Kingdom Hearts Forum

Posts written by darkroxas92

  1. .
    ed ecco qui il nuovo capitolo.
    nn anticipo niente, buona lettura:

    Capitolo 06: Il custode dell’equilibrio - Torna all'indice dei capitoli
    Dark fu il primo a uscire dalla stanza.
    “Allora piaciuto il film?” chiese la voce dell’ormai famoso ragazzo, alias nuovo custode delle tenebre, che stava sorridendo.
    “Quel tipo ora comincia veramente a darmi sui nervi” disse Sora, evocando il Keyblade.
    Ma Dark lo bloccò con il braccio.
    “Cosa?” chiese Riku.
    “Mi dispiace, ma non voglio che lo attacchiate. Questa è una MIA questione!” disse deciso Dark, per poi rivolgersi al nemico.
    “Immagino sarai contento ora, vero?”
    “Si. Mi sono divertito a vedere come soffrivi. Deve essere stato sconvolgente per un bambino assistere alla morte dell’unica persona che avrebbe potuto cambiare la sua vita. Come anche per il piccolo omicidio che hai commesso”.
    “Come osi parlare di omicidio?” chiese Kairi. “Sei forse cieco? Quel tipo aveva appena fatto fuori una bambina!”.
    “ZITTA KAIRI!” urlò Dark, zittendola.
    “Hai ragione…” continuò. “Non mi sono mai perdonato per quello che ho fatto. Ancora oggi quel ricordo non è altro che l’unica fonte di dolore che ho…”.
    “Allora consolati: presto aggiungerò ai tuoi ricordi anche l’eliminazione dei tuoi nuovi amici. Non vedo l’ora!”
    “Mi dispiace” disse Dark.
    “Come?”
    “Mi dispiace per te. Vedi, tu hai deciso di giocare con il fuoco…” continuò, evocando i Keyblade. “Ma a giocare con il fuoco ci si scotta” e detto questo, punto i Keyblade verso l’alto.
    Pochi secondi dopo, dai due Keyblade partirono due raggi, uno bianco e uno nero, che si fusero per poi perforare il soffitto del castello, fino a raggiungere il cielo e disperdersi intorno al mondo.
    “Cosa stai facendo?” chiese il custode delle tenebre.
    “Ti sto tagliando ogni via di fuga” rispose Dark. “Sto per escludere questo mondo dai varchi oscuri. Nessuno di noi potrà andarsene, nemmeno con la Gummyship”.
    “Come sarebbe a dire che non possiamo usare la Gummyship?” chiese Paperino.
    “Uh, uh…” rise il custode delle tenebre. “Quindi sei disposto a sacrificare anche i tuoi amici pur di eliminarmi… interessante…”
    “Ti sbagli” si limitò a rispondere Dark. “Loro potranno andarsene. Rimarremmo solo noi due”.
    Mentre diceva questo, si levò il cappuccio e si tolse gli occhiali, che distrusse nella mano destra, e rivelando così l’azzurro pieno dei suoi occhi
    “Mi stai prendendo in giro? Vorresti combattere contro di me senza vedere?” chiese l’avversario sorpreso.
    “Non ho mai detto questo. Vedi, nelle tue conoscenze manca una parte fondamentale sul mio conto. Tu sai che esistono due categorie di custodi, vero?”
    “Che domande fai? Certo che lo so: quegli della luce e quegli delle tenebre!”
    “Aspetta… Cosa vuoi dire Dark?” chiese il Re.
    “Vi chiedo scusa…” rispose Dark. “Ma ciò che sto per fare vi farà scappare da me”
    “Come puoi dire una cosa del genere?” chiese Sora.
    “Sora! Tu, Riku, Kairi e il Re siete tutti custodi della luce. Mentre quel ragazzo è un custode delle tenebre. Io invece non appartengo a nessuna di queste categorie”
    A sentire questo, il ragazzo sgranò gli occhi. “Come sarebbe a dire che non appartieni a nessuna categoria?”
    Dark non rispose.
    Mise la mano in tasca e tirò fuori l’oggetto che negli ultimi tempi continuava a rivedere.
    Si trattava di quell’oggetto che era apparso al posto della bambina, il cuore a cinque punte, diviso perfettamente a metà in bianco e nero.
    Dall’altra tasca tirò fuori una catenina di metallo, nella quale fece passare l’oggetto, formando così un ciondolo.
    “È arrivato il momento…” disse piano, mettendosi intorno al collo il ciondolo.
    “Di cosa stai parlando?” chiese Sora.
    “Dovete sapere una cosa. Il fatto di usare due magie in contemporanea non è difficile per un custode normale, sia che appartiene alle tenebre che alla luce… è impossibile. E non è nemmeno l’unica cosa strana che posso fare.
    Vedete, io posso usare il potere della luce…” e nella sua mano destra si materializzò una sfera di luce.
    “… e allo stesso tempo posso usare le tenebre” continuò, facendo materializzare nell’altra mano una sfera di tenebre.
    I custodi, compreso l’avversario, guardarono sorpresi le due sfere.
    “E non è finita qui…” disse, avvicinando le due sfere.
    “No, aspetta, non fare pazzie!” dissero insieme gli altri custodi.
    Dark si fermò.
    “Mi dispiace, ma come ho già detto, è arrivato il momento. Questa è la mia battaglia, e utilizzerò tutti i miei poteri. FUSIONE DEGLI ELEMENTI!” e fece scontrare le due sfere.
    Sora, Riku, Kairi, Paperino, Pippo, Re Topolino e il custode delle tenebre dovettero mettersi la mano davanti agli occhi per non rimanere accecati.
    Dark venne immediatamente avvolto dalle due sfere, che divennero una sola, che continuava a cambiare colore dal nero al bianco.
    “Che razza di potere è questo?” chiese il ragazzo.
    “Questo è il potere che mi rende diverso da tutti gli altri custodi” rispose Dark, da dentro la sfera.
    “In passato Master Xehanort mi aveva individuato non per la mia forza, ma per la grande quantità di energia negativa che contenevo. E allo stesso modo i guerrieri della luce mi avevano individuato per l’energia positiva. Non ti sei chiesto come sia potuto accadere una cosa del genere?”
    “Ma anch’io potevo usare il potere delle tenebre” si intromise Riku.
    “Per te era diverso. Tu usavi il potere dell’Heartless di Xehanort, ma non era realmente tuo. Tu appartieni alla categoria della luce, come Sora, Kairi e il Re”
    In quel momento la sfera cominciò a diventare più grande, e i due colori opposti ora cominciavano ad apparire insieme come dei fulmini.
    “Ciò che sto facendo mi cambierà per sempre” continuò. “Non tornerò più come prima, ma ero pronto da tempo a questo momento”
    E in quel preciso istante la sfera si infranse, come se fosse stato vetro colpito da un martello.
    Dark atterrò lentamente con gli occhi chiusi, sotto lo sguardo sorpreso di tutti i presenti.
    Ad uno primo sguardo sembrava uguale a prima, ma il primo particolare che si notava era il colore dei capelli: dal marrone di  prima, ora erano un perfetto miscuglio di bianco e nero.
    Poi Dark aprì gli occhi.
    A quella vista il custode delle tenebre arretrò.
    “Tu… tu non sei umano…” disse quasi impaurito.
    Ora gli occhi di Dark non erano più azzurri, ma quello destro era nero, mentre il sinistro era bianco.
    “Sorpreso?” chiese Dark, con la stessa voce di sempre, ma diffondendo paura nei presenti.
    “Chi sei realmente?” chiese l’avversario.
    “Vuoi sapere chi sono realmente?” ripeté Dark. “Va bene, te lo rivelerò.” Continuò, avvicinandosi.
    “Io sono il custode dell’equilibrio”
    Nella stanza il silenzio calò come una doccia fredda.
    Da una parte c’erano i custodi della luce, che erano rimasti decisamente sorpresi, e non potevano nasconderlo, spaventati dal cambiamento di Dark, mentre dall’altra c’era il custode delle tenebre, che per la prima volta mostrava segni di paura.
    “Custode dell’equilibrio? Non mi prendere in giro, non esistono custodi di questo tipo. Ti sei limitato a fare qualche piccolo cambiamento al tuo corpo per spaventarmi, ma non ci sei riuscito”
    “Mi dispiace deluderti…” intervenne il Re. “Ma in realtà l’esistenza di un custode dell’equilibrio è già stata dimostrata in passato. Si dice che il custode che riceve questo potere sia in grado di usare in modo perfetto i due elementi più potenti, cioè la luce e le tenebre. Questo custode porterà la pace o la distruzione nell’universo. Solo che erano millenni che non appariva più, e si era cominciato a pensare che fosse solo una legenda. Ma direi che non ci sono dubbi: Dark è un custode dell’equilibrio!”
    “Grazie per la spiegazione, vostra Maestà” disse Dark. “E scusatemi per ciò che sto per fare”
    Prima che il gruppo potesse realizzare quelle parole, Dark li punto contro le mani, dalle quali uscirono due raggi dei colori opposti.
    I custodi della luce dovettero chiudere nuovamente gli occhi.
    Quando li riaprirono si ritrovarono sulla Gummyship, nello spazio, e a occhio, piuttosto lontani dal castello dell’oblio.
     
    “Non avevi detto di aver chiuso tutti i varchi oscuri?” chiese il ragazzo.
    “Infatti non ho usato un varco oscuro. Ma un varco dell’equilibrio. Ovviamente solo io posso aprirli, quindi è inutile che ci provi. E se credi che te ne apra uno sei decisamente sulla strada sbagliata”
    “Hai intenzione di tagliarmi a metà come il mio predecessore?”
    Dark sorrise.
    “Tagliarti a metà? Devo ammettere che l’idea non mi dispiacerebbe. Ma, purtroppo per te, ho in mente qualcosa di peggiore. Sono sicuro che su questo mondo ci troviamo solo noi due”
    “E con questo?”
    “Con questo posso usare liberamente tutto il mio potere. Non avrò rimpianti per ciò che sto per fare, perché se tu dovessi sopravvivere, porteresti solo rovina nell’universo. Perciò è mio compito da custode fermati ora, a qualunque costo e in modo definitivo!”
    “Povero illuso. Io sono molto più potente del custode che hai eliminato”
    “E io sono diventato più forte da allora. Hai visto anche tu a che torture mi sottoponevo per aumentare la mia forza, no?”
    “Si, è infatti ti considero piuttosto stupido per questo. Sei l’unica persona che sarebbe capace di rischiare la vita solo per questo”
    Detto questo, il custode delle tenebre partì all’attacco, evocando la spada e puntando verso Dark, che rimase fermo.
    Fu il Portafortuna a muoversi da solo, parando l’attacco.
    E nello stesso istante, il Lontano Ricordo partì all’attacco.
    L’avversario riuscì a schivare per un soffio il colpo, procurandosi però un taglio sulla fronte, dal quale cominciò ad uscire sangue.
    “Quindi è questo il potere di cui ti vanti tanto? Poter usare i Keyblade telepaticamente? Sinceramente mi aspettavo qualcosa di più”
    ‘Mai fidarsi delle apparenze’ si dice sul nostro mondo”
    “Cosa vuoi dire?”
    “Quello che ho detto” rispose Dark, materializzando dal nulla una sfera di luce, che colpì in pieno stomaco l’avversario, che venne allontanato di diversi metri.
    “Grr…” ringhiò l’avversario, rialzandosi per poi lanciare una sfera d’oscurità verso Dark.
    Purtroppo per lui, questa svanì nel nulla ancora prima di raggiungere l’obbiettivo, e senza che i due Keyblade intervenissero.
    “Dovresti imparare dagli errori del tuo predecessore. E dire che credevo di essere stato piuttosto chiaro sul fatto che non posso venire nemmeno sfiorato da quei miseri colpi”
    “Ti credi tanto forte, vero?”
    “Io forte? No, semplicemente dico le cose come stanno. Non mi reputo invincibile, tantomeno l’essere più potente”
    “Sai soltanto parlare, ma non fai niente! Ti sei solo limitato a respingere alcuni miei attacchi, niente di più!”
    “Da come parli sembra che tu non aspetti altro che io ti elimini”
    “Perché so che non sei in grado di farlo!”
    “Stupido è chi sottovaluta l’avversario. E anche chi si sopravaluta”
    “Quindi ti sei appena dato dello stupido”
    “È qui che ti sbagli: io non ti sto sottovalutando, tantomeno mi sopravaluto. Semplicemente sto portando a termine il mio obbiettivo”
    Il custode delle tenebre si stufò di rimanere ad ascoltare, e partì direttamente all’attacco, tirando un pugno in pieno volto a Dark, che non lo schivò.
    “Dov’è finita tutta la tua sicurezza adesso, eh?” chiese lui, con un ghigno stampato sul volto.
    “Ti senti meglio ora?” rispose Dark, levando con la mano il pugno, mentre un fiotto di sangue cominciava a scendere dal naso.
    “Era da tanto che volevi farlo, no? Da quando ti ho fatto fare la figura dell’idiota a scuola, no?”
    “Non ti sopporto più! Hai sempre quell’aria da presuntuoso, da so tutto io! Non riesco a sopportare le persone come te!”
    Dark rimase in silenzio.
    “Sei uno stupido” si limitò a dire
    “Come?”
    “Sei uno stupido. Hai confuso il dolore con presunzione, arroganza, orgoglio… Non hai capito niente. Sei diventato un custode delle tenebre solo per avere più potere, per diventare qualcuno… ed è per questo che ti disprezzo. Lo ammetto, se non fossi stato un custode molto probabilmente anch’io avrei desiderato avere più potere. È nella natura umana. Ma arrivare a stringere un patto scellerato solo per ottenerlo… questo non posso accettarlo! Tu sei disposto anche a distruggere la Terra se sarà necessario, vero?”
    “Se mi sarà d’ostacolo lo farò senza indugi”
    “Se le cose stanno così, allora non mi lasci altra scelta”
    “Che cosa vuoi fare, mostro?”
    Quella parola fece scendere il silenzio totale.
     
    “Maledizione… Che cos’ha intenzione di fare Dark?” chiese Sora, mentre la Gummyship viaggiava alla massima velocità possibile per raggiungere nuovamente il castello dell’oblio.
    “E soprattutto come ha fatto ad allontanarci così tanto insieme alla Gummyship?” disse Kairi.
    “Credo sia uno dei suoi poteri. Ma non abbiamo tempo per discuterne ora” rispose il Re. “Tra pochi minuti dovremmo essere nuovamente al castello”
     
    Dark rimase in silenzio.
    “Che c’è mostro? Ora che ti ho chiamato per ciò che sei realmente non riesci più a muoverti?”
    Lo derise l’avversario.
    “Sei solo un mostro. Soprattutto ora che hai cambiato aspetto!”
    “Hai ragione”
    Il custode delle tenebre rimase spiazzato.
    “Come?”
    “Hai ragione, sono un mostro, non lo nego”
    “Vuoi ancora fare finta di non avere sentimenti?”
    “No, ma ora so cosa devo fare”
    “Cioè?”
    “Adempierò al mio compito di custode. Vuoi vedere quale sia il mio reale potere? Bene, ti accontenterò”
    “Cosa vuoi dire?”
    “Ciò che ho detto. Forse se non avresti osato tanto ti saresti potuto salvare, ma ora è troppo tardi”.
    Detto questo, Dark mise le mani davanti a se.
    “Fuoco! Ghiaccio! Tuono! Terra! Aria!” e davanti a lui apparvero cinque sfere, ognuna contenente un elemento.
    “Cosa? Cinque magie diverse insieme?” disse spaventato il custode delle tenebre.
    “Luce! oscurità!” continuò Dark, facendo apparire altre due sfere.
    Poi, muovendo leggermente le mani, quest’ultime si unirono, cambiando forma e ricreando una versione gigante del ciondolo di Dark.
    “Fuoco, Ghiaccio, Tuono, Terra, Aria! Unitevi a Luce e Oscurità!”
    Detta questa frase, i cinque elementi si andarono a fissare ognuno su una delle cinque punte del ciondolo gigante.
    “N-No, aspetta, cos’hai intenzione di fare?” chiese l’avversario.
    “Non ti è ancora chiaro? Ho unito le magie più potenti, nonché i cinque elementi ai due elementi maggiori”
    “N-No, non ci credo! Nessun essere vivente può riuscire a controllare tutti gli elementi insieme!”
    “Lo hai detto tu stesso: sono un mostro” rispose Dark, preparandosi ad attaccare.
    “Fermo! Così morirai anche tu!”
    “Se è destino che io muoia oggi, così sarà. Se è destino che io sopravviva, così sarà”
    “E questo mondo?”
    “È disabitato, e lo sai meglio di me”
    “No, aspetta, ti supplico, non farlo!” urlò ormai disperato l’avversario.
    “È troppo tardi. E anche volendo, non posso più annullare l’attacco. Per te è finita in ogni caso!”
    Il custode delle tenebre non rispose subito, ma impugno la spada.
    “Bene! Se le cose stanno così, allora ti eliminerò prima che sia il tuo stesso attacco a farlo. MUORI!” urlò, lanciandosi all’attacco.
    “Addio…” disse Dark, facendo partire il suo attacco.
     
    “Eccoci!” disse Sora, avvistando il castello dell’oblio.
    “Finalm… ma cosa succede?” chiese Paperino, guardando gli strumenti di bordo, che sembravano impazziti.
    In quello stesso momento, dal mondo di fronte a loro cominciarono a uscire raggi d’oscurità e di luce.
    “PRESTO PAPERINO, ALLONTANATI!” urlò il Re.
    “Ma Maestà, Dark è ancora…”
    “Non possiamo fare più niente. Se rimaniamo troppo vicini, verremo cancellati!”
    Questo bastò a motivare Paperino a invertire istantaneamente la rotta della Gummyship.
    Nel frattempo i raggi aumentavano d’intensità.
    Poi, senza nessun preavviso, il mondo del castello dell’oblio esplose.
    La forza d’urto fu tale che la Gummyship venne sbalzata via.
    Le stelle più vicine al castello vennero inglobate dall’esplosione, sparendo all’interno, mentre quelle poco distanti vennero allontanate dalla loro orbita, andandosi a scontrare tra di loro e creando una catena di esplosioni.
    Poi tutto finì com’era cominciato.
    Ma del castello dell’oblio, e di coloro che erano all’interno, non era rimasto nulla.
    Nemmeno un granello di polvere.

    Edited by darkroxas92 - 28/10/2010, 17:33
  2. .
    oh, vedrai, presto scoprirete di cosa di tratta
  3. .
    beh... uno shizzo ce lo avevo anche prima, poi dopo averlo visto nel gioco ho materializzato la scena nella mia mente XD.
    (nn per niente la seconda parte del mio nick è pur sempre Roxas XD)
  4. .
    lo so, sto cercando di fare meglio possibile... poi per alcuni ho intezionamente ignorato descrizioni maggiori XD
  5. .
    grazie. come avevo detto, considero questo capitolo il cuore della ff, quindi mi sn impegnato il + possibile per renderlo migliore
  6. .
    ed ecco qui finalmente il 5 capitolo.
    come vi avevo già anticipato, questo capitolo si può definire il cuore della ff. tutte le vostre domande e i vostri dubbi troverano risposta.
    poi per rendere diciamo + gustosa la lettura, ho preparato per voi un paccheto di canzoni da ascoltare durante la lettura (ovviamente è facoltativo), troverete scritto tra parantesi quando e quale canzone ascoltare. il link per le canzoni è: www.megaupload.com/?d=XMX5QWUR.
    Vi ricordo che dovrete cancellarle entro 48 ore a me no che nn siate in possesso dei dischi originali.
    detto questo, vi lascio a questa interminabile lettura, e vi chiedo in anticipo scusa sia per la lunghezza del capitolo, sia per il contenuto.
    (per chi mi cercherà successivamente per vendetta e affini, sappia che sn introvabile XD)

    Capitolo 05: Passato - Torna all'indice dei capitoli
    Dark osservò ancora la carta che gli aveva consegnato il nuovo apprendista di Malefica.
    ‘Tieni! Sai già dove usarla, vero? Io ti aspetterò lì. Voglio vedere se riuscirai a raggiungermi per la vera e propria battaglia’
    Quelle parole ancora risuonavano nella sua testa.
    E Dark temeva di conoscere fin troppo bene il contenuto di quella carta.
    “Dark?” chiese Riku, apparendo come dal nulla alle sue spalle.
    “Si?” rispose Dark, distogliendosi dai suoi pensieri.
    “Non so se ti può interessare, ma io so dove potrebbe funzionare quella carta”
    “Ti ringrazio, ma lo so anch’io: al castello dell’oblio.”
    “Castello dell’oblio? Mai sentito” disse Sora.
    Dark guardò Riku e il Re.
    “Vedo che non glielo avete ancora detto”
    “Che cosa?” chiese Sora, rivolgendo lo sguardo ai due accusati, che si guardarono tra loro prima di annuire.
    “Vedi Sora… tu, Paperino e Pippo siete già stati al castello dell’oblio, come ci siamo stati anch’io e il Re”
    “Cosa? Noi non siamo mai stati in nessun castello chiamato dell’oblio. Ce lo ricorderemo, no?” disse Paperino.
    “E non vi siete mai chiesti perché avete dormito un anno intero? Oppure perché avete sconfitto solo otto membri dell’organizzazione XIII, includendo Roxas? E gli altri cinque che fine hanno fatto?” intervenne Dark.
    A queste domande Sora, Paperino e Pippo non seppero rispondere.
    Non ci avevano mai pensato seriamente.
    “Vedete, è stato in quel castello che sono stati sconfitti quei cinque membri dell’organizzazione. Due gli ho eliminati io, ma gli altri tre siete stati voi.” Gli disse Riku.
    “Ma com’è possibile? Non possiamo di certo essercene dimenticati!” disse Sora, quasi arrabbiato.
    “È stata Naminè” rispose il Re. “Aveva il potere di manipolare i tuoi ricordi e di tutti quelli che erano collegati a te. Infatti, anche se non se lo ricorda nessuna, esclusi noi due, Paperino e Pippo, tutti avevano dimenticato la tua esistenza”
    “Naminè?” chiese Kairi, stupita. “Io credevo fosse solo un Nessuno che non era d’accordo con le idee dell’Organizzazione”
    “No. In realtà era una schiava dell’organizzazione XIII. Era stata costretta dai cinque membri del castello dell’oblio a cancellare la memoria di Sora, lasciando solo i ricordi Riku, Paperino, Pippo e Naminè, che si era sostituita a Kairi.” rispose Dark.
    “Sora, una volta arrivato di fronte al membro che aveva il controllo del castello, Marluxia, il numero XI, hai rischiato che la tua esistenza venisse cancellata. Infatti per vincere, Marluxia ha chiesto a Naminè di cancellare completamente la tua memoria. Ma per tua fortuna si è rifiutata, e ha causato così la sconfitta di Marluxia”
    “Sai una cosa Dark? Un po’ mi da fastidio il fatto che tu sappia tutto di noi ma noi niente di te.” Disse Kairi.
    Dark la guardò. “Se è come penso, temo che fra poco il mio passato vi sarà chiaro a tutti” disse, più serio di quanto lo avessero mai visto.
    “Come sarebbe a dire?” chiese stupito Sora.
    “Il castello dell’oblio ha una caratteristica particolare: per salire di piano in piano devi usare una carta creata dai ricordi di qualcuno, e materializza in quel piano il ricordo, rendendolo reale” rispose Dark, mostrando la carta.
    “Sono pronto a scommettere che questa carta è stata creata in qualche modo dai miei ricordi. E temo di sapere anche quali”
    “Beh, meglio così, no? Almeno sai già cosa ti aspetta” disse Kairi, che si zittì sotto lo sguardo di Dark.
    “Voi non avete idea…” si limitò a dire, per poi andare in stanza, sotto lo sguardo sorpreso di tutti.
    Una volta dentro, tirò fuori sia la carta, sia il misterioso oggetto che teneva nella tasca.
    “Non so se sono pronto…” mormorò, come se stesse parlando a qualcuno.
    E una leggera luce uscì dall’oggetto, ma troppo debole perché potesse illuminare anche solo la mano del proprietario.

    Raggiunsero il castello dell’oblio in poche ore.
    Nonostante fosse stato abbandonato, non sembrava pericolante.
    Dark fu il primo ad avvicinarsi al portone.
    Ma non entrò subito e si girò verso gli altri.
    “Ascoltatemi tutti. Ciò che vedrete da adesso in poi potrebbe sconvolgervi. Non mi meraviglierei se decideste di non viaggiare più con me in futuro, e non potrei biasimarvi. Perciò ve lo chiedo chiaramente: siete disposti a entrare qui dentro dietro di me, sapendo che potrebbe essere pericoloso?”
    “Che cosa credi?” chiese Sora. “Pensi veramente che ti lasceremo combattere da solo contro di lui?”
    “Ti aiuteremmo per quanto ci sia possibile” aggiunse Riku.
    Dark abbassò lo sguardo.
    “D’accordo” disse infine, per poi varcare l’ingresso.

    Una volta arrivati davanti alla porta del primo piano, Dark alzò la carta, come aveva visto fare a Sora e Riku in Kingdom Hearts Chain of Memories.
    E proprio come nel gioco, la carta s’illuminò, facendo aprire la porta, che i custodi attraversarono uno alla volta.

    (Nota dell’autore: qui consiglio di ascoltare la canzone “Truth” di Final Fantasy VIII)
    “Ma cosa…?” chiese Kairi, guardandosi intorno.
    Si trovavano in un parco, dove c’erano diversi bambini che correvano da tutte le parti.
    ‘Come pensavo’ pensò Dark, guardandosi intorno, fino a trovare con lo sguardo una banchina, lontana dalle altre e dove c’era seduto sopra un bambino.
    Senza dire niente, Dark si avvicinò.
    Gli altri lo imitarono.
    Era un bambino piccolo, non avrà avuto più di sei anni.
    Ma a differenza degli altri stava da solo, a fissare la terra.
    In quel momento si avvicinò una bambina, che doveva avere più o meno la sua stessa età.

    Il Re vedendola sussultò.

    “Ciao” disse lei, allegra.
    “Ciao…” rispose malinconicamente il bambino, senza alzare lo sguardo.
    “Sei nuova? Non ti ho mai vista prima…” chiese poi.
    “Si, sono arrivata da poco. Non conosco ancora nessuno qui. Poi ho visto che tu eri qui da solo e ho deciso di venire a salutarti” disse lei, sempre con il sorriso sulle labbra. “Come mai sei qui da solo e non con gli altri bambini?”
    “Non mi diverto con loro. E loro non mi considerano nemmeno” rispose il bambino. “Perciò preferisco rimanere in disparte”
    La bambina lo guardò per qualche secondo.
    “Hai una ‘chiave’, vero?” chiese poi, facendosi un pochino seria.
    A sentire quella parola il bambino alzò subito lo sguardo, rivelando così i suoi due occhi azzurri.
    “Ho indovinato, vero?” chiese la bambina, tornando a sorridere.

    “Cosa? Quel bambino avrebbe un Keyblade?” chiese stupito Sora.
    “Non credevo che anche i bambini potessero averlo” aggiunse Riku. “Almeno, noi lo abbiamo ottenuto che eravamo più grandi…”

    “Non ti preoccupare. Te l’ho chiesto solo perché anch’io ne ho una” disse la bambina.
    “Come fai a saperlo? Non l’ho detto a nessuno. Credevo non fosse normale” disse il bambino.
    “Beh, per essere normale non lo è. Solo poche persone in tutto l’universo possono averla e usarla”
    “Poche persone in tutto l’universo? Ed io sarei una di queste? Ma com’è possibile?”
    “Sono le ‘chiavi’ a scegliere chi le deve possedere. E ogni volta indovinano” disse la bambina, allontanandosi di qualche metro.
    “Che ne dici? Facciamo una piccola sfida tra di noi, giusto per vedere come sappiamo usarle?” propose poi.
    “Una sfida? Non saprei… non sono molto bravo…”
    “Cosa ti costa provare. Forza, evocala al mio tre. Uno… Due… e tre!”
    In contemporanea, il bambino e la bambina evocarono due Keyblade.
    Il bambino aveva il Lontano ricordo, mente la bambina il Portafortuna.
    “Sei pronto?”
    “S-Si” rispose insicuro il bambino.
    “Allora via!” disse la bambina, partendo all’attacco verso l’avversario, che riuscì a parare il colpo con il Keyblade.
    Poi, sorprendendo la bambina, respinse l’attacco con un fendente, che superava le sue previsioni.

    Sora, Riku, Kairi, Paperino e Pippo avevano letteralmente gli occhi fuori dalle orbite.
    Come poteva essere che quei due bambini possedessero già un Keyblade a quell’età e sapessero usarlo così bene?”
    Gli unici che non sembravano troppo sorpresi erano Dark e il Re, che in quel momento erano immersi nei loro pensieri.
    ‘Com’è possibile? È vero, era stata data per dispersa… ma che ci faceva nei ricordi Dark? E soprattutto, perché sta combattendo contro un bambino…’ pensò il Re, per poi girarsi verso Dark, che continuava a guardare la scena, ma con occhi spenti.

    La bambina atterrò in piedi.
    “Te la cavi bene, per uno che dice di non essere bravo” disse.
    “A essere sincero, avevo paura a dire che la sapevo usare”
    “Beh, meglio così. Ci divertiremmo di più!” disse, per poi ripartire all’attacco.
    Spiccò un salto che normalmente non sarebbe possibile per un essere umano, per poi atterrare davanti al bambino, sorpreso per quel salto, e con un colpo deciso, colpì il suo Keyblade, facendoglielo scivolare via dalle mani.
    Nonostante questo però non si fermò e, facendo un salto all’indietro, riparti all’attacco, decisa a colpire in pieno il bambino.
    Ma proprio pochi secondi prima dell’impatto, il bambino fece anche lui un salto in alto, evitando così d'essere colpito.
    Poi mise la mano davanti e lanciò una sfera di fuoco.
    Aveva deciso di fare sul serio.
    La bambina si spaventò, ma reagì subito mettendo anche lei la mano davanti e lanciando però una sfera di ghiaccio, che si scontrò con quella di elemento opposto, creando così una nube di vapore, che in pochi secondi ricoprì l’intero parco.
    “Vedo che sai usare anche la magia” disse la bambina.
    “E non sono l’unico, a quanto pare” rispose il bambino, sorridendo per la prima volta ed evocando nuovamente il Keyblade.
    “Questo renderà la cosa ancora più interessante”
    E i due ripartirono in contemporanea all’attacco, facendo incontrare nuovamente i due Keyblade, con una forza tale da far scaturire scintille dal colpo e far alzare una folata di vento intorno ai due contendenti.

    “I-Incredibile!” commentò Sora, impressionato da quella dimostrazione di forza. “Avrei paura a incontrarli quei due. Non oso nemmeno immaginare quanto siano forti oggi”

    I due bambini si allontanarono di qualche metro.
    Fu la bambina a riprendere per prima l’attacco. Formò nuovamente davanti a se una sfera questa volta di elettricità, che lanciò verso l’avversario.
    Il bambino però non si fece cogliere impreparato.
    Fece sparire il Keyblade e mise tutte e due le mani davanti.
    E davanti a lui si formarono due sfere. Una di fuoco, e l’altra di ghiaccio.
    “Cosa?” disse la bambina, sorpresa.
    E il bambino lanciò le due magie verso la sfera che lo stava per colpire, creando una fortissima esplosione che sovrastò qualsiasi altro rumore.
    Quando la nube dell’esplosione scomparve, i due bambini avevano già ripreso a combattere, e ora i loro Keyblade si stavano scontrando di nuovo.
    “I miei complimenti” disse la bambina. “Non è da tutti usare due magie diverse in contemporanea”
    “Grazie. Ma se per questo non è nemmeno da tutti usare una chiave gigante così bene. Non credevo di trovare qualcun altro”
    “Che ne dici di fermarci? Altrimenti finiremmo col distruggere questo posto” propose la bambina.
    “Per me va bene, anche se sinceramente non me ne importa più di tanto di questo posto” rispose l’altro, indietreggiando e facendo sparire il Keyblade, per poi essere imitato anche dalla bambina.
    Poi i due sparirono lentamente, come anche lo spazio intorno a loro, lasciando solo una porta.

    “Dobbiamo proseguire” disse Dark, dirigendosi verso la porta.
    “Aspetta!” disse il Re.
    “Si?”
    “Quel bambino… eri tu, vero?”
    Tutti si girarono verso Dark, che annui.
    “Si, ero io, poco tempo dopo aver scoperto che ero in grado di evocare il Keyblade e di poter usare tutti e cinque elementi come magia”
    “COSA?” urlò Sora. “Tu da piccolo eri già in grado di combattere in quel modo?! Ricordami di non sfidarti per nessun motivo al mondo, voglio rimanere in vita!” disse quasi sconvolto, e ricevendo un pugno in testa da parte di Kairi.
    Dark però non si fermo ulteriormente, e attraversò la porta.

    (Nota dell’autore: consiglio di ascoltare la canzone “Suteki da ne - Orchestral Version” di Final Fantasy X)
    Questa volta il paesaggio era diverso.
    Si trovavano di notte, in una strada vuota.
    Videro la bambina, che stava appoggiata a un muro, come se stesse aspettando qualcuno.
    “Ciao!” sentirono dire dal bambino, che stava arrivando di corsa.
    “Finalmente. Cominciavo a pensare che non saresti più venuto”
    “Scusami, ma ho dovuto aspettare che i miei si addormentassero. Altrimenti non sarei potuto venire qui. Tu non hai avuto problemi con i tuoi genitori?”
    “I miei genitori…” ripeté la bambina. “Loro sono molto lontani da qui. Non ho questo problema al momento”
    “Da come parli, potrei pensare che si trovino su un altro pianeta”
    “Potrebbe essere…” rispose la bambina, lasciando sbigottito il bambino.
    “Sai qual è l’errore degli abitanti di questo mondo? Che non riescono a vedere oltre a loro, e reputano mostri chiunque sia anche solo leggermente diverso da loro. Anche tu la pensi così, vero?”
    “Non credo di aver capito tutto quello che hai detto… Ma penso che dovrebbero smettere di considerare dei mostri chi è in grado di fare qualcosa che non sia normale, come me e te. Per questo non ho detto a nessun altro cosa sono in grado di fare”
    “Per essere un bambino, sei più intelligente di quanto si possa pensare” disse la bambina
    “I-Io intelligente? No, non credo. Sotto quel punto di vista sono un bambino come tutti gli altri, credimi”
    La bambina lo guardò sorridendo.
    “Però credo che tu possa sapere la verità.”
    “Di cosa stai parlando?”
    “Vedi, io non sono di questo mondo”
    Il bambino rimase un attimo spiazzato.
    “Come sarebbe a dire che non sei di questo mondo?”
    “Devi sapere che a differenza di quanto dicono i vostri scienziati, ci sono un infinita di mondi abitati oltre a questo, e la maggior parte non sono altro che una versione alternativa di questo mondo”
    “Sto facendo fatica a seguirti, ma la cosa m’interessa, vai avanti”
    “Ok, cercherò di semplificartelo il più possibile: questo mondo, nonostante tutto, è particolare. Sembra infatti che sia influenzato dagli altri, e ciò si riflette in alcune persone, che convinte di avere avuto un’idea fantastica, la mettono in atto, creando nuove tecnologie o inventando nuove storie. Ah, se ti stai chiedendo come faccio a sapere tutte queste cose su questo mondo, mi sono documentata in una biblioteca”
    “Ah, ok. Anche se sinceramente continuo a fare fatica a seguirti, eh, eh” rispose il bambino imbarazzato, mettendosi una mano dietro la testa.
    “In realtà io sono venuta qui in missione. Il mio compito era di trovare un custode e di verificare le sue potenzialità”
    “E lo hai trovato?”
    La bambina sorrise.
    “Si, e ho avuto la conferma che ha ottime potenzialità. Potrebbe diventare un ottimo custode, se solo avesse l’opportunità di allenarsi”
    “E dove si trova?”
    “C’è l’ho proprio davanti ai miei occhi”
    Il bambino spalancò gli occhi.
    “Io?” chiese esterrefatto, indicandosi.
    “Proprio così. Ho capito subito che eri un custode, perché all’inizio abbiamo la tendenza a isolarci, anche se alla fine finiamo per lavorare in gruppo tra di noi”
    “Scusa, ma potresti spiegarmi cosa significa esattamente ‘custode’?”
    “Un custode è una persona in grado di evocare la chiave, anche chiamata ‘Keyblade’” disse, evocando il Keyblade.
    “Ah, allora c’è l’ha un nome” rispose il bambino, evocandolo anche lui.
    “Il compito di un custode è quello di difendere i vari mondi dalle forze dell’oscurità, conosciute come Heartless e Nessuno. Entrambi sono una specie di mostri senza cuore”
    “Senza cuore? Vuoi dire che non provano sentimenti?”
    “Non solo in quel senso. Intendo dire che sono proprio privi di un cuore fisico”
    “E allora come fanno a vivere?”
    “Sai che sei veramente un tipo curioso? Purtroppo per te, sono partita prima che spiegassero questa parte”
    “Ma perché, c’è una scuola fatta apposta per i custodi?”
    “Certo. E da lì che partono tutti i custodi per le loro missioni”
    “Wow… mi piacerebbe vederla”
    “Beh, il mio compito in effetti comprenderebbe anche di portarti nella mia scuola per ricevere un adeguata istruzione. Ma devi essere tu a volerlo. Sappi che dovresti abbandonare questo mondo per rivederlo solo tra molti anni”
    Il bambino non sembrò pensarci su troppo.
    “Beh, sinceramente credo che starei meglio in un posto dove mi accetterebbero per quello che sono… perciò accetto volentieri la tua offerta”
    “Non pensi ai tuoi genitori?”
    “Sono sicuro che capiranno, ma glielo dirò solo quando avrò finito questi studi. Se glielo dicessi adesso non mi crederebbero, e comunque non mi farebbero partire”
    “Capisco… forse sei proprio adatto a diventare un custode. Anche perché, essendo di questo mondo, forse hai una conoscenza in più rispetto agli altri”
    “Dici?”
    “Beh, per esempio oggi mi è capitato di vedere in un negozio un fumetto sopra il quale era disegnato un amico di mio padre… aspetta, come si chiamava… assomiglia a un enorme topo…”

    Tutti, compreso Dark si girarono verso Re Topolino.
    Dark si maledisse da solo.
    Aveva dimenticato quella frase, perché all’epoca non ci aveva fatto troppo caso, ma ora era tutto chiaro.
    Sotto gli sguardi sorpresi di tutti andò verso il Re e lo sollevo, tenendolo per il colletto della maglietta.
    “MAESTÀ!” urlarono Paperino e Pippo.
    “Tu lo sapevi allora?” chiese Dark, arrabbiato. “Tu l’hai riconosciuta fin dall’inizio, vero?”
    “S-Si…” rispose a fatica il Re, prima di venire scaraventato a terra.
    Dark ritorno a guardare il suo stesso ricordo, ma si mise il cappuccio per celare il suo volto.

    “Vuoi forse dire Topolino? E l’unico topo gigante che mi viene in mente in un fumetto…” rispose il bambino
    “Si, esatto! Viene spesso a far visita a mio padre, ma lo vedo solo quando entra ed esce. Per il resto si chiude nello studio con mio padre e restano a parlare tutto il tempo.
    “Faccio un po’ di fatica a crederci, scusa”
    “Non mi sorprende. Comunque credo che sia vero che questo mondo sia in grado di ricevere informazioni da tutti gli altri, anche se in modo alterato. Mi piacerebbe tornarci un giorno per poterlo studiare meglio”
    “Beh, puoi farlo tranquillamente. Potrei accompagnarti io stesso, quando avrò finito gli studi” propose il bambino.
    “Mi farebbe piacere”
    “Oh, ma tu guarda, Una coppia di stupidi neo custodi che fanno progetti sul futuro” disse una voce.
    I due bambini si guardarono intorno, alla ricerca della fonte della voce, che si materializzò dal nulla davanti a loro.
    La bambina evocò immediatamente il Keyblade, mentre il bambino semplicemente indietreggiò.
    “Un custode delle tenebre…” disse la bambina.
    “Oh, vedo che sai già da che parte sto… bene, questo faciliterà le cose… Oh, ma che bella sorpresa!” disse il misterioso individuo, che si fermò sotto la luce di un lampione, rivelandone l’aspetto.
    Era un uomo sui trent’anni, ed era vestito nello stesso modo del ragazzo che Dark continuava ad incontrare in ogni mondo e a Riku quando era sotto il potere delle tenebre.
    “Non ci credo. La figlia di Ansem il saggio si trova proprio qui davanti ai miei occhi! Non posso credere a una tale fortuna” continuò l’individuo.

    Quest’ultima frase sorprese tutti, tranne il Re.
    Anche Dark, da sotto il cappuccio, spalancò gli occhi.
    Come aveva fatto a dimenticare tutti quei particolari così importanti?
    Avrebbe potuto ottenere delle risposte alle sue domande fin da quando aveva incontrato il Re e gli altri, ma quei ricordi si erano perduti in mezzo agli altri…
    Oppure gli aveva deliberatamente rimossi?
    “L-La f-figlia di A-Ansem?” ripeté a fatica Sora.
    “Non mi aveva mai detto di avere una figlia, e che per di più era anche una custode”

    “Ansem il saggio? Chi è?” chiese il bambino.
    “È mio padre” rispose la bambina. “Ed è uno degli studiosi più famosi e importanti del mio mondo, tanto che è considerato da tutti il capo” continuò, fissando con odio il custode delle tenebre.
    “Umph. Ti saresti dovuta unire a noi insieme a tutti gli altri, invece di continuare a rimanere in quella scuola…”
    “TACI! Non parlo con i traditori!”
    “Traditori di cosa? Ah, si, parli dell’ordine dei custodi. Beh, ho una brutta notizia per te: quell’ordine, assieme alla scuola e al mondo che gli ospitava, sono appena stati distrutti dal nostro capo in persona!”
    La bambina spalancò gli occhi.
    “Cos’hai detto?”
    “Hai capito benissimo. E il tuo adorato padre è scomparso nel nulla. Molto probabilmente a quest’ora sarà già diventato un Heartless e un Nessuno” e si mise a ridere.
    La bambina chiuse la mano libera a pugno.
    “Master Xehanort… come ha potuto ordinare una cosa del genere?” si chiese ad alta voce.
    Poi, senza perdere un secondo in più, parti all’attacco, preparandosi ad affondare il Keyblade nell’avversario.
    Purtroppo per lei, anche lui evocò un Keyblade dall’aspetto piuttosto strano, tutto nero con diverse lame che lo ricoprivano, e con quello riuscì a parare l’attacco.
    “Che cosa sei venuto a fare qui?” chiese la bambina.
    “Master Xehanort ha avvertito una potentissima energia provenire da questo mondo. È convinto che qui si trovi un custode dalle capacità straordinarie, e ovviamente vuole far di lui un custode delle tenebre, rendendolo spietato. E credo di averlo già trovato” rispose l’avversario, indicando il bambino, che arretrò spaventato.
    “Non te lo permetterò! Voi avete già fatto fin troppi danni. Non vi posso permettere di corrompere altri custodi” ribatté la bambina
    “Immagino che tu non ti unirai a no nemmeno in cambio della tua vita, vero?”
    “Immagini bene” rispose lei, impugnando meglio il Keyblade.
    “In questo caso… MUORI!” urlò, lanciandosi all’attacco verso la bambina, che provò a parare il colpo con il Keyblade
    In pochi secondi però l’avversario riuscì a farglielo volare via, lasciandola indifesa.
    Sebbene avesse avanti solo una bambina, l’avversario non si trattene dal dargli un calcio in pieno stomaco, tanto potente da farla volare di diversi metri, e finire a poca distanza dal piccolo Dark, che guardava la scena terrorizzato.
    “Tutta qui la tua resistenza? Non c’è nemmeno gusto nel torturarti… tanto vale farti subito fuori” disse il custode delle tenebre, avvicinandosi alla bambina, pronto a colpirla in pieno petto.
    “F-fermo!” disse balbettando il bambino, mettendosi in mezzo.
    “N-Non osare f-farle del m-male”
    “Allontanati, moccioso!” disse lui, dandogli un calcio e facendolo cadere a terra.
    Sebbene il colpo fosse stato forte, il bambino non demorse e provò a trattenere l’uomo dai vestiti.
    A quel punto l’uomo perse la pazienza.
    Rifilò a Dark un altro calcio, che lo allontano di circa un metro, ma invece di proseguire contro la bambina, si girò verso di lui.
    “Sai, credo proprio che neanche tu ti unirai a noi, vero? In questo caso eliminerò per primo te!” e lanciò il Keyblade contro di lui, mirando al petto.

    (Nota dell’autore: consiglio di ascoltare la canzone “Why?” di Final Fantasy VII Crisis Core)
    “NOOOOOO!” urlò Dark.
    Dimenticandosi di trovarsi solo in un suo ricordo, corse verso se stesso da bambino, mettendosi in mezzo.
    Ma il Keyblade passo attraverso di lui, come se fosse un fantasma, continuando la sua corsa omicida.
    E sotto lo sguardo sorpreso e spaventato dei due Dark, la bambina si alzò e correndo più velocemente possibile, si mise in mezzo alla traiettoria dell’arma, ricevendo in pieno il Keyblade, che le spuntò dall’altra parte del corpo con la punta.
    Il Keyblade sporco di sangue sparì per riapparire nelle mani del proprietario, che stava ridendo.
    Il bambino spalancò gli occhi, mentre il sangue delle bambina cadeva a terra, insieme alla proprietaria, che fu presa al volo dal bambino.
    Sangue. Un fiume di sangue attraversò le sue piccole mani.
    “Che stupida. Ha scelto di farsi eliminare solo per prolungare di qualche secondo la vita di un moccioso, che non è nemmeno in grado di difendersi. Ben gli sta!”
    Dark non lo ascoltò e si limitò ad appoggiare delicatamente la bambina per terra.
    Poi si girò verso il proprietario del Keyblade, che arretrò.
    “Che diav…”
    Anche gli altri custodi, escluso Dark, rimasero sorpresi.
    Intorno al bambino lo spazio si stava come contorcendo.
    I colori sparivano per poi riapparire distorti, come tutto quello che lo circondava veniva compresso su se stesso, continuando a cambiare forma e dimensioni.
    “Tu…” disse il bambino, con una voce carica d’odio.
    “Tu… la pagherai CARA!” urlò, e l’asfalto sotto di lui si spaccò.
    Per la prima volta, il custode delle tenebre dimostrò paura.
    “C-Chi sei?”
    Il bambino lo guardò negli occhi.
    “Io sono colui che ti distruggerà, usando il tuo stesso potere. Il mio nome è Dark.” Rispose, cominciando ad avanzare verso l’avversario.
    L’avversario rimase sconvolto da quella frase, pronunciata da un bambino.
    Preso dal panico, cominciò a lanciare decine di sfere d’oscurità verso l’avversario, colpendolo in pieno.
    “Uff, uff… ce l’ho fatta” disse, smettendo di attaccare e riprendendo fiato.
    Intorno al punto in cui si trovava il bambino ora non c’era altro che una nube di fumo nero, che impediva di vedere al suo interno.
    “Non pensavo che un bambino mi avrebbe fatto preoccupare così tan… NO, NON È POSSIBILE!” urlò, mentre la nube si dissolveva, rivelando il bambino completamente incolume, senza nemmeno un graffio sui vestiti.
    “I-Io ti ho colpito in pieno, ne sono sicuro!”
    “È tutto inutile. Non puoi colpirmi. I tuoi attacchi su di me non hanno effetto”
    “ARGH!” urlò l’avversario, avventandosi su di lui con il Keyblade.
    Ma il bambino parò l’attacco come se niente fosse.
    “I-Impossibile”
    “Sai, stai diventando ripetitivo. Direi che è il momento di farla finita. Addio!”
    Detto questo, il bambino sparì per qualche secondo, per poi riapparire alle spalle del custode delle tenebre.

    Kairi dovette mettersi la mano davanti alla bocca di fronte a quella vista.
    Anche Sora, Riku e gli altri abbassarono lo sguardo, increduli.

    Il custode delle tenebre era stato letteralmente tagliato in due lungo tutto il corpo.
    Il sangue usciva fuori come un fiume in piena, ma spariva nell’oscurità prima di toccare terra.
    “Tu…” disse il custode delle tenebre, iniziando a sparire. “Master Xehanort aveva visto giusto sul tuo conto…”
    E nel giro di pochi secondi l’avversario scomparve nel nulla, come se non fosse mai esistito.
    A quel punto l’aurea intorno al bambino sparì, e lo spazio attorno a lui tornò normale.
    Anche il bambino sembrò ridestarsi come da un sonno, perché si guardò intorno con aria confusa.
    Poi vide la bambina, che era ancora a terra, e corse verso di lei.
    “Tutto bene?” chiese
    La bambina accennò a un sorriso.
    “Mi dispiace…” disse. “Non riuscirò a portarti nella mia scuola…”
    “Non ci pensare nemmeno! Sono sicuro che ti riprenderai!”
    “È inutile farsi illusioni. A quanto pare era questo il mio destino. Ma l’importante è che tu non ti sia unito a loro. Sono sicura che diventerai un ottimo custode.”
    “No, non dire così!”
    “Ascoltami bene. Presto gli Heartless e Nessuno arriveranno su questo mondo. Sono alla ricerca dei cuori dei custodi e non risparmieranno chi incontreranno prima. Ricordati che chi viene eliminato da loro diventa a loro volta un Heartless e un Nessuno e una volta fatto ciò, attaccano il cuore del mondo. È così che si distrugge un mondo.
    Tu devi fare di tutto per impedirgli di riuscirci. Arriverà un giorno dove riceverai la visita di altri custodi della luce. Quando succederà, dovrai lasciare questo mondo per seguirli.
    Quando capiterà, ti chiedo solo di cercare mio padre e di fargli sapere di me. Sono sicura che è ancora vivo…” disse, cominciando a illuminarsi.
    “No, non può essere. Non puoi andartene!”
    La bambina sorrise.
    “Grazie per l’incontro di oggi… è stato il più bello della mia vita…” e detto questo, smise di parlare.
    Il suo corpo s’illuminò completamente, per poi dissolversi in migliaia di sfere di luce, che volarono via.
    Una di esse però volo verso Dark, per poi essere inglobata nel suo petto.
    E nella mano del bambino apparve il Keyblade che veniva usato dalla bambina, mentre nell’altra il suo solito Keyblade.
    Il bambino guardò sorpreso i due Keyblade che teneva in mano.
    Quello era stato il regalo d’addio di quella bambina.
    Fu allora che sentì un rumore metallico, come di qualcosa che cadeva a terra.
    Al posto della bambina era rimasto solo un piccolo oggetto, di una forma strana.
    Assomigliava a un cuore, ma aveva cinque piccole punte che andavano verso l’alto.
    Dark raccolse l’oggetto, che s’illuminò non appena entrò in contatto con la sua mano.
    L’oggetto cambio subito colore.
    Dall’argento si divise in due colori: nero e bianco.
    Il bambino fece sparire i due Keyblade e si mise in tasca l’oggetto.
    Dalle guance del bambino cominciarono a cadere giù delle gocce d’acqua.
    “NOOOOOOOOOOOOOOOOOO!!!”
    Un urlo di dolore uscì dal bambino, un urlo che riempì il vuoto della notte.

    Tutto scomparve di nuovo, lasciando la stanza bianca e un’altra porta.
    Dark non si fermò a parlare e si diresse subito verso la porta, attraversandola.
    Nessuno notò la goccia d’acqua che cade giù dal cappuccio.

    (Nota dell’autore: consiglio di ascoltare la canzone “Why (CCFFVII Mix)” di Final Fantasy VII Crisis Core)
    Questa volta si ritrovarono in un campo all’aperto.
    La prima cosa che notarono fu il piccolo Dark, con addosso dei vestiti neri e un cappuccio che doveva essere stato preso da qualche altro vestito, preso ad allenarsi con i due Keyblade, facendo affondi nel vuoto, ma usando evidente forza.
    Doveva essere passato qualche anno dal precedente ricordo, perché questa volta Dark era più alto.
    Dark continuò per diversi minuti ad allenarsi in quel modo, fino a quando non lanciò in aria cinque sfere di fuoco, per poi farle scendere tutte insieme verso di lui.
    Fece sparire i Keyblade e si mise le braccia incrociate davanti al volto, mentre le cinque sfere si univano per crearne una sola che lo investì completamente, creando una colonna di fuoco.

    “Dark, ma veramente ti sottoponevi a simili torture per allenarti?” chiese Riku sorpreso.
    “Era necessario. Dovevo diventare più forte. Dovevo ignorare il dolore fisico”

    Il giovane Dark ne uscì vivo, ma non incolume.
    I suoi vestiti erano bruciati in diversi punti, e anche lui non era messo meglio.
    La pelle sul volto e sulle braccia praticamente non c’era più, e anche sulle gambe si notavano diverse bruciature.
    “Urgh…” disse il ragazzo, finendo per terra. “Forse stavolta ho esagerato…!” e lanciò una magia di energia, che guarì le ferite e fece riapparire la pelle nei punti dov’era bruciata.
    In pochi secondi Dark si ristabilì completamente.
    “Credo che per stanotte possa bastare” disse infine, guardandosi attorno.
    Il campo era stato danneggiato in molti punti, con bruciature, buche, zone congelate e molti alberi avevano i rami spezzati come se fossero stati investiti da una tromba d’aria.
    “Anche perché ormai questo posto è inutilizzabile. Dovrò trovare un altro posto per la prossima volta”
    Detto questo, Dark si alzò in volo e andò via.

    Lo scenario attorno ai custodi cambio velocemente.
    Questa volta si trovavano in un negozio.
    Dark, questa volta vestito in modo abbastanza normale, anche se sempre con colori scuri, era intendo ad osservare lo scaffale dei videogiochi assieme ad un altro ragazzo.
    “Allora Dark, ce n’è qualcuno che ti interessa?” chiese il ragazzo.
    “Umh… no, al momento non mi pare. Di Final Fantasy vedo che non ne è uscito nessuno nuovo…”
    “Final Fantasy dici? Beh, se ti può interessare, c’è questo nuovo gioco” disse il ragazzo, prendendo una confezione.
    “Non sarà un Final Fantasy originale, ma ci sono dentro i personaggi degli ultimi usciti, oltre che quegli della disney. Poi ci sono ovviamente anche altri personaggi, tipo il protagonista con quella specie di chiave gigante…”
    “Hai detto chiave gigante?” chiese Dark, strappandogli letteralmente la confezione dalle mani.
    “Vedo che la trama ti ha incuriosito, vero? Ehi Dark, che hai?” chiese, vedendo Dark che si appoggiava ad un muro continuando a respirare velocemente.
    “N-Niente. Solo un giramento di testa, non ti preoccupare. Comunque sai cosa ti dico? Lo provo questo gioco. Deve essere veramente interessante, questo Kingdom Hearts”

    “Fammi indovinare” chiese Sora. “Il protagonista con la chiave gigante sarei io, vero?”
    Dark annui.
    “Avevo capito subito che quel gioco era particolare. Dopotutto, quante possibilità ci sono di vedere in un gioco un arma che teoricamente dovrebbe essere ignota al novanta per cento della popolazione dell’universo?”
    “Direi le stesse che ci sono nell’incontrare i personaggi di tale gioco” concluse Riku.
    In quel momento le immagini attorno a loro svanirono, lasciando solo una porta aperta.
    “Finii quel gioco in più fretta possibile, bramoso di conoscere più particolari possibili sui custodi. Come mi era stato detto, a volte gli avvenimenti degli altri mondi finivano nel mio sottoforma di idee, e così deve essere stato anche per le vostre avventure. Anche se per qualche misterioso motivo, ne sono venuto a conoscenza prima ancora che questi accadessero. Da quel momento ho preso tutte le informazioni possibili su quel gioco. Passarono due anni, prima di scoprire dell’esistenza dell’Organizzazione XIII.
    E un altro ancora prima di scoprire che gli stessi miei Keyblade erano usati da Roxas.
    È stato allora che decisi di procurarmi diverse copie dei vestiti dell’Organizzazione per poter contrastare gli Heartless e i Nessuno senza venire riconosciuto, che nel frattempo continuavano ad apparire sempre più numerosi. Questo fino a quando non sono partito con voi.
    Desideravate conoscere il mio passato e il perché ho deciso di fare a meno delle emozioni. Ora lo sapete anche voi”
    Detto questo Dark si avviò verso la porta, seguito dagli altri.

    Edited by darkroxas92 - 28/10/2010, 17:31
  7. .
    questo e tutte le altre vostre domande troverrano presto risposta, non preoccupatevi
  8. .
    infatti ho solo usato un keyblade. chi ha mai parlato di fiori? XD.

    cmq mi fa piacere che sia venuto bene lo stesso, sebbene io stesso nn lo considerassi granchè.

    cmq penso per stasera o domani di postare di già il nuovo capitolo, che sarà leggermente lungo XD
  9. .
    ed ecco qui il 4 capitolo.
    mi scuso subito se la seconda parte potrebbe risultare noiosa, ma nn sn riuscito a fare di meglio.
    in compenso credo che il prossimo capitolo, che sarà uno dei più importanti della fan fiction, vi soddisferà di più.
    Attenzione: in questo capitolo sn presenti diversi spoiler sul prossimo capitolo. Mi piacerebbe sapere le vostre impressioni e ipotesi.

    detto questo, vi lascio alla lettura

    Capitolo 04: La carta - Torna all'indice dei capitoli
    Dark non parlò nei giorni seguenti.
    Rimase in disparte tutto il tempo, a pensare.
    Come aveva fatto quel ragazzo a scoprire quella storia?
    E dire che nessuno doveva esserne a conoscenza.
    Sulla Terra era stato classificato come un normale caso di vandalismo, anche se in realtà non lo era.
    Dark mise di nuovo la mano in tasca, per tirare fuori l’oggetto. Non sapeva spiegarsi il perché guardarlo lo tranquillizzava, nonostante le circostanze in cui lo aveva ottenuto non erano proprie tranquille e pacifiche.
    Ed era un momento che non avrebbe mai dimenticato.
     
    Sangue. Un fiume di sangue che attraversa delle piccole mani.

    “No, non può essere. Non puoi andartene!” disse una voce.

     
    Dark si sveglio di colpo.
    Si trovava nella stanza che doveva condividere a forza con Sora e Riku, per cui si accertò immediatamente di non averli svegliati, dopodiché, senza far rumore, uscì per andare nella sala dei comandi, che in quel momento era deserta.
    ‘Fortuna che c’è il pilota automatico’ pensò Dark
    Andò a prendersi una bottiglia d’acqua dal frigorifero (quando lo aveva visto la prima volta fece un po’ di fatica a crederci: era convinto che la Gummyship ne fosse sprovvista. Ma se per questo credeva fosse anche più piccola, cosa che invece non era).
    “Ehi, tutto bene?” chiese Sora, arrivando anche lui in quel momento, e cogliendo Dark di sorpresa.
    “Si, tutto bene” disse Dark, cercando di rimanere il più tranquillo possibile.
    “Scusa se prima ho fatto finta di dormire, ma non volevo metterti a disagio. Ma mi sembri abbastanza sconvolto” continuò Sora.
    Dark lo guardò.
    “Cioè, ti sei svegliato così, di soprasalto. Immagino che hai fatto un incubo”
    Nella mente di Dark passarono di nuovo quelle immagini.
    Perché quel ragazzo aveva riportato a galla quella ferita?
    Perché?
    “Solo un semplice incubo. Niente di più” rispose Dark.
    “Aveva a che fare con quello che ha detto quel ragazzo, vero?” chiese Sora.
    Dark lo guardò sorpreso. “Allora sei più sveglio di quello che sembri. E non intendo dire perché ti sei alzato da poco”
    “Lo prenderò come un complimento” rispose Sora, sorridendo.
    Poi si fece di nuovo serio. “Senti, non vorrei infastidirti, ma cosa intendevi dire con ‘Io ho rinunciato a qualsiasi sentimento’?”
    Dark si sedette su una poltrona.
    “Quello che ho detto. Ho rinunciato ad avere sentimenti molto tempo fa. Fin da piccolo ho sempre capito che le emozioni, per quanto possano essere belle all’inizio, alla fine terminano tutte con il dolore”
    “Come fai a dirlo?”
    “In qualunque contesto analizziamo le nostre emozioni, tutte portano alla stessa conclusione. Odio, amore, solitudine, rabbia, felicità… alcune all’inizio ti possono anche rendere felice, ma come ho già detto, alla fine c’è solo dolore”
    “Ne sei davvero convinto?”
    “Si” rispose immediatamente Dark. “Ne sono sicuro al 100%. L’ho verificato sulla mia stessa pelle, più volte. Per questo ho deciso di rinunciare ai sentimenti. E credimi, se non fosse che per diventare nessuno dovrei rinunciare alla mia vita, lo farei. Ma buttare via la vita come se niente fosse, solo per esaudire un desiderio… no, non potrei accettarlo”
    “Però non sei riuscito ad eliminare tutti i sentimenti, vero?”
    “Credi forse che basti dire ‘Non voglio più avere sentimenti’ per perderli? Se fosse così sarei a posto. Ma è un lungo processo, e non è per niente indolore, credimi”
    “Io non riesco a capirti: i Nessuno desideravano ardentemente un cuore proprio per avere emozioni, tu invece desideri il contrario”
    “I Nessuno erano convinti che con un cuore avrebbero ottenuto qualcosa in più. Ma essendo privi di emozioni, non potevano capire cosa volesse realmente significare avere un cuore. Loro avevano solo il ricordo di com’era averlo”
    “Umh… ora che ci penso… Dark non è il tuo vero nome, vero?”chiese Sora, cambiando argomento.
    Dark abbassò lo sguardo.
    “Il ragazzo che risponde al mio vero nome è morto anni fa, e se proprio lo vuoi sapere, fu quando ottenni i Keyblade”
    “Sembra quasi che tu odi te stesso com’eri prima di diventare come sei adesso”
    “Infatti è così. Prima ero un debole, una persona legata dai sentimenti. Solo dopo ho compreso che per portare a termine la mia missione di custode dovevo privarmi di tutto ciò che potesse farmi influenzare sulle decisioni”
    “Ora spero di non riaprire vecchie ferite, ma chi non sei riuscito a difendere?”
    Dark non rispose.
    Si limitò ad alzarsi e ad andarsene.
    “Ehi, Dark…” disse Sora, capendo che aveva chiesto troppo.
     
    Due bambini combattevano tra di loro. Non sembrava avessero intenzioni ostili, ma di certo non si stavano trattenendo nei colpi.
    Ad un tratto una sfera di fuoco e una di ghiaccio si scontrarono, creando una fitta nebbia attorno ai due combattenti.
     
    Dark si svegliò nuovamente di colpo.
    Erano passati un paio di giorni dall’ultima volta che gli era successo.
    Quei ricordi continuavano a tormentarlo.
    Sebbene fosse ancora intontito per il brusco risveglio, si accorse che la porta della stanza si stava chiudendo.
    ‘Avrei preferito dei compagni di viaggio meno impiccioni…’ pensò.
    Si mise velocemente il suo impermeabile e uscì, raggiungendo gli altri.
    “Buongiorno Dark, dormito bene?” gli chiese Kairi.
    “Ho passato notti migliori, ma credo sia perché non sono abituato a dormire nello spazio” rispose lui secco.
    “Comunque il tuo tempismo è perfetto. Abbiamo appena avvistato un nuovo mondo, dove sembra ci siano un po’ di Heartless” disse Riku.
    “Bene. Effettivamente speravo di potermi sgranchire un po’”
    “Eh, lo so. Ma purtroppo la Gummyship non può sopportare allenamenti a bordo.” Rispose il Re.
    “Speriamo che tu possa darci ancora una mano nel muoverci in questo mondo” disse Sora “Non oso nemmeno immaginare che fine avremmo potuto fare in quello precedente, se tu non ci avessi aiutato”
    “Non potete contare sempre su di me. Potrebbe tranquillamente capitare un mondo di cui ignoro ogni cosa”
    “Fiducia in se stessi al massimo, eh?”
    “Solo i presuntuosi si affidano al 100% a se stessi. Non bisogna mai sottovalutare chi ti sta di fronte, amico o nemico che sia”
    Questo ragionamento, sebbene avesse la sua logica, spiazzò Sora, che non seppe cosa rispondere.
    “Comunque è possibile visualizzare sui monitor questo nuovo mondo?” chiese Dark a Paperino.
    “Certo! Ecco qui!” rispose lui, facendo apparire sul monitor ancora una volta un mondo uguale a quello di Dark.
    “Ma possibile che i mondi di forme strane siano capitati solo a noi?” sbuffò Sora, facendo scoppiare quasi tutti a ridere.
    Dark li guardò analizzandoli.
    Risate… Da quanto tempo era che non rideva più?
    Molto. Forse troppo.
    Si riprese da quei pensieri. Non doveva nemmeno pensare di tornare indietro.
    Ormai aveva intrapreso quella strada, e l’avrebbe seguita fino alla fine.
    “Yu, uuuu! Gummyship chiama Dark. Rispondi” lo chiamò Kairi.
    Pochi secondi dopo Kairi si ritrovò con una borsa del ghiaccio sulla testa, mentre Dark faceva scomparire il Keyblade.
    “Prova ancora a saltare fuori dal nulla con una battuta come quella, e la prossima volta userò tutti e due i Keyblade, chiaro?” chiese, ricevendo dalla rossa un assenso.
    “Ricordami di non farlo infuriare in nessun modo” bisbigliò Sora a Riku.
    “OH NO!” urlò Paperino.
    “Che succede?”
    “Gli Heartless hanno già cominciato ad attaccare”
    “Allora non dobbiamo perdere tempo. Paperino, riesci a velocizzare la discesa della Gummyship?” chiese Dark al pilota, che fece un sorriso che preoccupò gli altri.
    “Se è questo che vuoi… allora tenetevi forte”
    “Oh, no…” disse Pippo, sedendosi su un sedile e mettendosi la cintura di sicurezza, seguito a ruota da Sora e dal Re.
    “Emh… che succede?” chiese Kairi.
    “Se ci tieni a non avere un altro bernoccolo, ti consiglio vivamente di sederti anche tu e ti metterti la cintura! E lo stesso vale anche per voi due!” le rispose Sora.
    Riku decise di seguire il consiglio dell’amico.
    Se Sora era preoccupato, allora c’era veramente di che spaventarsi.
    Dark invece si limitò ad alzarsi in volo di pochi centimetri.
    Non passò nemmeno un minuto che la Gummyship cominciò a scendere ad una velocità che si avvicinò di molto a quella del suono.
    Tutti coloro che si erano seduti sentirono la pressione della discesa che li schiacciava sui sedili e anche Dark la subì in minima parte, più che altro perché dovette cominciare a evitare tutti gli oggetti vaganti che continuavano a volare verso di lui.
    Per fortuna di tutti i presenti, tutto ciò durò pochi minuti.
    La Gummyship frenò bruscamente sopra la zona infestata dagli Heartless.
    ‘Terrò a mente di non chiedere più a Paperino di aumentare la velocità’ disse tra se Dark, per poi aprire il portellone e saltare giù, seguito anche dagli altri custodi umani, mentre il Re, Paperino e Pippo rimasero a bordo, pronti ad intervenire se le cose si fossero complicate.
     
    Dark atterrò proprio in mezzo all’esercito di Heartless, seguito a ruota anche dagli altri.
    “Bene” disse Sora “Vediamo di fare presto”
    Ma prima che anche uno solo di loro potesse evocare i Keyblade, successe una cosa strana.
    Gli Heartless, invece di attaccarli, cominciarono a confluire in un unico punto.
    “Ma cosa…?”
    Sotto gli occhi increduli dei custodi, gli Heartless si stavano fondendo tra di loro.
    Anche Dark si sorprese.
    Non credeva che gli Heartless potessero fare una cosa del genere.
    “Ma quello è…”
    Sora fu quello che rimase più sconvolto.
    Davanti a loro si stava alzando in tutta la sua altezza un Darkside, il primo Heartless di grosse dimensioni che Sora aveva affrontato.
    “All’attaccò!” urlò.
    “Pirosfera!” disse una voce, e sopra di loro volò una sfera di fuoco, che colpì in pieno il Darkside, senza però arrecarli danno.
    “Voi, allontanatevi da qui!” disse un ragazzo, che stava correndo verso di loro, con dietro un essere tutto rosso e con delle orecchie tipo ali da pipistrello.
    “Un dinosauro?!” disse Kairi sorpresa. “Va bene tutto, ma non mi risulta che i dinosauri seguano gli esseri umani”
    “Ehi, bada a come parli!” disse il dinosauro, passando accanto a loro e facendo venire un colpo a tutti tranne che a Dark.
    “Io sono un Digi-Sauro, non un dinosauro qualunque. Pirosfera!” urlò, lanciando dalla bocca una sfera di fuoco, che purtroppo ottenne lo stesso risultato di quella precedente.
     
    Nel frattempo Kairi cercò di riprendersi.
    “Ricapitoliamo” disse “Davanti a noi c’è un Darkside nato dalla fusione di centinaia di Heartless, poi c’è un ragazzo più piccolo di noi con dietro una specie di dinosauro rosso che cammina su due zampe, parla e lancia sfere di fuoco?”
    “Sai” le rispose Dark. “In questo mondo è relativamente normale”
    “Ehi, voi!” disse il ragazzo. “Vi ho detto di allontanarvi. Può essere pericoloso per voi!”
    “Guarda che siete voi in pericolo!” gli rispose Riku.
    “Stavolta mi ritrovo a dare ragione a Takato” disse una voce femminine.
    I custodi si girarono verso la fonte, per trovarsi una ragazza che indossava dei jeans e una maglietta a maniche corte con un cuore spaccato a metà come disegno.
    E dietro di lei c’era una specie di volpe che stava su due zampe, di colore giallo.
    “Già. Per voi può diventare veramente un problema rimanere qui” disse una seconda voce, stavolta appartenente ad un altro ragazzo dai capelli blu, che aveva sulle spalle una specie di cane con delle orecchie esageratamente lunghe.
    Dark non poté trattenere un piccolo sorrisetto.
    Tra tutti i mondi in cui potevano capitare, erano finiti in uno di quegli che conosceva meglio.
    “I famosi Digimon Tamers” disse infine.
    “Ah, vedo che ci conosci già. Questo faciliterà le cose” disse la ragazza, cominciando a camminare verso il primo ragazzo che era arrivato.
    “Non intromettetevi” disse ai custodi, mentre gli passava accanto.
    “Ma chi si crede di essere quella?” chiese Kairi
    “Momentai” disse l’essere sopra le spalle del secondo ragazzo.
    “Rika è fatta così. Ma stavolta seguite il suo consiglio” continuò la creatura, prima che l’essere umano che lo trasportava raggiungesse i suoi amici.
    “Certo che qui sono un po’ suonati” disse Sora.
    “Suonati? Mai termine fu più sbagliato” gli rispose Dark. “Quei ragazzi hanno già salvato questo mondo”
     
    “Questo è un osso duro” disse Takato, vedendo i due amici raggiungerlo.
    “Ma che Digimon è? L’analizzatore non riesce a riconoscerlo”
    “Non ne ho idea. Ma direi che siamo tutti d’accordo che c’è una sola cosa da fare. Siete pronti?” chiese il ragazzo dai capelli blu.
    Tutti, compresi i Digimon, annuirono.
    I tre ragazzi tirarono fuori uno strano aggeggio, che poi puntarono verso l’alto.
    “BIO-DIGIEVOLUZIONE!” urlarono in contemporanea, per poi venire circondati da una fortissima luce.
     
    Sora, Riku e Kairi guardarono sorpresi la luce che diventava sempre più forte e più grande.
    “Cosa sta succedendo?” chiese Sora.
    Dark non rispose.
    Si limitò a guardare la scena.
    Quando finalmente la luce sparì, al posto dei tre ragazzi e dei mostri che gli accompagnavano, erano apparsi altri tre mostri, di aspetto ben diverso.
    Due di essi avevano una forma umanoide, sebbene uno fosse ricoperto da un armatura bianca, rossa e oro, impugnando in una mano una lancia e nell’altra uno scudo, mentre l’altro sembrava una donna anch’essa ricoperta di una specie d’armatura, anche se non completamente come l’altro, ma era di colore giallo e l’elmo era a forma di muso di volpe, e nella mano teneva uno strano bastone d’oro.
    Il terzo mostro invece era quello più vistoso. Come altezza raggiungeva il Darkside, solo che era di colore verde e dall’aspetto sembrava un enorme cane robotico capace di stare su due zampe.
    “E quelli COSA sono?” chiese un esterrefatta Kairi.
    “Quegli sono gli stessi ragazzi con i loro ‘mostri’ che abbiamo incontrato prima” rispose tranquillo Dark, al che tutti si girarono verso di lui.
    “COSA?!”
     
    Il più grande dei tre mostri cominciò subito l’offensiva.
    I custodi dovettero rettificare le loro impressioni.
    Non sembrava un enorme cane robotico.
    ERA un enorme cane robotico!
    Infatti da ogni parte del suo corpo partirono decine di missili, tutte diretti verso l’Heartless, che non riuscì ad evitarli, e intorno a lui il fumo dell’esplosione lo nascose alla vista.
    “Colpito e affondato!” disse l’enorme robot.
    Ma proprio nel momento in cui abbassò la guardia, un pugno nero proveniente dal fumo lo colpì in pieno, facendolo andare verso i custodi, che riuscirono a scappare pochi secondi prima di finire schiacciati come formiche.
    “MegaGargomon!” urlarono i due mostri rimasti, per poi rivolgere l’attenzione al Darkside, che ne era uscito indenne.
    “Ma che razza di Digimon è quello?” chiese il cavaliere, prima di vedere qualcosa sfrecciare veloce accanto a lui, diretto verso l’Heartless.
     
    “Dark, cosa dici di fare?” chiese Sora, senza però girarsi verso il compagno di viaggio.
    Nessuno rispose.
    “Ehi Dark, ci sei?” chiese di nuovo, girandosi.
    “Ah… no, non ci sei…”
    “Da quella parte Sora!” disse Riku, indicando Dark che volava veloce verso il Darkside, con i due Keyblade in mano.
     
    Dark sparì proprio a pochi centimetri dall’avversario, per poi riapparire alle sue spalle, e facendo subito sparire i Keyblade.
    “Ehi, tu! Ti avevamo detto di allontanarti!” lo rimproverò la donna con la maschera da volpe.
    “Scusatemi, ma mi era sembrato aveste bisogno di una mano”
    “In che senso, scusa?”
    “Guardatelo”
    I due lo fecero e sgranarono gli occhi.
    L’Heartless che aveva resistito al colpo più potente del loro alleato era stato tranciato in due, e stava svanendo nel nulla.
    “Ma quando…”
    “…è successo?” dissero completandosi a vicenda i due guerrieri.
    Dark però notò qualcosa di strano nel mostro.
    È vero che stava scomparendo, ma dal punto in cui si trovava si stava alzando una flebile colonna di luce.
    “Beh, meglio così. Non dovremmo impazzire per cercarla” disse Dark, evocando il Portafortuna e puntandolo verso la colonna, che rivelò la serratura.
    Il solito click echeggiò nelle orecchie di tutti.
     
    “C-Come hai fatto?” chiese Sora
    “A fare cosa?”
    “A tagliarlo in due senza neanche fermarti!”
    “Ah, ti riferisci a quell’Heartless? L’ho semplicemente colpito”
    “Si, certo. E io sono Ansem”
    “Umh… dalle mie parti girava questa voce…” disse Dark, ignorando Sora che cadeva all’indietro.
    “Ehi, voi tre” disse il cavaliere, indicando Kairi, Riku e Sora.
    “Che razza di Digimon è quello?” e indicò Dark.
    “Digi-che?” chiesero i tre custodi, prima che Dark li interrompesse.
    “Mi spiace deludervi, ma non sono un Digimon. Sono un ‘semplice’ essere umano”
    Il cavaliere, insieme ai due compagni, lo guardò per qualche secondo.
    Poi tutti e tre si illuminarono e diventarono più piccoli, fino a dividersi nelle loro forme originali.
    “Come fai a dire di essere un umano, quando hai fatto fuori come se niente fosse, e senza usare nulla, un essere che tre Digimon al livello mega non sono nemmeno riusciti a scalfire?” chiese il ragazzo che doveva risultare chiamarsi Takato.
    “Livello mega? Ma che accidenti stanno dicendo?” chiese Kairi.
    “Le apparenze ingannano. Tanto per cominciare, quello non era un Digimon, ecco perché non siete riusciti a danneggiarlo”
    “E allora che cos’era?” chiese la ragazza.
    “Mi dispiace Rika, ma questo non possiamo rivelarvelo”
    “Ehi, come fai a conoscere il mio nome?”
    “Potrei risponderti perché so che sei la Regina dei Digimon, ma so che come scusa non reggerebbe, quindi ti dico solo che so che vi chiamate Rika con Renamon, Takato con Guilmon e Henry con Terriermon. Punto”
    “Non ci fate caso, anche con noi è successa la stessa cosa” disse Sora ai tre ragazzi, che guardavano Dark come se avessero davanti un mostro.
    “Già. È sempre insopportabile quando ha questo atteggiamento da so-tutto-io” disse una voce alle loro spalle.
    “No, non ancora” disse Kairi, mentre appariva da un varco oscuro il nuovo apprendista di Malefica.
    “E quello che cos’è? Un nuovo mezzo di trasporto?” chiese Takato
    “È incredibile quante persone si incontrano delle quali tu sai tutto solo perché sono apparse in un anime o in un videogioco, vero Dark?”
    “Come sarebbe a dire un anime o un videogioco?” chiese Henry.
    Dark non rispose.
    “Ah, già. Scusate, mi ero dimenticato di come voi custodi facciate di tutto per tenere all’oscuro dell’esistenza di altri mondi paralleli eccetera”
    “Basta così! THUNDAGA!” urlò Paperino, saltando giù dalla Gummyship e lanciando la magia verso l’avversario, che la schivò facilmente.
    “Comincio ad avere le visioni. Mi è sembrato di vedere Paperino reale e che lanciava magie” disse una sconvolta Rika.
    “Yuk! Paperino, non dovevi scendere, lo sapevi” disse Pippo, raggiungendo l’amico, per poi essere seguito anche dal Re.
    “Umph! Credete forse di potermi contrastare solo perché siete in tanti?”
    “Come pensi di poter affrontare cinque custodi, un mago e un cavaliere da solo?” chiese Sora, evocando il Keyblade.
    “Per vostra fortuna, non sono qui per questo. Non ancora.”
    “E allora cosa vuoi?”
    “Consegnare a Dark questa” e lanciò una carta verso il destinatario, che la prese al volo.
    “Tieni! Sai già dove usarla, vero? Io ti aspetterò lì. Voglio vedere se riuscirai a raggiungermi per la vera e propria battaglia” fu la sua ultima frase, prima di sparire in un varco oscuro.
    “Una carta?” chiese sorpreso Sora.
    Dark però non rispose. Si limitò a metterla in tasca.
    “Beh, direi che qui abbiamo finito”
    “Aspettate, ci potete spiegare cosa sta succedendo?” chiese Takato.
    “Come vi ho già detto, non ci è possibile”
    Poi tutti i custodi più Paperino e Pippo tornarono sulla Gummyship, che partì subito.
     
    Dark tirò fuori la carta per osservarla meglio.
    C’erano disegnati sopra i suoi due Keyblade, e sullo sfondo si intravedevano due figure umane.

    Edited by darkroxas92 - 28/10/2010, 17:30
  10. .
    a dir la verità sn + di 50 libri XD. e purtroppo ormai sn andati perduti, essendo finiti fuori produzione.
    cmq per i nomi cercherò di trovare una soluzione anche a quel problema.

    cmq mi fa piacere sapere che la scelta di quei libri come nuovo mondo di kh sia risultata gradita
  11. .
    ok, ti ringrazio. magari mandami per mp il link, così il prossimo capitolo lo posto direttamente io, ok?
  12. .
    quello, ahime, è il mio tallone d'Achile.
    purtroppo con le descrizioni ho sempre fatto pena.
    ma cmq nn temere. + avanti avrai le risposte (che immagino) cerchi sul protagonista.

    e per quanto riquarda i misteri, se adesso vi sembra piena, aspettate di leggere i prossimi capitoli

    e a questo proposito, mi duole dirvi che il 4 è ancora in corso
    ma cercherò di farvelo avere al + presto

    e ovviamente grazie per i commenti

    SPOILER (click to view)
    so che la scelta di usare come mondo la saga di "Animorph" può sembrare strana, ma questo capitolo c'è l'avevo in mente da quando mi sn ricordato di quei libri XD, perciò mi è sembrato stupido non inserirlo. spero vi sia piaciuto
  13. .
    ed ecco qui il nuovo capitolo.
    (leggete solo se volete rovinarvi una parte della sorpresa)
    SPOILER (click to view)
    anticipo dicendo che ciò che verrà narrato si basa su ricordi del
    libro, che ho letto quando ero piccolo, e che nn ho + trovato, quindi se qualcuno vede qualche errore sulla storia originale, faccia pure finta che sia una versione atternativa XD


    Capitolo 03: Un nuovo nemico - Torna all'indice dei capitoli
    Dark passò gran parte dei giorni successivi a guardare lo spazio. Molti potevano pensare che dopo un po’ si ci potesse annoiare a guardare sempre lo stesso paesaggio, invece Dark scoprì che lo spazio era molto diverso da quello che tutti credevano. Era difficile annoiarsi di quello spettacolo.
    Nonostante questo però rimase sempre freddo.
    Un giorno Dark sentì Kairi che si lamentava con Sora proprio su questo.
    Che era troppo freddo.
    Decise di ignorarla.
    Dopotutto, loro non potevano sapere il perché non dimostrava mai un minimo di emozioni.
    Sinceramente Dark sperava di trovare un mondo dove ci fosse bisogno di loro il prima possibile. Almeno avrebbe avuto qualcos’altro da fare. E fu proprio mentre pensava ciò che avvistarono un mondo che aveva qualcosa di strano. Come aspetto era simile (se non uguale) a quello di Dark, ma intorno c’era come una presenza oscura.
    “Sembra che in quel mondo ci sia qualche problema” disse Sora, avvicinandosi.
    “Già…” rispose Dark
    “Assomiglia al tuo, vero?”
    “Si, ma non è uguale. Di sicuro in quel mondo le cose funzionano diversamente. E credo che ci siano molti mondi simili o uguali al mio, come aspetto ovviamente”
    “Capisco…” disse Sora, allontanandosi.
    In quel momento, Paperino cominciò le manovre per atterrare su quel mondo.
    Ma la manovra fu talmente improvvisa che Dark perse l’equilibrio e cade all’indietro
    Riuscì a evitare di cadere a terra rovinosamente, riuscendo a girarsi velocemente e usare le mani per evitare la caduta. Ma nonostante questo, qualcosa cadde dalla sua tasca.
    Era qualcosa di piccolo, e Dark si precipitò a recuperarlo e a rimetterlo in tasca.
    In pochi minuti, si trovarono già nell’atmosfera del pianeta.
    Dark aveva consigliato a Paperino di attivare qualche marchingegno per impedire che la Gummyship venisse vista da qualcuno, ma Paperino gli aveva detto che solitamente era lui con la sua magia a rendere invisibile a tutti tranne che a loro.
    Era stato per la fretta che non lo aveva fatto sul suo mondo.
    Quando furono abbastanza vicini, videro uno spiazzo in mezzo ad un bosco e decisero di atterrare lì.
    Dark scese per primo dalla Gummyship e osservò il cielo. Il Sole stava tramontando.
    “Non ci conviene allontanarci, per adesso” disse agli altri. “Non conosciamo il posto, e rischieremo solo di perderci”
    “Non fatico a crederci…” disse Riku, guardando l’enorme foresta che li circondava.
    Dark però aveva posato il suo sguardo su un falco, che li stava osservando attenti, come se fosse interessato a quello che stava accadendo.
    ‘Chissà se…’ pensò Dark, prima che venisse richiamato dagli altri a tornare nella Gummyship. E in quel momento il falco volò via.
     
    Era notte fonda.
    Dark era uscito fuori senza far rumore per poi andare ad appoggiarsi sul tetto della Gummyship.
    Fu solo allora che mise la mano in tasca per tirare fuori l’oggetto che gli era caduto prima.
    Si assicurò che non si fosse graffiato per la caduta e, con suo sollievo, ne era uscito indenne.
    “Allora nascondi davvero qualcosa” disse una voce alle sue spalle, che lo fece trasalire.
    “Kairi! Che cosa ci fai qui?” chiese Dark, rinfilando in fretta e furia l’oggetto in tasca.
    “Potrei farti la stessa domanda” rispose Kairi.
    Dark rimase zitto per qualche secondo. “Stavo solo riflettendo su alcune cose…”
    “Riguardano quella cosa?” chiese Kairi, indicando la tasca di Dark.
    Dark si alzò in piedi. “Non mi piacciono i ficcanaso, Kairi. Li ho sempre detestati” rispose freddo Dark, lasciando di stucco Kairi.
    Fu allora che sentirono un rumore provenire dagli alberi vicini.
    Kairi fece subito per evocare il Keyblade, ma Dark gli fece segno di fermarsi.
    “Non evocarlo, se non sei sicura di avere davanti un nemico” disse Dark, guardandosi intorno. Purtroppo essendo notte la loro vista era piuttosto limitata, e quindi dovette arrendersi a cercare la fonte di quel rumore.
    Anche se Dark un sospetto lo aveva.
    Dopotutto, poteva tranquillamente essere che anche quella storia fosse reale.
    “Torniamo dentro, Kairi” disse, per poi saltare giù dalla Gummyship ed entrare, seguito da Kairi, che continuava a guardarlo in modo interrogativo.
    Era sicura che quell’oggetto che Dark nascondeva avesse un qualche significato importante.
     
    Il giorno dopo, Dark decise di avviarsi a fare un giro oltre il bosco. Riku, Sora e Kairi si offrirono per accompagnarlo, curiosi anche loro di scoprire com’era il mondo dov’erano atterrati.
    Invece Re Topolino, Pippo e Paperino dovettero rimanere sulla Gummyship per sorvegliarla. E poi c’era la possibilità che anche in quel mondo potessero venire riconosciuti.
    Ci misero qualche ora prima di riuscire ad uscire dal bosco, e si ritrovarono davanti ad una fattoria.
    Dark disse agli altri tre di seguirlo.
    Più andavano avanti, più Dark era convinto di sapere dov’erano finiti.
    E se aveva ragione, dovevano fare attenzione.
    Seguirono la strada, fino a ritrovarsi in mezzo ad una serie di palazzi ed edifici di ogni dimensione.
    “Wow, che città grande!” disse Sora, sorpreso dalle dimensioni di quel posto.
    Dark invece stava leggendo un volantino appeso ad un palo.
    Per sua fortuna era nella stessa lingua del suo mondo d’origine.
    E quel volantino confermò i suoi sospetti.
    “Sora, Riku, Kairi, fate attenzione. Non fate niente di sospetto e cercate di non rimanere sorpresi” disse subito ai tre custodi.
    “Cosa? È perché?” chiese Riku.
    “Ho capito in che mondo siamo, e vi posso dire che siamo già stati scoperti” disse Dark, senza tradire emozioni.
    “E quando?” chiese Kairi.
    “Fin dal primo momento in cui siamo arrivati”
    “Ma allora dobbiamo tornare subito alla Gummyship!” disse Sora.
    “No, non c’è pericolo. Per il momento, chi ci ha scoperto non ha intenzioni malvagie, con noi” disse Dark.
    “Come fai a dirlo?”
    “Fidatevi. E a questo punto, direi che possiamo anche continuare il nostro giro. Basta che non vi fingiate troppo sorpresi, e se qualcuno vi ferma, ditegli che veniamo da un'altra città e siamo in gita, chiaro?”
    “Va bene” risposero in coro i tre, per poi seguire Dark.
    Solo Dark si accorse dei due cani che sembravano seguirli.
    Solitamente li avrebbe scacciati, ma ora non poteva farlo. Dopotutto, quei due cani non li avrebbero di certo attaccati.
    Non loro, almeno.
     
    Continuarono a camminare per quasi due ore.
    “Uffa… che fatica… ma perché dobbiamo camminare così tanto?” chiese Kairi.
    “Perché dovevamo stare in giro per circa due ore. Non vi siete accorti di quei due cani che ci stanno seguendo fin da quando siamo arrivati in città?” disse Dark, indicando i due cani, che si fermarono, come spaventati.
    Poi, sorprendendo tutti, si rivolse a loro.
    “So chi siete. Non spaventatevi, non abbiamo intenzioni ostili. Credo che il vostro amico vi abbia già informati su di noi. Quindi se desiderate parlarci, tutti e sei ovviamente, sapete dove trovarci”
    Dark riusciva perfettamente a percepire gli sguardi sorpresi e interrogativi dei tre custodi che lo guardavano.
    “Non preoccupatevi voi tre. Non sono diventato matto. Se ho parlato a questi due… credo che al momento li posso chiamare anche cani, ho un motivo ben preciso. Ora possiamo anche tornare. E voi due” disse rivolgendosi di nuovo ai cani. “Le due ore sono quasi scadute o sbaglio?”
    Sentendo questo, i due cani cominciarono a correre, per poi sparire pochi secondi dopo dietro i palazzi.
    “Insomma Dark, ci vuoi spiegare che ti prende?” chiese Riku
    “Vi ho detto di fidarvi. Forse stanotte avrette tutti i chiarimenti su questa storia, ma non posso darveli io”
    Ma in quel momento una sgradevole sensazione lo colpì.
    Sentiva che c’era qualcosa che non andava in quel mondo, e non era per quello che sarebbe dovuto accadere normalmente.
    “Beh, direi che possiamo anche andare” disse Dark, riprendendosi e avviandosi.
    “Oh, no. Non un'altra camminata infinita…” disse rassegnato Sora.
    Mentre tornavano indietro, i quattro incrociarono un ragazzo, che lì fissò per qualche secondo.
    “Scusate, voi non siete di qui, vero?” chiese poi.
    Dark prese subito la parola.
    “No. Stiamo approfittando del fatto che la nostra scuola è chiusa per lavori per farci un giro in varie città. E oggi siamo capitati qui” disse, come se niente fosse.
    “Capisco…” disse il ragazzo, continuando a fissarli.
    “Sentite, non so se vi può interessare, ma stasera nel parco di questa città ci sarà una specie di festa. Ci saranno tanti ragazzi e ragazze e si faranno diverse attività: grigliate, partite a calcio…”
    “Partite a calcio? Che cosa…Ahi!” disse Sora, ricevendo una pedata da Riku.
    “…fantastica, vero Sora?” completò Riku, lanciando un occhiataccia all’amico.
    “Sora? Non è un nome comune da queste parti” disse il ragazzo.
    “È di origini giapponesi” si affrettò a rispondere Dark.
    “Ah… è difficile trovare giapponesi da queste parti…” continuò il ragazzo, infilandosi una mano in tasca e tirando fuori un volantino.
    “Comunque sono sicuro che sarete lo stesso i benvenuti. Ecco qui un volantino con le indicazioni per arrivare al parco. Spero di vedervi stasera” disse, per poi consegnare il volantino a Riku e andarsene.
    “Cosa… Dark, riesci a leggerlo?” chiese Riku, passando il volantino a Dark.
    “Si… l’avevo già letto prima su un palo… Dice soltanto che al parco cittadino ci sarà una grande festa aperta a tutti da parte della Comunità”
    “Beh, non sarebbe male andarci” disse Kairi.
    “Già, non lo sarebbe… se non fosse per il fatto che grazie a Sora non ne usciremmo facilmente” disse gelido Dark.
    “Cosa, è perché?” chiese il diretto interessato.
    “Hai appena chiesto cosa fosse il calcio. Su molti mondi è forse lo sport più famoso. Gli hai praticamente confessato che non siamo di questo mondo. O comunque gli hai fatto sorgere un bel po’ di dubbi. E comunque prima dobbiamo parlare con sei individui, ve lo siete dimenticati?”
    “Ah, già. L’incontro con i cani” disse ridendo Sora.
    In quel momento passarono accanto a loro due ragazzi e una ragazza, che sembravano stessero parlando tra di loro.
    Il trio sorprese i custodi, escluso Dark. Soprattutto i due ragazzi.
    Uno di loro sembrava avesse problemi di vista, visto che continuava a socchiudere gli occhi per vedere meglio, mentre l’altro sembrava facesse fatica a camminare.
    Dark andò a sbattere ‘casualmente’ su quest’ultimo, che cadde all’indietro.
    “Ops. Scusami” disse Dark, per poi dargli la mano per aiutarlo ad alzarsi.
    “Ero assorto nei miei pensieri e non mi sono accorto che ti stavo venendo contro”
    “Non è niente. Nte. Nte…” rispose il ragazzo, ripetendo l’ultima parte della frase.
    “Scusatelo” disse la ragazza. “Ha qualche problema a parlare e li capita spesso di ripetere alcune parole”
    Dark non sembrò sorpreso.
    “Capisco. Comunque non importa, non siamo tipi che si offendono per queste cose”
    “Voi non siete di qui, vero?” chiese l’altro ragazzo.
    “Ma è così ovvio?” chiese Sora, prima di venire linciato dalle occhiate degli altri.
    “Se ci volete invitare alla festa di stasera al parco” riprese Dark, tirando fuori il volantino “Ci hanno già invitato. Ma temo proprio che stasera non potremmo” disse, guardando negli occhi il ragazzo, che sembrò spaventarsi per quello sguardo.
    “Stasera dobbiamo incontrarci con alcune persone, quindi credo proprio che non potremmo andarci. Comunque sono sicuro che ci rivedremo prima della nostra partenza, o almeno lo spero.
    Riku continuava ad osservare con curiosità i tre ragazzi davanti a loro.
    Soprattutto quello che Dark aveva fatto cadere. Guardava Dark come se fosse… Riku non riusciva a trovare un termine.
    “Dove alloggiate?” chiese la ragazza.
    “Siamo in campeggio, poco fuori città” rispose tranquillo Dark, ricevendo sguardi dai suoi compagni di viaggio “E ora è meglio che ci avviamo. Non vorremo fare tardi. Alla prossima” si congedò, per poi avviarsi seguito dagli altri custodi.
    Dark vide con la coda dell’occhio altri due ragazzi che si riunivano al trio.
    Per il momento le cose corrispondevano perfettamente a come se le ricordava.
    Finalmente, arrivarono di nuovo alla fattoria dietro la quale c’era il bosco dove erano atterrati.
    In quel momento, una ragazza si avvicinò a loro.
    “Ehi, voi! Dove state andando?” gli chiese, con una leggerà aggressività.
    “Stiamo andando a fare una passeggiata nel bosco. Non mi risulta sia vietato” rispose Dark.
    In quel momento un falco volò sopra di loro.
    “Ah, ok… No, non è vietato… beh, allora buona passeggiata” disse la ragazza, che sembrava sorpresa, per poi tornare indietro.
    “Strano… ha cambiato atteggiamento improvvisamente” disse Sora. “Ora possiamo parlare tranquillamente?” chiese poi.
    “Si, credo di si” disse Dark.
    “E ora ci puoi spiegare cosa sta succedendo? Perché accidenti hai continuato a parlare per enigmi?”
    “Non posso rivelare cose di un altro mondo. Posso solo, come dire… fare piccole anticipazioni, ma senza rivelarne il succo. Quello bisogna scoprirlo da soli. Voi dovreste saperlo bene, no?” rispose Dark.
    “Ah, già. Per preservare l’ordine dei mondi…” disse Sora.
    “Ma allora perché hai parlato con quei cani?” chiese Riku.
    “Vi posso solo dire questo: siete sicuri di aver visto quello che avete visto?” chiese Dark, per poi proseguire come se niente fosse.
    “Un giorno o l’altro giuro che lo lego ad una sedia e lo costringo a rivelarci tutto quello che sa…” bofonchiò Sora, per poi seguirlo insieme ai due amici che si misero a ridere.
     
    Passò qualche ora dal loro ritorno alla Gummyship prima che accadesse qualcosa.
    Sora era appoggiato ad un albero, guardando il Sole che tramontava, quando sentì un rumore vicino a lui, e si ritrovo con una lama puntata verso la gola.
    ‘Non osate fare un passo, o il vostro compagno si ritroverà senza testa’ disse una voce, che risuono nella mente di tutti i custodi, che si precipitarono fuori.
    “Chi ha parlato?” chiese Riku, mentre usciva di fretta dalla Gummyship.
    “Adesso lo scopriremo” rispose Kairi, mentre Dark rimase in silenzio.
    Solo il Re, Paperino e Pippo rimasero all’interno della Gummyship.
    Non appena furono fuori, videro Sora appoggiato all’albero, con la lama puntata verso il collo.
    Ma quella lama era strana. Era attaccata a qualcosa di blu, che finiva dietro l’albero.
    ‘Chi siete?’ chiese ancora la voce.
    “Ma come fa a parlarci nella mente?” chiese Sora
    Dark lo guardò male. “Ma non hai mai sentito parlare di telepatia?” chiese, prima di alzare la voce.
    “So chi sei. Come vi ho già detto prima, non abbiamo intenzioni ostili verso di voi”
    ‘Come facciamo ad esserne sicuri? Chiese un'altra voce, sempre nella loro testa’
    “E noi come facciamo a sapere che non decapiterete il nostro amico?” rispose Riku.
    “Ci penso io Riku. Ho ottimi argomenti per costringerli a lasciare Sora”
    Ma non appena finì la frase vennero circondati da quattro lupo, mentre sopra di loro apparve quello stesso falco che avevano visto la sera del loro arrivò e quel pomeriggio.
    “Ma abbiamo fatto qualcosa per metterci contro tutti gli animali di questo mondo?” chiese Kairi, terrorizzata.
    “Cosa succederebbe se rivelassimo a tutti chi siete realmente?” chiese Dark, rivolto alla voce e agli animali, che cominciarono a muoversi lentamente intorno a loro, mentre la lama si avvicinò ulteriormente al collo di Sora.
    “Dark, non per mettere in dubbio i tuoi metodi, ma così la questione si avvicina troppo alla gola” disse Sora, cominciando a sudare freddo.
    “Non ti preoccupare. Non ti uccideranno. Non siamo controller, quindi non hanno nulla da temere da noi”
    “Controller? Insomma, si può sapere di cosa stai parlando?” chiese Kairi.
    Come mai solo tu sai così tante cose su di noi?’ chiese ancora la voce, questa volta sentita solo da Dark.
    “E io ti chiedo come mai un andalita aiuta degli esseri umani” rispose Dark.
    A questa frase i lupi cominciarono a girare solo intorno a Dark.
    “Avete intenzione di girare così per tutte e due le ore? Io non sceglierei di rimanere un lupo per niente, sapete?”
    “Rimanere un lupo? Cosa intendi con ‘Rimanere un lupo’?” chiese Riku.
    “Oh, basta! Non riesco a stare dentro mentre tutti voi urlate! Si può sapere che cos…” disse Paperino, uscendo dalla Gummyship e vedendo Dark circondato dai lupi e Sora con la lama puntata sulla gola.
    ‘Paperino?’ chiese la voce.
    “Ringrazia il fatto che ho una grandissima pazienza, Paperino” disse Dark. “Altrimenti ti colpirei volentieri con il Keyblade. Quando vi dico di non uscire perché potreste essere riconosciuti, ci sarà pure un motivo, no?”
    In quel momento la lama verso Sora sparì dietro gli alberi.
    I custodi puntarono lo sguardo su ciò che stava uscendo da dietro gli alberi.
    All’inizio si notarono solo un paio di zoccoli, ma pochi secondi dopo si ritrovarono davanti un animale davvero strano.
    “Non sono un grande esperto di animale, ma non mi risulta ne esista uno così” disse Riku, osservandolo.
    Era una specie di cavallo, ma era di colore blu, la coda era più lunga del normale e terminava con la lama che aveva minacciato Sora, mentre al posto della normale testa del cavallo c’era un busto, anch’esso di colore blu, dal quale spuntavano due braccia e alla fine c’era una testa simile a quella umana, ma priva di bocca, e dalla quale spuntavano due antenne, che terminavano con due occhi, che continuavano a guardarsi intorno a 360°.
    ‘Non siete di questo pianeta, vero?’ disse la voce.
    Al sentirla, i lupi fissarono lo strano essere.
    Dark sospirò.”Vostra Maestà, Pippo, potete anche venire fuori”
    Pochi secondi dopo anche gli ultimi due assenti raggiunsero il gruppo, rimanendo allibiti come Paperino.
    “Bene, ora noi ci siamo tutti. Che ne dite di ritornare normali anche voi?” chiese Dark. “Sono stufo di parlare verso chi non mi rivolge nemmeno parola. Cosa volete, che stiamo legati per tre giorni per garantirvi che non siamo controller?”
    ‘E va bene… Ragazzi, trasformiamoci’ disse un’altra voce.
    “In che senso trasformarsi?” chiese Sora.
    Purtroppo per lui, la risposta non si fece attendere.
    I lupi si erano messi davanti allo strano animale, e avevano cominciato a cambiare forma
    In pochi secondi, davanti agli occhi increduli di tutti, escluso Dark, i quattro lupi diventarono esseri umani.
    “C-C-C-COSA?!?!?!?!” urlò Kairi, cadendo all’indietro per lo spavento.
    “Chi siete?” chiese la ragazza, che riconobbero essere quella che stava con i due ragazzi, che però non erano tra i presenti.
    “Come fate a sapere tutte queste cose sul nostro conto?” chiese un altro ragazzo, che non avevano mai visto prima.
    “Grazie” disse Dark “Ax, Tobias, potreste trasformarvi in umani anche voi, in modo che possiamo associare la voce a qualcuno?” chiese Dark.
    “Come fai a sapere come si chiamano?” chiese un altro ragazzo.
    “Spiacente, segreto professionale” rispose Dark. “Ma non temete, non abbiamo intenzioni ostili. Io mi chiamo Dark. Piacere di conoscerti, Jake” disse, porgendoli la mano.
    Il ragazzo rimase un po’ interdetto, ma poi ricambio la mano. “Vedo che non c’è bisogno di presentarmi”
    Nel frattempo, sia il falco, sia l’essere che Dark chiamava andalita cominciarono a cambiare forma, sotto lo sguardo spaventato degli altri custodi, e in breve, al loro posto, apparvero i due ragazzi che avevano incontrato insieme alla ragazza.
    “Allora avevi ragione prima” disse Kairi, rivolta a Dark.
    “Direi di passare alle presentazioni. Come ho già detto a Jake, il mio nome è Dark. Mentre loro sono Sora, Riku e Kairi. Gli altri tre direi che non c’è bisogno di presentarveli” disse Dark, indicando gli interessati.
    “Piacere. Io sono Jake, mentre loro sono Marco, Tobias, Rachel, Cassie e Ax” disse Jake, indicando i suoi amici”
    “Yuk! Sono più bravi di Paperino con la magia” disse Pippo ridendo, prima di venire fulminato da un fulmine a ciel sereno.
    “Dicevi?” disse Paperino, abbassando lo scettro, mentre Pippo cadeva giù fumante.
    “Da quanto in qua Paperino è in grado di lanciare fulmini?” chiese il ragazzo-falco, alias Tobias.
    “E soprattutto da quanto Topolino, Pippo e Paperino esistono e viaggiano su una navetta spaziale?” chiese Marco.
    “Credo che sia lo stesso discorso di come cinque ragazzi possano trasformarsi in animali” disse il Re. “Ho viaggiato per molti mondi, ma questa è la prima volta che mi capita di vedere una cosa del genere”
    “Come fai a conoscere la nostra storia? Ria, ria…” disse l’ex andalita, ripetendo ancora le ultime lettere e rivolgendosi a Dark
    “Ax, devi smetterla di ripetere le ultime lettere. Dai fastidio, sai?” disse Jake.
    “D’accordo, principe Jake” rispose il ragazzo
    “Non chiamarmi principe!” disse Jake.
    “Si, principe Jake” rispose Ax, facendo scuotere la testa al rassegnato Jake.
    “Comunque credo che ci dobbiate un po’ di spiegazioni ora” disse Rachel.“O ve la vedrete con noi.”
    “Guarda che siamo usciti vivi da situazioni ben peggiori” disse Kairi.
    “Si, certo. E ora magari salta fuori malefica sotto forma di drago” scherzò Marco
    “A essere sinceri l’abbiamo già eliminata” rispose tranquillo Sora, facendo congelare Marco.
    “Ah, bene… quindi voi avete sconfitto Malefica… e magari anche Jafar, Ursula, Capitan Uncino, qualche pazzo che intendeva distruggere l’universo…”
    “Dark, ma le nostre imprese si sono diffuse in così tanti mondi?” chiese Sora, facendo cadere a terra Marco.
    “No, è solo che Marco credeva fosse tutto inventato” rispose tranquillo Dark.
    “A proposito, scusa se mi permetto, ma non è un po’ strano il tuo nome?” chiese Tobias.
    “Non siamo qui per discutere sul mio nome” disse Dark, cambiando subito argomento.
    “Ora, so che morite dalla voglia di sapere come facciamo a sapere quasi tutto su di voi, ma purtroppo non possiamo dirvelo. È come per Ax, che non vi può rivelare tutto sulla tecnologia andalita”
    “Ma perché ci sono sempre tutti questi segreti nell’universo?” chiese ironicamente Rachel.
    “Comunque, qual è il vostro piano? Sono sicuro che avete qualcosa in mente per la festa di stasera” disse Dark.
    “Insomma, si può sapere che cosa c’è di male nell’andare ad un festa?” chiese Kairi.
    “Niente, se non fosse che la metà delle persone che ci vanno diventa subito schiava di un popolo alieno con manie di protagonismo” disse come se fosse una battuta Marco.
    “E realmente?” chiese Riku, convinto che fosse realmente una battuta.
    “È proprio come ha detto Marco” gli rispose Dark.
    “Si tratta di yeerk, alieni che sono in grado di entrarvi nella testa e prendere possesso del vostro corpo, impedendovi di fare qualsiasi cosa. Non potete più parlare liberamente, non potete più muovervi liberamente… è il peggior tipo di schiavitù esistente”.
    “Ah…” fu l’unico commento di Kairi.
    “Mi piacerebbe sapere da dove vieni, sai? A differenza dei tuo compagni di viaggio, tu sembri quello che sa più cose su di noi.” disse Cassie
    “Questo non posso dirvelo. E poi, se vi dicessi da dove vengo io, credo che darei il colpo di grazie alla vostra sanità mentale, parlando secondo il linguaggio di Marco” disse Dark
    “Ehi, come sarebbe a dire?” chiese il diretto interessato, facendo scoppiare tutti a ridere, tranne Dark e Ax.
    Dark perché non rideva mai, e Ax perché non capiva il perché.
    “Tornando alla festa, purtroppo non possiamo fare niente. Non possiamo di certo andare gli in mezzo a schiacciare o mordere le persone. Lì in mezzo ci sono un sacco di innocenti, convinti che sia una normale festa” disse Jake.
    “Lo immaginavo. Per questo, se anche Sora, Riku e Kairi sono d’accordo, ci andremo noi. Altrimenti posso andarci anch’io da solo” disse tranquillo Dark.
    “COSA?!” chiesero tutti insieme.
    “Ma ti rendi conto di ciò che stai dicendo? Come speri di resistere? Se si accorgono che non sei di questo pianeta, ti cattureranno e ti faranno diventare subito un controller!” disse Rachel.
    “Lo so, ma è un rischio che sono pronto a correre. E poi temo che stasera la festa diventerà un po’ movimentata. Vedete, c’è una specie di maledizione su di noi” disse Dark.
    “Ah, ti riferisci a quella cosa?” chiese Riku, intuendo a cosa si stesse riferendo.
    “Precisamente”
    “Perfetto. Ci mancavano solo gli alieni maledetti. Magari per stasera arriverà anche uno ancora più pazzo di Visser terzo con dietro una marea di alieni pronti a fare a pezzi le persone per mangiarsi il loro cuore” disse Marco.
    “Non sei andato molto lontano dalla verità. A parte qualche piccola incongruenza, come quello ancora più pazzo di Vister sesto o quello che è” disse Sora, che divenne verde dopo aver ricevuto sul piede sia quello di Riku che quello di Kairi.
    “Come?” chiese stupito Marco.
    “Ci mancava solo questa. Se succede davvero questo abbiamo veramente toccato il fondo” disse Rachel.
     
    “Non posso crederci!” disse arrabbiato Sora.
    Si trovavano in mezzo a circa mezzo centinaio di persone, tutte riunite al parco per la festa della comunità.
    “Come ho fatto a farmi convincere?” chiese ancora Sora.
    “Non te lo abbiamo chiesto, te lo abbiamo ordinato” disse secco Dark.
    “Ma come faremmo a distinguerli?” chiese Riku
    “Oh, vedrai, li riconosceremo.” Disse Dark.
    “E poi, abbiamo la nostra spia” disse Kairi, alzando gli occhi al cielo, dove c’era un falco che volava sopra di loro.
    “Oh, vedo che siete riusciti a liberarvi” disse una voce dietro di loro. I quattro si girarono e videro lo stesso ragazzo che li aveva invitati quel pomeriggio.
    ‘Fate attenzione: è il fratello maggiore di Jake Tom,, ma è un controller’ gli disse telepaticamente Tobias.
    “Già. I nostri amici hanno avuto un imprevisto e non sono potuti venire, così ne abbiamo approfittato” rispose Dark.
    “Ah, se solo mio fratello fosse come voi.” Disse lamentandosi il ragazzo. “Sono mesi che sto provando a convincere Jake a venire a queste feste, ma lui rifiuta sempre. Non riesce a capire che cosa si perde. Magari se vi va, dopo potete provare voi a convincerlo. Magari ascoltando dei suoi coetanei, si convincerà”
    “Non saprei, non mi piace convincere le persone a fare ciò che non vogliono” disse Dark, ricevendo un occhiataccia da Sora.
    “Capisco… comunque spero di rivedervi ancora stasera. Ci sarebbe un mio amico a cui vorrei presentarvi” disse, per poi allontanarsi.
    “Un suo amico?” chiese Riku.
    ‘Cattive notizie’ gli disse Tobias “C’è Visser terzo in persona. Solitamente è un andalita come Ax, ma adesso è sotto metamorfosi ed è un umano come tutti gli altri’ spiegò velocemente.
    “Allora credo di sapere chi sia questo ‘amico’” disse Dark. “E direi che è il momento di far scattare la trappola”
    Dark disse così, ma qualcosa dentro di lui gli diceva che stava per accadere qualcosa che andasse ben oltre le loro immaginazioni.
     
    Tobias stava volando sopra la zona dove aveva avvistato Visser terzo. Non riusciva a vederci bene essendo notte, ma proprio il buio in quel caso per lui era un vantaggio, perché non poteva essere visto.
    Fu in quel momento che capitò una cosa strana. Come se niente fosse, un ragazzo si avvicinò alla forma umana di Visser terzo e cominciò a parlargli. Non ci sarebbe stato niente di strano, se non fosse stato per i vestiti del ragazzo. Era uno strano abbigliamento, uno che Tobias non aveva mai visto prima, nemmeno nei fumetti o cartoni animati.
    Anche Visser terzo sembrò incuriosito, ma durante la conversazione doveva essere successo qualcosa, perché improvvisamente il ragazzo venne accerchiato da degli uomini, che li puntarono contro delle strane armi e fecero subito fuoco, facendo uscire dei raggi laser dalle armi.
    Tobias non riuscì a capire cosa successe, ma pochi secondi prima che i raggi colpissero i ragazzi, essi si spezzarono, per poi sparire.
    E il ragazzo non solo era rimasto illeso, ma in quel momento puntava una strana arma al collo di Visser terzo.
    Tobias in quel momento sperò che il ragazzo proseguisse la sua opera.
    Invece il ragazzo fece sparire nel nulla la spada.
     
    Dark percepì qualcosa di strano.
    Ma questa volta era più di una sensazione, visto che la testa cominciò a girarli, e per un momento barcollò.
    “Cosa succede?” chiese Kairi.
    “C’è qualcosa di strano…” rispose Dark. “Sta per accadere qualcosa… e non sarà positiva…”
    “Ah, eccovi” disse Tom, avvicinandosi nuovamente ai custodi.
    “Ciao. Ci stavi cercando?” chiese Dark, riprendendosi.
    “Si. Vi spiacerebbe venire con me? Vorrei farvi conoscere un amico”
    Dark guardò gli altri tre custodi.
    “A questo punto possiamo anche andare, vero?” disse, facendo un occhiolino.
    “Si, direi di si” rispose Riku, che aveva capito cosa intendeva dire.
     
    Seguirono Tom per qualche minuto, allontanandosi sempre di più dal centro della festa.
    Dark guardò in alto, e vide che Tobias gli stava ancora seguendo.
    “Peccato che non ci sono anche gli altri nostri amici” disse rivolto a Sora, Riku e Kairi, ma facendo in modo di venire sentito anche da Tobias. “Sono sicuro che anche a loro sarebbe piaciuto partecipare a questa festa”.
    Tobias capì il messaggio e volò via.
    “Avete altri amici?” chiese Tom.
    “Oh, si” rispose Dark. “Ma stanno male, e non possono venire”
    “Fa niente. Sono sicuro che presto di uniranno anche loro alla nostra causa” disse Tom
    “Uh? Nostra causa?” chiese Sora.
    “Benvenuti” disse una voce.
    Si trovavano davanti ad gruppo composto da circa dieci persone, al centro del quale c’era un uomo, il cui solo aspetto scuoteva una specie di terrore “Vi stavo aspettando”
    “Anche noi eravamo curiosi di conoscerla…” disse Dark, guardandolo negli occhi “Visser terzo”
    A sentire ciò, Sora, Riku e Kairi spalancarono gli occhi.
    Era arrivato il momento di far scattare la trappole.
    I quattro custodi evocarono insieme i loro Keyblade, e nello stesso istante, gli altri uomini gli spararono addosso dei laser, che però vennero deviati grazie ai Keyblade.
    “Incredibile…” disse Visser terzo. “Credevo che nulla potesse resistere a quei raggi, e invece nel giro di pochi minuti e già la seconda volta che assisto alla smentita di questa mia convinzione”
    “Seconda volta?” chiese Dark.
    “Già” disse un’altra voce. “Ci ho già pensato io, ma a differenza vostra, io volevo solo dimostrargli la mia forza, e condividerla con lui”
    “Questa voce…” disse Dark. “Non è possibile”
    “Perché dici così? Non sei contento…” disse la voce, mentre il proprietario usciva allo scoperto. “…di rivedere un tuo compagno di scuola?”
    Dark spalancò gli occhi.
    Davanti a loro c’era quello stesso ragazzo che negli ultimi giorni che era rimasto sulla Terra lo aveva in qualche modo perseguitato.
    Ma ora era diverso.
    Indossava la stessa tuta che un tempo aveva indossato anche Riku, quando era al servizio di Malefica e di Ansem, e in mano teneva una spada, che in qualche modo ricordava il Keyblade, anche se la forma era quasi completamente diversa.
    “Tu!” disse Dark. “Che cosa ci fai qui?”
    “Lo conosci?” chiese Riku.
    “Se lo conosco? Quel ragazzo ha fatto di tutto per infastidirmi negli ultimi giorni che ero sulla Terra. Ha provato a svelare a tutti chi era in realtà la persona che eliminava Heartless e Nessuno, e si è avvicinato alla verità più di chiunque altro. Ma di certo non pensavo che sarebbe riuscito a seguirmi anche su altri mondi”
    “Oh, questo è il minimo che posso fare. Ma purtroppo per voi, sono qui per ben altri motivi. Malefica è stata chiara su questo punto” disse, preparandosi a combattere.
    “Eliminare i custodi” e schioccò le dita.
    Attorno a loro apparvero decine di Heartless e Nessuno, che cominciarono a sparpagliarsi in giro, al che gli altri umani, compreso Visser terzo, decisero saggiamente di scappare.
    “Malefica? Ma quella quante vite ha? Conosco gatti che sopravvivono di meno” disse Sora.
    Dark impugnò più forte il Keyblade.
    “Quindi sei diventato uno di loro” disse, freddo come non lo era mai stato.
    “Ah, già, tu detesti quelli come me, vero? Dopo quello che ti hanno fatto poi…”
    “Non parlo con i traditori”
    “Questa frase non è nuova, sai? Aspetta, dov’è che l’ho sentita… Ah, ora ricordo. L’ha detta lei, vero?” disse il ragazzo, sghignazzando.
    Dark spalancò gli occhi.
    “Come fai…”
    “Come faccio a sapere di lei, nonostante risulti inesistente?” continuò il ragazzo. “Devo ringraziare Malefica. È stata lei a illuminarmi sul tuo passato. Povero Dark, certo che non hai avuto una bella infanzia. Un evento del genere avrebbe portato alla morte qualsiasi altro bambino, ma tu invece sei sopravvissuto”
    “Sta zitto…”
    “Com’è stato tenerla in braccio? Scommetto che eri felice…”
    “STA ZITTO!” urlò Dark, spaventando gli altri custodi per quella reazione.
    “Povero Dark, sei stato lì ad assistere alla sua morte, senza far nulla. E poi, quello che è successo dopo… come reagirebbero gli altri se lo sapessero? E poi ora che insinui di non avere sentimenti… come fai a mentire così spudoratamente?”
    “Non so chi te lo ha detto, ma ribadisco il concetto” rispose Dark, riprendendosi un poco “Io ho rinunciato a qualsiasi sentimento. E ora ti conviene sparire!”
    “Altrimenti cosa? Mi taglierai a metà? Con quei ridicoli Keyblade. Ma se non sei nemmeno stato capace di usarli”
    Questa fu l’ultima goccia.
    Prima che chiunque potesse rendersene conto, Dark era già davanti all’avversario, sebbene fino a neanche un secondo prima era a poco meno di cento metri di distanza e lo colpì immediatamente con i Keyblade
    Il ragazzo però riuscì a parare l’attacco con la sua spada.
    “Niente male, Dark. Ma purtroppo per te, oggi non è il momento giusto per affrontarti. Ci rincontreremo nel prossimo mondo in cui ti dirigerai”
    Detto ciò, alle spalle del ragazzo apparve un varco oscurò, che lo inghiotti e che si chiuse prima che Dark potesse attraversalo per seguirlo.
    In quel momento arrivarono anche gli altri ragazzi, trasformati ancora in lupi, tranne uno, che era un gorilla, che spiaccicò con la mano un Heartless, come se niente fosse.
    Ci siamo persi qualcosa? Il qui presente King Kong avrebbe voglia di un bel stufato di Visser terzo’ disse Marco telepaticamente.
    “È scappato. E ci conviene farlo anche noi.” Disse Dark, avvistando la Gummyship che stava arrivando, seguendo Tobias.
    “E con gli Heartless e Nessuno cosa facciamo?” chiese Sora, eliminandone uno.
    “Temo che ci dovrò pensare io” disse Dark, facendo sparire i Keyblade e alzandosi in volo.
    ‘Wow, può volare anche senza trasformarsi’ disse Rachel.
    “Tutti voi, salite sulla Gummyship e tornate al luogo di prima. Io vi seguirò subito” disse Dark.
    “Ok” disse Riku, seguendo gli altri a bordo della Gummyship, che era appena atterrata e stava facendo salire per primi i lupi e il gorilla.
    “Pazzesco! Non ci posso credere che stiamo facendo salire degli animali così grossi dentro la nostra Gummyship…” fu il commento di Paperino.
    Pochi minuti dopo, la Gummyship decollò nuovamente, sparendo nell’oscurità della notte.
    ‘Bene’ pensò Dark, mettendo le mani davanti. ‘Posso procedere. Meglio usarne solo due, non vorrei fare troppi danni’
     
    I custodi stavano aspettando il ritorno di Dark.
    Anche gli altri ragazzi, che nel frattempo erano tornati nella loro forma originale, lo stavano aspettando, più che altro per sapere se era riuscito ad eliminare quelle strane creature.
    “Certo che avevano un saporaccio quelle creature” disse Rachel, che mentre era un lupo aveva azzannato un Heartless.
    “Dubito che l’oscurità pura possa avere un buon sapore, sai?” disse Riku.
    “Quindi ricapitoliamo” disse Marco. “Stasera uno sconosciuto ha incontrato Visser terzo, che ha provato ad attaccarlo e ha visto che le sue armi erano inefficaci. Poi questo stesso sconosciuto a sguinzagliato per la città queste creature, che voi chiamate Heartless e Nessuno che sono alla ricerca continua di cuori, con l’intendo di distruggere il nostro pianeta. E ora una sola persona sta fronteggiando tutte quelle creature per eliminarle, giusto?”
    “Si” rispose il Re.
    “Non so il perché, e non si offenda, ma il fatto che me lo venga a dire uno che fino a poche ore fa credevo esistesse solo nella fantasia non mi risulta molto convincente” fu il commento di Marco.
    “Allora credo che ci voglia una prova più materiale, vero?” disse Dark, atterrando davanti a loro.
    “Dark!” urlarono i custodi.
    “Tutto sistemato. Non è rimasto nemmeno un Heartless o Nessuno in giro. Almeno per il momento. Dobbiamo comunque trovare la serratura il prima possibile, o questo mondo potrebbe venire attaccato nuovamente”
    “La serratura? A casa mia ce ne sono una decina” disse ridendo Marco.
    “Ancora una di quelle sue battute e giurò che li sbatto in testa il Keyblade” disse Sora.
    “Se lo desideri ti posso dare una mano” commentò Rachel.
    “Grazie mille” rispose Marco sarcastico.
    ‘Beh, se mi sapete indicare com’è fatta questa particolare serratura, posso cercarla io’ si offrì Tobias, prima di illuminarsi.
    “Tobias, che cosa ti succede?” chiese preoccupato Jake.
    Dark non perse tempo. Evocò i due Keyblade e li puntò contro Tobia, che era rimasto come sospeso nel vuoto, incapace di muoversi
    “Fermo!” urlò Rachel.
    “Non preoccuparti, non gli succederà niente. Abbiamo semplicemente trovato la serratura” disse, mentre la punta dei suoi Keyblade si illuminava.
    Pochi secondi dopo due raggi di luce partirono dai Keyblade e colpirono in pieno Tobias.
    Si sentì chiaramente il rumore di lucchetto che scatta.
    E dopo Tobias riprese a volare normalmente.
    ‘Si può sapere che cos’è successo?’ chiese stordito
    “Ci hai aiutato a trovare la serratura, come ci avevi detto” disse Kairi.
    “Ehi, Tobias. Potevi anche dircelo che eri una serratura vivente” scherzò Marco, per poi abbassare la testa giusto in tempo per evitare un falco che mirava in pieno volto.
    ‘Un’altra battuta così e cercherò di essere più preciso’ gli rispose Tobias
    “Beh, allora per noi è il momento di andare” disse Dark.
    “Già. Con questo, il nostro compito qui è finito” disse Sora
    “Beh, è stato un piacere conoscervi” disse Jake.
    “Anche per noi” gli rispose Riku, salendo sulla Gummyship
    “Senti Dark, so che non puoi dircelo, ma proprio non puoi rivelarci da dove vieni?” chiese Cassie.
    Dark si fermò un attimo.
    “Se ve lo dicessi, potrei sconvolgere l’ordine dei mondi. Anche perché è abbastanza difficile da spiegare. Posso solo dirvi che è molto lontano e allo stesso tempo molto vicino da questo mondo” rispose, per poi salire anche lui sulla Gummyship, che chiuse lo sportello e decollò, lasciando giù i quattro ragazzi, Tobias e l’andalita osservarli mentre sparivano nello spazio.

    Edited by darkroxas92 - 27/10/2010, 23:13
  14. .
    io l'unico che non riesco a battere (ed è anche l'unico ostacolo che mi resta per completare tutte le missioni) è lo spazzaterra di Crepuscopoli del giorno 353.
    non riesco proprio ad eliminarlo, e sn al 53 in modalità normale
  15. .
    e finalmente ecco qui il secondo capitolo.
    prima di tutto ringrazio Liberty89 per avermi aiutato nella correzione degli errori, sui quali purtroppo i miei occhi si chiudono XD.
    come potrete leggere, da questo capitolo in poi si prederà una piega decisamente diversa.
    lo so, mi rendo conto che il primo capitolo assomigliava a quello di Liberty, ma nn l'ho fatto volutamente. è stata una semplice coincidenza, lo stesso punto di partenza.

    detto questo, nn mi resta che augurarvi buona lettura a tutti e grazie a tutti quelli che hanno commentato.


    Capitolo 02: Partenza - Torna all'indice dei capitoli
    Come ogni notte, Dark indossò l’impermeabile e andò a fare il suo solito giro per le strade della città.
    Sebbene cercasse di concentrarsi a ciò che poteva accadere attorno a lui, non riusciva a togliersi di dosso quella sensazione.
    Erano anni che non la sentiva più, e l’ultima volta che l’aveva avuta non ne era derivato nulla di buono.
    Ma in quel momento aveva altre preoccupazioni, come quella di impedire ad altri Heartless e Nessuno di attaccare gli abitanti del suo mondo.
    Sapeva benissimo che l’unico modo per fermarli definitivamente era quello di sigillare la serratura, ma trovarla non era di certo un’impresa facile.
    E proprio mentre era immerso in questi pensieri, sotto di lui cominciarono ad apparire una decina di creature nere, pronte ad attaccare.
    Dark dentro di lui non aspettava altro che quel momento.
    Prima che anche solo una di esse potesse avere il tempo di disperdersi per le strade, Dark scese in picchiata, evocando i due Keyblade e, nel giro di pochi secondi, le creature sparirono nella stessa oscurità dalla quale erano venute.
    Dark tirò dentro di lui un sospiro di sollievo.
    Fortunatamente era stato abbastanza facile, ed era filato tutto liscio.
    Fece per far scomparire i Keyblade, quando una luce improvvisa, anche se non potente, lo illuminò da dietro.
    Facendo ben attenzione che il cappuccio gli coprisse bene il volto, si girò.
    Davanti a lui c’era un ragazzo, con in mano una macchina fotografica, che non appena vide Dark girarsi verso di lui, cominciò a scappare.
    ‘C’è l’ho fatta!’ pensò il ragazzo. ‘Sono riuscito a fotografarlo! Ora ho la prova che esiste realmente! Guadagnerò un bel po’ di soldi vendendo queste foto ai giornali!’
    I pensieri del ragazzo vennero però interrotti da Dark, che volando, lo superò e si mise davanti a lui, interrompendo la sua fuga.
    Dark non fece sparire i Keyblade.
    Non aveva intenzione di attaccare il giovane fotografo, ma solo di spaventarlo, in modo da costringerlo a lasciare la fotocamera, e per farglielo capire, gli porse la mano, facendo segno di consegnargliela.
    “N-No!” balbettò il ragazzo. “Non posso consegnartela! Questo è il più grande scoop possibile! Non ti permetterò di rovinarmelo!” disse, prendendo coraggio per finire la frase.
    Sentendo ciò, Dark capì che con le buone non avrebbe ottenuto niente.
    Esaminò velocemente con gli occhi la fotocamera, e usando i Keyblade, riuscì a tagliarla a metà, proprio dov’era tenuta la memoria esterna e facendo cadere all’indietro il ragazzo per lo spavento.
    A quel punto Dark fece per andarsene, ma il giovane fotografo prese la parte vicino ai piedi dell’impermeabile, costringendolo a fermarsi.
    “Sono un tipo molto ostinato! Non ti permetterò di andartene!” disse il ragazzo, facendo un leggero ghigno.
    Vedendolo, Dark sgranò gli occhi.
    Quel ghigno… era uguale a quello che aveva visto tanti anni fa… e che non avrebbe mai potuto dimenticare…
    Si distolse da quei pensieri e ringraziò il fatto che ormai era in grado di trattenersi dal parlare e dal reagire impulsivamente, perché altrimenti a quell’ora gli avrebbe già tagliato le mani.
    Perciò fece l’unica cosa che poteva fare, per impedirgli di toglierli l’impermeabile.
    Dosando bene la potenza, assestò un calcio deciso nella pancia del ragazzo.
    Non era un calcio forte, ma era sufficiente perché lasciasse la presa.
    Purtroppo per Dark, mentre il ragazzo cadeva all’indietro, riuscì a strappare un pezzo dell’impermeabile.
    Dark però non poteva fermarsi a recuperarlo, perciò approfittò di quel momento per volare via.
    Sapeva benissimo che quello che era appena successo non sarebbe passato inosservato.
    Per la prima volta, in tutti quegli anni, c’era una prova materiale della sua esistenza.
    Ed era per questo che ora doveva fare di tutto perché venisse creduta solo la fantasia di un ragazzo.
     
    Il giorno dopo, come previsto da Dark, a scuola non si parlava d’altro.
    Il ragazzo di quella notte continuava a raccontare a tutti di come aveva incontrato l’individuo che andava in giro di notte armato di Keyblade e mostrava a tutti il livido provocato dal calcio e il pezzo di impermeabile.
    Di conseguenza, ora non si parlava d’altro che di quello. Quasi tutti i ragazzi volevano sapere com’era quel misterioso personaggio.
    Tutti tranne Dark, che come al solito fece l’indifferente.
    “Ehi, Dark! Non ti interessa quello che sta dicendo quel tipo?” gli chiese un suo compagno.
    “Dici quello che sta raccontando a tutti di aver incontrato quel tizio inesistente che si diverte a distruggere Heartless e Nessuno di notte? Perché dovrei ascoltare le stupidaggini di un ragazzo che vuole solo un po’ di fama?” rispose Dark.
    Per sua sfortuna, proprio in quel momento vicino a lui passò quel ragazzo, che sentì la sua frase.
    “Quindi secondo te mi starei inventando tutto?” chiese questo, arrabbiato.
    “Non lo penso. Ne sono sicuro! E mi chiedo come fanno tutti a venirti dietro” rispose Dark.
    “Perché ho delle prove!” disse il ragazzo, mostrando il livido e il pezzo di impermeabile.
    “Tutto qui? Una botta che ti sarai fatto cadendo e un pezzo di un vestito nero? Che prove inconfutabili” disse con ironia Dark.
    A sentire questo il ragazzo strinse i denti.
    Dark aveva colpito nel segno.
    “Ero anche riuscito a fotografarlo, e se non mi avesse tagliato a metà la macchina fotografica a quest’ora ci sarebbe una foto a documentarlo. Lo avevo fotografato proprio mentre impugnava i due Keyblade!”
    “Sì, certo. Ed io sono in grado di volare” disse Dark, facendo una risata finta.
    “Tu no, ma lui sì! Mi è volato davanti mentre scappavo, e alla fine è andato via nello stesso modo!” rispose il ragazzo.
    “Ma ti senti quando parli? Un tipo che vola e che usa delle armi inesistenti per far fuori mostri. La prossima volta inventale di migliori, altrimenti corri il rischio di finire in manicomio”
    A quel punto il ragazzo non riuscì più a resistere e tirò un pugno a Dark, mirandolo alla faccia. Pugno che Dark evitò, anche se solo per un soffio.
    “La verità brucia, eh?” chiese Dark, senza però rispondere ulteriormente alla provocazione e allontanandosi.
    “Ti sfido!” disse il ragazzo. “Se riuscirò a dimostrare in modo inconfutabile che quel tipo esiste, dovrai chiedermi scusa davanti a tutti per l’affronto di oggi!”
    Dark si fermò. Una sfida… erano anni che non ne accettava più una. Da quando…
    “Non accetto nessun tipo di sfida” rispose.
    “Anche quelle dove sono sicuro di poter vincere. Per quanto ne so io, saresti capace di ferirti da solo o di travestirti da questo tipo pur di vincere la scommessa, quindi non mi interessa” e detto questo, si allontanò.
    Il ragazzo rimase fermo per qualche secondo, colpito da quella reazione.
    “Se speravi di smuoverlo un po’ con la storia della sfida ti sbagliavi di grosso. Dark non è il tipo da cedere alle provocazioni, e non gli interessa minimamente se si pensa a lui come un codardo” spiegò un altro ragazzo.
    “E devi comunque ammettere che la sua spiegazione dei fatti è verosimile. Ha saputo dare una spiegazione logica a tutto ciò che dici di aver visto e subito, e sinceramente credo più a lui che a te”
    E così, in pochi minuti, tutti quelli che avevano creduto alle sue parole ci ripensarono e lo lasciarono da solo.
    ‘Maledizione!’ pensò il ragazzo.
    ‘Quel tipo mi ha reso ridicolo davanti a tutti… non gliela posso far passare liscia. E poi… sono sicuro che lui sappia più cose di quello che dimostra…’
     
    Come ogni pomeriggio, Dark stava tornando a casa, rilassandosi ascoltando la musica.
    Ma mentre era intendo ad ascoltare, senti qualcosa.
    C’erano dei rumori che non coincidevano con il ritmo della musica, e sapendola praticamente a memoria ed essendo essa priva di parole, era praticamente impossibile che lo avesse confuso.
    Utilizzando i suoi occhiali, riuscì a vedere nel riflesso delle lenti un ragazzo che lo stava seguendo.
    All’inizio fece finta di niente, poi all’improvviso si fermò.
    “Adesso ti diverti anche a inseguire le persone?” chiese Dark, per poi girarsi e ritrovarsi di fronte lo stesso ragazzo che lo aveva scoperto quella notte, che rimase spiazzato.
    “C-come hai fatto?” chiese, sorpreso di come si fosse accorto di lui.
    “Dovresti fare meno rumore quando cammini, ti si sente benissimo” rispose Dark.
    “Ok, ma come hai fatto a sentirmi mentre ascoltavi la musica?” chiese il ragazzo.
    “Non sarei tenuto a rispondere, ma in fondo non è di certo un segreto di stato. Semplicemente non sopporto la musica a volume alto, quindi lo tengo basso, e così riesco a sentire anche i rumori esterni. E come ti ho detto, non ti sei sforzato più di tanto per nascondere il rumore che facevi. E ora dimmi: perché mi stai seguendo?” chiese.
    “Beh… Oggi mi hai fatto fare la figura dell’idiota, e non potevo sopportarlo!”
    “Cos’è? Hai intenzione di pestarmi?”
    “No. Non sono così stupido da attaccare briga in questo modo. Semplicemente sono convinto che tu sia a conoscenza di più cose rispetto a quello che dimostri su quel misterioso individuo!”
    Dark non mostrò nessun segno di sorpresa, anche se dentro di lui cominciava a preoccuparsi.
    Quel ragazzo stava cominciando a diventare una spina nel fianco.
    “Come ti ho già detto oggi, penso sia solo la fantasia di qualcuno, e tu ci sei cascato dentro fino all’orlo. Anche se hai veramente visto qualcuno, vedrai che sarà stato qualche stupido scherzo”
    “No!” rispose deciso il ragazzo. “Sono certo di averlo visto, come è evidente il mio livido e la mia macchina fotografica tranciata a metà. E credo di poter affermare che deve essere uno bravo con gli oggetti elettronici, visto che è riuscito subito a individuare dov’era la scheda di memoria, distruggendo così anche la foto”
    “Senti, ora mi stai veramente seccando” disse Dark. “Lo vuoi capire che non esiste una persona del genere? Secondo te chi potrebbe resistere alla tentazione di diventare famoso, se è davvero in grado di evocare i Keyblade e di distruggere dei mostri?” domandò.
    Il ragazzo non rispose subito. “Beh, potrei dire per lo stesso motivo per cui nei fumetti tutti i supereroi hanno un’identità segreta: per non mettere in pericolo i loro cari”
    Dark scosse la testa.
    “Tu guardi troppa televisione e leggi troppi fumetti. Eroi del genere non possono esistere nella realtà. Nessuno resisterebbe alla tentazione di diventare famoso”
    “Sarà anche come dici, ma sono sicuro di una cosa: chiunque sia, prima o poi riuscirò a fotografarlo e a portare in salvo una sua foto, così da dimostrare a tutti che ho ragione, al contrario di quello che continui a dire”
    “Per quanto ne so, tu non hai nemmeno visto una persona questa notte. Se fosse vero, dovresti essere in grado di descriverlo. Avrà pur parlato, no?” chiese Dark, sapendo benissimo che non era così.
    “Beh, a essere sincero no… prima mi ha fatto segno di consegnargli la fotocamera, ma io mi sono rifiutato, e a quel punto l’ha rotta. Posso solo dire quanto era alto, e si avvicinava alla tua altezza. Se non fosse per il fatto che se avesse avuto gli occhiali lo avrei notato di sicuro, potrei anche dire che sei proprio tu!” disse il ragazzo, facendo una risata.
    Dark cominciava a preoccuparsi sul serio.
    Senza volerlo, quel ragazzo aveva scoperto la verità.
    E lo aveva incastrato.
    Se si fosse allontanato in quel momento avrebbe attirato su di sé i sospetti, quindi era costretto a continuare la conversazione.
    “Io?” chiese, facendo finta di essere sorpreso. “Secondo te io potrei essere quel tipo? Rispondimi sinceramene, secondo te io sarei davvero in grado di fare tutte quelle cose che dici di avergli visto fare? Volare, saltare, evocare Keyblade… e secondo te non ne approfitterei, per esempio per arrivare prima a casa o per sistemare le persone che come te mi assillano? Poi non so se qualcuno te lo ha riferito, ma io non ho tutta quella forza fisica che invece dovrebbe vantare quel tipo. E non sogno nemmeno di averla.” fece per riprendere a camminare, ma fu fermato ancora dal ragazzo.
    “Dammi un calcio” disse l’altro, serio.
    “Cosa?” chiese Dark, stavolta realmente sorpreso.
    “Voglio solo verificare una cosa, tutto qui. Cosa ti costa? Dopotutto sono io che te lo sto chiedendo”
    “Ma tu hai qualche problema” rispose. “Poi io non sono assolutamente il tipo che va a tirare pugni e calci a chiunque senza un buon motivo. E ora lasciami andare. Oggi è stata una giornata stancante, e voglio finire i compiti il prima possibile.”
    E senza aggiungere nient’altro, continuò a camminare, lasciando il ragazzo indietro.
    ‘Strana reazione, per uno che dice di non credere alle fantasie. Scommetto che mi avrebbe tirato più che volentieri un calcio, ma non l’ha fatto...’ Pensò il ragazzo. ‘Per di più, dice di non avere forza, ma la sua corporatura lo tradisce… Chissà se è veramente lui…’ proseguì, per poi tornare indietro, ma deciso a non lasciare la faccenda in sospeso.
     
    Quella sera Dark decise di non uscire. Era troppo pericoloso. Sospettava che quel ragazzo non avrebbe demorso facilmente, ed era probabile che in quel momento fosse fuori da casa sua, aspettando magari di vederlo uscire dalla finestra.
     
    Il giorno dopo, la giornata cominciò come sempre.
    Le prime ore passarono senza che nessuno nominasse il misterioso tipo, e anche quel ragazzo non disse niente.
    Forse non era stato fortunato quella notte, pensarono alcuni.
    Dark però vide come continuava a fissarlo, come se stesse aspettando qualcosa di strano da lui.
    Fu verso la fine delle lezioni che la situazione precipitò drasticamente.
    Mentre la classe di Dark era impegnata in un compito scritto, la terra cominciò a tremare.
    “Un terremoto!” urlò un ragazzo, mettendosi subito sotto il tavolo, imitato poi da tutti gli altri, come prevedevano le regole in caso di terremoto.
    “Ma va, non l’avevamo capito” rispose un altro, con ironia.
    Ma Dark temeva ben altro.
    Quel terremoto stava durando più tempo del normale. Non era forte, ma ormai era quasi un minuto che continuava senza fermarsi.
    Poi improvvisamente, si placò.
    “presto, scappate!” urlò un ragazzo, correndo per i corridoi.
    “evacuate la scuola, scappate il più lontano possibile! stiamo venendo attaccati da dei mostri!”
    Dark spalancò gli occhi a sentire quelle parole.
    Non poteva essere.
    Gli Heartless e i Nessuno non attaccavano quasi mai di giorno, e comunque mai in un luogo con tante persone come una scuola.
    “Ma cosa sta dicendo quello là?” chiese un ragazzo, uscendo da sotto il tavolo, guardando fuori dalla finestra.
    “Ci sono solo qualche migliaio di esseri neri e bianchi che stanno marciando verso la scuola” disse come se niente fosse.
    Tutti quanti lo fissarono, senza dire niente.
    Passò qualche secondo prima che si rendesse conto di quello che aveva appena visto per poi rimettere nuovamente la testa fuori dalla finestra per verificare.
    “Oh mio…” si lasciò sfuggire, prima di cominciare a camminare all’indietro e inciampare.
    “Che cosa succede?” chiese un ragazzo, guardando come stava reagendo il compagno.
    “C-ci s-sono d-davvero d-degli strani e-esseri lì fuori” disse balbettando l’altro.
    In pochi secondi, tutti si precipitarono alla finestra, e come loro anche le altre classi.
    Fu questione di qualche attimo.
    Il terremoto non aveva spaventato più di tanto, ma ora la scuola era in preda al panico.
    Tutti cominciarono a uscire di fretta dalle loro classi per scappare fuori dall’edificio scolastico. Tutti tranne Dark, che rimase nell’aula immobile a osservare la scena.
    “Dark, cosa fai?! Vieni via, subito!” disse un suo compagno, prima di scappare.
    Lui invece rimase fermo. Preferiva aspettare che fossero usciti tutti prima di intervenire.
    Non aveva dietro l’impermeabile, per cui avrebbe dovuto agire a volto scoperto.
    ‘D’accordo. È arrivato il giorno tanto atteso.’ pensò, prima di evocare i Keyblade e partire all’attacco.
     
    “Oh, no!” disse il Re, guardando i monitor della Gummyship.
    “Che cosa succede, Maestà?” chiese Paperino.
    “L’attacco è già cominciato! Guardate i monitor, ci sono migliaia di Heartless e Nessuno, tutti nella stessa zona. Devono aver scovato il custode!”
    “Allora non perdiamo tempo” disse Sora. “Se le cose stanno realmente così, non possiamo perdere neanche un secondo!”
    “Purtroppo ci vorrà circa mezz’ora prima di riuscire ad atterrare. Dobbiamo sperare che riesca a resistere fino allora” disse Paperino.
     
    Dark trapassò in pieno un Heartless facendolo sparire, mentre con l’altro Keyblade colpiva un Nessuno, facendogli fare la stessa fine.
    ‘Questa volta sono veramente tanti… chissà se la fortuna mi darà un piccolo aiuto… Altrimenti sarò costretto a usarlo…’ pensò, posando per un secondo lo sguardo sulla sua tasca.
    Ma la fortuna non era completamente dalla sua: non si era accorto che non tutti avevano evacuato l’edificio.
     
    Lo stesso ragazzo che lo aveva perseguitato il giorno prima era ancora all’interno, rimasto indietro perché voleva a tutti i costi recuperare l’unica prova del suo incontro con il misterioso individuo.
    E fu proprio dopo aver recuperato il pezzo d’impermeabile che vide uno di quegli esseri correre davanti a lui, verso un punto specifico.
    “Che cosa sta succedendo?” si chiese, andando a controllare.
    E lo spettacolo che vide lo fece congelare.
    Davanti alla scuola c’erano migliaia, se non addirittura un milione, di creature bianche e nere, che un appassionato di Kingdom Hearts avrebbe subito riconosciuto come Heartless e Nessuno.
    E davanti a quell’esercito di mostri, c’era un ragazzo, che impugnando due Keyblade, stava eliminando uno dopo l’altro quei mostri, senza però ottenere risultati vistosi.
    “Alla faccia di Dark” disse il ragazzo. “Allora esiste veramente un custode qui!”.
    “Bene, vedo che qui quasi tutti sono al corrente dell’esistenza degli Heartless e dei Nessuno.” Disse una voce, dietro di lui.
    Il ragazzo fece un salto e si girò, per trovarsi di fronte ad una donna, vestita di nero e con un paio di corna sulla testa, che riconobbe subito.
    “M-Malefica?” disse sorpreso.
    “Allora ragazzo, so che vuoi dimostrare che i custodi esistono realmente. Ma purtroppo per te c’è un altro ragazzo che si ostina a dire che non è così, facendoti fare sempre la figura dell’idiota. Dico bene?” chiese Malefica.
    Il ragazzo abbassò lo sguardo. “Sì, è così. Ma Dark è riuscito a convincere tutti del contrario…”
    “Forse perché non vuole che si sappia la verità” rispose la donna.
    “Come?” chiese stupito il ragazzo.
    “Il custode che sta combattendo adesso, guardalo attentamente: non lo riconosci?”
    Il ragazzo fece come gli diceva la strega.
    Dovette aspettare che il custode si girasse perché potesse riconoscerlo.
    “D-Dark? È lui il custode?” chiese incredulo.
    “Sì, e nonostante questo ti ha fatto passare per un idiota e un matto. Dimmi, ti piacerebbe vendicarti? Se lo desideri, io posso aiutarti”
    Il ragazzo ci pensò su un attimo. “Se accetto… mi assicuri che sarò in grado di batterlo?”
    “Certamente” rispose Malefica, sorridendo e aprendo un varco oscuro davanti a loro.
    Il ragazzo esitò un attimo, ma poi lo attraversò, seguito dalla strega.
     
    Dark continuava a eliminare un Heartless e un Nessuno senza mai fermarsi. Quell’esercito non finiva più. E per quanto lui potesse continuare a eliminarli, sapeva benissimo di non poter continuare all’infinito… e non voleva usare quello.
    Ma la fortuna non aveva abbandonato del tutto Dark.
    Un rumore proveniente da sopra di lui lo costrinse ad alzare gli occhi.
    E quello che vide fu una delle poche cose che lo sorprese, anche se per pochi secondi.
    Sopra di lui c’era la Gummyship, dalla quale stavano scendendo tutti insieme Sora, Riku, Kairi, Paperino, Pippo e Re Topolino, che atterrarono proprio intorno a lui.
    “Sembra che non siamo arrivati troppo tardi” disse Sora, rivolto a Dark.
    “Sembra di no, custode della Catena Regale” rispose. “Mi serviva proprio un po’ d’aiuto”
     
    I cinque custodi dovettero impiegare tutte le loro forze per riuscire a sterminare l’esercito di Heartless e Nessuno che li stava attaccando, ma alla fine riuscirono nel loro intendo.
    “Uff… è stata una delle battaglie più lunghe che ho mai sostenuto. E dire che ho affrontato anche mille Heartless da solo…” disse Sora, facendo scomparire il Keyblade, per poi essere imitato anche da Riku, Kairi e dal Re.
    “Uff… mi stavo appunto chiedendo quando sareste arrivati…” disse Dark, facendo scomparire i suoi Keyblade. “Sinceramente cominciavo a temere non sareste arrivati.”
    “Come facevi a sapere che saremmo arrivati, scusa? Non ci siamo mai visti prima” chiese Riku.
    “Vi spiegherò tutto più tardi. Ma ora seguite un mio consiglio: tornate sulla Gummyship e volate via. Vi coprirò io le spalle e vi raggiungerò il prima possibile. A condizione ovviamente che rimaniate nell’atmosfera” disse Dark, vedendo che gli studenti della scuola stavano tornando.
    “Perché? Non ci vivisezioneranno mica?”disse Pippo.
    “A voi tre probabilmente sì” rispose freddo Dark, indicando il Re, Paperino e Pippo, che si congelarono a quelle parole.
    “Che cosa vuoi dire, scusa?” chiese Paperino, che stava ancora diventando più bianco di quanto fosse teoricamente possibile per lui.
    “Ora non c’è tempo per le spiegazioni, ma se non ci sbrighiamo ad andarcene, faremo tutti una brutta fine” disse Dark, alzandosi in volo.
    “Guardate, quello è Dark!” disse uno studente.
    “Sta volando!”
    “Com’è possibile?”
    “Allora era lui quel misterioso individuo che era avvistato di notte”
    “Ehi, ma quelli sono…”
    Se la scoperta della vera identità di Dark aveva creato scalpore, quando tutti videro i personaggi che stavano dietro di lui, tutti si fermarono e si zittirono.
    “Perché ho una brutta sensazione?” sussurrò Kairi a Sora.
    “Non è possibile…”
    “Inaudito!”
    “Come possono essere reali?!”
    Queste frasi si levarono dal gruppo di ragazzi che stava osservando il gruppo di ‘alieni’.
    “Presto” disse Dark. “Salite sulla Gummyship e decollate. Restate dietro di me, devo prima passare a prendere una cosa”
    E senza rispondere a nessuna domanda, Dark evocò i Keyblade, pronto a proteggere il gruppo nel caso qualcuno avesse provato ad attaccarlo.
    Quando vide che la Gummyship stava decollando, si alzò ancor di più in volo, per poi partire a tutta velocità verso casa, seguito dalla Gummyship e dagli sguardi di tutti.
     
    Dark arrivò a casa tranquillamente, se non per il fatto che tutti alzavano lo sguardo verso di lui e la Gummyship. Vedere in due giorni due cose che teoricamente dovevano essere impossibili era un caso unico.
    Dark entrò dalla finestra, e pochi minuti dopo uscì di nuovo, ma stavolta con addosso l’impermeabile nero, dopodiché salì sulla Gummyship, che decollò verso lo spazio immediatamente.
     
    “Scusate se vi ho messo fretta e mi sono autoinvitato sulla Gummyship” disse Dark, togliendosi il cappuccio.
    “Non ti preoccupare” disse il Re. “Se era veramente pericoloso rimanere… ma ci potresti spiegare qualcosa?”
    “Già. Prima di tutto, perché indossi gli stessi vestiti dell’Organizzazione XIII?” chiese Riku.
    “Semplicemente perché mi riconosco in uno di loro. E tu Riku, da come avrai capito dai miei Keyblade, dovresti averlo chiaro”
    “Roxas…” rispose Riku.
    “Come fai a conoscere tutto su di noi? E come fai a sapere dei Keyblade, Heartless e Nessuno?” chiese Paperino.
    “Per quanto riguarda te, Pippo e Topolino, su questo mondo non c’è una persona, e dico una persona, che non vi conosce.”
    “Come scusa?” chiese il Re. “Come sarebbe a dire che siamo conosciuti da tutti?”
    “Forse dovrei trovare un modo più delicato per dirlo, ma… tutti voi, nessuno escluso, siete apparsi su questo mondo sotto forma di un videogioco, di un fumetto o di un cartone animato”
    La notizia inizialmente non sorbì nessun effetto e per qualche secondo nessuno disse niente.
    Dark, prevedendo che cosa sarebbe successo, decise di alzarsi in volo di pochi centimetri.
    E come previsto, la Gummyship inchiodò di colpo, facendo volare tutti verso il posto di guida, tranne Dark che stando volando, evitò quella fine.
    “COSA?!?!?!?!?!?!?!?!?!?!?!” urlarono poi tutti gli altri rivolti a lui.
    “Lo so, è parecchio strano, e forse non avrei dovuto rivelarvelo, ma mi piace mettere subito in chiaro le cose. Probabilmente il mio mondo è in grado di ricevere informazioni dagli altri, e alcune persone rielaborano queste informazioni per scrivere storie, o creare videogiochi di successo e così via dicendo. O almeno, questa è l’unica idea che mi viene in mente” rispose Dark, atterrando nuovamente sul pavimento della Gummyship.
    “Quindi tutti noi per te, fino a poche ore fa, non eravamo altri che personaggi inventati?” chiese Kairi.
    “Sì, o almeno così ci hanno fatto credere. A questo punto mi vedo costretto a ricredere a molte cose che ho imparato e che davo per scontato… ma questo lo sapevo fin da quando ho ricevuto i Keyblade”
    “Uhm… comunque è strano questo fatto… teoricamente ogni mondo è separato da un altro, e non mi è sembrato che voi foste abituati a vedere Gummyship, dalle facce che hanno fatto gli altri quando ci hai detto di scappare” disse Re Topolino.
    “Già. A quest’ora quest’episodio sarà già conosciuto in metà del pianeta, e per stasera lo sapranno praticamente tutti. Di me parleranno come il ragazzo volante, mentre di voi… se non vi avessero visto combattere e poi volare via su una navicella, di sicuro vi avrebbero scambiato per semplici ragazzi che volevano fare qualche scherzo. Di sicuro, siamo stati classificati tutti quanti come extraterresti…”
    “Scusa se t’interrompo” disse Sora. “Ma cosa intendi con pianeta, navicella, extraterrestri…”
    “Ah, già, scusate. Mi ero dimenticato che voi usate altri termini. Per pianeta intendo mondo, navicella, chiamata anche astronave, la Gummyship e per extraterrestri… beh, solo abitanti di altri mondi, anche se fino a oggi la maggior parte gli credeva di colore verde deformati.” Rispose Dark. “Comunque sia, ormai non posso più fare ritorno. Sapevo che prima o poi sarebbe successo. Nel momento in cui sarei stato scoperto, avrebbero cominciato a non lasciarmi un attimo in pace, fino a quando non mi avrebbero preso per poi tenermi rinchiuso da qualche parte per venire sottoposto a qualche esperimento… e lo stesso succederà nel momento in cui io dovessi ritornare”
    “Quindi sei praticamente esiliato?” chiese Riku.
    “Sì” disse Dark, senza perdere la calma e sempre senza dimostrare nessun tipo di sentimento.
    “Scusaci. Non immaginavamo che ti avremmo creato un simile problema” disse il Re.
    “Non sarebbe cambiato niente. Mi avrebbero scoperto lo stesso oggi. Non sarei riuscito a combattere tutti quegli Heartless senza essere riconosciuto, soprattutto perché non ero vestito come al solito, e cioè così. Anzi, se non fosse stato per voi, ora sarei costretto a nascondermi da qualche parte per non venire preso. Quindi grazie”
    “Beh, adesso cos’hai intenzione di fare?” chiese Riku.
    “Non mi sembra di avere molte possibilità…” rispose Dark. “Quindi, se a voi non dispiace, mi unirei volentieri al vostro gruppo.”
    “Beh, per me non ci sono problemi” disse Sora
    “Nemmeno per me” dissero insieme Riku e Kairi.
    “Concordo. E poi, se il tuo mondo era veramente in grado di ricevere informazione dagli altri, tu potresti aiutarci in parecchie occasioni”
    “Se va bene per il Re, va bene anche per noi” dissero insieme Pippo e Paperino.
    “Grazie. Comunque, per i mondi, vi aiuterò per quanto mi è possibile. Non mi ritengo nemmeno lontanamente uno dei maggiori esperti mondiali.” Disse Dark, per poi andare all’oblò e osservare per l’ultima volta il suo pianeta d’origine, mentre la Gummyship si allontanava sempre di più. Istintivamente si portò la mano in tasca.

    Edited by darkroxas92 - 27/10/2010, 23:09
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