Kingdom Hearts Forum

Posts written by darkroxas92

  1. .
    SPOILER (click to view)
    detto senza termini... la colpa è tutta di Al XD
  2. .
    ops... i trattini me li ha messi word per errore, sistemo subito. giuro che non li avevo notati XD


    cmq per quanto riquarda Ed, questo particolare viene rivelato nel manga e nella seconda serie dell'anime, ma in pratica (metto sotto spoiler per chi nn si vuole rovinare la sorpresa)
    SPOILER (click to view)
    Ed per tutto il tempo in cui Al è rimasto nell'armatura, ha continuato involontariamente a nutrire indirettamente il corpo del fratello. questo ha causato la sua lentezza nella crescita (senza considerare il perchè Ed dorme sempre tanto XD)


  3. .
    ed ecco qui il nuovo capitolo.
    Devo ringraziare ancora liberty89 per avermi fatto scoprire l'anime che ho scelto per questo capitolo, e spero di non far infuriare nessun fan di tale serie.
    Come al mio solito, ho lasciato un po' di indizi (anche importanti). ma al momento nn posso rivelare di più.
    non posso fare altro che augurarvi buona lettura

    Capitolo 10: Acciaio - Torna all'indice dei capitoli
    I custodi si ritrovarono in mezzo ad una distesa d’erba.
    “Beh, poteva andarci peggio”
    “Emh… Sora, non per abbattere il tuo entusiasmo, ma guarda meglio dove siamo finiti” disse Riku.
    “Uh, cosa intendi dire?”
    “Mah… forse che ci troviamo in un cimitero?” chiese Dark, indicando numerose lapidi intorno a loro. “E per questo ci conviene uscire il prima possibile da questo posto. Non mi piace mancare di rispetto”
    Kairi nel frattempo prese di forza Sora, che era rimasto abbastanza traumatizzato dalla scoperta.
    Una volta usciti, si misero ad analizzare attentamente il paesaggio, ma purtroppo per loro non c’era niente d’interessante. Solo una casa, poco lontana.
    “Ehi, Dark, hai capito dove ci troviamo?” chiese Sora, riprendendosi.
    “Non ancora. Poi come vi ho già detto, non è detto che conosca tutti i mondi che visiteremo”.
    “Emh… scusa Dark, ma potresti spiegarmi come mai quel tipo di prima continuava a fissare me e te?” chiese Kairi.
    “Umh… sinceramente non lo so… non riesco a capire chi possa essere, e soprattutto perché si vesta come l’organizzazione XIII. Poi mi ha già aiutato due volte… e come se ci stesse seguendo…”.
    Dark si ricordò della visione che aveva avuto.
    Possibile che l’avevano già incontrato?
    E perché in quella visione, Sora, Riku e Kairi assistevano senza intervenire a quel combattimento? Sembrava quasi che stesero assistendo a uno spettacolo…
    E di chi erano quelle voci che aveva sentito? Dark era sicuro di averle già sentite, ma non riusciva a ricordarsi dove…
    Chi è che non poteva eliminare?
    Perché di una cosa era sicuro: era stato lui a chiedere alla voce più potere.
    Dark spalancò gli occhi.
    Si chiese come mai non ci aveva pensato subito.
    Soltanto una persona era in grado di dargli più potere, ma si era ripromesso di non incontrarla mai più.
    “Ehi Dark, ci sei?” chiese Riku, interoppendo i suoi pensieri.
    “Uh, si, ci sono... scusate, mi ero perso nei miei pensieri… Paperino, Pippo, Re Topolino. Mi dispiace dovervelo chiedere, ma vorrei che voi tornaste a Radiant Garden” disse, aprendo davanti a loro un varco.
    “Cosa? E perché?”
    “Potrebbe essere pericoloso per voi rimanere qui. Tornate indietro e aspettateci”
    “Ne sei sicuro?”
    “Non preoccupatevi. Siamo pur sempre quattro custodi, ce la caveremo in qualche modo”.
    Il Re guardò anche gli altri custodi, che annuirono.
    “Va bene. Vi aspetteremmo a Radiant Garden allora” disse, per poi attraversare seguito da Paperino e Pippo il varco.
     
    In quel momento, videro due persone che si avvicinavano.
    Uno era vestito di rosso, con due guanti bianchi alle mani, mentre l’altro aveva addosso un armatura.
    Quando quello di rosso passò accanto a loro Sora non riuscì a trattenersi.
    “Ehi, Kairi, hai visto quant’è basso quel tipo?” sussurrò all’amica, facendo notare la statura del ragazzo.
    Purtroppo per lui, non a un volume sufficientemente basso per non venire sentito dalla persona in questione, che si fermò.
    “Suvvia fratellone, non farci caso…” disse l’armatura, come se stesse cercando di evitare che l’altro facesse qualche pazzia.
    “Chi è…” disse lui, ignorando l’armatura e unendo le mani.
    “…che hai…” continuò, per poi appoggiare la mano sinistra sul braccio destro.
    “…chiamato BASSO?” urlò, per poi far spuntare dal braccio destro una lama e partire all’attacco verso Sora, che riuscì a evocare in tempo il Keyblade per parare.
    “Cosa?” chiese il ragazzo. “Senza cerchio alchemico?”
    “Cerchio alchecosa?” chiese Sora, respingendo l’attacco.
    “Fratellone… Pensi anche tu quello che penso io?” chiese il tizio in armatura.
    “Si Al… Ehi, voi!” disse, indicando i quattro custodi.
    “Che c’è?” chiese Riku.
    “Siete alchimisti?”
    Sora stava per chiedere di cosa stava parlando, ma Dark lo interruppe prima che potesse parlare.
    “Potrebbe essere. E se ben ricordo, voi due siete i famosi fratelli Elric, Edward, l’alchimista di stato, chiamato anche l’alchimista d’acciaio, con suo fratello minore Alpholse…”.
    “Beh, vedo che la nostra fama come al solito ci precede” disse Edward, ridendo.
    “Nonché due alchimisti che hanno tentato una trasmutazione umana.” concluse Dark.
    Il sorriso si gelò sull’alchimista d’acciaio.
    “Chi siete?” chiese Al.
    "Chi lo sa? Potremmo essere alchimisti, homunculus o semplici nemici".
    “Emh… Dark, si può sapere cosa stai dicendo?” chiese Sora a bassa voce.
    “Voglio solo testare la reale forza di questo nanetto” rispose Dark.
    E come previsto, la ‘parola magica’ funzionò.
    Infatti Edward non perse tempo.
    Unì nuovamente le mani per poi appoggiarle a terra.
    Pochi secondi dopo dal terreno partino una serie di punte fatte di terra, tutte dirette verso Dark, che si limitò a distruggerle con una sfera di fuoco.
    “Cosa? Sei riuscito a usare il fuoco senza nemmeno usare le mani?”
    “Cosa c’è di strano?” chiese Sora. “Tu non sei capace di farlo?”
    “Sora, sta zitto!” gli urlarono tutti.
    “Questo vuol dire… che voi tutti possedete una pietra filosofale, vero?” chiese Edward, preparandosi a combattere con il braccio. “Come avete potuto sacrificare delle vite umane?”
    “Vite umane?” chiese Kairi. “Cosa vuoi dire?”
    “Gli ingredienti per una pietra filosofale… sono degli esseri umani” rispose Dark.
    Ma prima che potesse continuare a parlare, Edward partì all’attacco, pronto a infilzarlo con la lama, ma prontamente Dark rispose all’attacco, e tagliò a metà il braccio destro di Edward.
    “FRATELLONE!” urlò la persona nell’armatura, ma Dark arrivò Davanti a lui e lo tagliò a metà lungo la vita.
    “DARK?” Cosa ti salta in mente?” chiese Riku, scioccato come gli altri per il comportamento di Dark.
    “Non preoccupatevi, non si sono fatti niente… come può far male un braccio di metallo? O un’armatura vuota? Non vedete che non esce nemmeno sangue da nessuno dei due?”
    Infatti dalla parte di braccio rimasta a Edward e dal corpo di Alpholse non scendeva nemmeno una goccia di sangue.
    “C-Cosa? L’armatura è vuota!” disse Sora.
    “E quel braccio non era vero” aggiunse Riku
    “Ma com’è possibile?”
    “Semplice: questo è ciò che si ottiene se si tenta di resuscitare una persona” rispose Dark.
    “Oh, no… no no no no no no no no…” disse Edward, guardandosi il braccio.
    Poi si rivolse a Dark.
    “Ehi, ti rendi conto di quello che hai fatto? Ora per colpa tua dovremmo rischiare la vita!”
    “Emh… scusa la domanda… ma come fate a rischiare la vita se non state nemmeno perdendo sangue?” chiese Kairi. “Non vi basta ripararvi… emh… come posso dire?”
    “È proprio QUELLO il problema! Voi non avete idea…” disse deglutendo “di ciò che dovremmo passare ora…”
    “Suvvia fratellone… vedrai che Winry capirà la situazione… e dimentichi che anch’io non sono messo tanto meglio…”
    “Ti ricordo che è la seconda persona più pericolosa per noi due. E per di più non posso ripararti in questo stato!”
    Dark aprì un varco dietro di loro.
    “E… E questo cos’è?”
    “È un passaggio per Rush Valley. Non è lì che si trova Winry?”
    “E tu come fai a saperlo?”
    “Inutile chiederglielo… lui sa tutto di tutti di tutto l’universo” disse Sora, sospirando.
    “Certo, nei miei sogni” rispose Dark, pensando che in fondo la cosa non fosse troppo lontana dalla verità.
    “Quindi…” disse Al, guardando il varco “questo ci condurrebbe automaticamente a Rush Valley? È Sicuro?”
    “Certo!” disse Kairi, prendendo per un braccio Sora.
    “E-Ehi Kairi, cosa vuoi fare?” chiese lui
    “Oh, solo dimostrare che è sicuro” disse lei, per poi lanciarlo all’interno del varco.
    A veder ciò, Riku, Dark, Edward e Al la guardarono sorpresi.
    “Riku, ma Kairi ha bevuto qualcosa di strano prima, che tu sappia?” chiese Dark. “Perché per quel che mi risulta, solitamente non è così…”
    “Che ti devo dire… avrà avuto un momento di pazzia…”
    “Ehi, voi!” disse Sora, rispuntando fuori dal varco, con un bernoccolo sulla testa .“Vi spiacerebbe venire anche voi? C’è una pazza che continua a lanciarmi oggetti addosso… Chissà perché poi…”
    “Winry” dissero i due fratelli Elric sospirando, per poi entrare anche loro nel varco, seguiti anche dai custodi.
     
    “Ed! Al! Che piacere rivedervi!” disse una ragazza, vedendoli spuntare fuori dal varco.
    “Ciao Winry” dissero i due fratelli. Edward fece bene attenzione a nascondere il braccio destro e il pezzo tagliato.
    “Allora quel ragazzo di prima era con voi?”
    “Sfortunatamente si…” disse Sora, massaggiandosi la testa, mentre vedeva sbucare dal varco anche Riku, Kairi e Dark.
    “Cosa vi porta da questa parti?” chiese la ragazza, sorridendo.
    “Questo!” rispose Ed, mostrando il pezzo di braccio.
    Per qualche secondo tutto rimase immobile, con Winry che sorrideva, senza dire niente.
    “Questo silenzio non mi piace…” disse Riku.
    Pochi secondi dopo dal posto dove si trovava la ragazza, partirono un centinaio di attrezzi tra cui cacciaviti, chiavi inglesi, trapani… tutti che colpirono il povero Ed, senza che lui potesse fare niente per evitarli
    “Ehi, calmati, maniaca di automail!” gridò Edward.
    “Questa scena mi ricorda qualcosa…” disse Riku.
    “Già. Il nostro caro maniaco di Gummyship” continuò Sora.
     
    “Ecco qui” disse Winry, mettendo un nuovo braccio meccanico ad Ed. “Aggiungo anche questo ai tuoi debiti”
    “Tanto per cambiare” rispose Ed sbuffando, per poi provare subito a muovere il braccio.
    “Perfetto! Grazie mille Winry!” disse, per poi dirigersi verso le due metà dell’armatura.
    “Ora tocca a te Al” disse, unendo di nuovo le mani e mettendole sopra le due parti.
    Immediatamente le due parti si riunirono, facendo tornare come nuova l’armatura.
    “Però. Deve essere comodo per voi avere un braccio intercambiabile e un corpo immortale.” disse Sora.
    Questa frase però invece di far ridere ebbe l’effetto di far piombare i tre ragazzi in depressione.
    “Emh… ho detto qualcosa di sbagliato?” chiese lui.
    “No, niente. Dopotutto tu non sai la verità…” disse Al.
    “Già. Lui no, ma quell’altro si!” disse Ed, indicando Dark. “Come fai a sapere così tante cose di noi? E soprattutto, come fai a effettuare delle trasmutazioni senza fare lo scambio?”
    Dark sospirò.
    “Purtroppo per voi, non posso rivelarvi chi sono, da dove vengo e come faccio ad avere certe informazioni, come non possono nemmeno i miei compagni di viaggio”
    “Siete dell’esercito?”
    “Esercito?” chiese Sora. “L’unico esercito che abbiamo incontrato era di un migliaio di creature nere che volevano distruggere un mondo”
    “Non credo di aver capito a che cosa vi stiate riferendo, ma di una cosa sono sicuro: voi siete in possesso di una pietra filosofale, vero?”
    “No. Non so se dire fortunatamente o sfortunatamente, ma non ne abbiamo nemmeno mai vista una”
    “E allora come fate a effettuare trasmutazioni come se niente fosse?”
    “Mai sentito parlare di magia?” chiese Kairi.
    “Magia?”
    “Kairi, tra te e Sora non so chi sia quello che combina più pasticci. Certo che sei…” cominciò Dark, mettendosi una mano sulla fronte per calmare una fitta improvvisa.
     
    ‘…una tale pasticciona, non fa altro che combinare guai…’
     
    “Ehi Dark, che ti prende?” chiese Riku, notando lo sguardo spento del custode, che si riprese subito.
    “Uh, oh niente… solo una fitta alla testa…”
     
     
    Quella notte i custodi vennero ospitati da Winry, che era riuscita a trovare del posto libero nella sua officina, mentre ai letti ci avevano pensato Ed e Al, che li avevano creati a partire da dei pezzi di legno.
    Ma Dark non riusciva a prendere sonno, perciò decise di uscire.
    S’incamminò fuori dalla città, fino a ritrovarsi sopra delle montagne e si fermò a osservare le stelle.
    Cosa stava succedendo?
    Perché continuava ad avere visioni, anche se la maggior parte di esse erano solo orali?
    Che il suo subconscio stesse cercando di metterlo in guardia?
    E se così fosse da che cosa?
    Dark allontanò questi pensieri, per poi cominciare a parlare.
    “Puoi anche uscire allo scoperto, so benissimo che sei lì”
    “Come hai fatto a vedermi?” chiese uno, uscendo dal suo nascondiglio dietro delle rocce.
    Il colore della sua pelle era scuro, sul volto s’intravedeva una cicatrice bianca a forma di X e aveva un paio di occhiali da sole che li coprivano gli occhi, sebbene fosse notte piena.
    “Oh, sono molto bravo a percepire le persone”
    “Sei un alchimista?”
    “No, no… ho poteri simili, ma non sono un alchimista… E comunque ti sconsiglio di attaccarmi. Le ultime persone che ci hanno provato non hanno avuto una bella esperienza”
    “Allora tu devi essere il famoso Dark” disse il misterioso individuo.
    “Dark, attento!” urlò Edward, arrivando di corsa inseguito dal fratello.
    Prima che Dark potesse rispondere, Ed diede un calcio all’individuo, facendolo volare contro una roccia.
    “Che ci fa qui Scar?” chiese Al.
    “Quello non è Scar…” rispose Dark
    “COSA?” urlarono i due fratelli insieme.
    “Quello è Envy”
    La persona colpita da Ed si rialzò, per poi mettersi a ridere.
    “Mi aveva avvisato che eri al corrente di tutto ciò che accadeva qui…” disse, prima di illuminarsi.
    “Ma non pensavo fino a questo punto” continuò, trasformandosi in un ragazzo dai lunghi capelli verdi, con dei vestiti neri che ricoprivano la parte superiore del petto fino al collo, lasciando scoperta la pancia e le braccia, mentre sotto aveva una gonna.
    I piedi e le mani erano ricoperte completamente escluse le dite.
    E infine sulla fronte aveva una fascia con uno strano triangolo rosso disegnato sopra.
    “Dannazione… ci mancava lui ora…” disse Ed.
    “Chi ti ha contattato?” chiese Dark.
    “E se non avessi intenzione di dirtelo?”
    Dark evocò entrambi i Keyblade.
    “In questo caso ti costringerò a rivelarmelo con la forza” disse, per poi partire all’attacco.
    “Ehi, aspetta, non puoi attaccarlo così!” urlò Ed inutilmente.
    Ma prima che Dark potesse portare a termine l’attacco, fu costretto a fermarsi.
    “Beh, che succede?” chiese Envy, ridendo dopo essersi trasformato.
    Dark serrò gli occhi a quella vista.
    “Non è possibile” disse
    “E quella…”
    “…chi è?” dissero i due fratelli, vedendo una bambina dai capelli neri che apparentemente non aveva più di sei anni.
    Dark indietreggiò.
    “Che succede Dark? Perché ti sei fermato?” chiese Ed, per poi vedere il volto di Dark.
    Un volto di sorpresa, paura e rabbia uniti.
    “Allora anche il custode dell’equilibrio può spaventarsi” disse una voce alle loro spalle.
    Tutti si girarono verso la fonte, per vedere un varco oscuro che si apriva.
    E pochi secondi dopo videro uscire il numero III, Xaldin.
    “Custode dell’equilibrio?” chiese Al, guardando Dark.
    “Così ci sei tu dietro tutto questo, eh?” chiese Dark, guardando il feroce lanciere.
    “Già. È Stato così gentile da offrirmi i fratelli Elric su un piatto d’argento, se fossi riuscito a eliminarti” disse Envy, usando la voce della bambina.
    “Come hai fatto? Tu ti dovresti trasformare solo in ciò che vedi…”
    “In questo caso…” disse Xaldin, tirando fuori una carta “Anche un oggetto apparentemente inutile può diventare prezioso”
    “Capisco… quindi avete fatto più copie dei miei ricordi, eh?”
    “Allora Dark, hai davvero intenzione di uccidermi di nuovo?” chiese Envy, usando la voce della bambina e mettendosi davanti a Xaldin.
    Dark rimase per qualche secondo in silenzio.
    “Ero certo che non avresti avuto il coraggio. Dopotutto sei sempre un umano” disse Xaldin.
    Dark alzò lo sguardo verso i due avversari.
    “Davvero credete che questo basterà a fermarmi?” chiese poi.
    “Cosa?” chiese il numero III, per poi ritrovarsi con un Keyblade infilzato nel petto.
    Mentre Envy era stato trapassato in piena fronte.
    “M-Mi hai colpito lo stesso… s-sebbene avessi l’aspetto di lei…” disse lui, prima di riprendere le sue sembianze e cadere a terra.
    “Già… come hai potuto? Nessun comune mortale avrebbe avuto questo coraggio…” chiese Xaldin
    “Davvero credevate che sarebbe bastato questo per fermarmi? Vuol dire che sono davvero bravo come attore allora. È Morta tra le mie braccia, è vero, ma se non avessi colpito Envy nonostante avesse il suo aspetto, sarebbe stato un insulto alla sua memoria” rispose Dark, per poi fissarlo negli occhi.
    Xaldin saltò dalla sorpresa.
    “Quegli occhi… io li conosco…” disse, per poi scoppiare a ridere, cominciando a sparire.
    “Ma certo. Che stupidi che siamo stati. E noi volevamo affrontarti… non potevamo fare scelta più sbagliata… Ora ho capito chi sei realmente, custode dell’equilibrio… Ma non credere di essere invincibile! Per tutti c’è un inizio è una fine, anche per te…” concluse, per poi sparire.
    Anche dal suo corpo partì un raggio oscuro verso il cielo, che scomparve in pochi secondi.
     
    Dark fece scomparire i Keyblade.
    “Chi era quello?” chiese Ed
    “Uno dei tipi che mi dà la caccia. Il loro obiettivo è eliminarmi”
    “Urgh… non è stato carino da parte tua…” disse Envy, rialzandosi, mentre il buco nella testa si rimarginava completamente.
    “Colpire una bambina indifesa… che gesto crudele”
    “Parli proprio tu, che hai sparato a un bambino che stava giocando!” urlò Al.
    “Peccato che Glutony non sia qui… sembra che toccherà a me mangiarti stavolta” disse Envy, cominciando ad aumentare di dimensioni.
    “Ed!” chiamo Dark “Mi confermi che al suo interno c’è la pietra filosofale, vero?”
    “Si, l’ho vista e usata personalmente”
    “Bene. Allora fidatevi di me. Al, quando sarà sul punto di mangiarmi, avvicinati a me”
    “Cosa? Ma sei impazzito? Io ne sono uscito vivo per miracolo! Non permetterò ad Al di correre un rischio del genere!”
    “Per favore, fidatevi di me. Desideri che Al ritorni in possesso del proprio corpo, vero?
    “Fratellone… lasciami andare” chiese Al.
    Ed fissò per un attimo Dark e Al.
    Ma prima che potesse dare una risposta, Envy completò la sua metamorfosi.
    Ora non aveva più niente di umano, sembrava di più un’enorme e orribile cane gigante di colore verde, con il corpo rinvestito da delle specie di cadaveri urlanti.
    Non perse tempo e, dopo aver spalancato la bocca, saltò verso Dark.
    “Adesso!” urlò Dark, vedendo Al raggiungerlo proprio un secondo prima che la bocca del mostro si chiudesse attorno a loro.
    “Dark!” urlò Sora, arrivando di corsa seguito da Riku e Kairi.
    “Al! Ed!” urlò Winry, correndo dietro loro.
    “Dannazione, questa non ci voleva… non dovevo mangiare anche lui… nostro Padre non la prenderà bene…”
    “Maledetto!” disse Sora, evocando il Keyblade.
    “Fermo!” urlò Ed. “Se lo elimini, eliminerai anche Al e Dark!”
    “Al?” ripeté Winry “Vuoi dire che Al è dentro quel mostro?”
    “Dark gli ha chiesto di farsi mangiare assieme a lui. Sembra che così potrà ritornare nel proprio corpo…”
     
    Dark venne immediatamente circondato da centinaia di cadaveri che tentavano di farlo sprofondare sempre di più all’interno di Envy.
    “Al, mi senti?” chiese
    “Si, sono dietro di te”
    “Riesci a vedere la pietra filosofale?”
    “No, mi spiace”
    ‘Maledizione… devo fare in fretta…’ pensò Dark, guardandosi attorno.
    E finalmente la vide.
    La pietra rossa dalla quale uscivano tutti quei cadaveri.
    “Eccola!” urlò, per poi farsi largo con i Keyblade seguito da Al.
    “Cosa vuoi fare?” chiese Al.
    “Credo ci sia una persona che ti sta aspettando da tempo” rispose Dark.
    “Di chi stai parlando?”
    “Del tuo corpo” rispose lui, per poi ingoiare la pietra.
    “Cosa stai facendo? Così rischi di morire o di diventare un Homunculus!”
    “Non ti preoccupare” rispose Dark, cominciando a tossire. “Non corro nessuno dei due rischi, per il semplice fatto che la pietra su di me non ha effetto. La posso usare solo per aprire un varco speciale”
    “Un varco speciale?”
    “Un varco per una porta” rispose Dark, aprendo davanti a loro il varco. “Dobbiamo attraversarlo! Devi fidarti ancora di me!”
    “Va bene” rispose l’armatura, per poi varcare il passaggio seguito da Dark.
     
    “Ti dono questi. Fanne buon uso. Ricordati questo: le tenebre e la luce possono essere usate sia per il bene che per il male. Sta a te decidere per quale parte usare l’una e l’altra.”
    “Come faccio a non sbagliare?”
    “Segui sempre il tuo cuore”
    “E se dovessi perderlo?”
    “In quel caso, dovrai…”
     
    Dark riaprì gli occhi.
    Cos’era stato?
    Chi stava parlando?
    Ma a distoglierlo da quei pensieri fu Al.
    “N-Non posso crederci…” disse, guardando la persona davanti a loro.
    Si trattava di un ragazzo, che sembrava fosse cresciuto con il minimo indispensabile, tanto che si potevano distinguere la forma delle ossa sulla pelle.
    Dietro di lui c’era un’enorme porta, che però era chiusa.
    “Finalmente sei arrivata… anima mia” disse lui.
    “Direi che ora puoi essere sicuro al 100% di essere reale e non un invenzione di tuo fratello, vero?” chiese Dark, dando le spalle ai due Al.
    Percepì soltanto una fortissima luce.
    Pochi secondi dopo sentì il fracasso dell’armatura di Al che cadeva per terra.
    Quando si girò, trovò ai suoi piedi l’elmo dell’armatura e poco lontano il resto.
    Davanti a lui invece c’era Al, che respirava a fatica e non riusciva a rimanere in piedi.
    “Sono… sono tornato nel mio corpo…” disse a fatica.
    Dark però prese l’armatura e la lanciò ai suoi piedi.
    “Mi dispiace dovertelo chiedere, ma dovresti indossare nuovamente l’armatura. Adesso dobbiamo uscire da qui, e ho visto che stavano arrivando anche gli altri”
    “E perché mi devo rimettere l’armatura?” chiese Al.
    “Se tu non lo avessi notato, mentre il tuo corpo era qui non ha avuto di certo l’occasione di andare a comprarsi dei vestiti, e tu essendo stato fino a pochi minuti fa solo un armatura di ferro non ne possiedi…”
    Al capì al volo il messaggio e obbedì. Si rimise a malavoglia l’armatura, che però ora gli stava decisamente larga.
    “Sai, ho una fame pazzesca… e anche tanto sonno…” disse Al, mentre Dark lo aiutava a reggersi.
    “Beh, sono anni che il tuo corpo non può né mangiare né dormire, perciò non me ne stupisco… ora pensiamo ad uscire da qui. Non allontanarti da me se ci tieni alla tua ritrovata pelle. Creerò una barriera attorno a noi, in modo che il colpo non ci possa ferire”
    “Quale colpo?”
    “La pietra filosofale purtroppo ha perso tutto il suo potere quando l’ho usata per aprire il varco. In teoria io non sarei potuto arrivare fin qui, ma grazie al suo potere ci sono riuscito. Ma ora mi tocca distruggere questo posto per poter uscire. Così anche Envy sparirà, essendo stato privato del suo cuore”
    “Tu riusciresti a distruggere questo posto?”
    “Dovrò limitare i miei poteri. L’ultima volta che li ho usati al massimo, non è rimasto niente del mondo sul quale mi trovavo”
    “Cosa? Vuoi dire che hai distrutto un intero pianeta da solo?”
    “Sorpreso? Sta tranquillo, era disabitato. Ora, ti devo chiedere di non riferire a nessuno ciò che vedrai” disse Dark, per poi tirare fuori il ciondolo.
     
    “Maledetto… sputali immediatamente!” urlò Riku.
    “Fossi pazzo e poi anche volendo non potrei” rispose la creatura.
    “Accidenti… ma quanto ci mettono ad uscire?” chiese Ed.
    “Beh, a questo punto posso eliminare tutti voi, tranne ovviamente il piccoletto”
    “Chi hai chiamato piccoletto?” urlò Ed, partendo all’attacco.
    Ma prima che potesse colpire l’homunculus, esso s’illuminò.
    “C-Cosa succede?” chiese l’essere spaventato, vedendo che stava cominciando a gonfiarsi.
    Ma prima che potesse capirlo esplose, circondandosi di una luce fortissima.
    Quando essa si affievolì, al posto di Envy c’erano Dark e Al.
    “Al! Dark! State bene!” urlarono tutti.
    Dark aiutò Al a camminare, al che Ed si preoccupò.
    “Al, tutto bene?” chiese
    “Mai stato meglio, fratellone” rispose Al, con la sua voce vera, e non più distorta dal metallo.
    “Al, la tua voce…” disse Winry, mentre Al dall’interno dell’armatura faceva volare via l’elmo, rivelando così il suo volto.
    “Finalmente sono tornato in possesso del mio corpo…” disse, per poi svenire.
    “Al! Alpholse!” urlò Ed, predendo il fratello minore.
    “Sta tranquillo, sta bene” rispose Dark.
    Ma prima che potesse continuare, una fitta al cuore lo colpì.
    E tutto divenne buio.
     
    “Maestro, dove va?”
    “Devo partire per una missione. Tornerò, non preoccuparti”
    “Ok, ti aspetterò”
    “Ah, stavo dimenticando: buona fortuna per la tua prima missione”
    “Grazie”
    “Mi dispiace non poterti assistere, ma questa è una questione che non posso rimandare”
    “Non si preoccupi. Parte con Vanitas, vero?”
     
    Dark riaprì gli occhi.
    “Ah, finalmente. Cominciavamo a temere il peggio” disse Riku.
    “C-Cos’è successo?” chiese Dark.
    “Sei svenuto. Al ci ha raccontato tutto. Ma come ti è saltato in mente di inghiottire una pietra filosofale?” chiese Ed.
    “Eh, eh… come ho detto ad Al, era l’unico modo per arrivare davanti alla porta… A proposito, come sta?”
    “Devo dire che per la prima volta ho visto una persona che mangia con più voracità di Sora” disse ridendo Kairi.
    “Ehi, grazie tante!” rispose lui, fingendo di essere offeso.
    “Ora sta dormendo… sono tre giorni di fila e non si è ancora svegliato…” disse Winry, senza nascondere un velo di preoccupazione.
    “Beh, allora direi che abbiamo quasi finito…” disse Dark, alzandosi. “Non ci resta che trovare la serratura di questo mondo e andarc…” cominciò, prima di venire interrotto da un fortissimo rumore sopra di loro.
    Immediatamente tutti quanti uscirono fuori, e quello che videro li fece rimanere abbastanza scioccati.
    Una Gummyship era sopra di loro, ed era talmente grande da coprire una decina di case.
    “E quella cos’è?” chiese Ed.
    “Ehi, voi laggiù!” disse una voce, ben conosciuta ai custodi.
    Sopra la Gummyship apparve Paperino, con un sorriso stampato in faccia.
    “Paperino! Che ci fai lì sopra?” chiese Sora.
    “Non ci arrivi? Questa è la nostra nuova Gummyship” rispose il mago di corte.
    “Però… Cid non è un tipo che non mantiene le promesse…” commentò Dark.
    “Aspettate… state dicendo che quello è il mezzo con cui viaggiate?” chiese Winry, per poi tirare fuori una chiave inglese.
    “DEVO scoprire come funziona” disse, prima di venire fermata da un Ed abbastanza preoccupato.
    “Suvvia Winry… non fare pazzie…” disse a fatica.
    “Guarda guarda i due piccioncini…” disse Kairi ridendo.
    “Eh, ma di che cosa stai parlando? Sei per caso impazzita? Io e lei insieme? Ma cosa ti salta in mente?”
    “Cotto” fu la risposta di Riku.
    In quel momento nelle mani di Dark apparvero i Keyblade.
    “Cosa succede?” chiese Ed.
    “La serratura è qui vicino e i miei Keyblade l’hanno individuata… infatti eccola lì” disse Dark, indicando l’armatura di Al, che era stata appoggiata ad un muro, che si era illuminata.
    In pochi secondi si sollevò in volo.
    Dark puntò entrambi i Keyblade e si senti il classico rumore della serratura che veniva sigillata.
    “Cos’è successo?”
    “Questo mondo ora è al sicuro. Non dovreste ricevere altre interferenze”
     
    “Avete visto, padlone?”
    “Si. Dobbiamo assolutamente seguirli. Non peldiamoli di vista!”
     
    “Beh, ora è veramente ora di andare… Uh, Ed, avevi finito i vestiti?” chiese Dark
    “Perché questa domanda?”
    “Perché quegli che hai addosso mi sembra ti vadano corti… Mah, forse è una mia impressione.” Continuò, aprendo un varco davanti a loro.
    “Chissà, magari ci rivedremo in futuro” disse Sora.
    “Salutateci Al non appena si sveglia”
    “Contateci, e grazie ancora. Vi siamo debitori”
    Poi i quattro custodi attraversarono il varco.
    “Adesso!” urlò una voce.
    Ed e Winry videro solo due figure muoversi velocemente e buttarsi nel varco, proprio prima che esAso si chiudesse dietro di loro.
    “Dimmi che non erano loro…” disse Winry.
    “Beh, in quel caso se ne siamo liberati per un po’…”
    “Scusate…” disse una voce alle loro spalle. “Sto cercando i fratelli Elric. Sapreste indicarmi dove sono?”
    “Io sono Edward Elric” rispose Ed, girandosi. “Posso sapere chi… e tu COSA sei?”

    Edited by darkroxas92 - 28/10/2010, 17:37
  4. .
    già XD. dopotutto è anche grazie a te che mi sn convinto a giocare a ff8.

    cmq ribadisco che nn è roxas, quindi nemmeno ven. la sua intendità rimarrà celata ancora per un po' di capitoli, ma alla fine verrà rivelata, state tranquilli
  5. .
    Ed ecco qui il nuovo capitolo.
    Vi preparo psicologicamente ad una marea di spoiler non solo sulla ff, ma anche su bbs (anche se nn sn ancora sicuri, quindi potrebbero anche rivelarsi falsi).
    A parte questo, spero che il capitolo risulti di vostro gradimento, e chiedo clemenza verso i fan del mondo in questione.

    Capitolo 09: Rimpatriata - Torna all'indice dei capitoli
    (Attenzione, possibili spoiler di KHbbs)
    “Uff…” disse Cid, portando fuori un cartone con vari pezzi di computer all’interno. “Devo imparare a stare zitto di fronte a Merlino, se è vicino a un computer… lo manda sempre in mille pezzi…”
    Tutto ad un tratto, sopra di lui il cielo divenne scuro.
    “Non si metterà pure a piovere, vero?” disse lui, mentre accendeva una sigaretta e alzava lo sguardo.
    La sigaretta li cade giù dalla bocca per la sorpresa.
    Proprio sopra la sua testa, c’era una Gummyship in caduta libera.
    Cid riuscì a spostarsi di quei pochi metri sufficienti perché la Gummyship non lo colpisse in pieno.
    “Q-Questa Gummyship… è la loro…” disse ancora scosso Cid, per poi venire interrotto da delle voci dietro di lui che si stavano avvicinando.
    “Come sarebbe a dire che non hai verificato se sotto c’era qualcuno? Cosa facciamo nel caso ha colpito qualcuno?” chiese Paperino, non proprio calmo.
    “Suvvia, sono sicuro che non ci sia fatto male nessuno… e poi capita anche a me di sbagliare, non sono certo perfetto”
    “Speriamo solo che non sia caduta vicino a Cid…” disse Sora.
    “VOI!” urlò il diretto interessato.
    “Speranza vana…” sospirò il moro.
    “Cid, che succede?” chiese Yuffie, uscendo dalla casa. “Abbiamo sentito un gran trambusto e… ah, siete voi. Questo spiega tutto” concluse, sorridendo.
    “Succede che questi marmocchi a momenti mi facevano secco!” urlò Cid.
    “Chiedo scusa, è colpa mia” intervenne Dark.
    Per qualche minuto calò il silenzio, mentre Cid e Yuffie osservavano il nuovo custode.
    “E tu chi sei?” chiese Cid, come se non fosse successo niente.
    “È un altro custode” rispose il Re al posto di Dark.
    “Già. Il mio nome è Dark, e sono stato io a trasportare qui la Gummyship… e ho stupidamente dimenticato di fare in modo che non finisse addosso a qualcuno. Vi chiedo perdono”
    “Un altro custode?” chiese una voce alle loro spalle, rivelando così l’arrivo di Leon.
    “Vedo che non siete cambiati di una virgola” disse Pippo, sorridendo.
    “Almeno adesso sappiamo di chi era la Gummyship in avvicinamento” continuò Leon, ignorando Pippo.
    “Come?” chiese Dark. “Impossibile. Non siamo arrivati qui con la Gummyship”
    “E come allora?”
    “Grazie a dei varchi simili a quegli oscuri… a questo proposito, non ci conviene usare quegli apposto della Gummyship?” chiese Sora.
    “No, per il semplice motivo che più è lunga la distanza più mi costa energia aprire un varco… e poi come facciamo a sapere in che mondo fermarci senza vederlo?”
    “Ah, già…”
    “Aspettate… se non eravate voi, allora chi è che sta arrivando?” chiese Aerith, arrivando anche lei davanti agli amici.
    A rispondere a questa domanda fu la Gummyship in questione, che volò sopra di loro.
    Ai presenti sembrò quasi un drago per via del colore rosso e della forma.
    La navicella atterrò poco lontano da loro.
    “Che cos’è oggi, la giornata delle visite?” chiese Leon, quasi stufo di quella situazione.
    “SQUALL!!!”
    Un urlò squarciò il silenzio, mentre una figura azzurra correva verso Leon, che guardava stupito la scena.
    La figura azzurra si rivelò essere una ragazza, che pochi metri prima di andare incontro a Leon fece un salto aprendo le braccia, come se volesse abbracciarlo.
    Purtroppo per lei, Leon si spostò, e lei cade rovinosamente a terra.
    “Leon!”
    “Squall!”
    Il primo nome fu urlato da Cid, Yuffie e Aerith con tono di rimprovero, mentre il secondo da altre tre persone, per la precisione da due ragazzi e una ragazza.
    Nel frattempo la ragazza vestita di azzurro si rialzò.
    “Perché non mi hai preso al volo?” chiese arrabbiata a Leon.
    “Perché lo avrei dovuto fare con una che non conosco? E come fai a sapere il mio vero nome?”
    A sentire ciò la ragazzo sembrò star male.
    “S-Stai scherzando, vero?” chiese.
    “Tu non conosci Leon” la interruppe Yuffie. “Non lo abbiamo mai visto scherzare in tutti questi anni”
    “Tutti questi anni?” chiese uno dei due ragazzi, che aveva degli strani tatuaggi sulla faccia.
    “Non è che abbiamo sbagliato veramente persona?” chiese la ragazza con gli occhiali.
    “Impossibile!” le rispose l’altra. “Quante altre persone credi possano assomigliarci così tanto, avere il Gunblade e avere la stessa cicatrice?”
    “Effettivamente…” disse il secondo ragazzo, che indossava una specie di impermeabile.
    “Oh, insomma, ma si può sapere chi siete?” chiese Leon, cominciando a spazientirsi.
    “E poi ha ancora la squallite!” disse la ragazza ridendo.
    “S-Squallite?” chiese Sora.
    “È un soprannome per la mania di Leon di isolarsi” rispose Dark, che era quello meno sorpreso di tutti.
    Cosa che Aerith non mancò di notare.
    “Come mai sei così tranquillo?” chiese infatti.
    “Oh, niente di speciale…” rispose lui.
     
    “Suvvia Squall, ora basta con questo scherzo. Sappiamo benissimo che non sei in grado di sostenerlo a lungo. Non ti sarai veramente dimenticato di me, Zell?” chiese il ragazzo con il tatuaggio.
    “Non chiamarmi con quel nome. Il mio nome è Leon”
    “Squall, Leon… resta sempre il fatto che sei tu. Non ti ricordi nemmeno della tua insegnante, Quistis?”
    “No” rispose lui schietto.
    “Deduco che non ti ricordi nemmeno del tiratore scelto, Irvine, cioè me, vero?” chiese l’altro ragazzo.
    “No, non ci credo. Non puoi esserti dimenticato di tutto questo… non di me…” disse la ragazza vestita di blu. “Su, cerca nei tuoi ricordi, cerca di ricordarti di me, Rinoa”
    “Ti ripeto che non ti conosco”
    “Ma se ti sei pure gettato nello spazio aperto e a momenti causavi la fine del mondo per salvarla!” gli urlò contro Zell.
    “Sentite…” intervenne Cid. “Ho cresciuto io Leon fin da quando era un bambino. E non vi ho mai visti prima. Perciò mi pare evidente che si tratta di un eccezionale coincidenza”
    “No, sono sicura che è lui…” disse Rinoa.
    “Emh… scusate se intervengo, ma per chi non era presente, è possibile un riassunto?” chiese Sora, per poi girarsi verso Dark.
    “Dark, tu non ne sai niente?”
    “Potrebbe darsi… ma sai bene quanto me che ci è vietato interferire con gli altri mondi”
    “E chi se ne frega” intervenne Leon. “Digli solo che si stanno sbagliando!”
    “Buffo, sembra che tu ti stia comportando proprio come quando Rinoa era sotto il controllo di Artemisia”
    “Artemisia?” ripeté Leon. “E chi è?”
    “Oh, basta così! Ci penso io a fargli recuperare la memoria!” disse Zell, alzando il braccio pronto per dare un pugno a Leon.
    Ma a fermarlo fu Quistis, che si rivolse a Dark.
    “Tu come fai a sapere di Artemisia e di quello che ci è accaduto? Non mi sembra di averti mai visto”
    “Oh, non ci fate caso. È una sua caratteristica sapere di tutto e di tutti e non far sapere agli altri di lui”
    “Forse anche questa è una tua caratteristica come custode dell’equilibrio” disse Kairi.
    “Custode dell’equilibrio?” urlarono insieme Leon, Cid, Yuffie e Aerith.
    “Q-Quel custode?” chiese sorpreso Cid.
    “Sora, toglimi una curiosità: come fai a sopportarla?” chiese Dark, indicando Kairi.
    “Segreto” rispose lui ridendo.
    “Tu saresti un custode dell’equilibrio?” chiese Leon. “Credevo fosse solo una leggenda infondata”
    “E basta con le chiacchiere inutili! Squall, cerca di ricordare. Siamo cresciuti assieme, siamo diventati SeeD e siamo riusciti a sconfiggere Artemisia!” urlò Irvine.
    “Non so nemmeno cosa siano questi SeeD!”
    “Che ne dite di parlarne davanti ad una tazza di the?” li interruppe Aerith.
    “Beh, detto da una così bella ragazza, non possiamo di certo rifiutare” disse Irvine.
    “Per sua fortuna Cloud non è qui…” commentò Yuffie.
    “Perché?” chiese Sora.
    “Non sono affari vostri, moccioso” lo liquido Cid.
    “Moccioso a chi?”
     
    “Suvvia Squall, cerca di ricordare. Come puoi esseri dimenticato di noi?” chiese nuovamente Rinoa.
    “Per l’ennesima volta: io non vi conosco. Sono cresciuto in questo mondo e ho combattuto per questo mondo! Non ho mai sentito parlare di SeeD e di questa Artemisia che voi dite”
    “Ma accidenti, Squall!” urlò Quistis, battendo le mani sul tavolo. “Abbiamo passato l’ultimo anno a cercarti ovunque! Tutti i Garden sono alla tua ricerca, e anche tuo padre è preoccupato per te!”
    “Mio padre?” ripeté Leon, un po’ sorpreso. “Credevo che mio padre fosse morto quando questo mondo era stato conquistato dalle tenebre”
    “Forse ho capito…” disse Irvine. “Deve essere successo qualcosa dopo la sconfitta di Artemisia. Non siamo riusciti a tornare nel nostro tempo e nel nostro mondo, ma come ben sappiamo, Squall non ha più fatto ritorno. Rinoa, tu che ne hai ereditato i poteri, dici che potrebbe essere che Squall sia in qualche modo ridiventato bambino e sia stato scaraventato su questo mondo?”
    Rinoa si portò la mano sotto il mento.
    “Non conosco bene i miei poteri… ma per una strega che era riuscita a cancellare la differenza tra passato, presente e futuro, direi che si, è possibile”
     
    Mentre il gruppo parlava con Leon, i custodi si rivolsero a Cid.
    “Cid, potresti riparare la nostra Gummyship?” chiese Paperino.
    “Umh… dovrò darci un occhiata quando questo caos sarà finito… ma per quel che ho visto, è conciata piuttosto male. Da quanto tempo è che non viene controllata?”
    Paperino e Pippo si guardarono.
    “Ecco… credo da un po’ di anni…” disse vergognandosi Paperino.
    “COSA? È VOI AVETE VIAGGIATO PER TUTTO QUESTO TEMPO SENZA MAI CONTROLLARLA?!” urlò Cid, tra l’arrabbiato e il sorpreso, facendo saltare tutti per lo spavento.
    “Ehi, scusa se abbiamo salvato qualche decina di mondi e impedito due, tre volte la fine dell’universo!” rispose Paperino.
    Dark aspettò che i due finissero di bisticciare, poi si rivolse a Cid.
    “Cid, ti posso fare una domanda?”
    “Se ha a che fare con la Gummyship, ho già risposto a Paperino”
    “No, è su un'altra questione. Riguarda Ansem”
    A quella parola tutti smisero di parlare, e Cid si fece serio.
    “Cosa vuoi sapere?”
    “Voi conoscevate sua figlia?”
    Cid, Leon, Aerith e Yuffie rimasero in silenzio.
    “Tu come fai a saperlo?” chiese Leon
    “L’ho conosciuta di persona. E ho assistito alla sua fine”
    “Oh, no…” disse Aerith, sedendosi. “Tutti gli abitanti hanno sempre sperato che fosse ancora viva e che non fosse tornata perché era alla ricerca del padre…”
    “Come sarebbe a dire che hai assistito alla sua fine?” chiese Cid.
    “Era arrivata sul mio mondo anni fa. Ma si è sacrificata per salvarmi la vita. Ora però voglio risolvere un mistero: che cos’era la scuola per i custodi?”
    Cid sospirò.
    “Quella scuola era un mistero per tutti noi. Si trovava sotto il palazzo della fortezza oscura, e all’epoca era un centro di ritrovo per tutti i custodi”
    “Aspettate un secondo” si intromise Sora. “Ma i custodi non dovrebbero essere un ristretto gruppo di persone in grado di usare il Keyblade?”
    “Oggi, ma in passato, erano centinaia. Poi un giorno arrivò lui”
    “Master Xehanort, giusto?” chiese Dark. “È il nome che lei ha nominato di fronte al suo assasino, un custode delle tenebre”
    “Proprio lui. All’inizio aiutò i custodi nell’istruzione, ed era ritenuto da tutti un saggio alla pari di Ansem. Ma in realtà era tutta una maschera. Lui e Vanitas attaccarono i custodi, cogliendoli di sorpresa. Molti di loro decisero di unirsi a lui per eliminare i custodi superstiti, ricevendo così potere in più. Solo tre di loro opposero resistenza e non vennero eliminati, ma non si è più saputo che fine abbiano fatto loro e Master Xehanort”
    “Quindi potrebbero essere ancora vivi?” chiese Kairi.
    “Potrebbe…”
    “Aspettate! Per caso uno di loro indossava un armatura?” chiese Sora.
    “Tu come fai a saperlo?”
    “Perché ci ho combattuto contro, vero Paperino e Pippo?”
    “Si, è vero. Ed è stato un osso duro. Ancora più difficile di Sephiroth. Siamo riusciti a raggiungerlo grazie ad un varco nel castello Disney, che però si è chiuso quando siamo usciti”
    “Perché non me lo avete mai detto?” chiese il Re.
    “Beh, non ci sembrava il caso, e sinceramente… se lo siamo dimenticati”
    “Questo lascerebbe pensare che allora siano riusciti a sconfiggere Master Xehanort. Ma il mistero rimane aperto” disse Leon, mentre evitava l’ennesimo tentativo di Rinoa di abbracciarlo.
    “Così pare” disse una voce, proveniente da fuori.
    “Questa voce…”
    “Non è possibile…”
    “Ah, già, dimenticavo” disse Dark. “Tutti i membri dell’Organizzazione XIII, esclusi i numeri 13 e 14 sono tornati in vita”
    “14? E chi è?” chiese Riku.
    “O, nessuno d’importante… vero Sora?”
    “Eh? Guarda che io mica lo conosco. Io mi ricordo solo di Xemnas, Xaldin, Xigbar, Saix, Axel, Demyx, Luxord e Roxas”
    “Mentre noi sappiamo dell’esistenza anche di Vexen, Zexion, Leaxeus, Larxene e Marluxia” aggiunse Riku.
    “Beh, risolveremo questa faccenda dopo. Adesso abbiamo un avversario che ci aspetta se ho capito bene, no?” intervenne Zel.
     
    Tutto il gruppo uscì dalla casa, per ritrovarsi di fronte al numero 1, Xemnas.
    “Ben arrivati, custodi”
    “Xemnas! Cosa ci fai qui?”
    “Devo solo distruggere questo mondo, ed eliminare il custode dell’equilibrio”
    “Devo farti i complimenti Dark” disse Kairi. “Sei l’unico che riesce a farsi nemici anche chi non conosci”
    “Che devo dire? Sarà il destino” rispose lui.
    Xemnas evocò le due spade laser, e senza perdere tempo, colpì Dark, che parò il colpo grazie ai Keyblade.
    “Sai, non se l’unica persona che conosco che crede nel destino. Ma l’ultima ha fatto una brutta fine. Non è così, custode dell’equilibrio?”
    “Di cosa stai parlando?”
    “Della figlia di Ansem”
    Dark spalancò gli occhi.
    “Quindi tu la conoscevi”
    “Certo. Ero pur sempre un suo apprendista. E so cose che tu non immagini nemmeno”
    “Tipo?”
    “Se ti può interessare non era figlia unica”
    “Cosa?”
    Ma prima che Dark potesse continuare con le domande, Xemnas fece spuntare dal suo corpo una serie di raggi luminosi, alcuni dei quali colpirono in pieno Dark, che cade all’indietro.
     
    “Ne è passato di tempo dall’ultima volta”
    “Già, ma non pensavo di rivederti”
    -
    “Cosa ti porta nuovamente qui?”
    “Lo sai benissimo! Ho bisogno di più potere! Non posso eliminarlo!”
    -
    “Sei sua sorella”
     
    Queste frasi lampeggiarono all’improvviso e in continuazione nella mente di Dark, che in quel momento si trovava in uno spazio nero vuoto, lontano da tutti a da tutto.
    Poi, come se fosse caduto un meteorite, una fortissima luce lo investi.
    E si ritrovò in uno strano posto.
    Si trovava in un castello.
    Di fronte a lui c’erano due bambine, delle quali però non riusciva a vedere il volto.
    Riuscì solo a distinguere il colore dei capelli. La più grande aveva i capelli neri, mentre la più piccola rosa.
    Poi lo scenario cambiò nuovamente.
    Era circondato da centinaia di persone, e accanto a lui si trovavano Sora, Riku e Kairi, che osservavano due ragazzi impegnati a combattere.
    Dark riconobbe uno di loro.
    Era se stesso.
    L’altro invece indossava un’impermeabile nero, che impediva a chiunque di distinguere il suo volto.
    Il Dark della visione stava combattendo usando i Keyblade, mentre l’avversario si limitava ad usare diversi tipi di magia.
     
    Dark si risvegliò di colpo.
    Si trovava per terra, e intorno a lui c’erano tutti gli altri combattenti, anche loro privi di sensi.
    Solo Leon e Rinoa erano rimasti ancora in piedi a combattere.
    Leon con il suo fidato Gunblade, mentre Rinoa con una specie di Boomerang da braccio affilato.
    Dark si rialzò, curandosi le ferite, poi li raggiunse.
    “Oh, tu allora sei ancora in piedi” disse Leon.
    “Lo prenderò per un ‘fortuna che sei ancora vivo’” rispose ironicamente Dark.
    “Complimenti. Siete riusciti a uscire indenni da quel colpo. Ma vediamo se riuscite a resistere a questo” e fece partire dalle sue mani una serie di rami oscuri diretti tutti verso Leon.
    “SQUALL!” urlò Rinoa, spigendolo via.
    Ma per fare ciò, ricevette in pieno il colpo.
    Dark fissò Leon.
    Sul suo volto era apparsa un espressione spaventata.
    “Che stupida” disse Xemnas. “Sacrificarsi per uno che non la considera nemmeno”
    “R…Rinoa…” balbettò Leon, avvicinandosi a Rinoa.
    “AHHHHH!” urlò, portandosi le mani alla testa.
    “Tu…” disse Dark, avvicinandosi a Xemnas. “Un tempo eri l’apprendista di Ansem. Come hai potuto tradirlo solo per avere più potere? Come puoi uccidere senza nemmeno un po’ di pietà?”
    “E tu come hai potuto lasciare morire senza fare niente lei?” rispose Xemnas, sorridendo.
    Gli occhi di Dark divennero due fessure.
    “Xemnas…” disse Leon, interropendo la conversazione tra i due.
    Dark guardò i suoi occhi.
    Erano gli stessi occhi che lui aveva quando il custode delle tenebre eliminò lei.
    “Ora ricordo tutto… finalmente ricordo chi sono realmente…”
    “S-Squall…” disse Zell, tentando di rialzarsi.
    “Sono stato uno stupido. Per colpa mia Rinoa si è fatta colpire. Il minimo che posso fare è eliminarti!”
    “Provaci, se ci riesci” rispose Xemnas, lanciando nuovamente lo stesso attacco di prima.
    Ma questa volta fu un'altra persona ad interferire.
    Infatti una sfera di fuoco spezzò di netto i raggi, che altrimenti avrebbero colpito in pieno sia Dark che Leon.
    “Chi ha osato?” tuonò Xemnas, girandosi verso la fonte della magia.
    Sia lui, che Dark che tutti gli altri spalancarono gli occhi.
    Di fronte a loro c’era una persona vestita con l’impermeabile dell’organizzazione XIII, con il cappuccio che ricopriva interamente il volto.
    “E tu chi sei?” chiese Xemnas.
    “Cosa? Non è dalla tua parte?” chiese Leon.
    “No, mi dispiace ammetterlo, ma è un impostore, come il custode dell’equilibrio. Indossa solo il nostro stesso impermeabile, non ha niente a che fare con noi”
    Ma prima che potesse continuare a parlare, il misterioso individuo si teletrasportò di fronte a lui.
    Ad averlo di fronte, Xemnas spalancò gli occhi.
    “N-Non è possibile! T-Tu sei…”
    Non finì mai la frase.
    Il misterioso personaggio lo colpì in pieno volto con una fulmine, lasciando il corpo privo del capo, che cominciò a sparire.
    Com’era successo con Larxene, anche dal corpo di Xemnas uscì un raggio nero, diretto verso il cielo.
     
    Il nuovo arrivato si avvicinò a Rinoa.
    Senza dire niente, posò le mani sopra di lei, e immediatamente il suo corpo venne avvolto da un’aurea verde, che indicava la magia di guarigione.
    Infatti in pochi minuti Rinoa riaprì gli occhi.
    Verificato che Rinoa stesse bene, Leon si avvicinò a lei e la aiuto a rialzarsi.
    Dark invece continuava a fissare lo sconosciuto, che ricambiava lo sguardo, sebbene non si riuscisse a vedere il volto.
    “Ehi, e lui chi è?” chiese Kairi, avvicinandosi.
    In quel momento l’individuo arretrò e aprì un varco oscuro.
    “Aspetta!” urlò Dark, al che lui si fermò.
    “Prima di andare rispondi a questa domanda: sei stato tu a salvarmi sulla Terra dall’attacco di Larxene?”
    Lui si limitò ad annuire con la testa.
    “Allora ti ringrazio, ti sono debitore”
    Il misterioso individuo non rispose.
    Fissò nuovamente prima Dark e poi Kairi.
    Poi sparì nel varco, che si richiuse alle sue spalle.
     
    “Così era veramente come dicevano loro, eh Leon?” chiese Yuffie.
    “Così pare. Quando Rinoa è stata colpita, mi è tornato in mente tutto quello che abbiamo passato insieme.”
    “Quindi ora cosa farai?” chiese Cid.
    “Se non vi dispiace, vorrei partire con loro. A quanto pare, ci sono un po’ di persone che mi stanno aspettando.”
    “Già. Dopotutto si tratta solo di Cid, Laguna, Ellione, tutto il mondo…”
    “Ehi, ma allora tu non sei l’unico Cid dell’universo” scherzò Merlino.
    “Molto spiritoso, vecchio. Comunque, fa’ pure.”
    “Cid, Aerith, Yuffie, Merlino. Vi ringrazio di tutto. Salutatemi anche Cloud se passa di nuovo di qua”
    “Contaci”
    Poi Leon si rivolse ai custodi.
    “Voi cosa avete intenzione di fare?” gli chiese.
    “Beh, prima di tutto aspetteremo la riparazione della Gummyship, poi…” cominciò Sora, prima di venire interrotto da un colpo di tosse di Cid.
    “Ah, già la Gummyship…” cominciò lui. “Temo ci sia un problema… ma prima voglio la vostra parola che permettere quel papero maniaco di Gummyship”
    Prima che Paperino potesse rispondere, il Re e Pippo lo fermarono.
    “Continua pure Cid”
    “Ecco… durante lo scontro con Xemnas di prima… uno dei suoi colpi ha colpito in pieno il garage dove l’avevo portata per ripararla… e purtroppo non è rimasto granché di utilizzabile…”
    Questa notizia ebbe due risultati.
    Il primo fu il creare un silenzio sovrano nella stanza.
    Il secondo fu lo svenimento di Paperino.
    “Ma non vi preoccupate. Comincerò subito a costruirvene una nuova” li tranquillizzò Cid. “Dopotutto, è successo in un mio garage, quindi mi prendo la responsabilità. Ci metterò circa una settimana per finirla, dovrete aver pazienza fino ad allora”
    “Altrimenti nel frattempo possiamo usare uno dei varchi di Dark” propose Sora.
    “Ma non sappiamo in che mondo andare. Non possiamo vederli da fuori se usiamo i varchi”
    “Scusate…” intervenne Irvine. “Ma come fate a capire se un mondo ha bisogno del vostro aiuto?”
    “Beh, solitamente è avvolto da una strana aurea oscura, ma non sempre è così” rispose il Re.
    Irvine guardò Rinoa.
    “Allora forse possiamo dirvi il prossimo mondo che dovrete” continuò, prendendo un pezzo di carta dalla tasca e scrivendo sopra qualcosa, per poi consegnarlo a Dark.
    “Queste sono le coordinate di un mondo che abbiamo visto, che corrisponde alla vostra descrizione. Credi di poterci arrivare così?”
    “Posso provarci. Grazie”
    “Ehi, Squall, hai per caso attaccato la squallite a quel ragazzo?” chiese Zell.
    “Oh, no, ne soffro da molto prima che lo conoscessi” rispose tranquillo Dark.
    “Ah, ok…”
    “Beh, ora per noi è il momento di andare” disse Dark, aprendo il varco.
    “Allora torneremo qui tra una settimana per la nuova Gummyship” disse Sora, prendendo con l’aiuto di Pippo Paperino, che era ancora privo di sensi, per poi seguire Dark nel varco.
     
     
    “Allora, a che punto sei?”
    “I lavori sono finiti. Ma sei sicuro di volerlo fare?”
    “Te l’ho già detto: ha insistito, e poi sinceramente non mi sembra una cattiva idea”
    “D’accordo… allora ci pensi tu ad andare a contattare i canditati?”
    “Immagino di non avere scelta… vorrà dire che comincerò subito, altrimenti non cominceremo tanto presto…”

    Edited by darkroxas92 - 28/10/2010, 17:36
  6. .
    scusami, ma nn ho capito cosa intendi dire con "Roxas stia con la 13 e quindi contro Sora..."
    cmq prova pure a dire ciò che pensi che ho in mente
  7. .
    mi spiace deludervi, ma nn è um membro dell'organizzazione XIII (quindi né Roxas né Xion) e purtroppo per voi, la sua intendità verrà rivelata solo + avanti (nn chiedetemi quando perchè nn lo so ancora nemmeno io XD)
  8. .
    eh eh... quello è un mistero che rimarrà tale ancora per un po'.
    cmq mi fa piacere sapere che il combattimento mi è venuto bene
  9. .
    ed eccomi qui con il nuovo capitolo.
    come vedrete, con questo capitolo arriverrano nuovi misteri nella trama, che come al mio solito (e soppratutto dopo lo studio di Shakespeare XD) complicano tutto in maniera esponenziale.
    con questo capitolo ha inizio possiamo dire la seconda parte di questa ff, e vi annuncio che sarà una parte abbastanza lunga, che vedrà la conclusione tra circa una decina di capitoli.
    Dopo avervi fatto questi piccoli spoiler, vi lascio al nuovo capitolo:

    Capitolo 08: Ritorno a casa - Torna all'indice dei capitoli
    “Ma cosa…?” fu il commento di Dark, davanti allo spettacolo che si presentava di fronte a lui.
    Si trovava in una strada della sua città, ma intorno a lui c’erano solo macerie, mentre di persone nemmeno una traccia.
    ‘Non pensavo sarebbe successo tutto questo durante la mia assenza’ pensò Dark, aggirandosi per le macerie.
    Poi improvvisamente senti numerosi click, gli stessi che si sentivano quando veniva caricato un fucile.
    “Non ti muovere!” disse una voce alle sue spalle.
    In pochi secondi, Dark si ritrovò circondato da uomini armati di fucili, tutti puntati verso di lui.
    “Non mi aspettavo di certo un’accoglienza con fuochi d’artificio, ma qui si va un po’ troppo agli estremi…” disse Dark, senza essere eccessivamente spaventato.
    “Finalmente siamo riusciti a catturarne uno…” sentì dire da uno di loro.
    “Uno? In che senso uno?” chiese Dark, mentre nella sua mente cominciava a formularsi un’ipotesi.
    Un’ipotesi che Dark si augurava non fosse vera.
    “Ci prendi in giro? Con tutto quello che tu e i tuoi undici amici avete combinato? E trovandoti proprio in mezzo a tutte queste macerie?”
    “Sentite, io sono appena arrivato. Non ho la minima idea di cosa sia successo qui”
    “Ti abbiamo visto arrivare con quel varco, come tutti loro. Non crederai davvero di poterci far credere a una simile storiella.
    “Capisco… allora ci sono veramente loro dietro a tutto ciò…”
    “Ti conviene seguirci senza opporre resistenza e accettare la tua esecuzione con dignità, o per lo meno quel poco che ne hai”
    “Sareste davvero disposti a far fuori un vostro simile?” chiese Dark, levandosi il cappuccio, e facendo esclamare tutti di stupore.
    “Aspetta… tu sei Dark?” chiese un ragazzo, lasciando cadere giù il fucile.
    Dark riconobbe in lui un suo compagno di classe.
    “Temevamo che non ti avremmo più visto” continuò lui, mentre anche gli altri cominciavano ad abbassare i fucili, cominciando a mormorare tra di loro.
    Dark sentì chiaramente ‘Ma non era stato rapito dagli alieni?’ o ‘Ma che razza di mostro è diventato?’ e ancora ‘Che cosa ci fa qui?’.
    “Cosa ti è successo?” chiese il ragazzo, rivolgendosi chiaramente ai capelli e agli occhi.
    “È una lunga storia…” si limitò a rispondergli Dark.
    “E… scusa se te lo chiedo, ma per caso hai visto quel ragazzo che ti stava perseguitando negli ultimi giorni? È sparito insieme a te”
    Dark abbassò lo sguardo.
    “Ci ha tradito. Si è venduto ai nemici solo per avere più potere, e ha ammesso che avrebbe distrutto anche il nostro mondo se questo gli avesse permesso di acquisire più potere. Ho fatto ciò che dovevo fare”
    “Vuoi dire che…?”
    “Non ho avuto altre possibilità. Anche questa mia metamorfosi… ho dovuto attuarla per colpa sua”
    “Se le cose stanno come hai detto tu, e cioè che era veramente disposto a distruggere il nostro pianeta, non puoi biasimarti per le tue azioni”
    “Ora però basta parlare di me. Me ne sono andato da qualche mese se ho tenuto bene il conto. Cos’è successo durante la mia assenza?”
    “Siamo stati invasi” rispose un altro uomo. “Dodici persone, vestite proprio come te, sono apparse dal nulla e hanno cominciato a seminare distruzione dovunque passassero.”
    “Ma stranamente l’unico edificio qui vicino rimasto intero e casa tua, che ovviamente è stata abbandonata” continuò il compagno.
    “Capisco… direi che è chiaro come l’acqua che tutto questo è colpa mia” disse Dark. “Sia l’invasione che tutta questa distruzione sono state causate per via della mia esistenza e partenza… Perciò tocca a me sistemare il tutto”
    “Cos’hai intenzione di fare?”
    “Molto probabilmente quei dodici hanno avuto un contatto con quel ragazzo, altrimenti non avrebbero potuto individuare casa mia. E sono pronto a scommettere che è già pronta una bella trappola nel caso di un mio ritorno”
    “Perciò?”
    Dark si alzò in volo.
    “Perciò si fa scattare la trappola” disse, per poi volare via.
     
    Proprio come gli avevano detto, casa sua era l’unico edificio nelle vicinanze che fosse ancora in grado di ospitare in modo sicuro delle persone.
    Dark entrò dalla finestra, come aveva fatto per tutti quegli anni di nascosto.
    Trovò camera sua esattamente come l’aveva lasciata, senza nemmeno un foglio spostato.
    “Bene… a questo punto non resta che aspettare” si disse, per poi sdraiarsi sul suo letto.
    Non passarono troppi minuti prima che senti dei rumori alle sue spalle
    “Vedo che ti piace rilassarti” disse una voce.
    Dark si rialzò.
    “Detto dal notturno melodico è tutto dire, no?” disse lui, per poi girarsi.
    Di fronte a lui c’era l’organizzazione XIII al completo, tranne che per Roxas e Xion ovviamente.
    “Sei stato piuttosto imprudente a venire qua” disse Xemnas.
    “Forse… ma dopotutto, ho già sconfitto il vostro ‘consigliere’”
    “Umph, lo avevo detto io che quel ragazzino non sarebbe riuscito a combinare niente di buono” fu il commento della numero XII, Larxene.
    “Ah, scusatemi, ma il vostro castello dell’oblio non credo sarà più utilizzabile, visto che non ne è rimasto niente”
    “Non importa, lo avevamo già abbandonato”
    “Lo so, ed era disabitato. Per questo non mi sono trattenuto”
    “Sei un ragazzo strano. Solitamente nessuno riesce a mantenere così tanta calma. Neppure Sora, dopo essere stato privato della maggior parte dei suoi ricordi, c’era riuscito” disse il freddo accademico.
    “Immagino che tu ora mi stia considerando come un prezioso soggetto, vero?”
    “Basta così” intervenne Xemnas. “Abbiamo un piano da rispettare. Larxene, lasciamo tutto nelle tue mani” disse il superiore, prima di scomparire in un varco oscuro, seguito da tutti gli altri membri esclusa la numero 12.
    “Lasciano sempre a me i compiti più noiosi” disse lei sbadigliando, per poi girare lo sguardo verso Dark.
    “Quali sono le vostre intenzioni?”
    “Oh, sta tranquillo. Non sono rimasti su questo pianeta. Ad ognuno di noi è stato affidato un mondo da distruggere. Per tua sfortuna, questo è quello toccato a me”
    Dark sorrise.
    “Cos’è quel sorrisetto? Credi che perché sia una femmina non sia alla tua altezza?”
    “Come ho detto a quel ragazzo… stupido è chi sottovaluta il nemico”
    “Cosa che immagino abbia invece fatto, vero? Ah, è riuscito a farti rivivere il tuo passato?”
    Dark spalancò gli occhi.
    “Dal tuo sguardo deduco di si”
    “E io ne deduco che siete stati voi a mostrarli come fare, vero?”
    “Già. Ma non ti preoccupare: sarai sopravvissuto a lui, ma contro di me non sarai così fortunato”.
    Detto questo, Larxene lanciò subito verso Dark una serie di fulmini.
    Dark riuscì ad evitarli, ma per farlo ricevette in pieno i due coltelli che la numero 12 evocò e lanciò verso le sue gambe.
    Ma con sua sorpresa, Dark non rallentò nemmeno la velocità dei movimenti, e rispose subito lanciando una sfera di ghiaccio verso l’avversaria, che riuscì ad evitarla solo grazie ai suoi riflessi pronti.
    “Com’è possibile?” chiese lei, allontanandosi di qualche metro. “Ti ho colpito in pieno con i miei coltelli, e non hai mostrato nemmeno un minimo segno di dolore”
    “Ho superato torture peggiori di questa” si limitò a rispondere, estraendo i due coltelli sporchi di sangue per poi gettarli via.
    Immediatamente si mise le mani sulle gambe.
    Per qualche secondo vennero circondate da un aurea verde, e le ferite si rimarginarono in breve.
    “Ecco fatto. Sebbene non senta dolore, non sono così stupido da non pensare ad un emorragia” disse lui, per poi evocare i Keyblade.
    Lo scontro tra i due si riaccese subito.
    I Keyblade di Dark si scontrarono con i coltelli di Larxene, facendo uscire scintille.
    Larxene rispose subito all’attacco formando nella mano libera una sfera di tuono che poi lanciò verso Dark.
    Fu il portafortuna a parare il colpo al posto del proprietario e a ripartire all’attacco.
    “Puoi usare i Keyblade telepaticamente?” chiese sorpresa la numero 12.
    “Se questo ti sembra strano, aspetta di vedere questo” rispose lui, per poi volare in alto.
    “Ti mostrerò una parte del potere con il quale ho sconfitto il mio ultimo avversario” continuò, per poi far apparire nella sua mano destra una sfera di tuono, mentre nell’altra una sfera di fuoco.
    “Due magie in contemporanea? Non credevo lo potessi fare realmente”
    “Sei fortunata. Quest’attacco non è che un decimo di quello che ho lanciato contro quel ragazzo”
    “Nemmeno un decimo? Cos’è, mi consideri così debole?”
    “No, è che non voglio distruggere questo mondo”
    “Distrug… COSA?!”
    “Rispondi a questa domanda, Larxene: che cosa succede se si unisce il tuono al fuoco?”
    “Il fuoco può essere una conseguenza del tuono, ma non è possibile unirli. Sarebbe come unire il ghiaccio al fuoco”
    “Allora preparati a vedere l’impossibile” rispose Dark, per poi fondere insieme i due elementi in mano, creando così una sfera perfettamente omogenea di fuoco e fulmini.
    “Ora mi è tutto chiaro… quel tipo non aveva speranze contro di te. Ma io sono tutta un’altra storia. Lancia pure quella sfera, io te la rispedirò contro”
    Dark non si scompose.
    “Può essere. Sarà il destino a scegliere”
    “Tu credi nel destino?”
    “Potrebbe essere”
    “Allora ora vedremo da che parte sta”
    “Stavolta ti devo dare ragione” disse infine Dark, per poi lanciare la sfera.
    Larxene fece sparire i coltelli che teneva tra le dita per poi prendere la sfera con le mani.
    La terra sotto di lei cominciò a riempirsi di crepe per la pressione del colpo, che aumentava con il passare dei secondi.
    “I miei complimenti” disse Dark. “Non è facile riuscire a resistere ad una sfera di quella potenza”
    “Urgh… sei forte… ma hai commesso l’errore di aver usato anche il tuono per crearla”
    Dark spalancò gli occhi.
    “Grazie a questa tua svista, posso… controllarla!” disse, cominciando a circondarsi di fulmini che confluirono nella sfera.
    Poi, improvvisamente, riuscì a rispedirla al mittente.
    Dark venne colto di sorpresa.
    Si preparo a ricevere il colpo che purtroppo per lui non avrebbe fatto in tempo a deviarlo.
    Ma prima che la sfera di tuono potesse colpire Dark, una colonna di ghiaccio apparve dal nulla, colpendo e distruggendo la sfera.
    “Cosa?” chiese Dark, sorpreso come anche l’avversaria.
    “Arrivano i rinforzi!” disse una voce, ben nota ai due combattenti.
    Infatti sopra di loro era apparsa la Gummyship, e sul suo tetto c’erano Sora, Riku e Kairi.
    “TU!” disse Larxene indicando con odio Sora.
    “Ci conosciamo?” chiese lui.
    “Capisco… vedo che Naminè ha fatto un bel lavoro…”
    “Riku, tu dovrai spiegarmi nei minimi dettagli cos’è successo in quel maledetto castello! E anche tu, mio caro Dark!” disse Sora, scendendo dalla Gummyship, assieme ai due amici.
    “Già. Non è stato per niente bello quello che hai fatto” intervenne Kairi.
    “Se avessi saputo che preferivate fare la fine di quel ragazzo e del castello invece di salvarvi vi avrei lasciato dov’eravate”
    “Beh, se la metti sotto questo punto di vista, forse è meglio che sia andata così. Poi vedo che anche tu sei sano a salvo” disse Riku.
    “Volete continuare lo stesso a combattere assieme a me, nonostante quello che sono?”
    “Certo, che domande”
    “Allora sistemiamo subito quella strega” disse Dark, per poi ripartire all’attacco, seguito anche dagli altri custodi.
    Larxene lanciò i coltelli verso Sora, che però li evitò facilmente.
    Il numero 12 si distrasse un attimo per cercare di colpirlo di nuovo.
    E quell’attimo le fu fatale.
    Dark la infilzò con entrambi i Keyblade.
    I coltelli le caddero giù per poi svanire nel nulla.
    “Complimenti… sei riuscito ad eliminarmi… Ma non credere che sia finita qui… gli altri mi vendicheranno… e tu non potrai batterli tutti quanti… Ricordati di queste parole… Anche tu farai la nostra stessa fine… presto o tardi…”
    Poi, proprio com’era avvenuto in passato per opera di Sora, Larxene cominciò a sparire nell’oscurità, ma a differenza della precedente volta dal suo corpo uscì un raggio oscuro, che sparì nel cielo”
    “E quello cos’era?” chiese Sora.
    “Non ne ho idea…” rispose Dark.
    “A quanto pare siamo arrivati giusto in tempo, eh?” chiese Riku.
    “Già, questa volta me la sono vista brutta. Ah, grazie per quella colonna di ghiaccio”
    I tre custodi si guardarono.
    “Emh… Dark, guarda che noi non centriamo. L’abbiamo vista da lontano, ma credevamo fosse opera tua”
    “Cosa? Suvvia, non mi offendo mica a ringraziarvi per una volta”
    “Ma guarda che è così!”
    “Ma allora, se non siete stati voi, chi è stato?”
     
    A pochi metri di distanza, senza che nessuno se ne accorgesse, un varco oscuro si richiuse.
     
    “Comunque come avete fatto a ritrovarmi?” chiese Dark.
    “Beh, a essere sinceri… abbiamo sparato a caso” ammise Sora.
    “Abbiamo solo immaginato che ti saresti potuto dirigere qui”
    “E ricordati che prima o poi ti ripagheremo lo scherzetto che ci hai fatto l’ultima volta”
    “Scherzetto?” si intromise Paperino. “Per colpa di quella ‘scherzetto’, la Gummyship è ridotta a poco meno di un rottame!” continuò, indicando la Gummyship, che effettivamente, non era nelle sue condizioni migliori.
    Era piena di crepe, e alcuni oblò erano dovuti venire sigillati.
    “Beh, io vi avevo allontanati per evitare questo. Siete stati voi a voler ritornare indietro. Comunque risolvo una questione qui e poi porterò la Gummyship a Radiant Garden, così che Cid possa ripararla”
    “Che questione?”
    “Devo trovare la serratura, in modo che questo mondo non possa più venire attaccato”
    “Non sarà facile trovarla…” disse Sora, prima che una luce accecante lo interrupe.
    Il ciondolo di Dark si era illuminato e si stava sollevando da solo.
    A veder ciò, Dark fece una piccola risata.
    “Che ironia… l’ho cercata per così tanto tempo, e l’ho sempre avuta dietro” disse, per poi togliersi la catenina, che si sollevò davanti a lui.
    E come di consueto, alzò il Portafortuna per chiudere la serratura.
    Ma non successe nulla.
    “Cosa succede?” chiese Riku.
    “Perché la serratura non si chiude?”
    “Forse… devi usare entrambi i Keyblade per questa serratura” azzardò Sora.
    Dark seguì il consiglio, ed evocò subito il Lontano Ricordo.
    E come detto da Sora, la serratura si chiuse.
    “E anche questa è a posto” disse Kairi.
    “E ora, come promesso, preparatevi per ritornare a Radian Garden” disse Dark, per poi far spuntare sotto la Gummyship un varco, che la inghiottì, facendola sparire.
    “AHH! La Gummyship!” urlò Paperino.
    “Non ti preoccupare… è arrivata sana e salva a destinazione… Anche se ora che ci pensò bene, non ho controllato se sul punto di destinazione ci fosse qualcuno… spero di no… Beh, direi che possiamo andare anche noi” disse, per poi aprire un varco davanti a loro, per poi attraversarlo.

    Edited by darkroxas92 - 28/10/2010, 17:35
  10. .
    grazie a tutti.
    allora cerchero di continuare così
  11. .
    ed ecco qui il nuovo capitolo.
    Mi rendo conto che potrebbe risultare deludente e far arrabbiare molti fan del mondo in questione.
    Cmq sia sto già lavorando a quello successivo, e le idee per quegli a venire al momento non mi mancano, perciò cercherò di farmi perdonare.
    detto questo, vi lascio alla lettura

    Capitolo 07: Gli occhi di Dark - Torna all'indice dei capitoli
    Dark riaprì lentamente gli occhi.
    La prima cosa che notò fu il luogo dove si trovava: sembrava un’enorme scatola argentata, e lui era all’interno.
    Alzandosi, Dark toccò con le mani la parete.
    Metallo.
    Girandosi, si ritrovò a guardare se stesso nel riflesso del metallo.
    Come immaginava, i cambiamenti che aveva subito erano rimasti definitivi.
    Girandosi nuovamente, si ritrovò davanti uno strano spettacolo.
    Di fronte a lui c’era un essere completamente bianco, praticamente pelle e ossa, con occhiaie profonde intendo a mangiare dolci.
    Dark avrebbe pensato ad una persona normale, se non fosse stato per altri particolari: tipo le due ali che aveva sulla schiena e il fatto che era a testa in giù a mangiare, sospeso in aria.
    “Chissà cosa sta pensando?” chiese l’essere. “Ehi, perché sembra quasi che mi guardi?”
    Dark decise di ignorarlo.
    Anche perché aveva notato la telecamera che c’era in un angolo di quella stanza di metallo.
    “Ehi, tu!” disse. “Chiunque tu sia, posso sapere almeno il perché mi trovo qui dentro?”
    Per alcuni secondi il silenzio regno nuovamente.
    Vedo che ti sei svegliato. Hai dormito per più di una settimana, senza mai svegliarti” gli rispose una voce, distorta con un apparecchio elettronico, pensò Dark.
    “Come sono finito qui? Se è come dici tu, mi dovrei trovare in un ospedale, ma è l’ultimo luogo che questa stanza potrebbe essere”.
    Sei caduto dal cielo da un’altezza di circa 300 metri. E i testimoni dicono che sei spuntato nel cielo dal nulla”.
    “E con questo?”
    Non ti sei rotto nemmeno un osso nonostante quella caduta, quando chiunque altro sarebbe morto sul colpo. Come hai fatto?
    “Non ne ho la più pallida idea. Non so nemmeno come sono arrivato qua”
    Allora ti farò un'altra domanda: cosa sei?
    “In che senso?”
    Ho fatto analizzare i tuoi capelli e i tuoi occhi: i capelli non sono tinti e non porti lenti a contatto colorate. Come fai ad avere quei colori insieme?
    “Prima di rispondere a certe domande, mi farebbe piacere ritrovarmi a faccia con chi mi sta tenendo prigioniero”.
    “Intelligente il ragazzo…” disse la creatura.
    Dark si girò a fissarla, e lei cadde letteralmente giù.
    “Tu riesci a vedermi e sentirmi?” chiese poi.
    Che succede?” chiese la voce.
    “Niente. Mi era sembrato di sentire qualcosa che cadeva, ma devo essere ancora stordito”.
    “Beh, cerca di non perdere la memoria, perché ho un bel po’ di domande da farti” disse uno, entrato da una porta nascosta, con in testa un casco da motociclista.
    ‘Beh, almeno adesso ho capito il mondo dove sono finito’ pensò Dark.
    “Il mio nome è M” si presentò la persona davanti a lui.
    “Ovvero Mello” rispose Dark, facendo spaventare il motociclista.
    “Non ti preoccupare, non dirò il tuo vero nome, anche se so qual è” lo anticipò Dark.
    “Come fai a saperlo?”
    “Ho le mie fonti, che rimarranno top secret, mi dispiace”
    Mello per risposta li puntò contro una pistola.
    “Mettiamola così: o parli chiaramente, o assaggerai piombo. Sarai sopravvissuto a quella caduta, ma questa di sicuro farà male”
    Dark sorrise.
    “Se sei convinto che una misera pistola possa colpirmi, fai pure. Sono abituato ad armi ben peggiori e più efficaci”
    “Mi prendi in giro? Cosa ci può essere di più efficace di una pistola? Per come la penso io, solo un’esplosione”
    “E per uno che è sopravissuto all’esplosione di un pianeta, puoi ben immaginare quanto possa risultare temibile quella pistola”
    Mello rimase spiazzato.
    “Come sarebbe a dire l’esplosione di un pianeta?”
    “Ops… forse ho detto troppo…” disse Dark, senza sincero pentimento.
    Il motociclista lo fissò in silenzio per qualche secondo.
    Poi si tolse il casco, rivelando così un ragazzo dai capelli biondi con metà faccia sfigurata, come se fosse stato sottoposto al fuoco.
    “Non starai cercando di convincermi che viene da un altro pianeta?” chiese poi.
    “Credevo che dopo aver trovato un quaderno che uccide semplicemente scrivendoci sopra il nome di una persona e aver scoperto dell’esistenza degli Shinigami non ti sorprendessi più”
    Mello puntò nuovamente la pistola verso Dark.
    “Come faccio ad essere sicuro che tu non sia Kira?”
    “Io Kira? Devo ammettere che sia il mio aspetto che il mio modo di fare potrebbero farlo pensare… Ma non lo sono, e sebbene penso anch’io che non dovrebbe esistere gente malvagia, non sono certo il tipo da uccidere migliaia di persone per questo. Anche se con questo, non significa che io abbia la coscienza pulita”
    “Ne deduco che tu sei sulla lista di Kira delle persone da eliminare”
    “Purtroppo per lui, non sa ancora della mia esistenza. Immagino che tu abbia già fatto delle ricerche su di me, ma ti abbiano dato esito negativo, vero?”
    “Interessante… mi chiedo chi dei due avrà ragione alla fine…” disse l’essere dietro di lui.
    Dark evocò il portafortuna e lo puntò alla sua gola.
    “Sarai anche uno shinigami, ma vedrai che questa ‘chiave’ ti può colpire tranquillamente” disse tranquillo, mentre l’essere lo guardava quasi sconvolto.
    “Ma con chi stai parlando?” chiese Mello.
    “Con lo shinigami che c’è qui dentro. Non so come faccia a vederlo, visto che non ho toccato nessun Death Note, ma mi dà fastidio che una persona parli di me convinto che io non lo possa vedere e sentire”
    “Uno shinigami qui dentro? E tu vorresti farmi credere che ci sia veramente? Poi se fosse così, questo significherebbe senza dubbio che tu sia Kira!”
    Dark si girò verso di lui.
    “Se io fossi Kira, a questo punto tu saresti già morto”
    “Ehi, tu!” disse lo shinigami.
    “Uh? Credevo potessi vedere il mio vero nome, perché mi chiami ‘tu’?”
    “Mi piacerebbe togliermi questa curiosità, ma sfortunatamente non riesco a leggerlo. Sopra la tua testa non appare né il nome né la durata vitale. Comunque dì a Mello di portare qui un pc. A questo punto, tanto vale che parli direttamente con lui”
    Dark lo guardò per qualche secondo, per poi ripetere il messaggio ad alta voce.
    Mello non sembrò tanto convinto, ma prendendo un cellulare ordinò a qualcuno di portare un notebook.
    Pochi minuti dopo un’altra persona con un casco da motociclista, portando il pc.
    Ma non rimase dentro e uscì subito.
    “Ecco qui” disse Mello, consegnando il pc a Dark, che a sua volta lo consegno allo shinigami.
    “Allora è vero… c’è veramente uno shinigami” fu il commento di Mello, vedendo il pc alzarsi in volo da solo.
    Lo shinigami cominciò a scrivere qualcosa, per poi girare lo schermo verso i due umani.
    ‘Io sono L’
    Era questa l’unica frase scritta sopra.
    “L?” dissero in coro i due.
    Anche Dark era rimasto sorpreso, anche se l’avrebbe dovuto immaginare, visto che aveva visto lo shinigami mangiare dei dolci.
    “Come faccio a essere sicuro che tu sia L?” chiese Mello.
    ‘Eri uno dei due miei possibili eredi. E sai bene che erano solo 5 le persone a conoscenza di ciò, anche se ora ne sono rimaste solo 3’
    “S-Sei veramente tu…”
    ‘Già. Osservo la situazione da un po’ di tempo. Dopo che Kira mi ha ucciso sono tornato come shinigami per cercare di dare una mano, ma finora non mi è stato possibile. Poi è arrivato questo tipo. All’inizio ho addirittura pensato che fosse un altro shinigami’
    “Cosa?” chiese Dark
    ‘Beh, cerca di capire. Teoricamente le uniche persone su cui noi shinigami non riusciamo a vedere il nome e la durata vitale sono altri shinigami. Le probabilità che sia un umano dovrebbero essere meno dell’1%’
    “Sono abituato a essere considerato come l’eccezione che conferma la regola”
    ‘Ma ora c’è una possibilità di sconfiggere Kira’ scrisse L. ‘Mello, devi contattare Near e fallo venire qua. Devo parlare anche con lui, oltre a voi due’
     
    Dark si ritrovò poche ore dopo a camminare per le strade della città.
    ‘Uffa… detesto venire usato in questo modo… ma d’altronde non posso lasciare questo mondo prima di aver trovato la serratura. Mi sorprendo che gli Heartless e Nessuno non siano ancora arrivati’
    Dark guardò il cielo.
    Per sua fortuna pioveva, così poteva tenere su il cappuccio senza destare sospetti.
    Anche perché sapeva che chiunque lo avesse visto in quel momento si sarebbe spaventato.
    Riprese dalla tasca il foglio che i tre detective gli avevano lasciato per raggiungere il posto.
    Ormai dovrei esserci’ pensò Dark, guardando la palazzina di fronte a lui.
    Impiegò circa 10 minuti prima di ritrovarsi davanti alla porta giusta, dove suonò il campanello.
    Pochi secondi dopo un uomo aprì la porta, rimase a fissare Dark, che aveva ancora su il cappuccio e poi cacciò un urlo.
    “Matsuda, che succede?” chiese una voce dall’interno dell’appartamento. “Chi c’è alla porta?”
    “L-L-La m-m-morte!” disse Matsuda a fatica.
    “Capisco che i miei vestiti non siano proprio da festa, ma non ti sembra di esagerare? Non ho nemmeno la falce…” disse Dark.
    “Insomma Matsuda, si può sapere che ti pr… ah” disse un'altra persona, che arrivò davanti alla porta.
    Si trattava di un ragazzo che non doveva avere più di 25 anni, vestito con un completo elegante di colore marrone chiaro con i capelli dello stesso colore.
    “Light, lo vedi anche tu, vero?” chiese Matsuda
    “E tu chi sei?” chiese Light rivolto a Dark, ignorando Matsuda.
    “Sono un emissario di N” si limitò a rispondergli, come da piano.
    “N?” chiese Matsuda.
    “Non so di chi tu stia parlando” rispose Light.
    “Se ti dico Near ti è più chiaro, Kira?”
    Per qualche secondo il silenzio regno sovrano.
    “Capisco… quindi è veramente Near che ti ha mandato. È l’unico convinto che io sia Kira. Ma non è da lui far esporre così direttamente un suo sottoposto”
    “Oh, lui sa benissimo che io non corro nessun pericolo. Sono immune al Death Note, per sfortuna di Kira”
    “Come fai a saperlo, hai provato?”
    “No, ma uno shinigami me lo ha rivelato. Comunque non sono qui per raccontarti di me” tagliò corto Dark, consegnando a Light un biglietto.
    “Questo è il luogo, il giorno e l’ora del luogo che Near ha deciso per mettere fine al caso Kira. Ci sarà anche Mello e un ospite speciale. Desidereremo che tu venga da solo, con il Death Note” disse Dark, per poi cominciare ad allontanarsi.
    “Fermo!” disse Light, prendendoli un lembo del cappuccio, che si levò, rivelando così i capelli e gli occhi di Dark.
    “Light, che succede?” chiese una voce femminile dall’interno dell’appartamento, e pochi secondi dopo arrivò una ragazza che doveva avere più o meno la stessa età di Light, che rimase spiazzata vedendo Dark, che si era girato nuovamente verso i tre.
    “Siamo sicuri che non è la morte?” chiese Matsuda, guardando gli occhi di Dark, che nel frattempo si rimise il cappuccio.
    “Non sono la morte, ma non per questo mi tratterò dall’uccidere chi si metterà sulla mia strada”
    “Ce lo ricorderemo. Ma non ti conviene avere questo atteggiamento, altrimenti Kira potrebbe pensare che tu sia un criminale, e per te sarebbe la fine” disse Light.
    “Come ti ho già detto, non temo Kira. Per quanto mi riguarda, potrebbe essere davanti a me, con tanto di occhi dello shinigami, ma sono sicuro che in quel caso starebbe tremando di paura” rispose Dark, allontanandosi.
     
    Il giorno dopo Dark si trovava in un capannone abbandonato, insieme a Mello, a L e al ragazzo che risultava chiamarsi Near.
    Mello e Near indossavano una maschera del volto di L quando era ancora in vita.
    Invece Dark era rimasto a volto scoperto.
    “Vedo che non vi manga la sfacciataggine” disse la voce di Light Yagami, che entrò in quel momento. “Voi due osate paragonarvi al primo L, ma sapete bene quanto me che non siete al suo livello”
    “Lo avevo detto io che era un’idea ridicola” disse Mello.
    “Il primo L, dici?” chiese Dark. “Tu che ne dici, L? Sono alla tua altezza oppure no?”
    “Sinceramente, individualmente no, ma ho visto che unendo le forze sono anche in grado di superarmi se lo desiderano” rispose lo shinigami, che stava osservando la scena.
    “Con chi stai parlando?” chiese Light.
    “Mi sembra di averlo detto, con L”
    “Non dire stupidaggini. L è morto per mano di Kira tempo fa”
    “Non ho detto che è vivo. Prova a chiederlo allo shinigami dietro di te, chiedigli se qui c’è o no. Se non sbaglio Ryuk ha sempre detto di essere neutrale, quindi non favorirà né noi né te” rispose Dark, osservando l’essere dietro Light.
    “Eh, tu riesci a vedermi?”chiese quello.
    “Non chiedermi come, ma riesco a vedere e sentire tutti gli shinigami anche senza aver toccato il loro Death Note.
    “Ah, questo spiega molte cose. Infatti mi stavo appunto chiedendo come facevi a parlare con L, visto che non gli è ancora stato consegnato un Death Note, e di conseguenza tu non avresti potuto toccarlo”
    A sentire dire ciò dallo Shinigami, Light spalancò gli occhi.
    “Quindi è vero… L è veramente qui, e a quanto ho capito è diventato uno shinigami… beh, non importa. se non ha nemmeno un Death Note, non può fermarmi”
    “Infatti non sarà lui a fermarti” rispose Near. “Ma saremmo noi. Sappiamo che tu non hai fatto lo scambio degli occhi. È bastato farti sapere che ti avremmo aspettato qui da soli, e che tu saresti dovuto venire da solo con il Death Note, che però non puoi utilizzare, non sapendo i nostri nomi e senza aver visto il nostro volto”
    “E voi credete veramente che basti così poco? È vero, ho fatto affidamento solo al Death Note finora, ma non per questo…” continuò Light, tirando fuori una pistola e puntandola verso Near.
    “Non sono capace di usare questa” disse, per poi sparare un colpo.
     
    Near non venne colpito dalla pallottola.
    Fu Dark a intervenire, ed evocando il Portafortuna, deviò la pallottola, che ritornò dal mittente, colpendolo alla mano.
    “E quella cos’è?” disse Light, tenendosi la mano.
    “Il motivo per cui sono immune al Death Note”
    Light si guardò intorno.
    Solo in quel momento capì di essere caduto in trappola.
    “Non ci serve una tua confessione. Abbiamo già tutte le prove che ci servono contro di te. Per te è finita” disse Near.
    “Ryuk, uccidili!” chiese Light, anche se sembrò più un ordine.
    “Ucciderli?” chiese lo shinigami, per poi mettersi a ridere.
    “Sai Light, mi piacerebbe farlo, ma in ogni caso non ho intenzione di morire per salvare la tua vita. E poi, potrei farne fuori solo due. Di uno non riesco a leggere né il nome né la durata vitale”
    “Arrenditi, Light Yagami. Se ti consegni di tua volontà, faremo in modo di non farti soffrire troppo per la tua condanna” disse Mello.
    “Arrendermi? Ryuk, non importa se non riesci a farli fuori tutti, ma scrivi i loro nomi sul Death Note!”
    “Devo scrivere i loro nomi? E va bene, come vuoi tu…” disse lo Shinigami, cominciando a scrivere sul suo quaderno.
    I tre però rimasero impassibili.
    Dark già sapeva come sarebbe finita.
    Infatti lo shinigami mostrò poco dopo il suo quaderno a Light, ma Dark riuscì lo stesso a leggere cosa aveva scritto: LIGHT YAGAMI.
    “C-Cosa significa questo?” chiese spaventato Light.
    “Significa che tra 40 secondi morirai” rispose Dark. “Proprio come previsto”
    A quel punto Light si avvicinò al misterioso ragazzo che era riuscito a mandare a monti i suoi piani.
    “Tu… Tu chi sei? Come hai fatto?”
    Dark sorrise.
    “Il mio nome è Dark, ma è inutile che tenti di scriverlo su quel frammento di quaderno. Il mio vero nome non è quello, ma l’ho dimenticato. Però se ti interessa saperlo, ti posso togliere il dubbio sul perché non potevo venire ucciso dal Death Note. La verità è che io non sono di questo mondo”
    “Come?” chiese Light.
    “Questo vuol dire che sarei stato sconfitto da un… un alieno?” disse infine, per poi cadere a terra, privo di vita.
    “A essere sincero…” disse Dark, sapendo di parlare al vento. “Preferisco venire definito un viaggiatore”
     
    “Grazie per il tuo aiuto” disse Mello.
    “Senza di te non so se ci saremmo riusciti”
    “Ci sareste riusciti lo stesso, ma il prezzo da pagare sarebbe stato più alto” rispose Dark ai due detective.
    “E ora dove andrai?” chiese L.
    “Credo che andrò a sistemare una situazione che ho lasciato in sospeso tempo fa… Sperando di non aver aspettato troppo”
    “Tornerai da dove sei venuto, vero?” chiese Near.
    “Si vede che voi tre siete i migliori detective di questo mondo” rispose Dark, per poi aprire un varco di fronte a lui.
    “E quello cos’è?”
    “Il mio passaggio… Ah, L, mi puoi togliere una curiosità?”
    “Immagino tu voglia sapere come ho fatto a diventare uno shinigami”
    “No. Quello che volevo chiederti e cosa hai intenzione di fare. Ryuk ha fatto capire chiaramente che presto riceverai anche tu un Death Note. Hai intenzione di usarlo?”
    “Gli shinigami devono usare il quaderno per poter vivere…” cominciò L. “Ma io non ho intenzione di togliere la vita ad altri per la mia. Farò in modo di bruciare il quaderno, in modo da non cadere in tentazione e di non farlo usare a nessun altro”
    “La risposta che mi immaginavo” disse Dark, rimettendosi il cappuccio per poi attraversare il varco.

    Edited by darkroxas92 - 28/10/2010, 17:34
  12. .
    nn ho mai letto satan, quindi ti posso assicurare che non ho preso spunto da lì XD.

    cmq mi fa piacere che questo capitolo abbia avuto successo

    ps:
    sebbene i miei numeri fortunati siano il 13 e il 17 (soppratutto se di venerdì, e nn sn ironico) nn credo si fermerrano a questo numero, se tutto va bene ovviamente XD
  13. .
    tutto ha il suo tempo. al momento posso solo dirvi di avere pazienza
  14. .
    full metal alchemist (per la precisione Brotherhood)
  15. .
    beh, io sn abituato a leggere e ascoltare con la musica di sottofondo.

    se vi interessa saperlo, mentre scrivevo l'ultimo capitolo stavo ascoltando la colonna sonora di fma XD
597 replies since 23/3/2007
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