Ciao ragazzi ho qualcosa di nostalgico per voi

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  1. ~ Lev
     
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    Ciao!
    Ti dico subito che non ho soluzioni precise da offrirti ma, a questo punto, parliamone.
    Mi trovo in una situazione relativamente simile alla tua: frequento il liceo classico, ed attualmente sto ripetendo il quarto anno. La mia bocciatura è stata provocata da un mio improvviso smettere di studiare nel corso dell'anno, degenerato nell'apatia totale. A questa situazione sono arrivato per via della mia repentina presa di coscienza di essere sempre stato eccelso nei risultati scolastici e di aver condotto la mia vita in certi modi al solo scopo di rispettare le aspettative di coloro che mi circondano e per evitare di essere disturbato in qualche modo nei preziosi sabato pomeriggio, che speravo di poter trascorrere come più mi piaceva; speranza negata da pretese e richieste sempre più tremende. Essenzialmente, la pace di un pomeriggio, sempre a rischio, non mi è più bastata, le aspettative altrui, in costante aumento sia sul piano scolastico che su quello umano, sono diventate una rottura a cui non volevo più adeguarmi e, soprattutto, mi sono reso conto di non avere assolutamente alcuno stimolo che mi spronasse a studiare. Il futuro lavorativo? Fin troppo astratto. Soddisfazione personale? I buoni voti non mi hanno mai appagato in alcun modo. Le materie sono interessanti? Certo, ma i miei interessi personali lo sono molto di più. "Studia per te stesso! Cresci! Diventa adulto!" Beh, grazie, ma quali punti di riferimento dovrei mai seguire per conseguire obiettivi così sfaccettati e ricolmi di dubbi, raccattando pure la forza di superare pigrizia ed assenza completa di stimoli o necessità per impegnarmi? "Fallo e basta". No. Conclusione: ho droppato tutto e ho perso l'anno.
    A seguito della bocciatura, in famiglia si è scatenato l'inferno ed ora, per farla breve, l'assetto stesso del mio "focolare domestico" si è completamente destabilizzato. Ora come ora, ho capito di aver scelto di agire in modo estremo, forse per lanciare un qualche tipo di segnale, ma per quanto mi manchino moltissimo i miei vecchi compagni di classe e nonostante le enormi difficoltà che sto sperimentando nel ritrovare la forza di studiare, anche solo nella speranza di poter scegliere una facoltà di mio interesse all'Università, non rimpiango l'errore che ho commesso: molte cose di un me stesso che ho represso per anni stanno lentamente venendo fuori; sono sempre io, ma magari non sono più così tremendamente impacciato nell'intrecciare una conversazione con uno sconosciuto, e non mi sento più un essere così schifoso ed abietto se provo attrazione fisica per una ragazza, mentre l'esigenza di mantenere un contegno costantemente serio ed impassibile col prossimo è andata a farsi benedire; dalla compagnia esclusiva del mio migliore amico, ho aperto gli occhi e mi sono reso conto di quante persone mi volessero bene, senza contare che ne ho poi trovate molte altre, e piano piano sto cercando di recuperare stabilità, anche se i problemi ed i guai quotidiani sono veramente tanti. In definitiva, la cosa davvero bella è che finalmente sta emergendo un me stesso spontaneo, che non ha bisogno di condurre una vita sbandata o gesti estremi per chiedere aiuto, e che neppure si adegua sottomettendosi alle pretese del prossimo e della società in generale.
    Certo, motivi per impegnarmi seriamente a scuola non ne ho ancora trovati, ed il desiderio di non fare assolutamente nulla per tutto il giorno continua a risultarmi tremendamente appetibile; neppure intendo lasciare la scuola, perché il liceo classico è davvero l'unico "luogo sociale" a cui possa rapportarmi un minimo, e non mi sento ancora indipendente da una famiglia che, ironicamente, manderei felicemente a quel paese; detesto pure il posto in cui vivo e no, non ho nessuna voglia di seguire il motto "E allora rendilo un bel posto!"; inoltre, una parte di me a cui tenevo moltissimo è scomparsa per sempre, senza che me ne accorgessi neppure, tutto preso dalle mie attività forzate, e questo sarà sempre il mio maggiore rimpianto; aggiungici che l'unico mio vero desiderio è qualcosa di fisicamente irrealizzabile, quindi continuo a struggermi periodicamente e a vagare nella rassegnazione. Però almeno posso essere sinceramente me stesso in tutto ciò. Non so se sia in avanti, ma è già un passo.
    Non ti dico di fare una stronzata come quella che ho fatto io: magari innesca qualcosa, ma Dio, quanti danni che provoca. Potresti però provare ad ascoltarti un po' di più e a concederti qualcosina, senza destabilizzarti troppo. Piano piano qualcosa otterrai di certo.
     
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4 replies since 26/11/2014, 02:00   87 views
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