Marry The Night

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    Quando cammino per le strade italiane da sola abbasso lo sguardo ed evito strade affollate, nei negozi mi vergogno così tanto che nella mia stessa città mi chiedono "ma non sei di qui vero?", ho sempre l'impressione che la gente mi sia ostile dal principio e che io debba giocare con la mia dignità. Per non parlare di quando mi ritrovo davanti dei gruppi di persone: la mia mente urla 'noooooo', poi prima di rispondere ad ogni cosa che mi dicono devo pensare. Sento una parte di me dire "fai solo danni se parli, non guardarli e soprattutto pancia in dentro".
    Anche se in quest'ultimo anno la mia vita sociale e amorosa (a tratti, ma così gira l'amore) è andata in crescendo, il disagio mi accompagna comunque.
    Mi rendo conto che la maggior parte delle mie paranoie sono per lo più capricci e brutte esperienze. Ho provato a fregarmene, non ci riesco.


    Ogni volta che mi ritrovo all'estero è come se spezzassero il filo spinato. Improvvisamente la spontaneità prende il sopravvento. Camminare da sola (e anche perdermi e chiedere indicazioni) è persino piacevole, interagire con sconosciuti è imbarazzante ma emozionante, non mi preoccupo minimamente di quello che faccio o dico e di cosa potrebbero pensare gli altri (anche quando si trattava di interazioni 'a lungo termine'). È dovuto sicuramente a fattori psicologici, semplice e ridicolo, tuttavia non posso fare a meno di chiedermi se è segno che io non appartenga a questo paese.
    Cerco sempre di essere scettica su questi discorsi, sostengo che i ragazzi siano molto più teatrali che obiettivi e pratici. Ma ovviamente faccio parte di questo giro — così come tutti voi, per ora mi pare nessuno escluso. C'è una vena esibizionista anche per il solo fatto che ogni nostra parola è pubblica, immagino.
    Ritornando al punto:
    Londra l'ho preferita a L.A. per diversi motivi e penserò sempre che sia la città dei sogni, ma quando me ne sono tornata in Italia dopo il viaggio in America ho proprio pensato "me ne sto andando da casa mia". Era tutto diversissimo, sia in positivo che in negativo. Sarà una cosa malata ma forse vivere di anime, serie tv e internet mi ha veramente dato uno stile di vita e di pensiero (non per forza migliore) che si univa perfettamente a quello visitato.
    Non parlo poi dell'università!! Un piacere andarci, una gioia svegliarmi alle 7 per poi fare circa 8 ore con solo pausa pranzo con quegli insegnanti indescrivibili. Per la prima volta non ho sentito pressioni, anche quando le valutazioni erano negative. E poi cristo tutto quello che dicevano era così costruttivo. Loro badavano a TE, al TUO percorso. Non sei un numero.
    Ricordo ancora quanto ero FELICE che il mio pitch fosse stato completamente SMONTATO dalla professoressa, perché non era una sconfitta, non era un esame andato male, non me lo ha fatto pesare minimamente.
    C'è anche da dire che due settimane non dicono molto. Però un anno in italia non mi ha dato questo entusiasmo.
    (Comunque nulla da togliere ai miei professori che a spiegare son bravissimi. L'approccio americano è solo diverso e decisamente più pratico).
    Con Londra è stata un'esperienza più astratta, emotiva e vaga, ma rimane il fatto che mi sentivo molto più ambientata lì che qui.

    Ormai mi martella solo un pensiero in testa: devo andarmene. Via da qua. Tutto tranne che qua.
    Lo so che probabilmente la mia carriera lavorativa sarà impossibile, stracciata dalla concorrenza. Mia madre vuole che mi impegni a diventare insegnante universitaria e consolarmi con i viaggi.
    Ma credete veramente che io me la senta di seguire questo consiglio quando la mia stessa personalità mi sorprende fuori da questa terra?
    Vediamo che mi dirà il Giappone, quando verrà il suo tempo.

    Intanto comunque voglio lavorare su me stessa. Perché chi cazzo sono gli altri? Io in fondo mi piaccio, l'ho capito. Devo smetterla con tutte queste stupide pippe mentali e vittimismo e sbattimento. Tutto quello che c'è nella mia testa è puramente costruito. Bisogna cambiare le basi, evidentemente.

    (È tanto caro potersi tuffare qui. Grazie di esistere)
    (Penso abbiate capito che il titolo l'ho preso dalla canzone che stavo ascoltando e che non c'entra un cazzo)
     
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  2. Megàmi
     
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    E.. al di fuori della tua città, ma restando sempre in Italia? Cambia qualcosa o ti senti comunque a disagio?
     
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    Fai un favore a te stessa e ai tuoi figli se riesci a vivere in un altro paese.
    Non so bene cosa studi o cosa cerchi di diventare, ma credo che alla fine non importi più di tanto.
     
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2 replies since 30/8/2014, 01:26   84 views
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