Un legame indissolubile

Una storia che riprendo in mano...

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  1. xander.XVII
     
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    capitolo 11:



    "Sangue,dolore e sudore
    Non disperare che qualcosa ti porteranno"

    Un'enorme palestra s'apriva agli occhi di Riku che spalancò gli occhi stupefatto.
    Davanti a lui si estendeva una vastissima stanza con pareti grigio-bianche, vetrate nere erano sopra e in basso, uomini vestiti di nero ai lati della porta dietro di lui.
    Si voltò verso il suo salvatore, non l'aveva mai visto in volto né conosceva il suo nome , ma qualcosa ispirava in lui fiducia.
    Il suo "salvatore" si girò, il capo si mosse lievemente, gli occhi,invisibili a Riku, lo scrutavano.
    Poi,ad un tratto,l'uomo si abbassò il cappuccio, con un gesto lieve e misurato.
    Il suo volto era deciso, era un bello uomo, i capelli neri ricadevano lunghi ai lati del viso,mentre gli occhi erano verdi, come la giada che aveva visto nel museo delle civilità precolombiane.
    Poi egli parlò, il tono ,come sempre, calmo e sicuro:
    "Io sono Xedar,sarò quindi il tuo maestro."
    Pronunciò quelle parole con calma e pacatezza,ma ebbero un effetto sconvolgente sul ragazzo.
    Dopo molto tempo avrebbe avuto una casa, forse una famiglia.
    Dopo molto,tantissimo,innumerevole tempo, un'aura di speranza correva di nuovo in lui, avrebbe trovato finalmente la tranquillità di una vita normale?
    Annuì felice e disse:"Ci sto"
    E Xedar, con sua somma meraviglia, ricambiò il sorriso , i denti bianchissimi risplendettero.
    Xedar:"Perfetto, vediamo di cosa sei capace"
    Riku guardò il centro della palestra, dove le linee bianche s'incrociavano e disse con fermezza:"Ok"
    Giunti al centro della palestra i due si fermarono.
    Il cuore di Riku palpitava all'impazzata, sapeva di essere forte, ma ,come sempre accade, aveva paura.
    Non sapeva nulla di Xedar ,né delle sue abilità ,né dei suoi poteri, nulla di nulla.
    Xedar gli disse di evocare la sua arma, cosa che non si fece ripetere.
    Riku tese la mano destra verso il basso, si concentrò istantaneamente e apparve il Via dell'Alba, un keyblade rosso e nero, con rifiniture varie in colori per lo più scuri o tendenti al nero-blu.
    Xedar osservò l'arma, il volto non si mosse, non un muscolo si contrasse.
    Ma Riku aveva vissuto a lungo in strada, sapeva riconoscere e osservare una persona, per quanto Xedar era la persona probabilmente più misteriosa e oscura che avesse mai visto, non poté far a meno di notare un lampo di sopresa e bramosia,un lampo però che scomparve subito.
    Xedar riprese a parlare con tono tranquillo:
    "Perfetto.Ora chi vuoi affrontare?"
    Riku rimase sconcertato:"In che senso?"
    Xedar:"Nemici di basso,medio o alto livello?"
    Riku assunse un volto determinato e disse:"Alto"
    Xedar sorrise e disse:"Me l'aspettavo... bravo ragazzo,ecco."
    Schioccò le dita e apparvero dietro di lui due soldati , vestiti di nero, con a fianchi due lunghe sciabole e il volto mascherato,eccezion fatta per gli occhi.
    Poi , in un attimo, Xedar sparì in un vortice nero; Riku osservò i due nemici, immobili , gli occhi suoi erano serrati, fermi e fissi sui nemici.
    Non fece neppure in tempo a batter ciglio che subito uno dei soldati attaccò fulmineo, tentando un affondo dall'alto con una delle due spade.
    Riku si spostò all'indietro in un nanosecondo, la spada del nemico gli fece un minuscolo buco nel vestito logoro che indossava.
    Nel contempo però l'altro si era mosso rapidamente di lato attaccando contemporaneamente di striscio,senza però colpire il ragazzo.
    Il ragazzo dai capelli argentati stavolta reagì d'istinto, parò il colpo di striscio, e rapidissimo diede un calcio di fianco al soldato.
    Si aspettava che questi cadesse ma invece fletté la schiena all'indietro evitando il potente calcio del ragazzo.
    Rimase interdetto dalle abilità atletiche di quelli che,secondo i suoi pensieri, erano semplici umani.
    Non ebbe molto tempo per pensare perché l'altro soldato, approffittando della distrazione laterale per effettuare un attacco di lama teso al petto del ragazzo.
    Spostò subito il Via dell'Alba in posizione verticale e parò, ma la forza del colpo avversario lo sospinse indietro di alcuni metri.
    Non poté neppure batter ciglio che il secondo soldato lo colpì con un poderoso calcio nello stomaco che fece rotolare Riku per terra.
    "Dannazione"-pensò mentre si rialzava dolorante.
    I nemici erano molto più forti del previsto, rapidi e molto abili nello schivare.
    Li osservò attentamente, cercando di cogliere una qualche debolezza...ma nulla...Nulla traspariva da quegli occhi neri, nulla, un abisso, un vortice buio erano.
    Improvvisamente ritornò con la mente ai Maelstrom, i giganteschi gorghi della mitologia norrena che inghiottivano ogni cosa e gli passò in testa un frase che aveva letto sul libro di storia...
    "Attiravano e distruggevano ogni cosa, neri come gli abissi attirano tutto."
    Rabbrividì istintivamente:"E se..."-pensò atterrito.
    "NO!"-Scosse meccanicamente la testa tenendola contemporaneamente con le mani.
    Alzò il volto, i due soldati erano lì,immobili ma in posizione di guardia.
    Si rialzò, il dolore era passato quasi del tutto, e si sentiva determinato come non mai, doveva vincere, ad ogni costo.
    Impugnò saldamente il via dell'Alba e si slanciò all'attacco correndo,le vene della tempia pulsavano, una determinazione mai sentita prima riaffiorò nel suo cuore ferito.
    Da quando degli uomini misteriosi lo avevano strappato alla sua famiglia sterminandola, quando lui era piccolissimo, aveva giurato di fare qualsiasi cosa per ricongiungersi ad essa:ora, dopo oltre 12 anni, ne aveva la possibilità.
    No, non si poteva arrendere, non ora.
    *********************************
    Il luna park stava chiudendo,il cielo si stava scurendo mentre gli ultimi ritardatari s'affrettavano verso i tram che passavano lentamente davanti alle fermate.
    La luna faceva capolino mentre le nuvole oramai divenivano invisibili per l'oscurità notturna che stava calando.
    Roxas si girò un attimo, Naminé stava controllando dove avesse messo i biglietti del tram.
    Mentre la osservava tornò con la mente a quel pomeriggio, un magnifico,stupendo, fantastico pomeriggio.
    Avevano visto tutte le attrazioni, principalmente le giostre, anche perché non sapeva fino a che punto la ragazza fosse coraggiosa o meno.
    Sorrise tra sè ricordando il "Cammino degli orrori", era una lugubre costruzione rimaneggiata.
    Bisogna camminarci dentro lungo un percorso prestabilito e ogni tanto saltavano fuori delle mummie fatte di carta igienica o degli scheletri fatti di plastica, a rimembrarli ebbe un sorriso.
    A lui facevano pena,eppure ringraziò il cielo che a Naminé avessero fatto paura,quasi che quell'antro puzzolente fosse stata una benedizione.
    Come dimenticare quando, appena sbucato lo "scheletro dell'orrore", Naminé aveva lanciato un grido e gli era saltata addosso stringendosi a lui come un cucciolo?
    Ebbe una fitta di nostalgia a quel pensiero, magari avesse potuto tornare indietro nel tempo.
    Eppure quel abbraccio durato pochi secondi era stato tanto bello quanto breve,aveva lasciato un segno, aveva rinnovato in lui fiducia.
    "Ehi roxas!vieni!"-la voce di Naminé lo ridestò di colpo e la raggiunse sul pulman che stava per partire.
    ****************************

    Xedar assisteva all'allenamento di Riku impassibile, il volto non cambiava espressione da molte decine di mintui, indecifrabile.
    Eppure mille pensieri passavano nella sua mente, idee,progetti,ricordi,pensieri.
    Era tanto immerso nelle sue meditazioni che non s'accorse che una persona incappucciata s'era seduta al suo fianco.
    Riscuotendosi dal torpore si girò e vide l'intruso.
    L'incappucciato si sfilò il cappuccio.
    Xedar:"Ciao Lexy"-
    Al suo fianco c'era una bellissima ragazza con dei capelli rossi e gli occhi verdi come le foglie della betulla d'estate.
    Il fisico era magro e atletico, ma emanava sensualità nonostante il cappotto nero.
    Xedar parve risvegliarsi di colpo vedendola.
    Lexy:"E' il tuo nuovo apprendista?"
    Xedar annuì senza rispondere ma riportò lo sguardo verso Riku che si allenava.
    Lexy:"Gli assomiglia molto"
    Xedar:"Già."-Una lacrima scese dal viso del uomo, una sola singola e imperscrutabile lacrima.
    Lexy:"Oh Xedar...non volevo"-La mano di lei strinse la spalla dell'uomo che chiuse gli occhi stringendo le palpebre per un dolore interno che pareva senza fine.
    All'orizzone il sole calava.
    *********************************
    Roxas e Naminé erano fermi davanti ad una graziosa casa posta in una delle vie laterali alla principale arteria cittadina.
    Naminé:"ecco siamo arrivati"-e giratasi verso Roxas disse:"grazie mille, è stato un pomeriggio indimenticabile"
    Roxas:"oh di nulla"-sorrise imbarazzato.
    Naminé:"ehm...io dovrei andare ora..."
    Si era voltata quando Roxas sopsirò e disse:
    "Ehi Nami!"
    Lei si girò, i loro occhi s'incontrarono, due cascate d'acqua limpida come l'acqua,due oceani di puro sentimento ed emozione si unirono.
    Fu un lampo,posò la mano destra sotto il suo mento e la baciò.
    Un bacio puro e innocente, che rappresentava tutto ciò che di più dolce e sincero Roxas provasse per lei.
    Una nuova era per lui cominciava con quel pomeriggio, un'era di speranza e felicità, quanto essa potesse durare però,nessuno poteva dirlo.



    Finish, Spero vi piaccia ^^
     
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30 replies since 8/11/2009, 21:17   464 views
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