairi.
    “Purtroppo i dati sono danneggiati… O meglio, sembra che qualcuno gli abbia danneggiati appositamente. Come se non volessero che si venisse a sapere cosa c’era scritto…” rispose la sorella, soffermandosi a leggere un file, che non veniva visualizzato sull’ologramma.
    “Quindi questo posto è stato lasciato volontariamente…”
    “Già… Ma quello che mi sto chiedendo ora…” continuò Hikari, prendendo una maschera che era appoggiata lì vicino. “E il perché di queste maschere respiratorie. E come se senza di queste, chi ci viveva qui prima non potesse respirare…”
    “Non credo, altrimenti non potremmo nemmeno noi.” Disse Sora
    “Ehi, venite, presto!” urlò Kairi da una sala vicina.
    I custodi accorsero subito, per ritrovarsi in una sala piena di enormi vasche chiuse con del vetro, e nella polvere, ancora delle tracce di passi visibili, seguite da quelle di ruote.
    “Strano…” disse Hikari, seguendo la striscia di orme con lo sguardo. “Sembra che l’ultima persona che è passata per di qui abbia preso qualcosa da queste vasche…” continuò, evocando il Keyblade. “E quindi potrebbe ancora esserci qualcuno qui…”
    “Ah, che bello” commentò Sora, evocando anche lui il Keyblade. “Basta solo che non salti fuori qualche fantasma…”
    I quattro custodi entrarono nella stanza in cui si dirigevano le orme.
    E si ritrovarono circondati da diverse capsule rotte, come se qualcuno le avesse colpite con violenza per assicurarsi che non fossero più usate.
    Dietro esse doveva esserci una specie di panello di vetro, ormai ridotto in frantumi.
    Al centro della stanza invece c’erano diversi computer, che dovevano esserci accessi assieme agli altri.
    “Sembra che di qua ci sia passato un tifone…” commentò Kairi.
    “No, non credo un tifone” disse Hikari, indicando una freccia incastonata nel muro. “Credo di più un attacco…”
    “Ma l’hai vista quella freccia? È enorme! Chi mai potrebbe riuscire a lanciarla?”
    “Non vorrei fare un ipotesi azzardata, ma credo che in quella vasche ci fossero gli stessi esseri che hanno attaccato…”
    “Ma chi pu-” chiese Kairi, venendo interrotta da un vociferare poco lontano da loro, in una lingua che non riuscivano a comprendere.
    “Allora aveva ragione. Siete veramente tornati, umani” disse una voce.
    Riku e Kairi evocarono anche loro il Keyblade.
    “Chi sei?” chiese Hikari, per poi vedere una freccia diretta verso di lei, che venne tagliata a metà da Kairi.
    “Grazie” rispose la sorella, per poi guardarsi attorno.
    “Ve lo dirò una sola volta: andatevene via subito. Non abbiamo intenzione di tollerarvi ulteriormente.” Disse la voce.
    “Non ce ne andiamo!” disse Sora. “Non prima che tu ci abbia detto chi sei e che cos’è successo in questo posto”
    “Come se non lo sapeste… Siete venuti qui con lo scopo preciso di riprendere le vostre attività”
    “Ma se non sappiamo nemmeno che cosa succedeva qua dentro!” urlò Riku.
    Pochi secondi dopo, davanti a loro saltò fuori un’enorme creatura umanoide, alta quasi il doppio di un normale essere umano, di colore blu, con la coda e una specie di treccia che finiva divisa in più fili che si muovevano da soli.
    E in mano aveva un arco puntato verso i custodi.
    “Vi ho detto di andarvene!” disse la creatura, mostrando i denti come un animale arrabbiato. “O potrei ripensarci”
    “Hikari, dimmi che sai di che creatura si tratta” chiese quasi supplicando Kairi.
    “No, mi spiace. Non l’ho mai vista prima. La Terra sarà anche un antenna ricevente informazioni, ma non credo riceva proprio tutto. Come anche il precedente mondo, non conoscevo quei tipi…”
    “La Terra… Quindi ammettete che provenite da quel pianeta!” disse la creatura, senza smettere di minacciarli.
    “Sai, mette sotto pressione, quell’arco” disse Sora, per poi avvicinarsi velocemente alla creatura e tagliare a metà l’arco.
    Poi tentò di colpire la creatura, ma essa, semplicemente usando la coda, lo scaraventò contrò il muro, facendoglielo demolire.
    “SORA!” urlò Kairi.
    “Ugh… Sto bene, non preoccuparti… Sono stato colpito da creature anche più grosse…” disse lui, rialzandosi.
    Ma a quel punto si ritrovarono circondati da altre creature come quella che avevano appena fronteggiato, che li puntarono contro sia archi che lance.
    Una di esse andò a consegnare una lancia a quella che aveva attaccato i custodi, dicendo qualcosa in una lingua incompressibile.
    “Vi conviene seguirci senza fare storie. Tenete” disse la creatura, passandogli alcune maschere.
    “A cosa ci servono?” chiese Kairi, predendole una.
    “Uh? Come sarebbe a dire? Come siete entrati, scusate?” chiese la creatura, mentre anche le altre guardavano i custodi, sorpresi.
    “Camminando, come sennò?”
    “Senza usare le maschere?”
    “No”
    Le creature guardarono quella che era saltata fuori per prima.
    “Capisco… In questo caso, temo che non potremmo lasciarvi andare” disse essa, per poi intimarli a seguirlo.
    “Ma perché tutti gli imprevisti possibili capitano solo a noi custodi?” si chiese Sora.
     
    Impiegarono diverse ore per arrivare al luogo dove le creature li stavano conducendo.
    Una volta arrivati si ritrovarono di fronte ad un enorme albero, che doveva essere caduto da diverso tempo, ma che sembrava stesse venendo riutilizzato da quelle creature come abitazione.
    Al loro passaggio tutti fissarono i custodi come se fossero dei criminali.
    “Qualcosa mi dice che quelli che abitavano in quello strano posto devono aver combinato qualcosa di grave…” disse Kairi a Sora.
    “E anche tanto, per creare tutto questo odio…” rispose lui, senza riuscire ad ignorare gli sguardi che gravavano su di loro.
    Improvvisamente una di quelle creature corse verso quella che aveva catturato i custodi, dicendogli qualcosa, per poi indicare i quattro ragazzi.
    Lui gli guardò per qualche secondo, per poi correre via.
    “Sarà una mia impressione, ma credo siamo finiti in un ulteriore guaio…” disse Riku. “Hikari, non credi sia il caso di scappare?”
    “No, non ancora.”
     
     
    Dark si estrasse dalla spalla la freccia, per poi guarire subito la ferita con la magia.
    “Ugh… Non so come faccio a sapere queste cose, ma mi tornano piuttosto utili…” disse, cercando di tornare a respirare normalmente osservando il paesaggio attorno a lui, mutato in terra bruciata.
    Si era ritrovato costretto a bruciare tutto per riuscire a scampare all’agguato, ma per farlo aveva lasciato scoperta la spalla, che ne aveva pagato le conseguenze.
    ‘Quegli indigeni erano ben organizzati… Mi conviene trovare un rifugio prima che tornino con i rinforzi…’
    Dark cominciò a cercare una via d’uscita da quella foresta gigante, fino a quando non si ritrovò in uno spiazzo che si apriva sul cielo.
    Sopra di lui si erigevano delle montagne volanti, sopra le quali si intravedevano enormi uccelli volare.
    “Accidenti… Se mi mettessi a volare rischierei di venire colpito da quegli uccelli…” disse Dark.
    “E allora? Non devi per forza volare” disse una voce alle spalle di Dark.
    Dark si girò subito, per ritrovarsi di fronte un ragazzo che indossava un impermeabile nero, coi capelli corti neri e bianchi e con gli occhi dei colori opposti l’uno rispetto all’altro.
    “E tu chi sei?” chiese Dark
    Il ragazzo sorrise.
    “Questo non è né il luogo né il momento adatto per parlarne. Sappi solo che dovrai essere tu a ricordarti di te”
    “Tu sai chi sono?”
    “Potrebbe essere. Ma mi dispiace, non ho intenzione di renderti la partita facile. Come ti ho appena detto, dovrai essere tu a ricordarti”
    Dark evocò il Keyblade, per poi puntarlo sul ragazzo.
    “Basta così! Ti ordino di dirmi tutto ciò che sai di me!”
    “Tsk. Credi di potermi minacciare con quel semplice Keyblade? Purtroppo per te, non è ancora il momento per noi due di combattere. Ma nel frattempo, una cosa posso rivelartela: hai presente come sei arrivato qui, no?”
    “Seguendo quello strano ciccione in quella specie di buco nero”
    “Bene. Devi sapere che anche tu sei in grado di aprire passaggi simili”
    “Cosa?”
    “Ti basta pensare dove vuoi andare e ti si aprirà davanti, pronto a condurti dove vuoi. Forza, prova”
    “Non ne sono troppo convinto…” disse Dark, per poi provarci.
    Pochi secondi dopo davanti a lui apparve un varco nero e bianco.
    “Incredibile! Ma come facevi a-” disse rivolto al ragazzo, che però era scomparso nel nulla
     
     
    “Accidenti… Vorrei sapere com’è possibile che tutte le difficoltà le incontriamo noi…” disse Kairi, mentre venivano condotti all’interno dell’albero.
    “Fate silenzio voi” disse uno degli indigeni, puntandogli contro un mitra.
    “Ehi piano! Già siamo sorpresi di vedere degli indigeni che impugnano dei mitra, concedici almeno di parlare tra di noi” disse Sora.
    Ma improvvisamente, gli indigeni che gli stavano scortando si fermarono, tutti rivolti verso lo stesso punto.
    Sora si voltò, per ritrovarsi di fronte ad un altro indigeno, verso il quale tutti gli altri avevano abbassato la testa.
    A quel punto quello che li aveva catturati si mise davanti a loro e cominciò a parlare nella loro lingua.
    “Qualcosa mi dice che è il loro capo…” disse a bassa voce Riku a Sora.
    Passò qualche minuto prima che i due finissero di parlare.
    Poi il capo si diresse verso di loro.
    “Così siete tornati di nuovo per cacciarci via” disse, senza nascondere nelle sue parole l’odio che provava.
    “Ascolta, noi non abbiamo la minima idea di cosa sia successo qui!” disse Sora.
    “Sora” gli disse dietro Riku. “Sai che non possiamo interferire. Noi non gli abbiamo attaccati per primi, ci siamo solo difesi, perciò non faremmo niente contro di loro nemmeno ora”
    “Non so di cosa voi stiate parlando, ma ora ho un'altra domanda da farvi: come fate a respirare?” chiese il capo.
    “Sai, quando inspiriamo ed espiriamo aria con il naso o con la bocca” rispose ironicamente Riku, per poi ritrovarsi una lancia sul collo.
    “Forse non mi sono spiegato bene… Dovreste essere morti dopo pochi minuti senza le maschere. Avete qualche altro marchingegno addosso che vi permette di respirare?”
    Hikari sbuffò.
    “È vero, non siamo di questo mondo, e questo potrebbe essere il motivo per cui riusciamo a respirare. Ma credici, non siamo venuti qui con l’intenzione di nuocervi. Anzi, non sapevamo nemmeno della vostra esistenza”
    “E voi vi aspettate chi io ci creda? Sono il loro capo” disse rivolgendosi agli altri indigeni. “Mi hanno scelto per guidarli e per proteggerli, non posso permettere loro di correre nemmeno il minimo pericolo. Perciò voi non lascerete questo villaggio vivi” decretò infine.
    “Fantastico. Non bastavano Heartless e Nessuno, custodi che perdono memoria e controllo o che spuntano ogni due per tre. Ora ci voleva pure una condanna a morte!” disse Sora, evocando il Keyblade per poi puntarlo verso il capo, sebbene esso fosse decisamente più alto di lui.
    “Senti, noi non abbiamo nessuna intenzione di morire qui, chiaro? Perciò ci farai il piacere di lasciarci andare via tranquillamente. Giusto il tempo di trovare un luogo” continuò, incurante delle lance che lo circondarono.
    “Sei coraggioso, per essere solo un ragazzo… E non avevo mai visto un arma del genere… Nemmeno sulla Terra…”
    “Vuoi dire che sei stato sulla Terra?” chiese Kairi.
    “Basta così!” disse lui, per poi rivolgersi agli altri nell’altra lingua.
    Pochi secondi dopo i custodi vennero sollevato con la forza, e stavano per essere portati fuori, quando arrivarono due indigeni, che sembravano aver affrontato un incendio.
    Uno dei due, una femmina, si diresse subito dal capo, cominciando a parlargli, ignorando completamente i custodi.
    Una volta che ebbe finito di parlare, il capo volse nuovamente lo sguardo verso i custodi, che vennero lasciati cadere a terra dopo un suo ordine.
    “Ahi!” disse Sora, per poi zittirsi di colpo, guardando il volto dell’indigeno, che non prometteva niente di buono.
    “Neytiri mi ha riferito che ha avvistato un essere umano nella foresta… Un essere umano senza maschera, come voi. Ha provato ad attaccarlo dopo che egli ha ucciso un animale, ma le prime due volte ha evitato le frecce, mentre la terza l’ha spezzata senza nemmeno toccarla.”
    “Non so chi possa essere, ma mi pare di capire che si è solo difeso” disse Riku.
    “Ha commesso un grave crimine invece” disse Neytiri. “Dopo che siamo riusciti a colpirlo alle spalle, trafiggendogliele una, non so come abbia fatto ma ha evocato dal nulla del fuoco, distruggendo una buona parte di foresta. Non possiamo tollerare ciò!”
    “Cioè, solo perché si è difeso voi lo vorreste…” disse Sora, per venire interrotto da Hikari.
    “Questo umano…” chiese Hikari. “Potresti descriverlo?”
    “Perché questa domanda, umana?” chiese il capo.
    “Il mio nome è Hikari, non umana. E faccio questa domanda per il semplice fatto che potrebbe essere una persona che voglio eliminare personalmente”
    Neytiri guardò il capo.
    “Jake…” disse, per poi ricevere una risposta affermativa dal capo.
    “Indossava vestiti simili ai vostri, ma erano tutti neri. Anche i capelli erano dello stesso colore, e gli coprivano completamente gli occhi”
    “Oh no…” disse Kairi.
    “Maledizione! Ma che gli passa per la testa!” commentò arrabbiato Sora.
    “E ovvio che non è in lui. La perdita di memoria deve essere più grave del previsto” rispose Hikari.
    “Deduco che voi lo conosciate” disse Jake, minacciandoli con una lancia. “Quindi ora vi conviene parlare, se volete avere una speranza di vivere”
    I custodi si guardarono tra di loro.
    “Va bene, ma ti chiediamo giusto di far uscire tutti gli altri tranne te. Se vuoi possiamo consegnare i nostri Keyblade ai tuoi guerrieri per assicurarti che non ti attaccheremo”
    Jake rimase in silenzio qualche secondo.
    “Va bene, ma rimarrà anche Neytiri. E consegnerete le vostre… spade ai miei guerrieri”
    I custodi fecero apparire i Keyblade, che poi consegnarono agli indigeni, che uscirono lasciandoli soli con Jake e Neytiri.
    “Ora spiegateci come stanno le cose. Chi siete, cosa ci fate qui, chi era quell’umano e quali sono le vostre intenzioni”
    Fu Hikari a prendere la parola.
    “Noi apparteniamo ad un gruppo ristretto di persone, scelte in tutto l’universo, chiamati Custodi, in grado di evocare i Keyblade. In questo momento siamo alla ricerca di due persone: una è una nostra vecchia conoscenza, di nome Dark, che sta girando per l’universo senza ricordarsi più niente, è che probabilmente è la stessa persona che ha bruciato la foresta. L’altra persona invece è un altro custode, Rexenet, il cui obbiettivo è quello di far cadere tutti i mondi nell’oscurità. E il mio obbiettivo è eliminarlo in modo definitivo. È l’erede di colui che in passato ha contribuito all’eliminazione del mio maestro, di colui che mi ha eliminato e della scomparsa di Dark.”
    Jake e Neytiri rimasero in silenzio.
    “Siamo arrivati su questo mondo perché abbiamo rilevato la presenza di Heartless, creature d’oscurità, usate da Rexenet per raggiungere il suo obbiettivo. Non abbiamo nessuna idea di ciò che sia successo in questo mondo, e in ogni caso noi possiamo solo limitarci ad intervenire per quanto riguarda gli Heartless. Le questioni interne di ogni mondo non sono di nostra competenza” continuò Sora.
    “E voi vi aspettiate che vi crediamo?” chiese Jake. “Prima di tutto, c’è una grande falla nel vostro racconto: avete detto che questo vostro compagno, come quella ragazza, sono stati eliminati. Allora com’è possibile che siano ancora in vita?”
    Hikari abbassò lo sguardo.
    “Per quello che mi riguarda, diciamo che ho usato una specie di scappatoia. Mentre per Dark non ne abbiamo la minima idea… Ma è la verità”
    Prima che i due indigeni potessero rispondere, si sentirono delle urla provenire da fuori.
    “Cosa succede?” chiese Sora, per poi essere spinto a lato da Jake e Neytiri, che corsero fuori.
    “Qualcosa mi dice che ci conviene andare a vedere cosa sta succedendo” disse Riku, per poi correre fuori seguito dagli altri.
     
    Una volta usciti videro centinaia di Heartless che stavano attaccando gli indigeni.
    “Maledizione!” disse Sora, evocando il Keyblade. “Lo sapevo che era questione di poco”
    “Come hai fatto?” chiese Jake. “Avevi consegnato la tua arma ai miei guerrieri!”
    “Ci dispiace, ma siamo stati costretti a mentire sul fatto che la possiamo richiamarlo ovunque esso si trovi” rispose Hikari, evocando il suo, per poi partire all’attacco contro gli Heartless, eliminandone subito uno.
    “A mali estremi…” disse Riku, lanciando una sfera che congelò un Heartless, per poi sgretolarlo.
    “Voi andatevene!” disse Kairi agli indigeni. “Non siete in grado di affrontarli. Ci pensiamo noi!”
    “Nemmeno per sogno!” rispose Jake, impugnando una lancia mentre Neytiri prendeva un pugnale. “È il nostro villaggio, non lo abbandoneremmo di nuovo!”
    “Certo che voi Na’Vi siete veramente testardi” disse una voce, che risuono sopra di loro.
    “REXENET!” urlò Hikari, riconoscendo la voce.
    “Brava, vedo che mi hai riconosciuto subito” disse lui, uscendo da un varco oscuro davanti a loro.
    “Un altro essere umano? Ed è apparso dal nulla?” disse sorpreso Jake.
    “Oh, come sei drastico. In fondo, non eri anche tu un essere umano in passato?”
    Jake spalancò gli occhi. “E tu come fai a…”
    “Hai lasciato tutto nei computer della base” rispose Hikari. “Anch’io ne ero venuta a conoscenza nello stesso modo, ma ho fatto finta di niente. Se hai rinunciato ad essere un umano, avrai avuto i tuoi motivi, e come ti abbiamo detto, noi non dobbiamo interferire con gli avvenimenti dei mondi”
    “Parlò colei che ha organizzato un torneo tra i guerrieri più forti dell’universo…” la canzonò Rexenet.
    Prima che Hikari potesse reagire, Jake diede l’ordine ai guerrieri là vicino di colpire Rexenet con le frecce.
    Ma con loro grande sorpresa, esse si fermarono a mezz’aria, per poi prendere fuoco.
    “Cosa?” disse sorpresa Neytiri. “Di nuovo…”
    “Attacco inutile. E ora, preparatevi a diventare parte delle tenebre, assieme a questo mon-!” ma Rexenet venne interrotto da una sfera di fuoco.
    I custodi si guardarono attorno per riuscire a capire chi fosse stato.
    “Non dovrei essere io a parlare…” disse Dark, uscendo da un varco. “Ma non mi pare il caso di mettersi ad attaccare senza un motivo ben giustificato, no?”
    “Dark!” urlò Hikari.
    “Tu?” disse sorpresa Neytiri, riconoscendolo.
    “Mi dispiace per prima. Ma ignoravo il motivo del vostro attacco. E scusatemi se ho origliato la vostra conversazione. Ma ora permettetemi di ripagarvi in parte” disse, per poi rivolgersi a Rexenet.
    “Ehi, tu! Ti chiami Rexenet, giusto?”
    “Allora è vero. Sei ancora vivo, sebbene senza memoria. Pietro ogni tanto ne indovina una” rispose lui.
    “Lo prendo per un si” rispose Dark, sparendo alla vista di tutti, per poi riapparire alle spalle di Rexenet, puntandogli sulla schiena il Keyblade.
    “Ultime preghiere?” chiese il custode, preparandosi ad affondare l’arma nell’avversario.
    “Complimenti, vedo che nonostante tutto ti sono rimaste le tue capacità. Purtroppo per te non sono sufficienti…” rispose Rexenet, sparendo nell’oscurità, sotto gli occhi increduli di Dark.
    “Maledizione” disse lui, aprendo un varco e tuffandosi dentro.
    “DARK!” urlò Hikari, senza però ottenere risposta.
     
    Gli Heartless rimasti vennero fatti fuori velocemente dai custodi, che poi si diressero da Jake.
    “Gli Heartless per il momento si sono ritirati… Ma se non troviamo la serratura continueranno ad arrivare fino a far cadere questo mondo nell’oscurità…” disse Hikari.
    “Serratura? Che cosa intendete?” chiese Neytiri.
    “È letteralmente la serratura di questo mondo. Finché è aperta, gli Heartless continueranno ad arrivare”
    Come se volesse rispondere al loro desiderio, l’albero gigante si illuminò, cominciando ad emanare luce.
    “Cosa succede?” disse sorpreso Jake, mentre Sora evocava il Keyblade.
    “La serratura si è rivelata. E ora è arrivato il momento di chiuderla!” rispose il custode, puntando il Keyblade verso la serratura, che venne chiusa dal classico rumore.
    L’albero tornò subito al suo stato originario, con grande felicità degli indigeni, che si misero attorno ai custodi, ma apparentemente non per attaccarli.
    “Grazie mille” disse Jake. “Mi devo ricredere. Non eravate venuti qui per farcene andare”
    “Ve lo avevamo detto che noi non centravamo niente” disse Kairi, osservando la sorella aprire il varco.
    “In futuro cercate di essere meno previdenti verso gli umani” disse Hikari. “È vero, molti sono malvagi, ma ce n’è un equivalente di buoni. Male contro bene, l’equilibrio infinito. Ricordatevi che senza queste due forze, l’universo stesso collasserebbe su se stesso, senza possibilità di scampo” concluse, per poi attraversare il varco.

    Edited by darkroxas92 - 28/10/2010, 18:10
  4. .
    e finalmente ecco qui il nuovo capitolo.
    ho visto con piacere che il precedente capitolo vi è piaciuto a tutti. effetivamente era un po' che volevo inserire i pinguini (dopo aver guardato l'intera seria era il minimo XD).
    Ma ora, è il momento di lasciarvi al nuovo capitolo, dove troverete la risposta alla domanda "Chi è il tipo in camice bianco?" (Oltre che farvi venire l'istinto omicida nei miei confronti, ovvio XD)

    Capitolo 30: Un nuovo alleato? - Torna all'indice dei capitoli
    “Ichigo! Vieni, presto!” urlò l’uomo, gettando via la sigaretta e parlando a qualcuno dentro la casa.
    “Che succede papà?” rispose un ragazzo dai capelli arancioni, uscendo.
    Davanti a lui c’era il padre, che stava soccorrendo un ragazzo vestito di nero, con i capelli lunghi dello stesso colore, che li coprivano completamente gli occhi, che era svenuto.
    “Aiutami a sollevarlo e a portarlo dentro. Avremmo anche chiuso, ma non possiamo di certo ignorare una persona che sta male!”
    Ichigo non disse niente e si limitò ad aiutare a portare dentro il ragazzo, per poi metterlo su un lettino uguale a quegli degli ospedali.
    Immediatamente il padre di Ichigo cominciò a visitarlo per verificare le sue condizioni.
    “Allora?” chiese lui.
    “Apparentemente sta bene… Semplicemente sembra che abbia sostenuto uno sforzo fisico esagerato e-” si interrupe nel vedere che il ragazzo si stava svegliando.
    “Ah, meno male” disse l’uomo. “Si è già ripreso… Tutto bene?” chiese al ragazzo.
    “D-Dove mi trovo?” chiese lui, guardandosi attorno.
    “Sei al sicuro. Ti trovi nell’ambulatorio Kurosaki, il migliore al mondo!” disse l’uomo, prima di ricevere un pugno in testa dal figlio.
    “Se eviti di darti così tante arie faresti una figura migliore, sai?”
    “Oh, sta’ zitto! Dico le cose come stanno!” Poi si rivolse al ragazzo. “Se ci dai il numero di telefono, possiamo avvertire i tuoi che sei qui”
    “Numero di telefono?” ripeté il ragazzo. “N… Non me lo ricordo…”
    “Allora dici il nome. Internet fa’ miracoli in questi casi” disse Ichigo.
    “Non me lo ricordo…” ripeté il ragazzo. “Non mi ricordo chi sono… Né da dove vengo…”
    “Oh cavoli…” si lasciò sfuggire il ragazzo dai capelli arancioni.
     
     
    Hikari stava osservando lo spazio, mentre aspettava che gli strumenti segnalassero un nuovo mondo invaso dagli Heartless.
    Ma nei suoi occhi continuavano a ripetersi le immagini della fine di Dark.
    Non voleva credere che fosse veramente finita così, ma sapeva che era vero.
    “Hikari…” disse Kairi, avvicinandosi alla sorella.
    “Non riesco ad accettarlo…” rispose lei. “Per quanto sappia che è vero, non riesco a farmene una ragione… È già la seconda volta che perdo un custode dell’equilibrio… Prima il mio maestro, ora il suo erede… Possibile che sia questo il loro destino?”
    Kairi stava per rispondere, quando improvvisamente gli strumenti cominciarono a suonare.
    “Pare che abbiamo trovato un nuovo mondo da salvare” disse infine, sorridendo.
    Hikari si alzò, accennando anche lei ad un lieve sorriso, per poi dirigersi nella sala guida, dove c’erano sia Riku che Sora.
    “Ah, eccovi qui” disse quest’ultimo, vedendo Hikari e Kairi arrivare.
    “Non è passato nemmeno un minuto da quando gli strumenti hanno cominciato a suonare… Come mai tanta impazienza?”
    “Semplicemente spero di incontrare Rexenet, in modo da poterlo annientare” rispose il custode, per poi dirigere lo sguardo verso il monitor, dove appariva un immagine del mondo individuato.
    “Che strano…” disse Hikari. “Ho come una strana sensazione su quel mondo…”
    “Allora Rexenet forse si trova realmente lì!” disse Riku. “Cosa faccio? Atterro con la Gummyship o usiamo il varco?”
    “Credo sia meglio atterrare con la Gummyship. Tanto può diventare invisibile agli occhi di tutti tranne nostri, no?”
    “Si” confermò il custode, per poi attivare il commando richiesto e cominciando la discesa verso il mondo.
     
     
    “Allora Ichigo? Ti ci vuole ancora tanto?” chiese il ragazzo, aspettando alla porta il diretto interessato.
    “Si, si, arrivo… Mamma, mai visto uno con così tanta voglia di andare a scuola…”
    “Beh Ichi, cerca di capirlo. È una possibilità per recuperare la memoria” disse una bambina dai capelli castani, intenda a preparare la collazione.
    “Sarà… Ma è qui già da diversi giorni e non accenna nessun miglioramento…” rispose Ichigo.
    “Certo che se tu credi che la memoria si possa realmente recuperare come se niente fosse…” commentò un'altra bambina, questa volta con i capelli neri.
    “Ichigoooo!!!” urlò il padre, colpendo alle spalle con un calcio il figlio, facendolo volare fino a sbattere sul muro.
    “Ma che vuoi, padre degenere! Devo ancora fare collazione!”
    “Cerca di fare attenzione. E di non perderlo di vista” disse a bassa voce al figlio.
    “Si, me lo hai già detto mille volte… Come se in una scuola si potesse perdere…” rispose lui scocciato, per poi raggiungere l’ospite a avviarsi.
     
    “Scusatemi, vi sto creando una marea di problemi” disse il ragazzo, mentre camminavano.
    “Non preoccuparti. Dopotutto è nostro dovere prendersi cura di chi sta male, e finché non recupererai la memoria, per noi sarai considerato tale”
    “Ehila, Ichigo” disse una voce femminile, anticipando una ragazza dai capelli neri a caschetto, che raggiunse i due ragazzi.
    “E lui chi è?” chiese, rivolgendosi al nuovo arrivato.
    “Ah, bella domanda” rispose Ichigo. Lo abbiamo trovato qualche giorno fa svenuto davanti alla porta, e non si ricorda minimamente chi è, tantomeno il nome”
    “Piacere” disse lui. “Mi piacerebbe dirti il mio nome, ma purtroppo, come ti ha già detto Ichigo, non me lo ricordo”
    “Piacere. Io sono Rukia, una vecchia amica di Ichigo”
    “E non sai quanto vecchia…” disse a bassa voce Ichigo, ricevendo un occhiataccia dall’interessata.
    Poi i tre ripresero a dirigersi verso la scuola.
    “E così, non ti ricordi proprio niente, eh?” chiese Rukia.
    “Vuoto totale. Il primo ricordo che ho è di essermi svegliato nell’ambulatorio di Ichigo.”
    “È un bel mistero… Dovresti ricordarti almeno come ci sei arrivato, no?”
    “Purtroppo no. È come se prima di allora non fossi mai esistito…”
    In quel momento davanti a loro cominciarono ad apparire all’orizzonte quattro ragazzi, che Ichigo e Rukia non avevano mai visto prima, ma non ci fecero troppo caso.
    Quando i due gruppi si incrociarono, la ragazza dai capelli neri dell’altro gruppo si girò verso di loro, come se gli stesse squadrando, per poi fermarsi.
    “Che succede Hikari?” chiese Kairi, fermandosi anche lei.
    “…Niente. Continuiamo a cercare.” rispose lei, riprendendo a camminare.
    Questo gesto però non era passato inosservato a Rukia, che si rivolse a bassa voce a Ichigo.
    “Ichigo, lo hai sentito anche tu, vero?”
    Il ragazzo annui, guardando con la coda dell’occhio i quattro ragazzi allontanarsi.
    “Hanno qualcosa che non quadra…” disse infine. “Ma è meglio parlarne in un altro momento…”
     
    “Insomma Hikari, si può sapere che ti prende?” chiese Kairi. “Da quando abbiamo incontrato quei ragazzi sembra che sei finita tra le nuvole”
    “Non so il perché, ma quei ragazzi non mi sembravano proprio normali…” rispose lei.
    “In che senso?” chiese Sora
    “Mi è sembrato che stesero nascondendo qualcosa…”
    “Sarà stata solo una tua impressione, vedrai.”
    “Speriamo… Ma non ne sono troppo convinta…”
     
     
    Il ragazzo si trovava sul tetto della scuola.
    Ichigo aveva spiegato la sua situazione alla classe, in modo che non creassero problemi per il suo arrivo, anche se il preside aveva detto di essere d’accordo.
    Ora stava osservando da lontano Ichigo e Rukia che stavano parlottando tra di loro, apparentemente di qualcosa di serio, viste le loro espressioni.
    “Ah, non ci badare a loro due” disse un ragazzo, avvicinandosi. “Piacere, io sono”
    “Mizuiro Kojima” concluse il ragazzo. “Ti sei già presentato 5 volte in un ora. Avrò anche perso la memoria, ma non sono ridotto così male”
    “Ah, ok…” rispose spiazzato Mizuiro. “Comunque stavo dicendo che loro fanno sempre così. Manco avessero un segreto di stato da custodire… Oppure c’è qualcosa tra di loro” concluse, facendo una piccola risata.
    “Bah, affari loro. Io dopotutto sono solo un ospite di Ichigo”
    “Ma si può sapere che ti prende?” sentirono urlare Ichigo, rivolto a Rukia, che gli fece cenno di abbassare il tono di voce.
    “Vedrai, ti abituerai. Soprattutto considerando il fatto che al momento vivi da Ichigo. Se ti capitano cose strane, è nella norma. Pensa che una volta un camion ha sfondato la loro clinica”
    “E se tu la smettessi di spifferare a tutti questa storia, di cui non mi sembra il caso di vantarsi, faresti un favore a tutto il mondo” disse Ichigo, apparendo alle spalle del compagno.
     
     
    “Niente!” disse Sora. “Nemmeno un Heartless, e abbiamo girato per tutto il giorno. A momenti conosciamo a memoria questa città!”
    “Beh, almeno sappiamo che domani dovremmo cercare altrove” disse Kairi.
    Solo Hikari non era tranquilla.
    C’era sempre qualcosa che non le quadrava.
    A interrompere i suoi pensieri fu una specie di ruggito, che fece voltare i custodi.
    “Sora, lamentati ancora una volta e provvederò io a farti stare zitto per qualche ora!” disse Riku, guardandosi attorno.
    Purtroppo il buio della notte non permetteva loro di distinguere bene le forme, e in quel momento si trovavano in una zona non illuminata dai lampioni.
    “Sta arrivando qualcosa…” disse Hikari, evocando anche lei il Keyblade.
    Un secondo ruggito li costrinse a voltarsi nuovamente e stavolta si ritrovarono di fronte ad un’enorme mostro, con una maschera bianca sopra il volto.
    “Oooook, alzi la mano chi ha visto questo Heartless prima d’oggi” disse Sora, preparandosi a combattere.
    Ma prima che uno solo di loro facesse in tempo ad agire, una figura nera li superò da dietro, e con un arma che i custodi non riuscirono a vedere, tagliò a metà il mostro, che scomparve nel nulla.
    La figura atterrò poco lontano, ma della sua arma non era rimasto segno, mentre di lui non si riusciva a distinguere niente.
    “Ehi, tu! Fermati!” disse Riku, cercando di correrli dietro.
    Ma prima che riuscisse a raggiungere la figura, essa era già scomparsa nelle tenebre.
    “Chi sarà stato?” si chiese Kairi.
    “È possibile che fosse un custode?”
    “No, non credo” disse Hikari. “Ma ora è meglio che ci allontaniamo, quei ruggiti avranno di sicuro attirato l’attenzione di qualcuno” concluse, per poi volare via seguita dagli altri, senza accorgersi della figura, che da poco lontano, gli stava osservando.
    Pochi minuti dopo arrivò un ragazzo, vestito di nero, con in mano un’enorme spada, lunga quanto lui.
    A quel punto la figura corse via.
    “Accidenti…” disse il ragazzo, guardandosi attorno, per poi vedere un pezzo di maschera bianco, che non appena lo prese in mano si sgretolò. “Sono arrivato tardi anche stavolta…”
     
     
    “Chissà chi era quel tipo…” pensò Kairi ad alta voce, una volta ritornati sulla Gummyship.
    “Più che lui…” rispose Hikari. “Siamo sicuri che quello che abbiamo incontrato fosse un Heartless?”
    “E cosa poteva mai essere?” chiese Sora. “Ce ne sono così tanti tipi che è impossibile memorizzarli tutti a memoria, quindi può starci che fosse uno che non abbiamo mai affrontato”
    “Non lo so, Sora… Effettivamente nemmeno io sono troppo convinto che fosse un Heartless… Aveva qualcosa di inquietante… E quando è stato sconfitto, non ha liberato il cuore…” disse Riku.
    “E già questo lo esclude a priori dall’essere un Heartless”
    “Quindi mi state dicendo che questo mondo è attaccato da altri mostri? Perfetto, come se non avessimo già abbastanza avversari”
    “Se sono originari di questo mondo, la cosa non ci riguarda. Dovranno sbrigarsela loro” sentenziò Hikari.
    “Come se alla fine ignorassimo veramente i problemi degli altri mondi…” sbuffò Sora.
     
     
    “Allora Ichigo?” chiese Rukia, da dentro l’armadio della camera del ragazzo, che stava rientrando in quel momento dalla finesta, vestito di nero e con una spada sulla schiena.
    “Niente, sono arrivato tardi anche stavolta” rispose lui, per poi rivolgere lo sguardo sul letto, dove c’era una persona uguale identica a lui, solo che sembrava senza vita.
    Non appena Ichigo lo tocco, sparì, per poi riaprire gli occhi pochi secondi dopo nel suo corpo.
    “Capisco…” disse Rukia, sdraiandosi nuovamente nel letto all’interno dell’armadio. “Ci è sfuggito anche stavolta…”
    “Ma come fa?” chiese Ichigo, battendo un pugno nel palmo dell’altra mano. “Per quanto sia veloce, arrivo sempre tardi… O sa teletrasportarsi o non si tratta di una sola persona”
    “Ne hai parlato anche con gli altri? Magari sono loro…”
    “Già fatto, e mi hanno tutti risposto che nemmeno lo sapevano… Poi ora abbiamo pure quell’altro problema…” disse, rivolgendo lo sguardo alla porta.
    “Già… Quel ragazzo è un bel mistero… Però non noto niente di strano in lui”
    “Beh, non è uno spirito, altrimenti mio padre e gli altri non lo avrebbero potuto vedere. E poi non mi pare che gli spiriti soffrano di memoria, anzi”
    “È un riferimento piuttosto velato alla mia età?” chiese lei.
    “Suvvia, non te la sarai veramente presa per oggi, vero?”
    “Ringrazia che ho lasciato perdere questo tipo di stupidaggini e DIETRO DI TE, ICHIGO!” urlò, vedendo una figura nera passare davanti alla finestra.
    “Accidenti…” disse Ichigo, sporgendosi fuori da essa, senza però riuscire a vedere niente. “Chi sarà stato?”
    “Era vestito di nero… Ma più di questo non sono riuscita a vedere niente…” disse Rukia, affacciandosi anche lei dalla finestra.
    “Ehi, Ichigo, si può sapere cos’è tutto questo chiasso?” chiese una voce, anticipando il ragazzo che entrò nella stanza, con gli occhi arrossati dal brusco risveglio.
    Ritrovandosi così di fronte a Ichigo e Rukia, che lo guardarono spaventati.
    “Dunque è così che stanno le cose” disse il ragazzo, sorpreso da quella vista.
    “Ah, non è come sembra, credimi!” disse frettolosamente Ichigo.
    “Aveva ragione Mizuiro, quando diceva che c’era qualcosa tra di voi”
    “Ma che cosa st- AHI!” disse il ragazzo dai capelli arancioni, dopo aver ricevuto una gomitata nello stomaco da parte di Rukia.
    “Accidenti… Ci ha scoperto, Ichigo, Te l’ho sempre detto che non era una buona idea farmi venire a ripeterti a quest’ora le lezioni”
    “Lezioni? Strano, non vedo nessun libro in giro…” disse il ragazzo, per poi girarsi. “Va beh, almeno cercate di fare meno rumore possibile. So di essere solo un ospite, ma all’una di notte non mi dispiacerebbe poter dormire, sapete?” concluse, per poi uscire dalla porta.
    I due rimassero qualche secondo in silenzio.
    “Secondo te se l’è bevuta?” chiese Rukia.
    “Beh, nella realtà è pur sempre più probabile di quello che gli ha detto Mizuiro, che domani provvederò a pestare per bene per questo”
     
     
    Il giorno dopo, i quattro custodi si incamminarono nuovamente per le strade di quella città.
    “Ne sei sicura, Hikari?” chiese Kairi.
    “Si. In questa città ci deve essere qualcosa di strano, lo sento”
    “Sarà, ma per me ti stai sbaglia-!” cominciò Sora, per poi fermarsi all’improvviso, come se avesse sentito qualcosa di strano.
    “Che succede Sora?” chiese Riku.
    “Heartless” sibilò lui, evocando il Keyblade, proprio pochi instanti prima che venissero circondati da essi.
    “Però… Mai pensato di fare l’indovino?” chiese l’argenteo, evocando anche lui il Keyblade.
    “Ah, sta’ zitto!” rispose l’amico, eliminando un Heartless.
     
    “Quel Mizuiro… Ah, ma appena lo vedo…” disse Ichigo, mentre si dirigeva a scuola assieme a Rukia e al ragazzo.
    “Suvvia, calmanti. Dopotutto ha solo detto ciò che pensava” disse quest’ultimo.
    “Ma non mi va che lo vada a dire ad ogni singola persona che incontra!”
    “Uh, che succede?” chiese Rukia, sentendo dei rumori lontani.
    “Di cosa stai parlando?” disse Ichigo.
    “Sembrano i rumori di uno scontro…” rispose il ragazzo, per poi cominciare a correre verso la loro fonte.
    “Ehi, aspetta!” urlò Ichigo, inseguendolo assieme a Rukia.
     
    Hikari tagliò a metà un altro Heartless.
    “Uff… Ma quanti sono?” si lamentò Kairi, cominciando a sentire la stanchezza per tutti quei colpi.
    Infatti nonostante continuassero ad eliminarli, continuavano ad apparirne altri.
    “Ehi, voi! Tutto bene?” chiese il ragazzo, raggiungendoli.
    “Allontanati!” gli urlò Sora. “È troppo pericoloso per te qui!”
    “E quelli COSA sono?” chiese Ichigo, raggiungendo il luogo, per poi guardare Rukia, che scosse la testa.
    Il ragazzo però non sembrò voler ubbidire all’ordine di Sora, e presa una sbarra di ferro che si trovava lì a terra, si lanciò contro gli Heartless, cominciando a colpirli, senza però fargli niente.
    “Maledizione!” urlò Ichigo, raggiungendo il ragazzo e dando un calcio ad un Heartless. “Gli allenamenti involontari con mio padre saranno pur serviti a qualcosa!”
    “Voi due, allontanatevi subito!” disse Hikari, preprando due sfere di fuoco. “A me no che non desideriate bruciare vivi, ovvio”
    “Cos-?” chiese Ichigo, prima di venire allontanato a forza dagli altri custodi, assieme al ragazzo.
    Pochi secondi dopo, l’intera zona invasa dagli Heartless venne ricoperta da una colonna di fuoco, che gli eliminò tutti.
    Hikari ne uscì solo con qualche lieve bruciatura, che però guarì subito.
    “Voi due!” disse poi rivolta a Ichigo e al ragazzo. “Se vi diciamo di non intervenire, ci sarà pure un motivo, no?”
    Poco lontano, Rukia osservava la scena sorpresa, quasi non credesse ai propri occhi.
    “Chi siete?” chiese Ichigo.
    “Mi chiamo Hikari. Ti basti sapere questo”
    “Io invece sono Sora”
    “Riku”
    “Kairi”
    “Ichigo Kurosagi”
    “Rukia”
    L’unico a non dire niente fu il ragazzo.
    “E tu non ti presenti?” chiese Sora, chiedendosi il perché.
    “Mi dispiace, ma non mi ricordo come mi chiamo” rispose tranquillamente il ragazzo.
    “Già. Stiamo cercando di fargli recuperare la memoria, ma al momento ancora niente” disse sbuffando Ichigo. “E se evitasse di lanciarsi in mezzo al pericolo come se niente fosse ci farebbe anche un favore”
    “Parla quello che se n’è stato al suo posto tranquillo…” disse Rukia.
    “Lo sai benissimo il perché l’ho fatto! Se solo…” ma si interruppe prima di finire la frase.
    “Voi piuttosto” disse il ragazzo. “Perché combattevate contro quei… mostri?”
    Hikari lo guardò un attimo sorpresa.
    “Si chiamano Heartless, e il loro obbiettivo e far cadere tutto nell’oscurità. Noi ci limitiamo ad eliminarli”
    “Strano” disse Rukia. “Prima di trasferirmi qui, ho girato a lungo, ma non gli ho mai nemmeno sentiti nominare…”
    “È difficile da spiegare… Ma l’importante è che non li affrontiate, chiaro?” disse Sora.
    “Credo sia il momento di andare, prima che arrivino curiosi attirati dalle fiamme” disse Hikari, per poi correre via seguita dagli altri custodi..
    “Che tipi strani… Tu che dici, Rukia? Possono essere…” chiese Ichigo, senza concludere la frase.
    Rukia scosse la testa.
    “No. Ma non chiedermi come hanno fatto a scatenare quella fiammata” rispose lei, cominciando ad allontanarsi seguita da Ichigo.
    Il ragazzo invece rimase un attimo fermo.
    “Hikari significa luce, giusto?” chiese poi ai due.
    “Uh? Si, perché?”
    “Niente, è che mi sembrava strano… Mi da la sensazione di un antagonismo nei suoi confronti…”
    “Sarà una tua impressione…”
     
     
    “Perché te ne sei voluta andare via così di fretta?” chiese Kairi.
    “Continuavo a percepire qualcosa di strano in quei ragazzi… Di sicuro nascondono qualcosa… Soprattutto quello che dice di aver perso la memoria…”
    “Dici? A me sembrava normale…” disse Sora.
    “Sarà… Ma non riesco a stare tranquilla…”
    “Gli svantaggi di aver un cuore” disse ridendo Kairi.
     
     
    “Ehi, tutto bene?” chiese Ichigo, rivolto al ragazzo, parlandolo attraverso la porta, senza però ottenere una risposta.
    “Insomma, ti decidi a rispondere?” disse lui, aprendo la porta con un calcio.
    Ma davanti a lui non trovò nessuno, solo la finestra aperta.
    “Oh cavolo…” disse, per poi correre fuori.
     
     
    “Quindi secondo te potremmo trovare un altro di quei mostri?” chiese Riku, mentre si aggiravano nuovamente per le strade della città.
    Hikari annui. “E se saremmo fortunati, incontreremmo nuovamente quella persona”
    “Bah, sper-” disse Sora, prima di venire interrotto da un ruggito.
    “Come non detto” aggiunse, evocando il Keyblade.
    Davanti a loro era apparso un altro mostro con una maschera bianca, uguale a quello che gli aveva già attaccati.
    E come la volta precedente, la figura nera arrivò immediatamente, tagliando a metà anche quel nuovo avversario.
    Ma stavolta Hikari gli lanciò subito contro una sfera di fuoco, che lo colpì in pieno, spedendolo contro un muro.
    “Colpito!” disse sorridendo.
    Ma per tutta risposta, una sfera di ghiaccio uscì fuori dal polverone dell’esplosione precedente, sfiorando Hikari, che per tutta risposta lanciò una raffica di sfere infuocate contro l’obbiettivo.
    “Ehi, voi!” disse Ichigo, arrivando di corsa in quel momento seguito da Rukia. “Si può sapere che cosa state facendo?”
    “Risolviamo una questione con un certo tipo misterioso” rispose fredda Hikari. “È già la seconda volta che incontriamo un mostro con una maschera bianca in volto, e tutte e due le volte quel tipo è intervenuto, eliminandolo prima che potessimo farlo noi”
    “Volete dire che quel tipo ora è in mezzo a quel polverone?” chiese Rukia. “E che voi avete visto un mostro con una maschera bianca in volto?”
    “Ne deduco che non sia ordinaria amministrazione per voi…” disse Riku.
    “Ti sbagli” rispose Rukia, tirando fuori dalla tasca un paio di guanti con disegnato sopra un teschio, che si mise sulle mani. “Sei pronto Ichigo?”
    “È inutile che me lo chiedi. Sono giorni che aspetto questo momento” disse lui, prima che Rukia lo colpisse con i guanti, facendo uscire dal suo corpo una sua copia perfetta, solo vestito di nero e con una spada lunga quanto lui sulla schiena.
    “Per noi Shinigami è normale amministrazione!” concluse Ichigo, estraendo dal fodero la spada. “E tu ora vedi di uscire allo scoperto. Mi sono stufato di questa situazione. Vuoi eliminare gli Hollow? Fallo pure, ma almeno mostrati!”
    “Va bene, va bene…” disse una voce da dentro il polverone. “Così si chiamano Hollow quegli esseri, eh?”
    “Vuoi dire che gli eliminavi senza nemmeno sapere cosa fossero?” chiese sorpresa Rukia.
    “Beh, mi sembrava un buon modo per ringraziarvi” disse la voce, mentre la polvere spariva, rivelando il ragazzo dai capelli lunghi che si scrollava dai pantaloni la polvere.
    “Cosa? TU?!” chiese sorpreso Ichigo. “Credevo non ti ricordassi realmente niente”
    “È vero” rispose lui. “Non ricordo ancora niente di me. Ma, fin da quando mi sono svegliato, mi sono accorto che potevo fare cose non normali. Come evocare quest’affare” continuò, evocando un Keyblade.
    “UN KEYBLADE?!” urlarono sorpresi i custodi.
    “Quindi anche tu sei un custode!” disse Hikari. “Ma com’è possibile che hai QUEL Keyblade?” continuò, indicando il suo Keyblade.
    Lo stesso che aveva usato Dark nel suo combattimento finale.
    “Keyblade? Custode? Non ho la più pallida idea di cosa tu stia parlando”
    “Perché non ci hai detto niente?” chiese Ichigo
    “Per lo stesso motivo per cui tu uscivi ogni sera dalla finestra, vestito in quel modo assurdo, continuando a brandire quella spada. Non mi pare che ne parlassi in famiglia”
    “Cosa? Quindi fin dall’inizio…”
    “Certo. Come sapevo anche di Rukia. Sapete, bisticciate un po’ troppo per voler passare inosservati”
    “Impossibile…” disse Hikari, lasciando cadere a terra il Keyblade, che svanì nel nulla.
    “Hikari, non starai pensando quello che penso anch’io, vero?” chiese Sora.
    “Dark…” disse lei. “Sei proprio tu, Dark?”
    Il silenzio calò sul gruppo.
    “Dark?” ripeté il ragazzo. “Questo nome non mi è nuovo…”
    “Aspettate, voi lo conoscete?” chiese Ichigo.
    “Hikari, lo sai che non può essere!” disse Riku. “Dark si è disintegrato davanti ai nostri occhi. E poi non ci assomiglia nemmeno!”
    “Lo so, ma sono anche convinta che sia proprio lui. Altrimenti come farebbe ad avere il suo Keyblade?”
    “Disintegrato…” ripeté il ragazzo.
    “Dark, cerca di ricordare!” gli urlò Hikari. “Ricordati di noi. Di me. Hai detto tu stesso che non ti saresti potuto dimenticare di me!”
    “Io non vi conosco…” disse il ragazzo. “Ma credo che prenderò il nome che mi avete affibbiato. Chiamati pure Dark, ma sappiate che non ho niente a che fare con quello che conoscete voi” disse, per poi sorridere.
    Un sorriso che però non fece stare tranquilli gli altri.
    “Sembra un’altra persona…” disse Ichigo “Non sembra per niente il ragazzo che abbiamo trovato davanti alla porta svenuto…”
    Attorno a Dark lo spazio cominciò a contorcersi.
    Poi, senza nessun preavviso, lanciò una raffica di magie diverse contro i custodi e gli Shinigami, che furono costretti a pararle usando le loro armi, tranne Rukia che dovette ripararsi dietro Ichigo, che cominciava ad arretrare di fronte alla potenza di quei colpi.
    “Ugh… Ma chi è realmente?” si chiese, cercando di rimanere al suo posto.
    Anche i custodi continuava a respingere le magie usando i Keyblade.
    “Ora ne sono sicura: si tratta per forza di Dark, non ho nessun dubbio”
    “Non mi pare. Dark non ci avrebbe mai attaccato in questo modo!” disse Sora. “E poi rimane la questione del suo aspetto: è troppo diverso, e non è sotto una delle sue metamorfosi”
    “Potrebbe essere diventato realmente un Nessuno. Se solo sapessimo se ora come ora ha un cuore…”
    “Che cosa intendi con ‘ha un cuore’?” chiese Ichigo.
    “È possibile che il nostro amico, quando si è sacrificato, abbia perso il proprio cuore, mantenendo però il corpo” spiegò Kairi.
    “No, allora non è così. Lo abbiamo visitato quando lo abbiamo trovato, e il cuore gli batteva normalmente”
    “Allora com’è possibile? Solo Dark sapeva usare due o più magie diverse in contemporanea”
    “Vi ho già detto che non ho niente a che fare con il Dark che conoscete voi!” disse il ragazzo, senza smettere di lanciare magie.
    A quel punto Hikari sembrò non vederci più.
    Mettendo più forza nel respingere i colpi, riuscì ad avvicinarsi a Dark, per poi tirargli in faccia un pugno, facendolo così cadere interrompendo l’attacco.
    “Se non sei Dark, allora smettila di usare le sue tecniche, il suo nome e il suo Keyblade!” gli disse. “Ma se sei Dark, torna in te!”
    Il ragazzo rimase in silenzio.
    “Ripeto che non ho idea di chi fosse questa persona di cui state parlando. Ma non m’importa…” continuò, mostrando il Keyblade. “Questa è mia, e intendo usarla liberamente” concluse, cercando di colpire Hikari, cogliendola di sorpresa.
    Ma fu una lama dorata ad impedirgli di concludere l’attacco.
    “Beh, che ti prende, Dark? Non è da te attaccare così chi ti sta parlando” disse un ragazzo, vestito di bianco, con capelli biondi e occhi marroni, con in mano la Catena Nobile.
    “E tu chi sei?” chiese Hikari, osservando sorpresa il nuovo arrivato.
    “Ma quello è il Keyblade del Re!” urlò Riku, riconoscendo l’arma.
    “Re? Ma di chi state parlando? Non c’è nessun Re qui” disse Ichigo, cominciando a non capire più niente di ciò che stava accadendo.
    “Anche tu sei convinto che io sia questo Dark?” chiese il ragazzo, ritirando il Keyblade.
    “Beh, ad un fratello direi che è concesso riconoscere suo fratello maggiore” rispose il nuovo arrivato.
    “Fratello? Che cosa intendi dire?”
    “Già! Dark non aveva fratelli. Figuriamoci se non lo avrebbe mai detto!” disse Sora.
    “Fra me e Dark non è mai corso buon sangue, per questo non vi avrà mai parlato di me. Dopotutto, anche il mio nome è testimone di ciò.”
    “Ho osservato Dark per molto tempo sulla Terra.” Disse Hikari. “È vero, aveva un fratello, ma non era in grado di evocare il Keyblade. Gli unici che infatti erano in grado di usarlo sul suo mondo eravamo io e lui”
    “E come ho già detto prima, non è mai corso buon sangue tra di noi. Pensa che non sapevo nemmeno che era anche lui un custode. L’ho scoperto dopo che se n’è andato con voi”
    “E tu vorresti farci credere che sei veramente suo fratello? Ma non prenderci in giro!”
    “Light…” disse il ragazzo, cominciando a tenersi la testa.
    “Cosa?” chiese Hikari.
    “Come volevasi dimostrare. Nonostante tutto, la tua amnesia non è definitiva. Troppe novità per mantenere la tua copertura, vero?” disse Light, sorridendo.
    “Ba… Basta… Andatevene… ANDATEVENE VIA!!!” urlò il ragazzo, sprigionando dal proprio corpo un’onda d’urto che investi tutti i presenti.
    Solo Hikari e Light riuscirono a rimanere ai loro posti, mentre Sora, Riku, Kairi, Ichigo e Rukia vennero sbalzati in aria.
    “Ugh…” disse Light, tenendo il Keyblade di fronte a se per ripararsi dall’onda. “Non pensavo fosse così forte…”
    “Dark… Ora ricordo… Questo è il mio nome…” disse il ragazzo. “Ma voi… Voi proprio non riesco a ricordarvi… Perciò fatemi il favore di sparire!” continuò, infondendo ulteriore forza nell’onda, che stavolta sbalzò via Light, facendo rimanere nuovamente solo Hikari a contrastare Dark.
    “Dark, torna in te!” gli urlò Hikari. “Non è da te comportarti così!”
    “STA ZITTA!!!” urlò lui di risposta, per poi prepararsi ad attaccare.
    “Umh… Credo che mi convenga tornare in un altro momento…” disse una voce sopra di loro, facendo si che tutti si girassero verso essa, facendo così interrompere l’attacco di Dark.
    Di fronte a loro si trovava Gambadilegno.
    “Tu!” urlò Hikari. “Dov’è Rexenet?”
    “Rexenet? E perché dovrei saperlo?”
    “Basta così, Gambadilegno! Vi abbiamo visto andare via assieme a Malefica, perciò smettila di fare finta di niente!”
    “Ma è la verità! Non mi interessa niente di quel damerino. Per quel che mi riguarda, può fare quel che vuole”
    “In questo caso… Sarai tu a pagarla a posto suo!” disse Hikari, per poi volare verso di lui.
    Ma venne preceduta da Light, che punto il Keyblade direttamente sulla gola di Pietro.
    “Ti conviene parlare, sai?” disse lui. “A differenza di mio fratello, io non amo parlare e non ci penso due volte ad eliminare qualcuno, credimi”
    “Basta così, Light!” urlò Dark.
    “Dark!” urlò Sora. “Vuoi dire che-”
    “No. Non mi sono ancora ricordato di voi. Ma non so perché, mi ricordo del suo nome.”
    “Beh, è pur sempre un passo avanti” disse Kairi.
    “Ump. Avrai anche perso la memoria, ma rimani sempre il solito presuntuoso” disse il fratello, lasciando andare Gambadilegno.
    “S-Stolti! Non dovevate fare questo errore!” disse, per poi far apparire dal nulla centinaia di Heartless attorno a loro.
    “Affrontateli tutti e sconfiggeteli, se ci riuscite!” continuò, per poi sparire in un varco oscuro.
    “ASPETTA!!!” urlò Dark, volando a tutta velocità verso esso, riuscendo ad entrare pochi instanti prima che si chiudesse.
    “DARK!” urlò Hikari, per poi eliminare un Heartless che cercò di colpirla.
    “Accidenti…” disse Ichigo, tagliando lungo la testa un Heartless. “Ma che razza di Hollow sono questi? Dovrebbero avere almeno un pezzo di maschera!”
    “Non sono Hollow, ma Heartless” rispose Sora, andandogli a dar man forte.
    Improvvisamente però tutti gli Heartless si fermarono.
    “Uh? Che succede?” chiese Light.
    Poi, tutti quanti cominciarono ad arretrare, come attirati da qualcosa.
    Solo allora notarono la creatura che si stava avvicinando.
    Un Hollow più grande degli altri, che in quel momento stava venendo ricoperto dagli Heartless.
    “Pazzesco…” disse Hikari, osservando l’essere aumentare di dimensioni.
    “Sta inglobando gli Heartless…”
    “O sono gli Heartless a inglobare lui?” chiese Sora.
    Di fronte a loro ora si ergeva un Hollow alto diversi metri, con la maschera completamente nera.
    “Mai visto una cosa del genere… E sono anni che non faccio altro che eliminarli…” disse Rukia.
    “Non ho idea di cosa siano questi Hollow, ma non ha importanza. Al momento mi basta sapere che Dark è ancora vivo. Ora non resta che fargli recuperare la memoria!” disse Hikari.
    “Buona fortuna allora” disse Light. “Provaci pure, ma per quel che mi importa, può rimanere anche così. Dopotutto a me interessa solo affrontarlo”
    “Cosa?” chiese Sora. “E perché? Non è tuo fratello!”
    “Proprio per questo. Fin da piccoli non facciamo altro che litigare tra di noi. E ora sinceramente ci sarà più gusto. E se non vi dispiace, io vado” concluse, aprendo un varco di luce davanti a lui.
    “Ah, dimenticavo: non consideratemi vostro alleato. Il mio unico scopo è affrontare Dark. Di ciò che succede ai vari mondi e ai loro abitanti non me ne importa niente” aggiunse, per poi attraversare il varco.
    “Menomale che è suo fratello” disse Riku, preparandosi ad attaccare. “Se fosse stato solo un suo nemico, avrei timore di affrontarlo”
    “Emh… Scusate, ma vi ricordo che di fronte a noi c’è un Hollow… si dice geneticamente modificato?” chiese Rukia rivolta a Ichigo.
    “E me lo chiedi a me? Sei tu lo shinigami! Io sono solo il tuo sostituto!” rispose lui, impugnando la spada. “In ogni caso, non mi pare una creatura da lasciare libera di agire” concluse, per poi partire all’attacco, seguito dai custodi.
    “Colpitelo sulla maschera!” gli urlò dietro Rukia.
    “Ricevuto” rispose Hikari, per poi fermarsi in volo di fronte alla maschera.
    “Prendi questo” disse, per poi lanciare una sfera di fuoco sulla creatura, in contemporanea ai fendenti di Ichigo e degli altri custodi, che tagliarono a metà la testa dell’Hollow, che scomparve nel nulla.
    “Beh, è stato più facile del previsto” disse lo shinigami, atterrando affianco a Rukia, che stava cercando qualcosa in tasca.
    “Mica tanto…” disse Sora, facendo scomparire il Keyblade. “Ho dovuto usare quasi tutta la mia forza…”
    “Ad ogni modo…” disse Ichigo, rivolgendosi verso di loro. “Ora gradiremo qualche spiegazione. Chi era quel ragazzo?”
    “Si chiama Dark” rispose Hikari. “Ed è un custode come noi.”
    “Custode?”
    “Si chiamano così le persone in grado di evocare il Keyblade” precisò Riku, mostrando l’arma.
    “E che ci faceva qui?”
    “Non ne abbiamo idea. L’ultima volta che lo avevamo visto, è stato quando si è disintegrato di fronte a noi per sconfiggere… un avversario molto potente…” rispose Hikari.
    “Disintegrato? Cosa intendete dire con disintegrato?”
    “Quello che abbiamo detto. Ma se non è diventato un nessuno, com’è possibile che sia ancora vivo? Non può essere sopravissuto. Non in quel modo!” rispose Sora.
    “Sempre ammesso che fosse realmente Dark” disse Hikari. “Era troppo diverso come aspetto. E poi, quando ha detto di ricordare il suo nome, non mi sembrava troppo convinto”
    “Per non parlare di Light. Possibile che fosse realmente suo fratello?”
    “Come ho già detto, ero a conoscenza che Dark avesse un fratello, ma non l’ho mai visto. Perciò non vi so dire se era veramente lui. Certo, a questo punto mi viene da chiedere come sia possibile che anche lui abbia un Keyblade. Solitamente, i custodi non sono mai parenti tra di loro.”
    “E noi allora?” chiese Kairi.
    “Tu hai ottenuto il Keyblade da Riku. Teoricamente non sei stata scelta come custode”
    “Scusatemi…” disse Rukia, avvicinandosi a loro. “Vorrei non doverlo fare, ma sono costretta”
    “Uh? Di cosa stai parlando?” chiese Riku, prima che Rukia gli gettasse in faccia una specie di nuvola uscita da un piccolo oggetto simile ad un pacchetto di caramelle.
    “Coff, coff… Ma si può sapere che ti prende?” chiese lui, continuando a tossire.
    “Cosa?” disse lei sorpresa, osservando l’oggetto in mano. “Saresti dovuto cadere a terra svenuto per poi risvegliarti senza ricordare niente di quel che è successo”
    “Temo che quell’affare non sia efficace con noi” disse Hikari. “Semplicemente perché non siamo di questo mondo”
    “E con questo? Nemmeno io lo sono” rispose la shinigami.
    “E da dove viene allora, scusa?” chiese Sora.
    “Beh, dall’altro mondo, ovvio. La Soul Society.” Rispose Ichigo, prima di venire zittito da Rukia.
    “Credo ci sia un equivoco…” disse Riku. “Noi proprio non siamo di questo mondo, o pianeta, come preferite chiamarlo”
    “Cioè siete Extraterrestri?” chiese Ichigo.
    “Una specie” aggiunse Hikari. “Su, ora cerchiamo subito la serratura e ripartiamo subito. Dark potrebbe essere finito ovunque!”
    “Si, hai ragione!” disse Sora, poco prima che il suo Keyblade si evocasse da solo, per poi puntare su Ichigo.
    “Che cosa succede?” chiese lui, osservando la sua spada illuminarsi per poi volare in alto da sola.
    “Beh, ci va sempre bene” disse Sora, prendendo in mano il Keyblade. “Non appena diciamo che dobbiamo cercare la serratura, essa salta fuori subito”
    “Lamentati…” lo riprese Kairi, osservando l’amico far partire un raggio dal Keyblade, che colpì la serratura che era apparsa sopra la spada di Ichigo, chiudendola.
    “Rukia, le Zampakuto possono fare anche questo?”
    “In centinaia d’anni che lavoro, non ho mai visto niente del genere…” disse lei, sorpresa nel vedere quella scena.
    “Centinaia d’anni? Ma se avrai più o meno la nostra età!” disse Kairi.
    “Le apparenze ingannano…” disse Ichigo. “Anch’io, quando l’ho incontrata la prima volta facevo fatica a crederci…”
    “Ringrazia che non posso usare la mia Zampakuto, o ti farei volentieri a fettine…” disse lei gelida.
    “Cambiando argomento… Allora cercherete voi Dark?” chiese lo shinigami, deglutendo per la minaccia appena ricevuta.
    “Diciamo che è nostro dovere. E dobbiamo farlo prima che venga trovato da Rexenet o Light” rispose Hikari, per poi aprire un varco dietro di loro.
    “Grazie per avergli badato in questi giorno” disse Kairi.
    “Figuriamoci. È stato mio padre a trovarlo, e gestiamo una clinica. Era il minimo che potevamo fare.” Rispose Ichigo, osservando i quattro custodi attraversare il varco per poi sparire.
     
    “Ben detto, Ichigo” disse una persona vestita proprio come lui, sorridendo, osservando da lontano la scena.
     
     
     
     
    “L-Lasciami andare!” urlò Gambadilegno, mentre Dark lo teneva su per il collo.
    “Dove siamo?” chiese lui. “Parla, o potrei perdere la pazienza!”
    “Ti ripeto che non ne ho idea! Ho aperto il varco a caso per la fretta!”
    “Sei inutile…” rispose il custode, lasciandolo cadere a terra. “Vattene. Non vale neppure la pena eliminarti” aggiunse, osservandolo scappare via in un varco.
    “E ora, cerchiamo di capire dove siamo” disse, osservando l’enorme foresta che lo circondava.

    Edited by darkroxas92 - 28/10/2010, 18:07
  5. .
    chissà... al momento, sto ancora pensando ad un suo possibile inserimento, ma fate conto che mi sto leggendo tutti i capitoli assieme XD, dato che ho deciso di appronfondire l'argomento solo di recente
  6. .
    E finalmente ecco qui il nuovo capitolo.
    Vedo con piacere che l'ultimo capitolo vi ha sorpreso tutti.
    Ebbene si, Dark se ne è andato. Ora, molti di voi staranno pensando che questo potrebbe addirittura essere l'ultimo capitolo.
    Invece vi dico che non è così. Nonostante il protagonista non ci sia più, la ff andrà avanti. E la fine è sia vicina che lontana (ovvero che ancora nn so quando farla XD).
    Questo capitolo, lo premetto fin dall'inizio, è un intermezzo tra la seconda e la terza parte della ff, quindi non consideratelo troppo fondamentale per la trama XD
    Ma ora basta parlare, eccovi il nuovo capitolo
    PS:
    Chiedo a chiunque capirà l'ultima parte di non scriverlo nei commenti. Vorrei mantenerlo segreto fino al prossimo capitolo

    Capitolo 29: Il viaggio riprende - Torna all'indice dei capitoli
    (Ringrazio liberty89/fly89 per aver scritto una Flashfic sul precedente capitolo: https://kingdomhearts.forumcommunity.net/?t=36982107)
     
    Kaxihri rimase a guardare il punto in cui si trovava Dark, senza riuscire a credere a ciò che aveva visto.
    Dark era svanito nel nulla, disintegrandosi come polvere.
    Kaxihri si portò la mano al petto d’istinto, e fu allora che sentì che qualcosa non andava.
    Sentiva il battito di un cuore.
    Il suo cuore.
    “Dark…” disse, cominciando a piangere. “Perché lo hai fatto?”
    Lo sguardo di tutti era ancora fisso nel cielo, quando Sora cominciò a riprendere i sensi.
    “Sora!” disse Kairi. “Finalmente ti sei svegliato”
    “Kairi… Cos’è successo?” chiese, aprendo gli occhi.
    La prima cosa che notò oltre a Kairi fu lo sguardo di tutti.
    Uno sguardo triste.
    Poi vide Kaxihri che stava piangendo.
    “Cos’è successo?” richiese, per poi cercare con lo sguardo Dark. “Dov’è Dark?”
    Quando vide tutti abbassare lo sguardo, capì.
    “No…” disse. “Ditemi che non è così…”
    “Mi dispiace…” disse Riku. “Dark non c’è più…”
    “Dannazione!” urlò Naruto, sbattendo un pugno su un muro. “Perché lo ha fatto?”
    “Forse…” rispose Kaxihri. “Perché era l’unico modo per sconfiggere Vanitas senza eliminarlo…”
    “Kaxihri…” disse Kairi.
    “No.” Rispose lei. “Chiamatemi pure Hikari. Dark mi ha restituito il cuore… Non sono più un Nessuno…”
    “Dark ti ha… Com’è possibile?” chiese Squall.
    “Molto probabilmente, quando anni fa sono morta davanti a lui, il mio cuore deve essere rimasto in qualche modo chiuso dentro al suo corpo… E ora che ha usato tutte le sue forze, deve averlo liberato senza nemmeno accorgersene…”
    “Maledizione… Non immaginavo potesse finire così…” disse il Re, chiudendo le mani a pugno.
    Sora si guardò le mani, tremando.
    “Sono stato io, vero?” chiese infine. “Sono stato io a provocare la sua morte, vero?”
    “No” rispose Hikari. “Non è colpa tua, Sora. È tutta colpa di Rexenet…” continuò, chiudendo anche lei le mani a pugno. “Sarà lui a pagarla per questo…”
    “Ben detto!” disse Kairi. “Non possiamo permetterli di farla franca”
    “Deve pagare per ciò che ha fatto” disse Riku.
    “Grazie…” disse Hikari, per poi avvicinarsi al Re.
    “Sua maestà, le devo chiedere un grosso favore”
    “Dimmi pure”
    “Dovrebbe lasciarci la Gummyship, e tornare al suo mondo. E assieme a lei, anche Paperino e Pippo.”
    “Cosa? E perché dovremmo farlo?” chiese Paperino, per venire interrotto dal Re, che li mise una mano davanti.
    “Hikari… Capisco come tu ti senta… Mi piacerebbe dire che la vendetta non porta a nulla, ma so che sarebbe una frase inutile. Va bene, faremo come chiedi”
    “Ma Maestà!” disse Paperino, per venire nuovamente fermato, stavolta da Pippo.
    “Grazie” rispose Hikari, per poi aprire numero varchi oscuri, uno per ogni persona, esclusi i custodi.
    “Questi varchi vi riporteranno nei vostri mondi. Vi ringrazio per aver partecipato a questo torneo… E mi dispiace per com’è finito…”
    Tutti guardarono i custodi, senza però sapere che cosa dire, per cui attraversarono il varco in silenzio.
    “Allora andiamo anche noi” disse il Re. “Se avrete bisogno d’aiuto, non esitate a chiamarci” poi si rivolse a Sora, che ancora non riusciva a capacitarsi di ciò che aveva fatto.
    “Sora, cerca di riprenderti. Non è stata colpa tua” disse il Re, per poi attraversare il varco, seguito dal mago e dal cavaliere.
    A quel punto fu Fil a parlare.
    “Senti… Mi dispiace per come sono andate le cose… Non avrei mai pensato che questo torneo potesse finire in questo modo… Ma per quanto non lo voglia fare, devo comunque proclamarti vincitrice…”
    “No” rispose Hikari. “Il vincitore è Dark. Se non fosse stato per lui, nessuno di noi sarebbe qui” concluse, per poi allontanarsi verso la Gummyship, venendo seguita da Kairi e Riku, che aiutarono Sora ad arrivarci, dato che ancora non era in grado di muoversi.
     
     
    Fu Riku a mettersi alla guida della Gummyship, mentre Sora si ritirò nella sua stanza.
    Kairi e Hikari invece rimasero nella sala principale, in silenzio.
    Fu proprio Hikari a rompere il silenzio.
    “Non hai ancora detto niente, sul fatto che sono tua sorella”
    Kairi non rispose subito.
    “Ho perso la memoria anni fa. Non mi ricordavo nemmeno da dove venissi. I miei ricordi partono da quando mi ha trovata Sora sulla spiaggia…”
    “Deve essere stato nostro padre a spedirti su quell’isola. Tra le due, ha sempre avuto più attenzione per te. In fondo, tu sei una principessa della luce, e all’epoca non potevi evocare il Keyblade. Io invece, sono sempre stata una persona indipendente, e non ho perso l’occasione per andarmene di casa con una buona giustificazione…”
    “…Perché lo hai fatto?” chiese Kairi. “Potevi tornare. Potevi anche tentare di spiegarmi tutto!”
    Stavolta fu Hikari a non avere la risposta pronta.
    “Temevo mi avresti rifiutata come sorella. Devo dire che sono rimasta sorpresa di vederti in un gioco di quel mondo, ma quando poi ti ho rivista di persona, non ho avuto il coraggio di-”
    “Smettila di mentire!” disse Kairi. “Non avevi un cuore. Non potevi avere coraggio, è vero, ma nemmeno la codardia”
    “Hai ragione. Proprio perché non avevo un cuore, non mi sono mai presentata da te” rispose Hikari, allontanandosi.
     
    Sora era seduto sul letto, incapace di dormire o di rilassarsi.
    “Com’è potuto succedere?” si chiese. “Come ho potuto fare una cosa del genere…”
    Lentamente, nella sua memoria cominciavano a riaffiorare ciò che era successo in quei minuti.
    Vide se stesso trafiggere alle spalle Ed.
    Si vide mentre distruggeva il Monte Olimpo, acquisendo i cuori di tutti i presenti.
    A quei ricordi Sora diede un pugno al muro, tanto forte da far uscire del sangue dalla mano.
    “Maledetto Dark… Non ti sei mai fatto scrupoli finora… dovevi farteli proprio quando sapevi che c’era la tua vita in palio?”
    “Sai…” disse Hikari, entrando in quel momento nella stanza. “Dovresti abbassare il volume della voce, se non vuoi farti sentire”
    Sora non rispose.
    “Dark si è sacrificato per darti una seconda possibilità” continuò Hikari. “Gliel’ho sentito dire chiaramente: gli era stato proposto di eliminarti, ma lui ha rifiutato. Ha preferito lasciar vivere te. Ha detto testualmente “Sora ha troppi legami con altre persone. E in fondo, è più importante di me”. Non lo ha fatto perché tu cadessi in depressione. Ti abbiamo già detto che non è stata colpa tua, ma di Rexenet. E io ho intenzione di rispettare l’ultima volontà di Dark, con o senza il tuo aiuto, custode della luce” concluse, per poi lasciare Sora da solo.
     
    “Non sarai stata un po’ dura?” chiese Riku, vedendo Hikari avvicinarsi.
    “No. Ho solo detto quello che pensavo. E tu non dovresti origliare le conversazioni altrui grazie alle varie telecamere che sono installate, sai?”
    “Colto in fragrante… Comunque hai idee su come ritracciare Rexenet e Malefica?”
    “L’unica che mi viene in mente è quella di cercare mondi attaccati dagli Heartless. Rexenet ha ereditato la stessa presunzione dei suoi predecessori: di sicuro si aspettava che alcuni di noi sarebbero sopravissuti, e ci avrà di sicuro preparato qualche trappola. E noi ci limiteremmo a farle scattare”
    “E va bene… Allora partiamo subito alla ri-” ma Riku venne interrotto dagli strumenti di bordo, che cominciarono a suonare.
    “Sembra che dovremmo aspettare meno del previsto” disse Hikari, guardando il monitor del computer che indicava un mondo, che in quel momento stava venendo attaccato dagli Heartless.
    “Però… Cid ci ha dato proprio dentro con questa Gummyship…” commentò Riku, osservando anche lui il monitor.
    “Bene” continuò Hikari, aprendo un varco davanti a loro. “Allora non perdiamo tempo”
    “Aspettate, vengo anch’io!” disse Kairi, arrivando di corsa.
    “E Sora?” chiese Riku.
    “Ci sono anch’io”rispose il diretto interessato, arrivando in quell’istante.
    “D’accordo. Allora andiamo” disse Hikari, attraversando per prima il varco, per poi essere seguita dagli altri.
     
    Quando uscirono, la prima cosa che notarono fu di essere su una specie di isola, dato che attorno a loro c’era dell’acqua.
    “C’è qualcosa che non mi torna…” disse Riku, guardandosi attorno.
    Infatti, oltre l’acqua, si vedevano degli alberi, che erano decisamente più alti del normale.
    “Curioso…” rispose Hikari. “Non so come, ma uscendo dal varco, siamo diminuiti di dimensioni… Non credevo fosse possibile…”
    “Cioè, stai dicendo che siamo diventati più piccoli del normale?” chiese Kairi sorpresa.
    “Niente di strano. In passato, sono diventato anche più piccolo di ora” rispose il custode della luce, per poi girarsi, trovandosi di fronte ad un boccaporto gigante.
    “Un… boccaporto?” chiese sorpreso Sora?
    Subito dopo, dal un buco lì vicino che non avevano notato, uscirono fuori a tutta velocità quattro figure nere e bianche, che atterarono dietro di loro, costrigendoli a voltarsi.
    “Kowalski, opzioni!” disse un pinguino, che assieme agli altri quattro, era in posa da combattimento.
    “Dei… pinguini… parlanti?” disse stupita Kairi.
    “Umh…” disse uno di loro, tirando fuori dal nulla un quaderno e una penna. “Apparentemente sembrano umani decisamente piccoli… Potrebbero essere il risultato di una mutazione genetica apportata su pinguini!”
    “Emh… E perché non potrebbero essere dei semplici umani straordinariamente piccoli?” chiese un altro pinguino.
    “Suvvia Soldato, pensiamo solo a possibilità reali”
    “Hikari, temo che i computer si siano sbagliati. Io qui di Heartless non ne vedo, e ci sono solo questi quattro pinguini parlanti, che per di più parlano da pazzi” disse Riku.
    “Umh… Già, probabilmente, nemmeno i computer di Cid sono infallibili…”
    “Allora torniamo a bordo della Gummyship?” chiese Kairi.
    “Non credo proprio” disse il pinguino che aveva parlato per primo. “Rico, dinamite!”
    L’unico pinguino che ancora non aveva parlato, e che aveva una strana cicatrice sul becco, cominciò a ridere in maniere sadica, e come se niente fosse, sputò fuori un candelotto di dinamite accesso.
    “Ho paura di scoprire come ha fatto…” disse Riku.
    “Fuo-” fece per dire il pinguino, prima di ritrovarsi il Keyblade di Hikari puntato sul collo.
    “Skipper!” urlò Soldato.
    “Kowalski, suona l’allarme rosso immediatamente!” ordinò Skipper. “I danesi mi hanno trovato!”
    Kowalski ubbidì immediatamente, facendo apparire dal nulla un panello elettrico, con un pulsante rosso al centro, che premette.
    Immediatamente, tutto attorno risuono una sirena, e come se niente fosse, attorno a loro si alzarono dei panelli di metallo che chiusero al loro interno tutta l’aria circostante, creando una specie di gabbia gigante.
    “Ora provate a scappare, Danesi”
    “Danesi? Ma che stai dicendo?” chiese Kairi.
    “Credo che non vi sia chiara la situazione… Primo, dite al vostro amico di spegnere la dinamite, se ci tenete alla sua vita” disse Hikari, avvicinando ulteriormente il Keyblade alla gola di Skipper.
    “Rico… Obbedisci” disse lui, facendo così ingoiare il candelotto.
    “Ora… Si può sapere che vi prende?”
    “Queste informazioni sono Top Secret, non siamo autorizzati a rivelarvele” disse Skipper.
    “Già. Non possiamo di certo dire che in realtà li abbiamo visti uscire fuori da una specie di buco nero in mezzo al nulla proprio davanti al nostro boccaporto” disse Soldato.
    “Kowalski, pensaci tu”
    “Subito Skipper!” rispose lui, dando uno schiaffo sulla testa a Soldato.
    “Oh, insomma! Si può sapere con quale motivo osate interrompere il mio sonellino pomeridiano?” disse un altro animale, arrivando in quel momento. “Io sono il Re, e non ammetto interferenzeeeeeeeeeee” concluse, cadendo in un varco che si era aperto sotto di lui.
    “Tu ovviamente non c’entri niente, vero Hikari?” chiese Kairi alla sorella.
    “Direi che ci sono già troppi animali parlanti per i miei gusti… e poi l’ho solo spedito fuori da questa gabbia…”
    “Interessante… Pare che questo umano geneticamente modificato sia in grado di usare una specie di teletrasporto…” disse Kowalski.
    “Ma ora basta con gli scherzi. Rico, motosega boomerang!” ordinò Skipper.
    Rico sputò fuori una motosega che mise subito in funzione, per poi lanciare verso Hikari, che fu costretta a spostare il Keyblade per parare l’attacco.
    “Io comincerei a farmi venire dei dubbi su chi sia l’essere geneticamente modificato qui…” disse Riku.
    “Oh, ma allora è veeeeero quello che diceva quel tizio” disse un’altra voce, mentre attorno ai custodi e ai pinguini si aprivano decine di varchi oscuri, dai quali cominciarono ad uscire degli Heartless.
    “Kowalski, opzioni!”
    “Direi che si trattano anch’essi di esperimenti genetici. Oppure siamo in preda ad un allucinazione collettiva.”
    “Io avrei detto che sono esseri fatti di pura oscurità che sono venuti fin qua per prendere i nostri cuori”
    “Soldato, ti ho già detto di dire cose più sensate” rispose Skipper, senza accorgersi dell’Heartless che lo stava per attaccare alle spalle, che però venne prontamente eliminato da Riku, che aveva evocato il Keyblade, facendo così uscire come al solito il cuore dal nemico.
    “O forse no…” dovette ammettere Skipper. “Squadra, pronta al combattimento!” disse, per poi mettersi nuovamente in posa di combattimento assieme ai compagni.
    “Stavolta non vi serviranno le vostre tecniche, pinguiiiiini” disse la voce, mentre da un varco, uscì fuori un delfino, con un casco che copriva la parte destra della testa, e che si muoveva su una specie di monopatino.
    “Ci mancava pure il delfino…” disse Kairi, eliminando un altro Heartless.
    Sora era l’unico che non aveva ancora evocato il Keyblade, e sembrava continuare ad allontanarsi dal campo di battaglia.
    “Blowhole!” urlò Skipper. “Quindi questi mostri sono opera tua?”
    “No” rispose Hikari. “Molto probabilmente lui ha solo ricevuto il potere di controllarli. Ma gli Heartless esistono da un bel po’ di tempo”
    “Proprio come mi aveva detto quell’umaaaaaano… Però secondo lui ci sarebbe dovuto esseeeeeeere un ragazzo con delle ali…”
    “Rexenet!” urlò Hikari. “È stato un umano con questo nome a darti questo potere, vero?”
    “Non mi ha detto il nome… Mi ha giusto detto che grazie a queeeeeesto potere avrei potuto conquistare il mondo, e tanto mi basta. Ora, Heartless, attaaaaaaccate i pinguini!” ordinò il delfino, facendo lanciare tutti gli Heartless contro i quattro animali.
    “Soldato, caramelle!” disse Skipper, per poi prendere un sacchetto di caramelle da Soldato e facendole mangiare tutte assieme a Rico.
    Poi prese quest’ultimo come se stesse impugnando un bazuka, e abbassata l’ala, cominciò a sparare contro gli Heartless le caramelle, che però risultarono completamente inutili, senza nemmeno riuscire a rallentare l’avanzata nemica.
    “Kaboom?” chiese Rico, mentre Skipper lo rimetteva per terra.
    “Si Rico, kaboom” rispose lui, mentre Rico sputava fuori una bomba accesa che lanciò contro gli Heartless, vedendoli così saltare in aria.
    “Ottimo lavoro, Rico” disse il capo, per poi ritrovarsi circondato assieme ai tre compagni dagli Heartless.
    “Va bene…” continuò “Temevo non arrivasse mai questo giorno… Kowalski, disattiva il congegno che tiene sotto controllo il limite di pietà e pudore di Rico!”
    “Skipper, ne sei sicuro?”
    “È un ordine”
    “Ok…” rispose, prendendo un altro telecomando e premendo il bottone sopra.
    Subito dopo, Rico sputò fuori un lanciafiamme e la motosega, mentre i suoi occhi divennero gli stessi di un maniaco omicida, per poi accanirsi sugli Heartless.
    “Ugh… Questo spettacolo è rivoltante…” disse Soldato girandosi.
    “Concordo, ma dobbiamo essere forti…” rispose Skipper, per poi colpire un Heartless con una mossa di karate.
     
    Poco lontano, Sora era ormai al muro, ma non aveva ancora evocato il Keyblade.
    “Sora!” urlò Hikari, eliminando un altro Heartless “Cosa aspetti ad evocare il Keyblade?”
    “I-Io… Non posso… Non posso farlo…” rispose Sora.
    A quel punto Hikari cominciò ad eliminare gli Heartless che circondavano Sora, fino ad arrivare di fronte a lui.
    E gli diede un pugno in faccia, facendolo cadere di lato.
    “SORA!” urlò Kairi, venendo però fermata da Riku, che scosse la testa.
    Sora si rialzò, ma ricevette subito un altro pugno.
    “Però… Ci sa fare quella ragazza…” disse Skipper.
    “Già. Ottimo destro” confermò Soldato.
    “Sei un idiota, Sora!” disse semplicemente Hikari. “Cosa credi di ottenere non usando il Keyblade?”
    “M-Ma io…” disse Sora a fatica, ancora sorpreso per quel gesto.
    Ma non fece in tempo a finire la frase che venne tirato su per il coletto della maglietta.
    “Per cosa credi si sia sacrificato Dark? Per farti eliminare dagli Heartless?”
    “Tanto Dark tornerà… Proprio come avete fatto tu e Rexenet…”
    “Invece no…” rispose Hikari, abbassando lo sguardo. “Per diventare un Nessuno, bisogna perdere il proprio cuore, diventando un Heartless. Dark si è disintegrato, cuore compreso! Non potrà più tornare!”
     
    “Beh, non ho caaaaapito bene cosa stia succedendo… Ma questo è il momento perfetto! Heartleeeeees, attaccate!” ordinò Blowhole.
    Hikari però non sembrava voler venire interrotta e distrusse tutti gli Heartless con una raffica di sfere di fuoco.
    “Dark era convinto che tu l’avresti potuto sostituire! Ti ha lasciato tutti i poteri di Vanitas, in modo che tu potessi usarli. Non per farti distruggere dai sensi di colpa!”
    “Ah, quindi è proprio vero…” disse la voce di Rexenet, che apparve dietro di loro. “Dunque Dark si è realmente sacrificato per questa sottospecie di custode… Che idiota…”
    “REXENET!” urlò Hikari, che lasciato cadere a terra Sora, si lanciò contro di lui, venendo facilmente schivata.
    “E vedo che tu hai riottenuto il cuore… Che spreco… Potevi continuare a rimanere una Nessuno, in modo da non avere rimorsi nell’attaccare qualcuno…”
    Quelle parole colpirono in pieno la mente di Sora
    “Sta zitto! Proprio tu parli?” disse Sora, alzandosi in piedi, per poi pulirsi con la mano un rivolo di sangue che stava scendendo dalla bocca in seguito ai pugni di Hikari.
    “Ti ringrazio, Hikari…” continuò. “Mi hai aperto gli occhi… E ho capito un'altra cosa…”
    “Cioè?”
    “È vero che Dark ha chiesto a te ti eliminarlo… Ma ciò non significa che io non possa darti una mano…” concluse, evocando il Keyblade.
    Keyblade che però non era la Catena Regale, ma bensì lo stesso che usava Vanitas.
    “Cosa?” disse Rexenet, per poi riuscire ad evitare a malapena un fendente di Sora.
    “Hikari ha ragione… Se Dark mi ha lasciato questi poteri, è stato per poter sconfiggere gente come te!” continuò il custode, tentando di attaccare nuovamente Rexenet, che si spostò velocemente vicino a Blowhole.
    “Beh, mio caro dottore, sembra che quei pinguini siano riusciti a resisterle ancora…”
    “Maleeeeedizione! Dammi altri Heartless, e vedrai che li eliminerò di sicuuuuuro!”
    “Farò si meglio… Ti darò il potere di eliminarli personalmente!” disse Rexenet, per poi scagliare nel petto di Blowhole una sfera d’oscurità.
    “Cos’hai fatto?” chiese Skipper
    “Oh, niente di particolare…” rispose il custode delle tenebre, cominciando a sparire in un varco. “Semplicemente, temo che voi non siate più alla sua… altezza”
    Non appena sparì, tutti rivolsero lo sguardo verso il pinguino, che stava venendo avvolto dall’oscurità.
    “Siiiiiiii, sento il potere dentro di meeeeee” disse, cominciando a crescere di dimensioni.
    “Per tutti i tritoni fritti…” disse Skipper, spalancando il becco, osservando il suo avversario diventare sempre più grande.
    “Kowalski, opzioni!”
    “Beh, potremo darcela a gambe in preda al panico, usando Rico per sfondare la gabbia.”
    “Oppure?”
    “Oppure potremmo tentare di attaccarlo con ogni nostro mezzo, con il 99% di possibilità che sarà l’ultima cosa che faremo.”
    “Umh… La prima opzione mi sembra la più adatta… Ma vada per la seconda. Rico!”
    Al solo nome, Rico cominciò a sputare fuori diversi tipi di esplosivi e armi, che lanciò subito contro il delfino, senza però sorbire effetto.
    “Non so se essere più sorpresa per il delfino gigante o per quel pinguino/armeria ambulante…” disse Kairi, impugnando il Keyblade.
    “Per voooooi è finita!” disse Blowhole, cercando di schiacciare gli avversari con le pinne.
    “Kowalski, il sistema d’emergenza in caso di mostro gigante è operativo?”
    “Si, ma non è testato”
    “Poco importa, questo è il momento adatto per testarlo!”
    Immediatamente, dalla gabbia attorno a loro, spuntarono fuori una serie di raggi laser tutti diretti verso l’avversario.
    Purtroppo per loro, essi ribalzarono su di esso e tornarono indietro, distruggendo buona parte della gabbia.
    “Skipper, sembra invulnerabile ai laser” disse Soldato.
    “Ho visto Soldato, ho visto… Come ho visto che Rico è rimasto senza armi” aggiunse, vedendo l’amico che tentava di sputare qualcos’altro senza però riuscirci.
    “Cosa facciamo, Skipper?”
    “L’unica cosa che ci è possibile… Pinguini, è stato un onore lavorare con voi.” Disse Skipper, per poi lanciarsi all’attacco verso il delfino, seguito dai tre compagni, tentando di colpirlo con le pinne.
    Blowhole però rispose all’attacco semplicemente muovendosi, buttandoli all’aria, per poi farli precipitare per terra rovinosamente.
    “Ugh… È dannatamente forte…” disse Skipper, cercando di rialzarsi, senza però riuscirci.
    “Bene, pinguiiiiiini. Finalmente è arrivato il momento della resa dei contiiiii! Vi schiaccerò come mosceeeeerini!”
    “Non credo proprio!” disse Sora, saltandogli in faccia e colpendolo sulla maschera meccanica.
    “ARGH!!!” urlò lui.
    “Sembra che il suo punto debole sia proprio quella specie di casco” disse il custode, atterrando affianco agli altri.
    “Ma certo!” disse Skipper. “La vecchia ferita che gli ho provocato anni fa. Kowalski, perché non ci hai pensato?”
    “Scusami Skipper, stavo calcolando le possibilità di sconfitta certa”
    “Beh, non importa. Adesso che sappiamo il suo punto debole…” disse Hikari, alzandosi in volo. “Possiamo sconfiggerlo!”
    “S-Skipper, quell’umano sta volando…” disse Soldato.
    “Lo vedo Soldato… Kowalski, prepara il modulo per le missioni da classificare oltre il top secret”
    “Sarà meglio finire il prima possibile questo combattimento… o rischio di uscire fuori di testa” disse Riku, volando anche lui verso l’obbiettivo, seguito da Sora e Kairi.
    “Che cosa creeeeedete di fare, umani?” chiese il delfino, girandosi verso di loro.
    “Sconfiggerti!” disse Hikari, preparando una sfera di fuoco in mano.
    “Come desideri venire cucinato, pesce?” chiese Sora, preparandone una anche lui.
    “PESCE!!!” urlò Rico, sputando fuori una forchetta, un coltello e una pentola.
    “Sono un mammifero, non un pesce!” lo corresse il delfino.
    “Si, si… È uguale, sempre nell’acqua vivete.” Si affrettò a dire il custode, mentre Kairi e Riku preparavano anch’essi due sfere di fuoco.
    “ORA!” urlò Hikari, lanciando la sfera in contemporanea agli altri custodi, colpendo Blowhole in pieno volto.
    Subito dopo il suo urlo di dolore, il delfino cominciò a tornare alle sue dimensioni normali, cadendo in acqua.
    “Lo hanno sconfitto…” disse sorpreso Kowalski. “Ciò non era nelle opzioni”
    Pochi secondi dopo, dall’acqua uscì una bolla d’aria al cui interno si trovava il delfino, nuovamente sul suo monopattino e delle dimensioni normali.
    “Avete vinto anche stavolta, pinguiiiiiini. Ma sentirete ancora parlare del Dottor Blowhole!” disse, volando in aria sparendo alla vista di tutti.
    I custodi atterrarono di fianco ai pinguini, per poi guarirli subito con la magia.
    “Che razza di congegno avete usato?” chiese Kowalski, sorpreso dalla velocità di guarigione.
    “Semplice magia” rispose Kairi.
    “Stupidaggini! La magia non esiste!” disse Skipper.
    “Ma Skipper, si sono messi a volare, hanno creato dal nulla delle sfere di fuoco reali e poi ci hanno guarito” disse Soldato.
    “È vero anche questo… Per il momento ci limiteremmo a considerare che tutto ciò non sia mai successo. Voi non avete visto niente, chiaro?” rispose il capo.
    “Va beh, meglio lasciarli perdere” disse Riku. “Cerchiamo la serratura di questo mondo, così ce ne possiamo andare in fretta”
    “Serratura? Ma non avete una casa con delle porte voi?” chiese Kowalki.
    “Casa nostra di recente è solo la Gummyship” rispose Sora.
    “Gummyship?”
    “Inutile spiegare. Ci metteremo troppo tempo” disse Hikari, avviandosi.
    Ma alle sue spalle cominciò a brillare una luce.
    I custodi si girarono verso la fonte, vedendo che proveniva dalla bocca di Rico.
    “No, ditemi che non è quel che penso…” disse Riku, mentre osservava uscire dal becco di Rico un raggio di luce che colpì il cielo, creando una serratura.
    “Beh, di sicuro se la cercavamo non l’avremmo trovata” rispose Sora, evocando il Keyblade e puntandolo sulla serratura, chiudendola.
    “Ok… Un pinguino che oltre ad avere un intero arsenale di armi nel proprio stomaco era in possesso della serratura di questo mondo… Poi Marco si lamentava che doveva andare dallo psicologo. E noi dove dovremmo andare?” chiese Kairi, suscitando le risate dei custodi.
    “Kowalski, opzioni per ciò che è appena successo”
    “Mi dispiace Skipper, ciò non è assolutamente classificabile. Tutto ciò che riguarda Rico non è calcolabile sotto il punto di vista scientifico”
    “Beh, ora si che possiamo andare” disse contento Riku, aspettando che Hikari aprisse il varco.
    “Aspettate!” disse Soldato. “Grazie per l’aiuto! Senza di voi non saremmo riusciti a sconfiggere Blowhole”
    “Soldato, che cosa dici?” chiese Skipper. “Ci saremo riusciti lo stesso, in un modo o nell’altro. Siamo pur sempre pinguini!”
    “Hai ragione. Scusami Skipper”
    I custodi decisero di non girarsi nuovamente verso di loro, e attraversarono subito il varco che Hikari aveva aperto.
     
     
     
     
    “Uff… E anche per oggi abbiamo finito” disse un uomo, con addosso un camice bianco, mentre usciva da una casa, per poi accendersi una sigaretta.
    Improvvisamente alle sue spalle senti il tonfo di qualcosa che cadeva a terra.
    “Uh, che succede?” si chiese, girandosi.

    Edited by darkroxas92 - 28/10/2010, 18:06
  7. .
    Ed ecco qui il tanto atteso capitolo che segna la fine del torneo (come vedete dal titolo). Questo è il capitolo più lungo che io ho mai scritto. spero solo risulti di vostro gradimento. Ho notato che alla fine tutti, chi più, chi meno, avevate già dei sospetti su Kaxihri. Ma le sorprese, non sono ancora finite.
    Detto questo, non posso dirvi altro che buona lettura

    Capitolo 28: Il ritorno di un vecchio nemico: tutti insieme per la fine del torneo! - Torna all'indice dei capitoli
    Sora cade all’indietro in seguito al colpo.
    Stranamente però il colpo, nonostante lo avesse trapassato, non aveva lasciato nessun segno.
    “SORA!” urlò Kairi, andando a soccorrerlo.
    “Chi è stato?” chiese Dark, guardando in alto.
    “Ma come? Non mi hai riconosciuto?” chiese la voce, mentre davanti a Dark e Kaxihri si apriva un varco oscuro.
    Dark spalancò gli occhi.
    “No… Non è possibile…” disse, mentre dal varco usciva il nuovo custode delle tenebre, con in mano la spada.
    “Ehilà Dark. È da un po’ che non ci vediamo” lo salutò, senza cancellare quel ghigno in volto.
    “Inaudito!” urlò Riku. “Abbiamo visto tutti il Castello dell’Oblio venire spazzato via come se niente fosse. E tu non potevi usare nessun varco per scappare!”
    “Già…” rispose il custode. “Infatti non sono riuscito a salvarmi… Ma come per lei, anche per me la morte non è stata la fine!” continuò, indicando Kaxihri.
    “Vuoi dire…” disse Dark. “Che sei diventato un Nessuno?”
    “Proprio così, mio caro custode” disse un’altra voce, femminile, mentre accanto al custode delle tenebre si apriva un altro varco, dal quale uscì Malefica, seguita da Pietro.
    “Malefica!” urlò Riku, riconoscendo colei che in passato era riuscita a corromperlo.
    “Ma allora non stavate scherzando, quando avete detto che avevate affrontato Malefica!” disse Marco.
    “Non pensavo potesse esistere anche lei… E c’è anche Gambadilegno…” disse Henry, arretrando.
    “Ottimo lavoro, Rexenet” disse Malefica.
    “Rexenet? E questo sarebbe il tuo nome da nessuno? Potevi avere un po’ più di fantasia nel trovare un acronimo di tenebre, sai?” disse Dark, impugnando i Keyblade.
    “Io non riderei se fossi in te. È vero, il mio nuovo nome sarà anche banale, ma rappresenta in pieno quello che sono”
    “Che presunzione…” disse Kaxihri, impugnando anche lei il Keyblade. “Ti credi in grado di controllare pienamente le tenebre? Sei uno stupido! Hai interrotto il nostro incontro, poi hai ferito Sora… E ora speri di riuscire a sconfiggerci? Nemmeno Malefica ti sarà d’aiuto!”
    “Oh, ma io so benissimo che al momento non sono in grado di battervi…” disse Rexenet. “Per questo mi sono permesso di riportare qui una tua vecchia conoscenza, custode dell’equilibrio!”
    “Una mia vecchia conoscenza? Di chi stai parlando?”
    Rexenet si limitò ad indicare Sora, che in quel momento stava venendo soccorso da Sakura e da Paperino.
    “Non ti sei mai chiesto che cos’erano quei raggi che partivano dai membri dell’Organizzazione che sconfiggevi? Non ti sei chiesto perché oltre a Roxas e Xion, tu non hai incontrato nessun’altro membro oltre quelli che hai eliminato? Ma soprattutto… non ti sei chiesto il perché ti affrontavano?”
    “Non era perché erano in debito verso di te?” chiese il Re.
    “Questo è quello che credevano… Ma in realtà mi serviva la loro sconfitta per incanalarli qui dentro” disse, mostrando una pietra nera.
    “Una… pietra nera…” disse Kaxihri. “OH NO!”
    “Proprio così, mia cara figlia di Ansem… Tu sai che cos’è, vero?”
    Dark fissò Kaxihri, che era rimasta come paralizzata.
    “Tu… Hai eliminato tu i membri mancanti, vero?” chiese lei.
    “Proprio così. Avendo capito che se avessi aspettato che tu o Dark li eliminaste tutti, ci sarebbe voluto troppo tempo…”
    “Che cos’è quella pietra?”
    “Quella…” spiegò Kaxihri. “È una pietra di sigillo. I custodi la usavano solo contro avversari che non era possibile battere…”
    “Questo significa… Che lì dentro c’è un avversario che altri custodi non sono riusciti a battere?”
    “Risposta sbagliata, Dark” disse Rexenet, sorridendo. “Qui C’ERA un avversario…”
    “Questo significa che…” disse Kaxihri, voltandosi subito verso Sakura, che stava tentando di far riprendere Sora, usando una specie di Energiga, in seguito al tentativo di Paperino che era andato a vuoto.
    “ALLONTANATEVI SUBITO DA Lì!!!”urlò
    “Uh, e perché dovremmo farlo?” chiese Ed. “Che pericolo può mai ess-”
    Ed venne interrotto di netto da un Keyblade.
    Un Keyblade nero tenuto in mano da Sora, che li aveva trapassato il petto alle spalle.
    “fratellone!” urlò Al, vedendo suo fratello che cadeva a terra, senza dar segnali di vita.
    Tutti si girarono verso il proprietario del Keyblade, che in quel momento stava sorridendo.
    Ma non con uno dei soliti sorrisi di Sora.
    Era un sorriso malvagio.
    “Sora…” disse Kairi, indietreggiando spaventata.
    Sora non disse niente, ma venne immediatamente avvolto dall’oscurità.
     
    “Noi vi lasciamo” disse Rexenet, apprendo un varco dietro di lui, che fu attraversato subito da Pietro che scappava a gambe levate.
    “Sono sicuro che ti divertirai, Dark” continuò, per poi attraversare il varco assieme a Malefica.
    “Maledetto…” rispose il custode dell’equilibrio, per voi voltarsi nuovamente a guardare la nuvola oscura che aveva avvolto Sora.
    In quel momento sia la terra che l’aria cominciarono a tremare, come se fossero stati investiti da un’enorme energia.
    Dark mise le ali davanti a se per diminuire la forza d’urto, ma non bastò nemmeno quello a proteggerlo dal contraccolpo dovuto all’esplosione della nuvola, che lo fece allontanare di diversi metri, come tutti gli altri.
    Quando vide nuovamente Sora spalancò gli occhi.
    Al posto di Sora, c’era una personaggio ricoperto da un armatura nero, con un elmo nero sulla testa. Sul petto c’era disegnato uno strano disegno rosso. E anche lui ricordava Riku quando era sotto il controllo dell’Heartless di Xehanort.
    A quella visione, la mente di Dark sembrò scoppiare.
    “Non è possibile!”
    “Non ci credo!”
    “Possibile che nessuno lo abbia sconfitto?”
    “Che cos’ha fatto al ragazzo?”
    Per poi confluire in unica parola che Dark disse d’istinto:
    “Vanitas”
     
    “Maledetto!” urlò Winry, lanciandosi contro il guerriero con una chiave inglese.
    Vanitas non fece niente, ma Winry venne scaraventata in aria, per poi cadere a terra, proprio come Ed.
    “Winry!” urlò Al, andando a soccorrerla.
    “Sora! Che ti prende?” chiese Riku.
    “Sora? Quindi era così che si chiamava il proprietario di questo corpo” disse il guerriero, usando la voce di Sora. “Mi dispiace, ma ormai non esiste più”
    Quella frase fu un fulmine a ciel sereno.
    Vanitas guardò in alto, verso Dark.
    “Così sei ancora vivo, custode dell’equilibrio, Dark! Anche se non sei più lo stesso…”
    Dark sembrava paralizzato.
    Non riusciva a capacitarsene.
    Fu Kaxihri a prendere l’iniziativa e a partire all’attacco.
    “VANITAS!!!” urlò, per poi attaccarlo con il Keyblade, che venne però parato da quello avversario.
    “Oh, ci sei anche tu?” chiese Vanitas. “Credevo saresti rimasta in quella scuola per l’eternità”
    “Tu…”
    “Fammi indovinare… Mi porti ancora rancore per quella storia, vero? Non mi perdoni per aver eliminato Dark, giusto?”
    “Tu… Tu… NON POSSO PERDONARTI!” urlò Kaxihri, mettendoci ancora più forza nell’attacco.
     
    “Cosa intende dire? In che senso ha eliminato Dark?” chiese Marco. “Dark è la sopra! Come può essere vivo se è stato eliminato?”
    “O è anche lui un Nessuno?” chiese Rika.
    “Umph! Il custode dell’equilibrio ha ben altre possibilità per non morire, invece che diventare un Nessuno” rispose Vanitas, respingendo Kaxihri.
    “Ma voi non saprete mai quali sono!” disse, mentre si preparava a colpire il terreno con il Keyblade.
    “Fermo!” urlò Hercules, intervenendo per la prima volta e fermando la mano di Vanitas.
    “Osi interrompermi?” chiese Vanitas, per poi scaraventare in aria anche lui.
    “Dite le vostre preghiere. E sentitevi onorati di essere le prime vittime dopo il mio ritorno!”continuò, colpendo il terreno con la Keyblade.
    Dal quel punto partirono una serie di raggi neri, che coprirono tutto, impedendo a Dark di vedere cosa stesse accadendo.
     
     
    Quando Dark si sveglio, si trovava in un posto dove non era mai stato prima.
    Di fronte a lui c’erano due persone, di cui una gli assomigliava in modo incredibile.
    Anzi, avrebbe giurato che fosse lui, se non fosse per i vestiti.
    Infatti indossava un’armatura, che si divideva come per i capelli a metà tra bianco e nero.
    L’altra persona invece era la copia sputata di Roxas, tranne anche lui per i vestiti.
    “Allora, hai intenzione di affrontarlo?” chiese Ven.
    “Ormai non posso più ignorare questa situazione. È mio compito annientarlo definitivamente”
    “E se fallirai?”
    Il clone di Dark abbassò la testa.
    “Per questo devo partire prima. Devo riuscire a prendere le misure di sicurezza necessarie per questa eventualità”
    “Ma Dark, in quel caso…”
    “Non preoccuparti. E poi, dobbiamo ancora finire il nostro scontro. Non me ne andrò prima di aver determinato chi di noi due è il più forte”
    Ven sorrise.
    “Sei sempre lo stesso… E lei? Hikari non la prenderà bene…”
    “Al momento è in missione. Molto probabilmente, quando tornerà sarà già troppo tardi. Digli che mi dispiace”
    “Come vuoi. Allora buona fortuna!”
    “Grazie, ne avrò bisogno” disse Dark, avviandosi.
     
    “Si, me lo aveva raccontato Ventus” disse Kaxihri, apparendo a fianco di Dark.
    “Kaxihri! Che ci fai qua?”
    “Non ne ho idea. Mi sono ritrovata qui. Dalla tua reazione, immagino che questi siano i tuoi ricordi, non è vero?”
    “No, non credo…” rispose Dark. “Io non ho mai visto quest’episodio prima d’ora… E come avrei fatto a conoscerti da bambino, se qui ero già grande?”
    “Non ne ho idea…” rispose lei, mentre attorno a loro il paesaggio si frantumava, venendo sostituito da un altro, questa volta un parco.
    “Ma questo è…” disse Dark, riconoscendo il parco dove aveva conosciuto Kaxihri anni prima.
    E infatti vide se stesso da bambino.
    Solo che sembrava leggermente più piccolo rispetto al suo incontro con Kaxihri.
    “Che significa?” si chiese, osservando il bambino che si recava in una zona abbastanza isolata.
    In quel momento, davanti a lui, si aprì un varco, uguale a quelli che usava Dark.
    E infatti da lì uscì il suo clone.
    Kaxihri ebbe un sussulto nel vederlo.
    Il bambino si avvicino subito al nuovo arrivato, che sembrò sorpreso dalla sua presenza.
    “Ciao! Chi sei?” chiese.
    “Mi dispiace piccolo, ma non posso dirtelo”
    “Perché? E forse per via che sei apparso dal nulla?”
    “E tu come-” chiese lui, sorpreso.
    “Ti ho visto uscire fuori da una specie di buco bianco e nero in mezzo al nulla. Mi spieghi come hai fatto?”
    Il clone sembrò in difficoltà.
    “Beh, purtroppo non è una cosa che possono fare tutti. Bisogno avere un oggetto particolare…”
    “Come questo?” chiese il bambino, evocando una Catena Regale.
    Il clone quasi cade all’indietro per la sorpresa.
    “C-Come hai fatto?”
    “Per quello che mi ricordo, l’ho sempre potuto fare. Ora che ti mostrato questo, puoi spiegarmi come hai fatto ad apparire dal nulla?” chiese ancora il bambino, facendo sparire il Keyblade.
    Il clone si riprese.
    “Ne sei sicuro? Non è facile come credi…”
    “Non importa! Almeno eviterò un po’ di fatica in più.”
    “E va bene allora… In teoria non potrei, avendo già un apprendista, ma credo che farò un eccezione. Ti andrebbe di imparare anche qualche altra tecnica oltre a quella del varco? Sappi che ti saranno molto utili”
    “Va bene, Maestro!”
    “Chiamami pure Dark”
    “Come vuole, Maestro Dark” rispose il bambino, sorridendo
     
    “Com’è possibile?” chiese Kaxihri. “Era un tipo così rigido alle regole… Non le avrebbe mai violate così facilmente…”
    “Sai…” disse Dark, nuovamente con una voce diversa dalla sua. “Quanto sai che sta per giungere il tuo momento, non ti fai troppi problemi”
    Kaxihri sembrò guadarlo stupita, mentre attorno a loro tutto comincio ad andare avanti nel tempo velocemente, fino ad arrivare ad una notte.
    La prima cosa che videro fu Dark che si allenava con il clone, usando sia i Keyblade che le magie, che venivano annullate come se niente dal maestro.
    “Tutto qui quello che sai fare? E dire che sono diversi giorni che ti sto allenando” disse lui.
    “Non ho ancora finito!” rispose il bambino, lanciando il Keyblade contro l’avversario, che lo deviò. Per farlo non si accorse della sfera di fuoco che il piccolo Dark aveva formato e lanciato contro, e che infatti lo colpì in pieno.
    “Ugh… Bravo, sei riuscito a colpirmi… Allora forse è il momento…”
    “Il momento per cosa?”
    “Ecco, devi sapere che non è solo per simpatia o perché hai quella chiave che ho deciso di allenarti. Vedi, in realtà tu…” ma venne interrotto da un rumore, mentre poco lontano si apriva un varco, questa volta completamente nero.
    “Presto, nasconditi! E non farti scoprire a nessun costo! Anche se dovessi venire ferito, resta nascosto!” disse il maestro, impugnando i Keyblade, mentre Dark obbediva.
     
    “Che storia è questa?” chiese Kaxihri. “Sembra quasi che se lo aspettava…”
    “Certo che me lo aspettavo” rispose Dark. “Era il motivo per cui ho abbandonato la scuola”
    “A-Aspetta… Quindi tu sei…”
    “Prima di finire la frase, continua a guardare. Fai finta di trovarti al cinema” disse Dark, accennando ad un sorriso.
     
    Dal varco uscì fuori lo stesso essere che aveva preso il posto di Sora.
    “Vanitas…” disse Dark. “Mi stavo appunto chiedendo quando ti saresti presentato… In teoria, avresti dovuto farmi da supporto a questa missione fin dall’inizio…”
    “Baldo alle ciance, Dark. Sai benissimo che non sono venuto qua per una chiacchierata” rispose lui, evocando il Keyblade.
    “Come vuoi… Vanitas! Dopotutto è così… l’equilibrio deve vincere sul caos… E così sarà!” concluse Dark, partendo all’attacco.
    Quando i due Keyblade si scontrarono, crearono una corrente d’aria sufficientemente forte da sradicare gli alberi più vicini.
    Tra i due custodi cominciò un veloce e continuo scambio di colpi, che sembravano non avere la meglio su quegli avversari.
    Ad un tratto, Vanitas, grazie ad una veloce manovra, riuscì a colpire Dark, lasciandoli una profonda ferita sul petto, che lo costrinse ad arretrare.
    “Beh, che ti prende, custode dell’equilibrio? Non riesci a rimediare al caos?” chiese Vanitas.
    “Sta zitto! Non ho ancora perso!” rispose Dark, rialzandosi
    “Allora rimediamo subito” continuò l’avversario, preparandosi a colpire Dark in pieno petto, questa volta con un affondo
    “Se sei così sicuro di eliminarmi facilmente, accomodati!” rispose il custode dell’equilibrio. “Ma sappi che ci sarà sempre qualcun altro che ti eliminerà. Se non sarò io, sarà un altro!”
    “Ti riferisci alla tua apprendista? Oh, non preoccuparti. Ti raggiungerà molto presto. Di sicuro cederà alla tentazione di venirti a cercare, e lì ci penserà un altro custode delle tenebre ad eliminarla”
    “Tu…”
    “Ma ora, Equilibrio, per te è arrivato il momento di andartene. Addio.” Concluse Vanitas, per poi infilzare in pieno petto Dark.
    Quando Vanitas fece sparire il Keyblade, il custode cadde a terra, mentre il sangue cominciava ad uscire fuori.
    “Sei stato una delusione. E io che speravo potessi divertirmi di più… E va beh. Ti lascerò qui ad agonizzare. Ti ho trapassato il cuore, perciò non ti resta molto tempo. E nemmeno l’energia per tornare ad avvertire la scuola.” Concluse, per poi sparire avvolto dalle tenebre.
     
    Kaxihri cade in ginocchio.
    “Quindi è così che è andata…” disse.
     
    Il piccolo Dark uscì da un cespuglio, dal quale aveva osservato tutta la scena.
    “Maestro… Tutto bene?” chiese, avvicinandosi.
    “Ugh…” disse lui, cercando di rialzarsi senza successo. “Grazie… Mi hai evitato un sacco di problemi… Ma ora ti devo chiedere scusa…”
    “Per che cosa maestro?”
    “Il mio tempo ormai sta per giungere al termine… Tra poco me ne dovrò andare…”
    “No, non andartene! Continua ad addestrarmi!”
    “Eh eh eh… Vedi, tu non avrai più bisogno del mio addestramento…”
    “Cosa?”
    “Io diventerò parte di te”
    Il bambino rimase un attimo in silenzio.
    “Come sarebbe a dire?! Perché?”
    “Non c’è altro modo, mi dispiace”
    “No! Mi rifiuto di accettarlo! Non se questo significa…”
    “Lo so. Anch’io ho dovuto affrontare la stessa scelta in passato. È questo il nostro destino”
    “Il nostro destino?”
    “Ascoltami attentamente: le persone in grado di evocare il Keyblade, la chiave che usiamo per combattere, si chiamano custodi. Solitamente si dividono in due gruppi: quelli della luce e quelli delle tenebre. Ma ci sono altre due categorie. Ed esse prevalgono sulle altre: quella dell’Equilibrio, e quella del Caos. Io appartengo alla prima, mentre il custode che mi ha sconfitto alla seconda. Ora: devi sapere che non possono esistere due custodi dell’equilibrio in contemporanea. Quello vecchio… deve sempre passare il testimone a quello nuovo.”
    “Vuoi dire che sono io? Perché non può essere un altro?”
    “Mi dispiace… Ma sei tu il prescelto per questo ruolo. Ti ho allenato negli ultimi giorni per verificare ciò. Nonostante tu non ti fossi mai allenato prima, sei riuscito a tenermi testa. E questo poteva farlo solo il mio successore. Teoricamente, il passaggio di testimone avviene dopo uno scontro all’ultimo sangue tra maestro e allievo. Ma come vedi… Di sangue non me ne rimane molto…”
    “Maestro…”
    “Ma non voglio obbligarti… Se non te la senti, puoi rifiutare…”
    “Maestro…” disse il bambino, facendosi serio. “Non posso dire di essere completamente convinto di ciò… Ma tu sei il mio maestro, e non dica che lo è stato solo per pochi giorni. Se lei ha deciso così, va bene. Mi dica cosa devo fare”
    Dark guardò sorpreso il bambino, per poi accennare un sorriso.
    “Grazie mille. Mi dispiace lasciarti un simile fardello… Ma non preoccuparti. Per un po’ di anni non ti ricorderai nemmeno di quello che è successo in questi giorni…”
    “Cosa? E tutto il tempo passato ad allenarmi?”
    “Vedi… Tutte le mie tecniche… Capacità… Ricordi… Diventeranno tutti tuoi” disse, cominciando a svanire.
    “M-Maestro!” disse il bambino, mentre il suo Keyblade comparve da solo, cominciando a cambiare gradualmente aspetto.
    “Quando il tuo Keyblade finirà di cambiare… Il processo sarà ultimato. Con il tempo, potresti anche imparare ad usarne un secondo. Ma c’è tempo per questo… Allora arrivederci… Piccolo Dark…” concluse, per poi sparire nel nulla, mentre la Catena Regale diventava definitivamente il Lontano Ricordo.
     
    Kaxihri si voltò verso Dark.
    “Allora adesso hai capito come sono andate le cose?” chiese Dark, questa volta con una voce doppia, mentre attorno a loro tutto si frantumava, rivelando il pavimento con Dark di sfondo.
    “Ma questo è… Il tuffo nel cuore!” disse Kaxihri, riconoscendo il luogo.
    Ma cosa che la sorprese ancor di più fu che ora davanti a lei c’erano due Dark: uno, che era quello contro cui aveva combattuto pochi minuti prima, mentre l’altro era quello della visione appena vista.
    “Maestro!” disse lei. “Ma com’è possibile?”
    “Vedi Kaxihri…” cominciò Dark. “Il mio predecessore non è svanito nel nulla come tutti credevano.”
    “È vero, sono sparito dai radar che potevano ritracciarmi, perché effettivamente ero morto… Ma il mio spirito ha continuato a vivere dentro il mio successore”
    “È come lui, anche noi” disse un'altra voce, mentre alle spalle dei due Dark appariva un altro clone.
    E poco alla volta ne apparvero molti altri.
    “Questo è il nostro destino” disse un clone. “Continuare a vivere nel cuore del nostro successore, e trasferirci in quello dopo assieme a tutti coloro che ci hanno predetto”
    “Se pensò che ho detto a Ling che essere immortali è la peggiore delle maledizioni… E noi siamo colpiti proprio da essa…” disse Dark.
    “Quindi…” disse Kaxihri. “Per i custodi dell’equilibrio è impossibile venire eliminati?”
    “No” rispose il suo ex maestro. “Come hai visto, io sono stato sconfitto. Molto probabilmente, anche se non avessi trovato un successore, il mio potere sarebbe finito comunque da Dark, in un modo o nell’altro. Ma poteva anche rimanere disperso per anni prima di ciò.”
    “Già. Ma avendo incontrato personalmente il mio predecessore, per me non è stata una completa sorpresa. Anche il nome… Quando ci siamo incontrati la prima volta, ti dissi che era per una tradizione che mi facevo chiamare Dark…”
    “E infatti finora tutti noi ci siamo sempre dati questo sopranome” continuò un altro clone. “Per poterci distinguere dagli altri custodi, e per ingannare il nemico”
    “Quando tu hai passato involontariamente a Dark il mio vecchio ciondolo” continuò l’ex maestro. “I veri poteri del custode dell’equilibrio sono finiti in qualche modo imprigionati dentro esso. Solo con lo scontro al castello dell’oblio, quando Dark ha risvegliato questi poteri su mio consiglio, il ciondolo li ha restituiti al legittimo proprietario”
    “Solo che per contenerli, il mio corpo non aveva sufficiente forza. Per questo sono stato costretto a trasformarmi. E anche prima, quando ho usato la seconda trasformazione, l’ho fatto per poter usare ancora maggiore potere”
    “E come fai ad usare lo Sharingan? Il Byaugan? L’alchimia? Questi non sono i poteri di un custode, e tu non sei di nessuno dei loro mondi!” disse Kaxihri.
    Dark sospirò.
    “Questo è uno dei nostri segreti. Siamo in grado di copiare alcune tecniche di altri mondi. E le abilità che apprendiamo vengono passate di custode in custode. Ma solitamente preferiamo non farlo.” rispose un clone.
    “Ma in questo caso, ci siamo visti costretti. Lo Byaugan lo avevo prelevato io in uno dei miei viaggi in previsione delle scontro contro Vanitas. Ma si è rivelato inutile…”
    “Io invece ho raccolto lo Sharingan e l’alchimia. In questo modo potevo essere pronto ad ogni evenienza.” Rispose Dark.
    “Ma ora, nostro ultimo successore” cominciò il clone più lontano, che però riuscì a far riecheggiare la voce per tutto lo spazio attorno a loro.
    “Abbiamo fatto il modo che Kaxihri potesse sapere tutta la verità. È la prima, oltre a noi, ad entrare in questo luogo. Ora però devi decidere: il custode della luce è caduto vittima del caos, diventando il suo nuovo emissario. Volendo hai tutta la forza per eliminarlo-”
    “No” rispose Dark. “Sora ha troppi legami con altre persone. E in fondo, è più importante di me. Se siete d’accordo, userò quella tecnica”
    “Quale tecnica?” chiese Kaxihri.
    “Ne sei sicuro?” chiese l’ex maestro. “Sai cosa ti succederà, vero?”
    “Lo so, ma non ha importanza”
    “Come vuoi… Allora è arrivato il momento della battaglia finale di questo torneo” disse il primo clone, per poi svanire nel nulla assieme a tutto il resto.
     
     
    Quando Dark riaprì gli occhi si ritrovò sospeso nel vuoto.
    “Dark! Finalmente ti sei svegliato!” disse Riku, anche lui sospeso in aria.
    “Co… Cos’è successo?” chiese, per poi guadarsi in giro.
    Però non riuscì a vedere niente.
    Nero.
    C’era solo nero attorno a loro.
    “Cos’è successo?” ripeté Dark, girandosi verso Riku, che abbassò lo sguardo.
    “Vanitas… Quel suo attacco… Non è rimasto niente…”
    Dark spalancò gli occhi.
    “Vuoi dire che…”
    “Solo noi custodi siamo rimasti illesi” disse Kairi, arrivando anche lei, seguita da Kaxihri e dal Re.
    “Già… Tutti gli altri purtroppo…” disse il Re, indicando tutte le altre persone che erano presenti all’arena, che galleggiavano nel vuoto senza dare segni di vita.
    “No… Non è possibile…” disse Dark. “E il Monte Olimpo?”
    “Sparito! Disintegrato!” disse una voce alle loro spalle, mentre dall’oscurità usciva fuori Vanitas.
    “E i cuori di tutti loro… Ora fanno parte di me!”
    I cinque custodi rimanenti fissarono Vanitas con odio.
    “Non posso perdonarti…” disse Kaxihri. “Hai ucciso il mio maestro. Hai condannato la mia scuola con il tuo tradimento… Hai ucciso tutte quelle persone… Sarò anche un Nessuno, ma non posso rimanere a guardare!”
    “Avrai anche preso il corpo di Sora… Ma non per questo non posso colpirti. Sono sicura che anche lui sarebbe d’accordo!”
    “Concordo con Kairi. Sora, so che puoi sentirci! Non ti lasceremmo nelle sue grinfie!” aggiunse Riku.
    “Ci siamo già confrontati in passato. Hai sempre portato disordini nei mondi. Credevo fossi stato sconfitto, ma non è così. È ora di farla finita una volta per tutte!” disse il Re
    Dark fu l’ultimo a parlare.
    “Vanitas! Sono passati diversi anni dall’ultima volta che ci siamo affrontati. Ma oggi finirà diversamente da allora. Non sarà il custode dell’equilibrio a cadere!”
    “E come credi di fare?” chiese il custode del caos. “Ho già sconfitto il tuo predecessore. E lui non può aver fatto in tempo ad addestrarti!”
    “Ne sei sicuro?” chiese la voce del clone.
    “Cosa?”
    “Sorpreso, vero?” disse il clone, apparendo come un ologramma accanto a Dark.
    “E quello chi è?” chiese Riku.
    “Il maestro mio e di Dark. Il precedente custode dell’equilibrio” spiegò Kaxihri.
    “Te lo avevo detto che non mi avresti eliminato così facilmente” disse l’ex custode.
    “Come hai fatto? So che per trasmettere i tuoi poteri devi essere a contato con il tuo successore, ma nello stato in cui ti avevo lasciato, non puoi averlo fatto!”
    “Purtroppo per te…” intervenne Dark. “Io ero lì presente, e ho assistito a tutta la scena. Ed è stato dopo che te ne sei andato, che mi ha passato i poteri”
    “Capisco… Questo comunque non cambia le cose! Ho eliminato il tuo predecessore, credi che non possa farlo con te?”
    “Vedi…” disse il clone. “Tu sei convinto di avermi battuto mentre ero al pieno delle mie energie. Ma in realtà, non ho usato tutto il mio potere. Tu mi hai interrotto mentre allenavo Dark. Se non fossi arrivato tu, lo avrei sottoposto all’esame. Tu hai solo rovinato quest’ultimo, costringendomi a cambiare i piani”
    “E che cosa vorresti farmi ora che sei tornato? Lo sai benissimo: per distruggermi, dovresti usare tutto il tuo potere, ma questo comporterebbe la cancellazione dei tuoi amici, non è così?”
    “Credi che non lo sappia? Ma ho trovato una soluzione perfetta per te”
    “Cosa?”
    “Sulla Terra alcune persone dicono che c’è una punizione giusta per ogni cosa. Per te ho trovato quella perfetta” disse Dark. “Non ti farò perdere il tuo potere, ma farò in modo che non sia tu ad usarlo!”
    Vanitas si mise a ridere.
    “E come credi di fare? Non puoi eliminarmi lasciando in vita il mio potere!”
    “Infatti sarà Sora che lo userà d’ora in poi”
    Vanitas rimase per qualche secondo in silenzio.
    “Forse non ti è chiaro un concetto… Sora, come tutti gli altri presenti oltre a voi custodi, è stato assorbito da me! Non esiste più!”
    “Non consideri il fatto che Sora è l’unico che è riuscito a mantenere la sua volontà anche sotto l’aspetto di un Heartless. Il suo cuore non può essere stato oscurato completamente.”
    “Ma non puoi fare nulla!”
    “Invece può” disse il clone.
    “Posso usare il mio vero Keyblade!” disse, evocando il Lontano Ricordo e il Porta Fortuna, che cominciarono a lievitare da soli davanti a lui.
    “Cosa? Il tuo vero Keyblade?” chiese sorpreso Riku.
    Dark non rispose, e si limitò a creare tra le mani due sfere: una di luce e una di oscurità, che poi avvicinò ai Keyblade, che venendo assorbiti, sparirono nel nulla.
    Poi Dark unì le due sfere, creando un’esplosione di luce e di oscurità che lo investì.
    Pochi secondi dopo, la sfera formatasi attorno a Dark sparì, rivelandolo il custode che impugnava un nuovo Keyblade.
    Apparentemente era uguale al Lontano Ricordo, ma il colore era diverso: infatti ora era metà bianco e metà nero, con il ciondolo di Dark che penzolava dall’impugnatura.
    “Cosa?” gridò Vanitas, sorpreso, mentre il custode dell’equilibrio li puntava contro il Keyblade.
    “Voi…” disse rivolto agli altri custodi. “Volete ancora aiutarmi?”
    “Certo” rispose Riku. “Non staremo di certo fermi a guardare!”
    “Ben detto! Sora è nostro amico, non lo abbandoneremo” aggiunse Kairi.
    “E di certo non ti lasceremmo tutta la gloria a te” concluse Kaxihri.
    Dark sorrise.
    “Bene…” disse aprendo un varco. “Attraversate quel varco”
    “Dove conduce?” chiese il Re.
    “Dentro il cuore di Sora. In questo momento, grazie al mio nuovo Keyblade, sono riuscito a creare un collegamento. Ma non durerà che pochi secondi, quindi sbrigatevi!”
    “Cosa?” chiese Vanitas. “Com’è possibile? Non ti sei nemmeno mosso!”
    “Le apparenze ingannano, Vanitas. Il fatto che il Keyblade non abbia dato nessun segno, non significa che non abbia fatto niente” disse, mentre guardava gli altri custodi attraversa il varco.
    “E ora, scusami, ma devo salvare un custode” concluse, entrando anche lui nel varco, che si richiuse di colpo subito dopo.
     
     
    Quando Dark uscì dal varco, si ritrovo nuovamente in una specie di spazio vuoto.
    “Ehi, ma quelli sono…” disse una voce alle loro spalle.
    “Già, è proprio Dark, assieme agli altri custodi!” disse Ed, raggiungendoli da dietro.
    “Ed? E tutti voi…” disse Kairi, vedendo tutti gli altri che erano presenti al torneo. “Siete ancora vivi?”
    “Vanitas non li ha uccisi” spiegò Dark. “Si è limitato a rubare e acquisire il loro cuore”
    “In un certo senso siamo come fantasmi?” disse Marco.
    “Dark, guarda!” disse Kaxihri, indicando una persona che non si muoveva.
    “Ma quello è… SORA!” urlò Kairi, andando a soccorrere l’amico, che però non dava segni di vita.
    “Non siamo riusciti a svegliarlo…” disse Sakura. “Appena lo abbiamo visto, abbiamo capito che quello che ci ha colpiti non era lui. Ma se non facciamo qualcosa, Sora…”
    “Ed è proprio quello che succederà!” disse Vanitas, apparendo dal nulla.
    Tutti si allontanarono immediatamente, tranne Dark.
    “Ottima mossa quella di entrare nel cuore di questo ragazzo… Ma come vedete, completamente inutile! Il cuore di Sora ormai è stato corrotto dalle tenebre, e più tempo passa, più io mi rafforzo”
    Dark non rispose.
    “Tutti voi…” disse. “Siete pronti a combattere?”
    “E come facciamo? Le nostre armi si sono rivelate inutili!” disse Al.
    Per tutta risposta, Dark si limitò ad alzare le mani.
    “Vanitas!” urlò. “Questa sarà l’ultima volta che un custode dell’Equilibrio si confronterà con uno del Caos!” e detto questo, dietro di lui appairono dal nulla centinaia di Keyblade, uno diverso dall’altro.
    “Non è possibile!” disse Vanitas, sorpreso a quella vista.
    Nello stesso instante, attorno a Dark apparvero tanti cloni quanti i Keyblade apparsi.
    “Vanitas… Oggi, tutti noi custodi dell’equilibrio… Metteremo la parola fine alla tua esistenza!” disse l’ex maestro, mentre tutti gli altri annuivano.
    “Pazzi! Non crederete di potermi fermare solo grazie a qualche ologramma, vero?”
    “Ragazzi…” disse Dark. “Ognuno di voi prenda un Keyblade e attacchi!”
    “Va bene… Facciamolo!” disse Naruto, prendendo un Keyblade e colpendo il pieno Vanitas.
    “Non sopporto l’idea di venire sconfitto come si niente fosse… Prendi questo!” urlò Sasuke.
    “Non mi sono allenata per morire qui e ora!” lo imitò Sakura.
    “Hai interrotto il miglior torneo che avessi mai visto finora… Non posso tollerarlo!” disse Fil.
    “E hai distrutto il nostro mondo!” aggiunse Hercules.
    “Per colpa tua, non credo che uno psichiatra mi sarà più sufficiente!” fu il commento di Marco.
    “Sempre a fare lo stupido, eh Marco? Ma stavolta ti devo dare ragione. Non posso sopportare di essere stata sconfitta senza nemmeno aver reagito!” urlò Rachel.
    “Ehi, e non è finita qui!” aggiunse Jake, per poi venire seguito anche da Tobias, Cassie e Ax, che lo colpirono tutti assieme.
    “Mi hai colpito a tradimento… E hai anche colpito Winry… Prendi questo!” urlò Ed.
    “Anch’io non posso perdonarti per ciò che hai fatto ad Ed!” urlò Winry, colpendolo.
    “Io e mio fratello abbiamo passato troppe cose per morire ora!” fu il commento di Al.
    “Anche noi abbiamo passato momenti peggiori nel nostro mondo…” dissero Takato e Guilmon assieme. “Non possiamo continuare a lasciarti fare!”
    “Se non ti eliminiamo ora, userai la nostra forza per eliminare altri mondi… Dobbiamo fermarti!” aggiunsero Henry e Terriermon.
    “E se c’è una cosa che non sopporto, è di venire usata! Vero, Renamon?” concluse Rika, per poi colpire ancora Vanitas.
    “E nemmeno io ho intenzione di arrendermi solo per questo!” urlò Takuya, per poi venire seguito anche da Koji e Koichi.
    “Sarò anche piccolo… Ma so capire quando arriva il momento di farla finita!”
    “Ben detto Tommy!” disse Zoe, colpendo Vanitas assieme all’amico.
    “E io non posso essere da meno!” disse JP.
    “Io ho una persona che mi sta aspettando… Non posso morire ora!” aggiunse Squall.
    “Lo stesso vale per me…” disse Cloud.
    “E io non sarei un Soldier se perdessi ora!” concluse Zack.
    “Ho combattuto tante di quelle volte contro Sora… Non posso permetterti di impossessarti del suo corpo! So cosa sta provando in questo momento, e anche se l’unica soluzione fosse quella di eliminare anche lui, so che sarebbe d’accordo!” disse Riku, prendendo un secondo Keyblade e attaccandolo.
    “Sono d’accordo con Riku. Sora mi ha già salvato in passato. Ora tocca a me ricambiare il favore. Sora, cerca di resistere: presto il tuo incubo finirà!” disse Kairi.
    “Noi abbiamo promesso di aiutare il possessore della chiave. E lo faremo fino in fondo!” aggiunse Paperino.
    “E poi Sora è nostro amico. Non possiamo lasciarlo nelle tue mani!” confermò Pippo.
    “Già in passato Sora ha perso il suo cuore, ma è riuscito a ritrovarlo. Anche stavolta ce la farà! Ne sono sicuro!” commentò il Re.
    “Tu hai già condannato molti altri custodi, facendoli sparire nelle tenebre. Io, in quanto figlia di Ansem e ultima allieva della scuola, ti eliminerò!” urlò Kaxihri, colpendola.
    Infine, fu la volta di Dark.
    In contemporanea, tutti i suoi cloni presero ognuno un Keyblade, mentre Dark si limitò ad impugnare meglio il suo.
    “Per te è la fine, Vanitas!” urlò, attaccandolo assieme a tutti i suoi cloni.
    Vanitas cade all’indietro, ma non sembrò ancora sconfitto.
    “P-Pazzo! Non è ancora finita!”
    “Invece si!” disse Dark. “Ora! Attacchiamolo tutti insieme!” disse, correndo verso di lui, imitato da tutti gli altri.
    “NO! STATE INDIETRO!” urlò Vanitas, pochi secondi prima di venire colpito da tutti e mille i Keyblade in contemporanea.
    “NOOOO!!!!!!!” urlò Vanitas, sparendo nella luce che investì tutti.
     
     
    Kaxihri riaprì gli occhi pochi secondi dopo, accorgendosi che i suoi piedi erano appoggiati a qualcosa di solito.
    Con sua grande sorpresa, vide che tutti quanti si trovavano di nuovo sul Ring.
    “Com’è possibile?” chiese Ed. “Credevo che questo mondo fosse stato distrutto!”
    “E non è l’unica cosa strana!” aggiunse Winry. “Tutti noi siamo ritornati nei nostri corpi!”
    “È vero!” disse Naruto. “Questo significa che c’è l’abbiamo fatta!”
    “Aspettate… Dove sono Sora e Dark?” chiese Kairi, guardandosi intorno.
    “Lassù!” urlò Rachel, vedendo Dark in volo di fronte a Vanitas.
    “No, non è possibile! È ancora vivo?” chiese stupito Riku.
    Ma come risposta, l’armatura di Vanitas si frantumò, rivelando Sora, che cade a terra privo di sensi.
    “Sora!” urlò Kairi, andando a soccorrere l’amico.
    “Dark… C’è l’hai fat-!” disse Kaxihri, interrompendosi vedendo Dark.
    Infatti dark stava perdendo gradualmente colore.
    “Kaxihri…” disse. “Lascio tutto nelle tue mani… Trova Rexenet, ed annientalo da parte mia…” disse, per poi vedere le proprie ali scomparire nel nulla, mentre i capelli e gli occhi tornavano com’erano in origine.
    Dal suo corpo uscì una sfera di luce, che si diresse verso Kaxihri, venendo inglobata.
    “DARK!” urlarono tutti, vedendo che il suo colore continuava a sparire.
    Poi, come se niente fosse, il corpo di Dark si frantumò in migliaia di pezzi, che sparirono nel nulla, senza lasciare traccia.

    Edited by darkroxas92 - 28/10/2010, 18:05
  8. .
    finalmente... dopo 16 capitoli, finalmente eccoci alla fine del torneo.
    E con questo capitolo, finalmente i misteri cominceranno a venire spiegati.
    Purtroppo non ho trovato musiche adatte a questo capitolo, ma spero risulti lo stesso di vostro gradimento.
    Ma ora, è il momento della

    Capitolo 27: La finale della verità: Dark VS Kaxihri - Torna all'indice dei capitoli
    Davanti a lui c’era il custode delle tenebre, che impugnava il Keyblade.
    Dietro c’era la bambina, a terra.
    “N-Non osare f-farle del m-male!”
    “Allontanati, moccioso!” rispose lui, dandogli un calcio e facendolo finire a terra.
    Dark tentò di rialzarsi, ma non ci riuscì a causa del dolore. A quel punto tentò di fermarlo tenendolo per i vestiti, ben sapendo che era inutile.
    Il custode non sembrò gradire, e gli diede un altro calcio, che stavolta lo allontanò, facendolo finire vicino alla bambina.
    “Sai, credo proprio che neanche tu ti unirai a noi, vero? In questo caso eliminerò per primo te!” disse il custode, lanciando il suo Keyblade contro Dark, che era impotente.
    Dark si stava già preparando alla fine.
    Ma con sua sorpresa, la bambina si alzò e si mise tra lui e il Keyblade.
    Poi lo schizzo di sangue lo colpì in faccia, mentre nei suoi occhi si imprimeva per sempre quel momento.
     
     
    Dark si alzò di colpo dal letto.
    Il cuore gli batteva ad un ritmo frenetico, e non accennava a voler smettere.
    “Perché…” disse la voce dentro di lui. “Perché lo ha fatto?”
    “Non ne ho idea… non ha avuto il tempo di dare una spiegazione al suo gesto…”
    “Cambiando argomento… Oggi è il gran giorno, eh?”
    “Così pare… speriamo che Fil non si arrabbi troppo… dubito che il ring possa rimanere in piedi a lungo… e non può di certo mettere i fratelli Elric a ripararlo di continuo…”
    “E già… oggi prevedo scintille… sarà uno scontro epocale. Fil potrò ritenersi soddisfatto nell’assistere ad uno scontro come questo. Chissà come sarà la sua vera forza…”
     
     
    “Accidenti… non sono tranquilla” disse Sakura. “Naruto non si è ancora svegliato…”
    “Non sei l’unica… ho una pessima, ma veramente pessima sensazione…” disse Marco.
    “Sarà perché siamo stati tutti sconfitti da loro…” disse Sora, mettendosi la mano sulla cicatrice, che ogni tanto gli doleva ancora.
    “Già… sarà solo una nostra autosuggestione…” disse Takuya.
    In quel momento arrivò Kaxihri, che uscì da un varco, per poi dirigersi subito al ring.
    Pochi minuti dopo arrivò anche Dark, che imitò l’avversaria, dirigendosi al ring.
    “Qualcosa mi dice che dovrò essere pronto a creare qualche scudo oggi… non c’è aria di pace…” disse Edward.
     
     
    Dark salì dalla parte opposta rispetto a Kaxihri.
    “Signori e Signore, finalmente è giunto il giorno della finale!” disse Fil “Abbiamo assistito a combattimenti senza precedenti. Ma solo due partecipanti sono riusciti ad arrivare alla finale. Certo, non sono passati inosservati, e alcuni dei loro avversari se la sono vista brutta. Ma ora, è il momento di lasciare i due finalisti al loro incontro!” concluse, per poi lasciare il ring.
    Immediatamente l’aria si fece più pesante e delle piccole crepe cominciarono a formarsi attorno ai due guerrieri.
     
    “Se questo è l’inizio, che tra parentesi è roba da far invidia a Goku, ho paura di vedere il resto” disse Marco.
     
    Kaxihri tirò fuori la spada, mentre Dark evocava i Keyblade.
    Poi i due partirono all’attacco, facendo scontrare le loro armi, il cui solo contatto creò altre spaccature sul terreno.
    Poi cominciarono a scambiarsi una serie di colpi, alzandosi in volo.
    I due non sembravano voler smettere, come nemmeno le loro armi sembravano voler cedere a quelle avversarie.
    La forza dei colpi era tale da creare spostamenti continui d’aria, che investivano gli spettatori.
     
    “Rettifico quanto detto prima: qua lo scudo non servirebbe a niente” disse Ed, cercando di pararsi dalle raffiche di vento con il braccio.
     
    I due continuavano a scambiarsi i colpi, senza avere la meglio sull’altro.
    “Allora Dark, tutto qui?” chiese Kaxihri.
    “Non fingere. Sai benissimo che non è così. E lo stesso vale per te”
    “Allora che ne dici se aumento il livello del duello?”
    “Fai pure, non ho paura”
    “In questo caso…” disse Kaxihri, allontanandosi di qualche metro e facendo sparire nel nulla la spada.
    “…permettimi di mostrarti la mia arma!” continuò, evocando un violino bianco.
    “Come pensavo… Dunque eri tu quella che suonava qualche giorno fa, vero?”
    “Proprio così. Ma la musica che suonerò adesso sarà ben diversa… Preparati alla sconfitta, custode dell’equilibrio!”
    “Non ne sarei così sicuro”
    Kaxihri non rispose e comincio subito a suonare.
    All’inizio con una melodia lenta e calma.
    Poi improvvisamente cominciò ad andare più veloce, mettendoci anche più forza.
    Sotto di loro, il terreno cominciò a tremare e senza nessun preavviso, dal terreno spuntarono fuori una serie di piante che si diressero verso Dark, che riuscì a schivarle per pochi centimetri.
    Per contrastare l’attacco, Dark lanciò una serie di sfere di fuoco verso le piante, con l’intenzione di bruciarle, ma con sua grande sorpresa, esse invece di prendere fuoco, o inglobarono le sfere o le spensero.
    “Cosa?”
    “Sorpreso Dark?”
    “Devo proprio ammetterlo: si, non me lo aspettavo. Ma non credere che basti questo per fermarmi!” disse, preparando nella mano una sfera contenente sia fuoco che ghiaccio, che lanciò contro una pianta, distruggendola.
    Questo però lo fece distrarre da quella dietro, che lo colpì in pieno.
    Il suo corpo venne come investito da una carica elettrica, fino a quando Dark non riuscì a tagliare la pianta con il Keyblade.
    “A quanto pare mi costringi già ad usarlo…” disse Dark, chiudendo gli occhi.
    “Ti riferisci allo Sharingan?”
    “No…” rispose lui, mentre attorno ai suoi occhi si rendevano più evidenti i nervi.
    Quando riaprì gli occhi, essi erano completamente bianchi, e dai nervi attorno sembrava che stessero richiedendo un’enorme massa d’energia.
     
    “Ok… quindi oltre allo Sharingan ha anche il Byagukan… Bene…” disse Sakura. “MA CHI ACCIDENTI è QUEL TIPO?!”
    “Di cosa stai parlando Sakura?” chiese Al.
    “Quei occhi… nel nostro mondo ci sono tre tipi diversi di occhi oltre a quelli normali. Ma è impossibile che uno ne possieda due tipi diversi!”
    “Ma Naruto non aveva sia gli occhi da eremita che lo Sharingan?” chiese Takuya
    “Quello è un discorso diverso” rispose Sasuke. “Gli occhi da eremita non provocano cambiamenti per quanto riguarda la visione. Semplicemente indicano chi è in modalità eremita, perciò non ha creato problemi usare lo sharingan con essi. Ma come ha detto Sakura, uno non può avere nello stesso corpo sia lo Sharingan che il Byagukan! È contro ogni legge naturale!”
    “Ma voi siete veramente convinti che quei due siano sottoposti alle leggi naturale?” chiese Marco. “Noi abbiamo a che fare con alieni quasi ogni giorno nel nostro mondo, e loro non sono immuni alle leggi fisiche. Ma loro due…”
     
    Dark vide subito, grazie al Byagukan, che in realtà le piante non erano vegetali, ma erano nientemeno che un insieme di fuoco, ghiaccio o tuono.
    “Allora è per questo che una magia da sola non è sufficiente…” disse, facendo sparire i Keyblade. “In questo caso… meglio distruggere subito queste piante!” disse, per poi far uscire dal suo corpo una serie di raggi di ogni elemento che colpirono distruggendo ogni pianta.
    Kaxihri fu costretta a diverse manovre per evitare i raggi, e anche gli spettatori furono costretti a spostarsi per evitarli.
     
    “Temo sarà impossibile rimanere qui fermi senza correre rischi” disse Riku.
     
    “Umpf. Vedo che hai distrutto subito le mie piante” disse Kaxihri, mentre Dark faceva sparire il Byagukan.
    “Già. Ma ora permettimi di contrattaccare!” rispose lui, mentre il cielo cominciava a diventare scuro.
     
    “Che cosa succede ora?” chiese Zack, guardando il rapido cambiamento di tempo.
    “Non è possibile… non può diventare scuro in così poco tempo!” disse Fil.
     
    “Preferisco combattere nell’oscurità se non ti dispiace” disse Dark, mentre il buio completo scendeva su di loro, nascondendolo alla vista.
    Kaxihri si guardò intorno, impugnando il violino, cercando di percepire il minimo spostamento d’aria.
    Spostamento che arrivò pochi secondi dopo, quando Dark cercò di colpirla con i Keyblade.
    Lei riuscì a parare il colpo con il violino, ma venne scaraventata a terra, mentre il violino si ruppe a metà, per poi svanire nel nulla.
    Kaxihri si rialzò, accorgendosi della distruzione della sua arma.
    Sopra di lei, Dark stava già formando una sfera di fuoco, questa volta più grande del solito, che poi lanciò contro l’avversaria.
    Kaxihri per tutta risposta ne creò una di ghiaccio, che lanciò contro quella di elemento opposto.
    Le due sfere si scontrarono, rimanendo una contro l’altra per diversi secondi, aumentando sempre più di dimensioni.
    Sia Dark che Kaxihri sembravano stessero mettendo tutta la loro forza in quell’attacco.
    Poi, senza alcun preavviso, le due sfere esplosero, ricoprendo tutto di vapore.
     
    “È una mia sensazione…” chiese Sora. “O noi abbiamo già visto questa scena?”
     
    Kaxihri venne nuovamente scaraventata a terra, mentre in alto, Dark cominciò la picchiata verso di lei, impugnando i Keyblade.
    L’impatto che avvenne fu tale da spazzare via le nuvole e il vapore che avevano ricoperto il cielo, oltre che sbalzare all’indietro tutti gli altri presenti.
    Al centro dell’arena, o meglio, di quello che ne rimaneva, c’era Dark, ancora sospeso a mezz’aria, con Kaxihri che teneva testa ai suoi Keyblade, usando…
     
    “Un Keyblade?!” urlò Sora, vedendo la nuova arma di Kaxihri.
    “Anche lei è una custode? Ma non dovreste essere ben pochi, scusate?” chiese Paperino all’amico.
    “Non è un Keyblade qualunque…” disse il Re, tremando. “Guardatelo bene…”
     
    “Il Portafortuna?” chiese Dark. “Quindi le cose stanno così…”
    “Allora ora ti è tutto chiaro…” disse lei, facendo vedere un sorriso oltre il cappuccio “…Giovanni?”
    Dark a sentire quella parola, sembro mettere ancora più forza nell’attacco, che venne però interrotto da Kaxihri, che saltò all’indietro.
     
    “Aspettate, credo che tutti questi spostamenti d’aria mi abbiano dato qualche problema alle orecchie… Come ha appena chiamato Dark?” chiese Marco.
    “Allora siamo in due” disse Naruto, arrivando in quel momento.
    “Naruto! Ti sei svegliato!” urlò Sakura.
    “Proprio come mi aveva detto lei.. Non mi sarei svegliato prima del suo incontro…”
     
    “Quel nome…” disse Dark. “Quel nome… L’ho abbandonato tanto tempo fa… e tu dovresti sapere benissimo il perché! Non è così, Hikari?”
    “Oh, allora ti ricordi ancora di me… Temevo che mi avessi rimossa dai tuoi ricordi…”
    “Mi stai prendendo in giro, vero? Come farebbe un bambino…” disse Dark, mentre Kaxihri si levava il cappuccio “…a dimenticare colei che si è sacrificata davanti ai suoi occhi ed è morta tra le sue braccia per salvarli la vita?!” concluse, vedendo finalmente il volto di Kaxihri.
     
    “È proprio Hikari!” disse il Re, cadendo all’indietro.
    “Maestà! La conoscete?” chiese Riku.
    “Certo che la conosco! È la figlia di Ansem!”
    Tutti i custodi si voltarono verso di lui.
    “Come ha detto, scusi?” chiese Sora.
    “Quella ragazza… è vero, è cresciuta, ma la riconoscerei lo stesso. Stesso modo di parlare, stesso colore di capelli… è proprio Hikari, la figlia di Ansem il Saggio!”
     
    Davanti a Dark c’era una ragazza dai capelli neri, che sembrava la fotocopia di Xion, tranne che per il fatto che aveva i capelli lunghi.
    “Vedo che quell’episodio ti ha creato una ferita difficile da rimarginare… Non pensavo te la portassi ancora dietro, G-”
    “NON NOMINARE Più QUEL NOME!!!” urlò Dark. “La persona a cui apparteneva quel nome è morta!”
    “Va bene, va bene, come vuoi… Dark. Vedo che sei diventato decisamente più forte dell’ultima volta che si siamo scontrati apertamente. Ma non credere di potermi battere!”
    “Che presunzione…” disse Dark, con una voce leggermente diversa dalla sua. “E da quando un’apprendista si permette di dire al suo maestro di essere più forte di lui?”
    “Cosa?” chiese Kaxihri, sorpresa. “Quella voce…”
    “Stai dentro, tu!” disse Dark, usando la sua voce normale. “Se sarà il caso, dopo ti farò parlare! Ma prima voglio risolvere una vecchia questione… Se non sbaglio, sono più di dieci anni che abbiamo sospeso quello scontro, vero Hikari?”
    “Si, è vero. Ma preferirei che anche tu continuassi a chiamarmi con il mio nuovo nome, se non ti dispiace”
    “Come vuoi, Kaxihri” rispose Dark, per poi partire all’attacco, facendo scontrare i tre Keyblade tra di loro, creando così un campo d’energia attorno a loro.
     
    “Cosa intendeva dire Dark prima? In che senso l’apprendista non si dovrebbe permettere di dire al maestro di essere più forte? Che cosa significa?” chiese Sora.
    “Io mi preoccupo di più del fatto che per un momento ha cambiato voce e dopo sembrava parlare con qualcun altro” disse Riku, per poi accorgersi di Kairi, che guardava lo scontro con attenzione.
    “Che succede Kairi?”
    “Hikari… Perché questo nome non mi è nuovo…”
    Il Re la guardò e sospirò.
     
    I due custodi continuarono a scontrarsi con i Keyblade, che ad ogni colpo emanavo sia scintille che colpi di vento.
    “Sai…” disse Dark, mentre tentava un affondo, che venne fermato dal Keyblade avversario. “Da quando sono andato alla vecchia scuola dei custodi a Radiant Garden, e ho dovuto affrontare quel sofisticatissimo robot-clone… Avevo messo in preventivo questa possibilità… Ma dimmi, come hai fatto? Ti ho vista scomparire nel nulla, come fai ad essere ancora viva?”
    “In realtà non lo avevo previsto. Ma è strano che tu mi faccia questa domanda. Dovresti immaginarlo bene” rispose lei, continuando lo scambio di colpi.
    “Kaxihri… Hikari… Quando mi hai rivelato il tuo nome, sapevi che lo avrei associato, non è vero?”
    “Diciamo che ci speravo. Come speravo che non venissi a chiedermi spiegazioni”
    “Allora che ne dici di smettere di fingere? Tu non puoi provare speranza, no?”
    “Vedo che hai capito…”
    “Sei diventata una Nessuno. Ecco spiegato il perché del nome Kaxihri.”
    “Beh, a essere sincera, non è obbligatorio aggiungere la X al nome per distinguersi dagli esseri umani veri e propri… Ma dopo aver giocato ai vari Kingdom Hearts, ho pensato che non fosse una cattiva idea”
    Dark riuscì a colpirla in maniera sufficientemente forte per allontanarla di qualche metro, senza però ferirla.
    “Kingdom Hearts? Vuoi dire che per tutto questo tempo sei rimasta sulla Terra?” chiese Dark.
    “Proprio così. Non potevo far ritorno a casa. Mi avrebbero eliminata in quanto nessuno… E non potevo nemmeno ripresentarmi da te… Non eri ancora pronto. Così ho deciso di vivere come una normalissima bambina del tuo mondo. In questo modo sono riuscita a tenerti continuamente sotto controllo, senza che tu te ne accorgessi”
    “Capisco… Quindi è per questo che eri a conoscenza delle varie trasformazioni di Takuya”
    “Già. E nello stesso modo, ho potuto selezionare alcuni dei guerrieri più forti presi da vari mondi.”
     
    “Non so se considerarlo un grande onore o una delle sfortune più grandi…” disse Marco. “Sinceramente volevo evitarmi di vedere scontri sufficienti a mandarmi dallo psichiatra più volte di quanto già non ne avessi bisogno…”
     
    “Sapevo che avevi lasciato la Terra seguendo colui che era stato scelto come nuovo custode della luce, assieme ai suoi amici” continuò Kaxihri.
    “Della serie che mi tenevi sotto controllo continuo…”
    “Nonostante questo, ho deciso di rimanere sulla Terra. Non potevo ancora rivelarmi. Poi hai fatto ritorno da solo, con un nuovo aspetto, e lì ho temuto il peggio: infatti credevo che gli altri custodi fossero stati eliminati”
    “E noi cosa centriamo in tutto questo, scusa?” chiese Kairi.
    “Kairi, possibile che tu non lo abbia ancora capito?” chiese Dark.
    “Che cosa?”
    “Come avete visto, Kaxihri assomiglia in modo impressionante a Xion, che era un Nessuno artificiale contenente i ricordi di Kairi. Questo non vi fa pensare?”
    “Se Xion e Kaxihri sono praticamente uguali… !” disse Sora, guardando prima Kairi e poi Kaxihri.
    “Proprio così, custode della luce” rispose Kaxihri. “Io sono la sorella maggiore di Kairi!”
     
    Kairi rimase come paralizzata da quella notizia.
    Infatti non riuscì a parlare e si limitò a cadere per terra con le ginocchia.
    “Kairi…” disse Sora, senza però sapere come continuare.
     
    “Ora che ho rivelato tutto… Tocca a te spiegare un po’ di misteri” disse Kaxihri, rivolgendosi a Dark. “Perché negli ultimi scontri hai cominciato a parlare al plurale? C’è forse qualcun altro qui che noi non possiamo vedere?”
    Dark sospirò, per poi impugnare i Keyblade.
    “Questa è una questione un po’ più seria e delicata della tua. Non mi è concesso parlare, ma se tu riuscissi a sconfiggermi, le cose cambierebbero…”
    “Stesso modo di parlare… E va bene, come desiderate allora! Non sono riuscita a farmelo dire nemmeno da lui, quindi toccherà a te rivelarmi il vostro segreto!” disse Kaxihri, per poi partire all’attacco.
    Questa volta però sembrava una furia.
    Come se aver rivelato il tutto gli avesse rimosso ogni tipo di limite che si era imposta.
    Infatti oltre che un continuo attacco di fendenti, con la mano libera continuava a lanciare una raffica di magie diverse, in modo tale che Dark non riuscisse a rispondere con un altro attacco.
    “E va bene, è arrivato il momento di fare sul serio” disse lui, riuscendo ad allontanarsi.
    “Vuoi dire che puoi diventare ancora più forte?” chiese Kaxihri.
    “Diciamo che ho preso in prestito un allenamento da Goku” rispose Dark, togliendosi i guanti.
     
    “Da Goku?” chiese Marco, per poi assumere un espressione spaventata. “Per piacere, ditemi che non è in grado di diventare anche un Super Sayan, o è la volta buona che mi trasformo in un falco e me ne scappo più lontano possibile! Senza offesa, Tobias”
    “Insomma, lo hai nominato anche prima: chi è questo Goku?” chiese Ed.
    “Oh, nessuno di particolare…” rispose Takuya. “Tranne il più forte dell’universo, stando alla storia che è arrivata da noi”
    “Ok, è che tipo di allenamento sostiene questo Go-”
    Ma Ed venne interrotto dall’impermeabile di Dark, che li precipitò addosso, schiacciandolo letteralmente.
    “Aiuto! Non riesco a levarmelo di dosso!” gridò l’alchimista, cercando di levarsi da sopra l’impermeabile.
    “No, non ditemelo…” disse Sasuke. “Non ditemi che finora ha combattuto con sopra un vestito da chissà quanti chili…”
    “Cinquanta, per la precisione” rispose Dark, ora in pantaloni e maglietta neri.
    “C-C-C-Cinquanta chili?!” urlarono tutti.
    “E finora non ha avuto la minima difficoltà nel muoversi” disse Zack.
    “Fin da piccolo mi porto nei vestiti dei pesi. In questo modo sono riuscito a contenere parte della mia forza, e nello stesso tempo ad accrescerla. Però riconosco che non è sufficiente al momento per batterti… per questo…” disse Dark, mentre attorno a lui l’aria sembrava contorcersi e venire privata di colore “Ho deciso di usare tutto il mio potere!”
    Kaxihri sembrò preoccupata.
    “Vuoi dire che oltre ad avere tutto quel peso sopra, nascondevi altro potere?”
    “Sono un ottimo attore, vero? Vi ho fatto credere a tutti che avevo una sola trasformazione… ma non è così”
    “Cosa? Che vuoi dire?” chiese Riku.
    “Voglio dire… che ho un’altra trasformazione a mia disposizione!” disse, per poi farsi avvolgere dall’aria deformata, che lo fece sparire dalla vista di tutti.
     
    “No, non va bene per niente…” disse Riku, cercando nel cielo Dark, che però sembrava sparito nel nulla.
    Poi, senza nessun preavviso, un’ala nera sbucò fuori dal nulla.
    E attorno ad essa l’aria andò come in mille pezzi, rivelando un spazio privo di colore, al centro del quale c’era Dark, dalla cui schiena sbucavano fuori l’ala nera e un’ala bianca.
    Un altro cambiamento erano i capelli: infatti a differenza di prima, che erano bianchi e neri senza un preciso ordine, ora si dividevano perfettamente a metà, con i colori opposti rispetto all’ala corrispondente.
    Infine anche i suoi occhi avevano subito un ulteriore cambiamento: infatti ora il colore delle pupille si era esteso anche al resto dell’occhio, rendendolo uno completamente bianco e l’altro completamente nero, questa volta con i colori uguali alla relativa ala.
    Alle sue spalle il “buco” nell’aria cominciò a chiudersi, riacquistando pian piano colore.
    Dark sbatté le ali, creando una volata di vento sufficiente a spostare tutti da dove si trovavano, compresa Kaxihri.
    “Urgh… Sei diventato ancora più forte…” disse lei, fissandolo.
    “E non solo quello” disse Dark, alle sue spalle, nonostante fosse ancora davanti a lei.
    “Com-“
    “Impressionante, vero? Riesco a muovermi così velocemente da lasciare la mia immagine dove mi trovavo prima…” osservò lui, mentre la sua immagine scompariva.
    “Non sapevo… Non sapevo di una seconda trasformazione…” disse il Nessuno, girandosi.
    “Un buon guerriero non rivela mai tutte le sue carte” rispose Dark, facendo ricomparire i Keyblade.
    Subito dopo Kaxihri venne investita da una raffica di fendenti che la colpirono in pieno, riempiendola di graffi e tagli, facendola anche precipitare a terra.
    Non perse tempo e guarì immediatamente le ferite, per poi riuscire a parare appena in tempo il nuovo colpo di Dark, che era sceso in picchiata pronto a colpirla con i Keyblade.
     
    “Dark è diventato ancora più potente…” disse Riku.
    “Ed ora Kaxihri sembra parecchio in difficoltà… Credo che ormai nessuno sia più in grado di tenerli testa…” disse Sora, indietreggiando dopo l’ennesima folata di vento.
    “Ne sei sicuro, custode della luce?” chiese una voce, che riecheggiò per tutto lo stadio, facendo fermare anche i due custodi.
    Poi un raggio nero partì dal cielo, attraversando il ring e colpendo in pieno petto Sora, trappasandolo.

    Edited by darkroxas92 - 28/10/2010, 18:04
  9. .
    beh, vedo che tutti volevate una tortura maggiore per sora. purtroppo, non è previsto nei miei piani...
    Ma baldo alle ciance: ormai mancano solo due scontri per la fine del torneo (e dò per scontato che abbiate già capito chi sarà il secondo finalista XD) e sono sicuro che non vediate l'ora di leggere questi ultimi due capitoli.
    Ma ora, è il momento di lasciarvi al nuovo capitolo:

    Capitolo 26: la seconda semifinale: Naruto VS Kaxihri - Torna all'indice dei capitoli
    (Attenzione: contiene spoiler su Naruto)
     
    Dark si risveglio nel solito posto dove si trovava il suo clone.
    “Ben svegliato” disse lui
    “Cosa ci faccio qua?”
    “Sei uscito piuttosto malconcio dallo scontro contro l’erede di Ven”
    “Ma lui non si è manifestato come speravi”
    “Significa che, come hai detto tu, non è ancora il momento. Ora pensa solo al tuo prossimo incontro. Questa volta non commettere l’errore di sottovalutare l’avversario”
    “Una lezione mi è sufficiente”
    “Ti sei trovato costretto ad usare anche lo Sharingan. Credevo non avessi intenzione di usarlo nuovamente prima della finale”
    “Infatti era così. Ma questa era un’altra ottima occasione per usarlo. E poi, chi si aspettava che Sora avesse tutta quella forza? Di certo avere due nessuno dentro se per lui è un ottimo punto di forza.”
    “Già, anche se non mi aspettavo di rivedere lei…”
    “Parli di Xion?”
    “Tu non l’hai riconosciuta, vero?”
    “Di cosa stai parlando?”
    “Niente. Presto ti sarà chiaro anche questo” concluse il clone, per poi svanire nel nulla assieme a tutto il resto.
     
     
    “Accidenti…” disse Fil, osservando il ring. “Non ho mai visto un ring così danneggiato…”
    “Si vede che non sei mai stato nel mondo di Dragon Ball, vero?” chiese Marco, prima di ricevere una gomitata nella pancia da parte di Rachel.
    “No, mai sentito. Ma da come ne parli, deve essere un mondo pieno di guerrieri”
    “Ti dirò: prima di incontrare Dark e Kaxihri, avrei affermato senza dubbio che lì risiede il guerriero più forte dell’universo. Ma ora non ne sono più sicuro” continuò Marco.
    “Va beh, ormai siamo alla fine di questo torneo. E poi quel mondo non era nemmeno nella lista dei possibili mondi da cui prendere i partecipanti. Ora scusatemi, ma devo pensare a rimettere in sesto il ring prima del prossimo scontro”
    “Le dispiace se ci pensiamo noi?” chiese Ed, avvicinandosi assieme ad Al.
    “Uh? Volete dire che potete ripararlo da soli?”
    “E anche in pochi secondi” disse l’alchimista d’acciaio, per poi battere le mani e appoggiarle a terra, imitato dal fratello.
    Il ring si illuminò e in pochi secondi tutte le crepe che c’erano si chiusero, compreso il buco che s’era formato negli spalti in seguito al volo di Sora.
    Fil rimase letteralmente senza parole.
    “L’alchimia può fare tutto, tranne riportare in vita i morti” disse Al, quasi a voler spiegare.
    “Peccato che non so fino a che punto sia stato utile ripararlo” disse Takuya. “Devo ricordarvi chi sono i due guerrieri di oggi?”
    “Beh, dopo quello che ho visto ieri, non mi sorprendo più. Va bene tutto, ma uno che riesce a trasformarsi in due persone diverse… Questo per me supera la fantascienza, eppure l’ho visto” disse Sakura.
    “Beh, e noi allora per te che cosa siamo?” chiese Rachel.
    “Ah, vero… Scusatemi…”
     
    Naruto era poco più lontano, impegnato a combattere contro dei suo cloni, mentre altri tre erano seduti poco lontani e sembravano in meditazione.
    La cosa più evidente di quel combattimento era che entrambi i Naruto stavano usando lo Sharingan.
    “Ehi, cerca di non stancarti troppo” disse Dark, raggiungendolo in quel momento.
    A sentirlo, Naruto fece sparire il clone, lasciando però gli altri tre.
    “È un mio problema. E poi non mi stanco così facilmente!” rispose il ninja.
    “Come vuoi, ma se permetti ti do’ una mano lo stesso” e detto questo Dark lanciò una magia curativa a Naruto.
    “Wow! Mi sento pieno di energie! Ma perché lo hai fatto?”
    “Non fraintendermi: chiunque di voi vinca, sarà il mio avversario. E voglio solo studiare a fondo il vostro modo di combattere”
    “Ci avrei scommesso… Mi sembrava strano che mi aiutassi di tua spontanea volontà…”
    “Dark, posso parlarti un attimo?” chiese Sasuke, raggiungendolo in quel momento.
    “Se è per il fatto di averti mandato in coma, non lamentarti: sai benissimo che potevo farti di peggio”
    “No, non è per quello. Quello che voglio sapere è questo: tu, prima di incontrarci nel nostro mondo, c’eri già stato?”
    Dark rimase un attimo spiazzato da quella domanda.
    “No, perché me lo chiedi?”
    “Solamente perché mentre ero in coma, mi sono tornati in mente anche i ricordi di mio fratello: e un giorno mi aveva raccontato che aveva incontrato uno straniero, con degli strani occhi. Occhi che mio fratello definì ‘non umani’. E i tuoi occhi direi che corrispondono a questa descrizione”
    “No, ti sbaglio. Io non sono mai stato nel vostro mondo prima di quando ci siamo incontrati” rispose il custode, per poi allontanarsi.
     
     
    Naruto e Kaxihri salirono uno dalla parte opposta all’altro.
    Non appena Fil diede il via, Naruto fece sparire uno dei suoi cloni rimasti sugli spalti, e i suoi occhi divennero subito come quelli di una rana.
    “Bene. Vedo che a differenza dei tuoi predecessori, tu non stai abbassando la guardia” disse Kaxihri, tirando fuori dalla tasca la spada.
    “Non sono come Shikamaru, ma non sono così stupido da non capire quando bisogna tirare fuori tutte le proprie carte” rispose il ninja, mordendosi un dito in modo da far uscire un po’ di sangue.
    Poi l’appoggio per terra e venne circondato da diverse nuvole.
    Pochi secondi dopo Naruto si ritrovò in testa allo stesso rospo che aveva evocato nel suo primo incontro, questa volta circondato da altri due dalle stesse dimensioni.
    In più sulle sue spalle ce n’erano due più piccoli e che sembravano vecchi, tanto che uno aveva anche la barba bianca, mentre l’altro sembrava una vecchietta.
    “Naruto! Perché ci hai chiamato?” chiese quello sotto di lui.
    “Per lo stesso motivo dell’ultima volta, solo che stavolta siamo di fronte ad un avversario più forte”
    “Intendi quel tipo incappucciato?” chiese il rospo anziano.
    “Si. Di lei so solo che si chiama Kaxihri, e che possiede una forza inaudita”
    “Quanto inaudita?”
    “Sarei pronto a dire più di Pain”
    “E allora che cosa aspettiamo?” chiese il rospo più grande, tirando fuori la spada. “Sistemiamola subito!” concluse, per poi cominciare ad attaccare Kaxihri, cercando di colpirla con la spada.
    Con grande sorpresa dei rospi, lei fermò la spada usando la sua, che rispetto a quella avversaria poteva venire paragonata ad uno spillo.
    A quel punto, il rospo accanto, che sembrava avesse delle corna come prolungamento degli occhi, impugno la sua arma, che assomigliava vagamente ad un tridente, e attacco anche lui, per venire fermato con la mano libero dall’avversaria.
    “Accidenti… è veramente forte…” disse il vecchio rospo, mentre Naruto preparava in una mano una specie di shurinken azzurro, che girava su se stessa, che poi lanciò contro Kaxihri, colpendola in pieno e creando un’esplosione.
    In quel momento gli occhi di Naruto ritornarono normali.
    Senza perdere un secondo, Naruto fece sparire un altro clone, facendo così ritornare i suoi occhi nuovamente quegli di una rana.
    “Ora vediamo di usare questa nuova tecnica!” disse, chiudendo gli occhi.
    Quando gli riaprì, aveva sempre la pupilla rettangolare, ma ora attorno ad essa c’erano anche tre simboli simili a delle virgole.
    “E questo quando lo hai imparato a fare?” chiese il rospo.
    “Solo adesso!” rispose il ninja.
     
    “Incredibile…” disse Sakura. “È riuscito a fondere lo Sharingan con la modalità eremita… Non pensavo fosse una cosa possibile…”
    Sasuke, che era lì vicino, guardava sorpreso Naruto, senza riuscire a capacitarsi di ciò che stava vedendo.
     
    Kaxihri riapparve dietro di lui, apparentemente illesa dal colpo.
    “Naruto, dietro di te!” urlò il vecchio rospo, facendo girare il ninja verso l’avversaria.
    “Sei mia!” disse, per poi fissarla con gli occhi.
     
    Pochi secondi dopo, si ritrovarono entrambi, senza più nessun rospo, in uno spazio nero apparentemente infinito.
    “Bene, anche questa tecnica funziona” disse Naruto, per poi formare un altro Shurinken, che poi lanciò nuovamente contro Kaxihri, mancandola, ma alzando un vento tale da farle volare via il cappuccio.
    “Cosa?” disse Naruto, vedendo il suo volto. “Com’è possibile?”
    Kaxihri si rimise subito su il cappuccio.
    “Hai fatto un grave errore, vedendomi in volto. Ora sono costretta a metterti fuori gioco fino a domani.
    “Provaci!” disse Naruto, facendo cambiare nuovamente forma agli occhi.
    Questa volta, sempre mantenendo la pupilla rettangolare, il resto dell’occhio divenne a forma di stella.
    “Sharingan ipnotico!” urlò Naruto, facendo avvolgere Kaxihri dalle tenebre.
    Subito dopo Kaxihri si ritrovo circondata da migliaia di Naruto, tutti pronti a colpirla con uno Shirinken azzurro.
    “Tutto qui il potere del famigerato Sharingan Ipnotico?” chiese Kaxihri, impugnando la spada. “Speravo in qualcosa di meglio…”
    “ALL’ATTACCO!” urlarono tutti i Naruto, lanciando in contemporanea tutti gli Shurinken.
    Kaxihri, muovendosi ad un velocità impressionante, riuscì a respingerli tutti usando la spada, rispedendoli ai mittenti, che vennero colpiti in pieno.
    “Com’è possibile?” chiese Naruto, apparendo dal nulla. “Come hai fatto a reagire? Qui teoricamente dovresti essere sotto il mio completo controllo!”
    “Purtroppo per te, come Dark, io sono immune allo Sharingan. Ma a differenza sua, io non ho bisogno dello Sharingan stesso. Io lo sono naturalmente, punto.”
    “Non dire stupidaggini! Nessuno può essere immune allo Sharingan senza fare niente!”
    “Hai appena detto le cose proprio come stanno. E ora… Mettiamo fine a quest’incontro!” disse, per poi illuminarsi ed emanare una luce fortissima, che investì in pieno Naruto, annullando la sua tecnica.
     
    Pochi secondi dopo ritornarono sul ring.
    I rospi sparirono immediatamente, mentre Naruto cadeva a terra, privo di sensi.
    “Te lo avevo detto io: non ti risveglierai prima di domani.” Disse Kaxihri, per poi sparire in un varco, riapparendo affianco a Dark.
    “Preparati per domani. Non ci andrò leggera”
    “Non ho nessun dubbio su questo, Kaxihri. Anch’io userò tutta la mia forza per lo scontro di domani”
    “Bene. Non voglio favoritismi…” disse allontanandosi a piedi.
    “Non preoccuparti Kaxihri…”
    “Domani sarà il momento della verità!” dissero i due assieme.
     



    Edited by darkroxas92 - 28/10/2010, 18:04
  10. .
    E finalmente ecco qui il capitolo che tutti voi stavate aspettando.
    Vedo che molti qui odiano profondamente Sora... beh, a questo punto spero che il capitolo vi piaccia.
    Con questo capitolo rientroduco le canzoni come sottofondo, le trovate sparse lungo il testo. Ovviamente è sempre facoltativo ascoltare, le inserisco giusto per nn rendere troppo monotona la lettura.
    Ma ora, è il momento di lasciarvi alla...

    Capitolo 25: La prima semifinale: Dark VS Sora - Torna all'indice dei capitoli
    “Ciao! Chi sei?”
    “Mi dispiace piccolo, ma non posso dirtelo”
    “Perché? E forse per via che sei apparso dal nulla?”
    “E tu come-”
    “Ti ho visto uscire fuori da una specie di buco bianco e nero in mezzo al nulla. Mi spieghi come hai fatto?”
    “Beh, purtroppo non è una cosa che possono fare tutti. Bisogno avere un oggetto particolare…”
    “Come questa?”
    “C-Come hai fatto?”
    “Per quello che mi ricordo, l’ho sempre potuto fare. Ora che ti mostrato questo, puoi spiegarmi come hai fatto ad apparire dal nulla?”
     
     
    “Qui il padrone sono io. Non potrai mai sconfiggermi” disse Sasuke.
    “Umh… si, potrebbe anche essere come dici tu” disse Dark. “Se non fosse per il fatto che hai commesso un grave errore portandomi qui”
    “Cosa? E perché?”
    “Perché qui posso usare una buona parte del mio reale potere” disse, per poi far sparire il Keyblade.
    “Sinceramente speravo di divertimi di più con te, ma non ti sei rivelato all’altezza” continuò, formando tra sfere davanti a lui: una di fuoco, una di ghiaccio e una di tuono.
    “Tre elementi?” chiese Sasuke. “Com’è possibile? Qui dovrei essere io a decidere cosa puoi e non puoi fare”
    “Ah, è vero, che sbadato. Mi sono dimenticato di dirti una cosa” disse Dark, togliendosi il cappuccio, rivelando così a Sasuke il colore dei suoi occhi. “Su di me lo Sharingan non ha effetto”
    “No… Non è possibile… Come fai ad averli? COME?”
    “Ora lascia che ti mostri il TUO di incubo!”
     
    Sasuke si mosse nel letto, senza però riprendere conoscenza.
    “Sasuke…” disse Sakura, che era lì vicino.
    “Ancora niente?” chiese Naruto, raggiungendola.
    Sakura scosse la testa.
    “Continua ad agitarsi, ma non si riprende. E come se fosse in un incubo perenne. Naruto, non è che ora che puoi usare lo Sharingan, tu…”
    “No, non posso. Non ho idea di quale tecnica abbia usato contro di lui Dark, e rischierei solo di peggiorare la situazione”
    “Capisco…”
    “Ora è meglio che raggiungiamogli altri. Altrimenti ci perderemmo l’incontro. E sinceramente sono curioso di vedere cosa tireranno fuori quei due”
    “Va bene…”
     
    Dark non era ancora uscito dalla stanza.
    “Che ti succede? Hai forse paura?” chiese la voce.
    “No, semplicemente voglio rimanere da solo ancora per un po’”
    “Beh, vedi di non deludermi. Questo scontro chiuderà un vecchio conto in sospeso da anni”
    “Lo so. Me lo ricordo bene” rispose Dark, per poi avviarsi.
     
    Mentre si avviava al ring, incontrò Kaxihri.
    “Allora oggi vuoi impegnarti oppure no?” chiese lei.
    “Farò ciò che sarà necessario. Ma non preoccuparti: non perderò” rispose lui, senza fermarsi.
    “Cerca di non farti sopraffare dai sentimenti, altrimenti renderai tutto più difficile” disse lei, senza farsi sentire. “Devo ancora valutare la tua forza”
     
    “Sora, fai attenzione: non è un avversario come noi. Sai benissimo che cosa è in grado di fare. E non credo che stavolta potrà bastare l’aiuto di Roxas” disse Riku.
    “Lo so… Ma non ho intenzione di arrendermi. Vincerò, a qualsiasi costo”
    “Buona fortuna allora” gli disse Kairi.
    “Grazie, ne avrò bisogno!”
     
     
    Dark salì dalla parte opposta rispetto a Sora.
    “E così, ci troviamo nuovamente uno contro l’altro, custode della luce” disse lui.
    “Così pare. Ma cerca di non andarci leggero. Non voglio venire considerato uno che ha vinto perché l’avversario lo ha sottovalutato”
    “Oh, non preoccuparti. Noi non ti sottovalutiamo”
    ‘Noi? Avrà sbagliato a parlare?” si chiese Sora
    “Ora, cominciamo subito quest’incontro!” disse Dark, evocando il Portafortuna e il Lontano Ricordo, imitato da Sora con la Catena Regale.
    Fil a quel punto diede inizio all’incontro, scappando subito lontano dal ring.
    E i due non persero tempo: partirono uno contro l’altro nello stesso instante, per poi far scontrare i loro Keyblade, con una forza tale da creare uno spostamento d’aria che investì anche gli spettatori.
    Ma non si fermarono a questo: nello stesso instante infatti i due custodi lanciarono verso l’avversario una sfera di fuoco, che provocò un’esplosione che li costrinse ad indietreggiare.
    Dark ripartì subito all’attacco, lanciando il Keyblade verso Sora, che lo respinse usando il suo e lo prese in mano, preparandosi ad attaccare.
    Dark però richiamo il Keyblade, facendolo sparire dalla mano di Sora per poi riapparire nella sua, per poi farlo scontrare nuovamente con quello avversario.
    Questa volta però i due rimasero più a lungo uno contro l’altro, tanto che il terreno cominciò a creparsi sotto di loro, come se fosse fatto di gesso, per poi cominciare a tremare.
     
    “A-Accidenti… Sora non aveva mai mostrato tutta questa forza in un torneo prima d’oggi” disse Paperino, cercando di rimanere in piedi, cosa che Pippo non fu in grado di fare e cadde a terra.
    “Yuk, che male. Comunque è vero… quasi non lo riconosco”
    “Ma siamo sicuri che sia Sora?” chiese Kairi. “Sembra quasi un'altra persona, dalla forza che sta usando!”
    “È questa la vera forza di un custode?” chiese Ed.
    “No…” rispose Topolino. “Si stanno ancora scaldando”
     
    Nel frattempo, attorno a Dark e a Sora cominciò a crearsi una specie di campo energetico, visibile per via delle scosse che gli passavo attraverso.
    Poi improvvisamente i due avversari si allontanarono nello stesso instante.
    Dark lanciò subito una sfera di fuoco e ghiaccio unito verso Sora, che la respinse usando Reflex.
    Poi fu il turno di Sora di attaccare: infatti lanciò una dietro l’altra una serie di raffiche di ghiaccio e fuoco verso Dark, che si difese usando i Keyblade, spedendo le sfere magiche tutt’attorno, creando così un polverone che coprì completamente il campo di battaglia.
    Gli spettatori non riuscirono a vedere niente, ma continuavano a sentire il rumore dei Keyblade che si scontravano.
    Quando riapparvero si trovavano in aria, continuando il loro scontro apparentemente infinito e alla pari.
    Ad ogni colpo di Dark, Sora rispondeva, e viceversa.
    “Sai una cosa, Sora? Mi sono sempre domandato come sarebbe stato un incontro contro di te, quando ancora credevo fossi un semplice personaggio di un videogioco. E dire che mi aveva anche detto che un giorno mi sarei dovuto scontrare contro un avversario molto forte”
    “Insomma, si può sapere di chi stai parlando?” chiese Sora.
    “Ven, dunque non gli hai rivelato niente?”
    “Di chi stai parlando? Chi è questo Ven?”
    “Allora questo vuol dire che non è ancora il momento per noi due di scontrarci” concluse Dark. “Se tu non sei stato messo al corrente, significa che non sei ancora pronto! In questo caso… mettiamo subito fine a quest’incontro!” disse Dark, per poi emanare dal proprio corpo una raffica di raggi di luce e d’oscurità, che colpirono in pieno Sora, facendolo precipitare a terra, causando una fossa nel terreno.
     
    (Qui consiglio di ascoltare “The Other Promise”: www.youtube.com/watch?v=KyrWRgg_6KE)
     
    La reazione fu immediata: Sora venne avvolto nuovamente dal fumo nero, diventando di nuovo Roxas.
    “Ugh.. disse lui “Certo che sei proprio forte… Non credevo che Sora sarebbe finito in difficoltà dopo averli prestato parte della mia forza… Ma ora è il momento di cambiare le carte in tavola!” concluse, creando attorno a se una specie di fontana di luce.
    Dark a quel punto si ritrovò circondato da una serie di raggi di luce che continuavano a ruotare attorno a Roxas.
    ‘Maledizione!’ pensò, cominciando a volare per evitarli.
    “Che ti succede, custode dell’equilibrio? Il mio attacco di incute timore?”
    “No, anzi!” rispose Dark, per poi sparire e riapparire proprio dietro Roxas. “Anzi, lo conosco perfettamente!” continuò, attaccando Roxas alle spalle.
    Lui però riuscì a parare il colpo e a spedire Dark in aria.
    Dark per tutta risposta fece sparire i Keyblade e batté le mani, facendo spuntare dal terreno una serie di spuntoni tutti diretti verso Roxas, che si vide costretto a interrompere il suo attacco per tagliarli a metà.
    “Maledizione… Mi ero dimenticato che potevi usare anche l’alchimia…” disse Roxas, rivolto all’avversario che però era già sparito.
    “E non è l’unica cosa che so fare in più” disse Dark, riapparendo di fronte a lui, con gli occhi spalancati.
     
     
    “Ah, è vero, che sbadato. Mi sono dimenticato di dirti una cosa” disse Dark, togliendosi il cappuccio, rivelando così a Sasuke il colore dei suoi occhi. “Su di me lo Sharingan non ha effetto”
    “No… Non è possibile… Come fai ad averli? COME?”
    “Ora lascia che ti mostri il TUO di incubo!”
    Dark mostrò a Sasuke lo Sharingan che c’era nei suoi occhi, di colore diverso, essendo nero nell’occhio bianco e viceversa in quello nero.
    Sasuke si sentì come paralizzato. Non riusciva più a muoversi.
    “Come hai fatto? Lo sharingan dovrebbe essere un esclusiva degli Uchiha! Come fai ad averlo?”
    “Questo… è un mio piccolo segreto. E ora, Sasuke Uchiha, preparati a vivere il tuo peggiore incubo!”
    Attorno a Sasuke apparvero centinaia di Naruto, Sakura, e altri personaggi che Sasuke credeva morti.
    “No… State lontani da me!” urlò, prima che essi cominciassero ad attaccarlo tutti assieme.
     
    Sasuke si alzò di colpo dal letto.
    “No, non è possibile…” disse, per poi correre fuori.
     
     
    “Inaudito!” urlò Sakura.
    “È peggio del maestro Kakashi” commentò Naruto, usando anche lui lo Sharingan per non cadere vittima di eventuali illusioni.
    “Come fa ad avere anche lo Sharingan?” chiese Al.
    Sasuke li raggiunse in quel momento.
    “Troppo tardi…” disse, vedendo Dark che aveva già tirato fuori lo Sharingan.
    “Sasuke! Ti sei svegliato finalmente!” disse Naruto, girandosi verso di lui.
    “N-Naruto!” disse Sasuke, sorpreso di vederlo con quei occhi. “Ma c’è stata una svendita di Sharingan di recente?”
    “È una lunga storia, ma ora ti consiglio di non sforzarti troppo. La prossima volta che si scontreremmo saremmo ad armi pari, ti basti sapere questo!”
     
     
    “Quindi sai usare anche lo Sharingan… Beh, non credere di potermi sorprendere più di tanto!”
    “Temo che tu non sappia gli esatti poteri di questi occhi, vero?”
    “Che vuoi dire?”
    “Avrai notato anche tu che Sasuke si è finalmente svegliato, no? Ma non ti sei chiesto cosa lo ha fatto rimanere in coma per undici giorni, vero?”
    “Non è stato in seguito al tuo scontro?”
    “Si, ma per essere precisi in seguito al mio utilizzo dello Sharingan. Avevo fatto in modo che Sasuke non si svegliasse prima del mio prossimo uso di questi occhi. E infatti si è svegliato quando gli ho usati oggi”
    “Come hai fatto a controllare il tempo del suo coma?”
    “Semplice: usando questi occhi, posso creare illusioni realistiche. Infatti tutti voi siete convinti che io abbia in qualche modo respinto l’attacco di Sasuke. In realtà avevo sconfitto Sasuke subito dopo che ha usato lo Sharingan, ma ho fatto credere a tutti che in realtà Sasuke fosse ancora cosciente e mi abbia attaccato nuovamente, per poi essere sconfitto nuovamente. E purtroppo per te, ora tutti voi, tranne Sasuke e Naruto, gli unici in grado di usare lo Sharingan oltre a me, siete sotto il mio potere!”
    “Cosa?”
    “Proprio così: E ora…” disse Dark, mentre attorno a Roxas apparvero centinaia di altri Roxas. “Vediamo come te la cavi contro te stesso!”
    Roxas non riuscì a reagire in tempo a quella vista, e venne colpito da tutti i suoi cloni nello stesso momento.
     
    Dark fece sparire lo Sharingan, mentre vedeva Roxas cadere a terra inerme.
    “Questo scontro l’ho vinto io. Mi dispiace Roxas, ma nemmeno tu eri alla mia altezza” disse girandosi.
    Ma proprio mentre si allontanava, percepì una strana energia dal corpo di Roxas, che lo costrinse a girarsi immediatamente.
    Infatti non sembrava stesse tornando al suo aspetto originario, ma si era alzato in volo sebbene fosse incosciente, per poi venire avvolto ancora una volta dall’oscurità.
     
    (Qui consiglio di ascoltare “Xion Battle”: www.youtube.com/watch?v=97-ZJ6qEuVY)
     
    “Credi forse che ti lasceremmo partita vinta così facilmente?” chiese una voce femminile dall’interno della sfera d’oscurità.
    “Cosa?” chiese Dark, per poi evitare giusto in tempo la Catena Regale che venne lanciata da dentro la sfera.
    E subito dopo l’oscurità scomparve, rivelando una ragazza simile alla Kairi di Kingdom Hearts 1, solo che era nei vestiti di Sora e aveva i capelli neri.
     
    Tutti gli spettatori rimasero con gli occhi fuori dalle orbite e la bocca spalancata, soprattutto Riku e Kairi.
    Anche Kaxihri sembrò sorpresa, sebbene si limitò ad alzare lo sguardo.
    “E… E… E…” Kairi non riusciva a proferire parola.
    “Siamo sicuri che non sia un’altra illusione di Dark?” chiese Naruto.
    “No” rispose Sasuke. “Potrebbe esserlo solo se Dark non avesse fatto sparire lo Sharingan. E poi mi sembra troppo sorpreso anche lui”
    “Ma che ci fa una ragazza al posto di Sora?” chiese Riku, non credendo ai propri occhi.
    “Oooook. Credevo di aver visto di tutto in questo torneo, ma a quanto pare mi sbagliavo” disse Marco. “Appena torniamo nel nostro mondo voglio trovare uno psichiatra di fiducia che non sia un controller”
     
    “Bene, bene, bene…” disse Dark. “Questa si che è una sorpresa. Non mi aspettavo proprio che tu potessi ancora riapparire. Credevo fossi sparita per sempre… Numero XIV: Xion, il pupazzo!”
    “Tu sai chi sono?”
    “Certo. Perché nel mio mondo la tua storia non è stata dimenticata come dai qui presenti.”
    “Come sarebbe a dire?” chiese Riku.
    “Semplicemente che alcuni di voi, come te o Roxas, avevano già conosciuto Xion in passato. Ma con la sua sconfitta, tutti voi l’avete dimenticata, come se non fosse mai esistita”
    “E allora che ci fa al posto di Sora?” chiese Kairi.
    “Semplice” rispose Xion. “Io sono un Nessuno artificiale di Sora. Il mio compito originario era quello di acquisire Roxas, per diventare un Nessuno completo che obbedisse ciecamente all’Organizzazione. Però Roxas è riuscito a sconfiggermi, e io mi sono riunita a Sora. Come abbia fatto ad uscire fuori adesso non ne ho idea nemmeno io”
    “Però non credere che io mi farò problemi a combattere contro di te” disse Dark, impugnando i Keyblade. “Nessuno vero o no, dimenticata o no, tu per me rimani comunque un avversaria da battere. E in fondo, Sora è ancora in quel corpo. Ed è contro di lui che voglio vincere, non contro dei Nessuno che prendono il suo posto!”
    “E tu non illuderti che mi farò sconfiggere facilmente! Sono più forte di quello che credi!”
    “Oh, lo so bene” rispose lui, per poi partire all’attacco, facendo scontrare i tre Keyblade tra di loro.
    Xion rispose all’attacco lanciando una sfera di ghiaccio contro Dark, che la respinse con un calcio rispedendola alla mittente, che fu costretta a ritirarsi dall’attacco per evitarla.
    Dark non perse tempo e lancio una serie di raffiche di tuono seguite da una mitragliata di proiettili di terra creati grazie all’alchimia.
    Xion non riuscì ad evitarli tutti quanti e venne colpita in pieno.
    Pochi secondi dopo però spazzò via la polvere alzandosi in seguito al colpo, rivelando che ora era coperta completamente da un’armatura, e teneva in mano uno strano Keyblade, che ricordava vagamente un oggetto proveniente dalla Città di Halloween.
    Con quello, Xion tentò nuovamente di attaccare Dark, che però evito l’attacco librandosi in volo.
    Da lì, fece scendere una vera e propria cascata di fuoco, seguita anche da una proveniente da terra, che investirono in pieno Xion.
    Pochi secondi dopo, quando Dark fece sparire il fuoco, sul ring c’era Sora, privo di sensi.
    “Questa volta è veramente finita” disse Dark, atterrando.
    “Non… Non cantare vittoria… così presto!” disse Sora, rialzandosi.
    “Hai ancora la forza di alzarti?” chiese Dark, quasi stufo di quella storia.
    “E non solo lui!” disse Roxas, colpendolo alla schiena con i Keyblade.
    Dark si curo subito, giusto in tempo per evitare un attacco da parte di Xion.
    “Cosa?” chiese stupito, vedendo Sora, Roxas e Xion tutti insieme.
    “Questa volta sei veramente sorpreso, vero?” chiese Sora, evocando il Keyblade.
    “Lo devo ammettere… questo scontro si sta rivelando più duro del previsto… Ma non è ancora sufficiente per battermi!”
    “Lo vedremo!” dissero i tre custodi, partendo in contemporanea all’attacco.
    Dark riuscì a parare i Keyblade di Roxas con i suoi, mentre per gli altri evocò dal terreno un muro di protezione.
    Per tutta risposta, i tre custodi si alzarono in volo, per poi lanciare rispettivamente una sfera di fuoco, di ghiaccio e una scarica elettrica, che colpirono in pieno Dark, che venne rinchiuso in un campo elettromagnetico.
    “Colpito e affondato!” disse Sora, per poi venire sfiorato da un raggio d’oscurità.
    “Lo hai detto tu prima: non cantate vittoria così presto!” disse Dark, tagliando a metà il campo con il Keyblade e volando a tutta velocità verso Roxas, che colto impreparato, venne tagliato in due, sparendo nel nulla.
    “ROXAS!” urlò Xion, poco prima di venire raggiunta da Dark per poi fare la stessa fine dell’amico.
    “Roxas! Xion!” urlò Sora, poco prima di ritrovarsi di fronte Dark.
    “Questa volta… è finita davvero!” disse Dark, preparando davanti a se una sfera d’oscurità e una di luce, che poi scaglio contro il custode.
    Sora venne scaraventato sugli spalti, e il colpo fu talmente potente che trapasso quest’ultimi, finendo oltre.
    Nonostante tutto, Sora trovò la forza di rialzarsi ancora, sebbene con parecchie ferite sul corpo, compreso un grosso taglio sulla fronte.
    “No… Non è ancora finita… FIRAGA!” urlò, lanciando un’enorme sfera di fuoco, che riattraversò il buco che aveva formato lui prima attraverso gli spalti e colpì Dark, sorpreso da quell’ultimo attacco, investendolo in pieno.
    “Ho vinto io…” disse Sora, appoggiandosi al Keyblade.
    Ma con sua grande sorpresa, la sfera di fuoco venne tagliata a metà, rivelando un Dark anch’esso ferito, con il corpo pieno di bruciature, ma salvo e apparentemente ancora pieno di forze.
    “N-No…” disse Sora, per poi cadere a terra privo di forze.
    Immediatamente Kairi, Riku, Paperino, Pippo, il Re e Fil andarono a soccorrerlo.
    “Curaga!” urlò il mago, ricoprendo Sora della luce verde curativa, che guarì le ferite, lasciando purtroppo una cicatrice al posto del taglio sulla fronte.
    Nello stesso momento, Dark cadde per terra, non prima di essere riuscito ad aprire un varco sotto di lui.
    Pochi secondi dopo riapparve nella sua stanza, dove si curò immediatamente le ferite.
    ‘Lo ammetto… L’ho sottovalutato…” disse, per poi cadere privo di sensi sul letto.



    Edited by darkroxas92 - 28/10/2010, 18:02
  11. .
    Ed ecco qui il nuovo capitolo.
    Mi rendo conto del quasi completo fallimento del precedente, ma spero di rifarmi con questo, o con il prossimo, che ho già scritto! Quindi per fine settimana ci sarà anche il tanto atteso Dark VS Sora.
    Ora, purtroppo al momento sono a corto di canzoni adatte, ma anche per questo mi sto attrezando.
    E ora...

    Capitolo 24: Takuya VS Kaxihri - Torna all'indice dei capitoli
    “Come sarebbe a dire che è partito? E il mio addestramento?”
    “Mi dispiace, ma non poteva rimandare oltre una questione. Ha detto che tornerà il prima possibile”
     
    “C-Come eliminato? COME SAREBBE A DIRE CHE è STATO ELIMINATO?”
    “Non sappiamo i particolari, ma i nostri sensori non captano più la sua presenza. Mi dispiace, ma questo può significare una sola cosa”
    “Chi… Chi è stato?”
    “Non ne abbiamo idea. Stiamo cercando di contattare il suo compagno di viaggio, ma sembra essere sparito nel nulla, e con lui il suo maestro”
    “Chi era il suo compagno? Per favore, dimmelo!”
     
    “Allora parti anche tu?”
    “Si. Ho deciso di seguire le sue tracce. E poi mi hanno affidato una missione proprio nello stesso mondo dove si trovava prima di sparire.”
    “Speri ancora di trovarlo, vero?”
    “Non posso credere che sia stato sconfitto. Non è da lui lasciarsi sconfiggere senza fare niente”
    “Potresti non trovare la risposta che speri, lo sai vero?”
    “Cosa intendi?”
    “Che ciò che potresti scoprire o trovare potrebbe distruggere completamente quella poca speranza che hai”
    “Lo so… ma preferisco sapere se è veramente finita o se c’è ancora una possibilità di trovarlo vivo”
    “Come speri di trovarlo? Ti hanno detto che quello non è un mondo come tutti gli altri, no?”
    “Perciò mi porto dietro questo. Me lo ha regalato lui, dicendomi che grazie a questo, lo troverò ovunque.”
    “Ma quello è…”
    “Che cosa?”
    “No, niente. Allora buona fortuna. Spero di rivederti il prima possibile”
    “Grazie. Lo stesso vale per me.”
     
     
    Dark si diresse al ring come tutte le mattine per assistere allo scontro odierno.
    ‘Chissà se anche l’incontro di oggi di Kaxihri sarà facile come l’altro che ha sostenuto…’ pensò Dark, mentre vedeva Takuya che parlava con i suoi amici.
    “Ne sei sicuro?” chiese Koji. “Non è rischioso? E se perdessi il controllo?”
    “Correrò il rischio. Ma quella non è un avversaria da sottovalutare. Quel Cloud non mi sembrava un avversario da niente, ma il massimo che è riuscito a fare è stato graffiarla, e per di più lei si è guarita immediatamente.”
    “Stavolta devo dare ragione a Takuya. Spero solo che non abbia cattive intenzioni, o finito questo torneo, per noi saranno guai.”
    “Vi lasciate spaventare per così poco?” intervenne Rika, che aveva ascoltato da poco lontano la conversazione. “Io al vostro posto non mi lascerei di certo intimorire”
    “Ma se hai perso contro di me!”
    “E con questo? Ho già incontrato in precedenza avversari che sembravano imbattibili, ma io e Renamon siamo sempre riusciti a sconfiggerli assieme. Compreso uno che aveva quasi cancellato il nostro mondo!”
    “Suvvia Rika, calmati” la interrupe Takato, arrivando in quel momento.
    “Umpf. Io non mi arrenderò di certo. Affronterò la mia avversaria e la sconfiggerò. Anche a costo di usare ogni singola mia energia!” concluse Takuya, per poi allontanarsi.
     
    Takuya e Kaxihri salirono insieme sul ring, per poi mettersi uno di fronte all’altro.
    “Non trattenerti” disse Kaxihri.
    “Cosa?”
    “Se vuoi realmente sperare di vincere, non trattenerti. Usa pure tutta la forza che hai fin dall’inizio. Non farti alcun scrupolo.” Continuò lei, mentre Fil dava inizio all’incontro.
    “Non prendo ordini da un avversario!” disse Takuya, per poi venire subito avvolto dalle fiamme e uscendo fuori da esse sotto forma di una specie di cavaliere rosso, più alto della sua forma originaria.
    Kaxihri non si scompose.
    “Ti avevo detto di non trattenerti. Peggio per te” disse, per poi sparire nel nulla.
    “Cosa?”
    Riapparve alle spalle dell’avversario, e di fronte a lei c’era una sfera di ghiaccio, che lanciò contro Takuya, colpendolo in pieno.
    I Digimon si rialzò quasi subito, circondandosi con una fiammata.
    Quando la fiammata si spense, aveva cambiato nuovamente forma, diventando lo stesso essere che aveva sconfitto Rika.
    “Ora sei contenta?” chiese lui, per poi sparare dalla bocca una serie di sfere di fuoco verso Kaxihri, che però le evitò come se niente fosse.
    “Ti stai ancora trattenendo. So benissimo in cosa ti puoi trasformare. E per dimostrartelo, ti posso dire che hai ancora tre forme da mostrare”
     
    Dark ebbe un sussulto a sentire questo.
    ‘Come fa a saperlo? Teoricamente non dovrei saperlo nemmeno io, è vero, ma essendo cresciuto sulla Terra, so le avventure di Takuya e dei suoi amici grazie ad un anime. Ma lei come fa a saperlo? È vero, era stata sulla Terra quando mi ha aiutato, ma non è stato un tempo sufficientemente lungo per scoprirlo’
    Dark non era l’unico a essere sorpreso.
    “Come fa a saperlo?” chiese Tommy ad alta voce. “Non lo ha mai detto a nessuno, e solo noi ne eravamo a conoscenza!”
    “Non ne ho idea, Tommy” rispose Zoe. “Ma ora le cose si complicano per Takuya”
     
    “Beh, devo dire che mi hai sorpreso.” Disse Takuya. “Ma non ho intenzione di sconfiggerti subito usando tutta la mia forza. Ne andrebbe del mio orgoglio!”
    “Orgoglio…” disse Kaxihri, infilandosi una mano in tasca. “È proprio vero che l’orgoglio rende ciechi. E va bene… vorrà dire che ti costringerò ad usare tutte le armi a tua disposizione!” disse, per poi tirare fuori dalla tasca una spada.
    “C-Cosa? Hai tirato fuori dalla tasca una spada? Ma come hai fatto?” chiese Takuya.
    “Questo è un mio piccolo segreto. Ma ora… è il momento dell’attacco!” disse, per poi partire subito all’attacco, tagliando subito la coda al drago, che ruggì dal dolore.
    “MALEDETTA!” urlò poi, cominciando ad emettere una fiammata dalla bocca, che venne facilmente evitata anche questa.
    Takuya spalancò gli occhi, mentre Kaxihri lo trafiggeva in pieno petto con la spada.
    Takuya emise un urlo di dolore, per poi venire circondato da una specie di uovo azzurro, uscendole fuori illeso ma con uno strano cerchio azzurro che gli ruotava attorno.
    “Urgh… Come hai fatto? Non avresti dovuto trapassarmi così facilmente…”
    “Io ti avevo avvertito di non sottovalutarmi. Ma il tuo orgoglio ti ha offuscato la vista”
    Takuya per tutta risposta tirò fuori il Digivice, avvolgendo la sua mano dello stesso cerchio che prima ruotava attorno a lui, venendo immediatamente avvolto da esso.
     
    “Scusate…” chiese Naruto, rivolto agli amici di Takuya. “Ma che cos’è quella cosa azzurra che lo circonda?”
    “Si chiamo digicodice, ed è grazie a quello se Takuya può trasformarsi. Ma nel caso qualcuno dovesse prenderlo dopo averlo sconfitto, Takuya svanirebbe nel nulla” rispose JP, per poi venire zittito dagli altri.
     
    Quando il digicodice svanì, al posto di Takuya stavolta c’era un incrocio delle sue prime due trasformazioni. Infatti il corpo principale era lo stesso della sua prima trasformazione, ma in più aveva le ali e la coda della seconda.
    Takuya non perse tempo e partì subito all’attacco. Infatti dalle lance che aveva sulle mani partì una raffica di sfere infuocate, che colpirono tutto il campo attorno all’avversaria.
    “Colpita!” disse lui, poco prima di vedere il campo di fuoco venire spazzato via come se niente fosse, rivelando Kaxihri incolume.
    “Non è ancora abbastanza!” disse lei, colpendolo nuovamente con la spada per poi spedirlo a terra usando una sfera di ghiaccio.
    Takuya si rialzò a fatica, per poi venire nuovamente avvolto dal codice azzurro e tornando alla sua forma umana.
    “Non è ancora finita!” disse, per poi farsi avvolgere nuovamente e trasformandosi nuovamente, questa volta in un altro cavaliere, che però ricordava ancora vagamente il drago, anche se solo per la forma dell’armatura. La cosa che si vedeva di più era l’enorme spada rossa che teneva in mano.
    “Questa volta combatteremo ad armi pari!” disse, per poi prepararsi ad un affondo, che venne però parato dalla spada avversaria, senza grandi difficoltà.
    “Maledizione! Non posso venire sconfitto ancora!”
    “È inutile. Tu non sei alla mia altezza. Avresti avuto una minima possibilità se avresti usato subito la tua ultima trasformazione, ma non lo hai fatto. E ora ne pagherai le conseguenze!”
    “STA ZITTA!” urlò lui, per poi farsi avvolgere dal fuoco assieme a Kaxihri.
    Ma il fuoco non si limitò solo ai due guerrieri, ma continuò a estendersi fino a raggiungere gli spalti, costringendo gli altri ad allontanarsi.
    Poi d’un tratto le fiamme si estinsero di colpo, rivelando Takuya nuovamente trapassato dalla spada avversaria cadere a terra per poi venire nuovamente avvolto dal digicodice, trasformandosi in una specie di ragazzo con sembianze vagamente umane, ma ancora simile ad un Digimon.
    “Oh, questo non era previsto” disse Kaxihri, senza però sembrare troppo sorpresa.
    “Dannazione…” disse Takuya. “Questa non ci voleva… Non sono riuscito a tornare umano…!”
    Ma Kaxihri non sembrò voler desistere dall’attacco.
    Infatti riparti subito, cercando di colpire Takuya con la spada. Per sua fortuna stavolta riuscì ad evitarla, ma per farlo non vide il tuono sopra di lui, che lo colpì in pieno, facendolo cadere a terra quasi privo di conoscenza.
    “Ugh… Com’è possibile? Un tuono non sarebbe dovuto essere così efficace contro di me…”
    “Scusami, ma non ho dosato la potenza. Ora, se vuoi gentilmente trasformarti nuovamente, in modo da darmi un minimo di soddisfazione in quest’incontro scadente, mi faresti un enorme piacere”
    A quelle parole Takuya sembrò non vederci più.
    “BASTA COSì!” urlò. “TI CREDI MIGLIORE DI TUTTI SOLO perché SEI FORTE?”
    “Anche se fosse?”
    “Non vi sopporto… Voi che vi date tante arie, solo perché avete potere… Non posso tollerarlo!” continuò Takuya, per poi venire avvolto nuovamente dal codice azzurro.
    “Finalmente” disse Kaxihri. “Finalmente ti sei deciso a mostrarmi tutto il tuo potere” continuò, vedendo uscire dal fuoco un altro cavaliere, che però era più possente di quegli precedenti, e sembrava emanare puro potere.
    Takuya non perse tempo: l’elmo sopra la sua testa si chiuse immediatamente, oscurandogli la vista.
    E nello stesso momento, davanti a lui apparve una specie di cannone.
     
    “Spostiamo tutti da qui, presto!” urlò Zoe, cominciando a correre per allontanarsi.
    Gli altri spettatori, sebbene chiedendosi perché, decisero di non obbiettare.
    Solo Dark rimase al suo posto.
    Non aveva intenzione di perdersi quel momento.
     
    Dal cannone uscì fuori una specie di spada laser, dallo stesso aspetto di una normale spada, ma dalle dimensioni decisamente maggiori: infatti questa era lunga diversi metri, e Takuya sembrava riuscire a impugnarla senza problemi.
    “Prova a resistere a questa!” urlò, per poi alzarla e abbassarla verso Kaxihri, che prima si sparire sotto di essa alzò la sua, per difendersi.
    Il colpo fu tale da tagliare a metà il terreno e gli spalti, oltre che provocare uno spostamento d’aria tale da far spostare alcuni degli spettatori che si erano allontanati.
    Dark riuscì a vedere in mezzo a quel polverone che Kaxihri era stata colpita in pieno, e aveva perso il cappuccio. Ma quando la polvere svanì, Kaxihri, oltre che a reggere l’enorme spada solo con la sua, era anche riuscita a rimetterselo.
    Per Takuya fu un brutto colpo.
    “No… Non è possibile! Mi rifiuto di crederlo! Non puoi aver fermato il mio colpo così facilmente!”
    “Eppure… è così!” rispose lei, tagliando a metà la spada laser, per poi sparire nel nulla.
    Ricomparve alle spalle di Takuya, affondando nuovamente la spada nell’avversario, che svanì in migliaia di puntini, lasciando cadere a terra Takuya, avvolto dal digicodice, ormai inerme.
     
    “E quella sarebbe la mia prossima avversaria? Ma è peggio di Pain!” disse Naruto, senza nascondere la sua paura.
    Nel frattempo Fil andò a soccorrere Takuya, che stavolta non riprese i sensi.
    “Takuya!” urlano i suoi compagni, raggiungendolo.
    Kaxihri si volto e se ne andò, sparendo in un varco oscuro, per poi ricomparire dietro Dark.
    “So cosa stai pensando. Ma credimi, ci sono anche andata leggera. Sto tenendo il meglio per un incontro che vale la pena” disse, per poi sparire nuovamente.



    Edited by darkroxas92 - 28/10/2010, 18:01
  12. .
    no, quello non è il potere che gli ha dato Itachi. lo spoiler è il fatto che Itachi gli ha donato un potere, ma ancora non si sa quale.
    cmq mi dispiace, ma credetemi, non è stato facile nemmeno scrivere quel poco che ho scritto. spero di rifarmi con "Dark VS Sora"
  13. .
    Ed ecco qui il nuovo capitolo.
    Ammetto che non lo considero un capolavoro... spero solo di rifarmi con i prossimi

    Capitolo 23: Al VS Naruto - Torna all'indice dei capitoli
    (Note dell’autore: contiene  spoiler su Naruto. Ringrazio liberty89 per aver fatto da betareader)
     
    “Come sarebbe a dire?! Perché?”
    “Non c’è altro modo, mi dispiace”
    “No! Mi rifiuto di accettarlo! Non se questo significa…”
    “Lo so. Anch’io ho dovuto affrontare la stessa scelta in passato, è questo il nostro destino”
     
    Dark aprì gli occhi.
    “Perché… Era veramente impossibile evitarlo?”
     
     
    “Cerca di non perdere, frattellino” disse Ed.
    “Non ti preoccupare… Me la caverò!”
    “AL!” urlò Winry, arrivando di corsa, tenendo in mano una valigetta.
    “Che succede Winry?” chiese il minore dei due fratelli.
    “Ce… Ce l’ho fatta in tempo… Ecco qui quello che mi hai chiesto…”disse riprendendo fiato e appoggiando la valigia per terra, aprendola.
    “Sei sicuro?” chiese Ed. “Non ti sarà solo d’intralcio?”
    “No, ne sono sicuro.” Rispose il fratello, prendendo dalla valigia un braccio metallico.
    “Come mi avevi chiesto, funziona come un automail e ti permette libertà quasi assoluta nei movimenti. Ricordati che però non assorbirà nessun danno nel caso venissi colpito” disse Winry, osservando l’amico indossare il braccio.
    “È perfetto!” disse, provando a muovere il braccio. “Vediamo se funziona…” continuò, battendo le mani.
    Il braccio immediatamente si trasformò in una spada.
    “Evvai! Posso tranquillamente usare l’alchimia e trasformare il braccio metallico come desidero” disse, riportando alla normalità la semi-protesi.
     
    “Naruto… Cerca di fare attenzione…” gli disse Sakura.
    “Non preoccuparti! Non perderò! Ho visto come combatte, riuscirò a tenergli testa.”
     
     
    Naruto schivò il proiettile di terra pochi secondi prima dell’impatto, per poi dover evitare l’affondo di Al.
    ‘Accidenti… non pensavo sarebbe stato così difficile affrontarlo…’ pensò tra se e se il ninja, mentre si moltiplicava circondando l’alchimista.
    “Tutto qui?” chiese lui, facendo sbucare dal terrena una serie di punte di terra che trafissero uno ad uno i vari Naruto, lasciando solo l’originale che riuscì a schivarli.
    Questa mossa però gli costo cara.
    Infatti non si accorse degli altri proiettili che si trovavano alle sue spalle, e che lo colpirono in pieno.
     
    “Che ti succede, ragazzino?” chiese una voce dentro Naruto, una voce che lui conosceva bene.
    Naruto si ritrovava di fronte al cancello che lo separava dallo spirito della volpe a nove code.
    “Non vuoi vincere? Non vuoi affrontare colui che ha sconfitto il tuo avversario?” chiese la volpe.
    “Non ti libererò, se è questo che speri” rispose Naruto. “Non commetterò lo stesso errore che stavo per fare in passato”
    “Umpf. Come vuoi. Ma se perdi, non prendertela con me”
    “Naruto non ha bisogno del tuo aiuto per sconfiggere quell’alchimista” disse un’altra voce, mentre una figura si avvicinava al ninja.
    “Tu!” tuonò la volpe. “Hai anche il coraggio di apparire qui?”
    “Ascolta Naruto…” continuò la voce. “Credo sia arrivata ora di usare quel potere che ti ho donato tempo fa… Credo che questa sia l’occasione giusta, dato che Sasuke è fuori gioco”
    “Ma non so nemmeno che cosa mi hai donato…”
    “Non preoccuparti, te ne accorgerai presto…” concluse la voce.
     
    Naruto venne avvolto da una nuvola, lasciando al suo posto un tronco di legno.
    Il ninja riapparve alle spalle di Al con gli occhi chiusi.
    “Come hai fatto?” chiese l’alchimista.
    “Niente di particolare… Una semplice tecnica della sostituzione” rispose il ninja, riapprendo gli occhi.
     
    A Sakura venne un mezzo infarto, e non fu l’unica.
    Anche gli altri spettatori rimasero stupiti nel vedere quello spettacolo.
    “N-Naruto!” disse a fatica Sakura. “Come hai fatto?”
    “Uh? A fare cosa?” chiese Naruto.
    “A… Ad avere quei occhi!”
    “Quagli occhi, scusa?”
    “Lo Sharingan!
     
    Naruto rimase un attimo fermo.
    “Sakura, che razza di scherzo stai facendo? Sai benissimo che io non posso avere lo Sharingan! Non sono del clan Uchiha!”
    “Ma Sakura non sta scherzando” intervenne Al. “I tuoi occhi… ora sono uguali a quelli che Sasuke ha usato contro Dark”
    Naruto a quel punto fece un sorrisetto. “Capisco… così è questo il potere che mi hai lasciato…”
    Detto questo, rimase fermo a fissare Al, e anche Al rimase immobile.
     
    “D-Dove mi trovo?” chiese l’alchimista, guardandosi attorno, ma senza riuscire a vedere nulla.
    “Ti trovi in un’altra dimensione… Una dimensione che ho creato grazie a questi occhi…” rispose Naruto.
    “Dove sei?”
    “Che succede, Alpholse?” chiese una voce. “Hai paura a ritornare in questo posto?”
    “Chi parla?”
    In quel momento davanti a lui apparve un uomo senza lineamenti, di cui si intravedeva solo il contorno.
    “Non mi riconosci?”
     
    Al cade a terra privo di sensi.
    Naruto per tutta risposta chiuse gli occhi, e quando li riaprì essi erano tornati normali.
    “Mi dispiace…” disse all’avversario. “Temo di aver esagerato con questo nuovo potere”
     
    Mentre Al veniva portato via in infermeria, Sakura raggiunse Naruto.
    “NARUTO UZUMAKI!” gli gridò dietro. “Tu ora mi spieghi per filo e per segno come accidenti fai ad avere lo Sharingan! Non doveva essere una prerogativa degli Uchiha?”
    Naruto rimase qualche secondo in silenzio.
    “È stato il dono che mi ha fatto Itachi prima di morire” rispose infine, per poi allontanarsi, mentre Dark lo guardava andare via senza però esserne troppo sorpreso.



    Edited by darkroxas92 - 28/10/2010, 18:00
  14. .
    E finalmente ecco il nuovo capitolo.
    Sinceramente temevo di metterci più tempo a scriverlo e spero di non aver fatto troppi errori XD.
    E cercate di perdonare questo povero scrittore di ff per ciò che ci sarà scritto nel capitolo XD

    Capitolo 22: Sora VS Riku - Torna all'indice dei capitoli
    “Allora, hai intenzione di affrontarlo?”
    “Ormai non posso più ignorare questa situazione. È mio compito annientarlo definitivamente”
    “E se fallirai?”
    “Per questo devo partire prima. Devo riuscire a prendere le misure di sicurezza necessarie per questa eventualità”
    “Ma in quel caso…”
    “Non preoccuparti. E poi, dobbiamo ancora finire il nostro scontro. Non me ne andrò prima di aver determinato chi di noi due è il più forte”
    “E lei?”
    “Al momento è in missione. Molto probabilmente, quando tornerà sarà già troppo tardi. Digli che mi dispiace”
    “Come vuoi. Allora buona fortuna”
    “Grazie, ne avrò bisogno”
     
    Dark si svegliò di colpo.
    “Un altro sogno…” disse a bassa voce.
     
     
    Sora si stava allenando con il Keyblade quando Dark arrivò al ring.
    “Vedo che sei abbastanza nervoso, eh? Chiese Dark.
    “Conosco Riku, e so che non è da sottovalutare” rispose il custode.
    “Vuoi dire che oggi ti impegnerai di più rispetto al tuo precedente incontro?”
    “Come fai a dire che non mi sia impegnato? Non c’eri”
    “Uno scontro tra due Keyblader difficilmente lascia il campo di battaglia integro, se si usa tutto il proprio potere. È non mi sembra che il ring abbia ricevuto grossi danni”
    “Io continuo a chiedermi come fai a rimanere quasi sempre indifferente. Non ti annoi mai a non provare emozioni?”
    “Chissà… Forse il destino mi riserverà qualcosa che mi potrà ‘sbloccare’, ho semplicemente cadrò nell’oblio”
    “E questo non ti fa’ paura?”
    “Perché dovrebbe? Cadere nell’oblio significa venire dimenticato da tutti, e sinceramente, credo che qualche lato positivo ci sia in questo” rispose Dark, per poi allontanarsi.
    “Ricorda, Sora. Chi cerca di lasciare troppi segni di se, finisce per venire dimenticato, e viceversa. Sta a noi scegliere che fine fare. Non è così, Ven?” disse infine a bassa voce.
     
    (Per lo scontro consiglio la seguente canzone (Deep Drive):https://www.youtube.com/watch?v=Kke_QeYmpGw)
     
    Sora e Riku salirono in contemporanea sul ring, uno dalla parte opposta dell’altro.
    “E così, dopo un bel po’, finalmente ci battiamo di nuovo, vero Sora?”
    “Già… l’ultima volta che ci siamo battuti è stato quando eri sotto il controllo di Ansem, no?”
    “Vedo che ti ricordi bene. Stavolta però decideremo una volta per tutte chi di noi due è il più forte”
    I due non sentirono nemmeno Fil che dava inizio all’incontro.
    Partirono nello stesso momento uno contro l’altro, evocando i Keyblade solo all’ultimo secondo e facendoli scontrare tra di loro.
    Non ci fu nessun scambio di battute tra i due, che saltarono all’indietro per poi ripetere ancora l’attacco.
    Fu Riku a cambiare tattica per primo.
    Con la mano libera creò una sfera di fuoco oscuro, che lanciò verso Sora, che per evitarla creò uno scudo attorno a lui.
    Poi contrattaccò lanciando una sfera di ghiaccio verso Riku, che la tagliò a metà con il Keyblade.
     
    “Però… non si stanno trattenendo quei due” disse Marco.
    “Invece sono solo all’inizio” gli rispose Dark. “Sembra che abbiano deciso di dare il meglio di loro per questo scontro”
     
    I due custodi si scontrarono ancora, facendo uscire scintille dai loro Keyblade.
    All’improvviso, Riku venne avvolto da una strana aura, che formò una specie di pellicola intorno a lui.
    Sora non perse tempo, e cominciò a lanciare una serie di sfere di fuoco verso l’amico.
    Purtroppo per lui, esse ribalzarono di netto sulla pelle dell’avversario, senza danneggiarlo minimamente.
    Riku non perse l’occasione per tentare un nuovo attacco, lanciando una sfera di ghiaccio oscuro, che però venne facilmente evitata.
    Sora a quel punto si alzò in volo, e puntato il Keyblade in alto, fece cadere una serie di fulmini sul ring, circondando Riku con una spirale di fulmini.
    In quel momento, i due avversari lanciarono in contemporanea due sfere di fuoco, che si scontrarono a metà strada, provocando un esplosione.
    Riku, che era a terra, venne solo spinto di più verso il suolo, senza conseguenze gravi.
    Sora invece, che si trovava in aria, venne colpito in pieno dal contraccolpo, andando a sbattere contro il muro degli spalti, per poi cadere a terra apparentemente privo di sensi.
     
    Dark ebbe un tremore.
    E non sembrava essere stato l’unico.
    “C’è qualcosa che non torna…” disse a bassa voce.
    “È già finito?” chiese Ed.
    “No…” rispose Kairi, guardando con preoccupazione Sora
     
    Anche Riku, che si stava rialzando in quel momento, continuando a tenere stretto in mano il Keyblade, non sembrava tranquillo, nonostante il suo avversario fosse a terra inerme.
    “Questa sensazione…” disse piano. “L’ho già sentita…”
    Di fronte a lui, nel punto in cui si trovava Sora, cominciava a uscire dal terreno una specie di fumo nero.
    In pochi secondi quel fumo avvolse completamente il corpo di Sora, creando attorno a lui una specie di uovo nero.
    Dopodiché sue lame, una bianca e una nera, uscirono fuori dall’uovo, tagliandolo a metà.
    “IMPOSSIBILE!” urlò Riku.
    Davanti a lui si trovava Roxas, che indossava i vestiti di Sora e teneva in mano il Lontano Ricordo e il Portafortuna.
    “È da tanto che non ci vediamo, Riku” disse lui.
    “R-Roxas! Com’è possibile?”
    “Devo ringraziare te. Hai indebolito Sora, permettendomi così di prendere possesso del suo corpo. Ho aspettato questo momento per molto tempo. Finalmente potrò rimediare alla tua precedente vittoria!”
     
    “Si può sapere che cosa è successo stavolta?” chiese Rachel. “E io che prima di venire qui credevo che eravamo gli unici a poterci trasformare in qualcos’altro!”
    “Non so come mai…” rispose il Re. “Ma il Nessuno di Sora ha preso il suo posto”
    “Nessuno?” chiese Al.
    “Esseri senza cuore. Solitamente hanno l’aspetto di mostri, ma in casi particolari, prendono sembianze umane, simili se non uguali al loro originale” spiegò Dark.
    “Non sarò un grande esperto…” disse Takuya. “Ma quello non mi ricorda nemmeno vagamente Sora, tranne che per i capelli”
    Dark non rispose a quella esclamazione.
    ‘Vediamo cosa sai fare… Roxas!’ pensò, per poi tornare a guardare l’incontro.
     
    Roxas non perse tempo.
    Brandendo entrambi i Keyblade, partì immediatamente all’attacco, facendo incontrare i due Keyblade contro quello avversario.
    “Sai Riku? È un peccato che tu non abbia più l’oscurità dalla tua. Se non sbaglio l’ultima volta hai vinto solo grazie ad Ansem”
    “Se per questo tu sei rimasto in ‘letargo’ per un bel po’ di tempo. Cosa ti fa’ credere di poter vincere?”
    “Il fatto che ora sono unito al mio ‘io’. E di conseguenza, ora ho anch’io un cuore!”
    Riku fece una piccola risata.
    “Cosa c’è da ridere?”
    “Tu stai dando per scontato che io non possa più trasformarmi” continuo, mentre dietro di lui la sua ombra diventava più grande. “E in parte è vero… Ma il potere di Ansem, per quanto possa cercare di rinnegarlo, è ormai parte di me!”
    E in quel momento la sua ombra divenne materiale, uscendo fuori dal terreno, rivelando così l’Heartless che un tempo faceva da scudo all’Heartless di Xehanort.
    “Cosa?” disse Roxas, prima di venire preso dal mostro per le spalle.
    “Fai sempre lo stesso errore, Roxas”
    “Ne sei sicuro?” disse lui, prima di sparire.
    Riku si girò giusto in tempo per parare l’attacco dell’ex nessuno, che era apparso dietro di lui.
    “Come hai fatto?”
    “Semplice: ho aperto un varco oscuro solo intorno a me. Non è stato facile, lo ammetto, ma in questo modo sono riuscito a passare solo io, senza portanti dietro.
    “Capisco… Allora vuol dire che questa volta stai ragionando lucidamente, a differenza dell’altra volta. Continuavi a dire che dovevi distruggere Kingdom Hearts”
    “Questa volta le cose stanno diversamente” rispose Roxas, preparandosi nuovamente ad attaccare. “Questo sarà il mio ultimo attacco, in un modo o nell’altro”
    “Bene, allora fatti sotto!” disse Riku, impugnando il Keyblade.
    I due avversari partirono all’attacco in contemporanea, per poi far scontrare nuovamente i loro Keyblade, che crearono un esplosione che investì i due partecipanti.
    Quando il fumo si dissipò, videro Riku, ancora in piedi, ma senza il mostro alle spalle, e dall’altra parte Roxas che giaceva svenuto a terra.
    “Mi dispiace… ho vinto anche stavolta…” disse a fatica Riku, facendo scomparire il Keyblade e girandosi.
    Ma fu colpito alla schiena senza che se lo aspettasse da Roxas stesso, che si era rialzato e muovendosi velocemente, aveva raggiunto Riku per poi colpirlo a tradimento.
    “Mi dispiace…” disse lui, mentre vedeva l’avversario cadere a terra privo di sensi. “Ma questa volta ho vinto io…” concluse, per poi venire avvolto da un’aurea nera, che una volta sparita rivelò Sora, che si teneva appoggiato al Keyblade per non cadere a terra.



    Edited by darkroxas92 - 28/10/2010, 17:59
  15. .
    e finalmente ecco qui il nuovo capitolo.
    mi rendo conto del mio enorme ritardo e chiedo venia, ma questi capitoli sono quegli che mi stanno risultando più difficili da scrivere.
    Vedo con piacere che ho decisamente scovolto con il precedente capitolo XD. spero di riuscire ancora a sorprendevi con i prossimi a questo punto.
    Detto questo, vi lascio al nuovo capitolo e buona lettura

    Capitolo 21: Dark VS Zack - Torna all'indice dei capitoli
    Dark guardò giù da una grattacielo, uno dei pochi rimasti in piedi del mondo che non esiste.
    “Che ti succede? Sembri preoccupato” disse la voce del suo clone.
    Dark fece un piccolo sorriso.
    “Non hai parlato per anni e tutto ad un tratto diventi così loquace?”
    “Se vuoi posso ritornare ad essere muto come prima”
    “Umph. Certo che sei permaloso, per uno che non esiste.”
    “Che ci vuoi fare? Devo pur trovare un modo per passare il tempo. Tu piuttosto, perché sei venuto in un posto del genere?”
    “Volevo stare tranquillo…”
    “Dì la verità: sei rimasto sorpreso da Kaxihri, vero?”
    “Chi non lo è rimasto? Cloud di certo non era un avversario da niente, e lei ne è uscita con un semplice taglietto. Mentre lui è parecchio malconcio…”
    “Eh, hai proprio ragione… e tu cos’hai intenzione di fare?”
    “Chissà… Forse dovrei smetterla…”
     
    (per lo scontro consiglio questa canzone: www.youtube.com/watch?v=1cAOVBWvUHc)
     
    Dark salì per primo sul ring.
    Dall’altra parte cominciava a salire Zack, che stava già prendendo la spada dalla schiena.
    “Bene! Finalmente la prima serie di incontri è finita. Oggi comincia quella per decidere chi altra in semifinale”
    Ma Dark non riusciva a sentire quello che Fil stava dicendo.
    Osservava Zack, che aveva messo la spada davanti alla testa e sembrava stesse parlando.
    “Bene, che l’incontro abbia inizio!” annunciò Fil, allontanandosi.
    Zack partì subito all’attacco.
    Dark evocò i Keyblade e si preparò a parare il colpo.
    Ma Zack invece di colpirlo con la spada lanciò un fascio di fulmini, che colpirono in pieno Dark.
    Poi passò al vero attacco, colpendolo con la parte piana della spada e facendolo volare indietro di qualche metro.
    Dark si rialzò senza troppi problemi, giusto in tempo per parare un secondo attacco, questa volta un fendente.
    “Sbaglio, o sei più debole di quello che dimostri?” gli chiese Zack, per poi saltare all’indietro ripetendo l’attacco.
    Dark si limitò a pararlo nuovamente.
    “Beh, come mai non reagisci?” chiese una voce dentro la sua mente
    A sentire quella frase Dark fece sparire i Keyblade.
    “Che fai, ti arrendi?” chiese Zack.
    “No…” rispose tranquillo Dark, per poi lanciare una sfera di fuoco senza che nessuno lo dive farlo, colpendo in pieno Zack, allontanandolo di qualche metro.
    “Ho intenzione di vincere. Per questo ho fatto sparire i Keyblade: non sei alla loro altezza.”
    “Come ti permetti!” disse Zack, partendo nuovamente alla carica.
     
    “Cosa succede?” chiese Sora. “Dark solitamente non si comporta così. O almeno, finora non si era mai rivolto così ad un avversario qualsiasi.”
    “Deve avere qualche cosa in mente, per forza… COSA?” urlò Riku, vedendo cosa aveva appena fatto Dark.
    Infatti, senza usare i Keyblade, aveva fermato la spada di Zack con il semplice uso della mano sinistra.
    “C-Com’è possibile?” chiese Zack. “Perché sei riuscito a fermarla così facilmente?”
    “Per un semplice motivo…” disse, per poi avvicinare la mano libera versa il terreno, che cominciò ad alzarsi in un punto preciso. “Ho deciso di non trattenermi più!” concluse, finendo di formare dal terreno una copia esatta della spada avversaria.
     
    Ed e Al erano rimasti con gli occhi fuori dalle orbite.
    “F-F-Fratellone, hai visto anche tu o sono i miei occhi che mi tradiscono?”
    “Se ti riferisci al fatto che Dark ha appena usato l’alchimia per creare una copia di quello spadone, no, hai visto perfettamente”
    “Ma com’è possibile?”
    “Emh… scusate se ve lo chiedo, ma cosa c’è di strano? Non può aver imparato la vostra alchimia?” chiese Sakura.
    “Se fosse stata alchimia di base certo, avrebbe potuto, ma come hai visto non ha nemmeno battuto le mani per effettuarla!” rispose Ed.
    “E ciò comporta…” chiese Naruto.
    “Comporta che è in grado di fare tutto quello che vuole con l’alchimia.” Concluse Al.
     
    “Come hai fatto?” chiese Zack, arretrando.
    “Te l’ho già detto. Ho smesso di trattenermi. D’ora in poi userò tutta la mia forza”
    “Intendi dire che nel tuo precedente scontro, quando hai mandato in coma quel ragazzo, ti stavi trattenendo?”
    “Si” rispose schiettamente Dark.
    “Non prendermi in giro!” urlò Zack, ripetendo nuovamente l’attacco, che stavolta venne fermato dalla spada-copia.
    “Dunque è veramente tutta qui la tua forza? Mi deludi, Zack”
    “Va bene… Allora mi costringi a usare anche tutta la mia forza!” disse, per poi saltare all’indietro.
    “Non ho mai provato questa tecnica…” continuò, predendo dalla tasca una specie di sfera rossa. “Spero solo che sia un effetto temporaneo”
    “Hai intenzione di effettuare un evocazione?” chiese Dark.
    “Non una semplice evocazione…” rispose il soldier, avvicinando la sfera alla bocca e inghiottendola.
    A vedere ciò, Dark si mise in posizione di difesa.
    Pochi secondi dopo, il corpo di Zack cominciò ad aumentare di dimensioni.
     
    “Accidenti… non pensavo l’avrebbe veramente provato a fare…” disse Cloud, guardando l’amico che diventava sempre più grande, per poi venire avvolto in una sfera di fuoco.
     
    Pochi secondi dopo, al posto di Zack, apparve nuovamente Infrid.
    L’unica differenza che c’era dalla sua precedente apparizione era che ora sopra la sua testa c’era il busto di Zack, che impugnava ancora la sua spada.
    “Allora, che ne dici?” chiese il busto del soldier, mentre l’evocazione batteva i piedi per terra, facendo tremare tutto.
    “Non male” ammise Dark, per poi creare sotto di lui una colonna per arrivare alla stessa altezza dell’avversario. “Ma nonostante ciò, non sei ancora alla mia altezza”
    “Allora prova a resistere a questo fuoco!” disse Zack, facendo uscire dalla bocca di Infrid diverse sfere di fuoco tutte dirette verso Dark, che le distrusse una ad una usando la spada.
    Questo però gli impedì di vedere l’avversario che stava preparando una sfera più grande delle altre, che gli lanciò contro, colpendolo in pieno.
     
    Anche gli spettatori dovettero coprirsi gli occhi per non venire investiti dallo sbalzo termico creatosi dal colpo.
     
    Il soldier guardò soddisfatto il polverone creatosi in seguito al colpo.
    “Non può aver respinto anche quest’attacco”.
    “Dici?” disse Dark da dentro il nuvolone.
    “Cosa? Non è possibile!”
    “Hai ragione, non l’ho potuto né evitare, né respingere” continuò, mentre il nuvolone cominciava a sparire. “Ma non per questo puoi credere che basti così poco a sconfiggermi” concluse, rivelandosi nuovamente a Zack.
    Questa volta, a differenza del precedente scontro, l’impermeabile di Dark era decisamente più rovinato, e il cappuccio non esisteva più, lasciando così in bella vista i capelli neri e bianchi.
    “Devo ammettere che me la sono vista brutta stavolta. Sono stato costretto ad usare i Keyblade per parare il colpo. Ora permettimi di ricambiare”
    Senza che Zack avesse il tempo di reagire, si ritrovò a volare per aria, colpito dai due Keyblade.
    Non fece nemmeno in tempo a ricadere che venne colpito nuovamente da Dark, che questa volta lo tagliò letteralmente a metà.
     
    Sakura dovette girarsi per non continuare ad assistere a quello spettacolo, e non fu l’unica.
    In molti non riuscirono a sostenere lo sguardo dell’enorme essere che si divide in due parti lungo la vita, per poi svanire nel nulla, lasciando cadere per terra Zack, privo di forze.
     
    Dark come se niente fosse fece sparire i Keyblade.
    Poi appoggiò le mani all’impermeabile che si riparò completamente, per poi allontanarsi dal ring sparendo in un varco.



    Edited by darkroxas92 - 28/10/2010, 17:58
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