Kingdom Hearts Forum

Posts written by darkroxas92

  1. .
    Ed ecco qui il nuovo capitolo!
    Ebbene, ora che ho finito KH BBS finalmente mi è chiaro anche quel poco che mi era sfuggito, e con ciò ho trovato nuove idee per la ff.
    Come avevo già anticipato, in questo capitolo ci saranno PESANTI spoiler su BBS, compreso il finale è l'identità di Vanitas, quindi sconsiglio la lettura a tutti coloro che non hanno ancora finito la storia di Terra e Ventus (anche se è consigliabile aver finito il gioco e visto il finale segreto).
    Detto questo, passiamo alle recensioni:
    @ Liberty89: Beh, in effetti è vero che si trovano meno persone in un centro commerciale XD. Ah, spero ti piaccia la versione di Riku che apparirà in questo capitolo, anche se non mi sono dilungato XD
    @ Armitrael: Emh... lo scontro è già finito. L'ha eliminato Kairi
    @ francix94: Si, so che può sembrare senza senso, ma credimi, lo ha (anche se al momento nn posso dire di più, ma sei hai visto il segret ending di bbs forse ti può essere più chiaro...)
     
    E ora, buona lettura

    Capitolo 42: X-Blade - Torna all'indice dei capitoli
    “Aspetta…” chiese Riku, continuando a procedere per le scale. “Ci stai dicendo che poco più di dieci anni fa, questi tre custodi hanno affrontato Xehanort e Vanitas?”
    “Non lo so con sicurezza. Vi ricordo che io sono rimasta bloccata sulla Terra quando ciò è accaduto.”
    “E non è sopravvissuto nessuno in grado di dirci la verità oltre ai diretti interessati?”
    “La prima cosa che ho fatto dopo aver lasciato la Terra è stato dirigermi nella sede principale della scuola. Ma non sono stata in grado di trovarla...”
    “Sede principale?”
    “Quella a Radiant Garden non era quella principale. Non c’ero mai stata, ma ne avevo sentito parlare. Là c’era uno dei tre grandi Maestri del Keyblade.”
    “Uh? Di chi stai parlando?”
    “Anni fa c’erano tre custodi che si distinsero. Uno di loro era Xehanort.”
    “Ehi, aspetta. Ci stai dicendo… che Xehanort era un custode del Keyblade?” chiese Riku.
    “Sì, è così”
    “Ma non è possibile! Se fosse stato così, perché non lo avrebbe usato contro di noi? Abbiamo combattuto ed eliminato sia il suo Heartless che il suo Nessuno!”
    “Non so chi fosse in realtà quel tipo che avete affrontano, ma non era il Xehanort di cui ero a conoscenza io.”
    “Cosa?”
    “Il Xehanort a cui mi sto riferendo era un vecchio. Infatti un altro dei tre custodi è Yen Sid.”
    “Yen Sid? È anche lui un custode?” chiese sorpresa Kairi.
    “Sì, anche se ha rinunciato alla carica. E infine c’era il Maestro Eraqus.”
    “Non l’ho mai sentito prima…”
    “Purtroppo non ho la più pallida idea di che fine abbia fatto…” concluse Hikari, entrando nella sala successiva.
    Si ritrovarono circondati da orologi e clessidre giganti sospese a mezz’aria.
    “Che posto è questo?” chiese Kairi.
    “Non mi risulta che i sette vizi siano legati agli orologi…”
    “Infatti è così.” Disse una figura che si stava avvicinando a loro.
    Immediatamente i tre custodi evocarono il Keyblade.
    “Tu… Quindi anche tu sei dalla loro parte, Balance?” disse Hikari, mentre il ragazzo si fermava di fronte a loro.
    “Faccio parte di Dark, di conseguenza condivido i suoi pensieri, idee, poteri… E avevo già detto che non avrei interferito con il suo piano.”
    “Però credevo non l’avresti aiutato. Se ho capito bene, tu altri non sei che il Dark che sarebbe esistito se io non l’avessi incontrato, giusto?”
    “Sbagliato. È vero, io sono una versione alternativa di Dark, ma non perché lui ti ha incontrato… ma bensì perché tu sei stata sconfitta davanti ai suoi occhi.”
    “Come?”
    “Pensi che quel momento abbia semplicemente risvegliato i suoi veri poteri? Era pur sempre un bambino, sebbene mostrasse ben poche volte che aveva anche lui dei sentimenti.”
    “E allora?” chiese Riku. “Non mi sembra un valido motivo per cercare di portare nell’universo il caos!”
    “Forse hai ragione… ma quando Dark scoprì gli altri due custodi presenti sulla Terra, decise con loro di mettere in atto questo piano.”
    “Vanitas ha eliminato il precedente Dark, per giunta sotto i suoi occhi! Perché dovrebbe riportarlo in vita?”
    “Perché ha capito che Vanitas è imbattibile. Nemmeno usando tutto il suo potere potrebbe riuscire a batterlo. Questo almeno fino a quando esisteranno Sora e Ventus.”
    “E loro cosa c’entrano con Vanitas?” chiese Kairi.
    “Hikari! Rispondi a questa domanda: hai mai visto in volto Vanitas?”
    La custode rimase spiazzata da quella domanda.
    “No… Non se l’è mai levata…”
    “Ti ricordi la sua voce? Intento prima del suo ritorno.”
    “La sua voce… Era la stessa… E allora?”
    “Suvvia, e dire che è così facile. Per tutto questo tempo siete stati affianco di un’altra persona con la stessa identica voce e non te ne sei nemmeno accorta?”
    “La stessa voce… Aspetta… Vuoi dire che…”
    “Sora non ha al suo interno Vanitas… Sora È Vanitas!”
    A quell’affermazione l’aria stessa sembrò fermarsi.
    “Cos’hai detto?” chiese sorpreso Riku. “Come può Sora essere Vanitas?”
    “Potete anche non credermi. Ma non appena Vanitas si risveglierà vi sarà tutto chiaro. Ad ogni modo, potete dimenticarvi il Sora che conoscevate. Non lo rivedrete mai più!”
    A quel punto Kairi evocò il Keyblade.
    “Non permetteremo che ciò succeda! Salveremo Sora ad ogni costo!”
    “Non volete proprio capire, vero? È già troppo tardi per salvarlo.”
    Detto questo, Balance creò una sfera davanti a se, dentro la quale apparve il volto di Sora.
    I custodi notarono subito che c’era qualcosa di diverso in lui.
    I capelli non erano più a punta, ed erano tutti giù, lunghi fino alle spalle. In più sembravano anche più scuri.
    Il suo volto era leggermente diverso, come se fosse un pochino più vecchio, anche se aveva mantenuto gli stessi lineamenti.
    Gli occhi invece erano chiusi.
    “Cosa gli avete fatto?” chiese Kairi.
    “Il risveglio di Vanitas è un procedimento molto lento. Per questo abbiamo deciso di accelerarlo.”
    “Accelerarlo? Vuoi dire che…”
    “Precisamente. In questo momento Sora si trova in una sfera dove il tempo è alterato e scorre più velocemente. Credo che nel giro di qualche ora Sora cesserà di esistere, lasciando il posto a Vanitas.”
    “Maledetti… Vorrà dire che impediremo che il procedimento si concluda!”
    “E poi ci sono anche Terra e Ventus. Non riuscirete nel vostro intendo!”
    “Terra e Ventus dite… E voi credette di potervi fidare di loro?”
    “Cosa intendi dire?”
    “Hikari, tu non hai mai visto nemmeno Terra senza armatura, giusto?”
    “Uh? No, non l’avevo mai visto prima, ne ho solo sentito parlare da Ven. Perché?”
    “Perché se conoscessi il suo volto, non ti fideresti di lui facilmente.”
    “Basta chiacchere!” lo interruppe Riku.
    “Come vuoi. Allora lasciate che vi mostri la mia arma!”
    Detto ciò, Balance fece apparire il Portafortuna e il Lontano Ricordo.
    “Lasciate che vi mostri uno dei Keyblade più potenti dell’universo!”
    In quel momento i due Keyblade si illuminarono, diventando due luci: una nera e una bianca.
    “Uno dei Keyblade più potenti? Di cosa stai parlando?” chiese Hikari, mentre Balance incrociava le due luci.
    “Dell’X-Blade.” Rispose il custode, mentre le due luci sparivano, lasciando nella sua mano una nuova arma.
    Il Portafortuna e il Lontano Ricordo si erano incrociati tra di loro, formando una X, e nello spazio tra le due lame s’era creata una terza lama, uguale a quella di una spada.
    “L’X-Blade?!” ripeté spaventata Hikari. “Non è possibile!”
    “Di cosa state parlando?” chiese Riku.
    “L’X-Blade… Si dice che il primo custode fosse in suo possesso, e che fosse un’arma invincibile. Chi la possiede è imbattibile… Tanto che molti anni fa i custodi ingaggiarono tra di loro una guerra senza precedenti per entrarne in possesso… La stessa guerra che ha causato la divisione dei mondi…”
    “Cosa? Vuoi dire che non abbiamo nessuna speranza?”
    “Non preoccupatevi.” Disse Balance, abbassando l’X-Blade. “Questo X-Blade è ancora incompleto. Devo essere unito a Dark per poterlo completare. E comunque sia, non voglio vincere facilmente. Che ne dici, Hikari, se oggi concludiamo quello scontro iniziato anni fa?”
    “Vuoi dire quello che abbiamo ingaggiato quando ci siamo incontrati la prima volta? Dubito che sia possibile, e lo sai bene.”
    “Tu dici? Bene, allora direi che è il momento di usare un altro dei poteri di custode dell’Equilibrio.”
    Non appena ebbe detto ciò, l’X-Blade s’illuminò, avvolgendo tutti i custodi con la sua luce.
     
    Hikari riaprì gli occhi qualche minuto dopo.
    Si ritrovò sdraiata per terra.
    La vista era ancora annebbiata per via della luce.
    Cercò di alzarsi in piedi e di muoversi, ma non appena ebbe fatto il primo passo cadde a terra, come se fosse inciampata in qualcosa.
    “Ma cos-” fece lei, per poi accorgersi che la manica le scivolava via dal braccio.
    “Che cos’è successo?” chiese una voce.
    Una voce che a Hikari ricordo quella di un bambino.
    “Non lo so… ehi, la mia voce è cambiata!” rispose Kairi.
    Fu solo allora che Hikari si rese conto che tutti e tre erano tornati bambini.
    “Balance!” urlò lei. “Cos’hai fatto?”
    Ma prima di ottenere una risposta, il pavimento venne attraversato da una specie di scarica elettrica, che colpì i tre custodi, senza però arrecarli nessun danno.
    Nel giro di pochi secondi i loro vestiti si adattarono alla loro nuova età, permettendogli così di muoversi liberamente.
    “Ho modificato il tessuto dei vostri abiti. Ora sono come quelli di Sora e non avrete problemi nel caso doveste cambiare aspetto, dimensioni o altro.” Disse un bambino dai capelli marrone scuro e con gli occhi azzurri, avvicinandosi a loro.
    “Cosa? Anche tu?”
    “Tutti gli esseri umani che si trovano in questa stanza sono soggetti a questo cambiamento. Io non faccio eccezione.” Rispose Balance, puntando contro Hikari l’X-Blade.
    “Perché? Perché sei così fissato con questo scontro?”
    “Non mi piace lasciare le cose in sospeso. Ma la cosa riguarda solo noi due: Riku e Kairi, per quel che mi riguarda, possono anche proseguire.”
    Hikari guardò i due custodi, per poi fargli cenno di andare.
    “Non possiamo lasciarti da sola!” urlò Kairi.
    “Non preoccuparti. Me la saprò cavare. Nonostante sia tornata bambina, sento che ho mantenuto la stessa forza che avevo prima. Non è così, Balance?”
    “Esattamente. L’unica cosa che è cambiata è il nostro aspetto, il resto è rimasto invariato.”
    “Va bene, allora noi ti passiamo avanti Hikari. Cerca di fare presto!” disse l’albino, per poi superare Balance, seguito da Kairi.
    “Credevo che ci avresti impedito a tutti e tre di raggiungere Sora.”
    “Dimentichi che non ci sono solo io. Ci sono ancora cinque peccati da eliminare, e dopo di loro dovranno vedersela con Rexenet, Light e Dark. Non metto in dubbio che volendo possano anche sconfiggerli, ma non uno dietro l’altro. Probabilmente riusciranno ad eliminare tutti i peccati rimanenti, ma contro gli altri non hanno speranze.”
    “Io non li sottovaluterei se fossi al vostro posto. Mentre noi non facevamo niente sono stati loro a salvare l’universo per due volte di seguito. Non sarà facile sconfiggerli!”
    “Forse hai ragione. E dimentichi che è stato Sora il personaggio principali in tutto ciò. E in più, qualcosa ha trattenuto il loro avversario.”
    “Xehanort sarebbe stato trattenuto da qualcosa? La vedo dura, sai?”
    “Vedo che non ti è ancora chiaro il piano completo. Vedi, quello che Sora, Riku e Kairi hanno affrontato e sconfitto non era il vero Xehanort. O meglio, non era solo lui…”
    Hikari spalancò gli occhi.
    “Cosa intendi dire?”
    “Quello che ho detto. Se mi sconfiggerai, ti dirò tutta la verità.”
    Non appena ebbe finito di parlare, Balance posizionò l’X-Blade per attaccare.
    “E va bene… se proprio non c’è altra soluzione…” rispose la custode, evocando il Keyblade e partendo all’attacco.
    L’impatto tra i due Keyblade fu di tale potenza da far tremare l’intera sala, creando delle crepe sul pavimento nel punto dell’impatto.
     
    “Pare che lo scontro sia cominciato” disse Rexenet.
    “Sarei tentato di andare a vedere come finirà…”
    “Ricordatevi che non possiamo lasciare incustodito Sora. Riku e Kairi non saranno ai loro livelli, ma sono di certo forti e non dobbiamo sottovalutarli. Senza considerare che presto arriveranno Terra e Ventus.” Rispose Dark, per poi girarsi verso una sfera dietro di lui, dentro la quale c’era Sora. “E presto sarà il momento di rivelare tutto il nostro potere…”
    “E con Balance? Credi veramente che andrà fino in fondo? Dopotutto la sua indole è buona, potrebbe non trovare il coraggio…”
    “Non preoccupatevi. Balance proprio come noi è interessato a svegliare Vanitas. Ma solo perché vuole eliminarlo personalmente.”
    “Umpf. Per sconfiggere Vanitas la prima volta ci sono voluti ben tre custodi. Crede veramente di poterlo sconfiggere?”
    “Chissà… forse la sua è solo testardaggine… dopotutto anch’io sono un tipo testardo, quindi credo sia l’opzione più probabile…” disse Dark. “Ma per sicurezza, credo sia il caso di fermare Terra e Ventus. Light, te la senti? Ora non hai più bisogno di trattenere la tua forza…”
    Light si girò verso l’uscita.
    “Non aspettavo altro. Farò vedere a Terra chi dei due è più forte.” Rispose, per poi allontanarsi.
     
    Riku e Kairi furono costretti a fermarsi per non perdere l’equilibrio.
    Avevano riacquistato la loro età non appena aveva cominciato a scendere le scale, e sapevano che lo scontro tra i due custodi non sarebbe stato proprio facile, ma non pensavano che potessero arrivare a far tremare quel luogo.
    “Dobbiamo muoverci.” Disse Riku, per poi ricominciare a scendere, seguito dall’amica.
     
    Hikari e Balance vennero spediti uno dalla parte opposta della sala a causa del contraccolpo.
    Ma non passò nemmeno mezzo minuto che i due erano di nuovo in rotta di collisione.
    Hikari creò nella mano libera una sfera di ghiaccio, mentre Balance una di fuoco.
    Quando i due custodi si scontrarono nuovamente, Keyblade contro X-Blade, fuoco contro ghiaccio, crearono un campo di forza che li avvolse completamente.
    Senza perdere tempo, Hikari saltò in alto, facendo scoppiare il campo e facendo cadere a terra una raffica di fulmini, che vennero spazzati via da una colonna di fuoco.
    “Vedo che ti piace proprio usare il fuoco, vero?” chiese Hikari.
    “Il fuoco distrugge tutto, incondizionatamente. Anche l’acqua alla fine ha la peggio contro di lui. Per questo lo prediligo agli altri elementi.” Rispose il custode, per poi creare una sfera di fuoco e una di ghiaccio, che poi fuse assieme.
    “Ma questo non significa che non usi anche gli altri!” disse, lanciando verso Hikari la sfera.
    Hikari fece per evitarla, ma a pochi metri da lei essa esplose, colpendola in pieno e facendola schiantare per terra.
    “Maledizione…” fece lei, per poi puntare il Keyblade verso Balance e far partire un raggio di luce, che venne però distrutto come se niente fosse dall’X-Blade.
    “È inutile, Hikari. Non sei in grado di battermi.”
    “Io aspetterei a parlare!” urlò lei, evocando il violino e cominciando a suonare.
    Immediatamente dal terreno sbucarono fuori una miriade di piante, che puntarono tutte verso Balance.
    Ma prima che potessero raggiungerlo, la terra sotto il custode si alzò, colpendo e distruggendo le piante.
    “Vedo che anche tu come Dark usi spesso l’alchimia…”
    “Oh, se temi che sia monotono risolvo subito!”
    Non appena ebbe finito di parlare, attorno a lui si crearono dal nulla decine di sfere azzurre, che sembravano girare su se stesse.
    “Il Rasengan?!”
    “Già… come vedi non ho nemmeno bisogno di crearlo manualmente.”
    Prima che la custode potesse replicare, la serie di Rasengan partì verso di lei, ad una velocità tale da impedirle di rispondere all’attacco e spedendola contro il muro.
    All’impatto Hikari sputò fuori del sangue e cadde a terra in ginocchio.
    “Tutto qui?” chiese Balance, avvicinandosi.
    Hikari tossì ancora sangue.
    “Non…Non sottovalutarmi, traditore!”
    Balance la guardò per qualche secondo, chiudendo gli occhi.
    Quando gli riaprì, essi erano diventati uno nero e uno bianco.
    “Traditore dici? Come potrei tradire qualcuno che non ho mai nemmeno considerato un compagno?” disse, per poi far di nuovo avvolgere tutto dalla luce.
    Quando Hikari riaprì gli occhi scoprì che il suo aspetto era cambiato nuovamente. Solo che non era tornata alla sua età originale, ma sembrava essere andata oltre.
    “Scusa, ma credo che dovremmo provare a combatterci con questo aspetto.” Disse Balance, anche lui più grande di prima.
    “Ancora non ho capito dove vuoi arrivare con queste tue trasformazioni…”
    “Sinceramente, non ho un motivo preciso. Diciamo solo che voglio dimostrarti che sono in grado di batterti in qualunque modo. E poi, questo scontro non è altro che un allenamento per entrambi. Chiunque vinca, si troverà a combattere contro un avversario più forte.”
    Hikari spalancò gli occhi.
    “Cosa vuoi dire?”
    “Tanto non è un segreto per Dark e gli altri. Il mio vero scopo è quello di affrontare Vanitas ed eliminarlo personalmente.”
    “Se è così perché ci stai ostacolando?”
    “Mi sembra ovvio: se voi doveste impedire a Sora di trasformarsi in Vanitas, io non potrei affrontarlo. E comunque, ti ho già detto che ho intenzione di chiudere tutti i conti lasciati in sospeso. E tu, come Vanitas, sei uno di questi.”
    “Capisco… A quanto pare anche i custodi dell’equilibrio possono cadere vittima dell’oscurità… Perché il Dark che credevo di conoscere non avrebbe mai messo in primo piano i suoi interessi personali… e ha finito con il contagiare anche la sua parte che doveva essere di luce…” disse la custode, puntando il Keyblade verso il possessore dell’X-Blade. “In questo caso farò ciò che è mio dovere! Balance, Dark, o come vuoi farti chiamare… Ti eliminerò una volta per tutte!”
    “Non farai in tempo…” rispose lui, sparendo nel nulla.
    Pochi secondi dopo Hikari spalancò gli occhi, lasciando cadere a terra il Keyblade.
    L’X-Blade l’aveva trafitta in pieno stomaco, e il terreno sotto di lei si stava riempiendo di sangue.
    Hikari con un ultimo sforzo spostò lo sguardo verso il Volto di Balance.
    “Ora diventerai parte di Vanitas.”
    Il custode estrasse l’X-Blade dalla custode, facendolo poi sparire.
    Hikari fece un sorriso, per poi cominciare a cadere all’indietro.
    Ma prima che riuscisse a toccare il suolo, sparì in una miriade di luci.
    L’unica cosa di Hikari che rimase fu il Keyblade.
    Balance tornò alla sua età originale, dopodiché prese il Portafortuna e sparì nel nulla.

    Edited by darkroxas92 - 28/10/2010, 18:23
  2. .
    CITAZIONE (Phantom of Dark @ 6/10/2010, 21:45)
    devi finire le richieste di wakka e selphie per selphie basta distruggere tutti i cubi rossoneri per wakka quelli con la stella e poi parlarci dopodiche vai sul tetto della baracca vicino al posto segreto e partira un filmato analizza la porta ed entraci batti tutti gli heartless nei due stage ed ecco fatto

    scusa, io ho fatto così, ma nonostante abbia distrutto tutti i cubi, non mi appare il filmato. con selphie dopo aver distrutto i cubi mi ha chiesto qualcosa a cui ho risposto con la prima opzione, mentre con wakka continua a ripetermi lo stesso dialogo
  3. .
    E finalmente ecco qui il nuovo capitolo!
    Ebbene sì, ormai siamo nel bel mezzo della vera battaglia per Sora: i custodi hanno ben poco tempo per raggiungerlo e salvarlo.
    E come promesso, da questo capitolo in avanti ci saranno spoiler su bbs (in questo capitolo minori, cioè niente che non si sapeva già prima, ma dal prossimo, titolo compresso, ci saranno pesanti spoiler, compreso il finale).
    Ma non voglia anticiparvi troppo ora, tranne che la discesa è ancora bella lunga... E nonostante i capitoli saranno più brevi del solito spero risultino di vostro gradimento.
    E ora rispondiamo alle recensioni:

    @ Armitrael: Beh, credo che dal titolo di questo capitolo tu abbia capito quale peccato toccherà a Riku. Menomale che non so nemmeno lontanamente cosa significhi essere veramente un lussurioso, altrimenti avrei fatto scappare un sacco di lettori se solo quella scena di Sora fa quest'effetto XD.
    @ francix94: ti rispondo sinceramente: all'inizio avevo pensato di far apparire anche gli opposti dei sette peccati, ma poi mi sono reso conto che non era proprio facile facile come discorso. Per Riku, presto lo saprai XD
    @ Liberty89: come ho detto prima, non sono un grande esperto i lussuria, dato che tra i peccati capitali è quello che di sicuro da me è assente (anche se non posso garantire per accidia e gola XD). Per il dietro le quinte... presto si saprà tutto quanto.

    Ok, fatto ciò, annuncio che probabilmente la ff subirà un leggero rallentamento, causa esami, ma cercherò di aggiornare il prima possibile (quindi fine periodo tabù causa bbs XD).

    E ora, buona lettura

    Capitolo 41: Wrath - Torna all'indice dei capitoli
    “Accidenti… certo che Sora ha un cuore bello profondo…” si lamentò Riku, continuando a scendere.
    Ma il rumore di un esplosione lo costrinse a guardare in alto, vedendo così del fuoco uscire dall’inizio delle scale.
    “Speriamo che stiano bene…” si disse, per poi riprendere la discesa, intravedendo finalmente l’uscita.
    “Finalmente…”
    Ma quando uscì, si ritrovo in una stanza completamente in preda alle fiamme.
    “Ugh… Ci mancava questa…” disse il custode, coprendosi il volto.
    “Prima di reagire dovresti verificare. Questo fuoco non brucia… Non ancora almeno…” disse una voce, mentre una figura incappucciata si avvicinava al custode, passando in mezzo alle fiamme come se niente fosse.
    “Chi sei?”
    “Il mio nome è Wrath. E sono il tuo avversario.”
    “Wrath? Mai sentito prima…”
    “Umpf. Figuriamoci. Dopotutto non hai pensato altro che a come diventare più forte in questi ultimi anni, o sbaglio? Di certo non potevi documentarti…”
    “Bada a ciò che dici!”
    “Lust avrebbe dovuto fare più attenzione. Ma in parte preferisco così. Almeno mi potrò occupare anche di loro.”
    “Loro? Intendi forse Kairi e Hikari?”
    “Bingo. Hanno appena sconfitto mio fratello. E ciò mi rende furioso, sai?”
    “E con questo?” chiese Riku, evocando il Keyblade.
    “Con questo segnerò la tua fine” rispose l’avversario, evocando un Keyblade rosso.
    “Un Keyblade?”
    “Sorpreso, vero?” disse la figura incappucciata, mostrandogli il volto.
    “Sora?!”
    “Una parte se vogliamo essere precisi. Come queste fiamme, io rappresento l’ira di Sora. Per questo il mio nome è Wrath.”
    “Quindi Dark è arrivato fino a questo punto… Quindi anche quello di prima era…”
    “Lui rappresentava la lussuria, ma a essere sincero, era il più debole di noi. Forse perché alla fin fine era il sentimento praticamente inesistente di Sora.”
    “Noi? Vuoi dire che ce ne sono altri?”
    “Ascoltami bene perché detesto ripetermi: esistono sette sentimenti che solitamente vengono sempre nascosti. Lussuria, ira, gola, accidia, gelosia, superbia e avarizia. Anche se il nome con il quale solitamente vengono chiamati è Peccati Capitali. Dark si è semplicemente limitato a tirarci fuori dal cuore di Sora, facendoci così prendere vita propria e facilitando il lavoro di Vanitas.”
    “Dov’è il vero Sora?” chiese Riku.
    “In fondo alle scale. Ma come immagino avrai già capito, oltre a me ci sono altri cinque sentimenti capitali da sconfiggere. E dato che non riuscirete a sconfiggere nemmeno te, potete anche dimenticarvi di Sora. Presto Vanitas avrà la meglio.”
    “Non lo permetterò! Ti sconfiggerò, come anche i tuoi fratelli. In fondo, uno è già fuori gioco a quanto ho capito, no?”
    “I tipi come te proprio non li sopporto. Sanno già che perderanno ma non lo ammettono… Sei proprio uno stupido.”
    “Meglio stupido che traditore, no?”
    Non appena ebbe detto quella frase, il fuoco sembrò aumentare.
    “Attento a come parli.” Disse Wrath, puntando il Keyblade contro Riku. “O potrei eliminarti in pochi secondi senza lasciare nessuna traccia della tua esistenza.”
    “Questo è da vedere!” rispose il custode, per poi creare e lanciare contro l’avversario una sfera di ghiaccio, che venne inghiottita dalle fiamme prima che raggiungesse l’obiettivo.
    “È inutile. Qui il fuoco è ai miei ordini.” Rispose Wrath, per poi farsi avvolgere dal fuoco.
    Ma prima che riuscisse ad attaccare, tra i due avversari comparve dal nulla un’altra persona incappucciata.
    “Sloth, spero che tu abbia un ben valido motivo per sbucare fuori dal nulla in questo modo.”
    “Un altro?” chiese Riku sorpreso.
    “Dedesto farlo, ma è il mio dovere. Ci sono altre due persone che sono arrivate. Ho già avvertito Dark, Rexenet, Light e gli altri nostri fratelli. Ora mi manca solo Lust.” Disse il nuovo arrivato, senza mostrare nessun tipo di emozione nella sua voce.
    “Lust è stato eliminato. Ma sei riuscito a indentificarli?”
    “No, non li ho percepiti prima. Anche se uno sembra famigliare, come se fosse già stato qui…”
    “Impossibile! Nessuno può essere entrato prima d’oggi, e lo sai bene! Dark cos’ha detto?”
    “Si è lamentato del fatto che sembra che il destino non voglia lasciare che il suo piano abbia successo. E in più ci ha detto che se dovessimo incontrarli di non provare ad ostacolarli, dato che contro di loro non avremmo nessuna possibilità di vittoria.”
    “In pratica dovremmo scapare con la coda tra le gambe, eh? Di chiunque si tratti, non possono di certo essere più temibili di questi ragazzini.”
    “Sono coloro che in passato hanno sconfitto Vanitas.” Disse Sloth, facendo spalancare gli occhi sia a Riku che a Wrath.
    “Stai scherzando, vero?”
    “Non ho nessun interesse nel scherzare. Ma tu e Pride sembrate che non riusciate a capirlo. Lui ha tentato di eliminarmi quando gliel’ho detto.” Concluse, per poi sparire nel nulla.
    “Sembra che non ci sia più tempo per divertirmi…” disse l’incarnazione dell’ira, per poi prepararsi a colpire Riku.
    Ma prima di riuscirci, davanti a Riku apparve un Keyblade, che parò l’attacco.
    “Cosa?” chiese sorpreso Wrath. “Che trucco è questo?”
    “Nessun trucco.” Rispose una voce alle spalle di Riku, anticipando due persone.
    Riku riconobbe subito l’armatura di Terra, che avanzava verso di loro accompagnata da un’altra armatura, più piccola.
    Il nuovo Keyblade sparì per riapparire nelle mani di quest’ultimo.
    “E tu chi sei?” chiese la copia di Sora.
    “Ottima domanda. Purtroppo per te, non posso risponderti. Niente di personale, ma abbiamo fretta di raggiungere il tuo capo e dirgliene quattro.” Rispose l’armatura.
    “Allora siete voi gli intrusi, vero? Non importa, eliminerò anche voi!”
    Detto questo, le fiamme avvolsero completamente le due armature, creando un ciclone di fuoco.
    “Resistete a questo se ci riuscite!”
    Ma sotto gli occhi sorpresi di Wrath e Riku, il ciclone si spezzò letteralmente a metà, rivelando Terra che aveva in mano il Keyblade.
    “Sembra che tu ci stia sottovalutando” disse lui. “Tu che dici, Ventus?”
    “Non vale niente. Possiamo anche lasciarlo a Riku. Noi continuiamo tranquillamente.” Rispose l’altra armatura.
    “Ventus?” chiese Riku. “Aspetta, ma allora tu…”
    “Non c’è tempo per le spiegazioni. Ogni minuto che passa Vanitas prende sempre di più il sopravento, e non possiamo permetterlo. Lasciamo questa brutta copia di Sora a te. Sono sicuro che non avrai nessun problema.” Rispose il custode, per poi avviarsi verso l’uscita seguito da Terra.
    “Non vi farò passare!” si mise in mezzo Wrath.
    Ma prima che potesse fare qualsiasi cosa, venne sbalzato in aria da una forza invisibile, per poi ricadere davanti a Riku.
    “Non provare a ostacolarci. La prossima volta non avremo pietà.” Disse Terra, per poi proseguire assieme a Ven verso l’uscita.
    “Grr…”
    Wrath chiuse le mani a pugno per la rabbia.
    “Maledizione… Ci mancavano solo loro due…”
    “Così sono stati loro a sconfiggere Vanitas, eh?” chiese Riku.
    “Non so come siano andate esattamente le cose, ma so che sono stati loro a combatterlo, dopodiché sono spariti assieme a lui. Almeno, questo è ciò che ci ha detto Dark.”
    “Stai dicendo che Dark potrebbe essere a conoscenza della verità?”
    “E chi lo sa. L’importante è che sa quello che sta facendo. E così presto arriverà anche lui.”
    “Lui? A chi ti stai riferendo?”
    Ma prima che riuscisse a ottenere la risposta, un oggetto sfrecciò accanto al volto di Riku.
    Pochi secondi dopo, il volto di Wrath venne trapassato in pieno da un Keyblade, che il custode riconobbe immediatamente.
    “Tutto bene Riku?” chiese Kairi, raggiungendolo accompagnata da Hikari, mentre l’incarnazione dell’ira svaniva nel nulla, lasciando cadere a terra un cristallo bianco, che Riku prese, per poi girarsi verso le due custodi, notando che erano entrambe ferite.
    “Si, mi è andata bene, ma solo grazie a-“
    “Terra e Ven, vero?” lo interruppe Hikari.
    “Sì. Sono andati avanti. Dark ha ordinato a questo… clone di Sora di non attaccarli, ma lui l’ha voluto fare lo stesso. Lo hanno letteralmente fatto volare in aria senza nemmeno toccarlo…”
    “Ora come ora sono gli unici in grado di fermare Vanitas… Anche se al momento manca il terzo elemento del trio…”
    “Il terzo elemento?” chiese Kairi.
    “Aqua…” rispose la custode.

    Edited by darkroxas92 - 28/10/2010, 18:22
  4. .
    secondo me faranno come con dissidia, che hanno semplicemente portato in Giappone la nostra versione europea, senza aggiungere o modificare niente
  5. .
    Ed ecco qui il nuovo capitolo.
    Come avete visto nel precedente capitolo, Dark ha rivelato le sue vere intenzioni, e ora i tre custodi rimasti hanno solo poche ore per salvare Sora.
    E oltre a Dark, Rexenet e Light ci sono altri sette individui pronti a impedire che ciò avvenga.
    Da come hanno parlato, immagino che tutti voi vi siate fatti un'idea sulla loro intendità, che in realtà è più scondata di quanto credessi XD.
    Poi volevo avvertire che dal prossimo capitolo ci saranno spoiler ancora più pesanti su BBS (si parlerà del finale), quindi approfitando anche della mia assenza della prossima settimana, il prossimo capitolo verrà pubblicato solo dopo l'uscita italiana del gioco.
    Ringrazio Liberty89 per avermi fatto da betareader per questo capitolo.
    Detto questo, ecco le risposte alle recensioni:
    @ Liberty89: beh, non posso nascondere il fatto che come hai detto c'è ancora altro da scoprire. Ma posso assicurarti che Light e Dark hanno realmente finto di odiarsi. Anche se ovviamente ci sono stati cmq dei disapori, ma niente di grave. Per i sette individi... beh, oltre ad avere indovinato subito hai anche già letto questo capitolo, quindi sai già più che bene di chi si tratta XD
    @ francix94: mi fa piacere che la ff risulti misteriosa... era proprio a quello che puntavo XD. Per il colpo di scena... credo fosse uno dei pochi rimasti che poteva ancora sorprendere (dopo l'aparizione di Nausicaa intendo XD). Per Hikari, Riku e Kairi... chissà. Certo, sono decisamente in minoranza numerica... per i sette individui, credo che hai capito di chi si tratti, no?
    @ Armitrael: sono contento che quest'ultimo capitolo ti sia piaciuto. spero solo di riuscire ancora a sorprendere XD
     
    Dettp questo, vi auguro buona lettura (sperando di tornare vivo dal viaggio e poter continuare XD)

    Capitolo 40: Lust - Torna all'indice dei capitoli
    I tre custodi continuavano a correre scendendo le scale.
    “Ma quanto sono lunghe?” chiese Riku. “Sono già più di dieci minuti che corriamo e non si vede nemmeno la fine!”
    “Stiamo attraversando un intero cuore. Non ti sarai davvero aspettato che fosse poca la strada da fare, vero?”
    “Ehi, laggiù c’è una luce!” disse Kairi, indicando un punto luminoso sotto di loro.
    “Allora forse ci siamo” rispose Hikari, raggiungendo per prima l’uscita.
    Quello che videro li lasciò sorpresi.
    Si trovavano in un enorme campo di fiori, percorso da un lieve venticello.
    “E questo cosa significa?” chiese Riku, guardandosi attorno.
    “A quanto pare ci sono più piani in questo posto.” Rispose Hikari, per poi indicare delle scale poco lontane, che continuavano a scendere.
    “Era troppo bello, vero?” disse il custode, per poi dirigersi verso le scale, seguito dalle due compagne.
    Riku raggiunse le scale senza problemi, ma si fermò quando vide che né Kairi né Hikari erano dietro di lui.
    Quando si girò verso di loro, vide che erano rimaste bloccate poco prima delle scale, e che stavano sbattendo i pugni contro una specie di muro invisibile.
    “Spiacente, ma voi due non potrete proseguire” disse una voce che riecheggio nel campo.
    “Chi sei?” urlò Kairi, per poi vedere apparire dal nulla di fronte a se una figura vestita come l’organizzazione XIII, incappucciata.
    “Solo Riku potrà proseguire senza problemi. Ma voi due dovrete prima battermi, e sappiate che non ho intenzione di lasciarmi sfuggire due bocconcini come voi… Eh eh eh…”
    “Kairi! Hikari!” urlò Riku, provando a raggiungerle senza successo, venendo fermato anch’esso dalla barriera.
    “Non preoccuparti per noi Riku. Vai avanti e raggiungi Vanitas il prima possibile. Ti seguiremo non appena avremo battuto questo sbruffone!” disse la custode.
    Riku si girò verso Kairi, che annuì.
    “Va bene… Vi aspetterò alla fine delle scale!” disse, per poi ricominciare la discesa.
    “Povero stupido, è veramente convinto di poter raggiungere Vanitas così facilmente?” chiese ad alta voce il nuovo arrivato. “È stato fortunato che non è nel mio interesse, o non avrebbe avuto scampo fin dall’inizio. Ma ci penseranno i miei fratelli a sistemarlo.”
    “I tuoi fratelli?” chiese Kairi, evocando il Keyblade. “Quindi non sei da solo, giusto?”
    “Esattamente. Ma avevo chiesto di lasciarmi voi due. Come ho già detto, non potevo lasciarmi sfuggire due bocconcini come voi…”
    “Da come parli sembri un pervertito” disse Hikari, puntandogli contro il Keyblade.
    “Forse, dato che il mio nome è proprio Lust.”
    “Lust?” chiese Kairi. “E che cosa significa?”
    “Lussuria” rispose la sorella. “Fammi indovinare, i tuoi fratelli a questo punto immagino siano sei, vero?”
    “Oh, vedo che hai capito subito. Dopotutto da te me lo aspettavo, a differenza di quell’oca di tua sorella, che non è nemmeno riuscita a fermare Dark quando ne aveva l’occasione.”
    “Come fai a saperlo? Ci conosciamo?”
    “Stavolta mi deludi” disse la figura, cominciando a togliersi il cappuccio. “E dire che non dovreste esservi dimenticati di me.”
    Le due custodi guardarono inorridite il volto dell’avversario, che evocò la Catena Regale.
    “Allora… rimaste senza parole? Ma così non ci sarà divertimento” disse Sora, leccandosi il labbro superiore.
    “Impossibile… Come può essere?” chiese Kairi.
    “Il colpo di Dark.” Rispose Lust. “Non si è limitato ad aprire solo la serratura del Sora originale, ma ha liberato le sue sette personalità nascoste. Immagino che Hikari abbia già capito ormai chi è che sta aspettando Riku al piano di sotto, vero?”
    “Dark… Cos’hai fatto?” chiese Hikari, per poi lanciarsi all’attacco, creando in mano una sfera di fuoco con la quale colpì in pieno l’incarnazione della lussuria, che volò diversi metri più in là.
    “Kairi, non lasciarti ingannare dall’aspetto!” disse. “Quello non è Sora. Almeno, non il Sora che abbiamo conosciuto noi. Dobbiamo eliminarlo, senza alcun timore!”
    “Eliminarmi?” chiese lui, rialzandosi come se niente fosse. “Credete di potercela fare da sole?”
    “Non ci sottovalutare!”
    “Come vuoi…” rispose lui, sorridendo. “Allora vi dirò una cosa: fin dal primo momento che avete messo piede su questo piano vi siete condannate da sole.”
    “Cosa vuoi dire?”
    “Questo campo… non è altri che una mia arma. Lasciate che ve lo dimostri.”
    Non appena Lust terminò la frase, il vento cominciò ad aumentare d’intensità, sollevando sempre più petali.
    “Devo ammettere che non è granché come vista” disse il custode. “Ma è efficace.”
    Prima che Hikari e Kairi potessero reagire, tutti i petali sollevati dal vento si diressero verso di loro.
    Invece di essere semplici petali, essi risultarono essere come delle piccole lame, che colpirono in pieno le due custodi, con tanta forza da riuscire anche a sollevarle da terra, e riempiendole di tagli.
    Quando le due ricaddero a terra, il terreno sotto di loro cominciò a tingersi di rosso, mentre Lust faceva sparire il Keyblade.
    “Che delusione… E dire che credevo sareste state più difficili da battere… Lui non sarà contento di sapere che qualcuno le ha eliminate prima di lui, ma se sarà fortunato si occuperà di Riku…”
    “Non…” disse Kairi, alzandosi a fatica. “Non ho ben capito chi tu sia… Ma non ti permetto… Non ti permetto di usare il corpo di Sora per parlare in questo modo…”
    “Oh, sei ancora viva? Allora il fatto che sei una delle sette principesse significa qualcosa. Anche se forse non meriteresti nemmeno più quel titolo, dato che l’oscurità è entrata anche dentro di te.”
    “Come?”
    “Una principessa non potrebbe evocare un Keyblade, per il semplice motivo che esso non è fatto solo di luce. Se tu riesci ad evocarlo significa che il tuo cuore non è più puro.”
    Kairi non rispose subito.
    “Forse hai ragione…” rispose infine, evocando la sua arma. “Ma se l’unico prezzo da pagare è quello di rinunciare al titolo di principessa, mi sta più che bene. In fondo, non mi sono mai sentita tale!”
    “A quanto pare di te me ne dovrò occupare personalmente… Meglio così!” disse Lust, evocando anche lui il Keyblade. “Ma sai che se dovessi usare nuovamente l’attacco di prima, per te e la tua sorellina non ci sarebbe scampo, vero?”
    “Non riuscirai più a colpirci.”
    “Ma se tu riesci a malapena a stare in piedi, mentre lei ancora non ha ripreso i sensi, sempre se non sia morta.”
    “Ne sei sicuro?” chiese Hikari alle sue spalle, colpendolo con il Keyblade.
    Lui riuscì a spostarsi giusto in tempo per essere preso di striscio, continuando a fissare l’altra Hikari che era ancora a terra.
    “Com’è possibile? Come fanno ad esserci due Hikari?”
    Ma non appena lo ebbe chiesto, il corpo della custode a terra svanì nel nulla.
    “Credevi forse che non avessi qualche asso nella manica? È vero, mi consuma molte energie, ma quell’immagine olografica viene decisamente bene, non pensi anche tu?”
    “Maledetta…”
    In tutta risposta, Hikari evocò il suo violino.
    “E non sei nemmeno l’unico in possesso di una seconda arma”
    Non appena finì la frase, Hikari cominciò a suonare.
    Prima che Lust potesse reagire, dal suolo partirono verso di lui una serie di piante, che lo colpirono fulminandolo.
    “Urgh… Credevo che non essendo più un Nessuno non potessi più utilizzare quest’attacco…”
    “Le apparenze ingannano. Io sono la stessa di quando ero un Nessuno, con l’unica differenza che sono rientrata in possesso del mio cuore.”
    “Se le cose stanno così… Allora non mi resta altra scelta…” disse la copia di Sora, per poi venire assorbita dal campo.
    “Dov’è finito?” chiese Kairi, guardandosi attorno.
    “Sono in grado di usare ogni pianta come desidero…” disse la voce di Lust.
    “E posso manipolarle a mio piacimento!” continuò, mentre di fronte alle due custodi si alzava una piccola montagna.
    “Non avrò nessuna pietà di voi. Diventerete parte di Vanitas!” urlò la montagna, mentre sulla cima si creava una copia di Lust, che però aveva i piedi fissati dentro la terra.
    “Niente male… Quindi è davvero in grado di controllare completamente questo elemento…” commentò Hikari, preparandosi a colpire.
    “Me ne occupo io. Tu pensa a proteggerti.” Disse Kairi alla sorella.
    “Cosa?”
    “Se non sono in grado di sconfiggere lui, non avrò nessuna speranza contro Dark. Per questo voglio pensarci personalmente!”
    La sorella maggiore la osservò, per poi sospirare e far sparire il Keyblade.
    “Non c’è nessuna possibilità che tu desista, vero?”
    “Già…”
    “Allora non mi resta che augurarti buona fortuna.”
    “Grazie.”
    Detto ciò, Kairi venne avvolta dal fuoco.
    “Lust, Sora, o chiunque tu dica di essere. Sappi che non posso perdonarti per aver preso quell’aspetto. Perciò preparati a scomparire!”
    Come risposta, dalla montagna partirono una serie di vere e proprie braccia di terra dirette verso la custode, che le tagliò usando il Keyblade, per poi cominciare a correre verso Lust, facendo avvolgere anche la sua chiave dalle fiamme.
    “Prendi questo!” urlò, per poi lanciarsi contro la montagna, trafiggendola e sbucando fuori dall’altra parte.
    Per qualche secondo non accadde niente.
    “Tutto qui?” chiese l’incarnazione della lussuria, girandosi verso di lei.
    “Sì, tutto qui. È finita.” Rispose la custode, mentre le fiamme attorno a lei si spegnevano e il Keyblade spariva.
    Lust fece per replicare, ma dal buco creato da Kairi cominciarono a uscire una serie di fiamme, che finirono con il far esplodere l’intera montagna, creando così un vortice di fuoco che bruciò completamente il campo, senza lasciare intero nemmeno un misero petalo.
     
    Quando il vortice sparì, le due custodi videro a terra Lust, che era ancora in piedi, sebbene era chiaro che non sarebbe riuscito più a muoversi.
    “Complimenti…” disse lui. “Sconfiggere la lussuria usando il fuoco… la cosa è quasi ironica…”
    “Dicci quali sono le vostre vere intenzioni. Se Vanitas dovesse avere la meglio, non perireste anche voi?” chiese Hikari.
    Lust scoppiò a ridere.
    “Credi davvero che sia così? Se non fosse per Vanitas noi non esisteremmo nemmeno!” rispose, cominciando a sparire. “Comunque sia, ricordatevi questo: avete vinto questo round, ma restano ancora i miei sei fratelli. E probabilmente per quando raggiungerete il vostro amico, egli sarà già stato sconfitto…”
    “Non credere che Riku si faccia battere così facilmente.” Disse Kairi.
    “Lo vedrete… coi vostri stessi… occhi…” commentò Lust, per poi sparire completamente, lasciando cadere a terra un cristallo bianco.
    “E questo cos’è?” chiese Hikari, prendendo il cristallo.
    “Non abbiamo tempo per fermarci a domandarcelo. Dobbiamo raggiungere Riku il prima possibile!”
    “Giusto.” Rispose lei, mettendosi il cristallo in tasca, per poi correre assieme alla sorella giù per le scale.

    Edited by darkroxas92 - 28/10/2010, 18:20
  6. .
    Ed eccomi di ritorno dalle vacanze.
    Come promesso, ecco qui il nuovo capitolo.
    Avverto che da questo momento in poi, la ff comincerà a includere PESANTI spoiler su BBS, quindi non biasimo chi non vorrà leggere questi capitoli. Questo ovviamente solo fino al 12 settembre (suvvia, vi lascio anche due giorni per finire bbs XD).
    Idiozie a parte, da questo momento potete dimenticarvi tutto ciò di cui eravate convinti su questa ff, perché sto per stravolgere tutto.
    Ma ora basta con le anticipazioni. Ecco le risposte alle recensioni:
    @ Liberty89: Eh, lo so che il buon 99% avrebbe preferito Kairi al posto di Sora... ma non è ancora detta l'ultima parola. Per quanto riguarda Excalibur... non so che i custodi l'avrebbero soportato a lungo XD
    @ francix94: beh, è inutile che ti dica chi era che stava parlando, perché credo che sarà abbastanza chiaro da questo capitolo... per quanto riguarda i tempi, mi dispiace, ma non ho potuto pubblicare (ci ho provato, ma non prendeva nemmeno la chiavetta XD)
     
    E ora, buona lettura (e fatemi sapere le vostre idee sui misteriosi individui)

    Capitolo 39: Tradimento! - Torna all'indice dei capitoli
    Kairi rimase con gli occhi privi di ogni tipo di espressione.
    Vide Dark tirare fuori il Keyblade dal petto di Sora.
    Vide il corpo del custode rimanere in piedi per qualche secondo, per poi cadere all’indietro, con gli occhi privi di vita.
    Poi un urlo riecheggiò nell’oscurità.
    “SORA!!!” urlò Kairi.
    Un urlò carico di dolore. E rabbia.
    “DARK!!!” urlò ancora la custode, evocando il Keyblade e attaccandolo.
    Ma prima che il Keyblade potesse raggiungerlo, una lama nera impedì che ciò avvenisse.
    “Cosa?” disse sorpresa la custode, vedendo che Rexenet aveva difeso Dark.
    “Cosa pensavi di fare a Dark?” chiese Light, raggiungendoli.
    “Ha trafitto Sora in pieno petto! Deve Pagarla!” urlò lei, cercando di attaccare nuovamente il custode dell’equilibrio, ma stavolta sia il Keyblade nero che quello oro si misero in mezzo.
    “Perché mi fermate?” chiese lei. “Non è anche vostro nemico? Lasciatemelo uccidere!”
    “Nemico?” chiese Dark. “Perché dovrebbero considerarmi loro nemico?”
    “Come?”
    “Povera stupida. Non riesci proprio a capire?” chiese Rexenet. “Tutto quello successo finora faceva parte dei nostri piani. O meglio, quasi tutto. Era previsto l’attacco di Heartless sulla Terra. Era previsto che io mi unissi a Malefica. Era previsto che Dark mi distruggesse per farmi diventare un Nessuno. Era previsto il mio arrivo per impiantare dentro di Sora i resti di Vanitas. Era previsto il finto sacrificio di Dark per far finta di purificare Sora. Ma cosa più importante, il fatto che Dark vi abbia aiutato finora, questo è stato il clue. È stata tutta una finzione!”
    “No… Non ci credo…”
    “È così” le rispose Light. “Anche il nostro odio era una finzione. Come il fatto che Dark e Rexenet non si conoscessero prima di quell’episodio!”
    Kairi osservava i tre custodi con gli occhi sgranati.
    “Ci siamo allenati assieme per anni. Con l’unico obiettivo di poter un giorno far trionfare il caos nell’universo. Abbiamo finto di non conoscerci, di odiarci tra di noi solo per far cadere tutti in trappola. Tutti hanno creduto che fosse realmente così! Malefica, il Re, voi…” disse Dark.
    “Ma tu sei il custode dell’equilibrio!” urlò la custode. “Tu dovresti impedire che il caos trionfi, non aiutarlo!”
    “Le cose non sono mai come sembrano” rispose lui, per poi girarsi e parare l’affondo da parte di Hikari, che si era buttata contro di lui con il Keyblade.
    “Oh, ma guarda, c’è l’imprevisto.” Disse Light, girandosi verso la custode.
    “Come hai potuto? Noi ci fidavamo di te! Sora ha sofferto quando ha scoperto che ti eri sacrificato per lui, e ora vieni fuori dicendo che era tutto pianificato?”
    “In effetti qualcosa non lo avevamo previsto…” rispose lui. “A partire da te. Ti credevo morta definitivamente. E non pensavo nemmeno lontanamente che il tuo cuore avesse trovato rifugio dentro al mio. Come non avevo nemmeno previsto l’arrivo di Lan. In teoria doveva essere Light a recuperarmi dall’oblio usando la sua luce, ma fortunatamente il risultato è stato lo stesso. E infine, e potrei definirlo l’imprevisto più grave, l’apparizione di Balance, cioè come sarei stato se non avessi ceduto all’oscurità!”
    “Aspetta… Stai forse dicendo che voi… Avete pianificato tutto ciò solo per arrivare a questo punto? Quali sono le vostre intenzioni?”
    “Vanitas.” Rispose il custode dell’equilibrio.
    “Vanitas?”
    “Il potere che ho passato a Sora alla fine del torneo non è mai stato sufficiente per il suo risveglio.” Disse Rexenet.
    “Risveglio? Aspetta, non stai forse dicendo…”
    “Vanitas è sempre stato dentro il cuore di Sora. Sepolto, irraggiungibile, ma sempre presente! Questo fin dalla sconfitta di Vanitas, avvenuta anni fa.”
    “Cosa vorreste insinuare?” chiese Riku, arrivando in quel momento, tenendosi la mano sul braccio sinistro, dal quale scendeva un fiotto di sangue. “Sora non si è mai dimostrato malvagio prima del vostro contagio! Sarei uno sciocco se dicessi che anche dopo non è successo niente.”
    “Proprio tu parli? Tu che hai assistito a quel momento?”
    Riku spalancò gli occhi.
    “Di cosa stai parlando?” chiese.
    “Se il vostro piano era quello di risvegliare Vanitas… Perché hai colpito a morte Sora? Così hai fatto fallire tutto, no?”
    “Cos’è successo quando Sora ha sconfitto Riku quando era impossessato dall’Heartless di Xehanort?” chiese Dark.
    Hikari spalancò gli occhi.
    “Sora… si è trafitto il petto con il Keyblade dei sette cuori puri… Diventando un Heartless e un Nessuno…”
    “Purtroppo ciò non è possibile per una seconda volta. In compenso è possibile un altro avvenimento.” Disse Light.
    “Ma purtroppo occorrono diverse ore perché esso si realizzi una seconda volta.” Continuò Rexenet.
    “E noi aspetteremo quel momento nel luogo dove avverrà. Siete liberi di raggiungerci se lo desiderate, ma vi toccherà passare per la via lunga, dato che io sono il solo a poter raggiungere quel luogo direttamente.” Concluse Dark, lanciando una carta a Hikari, che la prese al volo.
    “Cosa? Ma questa carta… serve per il castello dell’Oblio… che tu hai distrutto…”
    “Quel mondo era solo una brutta copia” rispose Rexenet. “Il vero castello non si sarebbe distrutto così facilmente.”
    “Una copia?” chiese Riku sorpreso. “Siete in grado di creare mondi finti?”
    “Luce…” disse Light.
    “Oscurità…” aggiunse Rexenet.
    “Gli elementi dell’equilibrio… la base stessa dell’universo… non siamo in grado di creare un vero e proprio mondo, ma solo delle imitazioni” disse il custode dell’equilibrio, aprendo un varco di fronte a se. “Raggiungete il castello e usate quella carta. Aprirà il cuore di Sora. Hikari, credo che tu sappia cosa dovrai fare una volta successo ciò, vero? Sempre se desiderate provare a salvare Sora, ovvio” e detto ciò, attraversò il varco, seguito da Light e Rexenet.
    “DARK!!!” urlò Kairi, cercando di raggiungerlo prima che il varco si chiudesse, cosa che avvenne proprio pochi instanti prima che la custode lo raggiungesse.
    Hikari chiuse le mani a pugni, tremando dalla rabbia.
    “Dark…” disse a bassa voce. “Non posso perdonarti…”
    “Come facciamo a raggiungere il castello? Se quello era un falso dove potrebbe essere?” chiese Riku, mentre si lanciava addosso un Curaga.
    Kairi invece rimase in silenzio.
    “Hikari…” disse infine. “Ti devo chiedere un favore. Lo so che in questo momento provi esattamente ciò che sto provando io… Ma ti chiedo di lasciarmi affrontare Dark. E da sola.”
    “Kairi, cosa stai dicendo? Non è al tuo liv-“
    “Non dirmi che non sono forte Riku!” urlò lei. “Voglio eliminarlo personalmente per quello che ha fatto. Te lo chiedo in ginocchio Hikari, lasciamelo a me!”
    Hikari fissò la sorella.
    “Come vuoi. Non mi metterò in mezzo.”
    “Hikari, come puoi dire così?” chiese Riku.
    “Non c’è tempo per discutere su questo. Se ha deciso così non la intralcerò. Ora, pensiamo a Sora.”
    “Cosa intendeva dire che quella carta aprirà il cuore di Sora?” disse Riku, rassegnandosi alla questione e prendendo Sora di peso.
    “Non ne sono sicura, ma se è così, la questione è molto più spinosa di quanto possiamo immaginare…”
    “Perché?”
    “Perché dovremmo rincorrere ad una magia che i custodi avevano bandito per la sua pericolosità verso chi la usa.” Rispose la custode, aprendo un varco oscuro.
    “Cosa? Una magia bandita?”
    “Dark era l’unico che non ne aveva bisogno. I suoi varchi possono raggiungere qualsiasi luogo… cuori compresi.”
    “Come? Dark potrebbe raggiungere i…”
    “Probabilmente a quest’ora si trovano già nel cuore di Sora.” Ammise Hikari. “Ma ora dobbiamo raggiungere subito il castello dell’oblio, non c’è un minuto da perdere. Se a Sora restano veramente le ore contate prima che Vanitas si risvegli definitivamente, dobbiamo agire al più presto possibile!” concluse, per poi aiutare Riku a portare Sora attraverso il varco, anticipati da Kairi che corse avanti.
     
     
    Quando i custodi uscirono, si ritrovarono di fronte ad un enorme portone, in una stanza completamente bianca.
    “Kairi!” disse Hikari, lanciandole la carte. “Attiva tu la porta.”
    “D’accordo.” Rispose lei, per poi mostrare la carta al portone, che s’illuminò aprendosi.
    Una volta dentro, i custodi si ritrovarono in una stanza dove sulle pareti era disegnato un simbolo che non avevano mai visto prima, ma che per qualche motivo ricordava loro il simbolo dei Nessuno.
    E al centro c’era una poltrona di pietra vuota.
    “Che posto è questo?” chiese Riku, guardandosi attorno.
    Hikari invece impallidì alla vista di quel simbolo.
    “Non è possibile…” disse a fatica, per poi scuotere la testa. “Adesso non ha importanza. Riku, portiamo Sora su quella poltrona.”
    I due custodi, aiutati anche da Kairi, adagiarono il corpo di Sora sulla sedia.
    “E ora cosa dobbiamo fare?” chiese Kairi.
    “In cosa consiste questa magia proibita?”
    Hikari abbassò lo sguardo.
    “Prima di tutto dovete sapere che in passato i custodi sorvegliavano l’intero universo. È stato ancora prima della creazione della scuola. Purtroppo capitava spesso che alcuni custodi cadessero vittima dell’oscurità, diventando essi stessi suoi emissari. Ma prima che ciò accadesse, c’era una possibilità per loro di salvarsi. Bisognava usare una magia molto potente per poter entrare nel cuore del custode corrotto, ed annientare, possiamo dire, manualmente le tenebre. Ma spesso accadeva che il custode inviato non tornasse, perciò i custodi decisero all’unanimità di bandire questa magia. Ma non di eliminarla. Per questo veniva insegnata alla scuola.”
    “Non ha importanza tutto questo! Dici solo cosa dobbiamo fare!” la interruppe Kairi.
    “Dobbiamo unire i nostri cuori a quello di Sora.” Rispose la custode.
    Il silenzio scese nella stanza.
    “Come sarebbe a dire che dobbiamo unire i nostri cuori a quello di Sora?” chiese Riku.
    “Quello che ho detto. L’unico modo che abbiamo per entrare nel suo cuore è questo. Ma è pericoloso. Se venissimo sconfitti, non potremmo tornare indietro e verremmo assimilati da Sora.”
    “Assimilati… Vuoi dire che diventeremo un tutt’uno con lui?”
    “No. La nostra volontà verrebbe annientata, e tutta la nostra forza diventerebbe sua.”
    “Tutto qui? È solo questo il rischio?” chiese Kairi. “Allora che cosa aspettiamo? Procedi pure Hikari. Sappi che se necessario andrò anche da sola!”
    “Kairi…” disse la sorella.
    “Non crederai davvero che ti lasceremo andare da sola, vero?” rispose Riku. “Almeno, io ti seguirò. Sora ci ha sempre aiutati, e ora tocca a noi fare altrettanto!”
    Hikari sorrise.
    “Molto bene. Allora preparatevi.”
    “Cosa dobbiamo fare?”
    “Il procedimento in sé è molto semplice. Solitamente si dovrebbe prima aprire la serratura del cuore principale, ma a quanto pare ci ha già pensato Dark, quando lo ha colpito…” rispose lei, puntando il Keyblade verso Sora, sopra il quale apparve una serratura.
    “E poi…” continuò, girando il Keyblade verso se stessa. “Ci si deve colpire con il proprio Keyblade!” concluse, colpendosi in petto con la propria arma.
    Per alcuni secondi non successe nulla.
    Poi il corpo di Hikari si illuminò, svanendo, lasciando solo una sfera di luce che attraversò la serratura di Sora, sparendo.
    “Bisogna… Bisogna colpirci da soli con il proprio Keyblade…” disse spaventato Riku.
    “E sia!” urlò Kairi, per poi imitare la sorella.
    Proprio come Hikari, anche il suo corpo si illuminò per poi sparire, lasciando una sfera di luce che entrò nella serratura.
    “Maledizione… Non posso di certo tirarmi indietro!” disse il custode rimasto, per poi guardare il corpo di Sora.
    “Cerca di resistere… ti salveremo!” aggiunse, mentre si colpiva con il Keyblade.
     
     
    “A quanto pare sono entrati.” disse Dark.
    “Ci hanno messo meno tempo del previsto… Ma ovviamente ciò è stato possibile solo grazie a Hikari… Ci ha facilitato di molto il compito…” commentò Rexenet.
    “Ma non sanno ancora cosa gli aspetta… vero, ragazzi?” chiese Light a sette persone che erano di fronte a loro, tutte incappucciate.
    “Finalmente potremo divertirci… Senza considerare che quelle due sembrano proprio due bei bocconcini… Eh Eh Eh…” disse una di esse.
    “Il solito pervertito… Non credere di poter sistemare tutto tu. Dell’albino me ne voglio occupare io, ho un conto in sospeso con lui.”
    “Che rottura… Dovete sempre fare così? Non potete semplicemente eliminarli?”
    “Come se ne fossero capaci… Io sono l’unico in grado di riuscirci, lo dovreste sapere, dato che sono il più forte.”
    “Sì, come no! Aspetta che mi impossessi dei loro poteri, poi le riparleremo.”
    “Sempre se prima non lo faccio io. Sapete, ho parecchia fame…”
    “Umpf. Quei tre non dovrebbero nemmeno essere qui. Sono stati fortunati, tutto qui”
    “Se non vi sbrigate, arriveranno qui prima che voi possiate fare niente… e non vorrete che ciò accada prima che lui si risvegli, vero?” chiese Dark.
    “Certo che no! Anche perché se non si risvegliasse non potrei dimostrarli la mia forza, e ciò non mi piacerebbe.” Rispose una delle sette figure, per poi sparire nel nulla, seguita una ad una dalle altre.
     
     
    “C-Che posto è questo?” chiese Riku, ritrovandosi immerso nell’oscurità.
    L’unica cosa che emanava luce era il pavimento, sul quale erano disegnati al centro Sora affiancato da Roxas e da Vanitas.
    Attorno a loro riusciva a vedere distintamente un suo ritratto, quello di Kairi e anche quello di Hikari.
    “Questo è il tuffo nel cuore” rispose Hikari. “Ovvero il cuore di un custode. Ognuno di noi ha al suo interno un luogo come questo. Ma il disegno del pavimento cambia a seconda dei momenti e di ciò che c’è nel cuore.”
    “Ma qui cosa possiamo fare?” chiese Kairi. “Non c’è niente!”
    “Dobbiamo aprire la porta” rispose semplicemente la custode, per poi puntare il Keyblade verso il centro del pavimento, che s’illuminò.
    Sotto gli occhi sorpresi di Riku e Kairi, al centro del pavimento si creò un buco, dentro il quale si potevano scorgere delle scale che scendevano, e delle quali non si riusciva a vedere la fine.
    “Il centro del cuore si trova in fondo a questo palazzo” disse Hikari. “Ma da questo punto in poi non potrò esservi più d’aiuto. Non so cosa ci aspetti. Di sicuro non sarà una semplice discesa. Potrebbero intervenire Dark e gli altri in persona. Ma di sicuro alla fine troveremo Vanitas.”
    “Vanitas? Vuoi dire che dovremmo affrontarlo?”
    “Ne sono quasi sicura. Ma dobbiamo sbrigarci a raggiungerlo, o per Sora sarà troppo tardi.”

    Edited by darkroxas92 - 28/10/2010, 18:19
  7. .
    Ed ecco l'ultimo capitolo prima della prossima saga.
    Lo so, ho fatto uscire pochi giorni fa un capitolo, ma dato che domani parto e starò via probabilmente per tutto il resto del mese, volevo lasciarvi almeno questo capitolo.
    So quanti dedestino il tipo di finale che ho scelto per codesto capitolo, ma se non avessi fatto così non avrebbe sortito lo stesso effetto, credetemi.
    Dato che non voglio anticiparvi troppo ora, passo subito alle recensioni:
    @ francix94: Non è esatto. Balance non è Dark prima di diventare custode, ma possiamo definirlo un'altra versione di Dark. Più precisamente quella che non è mai esistita.
    @ Liberty89: Piacere fatto me che capitolo piaciuto ti è XD. E ora, leggere parte seconda del dialogo potrai.
     
    E ora, dopo aver visto che vi siete procurati torce e forconi, vi lascio al capitolo e auguro a tutti buon agosto!

    Capitolo 38: Follia - Torna all'indice dei capitoli
     “Allora, si può sapere il perché di questa convocazione?” chiese una voce.
    “Già. Era da molto tempo che noi tre non ci vedevamo più in questo modo.” Aggiunse un’altra.
    “So che è rischioso, ma non potevo più aspettare. Nell’ultimo mondo dove sono stato è accaduto un imprevisto che stavolta non possiamo ignorare.” Rispose una terza.
    “Cioè?”
    “Il vecchio me stesso ha preso vita propria.”
    “Com’è possibile? Credevo lo avessi eliminato!”
    “Ne ero convinto anch’io. Invece me lo sono ritrovato davanti. E in più è a conoscenza del piano.”
    “Quindi ora che si fa?”
    “Dobbiamo anticipare i tempi. Dobbiamo mettere immediatamente in atto il piano.”
    “Come vuoi. A questo proposito, immagino che possa interessarti questo…” disse una delle due figure, lanciando una carta alla terza.
    “Lì sopra sono segnate le coordinate del prossimo mondo che Rexenet attaccherà. È un mondo particolare, che fa a caso nostro.”
    “Perfetto. Allora cercherò di far sì che i custodi si trovino da quelle parti, in modo che i computer di Cid individuino subito gli Heartless.”
    “Come credi che la prenderanno?”
    “Non bene. Ma se tutto va secondo i piani, avranno altro a cui pensare. Dobbiamo giocare bene le nostre carte. Se falliamo adesso, tutti i nostri anni di allenamento salteranno come se niente fosse.”
    “Si, lo sappiamo. Ma tu in fondo hai avuto la parte più facile, non hai dovuto faticare come noi.”
    “Sapete bene il perché ho ideato questo piano. E poi, essendo io il regista, come minimo mi spetta la parte apparentemente più facile.”
    “Non perdere tempo a fare il filosofico. Non ci interessa. Dopotutto, non avremmo potuto cambiare i ruoli nemmeno volendo.”
    “Cerca solo di non farti prendere dai sentimentalismi quando sarà il momento.”
    “La parte di me che lo avrebbe potuto fare, sebbene non sia stata eliminata, ora è separata da me. So già che mi odieranno per questo, ma è un sacrificio che posso sostenere senza problemi.”
    “Sei proprio senza sentimenti, eh?” disse una voce ridendo.
     
     
    “Allora, ora da che parte andiamo?” chiese Riku, senza perdere di vista i monitor.
    “Potremmo andare a Radiant Garden per far controllare la Gummyship.” propose Sora. “O più semplicemente girare a caso nell’universo finché non troveremo Rexenet.”
    “La fai un po’ troppo facile…” commentò Kairi.
    “Sarebbe bello se Cid fosse stato in possesso dei progetti dei computer dei custodi, ma di sicuro sono stati distrutti quando la scuola è stata attaccata… Con quegli era possibile trovare subito i mondi che erano sotto attacco.” Disse Hikari.
    “Umh… e se provassimo a tirare a caso?” Propose Dark, lasciando tutti spiazzati.
    “D-Dark, ti senti bene?” chiese Sora.
    “Mai stato meglio, perché?”
    “Beh… tu che proponi una cosa del genere era praticamente impossibile… fino a pochi secondi fa…”
    Il custode dell’equilibrio sbuffò e si diresse verso i computer, per poi digitare delle coordinate a caso.
    “Ecco fatto” disse, facendo finta di non vedere gli sguardi sorpresi degli altri.
    Solo Hikari lo guardava con degli occhi freddi.
    “Come mai quest’idea?” chiese.
    Dark ricambiò il suo sguardo.
    “Cos’è? Mi è forse vietato essere ogni tanto meno serio?”
    “Non è questo il punto.” Rispose la custode, osservando i monitor. “Ma ha dell’incredibile che tu, schiacciando numeri a caso, sia stato così fortunato da trovare un mondo.”
    “Ci sono tanti mondi quante le stelle. Non ci vedo nulla di strano nel fatto che ne abbia trovato uno a caso.”
    “Suvvia Hikari, ha ragione Dark.” Disse Sora. “Dopotutto, nei miei primi viaggi non è che io abbia fatto tanto diversamente. E poi, senza offesa Dark, come farebbe a conoscere le coordinate di un mondo a lui sconosciuto? Dubito fortemente che sulla Terra siano arrivate giuste, e anche se fosse, sarebbe difficile ricordare a memoria un simile numero.”
    Hikari rimase in silenzio.
    “Fate come volete.” Disse infine, per poi lasciare la sala.
    “Ma che le prende?” chiese Kairi.
    Dark rimase a fissare la porta per qualche secondo.
    “Vado a riposarmi” disse, avviandosi verso la porta, senza girarsi verso gli altri. “Chiamatemi quando saremo arrivati. Dai dati del computer, sembra che non manchi troppo tempo.”
    I tre custodi rimasti si guardarono tra di loro.
    “Cosa sta succedendo oggi? Sembrava quasi che Hikari non si fidasse di Dark…”
    “Già. Non l’avevo mai vista comportarsi così…”
     
     
    “Ok, ormai lo sapete, abbiamo visto di tutto…” disse Sora, osservando il cielo. “Ma un cielo rosso con il sole che ride ancora non mi era capitato! Tantomeno di vedere un edificio enorme con tre teschi e due candele giganti!”
    “Sora, io ormai ho rinunciato di trovare un mondo perfettamente normale” commentò Riku. “E comunque fortunatamente non sono tutti uguali alla nostra isola, no?”
    “Non riuscirai mai a digerirla, vero?” chiese Kairi, per poi ridere.
    Dark continuava ad osservare il cielo, assorto nei suoi pensieri.
    “Ehi, voi!” li interruppe una voce, mentre vedevano una ragazza dai capelli biondi scuri, vestita con un impermeabile nero e accompagnata da un ragazzo dai capelli bianchi circondati da una fascia con una spilla, vestito di giallo e coi denti che ricordavano vagamente a quelli di uno squalo.
    “Chi siete?” chiese il ragazzo. “Non vi abbiamo mai visto prima da queste parti”
    “Ecco…” cominciò Sora. “stiamo facendo un viaggio lungo tutto il mondo e siamo finiti qui senza nemmeno accorgersene…”
    “Una scusa piuttosto scadente. Non sai inventarti niente di meglio?” chiese la ragazza. “Se non ci dite la verità saremmo costretti ad attaccarvi.”
    “Provateci” rispose Dark, portandosi davanti agli altri custodi.
    “Come vuoi. Soul, sei pronto?”
    Il ragazzo sorrise, per poi illuminarsi e perdere la forma umana.
    La luce andò direttamente nella mano della ragazza, per poi prendere la forma di una falce con la lama di colore rosso e nero.
    “Cosa? Si è trasformato in una falce!” disse sorpreso Riku.
    “Umpf. Questo mi rende le cose più difficili. Non potrò usare tutta la mia forza.” Commentò Dark, facendo per evocare il Keyblade.
    Ma invece di apparire l’arma, davanti a lui si creò una luce, all’interno del quale si materializzò nuovamente Balance, che impugnava il Keyblade.
    “Ancora tu?” chiese Dark. “Credevo che non mi avresti più disturbato.”
    “Suvvia. Fammi partecipare adesso. Poi ti lascerò in pace per tutto il resto del tempo necessario. Te l’ho già detto che non interferirò” rispose il ragazzo. “E poi, mi sembrava curiosa l’idea di combattere contro un altro ragazzo-arma. Non credi?”
    “Se credi che così facendo guadagnerai il mio rispetto ti sbagli. Sai benissimo che non ti accetterò mai volontariamente.”
    “Certo che oggi sei scontroso. È forse per via di tutta questa follia?”
    “Follia?” chiese Hikari. “Cosa intendi dire?”
    “Oh, niente d’importante” rispose Balance, per poi lanciare il Keyblade a Dark. “Comunque sia, che tu lo voglia o no, ti aiuterò.” Disse, ritrasformandosi in luce e finendo nel Keyblade.
    “Dunque sei anche tu un Maestro?”
    “Dipende da cosa intendi con quella parola” rispose il custode dell’equilibrio.
    “Maka, quella non era un arma normale” disse la voce di Soul proveniente dalla falce.
    “Cosa intendi dire?”
    “Intendo dire che quel ragazzo non era un arma!”
    “Però, per essere una falce sei acuto” disse Dark. “In effetti quel tipo è solo una scocciatura che credevo di aver eliminato anni fa, ma che a quanto pare ha trovato rifugio dentro la mia arma, ed è in grado di usarla anche lui.”
    “Quindi tu non sei un Maestro… Sei solo un semplice ragazzo in possesso di un arma particolare…” commentò Maka, impugnando meglio la falce. “In questo caso, sei da considerare come intruso!”
    “Fermati Maka!” disse una voce proveniente dall’interno dell’edificio.
    “Professor Stein! Questi sono probabilmente spie o di Medusa o di Arachne!” rispose il ragazzo, facendo uscire la testa e un braccio dalla lama della falce.
    “Possibile che solo per via dell’aspetto diverso non abbiate riconosciuto quell’arma?” chiese una persona che sembrava anziana per via delle numerose cicatrici che aveva lungo il corpo e che coprivano anche i vestiti. Ma il particolare che non poteva sfuggire a nessuno era sulla sua testa.
    “H-H-Ha una… vita nella… testa…” disse balbettando Kairi, prima di svenire.
    “Credo che Kairi non debba mai visitare la Città di Halloween, o rischia di rimanere secca sul serio…” commentò Sora, per poi cercare di far riprendere i sensi all’amica.
    “Cosa intende dire professore?” chiese Maka.
    “È lo stesso tipo di arma di quel ragazzo.” Rispose lui, ignorando la reazione di Kairi alla sua vista, e anzi, si mise a girare la vite come se niente fosse.
    “Un altro ragazzo?” chiese Riku ad alta voce. “Avete visto un ragazzo con un arma simile? Potete dirci dove?”
    “Possiamo fare di più. Possiamo mostrarvelo. Si trova nella nostra scuola. Lo abbiamo trovato privo di sensi e con parecchie ferite. Sembrava quasi che fosse stato coinvolto in uno scontro mortale.”
    “Per caso vi ha detto come si chiama?” chiese Dark.
    “No, non ha detto niente. Non ha ancora ripreso conoscenza. Abbiamo solo trovata una chiave dorata gigante accanto a lui.”
    “Light? Che cosa ci fa’ ferito in questo mondo?” chiese Sora, rendendosi troppo tardi dell’errore commesso.
    “Mondo?” chiese Maka, mentre la falce si illuminava per tornare ad avere sembianze umane. “Come intendi dire con ‘questo mondo’?”
    Sora non seppe cosa rispondere.
    “Certo che sei una vera e propria frana.” Disse Dark. “Finora non sei ancora riuscito in un misero mondo a tenere segreta la nostra provenienza.”
    “Ci state forse dicendo che venite da un altro pianeta?” chiese Soul.
    Dark non rispose.
    “Vorrei vedere il ragazzo che avete trovato. Ci sono buone possibilità che si tratti di mio fratello.”
    “Come facciamo a credere che non tu non voglia attaccare la scuola dall’interno?”
    “Forse a partire dal fatto che non so nemmeno di che scuola si tratti. Come ha detto il mio compagno di viaggio, non siamo di questo mondo. Non abbiamo idea di che cosa succeda qui. Ma se il ragazzo che avete trovato è mio fratello, allora è mio dovere rimetterlo in sesto. In modo da poterlo affrontare al pieno delle sue forze.”
    Dark rispose in maniera così atona da lasciare tutti sorpresi.
    “E va bene…” disse l’uomo con la vite. “Allora seguitemi. Vi porterò da lui.”
    “Ditemi solo in che punto preciso si trova” rispose il custode dell’equilibrio.
    “Beh, in infermeria, ovvio. Perché?” chiese lui, per poi sgranare gli occhi come Maka e Soul, mentre Dark apriva davanti a loro un varco.
    “Così faremo prima.” Disse il custode, attraversando il varco.
    “Scusatelo, ma non è mai stato un tipo dalle troppe spiegazioni” disse Sora, mentre aiutava Kairi a rialzarsi. “Anche se ultimamente aveva cominciato ad essere un po’ più disponibile…”
    “Ma… dov’è andato?” chiese sorpresa Maka.
    “Ha raggiunto l’infermeria usando questo passaggio. È una specie di scorciatoia che può portare ovunque si desideri. Tranquilli, è sicuro.” Disse Hikari, per poi attraversare il varco.
    “Ovviamente non siete obbligati a passare di qui, ma almeno non dovrete camminare troppo in questo modo.” Disse Sora, mentre attraversava il varco assieme a Kairi.
    “Professore… cosa facciamo?” chiese Maka, mentre Soul si avvicinava al varco.
    “Sono dei tipi interessanti… ma mi chiedo se in realtà non siano in grado di usare la magia… di sicuro quel varco non è una cosa normale.” Rispose il professore.
    “Ha importanza? Vi devo ricordare chi abbiamo lasciamo a guardia di quel ragazzo? Come credete che reagirà vedendosi cinque tipi sbucare fuori dal nulla?” disse sorridendo Soul.
    “Ora chi mi ci fai pensare… Non vorrei essere nei loro panni…”
    “Immagino che tu non abbia guardato le loro anime, vero?” chiese il professore.
    “Uh? No, perché?”
     
    Non appena Dark uscì dal varco si ritrovò di fronte ad un ragazzo dai capelli azzurri, affiancato da una ragazza che dai vestiti ricordava vagamente un ninja.
    “E tu chi sei?” chiese il ragazzo, per poi partire verso Dark pronto a dargli un pugno, cosa che il custode evitò semplicemente spostandosi.
    “Sei un osso duro, eh? Ma non hai speranze contro di me, Black Star, colui che supererà anche le divinità!”
    Dark lo guardò un po’ seccato.
    “Ma se non sei nemmeno riuscito a colpirmi…” fece notare, facendo andare su tutte le furie il ragazzo.
    “Come ti permetti di parlarmi così? Tsubaki, vieni!” disse lui rivolgendosi alla ragazza, che annui per poi trasformarsi in una piccola spada nelle mani del ragazzo.
    “Vediamo se stavolta sarai ancora fortunato!” urlò, lanciandosi nuovamente contro Dark, che evocò il Keyblade parando con estrema facilità il fendente.
    “Cosa? E quella chiave extralarge da dove salta fuori?”
    “Spiacente, quest’informazione è riservata” rispose il custode, per poi disarmare velocemente Black Star e lanciando la spada per terra, che si ritrasformò nella ragazza di prima.
    “Maledetto…” disse il ragazzo, che corse nuovamente contro Dark cercando di colpirlo, senza risultati.
    “Voi che dite, è il caso di uscire dal varco?” chiese Sora, che era rimasto assieme agli altri custodi sull’orlo a osservare quello scontro.
    “Beh, dubito che possa succederci qualcosa, no?” rispose Riku. “Dopotutto, non mi sembra forte quel ragazzo…”
    Dietro di loro arrivarono anche Maka e Soul, che videro giusto Black Star mancare ancora l’avversario.
    “Si può sapere cosa stai facendo?” chiese Soul al ragazzo, che si accorse solo in quel momento degli altri ragazzi.
    “Uh? E voi che ci fate lì dentro? E chi sono quelli?”
    “Se tu non avessi subito tentato di colpirmi, ti avrei spiegato che quel ragazzo che si trova svenuto qui è mio fratello” rispose Dark, indicando Light, che giaceva privo di sensi e pieno di ferite in un letto.
    “Cosa gli è successo?” chiese Riku. “Credevamo che nessuno sarebbe riuscito a ridurlo in un simile stato facilmente… sembra che abbia affrontato un intero esercito da solo…”
    “Non lo sappiamo. Lo abbiamo trovato in quello stato e le nostre cure sono risultate inutili.”
    Dark sbuffò, per poi puntare il Keyblade verso il fratello, che venne avvolto da un aurea verde.
    Sotto gli occhi sorpresi dei quattro abitanti del mondo, i tagli di Light cominciarono a rimarginarsi da soli, per poi sparire come se non fossero mai esistite.
    “Impossibile! Come ha fatto” chiese Maka.
    “Magia” rispose Sora. “Ha semplicemente usato una magia per far recuperare energia e curare le ferite.”
    “Magia?” ripete Soul sorpreso. “Allora avevo ragione a dire che eravate capaci di usarla. Ma non mi sembrate alleati delle streghe…”
    “Streghe? Non sappiamo nemmeno di cosa tu stia parlando” disse Hikari.
    “Ugh…” la interruppe Light, aprendo gli occhi. “Dove mi trovo?”
    “In un infermeria” rispose Dark. “E devo dire che eri ridotto piuttosto male. Come speri di potermi sconfiggere se non riesci nemmeno ad uscire illeso da uno scontro?”
    “Ah, sei qui anche tu… Umpf, dovresti farti gli affari tuoi una buona volta. Tu non hai mica dovuto affrontare quel mostro in armatura…”
    “Intendi dire Terra?” chiese Sora.
    “Si, lui. Ho provato a sconfiggerlo per testare le mie capacità, ma sono stato sconfitto come se niente fosse. Sono riuscito ad eliminare Malefica solo perché era già debilitata dallo scontro contro di te e perché l’ho colta di sorpresa. Così quando mi sono trovato di fronte a Rexenet, sono riuscito a fare ben poco…”
    Dark rimase qualche secondo in silenzio.
    “Rexenet?” chiese poi. “Dove lo hai affrontato?”
    “Credo in questo stesso mondo. Ma non so per quale motivo, era più forte di quanto credessi. Come se qualcosa li avesse fornito più forza…”
    “Non so chi sia questo Rexenet di cui state parlando…” lo interruppe Maka. “Ma se si trova in questo mondo, potrebbe essere stato contagiato dalla follia.”
    “Follia?” chiese Hikari. “Per quel che mi risulta, la follia non è contagiabile.”
    “La questione è più complicata” disse una voce, mentre un ragazzo dai capelli neri con tre righe bianche orizzontali sulla parte sinistra della testa e che aveva un papillon a forma di teschio, entrava dalla porta accompagnato da due ragazze vestite identiche. “Fatto sta che qui dobbiamo tutti fare attenzione a non cedere alla follia.”
    “Kid! Quindi sei anche tu al corrente di loro?” chiese Black Star.
    “Io e mio padre li abbiamo visti uscire da quella specie di passaggio nero. Ma c’è una cosa che ci ha sorpreso in modo particolare.”
    “Solo una cosa?” chiese ironico Sora.
    “Le vostre anime...” cominciò il ragazzo. “Non sono per niente simmetriche!”
    I custodi lo guardarono sorpresi da tale esclamazione, mentre gli altri si portavano una mano in faccia.
    “Sono completamente asimmetriche! Sono orribili! Sono senza senso!” continuò Kid, cominciando a piangere per la disperazione.
    “Non fateci caso” disse Maka ai custodi. “È un maniaco della simmetria, non sopporta che qualcosa non lo sia.”
    “Ma nessuno gli ha detto che il suo aspetto non è simmetrico?” chiese Riku, per poi osservare il ragazzo sedersi a terra depresso.
    “Lo so, ma non è colpa mia…” disse con un filo di voce.
    “Certo che i mondi strani li troviamo solo noi…” commentò Light, per poi scendere dal letto. “Allora fratello, ti sei deciso ad affrontarmi?”
    “Perché dovrei affrontare un debole?” chiese Dark. “Prima cerca di diventare più forte. Se riuscirai a tenere testa a Rexenet allora potrei anche ripensarci.”
    Light stava per rispondere, quando il pavimento sotto di loro cominciò a tremare.
    “Che cosa sta succedendo?” chiese Black Star, cercando di rimanere in piedi.
    “Qualcosa sta colpendo la scuola” rispose Soul, avvicinandosi alla finestra per osservare meglio. “Ehi, c’è un ragazzo volante che sta… colpendo la scuola con delle sfere di fuoco?!”
    A sentire quella frase, Kid sembrò ritrovare forze.
    “Cosa?! Sta danneggiando la scuola perfettamente simmetrica di mio padre? Liz, Patti”
    “Ci risiamo” disse la ragazza più alta, mentre assieme all’altra si trasformava in una pistola nella mani di Kid, che le impugnò con il grilletto verso l’alto.
    “No, aspettate!” urlò invano Kairi, mentre il ragazzo faceva apparire dal nulla uno skateboard volante, con il quale si scaraventò fuori dalla finestra.
    “Maledizione, quello è Rexenet!” urlò Sora. “Non ha nessuna speranza contro di lui.”
    “Rexenet, eh? Potrebbe essere una sfida interessante… Andiamo Tsubaki!” urlò Black Star, mentre la sua compagna si ritrasformava in una spada per poi buttarsi giù dalla finestra.
    “Non vorrai rimanere fuori dalla festa, vero Maka?” chiese Soul, trasformandosi nella falce.
    “Anche se volessi con te non potrei” rispose lei sorridendo, per poi seguire Black.
    “Accidenti… è inutile parlare con loro…” disse Hikari, per poi volare fuori dalla finestra seguita da Sora, Riku e Kairi.
    Dark e Light rimasero da soli nell’infermeria.
    “Sembra che sia giunta l’ora dello scontro.” Disse Light.
    “Già. Dopo tutti questi anni, metteremo la parola fine.” Rispose Dark, per poi attivare l’armatura e volare fuori seguito dal fratello.
     
     
    Kid sparò subito due colpi verso Rexenet, che li deviò come se niente fosse con la spada.
    Da sotto, Black Star saltò verso l’alto, pronto a colpirlo con la spada.
    Ma Rexenet prese la spada con la mano libera e usandola come trainante, spinse via il guerriero.
    Dietro di lui invece stavano arrivando Maka e Soul, pronti a colpirlo in pieno, ma anche loro vennero fermati come se niente fosse.
    “Accidenti, è veramente forte…” commentò la voce di Soul da dentro la falce.
    “Sparite, deboli” disse Rexenet, per poi allontanare i tre guerrieri semplicemente alzando del vento attorno a lui.
    Infatti stavano arrivando a tutta velocità Hikari e gli altri tre custodi, tutti pronti a colpirlo.
    Il custode delle tenebre parò col la spada l’affondo di Hikari, mentre lanciò tre sfere di fuoco verso gli altri, che si videro costretti a fermarsi per distruggerle.
    “Cos’hai intenzione di fare questa volta?” chiese Hikari.
    “Il solito. Portare caos nell’universo. E questo è il mondo adatto.”
    “Non te lo permetteremo, lo sai bene!”
    “Vedremo” rispose lui, per poi scagliare una sfera di ghiaccio contro l’avversaria, costringendola ad arretrare.
    Così facendo riuscì a parare un colpo da parte di Sora.
    “Oh, ma tu guarda. Il custode di Vanitas…”
    “Basta con questa storia!” urlò Sora. “Vanitas è Vanitas, e io sono io! È tutta colpa tua se ora me lo ritrovo dentro di me!”
    “Ne sei sicuro? Non ti sei chiesto il perché abbia scelto proprio te? Avrei potuto passare il suo potere a Dark. In questo modo avrei avuto un alleato molto forte, non credi?”
    “Non sottovalutarmi! Sono in grado di batterti!”
    “Non sei nemmeno riuscito a finire Malefica e vorresti sconfiggermi? Questa è bella!” rispose Rexenet, per poi prendere Sora per il collo e lanciandolo contro Riku, facendo precipitare a terra entrambi.
    “Ora tocca a noi!” dissero assieme Dark e Light, per poi scagliare a testa una sfera nera e bianca, che colpirono in pieno Rexenet, scagliandolo contro la scuola.
    “Noi abbiamo provato a colpirlo senza successo e loro come se niente fosse lo hanno preso…” disse Soul, nuovamente nella sua forma umana. “Ma chi sono quei due ragazzi?”
    Maka invece aveva gli occhi spalancati.
    “Non può essere…” disse a fatica.
    “Cosa succede?” chiese Black Star.
    “Immagino che te ne sia accorta anche tu, vero?” disse Kid, guardando verso Dark.
    “Com’è possibile?”
    “Di cosa state parlando?” chiese Sora, uscendo dalle macerie che lo avevano sommerso.
    “Il tuo amico… Ha un anima parecchio strana…” rispose Kid.
    “Scusa, ma non credo sia il momento più adatto per dire che la sua anima, che tra parentesi ancora non ho capito come facciate a vederla, non sia simmetrica.”
    “Non è quello. Vedi, ognuno di noi ha una forma particolare dell’anima. Ma la sua… Sembra che ce ne siano decine, o addirittura centinaia attorno a lui!” disse Maka.
    “Tutto qui? Non mi sembra niente di strano. Dark contiene centinaia di cuori al suo interno, perciò non mi sorprende che voi vediate un centinaio di anime”
    “Come sarebbe a dire che ha un centinaio di cuori?”
    “Quello che ho detto. Lui contiene i cuori di tutti i suoi predecessori.”
    “È quasi inquietante…” disse una delle pistole di Kid.
    “Comunque sia, voi restate qui. Rexenet non è un avversario della vostra portata. Se avesse fatto sul serio, a quest’ora sareste stati tutti quanti cancellati.” Rispose Sora, per poi volare nuovamente verso Rexenet.
    “Mi dispiace, ma non ho intenzione di dargli retta. Tsubaki, modalità spada demoniaca!” disse Black Star, mentre la spada cambiava forma e sulla sua faccia apparivano dei segni neri.
    “Chi rovina la simmetria della scuola non la può passare liscia. Liz, Patti, preparatevi per il Death Cannon!” disse Kid, mentre le sue pistole cominciavano a cambiare forma.
    “E noi cosa facciamo Maka?” chiese Soul, per poi ritrasformarsi in falce.
    “Direi che il cacciatore di streghe potrà tornare utile” rispose lei, mentre la falce si illuminava e diventava più grande.
     
     
    Rexenet uscì dalle macerie e si diresse a tutta velocità contro Dark e Light, lanciandoli contro due sfere di ghiaccio, che vennero facilmente evitate.
    Senza dargli tregua, Rexenet alzò la mano libera verso il cielo, per poi far cadere già una scarica di tuoni, che colpì in pieno i due custodi.
    “Che onore” disse Rexenet. “Non pensavo che tutti e due mi avreste affrontato assieme!”
    “Ti stai dimenticando di noi!” urlò Sora, raggiungendolo seguito anche dagli altri custodi.
    “Arrenditi Rexenet” gli disse Riku. “Siamo in vantaggio numerico, non puoi vincere!”
    “Allora credo che sarò costretto a mostrarvi la mia vera forza!” rispose Rexenet, per poi tendere di fronte a se la mano libera.
    “Osservate il vero potere dell’oscurità!” urlò, evocando un Keyblade che aveva la stessa forma della Catena Regale, solo che era completamente nero.
    “Un Keyblade?” disse sorpresa Kairi.
    “Vi presento Yami of Darkness!” rispose sorridendo Rexenet.
    “Maledizione…” commentò Kairi. “Questo non era previsto… Era già forte senza, ora la sua potenza sarà aumentata ulteriormente…”
    “Non ha importanza!” rispose Sora, preparandosi ad attaccare. “Dobbiamo sconfiggerlo ora che ne abbiamo la possibilità!”
    “Vorreste sconfiggermi ora? Proprio adesso che siamo alla vigilia?”
    “Vigilia?” chiese Riku. “Di cosa stai parlando?”
    “Lo scoprirai presto” rispose il custode delle tenebre, per poi far uscire dal suo corpo, come una tempesta, l’oscurità, che investì in pieno i custodi, facendoli arretrare.
    Gli unici che riuscirono a rimanere al loro posto furono Dark e Light.
    “Certo che il destino è proprio beffardo… Facciamo tutti e tre parte dello stesso mondo, ma ci scontriamo in un altro, molto lontano dal nostro.” Disse Light, impugnando meglio il Keyblade. “Ma è ora di farla finita!”
    “Pronti?” chiese Rexenet, per poi creare una sfera di tenebre di fronte a se, in contemporanea a Dark, mentre il fratello ne creò una di luce.
    Le tre sfere andarono a scontrarsi in pieno cielo, creando così un campo di forze tale da creare come delle crepe nel cielo.
    “Ora!” urlò Black Star, puntando verso Rexenet con in mano Tsubaki.
    “Death Cannon!” urlò da terra Kid, mentre le sue due pistole erano diventate simile a due bazooka, e che in quel momento spararono due raggi di energia diretti verso il custode delle tenebre.
    Infine, dietro il raggio, c’era Maka, la cui falce ora era il doppio rispetto a prima che si stava preparando a colpire il custode.
    Il primo attacco a raggiungere Rexenet fu il Death Cannon, che lo investì in pieno, sebbene lo lascio illeso.
    Poi fu la volta di Star Black, che cercò di colpirlo con la spada, ma l’unico risultato che ottenne fu quello di venire scaraventato indietro come da una forza invisibile.
    E alla fine lo stesso risultato lo ottenne anche Maka, che venne rispedita a terra come se niente fosse, mentre Soul tornava nella sua forma umana.
    “E ora di farla finita!” urlò Rexenet, creando un’altra sfera d’oscurità che scagli contro le altre, creando così un esplosione che investi tutti i presenti, facendoli precipitare a terra.
     
     
    Kairi riaprì lentamente gli occhi.
    Dovette sbattere le palpebre un paio di volte per riuscire a mettere a fuoco.
    La prima cosa che gli balzò all’occhio fu il cielo: non era più rosso, ma bensì nero. Ma non come la notte: un nero totale, che impediva a qualsiasi luce di passare.
    “Cosa… Cos’è successo?” chiese, alzandosi in piedi.
    “Kairi! Tutto bene?” le chiese Sora, raggiungendola.
    “Si… Sai cos’è successo?”
    “Non in modo chiaro. So che gli attacchi di Dark, Light e Rexenet si sono scontrati, esplodendo. Poi mi sono risvegliato e il cielo era diventato nero.”
    “Il cielo è diventato nero…” disse la voce di Dark. “Perché l’oscurità ha avuto la meglio.”
    “Dark! Allora stai bene!”
    “Mai stato meglio” rispose lui, avvicinandosi.
    A vederlo Kairi emise un sussulto di sorpresa.
    “Dark, cosa ti è successo? I tuoi occhi…” disse Sora, notando che ora entrambi gli occhi di Dark erano completamente neri. E non era l’unico cambiamento: anche i suoi capelli ora erano dello stesso colore degli occhi.
    “L’oscurità ha finalmente avuto la meglio!” rispose lui. “E ora il mio piano può avere inizio! Il caos invaderà l’intero universo. E questo grazie a te, Sora!”
    Sotto gli occhi schioccati dei due custodi, Dark evocò il Keyblade, e senza nessun ripensamento, infilzò Sora in pieno petto, proprio dove c’era il cuore.

    Edited by darkroxas92 - 28/10/2010, 18:18
  8. .
    Ed ecco qui il nuovo capitolo.
    Con questo capitolo, si avvicina la fine del preludio della nuova saga della ff, che se tutto va bene, introdurrò con il prossimo capitolo. (alla fine del quale troverete torce e forconi per inseguirmi XD).
    Ho visto con piacere che il precedente capitolo è piaciuto parecchio, e ringrazio ancora 8x8 per avermi concesso i personaggi e aiutato nella stesura.
    Non ho altro da dire per il momento, quindi rispondo subito alle recensioni:
    @ francix94: No, non mi sono fumato niente. Forse è stata colpa di quella libreria che mi è caduta addosso... Cmq temo che questo sia stato l'ultimo cross over tra ff, + che altro per mancanza di ff stesse XD
    @ LightDarkness™: mi fa piacere che ti sia piaciuto come capitolo.
    @ Armitrael: il mal di testa era uno degli effetti colaterali che temevo per questo capitolo... sorry, ma più... stretto di così nn sono riuscito a farlo.
    @ Liberty89: No, no, non voglio avere nessuno sulla coscienza XD. La parte del campeggio come ho già detto è opera di 8x8. Cmq mi fa piacere essere riuscito a scrivere un capitolo comico che abbia fatto ridere.
     
    E ora, buona lettura

    Capitolo 37: Balance - Torna all'indice dei capitoli
    “Speriamo solo che tutto vada bene…” disse a voce bassa. “Ci sono stati troppo imprevisti…”
    “Ma finora non ci sono stati intoppi gravi” rispose un’altra voce.
    “L’unico lato positivo. Ma ci sono stati troppi avvenimenti non previsti”
    “Si, non c’è bisogno che continui a ripeterlo.”
    “Piuttosto, perché sei venuto qui? Lo sai che nessuno deve scoprire che siamo in contatto”
    “Non preoccuparti, non c’è modo che qualcuno lo scopra.”
    “Vero. Ma la precauzione non è mai troppa. Perciò parla”
    “Non c’è tanto da dire. Hai visto anche tu che nonostante i tuoi sforzi, c’è ancora un problema che rimane”
    “Noi al momento non possiamo fare niente. Sapevamo bene che ci sarebbero stati dei rischi, ma né io né te possiamo fare qualcosa al momento. Toccherà a lui fare la prossima mossa, sperando che tutto vada secondo i piani. E che loro risultino essere all’altezza della situazione…”
    “Non ci resta che sperarlo… Nel frattempo continuerai con la tua recita?”
    “Ho altre possibilità?”
    “Effetivamente no… Certo che tutto ha preso una strana piega, eh?”
    “Puoi ben dirlo… Puoi ben dirlo… Ora però ti conviene andare, o potresti venire scoperto. Non sappiamo dove si trovi, e potrebbe essersi accorto della tua assenza”
    Ma nessuno rispose, segno che uno dei due interlocutori se n’era andato.
     
     
    “Senti Dark…” gli chiese Hikari, la mattina dopo.
    “Si, che c’è?”
    “Avrei una richiesta da farti. Potremmo dirigerci in un mondo preciso?”
    “Perché?”
    “Si tratta di uno di quei pochi mondi che sono a conoscenza dei custodi. E là si trova una persona con quei desiderei parlare. C’ero stata nel breve periodo in cui il maestro mi allenava.
    Dark rimase qualche secondo in silenzio.
    “Va bene. Dì pure a Riku le coordinate”
    “Grazie” disse la custode, per poi raggiungere l’albino e riferirli le coordinate.
    “Ne sei sicura?” chiese lui. “Non è proprio dietro l’angolo”
    “Lo so, ma credo che lì potremmo trovare le risposte che stiamo cercando”
    “Per curiosità, di che mondo si tratta?” chiese Dark.
    “Immagino tu ti ricordi bene chi è Yoda, no?”
    Dark rimase un attimo in silenzio.
    “Quindi i Jedi sono a conoscenza dell’esistenza dei custodi?”
    “Sì, anche se solitamente non ci incontrano tra di noi. Ma mi ricordo che quando sono andata da loro assieme al Maestro, sono rimasta piuttosto colpita dalla loro organizzazione e dal loro potere. Sono riusciti a capire subito che ero nervosa, dato che quello era il mio primo viaggio in altri mondi, sebbene io non lo dimostrassi.”
    “Quindi credi che possano esserci d’aiuto per risolvere quel mistero?”
    “Sì”
     
    “Manca ancora tanto?” chiese Kairi.
    “Secondo il computer ormai ci dovremmo essere…”
    “Lo sapremmo quando verremo intercetati” disse Hikari.
    “Intercettati? Cosa intendi?”
    Ma non appena Sora ebbe terminato la domanda, davanti a loro apparve un’altra Gummyship, solo che era decisamente più grande.
    “Intentificatevi” disse una voce che risuonò all’interno della Gummyship.
    Hikari andò subito a prendere il microfono per rispondere.
    “Siamo un gruppo di custodi. Vorremo atterrare per poter parlare con il consiglio dei Jedi.”
    Per qualche secondo il silenziò regno attorno a loro.
    “Custodi?” chiese la voce. “Siete in grado di dimostrarlo?”
    Hikari si avvicinò subito all’oblo.
    “Che cosa succede?” chiese Sora.
    “Vogliono una prova che siamo veramente custodi. Anche l’ultima volta lo avevano chiesto.”
    “E in cosa consiste?”
    “Semplicemente in questo” rispose la custode, puntando il Keyblade verso l’oblò, facendo così partire un raggio che attraversò come se niente fosse il vetro, per poi creare una serratura nello spazio.
    “Una serratura?” disse stupito Riku. “Com’è possibile?”
    “Non è una vera e propria serratura. È una semplice copia che si può aprire solo nello spazio vuoto e non in un mondo.”
    “Va bene. Siete autorizzati ad atterrare.” Disse la voce. “Vi guideremo noi.”
    “Cosa intendono con ‘Vi guideremo noi’?” chiese Riku.
    “Ci manderanno dua astronavi per scortarci” rispose la custode.
    “Addirittura?” disse Sora. “Siamo così importanti?”
    “No” rispose Dark. “Probabilmente non sono sicuri al 100% che siamo chi diciamo di essere. Devono essere sicuri della nostra itendità”
    Mentre parlavano, due piccole astronavi arrivarono ad affiancare la Gummyship, che cominciò così la discesa verso un pianeta là vicino.
    Non appena entrati nell’atmosfera, i custodi notarono che tutto il pianeta sembrava un’enorme città, con palazzi di cui non si vedeva nemmeno la base, e a posto della auto tradizionali c’erano solo auto volanti.
    “Wow. Incredibile!” commentò Kairi, mentre Riku si occupava di seguire le due astronavi cercando di evitare i vari palazzi.
    Dopo qualche minuto i custodi atterarono di fronte ad una struttura di forma ovale.
    Sull’hangar dove si erano fermati c’era una persona che indossava un mantello nero.
    “Benvenuti custodi.” disse quest’ultima, mentre vedeva scendere dalla Gummyship i cinque detentori del Keyblade. “Non ci avevano avvertito del vostro arrivo”
    “Non sarebbe stato possibile” rispose Hikari. “Ma preferirei parlarne in presenza del Maestro Yoda se è possibile.”
    “D’accordo. Ma prima dovreste intendificarvi. Io sono il Maestro Skywalker.”
    “Hikari, custode della luce.”
    “Sora, custode della luce.”
    “Riku, custode della luce.”
    “Kairi, custode della luce.”
    “Dark, custode dell’equilibrio.”
    “Hikari. Se non sbaglio eri già venuta qui in passato.” Disse Skywalker.
    “Si. Ero venuta qui come apprendista di Master Dark per accompagnarlo in una sua missione.”
    Skywalker annui.
    “Bene. Seguitemi, vi porterò dal Maestro Yoda.” Disse, entrando nel palazzo, seguito dai custodi.
     
    “Non credevo che esistesse un luogo del genere dove noi custodi potevamo entrare tranquillamente” disse Sora, guardandosi attorno.
    Impiegarono diversi minuti per arrivare a destinazione.
    Ad un certo punto Skywalker aprì una porta, all’interno del quale c’era una stanza con delle poltrone posizionate a cerchio.
    “Eccoci arrivati” disse il Maestro, per poi premere un bottono.
    “Maestro Yoda, riesce a sentirmi?” disse ad alta voce.
    Con grande sorpresa di Sora, Riku e Kairi, in una delle poltrone vuote apparve l’ologramma di un piccolo essere verde, che teneva in mano un bastone.
    “Giovane Skywalker. Come mai questa improvisa chiamata?”
    “È arrivato un gruppo di ragazzi che dicono di essere custodi e desiderano parlare con lei”
    “Custodi?” chiese Yoda, per poi osservare i cinque ragazzi di fronte a lui. “Capisco…”
    “Maestro Yoda, è un piacere rivederla” lo salutò Hikari.
    “Sei tu Hikari, no? Come mai da queste parti tu sei venuta, senza avvisare il consiglio?”
    “Non mi è stato possibile avvisare, questo perché la mia scuola è stata distrutta una decina d’anni fa. Io probabilmente sono l’unica custode di quella scuola rimasta in vita.”
    Il Maestro abbassò lo sguardo.
    “Triste questa notizia è. Noi niente abbiamo saputo in proposito.”
    “Siamo stati traditti da colui che consideravamo il più saggio tra di noi. Sapevamo dei suoi tentativi di impradonirsi delle tenebre, ma non avremmo mai immaginato che avrebbe usato quel potere per attaccarci.”
    “E loro chi sono?” chiese Yoda.
    “Sono i nuovi custodi, coloro che hanno ereditato il peso dei nostri predecessori” rispose lei, indicando con la mano uno ad uno i custodi. “Sora, Riku, Kairi e Dark.”
    “E del tuo Maestro, Master Dark, che fine egli ha fatto?”
    A quel punto intervenne Dark.
    “Io sono stato il suo ultimo allievo. Ho assistito alla sua fine e sono il suo successore, nonché nuovo Master Dark.”
    Yoda abbassò lo sguardo.
    “Mi dispiace… Ignoravo io questa notizia… Covinto ero che salvato si era…”
    “Maestro, avrei bisogno di parlarne in privato di alcune questione, se è possibile” lo interuppe Hikari.
    “D’accordo. Skywalker, uscire tu devi.
    “Come vuole Maestro”
    Anche gli altri custodi fecerò per uscire.
    “Dark, aspetta. Vorrei che rimanessi anche tu. Credo che potresti essermi d’aiuto nel spiegare alcune cose” lo chiamò la custode.
    Dark annui, per poi tornare di fronte all’ologramma, mentre gli altri uscivano dalla sala.
    “Mi perdoni se sono stata così diretta, ma non so quanto tempo abbiamo prima di dover lasciare questo mondo”
    “Problema nullo questo è. Più grave immagino sia quello di cui parlare volete, vero?”
    “Si tratta di un nostro compagno di viaggio. Credo abbiate già capito a chi ci stiamo riferendo”.
    “Parli del giovane Sora.”
    “Credo che la colpa sia in parte mia” intervenne Dark. “Ho chiuso dentro al suo cuore la forza di essere malvagio, convinto di essere riuscito ad eliminare la sua essenza. Ma temo che non sia andato come previsto”
    “Il suo cuore disturbato è. Molta confusione lo circonda. Egli nasconde il lato oscuro della forza.”
    “È quello che temevamo. Le vorrei chiedere di vederlo di persona se possibile. So che a distanza è difficile fare un’analisi precisa.”
    “Spiace a me, ma possibile al momento non è. In guerra io sono. Come visto avrete, al tempio pochi rimasti sono. Pochi maestri e tanti padawain. Come Skywalker, che tu avevi già incontrato l’ultima volta, ricordi, no?”
    “Intende quel bambino che aveva appena cominciato il suo adestramento per diventare Jedi? Non lo avevo riconosciuto”
    “Cambiato molto egli è. E non solo d’aspetto purtroppo. Molto potente egli è diventato.” Ma a dire ciò Yoda non riuscì a nascondere un velo di preoccupazione.
    “Attenzione fate a lui. E anche il cancelliere Palpatine non sottovalutate. Sento il lato oscuro della forza circondare tutti noi.”
    “D’accordo, seguiremo questo consiglio. Se non le spiace, vorremo fermarci per qualche giorno qui, nella speranza di non venire individuati”
    “Preoccuparvi non dovete. I benvenuti voi siete.”
    “Grazie mille, Maestro Yoda.”
     
     
    “Chissà cosa dovrà dirgli Hikari… Ci ha praticamente buttato fuori a tutti…” si lamentò Sora.
    “Boh… forse ha a che fare con la sua precedente visita”
    “Scusate se v’interrompo…” disse Skywalker. “Ma quindi voi siete gli ultimi custodi rimasti?”
    “Beh, a essere sinceri ce ne sono di sicuro altri tre. Uno ci ha aiutato nei nostri precedenti viaggi. Un altro è il fratello di Dark. Il terzo invece lo abbiamo solo visto combattere” rispose Riku.
    “Parla per te! Io ci ho anche combattuto contro!” gli urlò dietro Sora.
    “Ah già, me ne ero dimenticato, scusa” disse ridendo l’albino.
    “Sinceramente per me è la prima volta che ne incontro uno. Ma il mio maestro mi aveva raccontato della vostra esistenza. Si dice che siate creature molto potenti, in grado di infrangere l’ordine dei mondi, portando sia pace che caos, è vero?”
    “Questa frase ce la dicono in molti, ma finora di custodi realmente cattivi non ne abbiamo incontrati. Ma sappiamo che ci sono stati. Come questo famoso Master Xehanort…”
    “A proposito, possibile che non abbia nessun legame con il Xehanort che conosciamo noi?”
    “Non direi. Altrimenti, come Roxas, Xemnas sarebbe dovuto essere in grado di usare il Keyblade”
    “E ditemi… voi siete in grado di evitare la morte di una persona?” chiese Skywalker.
    A quella domanda i custodi non risposero subito.
    “Noi siamo in grado di curare ferite, avvelenamenti, paralisi…” rispose Kairi. “Ma la morte è una cosa inevitabile, e questo lo sappiamo bene.”
    “C’è una possibilità di salvezza solo se il cuore si salva. Altrimenti nemmeno avendo il potere dell’universo stesso ci sarebbe concesso evitare una morte naturale o già avvenuta”
    Ma il discorso venne interrotto dalla porta della sala, che si aprì nuovamente, facendo uscire i due custodi rimasti dentro.
    “Skywalker” chiamo poi Yoda.
    “Si maestro?”
    “I custodi da noi ospiti saranno. Il tuo compito scortarli sarà.”
    “Come vuole, maestro” rispose lui, mentre l’ologramma scompariva.
    “E così tu saresti il piccolo Anakin?” chiese Hikari, osservando Skywalker. “Se non me lo avesse detto Yoda, non ti avrei mai riconosciuto.”
    Lui sembrò sorpreso.
    “Come fai a sapere il mio nome?”
    “Ti ho visto nel mio precedente viaggio. All’epoca ero solo una bambina, decisamente più piccola di te, ma mi ricordo bene di un bambino che era appena stato preso come apprendista jedi.”
    “Mi dispiace, ma non riesco a ricordarmi di te”
    “Jedi?” chiese Kairi. “Cosa significa?”
    “Come noi siamo custodi, detentori dei Keyblade, loro sono jedi, cavalieri di questo mondo con il compito di mantenere la pace” rispose Dark.
    “Sembri ben informato, anche se a quanto ho capito non provieni dalla scuola” disse Anakin.
    “Non direttamente. Ma ho ereditato molte conoscenze sia dal mio mondo d’origine che dal mio maestro.”
    “Capisco… Comunque sia, devo chiedervi di seguirmi. Il maestro Yoda mi ha chiesto di scortarvi. Sicuramente intendeva dire di portarvi in un posto dove potrete riposarvi.”
    “Non preoccuparti. Se diamo problemi possiamo anche stare nella nostra Gummyship”
    “Gummyship? Intendete quella strana astronave?” chiese Anakin. “Comunque no, il vostro mezzo è stato portato via per controllare le sue condizioni. Se ci sono guasti, verranno sistemati.”
    “Bah, non credo… l’alchimia solitamente non lascia le cose danneggiate, no Dark?”
    “Solitamente no, ma una revisione non può fare che bene. Non credo che Cid se la prenderà troppo per questo.”
     
     
    Era passata qualche ora da quando i custodi erano stati portati dal jedi in un hotel, che aveva lasciato a bocca aperta Sora, Riku e Kairi per il fatto che era praticamente sospeso nel vuoto, se non fosse stato che per un pezzo era agganciato ad un grattacielo.
    “Che posto fantastico!” disse Kairi. “Non pensavo ci potessero essere mondi così evoluti sotto il punto di vista tecnologico!”
    “Già. Beh, almeno non è uguale agli altri mondi che abbiamo già incontrato” disse Dark. “E dovremmo essere al sicuro da Rexenet per un po’.”
    “A proposito di Rexenet… Che cosa farà ora? Tuo fratello ha eliminato Malefica che era, possiamo dire, il suo capo. Ma ora?”
    “Conoscendo Rexenet, in questo momento si starà divertendo a far cadere nell’oscurità chissà quanti mondi…”
    “E noi stiamo qui fermi?” urlò Sora.
    “Non è bello da dire, ma è impossibile evitarlo…”
    “E con questo?”
    “Ma tu credi veramente che finora abbiamo impedito a Rexenet di distruggere qualche mondo?” chiese urlando il custode dell’equilibrio. “Quando lo abbiamo incontrato siamo solo stati fortunati. Ma sicuramente aveva già distrutto vari mondi. O pensavi che ci aspettava comodamente per poi vedere i suoi piani fallire?”
    Sora non rispose.
    Ma prima che qualcuno potesse replicare, il rumore di una forte esplosione attirò la loro attenzione.
    “Che cosa succede?” chiese Hikari, correndo verso la finestra, seguita dagli altri.
    “No!” esclamò Riku, vedendo del fumo salire dallo stesso posto dove erano arrivati qualche ora prima.
    “Maledizione!” disse Dark. “Dubito si tratti di un comune incidente. Qualcuno sta attaccando-”
    “Precisamente” lo interruppe una voce alle loro spalle, anticipando una serie di spari che demolirono la porta.
    I custodi rimasero fermi, osservando una persona, che indossava una tunica nera e con il volto completamente sfigurato, entrare scortato da una decina di militari, che puntarono contro i custodi delle pistole.
    “E voi… non avete possibilità di fuga” disse lui, facendo un sorriso che fece tremare i custodi.
    “Immagino voi siate il cancelliere Palpatine, vero?” chiese Dark.
    “Vedo che siete ben informati. Purtroppo per voi, ora sono l’imperatore Palpatine. I Jedi ci hanno tradito e hanno tentato di uccidermi. E ora, stanno venendo tutti sterminati, con l’approvazione dell’intero senato.”
    “Cosa? I Jedi vi avrebbero tradito?” chiese Hikari. “Non ci credo! Non posso assolutamente credere a questa follia!”
    L’imperatore si mise a ridere.
    “Dovevo immaginarlo da dei custodi. Non è facile ingannarvi, eh? Purtroppo per voi è tardi. Come potete vedere, il mio nuovo apprendista ha già attaccato il tempio dei jedi, e tra poco avrà finito di eliminare tutti i traditori che si trovano lì.”
    “Dark…” disse Sora. “Tu puoi arrivare subito al tempio, vero?”
    “Sora, cosa vuoi dire?” chiese Kairi.
    “È ovvio” rispose Hikari, facendo un sorrisetto. “Vuole togliere a Dark il divertimento di affrontare questo buffone e lo vuole rilegare a salvare il tempio.”
    “Siete sicuri di farcela?” chiese il custode dell’equilibrio.
    “Non ci sottovalutare. Sappiamo essere forti, e non sarà questo vecchio a fermarci.”
    “D’accordo. Buona fortuna allora!” disse Dark, per poi aprire un varco e sparire al suo interno.
    “Interessante… E così voi vi credete in grado di sconfiggermi?” chiese Palpatine, mentre dietro di lui arrivavano rinforzi. “Ma io non sono da solo.”
    “Sora, Riku, Kairi. Voi occupatevi dell’esercito. A lui ci penserò io.” Ordinò Hikari, per poi evocare il Keyblade e partire all’attacco.
     
     
    Lo scenario che Dark si ritrovò di fronte li fece gelare il sangue nelle vene.
    Qualche ora prima non si erano accorti di loro, ma ora di fronte a lui c’erano decine di corpi di bambini e ragazzi, senza considerare l’enorme numero di soldati e adulti.
    “Maledizione…” disse, mentre le mani tremavano dalla rabbia. “Non può succedere una cosa del genere. Non deve succedere!”
    “Ti vedo turbato, custode” disse una voce alle sue spalle, che Dark riconobbe essere quella di Skywalker.
    “Tu…” rispose il custode, girandosi verso di lui. “Sei tu il responsabile di tutto questo?”
    “I jedi hanno tentato di prendere il commando della repubblica, e io non ho intenzione di tradirla. Per questo ho dovuto eliminare qualsiasi jedi mi sono trovato davanti.”
    “Anche i bambini… loro che colpa ne avevano? Molto probabilmente sapevano a malapena di quello che accadeva nella vostra repubblica!”
    “Cosa ne puoi sapere tu? Sei arrivato solo oggi, non sai cosa ci può essere dietro!” disse il jedi, per poi tirare fuori un bastone metallico dal quale uscì un raggio laser, creando una specie di spada dal colore blu.
    “Ad ogni modo… tu rappresenti un altro ostacolo per la pace.”
    “Pace? Hai un idea piuttosto stramba del significato di questa parola.” Replicò il custode, mentre attivava l’armatura ed evocava il Keyblade.
    “Quindi è quello il famoso Keyblade… l’arma in grado di sconvolgere l’ordine dell’universo, di distruggere la pace… È mio compito assicurarmi di distruggerla definitivamente.”
    “Distruggere un Keyblade? Buona fortuna allora. Finora non ho mai sentito di un Keyblade che sia stato distrutto, e ti assicurò che non sarà Balance il primo.”
    “Ma ci dovrà pur essere una prima volta, no?”
    “Cosa ti è successo? Non sei lo stesso di questo pomeriggio.”
    “L’imperatore mi ha mostrato la verità. Mi ha fatto comprendere che finora sono stato usato. E cosa più importante, assieme a lui potrò vincere la morte.”
    “Vincere la morte? È una sfida pericolosa, spero che tu te ne renda conto. Non sperare che possa essere così facile come credi. Te lo dice una persona che ci è già passata.”
    “Non ha importanza. Mi basta sapere che usando il lato oscuro posso riuscirci. L’importante per me è salvarla!”
    “Salvarla? Non ho idea di chi tu stia parlando, ma non credo sarebbe felice di sapere che per salvare lei, hai messo fine a così tante vite. Ciò che hai fatto è imperdonabile!”
    “Proprio tu parli?” chiese il cavaliere jedi. “Riesco a percepire la tua forza. È la prima volta che ne sento una così: sembra emanare luce e oscurità assieme. Ma se emana oscurità, ciò significa che anche tu hai ceduto al lato oscuro”
    Dark non rispose subito.
    “È vero… in passato ho ceduto all’oscurità. Sono stato accecato da essa e ho perso il controllo, compiendo un gesto di cui probabilmente, per quanto possa essere stato giusto, non riuscirò mai a perdonarmi. Ma in fondo, chi non ha mai ceduto all’oscurità? Sono solo sette i cuori completamente privi di essa. Purtroppo per te, il mio cuore è particolare… La luce non può avere la meglio sull’oscurità, ma nemmeno l’oscurità puoi vincere la luce. Io rappresento l’equilibrio perfetto, e permettimi di dimostrarlo.”
    Detto questo, il custode partì all’attacco, pronto a colpire il cavaliere, che si difese usando la spada.
    “Equilibrio, eh? Allora siamo uguali. Anch’io dovevo portare equilibrio nella forza!” replicò lui, respingendo Dark. “Ma ho capito che l’oscurità è più forte della luce. La luce non ti permette di violare i propri limiti!”
    “E non ti sei mai chiesto perché esistano tali limiti? Non è forse perché superarli farebbe perdere la nostra stessa identità? Rispondi Swywalker!”
    “Spiacente, Skywalker ormai è morto. Il mio nome è Darth Vader.”
    “Darth Vader, eh? Forse abbiamo veramente più cose in comune di quanto crediamo. Anch’io ho abbandonato il mio nome anni fa, assieme alla persona al quale apparteneva. Ma io non l’ho fatto perché diventassi un pazzo che non pensa ad altro che come vincere la morte. L’ho fatto solo per abbandonare la mia debolezza!”
    “Non vedo tutta questa differenza. Ma sarà questo duello a decretare chi dei due ha ragione, no?”
     
     
    Hikari riuscì ad evitare l’affondo della spada laser rossa usata dall’imperatore, ma per farlo fu costretta a sfondare la finestra per poi tentare di coglierlo alle spalle entrando da un'altra.
    Purtroppo per lei, nonostante le apparenze, Palpatine era decisamente forte.
    Per sua fortuna non doveva preoccuparsi degli altri custodi, che riuscivano a tenere testa senza problemi ai soldati, che cadevano sotto i loro stessi colpi che ribalzavano sui Keyblade.
    “Pare che il mio apprendista abbia cominciato a combattere contro il vostro amico” disse l’imperatore. “Non ha speranze di vincere. Darth Vader lo sconfiggerà facilmente.”
    “Dark sconfitto? Credimi, non è così facile come credi. Dark probabilmente è il più forte tra di noi, e questo perché detiene i due poteri portanti.”
    “Un custode dell’equilibrio quindi. Ho sentito parlare di loro. Se ben ricordo, è stato uno di loro a portare per primo il caos nell’universo.”
    A quella frase Hikari spalancò gli occhi sorpresa.
    “Che cosa vuoi dire?” chiese.
    “Oh, vuoi dire che gli altri custodi hanno seppellito la questione? E come dargli torto. Per loro quella è una macchia indelebile.”
    “Tu vaneggi! Il mio maestro era un custode dell’equilibrio, e non ha mai fatto niente contro la luce. E lo stesso vale per Dark!”
    “Non lo metto in dubbio. Ma nonostante ciò, sono gli eredi di quell’evento. Ma non sarò io a raccontartelo… potrai chiederlo direttamente a loro quando li raggiungerai.”
    “Allora temo che dovrò aspettare un po’. Perché non ho intenzione di arrendermi, e anche se dovessi venire sconfitta, non incontrerei nessuno.” Rispose la custode, per poi lanciare contro Palpatine una sfera di fuoco.
     
     
    Vader tagliò facilmente a metà la sfera infuocata che stava per colpirlo, per poi parare un affondo da parte di Dark.
    “Sei forte per essere solo un ragazzo.”
    “Non bisogna fai rasi ingannare dalla apparenze, dovresti saperlo”
    “Hai ragione…” rispose il cavaliere, per poi portare una mano di fronte a Dark, che venne scagliato in aria da una forza invisibile.
    “Ma contro il lato oscuro della forza tu non puoi niente”
    Dark atterrò lentamente, riprendendo fiato.
    “Tu chiami questo il meglio del lato oscuro? Allora lascia che ti dimostri cosa può fare la vera oscurità” disse il custode, per poi creare nella mano libera una sfera nera, che scaglio contro il jedi, che volò contro un muro.
    “C-Cos’era?”
    “Era la vera oscurità” rispose Dark. “Non quella che tu cerchi di ottenere in questo modo. Questa invece…” e creò una sfera bianca. “è la vera luce, quella che tu hai abbandonato” e gliela scagliò contro, facendoli sfondare il muro.
    “Ugh… Quindi è questo che intendi col dire che sei il custode dell’equilibrio… per te oscurità e luce sono la stessa cosa…”
    “Non esiste la luce senza oscurità, come non esiste oscurità senza luce. Il bene e il male sono da sempre in lotta tra di loro, e nessuno dei due può avere definitivamente la meglio sull’altro. È questo il reale significato dell’equilibrio. Se ciò dovesse cambiare, l’intero universo collasserebbe su se stesso, portandolo alla sua estinzione. È questo che vuoi, Skywalker?”
    “Il mio unico desiderio è salvare Padme. Non mi importa di nient’altro! E ora muori!”
    Vader partì a tutta velocità, senza che Dark si aspettase una ripresa così rapida.
    Parò l’affondo con il Keyblade, ma stavolta c’era qualcosa che non andava.
    La spada del jedi sembrava fosse molto più forte di pochi minuti prima, e stava avendo lentamente la meglio sulla presa del custode.
    Poi, come se niente fosse, il Keyblade venne traffito dal laser, che colpì in pieno petto Dark, per poi uscire dalla schiena.
    Dark spalancò gli occhi per il dolore e per la sorpresa, mentre le due metà del suo Keyblade cadevano a terra.
    “Pare che sia stato proprio il tuo Keyblade il primo a infrangersi. E ora, questa è la tua fine.” Disse Darth Vader, estraendo la spada dal corpo di Dark, che cadde a terra.
    “I-Impossibile… Balance…” disse lui a fatica, mentre vedeva Skywalker prepararsi a decapitarlo con la spada.
    “Non può… finire così… non può!” urlò alla fine, per poi venire avvolto da una luce proveniente dai resti del Keyblade.
     
     
    Hikari si fermò di colpo, assieme a tutti gli altri presenti, compreso l’imperatore.
    “Cosa succede” disse preoccupata, per poi osservare una colonna di luce uscire dal tempio jedi e salire verso il cielo.
    “Questa forza… non può esistere una simile forza!” disse l’imperatore, per poi far sparire la spada laser. “Consideratevi fortunati, custodi. Ho priorità maggiori rispetto alla vostra eliminazione. Ma sono sicuro che qualcun altro lo farà a posto mio.” Continuò, allontanandosi dalla sala, seguito dai soldati rimasti.
    “Se ne va via così?” chiese Sora stupito. “Menomale, credevo non avremmo più finito di combattere…”
    “Hikari, cosa succede?”
    “N-Non ne ho idea… Ma poco fa mi era sembrato che la forza di Dark stesse diminuendo, mentre ora… Quella luce è potere allo stato puro…” rispose lei, aprendo un varco. “Meglio andare a verificare subito!”
     
     
    Il colpo del jedi era stato fermato da Balance, solo che non era Dark a impugnarlo.
    Tra i due avversari, uscito dalla luce di poco prima, ora si trovava un altro ragazzo.
    Aveva una scarpa bianca e una nera, i pantaloni lunghi erano completamente neri, mentre la maglietta a maniche corte bianca.
    Ai polsi aveva rispettivamente un braccialetto nero e uno bianco.
    Il volto era la copia perfetta di quello di Dark, eccezione fatta per gli occhi che erano di un azzurro vivo, e i capelli erano invece castani.
    “Ehi ehi… Non credevo ti saresti fatto battere così facilmente Dark…” disse il ragazzo, appoggiando il Keyblade sulla spalla.
    “Chi sei?” chiese Vader, sorpreso da quella apparizione avvenuta dal nulla.
    Il ragazzo non rispose e si limitò a lanciare una magia curativa a Dark, facendogli rimarginare la ferita.
    Quando il custode dell’equilibrio volse lo sguardo verso il nuovo arrivato spalancò gli occhi.
    “Tu… Non può essere… Tu dovresti essere morto!” disse, senza nascondere preoccupazione e sorpresa.
    “Un ‘Ciao’ sarebbe stato meglio, sai?” rispose il ragazzo. “Sentirsi dire dopo così tanto tempo che dovevo essere morto non è proprio il saluto che mi aspettavo.”
    “T-Tu sei-”
    “Non sforzarti a dire il mio nome. So che lo detesti quanto me. Dopotutto, mi hai ucciso molto tempo fa, no? Puoi tranquillamente chiamarmi Balance.”
    “Balance, eh? Quindi era lì che ti sei rifugiato per nasconderti da me, eh?”
    “Il miglior nascondiglio è quello più in vista, non è forse così? Il posto più ovvio è il più sicuro.”
    Ma Balance venne interrotto da Vader, che li si scagliò contro, colpendolo sulla schiena con un affondo.
    Ma con sua grande sorpresa e quella di Dark, il raggio laser si infranse, come un pezzo di vetro che va a sbattere violentemente su un muro.
    “Cosa?” chiese stupito Skywalker, mentre Balance si girava verso di lui, perfettamente incolume.
    “Non sai che è maleducazione interrompere due persone che stanno parlando?” chiese, per poi spostare il Keyblade verso Dark. “Immagino che non mi perdoneresti se mi prendessi tutto il divertimento, vero?”
    Dark sbuffò divertito. “Mi fai credere per tutti questi anni di averti eliminato e poi viene a fare lo sbruffone… Ma in fondo, da te non potevo aspettarmi altro.”
    “Senti chi parla. Credi che non sappia cos’hai in mente? Ma non preoccuparti, non ho intenzione di rovinare tutto.”
    “Ti conviene… o non esiterei ad eliminarti nuovamente, e stavolta mi assicurerò che sarà in maniera definitiva” disse il custode, prendendo il Keyblade.
    Sotto lo sguardo sorpreso di Dark, una copia perfetta della sua arma rimase in mano a Balance, che la riportò nuovamente sulla spalla.
    “Cos’è? Credevi che avrei combattuto a mani nude?”
    “Umpf. Sei tornato da pochi minuti e già faccio fatica a sopportarti…”
    “Ti da’ così tanto fastidio la mia esistenza?”
    “Ho passato praticamente la maggior parte della mia vita ad odiarti. E se non sbaglio, tu lo sai bene.”
    “Già, già… Ma ora pensiamo a sistemare questo buffone.”
    “Come vuoi!” urlò Dark, partendo all’attacco simultaneamente a Balance, entrambi diretti verso il Jedi, che riuscì a schivare i due colpi per pochi secondi.
    “Chi siete in realtà?” chiese lui, facendo uscire nuovamente il raggio laser dalla spada.
    “È difficile trovare una risposta alla tua domanda. Ma sappi solo questo…” disse Balance, cominciando ad emanare luce. “…Noi siamo coloro che detengono l’equilibrio dell’universo, e siamo anche coloro che ti sconfiggeranno!” concluse, lasciando indietro Dark e partendo a tutta velocità verso Skywalker.
    Dark non riuscì a vedere cosa successe.
    L’unica cosa che riuscì a distinguere fu una grande luce che lo investiva, e poi il buio.
     
     
    “Dark! Dark, riprenditi!” lo chiamò una voce.
    Il custode aprì lentamente gli occhi, ritrovandosi così circondato dagli altri detentori del Keyblade.
    “Menomale. Cominciavamo a temere il peggio” disse Hikari.
    “D-Dove mi trovo?” chiese lui.
    “In salvo tu sei.” Disse una voce, anticipando Yoda, seguito da un’altra persona, che era vestito come la creatura verde.
    “Quando siamo arrivati al tempio siamo stati investiti da una forte luce. E al suo interno c’erano due persone, di cui una ti somigliava incredibilmente. Cos’è successo?”
    “Skywalker… È stato lui ad attaccare il tempio e a uccidere tutte le persone al suo interno.”
    “Come dimostrano anche i video della sorveglianza…” disse il nuovo arrivato, senza nascondere l’amarezza nelle sue parole.
    “A quel punto abbiamo cominciato a combattere, ma stavolta ho avuto troppa fiducia nelle mie capacità. Non so come sia stato possibile, ma il Keyblade si è rotto a metà dopo aver parato un colpo della sua spada laser, che mi ha trafitto in pieno. Poi… è apparso dal nulla quella specie di mio gemello” e a dire quella parola Dark chiuse le mani a pugni. “Che impugnava il mio Keyblade e che ha detto di chiamarsi Balance.”
    “Balance? Ma è lo stesso nome del tuo Keyblade” disse Sora.
    “Skywalker scappato è. Ma a lui noi penseremo.” Lo interruppe Yoda.
    “Mi dispiace, non sono riuscito a fermarlo. Ma quell’apparizione improvvisa mi ha lasciato spiazzato.”
    “Non devi preoccuparti. In fondo non avevi mai combattuto contro un jedi.” Rispose l’altro cavaliere. “Ma mai avrei pensato che Anakin sarebbe arrivato a far ciò…”
    “Nessuno immaginarlo poteva. Ma ora questione da jedi essa è. I custodi andare devono.”
    “Ma la nostra Gummyship è ancora dentro il tempio.” Disse Riku. “Non siamo riusciti a recuperarla, e l’alchimia di Dark non funziona con l’aria.”
    “La vostra navetta è stata portata via da persone fidate. La stanno portando qui in questo momento.”
    “Bene, allora non ci resta che trovare la serratura” disse Dark, per poi venire interrotto da Hikari.
    “Non ce n’è bisogno. Ci avevamo già pensato noi nel nostro precedente viaggio.”
    “Capisco…” disse Dark, per poi osservare il soffitto.
    ‘Temo sia arrivata l’ora…’ pensò.

    Edited by darkroxas92 - 28/10/2010, 18:18
  9. .
    Ed ecco qui il nuovo capitolo.
    Questo capitolo sarà una specia di special, diciamo una pausa abbastanza divertente... e credo che diversi lettori capiranno subito quale mondo ho scelto...
    I crediti di questo capitolo li trovate alla fine.
    Ma non voglio anticiparvi troppo, perciò rispondo subito alle recensioni:
    @ Liberty89: Sai che mi piace creare un po' di sano casino nella storia, quindi per il momento è ancora normale XD. Per quanto rigurda Sora... aspetta e vedrai.
    @ Armitrael: Emh... non so come dirlo... L'identità di Rexenet l'ho rivelata fin dalla sua prima apparizione. è il nessuno di quel ragazzo, che era stato eliminato da Dark assieme al Castello dell'oblio.
    @ francix94: Chissà... potrebbe anche essere colpa di Vanitas... Comunque presto si saprà la verità, non preoccuparti. Si, Light più avanti diventerà più importante per la trama, non preoccuparti.
     
    E ora, buona lettura

    Capitolo 36: Un altro universo - Torna all'indice dei capitoli
    Dark era nuovamente occupato ad osservare lo spazio.
    “Cosa succede?” chiese Hikari.
    “Sto ripensando a ciò che è accaduto a Sora l’altro giorno. Per un attimo aveva perso la sua identità. Ma ciò non sarebbe dovuto succedere…”
    “Vuoi dire che era la volontà di Vanitas?”
    “Probabile, anche se preferirei credere il contrario…”
    “Ma non l’avevi eliminata? Avevi detto che a Sora sarebbe rimasta la forza, ma non la volontà di quel mostro… Com’è possibile?”
    “Non lo so, ma lo devo scoprire.”
    “Non puoi chiedere al maestro cosa fare?”
    Dark abbassò lo sguardo.
    “Non posso…”
    “Perché?”
    “Non riesco più a comunicare con i miei predecessori. Da quando mi hanno donato l’armatura, sono spariti. Probabilmente è una loro prova, ma al momento me la devo cavare per conto mio.”
    “Capisco…” rispose la custode, prima di venire attirata dai monitor, che cominciarono a lampeggiare, senza però suonare.
    “E ora cosa succede?” chiese, portandosi di fronte, seguita da Dark.
    “Sembrano impazziti… Come se ci fosse qualche interferenza…” disse Hikari, poco prima che la Gummyship cominciasse a tremare.
    “Chi è che si è messo ai comandi?” chiese Riku, entrando seguito dagli altri nella sala.
    Si vedeva che erano stati svegliati dal tremare della Gummyship.
    “Nessuno, ma i comandi sono impazziti all’improvviso, come se ci fosse un interferenza, e poco dopo la Gummyship ha cominciato a tremare”
    “Ecco perché!” urlò Kairi, indicando un punto oltre l’oblò.
    I custodi rimasero qualche secondo ad osservare quel buco nero di fronte a loro, che stava per inghiottirli.
    “Maledizione!” esclamò Riku, mettendosi ai commando e cercando di tornare indietro, purtroppo senza successo.
    “Perché non risponde ai comandi?” chiese Sora preoccupato, mentre si avvicinavano sempre di più al buco nero.
    “Non ne ho ideaaaaaaaa!” urlò Riku, proprio mentre entravano in contato con il corpo celeste, che li inghiotti in un secondo al loro interno, oscurandogli vista e coscienza.
     
    Dark aprì gli occhi.
    Gli ci volle qualche secondo per riunire i ricordi, e non appena ciò avvenne, si alzò subito in piedi.
    Si trovava ancora nella Gummyship, solo che essa era andata a schiantarsi su un mondo, riportando gravi danni.
    Infatti Dark si accorse di diversi cavi elettrici che sbucavano dalle pareti, sprizzando piccole scintille.
    Poi si mise ad aiutare gli altri, che erano ancora tramortiti dall’impatto.
    “Ehi, svegliatevi” disse lui, lanciando sui compagni un curaga.
    Hikari fu la prima a riprendere i sensi, seguito subito dopo dagli altri.
    “Cos’è successo?” chiese Sora.
    “In qualche modo ce la siamo cavata, ma… non posso dire lo stesso della Gummyship…”
    “Emh… non per dire, ma dove siamo finiti?” chiese Riku, guardandosi attorno.
    “A occhio e croce, su un giardino. E che è notte.” osservò Kairi, guardando fuori.
    “Beh, non possiamo fare molto al momento. Ci conviene scendere e accertarci delle condizioni della Gummyship.” Disse Hikari.
     
    Una volta usciti, poterono constatare che la situazione non era migliore.
    Infatti la loro nave aveva riportato varie crepe, e sembrava impossibilità a volare.
    “Questo è un bel problema…” disse Dark, prima che venisse interrotto da Kairi.
    “R-R-Ragazzi…” disse lei. “Ditemi che ho preso una botta in testa e ho le visioni…”
    “Come mai questa richiesta?” chiese Sora, girandosi verso di lei e rimanendo senza parole.
    “Non è possibile!” urlò Riku.
    I cinque custodi infatti erano di fronte ad un castello uguale identico a quello dell’Organizzazione XIII che avevano distrutto in passato.
    Solo che a differenza di quello, questo non era sospeso in aria, ma era a terra e circondato da un giardino, di cui una parte era stata completamente bruciata dall’atterraggio della Gummyship.
    “E quello cos’è?” chiese Hikari, indicando un cespuglio che doveva essersi trovato sulla rotta di caduta, dato che si vedeva che gli mancava una buona parte. Ma ciò che era rimasto sembravano delle zampe.
    “Ma dove accidenti siamo finiti stavolta?” chiese Sora, prima che un urlò sovrastasse ogni parola.
    “Il mio giardino!” urlò una persola, correndo verso il cespuglio.
    “Ma quello è…” disse Dark, sorpreso come forse non lo era mai stato prima. “Marluxia…”
    “Come hai detto, scusa?” chiese Sora. “Ma non faceva parte dell’Organizzazione XIII ed era stato eliminato prima da me e poi da Rexenet?”
    “S-Si” rispose Dark. “O almeno così credevo…”
    “Dovevo immaginarlo” disse un'altra voce. “Dove ci sono disastri, ci sei sempre tu, tuss!”
    I custodi si girarono verso la fonte, per ritrovarsi così di fronte a Xaldin.
    I cinque ragazzi evocarono immediatamente il Keyblade, pronti a combattere.
    “Ehi Ehi, si può sapere cosa state facendo?” chiese il numero tre, per poi osservarlo meglio. “Ehi, cosa ti è successo Sora?”
    “Di cosa stai parlando? E come mai sei ancora vivo?” chiese lui.
    “Ancora vivo? Guarda che non sono mica morto.”
    “Certo, come no. Se non fosse che ti ho trapassato io stesso avrei avuto anche qualche dubbio!” rispose Dark.
    “E voi due chi siete?” chiese, indicando il custode dell’equilibrio e Hikari. “Non vi conviene tirare in ballo certe idee, potreste finire nei guai, sapete?”
    “Umpf. E in che guai potremmo mai finire, sentiamo” disse Riku.
    “Tu sta’ al tuo posto, Riku. O devo convincere Xemnas a lasciarti alle cure di Larxene?”
    “Xemnas? Larxene? Sono vivi anche loro?!” chiese Kairi.
    “Insomma, si può sapere cosa vi è successo a voi tre? Kairi, hai incontrato Larxene ieri sera al bar, com’è possibile che non te lo ricordi?”
    “Cosa?” disse la custode stupita.
    “E poi, come mai voi tre sembrate più grandi? Non potete essere cresciuti tanto in una sera! A me no che non siate andati a far visita al laboratorio di Vexen… Cosa che spero di no per il vostro colore.”
    “Il nostro colore? Laboratorio di Vexen? Più grandi?” chiese Sora, per poi puntare il Keyblade sulla gola del numero 3. “Ci puoi spiegare cosa accidenti sta succedendo?”
    “Questo – coff – dovremmo esserlo – coff – noi a chiederlo – coff – monello!” disse una voce dietro di loro, anticipando il numero 4.
    “Capiti al momento giusto Vexen. Sei tu il responsabile di questo loro cambiamento?” chiese Xaldin.
    “No. - coff – Al momento sto – coff – lavorando ad una – coff – nuova variante del – coff – ModT X-99. Niente – coff – che possa influenzare – coff – un cambiamento e una – coff – maleducazione del genere!”
    “MOdT X-99?” chiese Sora. “E che cos’è?”
    Quella domanda ebbe l’effetto di far scendere il silenzio sui due membri dell’organizzazione.
    “Sora, - coff – sei sicuro di – coff – non aver accettato – coff – niente da Saïx?”
    “Già. Solitamente fai salti di dimensioni olimpioniche non appena senti pronunciare quel nome…” disse Xaldin.
    “Ok, ora mi sto stufando di questa situazione” rispose il custode. “Non ho la più pallida idea di cosa stiate parlando, ma so che voi due dovreste essere morti e sepolti!”
    “Ehi! – coff – Modera i termini! Io – coff – ho intenzione di – coff – vivere ancora a – coff – lungo!”
    “Come se finora non lo avesse fatto…” disse ironico Xaldin.
    “Ok Dark, per piacere, apri un varco e spariamo da qui prima che perda il controllo…” chiese Riku, senza però ottenere risposta.
    “La cosa non ti farà piacere…” disse infine in custode. “Ma non riesco ad aprire i varchi…”
    “Cosa?”
    “Già. Nemmeno io ci riesco…” confermò Hikari.
    “State dicendo che non possiamo scappare usando i varchi?” chiese Kairi.
    “Già, pare proprio che sia così” rispose tranquillamente Dark, per poi battere le mani e appoggiarle a terra, facendo così illuminare il terreno.
    “Ma per fortuna l’alchimia è ancora utilizzabile.” Disse, pochi secondi prima che il terreno gli inghiottisse, per poi chiudersi sopra di loro.
     
    “Ahia!” si lamentò Sora. “Potevi anche avvisarci…”
    “Se lo avessi fatto ci avrebbero potuto fermare” rispose Dark, cominciando a scavare una galleria usando l’alchimia.
    “E la Gummyship?” chiese Riku.
    “Al momento non possiamo recuperarla, ma è talmente grossa che ci vorrà un po’ per poterla spostare, quindi per il momento possiamo stare tranquilli”
    “Ma com’è possibile? L’organizzazione XIII teoricamente non dovrebbe essere stata eliminata per permettere il ritorno di Vanitas?” chiese Sora.
    “Così credevo, ma a quanto pare ci sbagliavamo…”
    “E poi perché ci parlavano come se ci conoscessimo? Per di più sembrava che si aspettassero fossimo più piccoli…”
    “Non ne ho la più pallida idea…” rispose il custode dell’equilibrio, per poi cominciare ad aprire un passaggio sopra di loro. “Ora dovremmo essere abbastanza lontani dal castello… vediamo se scopriamo di più…”
    In pochi secondi, i cinque custodi sbucarono fuori dalla buca, ritrovandosi così in una strada vuota.
    “Uff… per fortuna non c’è nessuno…” disse Sora, guardandosi attorno. “Ma sbaglio, o siamo nella stessa città del Mondo che non esiste?”
    “In effetti ci somiglia parecchio… solo che questa sembra essere abitata anche da qualcun altro oltre l’organizzazione XIII… dato che ci sono pure dei negozi…” aggiunse Riku, mentre si avvicinavano proprio ad uno di questi.
    Poi, senza che potessero impedirlo, la porta del negozio si aprì, rivelando due ragazzi il cui volto era coperto da dei sacchetti di carta, da cui si vendevano spuntare alcune verdure.
    “Salutatemi Xaldin e fatemi sapere se la roba andava bene!” disse la voce del proprietario del negozio.
    “Senz’altro!” rispose uno dei due ragazzi, che a causa del sacchetto, andò a sbattere direttamente contro Sora, con il risultato che entrambi caddero a terra.
    “Ehi Sora, tutto bene?” chiese l’altro ragazzo, riuscendo a muovere la testa quel tanto che bastava per vedere cos’era successo.
    La conseguenza fu che lascio cadere il sacchetto per la sorpresa.
    Dark, Hikari, Kairi e Riku guardavano la scena con una faccia che era l’unione tra il spaventato e l’incredibilità.
    Infatti di fronte a loro c’erano Roxas e un altro Sora. Solo che entrambi sembravano più piccoli rispetto a loro.
    “Ohi ohi…” disse il Sora più giovane, rialzandosi, trovandosi così faccia a faccia con l’altro Sora.
    Tra i presenti scese il silenzio totale, che venne interrotto dai due Sora, che parlarono nello stesso instante.
    “Certo che hai dei capelli strani, sai?” dissero assieme, facendo letteralmente cadere per la sorpresa gli altri.
    “Ok… Temo che Xaldin dovrà aspettare per la sua minestra… Temo che prima dovremmo andare da un buon psicologo…” disse il numero 13, sbattendo gli occhi.
    “Ehi, ma tu sei Roxas! Com’è possibile?” chiese il Sora grande.
    “Lo conosci?” chiese l’altro Sora a Roxas.
    “Ok, dopo Ranma ero preparata psicologicamente a tutto, ma non a questo. Non a questo!” disse Kairi, scandendo l’ultima frase.
    “Emh… Sora?” chiese Riku.
    “Si, che c’è Riku?” risposero i due Sora, per poi guadarsi nuovamente in faccia.
    “Aspetta, ti chiami anche tu Sora?” chiese il custode grande.
    L’altro, per tutta risposta, continuò a osservarlo per qualche secondo.
    “Oh, cactus…” disse infine, per poi svenire.
    I custodi guardarono il Sora del loro gruppo, che per tutta risposta rimase a fissare il suo gemello.
    “Cactus?” disse infine. “Cosa accidenti centra una pianta?”
    “Scusa Sora, ma non ti sei accorto di niente?” chiese Riku.
    “Cosa? Del fatto che ho appena incontrato me stesso più giovane? Come facevo a non accorgermene, scusa?”
    “Ah, ok, l’importante è che ne sei conscio…”
    “N-No, aspettate un secondo!” li interruppe Roxas. “Si può sapere chi accidenti siete? Sarei stato propenso a chiamarvi Riku e Kairi, ma dubito fortemente che possiate essere loro! E come fa ad esserci un altro Sora, per giusta più grande?!”
    “Emh…” disse Kairi. “A dir la verità noi siamo Kairi e Riku… e lui è realmente Sora… per quanto la cosa sembri assurda…”
    Roxas rimase in silenzio per qualche secondo.
    “Credo che a questo punto ci convenga andare dal buon vecchio Freud…”
    “Freud? E chi sarebbe?” chiese Kairi.
    “Un psicologo, mi sembra ovvio”
    “Ah, perfetto. Con questo, abbiamo visto veramente di tutto…” disse Sora, per poi prendere il custode svenuto e appoggiandolo sulle spalle.
    “Mi sembra il minimo portarlo io, dato che credo sia colpa mia se è svenuto”
    “Già… Speriamo solo che non ci sia nessun altro oltre a loro…” disse Roxas, cominciando a fare strada.
    “Di chi stai parlando?” chiese Dark.
    “Oh, presto lo saprete. Intanto potreste spiegarmi da dove venite e come fatte ad essere uguali a Sora, Riku e Kairi, tanto da avere sia lo stesso aspetto che lo stesso nome?”
    “A dir la verità questa dovrebbe essere la nostra domanda. Abbiamo viaggiato in lungo e in largo, abbiamo visto cose che credevamo impossibili, ma finire in un mondo dove tutti sembrano conoscerti, i tuoi nemici che ti parlano come amici, e infine incontrare la copia perfetta di un tuo amico ma in versione ringiovanita non era minimamente pensabile” disse Hikari.
    “Fino a prova contraria sono io quello che sta trasportando se stesso, ergo sono io quello che dovrebbe essere più sorpreso.”
    “Povero Sora però…” disse Roxas. “Non fa in tempo a riprendersi da una minaccia che gli capita questo… Comunque siamo arrivati” concluse, indicando un palazzo di fronte a se.
    “Perfetto. Cominciavo a stancarmi. Che piano?” chiese Sora.
    “Ultimo, perc-“ chiese, prima di vedere Sora cominciare a volare.
    Prima che potesse dire qualcosa, le sue braccia vennero prese da Riku, che si alzò anch’egli in volo, seguito dagli altri custodi.
    “M-Ma voi volate!” disse lui stupito, mentre si allontanavano sempre di più dal terreno.
    “Così pare” rispose Dark.
    Ci misero pochi secondi ad arrivare all’ultimo piano, dove Sora bussò tranquillamente alla finestra.
    “Crisantemo d'una passiflora vallesana! Si può sapere chi è che bussa a quest’ora?!” disse una voce proveniente dall’abitazione.
    “Vado a vedere io… Hanno bussato alla mia finestra dopotutto…” rispose un'altra voce, poco prima che la finestra di aprisse, rivelando un signore anziano, che doveva essersi appena svegliato.
    “Ciao Freud…” lo salutò Roxas.
    “Ciao tuss. Cosa ti porta da noi a quest’ora?” chiese lui, per poi accorgersi dei due Sora. “Oh, ciao anche a voi, Sora.”
    Per alcuni secondi nessuno parlò.
    “Uh, aspettate un secondo!” disse infine Freud. “ROXAS! Tu stai volando!”
    “A essere più precisi sono tenuto in sospeso nel vuoto… Ma non è questa la questione…”
    “Ah, ti riferisci forse al fatto che di fronte a me c’è un Sora più grande di com’era ieri, in volo e che tiene sulle spalle un altro Sora?”
    “Precisamente”
    “Dunque mi stai dicendo che tutto ciò non è frutto della mia immaginazione svegliata da uno che ha bussato al vetro della finestra?”
    “Proprio così”
    “Capisco… COSA?!?!” urlò infine.
    “Insomma Siegmund! Si può sapere che cosa ti prende?” chiese una voce femminile, anticipando l’arrivo di una donna, che osservava la scena senza riuscire a capire il perché il suo amico fosse caduto all’indietro dopo aver urlato.
    “Roxas? Cosa ci fai fuori dalla finestra?”
    “Beh, sai com’è, di recente va di moda farsi sollevare in volo… Potreste gentilmente aprire completamente la finestra che così possiamo entrare?!”
    “Ok, ok, non agitarti tanto…” disse lei, facendo come chiesto.
    Ma quando vide entrare dalla finestra Riku che portava Roxas, seguito da Kairi, Dark, Hikari e infine dai due Sora.
    “Ehi, come mai ci sono due Sora?!” chiese vedendo quest’ultimi.
    “Li ho portati qui proprio per scoprirlo… e anche perché uno dei due Sora, quello che conosciamo noi, è svenuto alla sua vista…”
    “Non fatico a crederlo… E sono pure un psicologo!” disse Freud.
    “Tuss!” urlò arrabbiata una terza persona, entrando in quel momento.
    Era un ragazzo sulla ventina d’anni, che indossava un’impermeabile e un capello.
    “Spero che voi abbiate un valido motivo per svegliarci!” continuò lui. “O avrò un valido motivo per testare il MOdT X-99 che mi ha inviato Vexen!”
    I custodi non capirono il perché Roxas fosse corso a nascondersi dietro ai due Sora.
    “A-Aspetta Ottoperotto… guarda chi c’è qui…”
    Il ragazzo si fermò ad osservare per un secondo il Sora del gruppo di Dark, senza accorgersi che sulle spalle c’era l’altro Sora.
    “Sora, sei andato nuovamente nel laboratorio di Vexen?”
    “Emh… Otto, non vedi niente di strano?” chiese la donna.
    “Che cosa dovrei vedere di più strano del tuss che sembra avere due o tre anni in più rispetto a ieri, Voce fuori campo?”
    “Ma, non saprei… forse che sulle sue spalle c’è un altro Sora uguale identico al nostro tuss?!”
    Ottoperotto a quel punto si accorse del particolare.
    “Ok, appoggia a terra Sora e spiegami chi o cosa sei” disse semplicemente, per poi guardare gli altri custodi. “Poi anche perché sia Kairi che Riku sembrano più grandi e se mi presenti gli altri due sconosciuti se ti è possibile”
    “Ok che solitamente sono uno che prima di mostrare la propria sorpresa ne fa passare di tempo, ma qui si esagera. Come fatte a conoscere Sora, Riku e Kairi?” chiese Dark.
    “Forse perché sono nostri amici?” rispose Freud.
    “Guarda, avrò anche perso la memoria nel castello dell’oblio, ma di voi proprio non mi ricordo” disse Sora. “E poi si può sapere che cos’è questo MOdT x-99 di cui parlate tutti?”
    I tre rimasero in silenzio.
    “Cioè, ci stai dicendo che non solo non ti ricordi minimamente di noi, ma che non sai nemmeno cosa sia il MOdT X-99?” chiese Voce fuori campo.
    “Se dico di si vi offendete?”
    “Impossibile… a me no che…” disse Ottoperotto. “Voi da dove venite?”
    “Beh, a questo punto…” rispose Dark. “Temo che proveniamo da un diverso universo.”
    “Aspetta. Vuoi dire che quando siamo finiti in quel buco nero siamo stati sbalzati in un'altra dimensione?” chiese Riku.
    “Non ne sono sicuro… Ricordati che da dove vengo io quasi tutti credevano che i custodi, Kingdom Hearts e praticamente tutti gli altri mondi esistenti non fossero altro che il frutto dell’immaginazione di qualcuno, e non mi trovavo in un altro universo…”
    “Un altro universo?” ripeté Voce fuori campo. “Sarei tentata di non crederci, però…”
    “Beh, ci sono due modi semplice per vedere se è uno scherzo piuttosto astuto…” aggiunse Ottoperotto, per poi prendere da un mobile lì vicino una spazzola.
    “Cosa ti viene in mente guardando questa spazzola… e ignorando il numero 13 che è corso fuori dalla stanza, se ti è possibile…” chiese a Sora.
    “Beh, che è una spazzola… e se speri di riuscire a pettinarmi, ti dico subito che è una causa persa…”
    “Incredibile… non ha avuto nessuna reazione…” disse Fred. “E ci ha confermato che qualunque Sora è conscio di avere una pettinatura impossibile…”
    “Ok, questo era il primo modo. E il secondo?”
    “Beh, se quella cassa messa sul mobile sopra Riku dovesse cadergli in testa, ciò confermerebbe che è veramente Riku, sottoposto a non so qualche esperimento del numero 3…”
    “E perché dovrebbe cadermi in testa?” chiese il diretto interessato, per poi riuscire ad evitare per poco la suddetta cassa che era caduta giù.
    “Ritiro la domanda…” disse lui deglutendo.
    Ma l’attenzione di tutti si rivolse all’instante al Sora giovane, che non appena aveva ripreso i sensi, aveva cercato di attaccare l’altro Sora, che per tutta risposta aveva anch’egli evocato il Keyblade, con il quale aveva parato l’attacco.
    “Credevo che un me stesso più giovane sapesse che non bisogna mai attaccare senza motivo...” disse quest’ultimo.
    “Chi sei?”
    “Sono te, Sora. Per quanto questo potrebbe costarmi una buona parte della mia salute mentale, di recente messa troppe volte alla prova…”
    “Beh, come ho già detto, stavolta anch’io sono piuttosto sorpreso… ti ricordo che ho eliminato, aiutato da Hikari, ben tre membri che erano già stati eliminati una volta, e rivedere uno di loro che ti tratta come un ragazzo che conosce da tempo non è stato un bel colpo…”
    “E se lo dice Dark è tut-” cominciò Hikari, prima di venire interrotta.
    “DARK?!” urlarono assieme Ottoperotto, Freud, Voce fuori campo, Sora giovane e Roxas.
    Pochi secondi dopo Dark si ritrovò puntati contro una spada laser molto simile a quelle usate da Xemnas, un libro, una padella e due Keyblade.
    “Non ti avevamo mai visto in volto, ma non credevo che saresti arrivato a recitare fino a questo punto!” gli disse Voce fuori campo, brandendo la padella.
    “Emh… Sono cosciente che potrebbe servire a poco, ma potrei chiedervi il perché di tale reazione se possibile?”
    “E ce lo chiedi pure, distruttore dei nostri stivali?” chiese Roxas. “Sei venuto qui per farci rossi sia me e Sora!”
    “Distruttore? Rossi? Non capisco…” disse Hikari, per poi evocare il Keyblade e prepararsi ad aiutare Dark. “Ma non mi ritirerò dal battermi se sarà necessario”
    “Non preoccuparti Hikari… Se dovesse essere necessario li metterò temporaneamente fuori gioco… Comunque sia, da queste parti ci dev’essere anche un mio omonimo… e dalla loro reazione dubito che abbia passato la sua infanzia ad eliminare Heartless e Nessuno come ho fatto io…”
    “Emh… Io sarei un Nessuno, sai…” disse Roxas.
    “E allora?” chiese Hikari. “Anch’io lo sono stata, ma non per questo ho esitato ad eliminare Xemnas e innumerevoli Nessuno.”
    “Cosa? Xemnas è morto?” chiese Freud. “E la notizia non si è diffusa? E dire che la morte di un politico dovrebbe saltare in prima pagina immediatamente…”
    “Politico?” chiese Riku sorpreso. “L’ultima volta che lo abbiamo visto ha tentato di farci a fette a essere sinceri…”
    Ma stavolta Riku venne interrotto da un bussare piuttosto forte alla porta d’ingresso.
    “E ora cosa cactus succede?” chiese Ottoperotto, per poi vedere la porta cadere giù sotto un altro colpo, ritrovandosi così di fronte al numero 3, accompagnato da una suora, che aveva le mani chiuse a pugni.
    “Lo sapevo che ti avrei trovato qui tuss. Grazie ancora per l’aiuto sorella” disse Xaldin.
    “Deduco che era piuttosto urgente per chiedere a Nausicaa di venire a predicare la fratellanza qui…” commentò Freud.
    “Aho! Rispetto, ne'?!” rispose la suora, per poi vedere i due Sora. “Ma cos’è, ti sei andato ad infilare in una fotocopiatrice formato 1:1?”
    “Ah… allora non era stato il tuss…” disse Xaldin.
    “A fare cosa?” chiese Voce fuori campo.
    “A demolire la parte di giardino di Marluxia, colpendo in pieno il suo elefantino con una Gummyship versione villa, ecco a fare cosa!”
    “Glom! Buona fortuna, me stesso…” disse il Sora giovane.
    “Senza considerare che ora Vexen è caduto in depressione, temendo che il suo unico mezzo di minaccia ora sia inefficace…”
    “Beh, questo è un lato positivo, no?” chiese Roxas.
    “Lo sarebbe, se non fosse che nel frattempo sta studiando un nuovo metodo!”
    “Beh, più tardi spiegherò io la situazione a Vexen… Molto più tardi, se possibile…” disse Ottoperotto. “Ora direi che la priorità è mettere momentaneamente fuori gioco darkroxas92…”
    “Ah, ecco perché tutti quanti lo state minacciando” disse Nausicaa, per poi rendersi conto di cosa aveva detto. “Darkroxas92? Quell'infingardo 'gnorante distruttore di mondi della domenica?”
    Dark sospirò quando vide Xaldin evocare le sue sei lance e la suora tirare fuori dei tirapugni d’acciaio.
    “Sentite, credo che ci sia un piccolo equivoco… Il mio nome non è darkroxas92…”
    “Confermiamo!” disse Kairi. “Il suo vero nome è…”
    “No!” la interruppe il custode dell’equilibrio. “Ho già detto che la persona che rispondeva a quel nome è morta molto tempo fa! Il mio nome è semplicemente Dark. Niente di più, niente di meno.”
    “Ben detto!” disse una voce proveniente da fuori.
    “Oh no, non può averci seguito anche qui!” disse Sora. “Vieni fuori, Rexenet! Così possiamo farti fare la stessa fine di Malefica!”
    “Rexenet?” chiese la voce. “Non ho la più pallida idea di chi stiate parlando… Per quel che mi riguarda, non appena ho saputo che c’erano ben due Sora, non ho perso tempo a recarmi qui per impartire a entrambi la giusta punizione…”
    “Questa voce…” disse il Sora giovane. “Non è possibile…” continuò, mentre dalla finestra entrava un tipo incappucciato, del quale non si riusciva a vedere il volto.
    “Darkroxas92!” urlarono tutti tranne i cinque custodi, che lo guardarono con curiosità.
    “Ah, dunque è lui quello per cui mi avete confuso? Errore direi comprensibile… dato che effettivamente ci assomigliamo sia per nome che per gusti di vestiti, anche se ho abbandonato l’anonimato da un po’ di tempo…”
    “Umpf. Non osare paragonarti a me, misero umano. Sono ad un livello superiore al tuo, sappilo.”
    “Di cosa stai parlando? Mi sembri un umano anche tu” disse Hikari.
    “Il fatto che tecnicamente è un uomo, non fa di lui uno al nostro livello” disse Freud. “Quell’essere ha già distrutto sei mondi, mandati in rovina altri due ed è sinonimo di flagello in almeno 14 dialetti diversi!”
    “Però…” commento Sora. “Niente male…”
    “Cosa?” chiese darkroxas92. “Dopo aver sentito tutto quello che ho fatto non sai dire altro che ‘niente male’? Si vede che vieni da un altro universo… infatti il tuo omonimo si è già rifugiato al sicuro dietro a quel detective”
    “Sai com’è, ci tengo alla mia salute!” rispose lui.
    “Bah, niente di speciale” disse Hikari.
    “Cosa?!” chiese Ottoperotto. “Ma veramente non vi stupite di ciò?”
    “Perché dovrebbero? Mi hanno visto disintegrare un intero mondo in pochi secondi. E anche Sora non scherza.” Rispose Dark.
    “Ah, bene…” disse Voce fuori campo. “…COS’HAI DETTO?!”
    “Non preoccupatevi, era un mondo disabitato. Finora ho ucciso solo due persone…”
    “Ah che bello…” disse Roxas. “Aspetta, perché hai detto che nemmeno Sora scherza?”
    “Scusa, ma preferisco non ricordare quel momento. Potrei perdere il controllo…”
    “Da come parli sembra che tu sia una specie di bomba ad orologeria” disse Xaldin.
    “Non lo so…” rispose il custode. “Ma so che se dovessi perdere il controllo, diventerei molto pericoloso per chiunque”
    “Calmati Sora” gli disse Dark. “Il fatto che tu lo abbia perso una volta, e comunque verso una persona che ha provocato solo male non implica che tu sia destinato a doverlo fare ogni volta che combatti. Comunque sia non preoccuparti, qui ci penso io”
    “Sicuro di potercela fare da solo? Saremo anche in un altro universo, ma ci è sempre vietato interferire con altri mondi!”
    “Non preoccuparti Hikari. Non ho intenzione di ripetere ciò che ho fatto da bambino. Avrò una reazione simile solo nello scontro finale con Rexenet. Per ora…” rispose Dark, attivando sia lo Sharingan che lo Byaukan.
    “Certo che i tuoi occhi sono strani” disse darkroxas92, creando nella propria mano una sfera d’energia. “Ma non pensare che ci andrò leggero perché siamo in un’abitazione”
    “Mi dispiace” disse Dark rivolto agli abitanti di quel mondo. “Poi ricostruirò tutto” concluse, per poi creare una sfera di ghiaccio e una di fuoco.
    “Gli affido a voi.” Disse, per poi unire le due sfere e lanciare l’unione verso l’avversario, che lanciò la sua, facendo così scontrare i due attacchi, che come risultato fecero saltare in aria la casa.
    Ottoperotto e gli altri si salvarono grazie a quattro custodi, che avevano lanciato una magia di protezione attorno a loro.
    “Cos’è successo?” chiese Freud. “Se ho visto bene, ha creato dal nulla del fuoco e del ghiaccio in contemporanea…”
    “È l’unico custode in grado di farlo” rispose Hikari, mentre lo scudo di protezione portava a terra gli altri. “È in grado di fondere assieme tutti i tipi di magia”
    “Ma lo ha fatto una sola volta con tutti e sette i tipi” disse Sora. “E come conseguenza, il mondo su cui si trovava è sparito nel nulla. Purtroppo per lui, l’unico vero obbiettivo di quell’attacco è in qualche modo riuscito a diventare un Nessuno…”
    Ma qualunque risposta venne coperta dal rumore di un esplosione sopra di loro.
    Infatti Dark e il suo avversario avevano scagliato nello stesso instante due sfere di fuoco, che scontrandosi tra di loro ne avevano creato una terza, che esplose, sbalzando all’indietro i due combattenti, che si fermarono a mezz’aria come se fossero andati a sbattere contro la terra.
    “Sapevo che darkroxas92 era forte… Ma [CENSURA!] Non pensavo che esistesse un altro come lui!” commentò Xaldin.
    “Peggio che quella 'gnoranta di Sorella Khatrina!” disse Nausicaa.
    “Sorella Khatrina?” chiese Kairi.
    “NO!!!” urlarono assieme Ottoperotto, Freud, Voce fuori campo, Xaldin, Roxas e Sora.
    “Uh, brutta storia. Allora, eravamo in campeggio estivo, con quelle due o tre cose che il signore ci concede, tipo le tende termiche col frigo bar e i camper con parabola che ti riceviamo il TG venusiano...
    Allora, era sera, e per fare atmosfera, la meschina ha deciso di accendere un bel fuoco scoppiettante di legna...
    Questo perché aveva adocchiato una legnaia dei guardiacaccia abbandonata da anni, e, pensando di fare cosa buona, ha preso una cassa di ciocchi di legno...
    Solo che quello non era una legnaia, ma il ripostiglio esplosivi dei partigiani, abbandonato nel '43...
    Ora, la Khatrina, sai, 88 anni e una vista da far ridere al confronto a Tiresia (che era cieco,'gnorante), ha preso un ciocco e lo ha gettato nel fuoco...
    Non era un candelotto di TNT?”
    “E… si è fatta male?” chiese Riku.
    “L'abbiamo dovuta raccogliere con il pennello da barbiere quella ’gnoranta (con quello che usa suor Macho per farsi la ceretta, per intenderci)... Ma poi l'abbiamo affidata a suor Rubrika, che ha la fissa dei giochi di puzzle e via dicendo... Più o meno è tornata come prima, anzi, meglio... Sono avanzati due pezzi come un femore e il pancreas, ma è stato comunque un miglioramento...”
    “Ok, ora sono sicuro che non troverò mai un mondo dove non succede niente di strano…” disse Sora, per poi tornare a guardare in alto. “Speriamo solo che Dark si sbrighi a finirlo…”
     
    Dark fu costretto ad attivare l’armatura per riuscire a diminuire il colpo che stava per ricevere.
    Effettivamente il colpo in sé non risultò troppo efficace, ma fu sufficiente a spedirlo contro il palazzo, facendolo crollare.
    “Menomale che i nostri vicini ci avevano raccomandato ‘Cercate di non demolire il palazzo mentre siamo in crociera’… Secondo voi la prenderanno bene?” chiese Freud.
    “Come il numero tre quando scopre che due tuss sono entrati nel suo laboratorio…” rispose Ottoperotto.
    “EHI!” urlarono assieme Sora e Roxas.
    “Ho paura di scoprire cosa succeda al mio omonimo qui…” disse sottovoce a Hikari il Sora del gruppo di Dark.
    Nel frattempo il custode era tornato di fronte a darkroxas92, che lo guardava divertito.
    “Non credevo che un umano potesse resistere tanto a lungo… i miei complimenti” disse.
    “Grazie. Anche tu non te la cavi male, sebbene non sei al mio livello…”
    “Scusate se lo dico, ma il vostro amico non ha tutte le rotelle a posto. Prende in giro uno che come minimo non esiterebbe un secondo a disintegrarlo potrebbe risultare nocivo alla sua salute, sapete?” disse il numero tre.
    “Abbiamo visto anche quello…” disse Riku.
    “Come, scusate?”
    “Nel senso che abbiamo visto Dark finire in miliardi di briciole, se proprio vogliamo essere il più chiari possibili…”
    “Però… quindi ora è un Nessuno?” chiese Roxas.
    “No, non è diventato un Nessuno”
    “Un essere Asceso?” chiese Ottoperotto.
    “Non sappiamo nemmeno cosa sia. Comunque è rimasto un comune essere umano. Il suo corpo in qualche modo si è salvato…”
     
    “Capisco… quindi non temi di morire…” disse darkroxas92 rivolto al custode.
    “L’oblio si rifiuta di accettarmi. L’ultima volta mi ha rispedito indietro. Non sono così stupido da dire di non temerla.”
    “Vorrà dire che sarò io stesso a far sì che ti accetti!” rispose il distruttore, creando nella mano una sfera d’energia più grande delle precedenti, che poi scagliò contro il custode, che la parò con il Keyblade. Solo che stavolta la potenza fu tale da farlo indietreggiare di qualche metro.
    Ma proprio quando Dark stava per desistere e lasciare che la sfera andasse contro altri palazzi, Sora andò a darli man forte.
    “Lo so che solitamente preferisci fare tutto da solo, ma credo che stavolta una mano serva anche a te. E poi pare che il mio me stesso di questo universo abbia un qualche terrore verso questo tipo… Chissà se così non riesca a convincerlo a ribellarsi”
    “Come vuoi Sora.” Disse Dark, per poi respingere assieme al custode la sfera verso il mittente. “Allora immagino che voglia essere tu a metterlo fuori gioco, vero?”
    “Se non ti dispiace”
    “Cerca solo di non perdere il controllo come l’ultima volta però, ok? Avrò già abbastanza da fare per ricostruire il tutto senza che tu mi aumenti il lavoro…”
    “Non preoccuparti” disse il custode, per poi partire all’attacco.
    Darkroxas92 rimase sorpreso da quel cambio d’avversario.
    “E così, hai il coraggio di affrontarmi… Sarà divertente…” disse, per poi tirare fuori dalla tasca quello che sembrava un bastone di metallo.
    “E quello cos’è?”
    “Ah già, dimenticavo che tu non lo conosci, ma sono sicuro che ne hai già sentito parlare…” disse, mentre dal bastone usciva fuori una specia di laser, che prese una forma molto simile a quella di una racchetta da ping pong. “Perciò lascia che ti presenti il tanto famigerato MOdT X-99!”
    Sora rimase sorpreso.
    “Tutto qui?” chiese infine. “Una semplice spada laser dall’aspetto diverso?”
    Tutti, tranne i custodi, spalancarono la bocca sorpresi.
    “V-Vuoi dire che non ti preoccupi per niente?”
    “Il mio corpo è stato impossessato da un pazzo che voleva distruggere l’universo” disse Sora. “E dopo aver incontrato un me stesso più piccolo, credo che ormai non sia rimasto più niente in grado di sorprendermi!”
    “Cosa?”
    “Sora…” disse Dark. “Non imparerà mai a stare zitto…”
    “Quindi anche tu hai conosciuto il potere, ma nonostante questo ci hai rinunciato?” chiese sorpreso darkroxas92.
    “Si. Io non sono fatto per lasciarmi controllare facilmente. Soprattutto se chi ti controlla di costringe a fare del male alle persone a cui tieni.”
    “Che stupidaggini…” rispose il distruttore, per poi prepararsi ad attaccare. “Il potere è tutto!”
    “Come vuoi…” disse il custode, mentre il suo Keyblade si illuminava. “Allora farò in modo che quell’arma non minacci più nessuno” concluse, lanciandosi all’attacco.
    Lo scontro tra le due armi fu tale da creare dei piccoli fulmini attorno ai due guerrieri, che nonostante tutto continuavano a rimanere uno di fronte all’altro, con le rispettive armi occupate a tentare di avere la meglio sull’altra.
    A quel punto Sora creò con la mano libera una sfera di fuoco, che scagliò contro darkroxas92, provocando un esplosione che spedì il distruttore per terra, facendogli creare un piccolo cratere.
    Quando la polvere cominciò a sparire, tutti videro darkroxas92, che aveva ancora in mano il MOdT X-99 rotto a metà.
    Poi, senza dire niente, il distruttore gettò a terra l’arma e sparì nel nulla.
    “N-Non ci credo!” disse Sora. “Ha sconfitto darkroxas92!”
    “Niente male per un tracagnotto” commentò Nausicaa.
    Sora nel frattempo atterò tranquillamente.
    “E anche questa è fatta… ora non ci resta che trovare un modo per tornare nel nostro universo…”
    “Beh, direi che è semplice. Se siete arrivati qui con un buco nero, vi basterà riattraversalo, no?”
    Un silenzio imbarazzante calò sui presenti.
    “Ecco… teoricamente si potrebbe fare… ma ci sono due problemi…” disse Dark.
    “Che sarebbero?” chiese Ottoperotto.
    “Il primo sarebbe ritrovare il buco nero giusto. Non credo ne esista uno solo…”
    “Potrebbe trattarsi di quello che si trova qui vicino. Non credo che abbiate fatto tanta strada, se vi siete schiantati qui…”
    “Ah…” commentò Riku.
    “Il secondo?” chiese Freud.
    “Beh, il fatto che la nostra Gummyship non è nelle sue condizioni migliori… Sono in grado di ripararla, ma il programma non posso ricrearlo, e quello temo sia andato distrutto…”
    A quel punto tutti si girarono verso Nausicaa, tranne i custodi che si chiesero il perché.
    “Nausicaa, tu saresti in grado di fare un programma di navigazione per una Gummyship?” chiese Roxas.
    Per alcuni secondi la suora non rispose.
    “’Gnoranti!” disse infine. “Datemi del fil di ferro, un tamagotchi e due pezzi di lego e vedrete he Navigummy ti faccio su, vedrete!”
    “Cosa?” chiese sorpresa Kairi. “Basta così poco?”
    “Credimi, l’abbiamo vista creare una bomba atomica con una confezione di Chanterelles ed una di fagioli Borlotti ci aspettiamo di tutto da lei…” disse Voce fuori campo.
    “Dimentichi il mio acceleratore di particelle costruito con un tubo di gomma e due calamite…” commentò Ottoperotto.
    “Allora, dov’è ‘sta Gummyship?” chiese Nausicaa.
    “Qualche minuto e sarà qui” rispose Dark.
    “Impossibile, si trova nel nostro castello” disse Xaldin.
    “E allora?” chiese Dark, battendo le mani e appoggiandole a terra. “Non sarò io a portarla qui!”
    Il terreno sotto di lui si illuminò, fino a coprire l’intera strada.
    Poi, come se niente fosse, un’enorme mano di pietra arrivò verso di loro, e sopra di essa c’era la Gummyship”
    “Non ringrazierò mai abbastanza Ed per aver inventato tanti trucchi con l’alchimia” disse Dark, battendo nuovamente le mani, per poi appoggiarle sulle macerie del palazzo, che si illuminarono per poi tornare a compore in pochi secondi la loro forma originale.
    “Come promesso vi ho rimesso a posto la casa” disse infine, guardando il gruppo di Ottoperotto, che era rimasto con gli occhi spalancati.
    “Incredibile… Come ci sei riuscito?” chiese Roxas.
    “Basta inghiottire una pietra filosofale ed è fatta. Ora… pensiamo alla Gummyship” disse il custode, battendo ancora una volta le mani, appoggiandole poi sui resti della nave, che tornò in pochi secondi come nuova.
    “Ok, allora la lasciamo a te Nausicaa, ok?”
    “Aho! Rispetto, ne'?! Altrimenti ti faccio fare la fine di-”
    “Grazie Nausicaa, sono sicuro che vorrebbero sentire la tua storia, ma immagino abbiano fretta di tornare nel loro universo” la interruppe Ottoperotto.
    “E va bene… Voce, mi potresti passare l’occorrente?”
    Come se niente fosse, Voce fuori campo tirò fuori dalla sua borsa gli oggetti chiesti da Nausicaa, che poi entrò nella Gummyship armata di una chiave inglese.
    Pochi minuti dopo i custodi sentirono i motori della Gummyship accendersi e videro Nausicaa uscire.
    “Ecco fatto ‘gnoranti! Ora andrà meglio di prima!”
    “Grazie mille” disse Hikari. “Certo, questo è stato un incontro un po’ particolare, ma in fondo, sempre interessante”
    “Concordo…” disse Sora. “Ma ora che ci penso, non dovremmo sigillare la serratura anche di questo mondo?”
    Rispondendo alla sua domanda, i resti del MOdT X-99 si illuminarono, per poi far partire un raggio verso il cielo, facendo apparire la serratura.
    “Ricordami che se dovessi tornare sulla Terra, tu mi dirai sei numeri a caso” disse Dark a Sora, per poi puntare Balance verso la serratura, chiudendola.
    “Ora si che possiamo andare” aggiunse, rivolgendosi agli abitanti di quel mondo.
    “Dubito che ci rincontreremo di nuovo, perciò temo che questo sia un addio”
    “Peccato” disse il Sora giovane. “È stato bello vedere me stesso sistemare darkroxas92”
    “Beh, la prossima volta potresti occupartene tu, no?”
    “Chissà… Ma ora vi conviene andare”
    “Solo una cosa, Sora parallelo” disse ad un tratto Ottoperotto.
    “Uh?”
    “Da quello che ho visto, mi sembri un bravo ragazzo…” sorrise “Ma sa scopri, e al scopri, varda, cha t’è fai ul discul ‘n dal to univers, a l’importa mia ‘ndu cha l’sa trova, tal giur cha vegni la (a so mia cumee, ma ‘l fo, preocupat mia!) e t’an ciapat su ‘na ca’ cha ta padret mia setat gioo par ‘n mese, ciar, tuss?” terminò, semiserio.
    “CHE HA DETTO?!” chiesero in coro Dark e Sora, fissando prima il detective, poi gli altri.
    “Ehhh…” sospirò Voce fuori campo “Ha detto che, anche se sa che sei un bravo ragazzo, se scopre, e lo scopre, che nel tuo universo hai fatto il discolo, non importa dove, ti giura che viene a cercarti, non sa come, ma viene a cercarti, e allora, te ne da abbastanza per farti star in piedi per un mese…”
    “A-aspetta…” Sora parve un attimo incredulo “Cioè, stai dicendo che mi – ”
    “Solo se farai il monello, tuss…” sorrise Ottoperotto, scompigliando i capelli del giovane.
    “Ehi!”
    “Ora andate… Ho il fondato sospetto che abbiate del lavoro da fare…”
    “E qualche collega mio da cui andare a prendere appuntamento…” ridacchiò Sigmund.
    “Su questo, non ci piove…” mormorò divertita Kairi.
    I custodi salutarono tutti, per poi salire sulla Gummiship.
     
    “Tu che dici, funzionerà?”
    “Non ne ho idea… ma al momento direi che non ci resta che attraversare nuovamente il buco nero, cercando di rimanere coscienti stavolta”
    “E se dovessimo finire in un altro universo?” chiese Sora.
    “Lo sapremmo subito. Abbiamo verificato che i nostri varchi funzionano solo nel nostro universo. Se saremo in grado di aprirli, sarà andato tutto bene” rispose Hikari, proprio pochi secondi prima che la Gummyship attraversasse il buco nero.
    Stavolta i custodi sapevano cosa li aspettava, perciò riuscirono a rimanere coscienti.
    Quando uscirono dal passaggio interdimensionale, la prima cosa che fecero fu verificare se i varchi si aprivano.
    Toccò a Dark provarci, e per loro grande fortuna, davanti ai loro occhi il varco nero e bianco si aprì, permettendogli così di tirare un sospiro di sollievo.
     
     
    (Ringrazio Ottoperotto per la concessione dei personaggi e per l’aiuto nella stesura del capitolo. La parte di Suor Khatrina e il discorso finale di Ottoperotto sono opera sua.)

    Edited by darkroxas92 - 28/10/2010, 18:15
  10. .
    Ok, stavolta fortunatamente sono stato più veloce nel scrivere il capitolo.
    Come avete visto nel precedente capitolo, ho gettato le basi per quanto riguarda la storia di bbs, ma come già detto, per chi non sa la storia, aspetterò ancora a rivelare ciò che potrebbe risultare importate, perciò mi limiterò solo ad acceni.
    Preciso fin d'ora che il "mondo" che ho scelto per questo capitolo non lo conosco proprio bene, non avendo mai visto tutta la serie (cosa che se avessi fatto adesso, probabilmente avreste avuto il capitolo molto più in là) e questo è il motivo dei pochi personaggi presenti. Spero solo risulti lo stesso di vostro gradimento.
    Come ultimo avvertimento, vi dico che potrebbe esserci una scena che alcuni potrebbero vedere come... cruenta (o almeno, a me da' quell'impressione).
    Detto questo, ecco le risposte alle recensioni:
    @ Liberty89: Mi fa piacere sapere che alla fine la scelta di Harry Potter non si sia rivelata malvagia, sebbene l'avessi già usata nella mia precedente fan fiction (anche se in maniera totalmente diversa). Spero che anche questo sia di tuo interesse.
    @ francix94: Beh, ho voluto creare un po' di difficoltà in più, per questo era "leggermente" più forte del normale. Per quanto riguarda Terra... bisognerà aspettare un po' per i svillupi.
    @ Armitrael: beh, personalmente Harry Potter è il mio libro preferito, perciò non potevo non metterlo XD. Per quanto riguarda la pietra filosofale, se ben ricordo (nn ho voglia di andare a recuperare il lobro XD) semplicemente può trasformare i metalli in oro e creare l'elisir di lunga vita.
    E ora, buona lettura

    Capitolo 35: Malefica - Torna all'indice dei capitoli
    “Come sarebbe a dire che non ti ricordi come si chiamano?!” chiese Sora urlando.
    “Mi dispiace, ma è così. Non ho il completo accesso ai ricordi dei miei predecessori, so solo che appartiene ad una terza categoria di creature d’ombra. Ma tutti credevano che ormai non esistessero più”
    “Fantastico…” sbottò Riku. “Come se gli Heartless e i Nessuno non fossero sufficienti per conto loro!”
    “Ma com’è possibile che Rexenet abbia sotto controllo anch’essi?” chiese Hikari. “Mi rifiuto di credere che possa esistere una persona in grado di controllare ben tre categorie di creature d’oscurità!”
    “Non ne ho la più pallida idea” ammise Dark. “Malefica non può essere stata in grado di insegnarli cose che lei stessa probabilmente ignora.”
    “E con quel custode come la mettiamo?” chiese Sora. “Al momento ci ha aiutato, ma in futuro? L’ultima volta che l’ho incontrato aveva nominato Ventus e un’altra persona, per poi dire che non ero io che aveva scelto. Infine, dopo aver ripetuto più volte Xehanort mi ha attaccato. Chiedete a Pippo e Paperino che cosa significhi affrontare quell’essere!”
    “Aspetta!” lo interruppe Hikari. “Hai detto che oltre a Ventus ha nominato un'altra persona?”
    “Si, ma non riesco a ricordarmi il suo nome…”
    “Ad ogni modo…” disse Dark, dirigendosi verso i monitor. “Avremmo tempo per fare luce su questo mistero. Secondo me, non vedremmo per un po’ nessun’altra di quelle creature”
    “Cosa te lo fa pensare?”
    “Non vi siete chiesti come mai, se fosse stato in possesso di altre creature simili, ne avrebbe mandata solo una contro di noi, per poi affiancarla con semplici Heartless?”
    “Effettivamente, non ha molto senso. Se una sola di loro è riuscita a mettere in difficoltà pure te, con più di una avrebbe avuto partita vinta…” disse Sora.
    A quelle parole Dark si perse un attimo nei suoi pensieri.
    Aveva deciso di non rivelare il vero motivo per cui era stato colpito da quell’essere. Dopotutto, nemmeno lui sapeva con precisione che cos’era successo.
    Quella voce era stata solo un frutto della sua immaginazione dovuto a quel dolore improvviso? E se era così, come mai gli era venuto quell’attacco al cuore?
    “Ehi, Dark, che ti prende?” chiese Kairi, interrompendo così i suoi pensieri.
    “Uh? No, niente…” rispose lui, per poi venire sovrastato dall’allarme proveniente dai monitor.
    “A quanto pare Rexenet non conosce il significato della parola vacanze…” disse Sora. “Speriamo solo che stavolta non ci ritroviamo nuovamente circondati da una banda di assassini o ladri”
     
     
    “Beh Sora, ti dirò che quasi quasi preferivo il nostro benvenuto classico” disse Riku, non appena furono usciti dal varco.
    Infatti si erano subito ritrovati zuppi, dato che pioveva a dirotto.
    “Eh eh…” rispose ridendo il castano, mettendosi la mano dietro la testa.
    “Uff… Effettivamente nemmeno a me piace l’idea di stare sott’acqua” disse Dark, creando sopra di loro un piccolo scudo trasparente, facendolo così fungere da ombrello.
    “Uao… Questa ancora non l’avevo vista…” commentò Kairi.
    “Beh, va bene tutto, ma quando pioveva avevo qualche difficolta ad allenarmi, così ho dovuto imparare ad usare questa magia in questo modo” rispose Dark. “Ora possiamo anche cercare gli Heartless o chi altro ci sarà. Tanto non credo troveremo tante persone in giro con questo tempo”
     
    I cinque custodi girarono per le vie di quella città fortunatamente senza problemi.
    Come previsto da Dark, quella pioggia teneva tutti chiusi in casa all’asciutto.
    “Beh, però qui non c’è proprio nessuno. Siamo sicuri di esser scesi sul mondo giusto?” chiese Sora, cominciandosi a stufare della mancanza totale di persone, Heartless e Nessuno.
    “Ne dubito fortemente. Molto probabilmente abbiamo solo sbagliato zona” rispose Riku, prima di sentire una voce avvicinarsi dietro di loro.
    “…e ovviamente ci mancava pure questa pioggia fredda, come se non fosse abbastanza…” disse una ragazza dai capelli rossi raccolti in una coda, che stava camminando dietro di loro, senza correre e priva d’ombrello, con lo sguardo verso il basso, e che sembrava avvolta nei suoi pensieri.
    Tanto che non si accorse nemmeno di andare verso il gruppo di Dark, fino ad arrivare sotto il loro ombrello provvisorio.
    Inizialmente non si accorse dell’improvvisa mancanza di pioggia, tanto che passò in mezzo ai custodi per poi uscire nuovamente dalla zona coperta, ritrovandosi nuovamente sotto la pioggia.
    Poi, come illuminata, si fermò improvvisamente.
    Dark però fece sparire immediatamente la protezione sopra di loro, con grande disapprovazione degli altri, in modo tale che la ragazza pensasse di esserselo solo immaginato.
    “Uh, che strano… mi era sembrato che per un momento avesse smesso di piovere…” disse lei girandosi, notando così i cinque ragazzi.
    “E voi chi siete?” chiese. “Non mi pare di avervi mai visto prima…”
    “Ecco… siamo di passaggio. Abbiamo deciso di fare il giro del mondo, e ora siamo capitati qui…” disse Sora, dicendo la prima scusa che gli veniva in mente.
    Dark stava già per riprenderlo, quando la ragazza parlò per prima.
    “Dite la verità, state girando il mondo per allenarvi, vero?”
    I custodi rimasero un secondo in silenzio.
    Fu Kairi a prendere parola: “Emh… si, proprio così. Non volevamo dirlo perché sembra un po’ assurdo che qualcuno lo faccia realmente…”
    “Bah, io non ci trovo niente di strano. Anch’io sono andato in giro per il mondo con mio padre, per cui ormai ci sono abituato” rispose la ragazza.
    Dark rimase un attimo a ripetersi mentalmente la frase detta dalla ragazza.
    ‘Perché ha parlato al maschile?’ si chiese, sorpreso da quel particolare.
    Evidentemente era stato l’unico ad accorgersi di quel particolare, perché gli altri non sembrarono notarlo.
    “Comunque, mi pare di capire che non abbiate un posto dove dormire, giusto?”
    “Beh, a dir la verità, abbiamo lasciato le nostre tende fuori città” rispose Hikari.
    “Se volete potete venire da me. In questi giorni ci sono solo una mia amica e mio padre, ma solitamente quella casa è piena zeppa, quindi non credo rifiuteranno di ospitarvi”
    “Beh, ecco… vedi, ci dispiace, ma non possiamo accettare”
    “Suvvia, non fatevi problemi. Al massimo sarò io quello a rischiare di più…” disse, abbassando il tono di voce alla seconda frase.
    I custodi si guardarono tra di loro.
    “E va bene… Ma sappi che se dovesse accadere qualcosa di strano per le strade, dovremmo andarcene subito per la vostra incolumità” rispose Dark.
    “E che cosa siete? Alieni in fuga dal loro pianeta?” chiese la ragazza ridendo.
    “No, no, non siamo alieni” rispose Riku, per poi cominciare a seguire la ragazza assieme agli altri”
    “Umh… Sai, quel tono di voce di prima l’ho già sentito…” disse Kairi, mettendosi a pensare. “Non è lo stesso che aveva Ed quando doveva andare da Winry con l’automail rotto?”
    “Si, in effetti hai ragione…” commentò Sora. “Tipico di chi ha paura di recarsi da qualcuno…”
    “Lo stesso motivo per cui sei stato via per un intero anno?” chiese la custode, facendo una piccola risata.
    “E-Ehi, e questo che cosa centra?”
    “Non credo voi possiate capire…” disse la ragazza, abbassando lo sguardo.
    “Dopo che hai visto una ragazza tirare un intero set di attrezzi da lavoro in testa al suo ragazzo solo perché ha rotto un… possiamo definirlo oggetto, devi riconsiderare molti tuoi punti di vista sulla tollerabilità, credimi” rispose Riku.
    “Beh, sempre un motivo più valido rispetto ad una semplice litigata. E poi non è l’unico problema… credetemi, la situazione è più complicata di quanto possiate immaginare…”
    “Beh, siamo tipi di larghe vedute. E poi abbiamo visto di tutto, anche se non possiamo raccontarlo in giro” rispose Sora.
    “E se tu evitassi di farlo magari prima o poi riusciremmo in questo proposito” lo ribeccò Hikari.
    Sora a quel punto rimase in silenzio, e il gruppo continuò a seguire la ragazza, finché non si fermarono davanti ad una villa.
    “Eccoci arrivati” disse la ragazza. “Entrate pure e…”
    Ma mentre stava parlando, la porta d’ingresso saltò come in aria, e qualcosa di nero e bianco si diresse verso la ragazza.
    I custodi evocarono di riflesso i Keyblade, ma proprio mentre stavano per attaccare, si accorsero che si trattava di un enorme panda.
    Come se niente fosse, la ragazza fece un salto, in modo tale da risultare più in alto dell’animale, e poi gli diede un forte calcio sulla testa, facendolo finire contro un muro.
    “PADRE DEGENERE!!!” gli urlò dietro. “Possibile che non perdi mai l’occasione per cercare di cogliermi di sorpresa?!”
    I custodi guardarono i due decisamente sorpresi.
    “P-Padre?!” chiese stupito Sora, mentre lui e gli altri facevano sparire i Keyblade. “M-Ma è un panda!”
    La ragazza, sentita la domanda, cominciò ad agitare le mani.
    “N-No, non è così, lo chiamo padre solo come soprannome, ma non è realmente mio padre…”
    “RANMA!!!” urlò una voce femminile proveniente dalla casa, anticipando un tavolo che ruppe una finestra, diretto contro la ragazza, che riuscì a schivarlo per pochi secondi.
    “Un… tavolo…” disse Riku, quasi non credendo ai propri occhi “Buttato… fuori da una finestra… come se niente fosse…”
    “Akane, sei forse impazzita?!” urlò Ranma, rivolto alla ragazza dentro la casa, che per tutta risposta gli tirò dietro anche una serie di sedie.
    “TU!” urlò la ragazza, che stava uscendo in quel momento da ciò che restava dell’ingresso. “Vedo che non ti manca il coraggio per ritornare così presto dopo la figura che mi hai fatto fare!”
    “Oh, ancora con quella storia. Solo perché ti ho battuta a quell’incontro a scuola…” rispose la rossa, evitando per un pelo un'altra sedia.
    “Non è solo per quello, e lo sai bene! Se tu non avessi cominciato a vantarti come sei solito fare non me la sarei presa, e lo sai bene!”
    “Ok Akane, ma potremo rimandare a dopo la discussione? Abbiamo ospiti…” disse, indicando i cinque custodi, che erano rimasti a guardare la scena senza osare proferire parola.
    Akane rimase qualche secondo ad osservarli, per poi guardare ciò che rimaneva della facciata della casa e di buona parte del mobilio.
    “Ah… emh… volete entrare?” chiese poi.
    “Se non rischiamo niente volentieri…” disse Sora.
    “SORA!” lo riprese Kairi. “Non dire così!”
    “Oh, non preoccuparti, sono abituata a certe battute sarcastiche”
    “Come ha dimostrato prima…” disse Ranma.
    Ma lo sguardò con qui Akane la guardò la zittì seduta stante.
    “Noi due parleremmo per bene dopo, e lontano da qui in modo da non disturbare i nostri ospiti con le tue urla di dolore. E vai a recuperare tuo padre da quel muro!”
    “Non ordinarmi cosa devo fare!”
    “Vuoi forse combattere ancora?!”
    “Volentieri! Tanto sai già che sono più forte di te!”
    Ma prima che le due potessero cominciare ad attaccarsi a vicenda, fu il panda stesso a mettersi in mezzo, impendendo cosi alle due di scontrarsi, ma in compensò ricevendo in pieno i due calci, che lo spedirono in cielo.
    “Ok, è ufficiale: Sakura e Winry hanno altre due concorrenti per il torneo ‘La ragazza più forte’…” disse piano Sora, per non farsi sentire.
    Fortunatamente, sembrò che alle due ragazze fosse bastato picchiare qualcuno, dato che rientrarono in casa piuttosto calme, ignorando completamente il panda che ricadeva a terra, finendo in un piccolo laghetto che si trovava nel giardino.
    “Emh… non per dire, ma non dovremmo aiutarlo?” chiese Kairi.
    Ma con sua grande sorpresa, il panda tirò fuori dal nulla un cartello con scritto sopra ‘Non importa, tanto ci sono abituato…’
    “Ah, ok…” rispose la custode, leggermente scioccata, per poi rivolgersi a Sora. “Ma solo a me sembra strano?”
    “Sai com’è, quando diventi un tritone, un leone, un mostro d’halloween o un cartone animato, vedere semplicemente un panda che ti risponde con un cartello non crea nessuna preoccupazione. Certo, nel caso impossibile che dovessi vedere una ragazza che diventa un ragazzo allora sì che mi preoccuperei della mia salute mentale” rispose lui ridendo.
    “Si, certo. E perché non un umano in un animale già che ci siamo” disse Riku, per poi ricevere uno sguardo dagli altri custodi. “Ah già, Jake e gli altri, che sbadato…”
    Ranma, nel frattempo, come Akane, era rimasta paralizzata alla frase di Sora.
    “È successo qualcosa?” chiese Kairi.
    “N-No, niente. Semplicemente non riesco a capire i vostri discorsi, tutto qui”
    “Credici, meglio così” rispose Dark. “E poi, se noi ti spieghiamo questo, voi potreste spiegarci come mai Ranma parla di se stessa al maschile…”
    Ranma a quel punto cominciò a sudare freddo.
    “N-No, dev’essere stata la tua immaginazione. Non mi pare di averlo fatto…” disse agitando le mani per negare.
    “Umh… sarà. Ma non ha importanza. Dopotutto non siamo qui per farci i vostri affari” disse Hikari, mentre entravano nella casa.
     
    “Allora…” disse Akane, mentre portava una brocca d’acqua calda per il tè sul tavolo, dove aveva fatto alloggiare gli ospiti “Come mai siete da queste parti?”
    “Stiamo cercando una persona” rispose Dark. “Per chiudere i conti in maniera definitiva.”
    A quelle parole Ranma e Akane si aspettavano una reazione dagli altri, che però non arrivò.
    “E… come si chiama questa persona? Forse ne abbiamo sentito parlare…” chiese Ranma.
    “Il suo nome è Rexenet. Ma se ne aveste sentito parlare o addirittura incontrato, a quest’ora probabilmente non sareste qui a parlarne”
    “Da come ne parli si direbbe un serial killer…”
    “Quella è una parola leggera per lui” rispose Sora. “Con quello che ha fatto e che vuole fare, serial killer è quasi un complimento…”
    “Che cosa può aver mai fatto? Ha forse distrutto un pianeta?”
    “No, finora siamo riusciti ad impedirlo” disse tranquillamente Dark, per poi prendersi una tazza di tè.
    “Scusate la domanda…” intervenne Ranma “Ma voi da dove ven-”
    Ma Ranma venne interrotta da Kairi, che si era allungata sul tavolo per prendere anche lei la brocca, ma per farlo si era messa a dondolare avanti con la sedia, con il risultato che era caduta proprio sul tavolo, facendo così finire in volo la brocca d’acqua calda, che cadde addosso a Ranma.
    Ranma cadde all’indietro per via della temperatura dell’acqua.
    “S-Scusate!” disse imbarazzata Kairi, per poi andare a soccorrere Ranma.
    Ma una volta vicina a lei, arretrò.
    “Accidenti…” disse una voce maschile, proveniente proprio da dove si trovava Ranma. “E io che speravo di non dover fare questa figuraccia anche con degli stranieri…”.
    A quel punto Ranma si alzò in piedi, con il risultato di far cadere Sora e Riku all’indietro e lasciando Dark e Hikari parecchio sorpresi.
    Infatti ora non erano più di fronte ad una ragazza dai capelli rossi, ma bensì ad un ragazzo dai capelli neri, che era vestito uguale identico a Ranma.
    “S-Sapevo che era sospetto che parlasse al maschile, ma da lì a pensare che fosse un maschio ce ne passava di strada” disse Hikari.
    “O-Ok, come direbbe Marco, ora sì che ho bisogno di un bravo psicologo” aggiunse Sora, rialzandosi a fatica.
    “Ma cos’è, Vanitas aveva il potere di prevedere il futuro?” chiese Kairi. “Cioè, se Sora ha ereditato i suoi poteri, com’è che ora tutte le cose assurde che dice si realizzano?”
    “Suvvia Kairi, non esageriamo” disse Riku, cercando senza successo di rimanere calmo.
    “Sigh… per una volta che facciamo realmente di tutto per non farlo scoprire…” commentò Akane. “Sembra proprio che questa tua maledizione sia maledetta in tutto e per tutto…”
    “Grazie mille, eh…” rispose Ranma, per poi guardare i cinque custodi, ancora evidentemente scossi.
    “Emh… cosa posso dire in più? Avete scoperto il mio segreto… Eh eh eh…”
    “Ranma, si può sapere che succede? Hai litigato ancora con Akane?” chiese un uomo che aveva gli occhiali ed era vestito di bianco, entrando in quel momento nella stanza, trovandosi così di fronte i cinque custodi.
    “Ah, vedo che lo hanno scoperto…” disse semplicemente. “La mia vergogna di padre…”
    Per tutta risposta, Ranma lo colpì con un calcio in pieno volto, facendolo volare in giardino direttamente nel laghetto.
    “Non perde mai l’occasione…” disse lui.
    “Ti piace proprio prendere a calci chiunque, eh?” chiese Riku. “Prima quel panda, ora quell’uomo…” ma non fece in tempo a finire la frase che dal laghetto saltò fuori il panda gigante, che senza mezzi termini prese Ranma e li fece fare la stessa fine dell’uomo di prima.
    “Perdonateli” disse Akane rivolta ai custodi. “Spesso e volentieri si dimenticano che non sono da soli…”
    Prima che i custodi potessero replicare, dal laghetto sbucò fuori Ranma, solo che stavolta era nuovamente una ragazza.
    “Maledetto di un padre…”
    Il panda per tutta risposta, tirò fuori un altro cartello ‘Hai cominciato tu…’
    “Q-Quindi, se ho capito bene, quel panda è realmente il padre di Ranma?” chiese Kairi ad Akane.
    “Si, anche se come avete visto prima, non è il suo reale aspetto…”
    “Temo che ci convenga spiegargli tutto con calma…” rispose Ranma, riempiendo nuovamente da un lavandino la brocca d’acqua calda, che poi si buttò nuovamente addosso, ridiventando un ragazzo.
    “Vi trasformate semplicemente bagnandovi?” chiese Dark.
    “Più precisamente a seconda della temperatura dell’acqua” precisò Akane.
    “Beh, noi ne abbiamo viste parecchio, ma non avevamo mai sentito qualcosa del genere. Di umani in animali si, ma di un ragazzo che diventa ragazza e viceversa mai”
    “È tutta colpa di quel vecchio” disse Ranma, gettando la brocca d’acqua calda sul panda che si ritrasformò così nello stesso uomo che era entrato prima.
    “Vecchio a chi? Cerca di dimostrare un po’ di rispetto per tuo padre!”
    “Rispetto per uno che mi ha condannato ad una vita del genere? Certo che ne hai coraggio!”
    “Tu ti lamenti? E io cosa dovrei dire, con una vergogna del genere come figlio?”
    Ranma stava già saltando contro il padre, mentre egli stava facendo la stessa cosa contro il figlio, quando Dark si mise in mezzo fermando entrambi con le mani.
    “Scusate, ma sinceramente sono un po’ stufo di vedervi ammazzare ogni volta” disse lui, per poi tornare al suo posto.
    “L-Li ha fermati come se niente fosse…” commentò stupita Akane, mentre i custodi ormai erano abituati a scene simili.
    Anche Ranma e il padre rimasero completamente spiazzati.
    Per loro era la prima volta che qualcuno riusciva a fermare i loro attacchi come se niente fosse.
    “C-Come ci sei riuscito?” chiese Ranma.
    “Per uno che è stato rifiutato anche dall’oblio non risulta difficile.”
    “Rifiutato dall’oblio? Cosa intendi?” intervenne Akane.
    Dark abbassò lo sguardo, per poi fare una piccola risatina.
    “Il mio corpo è stato completamente disintegrato, eppure come vedete sono ancora qui…”
    “D-Disintegrato? Questo significa che s-sei…” disse Ranma, cominciando ad indietreggiare.
    “No, non sono un fantasma. Non ho ancora capito bene come, ma il mio corpo si è in qualche modo salvato, permettendomi il ritorno…”
    “Come se non accettasse il tuo ritiro…” aggiunse Akane, intuendo cosa volesse dire il custode.
    “E come potrebbe accettarlo?” chiese una voce, proveniente da fuori.
    Una voce che ridestò in Riku una rabbia sopita.
    “Questa voce…” disse lui, alzandosi. “Malefica! Dove sei?”
    Immediatamente, di fronte a loro apparvero dal nulla delle fiamme verdi, dalle quali uscì la strega, da sola.
    “Vedo che stavolta non ti sei portata nessuno dietro” disse Hikari, evocando il Keyblade. “Peggio per te!”
    “Non ho bisogno di loro per sconfiggervi” rispose Malefica.
    “E quella chi è?” chiese Ranma.
    “La responsabile della quasi avvenuta fine dei mondi di qualche anno fa” rispose Riku, evocando anche lui il Keyblade. “È riuscita a manipolarmi usando la mia oscurità, permettendo così, sebbene involontariamente, che un pazzo s’impossessasse del mio corpo, e con quello era arrivato ad un passo dal distruggere tutto!”
    “COSA?!” urlarono i tre abitanti del mondo.
    “Vuoi dire che abbiamo rischiato di sparire nel nulla, e non se ne siamo nemmeno accorti?” disse stupita Akane.
    “A quanto pare è così… un motivo in più per prendere quella specie di cornacchia a calci!” urlò Ranma, lanciandosi contro la strega.
    “Povero stupido” disse lei, rispedendo indietro Ranma senza nemmeno toccarlo, facendogli così sfondare un muro.
    “Che cosa vuoi da noi?” chiese Dark, attivando immediatamente l’armatura.
    “Oh, vedo che sei già sul piede di battaglia, custode dell’equilibrio.” Rispose Malefica. “Peccato che non hai possibilità di vittoria!”
    “Lo vedremmo, strega!” gli urlò di rimando Sora, evocando anch’egli il Keyblade.
    “Oh, e chi abbiamo qui? Vanitas…”
    “Lui non è Vanitas!” urlò Kairi, preparandosi a combattere.
    “Siete in grado di dimostrarlo? Chi vi dice che finora non abbia solo finto di essere il vostro amico?”
    “Come osi?” tuonò Riku. “Siamo suoi amici, credi forse che siamo così stupidi?!”
    “Riku, sta zitto” disse Sora, lasciando tutti sbigottiti.
    “Ma… Sora, lei ha det-” cominciò Kairi, prima di venire interrotta dal custode.
    “So benissimo cos’ha detto. Non sono sordo. Ed è per questo che vi chiedo di farvi da parte.” Continuò lui, mettendosi di fronte a Malefica, con il Keyblade pronto ad attaccare. “Ci penserò io personalmente a lei!”
    Dark rimase per qualche secondo in silenzio, poi cominciò ad allontanarsi.
    “Come vuoi, Sora. Cerca solo di non sottovalutarla” disse, per poi andare a curare Ranma, che aveva riportato giusto qualche ferita.
    “Accidenti… quella… cosa non solo mi ha respinto come niente fosse, ma è anche riuscita a ferirmi… e dire che non so quante volte ho demolito case uscendone praticamente indenne” disse lui, senza accorgersi al momento che le sue ferite si stavano rimarginando da sole.
    “Ma Dark, non possiamo lasciarlo combattere da solo!” protestò Kairi.
    “No, Dark ha ragione. Se Sora desidera affrontarla da solo, è libero di farlo. Che però sia chiaro:” disse Hikari, rivolta al custode. “se sarai in difficoltà, noi interverremo, che tu lo voglia o no!”
    Sora sorrise.
    “Non ce ne sarà bisogno…”
    “E così credi veramente di potermi sconfiggere?”
    “Oh, no, non lo credo… ne sono certo!” rispose il custode, mentre attorno a lui cominciava a crearsi una specie di campo elettromagnetico.
    Ma prima che qualcun altro potesse replicare, Sora partì a tutta velocità contro Malefica, pronto ad affondare il Keyblade, ma venne intercettato dal bastone di quest’ultima, dal quale partirono una serie di fiammate che colpirono in pieno Sora, che fu costretto ad arretrate per guarirsi le bruciature.
    Non passarono che pochi secondi che il custode ripeté l’attacco, stavolta creando nella mano libera una sfera di ghiaccio, che lanciò contro la strega, che rispose con le sue fiamme, creando così una nebbia che avvolse i due combattenti.
    “P-Pazzesco!” disse Ranma. “Ma com’è possibile? Quel ragazzo ha appena creato dal nulla del ghiaccio! Mentre quella strega del fuoco!"
    “Semplice” rispose Dark. “Noi tutti siamo in grado di farlo, e questo perché siamo custodi, persone che sono state scelte per impugnare il Keyblade, quella spada a forma di chiave che ci avete visto evocare.”
    “A questo punto, più che da quale città venite, temo dovremmo chiedervi da quale pianeta, vero? Non credo che qui ci possa essere qualcuno così forte” disse Akane, mentre un nuovo colpo tra il Keyblade di Sora e il bastone di Malefica creò una nuova folata di vento.
    “Questo… non possiamo rivelarvelo. Abbiamo già violato il nostro tabù, di più non possiamo dire” spiegò Hikari.
    “SORA!” urlò Kairi, mentre l’amico veniva sbalzato all’indietro, perdendo il Keyblade dalla mano.
    “Ugh…” disse lui, rialzandosi e rievocando l’arma. “Non è ancora finita!”
    “Invece credo proprio di si!” urlò Malefica, alzando lo scettro e venendo avvolta dalle fiamme. “Immagino che tutti voi vi ricordiate di questa forma, vero?”
    Sora e Riku spalancarono gli occhi.
    “E come potremmo dimenticarla…” rispose l’albino, stringendo i pugni, mentre davanti a loro appariva al posto della strega un drago verde e nero, che cercò subito di colpirli con una fiammata.
    Fu Dark a creare immediatamente una barriera attorno ai presenti.
    “I-I-Impossibile! È diventato un drago?!” urlarono sorpresi Ranma e Akane. Invece il padre di Ranma se l’era data letteralmente a gambe.
    “Tsk. Credi forse di spaventarmi?” chiese Sora, per poi alzare il Keyblade verso il cielo. “Lascia che ti mostri un potere a te sconosciuto”
    Non appena ebbe finito di parlare, attorno al custode si alzò un fortissimo vento, tale da sollevare anche alcuni pezzi di terra sotto di lui.
    In pochi secondi oltre al vento cominciarono a crearsi dal nulla anche dei piccoli fulmini, che cadevano solo attorno a lui.
    Dark cominciò a preoccuparsi.
    “Non ha usato quel potere quando ha combattuto contro di me…” disse. “Perché lo avrebbe dovuto tenere nascosto?”
    “Cosa vuoi dire?” chiese Kairi.
    “Sta dicendo che quel potere lo ha ottenuto dopo il torneo. Ma a questo punto la domando è: quando?” le rispose Hikari.
    “Non potrebbero essere i poteri di Vanitas?” azzardò Riku.
    “Forse, ma dobbiamo sperare di no. Non avete notate che sta lentamente perdendo il controllo di se stesso?”
    A quella frase di Dark, gli altri si girarono verso Sora, che era ancora circondato dal vento e dai fulmini.
    I suoi occhi avevano perso quella vitalità che gli apparteneva, e Riku avrebbe giurato di aver visto una leggere sfumatura dorata sopra il loro azzurro.
    “Cosa possiamo fare?” chiese Kairi. “Non possiamo far finta di niente!”
    “È crudele da dire, ma al momento ci conviene lasciarlo fare. Se ci mettessimo in mezzo, rischieremo solo di peggiorare la situazione”.
     
    Nel frattempo, il drago e Sora continuavano a fissarsi, senza che nessuno dei due facesse la prima mossa.
    Fu il custode a iniziare.
    Senza che nessuno se ne accorgesse, si portò sopra la testa del drago, sempre avvolto dal vento e dai fulmini, che sembravano seguirlo ovunque andasse, per poi tentare un affondo, che fallì.
    Il drago a quel punto cercò di colpirlo con una fiammata, ma il vento ebbe l’effetto di fai scivolare le fiamme a lato, lasciando incolume il custode, al quale bastò volare a lato per evitare una zampata della creatura.
    Poi, senza perdere un secondo, Sora portò in alto la mano libera, creando istantaneamente una sfera di fuoco enorme, che avrebbe potuto tranquillamente contenere al suo interno un’intera casa.
    Senza dire niente, lanciò la sfera contro l’avversario, che spalancò gli occhi mentre veniva investito dalla sfera, che dopo averlo avvolto, esplose, creando un’onda d’urto sufficiente a spaccare i vetri di tutte le case vicine, e a far letteralmente volare via tutti i presenti, tranne i custodi che riuscirono a rimanere, sebbene a fatica, al loro posto.
    “Ma quello non è normale! E detto da me è tutto dire!” urlò Ranma, aiutando Akane a rialzarsi.
    Ignorandolo completamente, Sora contemplò il risultato del suo attacco.
    Il drago era ancora intero, ma non si poteva definire sano.
    Sebbene il fuoco fosse il suo elemento, aveva parecchie bruciature su tutto il corpo, e faticava a respirare.
    “Non è ancora finita…” disse il custode, creando un’altra sfera, stavolta simile ad una nuvola.
    Ma quando il colpo raggiunse e circondò il drago, divenne un’enorme blocco di ghiaccio, che rinchiuse al suo interno l’avversario.
    Situazione che non durò a lungo, dato che il drago, grazie alla sua temperatura elevata, riuscì a sciogliere il ghiaccio.
    Ma non aveva fatto in tempo a liberarsi dei frammenti, che si ritrovò di fronte un Sora, senza Keyblade e con entrambe le mani impegnate a tenere una sfera gialla, più piccola delle precedenti e avvolta da piccoli fulmini.
    “Finiamola qui” disse lui, lanciando la sfera.
    L’esplosione fu tale da avvolgere completamente i due avversari, facendoli completamente sparire dalla vista degli altri.
    Come se non bastasse, quest’esplosione fu tale da costringere gli altri custodi ad alzarsi in volo per evitare di essere travolti dall’onda d’urto, che fu tale da abbattere l’intera facciata della casa.
    Quando il nuvolone dell’esplosione finalmente sparì, i custodi videro a terra un Sora privo di sensi, mentre di fronte a lui c’era Malefica, ancora in piedi sebbene gravemente ferita, con un corno che era stato reciso di netto.
    “Mal… Maledetto moccioso…” disse lei, cercando di rimanere in piedi. “Questa sarà l’ultima volta che interferirai con i miei piani. Addio, custode…”
    “Si, concordo in pieno. Questa sarà l’ultima volta che interferirà con i tuoi piani…” disse una voce.
    Sora riuscì ad aprire gli occhi, ma non riuscì ad alzarsi.
    Vide che Malefica, che era pronta per dargli il colpo di grazia, si era immobilizzata appena sentita la voce, e il motivo era più che evidente al custode.
    Infatti dal petto di Malefica fuoriusciva una punta dorata, e dietro di lei c’era una persona vestita di bianco, con il cappuccio che gli copriva il volto.
    E il mano aveva il Keyblade dorato.
    “Perché non avrai altri piani. Stavolta sarà la tua fine decisiva!” concluse Light, estraendo il Keyblade dal corpo della strega, che lasciò cadere a terra il suo bastone, facendolo così svanire nel nulla.
    “N-No! Non posso andarmene così!” disse lei, cercando di non perdere le forze rimastogli.
    Ma Light non se ne curò.
    “Addio… Malefica” disse, per poi colpirla in pieno con il Keyblade.
    I custodi la guardarono senza riuscire a credere ai loro occhi. Poi, senza nessun preavviso, la sua testa, che era rimasta per qualche secondo attaccata al corpo, come se niente fosse, si staccò e cade a terra, senza però riuscire a raggiungere il suolo e scomparendo prima, assieme al resto della strega.
     
    Il silenzio scese su tutti i presenti.
    Sora ancora faticava a crederci.
    Se non fosse stato per Light, probabilmente avrebbe fatto lui quella fine… Ma nonostante ciò non riusciva a credere alla crudeltà che aveva mostrato quel ragazzo, colpendo alle spalle e decapitandola.
    “E così… vedo che finalmente ti è tornata la memoria, vero fratello?” chiese Light.
    “Ma che sorpresa…” rispose Dark, digrignando i denti. “E così, sei anche tu un custode… Non me lo sarei mai aspettato…”
    “Lo stesso avrei potuto dirlo io quando l’ho scoperto. Ma tu eri sparito, e quanto ti ho ritrovato, non ti ricordavi più niente.”
    “Devi perdonarmi, ma non ero in condizioni di poter ricordare in quel momento. Se sei qui, ne deduco che vuoi combattere” rispose il custode dell’equilibrio, evocando il Balance.
    “Vorrei, ma mi sono reso conto che, per quanto odi ammetterlo, non sono ancora al tuo livello. Ho provato a battere Terra, ma non ci sono riuscito. E sono certo che tu sei all’incirca al suo stesso livello. Per questo per il momento sono costretto a rimandare”
    “E allora cosa sei venuto a fare qui?” chiese Riku. “E soprattutto, c’era così bisogno di infierire tanto su un avversario che ormai era quasi sconfitto?”
    “Ero qui di passaggio, quando ho avvertito la vostra presenza. Per quanto riguarda quella strega… se non l’avessi eliminata, lei avrebbe eliminato il vostro amico. Volevate veramente ciò?”
    “L’avremmo impedito!” urlò Kairi.
    “Umpf. Finché non entrerete nell’ottica che dovete essere spietati con i vostri avversari, non vincerete mai…” rispose il custode, per poi sparire in un varco.
    “Non cambierà mai…” disse Dark. “È sempre stato convinto di essere il migliore, per poi rendersi conto che non era così. Poi da quando si è messo in testa di volermi superare…”
    “S-Scusate, temo di aver perso qualche passaggio…” lo interruppe Ranma. “Cioè, prima c’è quell’esplosione che a momenti ci distrugge la casa, poi c’è la strega che sta per eliminare il vostro amico e poi dal nulla appare un altro che come se niente fosse la decapita?!”
    “Così pare” rispose Hikari.
    Riku rimase qualche secondo in silenzio, fissando il punto in cui colei che l’aveva manovrato era scomparsa definitivamente.
    “Riku…” lo chiamò Kairi, senza però sapere cosa dire.
    “È finita…” disse lui infine. “L’incubo di Malefica ha finalmente avuto un epilogo.”
    “Già…” confermò Sora, raggiungendo gli altri. “Ma mi duole ammettere che senza Light me la sarei vista brutta…”
    “Hai rischiato per tutt’altro motivo” gli disse Dark. “Ti rendi conto che ti sei praticamente lasciato impossessare dalla rabbia? Non eri nemmeno più in grado di ragionare lucidamente! Creare magie così potenti in un luogo abitato… è un miracolo che nessuno sia rimasto coinvolto!”
    Sora rimase spiazzato.
    “S-Scusatemi… Non sono riuscito a trattenermi…”
    “Tutto qui? Immagino tu ti ricordi cos’è successo l’ultima volta che non ho avuto nessun timore a trattenere il mio potere, vero? O ti devo ricordare che il mondo del castello dell’oblio non esiste più? Credi forse che io sia realmente così tanto più forte rispetto a voi?”
    “Come sarebbe a dire, scusa?” chiese Riku.
    “Semplicemente che io vi sembro più forte perché sono riuscito a rimuovere i miei limiti. Ma tutti voi potreste tranquillamente raggiungere il mio stesso livello se necessario”
    “A-Aspettate” gli interruppe Akane, rivolgendosi poi a Dark. “Cosa volevi dire quando hai detto che il mondo del castello non mi ricordo di cosa non esiste più?”
    “Quello che ho detto. Era un mondo disabitato, e sono stato costretto a distruggerlo per cercare di eliminare un nemico, che è comunque sopravvissuto”
    “Ok, quindi è chiaro che c’è qualcuno decisamente più forte di te, Akane” disse Ranma facendo un sorrisetto, pochi instanti prima di venire scaraventato dalla diretta interessata su uno dei pochi muri ancora interi della casa, facendola definitivamente crollare.
    “Ops…” disse lei, rendendosi conto del danno. “Sarà dura da spiegare questa storia…”
    “Non preoccuparti” rispose Dark. “Ci penso io a risolvere tutto.” Concluse, per poi battere le mani e appoggiarle a terra.
    Sotto gli occhi stupiti di Ranma e Akane, il terreno sotto di loro si illuminò completamente, coprendo il territorio che era stato danneggiato dall’incontro.
    Poi, come se niente fosse, tutte le macerie si illuminarono, fino a diventare così luminose da non essere visibili.
    Quando la luce sparì, i due abitanti di quel mondo rimasero con gli occhi spalancati.
    La loro casa, come anche tutto il resto che era stato distrutto, era tornato intero come se non fosse successo niente.
    “Incredibile!” esclamò Ranma. “Come hai fatto?”
    “Semplice alchimia” rispose Dark, prima di vedere il proprio Keyblade puntare da solo contro la casa, che si illuminò nuovamente.
    “E ora cosa succede?” chiese Akane.
    “Per noi è arrivato il momento di andare” le rispose Hikari. “Questa è l’ultima azione che faremmo qui”
    Pochi instanti dopo, dalla casa partì un raggio luminoso verso il cielo, facendo apparire la serratura, che venne prontamente chiusa dal custode.
    “Uao… Niente male come porta…” commentò Ranma, per poi accorgersi che i cinque custodi erano spariti.

    Edited by darkroxas92 - 28/10/2010, 18:15
  11. .
    Ok, ammetto di essere in un mostruoso ritardo, e chiedo pietà per questo. Ma purtroppo ho avuto diversi impegni, è questo capitolo si è rivelato più difficile da scrivere di quanto credessi.
    cmq sia, finalmente posso presentarvi questo nuovo capitolo, per il quale ringrazio liberty89 per aver fatto da beta reader.
    Ah, anche se l'ho scritto sotto, avverto che ci saranno leggeri spoiler su kh bbs (non sotto il punto di vista della trama, tranquilli. per quelli cercherò di aspettare l'uscita italiana del gioco XD).
    e ora, prima del capitolo, ecco le risposte alle recensioni:
    @ francix94: eh eh... avevo in mente questo ritorno teatrale di Dark, e spero sia venuto bene. E per l'armatura mi è piaciuta parecchio l'idea, perciò ho deciso di riutillizarla anch'io XD. Ti ringrazio per la canzone, la terrò presente nel caso potesse tornare utile per i capitoli futuri (effetivamente se non fosse scritto, non l'avrei mai collegata a super mario XD)
    @ Armitrael: beh, non so cosa dire. non mi aspettavo che questo capitolo potesse avere un tale successo XD. Cercherò di equagliarlo (cosa che temo proprio non succederà con questo capitolo XD). In fondo, ho ancora qualche carta da giocare.
    @ Liberty89: Eh eh... come ormai avrai capito, i cross over sono i miei preferiti (dimenticando ovviamente che lo stesso KH è il re dei cross over XD). E come ho già detto prima, Dark finalmente è tornato. Per gli errori, lo sai, sono il mio tallone d'Acchile XD
     
    E ora, buona lettura a tutti

    Capitolo 34: Un aiuto inaspettato - Torna all'indice dei capitoli
    (Leggeri spoiler di Kingdom Hearts Birth by Sleep)
     
    Dark continuava a guardare fuori dall’oblò.
     
    “Sei sicuro che con Vanitas sia realmente finita?”
    “Certo. Ho eliminato la sua identità, lasciando tutta la sua forza a Sora”
    “Ma sembra che tu non abbia considerato ciò che è successo dopo che il tuo predecessore è stato eliminato”
     
    ‘Che cosa voleva dire…’ si chiese Dark. ‘Ho eliminato Vanitas, non dovrebbe in alcun modo tornare’
    Dark poi volse lo sguardò al pezzo d’armatura che aveva sulla spalla.
    “Stupido…” disse, mentre nella sua mente ritornavano i momenti in cui l’aveva ottenuto.
     
    = Flashback =
     
    “Com’è possibile che sia ancora vivo? Mi avevate detto che sarei scomparso!” urlò Dark, rivolto ai suoi predecessori.
    “E in effetti sarebbe dovuto succedere questo… Anche per noi è un mistero…” disse il suo maestro.
    “A me no che non ci sia stato un intervento esterno” asserì un altro dei custodi.
    “Un intervento esterno?”
    “Qualcuno potrebbe essere riuscito ad impedirti di sparire, ma si è limitato a recuperare il tuo cuore per poi, possiamo dire, ‘ricostruire’ il tuo corpo”
    “È possibile una cosa del genere?”
    “Non ne sono sicuro, ma non posso escluderlo”
    “Ma chi mai potrebbe volermi salvare?”
    Il suo maestro sembrò mettersi a pensare.
    “Umh… è un bel mistero… Sinceramente è la prima volta che sento una cosa del genere… Ma se le cose stanno così, significa che sei ancora in gioco”
    “Che cosa intendi dire?”
    “Che il tuo ruolo non è ancora finito. Puoi ancora aiutare gli altri custodi nella loro missione”
    “Ma come posso farlo? Sarò ancora vivo, ma al momento non riesco ad uscire da questo posto”
    “Beh, credo che per farlo…” disse il maestro, facendo apparire tra le sue mani un pezzo di un’armatura, di colore nero. “Credo ti servirà questa”
    “Cos’è?” chiese Dark, osservando l’oggetto.
    “Questa è l’armatura che viene passata da custode a custode. Fornisce una protezione ulteriore a chi la usa. Un tempo, quando non si era in grado di aprire i varchi, questa veniva usata per viaggiare tra i mondi. Ha anche altri poteri ma credo che questi sia meglio che li scopra tu da solo” spiegò, porgendogli l’oggetto. “Questa, assieme a Balance, rappresenta il tuo potere. Ricordatelo sempre”
    Dark prese l’oggetto, che si illuminò immediatamente per poi sparire, riapparendo sulla sua spalla.
    Poi tutto fu avvolto da una fortissima luce, e quando Dark riuscì a riaprire gli occhi, si ritrovo da solo.
     
    = Fine flashback =
     
    “Dark?” lo chiamò una voce, ridestandolo dai ricordi.
    Si trattava di Hikari.
    “Oh, ciao” la salutò.
    Per qualche minuto tra i due rimase il silenzio assoluto.
    In questo frangente Dark notò dietro alla porta un ciuffo di capelli castani e uno rosso.
    “Se voi due sperate di sentire qualcosa di privato, vi sbagliate di grosso” disse lui, facendo cadere Sora e Kairi dallo spavento.
    “N-No, ti sbagli, noi stavamo solo passando da questa parte e…” cercò di scusarsi il castano, senza però ottenere troppo successo.
    “Ehi, venite a vedere. Sembra che… E voi cosa ci fate per terra?” chiese Riku, vedendo i due amici.
    “Niente” dissero i due in coro, alzandosi di colpo, e facendo così scoppiare a ridere tutti quanti.
    “Che cosa succede?” domandò poi Dark.
    “Siamo vicini a un altro mondo che sembra in procinto di venire attaccato dall’oscurità” rispose Riku, mentre si avviavano nella sala principale, dove poterono vedere i monitor che trasmettevano l’immagine di un nuovo mondo.
    “Chissà cosa troveremo stavolta…” si chiese ad alta voce Kairi, mentre Dark apriva un varco.
    “Chi lo sa…” disse Riku, per poi seguire Dark e gli altri nel varco.
     
     
    Non appena uscirono, la prima cosa che sentirono fu un urlo agghiacciante, che attraversò il loro cervello come se li avessero colpiti con un martello.
    Poi, quando l’urlo cessò, da una casa vicina uscì una decina di persone incappucciate e vestite di nero che li circondarono, puntandogli contro una specie di bastone ben lavorato a testa.
    “Beh, l’ultima volta mi sono lamentato di Hikari, ma nemmeno tu hai molta fortuna nel scegliere il posto dove uscire, vero Dark?” esclamò Sora. “Ormai mi è successo così tante volte di venire minacciato che la cosa comincia a non farmi più né caldo né freddo… e non so se questa e una buona cosa…”
    “Bene bene… abbiamo qui dei ficcanaso…” esordì una delle figure incappucciate. “Consegnateci immediatamente le vostre bacchette e non vi faremo troppo male”.
    “Bacchette?” domandò Riku, per poi osservare i bastoni con i quali li stavano minacciando. “Intendete quei pezzi di legno che avete in mano?”
    A quella domanda alcune figure incappucciate cominciarono a parlare tra di loro.
    “Volete dire che non sapete cos’è una bacchetta magica?” chiese un'altra figura.
    “Beh, loro non ne sapevano niente della loro esistenza…” rispose Hikari.
    “In compenso noi due ne sappiamo qualcosa…” disse Dark, creando in una mano una sfera di luce, che illuminò tutt’attorno. “Ma per quel che mi riguarda, ne posso anche fare a meno” concluse, lanciando in aria la sfera, che divenne come un piccolo sole, illuminando la via.
    “Cosa?!” esclamò la figura incappucciata, indietreggiando. “Ha usato la magia… senza una bacchetta!”
    “Impossibile! L’avrà nascosta da qualche parte” gli rispose un altro.
    Dark nel frattempo attivò il Byaukan, rendendo così evidenti i nervi attorno agli occhi.
    “E così…” disse, per poi accennare un sorriso. “Non siamo stati gli unici a far scattare quella specie di allarme…”
    Hikari sembrò capire al volo.
    “Vuoi dire che ci sono anche loro?” chiese.
    Dark annui.
    “Beh, dopotutto dovevo immaginarlo… Altrimenti non si sarebbe spiegata questa massiccia presenza di Mangiamorte…”
    “Mangiamorte?” ripeté Sora. “E con ‘loro’ a chi vi riferite?”
    “A tre ragazzi che in questo momento ci stanno osservando…” rispose Dark, mentre sotto lo sguardo sorpreso dei Mangiamorte faceva sbucare dal terreno un’enorme mitragliatrice.
    “Ti piace proprio quell’arma, eh?” chiese Hikari.
    “Sai com’è, preferisco finire subito i lavoretti facili… E loro non sono di certo difficili da mettere fuori gioco…”
    “Come ti permetti, marmocchio? AVADA KEDAVRA!” urlò uno degli incappucciati, facendo partire dalla sua bacchetta una specie di raggio verde, diretto verso Dark.
    “Sei morto!” urlò il Mangiamorte, vedendo il raggio ormai a pochi centimetri dal suo obiettivo.
    Ma con enorme sorpresa di tutti, Dark si limitò ad ostacolarlo con una mano, facendolo sparire.
    “Credevo che l’anatema che uccide fosse più efficace…” disse. “O forse siete voi che non siete in grado di lanciarne uno decente?”
    Poi, prima che una delle persone incappucciate potesse riprendersi dallo shock, Dark si preparò a far fuoco con il mitra.
    “Voi tre” disse, senza però far capire a chi si stava rivolgendo. “Non preoccupati, posso vedervi solo io. Mettetevi al sicuro, o non potrei garantire la vostra integrità” concluse, per poi cominciare a far fuoco verso i Mangiamorte, che crearono attorno a loro una specie di campo d’energia, che però cedette dopo pochi secondi sotto la raffica di colpi, costringendoli così alla fuga.
    “Umph… Credevo avessero un po’ più di coraggio…” sbuffò Dark, leggermente deluso, facendo sparire il mitra nuovamente nella terra.
    “Ma cos’è successo prima?” chiese Sora. “Cos’era quel raggio verde? E con chi stavi parlando?”
    “Non ci credo!” urlò una voce.
    Pochi secondi dopo, alle loro spalle sbucò fuori dal nulla la testa volante di un ragazzo dai capelli rossi.
    “AHH!!!” urlò Kairi, facendo un salto all’indietro.
    “Niente panico Kairi. Non è una testa volante” la rassicurò Hikari, mentre anche il resto del corpo a cui apparteneva la testa appariva, assieme ad un altro ragazzo dai capelli neri e con un paio di occhiali e una ragazza dai capelli lunghi e biondo scuro.
    “Non posso crederci!” ripeté il ragazzo dai capelli rossi. “Come avete fatto?”
    “Emh… a fare cosa?” chiese Riku.
    “A fermarli! Nessuno c’era riuscito con questa facilità!”
    “In effetti Ron ha ragione” disse la ragazza. “Ma quello che mi chiedo di più è come ha fatto quel ragazzo a fermare l’Avada Kedavra con una mano…”
    “O a usare la magia senza l’ausilio di una bacchetta” aggiunse il terzo ragazzo. “E anche come ha fatto a vederci mentre eravamo sotto il mantello”
    “Qualcosa mi dice che voi custodi dell’equilibrio proprio non amate rimanere nell’ombra, eh?” disse Hikari, canzonando Dark.
    “Beh, in fondo rappresento anche la luce, oltre che l’ombra…” rispose lui, facendo sparire la sfera di luce sopra di loro.
    “Chi siete?” chiese il ragazzo con gli occhiali.
    “Hikari”
    “Sora”
    “Riku”
    “Kairi”
    “Dark. Voi invece non avete bisogno di presentazioni, vero Harry Potter, Ron Weasley e Hermione Granger?”
    “Potrei chiedere come fate a sapere i nostri nomi, ma immagino che ci abbiate visto da qualche parte, dato che siamo ricercati” disse Harry. “O più semplicemente perché hai visto questa?” continuò, indicando una cicatrice a forma di fulmine sulla sua fronte.
    “Cos’ha di strano quella cicatrice, scusa?” chiese Kairi.
    “Come cos’ha di strano?” disse Ron. “Harry finora era stato l’unico a sopravvivere all’Avada Kedavra, e quello è il segno che gli è rimasto da quella volta. Ancora non riesco a capacitarmi che il vostro amico l’abbia fermata semplicemente con la mano!”
    “Era così potente quel raggio verde?” chiese Riku, sorpreso di come stava reagendo.
    “Potente? Quel raggio uccide all’instante chiunque venga colpito!”
    “Ah, ecco perché allora: Dark è praticamente immune alla morte” disse Sora.
    “Sora!” urlarono assieme Riku e Kairi.
    “Non preoccupatevi. A questo punto dubito che la regola dell’ordine dei mondi possa più essere seguita” disse il diretto interessato.
    “Cosa? E perché?”
    “Lui è qui” rispose il custode, volgendo lo sguardo verso un castello che si intravedeva poco lontano.
    “Intendi Rexenet? Come fai a saperlo?” chiese Hikari.
    “Percepisco l’oscurità aumentare di forza… e poi, solitamente dove ci sono gli Heartless, c’è anche lui”
    “Rexenet?” chiese Hermione. “Chi sarebbe?”
    “Una persona come noi…” cercò di spiegare Riku. “Solo che a differenza nostra, lui usa il suo potere per tentare di distruggere tutto ciò che trova”
    “E chi è? Un seguace di Voi-Sapete-Chi?”
    “Di chi, scusa?” chiese Kairi.
    A quella domanda i tre ragazzi sembrarono ancora più sorpresi.
    “Come sarebbe a dire chi è Tu-Sai-Chi?” chiese Ron. “Nessun mago lo ignora, soprattutto in questo momento!”
    “Spiacente” disse Dark. “Noi siamo semplici Babbani, non maghi. Solo che io e Hikari siamo a conoscenza di ciò che sta avvenendo.”
    “Babbani?” chiese Hermione. “Impossibile! Prima avete usato la magia. E per di più sapevate di noi!”
    “Il fatto che sappiamo usare la magia non significa che siamo dei maghi come voi” rispose Dark, creando nel suo palmo una piccola sfera di fuoco. “E comunque, le nostre magie non sono complesse come le vostre”
    “E quella cosa che hai creato prima?” chiese Ron. “Se quella per te non era complessa, allora Tu-Sai-Chi è il mago più buono della storia!”
    “Quella non era magia, ma alchimia” spiegò Hikari, anticipando Dark.
    “L’alchimia può fare cose del genere?” domandò sorpreso Harry. “Credevo che il massimo fosse creare la pietra filosofale!”
    “Una pietra filosofale? Come quella che hai mangiato tu, Dark?” chiese Kairi.
    “No. La loro è diversa. Diciamo che ha… meno funzioni, ecco”
    “Tu… Tu avresti mangiato una pietra filosofale?” domandò scioccata Hermione.
    Dark ignorò la domanda.
    “Per quando riguarda Rexenet, non è un seguace di Voi-Sapete-Chi” disse. “Però vi posso dire che è decisamente più forte, oltre al fatto che possiede un proprio esercito”
    “Più potente di Voi-Sapete-Chi? Impossibile!” esclamò Ron, prima di vedersi apparire di fronte a sé una specie di buco nero, solo che era sia bianco che nero.
    “Se non sbaglio, volevate dirigervi a Hogwarts, vero?” chiese Dark. “Questo passaggio vi porterà direttamente alla stanza delle necessità. E credo che una volta arrivati lì non sarete da soli.”
    “Noi che facciamo?” chiese Hikari.
    “Se ben ricordo, l’ingresso è sorvegliato dai Dissenatori…” rispose Dark.
    “Dissenatori? Hogwarts? Babbani? Insomma, si può sapere di cosa state parlando?” chiese Sora, alzando la voce.
    Dark e Hikari lo guardarono sorpresi.
    “Hai detto che c’è anche Rexenet qui, no? E allora cosa aspettiamo ad affrontarlo ed eliminarlo?” continuò il castano, evocando il Keyblade.
    “Sora, calmati” intimò Kairi, senza quasi riuscire a riconoscere l’amico.
    “Kairi ha ragione” disse Dark, senza nascondere un velo di preoccupazione. “Non possiamo attaccare direttamente come se niente fosse, potremmo mettere in difficoltà gli abitanti di questo mondo”
    “Sai quanto me ne frega? Sono stufo di seguire tutte queste regole! Chi se ne importa del fatto che proveniamo da mondi differenti e se siamo custodi o no? Ha così importanza?”
    A quel punto, prima che chiunque riuscisse a intervenire, Riku diede un pugno in pieno volto a Sora, facendolo cadere all’indietro.
    “Vuoi darti una calmata?!” urlò, per poi prendere l’amico per la maglietta, sollevandolo di peso.
    “Posso capire come ti senti. Ti ricordo che pur di lasciare la nostra isola ho ceduto all’Oscurità, con il risultato di distruggere la nostra casa!”
    Sora non rispose.
    A quel punto Riku lo lasciò cadere nuovamente a terra, senza aggiungere altro.
    “Emh… credo che noi cominceremo a raggiungere la scuola…” disse Ron, avviandosi verso il varco. “È sicura questa cosa?”
    “Beh, di certo lo è più che camminare o volare” rispose Kairi. “E così si risparmiano pure forze”
    “È una specie di smaterializzazione?” chiese Hermione.
    “Si potrebbe definire così. Ma come ha detto Kairi, questo è forse il mezzo più veloce e sicuro esistente”
    “E voi cosa fate alla fine?” chiese Harry.
    Dark guardò nuovamente il castello.
    “Temo che la nostra reazione di prima sia stata sufficiente per avvertire Voldermort.” Rispose lui, evocando il Keyblade.
    A vederlo, Ron balzò all’indietro.
    “Q-Quello…” disse balbettando.
    “Che cosa succede?” gli chiese Hermione.
    “Quella chiave… è un Keyblade, vero?” continuò il ragazzo, lasciando sorpresi tutti quanti.
    “Come fai a saperlo?” chiese Hikari. “La conoscenza del Keyblade è riservata a ben pochi mondi. E non mi risulta che questo ne faccia parte.”
    “L’ho letto su un libro, in biblioteca, tempo fa”
    “Tu… lo hai letto su un libro diverso da quelli sul Quidditch?” chiese Hermione, soffocando a fatica una risatina.
    “Il fatto che non impazzisco a studiare non implica che non legga libri. Anche se a essere sincero l’ho trovato per caso…”
    Ma Hikari non ascoltava.
    Certo, c’erano sempre state eccezioni nel fatto che i mondi non dovessero essere a conoscenza del Keyblade, ma che fosse scritto addirittura in un libro…
    “Non preoccuparti” disse Dark. “È stato un mio predecessore. Era venuto in questo mondo per vedere in che condizioni era, e all’epoca non c’era niente di strano. Molto probabilmente qualcuno lo avrà visto usare il Keyblade e così ha deciso di scriverlo”. Poi si rivolse a Ron.
    “Che cosa diceva il libro sul Keyblade?”
    “Ben poco. Oltre al nome dice solo che è un’arma leggendaria, il cui potere può portare sia pace che distruzione”
    “Questa l’ho già sentita…” disse Sora, evocando anche lui il Keyblade. “Ma sinceramente, non ho mai sentito parlare di un custode che sia riuscito a portare distruzione nell’universo. Almeno, non completamente”.
    “Un altro Keyblade?” chiese Ron stupito.
    “Se devi meravigliarti per ogni Keyblade, allora preparati a farlo per altre tre volte” disse Kairi, sorridendo. “Siamo tutti e cinque in grado di evocarlo”
    “Beh, direi che per il momento abbiamo parlato abbastanza” disse Dark. “Abbiamo visite”
    “Mangiamorte?” chiese Harry, tirando fuori la bacchetta.
    “No, peggio” rispose Riku, preparandosi a combattere.
    E pochi secondi dopo sul terreno si crearono delle macchie nere, dalle quali uscirono delle piccole creaturine nere.
    “E questi cosa sono?” chiese Ron, puntando contro di loro la bacchetta. “Stupeficium!” urlò, facendo partire un raggio rosso verso di loro, che però risultò completamente inefficace.
    “La vostra magia non funziona con loro” disse Sora, creando in mano una sfera di fuoco. “Ma non preoccupatevi. Noi sappiamo come trattarli”
    “Presto, attraversate il varco!” ordinò Dark.
    Immediatamente, i tre maghi seguirono l’ordine, sparendo dentro il varco, che si richiuse dietro di loro.
    “E ora?” chiese Hikari.
    “Direi che possiamo dare il via alle danze” rispose il custode dell’equilibrio, facendo sparire il Keyblade e creando una sfera di fuoco e una di ghiaccio.
     
    Impiegarono pochi minuti per sbaragliare gli Heartless.
    “Strano…” disse Dark. “È stato troppo facile…”
    “Di cosa ti lamenti?” chiese Sora. “Non è che devono per forza essere un esercito, sai?”
    “Stavolta sono d’accordo con Sora” disse Kairi.
    “Temo invece che Dark abbia ragione. Questa mossa potrebbe essere nientemeno che una trappola per tenerci lontani” rispose Hikari.
    “Lontani da cosa?” chiese Riku, prima che una voce fredda risuonasse per l’aria.
    “So che vi state preparando a combattere. I vostri sforzi sono futili. Non potete fermarmi. Io non voglio uccidervi. Nutro un enorme rispetto per gli insegnanti di Hogwarts. Non voglio versare sangue di mago.”
    Ci fu una breve pausa, durante la quale nessuno dei custodi parlò.
    “Consegnatemi Harry Potter e a nessuno verrà fatto del male. Consegnatemi Harry Potter e lascerò la scuola intatta. Consegnatemi Harry Potter e verrete ricompensati. Avete tempo fino a mezzanotte.”
    “Beh, la risposta direi che è più che chiara…” disse con un filo di voce Kairi.
    “E poi dici a me, eh?” fece Sora rivolto all’amico, che era ancora sorpreso per la risposta involontaria appena ottenuta.
    “E così avete conosciuto Voldermort, o come dicono quasi tutti, Colui Che Non Deve Essere Nominato” disse Dark, per poi cominciare a volare. “A questo punto direi che non ci resta nient’altro da fare che dirigerci al castello.”
     
    I cinque custodi impiegarono diversi minuti per raggiungere il castello e quando si trovarono ai suoi piedi, videro una figura nera allontanarsi verso una foresta lì vicino.
    “E quello chi era?” chiese Sora.
    “Nessuno di importante. Non per noi almeno” rispose Dark. “Ma direi che ora abbiamo qualcun altro di cui occuparci” continuò, evocando il Keyblade.
    Gli altri prescelti si girarono subito verso il punto dove Dark stava guardando e videro Rexenet, sospeso in aria, affianco a una persona dalla pelle bianca, quasi priva di naso, con gli occhi rossi e completamente privo di capelli.
    “Rexenet!” urlò Sora, evocando il Keyblade.
    “Ma l’altro chi è?” chiese Kairi.
    “Oh, che maleducato” rispose Rexenet. “Non vi ho presentato il mio nuovo socio, Lord Voldermort”
    “E così sarebbero questi i ragazzi di cui mi hai parlato?” chiese il Signore Oscuro, con la stessa voce che pochi minuti prima aveva riempito l’aria. “Non sembrano essere così pericolosi come me li hai descritti”
    “Umph!” sbuffò Sora. “Vieni e affrontaci, invece di stare in disparte, pelato!”
    Tutti si girarono verso di lui, sorpresi.
    ‘Maledizione…’ pensò Dark. ‘Cos’è che non ha funzionato?’
    Prima che qualcuno potesse replicare, Voldermort intervenne personalmente.
    “Come vuoi, moccioso. Avada Kedavra!” urlò, lanciando contro Sora il raggio verde.
    Ma prima che esso potesse raggiungere il suo bersaglio, Dark si mise in mezzo, venendo così colpito al suo posto, ma uscendone indenne.
    “Oh, capisco…” disse il mago. “Quindi quel ragazzo è immune alla magia…”
    “Non proprio” rispose Rexenet. “Diciamo solo che ha una grande resistenza alla morte. Non è così, Dark?”
    “Beh, possiamo dire che non è ancora arrivata la mia ora” rispose il custode, creando in mano una sfera di fuoco, che poi lanciò contro i due avversari, ma che venne tagliata a metà da Rexenet.
    “Qui ci penso io” disse. “Vai pure ad occuparti di Potter. Posso assicurarti che nessuno di loro interferirà”
    Voldermort non replicò e si limitò ad avviarsi verso la foresta.
    “Fermo!” urlò Sora, per poi cominciare ad inseguirlo, ma venendo fermato da una macchia nera di fronte a lui.
    “Maledizione! Altri Heartless!”
    “Spiacente Sora, ma stavolta ho di meglio” rispose Rexenet, con un ghigno stampato sul volto.
    “Credi forse che i Nessuno siano tanto diversi da battere?” chiese Hikari.
    “Oh, ma io non sto parlando di Nessuno”
    “Cosa?” chiese Dark. “Dimmi che non sei stato un tale pazzo da rievocarli!”
    “Ne devo dedurre che i tuoi predecessori ti hanno informato bene”
    “Di cosa state parlando?” chiese Sora, mentre dal varco davanti a lui cominciava ad uscire l’elmo di un armatura rossa, anticipando così un mostro che assomigliava vagamente alla Guardia di Ferro.
    “Sora, allontanati subito da lì!” urlò Dark. “Non cercare di attaccarlo!”
    Tutti rimasero per un secondo sorpresi.
    “Vedo con piacere che per una volta non sottovaluti il tuo avversario” asserì Rexenet, aprendo un varco oscuro dietro di lui. “Ci rivedremo presto, ammesso che riusciate a sopravvivere, ovvio” concluse, sparendo nelle tenebre.
    “Maledetto…” disse Dark, per poi rivolgersi agli altri.
    “Tutti voi, andate ad aiutare le persone che si trovano nel castello!”
    “Cosa? E tu cosa farai?” chiese Kairi.
    “Io…” rispose il custode, battendo un pugno sul pezzo di armature, che emanò una luce tale da avvolgerlo per poi dissiparsi dopo pochi secondi, rivelando Dark rivestito completamente dall’armatura. “Penserò a sistemare quella creatura!”
    “Ma che cos’è? Rexenet ha detto che non è né un Heartless né un Nessuno. È un mostro di questo mondo allora?” chiese Hikari.
    “No. È peggio. Ma per voi è ancora presto per saperlo” rispose Dark, evocando il Keyblade. “Ora basta perdere tempo! Andate!”
    Gli altri custodi stavano per protestare, ma la creatura li anticipò, creando davanti a sé una piccola sfera di luce, da cui partì un raggio che mancò di poco il gruppo, ma che demolì una parete del castello.
    “Allora buona fortuna Dark” disse Sora, per poi correre verso l’entrata del castello, da dove si cominciavano a sentire delle urla.
    “Fortuna… temo proprio che stavolta ne avrò molto bisogno” mormorò Dark, prima di volare contro il mostro preparandosi a colpirlo.
     
     
    “Voi che dite, ce la farà?” chiese Riku.
    “Beh, stiamo pur sempre parlando di Dark. Sinceramente, se dovesse far fatica lui, non so se potremmo avere qualche speranza di sconfiggerlo” rispose Hikari.
    “Ma tu proprio non sai che cosa fosse quella creatura?” chiese Kairi.
    “Non avevo mai sentito parlare di altre creature d’oscurità oltre agli Heartless e ai Nessuno. E sinceramente mi rifiutavo di credere che potesse esistere un’altra categoria” concluse Hikari, arrivando in un piazzale, dove rimasero sorpresi nel vedere decine e decine di persone, tutte armate di bacchetta, combattersi tra di loro.
    “Però… Stavolta sembra siamo capitati proprio in mezzo ad una guerra…” commentò Sora.
    “Ehi, voi, finalmente vi fate vivi!” esclamò Ron, apparendogli davanti.
    “Che succede?” chiese Riku.
    “Che succede?” ripeté Ron. “Succede che quelle creature sono apparse anche nel castello!”
    “Cosa?” disse Hikari. “Quindi Rexenet aveva già pianificato tutto… mentre noi dovevamo essere impegnati con quella creatura lui aiutava qui Voldermort lasciandogli gli Heartless…”
    “Beh, ad ogni modo dovete aiutarci! Noi non riusciamo nemmeno a scalfirli, e ora abbiamo anche altre grane a cui pensare”
    “Certo che quando aiuti una volta poi devi aiutare per sempre” disse Sora, scrollando le spalle ed evocando il Keyblade.
    Ma prima che potessero fare qualsiasi altra cosa, sopra di loro un’intera ala del castello saltò in aria, minacciandoli di schiacciare coi detriti.
    Hikari intervenne prontamente, ricoprendo tutte le persone lì vicino con un Protega. I detriti andarono a sbattere contro un muro invisibile, dopodiché furono avvolti da fiamme così calde da distruggerli.
    “E voi sareste SEMPLICI Babbani?!” chiese sorpreso Ron, sottolineando la parola semplici. “Non voglio sapere cosa sareste stati in grado di fare se eravate maghi!”
    “Pensa che il nostro amico è anche più forte di noi. O almeno, di me sicuramente. Non è bastato che fossimo in tre contro uno per batterlo” disse Sora.
    “Dove sono Harry e Hermione?” chiese Hikari, tagliando corto.
    “Non ne ho idea. Ci siamo divisi quando sono arrivati i mostri. E per di più ci sono Mangiamorte dappertutto!”
    “Senti” gli disse Hikari. “Tu torna a occuparti assieme agli altri maghi dei Mangiamorte. Noi penseremmo agli Heartless”
    “Va bene” rispose Ron, per poi correre via.
    “Direi che è decisamente nervoso, vero?” chiese Sora.
    “Tu non lo saresti?”
    “Basta chiacchiere! Sbaglio, o abbiamo alcuni Heartless da eliminare?” chiese Riku.
    I tre custodi entrarono immediatamente nel castello, anche se ora l’ingresso era quasi ridotto a un cumulo di macerie.
    In una sala vicino all’ingresso videro altri maghi intenti a combattere tra di loro, ma decisero di ignorarli e di proseguire, salendo le scale, ritrovandosi così di fronte agli Heartless.
    “Alcuni Heartless, eh?” chiese ironico Sora a Riku, mentre osservava l’intero piano del castello invaso dalle creature nere.
    “Tu non sbagli mai?” replicò l’argenteo, evocando il Keyblade.
    Ma prima che potessero dire altro, le loro voci furono sovrastate da un altro rombo dovuto ad un’esplosione, e da come cadeva la polvere dal soffitto, intuirono che era avvenuta al piano di sopra.
    “Sperando che questo posto rimanga in piedi sufficientemente a lungo” terminò Kairi, evocando il Keyblade e partendo all’attacco.
     
     
    Dark riuscì a schivare di poco un altro raggio della creatura.
    “Maledizione…” disse. “Non pensavo fosse così forte…” aggiunse, prima di distrarsi nel vedere Harry che si stava allontanando da solo verso la foresta.
    Ma quell’attimo di distrazione gli costò un pugno alla schiena da parte del mostro, che lo scaraventò a terra proprio vicino a Harry, che si girò subito verso di lui.
    “Tutto bene?” chiese, nascondendo in fretta un piccolo oggetto.
    “Non preoccuparti, non è niente” rispose il custode, rialzandosi, attivando subito lo Sharingan. “Tu piuttosto, non mi sembri uno al settimo cielo”
    “Da quella parte ci sono centinaia di persone che stanno combattendo e la colpa è tutta mia. Mentre io posso fare solo una cosa”
    “E allora sbrigati” rispose Dark. “La morte non è una cosa poi così dura da affrontare, sai?”
    Harry rimase sorpreso da quell’esclamazione.
    “Non provi a fermarmi?”
    “Perché dovrei? Se sei sicuro della via che vuoi seguire, non avrai nessun problema. Te lo dice uno che ci è già passato…”
    “Cosa intendi dire?”
    “Non c’è tempo per le spiegazioni. Entrambi abbiamo il nostro da fare. Tu devi occuparti di Voldermort, mentre io devo impedire a questo mostro di arrivare dagli altri” rispose Dark, per poi avvolgere il Keyblade col fuoco.
    “Non posso assicurare che su questo prato l’erba potrà ricrescere tanto presto, spero non vi dispiaccia” aggiunse, accennando un sorrisetto. “Ora vai!”
    Harry rimase lì un secondo, ma vedendo che il mostro si stava pericolosamente avvicinando a loro, si gettò addosso un mantello, diventando così invisibile, sparendo dalla vista.
    “E ora tocca a me!” urlò Dark, partendo all’attacco contro la creatura, impugnando il Keyblade.
    Ma prima che riuscisse a colpirla, una fitta al petto lo costrinse a fermarsi a mezz’aria.
     
    “Umph! Certo che sei diventato un rammollito. In passato non avresti esitato a sacrificare l’intero mondo per sconfiggere un nemico”
     
    Dark spalancò gli occhi sia per il dolore che per la sorpresa.
    Quella voce… non era la stessa che aveva sentito finora, era un'altra.
    La prima cosa che gli venne in mente fu che quella voce stessa emanava oscurità pura.
    Ma quell’attimo di dolore e di esitazione gli costò caro.
    Infatti il mostro, approfittando della situazione, gli diede un pugno diretto, facendolo volare contro il castello, con una forza tale da fargli sfondare la parete, gettandolo in un’enorme sala, in quel momento piena di persone intente a battersi a colpi di magie.
    Nessuno si sorprese per la parete che veniva colpita da qualcosa, ma quando videro che era stata una persona, la guardarono andare a sbattere contro una parete, che cedette in parte, sommergendola con le macerie.
    Dark impiegò qualche minuto per riuscire a riprendersi.
    Stavolta il colpo non solo lo aveva preso di sorpresa, ma era anche stato più che efficace.
    A quel punto Dark riuscì a liberarsi delle macerie che lo coprivano, per poi riemergere con l’armatura completamente coperta dalla polvere.
    “Ehi Dark, tutto bene?” chiese Hikari, che aveva visto dall’ingresso della sala la caduta dell’amico, anche se si era resa conto solo in quel momento che si trattava di lui.
    “Incredibile, è ancora vivo!” esclamò sorpreso Ron, guardando prima Dark e poi la parete che aveva demolito.
    “Cos’è successo?” chiese Sora.
    Dark riuscì ad alzarsi in piedi, anche se dovette appoggiarsi al Keyblade. “Mi ha colto di sorpresa. Mi ero fermato a parlare un attimo con Harry, e non sono riuscito a reagire in tempo…”
    “Harry?” chiese Hermione, arrivando in quel momento. “Vuoi dire che lo hai visto?”
    “Temo che tra qualche minuto tornerà…”
    “Perché dici che lo temi?”
    Nessuno dei due può vivere se l’altro sopravvive, non è così?” rispose il custode. “E così sarà. Vi conviene uscire, mentre noi pensiamo a sistemare quel mostro…”
    “Quale mostro?” chiese Ron, pochi instanti prima di vedere un’enorme mano coperta da un’armatura rossa sbucare fuori dal buco creatosi nella parete.
    “Da quando i giganti indossano armature?” chiese lui stupito.
    “Non è un gigante” rispose Hikari. “Ma non preoccupatevi, a lui ci pensiamo noi”
    “Ben detto” aggiunse Sora, preparandosi a combattere, mentre tutti gli altri correvano fuori dalla sala.
    Ma prima che i custodi riuscissero a cominciare l’attacco, la terra sotto di loro iniziò a tremare.
    “E ora cosa succede?” chiese Riku, cercando di rimanere in piedi.
    “Non può essere quella creatura!” urlò Dark. “Non può alterare la struttura di un mondo a tal punto da farlo tremare!”
    Poi, sotto i loro occhi stupiti, un varco di luce apparve di fronte al mostro, e veloce come il vento, qualcosa ne uscì fuori, dirigendosi contro la creatura, trafiggendola alla testa.
    Per alcuni secondi, i custodi lo osservarono rimanere immobile, per poi cadere per terra, cominciando a svanire.
    “Cosa… Cos’è successo?” chiese Kairi.
    A rispondergli, fu l’oggetto che aveva eliminato la creatura, che ora stava tornando indietro.
    “Ma quello… è un Keyblade!” esclamò Sora, per poi cercare di osservarlo meglio.
    Aveva una forma strana: era di colore marrone chiaro, con i contorni dorati e l’impugnatura azzurra.
    E in quel momento stava ritornando in mano al proprietario, che era completamente ricoperto da un’armatura dello stesso colore, e che stava uscendo in quel momento dal varco.
    “Impossibile!” urlò Hikari.
    “Ma quello… come fa a trovarsi qui?” chiese stupito Sora, riconoscendo il nuovo arrivato.
    “Tu lo conosci?” chiese Kairi.
    “L’ho incontrato poco prima di dirigermi al Mondo che Non Esiste. È uno degli avversari più forti che io abbia mai incontrato. Potrebbe essere anche più forte di Xemnas!”
    Riku invece rimase in silenzio.
    “Quel Keyblade…” disse. “Perché non mi è nuovo?”
    “Terra!” lo chiamo Hikari. “Allora sei ancora vivo!”
    L’armatura si volto verso di loro, ma non disse nulla.
    “Terra?” chiese sorpreso Sora. “Lo hai già incontrato?”
    “Sinceramente non lo conosco bene. So che era un grande amico di Ventus, ma dato che la scuola era andata distrutta, credevo che anche lui…”
    Il cavaliere però non rispose, si limitò a girarsi e a rientrare nel varco, che si richiuse dietro di lui.
    “Accidenti… Non è proprio un tipo da molte parole…” disse Sora.
    Dark rimase in silenzio per qualche secondo.
    Poi, come se niente fosse, il castello si illuminò completamente, mentre il Keyblade di Dark cominciò a muoversi da solo verso il cielo.
    Come ormai i custodi erano abituati a vedere, nel cielo apparve l’enorme serratura del mondo, che venne chiusa subito da Dark.
    “Abbiamo finito anche qui” disse lui, facendo sparire il Keyblade e aprendo un varco. “Possiamo andare?”
    “E Harry e gli altri?” chiese Kairi.
    “Oh, non preoccuparti” rispose Hikari. “Se la caveranno senza problemi” concluse, per poi attraversare il varco seguita dai compagni.

    Edited by darkroxas92 - 28/10/2010, 18:14
  12. .
    grazie mille
  13. .
    lo temevo...
    va beh, almeno ci ho provato XD
  14. .
    non so se può interessare a qualcuno, ma ho subbato in italiano il trailer.
    purtroppo, non essendo grande esperto d'inglese, mi sono basato sui vecchi trailer jap e su quel poco che riuscivo a capire.
    spero solo sia venuto bene lo stesso

    www.youtube.com/watch?v=XMo88K3Dd7A
  15. .
    Ed ecco qui il nuovo capitolo.
    Mi scuso per il ritardo, ma c'è voluto più tempo del previsto per scrivere questo capitolo (che come vedete, è leggermente più lungo del solito... spero solo sia venuto bene XD).
    Ma ora passiamo alle recensioni:
    @ francix94: Grazie. In effetti anche per me è stato il primo esempio di cross over tra fan fiction XD
    @ Liberty89: Beh, purtroppo per quanto riguarda la velocità degli eventi mi sono fatto contaggiare da fma brotherhood, e quindi li liquido subito XD. Comunque ci sarà ancora un pochino di storia, non preoccuparti. e grazie ancora per avermi concesso i personaggi.
     
    E ora, è il momento di lasciarvi al

    Capitolo 33: “Non permetterò che la storia si ripeta!” - Torna all'indice dei capitoli
    Rexenet si trovava sulla cima di un grattacielo, intendo ad osservare le strade trafficate sotto di lui.
    Non poté fare a meno di sorridere.
    “Presto… Presto avrò abbastanza potere…” disse a bassa voce.
     
     
    Non appena Dark uscì dal varco si ritrovò in una via vuota.
    La prima cosa che fece fu appoggiarsi ad un muro lì vicino, continuando a respirare velocemente
    “Maestro, dunque è giunto il momento?”
    “Come farò a capire quando sarà il momento?”
    Dark si mise le mani sulla testa per cercare di calmare il dolore.
    Un dolore proveniente dai suoi ricordi.
    Poi la sua attenzione si rivolse alla mano sinistra, che era diventata più scura, con alcuni pezzi, sebbene piccoli, completamente spariti.
    “Che cosa mi sta succedendo…?” si chiese Dark, osservando con paura mista a sorpresa la mano.
    Poi riprese come se niente fosse la sua sicurezza, nascondendo la mano in tasca.
    Fu a quel punto che si accorse di avere qualche moneta dietro.
    Dark le tirò fuori per osservarle.
    “Vero… Ichigo mi aveva prestato un po’ di soldi nel caso mi fossero serviti… Chissà se valgono anche qui…” disse a voce bassa, avviandosi verso l’uscita di quella via, per ritrovarsi così in una più grande.
    Dark fece ben attenzione a nascondere la mano in tasca.
    Sapeva che una mano che stava scomparendo non sarebbe passato tanto inosservata.
    “E ora pensiamo ad una copertura migliore” disse, per poi mettersi a cercare un negozio adatto.
    Impiegò diversi minuti prima di trovare un market dov’erano esposti dei guanti neri.
    Dark guardò nuovamente le monete.
    “Speriamo bene…” disse entrando.
    Dark non fece caso ad un gruppo di cinque bambini che era dentro, intendo a scegliersi un gelato, accompagnati da una ragazza che stava aspettando che scegliessero.
    Il custode dell’equilibrio si diresse direttamente alla vetrina dove aveva visto i guanti, per poi prenderli e dirigersi alla cassa.
    “Salve” disse, consegnando i guanti e le monete “Sono sufficienti?”
    La commessa si mise a contare le monete.
    “Si, sono giusti giusti” disse, per poi stampare lo scontrino e consegnare i guanti a Dark. “Grazie e arrivederci”
    “Arrivederci” rispose il custode, per poi cominciare ad allontanarsi.
    Ma prima che riuscisse ad uscire, nel negozio entrarono di corsa due persone con un passamontagna e in mano una pistola, che uno puntò subito su Dark, mentre il complice sul gruppo di bambini.
    Poi quello che puntava la pistola su Dark si rivolse alla commessa: “Se vuole evitare che faccia saltare le cervella a questo ragazzo, ci dia tutto l’incasso!”
    “S-Subito” rispose lei, per venire interrotta da Dark.
    “Non faccia niente” disse il custode, per poi sentire anche l’altra pistola venire puntata su di lui.
    “Chi ti credi di essere per fare simili affermazioni, eh, ragazzino?” chiese uno dei due rapinatori.
    “Purtroppo per voi…” disse Dark, tirando fuori la mano “So benissimo cosa sono, mentre al chi… non ancora”
    “L-La tua mano…” disse uno dei due rapinatori, allontanandosi di qualche centimetro.
    “Fa impressione, vero?” rispose lui, infilandosi i guanti.
    A quel punto il rapinatore non ci vide più e fece fuoco.
    Ma nonostante la distanza ravvicinata, Dark riuscì ad evocare il Keyblade e a farsi scudo con esso.
     
    I bambini dietro di lui cominciarono a urlare entusiasti nel poter vedere una scena del genere dal vivo.
    O meglio, tutti tranne due: uno dai capelli neri corti con un paio di occhiali e una bambina dai capelli a caschetto biondi scuri, che osservano sorpresi e interessati quel ragazzo vestito di nero.
    Dietro di loro, la ragazza più grande sembrava stesse invece aspettando.
     
    “C-Cos’è… Cos’è quell’affare?” chiese il rapinatore, indietreggiando.
    “Oh, niente di importante… Si tratta solo del mio fedele Balance” rispose Dark, per poi vedersi nuovamente puntata contro la pistola.
    Ma stavolta il rapinatore non fece nemmeno in tempo a mettere il dito sul grilletto che Dark tagliò a metà la pistola, rendendola inutilizzabile.
    Ma per farlo presto poca attenzione al rapinatore dietro di lui, che stava per colpirlo con il gancio della pistola.
    “Sogni d’oro” disse lui, per poi cadere a terra privo di sensi.
    Dietro di lui si trovava la ragazza, che aveva assestato un pugno sulla testa del rapinatore.
    “Grazie mille” disse Dark, per poi colpire l’altro con la parte piatta del Keyblade, facendolo svenire accanto al compare.
    “Uff… È piuttosto difficile non tagliarli a metà…” disse il custode, facendo sparire il Keyblade, per ritrovarsi così circondato da tre dei bambini.
    “Mitico! Come hai fatto?” chiese uno di loro, abbastanza robusto.
    “Sei un mago?” chiese una bambina.
    “E da dove vieni? Non ti abbiamo mai visto prima…” disse il terzo bambino.
    “Già. Nemmeno io ti ho mai visto…” disse la ragazza. “E dire che apparentemente hai la mia stessa età… Ti sei appena trasferito?”
    Dark, che era rimasto spiazzato dai bambini, cercò di rispondere. “Beh, in un certo senso posso dire di si…”
    “In un certo senso?” chiese il bambino con gli occhiali rimasto da parte. “Come puoi rispondere ‘In un certo senso’?”
    “Suvvia Conan, non fare il maleducato” lo rimproverò la ragazza.
    Dark però rimase ad osservare il bambino in silenzio, per poi rivolgere l’attenzione alla bambina accanto, che ebbe un fremito.
    “Umh… Voi due siete piuttosto maturi per la vostra età, vero? Siete gli unici che non mi sono saltati addosso e non sembrano sorpresi per ciò che ho fatto…”
    “Perché non hai fatto niente di speciale, tutto qui” rispose Conan.
    “Ma cosa dici Conan?” chiese il ragazzo robusto. “Non hai visto che ha fatto apparire dal nulla quella chiave gigante?”
    “Ben detto Genta!” disse il bambino accanto, mentre la bambina annuiva.
    “È molto semplice: molto probabilmente teneva la sua arma nascosta, e usando un qualche congegno, ha creato quella luce, durante la quale la metteva a posto”
    Dark guardò sorpreso il bambino.
    “Mi dispiace piccolo, ma stavolta hanno ragione loro” rispose, evocando il Keyblade. “Questo lo posso far apparire dove e quando voglio, ma non chiedermi come faccio” continuò, per poi fermarsi nel sentire le sirene della polizia.
    “Accidenti… Non mi conviene farmi trovare dalla polizia… Dovrei spiegarli un po’ troppo cose…” disse Dark, aprendo un varco davanti a se.
    “Grazie ancora per l’aiuto” disse girandosi verso il gruppo.
    Ma prima di attraversare il varco, Conan riuscì a lanciare qualcosa di piccolo verso Dark, senza che nessuno tranne la bambina accanto lo vedesse.
    “Vedo che anche tu hai avuto la mia stessa sensazione, vero Ai?” disse Conan alla bambina, che annui senza nascondere un po’ di tremore.
    “Vestito di nero… Non è da escludere che sia coinvolto…” disse lei a bassa voce.
     
     
    “Senti Hikari…” disse Sora, cercando di non muoversi. “Non per mettere in dubbio la tua capacità di usare i varchi oscuri, ma teoricamente non dovresti aprirli in posti sicuri?”
    “Se voi non mi aveste seguito immediatamente, ora non ci ritroveremo in questa situazione!” gli rispose lei.
    Infatti i quattro custodi si ritrovavano circondati da una serie di raggi rossi, e loro erano usciti dal varco proprio di fronte ad un teca, al cui interno di trovava un diamante.
    Solo che ora non gli era possibile fare nessun movimento.
    “Ma siamo sicuri che non siano solo dei segnalatori?” chiese Riku.
    “Potrebbe essere, ma se così non fosse? Tu avresti il coraggio di provare?” chiese Sora.
    Ma prima che qualcuno potesse rispondere, un rumore proveniente da sopra di loro anticipò un pezzo di vetro cadere proprio dietro di loro.
    “Ma che-” disse Sora, guardando in alto, dove intravide nell’oscurità della notte una persona con un cappello in testa.
    “Pare ci sia un problema…” disse lui, spostandosi il cappello con una pistola.
    “Fantastico… Venire coinvolta in un furto mi mancava ancora tra le cose da fare” disse ironicamente Hikari
    “Furto?” chiese Kairi.
    “Quante persone secondo te entrano in un posto dove si trova un diamante circondato da raggi laser passando dal tetto?”
    “Guarda guarda…” disse un’altra voce, anticipando un uomo con la giacca rossa che si avvicinò a loro facendo attenzione ad evitare i raggi laser. “Non credevo che ci fossero ladri così giovani da tentare un colpo del genere… Certo che avete tecnica nel mettervi nei guai…”
    “Parla quello che fa di tutto per evitarli…” disse l’uomo sopra il tetto, mettendosi in bocca una sigaretta spenta.
    “Non siamo ladri!” rispose Sora.
    “E allora che ci fate attorno ad un diamante da un milione di dollari?” chiese la persona, facendosi così vedere in volto dai custodi.
    Hikari rimase sorpresa per un secondo.
    “Ma tu guarda…” disse poi “Tra tutte le persone… proprio Lupin III dovevamo incontrare… Certo che l’universo sa essere proprio bizzarro…”
    “Lo conosci?” chiese Riku.
    “Dove sono rimasta per tutti quei anni lo conoscono tutti… La sua fama di ladro inarrestabile lo ha reso famoso…”
    “Grazie, grazie…” disse lui.
    “Come anche la sua abilità di don Giovanni incapace…” disse Hikari sorridendo, facendo cadere a terra Lupin dalla sorpresa di quell’esclamazione.
    “Suvvia, non dire così… Potrei offendermi, sai?” disse lui, rialzandosi e tirando fuori uno specchio.
    “Uno specchio?” chiese sorpresa Kairi.
    “Già… Può tornare molto utile se necessario…” rispose il ladro, per poi infrangere uno dei raggi con l’oggetto, che riflesse il raggio verso un altro specchio più lontano, creando così un passaggio tra l’uscita e il diamante e liberando così i custodi.
    “Beh, almeno ora siamo liberi…” disse Sora.
    “Già… ma teoricamente ora dovremmo metterlo fuori gioco…” disse Hikari, per poi rivolgere lo sguardo a Lupin.
    “Non vorrai veramente costringermi a comportarmi male con una ragazza, vero?” chiese lui sorridendo.
    Hikari non rispose.
    “Ma per stavolta lasceremo perdere. Dopotutto ci ha pur sempre liberato… e poi non abbiamo il potere di fermalo finché non mette a repentaglio questo mondo” disse, per poi aprire un varco e sparire al suo interno, seguita dagli altri custodi.
    “Mettere a repentaglio questo mondo? Tu hai capito che cosa volesse dire, Jigen?” chiese Lupin, mentre l’uomo che si trovava sul detto lo raggiungeva attraverso una corda, seguito da un altro vestito da samurai che saltò direttamente giù.
    “Spiacente. Mi chiedo di più come hanno fatto a sparire in quel modo… Nemmeno tu riusciresti a fare un simile trucco…”
    “La frase mi sembra chiara” disse il samurai. “Sanno che sei un criminale, ma a quanto pare, tu non rientri nei loro interessi… E che loro stanno cercando una persona che non appartiene a questo mondo…”
    “Suvvia, ci manca solo che ora veniamo invasi dagli alieni…” disse Lupin. “Beh, ora occupiamoci di quel gioiellino…”
    “‘Alieni’ è un termine un po’ grossolano, non trovi, Lupin III?” disse una voce sopra di loro.
    “Cos-?” disse lui, guardando in alto, per vedere così un ragazzo vestito di bianco sospeso nel vuoto.
    “Secondo me quei quattro potrebbero tornarci utili… il loro metodo di trasporto è decisamente interessante, non trovi?” disse lui, atterrando davanti ai tre ladri.
    “Il famoso Kaito Kid…” disse Lupin. “Non credevo ti avrei mai visto di persona… la tua fama ha quasi raggiunto la mia”
    “Detto dal ladro più famoso del mondo, è un onore”
    “Ma ora parliamo d’affari: sono curioso di sapere che cos’hai in mente”
    “Semplice: sono sicuro che quei quattro siano in possesso di una tecnologia molto avanzata, se non addirittura di una magia, in grado di teletrasportarli. Ora immagina una capacità del genere al nostro servizio”
    “Non ci sarebbe gusto” disse il samurai, tirando fuori dal fodero la sua spada. “Per quel che mi riguarda, preferisco usare questa”
    “Suvvia Goemon, non prendere decisioni immediate” gli disse Lupin. “La cosa mi interessa parecchio… Ma come facciamo a ritracciare dei tipi che possono teletrasportarsi?”
    In tutta risposta Kaito mostrò un palmare, sul quale c’era una mappa con un puntino che lampeggiava.
    “Anche la tecnologia sa fare le sue magie” disse sorridendo.
     
     
    “Allora piccoletto, si può sapere perché mi hai chiamato?” chiese un ragazzo a Conan, mentre egli guardava sulle lenti dei propri occhiali una cartina virtuale, con un puntino luminoso che lampeggiava.
    “Primo, non chiamarmi piccoletto; secondo, stiamo cercando una persona, e per farlo ho bisogno del tuo aiuto, mio caro Heiji”
    “E chi è questa persona per attirare la tua attenzione? Sherlock Holmes?” disse il ragazzo, per poi ridere della propria battuta.
    “Forse si tratta di un membro dell’organizzazione” rispose il bambino.
    Heiji smise subito di ridere.
    “Ne sei sicuro? Cosa te lo fa pensare?”
    “Beh, il particolare più insignificante credo siano i vestiti, che erano completamente neri. Ma il fatto più evidente è che era in grado di far apparire dal nulla una spada a forma di chiave. E poi ha aperto una specie di buco nero sempre dal nulla, che poi ha attraversato”
    “Dal nulla? Mi meraviglio di te, solitamente non ci caschi nei numeri di magia”
    “Infatti all’inizio non ci ho creduto. Ma quando lo ha fatto davanti ai miei occhi… Ho dovuto ricredermi. E terzo… ho avuto una strana sensazione su di lui”
    “In che senso strana?”
    “Come se non fosse chi fa credere di essere”
    “Umh… secondo me è solo uno che non è completamente a posto”
    “Ma c’è un ultimo particolare, che Ran e gli altri non hanno notato”
    “E cioè?”
    “La sua mano. La sua mano, a differenza del corpo, era nera e le mancavano alcuni pezzi, sebbene minuscoli, ma non in modo lineare. Era come se la sua mano si stesse disintegrando. E infatti era entrando nel negozio per prendersi un paio di guanti con cui coprirsela.”
    “Accidenti… Certo che solo tu riesci a trovare i tipi più strani… Ma con Ran come la metti?”
    “È uscita poco fa dicendo che sarebbe stata via qualche ora, quindi se non ci mettiamo troppo non si accorgerà di niente”
    “Certo che non d’invidio. Mi sto ancora chiedendo come fai a resistere dalla tentazione di dirglielo”
    “Sinceramente, al mio posto, tu avresti il coraggio di dirglielo, sapendo che ti potrebbe prendere e usarti come cavia per le tecniche di karate?”
    “Un punto a tuo favore…”
    “Ci siamo!” disse Conan, interrompendo il discorso e fissando il puntino sulla lente.
    “Da che parte si trova?”
    Conan rimase un attimo in silenzio.
    “Se-Secondo il radar… Si trova proprio dove ci troviamo ora…” disse, per poi guadarsi attorno.
    “Cosa? Ma allora dov’è?”
    “Sopra di voi” disse una voce, facendo girare i due verso la fonte.
    Al che si ritrovarono Dark sopra di loro, sospeso nel vuoto.
    “Niente male il trucco della microspia” disse lui, lanciando l’apparecchio a Conan, che lo prese al volo. “Ma purtroppo per te, inefficace. Gli altri non se ne saranno accorti, ma ti ho visto distintamente lanciarmi qualcosa contro”
    “Sei più in gamba di quanto pensassi… Certo che ti piacciono proprio i trucchi di magia, vero?”
    “Trucchi di magia?” ripeté Dark. “Certo che ti sei fissato con questa storia. Cos’è, devo farti il giro della morte per dimostrarti che ora sto realmente volando?”
    “Ho in mente qualcosa di migliore!” disse Heiji, cercando di colpirlo con un pugno.
    Pugno che Dark evitò semplicemente spostandosi.
    “E quello era qualcosa di migliore? Ma se non sei nemmeno riuscito a sfiorarmi”
    “Tu…” disse Heiji, riprovandoci e ottenendo lo stesso risultato.
    “Chi sei?” chiese Conan.
    “Il mio vero nome non me lo ricordo a causa di un amnesia totale, ma alcuni mi chiamano Dark. Tu invece sei Conan, giusto? O almeno così ti ha chiamato quella ragazza…”
    “Che cosa vuoi da noi?”
    “Niente. Anzi, questa domanda la dovrei fare io a te” disse Dark, atterrando e avvicinandosi al bambino. “Che cosa vuole da me un marmocchio, a tal punto da attaccarmi una microspia?”
    Conan sorrise.
    “Sono un detective, è mi piace risolvere misteri. E tu mi sei sembrato fin dall’inizio un tipo abbastanza misterioso… Appari dal nulla, evochi una spada di cui nessuno aveva mai nemmeno sentito parlare, voli… Che cosa sei esattamente?”
    “Hai l’aspetto di un bambino… Ma i tuoi ragionamenti non sono tali” disse Dark, ignorando la domanda. “Prima di impicciarti negli affari degli altri, pensa a risolvere i tuoi.”
    “È quello che sto facendo” disse Conan.
    “Conan Edogawa…” disse Dark. “Ovvero Shinichi Kudo”
    Conan spalancò gli occhi.
    “E lui come fa a-” chiese Heiji
    Dark sembrò ridestarsi come da un ipnosi.
    “Ugh… Ma cosa mi succede?” disse, portandosi le mani alla testa, e infine per cadere a terra svenuto.
     
     
    “Ancora non ho capito perché te ne sei voluta andare via così” disse Sora.
    “Mi sembrava di essere stata chiara”
    “Ma perché hai usato il varco di fronte a loro? Ora gli sarà venuto sicuramente il dubbio che non siamo di questo mondo, e non era necessario farglielo capire!”
    “Lo avrei fatto, se non fosse per il fatto che qualcuno ci aveva già visto uscire dal varco”
    “Cosa?” chiese Kairi.
    “La stessa persona che mi ha appiccicato sull’impermeabile questa” rispose la sorella, mostrando una microspia che lampeggiava.
    “Che cos’è?” chiese Sora.
    “Un segnalatore per poterci ritracciare ovunque andiamo, o almeno fino a quando rimaniamo su questo mondo”
    “È stato quel Lupin ad attaccartelo?”
    “Rientrerebbe nel suo stile, ma stavolta non è opera sua… Non è vero, Kaito Kid?” chiese lei ad alta voce.
    “Sei più furba di quanto credessi” disse una voce dall’alto, anticipando l’atterraggio di un ragazzo vestito di bianco, con un monocolo a coprirlo l’occhio destro e un cilindro sempre bianco.
    “Sono cresciuta rimanendo nell’ombra, facendo attenzione a non farmi scoprire da nessuno. Davvero credevi che non mi sarei accorta di un simile trucco?”
    “Suvvia, non essere così aggressiva. Dopotutto ho usato il sistema più elegante per seguirvi”
    “E perché ci volevi seguire?” chiese Riku, prima di ritrovarsi puntata contro una pistola.
    “Mentre noi preferiamo metodi leggermente più brutali per convincere delle persone ad ascoltarci” disse Jigen sorridendo.
    Allo stesso tempo Lupin puntava un’altra pistola contro Sora, mentre Goemon teneva sia Hikari che Kairi sotto la minaccia di una spada.
    “Eh no! Non di nuovo!” sbuffò Sora. “È già la seconda volta di seguito che veniamo catturati!”
    “Non scaldarti Sora” gli disse Hikari, senza lasciarsi prendere dal panico. “Finché non avranno ottenuto ciò che vogliono, non ci faranno niente”
    “Consolante la cosa…” fu il commento di Riku, mentre Kaito Kid si avvicinava ai custodi.
    “Spiacente, ma per il momento devo augurarvi buona notte” disse, per poi lanciare un fumogeno davanti ai custodi.
    “Che cos’è?” chiese Sora, per poi cominciare a tossire.
    “Maledizione… È gas soporifero…” gli rispose Hikari, per poi cadere a terra addormentata, seguita anche dagli altri.
     
     
    “Dunque è giunto il momento??”
    “Si. È Arrivata l’ora per noi di congedarci, in modo definitivo. Non sottovalutarmi, non andrò leggerlo”
    “Se proprio non si può evitare…” disse un bambino, evocando una Catena Regale. “Allora preferisco combatterti al meglio, senza avere favoritismi!”
    “Bene, allora preparati. Questo sarà un addio, per entrambi. Devi combattere con l’intenzione di eliminarmi, e non fermarti di fronte a niente!”
    “Come desidera… Maestro!” rispose il bambino, partendo all’attacco.
     
    Dark si svegliò di colpo.
    “Finalmente ti sei svegliato” disse la voce di Conan.
    Solo in quel momento Dark si accorse che si trovava su un divano, probabilmente della casa di Conan.
    “Ran!” urlò Conan, assumendo un tono da bambino “Si è svegliato!”
    “…Cos’è successo?” chiese Dark.
    “È successo che Conan ed Heiji ti hanno trovato a terra svenuto e ti hanno portato qui” rispose la ragazza che aveva aiutato Dark nel negozio, arrivando assieme a Heiji. “E per tua fortuna, apparentemente non ti sei fatto niente”
    Dark gli guardò.
    “Perché mi avete aiutato?” chiese poi.
    “E cosa dovevamo fare? Lasciarti a terra finché non ti avrebbe soccorso qualcun altro?” rispose Heiji.
    Dark rimase un attimo in silenzio.
    “Vi ringrazio” disse infine. “Ma non posso rimanere”
    “Cosa? È perché?” chiese Ran. “Si vede lontano un miglio che non sei in forma!”
    “Se resto qui, rischio solo di fargli arrivare…” disse Dark, cercando di muoversi ma senza successo.
    “Visto? Te lo avevo detto. Da quando tempo è che non mangi più?”
    Dark rimase sbigottito da quella domanda.
    Ora che ci pensava, non aveva più mangiato da quando se ne era andato dal mondo di Ichigo.
    “Ad essere sincero… è da parecchio tempo…”
    Conan e Heiji lo continuavano a guardare con curiosità, cosa che non sfuggì a Dark.
    “A questo punto direi che sono costretto ad accettare la vostra ospitalità, vero?” chiese poi.
    “Temo proprio di si” rispose Ran, avviandosi verso un'altra stanza. “Come temo che sarò costretta a preparare una seconda cena stasera…”
    Dark aspettò che Ran fosse nell’altra stanza prima di poter parlare con i due rimasti.
    “Cos’è successo realmente? Mi ricordo solo che stavo dicendo di non impicciarvi nei miei affari e poi ho un vuoto”
    Conan guardò Heiji, per poi emettere un piccolo sospiro di sollievo.
    “E poi sei svenuto” rispose Conan, parlando stavolta con un tono più maturo. “Ma se dici anche tu che è da parecchio che non mangi, non me ne meraviglio”
    Dark non rispose.
    Gli continuava a tornare in mente quel sogno.
    Possibile che fosse legato con il suo passato?
    Dark si portò nuovamente le mani alla testa.
    “Ehi, che ti succede?” chiese Heiji.
    “La testa… E come se mi stesse scoppiando…” rispose il custode.
    “Beh, direi che ormai è quasi l’ora…” disse una voce dentro la sua testa, prima che tutto attorno a lui diventasse buio.
     
    Quando riuscì a vedere nuovamente si trovava circondato dall’oscurità, tranne che per il terreno, che altri non era che un enorme mosaico illuminato, sul quale era disegnato il suo Keyblade, circondato da tanti altri, tra i quali Dark scorse quelli che appartenevano agli altri custodi.
    “Ben tornato” disse una figura incappucciata apparsa di fronte a lui.
    “Chi sei?”
    “L’attuale proprietario di questo luogo, come un giorno lo sarai anche tu”
    “Che cosa intendi?”
    “È ancora presto per te… Lan…” disse la figura, prima di sparire assieme al luogo.
     
    “Ehi, svegliati!” urlò Conan.
    Il custode riaprì gli occhi.
    “Fiu… Di questo passo prima o poi finiremmo col credere che ti troveremo morto… Ti conviene mangiare più che puoi, sai?”
    “…Non sono svenuto…”
    “Cosa?”
    “Sono andato a parlare… e a ricordare…”
    “Ricordare… che cosa?” chiese Conan, preoccupandosi.
    “Un nome… Il mio vero nome… Lan…” rispose il custode, mentre nella sua mente il suo vero nome si faceva spazio tra i ricordi, che cominciavano a riapparire.
    “Vuoi dire che a forza di svenire stai recuperando la memoria?” chiese Heiji.
    “Così pare…” rispose Lan, alzandosi, con la testa che finalmente smetteva di pulsare.
     
     
    Hikari riaprì lentamente gli occhi.
    La prima cosa che vide furono Sora, Riku e Kairi legati davanti a lei, ancora addormentati, e che anche lei era legata con una corda.
    “Ben svegliata” disse la voce di Lupin.
    “Non riesco proprio a capirvi…” disse lei. “Cosa volete da noi? Come avrete sicuramente già verificato, non abbiamo niente di prezioso”
    “Oh, non è quello che c’interessa” disse Kaito, arrivando e mettendosi di fronte alla custode. “Ciò che desideriamo da voi, o meglio, da te, è sapere come usare quella specie di buco nero”
    Hikari lo guardò un attimo sorpresa, per poi mettersi a ridere.
    “Voi… Voi vorreste usare i varchi oscuri?” chiese. “Poveri schiocchi! Non è una cosa che può usare chiunque!”
    “Oh, siamo tipi molto flessibili” disse Lupin. “Siamo in grado di imparare qualsiasi cosa”
    “Sareste anche disposti a morire, per ottenere un simile potere?”
    Kaito e Lupin rimasero in silenzio.
    “Perché è quello il prezzo da pagare per sperare di ottenere quel potere. Ma non vi basterebbe nemmeno morire. Come vi ho detto, sono ben poche le persone in grado di usare i varchi oscuri. Sinceramente, credo ci siano ben poche persone in tutto l’universo ad esserne capaci”
    “S-Stai scherzando, vero?” chiese Jigen. “Altrimenti come potresti es-“
    “Come faccio ad essere qui? E perché dovrei venire a rivelarvelo proprio a voi?” disse Hikari. “Ma posso dirvi una cosa: lasciateci andare, vi conviene”
    “Altrimenti che cosa ci fate?” chiese Lupin. “Siete tutti quanti legati come salami, e dubito fortemente che riusciate a liberarvi come faccio io”
    “Non intendevo dire questo…” disse Hikari. “Il pericolo non proviene da noi”
    Prima che uno dei tre ladri potesse replicare, la parete accanto a loro cadde giù, rivelando un Goemon svenuto.
    “Cosa? Goemon!” urlò Lupin, andando a vedere come stava l’amico.
    “Accidenti… Non pensavo che la polizia arrivasse a tanto…”
    “Non… Non è stata… la polizia…” disse Goemon, riprendendosi a fatica.
    “E allora chi?”
    “Q-Quelle cose…” rispose il samurai, indicando una serie di creature nere che marciavano verso di loro.
    “Che cosa sono?” chiese Kaito, prima di venire sfiorato da una sfera di fuoco proveniente da dietro di lui, che colpì i primi mostri, eliminandoli.
    “Si chiamano Heartless…” rispose Hikari, abbassando la mano e togliendosi le funi bruciacchiate. “E solo loro il vero pericolo. Ovunque noi andiamo, ci seguono. E lo faranno finché non ci avranno preso i nostri cuori!” concluse, evocando il Keyblade, per poi liberare gli altri custodi, che però erano ancora sotto l’effetto del gas.
    “Cosa? I vostri cuori?” chiese Jigen, sparando contro gli Heartless senza successo. “Ma di cosa sono fatti? I proiettili non gli fanno nulla!”
    “Solo noi custodi, chi possiede un arma particolare o chi possiede un grande potere riesce ad eliminarli!” rispose la custode, lanciando una serie di sfere di fuoco e ghiaccio contro gli Heartless, eliminandole una buona parte.
    “Ok, non pensavo avrei mai avuto a che fare con dei mostri…” disse Kaito.
    “Dovreste diventare come loro per poter ottenere il mio potere” disse Hikari. “Sono ben poche le persone che sono riuscite a ritornare normali dopo ciò. Anzi, credo che le uniche persone rimaste siamo io e Sora”
    “Credo che desisterò da quel potere, sapete?” disse Lupin sorridendo nervosamente.
    “Buona scelta. Ma ora scusami Lupin…”
    “Per che cosa?” chiese il ladro, prima di venire circondato da una barriera, e come lui anche tutti gli altri presenti.
    “Rimarrai senza base” rispose la custode, per poi farsi avvolgere dalle fiamme, che poi esplosero con un boato attorno a lei, eliminando tutti gli Heartless ma distruggendo l’edificio in cui si trovavano, creando una colonna di fuoco che arrivò fin sopra i grattacieli.
     
     
    “Che cosa succede?” chiese Conan, andando alla finestra dopo aver sentito come il rumore di un’enorme esplosione.
    “Non è possibile…” disse Heiji, osservando una colonna di fuoco che poco lontano sovrastava i palazzi attorno.
    “È ora…” disse Lan, aprendo un varco di fronte a se, per poi attraversarlo.
    Stranamente però il varco non si rinchiuse subito dietro di lui, ma rimase aperto.
    “Che cosa vuoi fare, Shinichi?” chiese Heiji.
    “Tu che dici?” rispose lui, per poi correre verso il varco, seguito dall’amico.
    I due però non si accorsero di Ran, che stava tornando in quel momento nella stanza, e che vide i due attraversare il varco.
    “Ehi, dove andate?” chiese, correndogli dietro, attraversando il varco proprio pochi secondi prima che esso si chiudesse.
     
     
    “Sembra che sia il momento del ritrovo…” disse Rexenet, avviandosi verso la colonna di fuoco, che cominciava a diminuire di dimensioni.
     
    Lupin uscì fuori dalle macerie dell’edificio incolume, e come lui anche tutti gli altri.
    Con loro sorpresa Hikari era ancora integra, senza nemmeno una scottatura.
    “Come hai fatto a-”
    “L’occhio del ciclone è sempre immune ai suoi effetti” si limitò a rispondere lei, prima di sentire un battito di mani provenire dall’alto.
    “Bene, ottimo lavoro, custode della luce” disse Rexenet, per poi smettere di battere le mani.
    “Rexenet… Dunque ci sei ancora tu dietro quest’attacco?”
    “Indovinato. Ho scelto questo mondo come scenario per la fine della vostra esistenza”
    “Che fortuna…” disse Jigen, per poi spararli contro un proiettile, che venne però fermato dalla spada dell’avversario.
    “Credevi veramente di poter colpire un essere dell’oscurità con un proiettile?” disse una voce dietro di loro, anticipando l’apertura di un varco nero e bianco, dal quale uscirono prima il custode dell’equilibrio, seguito da Conan, Heiji e Ran.
    “Ran! Che cosa ci fai qui?” chiese Conan.
    “E voi? Perché vi andate sempre a cacciare nei guai?”
    “Dark!” urlò Hikari.
    “No” rispose lui, evocando il Keyblade. “Non mi chiamo Dark. Il mio nome è Lan!”
    “Lan?” chiese Rexenet. “Certo che la fantasia non ti manca, eh? Sei ancora convinto di non essere Dark dunque…”
    “Non ne sono convinto…” rispose il custode. “SO di non essere lui! La memoria finalmente sta cominciando a ritornare. Ho ancora qualche vuoto, ma sono sicuro che presto riacquisterò tutti i miei ricordi!”
    “Se lo dici tu…” rispose il custode delle tenebre, per poi aprire un enorme varco oscuro dietro di se. “Ma prima permettimi di sistemare i tuoi compagni di viaggio!” disse, per poi vedere uscire dal varco un mostro enorme, simile ad un drago, ma tutto nero.
    “COS’È QUEL MOSTRO?!” chiese Lupin, indietreggiando.
    “È sempre un Heartless…” disse Riku, finalmente svegliandosi, come Sora e Kairi.
    “Kingdom Hearts è un ottima fonte di Heartless. Tu lo dovresti sapere bene Riku. Non sei forse rimasto chiuso al suo interno?” disse Rexenet, per poi sparire in un varco e riapparire di fronte a Lan.
    “Ma questa sfida riguarda solo noi due, Dark!”
    “Ti ho già detto che non sono Dark” rispose Lan, preparandosi a combattere. “Ma se vuoi combatte, non mi farò da parte!”
    “Come vuoi… Lan…” disse Rexenet, per poi partire all’attacco.
     
     
    “Accidenti… Non pensavo che esistessero così tanti Heartless di grosse dimensioni…” disse Sora, evocando il Keyblade.
    “Cerchiamo di non fare troppi danni” aggiunse Riku. “Dubito che questa città possa reggere ad uno scontro del genere”
    “Non preoccuparti” rispose Hikari. “Ho creato una barriera attorno a questa zona. Nessuno e niente potrà entrare o uscire”
    “Cosa?” chiese Lupin. “Vuoi dire che dovremmo rimanere qui? Per quel che mi riguarda, io vi dico bye bye!” disse, per poi cominciare a correre.
    Fino a quando un paio di manette non gli bloccarono le mani.
    “Finalmente ti ho preso Lupin!” disse un uomo, vestito con un impermeabile beige. “Ora mi seguirai senza storie alla centrale!”
    “Uff…” rispose Lupin, scocciato. “Senza offesa Zazà, ma come vedi avrei una certa premura a mettermi in salvo”
    “Non ci casco. Sarà il tuo solito trucco, vero?” rispose il poliziotto.
    “EHI, voi due, spostatevi!” urlò Kairi, poco prima che l’Heartless cominciasse ad emettere una fiammata verso i due, che grazie a Kairi riuscirono a schivarla in tempo.
    “Non avrai esagerato stavolta?” chiese Zazà.
    “Stavolta non è opera mia” rispose il ladro.
    “Confermo” rispose Kaito, apparendo dietro di loro. “Quel mostro è sbucato fuori dal nulla”
    “E perché mai dovrei credere a due ladri come voi?”
    “Perché se non lo fa…” rispose Riku, mettendosi in mezzo e creando una barriera, impedendo così ad una nuova fiammata di colpirli. “…finirà presto arrosto!”
    “Mettetevi al sicuro!” urlò Hikari, per voi volare contro il drago, seguita da Sora, Riku e Kairi.
    “M-Ma quei ragazzi… Stanno volando!” urlò il poliziotto, senza credere ai suoi occhi.
    “Incredibile, vero?” rispose Lupin, togliendosi come se niente fosse le manette. “E ora io sarei propenso a seguire il loro consiglio” concluse, per poi cominciare a scappare seguito dagli altri.
     
    Il Keyblade di Dark si scontro contro la spada di Rexenet, creando una folata di vento che avvolse i due.
    “Sei forte, per essere un falso” disse il custode delle tenebre.
    “Lo stesso vale per te. Ti fai chiamare custode delle tenebre, ma non hai nemmeno un vero Keyblade”
    Rexenet digrignò i denti.
    “Bada a come parli, potrei infuriarmi”
    “Oh, che paura” rispose Lan, preparando una sfera di ghiaccio nella mano libera. “Sto già tremando” concluse, per poi lanciarla contro l’avversario, che rispose prontamente con una di fuoco, facendole così esplodere tra di loro.
     
    “Ma quegli non sono ragazzi normali” disse Heiji, osservando da una parte il gruppo di Hikari che si lanciava contro il drago e dall’altra Lan, intendo ad uno scontro apparentemente all’ultimo sangue contro Rexenet.
    “Già… Ero convinto che cose del genere non potessero accadere nella realtà…” commentò Conan, senza nascondere la sua preoccupazione.
    Dietro di loro c’era Ran, visibilmente sconvolta da ciò che stava vedendo.
    Ma senza che se ne rendesse conto, sul terreno dietro di lei cominciavano ad apparire delle piccole macchie oscure, dalle quali uscivano delle antenne nere.
     
     
    “Prendi questo!” urlò Sora, lanciando una sfera di ghiaccio contro l’Heartless, che si limitò a inghiottirla come se niente fosse.
    “Maledizione…” disse Hikari, allontanandosi di qualche metro. “È decisamente un osso duro da battere”
    “Beh, non so voi, ma io non ho intenzione di arrendermi così facilmente!” rispose Riku, per poi partire nuovamente all’attacco, preparando nella mano libera una sfera oscura.
    “Resisti a questo se ci riesci!” urlò, lanciandogliela contro.
    Non appena essa lo colpì, lo avvolse completamente con una fiammata oscura, che lo fece scomparire in pochi secondi.
    “Uff… Ci sono riuscito…” disse il custode, abbassando la guardia.
    “Riku! DIETRO DI TE!” gli urlò Kairi.
    Ma non appena si girò, l’unica cosa che Riku vide fu la bocca del drago chiudersi sopra di lui.
    “RIKU!!!” urlarono Sora e Kairi assieme.
    Hikari si limitò a cominciare a lanciarli contro una raffica continua di magie diverse, che ribalzarono sul corpo dell’Heartless, senza riuscire a ferirlo.
    “MALEDIZIONE!” urlò lei, preparando altre magie.
    Ma prima che potesse lanciarle, tre sfere, rispettivamente una di ghiaccio, una di fuoco e una di tuono, colpirono in pieno l’Heartless, seguite da una piccola Gummyship che gli esplose contro, facendolo così cadere a terra.
     
    Lan e Rexenet continuavano a scambiarsi colpi, senza che nessuno dei due riuscisse ad avere la meglio sull’altro.
    “Arrenditi!” disse Rexenet. “Non puoi vincere contro l’oscurità!”
    “Dimentichi ciò che sono” rispose Lan. “Io rappresento l’equilibrio. Io sono sia luce che oscurità!”
    “Ma hai detto tu stesso che non sei Dark”
    “Non ho mai detto di non essere un custode dell’equilibrio! E tantomeno…” disse, attaccandolo con forza, costringendolo alla difesa. “Non ho mai detto che non conosco Dark!”
    Rexenet rimase un attimo in silenzio.
    “Capisco… Allora è così che stanno le cose…” disse, per poi arretrare. “Ciò significa che altro non sei che uno che tenta di imitarlo, dico bene?”
    Lan continuava a guardarlo, con occhi pieni d’odio.
    “Tu non hai idea di chi sono realmente. Non puoi azzardarti a sparare sentenze senza sapere il resto!” urlò, scatenando attorno a lui una vera e propria ondata di energia.
    “Se lo dici tu… Ma io farei più attenzione a ciò che sta per accadere ai tuoi amichetti laggiù”
    Disse il custode, indicando un gruppo di Heartless che stava per colpire alle spalle Conan e gli altri.
    Lan si girò subito e corse verso di loro, lanciando il Keyblade per eliminare il gruppo di Heartless.
    “Cos-” fece giusto in tempo a dire Conan, prima di vedere il Keyblade sfrecciarli accanto, investendolo con un’onda di energia.
    E per pochi instanti, attorno a Conan apparve la sagoma di un altro ragazzo, che gli somigliava vagamente.
    Cosa che non sfuggì né a Heiji né a Ran.
    “Ah, già. Dimenticavo…” disse Rexenet, avvicinandosi a Conan.
    Ma prima che arrivasse troppo vicino Lan si mise in mezzo.
    “Non fare un passo in più! Sarai anche un custode delle tenebre, ma non sei autorizzato nemmeno tu ad interferire nell’ordine dei mondi!”
    “Sai, ti preferivo smemorato. Non me ne importa niente dell’ordine dei mondi. Ormai dovresti saperlo bene che il mio obbiettivo è portare il caos e la distruzione. Questo mondo verrà distrutto assieme a voi. Ma prima voglio divertirmi un po’!”
    “Non te lo permetterò!” disse Lan, preparandosi nuovamente a combattere.
    “Ho perso la voglia di giocare con te” rispose semplicemente l’avversario, per poi cominciare a venire avvolto da un’aurea oscura.
    “Che cosa succede ora?” chiese Conan, senza ottenere subito una risposta da Lan, che stava ancora cercando di capire le intenzioni di Rexenet.
    Che gli apparirono chiare tutte d’un tratto.
    “PRESTO! Scappate subito da qui!” urlò, pochi instanti prima che lui e tutti gli altri venissero investiti da un’ondata nera proveniente da Rexenet.
     
     
    “Ehi, come ti permetti”
    “di fare del male”
    “agli amici di zio Paperino?” dissero uno dietro l’altro tre voci appartenenti a tre piccoli paperi, che atterrarono davanti a Hikari, Sora e Kairi, brandendo ognuno uno scettro.
    “Qui? Quo? Qua?” chiese Sora sorpreso. “Che cosa ci fate qui? E come fate a saper usare la magia?”
    “Ciao Sora!”
    “È stato lo zio a chiederci di venirvi ad aiutarvi”
    “dato che lui non poteva” risposero i tre.
    “Ma io credevo che non eravate in grado di usare la magia!”
    “Lo zio Paperino ci ha fatto da insegnante”
    “così ora”
    “siamo in grado di usarla perfettamente!”
    Sora sorrise.
    “Quel Paperino… non cambierà mai, fa sempre tutto di testa sua…” disse, prima di venire interrotto dal ruggito del drago, che si stava rialzando.
    “Beh, ne parleremo dopo” disse Hikari. “Ora dobbiamo pensare a come salvare Riku!”
     
    “Credo che tutte queste esplosioni stiano cominciando a danneggiarmi il cervello” disse Lupin, stropicciandosi gli occhi. “Mi è appena sembrato di vedere tre paperi giganti che hanno lanciato delle sfere di fuoco, di ghiaccio e di tuono, seguite da una specie di astronave…”
    “Allora siamo in due” disse Kaito. “Ma almeno, dopo stasera, tutti saranno convinti che la magia esiste per davvero”
     
     
    Lan riaprì a fatica gli occhi.
    Ciò che era rimasto dei palazzi là attorno altro non era che un cumulo di macerie.
    Ma prima che potesse notare altro, Lan si ritrovo a sputare sangue, e non appena abbassò lo sguardo spalancò gli occhi.
    Dal suo stomaco usciva fuori una sbarra di metallo, che lo aveva trafitto in pieno, appendendolo al muro, fortunatamente evitando organi vitali.
    “Umph, vedo che sei ancora vivo. Teoricamente non sarebbe dovuta rimanere traccia di te” disse Rexenet, avvicinandosi.
    “T… Te lo avevo detto… Che l’oscurità su di me… non avrebbe avuto troppo effetto…” rispose a fatica Lan, per notare solo in quel momento heiji, che si trovava poco lontano da lui, incolume ma privo di sensi.
    E poco più in là invece si trovavano sia Conan che Ran, che erano ancora in grado di rimanere in piedi, sebbene a fatica.
    A quel punto Rexenet si girò verso il bambino.
    “Bene, bene, bene. Chi abbiamo qui? Un ottimo attore direi…”
    “FERMATI!” urlò Lan. “Non puoi farlo!”
    Rexenet lo ignorò.
    “Cosa vuoi da me?” chiese Conan, mentre andava a toccare un punto preciso della sua cintura.
    “Solo mostrare a tutti i qui presenti la verità”
    “Non so…” rispose lui, per portare la mano libera vicino alla scarpa e poi premere un bottone della cintura, facendo uscire fuori un pallone da calcio. “…di cosa tu stia parlando!” concluse, lanciando il pallone con una forza inaudita, tanto che il pallone si schiacciò su se stesso.
    Ma con sua sorpresa, Rexenet lo fermo semplicemente con una mano, per poi farlo scoppiare.
    “Tentativo patetico…”
    Conan a quel punto premette un bottone del suo orologio, il cui schermo si alzò, diventando una specie di mirino, e dal quale uscì come una piccola freccia, diretta verso il custode, che la distrusse con la spada.
    “Hai finito? Io non sono né come i normali criminali che hai affrontato finora né come Goro. Non ci casco in trucchetti come un piccolo narcotizzante o un pallone a gonfiaggio rapido” continuò lui, per poi continuare la sua avanzata verso Conan, che a quel punto decise di correre verso di lui, pronto a colpirlo con un calcio, mentre le sue scarpe venivano illuminate come da un energia interna.
    Ma la sua corsa finì non appena si avvicino a Rexenet, che lo prese subito per il collo, alzandolo di peso.
    “Conan!” urlò Ran, assistendo impotente.
    “Vedo che ti preoccupi per lui” disse il custode. “Ma continuerai a farlo, una volta scoperta la verità?”
    “T-Ti prego…” disse a fatica Conan. “N-Non farlo…”
    Rexenet per tutta risposta gli prese il papillon che teneva sopra la camicia, e poi butto a terra il bambino, che venne soccorso da Ran.
    “Com’è che funziona quest’affare?” chiese tra se il custode, continuando a premere quelli che sembravano bottoni all’interno del papillon. “Ah, ecco” disse, mettendosi l’oggetto davanti alla bocca, cambiando voce.
    “Ma questa voce… È la voce di mio padre!” disse Ran, guardando sorpresa prima il custode, poi Conan, che abbassò lo sguardo.
    “Oh, ma questa è ancora meglio, vero?” continuò Rexenet, cambiando ancora voce.
    Stavolta Ran spalancò gli occhi, rifiutandosi di credere a ciò che aveva sentito.
    “Q-Questa è la voce… La voce di… Shinichi…” disse, cadendo a terra con le ginocchia. “Com’è possibile?”
    “È molto semplice: vedi, in realtà, il tuo caro Conan Edogawa altri non è”
    “FERMATI!” urlò Lan, senza poter fare niente.
    “che il tuo amato Shinichi Kudo!” concluse Rexenet, lanciando il Papillon ai piedi di Ran.
    “No, non è possibile. Dimmi che non è vero!” urlò Ran, rivolgendosi a Conan, che continuava a tenere lo sguardò abbassato.
    “Mi dispiace Ran…” disse lui, togliendosi gli occhiali e guardandola in faccia “Ma credimi, non ti ho detto niente per un motivo ben preciso”
    A quel punto Ran scoppiò in lacrime, senza più riuscire a contenerle.
    “Ah, che bella cosa rovinare il lavoro durato mesi per proteggere una persona. Ma non preoccuparti, Shinichi Kudo” disse Rexenet, preparandosi a colpire con la spada.
    “Ran non soffrirà ancora a lungo!”
    A quel punto Conan si spostò davanti a Ran, facendole da scudo.
    “Non ti permetterò di colpirla! Dovrai prima eliminare me!”
    “Come vuoi”
     
     
    “FIRAGA!” urlarono in coro i tre paperi gemelli, creando così un'unica sfera di fuoco, che poi lanciarono contro il drago, assieme ad una di ghiaccio, di tuono e di terra provenienti dai custodi.
    Il drago inizialmente sembrò uscirne indenne, ma pochi secondi dopo su tutto il suo corpo si crearono diverse crepe.
    “Sembra che Riku nonostante tutto non sia facilmente digeribile” disse Hikari, osservando la punta di un Keyblade sbucare fuori dallo stomaco dell’Heartless, seguita dal resto dell’arma e dal proprietario.
    “Uff… Stavolta me la sono vista brutta…” disse lui.
    “RIKU!” urlarono assieme Sora e Kairi.
    “Ehilà! Se aspettavo voi due sarei stato digerito con tutta calma, eh?” disse Riku sorridendo.
    “Ehi, scusaci se abbiamo cercato di non colpirti” rispose Sora fingendosi offeso, per poi scoppiare a ridere.
    “Ma ora pensiamo a sconfiggerlo definitivamente” disse, facendosi serio.
     
     
    “Ugh…” disse Heiji, riprendendo i sensi. “Mi sono perso qualcosa?”
    “Niente di importante…” disse Lan ironicamente, attirando la sua attenzione. “Tranne un esplosione di dimensioni gigantesche e Rexenet che ha rivelato la verità su Conan a Ran, che ora sta per essere eliminata.
    “Cosa?” urlò lui, per poi girarsi verso i due amici, e vedere Conan, senza occhiali, davanti ad una Ran in preda alle lacrime, e di fronte a loro Rexenet, con la spada in mano e pronto a colpirlo.
    “Maledizione…” disse Heiji.
    “Il mio tempo qui ormai è giunto al termine…” disse Lan, evocando il Keyblade. “Heiji, per piacere… usa il mio Keyblade per rompere la spada che mi tiene attaccato a questo muro…”
    “Ma se ti muovi…”
    “Non preoccuparti. In un caso o nell’altro, questa sarà l’ultima volta che mi vedrai. Ma se mi aiuti, almeno potrò impedire che Shinichi e Ran facciano la mia stessa fine!”
    Heiji lo guardò per un attimo, poi prese il Keyblade.
    “Ne sei sicuro allora?”
    Lan annui.
    “E va bene…” rispose il ragazzo, per poi fare come aveva chiesto il custode, che cadde a terra.
    “Tutto bene?”
    “S-Si…” rispose Lan, facendo sparire il Keyblade dalle mani di Heiji per farlo apparire nella sua. “Grazie mille” disse, per poi correre verso Rexenet.
     
    “Allora sei pronto?” chiese il custode delle tenebre.
    “Ho protetto Ran per tutto questo tempo, anche se mi trovavo nel corpo di un bambino. Non permetterò che tu le faccia del male, dovesse costarmi la vita!”
    “E va bene… Sinceramente pensavo di farti diventare un Heartless, ma va bene anche così. E ora…”
    “E ora basta, Rexenet!” urlò Lan, correndogli incontro. “Non permetterò che la storia si ripeta! Ne ora, ne mai! CHANGE TIME!” urlò, facendo uscire dal proprio corpo un campo energetico nero e bianco, che avvolse in pochi secondi tutta la zona.
     
    “Che cosa succede?” chiese Hikari, poco prima di venire avvolta dal campo, seguita da tutti gli altri, Heartless compreso.
     
     
     
    Lan si guardò intorno.
    Si trovava di nuovo nel tuffo nel cuore.
    E davanti a lui c’era il ragazzo dai capelli neri e bianchi.
    Lan abbassò la testa immediatamente.
    “Perché fai così?” chiese il ragazzo.
    “Maestro… Mi dispiace aver dovuto finire in anticipo la missione…” disse Lan, per venire interrotto.
    “Non so nemmeno di cosa tu stia parlando. Ma ti ringrazio per avermi sostituito, permettendomi di ristabilirmi”
    Lan abbassò lo sguardo. “È vero, tu ancora non puoi saperlo…” disse, mentre cominciava a sparire. “Ma ora per me è arrivato il momento di tornare al luogo a cui appartengo”
    “Allora buona fortuna. Alla prossima”
    Lan lo guardò triste.
    “Alla prossima… Master Dark…” disse, sparendo definitivamente.
     
     
    Il campo energetico cominciò ad affievolirsi gradualmente.
    Hikari e gli altri custodi ne uscirono indenni e, purtroppo per loro, anche il drago.
    Poco lontano anche Lupin e tutti gli altri ne uscirono indenni.
    Più in là invece, proprio dove il campo stava collassando su se stesso, Hikari notò subito che qualcosa non quadrava.
    Rexenet aveva lo sguardò pietrificato, e dietro di lui c’era la stessa ragazza che era uscita dal varco assieme a Lan, a Heiji e a Conan… Solo che Hikari vedeva Heiji, ma non riusciva a vedere il bambino.
    E in più, davanti a Ran, c’era un ragazzo, che era a terra svenuto. E stranamente i suoi vestiti assomigliavano a quelli del bambino…
    E al centro del campo, che stava sparendo definitivamente, c’era un’armatura nera e bianca, che impugnava il Keyblade di Dark.
    “N-Non è possibile…” disse, stropicciandosi gli occhi.
    “Che succede?” chiese Sora.
    “Quella… Quella è l’armatura del mio maestro… di Master Dark!”
     
    “E adesso cos’è successo?” si chiese Heiji, osservando il tizio in armatura. “Che fine ha fatto Lan?”
    Rexenet sembrò riprendersi solo in quel momento.
    “Chi sei?” chiese rivolto al nuovo arrivato.
    “Strano, ero convinto che mi avresti attaccato seduta stante” rispose il tizio, per poi cominciare a togliersi l’elmo.
    “Anche perché… Sarà l’ultima cosa che farai!” concluse, gettando l’elmo a terra.
    Due occhi, uno nero e uno bianco, con tre sfere attorno alla pupilla, e i nervi attorno in vista, come se fossero sottoposti ad un grande sforzo,
    I capelli invece erano corti, ed erano una perfetta unione di nero e bianco, facendo risultare impossibile quale dei due colori prevalesse sull’altro.
    “E tu… chi sei? Che fine ha fatto Lan?” chiese Heiji.
    “Lan ha fatto ciò che doveva fare. Grazie a lui ora sono tornato in piene forze. E per rispondere alla tua prima domanda… Io solo colui con qui Lan è stato scambiato finora. Il mio nome è Master Dark!”
     
    “È proprio Dark!” disse Sora. “Ma allora era veramente sopravvissuto!”
    “Ma dove ha trovato quell’armatura?” chiese Kairi, guardando la sorella.
    “Non ne ho idea… credevo fosse andata distrutta…” rispose lei, prima di venire interrotta dal ruggito del drago. “Ma ora direi che la nostra priorità è questo animaletto!”
    “Animaletto? Certo che i suoi punti di vista sono decisamente diversi dai nostri” disse Lupin, prima di essere circondato, assieme agli altri, da centinaia di Heartless.
    Nello stesso momento, anche attorno a heiji, Ran e il ragazzo apparì un numero apparentemente infinito di Heartless.
    “Oh no, ancora!” urlò Heiji, prima di vedere sbucare fuori dal terreno una spada. “E questa che stregoneria è?”
    “Non è una stregoneria” rispose Dark. “Ma semplice alchimia”
    “Alchimia?” chiese Rexenet, riprendendosi dallo shock. “Allora è così che hai aiutato Shinichi, vero?”
    “Se ti riferisci al fatto che gli ho evitato un risveglio piuttosto imbarazzante, si, è stata opera mia… Ma di come sia tornato grande, non ne ho la più pallida idea” rispose il custode dell’equilibrio, facendo sbucare dal terreno una spada rispettivamente davanti a Shinichi, Ran, Lupin, Goemon, Jigen, Zenigata e Kaito Kid.
    “Usate queste spade. Vi permetteranno di contrastare gli Heartless!” urlò Dark, rivolto agli interessati, per poi avvolgere Shinichi in un aurea verde.
    “Cosa sta succedendo?” chiese Ran, ancora sconvolta per ciò che stava assistendo.
    “So che sei sotto shock Ran, ma mi serve anche l’aiuto tuo e di Shinichi. Io non posso occuparmi degli Heartless, quindi devo affidarli a voi” rispose il custode, osservando Shinichi che riprendeva lentamente i sensi.
    “Shinichi!” urlò Ran.
    “Ugh… Cosa… Cos’è successo?” chiese lui, riaprendo gli occhi, mentre l’aurea verde scompariva.
    “Vi spiegherete tutto più tardi. Ora, se volete arrivare a quel più tardi, prendete quelle spade e cominciate a combattere!” urlò Dark, per poi rivolgersi a Rexenet.
    “E così, ci ritroviamo nuovamente uno contro l’altro”
    “Ma stavolta finirà diversamente dall’ultima volta, te lo assicuro. Sono diventato molto più forte!”
    “Meglio…” rispose Dark, preparandosi ad attaccare. “O ci sarebbe stato poco gusto ad eliminarti!” concluse, per poi teletrasportarsi alle spalle di Rexenet, abbassando il Keyblade.
     
    Lupin prese la spada, per poi cominciare subito ad attaccare gli Heartless, imitato anche dagli altri.
    “Chi avrebbe mai immaginato… Che mi sarei trovato a combattere contro dei mostri assieme a te, eh, Zazà?”
    “Di certo non io… Ma ora la vita credo sia più importante della tua cattura, che avverrà non appena finirà questa storia!” rispose l’ispettore, eliminando anche lui un Heartless.
    “Questa spada è ottima…” disse Goemon, continuando a tagliare un Heartless dietro l’altro, aiutandosi anche con la sua.
    “Già. E dire che è sbucata fuori dal terreno” commentò Jigen. “Solo che sono ben poco pratico ad usarla…”
    “Non avevo mai visto una magia del genere. Creare una spada dal nulla… Superbo! Dovrò farmi spiegare come ha fatto” disse Kaito Kid.
     
    Poco lontano, anche Heiji era intendo ad eliminare gli Heartless.
    “Certo che sono tanti…” disse, cercando di riprendere fiato.
    “Che ti succede?” chiese Shinichi, in quel momento impegnato vicino a Ran nell’eliminazione delle creature. “Credevo ti ci volesse di più per metterti fuori gioco”
    “Ah, sta zitto, moccioso!” rispose lui, tagliando a metà un Heartless.
     
    “BLIZZARD!” urlarono i tre paperi, riuscendo a congelare temporaneamente il drago, anche se pochi secondi dopo il ghiaccio evaporò di colpo, lasciando libero il drago.
    “Quest’Heartless è anche più forte di Xemnas…” disse Sora, osservando come tutti i loro attacchi stessero andando a vuoto.
    “Ma non può essere invincibile!” esclamò Riku. “DEVE avere un punto debole! In fondo è pur sempre un Heartless!”
    “Heartless?” ripeté Hikari, come illuminata da un idea. “Ma certo!”
    “Hai scoperto come batterlo?” chiese Kairi.
    “Forse. Ma mi serve tutto il vostro aiuto”
    “Dici pure”
    “Dobbiamo riuscire a creare un unico attacco di luce. Gli Heartless sono esseri d’oscurità, quindi non possono sopportarla!”
    “È vero! Come abbiamo fatto a non pensarci?” disse Sora, per poi puntare il Keyblade verso il drago, imitato dagli altri custodi.
    “E ora di farla finita!” urlò, facendo partire dal Keyblade un raggio di luce, imitato da tutti gli altri, che colpì in pieno l’Heartless, proprio nel buco che aveva creato Riku prima.
     
    Dark fece un salto all’indietro, per poi lanciare una sfera di fuoco, che venne tagliata a metà dall’avversario, che rispose con una di ghiaccio.
    Il custode dell’equilibrio tentò di colpirlo creando una vera e propria mitragliatrice dal terreno, cominciando così a sparare una raffica di colpi, che però vennero facilmente evitati da Rexenet, che cercò di colpirlo con un affondo.
    Dark riuscì ad evitarlo, per poi far partire da sotto i piedi dell’avversario una vera e propria montagna, che ebbe così l’effetto di colpire come un enorme pugno Rexenet.
    Per tutta risposta, lui fece partire dalla spada un raggio nero, diretto verso Dark, che rispose con uno bianco.
    Quando i due raggi di scontrarono, crearono attorno ai due custodi un campo di energia tale da distruggere le pietre e le macerie al suo interno.
    Dark vide con la coda dell’occhio il drago cominciare a sparire avvolto dalla luce.
    “Sembra che il tuo alleato sia stato sconfitto” disse, tornando a concentrarsi sullo scontro.
    “Non era altro che una pedina. Ho ancora altre carte da giocare!”
    “Ammettilo: non riuscirai mai a batterci. Hai provato con Vanitas, e hai fallito. Hai usato il potere di Kingdom Hearts, e hai fallito.”
    Rexenet fece un sorrisino.
    “Sei sicuro che con Vanitas sia realmente finita?” chiese
    “Certo. Ho eliminato la sua identità, lasciando tutta la sua forza a Sora”
    “Ma sembra che tu non abbia considerato ciò che è successo dopo che il tuo predecessore è stato eliminato”
    “Cosa?”
    Rexenet non rispose, e si limitò ad aprire un varco oscuro dietro di se.
    “Lo scoprirai presto…” disse, sparendo dentro l’oscurità.
    Immediatamente anche tutti gli Heartless rimasti cominciarono a sparire nell’oscurità.
    “Codardo…” disse Dark, per poi andare verso gli altri.
     
    Non appena gli Heartless scomparvero, le spade che Dark aveva creato si dissolsero come neve al sole, lasciando così disarmati chi le aveva usate.
    Nel frattempo, Sora, Riku, Kairi e Hikari, seguiti da Qui, Quo e Qua, scesero a terra, per poi andare incontro a Dark, che intanto aveva recuperato il suo elmo.
    Pochi instanti prima di venire raggiunto dagli altri, la sua armatura si illuminò, per poi svanire, lasciando posto ai suoi soliti vestiti, con l’unica aggiunta di un pezzo di armatura attorno alla spalla.
    In contemporanea Ran andava verso Shinichi.
    E come se si fossero messi d’accordo, sia Dark che Shinichi ricevettero un pugno in volto, rispettivamente da Hikari e Ran.
     
    “Glom…” disse Riku. “Hikari non ha preso bene il fatto che Dark si sia finto prima morto e poi smemorato, vero?”
    “Già… Ma credo che Dark si sia lasciato colpire apposta…”
    “Invece Ran ha avuto la reazione che Shinichi si aspettava… Dopotutto è un esperta di arti marziali…” disse Heiji, osservando sorpreso l’amico che cadeva a terra dopo il pugno.
    “Eh eh eh…” disse Shinichi, rialzandosi. “Direi che questo me lo sono meritato in pieno…”
    “Puoi ben dirlo, stupido!” gli rispose Ran.
    Nel frattempo anche Dark si rialzò da terra.
    “E tu cos’hai da dire?” chiese Hikari.
    “Semplicemente che anche per me è stata una sorpresa.”
    “Emh…” disse Lupin, intervenendo. “Se non è di troppo, potreste spiegarci cos’è successo? E poi che fine ha fatto Conan?”
    “Emh… Sono io…” disse Shinichi.
    “Ah… Vedo che quindi hai recuperato la tua vera età…”
    “Lui lo sapeva?” chiese Ran, girandosi verso l’ex bambino, che comincio ad agitare le mani per dire di no.
    “No, non è come sembra, lui lo ha scoperto da solo dopo quel caso di qualche tempo fa… Non gliel’ho detto di mia spontanea volontà!”
    “Già. L’unico modo per far ammettere a Conan di essere Shinichi era quello di scoprirlo da soli…” disse Heiji, per poi tapparsi la bocca.
    Purtroppo troppo tardi, come capì dal pugno che ricevette anche lui da Ran.
    “Quindi fatemi capire bene… Praticamente ne erano a conoscenza quasi tutti… tranne io?”
    “Se ti può consolare, nemmeno tuo padre ne è a conoscenza… Comunque dire che un po’ di spiegazioni non faranno male a nessuno” disse Shinichi.
     
     
    “Quindi è così che è andata…” disse Kairi. “Sei tornato bambino solo per via di una pozione…”
    “Ling pagherebbe oro per averla. Credo si avvicini molto alla sua idea di immortalità…” commentò Riku, per poi vedere Lupin che si avvicinava.
    “E dimmi… dove posso trovare questo Ling? Sai, potrei trovare in poco tempo quella formula…” disse, prima di venire interrotto da Shinichi.
    “In realtà è un veleno. Solo che il suo effetto collaterale è il ringiovanimento. Ma non funziona così per tutti. Teoricamente si dovrebbe morire…”
    “Ah…” disse il ladro.
    “E te invece?” chiese Ran, rivolta a Dark. “Non hai lo stesso aspetto di prima. Cosa ti è successo?”
    Dark sospirò.
    “Temo che stavolta dovrò violare la regola…” disse. “Ecco, in realtà il ragazzo che è apparso alla fine del torneo, dopo il mio sacrificio…”
    “Sacrificio? Vuoi dire che eri morto?” chiese Zazà, così sorpreso da quello che stava scoprendo da dimenticarsi di arrestare Lupin.
    “A essere sincero, anch’io credevo di essere morto. Attorno a me non c’era più niente, solo buio. Ed è stato a quel punto che ho incontrato Lan. Lan in realtà è un custode dell’equilibrio, proprio come me. Ma non di questo tempo.”
    “Aspetta” lo interruppe Heiji. “Vuoi dire che, poco prima di sparire, quando ha urlato ‘change time’, voleva proprio dire…”
    “Si. Proprio ‘cambio tempo’. Era venuto dal futuro appositamente per farmi riprendere le forze. Ma per farlo, doveva ospitare sia me che il mio corpo dentro il suo cuore. Ma sapeva che così sarebbe stato facilmente ritracciabile dagli Heartless e da Rexenet. E nel caso fosse stato catturato, ci sarebbe stato il rischio di rivelare qualcosa del futuro. Per questo ha pensato bene di cancellarsi la memoria, fino a quando io non avessi recuperato le forze. Non ho idea del perché lo abbia fatto. Forse era destino che andasse così…”
    “E quell’armatura?” chiese Hikari. “L’ultima volta che l’ho visto la indossava il mio maestro… Come hai fatto ad ottenerla?”
    “È stato proprio lui a consegnarmela. Come credo ormai sappiate, dentro il mio cuore sono conservati i cuori di tutti i miei predecessori. Ed è stato proprio così che me l’ha consegnata.”
    “Quindi voi siete una specie di… alieni…?” chiese Heiji.
    “Dipende dai punti di vista. Come vedete, siamo umani come voi…”
    “E loro?” chiese Jigen, indicando i tre paperi.
    “Beh, da dove veniamo noi non capitano troppo spesso esseri umani… E solitamente non viaggiamo per i mondi…” risposero in coro i tre.
    “A proposito… Vi ringraziamo per il vostro aiuto, ma per voi è troppo pericoloso rimanere qui.” disse Hikari, aprendo un varco davanti a loro. “E poi credo che Paperino sia un po’ in pensiero per voi. Avete distrutto la vostra Gummyship per salvarci, quindi non vi rimane che questo modo per tornare a casa.”
    “Dobbiamo proprio andare?” chiesero i tre.
    “Mi dispiace. Ma vedetela così: se il vostro mondo dovesse finire nei guai, sarete in grado di difenderlo, no?”
    I tre paperi annuirono, per poi salutare tutti e buttarsi nel varco, che si richiuse dietro di loro.
    “Quello si che è un modo comodo per viaggiare…” disse Shinichi. “Ma dubito che possiate dirci come imparare ad usarlo, vero?”
    “Mi dispiace, ma non è nemmeno possibile”
    “E va beh… Direi che ora possiamo anche andare…” disse Lupin, cercando di muoversi, venendo però trattenuto dalla mano, che era nuovamente circondata da delle manette.
    “Non così in fretta Lupin. Ti dichiaro in arresto!”
    “Paparino, ancora non lo hai capito?” disse lui, mentre Goemon tagliava a metà le manette. “Non è così facile prendermi” finì, per poi cominciare a scappare assieme ai suoi complici.
    “Aspetta Lupin!” disse l’ispettore, per poi mettersi a corrergli dietro.
    “Non so se scoppiare a ridere oppure no…” disse Sora.
    “Beh, direi che è il momento di andare…” disse Dark, aprendo un varco di fronte a loro.
    “Dovete proprio? Perché non rimanete qui un po’?” chiese Ran.
    “Ran…” disse Shinichi. “Credo che se potessero lo farebbero volentieri, vero?”
    “Beh, noi negli ultimi anni siamo stati a casa ben poco tempo, quindi ormai siamo abituati a non rimanere nello stesso posto per più di qualche giorno…”
    “Tranne eccezioni tipo un sonno durato un anno…” disse Riku.
    “Ehi, guarda che mica è colpa mia se tutti i cattivi dell’universo cercano di farmi fuori” disse Sora.
    “Ma la tua capacità di attirarti i guai è senza equagli, credimi” disse Kairi ridendo.
    Dark fece per attraversare il varco, ma si fermò e si girò verso i tre abitanti del mondo.
    “Grazie di tutto” disse, per poi svanire nel varco, seguito dagli altri custodi.
    “E se ne sono andati…”
    “Ora però ci conviene sparire anche a noi…” disse Shinichi.
    “E perché?” chiese Heiji.
    “Se tu sei in grado di trovare una valida scusa della nostra presenza in mezzo a tutta questa devastazione, rimani pure. Ma io sono bravo a scoprire la verità, non a nasconderla.”
    “Parla quello che per mesi e mesi si è finto un bambino…” disse Ran.

    Edited by darkroxas92 - 28/10/2010, 18:12
597 replies since 23/3/2007
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