IL SOGNO PIù BELLO

-Ero circondata da una frotta di Shadows e un ragazzo con una Kayblade li eliminava uno ad uno per liberarmi. Poi s'inginocchiò e mi tese la mano: "Tutto a posto?"-

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  1. Rei;
     
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    Avevo notato anche io Moguro, ma poi mi son persa nel capitolo. *-*
     
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    CITAZIONE (Aledragon @ 10/6/2010, 16:20)
    Sono contenta che vi stia piacendo!! ^^

    Purtroppo per i prossimi capitoli si dovrà un po' aspettare: ho le ultime interrogazioni e le lezioni di guida. Forse stasera riesco a pubblicare il prossimo capitolo ... ;) Spero di farcela.

    (Per l'Hentai AlessiaxRiku ci avevo pensato ... XD Comunque ho fatto alcuni vecchi disegni su questa fanfic, appena posso li posto, così vi mostro come ho immaginato io la protagonista).

    A stasera (spero)!

    E allora modifichi un capitolo e ci ficchi in mezzo l'hentai :addit: XD

    PS: E' Jasmine, comunque..
     
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  3. Aledragon
     
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    Ragazzi, grazie per le correzioni. XD Non è facile ricontrollare tutte queste pagine e far caso agli errori! Tra l'altro non sapevo che Moguri fosse un pluralia tantum ... *_* Adesso lo so. Quando finirò di pubblicare tutto, ricorreggerò per la 3^ volta, grazie ai vostri suggerimenti. :)

    Siete pronti per il prossimo capitolo??

    VIA! XD




    ALEXIASS
    - Capitolo 11° -





    Riku continuò a lottare contro l’Anti-Sora, difendendosi con la propria arma, cercando di non colpirlo.
    Io rimasi con le spalle al suolo, incapace di reagire e di pensare. La mia avversaria premeva la Scintilla del Cuore contro il mio petto. Sorrise beffarda:
    <che ti succede, eroina, non riesci più a rialzarti?>. Rise isterica.
    <chi cavolo sei!?>, chiese debolmente Kairi, appoggiata ad una parete.
    <non lo vedi? Sono Alessia!>, rispose la ragazza con un sorriso malizioso.
    “Che sta succedendo?”.
    Mi sembrò che il tempo fosse rallentato. Sentivo le tempie pulsare e una fredda sensazione di disagio s'impadronì del mio cuore.
    Sapevo bene chi era quella ragazza. Anzi, cosa era.
    Lentamente, quella aprì la mano sinistra; mentre la richiudeva, senza staccarmi gli occhi di dosso, l’Ombra del Cuore vi si materializzò con un tintinnio metallico.
    Riku e Sora continuavano a combattere, spargendo macerie e tesori per tutta la Sala.
    <cosa vuoi da me?>, chiesi al mio Nessuno.
    Lei si fece scura in volto:
    <voglio farti cambiare idea>.
    Non avevo idea di cosa parlasse. Mentre la guardavo negli occhi –in quegli occhi, che erano lo specchio dei miei- richiamai la KeyBlade, che ricomparve nella mia destra.
    La Nobody si ritrasse e lasciò che mi rimettessi in piedi.
    <e su che cosa? Spiegati!>.
    Kairi si era lentamente avvicinata, sostenendosi lungo la parete.
    Riku fu gettato a terra dall’ombra di Sora, che si preparava a dargli il colpo di grazia. Improvvisamente, il corpo dell’ombra cominciò ad emanare un'aura nera e a mutare: Sora stava tornando normale.
    Il Nessuno si voltò a guardare verso di loro, poi tornò su di me.
    <cosa vuoi veramente?>, mi chiese.
    Osservai la ragazza, l’altra metà del mio cuore, della mia anima.
    Il Nessuno era perfettamente uguale a me. L’unica differenza erano la voce, i capelli e gli occhi, più scuri dei miei. Indossava un completino identico al mio, tranne che per i colori: prevalevano il rosso e il nero, così com’era nera la sua Ombra del Cuore.
    <senti… Alessia,…>, cominciai.
    <no!>, m’interruppe. <aspetta. Non chiamarmi in quel modo>, aggiunse scandendo ogni parola. <io non sono te>.
    <e come vuoi che ti chiami?>, ribattei spazientita.
    <alexiass>, rispose portando le mani ai fianchi -un gesto che facevo spesso anch’io.
    Mio malgrado, mi venne da ridere.
    <… d’accordo, Alexiass. Non ho capito il motivo della tua ostilità verso di me. Gradirei che tu parlassi chiaro e la smettessi usare inutili giri di parole>.
    Nel frattempo Sora si era ripreso e aiutava Riku ad alzarsi da terra, scusandosi perché lo aveva attaccato.
    Alexiass rise di me:
    <…E tu piantala di parlare come un libro stampato!>.
    Arrossii e la fulminai con lo sguardo.
    <d’accordo, visto che non ci vuoi arrivare da sola, ti do un aiutino>.
    Alle sue spalle, Riku era in piedi accanto a Sora, che reggeva Kairi cingendole il fianco con il braccio sinistro.
    Alexiass si spostò di lato e con un gesto teatrale mi mostrò gli amici, che assistevano alla scena accigliati e confusi.
    La Nobady trafisse il suolo con la KeyBlade:
    <cosa hai intenzione di fare quando avrai finito di giocare all’eroina in questa Dimensione?>.
    Capii. Misi i tasselli mancanti al loro posto nella mia mente.

    Come aveva predetto Merlino, presto mi sarei ritrovata a un bivio: avrei dovuto scegliere se restare nelle Isole del Destino o tornare a casa sulla Terra e risvegliare il mio corpo morente.
    <perché me lo chiedi?>.
    Alexiass estrasse l’Ombra del Cuore e incrociò le braccia al petto:
    <perché voglio che tu faccia la scelta giusta, che dovrà coincidere inevitabilmente con la mia.
    E non posso permetterti di manipolarmi>.
    <ma che dici!? Tu sei me, e non puoi pensare diversamente da me!>
    <ti sbagli di grosso!>, sciolse le braccia e strinse i pugni. <tu non comandi proprio nessuno, io non farò qualcosa contro la mia volontà!>, sbottò.
    La guardai, sgomenta. Non mi aspettavo una simile resistenza.
    Kairi mi guardava allarmata.
    <datti una calmata. Non sai nemmeno quello che voglio io!>, replicai.
    <e cosa vorresti? Sentiamo>. Sorrise feroce.
    Rimasi in silenzio. Sora e gli altri, alle spalle di Alexiass, mi guardavano tesi.
    E adesso!?
    Aprii la bocca, ma non riuscii a risponderle.
    <come immaginavo …>.
    Il mio Nobody scosse la testa con gli occhi chiusi. <sappiamo tutt’e due quello che vuoi veramente. Ma tu ti ostini a non ascoltare il tuo cuore>.
    La guardai implorante: <perché mi fai questo!? E’ già tutto complicato senza che tu mi faccia pressione!>. Sentivo che i miei occhi divenivano lucidi.
    Sora, Kairi e Riku si erano mossi dalla mia parte e spostavano lo sguardo da me e al mio Nessuno.
    <patetico…>, commentò sprezzante Alexiass. <non mi unirò mai a una che non sa neanche quello che vuole>.
    <cosa!? Tu devi unirti a me! Non sarai mai completa senza…>. Le parole mi morirono in bocca.
    <già>, sorrise trionfante il mio Nessuno. <e neanche tu sarai mai completa senza di me!>.

    Rimasi pietrificata.
    “Testarda di una Nobody!”
    Serrai la mascella impotente e chiusi gli occhi per calmarmi.
    <smettila!>, urlò Kairi improvvisamente. Tutti ci girammo a guardarla: si reggeva ancora a Sora, debole per l’attacco degli Heartless di prima.
    Alexiass la squadrò con aria superiore.
    <piantala! Sta facendo il possibile per salvare il nostro Universo e tornare sulla Terra>. Si schiarì la voce flebile e riprese con meno vigore:
    <tu non vuoi la sua felicità? Non vuoi ritornare ad essere completa?>.
    Alexiass s'incupì e abbassò lo sguardo per un secondo; guardò prima Sora, poi Riku. Corrugò le sopracciglia e scosse rapidamente la testa:
    <…Certo che voglio essere felice e completa. Ma non lo sarò mai se…>, la sua voce s’incrinò. <…non sarò mai felice sulla Terra>. Diede un’altra rapida occhiata ai due ragazzi, poi aggiunse: <non posso più esserlo>.
    Riku e Sora si guardarono a vicenda senza capire.
    Io, invece, comprendevo il senso di quello che aveva detto.
    Dovetti ammettere che io non avevo voglia di lasciare l’isola dei miei tre amici una volta completata la missione. Non volevo abbandonare Sora e Kairi, e Riku.
    Riku…
    Ebbi una stretta al cuore.
    Era lui il mio freno. Lui la vera e unica ragione per cui non volevo risolvermi ad andarmene per sempre.
    Istintivamente, lo guardai; anche lui mi stava guardando: per un istante, nelle sue iridi limpide passò un’ombra scura.
    Tornai a fissare la mia avversaria, immobile davanti a me.
    M'indicai con il pollice: <io non posso restare, Alessia>.
    Un lampo di ira balenò nel suo sguardo.
    <non appartengo a questo Universo>. La mia voce era calma, mentre nel mio cuore si agitava una tempesta. Sperai che il tremore delle mie mani, una aperta sul mio petto, l’altra che stringeva la Scintilla, non fosse così evidente da tradire le mie emozioni.
    Il Nessuno mi puntò minacciosa l’Ombra del Cuore contro il seno:
    <allora una delle due scomparirà: non c’è posto per tutt’e due in questa vita>.
    Lentamente, Alexiass fu avvolta da una coltre nera di nebbia. Si dissolse guardandomi adirata, con la mascella contratta.

    Mi sforzai di non impazzire.
    La Sala del Tesoro, devastata, ricoperta di macerie e oro, era silenziosa e fredda come la pietra.
    Sentii la mano di Kairi sulla spalla, le parole sussurrate dei miei amici, poi due braccia trascinarmi dolcemente verso l’uscita.
    Lottavo contro le lacrime. Non avrei pianto. Non ancora.
    Presto mi ritrovai seduta su un sedile della GummyShip.
    Sora e Riku presero i comandi della navicella parlando sottovoce. Kairi si sedette accanto a me, abbandonata sullo schienale.
    Mi concentrai sulle stelle dello spazio, guardando fuori dal finestrone freddo come il ghiaccio. Non avevo voglia di parlare; volevo solo distrarmi un po’. Non mi andava neanche di ascoltare.
    Mi accovacciai sul sedile e chiusi gli occhi per addormentarmi.

    I miei sogni furono agitati.
    Sognai l’Ospedale, mia madre che piangeva, la strada di fronte alla palazzina bagnata e ricoperta dalla nebbia. Vidi gli occhi tristi di Riku, il volto adirato di Alexiass, il mare azzurro delle Isole del Destino.
    Mi svegliai lentamente, prendendo coscienza di quello che accadeva intorno a me poco alla volta. Kairi stava parlando con Sora quando mi misi a sedere.
    Mi schiarii la voce e cercai di aprire bene gli occhi assonnati:
    <dove siamo?>, chiesi debolmente.
    I tre interruppero di colpo la conversazione.
    Kairi mi sorrise mesta: <siamo quasi arrivati alla Città di Halloween. Scusa, ti abbiamo svegliata…>.
    <tranquilla, mi sono destata da sola. Vado a prepararmi>, aggiunsi sforzandomi di sorridere.
    Lasciai il sedile e mi diressi in bagno cercando di non barcollare (mi girava la testa).
    Il bagno della GummyShip era piccolo ma efficiente: oltre al water e alla piccola vasca da bagno, c’era un lavello di acciaio colorato e un grandissimo specchio illuminato da due neon bianchi laterali, tutto tenuto perfettamente in ordine da Cip e Ciop.
    Trasalii quando vidi il mio riflesso sullo specchio: il viso, pallido, era solcato da due occhiaie scure. Persino un fantasma avrebbe avuto paura di me...
    Mi lavai la faccia con acqua gelida e mi riavviai i capelli. Decisi di legarli in una coda di cavallo. Diedi un ultimo sguardo allo specchio, contenta di assomigliare di meno ad Alexiass, e misi la mano sulla maniglia della porticina del bagno.
    Prima di uscire, tesi l’orecchio per ascoltare i tre amici, che nel posto di comando stavano parlando tra loro a bassa voce, quasi bisbigliando.
    Approfittai di un momento di silenzio ed uscii, chiudendo la porta il più rumorosamente possibile.
    <pronta!>, esclamai con entusiasmo.

    ________________________________________

    Pochi minuti dopo eravamo atterrati nel Cimitero con le Bare della Città di Halloween.
    Sebbene sapessi che quello era un cimitero “finto”, allestito da Jack Skeleton per rendere più cupa l’atmosfera della festa di Halloween, non potei evitare di avvertire una certa inquietudine...
    I nostri abiti si adeguarono magicamente all’occasione: Sora, con il solito vestito nero, le ali da pipistrello, le zanne affilate e la zucca in testa; l’abitino scollato di Kairi divenne rosso-sangue, intonato con i suoi capelli raccolti in una coda disordinata e laterale, che, insieme al trucco pesante, la faceva sembrare una vera vampira. Riku era il più inquietante di tutti: indossava un completo attillato nero, che metteva in risalto i pettorali, e un mantello scuro che gli arrivava fino a metà gamba; i pantaloni erano infilati in un paio di stivaloni di pelle decorati con borchie di acciaio, che richiamavano il cinturone che gli avvolgeva i fianchi; un filo di matita nera sottolineava e incupiva lo sguardo del ragazzo, sempre velato dal ciuffo argenteo.
    Probabilmente rimasi imbambolata ad osservarlo, perché Riku agitò la mano davanti a me e ridendo chiese: <ehi? Tutto a posto?>.
    Cercai di riprendermi e risi nervosa:
    <sì, sì! Tutto ok … sei proprio…>
    “... mmm mmm ...”.
    <…spaventoso!>, aggiunsi senza fiato.
    <anche tu sei… molto spaventosa>. Rise, anche lui un po' imbarazzato.
    Sorrisi alle mie scarpe, incapace di sostenere il suo sguardo.
    Notai che indossavo stivali lucidi scuri e stretti che arrivavano fin sotto il ginocchio, calze a rete e minigonna. I capelli erano sciolti sulle spalle.
    <andiamo a cercare la KeyHole?>, esortò Sora interrompendo il corso dei miei pensieri. Sembrava divertito.
    <andiamo!>, esclamò Kairi entusiasta.
    Ci avviammo tutti verso l’entrata della Città notturna.



     
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    FELICITÀ O NECESSITÀ
    - Capitolo 12° -





    Mentre entravamo nella Città, ad est già spuntava l'alba: cominciava il quarto giorno del nostro viaggio.
    Andammo a bussare al Laboratorio del dottor Finkenstein per salutare Jack e compagnia.
    Non rispose nessuno.
    <forse sono tutti da Babbo Nachele…>, ipotizzò Sora. Mi venne da ridere a quel strano appellativo di Santa Claus. Immaginai il povero Babbo alle prese con Jack e le sue manie di condurre il Natale.
    "Povero Babbo Natale…".
    Invertimmo la marcia e riattraversammo il Cimitero per raggiungere la Citta del Natale.

    Già il sole era sorto e rischiarava il cielo. Il Cimitero non era più così lugubre al mattino.
    Non incontrammo ostacoli fino all'entrata della casetta rossa di Babbo Nach… cioè, di Babbo Natale.
    Il buon vecchio, barbuto candido e vestito di rosso, ci accolse benevolmente non appena entrati. Si alzò -con qualche difficoltà- dalla sedia e ci salutò con calore:
    <sora! Bentornato!>, sorrise contento. <benvenuti anche voi>, aggiunse poi guardandoci tutti.
    <ciao Babbo Natale! Questi sono i miei amici>, ci presentò Sora.
    Il Babbo rise educatamente; poi si fece serio:
    <mi aspettavo il tuo arrivo>, disse a Sora, <da un momento all'altro… So tutto. Fate con tranquillità tutto quello che dovete>, aggiunse.
    <grazie. Cercheremo di non creare disordini>.

    Dopo esserci congedati dal Babbo, ci mettemmo al lavoro: ci dividemmo a cercare la serratura con lo stesso sistema che avevamo adottato ad Agrabah.
    Io mi diressi verso la Foresta che precedeva la collina nevosa; scalata questa, dopo essere caduta un paio di volte sulla neve, attraversai il passaggio che conduceva a destinazione, al quale si accedeva passando per un albero secco.
    Sollevata per non aver ancora incontrato nemici, attraversai la foresta, buia nonostante il sole fosse alto, e il Cimitero.
    "Uffa! Ma dov'è la KeyHole!?".
    Ripensai alla mia vana ricerca della serratura ad Agrabah, alle magie che avevo imparato e alla passeggiata con Sora. Poi la visione degli occhi adirati di Alexiass attraversò la mia mente.
    Sto proprio andando dalla parte opposta di dove vorrei andare…
    Forse il mio Nessuno aveva ragione? O avrei dovuto ignorare i miei sentimenti e fare quella che a me sembrava la cosa più giusta?
    Mi si strinse lo stomaco.
    Sarei rimasta più che volentieri sulle Isole del destino, al fianco del bel Riku e insieme a Sora e Kairi per sempre. Il quadretto appena dipinto mi apparve come il perfetto ritratto della mia felicità futura. E poi, perché tornare sulla Terra? Mi aspettava qualcosa di meglio forse lì?
    Rividi il mio corpo senza vita sul lettino dell'Ospedale e la mia famiglia -papà, mamma e mia sorella- tristemente uniti accanto a me.
    "Loro mi vogliono bene".
    Anch'io ne voglio a loro.
    "…Ma voglio… bene anche a Riku… e poi ai miei compagni di avventura…".

    Soppesai mentalmente i due estremi della bilancia: da una parte la mia famiglia sulla Terra; dall'altra, i miei amici e il ragazzo che mi piaceva in un Universo parallelo.
    La logica mi portava a dare maggior peso ai miei genitori e a mia sorella e in generale a tutta la mia esistenza di sempre.
    Il mio cuore si ribellava e faceva scendere più in basso il piatto con dentro Riku e tutti gli altri.

    Misi le mani ai capelli e sospirai, frustrata.
    Il mio respiro risuonò solitario tra le bare rischiarate dal sole. Mi imposi di non pensarci più e di andare avanti:
    "Come verrà, si vedrà…!".
    Attraversai un cancello in ferro battuto e cominciai a girare attorno alla Collina Ricciuta. Ormai avevo perso la speranza di trovare la serratura, tuttavia continuai a cercare attentamente guardandomi bene intorno.
    Dopo circa un mezzo giro, spuntarono gli Heartless dal terriccio secco. Estrassi la KeyBlade e mi preparai ad affrontare i mostriciattoli.


    * * *


    La mamma entrò nella stanza d'ospedale in cui giaceva il mio corpo inerte.
    Aprì le finestre per far entrare la luce e gettò via un mazzo di margherite quasi appassite dal vaso sul comodino, accanto al lettino candido.
    Accarezzò i miei capelli e avvicinò il suo viso al mio per baciarmi sulla guancia e sentire il mio respiro regolare, ma sempre più lento.
    Una donna entrò nella stanza bussando sulla porta aperta: bionda, forse della stessa età di mia madre e bella come lei. Teneva fra le mani un ricco mazzo di fiori colorati, insieme ad un biglietto di auguri di pronta guarigione.
    Le due si guardarono meste.
    <ciao …>, salutò la sconosciuta.
    <entra >, fece mia mamma. Accettò i fiori e li sistemò nel vaso dopo aver sostituito l'acqua.
    <respira ancora>, aggiunse dopo un po'. <e' un miracolo>.
    La donna sorrise mesta.
    Mia madre la guardò e chiese cauta:
    <si è svegliato?>
    <no, non ancora…>, la voce dell'altra donna s'incrinò. <ma il Primario ha detto che si sta lentamente spegnendo…>. Scoppiò a piangere e abbracciò forte mia madre.
    <dai, fatti coraggio. I nostri figli se la caveranno, tutti e due>. Una lacrima scese solitaria e silenziosa lungo lo zigomo sottile di mia mamma e scivolò lungo la guancia.
    Mia madre chiuse gli occhi e si abbandonò all'abbraccio.



    * * *


    <fuoco!>, gridai spazientita innalzando la Scintilla del Cuore verso il sole.
    Una cerchia di fiamme mi circondò e ruotando si allargò spazzando via i nemici più vicini.
    Combattevo da quasi un quarto d'ora e gli Heartless continuavano a spuntare dal nulla numerosissimi. Avevo quasi terminato la scorta di pozioni ed etere.
    Un boato in lontananza spaventò i mostriciattoli e attirò la mia attenzione: verso la Città del Natale, un fulmine indicò che uno dei miei compagni era riuscito a trovare la KeyHole.
    <si'!>, esultai.
    Abbandonai il combattimento e con la KeyBlade in mano corsi verso la Foresta.
    Non appena m'inoltrai fra gli alberi, ebbi un attimo di smarrimento. Ero entrata dalla parte sbagliata? Avevo completamente perso il senso dell'orientamento.
    "Da che parte?".
    Era buio pesto. Non riuscivo a distinguere il sentiero sotto i miei piedi. Il profilo degli alberi secchi di fronte a me appariva nuovo. O forse no?
    Decisi di affidarmi all'istinto e avanzai per qualche metro. Il buio cominciava ad essere meno fitto. Mi rincuorai e procedetti più celermente.
    Non abbandonai mai la stretta sulla spada: mi dava conforto.
    Un improvviso fruscio di foglie secche alla mia sinistra mi fece trasalire. I battiti accelerarono. Mi preparai a difendermi facendo dietro front, schermandomi con l'arma orizzontalmente rispetto al mio corpo. Indietreggiai guardando verso l'oscurità della selva. Notai sulla neve una scia di orme piccole e regolari sovrapposte alle mie.
    Qualcuno mi sta seguendo!
    Cominciai ad agitarmi: mi sentivo osservata.
    Retrocedevo con passi sempre più lunghi, quasi correvo all'indietro, facendo attenzione a non scontrarmi con un tronco. Ero pronta a lanciare una magia.
    Un altro rumore alle mie spalle mi fece voltare di scatto. Mi bloccai e puntai in avanti la KeyBlade.
    Vidi contro luce una sagoma spostarsi rapidamente alla mia destra, ma non abbastanza da impedirmi di colpirla:
    <ghiaccio!>.
    La magia congelò un tronco vecchio e fragile e… qualcos'altro: un braccio!
    <ahh! Vacci piano, signorina!>, mi rimproverò una voce maschile che non mi veniva nuova.
    La sagoma si fermò davanti a me, le mani sui fianchi.
    <jack?>, chiamai incerta.
    <come sai il mio nome!?>, chiese sorpreso quello.
    <oh… Jack! Mi hai fatto prendere una paura…>. Lo superai per raggiungere lo spiazzo in mezzo alla Foresta, dove c'era maggiore illuminazione. Una decina di metri più avanti, c'era il tronco marcio che permetteva di entrare nella Citta natalizia.
    Jack Skeleton mi seguì confuso.
    Quando fui nel punto più luminoso della radura, mi voltai a guardarlo mentre mi raggiungeva circospetto. Feci scomparire la spada e allungai la mano per stringergliela:
    <ciao!>, sorrisi <io mi chiamo Alessia e sono un'amica di Sora>, mi presentai.
    <oh…>, mi strinse la mano. <lieto di conoscerti, allora…>. Rispose al mio sorriso.
    <stavo giusto andando da lui, nella Città del Natale>, indicai con il pollice il tronco alle mie spalle. Annuì tranquillo:
    <bene, anch'io stavo andando da quelle parti!>.
    <perfetto>.
    Ci incamminammo fianco a fianco verso l'entrata del passaggio. Per tutto il tragitto, fino alla piazzola innevata di fronte alla casa di Babbo Natale, non parlammo.
    Quando giungemmo di fronte alla giostra guasta, vidi Kairi sull'estrema sinistra della piazza, davanti all'ingresso della pista innevata circolare. Mi congedai da Jack e la chiamai. Lei agitò le braccia in risposta. La raggiunsi correndo.
    <sei arrivata! Ti stavo aspettando>, indicò la pista, dove i ragazzi stavano dialogando.
    <tutto fatto?>, chiesi. Un fiocco di neve mi si posò leggero sul naso.
    <sì: non appena Riku ha trovato il KeyHole, Sora è arrivato subito>. Altri fiocchi caddero attorno a noi danzando.
    Sora, al centro della pista, impugnava ancora la Weapon.
    Riku guardò il cielo, coperto di nuvoloni grigi:
    <nevica…>.
    L'amico, a sua volta, guardò all'insù e ripose l'arma.
    Kairi ed io ci unimmo allo spettacolo.
    <che bello…>, sussurrai meravigliata.
    Una miriade di puntini bianchi e leggeri volteggiava tutt'intorno a noi, ricopriva ogni superficie come un soffice tappeto luminoso. Io mi guardavo intorno, persa nei ricordi di quand'ero piccola, quando avevo visto la neve per la prima volta.
    <dai, vieni!>. La voce entusiasta di Kairi mi distolse dai ricordi. Stava trascinando Sora per la pista prendendolo per mano. <danziamo! Dai!>, ripeteva ridendo come una bambina. Dopo qualche istante d'imbarazzo, finalmente Sora si lasciò coinvolgere in un valzer senza musica, scandito dalla felicità di essere assieme alla sua ragazza, e rise a sua volta spensierato e contento.
    Presi Riku per il mantello e con un cenno gli indicai di allontanarsi assieme a me per lasciare i due un po' da soli.
    Una volta abbandonata la pista, mi allontanai ancora un poco e mi sedetti sul marciapiede colorato. Riku mi imitò e si sedette accanto.
    <scusa se ti ho tirato così. Volevo che si godessero il momento in pace… una buona volta>. Parlavo piano, quasi sottovoce. Capì e sorrise:
    <era il minimo di discrezione che avremmo potuto regalare loro>, disse fissando un punto vuoto.
    Annuii. Ci furono degli attimi di silenzio.
    <stai bene?>, mi chiese poi con tono improvvisamente premuroso. <prima sembrava che avessi gli occhi lucidi…>
    <sarà il freddo>, mentii. <non ci sono abituata>. Non osai guardarlo in faccia.
    <hmm…>.
    Vidi da lontano Babbo Natale che agitava un braccio nella nostra direzione. Scesi alla svelta dal marciapiede e, dopo aver aspettato Riku, mi affrettai a raggiungerlo all'ingresso della casetta rossa, sul lato opposto di dove ci trovavamo poco prima.
    <entrate>, ci invitò sorridendo benevolmente.

    Una volta sistemati di fronte al caminetto, Babbo Natale si sedette alla poltrona rossa e rise piano:
    <realizzare i desideri di persone tanto buone, mi rende sempre molto lieto>, disse come per giustificare la sua espressione beata. Non potei non sorridere.
    Sospirai.
    <sapete, anche voi due siete sulla lista dei buoni>, riprese il Babbo. <ma non avete ancora espresso un desiderio preciso, qualcosa che vi piacerebbe avere o realizzare. Ed io vorrei tanto farvi un regalo, per ringraziarvi di tutto quello che state facendo: per l'Universo intero, per i vostri amici,…>.
    Il mio sguardo si rivolse automaticamente al ragazzo seduto al mio fianco e incrociò il suo. L'espressione indecifrabile.
    Arrossii leggermente e tornai a guardarmi le scarpe.
    <la mia vita va benissimo, così com'è, non vorrei cambiare niente. Ho tutto quello che mi serve per essere felice…>. Senza guardarlo, sentii che Riku sorrideva mentre pronunciava quell'ultima parola.

    <ragazzi!?>, si sentì chiamare allegramente dall'esterno. Riku si alzò e dopo essersi congedato con un cenno di gratitudine, uscì dalla casetta per farsi vedere dagli altri due.
    Vidi Riku raggiungere Kairi e Sora vicino alla giostra attraverso la finestra.
    Prima che potessi muovermi, Babbo Natale mi chiese:
    <e tu? Non c'è proprio niente che posso fare per te?>.
    Lo guardai incerta.
    La sua espressione divenne grave:
    <riku è proprio un gran bravo ragazzo. E' modesto e generoso -anche se a volte a modo suo>. Sorrisi a questa affermazione. <spero che un giorno si decida a chiedere qualcosa, qualsiasi cosa: non gliela farò mancare>. Il suo tono divenne deciso.
    Meditai un po' su quelle parole.
    Quando alzai lo sguardo, il Babbo mi osservava assorto, come nel tentativo di capire che cosa io stessi pensando. E forse lo sapeva, chissà?
    <babbo… ti ringrazio per la generosità. Neanch'io ho qualcosa da chiederti. Grazie comunque>. Mi sforzai di sorridere serena.
    Mi alzai per salutarlo e fuggire via in tempo, prima che potesse approfondire l'argomento.
    Probabilmente la mia espressione mi tradì, perché Babbo Natale si accigliò e sorrise mesto:
    <non mi permetteresti di alleviare un po' la tua sofferenza?>, chiese dopo un po' cauto.
    Mi voltai per un secondo verso la finestra: i miei amici stavano giocando fuori a tirarsi le palle di neve.
    Tornai a fissare il Babbo; lentamente mi sedetti per terra con le gambe incrociate. Misi ordine tra i miei pensieri.
    <c'è una cosa che io desidero…>, cominciai. Il buon vecchio mi esortò a continuare.
    Mi schiarii la voce: <…un consiglio. Perché l'indecisione mi sta logorando>. Sul finire la frase la mia voce tremò. Mi tornò in mente il sorriso trionfale del mio Nessuno.
    Poco alla volta, raccontai a Babbo Natale la mia situazione. Fu un sollievo, come scrivere i miei pensieri e le preoccupazioni su un diario segreto. Sorvolai sulla mia cotta per Riku, ma espressi il desiderio di rimanere con i miei tre amici sull'isola.
    Il Babbo annuiva, senza mai interrompermi. Non sembrava mai sorpreso, come se stesse ascoltando una storia conosciuta. Piuttosto, notai il suo interesse per quanto riguardava Alexiass e il suo tentativo di persuadermi a non tornare più sulla Terra.

    <… Ha detto che non si sarebbe mai unita a me se avessi scelto di non restare sulle Isole del Destino>.
    Sospirai. Mi sentivo più leggera dopo aver raccontato tutto.
    Babbo Natale si fece pensieroso e chiuse gli occhi per una manciata di secondi. Io non aggiunsi più altro.
    Il vecchio tossì:
    <… Hmm, non preoccuparti per il tuo corpo sulla Terra. Hai un cuore forte: resisterà finché non avrai deciso. Il tempo a tua disposizione è più che sufficiente>, mi assicurò. Annuii.
    <quella che mi preoccupa è il tuo Nessuno. Vedi, tu sei un caso particolare, come anche lo sono Kairi e Sora.
    Tu hai perso il cuore sulla Terra, in seguitò all'incidente stradale>.
    Trasalii al ricordo.
    <… nel momento in cui hai trovato il passaggio oscuro, il tuo cuore si è ricreato un corpo uguale all'originale nel Regno della Luce. In pratica, è come se tu ti trovassi in due posti diversi -su Universi paralleli- contemporaneamente.
    Nel frattempo, essendo cessato il tuo stato di Heartless (ti trovavi già in quest'Universo, per tua fortuna), ed essendo tu risorta come persona vivente qui, nel Regno della Luce, il tuo corpo si è ulteriormente clonato, assieme all'anima, prima di essere rianimato dal cuore, ed è rinato come nuovo essere nel Regno Oscuro…>.
    <il mio Nobody…>, mormorai.
    Babbo Natale annuì con aria grave.
    <ora… la particolarità non è soltanto questa. Il Nessuno in sé è una creatura dotata di un'anima, di un corpo tangibile, ma non di un cuore. Non prova realmente sentimenti -almeno così sembra-, ma ricordano bene che cosa sia odio, amore, sofferenza,…
    In particolare, i Nobody nati da qualcuno con un cuore forte, possiedono una grande forza di volontà, spesso ereditata dall'"originale".
    Per questo, a volte, un Nessuno desidera l'opposto di quello che vuole il suo generatore. Comunque, i suoi principali obbiettivi sono di ritornare ad essere completo, riavere il proprio cuore>.
    <ma Alexiass non vuole… ha giurato di preferire l'incompletezza al ritorno sul mio pianeta>
    <proprio per questo sono preoccupato: la sua volontà di restare è talmente forte da impedirle di ragionare. Né lei né tu potete rimanere separate, finché esistete entrambe; io temo che la vostra non-unione, a lungo termine, svuoterà la vostra esistenza: finirete con lo scomparire, ovunque voi decidiate di stare…>.
    Le mie viscere si contorsero.
    "Scomparirò!?".
    Mi venne in mente il povero Roxas, dopo il suo ultimo dialogo con Namine prima di ricongiungersi a Sora.
    Adesso più che mai capisco come si doveva sentire in quell'istante ...
    "Ma se lui, il Nobody di Sora, aveva paura di scomparire… al mio Nessuno non importa niente della sua esistenza!? Non ci voglio credere!".
    Si accontenterebbe di scomparire pur di non lasciare le Isole?
    <ti ho turbata molto, vero?>. Babbo Natale interruppe il corso dei miei pensieri.
    <…No, Babbo. Grazie per i chiarimenti. Posso… chiederti una cosa…?>
    <dimmi pure!>, disse premuroso.
    <e' possibile che Alexiass incarni la parte di me che non vuole lasciare questo Universo?
    In questo momento, ho come il cuore spezzato in due. E' come se… il mio Nessuno sia consapevole soltanto di una delle due parti di esso. Non so se… mi sono spiegata…>.
    <perfettamente, Alessia. Volevo che tu arrivassi proprio lì>, affermò.
    Lo fissai interrogativa.
    <solo tu puoi convincere il tuo Nobody a ricongiungersi con te. Devi fare ragionare Alexiass, farle capire perché è fondamentale ritornare alla vita terrestre e cosa succederebbe se tu non lo facessi. Sembra che lei non ne capisca l'importanza.
    Naturalmente, sempre che tu decida di andare. Oppure, puoi rimanere e accontentare anche lei, così -sono sicuro- sarà più che disposta a integrarti.
    La scelta è tua. Comunque, non puoi vivere a metà per sempre. Ci tengo a ribadirlo, per la tua incolumità>.
    <non sarà facile persuaderla: è testarda. Come me, d'altronde>.
    Sorrise: <be', allora sfrutta i tuoi stessi punti deboli. E' come se dovessi convincere te stessa>, suggerì.
    <e' proprio questo il problema…>.
    Sospirai.
    <babbo, …non puoi far sparire la mia indecisione congenita, come regalo di Natale!? Sarebbe una gran comodità…>, scherzai.
    Rise divertito: <sarebbe una gran comodità per tutti, se si potesse fare!>.
    <peccato …>. Tornai seria: <grazie. Per tutto>.
    Gli sorrisi grata e lo salutai per raggiungere i compagni di viaggio, che ancora giocavano fuori.
    Babbo Natale ricambiò il salutò con calore e mi fece un piccolo dono: una bottiglietta splendente. "E' una pozione molto speciale", dichiarò.
    Lo ringraziai ancora e uscii dalla casetta rossa coprendomi bene.
     
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    grandeeee :asd:
     
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  8. Rei;
     
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    Mi sta davvero incuriosendo.
    Decrivi davvero bene i sentimenti di Alessia e la sua Nobody, le sue indecisioni..
    CITAZIONE (•Gabry‚ @ 10/6/2010, 20:07)
    Wow!

     
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    Magari sapessi scrivere come te...
     
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    Twilight Player

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    Bellissimo capitolo, stai veramente gestendo bene questa fiction - che avevi già scritto -. Brava davvero.
    HENTAI ATTACK RIKUXALESSIA!!!

    PS: Mi riferivo all'11, ora leggo il 12.

    Bello anche il 12, l'hai scritto benissimo ;D
     
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    Già,fantamitico xD
     
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  12. Aledragon
     
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    Grazie a tutti, sono contenta che sia appassionante.

    Ancora mancano alcuni capitoli prima di arrivare alla fine della storia ...


    Buona notte a tutti voi, ci si riscrive domani. ;)

    *SMACK*!





    -----------------------------------------------
    I MIEI DISEGNI SULLA FANFIC:
    potete vederli se mi aggiungete su facebook.
    Cercate "Alessia Iozzia" e fra i miei album potete scorrere alcuni dei miei disegni.
     
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  13. coccireby
     
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    aledragon ti ho aggiunto sono molto curiosa di vedere i disegni sulla storia
    mi piace moltissimo
    nel mio nome c'è l'aggiunta di xyber se nn mi trovi

    Edited by coccireby - 11/6/2010, 11:22
     
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    Ti ho aggiunta anch'io, e nei disegni ti sei fatta bella succulenta :asd: HENTAI ATTACK :addit: No dai basta :asd:
     
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    Bellissimi!
     
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