Kingdom Hearts Reloaded

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    CAPITOLO XXII
    Disperazione


    Il mattino seguente Dexuk si svegliò di buon’ora. Gli parve strano il risveglio, da solo nella sua stanza. Eppure il suo pensiero non andava molto a quella solitudine temporanea, quanto alla giornata precedente … a quella promessa fatta a caldo, con la tensione massima e il fisico provato dal limite prolungato.
    << Perché le ho promesso di tornare?>> si chiese il ragazzo, alzandosi dal letto e andando in bagno.
    Si sciacquò più volte il viso, guardandosi allo specchio, gli occhi grigi iniettati di sangue e i capelli tutti arruffati. Si grattò la testa sbadigliando prima di farsi una bella doccia rinfrescante. Rimase mezz’ora e più sotto l’acqua scrosciante, con quei volti impressi nella mente, lo stesso sorriso, i capelli molto simili, ma gli occhi così diversi. L’una lo attirava più dell’altra. Ma quella promessa lo tormentava, che bisogno c’era di dirle ciò? Dopotutto il suo compito era quello di entrare ed uscire dai mondi senza farsi notare, eppure, in queste missioni, era riuscito a mimetizzarsi fra i protagonisti di quei luoghi, fino a diventare uno di loro. Ma tutto ciò a cosa sarebbe servito, in fondo?
    Era ormai uscito dalla doccia e più che pronto vestì la tunica nera, mise guanti e allacciò le scarpe, il tutto con calma. Prese la Kurai di sfuggita, nascondendola quasi nella tunica e si avviò. Il corridoio era deserto, si sentivano addirittura gli spifferi, qualcosa di inquietante, non si sarebbe mai abituato ad un castello così vuoto, così come a fatica poteva abituarsi ad un risveglio in solitaria. Ma era ossessionato da quelle sue parole, durante il tragitto. Continuava a chiedersi il perché delle sue azioni in quella missione, ma finalmente giunse nell’Area Grigia. C’erano solamente Xaldin e Xigbar, Xemnas non si era ancora svegliato. Il che era piuttosto singolare, di norma il numero I era il primo a svegliarsi e ad organizzare la giornata, lasciare il timone mattutino alla coppia Xaldin-Xigbar non era una saggia decisione. Sembravano tranquilli, Xaldin servì la colazione senza fiatare, certo era strano Dexuk quella mattina, ma ci fecero tutti poco caso. Dex mangiò in fretta ed aspettò. Giunsero insieme Xion e Roxas.
    << Eheheheheeh … il nostro Roxy sta crescendo>> disse Xigbar d’un tratto. I due appena entrati rimasero di stucco, prima di prendere posto.
    << Hey Dex, che hai?>> chiese d’un tratto Roxas guardando il numero XV con la testa fra le braccia conserte sul tavolo.
    << Vero Dex … non hai spiccicato una parola da quando sei qui>> disse Xaldin, sedendosi sul tavolo.
    << Penso>> rispose Dexuk, alzandosi. In quel momento giunsero Saix e Xemnas. Tutti i membri si lanciarono qualche occhiata, Xaldin, Xigbar, Dexuk e Roxas si lasciarono andare a qualche risolino, mentre Xion non capiva cosa stava succedendo con esattezza. Questo non sfuggì a Xemnas, era di pessimo umore quella mattina.
    << Voi tre, andate, veloci!>> disse, aprendo un varco oscuro e sedendosi a bere il suo caffè. I tre eseguirono l’ordine ed entrarono, Dexuk in testa.
    Si ritrovarono su di una stranissima isola, la nebbia era molto fitta e c’erano alcune bare accanto a loro.
    << Questo posto non mi piace>> disse Roxas, prendendo il Keyblade, stessa cosa fece Xion. Dexuk parve più tranquillo. Cercò di tastare il terreno come suo solito, ma non c’era traccia di Heartless in quel posto.
    << Brutto segno>> si disse, quando Roxas e Xion svanirono. Dexuk si voltò, qualcuno si era fermato.
    << Salve!!!>> proruppe uno scheletro con un’acconciatura afro, un cappello a cilindro su di essa, posto leggermente di traverso, un completo violaceo sgualcito ed un bastone da passeggio.
    << MA PORCA?!>> Dexuk indietreggiò prendendo la sua Kurai.
    << Calmati, mio spaventato amico – disse lo scheletro, alzando il cappello – io sono Brook, in carne e ossa … beh più ossa che carne>> concluse lo scheletro di nome Brook.
    << Oh … capisco … beh … come diavolo fai ad essere vivo?>> chiese Dexuk, riponendo la Kurai.
    < Oh beh … tutto merito di un frutto del mare, ha permesso alla mia anima di tornare nel suo corpo, però a causa della nebbia ho passato anni a cercare il mio corpo e quando l’ho trovato … ahimé … era uno scheletro!! Solo i miei capelli si erano salvati>> rispose Brook, tragico.
    Ma Dexuk aveva voltato le spalle e se ne stava andando, ma fu braccato prima dallo scheletro Brook, poi da una specie di non morto.
    << Oh no … ancora!>> si lamentò Dexuk, brandendo la Kurai. Si lanciò contro la creatura e le tagliò la testa.
    << Bel colpo amico!>> applaudì lo scheletro. Eppure il non morto non parve risentire del colpo, recuperò la testa e ritornò all’attacco.
    << Ma cosa?!>> Dexuk non sapeva cosa fare. In quel momento intervenne Brook, lanciando del sale nella bocca del mostro, che si accasciò al suolo. Una figura nera si levò da quel corpo, una vera e propria Ombra, che se ne andò, ringraziandoli.
    << Come hai fatto?>> chiese Dex.
    << Questi sono solo cadaveri, mossi dalle ombre che le abitano. Moira … il membro della Flotta dei Sette che ha creato questo posto, ruba le ombre ai malcapitati e le usa per far vivere il suo esercito di zombie>> spiegò lo scheletro, tranquillo, appoggiandosi al suo bastone da passeggio.
    << Dove sarà Dex?>> chiese Xion.
    << Non lo so … ma Xemnas ha detto di rientrare … facciamolo>> rispose Roxas, titubante. Aprì dunque un varco Oscuro e vi entrò con la compagna. Xemnas aveva diramato l’ordine di rientro, era successo qualcosa.
    Ma questo Dexuk non lo sapeva, era troppo impegnato a combattere col sale questi non morti assieme allo scheletro Brook.
    << Guarda questo!>> disse ad un certo punto lo scheletro, fermandolo. Dex indietreggiò, curioso. Il bastone da passeggio di Brook in realtà era una spada e lo scheletro la utilizzò. Fu estremamente rapido, era già dall’altra parte.
    << Tre passi in leggerezza … - disse, riponendo pian piano la spada – Colpo Cocca di Freccia!>> e a quelle parole i malcapitati colpiti crollarono al suolo e le ombre si liberarono.
    << Ho cosparso di sale la mia lama>> spiegò poi a Dexuk.
    << Non male come attacco>> ammise il ragazzo, continuando a combattere.
    << Non è molto difficile da imparare, se sei abbastanza veloce puoi eseguirlo>> disse Brook, liberando l’ennesima ombra. Nuovamente Brook si lanciò contro i non morti, ma Dexuk rimase indietro.
    << Xaldin>> disse.
    << Rientro immediato, numero XV>> rispose Xaldin, scomparendo. Così fece Dexuk, che non ebbe modo di sperimentare la Cocca di Freccia.
    C’era un gran via vai di Simili nell’Area Grigia, molti membi erano allarmati.
    << Cosa è successo?>> chiese Dexuk.
    << Siete stati fuori nove giorni, non è stata una bella mossa mandarvi laggiù>> ammise Xemnas, mentre gestiva il lavoro di alcuni Stregoni.
    << Problemi al C.O.>> disse ad un tratto Demyx, passando accanto a Dexuk e poi svanendo.
    << Come?!>> Dexuk parve allarmato. Non voleva pensare al peggio. Ma il suo timore doveva diventare realtà, specie quando giunse Saix, col fiatone. Aveva corso a lungo.
    << Usare un corridoio no eh? Stupido gatto>> disse Xaldin.
    << Zitto metallaro – riprese Saix – non ci sono superstiti al C.O.>> dichiarò il numero VII. L’intera sala cadde nel silenzio, neanche Xemnas aveva la forza di parlare, e questa si che era una notizia. A Dexuk parve crollare il mondo addosso. Si sedette, lo sguardo perso nel vuoto. La stessa cosa fece Roxas, era molto legato ad Axel, e anche lui era partito.
    << Non è possibile … >> disse il biondo numero XIII.
    << Ditemi chi è il responsabile>> disse un tratto Dexuk. Ma non ottenne risposta, mentre un alone oscuro cominciò a circondarlo, alcune scintille percorsero quell’alone. Fu probabilmente l’unica volta nella quale Xemnas non avrebbe mai potuto fermare l’ira di Dexuk. Il ragazzo d’un tratto scomparve.
    << Dove pensi sarà andato?>> chiese Xion.
    << Al C.O>> disse quasi subito Luxord, riponendo il mazzo di carte in tasca.
    In effetti Dexuk si trovava all’ingresso del Castello dell’Oblio. Aveva una stranissima struttura, molte torri si ergevano sulla stradina che conduceva all’ingresso. Dexuk entrò. Appena posò il piede oltre la soglia un susseguirsi di immagini tempestò la sua mente.
    Vide Daniel, Fannie, Gohan, Goku, Bill, Xukog, Omega, Fred, Reg, Francy ed infine suo nonno. Ad ogni immagine corrispondeva un determinato ricordo. Per Daniel i giorni alla Fortezza Oscura e gli allenamenti. Fannie e le sue amorevoli cure, Gohan e la vendetta contro Cell, Bill e Xukog, il suo unico nemico, Omega, il suo sottoposto, Fred e Reg, inseparabili amici, membri dela resistenza della Fortezza Oscura, Francy, il traditore e suo nonno … la sua infanzia, le giornate felici, i racconti, il Keyblade, Sora, Riku. Dexuk si piegò tenendosi la testa fra le mani.
    Poi una figura si mosse davanti a lui, gigante, maestosa. Vide alcune piume fluttuare accanto a lui, gli occhi sgranati.
    << Guardami>> disse la figura. Dexuk alzò lo sguardo. Una Fenice si ergeva su di lui, le ali spalancate, era gigantesca.
    << F – Fenice?>> chiese piano il ragazzo.
    << Duke – continuò Fenice – sei diventato una creatura dell’Oscurità, ci siamo fatti sopraffare entrambi>>
    << MI HAI ABBANDONATO!>> urlò il ragazzo.
    << Qui ti sbagli, Duke – rispose Fenice, calmo – come mai ti sono cresciute delle ali uguali alle mie? Come mai hai cominciato a controllare esclusivamente il fuoco?>> chiese.
    Dexuk non seppe rispondere, Fenice sorrise.
    << Ma adesso … perché sei qui?>> chiese Dexuk.
    << È una dimensione temporale diversa … fra tre anni si aprirà un varco che ti riporterà a casa, vicino al Grattacielo>> rispose Fenice. Dexuk svenne.
    Era nella sua stanza, aveva dormito e tanto. Certo non era difficile capire quanto tempo fosse passato, era tutto così uguale, aveva dormito per qualche ora, probabilmente.
    Guardò il soffitto. Era successo nella sua testa, forse.
    << Ma chi è Duke?>> chiese.

    ***


    A bordo della vecchia Gummyship di Duke, i tre ragazzi avevano appena intrapreso il loro viaggio attorno ai Mondi. Dovevano evitare la figura di Xukog e dei suoi sottoposti, ma Gohan aveva un chiodo fisso.
    << Sono diventato decisamente più forte dell’ultima volta, posso affrontarli!>> si lamentò.
    << Gohan … gli Androidi sono comunque due e sconfitti loro non pensi che scenderebbe in campo lo stesso Xukog, non siamo ancora pronti per affrontarlo>> rispose Fannie, in tono di rimprovero.
    << Fannie ha ragione, abbiamo bisogno di esperienza>> concluse Dan, pilotando la Gummyship lontano da Crepuscopli.
    Il Sayian era poco convinto, sentiva di essere più che pronto per prendere la sua rivincita sugli Androidi una volta per tutte e rivendicare il braccio sinistro.
    Il trio era diretto, su direttiva di Yen Sid, al Mondo che non Esiste, certo, i ragazzi si erano detti che, a rigor di logica, non avrebbe potuto esistere un mondo che propriamente NON ESISTE, ma era segnato nella rotta e quindi eseguirono.
    << Chissà cosa passa nella mente di quel vecchio>> sospirò Gohan, nuovamente. Questa volta Dan e Fannie gli diedero ragione, il Mondo che non Esiste era di fronte a loro.

    ***


    Dexuk continuava a chiedersi se tutto fosse avvenuto nella sua testa o realmente. Certo le piume di Fenice che si muovevano accanto a lui in quel luogo erano dannatamente reali, così come Fenice stesso. Questi interrogativi sembravano dover restare a lungo senza risposta.
     
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