Equilibrio

la mia nuova fan fiction

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    暗いロクサス92

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    Autore(guardando attraverso la serratura della porta): Sembra non ci sia nessuno... ma per sicurezza... *getta un suo manichino, che viene subito colpito da decine di raggi laser, seguiti da vari proiettili, armi ninja, falci, spade, cuscini, frecce di cupido, bombe atomiche, assasini, tizioqualunquechepassavadaquelleparti...*
    Autore(deglutendo osservando la scena): N-Non è colpa mia se lo scorso capitolo è coinciso con uno dei momenti più tristi di internet... sob... non oso immaginare dopo questo... Fortuna che sono in possesso di un bunker collocato in un punto impreciso dello spazio-tempo...
    Ebbene sì, dopo solo due giorni, ecco qui la seconda parte! Non volevo lasciarvi lì ad aspettare troppo a lungo XD. Anche se temo che non appena avete letto il titolo di questo capitolo, metà di voi hanno già raggiunto il mio manichino... sob...
    Dunque: per chi è riuscito ad arrivare fin qui dopo aver avuto a che fare con il figlio segreto della signora in giallo e di Poirot, ricordo che questo capitolo è di rating rosso
    Inoltre, diciamo che se il 62 vi aveva sorpresi, questo farà di peggio... vi rimembro che io, mr. nonpossocommuovermi... mi sono commosso XD. E oltre a me, anche la mia fidata beta reader Liberty89, che ringrazio infinitivamente per l'aiuto in questo capitolo.
    Beh, ovviamente non mi aspettavo una marea di recensioni in soli due giorni... anche se spero che questa seconda parte ridesti nei lettori la voglia di scrivere qualcosa XD (anche solo che vogliono trovarmi per trucidarmi... va bene lo stesso XD).
    Perciò vi lascio a mangiarvi le mani e ad affilare le armi...
    E ora... *si mette e toglie il cappello* buona lettura.

    Capitolo 67 (Seconda parte): Dichiarazione d’amore! Dipartita e arrivo del custode! - Torna all'indice dei capitoli
    Edward disegnò attorno a Ran un cerchio grande un paio di metri, mentre Ai e il dottor Agasa lo guardavano incuriositi.
    Senza aspettare altro, Ed batté le mani e le posò sul cerchio, che s’illuminò di una luce scarlatta.
    “Non ti muovere.” Disse rivolto alla bambina, che annuì, mentre il colore rosso cominciava a scorrere anche sul suo corpo.
    Qualche minuto dopo le luci scomparvero.
    “Allora?” chiese Dark, avvicinandosi.
    “Senza dubbio è opera dell’alchimia, ma la cosa che mi preoccupa è che è molto simile alla mia. Nel senso che non è stata usata una pietra filosofale…”
    “Il che significa che Homunculus è stato aiutato a ottenere i tuoi stessi poteri. A questo punto, anche la distruzione del tuo mondo potrebbe essere opera sua…”
    “Se così fosse, allora stavolta mi assicurerò di portarlo io dall’altra parte del portale, per poi distruggerlo.” Rispose l’alchimista, per poi sbuffare.
    “Per farla tornare come prima, dovrò tentare una nuova tecnica… è da un po’ che ci penso su, e dovrebbe essere fattibile…”
    “Cos’hai in mente?” chiese Ai.
    “Beh, detto in parole semplici, proverò ad usare l’energia della mia magia per ampliare ulteriormente l’alchimia. Già di mio sono in grado di effettuare trasmutazioni di livello avanzato, ma in questo modo dovrei essere in grado di fare tutto… tranne riportare in vita una persona, ovviamente…”
    “Che peccato…” replicò Ai, guadagnandosi un’occhiataccia da Ed, che per tutta risposta si levò il mantello, mostrandogli la vistosa cicatrice che gli deturpava la spalla destra.
    “La vedi questa? È il segno di ciò che ho tentato. Ho violato il tabù e ho provato a riportare in vita mia madre. Come risultato, io ho perso una gamba, mentre mio fratello l’intero corpo. Per riportare indietro almeno la sua anima, ho sacrificato il mio braccio destro. Solo di recente sono riuscito a recuperare tutto, anche grazie all’aiuto di Dark…”
    “A questo proposito…” fece l’incarnazione dell’Equilibrio, aprendo la mano, mostrando così una piccola pietra rossa.
    “Questa è la pietra filosofale di Envy, la stessa che mangiai tempo fa. L’ho purificata, ora non usa più le anime delle persone al suo interno. Credo sia meglio che la tenga tu.”
    Detto ciò, la lanciò a Edward, che la prese al volo.
    “Come hai fatto?”
    “Ho inserito parte del mio potere al suo interno. Attingerà energia da lì, e solo per te.”
    “Ma tu chi sei esattamente? Hai detto che quel tipo era tuo padre… e a quanto ho capito era l’Oscurità stessa…” chiese Agasa.
    “Sono suo figlio… ma non solo. Io sono l’Equilibrio stesso. Figlio dell’Oscurità e figlio della Luce.” Rispose il custode, per poi voltare lo sguardo verso l’alto.
    Il conto alla rovescia era quasi terminato.
    “Tranquillo.” Fece Ai. “Shinichi risolve queste situazioni intorno all’ultimo secondo. Senza contare che ora può contare sull’aiuto incondizionato della polizia.”
    “Bene, ci sono!” esclamò Edward. “Sei pronta? Non posso assicurarti che sarà indolore… Dovrò cambiare l’intera struttura del tuo corpo.”
    “Non importa. Procedi pure!” rispose la bambina.
    “D’accordo!” disse il Master, battendo le mani.
    Immediatamente, sui polsi e sulla fronte dell’alchimista apparve un cerchio alchemico azzurro, mentre sotto i suoi piedi ne appariva uno più grande.
    Senza perdere concentrazione, Edward appoggiò a terra le mani.
    Una serie di fulmini rossi e azzurri scattarono subito verso la bambina, che non appena fu colpita si sollevò in aria, per poi venire avvolta da una fortissima luce, che la nascose alla vista di tutti.
    Qualche secondo dopo i cerchi alchemici scomparvero, lasciando Ran sdraiata a terra priva di sensi, nuovamente tornata alla sua età originaria, con addosso lo stesso tipo di vestiti che aveva prima, ma ovviamente adatti a coprire il suo vero corpo.
    “Incredibile… c’è riuscito!” esclamò Agasa, mentre anche Ai guardava sorpresa la ragazza, per poi andare a soccorrerla.
    “Ehi, sicuri che ce la faranno?” chiese Tsuna, guardando il timer, che ormai segnava meno di un minuto.
    “Se non ce la dovesse fare, ci penseremo noi a fermarlo.” Rispose Hikari, evocando il Keyblade, imitata subito da tutti gli altri custodi.
    “E in ogni caso, mio padre di sicuro non si fermerà anche se Conan dovesse riuscire a trovare il colpevole. Attaccherà lo stesso, senza ombra di dubbio.”
    “Ma che bello…” commentò Saiko. “E tua madre? Come mai non interviene?”
    Dark lo guardò.
    “Secondo te, un mondo normale potrebbe reggere lo scontro tra loro due? Già farà parecchio fatica a resistere sia a me che all’Oscurità, prova a pensare se tre forze del genere si scontrassero nello stesso luogo e nello stesso momento.”
    “Di questo mondo non rimarrebbero nemmeno gli atomi, vero?” domandò Ichigo, che ottenne dal custode solo un cenno di assenso.
    “Perfetto… Lo dicevo io che avrei fatto meglio a restare a casa…” sbuffò Ai, guardando il timer.
    I custodi strinsero con più forza il Keyblade, mentre raggiungeva i dieci secondi.
    “Nove…” disse Ichigo.
    “Otto…” Saiko.
    “Sette…” Tsuna.
    “Sei…” fece Edward.
    “Cinque…” Ai.
    “Quattro…” Black Star.
    “Tre…” Tsubaki.
    “Due…” sussurrò Hikari.
    “Uno…” disse Dark, preparandosi a combattere.
    Ma il conto alla rovescia si fermò a uno.
    I ragazzi rimassero immobili, senza osare muovere un muscolo.
    “M-Maledetto Shinichi…” fece Ran, riprendendo i sensi. “Sempre l’ultimo secondo sceglie per salvarci…”
    A conferma delle sue parole, l’ispettore Megure, seguito da Conan, li raggiunsero.
    “Ran!” esclamò il bambino, raggiungendola. “Allora ce l’hanno fatta!”
    “Già. E tu piuttosto, chi era il colpevole?”
    “Era la stessa donna che ha trovato il corpo.” Rispose Megure. “Ma la cosa strana, è che ha detto di aver agito senza nemmeno rendersene conto.”
    “Sarà stata sicuramente manovrata da mio padre…” fece Dark.
    “Complimenti, Kudo Shinichi!” esclamò il diretto interessato, apparendo di fronte a loro.
    I custodi saltarono immediatamente di fronte a lui, creando una barriera umana tra l’Oscurità e gli abitanti del mondo.
    “Vedo che sei riuscito a trovare la mia marionetta.” Continuò lui, senza curarsene.
    “Avresti dovuto sceglierne una in grado di mascherarsi meglio. Le sue azioni erano troppo sospette.”
    “Beh, volevo lasciarvi una possibilità. Shinichi, che ne dici di unirti a me? Ti concederei un potere immenso, oltre a risparmiare questo insulso mondo.”
    “Unirmi a te?” ripeté il bambino, sorridendo. “Credevo che un essere superiore non avesse bisogno di chiedere cose di cui sa già la risposta.”
    L’Oscurità sospirò.
    “Io proprio non vi capisco… Vi offro il potere assoluto, e voi rifiutate…”
    “Perché ci sono cose più importanti del semplice potere.” Rispose Black Star, guadagnandosi lo sguardo di tutti. “Beh, che ho detto?”
    “Sai… uno che fa la sua entrata in scena dicendo di essere colui che supererà le divinità, rende difficile credere che la pensi come hai appena detto…”
    “Per questo parlo di superare le divinità! Io non voglio limitarmi a diventare più forte di loro. Voglio anche agire meglio di loro! Il potere per proteggere i miei amici… il potere per non far soffrire le persone a cui tengo… è questo il potere a cui aspiro!”
    “E questa è sempre la vostra risposta… Anche tu Dark la pensi così, dunque?”
    “Il mio unico obiettivo è di portare equilibrio nell’universo e tu lo stai alterando. Ti ho già risposto prima: il potere non m’interessa, perché ne ho a sufficienza. Mi basta…” e mentre diceva ciò gli puntò contro il Keyblade. “Cancellarti definitivamente!”
    Gli altri custodi della Luce annuirono.
    “Molto bene allora…” fece l’Oscurità, schioccando le dita, facendo esplodere le mura attorno a loro, e aprendo cinque varchi oscuri al suo fianco. “Cadete nella disperazione, custodi! Proprio come volete! Desiderate il potere per proteggere le persone a cui tenete? Allora dimostratelo!”
    Istantaneamente, attorno a loro apparvero migliaia di Heartless, che accerchiarono l’intero edificio.
    “E quelli cosa sono?!” esclamò Megure, mentre i poliziotti alzavano subito le pistole.
    “È inutile!” urlò Edward. “Le armi normali non possono nulla contro gli Heartless!”
    “Come sarebbe a dire? E allora che cosa possiamo fare?”
    Dark alzò la mano, facendo aprire un varco di fronte a loro.
    “Scappare. Attraversate quel varco. Ne sto aprendo a migliaia per tutto il mondo. Andatevene subito! Vi porterà in un mondo sicuro, dove troverete altri sopravvissuti.”
    “Non possiamo farlo!” esclamò Goro, raggiungendoli. “Questo è il nostro mondo, non possiamo abbandonarlo!”
    “Idioti!” urlò Edward. “Non possiamo garantirvi di farcela! Il mio mondo è stato distrutto in pochi secondi come se nulla fosse! Andatevene subito, senza perdere altro tempo!”
    “Ehi, non è che stai facendo scappare anche…” cominciò Conan.
    “Se ti riferisci a quelle persone vestite di nero… no. Non ho aperto il varco nelle loro vicinanze.” Rispose in anticipo Dark. “Purtroppo però, saranno comunque troppe le persone che non riusciranno a salvarsi… Dannazione, dovevo pensarci prima e approfittare dell’ora di tregua…”
    L’ispettore guardò i custodi, per poi sospirare e prendere un telefonino.
    “Parla l’ispettore Megure. A tutti i poliziotti che non sono stati in grado di raggiungermi, dirigetevi verso i varchi che vi saranno stati sicuramente segnalati dai cittadini a attraversateli portando con voi più civili possibili. Diffondete questo messaggio anche in tutte le altre città e avvertite le forze dell’ordine estere.”
    “Ma ispettore!” fece Takagi, venendo subito interrotto.
    “Secondo te possiamo veramente fare qualcosa? Quel tipo è stato in grado di creare un orologio nel cielo visibile in tutto in mondo… Detesto ammetterlo, ma siamo impotenti contro di lui.”
    “Maledizione! Non possiamo arrenderci così! Tu sei d’accordo con me moccioso, vero?” chiese Goro a Conan, che sorrise.
    “Certo. Però… credo sia meglio se tu vada subito. Scusami.”
    Prima che il detective potesse dire qualcosa, il bambino premette un bottone sulla cintura, dal quale uscì un pallone da calcio sgonfio, che si riempì subito d’aria.
    Senza perdere un secondo, premette un bottone sulla scarpa destra, che s’illuminò, per poi dare un calcio al pallone, che sfrecciò contro Goro, colpendolo allo stomaco e facendolo volare direttamente dentro il varco.
    “Scusa Ran, ma altrimenti non ti avrebbe seguito.” Disse guardando la ragazza.
    “Come sarebbe a dire che non mi avrebbe seguito?” domandò lei, per poi voltarsi verso l’Oscurità e mettendosi in posa d’attacco. “Non ho mai detto di volermele andare!”
    “Che cosa? Non puoi, è troppo pericoloso!”
    “Un'altra parola e spedisco te dentro il varco.” Replicò Ran, guardandolo male.
    “Beh, noi invece andiamo. Non siamo così pazzi da restare senza nemmeno un’arma. E poi, saremmo solo d’impiccio.” Fece Ai, avvicinandosi al varco, fermandosi poco prima. “Vedete solo di non morire.” Continuò, prima di sparire.
    “Vada anche lei, dottore!” disse Conan. “Tranquillo, ci rivedremo presto!”
    “Allora buona fortuna Shinichi.” Rispose l’uomo, seguendo Ai dentro il varco.
    “Anche voi, muovetevi! Portate qui tutti gli invitati e fategli attraversare il varco!” ordinò l’ispettore.
    “Noi cercheremo di allontanarci il più possibile.” Fece Saiko.
    “Allontanarci? Buona fortuna allora, Saiko!” disse una voce proveniente da dentro uno dei varchi.
    Il mangaka spalancò gli occhi, girandosi verso essi.
    In simultanea, dai varchi uscirono cinque figure avvolte dall’impermeabile nero dell’organizzazione, di cui solo due erano senza il cappuccio, lasciando così che tutti vedessero Homunculus e Jyassmie.
    “Vi presento i miei veri custodi!” disse l’Oscurità. “Non m’importa più di quella stupida regola dei due custodi a mondo. D’ora in poi sceglierò quelli che considero veramente degni! E non solo…”
    “È da un po’ che non ci vediamo, Acciaio.” Disse Homunculus, sorridendo.
    “Tu… Come osi far rivedere la tua faccia?!” sbraitò l’alchimista.
    “Quello è lo stesso tipo che ci ha attaccati!” esclamò Ran, preparandosi a combattere.
    “Tu invece vedo che continui ad usare la tua oscurità, non è vero Jyassmie?” domandò Ichigo.
    “Ho solo deciso di seguire il mio elemento. Io sono un essere di pura oscurità, ma ho dovuto attendere prima di mettermi in contatto con il padrone del mio elemento. Senza le dovute precauzioni, sarei stata eliminata anch’io.”
    “Dunque avete già tradito la nuova organizzazione?” chiese Dark.
    “Umpf. Xehanort è convinto di essere il custode più forte, ma si sbaglia di grosso. È solo questione di tempo prima che se ne accorga.” Rispose Homunculus. “Per il momento, gli lasceremo credere il contrario.”
    “E cosa sperate di ottenere?”
    “Il potere di sconfiggere tutti voi custodi della Luce ovviamente.” Disse una delle tre figure incappucciate.
    Tsuna si girò verso essa.
    “Che cosa…?”
    “Io non so come comportarmi in queste situazioni…” disse la terza figura, subito sovrastata da una seconda voce.
    “Distruggili tutti! Annientali, falli a pezzi!”
    “Ma queste voci…” mormorò la voce di Tsubaki.
    “Ragazzi, fate cadere la disperazione tra i custodi.” Disse l’Oscurità, facendo cenno ai tre di togliersi il cappuccio.
    Le tre figure annuirono, eseguendo subito l’ordine.
    I custodi sgranarono subito gli occhi.
    “Tu…” cominciò Hikari, mentre i suoi occhi si riducevano a due fessure.
    “Argh!!!” gridò Saiko, partendo alla carica contro l’incarnazione dell’Oscurità, con il Keyblade pronto a colpirlo, mentre nell’altra mano creava una sfera di fuoco.
    “Saiko, no!” gli urlò inutilmente Ichigo.
    “Tu, lurido bastardo!” urlò, venendo però intercettato da uno dei tre nuovi arrivati, che lo costrinse a fermarsi. “Come hai osato?!”
    “Che c’è, Mashiro… non sei contento di rivedermi?” chiese la ragazza di fronte a lui.
    “Quella è… Azuki…” disse Dark, riconoscendo la ragazza, per poi spostare lo sguardo sugli altri due.
    Uno era un uomo con attorno al collo un camaleonte verde, che stava fissando Tsuna, il quale invece lo osservava sconvolto.
    “Tu sei… Reborn… Com’è possibile?!”
    “Dunque l’ultima persona è…” fece Ichigo, guardando un ragazzo coi capelli viola chiaro.
    “Crona…” rispose Black Star, impugnando più forte il Keyblade.
    “Di nuovo tu, come mi devo comportare con te stavolta?” fece il ragazzo, mentre dalla sua schiena usciva una specie di liquido nero, che prese la forma di un mostriciattolo umanoide, dotato di una coppia di occhi bianchi e braccia, ma privo di gambe, poiché era visibile solo la parte superiore del suo corpo.
    “Uccidilo!” disse lui.
    Dark fissò suo padre con uno sguardo pieno d’odio.
    “Tu…”
    “Che c’è? Ti sorprendi così tanto perché ho scelto le persone più care ai tuoi compagni e le ho trasformate in miei custodi?”
    “Che cosa?” esclamò Ran.
    “Azuki! Cerca di svegliarti!” urlò Saiko, saltando all’indietro.
    “Ma io sono sveglia. E mi sono stufata di aspettarti.” Rispose la ragazza, per poi evocare un Keyblade, imitata dagli altri due.
    Tutti e tre avevano in mano una Catena Regale, il cui colore era nero come la pece.
    “Quel tipo… ha fatto diventare malvagi…” cominciò Conan incredulo.
    “E la nostra promessa?!” esclamò Saiko, trattenendo a stento le lacrime. “Dovevamo sposarci quando avrei realizzato un anime! Non puoi averlo dimenticato!”
    “Certo che non l’ho dimenticato, ma come ti ho detto, mi sono stufata di aspettare. E comunque, non saresti mai tornato dalla guerra, visto che la Luce perderà. Unisciti a noi, Saiko. Il nostro signore sa essere molto misericordioso. Ti perdonerebbe il fatto di essere stato un servo della Luce.”
    Ma Saiko non la sentì nemmeno.
    “No… Tu non puoi essere Azuki! Lei non parlerebbe mai così!” gridò.
    “Che essere disgustoso…” fece Edward, fissando l’incarnazione dell’Oscurità con gli occhi ridotti a due fessure.
    “Allora, Tsuna, sei diventato un po’ più forte in questi mesi? O sei sempre il solito imbranato?” chiese Reborn.
    “Che cosa ti è successo? Perché ti sei unito all’Oscurità?!” rispose il decimo.
    “Sono un serial killer e ho compreso che tu non saresti mai stato adatto a guidare i Vongola. Come boss mafioso, faresti pena.”
    “Boss mafioso?” ripeté Megure, distraendosi dalle operazioni di evacuazione. “Quel ragazzino sarebbe un boss?!”
    “Ti ho sempre detto che non ho mai avuto intenzione di diventarlo, ma devo riconoscere che è stato grazie a te se ho conosciuto Gokudera e gli altri…” rispose Tsuna, tirando fuori il sacchetto con le pillole, ingoiandone due.
    Sulla sua fronte apparve subito la fiamma, mentre anche il suo Keyblade veniva avvolto dallo stesso fuoco.
    “So che non sei completamente libero di pensare. Ti farò tornare come prima, te lo prometto!”
    “Provaci.”
    “Pazzesco… Come fa a non bruciarsi?” domandò Ran, per poi guardare Crona e Black Star.
    “Così, sei di nuovo il mio avversario, eh?” chiese l’assassino, preparandosi a combattere. “Maka non ne sarebbe felice, sai?”
    “Non ho idea di chi sia questa Maka. Io sono la spada demoniaca e il mio compito è quello di seminare ovunque la follia.” Rispose Crona, mentre il mostro sulle sue spalle scompariva, lasciando posto a una spada, che il custode oscuro affiancò subito al Keyblade.
    “Dunque, avete intenzione di affrontarci tutti insieme, eh?” domandò Ichigo, prima di colpirsi nuovamente con il ciondolo, per poi portarsi una mano sul volto.
    Sotto lo sguardo sorpreso di Ran, Conan e dei poliziotti rimasti, una maschera bianca apparve dal nulla, coprendo il suo viso.
    “Allora non sarà il caso di trattenermi! Userò tutti i miei poteri!”
    “Fatti sotto allora.” Lo sfidò Jyassmie.
    Prima che qualcuno potesse fermarli, Ichigo, Black Star e Tsuna partirono all’attacco, scontrandosi subito con i loro avversari.
    “Edward, Saiko!” iniziò Dark. “Voi due tenete occupati gli altri due custodi e cercate di catturare Azuki. Ci dev’essere un modo per riportarla alla normalità, proprio com’è successo a me!”
    “E voi due?” chiese l’alchimista.
    Hikari e Dark spostarono lo sguardo verso l’Oscurità.
    “Noi affronteremo il nemico principale.”
    “Ehi, e gli Heartless?” domandò Ran.
    Ma prima che ottenesse una risposta, centinaia di colonne di fuoco si alzarono dal nulla, cancellando gli esseri oscuri.
    “Non saranno un problema.” Rispose il custode dell’Equilibrio, mentre le pupille dei suoi occhi cambiavano forma, assumendo la stessa del suo ciondolo. “Ora andatevene, o non potrò garantire la vostra incolumità!”
    “Dunque pensate di potermi affrontare? E magari anche sconfiggermi?” chiese l’Oscurità, togliendosi il mantello ed evocando la stessa spada che Dark aveva impugnato quando era finito sotto il suo controllo.
    “Come volete. Vorrà dire che vi concederò il raro privilegio di venire annientati da me in persona. Non m’importa più che tu sei mio figlio. Una volta che il tuo cuore sarà uscito dal tuo involucro, lo renderò mio schiavo, e creerò un nuovo contenitore più adatto!”
    “Non te lo permetterò! Sarò io a farti scappare via! Questa volta non mi manovrerai!”
    Lui e Hikari strinsero più forte i Keyblade.
    “Pronta?” chiese l’incarnazione dell’Equilibrio alla compagna, che annuì.
    “Sì. Anch’io voglio sistemare i conti con lui. Non posso perdonargli di aver giocato in questo modo con i sentimenti altrui!”
    Dark sorrise.
    “Molto bene allora. Diamo il via alle danze!” urlò, lanciandosi contro il padre seguito da Hikari.

    Azuki creò una sfera di fuoco che scagliò contro Saiko, che si limitò a deviarla con il Keyblade.
    “Azuki! Torna in te!”
    “Io sono in me!” rispose lei, per poi volare contro di lui, preparandosi a colpirlo con la sua arma.
    “Non voglio combattere contro di te!” urlò lui, parando il fendente senza contrattaccare.
    “Allora muori come un idiota!” esclamò lei, creando una sfera di fuoco proprio di fronte a lui, colpendolo così in pieno e scagliandolo contro un palazzo.
    Saiko sputò del sangue, per poi cadere a terra, a pochi metri da Ran e Conan, che andarono subito a soccorrerlo.
    “Tutto bene?” chiese il bambino, aiutando la ragazza ad alzare il custode, che tossì altro sangue.
    “Perché il destino è così crudele con me…” mormorò il mangaka. “Ogni volta che mi avvicino al mio sogno, qualcosa lo infrange e lo allontana… Ma mai avrei pensato a una cosa del genere…”
    Ran lo guardò seriamente, per poi girarsi verso Azuki.
    “Ehi, tu!” gli urlò contro. “Sei soddisfatta ora?”
    “Certo che no. Deve soffrire molto di più di così. Questi sono gli ordini del Maestro.”
    “Quel bastardo…” fece Conan, girandosi anche lui. “Saiko non osa nemmeno difendersi seriamente per paura di ferirla… E lui lo sa bene.”
    Saiko non disse nulla, lasciandosi cadere e rimanendo immobile a terra.
    “E voi… morirete con lui!” urlò Azuki, partendo all’attacco contro di loro.
    Ran si girò verso Saiko, vedendo che il suo Keyblade era a terra.
    “Speriamo che funzioni…” disse, prendendolo e girandosi nuovamente, giusto in tempo per parare l’attacco dell’avversaria, che indietreggiò sorpresa.
    “Cosa?” esclamò, fissando il Keyblade. “Come fai a impugnarlo?”
    “Non lo so, ma non torcerai un capello a nessuno di noi!” rispose la ragazza, mentre sia Conan che Saiko la guardarono increduli.
    “Allora credo proprio che ti darò una mano.” Disse Conan, prendendo alcune macerie del palazzo colpito da Saiko, per poi premere il bottone sulla scarpa.

    Jyassmie si lanciò contro Ichigo, che parò l’attacco con il Keyblade, per poi creare subito una sfera di fuoco che scagliò contro la parte oscura di Jessie, che lo evitò saltando all’indietro.
    “Sei migliorato ulteriormente.” Disse, guardando lo Shinigami.
    “Ti aspettavi il contrario?”
    “Umpf. Credi di essere stato l’unico? Il mio potere è oscurità pura, e in questo momento è amplificato. Sto ancora giocando con te.”
    “Davvero? Ma tu guarda, anch’io! Ho verificato che ora i minuti in cui posso indossare la maschera sono aumentati e non di poco, ma credo sia il momento di chiudere la partita!” urlò Ichigo, avvolgendo il Keyblade in un’aurea oscura e lanciandosi contro Jyassmie, che lo imitò.
    Quando le due armi si scontrarono, si creò un’onda d’urto che li superò, infrangendo i vetri delle macchine abbandonate lì vicino e anche quelli dei palazzi prossimi alla zona.
    “Ironico come per affrontarmi usi un potere molto simile all’oscurità, sai?” fece la custode.
    “Pur di sconfiggere voi custodi delle tenebre, sono pronto a tutto!”
    “Davvero? Vediamo fino a che punto è vero!” replicò la custode, creando una sfera d’oscurità che scagliò contro l’avversario, che rispose con una di luce, provocando un’esplosione tra i due.
    Quando il fumo scomparve, i due erano già uno contro l’altro, scambiandosi una serie di affondi che venivano prontamente parati dall’avversario.

    “E così, siamo di nuovo uno contro l’altro… Ma stavolta, la verità non interferirà.” Fece Homunculus, mostrando il suo Keyblade a Edward.
    “Stavolta ho più esperienza, sono stato nominato Master del Keyblade, e poi, la voglia di vendicare tutte le persone che hai eliminato… Quella richiede di essere saziata il prima possibile!”
    “Oh, quindi vorresti farmela pagare?”
    Tra i due scese per qualche secondo un silenzio di tomba.
    Poi, senza che nessuno dei due muovesse un dito, di fronte a loro si alzarono due colonne di pietra, che si scontrarono in aria.
    Non appena si ridussero in macerie, esse si trasformarono in enormi spuntoni che andarono verso i rispettivi avversari, che li evitarono creando di fronte a sé un muro di pietra.
    “Pazzesco… Non possono essere semplici umani…” fece Megure, deglutendo mentre si preparava ad attraversare il varco. “Shinichi, Ran… fate attenzione…” mormorò infine, scomparendo nel passaggio, che si chiuse alle sue spalle.

    Crona e Black Star si allontanarono dopo essersi colpiti a vicenda.
    L’assassino si portò una mano al fianco, da cui stava uscendo del sangue, mentre Crona non si curò minimamente della sua ferita, da cui stava colando sangue nero, che si solidificò immediatamente.
    “Sempre quel tuo maledetto sangue nero…” fece Black Star, mentre avvolgeva la mano che copriva la ferita con un’aurea verde, che cominciò a cicatrizzarla.
    “Non so come comportarmi contro qualcuno con quello sguardo… Perciò ti ucciderò.”
    “Provaci. Non m’importa come mi chiamerà Maka, ma non posso lasciarti continuare a fare i voleri di Medusa!”
    “Medusa? Oh, ti riferisci a mia madre?” domandò Crona, per poi assumere un sorriso inquietante. “L’ho fatta a pezzi io stesso tempo fa.”
    “Che cosa?!” esclamò la voce di Tsubaki. “Hai ucciso…”
    “Tsubaki, modalità Keyblade Incantato!” Ordinò Black Star.
    Sul suo corpo apparvero subito dei segni neri, che lo ricoprirono totalmente.
    “Ormai sei prossimo a diventare un Kishin. Come membro della Shibusen e Master del Keyblade, il mio dovere è di eliminarti!” disse l’assassino, mentre le sue pupille si trasformavano in stelle.

    Tsuna saltò all’indietro per evitare un proiettile di Reborn.
    “Allora, sai solo schivare?” chiese il killer, guardandolo.
    “Sono appena agli inizi. A differenza delle apparenze, mi sono allenato parecchio, e durante il mio addestramento, ho conosciuto diversi personaggi interessanti. E da uno di essi, ho imparato una tecnica che sembra inventata appositamente per avere salva la vita con te!”
    “Ovvero?”
    “Ovvero che un killer dovrebbe aspettarsi un attacco dalle spalle!” urlò la voce di Tsuna dietro a Reborn, che riuscì a schivarlo per un secondo.
    “Cosa? Due Tsuna?!” esclamò sorpreso il killer, mentre i due custodi si riavvicinavano.
    “CI ho messo un po’ di tempo per imparare questa tecnica…” fece uno dei due Tsuna, per poi portarsi le mani di fronte a sé in una strana posa.
    Immediatamente, la sua copia scomparve in una nuvola di fumo.
    “Sei in grado di creare delle copie di te stesso?”
    “Più precisamente, dei veri e propri cloni. In questo modo, posso fare più cose in contemporanea. La mia idea iniziale era quella di evitare in questo modo i tuoi allenamenti, ma torna parecchio utile anche per combattere.”
    “Interessante. Sembra che tu stia cominciando a lasciarti alle spalle il soprannome di Imbranatsuna… Molto bene allora, dimostrami cosa sai fare!”

    Hikari creò una sfera di luce, che scagliò contro l’avversario, che la distrusse con facilità, per poi girarsi e parare un fendente di Dark, che saltò subito all’indietro.
    I due custodi crearono in contemporanea due sfere di fuoco, che lanciarono subito contro l’Oscurità, che si limitò a fare un giro su se stesso, tagliando a metà le due magie.
    A quel punto, entrambi partirono all’attacco, pronti a colpirlo con il Keyblade.
    L’Oscurità fece un passo indietro, evitando così di essere colpito, e anzi, riuscendo a respingere insieme i due custodi, che si fermarono uno al fianco dell’altra.
    “Curioso…” fece l’avversario. “Siete ancora più affiatati di prima. Credevo che dopo ciò che vi ho fatto, non sareste più riusciti a collaborare…”
    “Se proprio lo vuoi sapere, sei proprio tu la causa di ciò che vedi. Il nostro odio verso di te è unico.” Rispose Hikari.
    “Già… Mi hai costretto ad agire contro la mia volontà, costringendomi a fare del male alla persona che mi ha cambiato la vita…”
    Sentendo ciò, la custode si girò verso di lui, che però non restituì lo sguardo.
    “Ed è per questo… che non posso perdonarti!” urlò Dark, partendo alla carica, mentre un’aurea bianca lo avvolgeva.
    Per la prima volta, l’Oscurità sgranò gli occhi.
    “Maledizione…” fece, creando di fronte a sé un muro d’oscurità, che fu però tagliato a metà dal Keyblade del figlio, che lo colpì ad un braccio, provocandogli una ferita, dalla quale però non uscì nemmeno una goccia di sangue.
    Gli scontri attorno a loro si fermarono subito.
    “Che cosa?!” esclamò Jyassmie incredula, girandosi verso l’Oscurità. “È riuscito a ferirlo?!”
    “Impossibile! Il maestro non può essere ferito!” disse Azuki, mentre respingeva un’esausta Ran ed evitava un altro sasso lanciato da Conan.
    Dark sorrise.
    “Sembra… che tu non sia così intoccabile come dici.” Disse infine.
    Suo padre non rispose.
    “Molto bene, Dark. Ti accontenterò immediatamente. Soffri come non hai mai sofferto in vita tua!” urlò all’improvviso, scagliando il custode contro un palazzo, che collassò su se stesso, seppellendolo sotto le macerie.
    “Dark!” urlò Hikari, poco prima che l’Oscurità apparisse di fronte a lei, prendendola per la gola e sollevandola.
    “Hikari!” gridò Dark uscendo dalle macerie incurante dei molti tagli e lividi che si era procurato.
    “D-Dark…” balbettò Hikari, faticando a respirare.
    “Dì addio a questo mondo, custode della Luce. Farò in modo che tu non possa più tornare indietro, neppure come Nessuno!”
    L’Oscurità alzò l’altra mano verso il petto della custode, il quale s’illuminò.
    Il Keyblade nella mano di Hikari scomparve nel nulla, disintegrandosi in centinaia di sfere di luce.
    “Ti ho privata del tuo potere di custode. E ora…” continuò, aumentando la presa.
    Dark si mise a correre contro di lui, imitato da Edward, Ichigo e gli altri, che abbandonarono i loro scontri per cercare di soccorrere Hikari.
    Ma prima che potessero avvicinarsi, tutti tranne l’incarnazione dell’Equilibrio furono sbalzati via come se nulla fosse.
    “Fermati!” gridò Dark, continuando la sua disperata corsa.
    Suo padre sorrise, per poi mettere ulteriore forza nella sua presa.
    Senza che nessuno, a parte l’Oscurità, potesse vederlo, gli occhi della custode si fecero tristi, lasciando scendere due silenziose lacrime, cercando con lo sguardo chi stava urlando per la loro proprietaria.
    L’ultima cosa che Dark fu in grado di sentire prima che i suoi sensi si rifiutassero di funzionare fu un rumore secco provenire dal corpo della custode.
    Per un secondo, che sembrò durare secoli, la testa di Hikari guardò verso l’altro, per poi abbassarsi, senza più dare alcun segno di vita.
    Dark sgranò gli occhi.
    “Hikari…” cominciò. “HIKARI!!!” urlò.
    Un grido disperato che riecheggiò per tutto il campo di battaglia, propagandosi per la città ormai deserta.
    Edward, Ichigo, Tsuna, Saiko, Black Star, Ran e Conan si girarono verso l’Oscurità.
    “No… non è possibile…” fece l’alchimista, guardando incredulo la scena.
    “Hikari… Hikari non può essere…”
    Ran spostò lo sguardo, incapace di sostenere quella terribile vista, mentre Conan guardava il corpo della custode con occhi tremanti dalla rabbia.
    Sul campo di battaglia scese un silenzio innaturale.
    Un silenzio che fu interrotto dalle sadiche e divertite risate dell’Oscurità.
    “Finalmente!” urlò. “Finalmente Hikari se n’è andata! Tieni, Dark! Tieni il risultato delle tue azioni!”
    Detto ciò, lanciò il corpo di Hikari a Dark, che lo prese al volo.
    “Hikari! Hikari rispondimi di prego!” disse subito lui, guardando il volto della compagna, i cui occhi spenti lo fissavano, incapaci però di vederlo.
    “Bastardo!!!” urlò Black Star, mettendosi a correre contro l’Oscurità, cominciando a lanciare una raffica di magie di tutti gli elementi contro di lui, senza però sorbire il minimo effetto.
    “Non ti perdoneremo!” sbraitò Edward, creando attorno a lui una gabbia chiodata, che però si disintegrò immediatamente.
    “Getsuga Tensho!” gridò Ichigo, lanciandogli contro il suo attacco migliore.
    “Zero Chiten Toppa!” urlò Tsuna, in contemporanea allo Shinigami.
    I due attacchi si diressero insieme contro l’obiettivo, che però li distrusse usando semplicemente una mano.
    “No… Non posso perdonarti tutto questo!” strillò Saiko, lanciandosi all’attacco, facendo scomparire il Keyblade dalle mani di Ran, riappropriandosene.
    Ma proprio come aveva fatto prima, l’Oscurità scagliò via tutti quanti senza nemmeno muoversi.
    Dark però non si accorse di nulla di tutto ciò.
    Il suo sguardo era fisso su Hikari.
    Non si accorse nemmeno delle lacrime che cadevano dal suo viso, finendo su quello della custode.
    “Hikari… Ti prego, rispondimi, non abbandonarmi… ti prego… Non voglio che mi lasci di nuovo!” urlò in preda alla disperazione.
    “D-Dark…” ansimò l’alchimista, stringendo i pugni.
    “È finita. Hikari è morta.” Disse l’Oscurità. “L’ho privata del suo potere di custode, e con esso anche della possibilità di diventare Heartless e Nessuno. Non tornerà mai più.”
    Dark non lo ascoltò nemmeno, portandosi il corpo di Hikari al petto.
    “Sono stato uno stupido… Aveva ragione lui… non dovevo indossare questa maschera…” mormorò, lasciando che le lacrime continuassero a scendere dai suoi occhi stretti.
    “Perché nonostante tutto… nonostante tutto… io ti ho sempre amata…”
    “Bleah. Che scena disgustosa!” fece l’Oscurità.
    “Tu…” disse Conan, avvicinandosi. “Tu sei lontanamente in grado di comprendere ciò che hai appena fatto?!” urlò.
    “Certo. Ho eliminato un’odiosa spina nel fianco. Colei che ha interferito con la vita di mio figlio. Finalmente, mi sono liberato della custode che reputavo più odiosa!”
    “Tu… tu sei un mostro…” fece Ran, affiancando Conan.
    “Oh, lo so. Anzi, oggi mi sento di buon umore… perciò credo proprio che metterò la parola fine anche ad una terza coppia!”
    Prima che qualcuno potesse fare qualcosa, l’Oscurità creò di fronte a sé un proiettile nero, che scagliò verso Ran.
    “Spostati!” urlò Conan, spingendo via la ragazza, venendo così colpito al suo posto in piena testa.
    Ran lo guardò per qualche secondo.
    “Shinichi!” urlò infine, prendendolo in braccio, senza che però il bambino desse alcuna risposta.
    “Oh, e così ha scelto di sacrificarsi? Che idiota, poteva avere salva la vita.”
    “Tu…” fece Black Star, rialzandosi, aiutato da Tsubaki. “Tu… Non puoi essere chiamato mostro. Sarebbe un offesa nei loro confronti! Tu sei peggio di loro! Sei peggio anche di un demone!”
    “Già… Per te l’inferno non basterebbe…” continuò Ichigo.
    “Sei un essere disgustoso, che si diverte a giocare coi i sentimenti altrui…” disse Tsuna.
    “Che non sopporta l’amore e non vuole che nessun altro lo provi…” sostenne Saiko.
    “Che non si fa alcuno scrupolo nemmeno verso il suo stesso sangue…” proseguì Edward.
    I cinque custodi si misero tutti contro l’Oscurità, puntandogli contro il Keyblade.
    “Non meriti la benché minima pietà!” urlarono insieme, creando in simultanea un raggio di luce che gli lanciarono contro.
    Ma con loro sorpresa, esso s’infranse sull’avversario, che non si prese nemmeno la briga di deviarlo.
    “Stupidi. Non l’avete ancora capito che sono invincibile!” urlò lui di rimando, scagliandogli contro un vento oscuro che li fece volare contro un palazzo, facendoli cadere all’interno.

    (consiglio di ascoltare la seguente canzone: https://www.youtube.com/watch?v=TTcLnBGWZkM)


    Poco lontano, Dark continuava ad osservare il corpo di Hikari tra le sue braccia.
    “Possibile… possibile che io non possa fare nulla…?”
    Senza che se ne accorgesse, la catena che teneva il suo ciondolo si ruppe, lasciando che esso cadesse sopra Hikari.
    Dark spostò lo sguardo su di esso, per poi spalancare gli occhi.
    “Forse…” mormorò, riprendendo il ciondolo. “Forse una cosa posso farla…”
    Facendo attenzione, Dark poggiò a terra il corpo di Hikari, chiudendole gli occhi, mentre le nuvole sopra di lui, che avevano coperto il cielo durante la battaglia, s’illuminarono a causa di un lampo, lasciando che una goccia cadesse a terra, seguita subito dopo da molte altre.
    Il volto del custode s’illumino dopo un secondo lampo, mostrando i suoi occhi mascherati dai capelli.
    Dark si voltò verso Ran, piegata in lacrime su Conan, e poi sul palazzo dove gli altri custodi erano stati mandati.
    E infine verso suo padre, che non lo stava nemmeno guardando.
    “Perdonami Hikari… ma è l’unica soluzione…” disse, per poi alzare le mani di fronte a sé.
    Immediatamente, fu avvolto da un’aurea nera e bianca, che eresse attorno a lui e Hikari una specie di gabbia trasparente, dove i due colori scorrevano al suo interno.
    L’Oscurità si girò verso essa, senza preoccuparsene.
    “Che cosa vuoi fare? Non puoi eliminarmi, nemmeno usando tutto il tuo potere!”
    “Non è quello che ho in mente!” rispose Dark, mentre il suo ciondolo si sollevava in volo da solo, fermandosi sopra la custode.
    Dalle cinque punte cominciò ad uscire un liquido dello stesso colore dei due elementi portanti, che lentamente cominciò a riempire la gabbia.
    Il corpo di Hikari fu presto sommerso completamente, mentre Dark dovette aspettare qualche minuto in più prima di scomparire.
    Suo padre osservava la scena, incuriosito.
    “Che cos’hai intenzione di fare?” mormorò.
    Nel frattempo anche i custodi si stavano rialzando, osservando la scena.
    “Aspettate…” fece Tsuna, girandosi verso Saiko. “Non ti sembra di averla già vista una scena del genere?”
    Il mangaka lo guardò per qualche secondo, per poi spalancare gli occhi, mentre la gabbia veniva completamente riempita.
    “Aspetta, non vorrai dire che Dark…”
    Ma prima che potesse continuare, il terreno cominciò a tremare.
    “E ora che cosa succede?” domandò Ran, alzando lo sguardo.
    Sulla gabbia cominciarono ad apparire delle crepe, e ogni secondo che passava diventavano sempre più numerose.
    Quando la gabbia raggiunse il suo limite, esplose, lasciando fuoriuscire tutto il liquido, che cominciò a scomparire nel nulla.
    “Che cosa sta succedendo?” chiese Homunculus, portandosi di fronte ai resti, senza però riuscire a vedere né Dark né il corpo di Hikari. “Dove sono finiti?”
    Prima che potesse rendersene conto, una velata immagine nera e bianca gli passò accanto, tranciandogli di netto il braccio.
    La figura si diresse subito contro l’Oscurità, che alzò la spada, respingendo così l’attacco, sebbene la forza d’urto fu in grado di farlo indietreggiare di parecchi centimetri.
    Di fronte a lui c’erano Dark e Hikari, entrambi con in mano Balance.
    Gli occhi e i capelli di Hikari avevano cambiato colore, diventando uguali a quelli di Dark, e il suo sguardo esprimeva puro odio verso colui che aveva di fronte.
    “Che cosa?!” esclamò lui, fissando adirato Dark.
    “È arrivato il momento che io scelga il mio nuovo custode…” fece lui. “E la mia scelta ricade su Hikari!”
    “Il tuo nuovo custode?! Che cosa vuoi dire, Dark?!” sbraitò lui.
    “Vuole dire…” cominciò Hikari. “Che io sono la nuova custode dell’Equilibrio!”
    Senza che l’Oscurità potesse fare altro, dai due custodi cominciò ad uscire una forte aurea, che ricoprì l’intera zona.
    “E ora… sparisci dalla nostra vista!” urlarono insieme, facendo volare all’indietro il loro avversario, che cadde a terra, rotolando per diversi metri.
    “Maestro!” urlarono i suoi custodi, poco prima che i prescelti della Luce li raggiungessero.
    “Sembra che le carte in tavola siano cambiate!” sbraitò Edward, mentre Homunculus cercava di resistergli con un solo braccio, mentre l’altro si rigenerava.
    L’Oscurità si rialzò, guardando con rabbia i due custodi dell’Equilibrio, che erano rimasti al loro posto a fissarlo impassibili.
    “Maledizione… Non pensavo avrebbe scelto un secondo custode oltre se stesso…” fece, per poi spostare lo sguardo verso Ran e Conan. “Mi conviene ritirarmi per ora… In quello stato, potrebbero realmente alterare l’attuale equilibrio… e nemmeno io resterei troppo incolume… Ma prima…”
    Anticipando tutti, si diresse verso Ran, con la spada sguainata.
    “Prima eliminerò quest’odiosa ragazzina!” urlò.
    Ran si girò verso di lui, sgranando gli occhi per la paura e stringendo più forte Conan.
    Ma la sua attenzione fu distratta proprio da quest’ultimo, che scomparve nel nulla tra le sue braccia.
    “Che cosa?!” esclamò lei, mentre l’Oscurità stava per raggiungerla.
    Tuttavia, prima che potesse colpirla, la figura di un ragazzo apparve in mezzo ai due, con un Keyblade in mano, deviando così l’attacco, approfittando della sorpresa dell’Oscurità, che fu subito colpito nuovamente da Dark e Hikari, allontanandolo.
    “Scusa per il ritardo, Ran.” Fece il ragazzo, girandosi verso di lei. “Ma non è stato facile tornare qui.”
    “S-Shinichi… Sei davvero tu, Shinichi?!” esclamò lei, cominciando nuovamente a piangere.
    “E chi dovrei essere, scusa?” disse lui, prima di ritrovarsi le braccia di Ran attorno al collo.
    “Stupido… Perché devi sempre farmi preoccupare tanto?” fece lei, per poi sorridere.
    “Mi dispiace… ma non era mia intenzione. Mi ha salvato una donna, che mi ha dato questo Keyblade e mi ha permesso di arrivare giusto in tempo per salvarti.”
    “Una donna?”
    “Sicuramente mia madre.” Rispose Dark, avanzando assieme a Hikari verso il padre. “Ti ha nominato suo custode, Shinichi. E immagino ti abbia donato qualche altro potere, vero?”
    “Beh, in effetti sì…” ammise lui, portandosi una mano dietro la testa.
    “Ovvero?” domandò Ran.
    “Beh…” cominciò Shinichi, per poi scomparire in nuvola di fumo.
    “Mi ha permesso di alternare le mie due identità…” continuò una voce da bambino, mentre il fumo scompariva, lasciando vedere a tutti Conan, che indossava il suo classico completo.
    “Potere curioso.” Fece Hikari, senza distogliere lo sguardo dall’Oscurità, ignorando il neo custode che tornava al suo aspetto originario.
    “Maledizione…” disse lui, rialzandosi. “E va bene, lo ammetto. Stavolta avete vinto voi. Dark, ricordati questo: la pagherai per la tua scelta. Avevo finalmente eliminato l’umano che più odiavo, e tu l’hai riportato indietro! Non te lo perdonerò!”
    Dark non rispose subito, ma afferrò per le spalle Hikari, avvicinandola a sé, cingendola in un mezzo abbraccio.
    “Non ti lascerò più torcerle un solo capello. Ora finalmente l’ho capito. Non mi sono limitato a nominare Hikari come mia custode. Ho recuperato anche ciò di cui mi ero liberato anni fa. Ora posso finalmente dirlo. Hikari è la donna che amo, e non ti permetterò di farle nulla!”
    L’Oscurità cominciò a tremare per la rabbia, per poi schioccare le dita.
    Immediatamente, lui e i cinque custodi oscuri scomparvero nel nulla, lasciando deserto il campo di battaglia.
    “Azuki!” urlò Saiko.
    “Se ne sono andati… Codardo.” Fece Hikari, facendo scomparire il Keyblade, imitata subito da Dark.
    Gli altri custodi li raggiunsero subito.
    “Fantastico!” esclamò Tsuna. “Che gioia vedere che stai bene!”
    “E così ora avremo a che fare con due custodi dell’Equilibrio, eh?” commentò Black Star, sorridendo.
    “Ma com’è possibile? Credevo che potesse esisterne uno solo…” disse Saiko.
    “Come sapete, ho scoperto di essere io stesso l’Equilibrio… Ho pensato che forse, condividendo i miei poteri con Hikari, sarei riuscito a riportarla indietro, ma per farlo, anche lei doveva diventare una custode dell’Equilibrio.”
    “Beh, direi che il risultato è stato incredibile! Le avete suonate di santa ragione a quel tipo!” affermò Edward.
    “Eh eh…” ridacchiò Hikari, per poi tirare fuori da sotto la maglietta una collana identica a quella di Dark.
    “Questo ciondolo rappresenta il nostro legame.” Spiegò Dark. “Per questo se n’è creato un secondo.”
    La custode annuì, sorridendo.
    “Capisco… Grazie Dark. Per tutto quanto.”
    Il custode restituì il sorriso, per poi spostare lo sguardo su Shinichi.
    “Immagino tu l’abbia già capito, vero?” domandò.
    “Devo venire con voi, non è così?” rispose il detective.
    “Che cosa? Perché?” chiese Ran.
    “I custodi si stanno radunando. Tra non molto avrà inizio la guerra. Non possono rimanere isolati.”
    Ran guardò sorpresa i custodi, per poi sospirare.
    “Molto bene allora. Fate diventare anche me una custode!”
    Tutti quanti sgranarono gli occhi.
    “Che cosa?! Ma non possiamo!”
    “Come no? Dark non l’ha fatto con Hikari?”
    “Ma io non posso nominare un altro custode…” rispose lui.
    “E allora fatemi venire lo stesso con voi! Non ho intenzione di abbandonare Shinichi!”
    “Che cosa facciamo?” chiese Ichigo a Dark.
    Il custode si portò una mano sotto il mento, riflettendo.
    “Forse… qualcosa posso fare… Hikari, sei disposta a darmi una mano?”
    “Che cos’hai in mente?”
    “Forse potrò accontentare non solo Ran, ma anche tutte le altre persone che desiderano aiutarci.” Cominciò Dark, prendendo il suo ciondolo.
    Hikari lo guardò per qualche secondo, per poi imitarlo.
    “Ran, devi esserne sicura. Vuoi veramente cominciare questo viaggio?”
    “Sì!” rispose subito la ragazza.
    “Molte bene allora!” fece il custode, portando di fronte a sé il ciondolo, seguito da Hikari.
    I due pensagli s’illuminarono subito, creando attorno a loro una piccola colonna di luce, che si alzò verso il cielo.
    Quando raggiunse la sommità, si spezzò in centinaia, o forse migliaia fasci di luce, che si dispersero.
    Uno solo tornò indietro, colpendo Ran sulla fronte.
    Per qualche secondo non successe nulla.
    Poi, lentamente, nel punto colpito dal raggio, cominciò ad apparire una copia del ciondolo, completamente bianca.
    “E questo cosa significa?” chiese Shinichi, fissando prima Ran e poi Dark.
    “Significa che da questo momento in poi nasce un nuovo ordine, parallelo ai custodi.” Rispose lui.
    “Un nuovo ordine parallelo ai custodi?” ripeté una sorpresa Ran.
    “Esatto. Tu, Ran, sei la prima dei Guardiani dell’Equilibrio.” sentenziò Dark.
     
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    Fuoco crepuscolare che mai si estinguerà

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    Ottimissimi capitoli entrambi Darky boy ù.ù Complimenti!
    Come hai detto tu, alla morte di Hikari e nelle scene seguenti mi sono commossHa ç___ç Ma per fortuna il nostro impavido eroe ha trovato una soluzione per salvare la sua bella... ah, l'amour <3
    Aspetto con impazienza il prossimo capitolo :3
     
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    Morning Player

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    H-Hikari come custode dell'equilibrio ?!? G-Guardiani dell'equilibrio ?!? Ok, ti nomino ufficialmente il motivo della mia momentanea insanità mentale ._.
    Scherzi a parte, musica azzeccatissima, capitolo stupendo e la morte di Hikari è stata...boh...qualcosa di spettacolare *__*
     
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  4. francix94
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    hai superato te stesso
    sei riuscito a scrivere qualcosa più epico e sensazionale non sò come fai, dimmi il tuo segreto :qwe:

    PS: lo sò che è una domanda un po da bimbominkia ma farai mai un capitolo in cui ci siano anche i personaggi dei videogiochi?
    lo ci vedo così bene un Travis Touchdown nella tua fic che prova a fare a botte con Black Star per detenere il titolo di piu grande assassino vivente!

    ...ma sfortunatamente questo non accadrà mai...
     
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    暗いロクサス92

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    E finalmente, rieccomi qui!
    Wow, a quanto pare, il precedente capitolo è a tutti gli effetti diventato il migliore della fiction. Perfetto, il mio piano di conquista delle menti dei lettori sta avendo successo! *si rende conto di ciò che ha detto* N-No, volevo dire, il mio piano di conquista del mondo! *si morde la lingua* E devo smetterla di rivelare le mie intenzioni segrete XD.
    Allora, dove eravamo rimasti? Ah, sì, alla nascita della nuova custode dell’Equilibrio (ammettetelo, dopo 67 capitoli non pensavate sarei arrivato a tanto, eh? XD) e alla creazione di un nuovo ordine, ovvero i Guardiani dell’Equilibrio! Ora ovviamente le cose non potranno che farsi sempre più interessanti.
    A questo proposito, mi duole comunicarvi che il famoso capitolo 70 subirà un ritardo e varrà posticipato di 2/3 capitoli, i quali serviranno, a partire già da questo, ad annunciare la prossima saga.
    Ne approfitto per ricordarvi lo special su Hikari che ho postato dopo il precedente capitolo XD. 
    Ora, prima di passare alle recensioni, devo fare un annuncio!
    Ovvero, apro un contest (se così possiamo definirlo) per Equilibrio! Di cosa si tratta?
    Semplice! Per la prossima opening, darkroxas92 ha bisogno del vostro aiuto!
    E l’aiuto consiste… in un disegno!
    Ebbene sì, chiedo a voi lettori (dato che io sono totalmente incapace in ciò) di disegnare la scena del precedente capitolo dove Dark tiene tra le braccia il corpo di Hikari, mostrando tutto il suo dolore.
    Se vi può tornare utile, il ciondolo di Dark potete vederlo nel video dello special natalizio.
    Come premio purtroppo non posso offrirvi altro che un posto nell’opening, ovviamente con il vostro nick nei crediti.
    Ringrazio in anticipo tutti coloro che parteciperanno! 
    E ora, ringrazio ancora Liberty89 per avermi fatto da betareader e passiamo alle recensioni!
    @ Liberty89: Eh eh… sono riuscito nella missioni impossibile che mi ero prefissato… far piangere con un capitolo XD. E spero che i prossimi capitoli (ignorando il fatto che ne hai già avuto piccole anteprime XD) siano in grado di sorprenderti (anche se alcune mie idee mi costeranno molto care… glom…)
    @ Armitrael: Eh già, si parte con le rivoluzioni della storia! Ed è solo l’inizio… presto, molto presto, l’ordine che conoscete verrà profondamente scosso… più di quanto voi possiate anche solo immaginare XD. Per l’insanità mentale… Ehm… Ok, aggiungo anche quella come effetto collaterale alla lettura dei capitoli XD.
    @ francix94: Il mio segreto? Semplice: perdere 3 anni di sonno. Poi ti vengono tutte le idee malate che vuoi XD. Per più personaggi di videogiochi… non conosco quello detto da te, ma ho comunque in mente qualcosina… *sorriso sadico*
    Perfetto, e ora che ho risposto a tutti… Buona lettura a tutti!

    Capitolo 68: Draghi e maghi. Il gruppo si riunisce? - Torna all'indice dei capitoli
    “Uff… si può sapere dove siamo finiti?!” si lamentò un ragazzo dai capelli rosa, con una sciarpa bianca a quadretti rossi attorno al collo e uno smanicato nero.
    “Beh Natsu…” rispose un gatto blu, con un paio di ali bianche che spuntavano dalla schiena, mentre atterrava sulla testa del ragazzo, facendole così svanire. “Io te l’avevo detto di non attraversare quella specie di buco nero.”
    “A dir la verità, tu volevi tuffarti subito dentro convinto che ci fossero dei pesci…” precisò lui.
    “Beh, c’erano alte possibilità che fosse vero… Di certo non mi aspettavo di finire in mezzo a un bosco che non conosciamo, e senza la minima traccia di un pesce…”
    “Ma se non sai nemmeno come ti sei procurato quello strano segno sul simbolo di Fairy Tail! Il Master ti schiaccerà quando lo verrà a sapere!”
    “Suvvia, non mi punirà per così poco… e poi ti ripeto che non ho fatto nulla!”
    Natsu sospirò.
    “Comunque, più lo guardo, più mi sembra di averlo già visto da qualche altra parte… Bah! E io che speravo mi avessero chiamato nuovamente per combattere contro qualcuno di forte. Le fiamme di quel ragazzo erano così buone… Anche se non come quelle di Igneel!”
    “A proposito, pensi che potrebbe essere qui?”
    “Chissà… Di certo, si dev’essere nascosto per qualche buon motivo e se così non è, padre o non padre se la dovrà vedere con me!”
    “Come se avessi delle speranze contro di lui…” mormorò il gatto.
    “Ehi Happy, ma tu da che parte stai?!”
    “Dalla tua, ovvio, ma so anche che non puoi essere forte quanto lui.”
    “Cos’è, mi credi un debole? Ti ricordo che ho affrontato e sconfitto nemici che tutti consideravano imbattibili!”
    “Ma mai da solo!”
    “Ma tu guarda…” cominciò Natsu, per poi fermarsi all’improvviso.
    “Che succede?”
    “Non saprei… mi è sembrato di sentire qualcosa…” rispose il ragazzo, guardandosi attorno.
    “Dici che è qualche bestia pericolosa?”
    “Non ti so rispondere… di certo, non è un coniglio…”
    Ma prima che potesse aggiungere altro, un forte ruggito li sovrastò, costringendoli a voltarsi.
    Di fronte a loro c’era un grosso drago rosso, sopra il quale era seduto un ragazzo con in mano una spada del medesimo colore delle scaglie della sua cavalcatura.
    “U-Un d-d-drago!!!” urlò Happy, facendosi spuntare nuovamente le ali e mettendosi a volare.
    “Un drago!” ripeté sorpreso e felice Natsu. “Un drago vero! Allora non sono spariti tutti!”
    Il drago e il ragazzo li guardarono per qualche secondo.
    Poi, senza alcun preavviso, il drago alzò una zampa, pronto a colpire Natsu, che fu sollevato da Happy giusto pochi instanti prima che finisse schiacciato.
    “Ma che cosa gli prende?!” esclamò lui. “Non mi sono nemmeno presentato e già mi attacca?!”
    Il ragazzo rispose usando delle parole che sia Natsu che Happy non capirono.
    “Temo non ti capirebbe lo stesso. Che cosa facciamo?”
    “Mi duole ammetterlo, ma temo che se lo attaccassi, otterrei ben poco… Non mangio da troppo tempo, e non riuscirei a colpirlo a dovere…” rifletté Natsu, per poi rivolgersi al ragazzo. “Ehi, tu! Riesci a capire la mia lingua?!”
    “Dunque proprio non conosci l’Antica Lingua.” rispose l’interpellato, nella loro stessa lingua. “Eppure, sei riuscito a usare una magia su quel gatto… come hai fatto?”
    “Magia?” ripeté Happy. “Beh, sì, ma non è stato Natsu. È una mia magia.”
    “Un gatto mannaro in grado di parlare senza trasformarsi e di farsi spuntare un paio d’ali? Non ne avevo mai sentito parlare…”
    “Gatto mannaro?” ripeté Natsu. “Ma si può sapere di cosa stai parlando? Happy è un semplice gatto in grado di parlare e di usare la magia. Certo, il suo uovo era simile a quello di un drago, ma è l’unica anomalia.”
    “Uovo? I gatti non nascondo dalle uova, idiota.”
    “Beh, io sì.” Rispose Happy, come se niente fosse. “Però Natsu, credo che lui non ci possa essere di nessun aiuto… Non mi sembra uno molto socievole…”
    “Basta così.” Tuonò il ragazzo, mentre il drago spalancava le fauci. “Non siete spie dei Varden, ma non vi lascerò comunque andare. Questi sono gli ordini di Galbatorix.”
    Prima che i due potessero fare qualcosa, il drago diede vita ad una poderosa fiammata.
    “Happy, lasciami andare e mettiti al sicuro!” urlò Natsu.
    “Aye!” rispose il gatto, obbedendo.
    Il ragazzo dai capelli rosa sorrise, per poi spalancare la bocca proprio mentre l’attacco del drago lo raggiungeva, cominciando a inghiottire le fiamme.
    Pochi secondi dopo, il fuoco si esaurì, e Natsu si porto il braccio alla bocca, come per togliersi dei rimasugli di cibo.
    “Squisito! Era da tantissimo tempo che non mangiavo fiamme di drago!” esclamò, mentre le sue mani venivano avvolte da nuove fiamme.
    “Cosa?” esclamò per la prima volta il ragazzo in evidente sorpresa. “Che magia è questa? E cosa volevi dire con il fatto che era tanto che non mangiavi fiamme di drago?”
    “Spiacente, ragazzo.” Rispose Natsu, mostrando due denti aguzzi, vagamente simili a zanne. “Ma mio padre è un drago, perciò non ho la benché minima paura di affrontarne uno! E come puoi vedere, il fuoco non ha effetto contro di me! A proposito, grazie per il pasto, ne avevo proprio bisogno!”
    “Figlio di un drago?” ripeté l’altro, osservando Happy che si riavvicinava al compagno. “Tu menti. Ciò che stai dicendo è impossibile!”
    “E perché mai?”
    “Perché sono rimasti solo tre draghi in vita, e solo uno di questi è sufficientemente vecchio per aver potuto fare ciò che dici. Inoltre, un drago non può di certo avere un figlio umano!”
    “Oh, se è quello che ti preoccupa, non era il mio vero padre, ma è stato Igneel a crescermi e sono sicuro che è ancora vivo!”
    “Igneel? Non c’è mai stato alcun drago con questo nome.”
    “Natsu… temo che non siamo più a Fiore…” fece Happy, sospirando.
    “Tu dici?” domandò l’altro ironico.
    “Fiore?” domandò il ragazzo, per poi sorridere. “Spiacente, ma vi trovate in Alagaesia, il regno dell’imperatore Galbatorix. E io sono Murtagh, uno dei tre cavalieri dei draghi sopravvissuti.”
    “Alagaesia? Galbatorix? Cavalieri dei draghi? Ma di cosa diamine stai parlando?!”
    “Come fate a non sapere nulla? E dire che qui non c’è nessuno che ignora tutto ciò…”
    Detto ciò saltò in groppa al drago che sbatté le ali, alzandosi in volo.
    “Sono curioso di vedere come agirai. Cercate Eragon e Saphira. Io non posso aiutarti, anzi, la prossima volta che ci incontreremo probabilmente avrò l’ordine di uccidervi o di catturarvi per condurvi da Galbatorix. E se così fosse, anche voi diventerete suoi schiavi.”
    “Umpf. Non credere che sia così semplice piegarmi al volere di qualcuno!”
    “Gli basterà scoprire il tuo vero nome!” urlò Murtagh, allontanandosi.
    “Il mio vero nome?” ripeté Natsu, inclinando la testa. “E che cosa accidenti significa?!”
    “Io mi chiedo di più chi siano questi Eragon e Saphira.” Fece Happy.
    “Sono l’ultima speranza di questo mondo.” Rispose una voce alle loro spalle.
    I due si girarono, ritrovandosi di fronte a uno strano bambino, che indossava dei semplici stracci.
    “E tu chi sei?”
    “Tranquilli, non sono dalla parte di Galbatorix. E so dove potete trovare Eragon e Saphira. Anche se temo che dopo non vi sarà tanto facile andarvene come se niente fosse. Sempre se dovessero scoprire cosa siete in grado di fare. Un gatto volante in grado di parlare normalmente e un umano in grado di mangiare il fuoco di un drago… Sarebbe una bella conquista per i Varden.”
    “Non hai ancora risposto alla domanda di Natsu.”
    “Il mio nome non ha importanza, però se proprio volete sapere cosa sono… vi basti sapere che sono un gatto mannaro.” 

    “Ok… qualcuno ha idea di dove siamo finiti?” sbraitò Inuyasha, guardandosi attorno.
    “Purtroppo no… Quando Dark è venuto a prendere Edward, non ci ha lasciato alcuna istruzione…” rispose Pan, sbadigliando.
    “E tu non puoi usare i tuoi poteri per scoprirlo?” domandò Asuka a Shinji.
    “Temo che tu mi stia sopravvalutando. Non sono diventato onnisciente, ho solo acquisito poteri che di norma un essere umano non può avere. Non sono nemmeno immortale.”
    “Inutile come sempre…” mormorò lei di risposta, girandosi.
    Shinji abbassò lo sguardo, per poi alzare leggermente la manica della maglietta, come per osservare qualcosa sotto di essa.
    “Sentite… non so se può tornarci utile, ma laggiù c’è un accampamento.” Disse Marco, indicando un punto poco lontano.
    Tutti si girarono verso quella direzione.
    “Beh, almeno potremmo trovare qualche informazione su dove ci troviamo…” ammise Inuyasha, cominciando a incamminarsi.
    “Aspetta un secondo! Non possiamo andare così come se niente fosse! Tu prima di tutti!” esclamò Shinji.
    “E potrei sapere perché?”
    “Ehm… se dico ‘orecchie da cane’ ti viene in mente qualcosa?” disse Asuka, per poi guardare Pan. “E lo stesso vale anche per te ovviamente.”
    “Se è per questo non sappiamo nemmeno se sono umani quelli che si trovano in quell’accampamento.” Replicò Marco.
    “Però c’è qualcosa che non torna…” fece Pan. “Non percepisco nessuna aurea è come se fossero schermati. Oppure l’accampamento è abbandonato…”
    “Tsk! Non m’importa. In fondo, che cosa potrebbero mai farci? Siamo tutti custodi, a parte una divinità. Secondo voi saranno in grado anche solo di ferirci?” rispose ironico Inuyasha.
    Marco sospirò.
    “Immagino che tanto vale andare tutti insieme. Almeno nel peggiore dei casi potremo difenderci.”
    Tutti annuirono, per poi avviarsi.
    “Però che strano…” fece Shinji, mentre si avvicinavano, osservando i tronchi di alberi che erano stati tagliati. “Non vi pare che si siano procurati la legna in un modo un po’ strano?”
    “Cosa vuoi dire?”
    “Guardate i tronchi: sembrano essere stati letteralmente strappati via. E alcuni di essi presentano diversi segni di bruciature…”
    “Forse c’è stata una battaglia.” Azzardò Pan. “Quando mio nonno combatte, questi risultati sono i minimi danni che si possono riportare.”
    “Non credo che ci siano molte persone forti come tuo nonno, Pan…” replicò Marco. “Insomma, è una leggenda a livello universale. Sono ben pochi i mondi che non lo conoscono.”
    “Questo perché mio nonno è il migliore!”
    Mentre continuavano a parlare, i custodi raggiunsero l’ingresso del campo, che apparve completamente deserto.
    “State all’erta.” Fece Inuyasha, mostrando gli artigli. “Potrebbe essere una trappola…”
    “In questo caso devono essere parecchio tesi, per temere cinque apparenti ragazzini, no?”
    “Ti ricordo che io supero il secolo di vita…” fece il mezzo demone.
    “Per questo ho detto apparenti.”
    I cinque continuarono ad avanzare, fino a ritrovarsi in mezzo al campo.
    “Okay… se sono veramente nascosti, a questo punto mi chiedo perché non ci hanno ancora attaccato…”
    “Pan, senti qualcosa?”
    La Sayan scosse la testa.
    “Niente e questo è troppo sospetto. Siamo vicini a un bosco, dovrei sentire almeno l’aurea di qualche animale, ma niente. Vuoto totale.”
    “Non possiamo fare qualche danno per farli uscire allo scoperto?” domandò Asuka. “Potrebbe anche essere che vogliano semplicemente farci andare via, e in questo caso non potremmo avere alcuna informazione.”
    “Non possiamo attaccarli senza motivo. Non saremo molto diversi da Xehanort e i suoi.” Rispose Shinji.
    “Uff… e allora cosa facciamo? Aspettiamo che arrivi un principe azzurro che cavalca un cavallo bianco e che faccia uscire tutti come se niente fosse?” replicò acida Asuka.
    Prima che qualcuno potesse dire altro, un ruggito sopra di loro li distrasse.
    I custodi alzarono subito lo sguardo, giusto in tempo per vedere atterrare di fronte a loro un drago blu, sopra il quale era seduto un ragazzo dai capelli castani e i lineamenti delicati, con orecchie leggermente a punta, che li fissava con occhi seri.
    “Non so se è un principe…” cominciò Marco. “Ma temo che il suo cavallo bianco sia un drago blu… ti va bene lo stesso, Asuka?”
    Ma l’ex pilota di Evangelion non lo sentì nemmeno, dato che continuava a fissare il drago di fronte a loro con occhi spalancati e senza nascondere un po’ di giustificata paura.
    “Chi siete?” chiese il ragazzo.
    I custodi si guardarono tra di loro.
    “Beh… in circostanze normali, sarebbe meglio evitare… però temo che non abbiamo scelta.” Disse Pan, evocando il Keyblade, subito imitata da Inuyasha, Asuka e Marco.
    “Siamo custodi.” Disse quest’ultimo, mentre il ragazzo li guardava sorpresi. “Mentre lui è una divinità.”
    ‘Divinità?’ domandò una voce che risuonò nelle loro menti.
    L’Animorph spalancò subito gli occhi.
    “Chi ha parlato? Chi è che può parlare telepaticamente?”
    ‘Di fronte a voi.’ Rispose la voce.
    I custodi guardarono sorpresi il drago, che restituì loro lo stesso sguardo.
    “Un drago… parlante?” fece Asuka. “Ok, non dovrei essere troppo sorpresa, se StupiShinji è entrato in possesso di poteri superiori significa che tutto è possibile, però questo coglie lo stesso di sorpresa…”
    “Cosa ci fanno qui dei custodi?” chiese il ragazzo, cominciando a scendere dal drago.
    Ma una volta sceso, i cinque rimasero un attimo a guadarlo.
    “Che razza di demone sei?” chiese infine Inuyasha, indicando le sue orecchie. “Non sei un umano, ma non sei nemmeno un mezzo demone.”
    “Demone? Di cosa stai parlando? Certo che sono umano, anche se ammetto, con tratti molto simili a quelli degli-”
    “Elfi.” Completò per lui Marco. “Esatto?”
    “Sì, hai ragione, custode.” Disse un'altra voce, stavolta femminile, mentre dalle tende cominciavano ad uscire decine di persone, tutte armate.
    In prima fila c’erano solo elfi, che affiancarono subito il ragazzo e il drago, come per difenderli.
    “Però non avete ancora risposto alla domanda: cosa ci fanno qui dei custodi?” chiese un’elfa dai capelli neri, guardandoli.
    “Semplice viaggio di controllo. A dir la verità, non sappiamo nemmeno dove siamo, infatti speravamo poteste dircelo voi.”
    “Vi trovate ad Alagaesia.” Rispose una nuova voce, mentre una donna dalla pelle scura si faceva largo tra i soldati, superando anche gli elfi. “E a essere più precisi, vi trovate nell’accampamento dei Varden.”
    “Varden? Ovvero?” domandò Marco.
    “Ovvero coloro che vogliono deporre Galbatorix, il tiranno che da più di cento anni è a capo di Alagaesia.”
    “Eh no! Di nuovo?! Possibile che ovunque andiamo troviamo un gruppo di ribelli che vuole portare la pace?!” esclamò Inuyasha. “C’è un mondo dove non ci sia un tiranno?!”
    “Inuyasha… tu non hai mai fatto alcun corso di autocontrollo, vero?” domandò ironico Shinji.
    “E tu nei hai fatti troppi.” Replicò Asuka. “Visto che non fai mai nulla.”
    “Scusateli, è che siamo di ritorno da una situazione molto simile, e abbiamo rischiato per l’ennesima volta di venire spazzati via come se niente fosse. Il mio nome è Marco.”
    “Inuyasha.”
    “Asuka.”
    “Pan.”
    “Shinji.”
    “Capisco. Piacere di conoscervi, custodi. Io sono Nasuada, il capo dei Varden.”
    “Io invece sono Arya, la rappresentante degli elfi.”
    “Il mio nome è Eragon.”
    ‘E io sono Saphira.’ Fece il drago, facendo uscire un po’ di fumo dalle narici.
    Pan si girò verso il cielo, notando che il sole stava cominciando a tramontare.
    “Scusate la domanda, ma stanotte qui non c’è una luna piena, vero?”
    Tutti tranne i custodi la guardarono straniti.
    “Luna?”
    “Una grossa sfera bianca che si vede di notte…” spiegò Pan.
    “Non abbiamo niente di simile, mi spiace.”
    La Sayan si lasciò sfuggire un sospiro di sollievo.
    “Menomale… Non mi andava di rivivere quell’esperienza…”
    “E allora perché non ti tagli la coda?” domandò Marco.
    “Perché solo con questa posso aspirare ad arrivare al quarto livello come mio nonno!” replicò lei.
    “Ecco, a proposito…” fece Eragon, indicando prima Pan e poi Inuyasha. “Voi due che cosa sareste?”
    “Io sono un mezzo demone, perché mio padre era un demone mentre mia madre un’umana.”
    “Io invece sono una Sayan, una razza ormai estinta, tant’è che nemmeno io sono Sayan al cento per cento.”
    “Mai sentiti né l’uno né l’altro. Tu Arya?”
    L’elfa scosse la testa.
    “No, suona nuovo anche per me.” Disse, per poi girarsi, lasciando che tutti vedessero il palmo della sua mano.
    “Che cosa?!” esclamò Marco, raggiungendola. “Dove hai visto quel simbolo?”
    L’elfa lo guardo leggermente sorpresa.
    “Di cosa parli?”
    “Quello che hai sul palmo destro!”
    “Oh, ti riferisci a questo? Non lo so, è comparso qualche giorno fa.”
    “Ma Marco, quello non è lo stesso…” fece Asuka.
    “È il ciondolo di Dark!” completò Pan. “Ma com’è possibile?”
    “Dark? E chi sarebbe?” chiese Nasuada.
    “Un nostro amico e in un certo senso maestro. I suoi poteri sono molto superiori ai nostri. Se solo lo desidera, può distruggere un intero mondo in pochi secondi.”
    “È anche lui una divinità?” chiese una voce.
    I custodi si girarono, vedendo un nano avvicinarsi a loro.
    “Piacere di conoscervi, custodi. Io sono Re Orik.” Si presentò, per poi girarsi verso Marco.
    “Questo Dark è veramente così potente da eguagliare i poteri di una divinità?”
    “Beh…” cominciò Pan. “Di certo non è un essere umano… Sappiamo che è il figlio della Luce e dell’Oscurità e che rappresenta l’Equilibrio stesso.”
    “Che cosa?!” esclamò sorpreso Eragon. “Esiste una persona del genere?”
    “L’ha scoperto solo di recente. Prima anche lui era convinto di essere un normale umano.”
    “Normale…” commentò Marco. “Relativamente parlando…”
    “Ringrazia che non sia qui…” replicò Inuyasha.
    “Peccato. Con lui, probabilmente la guerra sarebbe finita subito…” fece Nasuada.
    “Noi custodi non aiutiamo chiunque senza un buon motivo.” Rispose Asuka. “Interveniamo solo se c’è qualcuno che non rientra nel mondo in questione, ma al momento, la cosa strana è quel simbolo apparso sulla mano di Arya. Il ciondolo di Dark rappresenta il suo elemento… non dovrebbe disperdersi così come se niente fosse…”
    “Volete che vada a cercarlo?” domandò Shinji, portandosi una mano a coprire una parte del braccio sinistro, gesto che non sfuggì ad Asuka.
    “Dì un po’ StupiShinji, ti sei forse fatto male? E ti definisci pure una divinità?”
    “Eh? No, non mi sono fatto nulla…”
    “E allora perché ti stai tenendo il braccio?” fece lei, avvicinandosi e scoprendogli il braccio sinistro.
    La custode fece subito un passo indietro, vedendo che anche sul braccio del compagno c’era il simbolo di Dark.
    “Che cosa?!” esclamarono insieme tutti gli altri custodi.
    “Anche tu?”
    Shinji spostò lo sguardo.
    “È apparso un paio di giorni fa, ma non sapevo che cosa fosse… Adesso che l’avete detto, ho pensato che non fosse proprio un buon segno…”
    “Ok… Uno era strano, ma addirittura due casi?” commentò Inuyasha.
    “Non c’è altro da fare… Shinji, io e te andiamo a cercare Dark per chiedere spiegazioni. Se non sbaglio, quando Dark è venuto a chiamare Edward, con lui c’era anche Tsuna, che parlava di due bambini…” fece Pan.
    “Sì, confermo.” Disse il mezzo demone. “Sono riuscito a sentire tutta la conversazione e dire che credevo di aver visto di tutto…”
    “Cosa intendi dire?”
    “Spiacente, ma non andrò di certo a spifferare affari che non avrei dovuto sapere. Ad ogni modo, va bene Pan. Andate a cercarlo. Almeno per riuscire a scoprire questo mistero…”
    “Va bene.” Rispose la Sayan, aprendo un varco e attraversandolo.
    Shinji si avvicinò ad esso.
    “Allora a dopo. Cercate di non distruggere troppe cose.”
    “Parla quello che stava per demolire una nave volante senza nemmeno vedere chi c’era dentro.” Replicò Asuka.
    “Se l’avessi voluta realmente distruggere, voi non avreste fatto in tempo ad uscire.” Rispose lui, sparendo nel varco, che si chiuse subito.
    “Incredibile… sono spariti nel nulla…” fece Nasuada.
    “E senza che abbiano avuto bisogno di parlare nell’Antica Lingua…”
    “Antica Lingua? E che cosa sarebbe?”
    “La lingua base di questo mondo.” Rispose Arya. “Grazie ad essa, possiamo usare la magia, piegare al nostro volere gli avversari, accelerare la crescita… Possiamo fare di tutto.”
    “Credo sia simile al principio dell’alchimia di Ed.” fece Marco. “Ha detto che in passato era costretto a disegnare dei cerchi per poter effettuare le trasmutazioni. Solo dopo aver visto la verità, e in seguito ad essere diventato custode, ne ha potuto fare a meno.”
    “Bah… Quante complicazioni.” Disse Asuka, creando una sfera di fuoco in mano, incurante della sorpresa che nacque nei soldati. “Una volta che s’impara, la magia non è così difficile da usare. Ormai è come respirare.”
    “Sai che difficoltà… Sinceramente, ho trovato più difficile imparare a volare… Mi veniva naturale saltare.” Replicò Inuyasha.
    “Io continuo a pensare che per essere uno che continua a dire di volersi far visitare da qualcuno, sono quello più normale di tutti…” commentò l’Animorph, sospirando.
    “E tu?” chiese Eragon. “Tu sei un normale umano?”
    “Eh sì! A dir la verità lo è anche Asuka, anche se sembra più un demonio…”
    “Come sarebbe a dire?!” esclamò arrabbiata lei. “Non sono io quella che vola come una mosca!”
    “E a me non sembra di essere mai diventato una mosca…”
    Ma prima che potessero continuare il loro litigio, una forte esplosione proveniente dal bosco vicino li distrasse.
    Tutti girarono lo sguardo, vedendo una colonna di fuoco alzarsi verso il cielo.
    “Castigo!” urlò Eragon, salendo velocemente in groppa a Saphira.
    “Castigo?” ripeté Marco. “Ma che razza di punizioni date ai bambini qui?!”
    “Castigo è il nome di un altro drago.” Spiegò Arya. “Lui e il suo cavaliere Murtagh sono a loro malgrado nostri nemici, dato che Galbatorix, usando appunto l’Antica Lingua, è riuscito a piegarli ai suoi voleri.”
    “Un altro drago… ma che bella notizia…” disse sarcastica Asuka, per poi alzarsi in volo assieme agli altri due.
    ‘Ce la fate a seguirmi?’ chiese Saphira.
    “Umpf. Non sottovalutarci. Ormai sappiamo volare più che velocemente!”
    Ma prima che potessero partire, un ragazzino corse verso di loro.
    Indossava solo alcuni stracci, e stava urlando di non partire.
    “Che cosa succede? Come mai sei già di ritorno?” chiese Nasuada, rivolgendosi ad esso.
    “Beh, perché ho trovato una persona piuttosto interessante… Speravo di presentarvelo più tardi, ma ha perso la pazienza e poco fa avete visto il risultato…”
    “Che cosa? Hai trovato un drago?” chiese uno dei soldati.
    “Nulla del genere. Si tratta di un umano, accompagnato da un gatto.”
    “Davvero?” chiese una voce, mentre una donna si avvicinava a loro. “E quale umano, per quanto possa essere un mago potente, può generare una fiammata del genere?”
    “Ha tenuto testa a Murtagh, Angela.” Rispose semplicemente il gatto.
    A sentire ciò, tutti, Eragon in prima fila, si sorpresero.
    “Che cos’hai detto?! Ne sei sicuro?”
    “L’ho visto con i miei occhi. Murtagh l’ha attaccato assieme a Castigo, ma alla fine se ne sono andati via, dicendogli di cercare te, Ammazzaspettri, e Saphira.”
    “E perché mai lo avrebbe fatto?”
    “Che voi sappiate, non c’è nessun custode in grado di usare un simile potere, vero?” chiese Arya ai tre.
    “L’unico che potrebbe, di quelli che conosciamo noi e che sono dalla nostra parte, è Dark. Ma non perde la pazienza per così poco… Anzi, ora che ci penso, non l’ho mai visto arrabbiarsi…” disse Inuyasha.
    “Ti ha detto come si chiama?” chiese Nasuada al ragazzo.
    “So solo che si chiama Natsu, mentre il gatto Happy.”
    “E uno dei vostri?”
    “No. È una razza totalmente diversa. Sa parlare e camminare senza trasformarsi, e in più può farsi spuntare due ali per volare.”
    “Perfetto! Ci mancava solo un gatto del genere!” esclamò ironico Marco. “Non bastavano mezzi demoni, mostri digitali, Sayan, draghi, alieni, Corallian e chi più ne ha più ne metta! Ora anche un gatto con le ali! E magari nato pure da un uovo!”
    “Esatto, aye!” disse una voce sopra di loro.
    “Visto? Che vi avevo det- Aspettate… chi ha parlato?” domandò l’Animorph, alzando la testa.
    Sopra di loro c’era Happy, che teneva sollevato Natsu.
    Pochi secondi dopo, i due atterrarono.
    “Fantastico!” esclamò Natsu, guardando Saphira. “Due draghi in poco tempo! Non speravo sarebbe successo!”
    “Tu hai veramente affrontato un drago rosso?” chiese Eragon, guardando il nuovo arrivato.
    “Certo! I draghi non mi fanno paura! Non per niente, sono un Dragon Slayer!”
    “Dragon Slayer? E che cosa sarebbe?” chiese Arya.
    “Assassino di draghi.” Rispose Asuka. “È questo che significa.”
    Immediatamente, Natsu si ritrovò accerchiato da decine di uomini armati.
    “Non fare un altro passo!” ordinò Nasuada, per poi girarsi verso il ragazzo. “E tu non potevi consultarmi prima di portarlo qui?! Potrebbe essere un sicario di Galbatorix!”
    “Ancora questo Galbatorix?! Ma non so nemmeno che aspetto abbia!” replicò Natsu. “E non sapevo nemmeno che siamo in Alagaesia!”
    Sentendo ciò, i tre custodi si guardarono.
    “Scusa la domanda… Ma tu vieni da un altro mondo?” chiese Marco.
    “Certo, che domande!”
    “E che cosa ci fai qui?”
    “Credevo che i custodi mi stessero convocando di nuovo! Mi avevano chiamato per aiutarli a sostenere un esame, e la chiamata era avvenuta tramite un varco.”
    “Che cosa?! Tu sei uno di quelli che hanno aiutato Dark, Hikari, Aqua e gli altri nell’esame dei Master del Keyblade?!” esclamò sorpresa Asuka.
    “Certo! Ho combattuto proprio insieme a Aqua! E se vi può tornare utile, dalla parte di chi non combatteva, c’era un topo gigante affiancato da una papera e uno strano cane, tutti e tre in grado di parlare e vagamente simili ad umani, poi una ragazza mora vestita in maniera strana… forse di qualche scuola, con un arco sulla schiena e-”
    “Aspetta un secondo!” esclamò Inuyasha. “Quella ragazza si chiamava forse Kagome?!”
    “Sì, proprio così! Come fai a saperlo?”
    “Perché proveniamo dallo stesso mondo!” rispose Inuyasha. “Ma che cosa sta combinando quella stupida?”
    “Non lo so, poi c’erano parecchi tipi strani con magie di tutti i tipi… uno che era fatto di gomma, uno che poteva morire sei volte ogni quindici minuti, uno strano tipo che poteva diventare biondo e infine uno che aveva una spada che poteva cambiare forma… credo che avrebbe fatto invidia a Elsa…”
    “Di tutti quelli che hai descritto, credo che ci fosse almeno un Sayan…” commentò Marco.
    “Scusate se interrompiamo il vostro discorso, ma allora questo ragazzo è dalla vostra parte?” chiese Eragon.
    “Da quel che ha detto, sì. Di certo, non è di questo mondo.”
    “Ma perché invece di questi noiosi discorsi non mangiamo un po’ di pesce?” chiese Happy, togliendosi il suo zainetto dalle spalle, lasciando così vedere un tatuaggio uguale a quello che aveva Natsu sulla spalla, con l’unica differenza che al centro di esso c’era il simbolo di Dark.
    “Anche tu?!” esclamarono i tre custodi in contemporanea.
    “Eh? Che cosa?” chiese il gatto.
    “Quel simbolo che hai sulla schiena! Da quanto tempo è apparso?”
    “Intendete quello scarabocchio sopra il logo di Fairy Tail? È lì da qualche giorno. Perché?” fece Natsu.
    “Non hai visto il ciondolo di Dark?” chiese Asuka.
    Il roseo rimase il silenzio per qualche secondo, per poi sbattere un pugno nell’altra mano.
    “Ma certo! Ecco dove l’avevo visto! È lo stesso simbolo che aveva il suo ciondolo! Non ci ho fatto troppo caso perché l’ha tirato fuori solo per pochi secondi!”
    “Non preoccuparti Natsu. So bene che hai una pessima memoria.” Fece Happy.
    “Ehi!” rispose lui, sputando fuori una piccola fiammata. “Che cosa vuoi dire?!”
    Vedendo ciò, tutti spalancarono gli occhi.
    “S-Scusa…” fece Nasuada. “Ma come hai fatto?”
    “Eh? A fare che cosa?”
    ‘A sputare fuoco.’ Precisò Saphira, attirando su di sé lo sguardo del ragazzo.
    “Oh, quello? È stato mio padre a insegnarmelo. Si tratta di semplice magia. Mi ha reso molto simile ad un drago.” Spiegò come se nulla fosse lui.
    “Simile a un drago?!” esclamò sorpresa Arya. “Che cosa vuoi dire?”
    “Quello che ho detto. Posso tranquillamente tenere testa ad un drago perché io stesso sono come un drago.”
    “Ma chi era tuo padre per conoscere una magia del genere?”
    “Era un drago. Igneel.” Rispose Happy. “A proposito, lo avete visto?”
    Ma la risposta non arrivò.
    “Figlio… di un drago?!” fece Eragon.
    “Impossibile!” esclamò Orik. “Quello che stai dicendo è inverosimile!”
    “Non era il mio vero padre, ma è stato lui a crescermi. Mi ha insegnato tutto quello che so, fino a quando non è scomparso.”
    ‘Quindi nel tuo mondo ci sono altri draghi? O solo tuo padre?’ chiese Saphira.
    “So per certo che ne esistono altri due, perché ci sono altri due Dragon Slayer oltre a me.”
    “Ma come fai a resistere al fuoco? Nemmeno i draghi ne sono totalmente immuni.”
    “Eh? Certo che lo sono! Almeno, Igneel lo era e di conseguenza lo sono anch’io… Anzi… Tu sei Saphira, giusto?” chiese, rivolgendosi al drago, che annuì.
    “Ti dispiacerebbe fare una fiammata contro di me? Avrei un po’ di fame…”
    “Ti vuoi mangiare il tuo gatto?” chiese Marco, guardandolo con un’espressione indecifrabile, come stavano facendo quasi tutti i presenti.
    “Eh?!” esclamò spaventato il gatto.
    “Assolutamente no! Voglio solo delle belle fiamme calde.”
    “Ma se vieni sottoposto alle fiamme di Saphira, tu-”
    “Oh, insomma! Vi costa così tanto una fiamma?!”
    “Ma perché non ci pensi tu da solo?”
    Il ragazzo guardò storto il mezzo demone.
    “Tu ti mangeresti quelle tue ridicole orecchie?” chiese.
    “Certo che no. Che razza di domanda.”
    “Beh, per me è lo stesso. Le fiamme sono le mie, e di conseguenza non posso mangiarle!”
    ‘E va bene, ragazzo, ma io non mi assumerò alcuna responsabilità.’ Fece Saphira, per poi spalancare le fauci.
    Prima che qualcuno potesse fermarla, fece uscire una fiammata azzurra, che investì in pieno Natsu.
    “Maledizione! Non sopravvivrà!” esclamò Nasuada.
    Ma proprio mentre diceva ciò, le fiamme cominciarono a venire risucchiate in un vortice, per poi scomparire nella bocca di Natsu, che le stava masticando come se niente fosse.
    “Squisite!” gridò una volta finito. “Le fiamme di drago sono sempre le migliori!”
    Se i custodi e gli altri erano già sorpresi prima, ora lo erano più che mai.
    “H-Ha mangiato… il fuoco… e di gusto anche!” esclamò Orik.
    ‘Come hai fatto?’ chiese Saphira, mentre anche Eragon faticava a credere ai propri occhi.
    “Semplice: i polmoni del drago aspirano le fiamme, le sue scaglie dissolvono le fiamme, le sue unghie sono rivestite di fiamme… Tutto ciò è l’incantesimo che lo rende simile ad un drago, un Dragon Slayer.” Rispose Happy.
    Tutti si girarono verso di lui.
    “E tu invece che incantesimo hai usato per poter parlare senza doverti trasformare?”
    “Nessuno. Tutta la mia razza è in grado di parlare e di volare.” Fece il gatto.
    “Eh già. Ha imparato subito dopo che si è schiuso. E da allora è sempre rimasto a Fairy Tail.” Continuò Natsu.
    “Scusa la domanda…” fece Arya. “Ma continui a dire quel nome. Di cosa si tratta?”
    “Fairy Tail? È la gilda di maghi a cui appartengo, e modestamente, è la gilda più forte di tutte! E io sono uno dei suoi migliori membri.”
    “Però non sei ancora riuscito a battere Elsa, e non sei un mago di classe S…” mormorò Happy.
    “E con questo?! Sono il più forte, e ho sconfitto tutti i nemici che ho incontrato!”
    “Tranne i membri di classe S…”
    “No, aspetta un secondo…” li interruppe Marco. “Ci stai dicendo che in questa gilda ci sono persone più forti di te?!”
    “Non esageriamo. Diciamo solo che per qualche disguido, non sono ancora riuscito a batterli…” replicò il Dragon Slayer.
    “Più viaggio, più mi convinco che gli Yeerk potrebbero essere considerati dei simpaticoni se confrontati con qualcuno…”
    “Però è strano…” fece Asuka, girandosi. “Con i varchi, non dovrebbero impiegare poco tempo per trovare Dark?”
    Gli altri due custodi si voltarono.
    “Non so… abbiamo visto Dark da lontano, eppure qualcosa non tornava…” rifletté Marco.
    “Che cosa vuoi dire?”
    “Edward ci ha detto che Dark ha scoperto la sua vera natura, ed è stato manovrato da suo padre per torturare Hikari, però non ci ha detto nulla su come si sia comportato dopo.”
    “Non mi sembrava troppo diverso da solito.” Fece l’ex pilota.
    “Però ora che ci penso, il suo tono di voce era leggermente più insicuro rispetto a prima…” confermò Inuyasha.
    Mentre i custodi discutevano, un soldato raggiunse Nasuada, mormorandogli qualcosa sottovoce.
    “Ne sei sicuro?” chiese lei, ricevendo un assenso.
    “Che cosa succede?” chiese Eragon.
    “Sembra che siamo sotto attacco.” Rispose il capo dei Varden, attirando l’attenzione di tutti su sé.
    “È l’esercito di Galbatorix?” domandò Arya.
    Nasuada scosse la testa.
    “Fatico a credere a ciò che ho sentito… ma sembra che siano solo sei le persone che ci stanno attaccando e la cosa strana è che si limitano a far svenire i nostri soldati…”
    Natsu e Happy si irrigidirono.
    “S-Sei hai detto?” chiese il Dragon Slayer, girandosi lentamente verso Nasuada.
    “Sì, perché?”
    “E per caso sapete l’aspetto?”
    “Da quel che hanno visto, si tratta di una donna dai capelli rossi in armatura, un uomo che combatte usando della magia di ghiaccio, una ragazzina dai capelli blu che allontana gli avversari senza toccarli, una ragazza bionda affiancata da un toro gigante armato di ascia e infine un ragazzo dai capelli neri, che usa una specie di martello integrato al suo braccio. Li conosci?”
    Ma Natsu e Happy non risposero, limitandosi a cominciare a sudare freddo.
    “Siamo morti…” fece il gatto. “Se ci trova, questa volta ci farà a fette…”
    “Già… Il Master non avrà preso bene il fatto che io sia scomparso di nuovo senza dire nulla… già l’altra volta mi ha spiaccicato più volte, soprattutto dopo avergli detto che cos’era successo…”
    “Ma chi è questo Master per poterti spiaccicare?!” sbraitò Asuka.
    “Un vecchietto di oltre cent’anni, ma con la forza di un gigante… e con l’abilità di diventare un gigante…” rispose il Dragon Slayer, deglutendo.
    “Beh, allora sei salvo. Non ha nominato nessuno che corrisponde a quella descrizione.”
    “Se fosse lui, non mi spaventerei di certo! Ma è-”
    “Natsu!!!” urlò una voce infuriata, che riecheggiò nell’intero campo.
    “E-Elsa! Presto Happy, andiamocene!” esclamò il mago, mentre il gatto si faceva spuntare le ali.
    “Aye!”
    Ma prima che ne avessero il tempo, una spada volò verso di loro, conficcandosi nel terreno di fronte a loro, costringendoli a fermarsi.
    “Finalmente ti abbiamo trovato, Natsu.” Fece la stessa voce di prima, mentre una ragazza dai lunghi capelli rossi si avvicinava, seguita da altre quattro persone.
    Saphira ruggì, alzandosi in volo e atterrando di fronte ai nuovi arrivati.
    “U-Un drago!!!” urlò terrorizzata la ragazza dai capelli biondi, alzando le braccia per la paura e nascondendosi dietro alla rossa, che invece evocò dal nulla una spada.
    “Un vero drago!” esclamò invece il ragazzo dai capelli neri, mentre la ragazzina dai capelli blu guardava meravigliata Saphira.
    “Non pensavo che ne avrei rivisto un altro!” esclamò lei
    “Però non è né Metallikana né Grandine.” Fece il moro. “Ehi, Salamander, sicuro che qui non ci sia qualcuno che conosciamo?”
    “Non ditemi che volete incontrarne altri?!” gli sbraitò contro la bionda.
    ‘Che cosa volete?’ chiese Saphira.
    “Eh? Ci stai parlando telepaticamente?” fece l’ultimo ragazzo, mentre si toglieva la maglietta, rimanendo a petto scoperto.
    “E tu non ti spogliare!!!” gli urlarono contro gli altri quattro.
    “Okay, okay, non scaldatevi…” rispose lui, recuperando la maglietta, ma non prima che i custodi notassero lo stesso simbolo che avevano tatuato Natsu e Happy, ma anche nel caso del ragazzo, sopra esso c’era il simbolo di Dark.
    “Ok… O Dark si è messo a vendere il suo simbolo per mezzo universo, o c’è qualcosa che decisamente non va.” Fece Marco.
    “A cosa vi riferite?” chiese la bionda.
    “Al simbolo che aveva il vostro compagno.”
    “Oh, ti riferisci a questo?” chiese la ragazza, mostrandone uno uguale sul dorso della mano destra.
    “Anche tu?!” urlarono i tre custodi.
    “Non solo loro.” Aggiunse il ragazzo moro, mostrando la sua spalla. “A tutti noi è comparso quello scarabocchio sopra il simbolo di Fairy Tail. Il Master era furioso, soprattutto perché non ne vuole sapere di sparire.”
    “Ma perché così tanta sorpresa? Voi sapete di cosa si tratta?” chiese la ragazza dai capelli rossi.
    “Beh, sì… anche se non abbiamo la più pallida idea del perché adesso si stia moltiplicando… in teoria dovrebbe essere unico…”
    Mentre i custodi parlavano, Natsu e Happy avevano cominciato ad allontanarsi lentamente.
    “A-Approfittiamone finché è occupata a parlare… Forse riusciamo ancora a scappare…” mormorò il ragazzo al gatto, che si limitò ad annuire.
    Ma la loro fuga fu fermata da una spada, prontamente lanciata dalla ragazza rossa.
    “Voi due fate un altro passo e vedrete quanta poca pietà posso provare.”
    I due si girarono lentamente verso di lei, annuendo debolmente con le lacrime agli occhi.
    “S-Sissignora!” esclamarono insieme.
    “Deduco che siete venuti a cercare loro, vero?” fece Marco, deglutendo.
    “Proprio così, ma quando siamo stati risucchiati in quella specie di varco dimensionale, ci siamo ritrovati qui… Abbiamo pure incontrato un gruppo di strani mostri… ma non erano granché…”
    “Parla per te, Elsa!” urlò la ragazza bionda, cominciando a tremare. “Ho realmente avuto paura di morire…”
    “E non solo mostri, a quanto pare… mi risulta che avete steso diversi dei miei soldati senza troppe difficoltà…” si mise in mezzo Nasuada.
    “Noi avevamo chiesto di passare senza problemi, ma loro ce l’hanno impedito. E dato che avevamo appena visto l’inconfondibile marchio di Natsu, li abbiamo convinti con le buone maniere.”
    “Buone?” fece Eragon. “Non voglio sapere che cosa intende con cattive…”
    “È qualcosa che anche noi speriamo di non scoprire mai…” gli disse il ragazzo che prima si stava spogliando, ora nuovamente e completamente vestito. “Ad ogni modo… voi chi siete?”
    “Io sarei il capo dell’esercito che avete appena attaccato…” rispose Nasuada. “E vorrei sapere io chi siete, e soprattutto per quale motivo non dovrei farvi giustiziare seduta stante.”
    “G-Giustiziare?!” urlò spaventata la ragazza bionda, questa volta accompagnata dalla ragazzina dai capelli blu.
    “Il mio nome è Elsa Scarlet.” Rispose la rossa, senza dimostrare alcuna paura.
    “Io sono Gray Fullbuster.” Rispose il ragazzo, mentre cercava nuovamente di togliersi la maglietta, ma venendo subito fermato da Elsa.
    “I-Io sono Lucy Heartphilia…” si presentò la bionda, continuando a tremare.
    “Umpf. Se credete di potermi sconfiggere cascate male. Io sono Gajil Reitfox, il Dragon Slayer di metallo!”
    “E io sono Wendy Marvel, p-piacere.” Disse l’ultima rimasta, chinando la testa.
    “E il motivo per cui non dovrebbe farci giustiziare è che siamo più forti di tutti voi messi insieme.” Disse senza troppi problemi Elsa.
    ‘Ne sei sicura?’ chiese Saphira, facendo uscire dalle narici due nuvole di fumo.
    “E-Elsa, per piacere, cerca di non provocarli!” balbettò terrorizzata Lucy.
    “Una sfida contro un drago, eh?” fece Gajil, facendo scrocchiare le ossa delle mani. “Sarebbe ottimo, come riscaldamento!”
    “Come se poteste riuscire anche solo ad avvicinarvi a lei.” Fece Arya, estraendo dal fodero la sua spada, imitata subito da tutti gli altri elfi e da Eragon. “Noi siamo su tutto un altro livello rispetto agli altri soldati.”
    “Uff… ovunque andiamo, troviamo sempre qualcuno così stupido da volerci affrontare…” si lamentò Gray.
    Ma proprio mentre diceva ciò, i tre custodi si portarono in mezzo ai due gruppi.
    “Capisco che siate venuti qui per cercare i vostri compagni, ma non potete mettervi a combattere contro chiunque.” Disse Marco. “Perciò seppellite l’ascia di guerra, o saremo costretti a fermarvi noi.”
    “E voi chi sareste?” domandò Gajil.
    “Siamo tre ragazzi in grado di mettervi fuori gioco senza troppi problemi.” Replicò Inuyasha, mentre i suoi artigli emettevano un rumore sinistro.
    “Oh, e tu che razza di magia hai usato?” chiese il Dragon Slayer di metallo, sorridendo. “Beh, non ha importanza… Preparati!”
    Prima che qualcuno potesse fermarlo, Gajil partì all’attacco contro Inuyasha, trasformando il suo braccio destro in una colonna di metallo, che il mezzo demone evitò saltando.
    “Tutto qui quello che sai fare? Ho affrontato avversari ben più forti di un moscerino come te!”
    “Davvero? Allora permettimi di rimediare immediatamente!” replicò l’avversario, trasformando anche l’altro braccio, per poi saltare verso Inuyasha.
    “Prendi questo!” urlò, colpendolo con entrambe le braccia, schiacciandolo nel mezzo.
    “Voi non siete preoccupati per il vostro compagno?” chiese Elsa.
    “E perché dovremmo? Inuyasha ha ragione, il vostro amico non può niente contro di lui.” Rispose Asuka.
    “Come mai tanta sicurezza?”
    “Ecco…” fece Natsu, raggiungendoli. “Credo che non sappiate ancora chi sono questi tre ragazzi…”
    “E chi sono allora?” domandò Gray.
    “Avete presente quella chiave gigante di cui aveva parlato Aqua nel suo messaggio?” continuò Happy.
    Per un momento, i quattro membri di Fairy Tail giunti per ultimi rimasero in silenzio, per poi girarsi di scatto verso Asuka e Marco.
    “Voi non sarete dei custodi, vero?!” esclamarono insieme.
    Per tutta risposta, i due evocarono il proprio Keyblade.
    “È sufficiente come risposta?” chiese ironico Marco.
    “K-Keyblade! Sono dei veri Keyblade!” esclamò Lucy, avvicinandosi di colpo alle due chiavi, ammirandole entusiasta. “Fantastico! Devo dire che sono decisamente più belle di quanto pensassi! Anche se ovviamente non reggono un confronto con le mie chiavi.”
    Prima che i custodi potessero chiedere chiarimenti, Gajil si schiantò a terra, lasciando attorno a sé una piccola voragine.
    “Ti è sufficiente, come lezione?” chiese Inuyasha, atterrando a pochi metri di distanza. “O ne vuoi un’altra?”
    “B-Bastardo… Credi forse che sia uno che si fa battere così facilmente?”
    “La risposta che volevo sentire!” replicò Inuyasha, partendo nuovamente all’attacco.
    Ma questa volta, entrambi furono compiti da un’onda nera, che li spedì a diversi metri di distanza.
    “Cosa? Chi è stato?” esclamò Marco, girandosi verso il punto da cui era partito l’attacco.
    “Umpf.” Fece una voce. “Come custodi siete penosi. Perdete tempo in inutili discussioni, invece di fare il vostro dovere. Così… Mi rendete solo la vita più facile.”
    Come se niente fosse, un uomo dai capelli argentati apparve di fronte a loro, camminando lentamente e tenendo le mani dietro la schiena, mentre sul suo volto un ghigno malvagio salutava i presenti.
    “E tu chi diamine sei?!” domandò Inuyasha, rialzandosi.
    “No… Maledizione, no!” esclamò Marco, indietreggiando.
    “Non dirmi che è anche lui uno Yeerk!” fece Asuka.
    “No… Peggio, molto peggio…” rispose l’Animorph, deglutendo. “Lui è… Xehanort…”
    Sentendo quel nome, Asuka, Inuyasha e gli altri spalancarono gli occhi.
    “Xehanort?!” ripeté incredula l’ex pilota di Evangelion. “Ne sei certo?!”
    “Non è una persona che potrei dimenticare facilmente, sai?”
    “State dicendo che è quel Xehanort di cui parlava Aqua?!” domandò Elsa.
    “Q-Quello che ha dato il via all’attuale crisi dell’universo?” continuò Lucy, per poi tirare fuori dalla tasca un mazzo di chiavi dorate.
    “Allora è lui!” esclamò Natsu, facendo un passo avanti, mentre le sue gambe e braccia venivano avvolte dalle fiamme. “Sembra parecchio forte!”
    Dietro di lui, Saphira, Eragon, gli elfi e il resto dell’esercito si prepararono a combattere.
    “M-Maledizione…” fece Gajil, rialzandosi. “Se quel colpo era opera sua, era dannatamente forte…”
    “Hai avuto l’onore di essere colpito dall’oscurità. Dovresti ringraziarmi.” Rispose Xehanort, fermandosi di fronte a loro.
    “Che cosa vuoi?” chiese Marco, puntandogli contro il Keyblade.
    “Oh, quanta fretta, Animorph. Ansioso di finire preda della tenebre?”
    “Ti piacerebbe, non è vero? Spiacente, non sono più il novizio che incontrasti quando arrivasti sul mio mondo. E a proposito di questo… ho ancora un po’ di amici da vendicare! Inuyasha, prenderò in prestito la tua forza se non ti dispiace!”
    Il mezzo demone sorrise.
    “Fai pure, ma non ti lamentare con me se poi ti viene una furia omicida.”
    “Tranquillo…” rispose Marco, mentre i suoi lineamenti cominciavano a cambiare, diventano gradualmente gli stessi di Inuyasha. “Ormai ho imparato a controllarti sufficientemente bene!” concluse, usando la sua stessa voce.
    “Che?!” esclamarono i membri di Fairy Tail, con gli occhi fuori dalle orbite. “Si è trasformato!!!”
    “Non avevo nemmeno mai sentito di una magia del genere.” Fece Eragon, sorpreso quanto gli altri.
    Anche gli elfi non riuscirono a nascondere il loro stupore.
    “Oh, a quanto pare, ti fai meno scrupoli di prima.” Disse Xehanort. “Sbaglio, o ti rifiutavi di prendere il DNA di creature in grado di pensare?”
    “Quando vedi il tuo mondo pietrificarsi, le idee possono cambiare…” rispose Marco, mostrando gli artigli. “Come può anche aumentare la sete di vendetta! David non c’è più, ma posso rifarmi su chi gli ha dato il potere!”
    “Ok…” fece un’Asuka leggermente preoccupata a bassa voce. “Cosa ne è stato di Marco l’idiota?”
    “Interessante, quindi anche tu possiedi un potere fuori dalla norma…” s’intromise Natsu, affiancandosi a Marco e a Inuyasha. “Dunque, se eliminiamo questo tipo, questa famosa guerra universale non avrà luogo, esatto?”
    “Credo che sarebbe molto più facile da vincere.”
    “Se le cose stanno così, allora parteciperemo anche noi a questa battaglia.” Fece Elsa, mentre la sua armatura s’illuminava, per poi scomparire nel nulla, venendo sostituita pochi secondi dopo da un’altra, questa volta completamente bianca e con un paio di ali sulla schiena.
    “Sapevo che lo avrebbe detto…” commentò Gray, battendo un pugno sul palmo dell’altra mano, creando qualche cristallo di ghiaccio.
    “Temo di non avere scelta se voglio sperare di tornare indietro viva, vero?” domandò retoricamente Lucy, prendendo dal suo portachiavi una chiave.
    “Tsk! Chi se ne importa della guerra! Quel tipo deve pagarla per avermi colpito!” sbraitò Gajil, mentre l’ultimo membro di Fairy Tail si metteva dietro tutti.
    “Io vi farò da supporto con la mia magia.” Disse Wendy.
    “Non dimenticatevi di noi!” esclamò Eragon, salendo sopra Saphira. “Questo è il nostro mondo, e non permetteremo a nessuno di conquistarlo!”
    “Conquistarlo?” ripeté Xehanort. “O no, ti sbagli, cavaliere. Io ho intenzione di distruggerlo.”
    “Pensi che te lo permetteremo?!” esclamò Marco, partendo all’attacco assieme a Inuyasha.
    I due cercarono subito di colpirlo con gli artigli, ma lui li evitò facilmente.
    “Tutto qui?” chiese divertito. “Strano, credevo che il desiderio di vendetta desse più forza.”
    “Leo, pensaci tu!” urlò all’improvviso Lucy, inserendo la chiave di fronte a sé, come se ci fosse stata una porta.
    “Apriti porta del leone! Leo!”
    Sotto gli occhi sorpresi di tutti, dal nulla apparve un uomo vestito elegante, con capelli color paglia tutti all’insù e un paio di occhiali da sole.
    “Che problema c’è, Lucy?” chiese.
    “Ecco… hai presente Xehanort, vero?”
    Leo la guardò confuso.
    “Quello che ha dato il via a una guerra di dimensioni universali? Sì, perché?”
    “Beh… diciamo che l’abbiamo incontrato…” sussurrò lei, indicandolo.
    Leo si girò di colpo, osservandolo.
    “Capisco… quindi siamo nei guai, eh?”
    “Che c’è Loki? Non mi dirai mica che hai paura, vero?” chiese Natsu, sorridendo. “Sei anche tu un membro di Fairy Tail, non puoi di certo tirarti indietro.”
    Leo gli rispose con un sorriso.
    “Non ho mai detto nulla del genere.”
    “Allora che cosa aspettiamo?” fece Elsa, evocando dal nulla due spade. “Fairy Tail, all’attacco! Se perderete, ve la dovrete vedere con la sottoscritta!”
    “Agli ordini!” urlarono gli altri membri, raggiungendo Marco e Inuyasha.
    “Okay…” cominciò Asuka. “Temo di essermi persa qualche passaggio…”
    “Non sei l’unica…” disse Nasuada. “Non ho ancora capito che razza di magia utilizzano quei tipi…”
    “Magia decisamente diversa dalla nostra. Non hanno nemmeno dovuto usare una qualsiasi formula o altro…” confermò Arya.
    “Questo perché la magia dei custodi è ben superiore alla classica e inferiore magia standard che si usa nei vari mondi.” Spiegò una voce
    Di fronte al gruppo rimasto, si aprì un varco oscuro, da cui uscì un divertito Hakai.
    Asuka gli puntò subito contro il Keyblade.
    “E tu chi sei?” chiese.
    “Oh, vero, tu non mi hai ancora incontrato. Piacere, il mio nome è Hakai.”
    Sentendo quel nome, Asuka sgranò gli occhi.
    “Il custode del caos?” domandò incredula.
    “Custode del caos?” ripeté Wendy. “Come sarebbe a dire?”
    “Semplicemente che come esiste un custode dell’Equilibrio, esiste anche un custode del caos. Nulla di complicato.”
    “Quant’è pericoloso?” chiese Eragon alla custode.
    “Quanto Xehanort, da quel che mi hanno detto… Non è assolutamente un avversario da sottovalutare…”
    Vediamo come se la cava con il mio fuoco!’ esclamò Saphira, lanciando contro il custode una fiammata azzurra, che però venne infranta senza alcuna difficoltà.
    “Cavoli, che paura…” fece Hakai, senza trattenersi dal ridere. “Ora però, è il momento di dimostrare la mia superiorità rispetto al custode dell’Equilibrio. Vi distruggerò in pochi instanti.”
    Detto ciò, di fronte a lui si creò una sfera rossa, all’interno del quale era possibile vedere piccoli fulmini neri.
    “Davvero?” chiese una voce femminile, anticipando una sfera nera e bianca, che avrebbe colpito il custode del caos, se quest’ultimo non l’avesse evitata all’ultimo.
    “Chi…”
    Ma l’attenzione di tutti si rivolse a un varco nero e bianco che si aprì di fronte a loro.
    “Quindi sei ancora convinto di poter battere il custode dell’Equilibrio?” chiese Hikari, uscendo dal varco, per poi puntargli contro Balance. “Allora dimostralo.”
    A quella vista, tutti i combattimenti si fermarono.
    “Che cosa… Quello è Balance, il Keyblade di Dark!” esclamò Marco. “Ma tu…”
    “Tu chi sei?!” urlò Hakai, senza nascondere la sua sorpresa.
    “Chi sono? E dire che ho cambiato solo il colore dei capelli e degli occhi…” rispose la ragazza, sorridendo. “Oltre al Keyblade ovviamente, ma purtroppo quello che avevo prima è stato distrutto.”
    “Aspetta…” esclamò Inuyasha, per poi annusare l’aria di fronte a sé. “Non è possibile! Tu sei… Hikari!”
    A quel nome, gli altri custodi e Natsu si girarono verso il mezzo demone.
    “Che cosa?!” urlò Marco, riprendendo il suo aspetto. “Ti rendi conto che non può essere lei. Balance è il Keyblade del custode dell’Equilibrio… E Hikari non lo è! Inoltre, mi sembra parecchio diversa…”
    “Per una volta concordo con loro.” Fece Hakai. “Tu non puoi essere Hikari. So perfettamente che può esistere un solo custode dell’Equilibrio, ed è Dark!”
    “A quanto pare, tu e Xehanort non vi siete aggiornati.” Replicò la custode. “Dark non è il custode dell’Equilibrio. È l’Equilibrio.”
    “L’Equilibrio? Mi prendi in giro, mocciosa?” disse Xehanort. “So perfettamente che entità come l’Oscurità, la Luce, l’Equilibrio e il Caos non possono avere forma fisica, ma solo dei custodi. Ho passato la mia intera vita a studiare tutto questo.”
    “Mi dispiace deluderti, Xehanort, ma esistono. Io stessa sono stata eliminata dall’Oscurità in persona.”
    “Eliminata?” ripeté Marco, per poi sgranare gli occhi. “Stai dicendo che sei di nuovo un-”
    “No. L’Oscurità prima di uccidermi ha distrutto il mio Keyblade e i miei poteri di custode della Luce. Non sarei potuta tornare nemmeno come Heartless. È grazie a Dark se sono ancora qui.”
    “Okay…” cominciò Asuka. “Dichiaro ufficialmente di non star capendo più nulla… Tanto per cominciare, chi accidenti è questa Hikari?!”
    Gli altri custodi fecero per rispondere, ma furono anticipati da un’altra voce.
    “È la mia custode.” Disse Dark, uscendo da un altro varco, accompagnato da Shinji, Pan, Edward, Saiko, Tsuna, Ichigo, Black Star, Ran e Conan.
    “Ovvero la nuova custode dell’Equilibrio.” Continuò, affiancandosi a Hikari e guardando Hakai.
    “Voi occupatevi di Xehanort.” Disse, evocando anche lui Balance. “Che noi pensiamo al caos.”
    “C-Chi sono quei due?” fece Elsa sorpresa. “Emanano pura energia…”
    “Sono Dark e Hikari, due dei custodi che ho conosciuto quando sono scomparso l’altra volta.” Rispose Natsu. “Anche se… Non erano così… o meglio, Dark è rimasto uguale, ma aveva tutto un altro tipo di aurea…”
    “Sono successe parecchie cose.” Spiegò Conan, raggiungendoli assieme a Ran. “A lui ci pensiamo noi, non preoccupatevi.”
    “Scusa bambino, ma come credi di affrontare un custode?” chiese Gray.
    Per tutta risposta, Conan evocò il Keyblade. “Il fuoco si combatte con il fuoco, no?”
    “Un custode bambino? Scelta parecchio strana… A quanto pare, siete caduti davvero in basso…” li derise Xehanort.
    “Dunque è lui il responsabile di tutto, eh?” fece Ran, facendo scrocchiare i pugni.
    “Tu non sei neppure una custode, ti consiglio di andartene, se non vuoi morire prima della guerra.”
    “Hai ragione… io non sono una custode…” replicò Ran, per poi scomparire e riapparire proprio di fronte a Xehanort, che la guardò sorpreso poco prima di essere colpito in pieno da un suo pugno, che lo spedì a diversi metri di distanza.
    “Infatti sono una guardiana. La prima guardiana dell’Equilibrio!” concluse Ran, scostando la frangia che gli ricopriva la fronte, rivelando il simbolo di Dark.
    “Guardiana dell’Equilibrio?!” ripeterono gli altri.
    “Come sarebbe a dire guardiana?!” esclamò Marco.
    “Sarebbe a dire che Dark ha deciso di far entrare in guerra una terza categoria di guerrieri, che sottostà ai suoi voleri.” Spiegò Ichigo, guardandosi attorno. “E a quanto vedo, ce ne sono diversi di guardiani qui…”
    “Aspetta…” fece Lucy, mostrando la sua mano destra. “Significa che tutti coloro che hanno questo simbolo sono dei guardiani?!”
    “Precisamente.” Rispose Conan, poco prima di svanire in una nuvola di fumo, lasciando posto a Shinichi. “Dark ha fondato questo nuovo gruppo per permettere a tutti coloro che non sono custodi di combattere, se lo desiderano.”
    “È cresciuto di colpo!!!” urlò spaventato Happy, volando dietro a Natsu.
    “Che razza di magia è?!” domandò Elsa, mentre poco lontano Xehanort si rialzava, sputando a terra del sangue e guardando Ran con rabbia.
    “Guardiana dell’Equilibrio? Dunque sei convinta di poter fronteggiare il potere delle tenebre?”
    “Oh, non solo ne sono convinta, ne sono più che sicura. Abbiamo affrontato l’Oscurità stessa, tu non ci spaventi di certo.”
    “Smettetela con questa idiozia! Lo sanno anche i bambini che l’oscurità è solo un tipo di energia! Proprio come lo è la luce!”
    “A quanto pare, sei piuttosto ottuso.” Disse Black Star, avvicinandosi. “E tu saresti quello che vorrebbe far scoppiare la guerra del Keyblade? Cavoli, speravo in qualcosa di meglio!”
    “Ti consiglio di non sottovalutare il potere dell’oscurità… Potresti pentirtene!” urlò Xehanort, creando dal nulla due sfere oscure che scagliò contro la guardiana e il custode, che volarono via per il colpo ricevuto.
    “Ran!” urlò Shinichi, per poi voltarsi verso il custode oscuro.
    “Dei mocciosi insignificanti come voi non potranno mai battermi!” sbraitò Xehanort, evocando il suo Keyblade.
    “Beh… purtroppo per te, ci sono parecchi mocciosi insignificanti.” Fece Natsu, avvicinandosi assieme ai suoi compagni. “E siamo tutti intenzionati a suonartele di santa ragione!”
    Per tutta risposta, Xehanort soffocò una risata.
    “Davvero? Allora affrontate questi!”
    Detto ciò, attorno al gruppo di ragazzi apparvero subito decine e decine di Heartless di diverso tipo.
    “E questi che cosa sono?” domandò Gray, per poi colpirne uno con un pugno, congelandolo sul posto.
    “Che cosa?” esclamò sorpreso Saiko. “È riuscito a colpirlo!”
    “E con ciò?” fece Elsa, tagliandole a metà uno. “Non mi sembrano tanto difficili come avversari.”
    “Impossibile!” disse Xehanort. “Solo i custodi e ben poche altre persone possono eliminare gli Heartless!”
    “Mi dispiace, vecchio…” rispose Ran, rialzandosi. “Ma anche i guardiani sono in grado di farcela! E loro sono dei guardiani proprio come me!”
    “Allora perché il mio fuoco non ha alcun effetto?!” sbraitò Natsu, cercando di colpire un Neoshadow, senza però provocarli alcuna ferita.
    “A quanto pare… tu non sei né un custode né un guardiano…” fece Elsa, ottenendo come risultato solo la rabbia del compagno, che si fece completamente avvolgere dalle fiamme.
    “In pratica non posso combattere contro questi cosi?!” sbraitò il Dragon Slayer, per poi voltarsi coltro Xehanort. “Molto bene! Allora mi occuperò di lui!”
    Prima che qualcuno potesse fermarlo, si scagliò contro il custode oscuro, che per tutta risposta portò la mano libera di fronte a sé.
    “Natsu, fermati!” gli urlò dietro Gray, senza però venire ascoltato.
    “Prendi questo!” gridò Natsu, preparandosi a colpire con un pugno il volto di Xehanort.
    Pugno che non arrivò mai a destinazione.
    Senza che nessuno se ne accorgesse, Xehanort aveva creato una lancia d’oscurità, con la quale aveva trafitto allo stomaco Natsu.
    “Natsu!” urlarono tutti i membri della gilda.
    Il ragazzo rimase in aria grazie alla lancia, ancora impugnata da Xehanort.
    “Cosa volevi fare, ragazzino?” chiese, cominciando a girare la lancia su se stessa, facendo urlare per il dolore Natsu.
    “Speravi davvero che mi lasciassi cogliere nuovamente impreparato? Vi ho sottovalutati a sufficienza! Ora perirete tutti per mano mia!”
    Senza dire altro, lanciò in aria il ragazzo, estraendo la lancia dal suo corpo, che scomparve subito.
    Al suo posto apparve una sfera nera.
    “E ora, muor-”
    Ma stavolta, Xehanort fu costretto ad interrompersi a causa di due pugni, che lo colpirono alla schiena spedendolo contro un albero, che cadde pochi secondi dopo, coprendo il custode con la sua chioma di foglie.
    “Per uno che vuole distruggere l’universo, parla un po’ troppo…” disse una ragazza dai lunghi capelli neri che indossava un completo dello stesso colore, ancora con il pugno alzato, mentre una seconda ragazza dai capelli rosa, con una maglietta rossa e un paio di pantaloncini beige, prendeva al volo Natsu, portandolo a terra.
    “È una brutta ferita… Qualcuno di voi sa usare la magia curativa? Sarà di certo più efficace delle mie cure.” disse appoggiandolo a terra.
    “Vado a chiamare Wendy!” esclamò Happy, volando via.
    “Possiamo pensarci anche noi.” Disse Marco, avvicinandosi, assieme a Saiko e agli altri custodi.
    “Tu sei… Marco?” fece sorpresa la ragazza.
    “E se ben ricordo tu sei Sakura.” Replicò l’Animorph. “È dal torneo che non ci vediamo.”
    “Cosa ci fai qui?”
    “Sai com’è, Heartless, Nessuno, signori della distruzioni, custodi oscuri… il solito tran tran di noi custodi della luce.” Disse Saiko, mentre lanciava insieme agli altri una magia curativa su Natsu, che però non sembrò avere effetto.
    “Li conosci?” chiese l’altra ragazza, raggiungendoli, mentre i custodi riprovavano.
    “Non tutti, Tifa, però sono dalla nostra parte, questo è sicuro.” 

    Dark e Hikari rimasero fermi ad osservare Hakai.
    “E così… l’equilibrio è stato alterato…” cominciò il custode del caos.
    “Nessuna alterazione.” Rispose Dark. “Solo, le carte sono cambiate. Ora, Hakai, tu cosa vuoi fare? Ti arrendi e abbandoni il corpo di Gadian o dobbiamo costringerti con la forza?”
    “Solo perché adesso siete in due credete di potermi battere facilmente?”
    “Abbiamo tenuto testa all’Oscurità stessa… Ti basta?”
    “Umpf. Lasciatemi verificare!” urlò Hakai, lanciando decine di sfere di fuoco, che però s’infransero sul nulla prima di poter raggiungere i loro obiettivi.
    “Cosa?” esclamò sorpreso il custode, guardando incredulo il punto dove il suo attacco era scomparso.
    “Tutto qui?” chiese Dark. “Mi dispiace, ma ormai ho risvegliato i miei completi poteri. Lascia che ti diamo una dimostrazione. Hikari?”
    “Sì.” Rispose lei.
    Senza perdere ulteriore tempo, i due custodi scomparvero nel nulla, riapparendo davanti e dietro ad Hakai.
    Lentamente, ma ugualmente veloci, cominciarono a girare intorno all’avversario, il quale si ritrovò impossibilitato a muoversi.
    Poi, improvvisamente, sul suo corpo cominciarono ad apparire decine di tagli, alcuni profondi, altri meno.
    E infine, un’esplosione lo investì in pieno, spedendolo a parecchi metri di distanza, mentre Dark e Hikari fermarono il loro vortice, fissando il punto dove il loro avversario era finito.
    “Incredibile…” disse Eragon, guardandoli sorpresi come gli altri.
    ‘Già… Quei due non sono persone comuni… Per niente…’ concordò Saphira.
    “Beh, temo che ora affrontarli sia completamente fuori discussione per chiunque… Probabilmente, nemmeno tutti i custodi insieme riuscirebbero a sconfiggerli…” disse Edward, per poi girarsi nel vedere Happy avvicinarsi a tutta velocità.
    “Wendy!!!” urlò con le lacrime agli occhi, fermandosi di fronte alla ragazza dai capelli blu. “Devi venire subito, Natsu è stato ferito!”
    “Arrivo subito.” Rispose la ragazza, cominciando ad avviarsi.
    Ma prima che potesse fare qualche metro, un raggio rosso le passò avanti, costringendola a fermarsi.
    “Che cosa…” fece Saiko, girandosi verso la fonte.
    Di fronte a loro, Hakai, grondante di sangue, era in piedi, con la mano alzata verso di loro.
    “Mai… Mai nessuno… era riuscito a ferirmi così…” disse, mentre Dark e Hikari si mettevano in mezzo ai due gruppi.
    “Non sai proprio arrenderti, vero?”
    “Arrendermi? Quella parola non esiste sul mio vocabolario… Esiste solo… la vostra sconfitta!”
    Mentre diceva ciò, attorno a lui apparve un’aurea rossa, e il terreno cominciò a tremare.
    “C-Come diamine…” fece Eragon, cercando di rimanere in equilibrio, come tutti gli altri.
    “Tutti voi… sparirete nel caos!” urlò Hakai, cominciando a diventare più grande.
    Sotto lo sguardo terrorizzato della maggior parte dei presenti, il corpo del custode del caos cominciò a mutare aspetto.
    Dalla schiena gli spuntarono due ali simili a quelle di un pipistrello, ma completamente rosse.
    La sua testa si allungò, mentre i suoi denti si fecero sempre più affilati.
    Allo stesso modo le sue mani cominciarono a ricoprirsi di scaglie rosse, e le sue unghie si trasformarono in artigli.
    Dalle spalle spuntarono dal nulla altre due teste, mentre le pupille degli occhi della testa centrale si riducevano a due fessure gialle.
    E pochi secondi dopo, un drago a tre teste alto quasi un centinaio di metri ruggì, sputando fuoco nero.
    “D-D-D-D-Drago!!!” urlò terrorizzato Happy, mentre anche gli altri custodi e maghi gli raggiungevano.
    Dark e Hikari erano rimasti di fronte al custode del caos, guardando la sua metamorfosi.
    “Così è questo il tuo vero aspetto.” disse Dark.
    Il drago si voltò verso di lui, spalancando le fauci, dalle quali uscì sia fuoco che saliva.
    “Ha perso la ragione…” fece Hikari, preparandosi a combattere.
    “Stolti!” urlò una voce dietro di loro, mentre Xehanort riappariva, con diverse ferite, anche se nessuna di esse poteva ritenersi grave. “Avete di fronte il Caos puro. La nemesi dell’Equilibrio!” continuò, sorridendo e aprendo un varco oscuro. “Vi lascio a divertirvi con lui. Voglio proprio vedere come ve la caverete!”
    Mentre diceva ciò, attraversò il varco, scomparendo nelle tenebre.
    “Il solito codardo…” osservò Dark, per poi voltarsi verso Hakai.
    “Tutti voi, andatevene subito da qui!” ordinò.
    “Che cosa?!” sbraitò Gajil. “Credi davvero che scapperemo via come quel tipo?”
    “Non è un avversario alla vostra portata.”
    “E-E chi se ne importa…?” chiese Natsu, portandosi una mano sulla ferita e rialzandosi, senza riuscire a nascondere diversi gemiti di dolore. “Più è forte l’avversario… più c’è gusto nel sconfiggerlo!”
    “Non fare idiozie!” esclamò Elsa. “Nel tuo stato, non sei in grado di fare nulla.”
    “E con ciò? Finché non proverò, non lo saprò!” replicò Natsu, mentre con il fuoco cicatrizzava la ferita. “Quel tipo ha osato creare quella brutta copia di un drago… E io non posso perdonarlo!”
    Mentre diceva ciò, il corpo di Natsu fu completamente avvolto dalle fiamme, mentre piccole scaglie apparivano sulla sua pelle.
    Dark lo guardò, per poi annuire.
    “Come vuoi. Ti lasciamo campo libero.” Disse.
    “Che cosa?!” esclamò sorpresa Hikari.
    “Non preoccuparti. Se non ce la farà, interverremo, ma lasciamolo pure agire come preferisce.”
    “Umpf. Quel tuo tono fa intendere che tu sia il più forte… Ma io aspetterò di sfidarti per stabilirlo.” Urlò Natsu, mentre le sue fiamme aumentavano d’intensità.
    I suoi compagni si allontanarono per il calore che stava producendo.
    “D-Da dove viene tutto questo potere magico?!” si chiese Elsa.
    Il Dragon Slayer per tutta risposta portò in avanti una mano, le cui fiamme cominciarono a cambiare forma.
    Sotto gli occhi di tutti, le fiamme assunsero la forma di un Keyblade, che il ragazzo impugnò senza problemi.
    E ora a noi due, draghetto da strapazzo!” urlò Natsu, saltando verso l’avversario e superando in un secondo tutti.
    Il drago per tutta risposta cominciò a preparare una tripla fiammata tra le fauci.
    “PRENDI QUESTO!!!” urlò con tutto il fiato che aveva il Dragon Slayer, facendo partire dal Keyblade un getto di fuoco, nel quale continuavano a confluire le sue fiamme.
    Nello stesso momento, Hakai lanciò il suo attacco.
    Quando le due fiamme si toccarono, un’esplosione investì tutti, costringendoli a chiudere gli occhi per ripararsi sia dalla luce che dal calore.

    -------------------------------

    Una ragazza alzò la testa.
    Era seduta sopra la carcassa di quello che doveva essere stato un robot.
    Il suo occhio sinistro cominciò ad emettere una fiamma azzurra.
    “Capisco…” disse, alzandosi in piedi.
    Il paesaggio attorno a lei ricordava un’enorme scacchiera.
    Sia il terreno che il cielo infatti erano composti da quadrati bianchi e neri, che si estendevano all’infinito.
    “La guerra sta per cominciare… Ed è il momento che io esegua i miei ordini… Non è vero?” chiese, rivolgendosi ad una figura poco lontana, che indossava un impermeabile bianco, con il cappuccio a coprirle il volto.
    “Esatto. Ormai sono pronti. Dark si è risvegliato completamente, Hikari è la nuova custode dell’Equilibrio, e Sora, Riku e Kairi sono tutti e tre Master. Anche Dark sa che il momento è vicino.”
    “Allora sarà meglio per me andare…” fece la ragazza, alzando una mano e aprendo un varco di fronte a sé. “Prima però… vorrei farti una domanda.”
    “Se mi è possibile, ti risponderò volentieri.”
    “Come mai non vuoi intervenire in prima persona?”
    Sotto il cappuccio, la figura fece un sorriso.
    “Li ho già incontrati, e ho già emesso il mio giudizio su di loro. Per me, possono farcela. Dark in particolare. E poi… non ho sufficiente forza per potermi confrontare nuovamente con loro. Mi limiterò a continuare a scrivere ciò che fanno, in modo che i posteri non ripetano la storia.”
    “Capisco… Dunque immagino che questo sia un addio.”
    “Eh, temo proprio di sì. Non mi troverai al tuo ritorno.” Rispose come se niente fosse la figura, mentre la ragazza scompariva nel varco.
    “Sempre che tu riesca a tornare, ovviamente…” mormorò a bassa voce. “Non la pensi così anche tu?”
    Da dietro il robot uscì un’altra figura incappucciata, questa volta con un impermeabile nero, ma con diversi orologi bianchi disegnati sopra, le cui lancette erano tutte sul 12, ferme.
    “Da quanto tempo sapevi che ero lì?” chiese la nuova figura, rivelando così di essere un ragazzo.
    “Dovresti saperlo: io so tutto ciò che sta succedendo… E sapevo che stavi ascoltando, ma soprattutto, so chi sei.”
    “E ora? Cosa vuoi fare?”
    “Non preoccuparti. Non dirò a nessuno che sei tornato… anche perché stavolta non hai intenzione di farti vedere, vero?”
    “Esatto. Sono qui solo per osservare. Devo vedere con i miei occhi i prossimi eventi… Solo così potrò capire il perché…”
    “Allora siamo in due… custode."
     
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    Eccomi qui Darky :D
    Bellissimo capitolo, forse un pò confusionario, ma bellissimo ù.ù Il mondo di Eragon è la ciliegina sulla torta dei tuoi cross-over, non v'è dubbio, almeno per me x3
    La parte finale è molto curiosa, voglio proprio vedere cosa gira in quella testolina da distruttore ù.ù Aggiorna presto!!!
     
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    Signori e signori… Finalmente ecco qui il nuovo capitolo!
    Lo so, sono in ritardo… ma credetemi, sto lavorando già ai prossimi capitoli, e spero ne valga la pena… Soprattutto quello che costerà la sanità mentale a molti XD
    Okay, baldo alle ciance, ho due annunci da fare!
    Il primo è che ho deciso di dividere ufficialmente in saghe la fiction! Ho già aggiornato l'indice, ma riassumerò lo stesso qui il tutto:

    - Saga di Dark: Capitoli 01-09
    - Saga del torneo: Capitoli 10-28
    - Saga di Lan: Capitoli 29-37
    - Saga dei sette peccati: Capitoli 38-47
    - Saga dei nuovi custodi: Capitoli 48-57
    - Saga della verità: Capitoli 58-71
    - Saga dell’e- *pensavate ve lo dicessi, eh? XD*

    Tuttavia, salvo cambi di piano, la fiction conterà in totale otto saghe.
    Perciò, lentamente e inesorabilmente, ci stiamo avvicinando alla fine della mia più lunga fan fiction, anche se non mancheranno colpi di scena, anzi, preparatevi, perché la prossima saga sarà qualcosa che non potrete immaginare neanche lontanamente! Ho già steso la povera Liberty89, che ringrazio ancora per avermi fatto da beta reader, con uno di quei capitoli XD. E gli altri non saranno da meno! *inserire risata malvagia*
    Okay, detto ciò, passiamo alla seconda notizia!
    Mentre aspetto il disegno, sperando di trovare qualcuno disposto a disegnarlo XD, ho preparato la V1 dell’opening quattro.
    Lo so, la tre non c’è ancora, ma non è colpa mia…
    Ad ogni modo, vi avverto che in questa opening troverete spoiler sugli ultimi mondi che ho scelto per questa saga, perciò guardate a vostro rischio e pericolo XD.

    Equilibrio - Opening 4 -  Your Best Friend


    (purtroppo you tube mi ha tolto l’audio, perciò addio video in HD…)

    E ora, passiamo finalmente alla recensione!
    @ Liberty89: Oh, nella mia mente da distruttore di mondi c'è ancora molto, molto materiale distruttivo e esplosivo... Come quello che hai già letto, che mi è costato un taglio di capelli da parte della tua falce XD. Per il finale del capitolo... temo dovrai aspettare un bel po' per avere la risposta, sorry.

    Ok, e ora… posso lasciarvi al nuovo capitolo!

    Capitolo 69: Spiriti e spettacoli! L’oscurità dentro di noi - Torna all'indice dei capitoli
    "Che cosa…” fece Ichigo, riprendendo i sensi.
    “Finalmente ti sei svegliato.” Disse una voce vicino a lui.
    Lo Shinigami si voltò, ritrovandosi di fronte Natsu, mentre poco lontano c’era Asuka, ancora priva di sensi, appoggiata al tronco di un albero.
    “D-Dove siamo?” chiese, alzandosi.
    “A prima vista, direi in una foresta.” Rispose il Dragon Slayer. “Ma di sicuro non nello stesso mondo di prima. Cavoli, quel drago sì che era forte! Ma non mi ricordo nulla dopo il nostro scontro. Mi sono risvegliato qui e c’eravate solo voi due. Happy e gli altri sono come scomparsi nel nulla.”
    “Probabilmente quel colpo ci ha spedito su mondo diversi… Hakai rappresenta il caos, perciò non ne sarei troppo sorpreso…”
    “Dunque era un pezzo grosso, eh? Però, trasformarsi in un drago… non credevo fosse possibile.”
    “A proposito… Che cos’hai fatto poco prima dello scontro? Mi è sembrato di vedere un Keyblade tra le tue mani…”
    “Oh, ti riferisci a questo?” chiese Natsu, evocando delle fiamme che assunsero subito la forma del Keyblade. “A quanto pare, mi basta pensarci per manipolare le mie fiamme e crearlo, in più…” e lo sbatté sulla mano libera. “È un tipo di fuoco piuttosto robusto!”
    “Credo proprio che tu sia l’unico a poter usare quel Keyblade…” fece Asuka, svegliandosi. “Una persona comune si ustionerebbe le mani tenendolo anche solo per pochi secondi…”
    “Tutto bene?” le domandò subito Ichigo.
    “Diciamo che non posso lamentarmi… Ma dove diavolo siamo finiti?”
    “È quello che cercavamo di capire. Prima però… mi dev’essere sfuggito il tuo nome...”
    “Natsu. Natsu Dragneel, conosciuto anche come Salamander, mago del fuoco. Voi invece?”
    “Asuka Sōryū Langley, ex pilota di Evangelion.”
    “Kurosaki Ichigo, ex Shinigami.”
    “Shinigami?!” ripeté sorpreso Natsu. “Strano… Non hai nessuna falce con te…”
    “Temo che l’immagine di Shinigami sia parecchio diversa dalla realtà, almeno, questo vale per il mio mondo. C’è una vera e propria organizzazione di Shinigami, con il compito di far riposare in pace le anime di chi se n’è andato…”
    “Quindi è così che funziona? Cavoli, questa sì che è una sorpresa…” commentò Natsu.
    “Io in teoria sono un comune umano, ma per varie circostanze, fin da bambino sono stato in grado di vedere fantasmi. E per altre circostanze, sono diventato un sostituto Shinigami.”
    “Se ci fosse stata Lucy, sono sicuro che sarebbe saltata per lo spavento e avrebbe urlato-”
    “Tu vedi i fantasmi?!” urlò una voce femmine.
    “Esatto, proprio questo!” esclamò Natsu, sbattendo tra di loro le mani. “Ehi, aspettate un attimo…”
    Tutti e tre si girarono verso la fonte della voce, ritrovandosi di fronte ad una Lucy con i capelli tutti all’aria, che guardava i tre con gli occhi fuori dalle orbite.
    “Lucy! Così ci sei anche tu!” disse Natsu, poco prima che la ragazza si avvicinasse in tutta fretta e cominciasse a scuoterlo con forza.
    “Natsu, cosa diamine hai combinato stavolta?!” gli sbraitò contro, continuando a scuoterlo.
    “E-Ehi… Così lo metterai fuori gioco…” cercò di fermarla Ichigo.
    Lucy infine mollò la presa, lasciando che il ragazzo cadesse a terra con gli occhi che continuavano a girare, per poi voltarsi verso i due custodi.
    “Ok, voi mi sembrate più affidabili… Cos’è successo?”
    “In parole semplici… siamo stati scagliati in un altro mondo.” Rispose Asuka.
    “Che cosa?! Come puoi dirlo con così tanta facilità?!”
    “Beh, noi due stiamo viaggiando per i mondi già da un po’ di tempo…”
    “Senza considerare che, stando a quanto mi ha detto StupiShinji, il mio mondo ormai è deserto, visto che lui e Ayanami si sono bevuti l’intera popolazione mondiale.” Continuò Asuka.
    “Ugh… Non vi invidio… chissà che tormento viaggiare per così tanto tempo…”
    “A dir la verità ci mettiamo pochi minuti grazie ai varchi. Possiamo andare ovunque desideriamo senza dover salire su alcun tipo di mezzo di trasporto.”
    “Che cosa?!” esclamò Natsu, scattando in piedi. “Potete davvero fare a meno di viaggiare?!”
    “Beh… sì, ma perché tutto questo entusiasmo?”
    “È interessato perché è allergico ai mezzi di trasporto.” Rispose Lucy, sospirando.
    “Ma che razza di stupida allergia è?” fece Asuka, girandosi. “Ad ogni modo, vediamo di capire dove siamo finiti e se anche gli altri sono nei dintorni. Come la bionda, potrebbe esserci qualcun altro.”
    “Ehi, io mi chiamo Lucy, non bionda!” replicò la ragazza.
    “Sì, sì, okay… <em>Bionda” disse l’ex pilota, sottolineando l’ultima parola e allontanandosi.
    “Ma è sempre così?” chiese Natsu a Ichigo.
    “Non lo so… non è che ci abbia viaggiato per troppo tempo insieme a lei…”
    “Ehi, voi, venite qui! Ho trovato qualcosa!” esclamò la voce di Asuka.
    I tre la raggiunsero, ritrovandosi di fronte ad una piccola casetta in legno.
    “Beh, almeno questo significa che non è un posto abbandonato…” disse Ichigo, avvicinandosi. “Anzi, sembra che ci viva qualcuno, visto com’è sistemato…”
    “Possibile? Mi sembra un po’ misera come abitazione.” fece Lucy.
    “Dici? Non mi sembra tanto diversa dalla tua attuale… Certo, se invece ti riferisci alla tua prima casa, dubito che ne troverai mai un’altra grande come una città…”
    “Sei così ricca?” chiese Asuka, leggermente interessata all’argomento.
    “Non più. Ormai vivo in una semplice casa, ma l’avevo deciso prima ancora di perdere tutti i soldi… Senza considerare che è successo in un certo senso per colpa mia…”
    “E voi chi siete?” chiese una voce.
    Ichigo voltò subito la testa, vedendo all’ingresso dell’edificio una ragazza dai capelli color paglia, con addosso una tunica bianca smanicata e notò che era a piedi scalzi.
    “Questo è il luogo di ritrovo dei Super Busters della pace, e chi non ne fa parte non può entrare.”
    “Super Busters della pace?” ripeté Ichigo.
    “Eh? Di cosa stai parlando?” chiese Asuka, girandosi verso di lui, mentre si avvicinava alla ragazza, per poi superarla come se niente fosse ed entrare dentro l’edificio.
    Ichigo la fissò per qualche secondo, per poi spostare nuovamente lo sguardo verso la ragazza.
    “Mi hai sentito?” chiese lei, guardandolo.
    “Non mi dirai che tu… sei un fantasma?” chiese lo Shinigami.
    “Un fantasma?!” esclamò spaventata Lucy. “Dove?! Dov’è?!”
    “Di che cosa stai parlando?” chiese Natsu, mentre Asuka usciva di nuovo.
    “Proprio di fronte a noi, c’è una ragazza. Voi non la vedete?”
    “Che cosa?” fece Asuka, guardandosi attorno. “Guarda che qui non c’è nessuno.
    “Questo sì che è strano…” disse la ragazza, camminando verso Ichigo. “Sei la prima persona che riesce a vedermi oltre a Jintan. Come fai?”
    “Io ho sempre visto i fantasmi… Anche se tu sei diversa. Sembri proprio reale se non che… sono l’unico che riesce a vederti.”
    “Davvero?! Puoi vedere i fantasmi? Ma è fantastico!” esclamò felice la ragazza, battendo le mani.
    “Insomma Ichigo, si può sapere di che cosa stai parlando? Non vorrai davvero farmi credere che qui c’è un fantasma, vero?” fece scocciata Asuka.
    “Beh, a meno che tutti voi non mi stiate prendendo in giro dicendo di non vederla, direi che è così… E come ho già detto, tra i miei poteri c’è sempre stata la capacità di vedere gli spiriti.”
    “Allora perché non fai il tuo dovere di Shinigami e la fai risposare il pace?” chiese Natsu.
    Sentendo ciò, la ragazza spalancò gli occhi, facendo un passo indietro.
    “Tu… sei qui per farmi andare via?” chiese.
    “No, tranquilla… Dubito che qui gli spiriti che vanno in giro diventino pericolosi… inoltre, probabilmente qui non otterrei nulla.”
    “Spiriti pericolosi?” chiese Lucy.
    “Da me, chi non veniva fatto riposare in pace, a lungo andare si trasformava in un mostro, che attaccava chiunque. Uno dei miei compiti era anche quello di eliminare quelle creature.”
    “Ehi voi! Allontanatevi subito da lì!” urlò una voce.
    Questa volta tutti si girarono verso la fonte, vedendo un ragazzo dai capelli neri a caschetto e una maglietta rossa correre verso di loro.
    “Questa è la casa di un mio amico, non potete stare qui!” continuò, avvicinandosi alla ragazza, che gli sorrise.
    “Tu devi essere Jintan.” Disse Ichigo, facendogli spalancare gli occhi.
    “E tu come-”
    “Me l’ha detto lei.” Rispose semplicemente l’arancio.
    “Tu la vedi?” esclamò sorpreso l’altro. “Ma come…”
    “Non è fantastico Jintan?” chiese la ragazza.
    “Beh, sì, immagino di sì… ma credevo di essere l’unico.”
    “Però è strano… Non emani alcun tipo di energia spirituale…” continuò Ichigo, squadrando il nuovo arrivato.
    “Non so di cosa tu stia parlando. Ma chi sei? Cos’hai a che fare con Menma?”
    “Menma? Ma che razza di nome è?” esclamò Asuka. “Ah, ma cosa lo chiedo a fare? Sto chiedendo qualcosa a due che dicono di vedere un fantasma… Si vede che a furia di stare con dei custodi sto impazzendo anch’io…”
    “Custodi?!” ripeté Jintan.
    “E tanti cari saluti all’anonimato…” sbottò lo Shinigami, lanciando un’occhiata storta a Asuka.
    “Voi siete custodi?!”
    “Proprio così.”
    “Custodi?” chiese Menma, guardando curiosa i tre.
    “Ah, già, tu non puoi saperlo… Se ho capito bene, sono una specie di eroi che viaggiano per l’universo… Però come faccio a sapere che voi siete dalla parte della luce e non dell’oscurità?” chiese Jintan.
    “Se fossimo custodi dell’oscurità, tu a quest’ora saresti già un Heartless, credimi.” Replicò Asuka. “E probabilmente, non staremo perdendo tempo a cercare qualche informazione e avremo distrutto questo posto.”
    “Sinceramente parlando, tu non mi sembri una che sia tanto restia dal farlo…” mormorò Jintan.
    “Ma Jintan! Se sono degli eroi, sono nostri colleghi! Non mancargli di rispetto!”
    “Colleghi?” ripeté Ichigo.
    “Lunga storia…” sospirò il ragazzo, per poi essere preso per un braccio dalla ragazza, che lo trascinò dentro.
    “Su, forza, entrate tutti!” esclamò felice.
    “O-Ok…” fece tremante Lucy. “C-Come mai quel ragazzo è stato trascinato dentro… dal nulla?”
    “Ma come Lucy, non lo hai ancora capito? Eppure Ichigo è stato chiaro: è stato il fantasma.” rispose come se niente fosse Natsu, lasciando pietrificata la bionda.
    “Perché tutto a me… E dire che quando siamo stati risucchiati stavamo solo andando alla gilda…”
    Gli altri tre accennarono ad un sorriso, per poi seguire il fantasma e Jintan all’interno della casa, imitati pochi secondi dopo da una sconsolata Lucy.

    “Quindi, se ho capito bene, Menma, ovvero la ragazza fantasma che solo tu e Ichigo potete vedere, è qui perché vuole che tu e i suoi vecchi amici esaudiate il suo desiderio, di cui però non avete la più pallida idea di cosa sia, esatto?” chiese Asuka, ricevendo un assenso da Jintan.
    “Sì!” esclamò Menma, alzando la mano destra.
    “E ti aspetti che io creda a una simile storia?!” urlò Asuka contro il ragazzo. “È la cosa più assurda che io abbia mai sentito in vita mia! Chi muore non torna di certo come fantasma!”
    “Ehm… Asuka, ti faccio presente che io posso diventare una specie di fantasma quando voglio…”
    “Che cosa?” fece Jintan, guardandolo sorpreso. “Come sarebbe a dire?”
    Ichigo sospirò, per poi tirare fuori il suo ciondolo.
    “Credo che una dimostrazione sul campo sia la cosa migliore… non so se tu mi vedrai o no, dato che sembri poter vedere solo Menma, ma lei dovrebbe potertelo riferire.”
    “Che cosa vuoi fare?” chiese Lucy.
    “Oh, niente di che…” disse, battendosi il ciondolo sul petto.
    Immediatamente, il suo corpo cadde per terra, facendo uscire una sua copia, con addosso il classico kimono nero.
    “Ed eccomi qui.” Disse, rivolgendosi a Menma, che lo stava guardando con gli occhi sgranati per la meraviglia, come anche Jintan.
    Gli altri tre invece non sembravano vederlo.
    “Ehi, stai bene?” chiese Natsu, prendendo la mano di Ichigo, spalancando gli occhi subito dopo.
    “C-Che succede?” chiese Lucy.
    “Il polso… Non sento il polso…”
    “Che? Non mi dirai che è morto davvero? Cavoli, credevo ci volesse ben più di un pezzo di legno per ucciderlo…” commentò Asuka.
    “Ehm… scusate se vi interrompo…” fece Jintan, per poi indicare un punto di fronte a sé. “Ma il vostro amico… è qui di fronte a me… Anche se ha cambiato vestiti…”
    “V-Vuoi dire… c-che è davvero diventato un fantasma?” chiese Lucy, con gli occhi ridotti a due puntini per la paura.
    “A dir la verità sono solo un sostituto Shinigami…” rispose Ichigo.
    “Tu sei cosa?!” gli urlò contro Jintan.
    “Tranquillo, non andrò in giro a prendermi le vite di non so chi. Vengo da un altro mondo e lì mi limitavo a far riposare in pace gli spiriti vaganti, ma qui probabilmente sarebbe inutile.”
    “Dunque tu sei in grado di diventare un fantasma proprio come me!” esclamò Menma. “Wow! Doveva essere un mondo davvero interessante il tuo!”
    “Beh, ogni mondo è interessante per qualcosa. Ora però è meglio se rientro nel mio corpo… Non mi piace come Natsu stia cercando di svegliarmi usando il fuoco…”
    Infatti il Dragon Slayer aveva fatto apparire sulla punta delle dita delle piccole fiammelle, che stava avvicinando al volto di Ichigo.
    “Ma come fa?!” esclamò Jintan, osservandolo con gli occhi spalancati.
    “A fare cosa?” chiese Natsu, guardandolo.
    “Si riferisce al fatto che stai usando il fuoco a mani nude, razza di idiota.” Gli rispose Asuka.
    “A chi hai dato dell’idiota, scusa?”
    “A te ovviamente. StupiShinji non è qui, Ichigo è morto e quel ragazzo ha evidenti problemi mentali, quindi rimani tu.”
    “Non so se essere contenta o no del fatto che mi abbia completamente escluso…” mormorò Lucy, mentre Ichigo riapriva gli occhi.
    “Beh, io non sono di certo morto.” fece, alzandosi come se niente fosse.
    “AH!!!!” urlò la bionda, saltando letteralmente all’indietro. “È tornato dall’al di là per vendicarsi!!!”
    “Certo che no! Sono solo rientrato nel mio corpo. Questo ciondolo mi permette di far uscire la mia anima, ed essendo comunque uno Shinigami, assumo le vesti del mio lavoro.”
    “Quindi puoi davvero morire quando vuoi e tornare indietro…” fece Natsu. “Non avevo mai visto prima una simile magia…”
    “Okay… immagino che ti aiuti molto diventare un fantasma, vero?” chiese ironica Asuka.
    “In teoria sì, dato che mi permette di usare tutti i miei poteri da Shinigami.” Rispose Ichigo, poco prima che il suo ciondolo venisse preso da Natsu.
    “Mi sbaglierò, ma non è lo stesso che c’è anche sul tuo Keyblade?”
    “Non toccarlo!” esclamò lo Shinigami, recuperandolo. “Se lo usi, potrebbe tirarti fuori l’anima dal corpo. E io… beh, con me è un conto, ma non saprei farti tornare dentro…”
    “In pratica… morirebbe?” domandò Jintan.
    “Non subito. A differenza di me, dovrebbe rimanere un legame con il corpo. Tuttavia, non so cosa potrebbe succedere a un non umano…”
    “Guarda che io sono umano al cento per cento.” replicò Natsu.
    “Davvero?” fece Asuka. “Credevo che con la tua indole di mezzo drago avessi perso l’umanità…”
    “Mezzo drago?” ripeté Menma. “Che cosa vuol dire?”
    “Ecco…” cominciò Ichigo, per poi voltarsi verso Natsu. “Cosa intende dire Asuka con mezzo drago?”
    “Si riferisce al fatto che sono stato cresciuto da un drago e che posso usare i suoi poteri, ma non capisco perché tanta sorpresa…”
    “Sai com’è, anche per me che già ero una maga è stato un po’ difficile da comprendere…” rispose Lucy.
    “Una maga?!” esclamò Menma, correndo verso di lei e cominciando a strattonarla. “Su, fai qualche magia, per piacere!”
    “C-Che c-cosa s-sta s-succedendo?!” urlò balbettando Lucy, sentendosi scuotere, ma senza vedere nessuno.
    “Non preoccuparti, Menma ti sta solo chiedendo di fare qualche magia.” Rispose Jintan senza nascondere un sorriso.
    “O-Ok…” fece la maga, non appena la ragazza la lasciò andare. “Preferisco non attirarmi le ire di un fantasma… soprattutto se può toccarmi!”
    Sotto gli sguardi di tutti, tirò fuori una chiave argentata, che puntò verso il nulla.
    “Apriti, porta del Canis Minor! Nicola!” urlò, facendo scaturire dalla chiave una fortissima luce.
    Pochi secondi dopo, di fronte a loro era apparso una specie di cane bianco, in grado di stare in piedi su due zampe, con la testa rotonda e che al posto del naso aveva un corno a spirale, simile a una trivella.
    “Pun!” fece il nuovo arrivato, cominciando a tremare, senza sembrare volersi fermare, e alzando una zampa verso l’alto.
    “Oh, ma che carino!” esclamò Menma, prendendolo in braccio e sollevandolo.
    Questa volta, anche Asuka si vide costretta a spalancare gli occhi.
    Infatti per tutti meno Ichigo e Jintan, Nicola si era sollevato in volo da solo, mostrando anche lui un’evidente sorpresa per quella condizione.
    “Quindi c’è davvero uno spirito qui…” fece l’ex pilota.
    “Perché, avevi ancora dei dubbi?” chiese Natsu.
    “Umpf. Ho imparato a credere solo a ciò che vedo. I fantasmi non rientrano tra le cose a cui credo facilmente. Cos’è, credete che solo il fatto di aver affrontato un drago o Heartless o non so cos’altro vi renda superiori alla sottoscritta? Ho affrontato esseri molto peggiori, e prima ancora di diventare una custode. E che sia chiaro: non me ne frega nulla dell’universo. Mi basta dimostrare la mia superiorità. Il salvataggio dei mondi è solo un effetto collaterale.”
    Detto ciò, uscì dalla casa, lasciando basiti gli altri.
    “Cos’ho detto di sbagliato?” chiese Natsu dopo qualche secondo, ancora sorpreso da quella reazione.
    “Non lo so, ma deve avere avuto qualche esperienza che la porta a comportarsi così. La sua voglia di essere sotto i riflettori… di certo non è normale.”

    Asuka si inoltrò nel bosco, per poi fermarsi dopo circa cinque minuti.
    “Maledizione!” urlò, sbattendo forte un pugno contro la corteccia di un albero, sbucciandosi la mano. “Come osa quel…”
    Ignorando il dolore e il sangue che usciva dai graffi, Asuka staccò il pugno dall’albero, per poi riprendere la sua camminata.
    “Io sono Asuka! La migliore pilota di Evangelion e la custode più forte di tutti! Come osa quel rosato parlarmi in quel modo?!” sbraitò. “E anche Ichigo… Si è dovuto a tutti i costi mettere in mostra, lui, quella Menma e quel suo ciondolo che lo fa diventare un fantasma!”
    Mentre Asuka continuava a inveire, poco lontano da lei un ragazzo dai capelli castano chiaro, che indossava un paio di jeans e una camicia bianca era bene attento a non perdersi una parola di ciò che stava dicendo.
    “Così, sono arrivati anche dei custodi… E a quanto pare, hanno già incontrato Jintan e la sua Menma…” mormorò, riflettendo. “Allora forse…”
    Senza dire altro, accelerò il passo, fino a ritrovarsi dietro Asuka, che si girò subito.
    “E tu chi sei?” chiese, evocando subito il Keyblade. “Ti avverto, se sei un nemico, sono già decisamente incavolata di mio, perciò se ci tieni alla pelle, vattene!”
    “No, tranquilla custode. Non ho cattive intenzioni. Passavo di qua, ti ho sentito parlare ad alta voce e-”
    Ma quella frase ebbe solo l’effetto di far arrabbiare ulteriormente l’ex pilota, che colpì il ragazzo in pieno stomaco con un pugno.
    “In pratica, ti sei messo ad origliare ciò che dicevo, vero?” chiese lei, con un tono che lasciava presagire ben poco di buono.
    “A-All’inizio involontariamente…” rispose il ragazzo, boccheggiando. “P-Poi, quando hai nominato i custodi, mi sono incuriosito…”
    “Tsk. Non male come scusa. Non è che speravi di cogliermi alla sprovvista per farmi chissà che, eh? So bene cosa pensate voi uomini!”
    “No, ti sbagli… a dir la verità, volevo proporti un patto…”
    Asuka cambiò sguardo, facendosi curiosa.
    “Un patto?” ripeté. “E cos’avresti da offrire alla miglior custode in circolazione?”
    “Da quel che ho capito, tu desideri che venga riconosciuto il tuo valore… Esatto?”
    “Può essere. E con ciò?”
    “Potrei mettere su una piccola recita… Dove io farei la parte del malvagio e tu quella dell’eroe che mi scopre e mi costringe a scappare…”
    “Tutto qui? Abbiamo affrontato draghi e altre creature peggiori. Non sarà di certo una cosa del genere a inebriarmi.”
    “E se ti offrirsi l’occasione di vendicarti di quei due che si credono superiori a te?” propose il ragazzo, mostrando un sorriso.
    Asuka lo guardò di nuovo.
    “Spiegati meglio.”
    “Se io facessi in modo che quei due si ridicolizzino di fronte a tutti?”
    “La cosa potrebbe essere interessante… Ma come conta di farlo un misero essere umano?”
    “Questo lo vedrai al momento giusto. Tuttavia, ti chiedo una cosa in cambio…”
    “Ovvero?”
    “Il ciondolo del tuo amico… quello in grado di far diventare fantasmi.” Rispose il ragazzo, guardandola determinato negli occhi.
    “Capisco…” fece Jintan, dopo aver ascoltato da Ichigo ciò che era successo finora nei vari mondi. “Così non era un’invenzione…”
    “Purtroppo no.”
    “Ma è pazzesco!” esclamò Lucy. “I custodi corrono tutti questi pericoli?! E i guardiani come me?!”
    “Credo sia la stessa cosa.” Rispose come se niente fosse Natsu, beccandosi un pugno in testa.
    “Come fai a parlare con così tanta leggerezza?!” gli urlò contro la bionda. “Tu che sei un custode, dovresti temere almeno un po’ per la tua vita! E dovresti preoccuparti di proteggere i guardiani come me!”
    “Voi invece? Da quel che ho capito, fate parte di un gruppo più grande, esatto?” chiese Ichigo ai due abitanti del mondo, cercando di ignorare Lucy.
    “Non proprio…” rispose Jintan. “I Super Busters che ha nominato prima Menma era il nome del nostro gruppo quando eravamo bambini. Tuttavia, ci siamo sciolti e abbiamo preso strade diverse.”
    “Non è vero!” gli urlò contro Menma. “I Super Busters sono tutti amici! E la loro amicizia non finirà mai! E insieme salveranno il mondo!”
    “E… che cos’è successo a Menma, se posso chiederlo?” disse serio Ichigo.
    Il ragazzo di fronte a lui abbassò lo sguardo.
    “Un giorno… mentre eravamo tutti riuniti qui… Una delle nostre amiche mi fece una domanda. Io…”
    Ma Jintan si interruppe, non riuscendo a trovare le parole per continuare.
    “Subito dopo, Jintan si è messo a correre. Io l’ho inseguito, ma sbadata come sono… sono scivolata, finendo nel fiume.” Rispose Menma, mentre il suo sorriso si faceva triste.
    Ichigo chiuse con forza le mani a pugno, sebbene dal suo volto non trasparì nulla.
    “Capisco…” disse calmo. “Però… perché sei tornata? E perché non hai l’aspetto di una bambina?”
    “Non lo sappiamo.” Rispose Jintan. “Quando mi è apparsa di fronte, mi ha chiesto di esaudire un suo desiderio… Ma nemmeno lei sa quale.”
    “Un bel problema in effetti.” Commentò Natsu, massaggiandosi la testa. “Hai provato a dargli una botta in testa per fargli tornare la memoria?”
    “Guarda che io non ho problemi di memoria!” replicò Menma.
    “Io sinceramente trovo inquietante come voi due ci possiate parlare senza problemi mentre noi no.” Fece Lucy.
    “Siete ancora qui a parlare?” chiese Asuka, rientrando. “Cavoli, solo voi potete perdere tempo in questo modo…”
    “Ti sei allontanata, e così ne abbiamo approfittato per spiegare la situazione.”
    “Contenti voi. Allora che cosa volete fare? Ci fermiamo qui nell’improbabile caso che qualcuno attacchi questo mondo o ce ne andiamo?”
    Ichigo si girò verso di lei.
    “Io direi di restare qui almeno per stanotte. Purtroppo, ovunque andiamo gli Heartless ci inseguono… sperando che si tratti di Heartless, ovviamente.”
    “Allora perché stasera non venite con noi allo spettacolo di magia? Se siete tutti maghi, potrete rivelarci i trucchi che useranno!” esclamò Menma.
    Ichigo la guardò sorpreso.
    “Spettacolo di magia?” ripeté.
    “Ah, già… in città è arrivato un duo che stasera allestirà uno spettacolo di magia…” spiegò Jintan. “Come si chiamava quel tipo…”
    “Magic Kaito.” Rispose una voce femminile.
    Tutti si voltarono verso la porta, ritrovandosi di fronte ad una ragazza dai capelli castani raccolti in due code, una camicia bianca e una gonna porpora, che stava guardando annoiata il gruppo di fronte a lei.
    “Chi sono questi tipi, Yadomi?” chiese rivolgendosi a Jintan, il quale entrò subito in panico, guardando i custodi.
    “Ecco Anjo… loro sono…” cominciò lui, non sapendo se rispondere o no.
    “Medium.” Fece Asuka. “O meglio, capelli color di carota è il medium. Noi siamo solo in viaggio con lui.”
    “Asuka!” esclamò Ichigo.
    “Medium? Ancora con la storia di Menma? Cavoli… Sei proprio un caso disperato…”
    “È quel che ho detto anch’io.” Gli fece eco Asuka.
    “Magic Kaito?” ripeté Ichigo, ripensando al nome detto da Anjo. “Dov’è che l’ho già sentito…”
    “Stando a quel che si dice in giro, è un semplice ragazzo, ma molto bravo nei trucchi di magia.”
    “Scommetto che questo non lo sa fare.” Disse Natsu, creando tre sfere di fuoco e facendole volare come un giocoliere.
    Ichigo si portò una mano sul volto, mentre Lucy si limitò a sospirare.
    Anjo invece guardava con gli occhi sgranati il mago.
    “M-Ma che cosa…” fece, girandosi verso Jintan.
    “P-Pare che anche lui sia un mago… se la cava bene con i trucchi che usano il fuoco…”
    “Trucchi? Di cosa-”
    Ma prima che Natsu potesse completare la frase, Lucy gli pestò il piede, interrompendolo.
    “Suvvia Natsu, sappiamo bene che non vuoi rivelare come fai e ti ostini a volerci far credere che sia tutto vero. Ma sappiamo bene che la magia vera non esiste.”
    “P-Però… è veramente abile… Non avrete intenzione di combinare qualcosa stasera, vero?”
    “Dipende…” cominciò Asuka. “Se questo ‘ladro magico’ sarà una noia, potrei decidere di ravvivare la serata…”
    “Beh Asuka, non credo che Kaito corrisponda per forza a ladro… Anche se, ora che ci penso, Dark mi aveva parlato di un abile ladro che usava la magia per i suoi furti…”
    “Davvero?” chiese Natsu. “E nessuna gilda lo ha mai fermato?”
    “Gilda? Intendi dire polizia?”
    “Sì. Non ci fare caso, quell’idiota usa termini sconosciuti per indicare cose comuni… E io che credevo che StupiShinji fosse il più stupido…”
    “Non è bello parlare male degli assenti, sai Asuka?” fece una voce proveniente da fuori, anticipando Shinji, che entrò nella casa accompagnato da un ragazzo decisamente robusto e alto.
    “Ehilà Jintan! Ciao anche a te, Anaru! C’è anche Menma?” disse quest’ultimo.
    “Certo che ci sono!” esclamò la ragazza fantasma, alzando la mano, mentre Jintan annuiva.
    “Sei anche tu un amico di Menma?” chiese Ichigo.
    “Certo che sì! Potete chiamarmi Poppo! E voi? Chi siete?”
    “Sono gli amici che stavo cercando.” Rispose Shinji. “Ero sicuro che qualcuno di loro doveva essere finito qui.”
    “Umpf. Cos’è, non vuoi usare il tuo essere superiore all’uomo per trovarci e ti affidi a chi incontri per primo?” chiese Asuka, fulminandolo con lo sguardo.
    “B-Beh, no… semplicemente, Poppo mi ha trovato svenuto in mezzo al bosco e mi ha aiutato a riprendere i sensi. Così ho deciso di accompagnarlo qui, dopo avermi detto che stava tornando a casa per prepararsi ad un incontro con dei suoi amici. Immaginando che anche voi foste potuti essere finiti qui vicino, l’ho seguito.”
    “Da come parli, sembra quasi che proveniate da chissà dove.” Commentò Anaru.
    “Ci siamo persi per il bosco.” Spiegò Ichigo. “Noi abbiamo trovato questa casa e incontrato Menma, dopodiché-”
    “Aspetta, aspetta, aspetta!” lo interruppe Poppo. “Chi avete incontrato?”
    “Ichigo è convinto di vedere il fantasma di una ragazza. Proprio come il vostro amico.” Rispose Asuka.
    “Davvero puoi vedere Menma?” esclamò il ragazzo, guardando Ichigo.
    “Beh, sì… so che può sembrare strano, ma io sono in grado di vedere i fantasmi…”
    “Davvero?” fece scettica Anaru. “Dimostracelo allora.”
    “E come? Se uno non ci crede, non posso di certo costringerlo a farlo. Io vedo fantasmi fin da bambino… e questo mi ha procurato diversi problemi… Tra cui, uno decisamente simile al vostro.”
    “Che cosa vuoi dire?” chiese Jintan, mentre gli sguardi di tutti si spostavano sullo Shinigami.
    “Credi forse di essere l’unico a portarsi dietro il peso di una scelta sbagliata, Jintan?” chiese lui, girandosi verso il ragazzo. “Anch’io ho perso una persona a me cara… per un mio errore.”
    “Di cosa stai parlando?” chiese Asuka.
    “Uno spirito malvagio mi ha portato via mia madre… E qualche anno dopo, ha usato il suo ricordo per cercare di uccidermi.”
    “Come può un ricordo ucciderti? E soprattutto, perché ce l’aveva con te?” chiese Menma, titubante.
    “Non sapevo la verità quando l’ho incontrato… il mio dovere era solo quello di eliminarlo… Possiamo dire che si è difeso.” Rispose lo Shinigami.
    “Tutto qui?” fece Asuka, girandosi. “Pensavo chissà che cosa…”
    “Come puoi parlare così?!” esclamò Shinji.
    “Credi forse che la mia storia sia semplice?” replicò l’ex pilota. “Ho solo deciso di rinegare il mio passato e il fatto che io non ti abbia detto nulla è perché ti considero uno stupido. Tu e tutti gli altri.”
    “Di’ un po’, ragazzina…” cominciò Anaru. “Credi forse di poter sputare sentenze sugli altri così facilmente?”
    “Certo. Io dopotutto sono superiore a voi.”
    “Adesso basta Asuka.” Disse Shinji. “Stai ferendo molti dei presenti. Non hai il diritto di farlo.”
    “Davvero? E in base a cosa tu puoi dire che sto ferendo qualcuno? Non mi sembra che nessuno di loro abbia ferite o altro. O vuoi farmi credere che in quanto divinità puoi leggere nella mente?”
    “Sai bene quanto me che ci sono ferite non visibili. Noi piloti di Evangelion abbiamo in comune molto più di quanto tu creda. Io cosa dovrei dire? Ho un padre che pur di ricongiungersi con mia madre ha sacrificato l’intera popolazione mondiale! Come credi mi senta, con un simile ricordo? Soprattutto considerando ciò che mi è successo subito dopo?”
    “Di cosa stanno parlando?” chiese Jintan a Ichigo.
    “Non lo so… Ma non ho intenzione di chiederlo.” Rispose lui.
    “Evangelion?” chiese Poppo, ripetendo l’unica parola che era riuscito a cogliere da quel lungo e fin troppo rapido discorso. “Che cosa sarebbe?”
    Shinji spalancò gli occhi non appena si accorse dell’errore commesso.
    “E-Ecco… sono dei prototipi di nuove macchine… Non possiamo dirvi i dettagli… sapete, non è ancora sicuro…” azzardò.
    “Umpf! Sei sempre il solito stupido.” Disse Asuka, per poi rivolgersi agli altri. “Allora, tra quanto c’è questo spettacolino da quattro soldi e dove?”
    “Stasera alle otto, nella piazza centrale della città e-” cominciò Anaru.
    “Bene.” La interruppe Asuka. “Allora ci vediamo lì.”
    “Ehi, aspetta un attimo!” esclamò Ichigo, prendendola per una spalla.
    La reazione non tardò ad avvenire.
    Asuka si girò, colpendo con un calcio lo stomaco dello Shinigami, che boccheggiò per un attimo.
    L’ex pilota lo afferrò per la maglietta.
    “Prova a fermarmi ancora e ci andrò ancora più pesante!” scandì, per poi buttarlo a terra e uscire.
    “Ichigo! Tutto bene?” chiese Lucy.
    “Sì… non mi ha fatto nulla… Sono abituato a venire trafitto da spade e a pugni di giganti… Questo era nulla…” rispose lui, rialzandosi.
    Fuori, Asuka sorrise, tirando fuori dalla tasca il ciondolo di Ichigo.
    “Lo dico io che siete degli stupidi. Per quel che mi riguarda, sono a posto così.” disse, sorridendo e osservando l’oggetto.

    “Allora vuoi proseguire lo stesso?” chiese una ragazza dai capelli castani, con addosso una divisa scolastica, rivolgendosi ad un ragazzo, anche lui dai capelli castani che però indossava un semplice paio di jeans e una maglietta a maniche corte.
    “Certo. In fondo, siamo finiti qui per puro caso e ti ricordo che siamo senza un soldo. Tanto vale…” cominciò lui, mostrandole il palmo della mano, che fece girare su se stessa, facendo apparire dal nulla un mazzo di fiori. “…usare un po’ di magia.” Completò sorridendo e offrendole il mazzo.
    “Sei il solito stupido, Kaito.” Fece la ragazza, sorridendo. “Tuttavia, devi sperare che quel verme di Kaito Kid non sia finito qui anche lui. Altrimenti, conoscendo le sue manie di protagonismo, rischia di mandare a monte lo spettacolo.”
    “Tranquilla. Ormai abbiamo appurato che siamo finiti in un altro mondo. Quante possibilità ci sono che sia qui anche lui?”
    “Dato che parliamo di Kaito Kid, direi elevate. È come un caso di omicidio e il detective Goro! Dove c’è uno, c’è anche l’altro!”
    “Più che quel buono a nulla, io direi dove c’è il bambino…” mormorò il ragazzo, rivolto a se stesso.
    “Hai detto qualcosa?” chiese la ragazza.
    “No, no, non ho detto nulla, Aoko.” Si affrettò a rispondere Kaito.
    “Comunque, spero che mio padre stia bene… Ho sentito che gli è arrivato l’ordine di condurre quante più persone possibili verso quegli strani varchi…”
    “Tant’è che ha preso me e te e ci ha letteralmente scaraventati dentro.” Completò il ragazzo, sospirando. “Speriamo solo che non si sia messo in testa di cercare anche Kid approfittando del caos di quel momento…”
    “Non credo avrebbe messo Kid prima della sicurezza degli altri. Quando ha ricevuto l’ordine, è impallidito, per poi guardare il cielo.”
    “Mi chiedo… se possano essere coinvolti quei ragazzi…” fece Kaito, portandosi una mano sotto il mento.
    “Di chi parli?”
    “Ricordi l’esplosione che è avvenuta qualche tempo fa? Alcuni testimoni affermarono di aver visto il famoso ladro Lupin, assieme a Kid e altri ragazzi, che però non sono stati in grado di riconoscere. Oltre a loro, furono coinvolti anche la figlia del detective Goro, il bambino che abita con loro e un certo Zenigata…”
    “E tu come fai a sapere tutte queste cose?”
    “C-Come?” ripeté il ragazzo, deglutendo. “Semplice: è stato proprio quel bambino a raccontarmele. L’ho incontrato per puro caso per strada e gli ho chiesto di darmi qualche dettaglio in più, ma purtroppo, oltre a dirmi chi era coinvolto, non mi ha detto altro.”
    “Ti fidi parecchio di quel… si chiama Conan, giusto?”
    “Dovresti farlo anche tu. In fondo, è stato proprio lui a scoprire più volte Kid durante i suoi furti. È piuttosto sveglio per la sua età.”
    “Avevo sentito qualcosa in proposito… Ma credevo fossero solo voci.”
    “Ad ogni modo…” continuò il ragazzo, prendendo un cilindro bianco e infilando la mano al suo interno. “È il momento di prepararsi. Dai il benvenuto…” mentre diceva ciò, tirò fuori dal cappello un mantello bianco, che lo coprì completamente.
    “All’inafferrabile ladro Kaito Kid!” completò, mentre il mantello finiva dietro la schiena, rivelando un’elegante completo bianco, con tanto di cilindro e monocolo.
    “Wow… Sei davvero uguale a lui…” commentò Aoko, guardandolo. “Ma mi chiedo se sia una buona idea travestirsi da lui… Se per caso mio padre fosse qui, non esiterebbe ad arrestarti, sai?”
    “Beh, ho una testimone più che valida che può dimostrare che non sono un ladro, no? Soprattutto in questa notte di luna nuova.” disse Kaito, sorridendo.
    “Sbruffone!” replicò lei, senza cattiveria.
    “Scusate…” fece una voce, proveniente da poco lontano. “Ma da quel che ho capito, nemmeno voi siete di qui…”
    I due si girarono, ritrovandosi di fronte ad un ragazzo dai lunghi capelli neri, con addosso un kimono rosso.
    “E ovviamente, non intendo che provenite da una città diversa, ma da un altro mondo.” Continuò lui, sorridendo.
    “E tu chi sei?”
    “Non preoccupatevi. Non ho intenzione di farvi del male. Sono un custode. Il mio nome è Inuyasha.”
    “Un custode?” ripeté Aoko, sgranando gli occhi.
    “Già. Purtroppo non posso dimostrarvi la mia vera forza… Questa è una pessima serata… Cavoli, proprio in un mondo con la luna nuova dovevo finire…”
    “Che cosa vuoi dire?”
    “Solo che se qualcuno dovesse attaccare stanotte, sarei più debole del solito… Forse dovrei cercare Dark e vedere se con i suoi immensi e sconosciuti poteri può cambiare le fasi della luna...”
    “Dark?!” esclamò Kaito. “Tu conosci Dark?”
    Inuyasha si girò verso di lui.
    “Certo che lo conosco. Come conosco Hikari. Tu piuttosto… come fai a conoscere il custode dell’Equilibrio?”
    Aoko si girò verso di lui.
    “Qualcosa da dire, Kuroba kaito?” chiese, sospettosa.
    “B-Beh… L’ho incontrato poco prima di quell’incidente… Anche se solo per pochi minuti. Mi aveva detto di essere un custode, tutto qui.”
    “Strano… Da quel che mi risulta, Dark non è il tipo da rivelarlo facilmente. Certo, c’è da dire che non mi aspettavo nemmeno che in realtà fosse l’Equilibrio stesso… Ad ogni modo, come siete finiti qui? Per chi non è un custode, dovrebbe essere impossibile cambiare mondo… a meno che esso non sia stato distrutto.”
    “D-Distrutto? Che cosa vuoi dire con distrutto?!” esclamò spaventata Aoko.
    “Quello che ho detto. Il mio mondo ad esempio, non esiste più. E come il mio, molti altri.”
    “No… impossibile…”
    “Il nostro mondo… distrutto?” ripeté Kaito, incredulo.
    “Ovviamente non ne posso essere certo… Come siete finiti qui?”
    “Siamo stati buttati in un varco.” Rispose il ragazzo. “Ne sono apparsi a decine, e la polizia ha avuto l’ordine di farli attraversare da più persone possibili.”
    “Polizia? Che cosa sarebbe?”
    I due lo fissarono increduli.
    “Come sarebbe a dire che cos’è la polizia?!” esclamò Aoko. “Non puoi non averla mai sentita nominare! Anche i bambini la conoscono!”
    “Uhm… strano… in duecento anni, non l’ho mai sentita… è una specie di esercito?”
    “Duecento anni? Ma se ne avrai sì e no diciasse-”
    “Le apparenze ingannano, dite voi umani, no?” rispose Inuyasha, senza nascondere una vena di divertimento.
    “Stai dicendo che non sei umano?” chiese Kaito.
    “Non completamente. O meglio, di solito solo al cinquanta per cento, mentre adesso lo sono del tutto…”
    “Da come lo dici, non ne sembri contento.”
    “Tu saresti contento di essere un mostro? Beh, per me è la stessa cosa. Senza considerare che gli umani sono così deboli… Comunque, se avete attraversato un varco, significa che qualcuno vi ha condotto qui. E se è come penso, è stato proprio Dark.”
    “E perché questo Dark ci avrebbe dovuto portare qui? E se le cose stanno così, dove sono tutti gli altri che l’hanno attraversato?” chiese Aoko.
    “Probabilmente sono stati distribuiti su vari mondi. Io mi trovo qui perché a quanto pare, un altro mezzo umano si è divertito a provocare il caos…”
    “Ammetto che neppure io ci sto capendo granché…” disse Kaito, sospirando. “Ad ogni modo, devo chiederti di aspettare per continuare la nostra conversazione. Avremmo un impegno…”
    “Parlate di quel mucchio di persone che si trovano nella piazza qui vicino? Sentivo che parlavano di uno spettacolo di magia o qualcosa del genere…”
    “Proprio così. Io, il fantastico Kaito, mi esibirò per loro.” Esclamò il ragazzo, facendo apparire delle carte tra le mani, per poi farle scomparire allo stesso modo.
    “Uh, non male. E senza usare il fuoco, da quel che ho visto.” Replicò Inuyasha, creando una sfera di fuoco, che tenne sollevata sopra il palmo. “Anche se non mi spiego quei pezzi di carta. Senza considerare il tuo ridicolo vestito… mentre la tua amica, immagino provenga da uno di quei posti che chiamate scuole…”
    “Perché sembra che sia l’unica cosa che conosci?”
    “Beh, perché anche Kagome era vestita allo stesso modo. E visto che preferiva studiare su montagne di libri piuttosto che viaggiare alla ricerca della sfera… questo posto che chiamate scuola dev’essere una specie di prigione.”
    “Giusto per curiosità… tu da dove vieni?”
    “Uhm… Kagome quando si riferiva al mio tempo, lo chiamava Sengoku.”
    “Che?!” esclamarono sorpresi i due.
    “Tu vieni dall’epoca Sengoku?!” domandò Aoko. “Ma sono passati più di 400 anni!”
    “E con ciò? Ho solo viaggiato nel tempo, tutto qui. Quando sono diventato custode, sono stato scaraventato nel futuro.”
    “Un viaggiatore del tempo… Questa sì che è una grande magia!” esclamò estasiato Kaito. “Tuttavia, ne riparleremo dopo. Ora… This is the show time!”
    Detto ciò, buttò a terra una strana pallina, che scoppiò non appena toccò il suolo, creando una nube di fumo che impedì al mezzo demone di vedere qualsiasi cosa.
    Quando riuscì a riaprire gli occhi, dei due era sparita ogni traccia.
    “Non male, per essere un umano… davvero niente male.” commentò Inuyasha.


    “Allora, quando comincia?!” esclamò Menma, continuando a girare intorno a Jintan, che sospirò sconsolato.
    “Calmati. Dovrebbe iniziare a momenti.” Rispose Ichigo.
    “Io però non vedo ancora né Yukiatsu né Tsuruko.” osservò Poppo.
    “E allora? Avranno preferito non venire. Conoscendoli, è probabile.” fece Anaru.
    “Sono vostri amici?” chiese Lucy.
    “Una volta.” Rispose una ragazza dai lunghi capelli neri e con una divisa scolastica addosso, che li raggiunse in quel momento.
    “Oh, Tsuruko! Ben arrivata!” la salutò Menma, senza però ottenere risposta.
    “Yukiatsu non verrà. L’ho sentito poco fa, e mi ha detto che aveva già un impegno per stasera.”
    “Che cosa?!” urlò Menma. “Ma se non viene, i Super Busters non saranno al completo!”
    “Immagino che sia l’ultimo membro del vostro gruppo, esatto?” chiese Shinji.
    “Proprio così!” rispose Poppo. “Noi sei in passato eravamo molto uniti!”
    “Piuttosto…” lo interruppe Natsu. “Asuka non si è ancora fatta viva.”
    “Probabilmente non verrà nemmeno lei.” Rispose l’ex pilota.
    “Vi riferite a quella pazza psicopatica? Strano che una divinità come te non voglia darle una lezione…” fece una voce.
    Tutti si girarono, ritrovandosi di fronte a Inuyasha.
    “E tu chi sei?” chiese Ichigo.
    “Tsk. Non mi avete riconosciuto? E dire che non sono cambiato poi troppo.”
    Shinji spalancò gli occhi.
    “Non sarai… Inuyasha, vero?”
    “Inuyasha?” ripeté Natsu, guardandolo meglio, per poi cominciare ad annusare l’aria. “Ecco perché mi sembrava di aver già sentito il tuo odore.”
    “Anche lui è un vostro amico?” chiese Jintan a Ichigo, che annuì.
    “Esatto. Fa parte del nostro gruppo.”
    “Però… che fine hanno fatto le tue orecchie?” domandò Natsu.
    Inuyasha lo guardò storto.
    “Non fare domande di cui potresti pentirti, umano. È già abbastanza frustante di per sé.”
    “Orecchie? Umano? Divinità? Ma si può sapere di che accidenti state parlando?!” sbraitò Anaru.
    “Molto semplice, mocciosa. Noi siamo-”
    “Un gruppo teatrale itinerante!” completò Lucy, tappando la bocca al mezzo demone. “Ognuno di noi interpreta vari ruoli, e ci capita spesso di confonderli con la realtà! Eh, eh…”
    “E come mai vi trovate qui?” chiese la nuova arrivata.
    “Hanno trovato il nostro rifugio, e così abbiamo chiacchierato un po’.” Spiegò Jintan.
    “Inoltre, questo tipo dice di poter vedere Menma.” Continuò Anaru, indicando Ichigo.
    “Davvero? E come farebbe?”
    “Vedo i fantasmi fin da quando ero bambino. Per me è normale.”
    Ma i loro discorsi furono interrotti da un’esplosione silenziosa, che avvenne proprio in mezzo alla piazza, dove tutti avevano lasciato uno spazio vuoto.
    “Signore e signori, perdonate l’attesa.” Disse una voce, mentre il fumo cominciava a scomparire.
    Dal suo centro partirono dei fuochi d’artificio, che esplosero pochi metri sopra di loro, disegnando la scritta ‘Magic Kaito!’, che scomparve dopo pochi secondi.
    Contemporaneamente, il fumo scomparve, rivelando Kaito avvolto dal suo mantello, accompagnato da Aoko, che si fece subito da parte.
    “Così è lui, eh?” fece Natsu. “Devo dire che come ingresso non è stato niente male. Quasi quanto i miei.”
    “Su questo avrei qualche dubbio… Tu solitamente ti limiti a distruggere la porta…” commentò Lucy.
    “Che strano.” osservò Ichigo. “Gli somiglia parecchio…”
    “A chi?” chiese Shinji.
    “Al miglior detective che ho incontrato finora. Lo avete visto anche voi, no?”
    “Oh, ti riferisci a quel bambino?” saltò fuori Natsu. “Quello accompagnato da quella ragazza con il simbolo di Dark sulla fronte?”
    “Esatto. Conan e Ran. O meglio, Shinichi e Ran.”
    “Soprannome?” chiese Menma.
    “In un certo senso… diciamo piuttosto che… è uno che si mimetizza facilmente.”
    “Certo che voi siete parecchio strani…” disse Tsuruko, mentre Kaito faceva uscire delle colombe dal cilindro. “Anche se mai quanto lui.”
    “Beh, a dir la verità-”
    Ma Ichigo fu interrotto da un’esplosione, questa volta rumorosa e distruttiva, che si verificò in una via poco lontana.
    Kaito e Aoko spostarono lo sguardo sorpresi, come tutti gli altri presenti.
    “Che cosa…” fece Poppo, cercando di vedere cos’era successo.
    “Fate attenzione.” Disse Ichigo, portandosi di fronte a tutti assieme al resto dei custodi.
    “Che bello spettacolino.” Disse una voce, mentre due figure apparivano nel fumo, avvicinandosi alla piazza.
    Non appena usciti dalla coltre, due figure incappucciate con un impermeabile nero si fermarono di fronte alla folla.
    “L’organizzazione!” esclamò Shinji, facendo apparire una pistola, mentre Ichigo, Inuyasha e Natsu evocarono il loro Keyblade.
    Lucy invece prese il suo mazzo di chiavi, affiancandosi agli altri quattro.
    “Quelli sono…” fece Anaru, osservando le tre chiavi leggendarie.
    “Keyblade!” completò Poppo.
    Non appena nominò quella parola, molti dei presenti si voltarono verso di loro.
    “Custodi?” ripeté Tsuruko, guardandogli. “Così era questo che ci stavate nascondendo!”
    Immediatamente, le persone di fronte a loro si allontanarono, creando un percorso che portava ai due membri dell’organizzazione.
    “Tu guarda un po’… credevo ci avreste permesso di divertirci un pochino prima di uscire allo scoperto, e invece non avete perso tempo…” disse una delle due figure, che puntò contro di loro una pistola verde. “Avete poca voglia di vivere, a quanto pare.”
    “Quell’arma… Tu sei il maestro di Tsuna, non è vero?” chiese Ichigo.
    “Non va bene, Reborn. Ti sei fatto scoprire subito.” Disse l’altra figura, per poi ridere.
    “Potresti evitare? Le risate finte mi innervosiscono.” Fece l’assassino, togliendosi il cappuccio.
    “Oh, scusa. Dimenticavo che voi esseri completi non andate granché d’accordo con noi Nessuno…” continuò l’altro, imitandolo, e rivelando così la sua identità.
    “E se non sbaglio… tu sei Xadvid, non è vero?” domandò Ichigo, riconoscendolo.
    “Hai buona memoria, Shinigami.”
    “S-Shinigami?!” ripeterono diverse persone.
    “Anche tu. Ti ricordi il mio vecchio lavoro, sebbene mi hai incontrato solo per pochi minuti.” Replicò Ichigo, puntandogli contro il Keyblade. “E se mi hanno raccontato giusto, sei scappato via quando hai capito di non avere possibilità. Immagino che Xehanort non ne sarà stato contento.”
    Xadvid lo guardò impassibile.
    “Ti ricordo che sono un Nessuno. Non posso provare rabbia. Posso solo fingere di averla. Ma ora…”
    Mentre diceva ciò, alzò una mano, creando una sfera di pura elettricità, che cominciò a lanciare piccoli fulmini attorno a lui. “Direi che è arrivato il momento di creare un po’ di Heartless. Non mi aspettavo così tante persone per un insulso spettacolo di magia.”
    Ma prima che potesse fare qualcosa, una carta da gioco volò contro di lui, colpendolo al polso e facendogli perdere la concentrazione, annullando così la magia e permettendo alla maggior parte del pubblico di scappare, lasciando solo il gruppo composto dai custodi e dai loro nuovi amici.
    “Insulso? Non sei per niente gentile.” fece Kaito, abbassando una pistola. “Non solo l’hai interrotto, ma osi pure giudicarlo? No, no, non si fa così.”
    “Infatti!” urlò Menma. “Era uno spettacolo fantastico, e voi due lo avete interrotto!”
    “Di che cosa stai parlando, mocciosa? Era uno spettacolo decisamente noioso!” replicò Xadvid.
    Non appena pronunciò quella frase, sia Ichigo che Jintan spalancarono gli occhi.
    “Ma con chi sta parlando?” chiese Anaru.
    “Tu la vedi?” esclamò Jintan. “Anche tu sei in grado di vederla?!”
    Xadvid lo guardò con aria interrogativa.
    “Non dovrei?”
    “Temo che tu sia stato colpito da un’allucinazione.” Fece Reborn. “Non ha parlato nessuna mocciosa.”
    “Vuoi vedere che… si tratta di un fantasma allora?” continuò Xadvid.
    “Menma, Jintan. State indietro.” Disse Ichigo.
    “Finalmente posso divertirmi anch’io!” urlò Natsu, prendendo fuoco. “Contro quell’Hakai e Xehanort non ho avuto modo di dimostrare tutte le mie abilità… Mi rifarò stavolta!”
    “Io vorrei tanto farli a fette con i miei artigli, ma temo mi dovrò accontentare di sporcare il Keyblade con il loro sangue!”
    “F-Fanno paura…” fece Lucy, indietreggiando, per poi fermarsi e scuotere la testa. “No, non è il momento di scappare. Apriti, porta del Toro!” urlò, prendendo una chiave dorata e infilandola in una serratura invisibile.
    Immediatamente, un enorme toro dall’aspetto umanoide, armato di un’ascia bipenne, apparve dal nulla.
    “Ai tuoi ordini, Lucy-sama!” esclamò quest’ultimo, per poi voltarsi verso la proprietaria con gli occhi a forma di cuore. “E sei magnifica come sempre!”
    “Ti ho già detto di evitare queste tue uscite…” disse sconsolata la maga.
    “M-ma che diamine…” fece Anaru, guardando il gruppo di fronte a loro.
    “Così sono questi i famosi custodi?” disse Poppo.
    “Già. Sono un gruppo piuttosto vario… Umani, demoni, mezzi draghi… Tutti possono diventare custodi.” Fece Shinji.
    “Lo sei anche tu?”
    “No. Io sono un Guardiano dell’Equilibrio… e sono una divinità.” Rispose, mentre la sua pistola cominciava ad aspirare aria, creando sulla punta una piccola sfera d’energia.
    Senza dire altro, Shinji si alzò in volo, per poi sparare contro le due figure.
    Reborn rispose sparando anche lui un colpo, che si scontrò a mezz’aria, provocando un’esplosione che generò una folata di vento.
    “Sembra che questa battaglia sarà piuttosto impegnativa.” Commentò l’ex pilota, evocando anche la sua lancia.  

    “Così è scoppiato veramente uno scontro…” commentò un ragazzo, che stava osservando la scena da poco lontano.
    Dietro di lui, appoggiata a un muro, c’era Asuka, che sembrava priva di sensi, con una piccola ferita sulla testa, dalla quale era uscito un po’ di sangue, già seccato.
    “Non pensavo sarebbe stato così facile ingannare un custode…” continuò lui, osservando il ciondolo di Ichigo.
    “Jintan… Adesso non potrai più vantarti di essere l’unico a vedere Menma…” disse, per poi portarsi il ciondolo al petto.
    Pochi secondi dopo, il ragazzo cadde a terra, lasciando scivolare poco lontano il ciondolo.
    Il rumore che provocò fece aprire leggermente gli occhi a Asuka.
    “Idiota…” mormorò, per poi digrignare i denti per il dolore alla testa. “Colpirmi alle spalle… Ma forse sono stata io la più stupida… per averti dato retta.”
    La sua attenzione fu attirata dal rumore di un’esplosione.
    “Maledizione… devo riuscire… ad alzarmi…” fece, cercando di alzarsi, ma ricadendo subito a terra.
    “Ehi, serve una mano?” chiese una voce sopra di lei.
    L’ex pilota alzò a fatica lo sguardo, scorgendo così la sagoma di un gatto con un paio di ali.
    “Tu che dici…?” replicò ironica Asuka, poco prima che un’aurea verde la ricoprisse, rimarginando la ferita e restituendole le energie.
    “Cosa…?” fece lei sorpresa, mentre Happy atterrava di fronte a lei.
    “Ecco fatto, aye!” disse, alzando una zampa e sorridendo.
    “Tu non sei… il gatto di quel mezzo drago?” chiese.
    “Se parli di Natsu, sì, sono proprio io, Happy!”
    “Ma come hai fatto? Credevo potessi solo volare.”
    “Anch’io, ma i miei poteri magici sono aumentati… E mentre cercavo Natsu, ti ho vista qui ferita, ma lui chi è?” domandò il gatto, indicando il ragazzo.
    “Un tipo che voleva morire.” Rispose Asuka, guardandolo.
    “Che cosa vuoi dire?”
    “Mi ha ingannato, chiedendomi di portargli un oggetto che estrae lo spirito dal corpo…” spiegò Asuka, recuperando il ciondolo. “E ha ben pensato di mettermi fuori gioco e di usarlo su se stesso… un vero idiota!”
    “Ma questo significa che… il suo fantasma potrebbe essere qui!!!” esclamò spaventato Happy.
    “Sciocchezze! I fantasmi non esistono.”
    “A-Allora… perché il corpo di quel ragazzo si sta sollevando da solo?”
    Asuka si girò subito, vedendo così che il corpo si era sollevato da terra, come se qualcuno lo stesse tenendo sulla schiena, e lo stava spostando sul lato della strada, appoggiandolo a un muro.
    “Che diamine… Ma allora questo affare…” fece incredula Asuka, guardando il ciondolo.
    “Ma perché uno dovrebbe voler diventare un fantasma?” chiese Happy.
    “Forse…” rifletté Asuka, per poi spalancare gli occhi. “Possibile che possa essere arrivato a tanto pur di incontrarla?”
    “Di chi stai parlando?”
    “Del fantasma che in questo momento probabilmente si trova insieme a Ichigo, Natsu e gli altri. Credevo fosse solo un’invenzione, ma a quanto pare non è così!”
    “Natsu è con un fantasma?!” urlò Happy.
    “Tranquillo, da quel che ho capito, è il fantasma di una ragazza-”
    “Natsu è con il fantasma di una ragazza?!” si corresse il gatto, facendosi spuntare le ali. “Natsu, arrivo!”
    Ma prima che potesse andarsene, Asuka lo prese per la coda.
    “Di’ un po’ tu… Hai qualche rotella fuori posto?”
    “M-Ma-”
    “Se lo raggiungi adesso, rischi solo di essergli d’intralcio. Di sicuro, anche il fantasma di questo tipo sta andando da loro. Tu hai visto lo scontro contro Xehanort, no? E se ci fosse ancora lui?”
    Happy rimase in silenzio.
    “Però-”
    “Tranquillo.” Continuò Asuka, evocando il Keyblade. “Non ho intenzione di starmene da parte. Andrò a dargli una mano anch’io.”
    Tirando indietro il gatto, Asuka si alzò in volo, dirigendosi verso la fonte dell’esplosione.
    “Natsu…” fece Happy.
    “Ha ragione Asuka.” Disse una voce alle sue spalle. “Non preoccuparti per lui. È insieme ad altri custodi molto forti. Se la caverà.”
    Il gatto volante si girò subito, spalancando gli occhi per la sorpresa.
    “E voi chi siete?” chiese, poco prima che una fortissima luce lo costringesse a chiudere gli occhi.
    “Non preoccuparti. Siamo dalla tua parte.” Rispose un’altra voce, che trasmise ad Happy una sensazione di calma. 

    Xadvid saltò in alto, evitando così un affondo da parte di Ichigo.
    “Tutto qui, Shinigami?” chiese il Nessuno, sorridendo.
    “Direi di no!” replicò Lucy. “Ora, Tauros!”
    “Agli ordini!” rispose il toro, apparendo alla spalle dell’avversario, con l’ascia alzata.
    Xadvid evocò il Keyblade, parando l’attacco, sebbene fu sufficientemente forte da farlo volare a terra, dove Natsu lo aspettava.
    “Ottimo passaggio!” esclamò lui, avvolgendo tutto il fuoco attorno al suo pugno destro, con il quale colpì in pieno il Nessuno, spedendolo contro un palazzo, dove lasciò il solco.
    “Tutto qui, custode oscuro?” lo prese in giro il Dragon Slayer. “Speravo in un avversario più forte!”
    “Davvero? Va bene… vorrà dire che ti accontenterò subito!” replicò l’Animorph traditore.
    “Che cosa vuole fare?” domandò Lucy.
    “Da quanto mi hanno detto Dark e Hikari, possiede il potere della metamorfosi.” rispose Ichigo.
    “Metamorfosi? Ovvero?”
    “Ovvero posso diventare qualsiasi essere vivente io tocchi… indipendentemente da cosa esso sia!” disse Xadvid.
    “Qualsiasi essere?”
    “E non è tutto… Quell’idiota di Marco non l’ha ancora scoperto, o forse è così stupido da non voler osare tanto…” continuò, diventando sempre più grande, mentre le unghie delle sue mani si facevano più affilate. “Posso anche mischiare più DNA tra di loro… creando così nuovi esseri!”
    Ichigo spalancò gli occhi.
    “DNA? E che cosa sarebbe?” chiese Natsu.
    “Il DNA è ciò che ci rende unici… in pratica, è un codice che contiene tutte le informazioni sul nostro conto…” spiegò lo Shinigami, mentre all’Animorph spuntavano un paio di corna sulla testa, tra le quali passò una piccola scarica d’elettricità.
    Allo stesso tempo, gli spuntò una coda bianca, simile a quella di una lucertola.
    Il volto rimase lo stesso, sebbene gli occhi divennero rossi.
    “E il bello è… che non ci sono effetti collaterali!” urlò, per poi creare una sfera d’energia tra le mani, che scagliò contro i tre.
    “Attenzione!” urlò Ichigo, alzando il Keyblade per proteggersi, pochi instanti prima che la sfera li raggiungesse, esplodendo.
    L’onda d’urto investì tutti i presenti, facendoli volare a qualche metro di distanza, mentre i palazzi più vicini riportarono diversi danni, alcuni anche gravi, mentre l’asfalto si disintegrò letteralmente, sparpagliandosi per tutta la piazza.
    Shinji e Inuyasha si coprirono gli occhi, mentre Reborn rimase al suo posto come se niente fosse.
    “Ma quei tipi… non possono essere umani!” esclamò Jintan, rialzandosi. “Tutto bene?” chiese, girandosi verso gli altri.
    “Ugh… sono stata decisamente meglio…” rispose Anaru, rialzandosi assieme agli altri tre.
    Poco lontano, Menma era ancora a terra, sebbene non avesse riportato alcuna ferita.
    “Menma!” urlò Jintan, correndo verso di lei e aiutandola ad alzarsi. “Tutto bene?”
    “Sì… credo di sì…” rispose lei, accennando ad un sorriso. “Voi?”
    “Anche noi.” Rispose il ragazzo, lasciandosi sfuggire un sospiro di sollievo.
    “Sei più stupido di quanto credessi, Yadomi.” Disse una voce alle sue spalle.
    Jintan si voltò subito, ritrovandosi di fronte al ragazzo che aveva stordito Asuka.
    “Yukiatsu! Quando-” cominciò Menma, per poi interrompersi.
    Dal petto del ragazzo spuntava una catena, che continuava per parecchi metri, scomparendo dietro una via.
    “Finalmente posso rivederti, Menma.” Disse il ragazzo, sorridendo.
    Jintan spalancò gli occhi.
    “P-Puoi vederla anche tu?” chiese, attirando l’attenzione su di sé.
    “Con chi stai parlando, Jintan?” chiese Poppo.
    “No…” fece Menma, avanzando di qualche passo. “Non può essere…”
    “Yukiatsu… Che cos’hai fatto!?” urlò Jintan.
    “Yukiatsu? Che cosa c’entra adesso?” domandò Anaru.
    “Dov’è?” esclamò Tsuruko, guardando Jintan.
    “Voi… voi non lo vedete?” chiese Jintan, mentre i suoi occhi cominciavano a tremare.
    “Stai dicendo che ora è qui tra noi?” disse Poppo, guardandosi attorno.
    “Non vorrai mica dire che…” cominciò Tsuruko.
    “Proprio così. Ora anch’io sono come Menma.” Rispose Yukiatsu, sebbene solo Jintan e Menma lo sentirono.
    “Perché?!” gridò la ragazza. “Perché l’hai fatto?!”
    “Per rivederti. E per portarti in salvo. Jintan si è dimostrato incapace di salvarti. Lascia che sia io ad aiutarti.”
    “T-Tu…” fece una voce, anticipando Ichigo, che si stava avvicinando a loro.
    Dalla fronte usciva diverso sangue, e anche il resto del corpo non era messo meglio.
    “Sei stato tu, anche se non so come, a prendermi il distintivo, vero?” chiese, fermandosi di fronte al gruppo. “Devi aver sentito a cosa serviva e come un perfetto idiota hai voluto usarlo…”
    “Allora puoi farlo tornare dentro il suo corpo?!” chiese Menma, preoccupata.
    “Non lo so… l’avevo detto che non ho mai fatto tornare nel suo corpo nessuno… Però so che è possibile. Finché quella catena non si rompe, il vostro amico non sarà morto a tutti gli effetti.”
    Yukiatsu si guardò il petto, afferrando la catena con le mani.
    “Allora è per questo che fa così male?” chiese.
    “Torna al tuo corpo e aspettami laggiù. Voi altri, seguitelo e-”
    “E secondo te, io li lascerò andare via?” chiese Xadvid, apparendo alle sue spalle. “Con cuori come i loro, nasceranno dei magnifici Heartless e Nessuno!”
    Senza perdere altro tempo, creò di fronte a sé una spada d’energia, preparandosi a colpire i cinque ragazzi.
    “Non te lo permetterò!” urlò Ichigo, mettendosi in mezzo proprio mentre abbassava l’arma.

    “Eccomi!” urlò Asuka, raggiungendo la piazza, creando una sfera di fuoco, che scagliò subito contro Reborn, superando Shinji e Inuyasha.
    “Asuka!” urlò l’ex pilota. “Che cos’è successo?”
    “Un piccolo disguido. Diciamo che mi hanno trattenuta.” Rispose la custode, per poi voltarsi verso l’assassino, che nel frattempo aveva deviato la magia.
    “Purtroppo… sei arrivata tardi.” Disse lui, sorridendo.
    “Che cosa vuoi dire?” chiese Inuyasha. “Per batterti, è arrivata giusto un secondo prima che ti facessi a pezzi.”
    “Intendo dire per salvare il vostro amico.” Rispose Reborn, per poi aprire un varco. “E stavolta, non c’è Dark a salvarvi.”
    Detto ciò, scomparve nelle tenebre.
    “Che cosa voleva dire?” chiese Asuka, poco prima che un urlo li raggiungesse.
    I tre custodi si voltarono, spalancando gli occhi.
    Poco lontano, Ichigo era in piedi di fronte a Xadvid.
    Ma il suo petto era stato trafitto in pieno dalla sua spada d’energia, la cui lama si era fermata a pochi centimetri dal volto di Menma, che stava guardando lo Shinigami con gli occhi spalancati, come anche gli altri.
    “Voi custodi… commettete sempre lo stesso errore, non è vero?” chiese il Nessuno, sorridendo.
    Ichigo rimase fermo, mentre il sangue cominciava ad uscire dalla ferita, finendo a terra.
    “H-Ho… sopportato… ferite molto… peggiori… di questo graffietto…” rispose lui, afferrando la lama con le mani.
    “Sciocco!” disse Xadvid, per poi far scorrere dell’elettricità nella lama.
    Lo Shinigami urlò immediatamente per le scosse ricevute, che lo costrinsero a lasciare la presa.
    “M-Maledetto…” fece Natsu, raggiungendoli, anche lui con diverse ferite.
    Dietro di lui, un orologio a pendolo fornito di piedi e braccia camminava lentamente, e al suo interno era possibile vedere Lucy, rannicchiata su sé stessa.
    “C’è mancato un soffio, dice.” Fece l’orologio, indicando la ragazza dentro di lui, per poi scomparire in una nuvola di fumo, lasciando Lucy libera.
    “Potere interessante il tuo, ragazzina.” Fece Xadvid, guardandola. “Sei in grado di evocare creature di altri mondi che obbediscono ai tuoi voleri.”
    Mentre diceva ciò, fece scomparire la lama d’energia, lasciando che Ichigo cadesse a terra.
    Sotto di lui cominciò a formarsi una pozza di sangue, che si estendeva velocemente.
    Asuka osservava la scena incredula.
    “Questo… Questo è successo… per colpa mia…” disse, lasciando cadere a terra il Keyblade, che scomparve in un fascio di luci.
    “Direi piuttosto… che è stato un insieme di sfortunate coincidenze.” rispose Kaito, arrivando in quel momento accompagnato da Aoko.
    Entrambi avevano riportato solo graffi superficiali, grazie alla prontezza di riflessi che il ladro aveva avuto, allontanandosi dal centro della piazza pochi instanti prima dell’esplosione.
    “No… Questo è il frutto del mio egoismo… e della mia stupidità…” continuò la pilota, per poi rivolgersi a Xadvid.
    “Ma ora… sistemerò io quel pallone gonfiato!” urlò, rievocando il Keyblade e partendo a tutta velocità contro il Nessuno, che si limitò ad alzarsi in volo.
    “Povera stupida. Credi davvero di potermi affrontare con quell’ira?” la canzonò lui, atterrando a qualche metro di distanza.
    Asuka non disse nulla.
    Alzò una mano, aprendo un varco.
    “Voi.” Disse, rivolgendosi ai ragazzi vicino allo Shinigami. “Prendete lui e quello stupido che è diventato fantasma e attraversate il varco. Vi condurrà al corpo del vostro amico. Anche voi altri, andate con loro e curateli. Siete ancora in tempo.”
    “E tu che cosa farai?” chiese Natsu.
    “Io mi sfogherò usando tutto il mio potere contro questo tizio!” rispose Asuka.
    “Ma come puoi essere così testarda? Hai visto quanto è forte, vero? E tu alla fine sei pur sempre una comune uma-”
    “Va bene.” Disse il Dragon Slayer, interrompendo Inuyasha. “Però vedi di non fallire, o dovrai vedertela con me.”
    “Okay, okay lucertolina. Ora però andate.” Replicò l’ex pilota, senza voltarsi.
    Uno ad uno, tutti attraversarono il varco.
    Tutti tranne uno, che invece si affiancò ad Asuka.
    “Cos’è, ti mancava così tanto fare l’eroe?” chiese la custode a Shinji, che per tutta risposta puntò sia la lancia che la pistola contro Xadvid.
    “Certo che no. Tuttavia, nemmeno a me va giù quel tipo. Devo dire… che non provavo un simile odio da molto tempo.”
    “Allora per una volta siamo d’accordo su qualcosa. Vedi però di non intralciarmi come tuo solito.” Disse ironica Asuka.
    “Non preoccuparti.”
    “Avete finito di parlare voi due?”
    “Direi…”
    “Di sì!” urlarono i due insieme, partendo in contemporanea all’attacco.
    Shinji caricò subito un proiettile d’energia, che scagliò contro l’avversario, che lo deviò con il Keyblade.
    Subito dopo, Asuka si preparò a colpirlo con un fendente, che Xadvid evitò spostandosi a lato, rimanendo tuttavia scoperto di fronte alla lancia di Shinji, che però riuscì a colpirlo solo di striscio.
    “Ugh…” fece lui, saltando all’indietro e portandosi una mano sulla ferita. “Appuntita, quell’arma…”
    “Ed è solo l’inizio… direi che devi provare anche tu ciò che ha provato Ichigo.” Replicò Shinji, alzando una mano.
    Come se niente fosse, su tutto il corpo del custode oscuro apparvero immediatamente decine di tagli, che lo costrinsero a cadere in ginocchio.
    Prima che Xadvid potesse reagire, si ritrovò il Keyblade di Asuka fermo a pochi millimetri dal collo.
    Shinji li raggiunse subito, alzando anche lui la lancia contro il Nessuno.
    “Allora? Che ne pensi?” domandò la custode, gelida.
    Xadvid rimase in silenzio per qualche secondo, per poi scoppiare a ridere.
    “Non c’è che dire. Voi custodi della luce siete davvero bravi. Tuttavia, sbagliate se credete che noi stiamo dando il meglio.”
    “E con ciò? Ti abbiamo sconfitto. È questo ciò che conta!” fece Shinji, fissandolo con due occhi rossi.
    “Allora forza, eliminatemi.” Li sfidò Xadvid. “Forza! Che cosa aspettate?”
    Asuka rimase ferma al suo posto.
    “Io…” cominciò. “Io non…”
    “Tu non hai mai ucciso nessuno, non è vero? Nessuno che fosse umano, almeno.”
    Asuka spostò lo sguardo, allontanando leggermente il Keyblade.
    Gli occhi del Nessuno brillarono, ma Shinji impedì qualsiasi suo movimento.
    “Shinji?” lo chiamò Asuka, guardandolo e accorgendosi solo in quel momento dei suoi occhi.
    “Questo discorso, purtroppo per te, con me non funziona.” Disse lui, freddo. “Io ho già ucciso, con queste mie sporche mani!”
    Xadvid spostò lo sguardo su di lui.
    “Capisco… Allora anche i prescelti dalla luce hanno un proprio lato oscuro…” commentò, sorridendo.
    “Non paragonarmi a te, Nessuno!” gli sbraitò contro lui, alzando la lancia, pronto a colpirlo.
    “Non farlo Shinji!” gli urlò Asuka, spaventata da quel comportamento.
    Ma il ragazzo la ignorò completamente, facendo per concludere l’attacco.
    Attacco che non fu portato a termine, grazie a un Keyblade argentato che si mise in mezzo.
    Prima che Shinji potesse vedere il proprietario, un colpo al collo gli fece perdere i sensi.
    Il corpo del ragazzo fu preso al volo prima che toccasse terra, ma le sue armi scomparvero, permettendo così a Xadvid di scappare usando un varco.
    “Sembra che siamo arrivati giusto in tempo per non perderlo…” disse Sora, facendo svanire il Keyblade, mentre Riku adagiava a terra l’ex pilota.
    “Ma quel codardo ne ha approfittato per scappare via…” fece l’albino.
    Ma Asuka non lo sentì.
    Si limitò a cadere in ginocchio, mentre silenziose lacrime scendevano dagli occhi.
    “Che cos’ho fatto…? È per colpa mia se Shinji è…” cominciò, ancora non riuscendo a credere di aver visto il suo collega ridotto in quello stato.
    I tre custodi la guardarono seri.
    “È per come l’ho sempre trattato? È per questo?” continuò la ragazza, fissando Shinji.
     
    “Allora?” chiese Lucy, mentre Inuyasha continuava a lanciare una magia curativa dietro l’altra a Ichigo.
    “La ferita è grave, ma per fortuna reagisce alla magia e sembra che il varco abbia ricongiunto quell’idiota al suo corpo…” rispose il mezzo demone, osservando Yukiatsu, che era ancora immobile, appoggiato al muro, con gli occhi tremanti.
    “Già…” fece Jintan, senza nascondere un velo di tristezza e di rabbia. “Però Menma… è scomparsa.”
    “E non è l’unica cosa strana.” Disse Natsu, continuando ad annusare l’aria. “Sento chiaramente l’odore di Happy, ma è come scomparso nel nulla…”
    “Forse… è riuscito ad aprire un varco ed è tornato alla gilda.” azzardò Lucy.
    “O forse… è intervenuto qualcun altro.” Fece la voce di Sora, che li raggiunse in volo insieme agli altri.
    Shinji era trasportato da Riku, mentre Asuka si era appoggiata a Kairi, incapace di fare qualsiasi cosa.
    “Sora! Riku! Kairi!” esclamarono insieme Inuyasha e Natsu.
    “Ma tu guarda chi si rivede…” fece Kaito, sorridendo, mentre Aoko lo guardava interrogativa.
    “Tu non sei il ladro del mondo di Conan?” chiese Kairi, per poi voltarsi verso gli altri, senza aspettare una risposta. “Ad ogni modo, forse i vostri amici sono stati trattenuti da qualcun altro…”
    “Ladro?!” ripeté Aoko, girandosi di colpo verso Kaito. “Come sarebbe a dire?!”
    “Ti spiegherò tutto dopo…” rispose deglutendo Kaito, redendosi conto dell’errore fatto.
    “E chi sarebbe questo qualcun altro?” chiese Ichigo, riaprendo gli occhi.
    “Davvero non lo immaginate?” replicò Riku. “È la stessa entità che tutti noi custodi della luce abbiamo incontrato almeno una volta.”
    Il gruppo lo guardò spaesato.
    “Non starete forse parlando di…”
    “Sì.” Lo interruppe Sora. “Proprio di lei.” 
    Quando Menma riaprì gli occhi, si ritrovò a galleggiare in uno spazio bianco.
    “Dove…” cominciò, guardandosi attorno, ma senza vedere niente.
    “Ho forse finito la mia missione?” si chiese.
    <em>“No.” Rispose una voce.
    La ragazza si voltò, senza per vedere nessuno.
    “Chi ha parlato?”
    <em>“Lo scoprirai presto. Ora però, avrei un favore da chiederti…”
    “Di cosa si tratta?”
    <em>“So che il tuo desiderio è reincarnarti per poter di nuovo parlare con i tuoi amici… Tuttavia, devo chiederti di pazientare ancora un po’. L’universo ha bisogno del tuo aiuto.”
    “Ma io… Io cosa posso fare? Non sono più viva…”
    “E con ciò?” chiese una voce, mentre dal nulla prendeva forma un ragazzo. “Solo per un piccolo problema come questo credi di non essere all’altezza?”
    “Anche noi credevano di non potercela fare… Abbiamo incontrato mille difficoltà, ma siamo sempre riusciti a superarle.” Continuò una seconda voce, mentre una ragazza si materializzava al suo fianco.
    “Anch’io ho visto un sacco di avversari difficili e apparentemente impossibili da sconfiggere… ma ho visto anche i miei amici dare il meglio di loro, aye!” concluse una terza voce, lasciando posto a Happy, che apparve in volo.
    La ragazza guardò stupita i tre di fronte a lei, per poi sorridere e annuire.
    “Allora ditemi che cosa devo fare!” esclamò.
    “È molto semplice.” Cominciò un’altra ragazza, dai lunghi capelli neri e con un occhio che emanava una luce azzurra, avvinandosi, accompagnata da un’altra figura che però Menma non riuscì a distinguere.
    “Il tuo desiderio è encomiabile.” Disse quest’ultima. “Ma per esaudirlo, devi prima salvare chi ti è caro.”
    “Come direbbero gli alchimisti, è uno scambio equivalente.”
    Menma guardò i cinque di fronte a lei.
    “Ma io… posso davvero aiutarvi?”
    <em>“Se lo desideri, tutto diventerà possibile.” Continuò la voce, mentre dietro ai cinque apparve dal nulla una sfera di luce, che prese velocemente la forma di una donna dai lunghi capelli dorati, legati in una treccia. Addosso aveva una semplice tunica bianca, mentre i suoi occhi erano verdi, con riflessi azzurri.
    La ragazza la fissò stupefatta.
    “Tu… chi sei?” chiese infine.
    La donna sorrise, avvicinandosi e porgendole la mano destra.
    “Io sono molte cose. Ma tu puoi chiamarmi semplicemente Lucis.” Rispose lei.
    “Lucis…” ripeté Menma, stringendo la mano, mentre anche le altre cinque figure sorridevano.
     
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    E finalmente eccomi con il nuovo capitolo!
    Che dire... ormai la fine di questa saga è alle porte, e di conseguenza gli ultimi due capitoli (questo e il prossimo XD) saranno più corti del solito.
    Ma tranquilli, non per questo saranno inferiori! Anzi, diciamo che sono decisamente importanti, entrambi.
    Però non voglio anticiparvi troppo, perciò... Buona lettura a tutti!

    Capitolo 70: Il grande potere! Sono pronto a tutto! - Torna all'indice dei capitoli
    “Uff… un’altra noiosa città…” si lamentò Ryo, sospirando.
    “Beh, meglio una noiosa città piuttosto che un attacco di Heartless, no?” fece Justin, sorridendo.
    “Su questo concordo.” Disse Koji. “Tuttavia, dubito che questa sia una città noiosa.”
    “E che cosa te lo fa pensare?” domandò il tamer.
    “Semplice: osservate i palazzi. Molti hanno segni di bruciature, senza contare che ci sono parecchi cantieri, direi troppi…”
    “Hai ragione, forse c’è stata un’esplosione… Dite che potrebbero essere stati gli Heartless?”
    “Possibile, però cerchiamo di non scendere a conclusioni affrettate. Potrebbe essere stato anche un semplice incidente di qualche tipo.”
    I tre custodi continuarono la loro camminata, con gli occhi di qualcuno puntati alla schiena: un ragazzo dagli strani abiti e il capo coperto da un cappello nero, con accanto una scimmia gigante in armatura, sedeva a una panchina con un sorriso compiaciuto ad allungargli le labbra.
    “Interessante. Così, anche loro hanno fatto la loro apparizione…” disse, alzandosi in piedi. “Tuttavia, uno in particolare, sembra avere qualcosa che mi potrebbe tornare assai utile…”
    La scimmia si girò verso di lui, guardandolo incuriosita.
    “Andiamo Sally.” Sentenziò il ragazzo, girandosi e allontanandosi, venendo seguito dall’animale.
    “Uff…” fece Ryo, lasciandosi cadere su dei gradini. “Niente di niente. Tranne quei particolari che ci hai fatto vedere prima, direi che è una normalissima città.”
    “Meglio così.” Disse Justin, togliendosi il morpher dal polso, lasciandolo libero.
    “Come mai lo tieni ancora?” chiese Koji.
    “Beh, sono ancora un ranger, sebbene sia anche un custode. Me ne sono andato quando ho visto che la situazione si faceva pericolosa, ma Zordon ha insistito perché continuassi a tenere io il morpher. Ha detto che ne avrebbe creato un altro per il mio successore.”
    “Capisco… Proprio un eroe tuttofare, eh?” fece Ryo, sorridendo. “A quanto pare, io sono stato l’unico eroe a essere stato trattato male…”
    “Non dire così. Da quel che ho visto, era il contrario.” Replicò Koji.
    Ma il tamer scosse la testa.
    “Non sto dicendo che non tenessero a me, ma non potrò dimenticare certi comportamenti avuti nei miei confronti…”
    “Vedrai che quando la guerra sarà finita, potrai chiarire tutto quanto.” Disse Justin.
    “Già… lo spero.”
    Ma prima che potessero continuare, una serie di proiettili superò i custodi, esplodendo dietro di loro.
    “Che cosa-” fece Koji, girandosi.
    Di fronte a loro c’era una decina di esseri dalla forma umana, sebbene totalmente coperti da una strana armatura integrale.
    Dietro di loro invece si ergeva un altro essere, completamente rosso, simile a un mostro, che aveva due fucili al posto degli arti superiori.
    “Arrendetevi, umani!” esclamò quest’ultimo. “E sottomettetevi al grande impero di Zangyack!”
    I tre custodi lo osservarono per qualche secondo, per poi girarsi come se niente fosse.
    “Sì, certo, come no.” rispose ironicamente Ryo, sbuffando.
    “Cosa facciamo? Non sono Heartless o Nessuno… e nemmeno custodi oscuri…” fece Koji.
    “Uhm… Sentite ragazzi… vi spiace se mi diverto un pochino?” chiese Justin, rimettendosi il morpher.
    Gli altri due lo guardarono per qualche instante.
    “Fa come ti pare. Ormai il tabù è stato cancellato e se non usi i tuoi poteri da custode, non credo ci siano problemi…”
    “Per me vale lo stesso discorso.” Fece Koji. “Allora te ne occupi tu?”
    “Certo! Ci metterò giusto qualche minuto.”
    Detto ciò, il ragazzo si girò verso i mostri, sorridendo.
    “Oh, almeno tu hai deciso di arrenderti, eh? Sei un umano intelligente!” esclamò il mostro.
    “Arrendermi? Oh, no di certo… Solo, ho intenzione di darvi una piccola lezione…”
    Mentre diceva ciò, fece apparire nella mano destra una chiave, che inserì subito nel morpher.
    Justin s’illuminò di blu, mentre la sua altezza aumentò immediatamente.
    Pochi secondi dopo, il Blue Ranger era di fronte ai suoi avversari, con un fucile stretto in mano e la canna appoggiata alla spalla.
    “Su, chi di voi si fa sotto per primo?” chiese Justin, intimandoli ad avvicinarsi con la mano libera.
    Ma con sua sorpresa, i mostri lo stavano osservando spaventati.
    “Un pirata?!” esclamò quello più grande. “Non mi risultava che avessero un bambino nel loro gruppo!”
    “Ehi, a chi hai dato del pirata?” replicò offeso Justin. “Sono un Power Ranger, uno dei protettori della giustizia. Non mi abbassò di certo al livello di un pirata!”
    “Power Ranger? Mai sentito prima! E comunque, devi essere per forza un pirata! Solo loro possono usare quei ridicoli costumi.”
    Sentendo ciò, Justin e gli altri due custodi rimasero interdetti.
    “Come scusa? Mi stai dicendo che hai già visto qualcuno vestito come me?” domandò il ranger.
    “Beh, non di persona, però sono ricercati su vari mondi!”
    “Ricercati?”
    “Certo, sono i pirati che agiscono contro l’Impero! Vuoi forse farmi credere di non avere nulla a che fare con loro?”
    “Questa sì che è una situazione curiosa…” fece Ryo, poco prima che un’ombra lo coprisse.
    “Uh? E ora che cosa-?” iniziò a chiedere Koji, alzando lo sguardo e interrompendo la sua domanda.
    Sopra di loro era apparso un galeone rosso, con una bandiera pirata, che sventolava alta sul pennone ma che al posto delle due consuete ossa incrociate presentava due sciabole con una chiave nel mezzo a dividerle.
    La nave si fermò sopra di loro e da una botola uscirono cinque corde, che si fermarono a pochi metri da Justin.
    Subito dopo, tramite le funi scesero cinque ragazzi, dagli evidenti tratti orientali, tutti con in mano una sciabola e una pistola.
    “Ancora Zangyack, eh?” fece quello al centro del gruppo, che indossava una giacca rossa e guardava divertito il gruppo di mostri di fronte a sé.
    “Marvelous, credo abbiamo un altro tipo di problema.” Disse un altro ragazzo, dalla giacca blu, indicando con la spada Justin.
    “Non è possibile!” esclamò una ragazza vestita di giallo, per poi tirare fuori una miniatura del Blue Ranger. “Vedete? Abbiamo noi la Ranger Key del Blue Racer!”
    “Sarebbe ‘Blue Ranger’ a dir la verità.” Precisò Justin punto nel vivo, guardando sorpreso il gruppo appena arrivato. “E voi come fate da avere una mia copia giocattolo?”
    “Blue Ranger?” ripeté un altro ragazzo dai disordinati capelli biondi, tirando fuori un libro e cominciando a sfogliarlo velocemente. “Strano… Non c’è nessun Blue Ranger…”
    “Che cos’è quello?!” esclamò il ranger, prendendogli a forza il libro.
    “Ehi!” fece l’altro.
    “Com’è possibile? Qui ci sono le foto di tutti i ranger, e ce ne sono parecchi che non ho mai visto prima! Anche se per fortuna sembra che non sappiate chi sono realmente..."
    “Ranger? Scusi, ma a chi si sta riferendo?” chiese l’ultima ragazza, rivolgendosi elegantemente a Justin, riprendendosi il libro.
    “A loro!” replicò il ragazzo, indicando una foto dove c’era un gruppo vestito come i Turbo Ranger.
    “Quelli sono i Carranger.” Rispose Marvelous. “Spiacente, ma ti stai confondendo. Quelli delle foto sono tutti i trentaquattro Super Sentai.”
    “Super Sentai?” domandò Ryo, raggiungendoli.
    “Mi sembra di averli già sentiti, ma non ricordo dove…” continuò Koji. “Quindi lo siete anche voi?”
    “Umpf. Non paragonarci a quegli eroi. Noi non abbiamo alcuna intenzione di proteggere questo pianeta. Siamo pirati, non poliziotti.”
    “Che cosa?!” esclamò Justin. “Allora siete voi i pirati di cui parlava quel tipo!”
    “Direi di sì. Problemi?” domandò la ragazza vestita di giallo.
    “Non provocarlo, Luka.” La ammonì il compagno in blu. “Potrebbe essere più forte di quel che sembra.”
    “Joe ha ragione. Anch’io e Don-san apparentemente siamo deboli.”
    “Io sono debole, Ahim…” fece il biondo, sospirando.
    “Ehm… scusate se v’interrompo, ma io starei aspettando…” fece il mostro, poco prima di essere raggiunto da sei proiettili laser e due piccole sfere di fuoco.
    Il mostro rimase in piedi qualche secondo, per poi cadere all’indietro ed esplodere, facendo scappare via i suoi compari.
    “E noi stiamo parlando, perciò vedi di aspettare.” Sentenziò Marvelous, abbassando la pistola assieme agli altri quattro e a Justin, mentre Ryo e Koji abbassarono le mani.
    “Wow, potete lanciare fuoco dalle mani?” esclamò Don, osservando i due custodi. “Intendo, così, con l’aspetto umano?”
    “Aspetto umano? E tu come fai a saperlo?” domandò il guerriero leggendario.
    “Beh, è ovvio. Gli umani non potrebbero farlo.”
    “Tsk. Se vi stupite per così poco, allora dovete essere facilmente impressionabili.” Fece Justin. “Ad ogni modo…” e mentre diceva ciò, alzò la pistola contro Marvelous. “Se siete pirati, siete miei nemici. Ho già avuto a che fare con una piratessa spaziale, e non intendo ripetere l’esperienza.”
    “Davvero? Strano, credevo che i ladri andassero d’accordo con i pirati… Visto che hai rubato il potere di una delle nostre chiavi.”
    “Rubato? Io non sapevo della vostra esistenza fino a pochi minuti fa, e poi non ho di certo bisogno di rubare una chiave che è stata forgiata appositamente per me!”
    “Ma davvero? E allora come mai puoi trasformarti?” domandò Joe.
    “Perché questi sono i poteri che ho ricevuto per proteggere prima il mio pianeta, e poi l’universo.”
    “Aspettate…” fece Don, mettendosi in mezzo. “Non è possibile rubare il potere delle Ranger Key. Usarlo sì, ma non rubarlo.”
    “Don-san ha ragione.” Concordò Ahim, per poi girarsi verso Justin.
    “Vi chiediamo scusa per averla aggredita in questo modo.” Disse, chinando la testa.
    Il ranger rimase spiazzato da quel comportamento.
    “Ecco… io…”
    “Cos’è? Adesso ti comporti come un ragazzino imbarazzato?” Fece Marvelous, mettendo via le armi, imitato dagli altri.
    “Beh, in realtà…” cominciò Justin, illuminandosi e tornando come prima. “Lo sono…”
    Per la prima volta, il gruppo di pirati si sorprese realmente.
    “Un bambino?!” esclamò sorpreso Don.
    “Ehi, non ditemi che avete già finito!!!” urlò una voce, poco prima che un altro ragazzo dai capelli biondi scuri li raggiungesse di corsa, con diversi sacchetti di alimentari in mano.
    “Allora, dov’è Zangyack?” esclamò, appoggiando a terra i sacchetti e alzando i pugni in gesto di sfida.
    “È scappato.” fece Luka. “Però arrivi proprio al momento giusto, Gai.”
    “Uh? Davvero?”
    “Già… Tu che sei il più grande esperto, hai mai visto questo moccioso?” continuò, prendendo per le spalle Justin e spingendolo di fronte al nuovo arrivato.
    Il ragazzo si avvicinò a Justin, squadrandolo attentamente.
    “No, mai visto prima. Perché?” disse infine, girandosi verso gli altri.
    “Perché si è trasformato in un Sentai. Senza usare alcuna Ranger Key.”
    “Oh, capisco…” commentò Gai, girandosi come se niente fosse.
    “Che cos’hai detto?!” urlò all’improvviso, guardando Marvelous.
    “In Blue Racer, per essere precisi.” Disse Don.
    “Impossibile! Ricordo bene il suo aspetto, e oltretutto sono passati troppi anni perché possa essere lui! Aveva diciotto anni quando ha combattuto per salvare la terra!”
    “Scusa, ma non so di cosa tu stia parlando… Sono passati solo pochi mesi da quando me ne sono andato… E comunque, temo di essermi dimenticato di un particolare…” fece Justin.
    “Ovvero?”
    “Ovvero che non siamo di questo mondo.” Rispose Koji. “E ovviamente, del fatto che ci stiamo preparando alla più grande guerra dell’universo.”
    Sentendo ciò, i sei pirati li squadrarono meglio.
    “Ci state forse dicendo che voi mocciosi siete…” cominciò Joe, poco prima di ritrovarsi il Keyblade di Ryo puntato al collo.
    “Chiamaci ancora mocciosi, e ti dimostrerò che cos’è in grado di fare una persona che ha viaggiato tra dimensioni e tempi.”
    “Oh, dunque abbiamo a che fare con i famosi custodi… Mi stavo appunto chiedendo se ci sarebbe mai capitato di incontrarli.” fece Marvelous, per poi prendere una specie di cellulare dalla tasca, digitando dei numeri.
    Immediatamente, il galeone sopra di loro cominciò a scendere di quota, fino ad atterrare al loro fianco, provocando una piccola scossa tellurica.
    “Credo sia meglio parlare al coperto. Zangyack potrebbe ascoltarci se rimaniamo qui, e a meno che non vogliate finire anche voi ricercati, vi conviene non esporvi troppo.”
    Justin guardò il gruppo con diffidenza.
    “Perché dovremmo fidarci di voi, pirati?” chiese.
    “Beh, semplice… Perché tra i cattivi, siamo i più buoni. Zangyack non ci penserebbe due volte a eliminarvi.” Rispose Luka.
    “O a rendervi suoi burattini.” fece Joe, senza girarsi verso i custodi.
    “Dovrebbero prima riuscire ad avvicinarci. E poi, meglio per loro che non stuzzichino troppo noi custodi. Dalla nostra parte ne abbiamo uno che non conosce mezze misure… Questo Impero sarebbe annientato in pochi minuti, se non secondi.”
    “Addirittura? Chi avete come alleato, un distruttore di mondi?” fece Marvelous ghignando, per poi zittirsi vedendo Ahim che abbassava lo sguardo.
    “Scusa.” Disse semplicemente.
    “Beh, noi non c’eravamo, ma pare che abbia creato e poi distrutto un mondo, ovviamente disabitato.” Fece Justin. “Ed io ho visto cos’è in grado di fare… e cos’ha passato.”
    “Eh?!” esclamò Gai, spalancando gli occhi. “Dovete portarlo qui! Se elimina Zangyack, salverà centinaia di pianeti!”
    “In effetti, se è veramente così potente, mentre lui si occupa dell’Impero, noi potremmo ottenere il tesoro più grande dell’universo. Ormai ci manca veramente poco.”
    “Il tesoro più grande dell’universo?” ripeté Ryo.
    “Venite dentro. Se voi ci spiegherete tutto, noi risponderemo alle vostre domande.” Fece Joe, entrando nella nave seguito dagli altri pirati.
    “Non mi fido.” Ribadì Justin.
    “Nemmeno noi, ma vediamo di scoprire qualcosa in più. E poi è vero: tra i due, loro mi sembrano i meno pericolosi.”
    “E va bene, ma al primo segnale di ostilità, attaccherò. Divatox è ancora troppo viva nei miei ricordi per dimenticarla così facilmente.” 
    “Dunque è così che stanno le cose…” fece Marvelous, seduto su una poltrona al centro della stanza, la quale era composta da uno schermo piatto sul muro di fronte al capitano, un tavolo e un divano, lasciando comunque parecchio spazio libero.
    Sullo schienale della poltrona invece vi era appollaiato uno strano pappagallo robotico, che continuava a fissare i tre custodi.
    “Non pensavo che l’universo fosse in un simile pericolo…” disse Ahim, mentre offriva a tutti una tazza di tè.
    “E la cosa peggiore è che voi custodi lavorate gratis. Come fate? Insomma, rischiare la vita senza avere nulla in cambio…” aggiunse Luka.
    “Sono cose che voi pirati non potete capire.” Replicò gelido Justin. “Noi rischiamo la nostra vita per salvare quella degli altri!”
    “Esatto! È proprio così che parla un Super Sentai!” esclamò Gai, indicando il ragazzino.
    “Però lui dice di essere un Power Ranger. E in più, non ha bisogno di questa per trasformarsi.” Disse Don, mostrando nuovamente la miniatura del Blue Ranger.
    “Non ho ancora capito che cos’è quella specie di giocattolo. A cosa vi serve?”
    “Ci serve… per arrivare al tesoro più grande dell’universo.” Rispose Marvelous, prendendo un baule vicino a lui e aprendolo.
    Al suo interno c’erano centinaia di miniature di Power Rangers, tutte diverse tra di loro.
    “Che cosa…?”
    “Ma quanti sono?!”
    “Più di duecento. Sono tutti i Super Sentai che hanno combattuto per questo pianeta, e che hanno perso i loro poteri tre anni fa, affrontando Zangyack.” Rispose Luka.
    “C-Che cosa?!” esclamarono increduli i tre custodi.
    “Ma prima del mio gruppo, non ce ne sono stati così tanti… oltre al fatto che molti dei miei compagni hanno continuato la loro opera, anche se con poteri diversi.”
    “In pratica erano riutilizzati? E dei loro precedenti poteri che cosa ne è stato?”
    “Solitamente, Zordon creava nuovi poteri dopo che quelli precedenti erano stati distrutti o si erano rivelati insufficienti contro il nemico.” rispose Justin.
    “Zordon?” ripeté Gai. “Non l’ho mai sentito nominare…”
    “È la fonte dei nostri poteri.”
    “Ad ogni modo…” lo interruppe Marvelous, richiudendo il baule. “Devi consegnarci il tuo grande potere.”
    Justin lo guardò con aria interrogativa.
    “Il mio che cosa?” chiese.
    “Non vorrai farci credere che non sai neppure che cos’è, vero?” fece Luka.
    “Ma è così. Non ho mai sentito parlare di questo grande potere.”
    “Il potere che ti permette di trasformarti. In pratica, devi autorizzarci a usare il tuo potere.”
    “Che cosa?!” urlò Justin, saltando in piedi. “Ve lo potete scordare!”
    “Concordo con Justin.” Disse Koji. “Non può cedervi un potere che sicuramente gli tornerà utile nella guerra.”
    “Sentite, a noi non importa nulla di questa guerra.” Replicò il capitano. “Noi vogliamo solo quel tesoro. E quel tesoro è composto dai grandi poteri di tutti i Super Sentai, e dato che quel moccioso è un loro doppione, avremmo un potere in più!”
    “Non vi cederò i miei poteri di Power Rangers!” ripeté Justin . “E tanto meno vi darò l’autorizzazione a usarli! Non ho intenzione di aiutare dei pirati!”
    “Ehi, ehi, calmatevi!” si mise in mezzo Gai.
    “Tu sta zitto!” gli urlarono insieme Justin e Marvelous.
    “Credo ci sia solo un modo per risolvere la questione.” fece il capitano, puntando la spada contro Justin.
    “Temo anch’io.”
    “Marvelous-san, sai che non puoi ottenere il suo grande potere in questo modo!” esclamò Don.
    “Umpf. Se questo ragazzino non ce lo vuole dare di sua spontanea volontà, allora prenderemo il suo potere con la forza.”
    “Sapevo che non ci si può fidare dei pirati…” fece Justin, evocando la sua chiave e infilandola nel morpher, lasciando così il posto al Blue Ranger.
    “Credi davvero di potermi tenere testa? Sono il ricercato numero uno dell’Impero… E non lo sono per niente!” replicò il capitano.
    “Ho incontrato molti che si vantavano di essere i numeri uno in qualcosa e tutti loro sono finiti in mille pezzi.” disse Justin, facendo apparire anche lui una spada, insieme al Keyblade.
    Prima che qualcuno potesse fermarli, i due partirono all’attacco.
    Marvelous parò senza troppe difficoltà il doppio affondo di Justin, che saltò subito all’indietro, creando una sfera di tuono che lanciò contro l’avversario, colpendolo in pieno e spedendolo contro un muro, che crollò a causa del colpo.
    “Marvelous!” urlarono gli altri pirati, impugnando subito le loro spade.
    “No!” ordinò il capitano, rialzandosi e sorridendo. “Questa è una sfida che porterò a termine da solo. Sei più forte di quel che sembri, ragazzo.”
    “Non ho passato giorni ad allenarmi contro esseri di tutti i tipi per niente!”
    “Ehi, potrei offendermi.” Fece Koji. “Se non fosse per me, non saresti così bravo con la spada.”
    “Sei uno spadaccino?” chiese Joe, squadrandolo.
    “Non in questo momento. Preferisco tenere le mie carte segrete finché possibile.”
    “Ne devo dedure che sei forte?”
    “Sono considerato uno dei migliori.” Ghignò Koji.
    “Abbiamo fatto l’errore di sottovalutarvi per via del vostro aspetto, ma rimedierò subito a questa svista!” esclamò Marvelous, prendendo dalla tasca la miniatura di un Red Ranger e infilandola come una chiave nel suo cellulare.
    Pochi secondi dopo, al suo posto era apparso un Red Ranger, che aveva mantenuto la sciabola in mano.
    “Ora facciamo sul serio.”
    “Mi hai tolto le parole di bocca.”
    I due partirono nuovamente all’attacco, facendo scontrare le loro lame.
    “Direi di cambiare tattica.” Fece Marvelous, evocando anche la pistola, che puntò subito contro Justin, che per tutta risposta gli puntò contro il Keyblade.
    In contemporanea, un proiettile laser e una sfera di fuoco si scontrarono, sbalzando entrambi ai lati della stanza.
    I due non appena colpito il muro s’illuminarono, tornando nuovamente normali, mentre le loro armi scomparvero.
    “Ugh…” fece Justin, rialzandosi. “Non male… Decisamente non male… ormai credevo che nessun pirata potesse più tenermi testa…”
    “Umpf. Non hai ancora visto nulla…” replicò il capitano, imitandolo. “Ho ancora… molti poteri dalla mia parte…”
    “Adesso basta!” si mise in mezzo Ahim, alzando le mani per fermare i due. “Non potete combattere così, per niente!”
    “Per niente? Volete portarmi via i miei poteri ed io dovrei lasciarvelo fare?” esclamò Justin, evocando il Keyblade.
    Ma Ryo gli mise una mano sulla spalla per calmarlo.
    “Direi che hai dimostrato di essere alla sua altezza. Sono sicuro che ora potrete trovare una via di mezzo che vada bene a entrambi.”
    Il custode stava per rispondere, quando la loro attenzione fu attirata dal pappagallo meccanico, che cominciò a volare per la sala.
    “Che cosa succede, Navi?” chiese Don.
    “Sta arrivando.” rispose il robot, per poi cominciare a volare sempre più velocemente.
    “Let’s Navigate!” urlò, prima di andare a sbattere con la testa sul soffitto.
    “Il più grande potere si scontrerà con il corrotto. Fate attenzione alla fine.” Disse, cadendo lentamente a terra, per poi scuotere la testa. “Ecco fatto!”
    “E questa che razza di profezia sarebbe?” chiese Marvelous.
    “E cosa intendi dire con ‘il più grande potere’?” aggiunse Luka.
    “Il più grande potere…” ripeté Koji. “Che si riferisca a Dark?”
    “Dark?” fece il capitano. “E chi sarebbe?”
    “Quel custode di cui vi parlavamo prima… Il detentore della luce e dell’oscurità…”
    “Aspetta, aspetta, aspetta!” lo interruppe Gai. “Voi custodi che volete salvare l’universo non dovreste essere solo della luce?!”
    “Dark è un caso particolare.” Rispose Justin. “Lui è il custode dell’Equilibrio, è in grado di usare sia la luce che l’oscurità, ma per nostra fortuna combatte per la luce.”
    “Inoltre, le tenebre non sempre corrispondono al male. Mio fratello possedeva i poteri dell’oscurità, ma era in grado di usarli per combattere il male.” Aggiunse Koji.
    “Avete un amico pericoloso, a quanto pare.”
    “Già… anche se quando l’ho incontrato la prima volta, non era proprio in forma… Una sua compagna di viaggio a momenti eliminava i miei amici solo perché erano andati a controllare la loro nave spaziale per sapere chi c’era all’interno.”
    “Se ho ben capito, voi custodi ruotate attorno alla figura di questo Dark, esatto?” domandò Joe.
    “Sì, direi che possiamo definirlo il nostro capo. Anche se lui è un tipo che preferisce agire da solo.” rispose Ryo.
    “Se arrivasse qui, di certo non avrebbe difficoltà a tenere testa da solo al vostro caro Zangyack.”
    “Se arrivasse qui, sarebbe solo perché ci sarebbe una minaccia ancora più grave.”
    “Una minaccia più grave di Zangyack? Mi è difficile anche solo immaginarla…” fece Don.
    “Ad ogni modo, sembra che quel potere per te sia veramente importante.” Disse Marvelous a Justin. “Temo proprio che dovrò rinunciarci, e poi, sarebbe troppo comodo imbrogliare per arrivare al tesoro.”
    “Questa però…” fece una voce che riecheggiò nella nave. “È solo una tua opinione, Marve-chan.”
    Immediatamente, la nave fu colpita da qualcosa, che la fece tremare e fece cadere a terra tutti quanti.
    “Che cosa…?” fece Justin, per poi girarsi verso le scale che portavano in quella stanza.
    Una persona, armata con una pistola simile a quella dei pirati, uscì dal bivio e prese le scale per giungere fino a loro, camminando lentamente e misurando ogni passo, in modo tale che il loro suono echeggiasse tra le pareti del galeone. Quando raggiunse l’uscio della stanza, lo sconosciuto mostrò la sua figura avvolta in abiti tipici da pirati, dal cappello agli stivali, fatta eccezione per il lungo cappotto di raso rosso e per il boa di piume bianche che teneva sulle spalle.
    “E tu… chi sei…?” fece Ryo, rialzandosi.
    Il nuovo arrivato si girò verso di lui, sorridendo.
    “Sono solo un pirata, e sono venuto qui a prendermi il mio tesoro.” Si limitò a rispondere.
    “Basco…” lo chiamò Marvelous, rialzandosi anche lui ed evocando la sciabola. “Come osi attaccare e intrufolarti nella mia nave?”
    “La tua nave? Marve-chan, ti ho già detto che tutto questo sarebbe dovuto essere mio… è stato solo il sacrificio di Aka Red a salvarti, e lo sai.” Disse il nuovo giunto come se niente fosse, mentre si avvicinava ai tre custodi. “Tuttavia, credo proprio che potrei lasciarti quel tesoro… Dato che questi ragazzi sono stati così gentili da portarmene uno ben maggiore.”
    “Che cosa vuoi dire?” chiese Koji, evocando assieme agli altri due il Keyblade.
    “Oh, vedo che siete agguerriti… Bene, sarà più divertente! Tuttavia, voi due non mi interessate, io voglio il tuo potere, Blue Racer.” Continuò Basco, indicando Justin.
    “Non capisco proprio come mai il mio potere interessi così tanto a voi pirati, ma non te lo cederò di certo senza combattere!”
    “Tu dici?” chiese lui, tirando fuori una strana tromba che aveva nascosta all’interno del cappotto rosso: a differenza di una tromba normale, questa aveva cinque pistoni sulla cui cima erano presenti le serrature per le Ranger Key. “Vediamo se funziona anche con te.”
    Senza che nessuno riuscisse a fermarlo, Basco cominciò a suonare.
    Justin cacciò subito un urlo, per poi cadere a terra in ginocchio, mentre attorno a lui appariva un’aura blu, che cominciò a volare verso lo strumento musicale, che lentamente la assorbiva.
    “Dobbiamo bloccarlo!” esclamò Gai. “O ruberà tutti i poteri del vostro amico!”
    “Non c’è bisogno di dirlo!” rispose Koji, mentre attorno alla sua mano destra appariva un cerchio azzurro.
    “Spirit Evolution!” urlò, venendo completamente circondato da un uovo azzurro composto da dati, sotto lo sguardo sorpreso dei pirati e di Basco.
    Pochi secondi dopo, al suo posto apparve un lupo umanoide con addosso un’armatura, il quale aveva in mano una spada laser e il Keyblade.
    “Vediamo di intervenire anche noi…” fece Ryo, puntando il Keyblade di fronte a sé.
    Dal nulla apparve la sagoma di un piccolo drago viola, che si girò sorridendo verso Ryo, dopodiché svanì in una sfera di luce e volò verso il Tamer, che per tutta risposta tirò fuori dalla tasca il suo Digivice.
    “Matrix Evolution!” urlò, scomponendosi in dati, che si riconfigurarono pochi secondi dopo, lasciando il posto a un guerriero in armatura, anche lui con in mano il Keyblade.
    “Quello è il loro vero aspetto?” esclamò Don. “Incredibile…”
    Tuttavia Basco si limitò a sorridere, senza smettere di suonare.
    Con un gesto della mano libera, una scimmia in armatura apparve dietro di lui, aprendo subito uno sportello che aveva in prossimità della pancia.
    Immediatamente, ne uscì una luce rossa, trasformandosi nel mostro che avevano sconfitto quando avevano incontrato i pirati.
    “Maledetto… Non vuole interferenze.” Disse Marvelous, mentre lui e gli altri cinque prendevano in mano le loro Ranger Key, inserendole nei loro cellulari, trasformandosi subito.
    “Gokai Blue.” Disse Joe.
    “Gokai Yellow!” aggiunse Luka.
    “Gokai Green!” esclamò Don.
    “Gokai Pink.” Fece Ahim.
    “Gokai… Silver!” urlò Gai, evocando al posto della sciabola un tridente.
    “Ragazzi attacchiamo!” Ordinò Marvelous, puntando sia la spada che la pistola contro il mostro.
    Ma prima che potessero fare qualcosa, Justin cacciò un urlo ancora più forte, mentre l’aura aumentava d’intensità.
    “Incredibile…” mormorò a denti stretti Basco, senza smettere di suonare. “È un potere veramente enorme… Più di qualsiasi altro Sentai che abbia mai visto.”
    “Smettila immediatamente!” urlò Koji, partendo contro di lui assieme a Ryo, ma venendo intercettati dal mostro.
    “No, no, no. Non potete avvicinarvi.” Disse lui, alzando l’indice e confermando la sua negazione.
    “E tu credi davvero di poterci fermare?” chiese Ryo, creando una sfera d’energia. “Ho affrontato un nemico la cui potenza andava ben oltre la tua, e non ero ancora un custode, perciò vedi di tornare dove ti avevamo spedito prima!” urlò, scagliandogli contro la magia, disintegrando la parte superiore della creatura.
    “E ora pensiamo a-”
    “Attenzione!” urlò Koji.
    Ryo si girò giusto in tempo per evitare un calcio della parte rimanente del mostro.
    “Può ancora muoversi?!”
    “Spiacente, ma ho ottime capacità rigenerative!” rispose il mostro, mentre in un instante il suo corpo tornava come prima.
    “Questa volta Basco ha deciso di giocare pesante, eh?” fece Marvelous, preparandosi anche lui ad attaccare.
    Ma tutto a un tratto, Basco smise di suonare, mentre l’aura attorno a Justin scompariva rapidamente, lasciando cadere a terra il ragazzo, privo di sensi, mentre la sua tuta svaniva nel nulla e il morpher cadeva accanto al suo padrone, completamente bruciato.
    “Justin!” urlarono insieme gli altri due custodi, andando a soccorrerlo.
    “Un potere veramente grande…” disse il pirata, mentre da un vano della tromba tirava fuori una statuetta che rappresentava il Blue Ranger. “Direi superiore a qualsiasi altro grande potere.”
    “Che cos’hai fatto?” chiese Koji, puntandogli contro il Keyblade.
    “Ha rubato il potere del vostro amico. L’ha preso con la forza.” Rispose Luka.
    “E adesso speri di potertela cavare così facilmente?” domandò Ryo.
    “Dimenticate che il vostro amico è privo di sensi, e noi siamo in tre.”
    “Alla scimmia e a quell’altro ci pensiamo noi.” Fece Marvelous. “Però assicuratevi di non sconfiggerlo. Devo essere io a dargli il colpo di grazia.”
    “Non posso assicurartelo. Solitamente, i miei avversari vengono eliminati senza mezzi termini.” Replicò Koji, alzando la sua spada contro Basco.
    “Interessante. Allora direi di non nascondere i miei veri poteri.” Rispose lui, illuminandosi e cambiando aspetto, trasformandosi in un mostro dall’aspetto umanoide, ricoperto da un’armatura rossa.
    Koji impugnò più forte le proprie armi.
    “Ryo, occupati tu di Justin. A lui ci penso io.”
    “Sicuro di farcela?”
    “Non preoccuparti, ho affrontano un nemico che aveva acquisito un intero mondo. Questo buffone non mi fa paura!”
    “Io un buffone?” chiese Basco, mettendosi a ridere. “Lo dice un essere umano vestito da lupo mannaro?”
    “Io non lo sottovaluterei al tuo posto.” Disse una voce, mentre alle spalle del pirata si apriva un varco oscuro.
    “Quei due sono guerrieri molto famosi nel loro mondi e ora che sono custodi sono ancora più forti. Sei stato fortunato a riuscire a rubare i poteri di quel moccioso, ma con loro non avresti vita facile… di norma.”
    “Chi sei?” urlò Ryo, mentre i pirati riuscivano a colpire tutti insieme l’altro mostro, facendolo esplodere nuovamente.
    “Oh, che maleducata.” Continuò la voce, mentre dal varco usciva una figura incappucciata. “Dimenticavo che voi non mi avete ancora incontrata, dato che sono apparsa solamente durante il combattimento contro Dark e Hikari…”
    “C-Che cos’hai detto?” chiese Koji.
    “Ho detto che ho partecipato al combattimento contro l’incarnazione dell’Equilibrio e la sua prescelta, ma lasciate che mi presenti.” Continuò lei, togliendosi il cappuccio. “Sono Azuki Miho, l’ex ragazza di Saiko. Credo che voi tre lo conosciate, no?”
    “La ragazza di Saiko?” ripeté Ryo. “Com’è possibile? Ci aveva detto che era-”
    “I poteri del mio signore sono molto grandi.” Lo interruppe lei, avanzando e superando Basco, che la guardava sorpreso.
    “Il tuo signore?” chiese Marvelous. “Di chi parli?”
    “L’Oscurità.” Rispose Azuki, evocando il suo Keyblade. “L’Oscurità stessa è il mio signore!”
    Sentendo ciò, i due custodi spalancarono gli occhi.
    “L’Oscurità stessa? Che cosa vuoi dire?”
    “Oh, quindi voi ancora non lo sapete?”
    “Sapere che cosa?”
    “La battaglia tra luce e oscurità non è solo un modo di dire. Luce e Oscurità sono due esseri reali.”
    “Non dire idiozie.” Esclamò Basco. “Come possono essere reali?”
    Azuki sorrise.
    “E non è tutto. Volete sapere un’altra cosa riguardante il vostro caro Dark?” chiese, avvicinando a Koji. “Lui non è il custode dell’equilibrio. O meglio, non è un banale custode dell’equilibrio.”
    “E che cos’è allora?” fece Ryo.
    “Lui è l’Equilibrio stesso. Il figlio dell’Oscurità e della Luce.”
    Sentendo ciò, tutti i presenti sgranarono gli occhi.
    “Figlio… della Luce e dell’Oscurità?” ripeté Joe. “Com’è possibile?”
    “Ugh… Quindi Dark… non è umano?” chiese Justin, riprendendo i sensi.
    “Proprio così. È un’entità superiore a tutti voi. Così superiore da riuscire a infrangere il suo stesso limite.” Continuò Azuki. “È riuscito a far infuriare suo padre, con un gesto che non doveva osare compiere.”
    “Vuoi dire che quei due si sono incontrati?”
    “Oh, certo che si sono incontrati, e più di una volta. Al loro primo incontro, il mio signore è riuscito a controllare Dark, costringendolo a ridurre in fin di vita Hikari, rea di averlo cambiato. Poi quando si è mostrato ai futuri Master del Keyblade, rivelandosi di persona. E infine…” e qui Azuki allargò il suo sorriso. “Quando ha eliminato Hikari.”
    “Quando ha eliminato…” ripeté Koji, allargando gli occhi.
    “Oh, è stato magnifico! Dark era disperato come non l’aveva mai visto nessuno!”
    “B-Bastardi…” fece Justin, cercando di alzarsi.
    Ma qui, il sorriso di Azuki si spense.
    “Ma il mio signore l’aveva sottovalutato. Preso dalla disperazione, suo figlio ha compiuto un atto che non doveva… Ha riportato indietro Hikari, trasformandola in una custode dell’Equilibrio. E non solo, ha anche istituito un ordine parallelo ai custodi.”
    “Tutto molto interessante…” la interruppe Marvelous, puntandole contro la sua sciabola. “Ma ora sarebbe gradito che tu te ne andassi. Vorrei evitare di dover ferire una ragazza.”
    Ma non appena ebbe detto ciò, una sfera oscura lo colpì in pieno, spedendolo contro il muro della stanza.
    “Marvelous!” urlarono gli altri pirati.
    “Tu credi davvero di potermi anche solo sfiorare? Ho con me il potere dell’oscurità, non sono una ragazzina indifesa.”
    Ma questa volta si ritrovò la spada di Basco sul collo.
    “Non mi piace chi mi interrompe, sai?”
    “Davvero? Mi dispiace. Tuttavia, sono venuta qui con un compito preciso… e tu, anche se involontariamente, mi hai aiutato.”
    “Che cosa vuoi dire?” chiese il pirata, per poi spalancare di colpo gli occhi.
    Con una velocità impressionante, Azuki si era girata, evitando la spada, e aveva trafitto in pieno l’essere con il Keyblade.
    “Il potere di Justin. Se non ti spiace, lo prendo io.”
    Basco la guardò sorpreso, mentre la custode estraeva il Keyblade dal suo corpo, lasciando che indietreggiasse, portandosi la mano sopra la ferita.
    “M-Maledetta… Come hai osato?!” esclamò.
    Ma Azuki si limitò a creare una sfera nera.
    “Consegnami quella Ranger Key e ti lascerò andare via. Non ti prenderò nient’altro, ma se rifiuti, sarò costretta a eliminarti.”
    “Umpf… Solitamente… non accetterei una simile proposta… ma non ho intenzione di andarmene all’altro mondo.”
    Dicendo ciò, Basco fece scomparire la sua spada, per poi prendere la miniatura del Blue Ranger e lanciarla ad Azuki, che la prese al volo.
    “Ottima scelta.” Disse lei, mentre la scimmia del pirata raggiungeva il padrone, che nel frattempo tornò al suo aspetto umano.
    “Buona fortuna, Marve-chan. Dubito, però, che ci incontreremo di nuovo.” Disse, per poi scomparire nel nulla assieme al suo sottoposto.
    “R-Restituiscimela…” fece Justin, evocando il Keyblade e scagliandosi contro Azuki.
    “No Justin!” gli urlarono insieme Ryo e Koji.
    Ma il ragazzo non li ascoltò, preparandosi a colpire la ragazza, che però parò il fendente senza difficoltà.
    “Umpf. Tutto qui, Ranger?” lo derise, per poi scagliarlo come se niente fosse contro il muro, che cedette per la forza dell’urto, lasciando cadere il ragazzo nel vuoto.
    “Justin!” urlò Koji, cercando di raggiungerlo, ma venendo fermato da una sfera di fuoco.
    “E siamo a meno uno.” Fece Azuki. “Ora mancano solo due custodi.”
    “Tu sei… un essere spregevole!” esclamò Ahim. “Come hai potuto-”
    “Sono dalla parte dell’Oscurità. Per me non esistono cose come la pietà e simili.” Rispose lei, per poi creare un’altra sfera oscura. “E ora, vi distruggerò tutti.”
    “Non te lo permetteremo!” urlarono insieme Ryo e Koji, creando due sfere di luce, mettendosi di fronte alla custode oscura.
    “Vorreste davvero far scontrare le due forze portanti dell’universo su questa nave? Solo l’onda d’urto la distruggerà, lasciando precipitare quei sei.”
    “E allora basterà costringerti a uscire!” urlò una voce, mentre dal punto da cui era caduto Justin una luce rossa entrò nella nave, colpendo in pieno Azuki e portandola contro il muro della parte opposta, che si infranse per la forza.
    “Ma chi…” fece Ryo, uscendo subito seguito da Koji, mentre i sei pirati si limitarono ad avvicinarsi al muro danneggiato.
    Di fronte a loro c’erano sei Power Rangers, rispettivamente rosso, blu, nero, giallo, rosa e argento, tutti in piedi sopra una strana tavola da surf volante.
    Quello argentato aveva tra le braccia Justin, nuovamente privo di sensi.
    “Pare… che abbiamo fatto giusto in tempo.” Disse quello rosso.
    “I Megaranger?!” Esclamò Gai sorpreso. “Com’è possibile?!”
    “Voi chi siete?” chiese Koji.
    “Non preoccupatevi.” Rispose quello nero. “Siamo amici di Justin.”
    “E così, sono arrivati altri intrusi…” fece Azuki. “Non importa, eliminerò anche voi.”
    “Non ti sarà così facile.” Rispose la Yellow Ranger. “Non sottovalutare gli Space Rangers. Ormai è parecchio che viaggiamo tra mondi, e ne abbiamo viste di tutti i colori.”
    “N-No ragazzi…” fece Justin, aprendo gli occhi. “Non dovete affrontarla… è troppo forte per voi.”
    “Non preoccuparti Justin. Siamo in sei contro uno. Non riuscirà a resistere a lungo.” Rispose il Silver, per poi riportare il ragazzo sulla nave, lasciandolo a terra. “Tu resta qui.”
    “No… Non fatelo…”
    “Il vostro amico ha ragione.” Disse Azuki, sorridendo, creando due sfere nere. “Non ve ne andrete in maniera indolore.”
    “Non ci fai paura!” risposero i sei Rangers.
    “Lasciate che vi dimostri… il vero potere dell’oscurità.” Continuò la ragazza, mentre il cielo sopra di loro si riempiva velocemente di nuvole nere, che portarono il giorno a diventare come la notte.
    “Quella ragazza… come fa a essere così potente?” chiese Don, osservando il cambio di tempo, mentre i sei Rangers e i due custodi si preparavano ad affrontare Azuki.
    “L’oscurità…” rispose Justin. “È l’oscurità annidata nel suo cuore a renderla così.”
    “L’oscurità è veramente così potente?”
    “Azuki… Azuki in passato non era così. Saiko me l’ha raccontato: era una ragazza gentile, che non si sarebbe mai sognata di fare del male a qualcuno, ma se ora è così… significa solo che le tenebre l’hanno cambiata completamente, oltre ad averla resa una custode.”
    Ma Justin si interruppe, portandosi una mano sopra il volto per ripararsi dal vento oscuro che Azuki aveva lanciato contro i suoi avversari.
    Koji e Ryo erano riusciti a rimanere al loro posto, mentre gli altri sei erano stati allontanati di diversi metri.
    “Io…” riprese Justin, alzandosi ed evocando il Keyblade. “Io non posso rimanere qui… mentre i miei amici rischiano la vita!”
    Marvelous lo fissò, per poi sciogliere la trasformazione.
    “Dimmi…” cominciò. “Pensi davvero che tutti i pirati siano uguali?”
    Il ragazzo si voltò verso di lui.
    “Che cosa vuoi dire?” chiese, poco prima di vedere due oggetti sfrecciare verso di lui, prendendoli così al volo. “Che cosa…?”
    Ma sgranò subito gli occhi vedendo che cos’erano.
    Marvelous gli aveva appena lanciato il suo cellulare, assieme alla loro miniatura del Blue Ranger.
    “Mi piacciono le persone determinate.” Fece il pirata, sorridendo. “Il tuo potere ora è nelle mani di quella custode. Usa il nostro per affrontarla!”
    Justin lo guardò sorpreso, per poi annuire.
    Afferrò la sua miniatura, che si aprì come una chiave.
    Senza perdere un secondo, la infilò nel cellulare, venendo ricoperto da una luce blu, che lasciò il posto al Blue Ranger.
    “Credo… che voi siate pirati solo per modo di dire.” Disse, prima di volare contro Azuki.
    “Come mai gli hai dato il tuo morpher, Marvelous?” gli chiese Gai.
    “Sono solo curioso di vedere fin dove può arrivare con la sua determinazione.” Rispose il capitano, sorridendo divertito. “Ma dopo dovrò fargliela pagare: non può definirci dei falsi pirati e credere che noi staremo zitti.” 
    Azuki si voltò verso Justin, che si stava avvicinando a lei a tutta velocità, con il Keyblade pronto a colpirla.
    “Che cosa? Come fai ad avere ancora i tuoi poteri?!” esclamò sorpresa, parando in tempo l’attacco del Blue Ranger.
    “Mi dispiace per te, ma non ho intenzione di arrendermi senza combattere! Userò ogni singola goccia del mio potere per proteggere i miei amici!”
    “Molto bene allora! Dimostralo!”
    Justin non se lo fece dire due volte: fece scomparire il Keyblade, per poi aprire le mani verso di lei.
    “Mi dispiace per Saiko, ma non posso riservarti un trattamento di favore!”
    Azuki sorrise, creando l’ennesima sfera nera.
    “Non ti preoccupare, riferirò io a Saiko queste tue parole.” Lo derise.
    Tra le mani di Justin cominciò a crearsi una sfera di luce, che in pochi secondi diventò più grande di lui.
    “Non sottovalutare il potere della luce! Vinceremo noi!” urlò, scagliandogliela contro.
    “Lo vedremo!” replicò lei, rispondendo all’attacco.
    Le due sfere, nonostante le differenze di dimensioni, si scontrarono a metà del tragitto, rimanendo una contro l’altra, creando un’onda d’urto che investì tutti, allontanando il galeone e gli altri combattenti.
    “Aveva ancora così tante energie quel moccioso?!” esclamò Luka, cercando di rimanere in piedi.
    “Incredibile… I custodi sono a un simile livello? Zangyack in confronto è nulla.” Fece Joe.
    “Marvelous!” urlò Navi, volando verso il capitano.
    “Che succede, uccello?” chiese lui, guardandolo.
    “Il baule! Guarda il baule!” rispose il robot, indicando con l’ala il baule al cui interno si trovavano le Ranger Key, il quale era circondato dalla luce. 
    Azuki creò una seconda sfera, che lanciò verso l’altra per aumentarne la potenza, riuscendo così ad allontanare da lei le due magie, che si avvicinarono lentamente verso Justin.
    “È inutile!” esclamò, sorridendo. “Non sei sufficientemente potente per mantenere ancora a lungo quella sfera di luce.”
    “Non… sottovalutarmi… Sarò ancora un ragazzino, ma sono pur sempre un custode, e prima ancora un Power Ranger! Sono pronto a tutto pur di compiere il mio destino, qualunque esso sia! Se oggi sparirò per sconfiggerti, mi andrà più che bene!”
    “Sparirai, senza dubbio, ma senza riuscire a sconfiggermi.” Fece Azuki, lanciando una terza sfera, che avvicinò ulteriormente l’attacco a Justin.
    “M-Maledizione… Non posso arrendermi, non ora!” urlò lui.
    “Ben detto, ragazzo!” disse una voce dietro di lui.
    Justin da dentro il casco spalancò gli occhi, senza però riuscire a girarsi.
    “La tua forza di volontà è encomiabile. Sei disposto a tutto pur di portare a termine il tuo compito.” Fece un’altra voce.
    Sotto lo sguardo sorpreso di tutti, dietro Justin cominciarono ad apparire dal nulla decine di Rangers, tutti diversi tra di loro, aumentando sempre più di numero.
    “E ora che cosa…?” fece il Silver Ranger, guardando sorpreso quello spettacolo come gli altri.
    “I Super Sentai hanno deciso di aiutare il vostro amico!” esclamò Gai, rispondendoli. “Incredibile… era successo solo una volta che tutti i loro poteri prendessero corpo per aiutare!”
    “Che diavoleria è questa?!” fece Azuki, guardando il numero di Super Sentai aumentare sempre di più.
    “Nessuna diavoleria! Solo la nostra volontà di sconfiggerti!” urlò Justin, creando una seconda sfera di luce, al cui interno confluirono tutti coloro che si trovavano dietro di lui.
    Senza perdere tempo, la scagliò subito contro le altre, che furono inglobate al suo interno, per poi proseguire contro Azuki, che rispose lanciando il Keyblade contro la magia di luce.
    Quando l’arma si scontrò con la sfera, essa esplose, investendo in pieno i due guerrieri, e scagliando lontano tutti gli altri.
    Il galeone precipitò a terra, riportando però solo qualche danno superficiale, mentre Ryo, Koji e gli altri sei Rangers si ritrovarono schiantati a terra.
    I due custodi s’illuminarono, tornando al loro aspetto umano.
    Poco lontano, Azuki precipitò a terra, rotolando per diversi metri.
    Aveva riportato diverse ferite ed era ustionata in più punti.
    Sopra di loro invece Justin era ancora in volo.
    La sua trasformazione si era sciolta, lasciando cadere a terra il morpher di Marvelous e la Ranger Key.
    “C-Ci sono… riuscito…” ansimò.
    “Non ancora…” fece Azuki, riaprendo gli occhi ed evocando il Keyblade per aiutarsi ad alzarsi.
    “Azuki… non l’hai ancora capito?” fece una voce, che risuonò nell’aria.
    “E ora chi…?” cominciò Ryo, aprendo gli occhi e guardando verso Justin, subito imitato da Koji e gli altri.
    “Per eliminare un custode…” continuò la voce, mentre un’ombra appariva alle spalle di Justin. “Bisogna colpirlo dritto al cuore.”
    Lasciando al ragazzo giusto il tempo di girarsi, l’ombra evocò un Keyblade, con il quale trafisse in pieno petto Justin, proprio in prossimità del cuore.
    I due custodi a terra, assieme ai sei Rangers spalancarono gli occhi.
    “Justin!” urlarono insieme.
    “Homunculus… come osi interferire nel mio combattimento?!” esclamò Azuki, mentre l’ombra prendeva forma.
    “Sei ancora troppo legata al tuo passato. In guerra tutto è concesso, e ora…”
    Mentre diceva ciò, creò una sfera d’oscurità, mentre Justin continuava a guardarlo incredulo, cercando di resistere al dolore, mentre il suo sangue scorreva sulla lama dell’avversario.
    “N-Non credere… che m-me ne andrò s-senza fare n-nulla…” ansimò Justin, mentre il suo Keyblade s’illuminava.
    Homunculus sorrise, incurante dell’affermazione appena sentita.
    “Bye bye, Blue Ranger.” Disse semplicemente.
    Senza che nessuno potesse impedirlo, colpì in pieno Justin con la magia oscura.
    Il Keyblade che Justin teneva in mano scivolò dalla presa delle dita, cadendo silenziosamente verso terra, per poi riempire l’inquietante silenzio creatosi con i suo ritocchi macabri, che risuonarono nel vuoto.
    Homunculus fece sparire il suo Keyblade, lasciando che il corpo di Justin seguisse il percorso della sua stessa arma.
    Tuttavia, non arrivò mai al suolo.
    Sotto gli occhi increduli di tutti, cominciò a disgregarsi come un castello di sabbia di fronte a un tornado, scomparendo nel nulla.
    Nessuna luce o altro apparve, lasciando come unico lascito del custode il suo Keyblade, che lentamente perse il suo colore, diventando completamente grigio e freddo, come una pietra silenziosa e priva di anima.
    Azuki impugnò la Ranger Key che aveva preso a Basco, giusto in tempo per vedere anch’essa frantumarsi, scomparendo nel nulla.
    “Justin!!!” urlarono i Rangers, mentre Ryo e Koji guardavano increduli il Keyblade a terra.
    “L’ha… l’ha…” balbetto il tamer, non riuscendo a elaborare ciò che aveva visto.
    “Abbiamo finito qui.” Disse Homunculus, rivolgendosi ad Azuki. “Il maestro desidera vederci.”
    Azuki lo guardò seria.
    “Non c’era bisogno di eliminarlo in quel modo! Dovevo essere io a concludere quello scontro!” esclamò, chiudendo la mano libera in un pugno.
    “Che importanza ha? È morto, questo è quello che conta.” Rispose l’altro, per poi sparire in un varco oscuro.
    “Dannato… Io questa non la considero una vittoria.”
    “Voi…” fece l’altro Blue Ranger, rialzandosi. “Come avete… osato… uccidere Justin?!” urlò, scagliandosi contro di lei.
    Ma Azuki non fece un passo e lo respinse con un’ondata d’oscurità.”
    “Prendetevela con Homunculus. Io avevo intenzione di eliminarlo in uno scontro leale. Non colpendolo a tradimento come ha fatto lui.”
    Detto ciò. La ragazza aprì anche lei un varco.
    “Aspetta.” Fece Koji, rialzandosi a fatica. “Dimmi… come ti senti… ad aver rinnegato tutti i tuoi valori?”
    Azuki si fermò, senza però girarsi.
    “Dimmi come ti sentirai quando Saiko scoprirà perché Justin è morto!” urlò. “Justin era nostro amico! Non doveva morire!”
    “Siamo in guerra. Non ditemi che non eravate preparati alla morte. E per Saiko… tu cosa ne puoi sapere?” replicò, inacidendosi. “Che cosa puoi saperne tu, di me e Saiko?”
    Sentendo ciò, Koji spalancò gli occhi, mentre la ragazza scompariva nel varco.
    Il custode cadde a terra, privo di forze.
    “Non ci credo…” fece Marvelous, uscendo dal galeone, con una mano che copriva un taglio sull’altro braccio. “Non credevo che sarebbe finita così…”
    Mentre diceva ciò, si avvicinò al Keyblade di Justin, che era caduto in prossimità della Ranger Key e del suo cellulare.
    “Era riuscito a usare i poteri di tutti i Super Sentai… E nonostante questo ha perso.” Continuò, recuperando i suoi oggetti. “Però… non credo di aver mai conosciuto un ragazzo più coraggioso di lui. Sarebbe stato senza dubbio… uno dei pirati migliori.”
    Dicendo ciò, spostò lo sguardo sul Keyblade.
    Questo improvvisamente si alzò in volo, rimanendo sospeso a qualche metro da terra.
    Ryo lo guardò sorpreso decollare verso il cielo, attraversando le nubi nere evocate da Azuki, che si dissolsero istantaneamente, mentre la chiave leggendaria scompariva nello spazio senza lasciare traccia di sé.
     
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    Ohibé, ohibò! Mi sono persa un capitolo D: (senso metaforico ovvio, io non me ne perdo una riga dei tuoi capitoli xD) Rimedio qui, facendo una recensione generale ù.ù
    Ottimerrimo lavoro! La storia continua a stupire ad ogni passo che fa e la morte di Justin è stato un colpo di scena con i fiocchi! (Non poteva esserci Kairi al suo posto, vero? <.<)
    Anche con le descrizioni hai fatto un salto mica male ù.ù mi riferisco a quella del keyblade di Justin quando cade <3 Continua così che vai forte! ù.ù
    A presto!!!! =3
     
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    T.T Juuuustiiiiiiin !!!! Nooooo !!! Come hai potuto ç_ç
    Oh beh, cose che capitano >.>
    Tornando al capitolo, chi l'avrebbe mai detto, Azuki come keyblader dell'oscurità, wow. Lo scontro tra i due custodi mi ha ricordato il combattimento tra Goku e Majin Bu, non so perchè. Descrizioni accuratissime e fantastica, da pelle d'oca !!!
     
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    E finalmente eccomi con il nuovo capitolo!
    *evita la solita scia di armi* sapevo che eliminare Justin era una pessima idea, sembra che nessuno l'abbia presa bene...
    Beh, per consolarvi, vi porto una novita spero gradita!
    Da questo capitolo in poi posterò sempre il link per le info sul capitolo in questione, causa aperta sito di codesta fan fiction!
    Questo capitolo potrebbe risultare nocivo e portatore di parecchia sfortuna, dato che i personaggi al suo interno sono letali già individualmente, e io ho giustamente pensato di farli incontrare tra di loro XD.
    Perciò prima di passare alle recensioni, eccovi le info, di cui però vi consiglio la lettura solo a fine capitolo, altrimenti sarebbe spoileroso XD.
     
    @ Liberty89: Eh, purtroppo Kairi mi serve ancora... e Justin era l'unico sacrificabile. Ma fidati, i miei progetti sono ben chiari *inserire risata malefica qui* XD
    @ Armitrael: Vedo che hai preso abbastanza bene la notizia XD. Beh, anche Azuki rientra nei miei piani... ma non vi resta che aspettare per vedere come XD

    E ora, buona lettura!

    Capitolo 71: Detective liceale VS Detective divino! La riunione delle entità! - Torna all'indice dei capitoli
    Un bambino dai capelli color paglia e vestito con un completo nero, sbadigliò sonoramente.
    “Perché non viene mai nessuna bella ragazza…?” fece, sbuffando.
    “Suvvia, non fate così.” rispose un uomo, porgendogli una tazza di tè. “Di recente si è occupato di molti casi. Non credo che un po’ di riposo possa farle male.”
    “Sai bene che non mi lamento per il riposo, Yamino. Solo, vorrei vedere qualche bellezza che non sia fissata con il-”
    “Mistero!!!” urlò una voce femminile, anticipando una ragazza dai capelli rosa che entrò a tutta velocità nella stanza, con addosso una divisa scolastica e un paio di occhiali con disegnate delle spirali sulle lenti, che di fatto le impedivano di vedere.
    “Appunto…” disse sconsolato il bambino, sospirando. “Che cos’è tutta questa, per niente strana, tua agitazione, Mayura?”
    “Leggi!” replicò la ragazza, porgendoli un giornale.
    Il bambino la guardò annoiato, per poi prenderlo e leggere la prima pagina.
    Ma pian piano che leggeva, la sua espressione si fece sempre più seria.
    “E questo che cosa significa? Non è uno di quei giornali finti, vero?”
    “Certo che no.” Rispose la ragazza, togliendosi gli occhiali e mettendoli via. “La polizia sta indagando, ma non riesce proprio a capire che cosa stia succedendo. Per loro è scientificamente impossibile, e i casi sono troppo precisi per trattarsi di coincidenze.”
    “Già… è impossibile che si tratti di coincidenze.”
    “Che cos’è successo?” chiese Yamino, porgendo una tazza di tè anche a Mayura, che lo ringraziò.
    “Pare che i criminali stiano morendo uno dietro l’altro. Non solo quelli in prigione, ma anche quelli ricercati.”
    “Beh… magari c’è qualcuno che vuole liberarsi di loro.”
    “Probabile, ma è la causa della morte ad essere strana.”
    Yamino guardò il bambino, facendosi serio.
    “Ovvero?”
    “Tutti per arresto cardiaco, nessuno escluso.”
    “Sta pensando che…”
    “Penso che sia un caso perfetto per me, il grande Detective Loki.” Rispose il bambino, mostrando un sorriso divertito, che tuttavia nascondeva qualcosa di malvagio. 

    -------------------------------


    “Eliminato!” disse un giovane uomo dai capelli castani, scrivendo velocemente qualcosa su un quaderno, mentre di fronte a lui un computer era aperto su una pagina con diversi nomi e fotografie.
    “Eliminato! Eliminato!” ripeté nuovamente.
    “Vedo che ti stai dando da fare…” fece una voce.
    L’uomo si fermò e si girò, ritrovandosi di fronte all’Oscurità.
    “Già… mi hai offerto un nuovo mondo da poter riportare sotto la giustizia e mi hai donato un nuovo Death Note. Il minimo che possa fare è compiere il mio dovere e diventare così il dio di questo mondo!”
    L’Oscurità si mise a ridere.
    “Light Yagami, la tua sete di giustizia è qualcosa di encomiabile, senza dubbio. Sono certo che riuscirai nei tuoi intenti.”
    “Senza L e i suoi successori tra i piedi, nessuno potrà ostacolarmi.”
    “Attento a non sottovalutare gli avversari. Se non sbaglio, già una volta ti è costato la vita, no?”
    “Se non ci fossero stati gli eredi di L e quel custode, avrei vinto sicuramente, ma qui non c’è nessuno di loro!”
    “Molto bene. Allora ti lascio alla tua opera di purificazione.” fece l’entità del male, scomparendo nel nulla.
    “Oh, tranquillo… Non mi sfuggirà nessuno!” fece Light, mostrando due inquietanti occhi rossi. 

    -------------------------------


    Conan riaprì lentamente gli occhi.
    Si trovava in mezzo a dei cespugli, e poco lontano da lui anche Ran era a terra svenuta.
    “P-Per fortuna… siamo vivi…” fece, alzandosi e tornando Shinichi, per poi andare ad aiutare l’amica.
    La ragazza si risvegliò pochi minuti dopo.
    “Dove siamo?” chiese, non appena si fu rialzata.
    “Non ne ho idea… Siamo stati scaraventati via da quell’esplosione e poi mi sono risvegliato qui.”
    “Temo sia colpa mia.” fece una voce, anticipando Saiko, che si trovava qualche metro più in là. “Ho aperto un varco, ma non ho la più pallida idea di dove siamo finiti…”
    “L’importante è che siamo salvi.” Disse Shinichi, per poi guadarsi attorno.
    “Dobbiamo essere finiti in un parco… Ma la domanda è di quale mondo?”
    “Non ci resta che dare un’occhiata per sicurezza, prima di tornare dagli altri.” Fece Saiko.
    “Ok… Allora, sempre per sicurezza, credo sia meglio tornare Conan.” disse il detective, trasformandosi.
    “Non ho ancora capito il perché…”
    “Beh… semplice…” rispose il bambino, mentre i tre si allontanavano superando una panchina dove c’erano seduti un bambino, una ragazza dai capelli rosa e un uomo dai capelli neri, intenti a parlare tra di loro.
    “Chi mai sospetterebbe di un semplice bambino?”
    “Chi mai sospetterebbe di un semplice bambino?”
    Il trio si fermò subito, girandosi verso la panchina, mentre i tre seduti li guardarono sorpresi.
    “Ma cosa…?” fece Conan, guardando l’altro bambino, che gli restituì il suo stesso sguardo indagatore.
    “Non pensavo che qualcuno m’imitasse.” disse quest’ultimo, mostrando un sorrisetto sadico.
    “Imitarti? Mi sembra che sia stato tu a copiarmi. Anche se devo ammettere che il tuo sincronismo è stato impressionante.”
    “Non cercare di fare il superiore, moccioso. Io sono un detective, non un comune bambino.”
    “Che cosa?!” esclamò Ran. “Oh no, non un altro!”
    “Un altro?” chiese la ragazza dai capelli rosa, tirando fuori dalla tasca un paio di occhiali con delle girandole sulle lenti. “Un altro Loki? Mistero!”
    “Loki?” ripeté Conan, guardando il bambino. “Non è lo stesso nome di quel dio nordico a cui erano attribuiti gli inganni e i dispetti? I tuoi genitori hanno scelto uno strano nome.”
    “Davvero? E sentiamo, tu come ti chiami?” chiese divertito Loki, mentre l’uomo al suo fianco si faceva serio.
    “Conan Edogawa.”
    “Nemmeno i tuoi genitori erano tanto a posto, per creare il tuo nome usando Arthur Conan Doyle e Ranpo Edogawa come base.”
    Per un momento, a Ran, Saiko, Mayura e Yamino parve di vedere un piccolo fulmine percorrere la distanza tra gli occhi dei due bambini.
    “Interessante… Sei il primo che giunge da solo a questa conclusione.” fece Conan.
    “E tu sei il primo a collegare il mio nome al dio nordico.”
    “Chi diavolo sei?” dissero insieme.
    “Oh… è difficile vedere quell’espressione di sfida sul viso di Loki.” commentò Mayura, togliendosi gli occhiali.
    “Io invece con Sh-Conan ormai ci sono abituata…”
    “Se è come penso, credo che non lo trovavamo nemmeno se passavamo a setaccio tutto l’universo…”
    “Certo che no.” Fece il bambino, girandosi verso il custode. “Io sono l’unico e inimitabile Loki. Di professione detective privato.”
    “Si da il caso che anch’io sia un detective, Loki.” Replicò Conan.
    “Un altro detective bambino?” fece Yamino. “Strano… credevo che Loki fosse l’unico.”
    “Oh, davvero? Ma che curiosa coincidenza… e sentiamo, da dove vieni?”
    “Ecco…”
    Ma prima che Conan potesse rispondere, Mayura si mise in mezzo.
    “Loki, dato che anche lui è un detective, potresti chiedergli aiuto per risolvere quel caso, no?”
    “Caso? Di cosa si tratta?”
    Loki sospirò.
    “Credo sia meglio parlarne nel mio studio, seguitemi…”
    Mentre i ragazzi si allontanavano, Saiko si girò all’improvviso, scrutando l’intera area.
    “Che succede?” chiese Ran.
    “Non saprei. Mi è sembrato di sentire qualcosa di strano… Come se qualcuno ci stesse osservando…”
    “Davvero? Io non ho percepito nulla…”
    “Forse mi sono sbagliato…” concordò il mangaka, per poi allontanarsi.
    Pochi minuti dopo, da dietro un albero uscì un ragazzo dai capelli castani.
    “Due detective bambini?” fece, sorridendo. “Non ho nulla di cui preoccuparmi. Inoltre, non potranno mai arrivare a immaginare l’esistenza del Death Note. Tuttavia, m’incuriosisce sapere il perché di quei nomi. È un peccato che non sia riuscito a vederli in volto.”
    “Non sei l’unico a domandartelo.” Fece una voce dietro di lui.
    Il ragazzo si voltò di colpo, trovandosi di fronte a due uomini vestiti di nero.
    “E voi chi siete?” chiese, prima di ritrovarsi una pistola puntata alla testa.

    “Ma è uno studio o una casa degli orrori?” chiese Ran, osservando un occhio che galleggiava in un barattolo, affiancato da un cervello.
    Il corridoio che stavano attraversando il quel momento era pieno di provette simili, mentre verso la porta c’erano diverse armature provviste di asce.
    “Concordo. Non devono essere molti i clienti che riescono ad arrivare alla porta…” commentò Conan.
    “A dir la verità negli ultimi tempi abbiamo avuto diversi clienti.” Fece Loki.
    “Soprattutto grazie alla mia campagna pubblicitaria! Se non fosse per me, non sarebbe così famoso!” precisò Mayura.
    “Già, già…” disse il bambino, sospirando e aprendo la porta, facendoli così entrare in uno studio.
    Lui andò subito dietro la scrivania, sedendosi sulla poltrona.
    “Yamino, portaci del tè.” Ordinò all’uomo, che annuì, allontanandosi.
    “Devi essere molto ricco, per permetterti una simile casa e un maggiordomo.” osservò Conan.
    “Maggiordomo? Oh, no, Yamino mi serve di sua spontanea volontà e in maniera totalmente gratuita. Mi limito a dargli vitto e alloggio.” Rispose Loki.
    “E non protesta mai?” domandò Saiko.
    “Non vedo perché dovrebbe. Ad ogni modo, signor detective…” e detto ciò indicò Conan. “Quanti casi hai risolto finora?”
    “Quanti casi?” ripeté Conan, per poi girarsi verso Ran. “Tu per caso ne hai tenuto il conto?”
    “Ti pare che faccia una cosa così macabra?! Da quando sei arrivato tu, abbiamo avuto a che fare con centinaia di omicidi, sventato stragi, assistito a esplosioni, dirottamenti, affondamenti…”
    “M-Ma che bella lista…” fece Mayura, con gli occhi ridotti a due punti, come anche Loki.
    “P-Però… Non male… E li hai risolti tutti?”
    “Direi di sì… ne ho giusto uno ancora in corso, ma non me ne preoccupo al momento.”
    “Come mai?”
    “Diciamo che dubito che possa ripresentarmisi ancora di fronte.”
    “Capisco… E eventi paranormali? Hai mai avuto a che fare con quelli?”
    “Sono un detective, non credo in certe cose.”
    “Ma sei sicuro di essere un bambino?” domandò Mayura.
    Conan guardò Ran, dopodiché sorrisero entrambi.
    “Chissà…”
    “Dunque tu non credi nel paranormale, eh?” ripeté Loki, un po’ deluso. “Peccato, per un detective è fondamentale.”
    “Non per me. Ho visto cose che farebbero impallidire qualsiasi cosa fuori dalla norma, credimi.”
    “Non quanto il caso di cui mi sto occupando al momento, ne sono certo.”
    “Mettimi alla prova.”
    “Molto bene.” Rispose Loki, aprendo un cassetto della scrivania e lanciando a Conan il giornale che gli aveva portato Mayura. “Leggi.”
    Conan obbedì, mentre Yamino tornava dentro portando del tè per tutti.
    “Come sarebbe a dire? È uno scherzo, no?” chiese qualche minuto dopo, appoggiando il giornale di fronte a Loki.
    “È quello che ho pensato anch’io. Decine di criminali che muoiono ogni giorno di arresto cardiaco… Non avevo mai sentito nulla del gene-”
    Saiko sputò subito il tè, cominciando a tossire, attirando su di sé gli sguardi di tutti.
    “C-Che cosa hai detto?!” esclamò, riprendendo fiato. “Hai letto proprio ciò che ho sentito?!”
    “S-Sì… ma perché una simile reazione?”
    “Non è possibile… Non credevo che anche lui fosse reale…” disse il mangaka con paura.
    “Di chi stai parlando?”
    “Kira.”
    I ragazzi lo guardarono per qualche secondo.
    “Che cos’è, un cane?” chiese Loki, sorridendo.
    “No, il più grande serial killer della storia… Ha ucciso migliaia di persone, portando il suo mondo a un periodo di paura, dove nessuno osava andare contro di lui… e chi osava farlo trovava la morte.”
    “Il suo mondo? Da come parli, sembra quasi che-” cominciò Mayura, venendo però interrotta da Loki.
    “Continua.” Disse lui semplicemente.
    Saiko annuì.
    “Secondo la sua idea, tutti i criminali dovevano scomparire, in modo da creare un mondo perfetto, dove lui sarebbe stato un vero e proprio dio.”
    “E per quanto strano sia, cos’ha a che fare con questo caso?” chiese Conan.
    “Semplice: la maggior parte delle sue vittime moriva per arresto cardiaco. Non importa quanti anni avessero e dove si trovassero. Tutti morivano d’infarto.”
    “Proprio come questa volta, ma perché dici che è impossibile?”
    “Beh… prima di tutto perché non credevo potesse essere reale… e secondo, perché alla fine anche Kira morì.”
    “E qualcuno non può aver scoperto come faceva e continuare al suo posto?”
    “Sì, in teoria è fattibile, ma non sono molte le persone in grado di uccidere come se niente fosse migliaia di persone.”
    “Immagino che non si sia mai scoperto come faceva, vero?” domandò Mayura, senza nascondere la sua paura.
    “La sua arma… era un oggetto che possiede chiunque. Un oggetto apparentemente inutile, ma che per lui era fondamentale.”
    “Ovvero?” fece Ran.
    “Una penna.”
    “Una penna?” ripeté Loki. “Scusa, ma non provocava un infarto? Come avrebbe fatto usando una penna?”
    “La penna serviva per scrivere sopra il suo quaderno: il Death Note. Era quello la vera causa. Gli bastava conoscere nome e volto di una persona, ed era fatta. Scriveva il suo nome, e dopo quaranta secondi moriva di arresto cardiaco, ma non si limitava a questo. Più avanti scoprì che poteva provocare la morte di qualcuno in maniera più specifica, purché fattibile, e anche dove e quando.”
    “E come ha fatto a creare una simile arma?”
    “Non era opera sua. Uno Shinigami lo fece cadere a terra, e Kira lo trovò per puro caso.”
    “Uno Shinigami? Come Ichigo?” fece Ran, per poi tapparsi la bocca.
    Questa volta furono Loki e Yamino a tossire, mentre Mayura si limitò a spalancare gli occhi.
    “C-Che cosa?! Voi conoscete uno Shinigami?!” esclamò Loki.
    “Beh… sì…” fece Conan, sospirando. “Ma è molto diverso da come immaginate. Sembra un semplice ragazzo, e non va in giro ad uccidere le persone. Anzi, da quanto ci ha detto, è da un po’ che non svolge più quell’attività.”
    “Uno Shinigami che non lavora… Mistero!” esclamò Mayura, indossando nuovamente i suoi occhiali.
    Loki invece sorrise.
    “Voi tre siete davvero interessanti… Perciò ora rispondetemi, chi siete veramente?”
    “Dato che continui a chiederlo, ti risponderemo.” Fece Conan, per poi evocare il suo Keyblade, imitato subito da Saiko.
    “Noi due siamo custodi della luce. Mentre Ran…”
    Mentre parlava, la ragazza si scostò la frangia che le copriva la fronte, mostrando così il simbolo di Dark.
    “Io sono una guardiana dell’Equilibrio, alleata con i custodi della luce.”
    “C-Custodi?!” esclamò Yamino, guardando spaventato Loki, che invece rimase tranquillo.
    “Capisco… Dovevo immaginarlo. Dunque non siete di questo mondo.”
    “Esatto. Siamo qui perché-”
    “Fantastico!” urlò Mayura, saltando di fronte a Conan e prendendogli di mano il Keyblade. “Non pensavo che avrei mai visto la soluzione del mistero dei custodi. Certo che però, scegliere un bambino come custode è strano…”
    Ma l’attenzione della ragazza fu distolta da una nuvola di fumo, che circondò Conan.
    “Se non ti spiace…” fece la voce di Shinichi, mentre la sua mano spuntava fuori dal fumo, afferrando il Keyblade. “Questo è meglio che lo riprenda io.”
    “Che… cosa…” mormorò Mayura, osservando Shinichi, che fece subito sparire il Keyblade.
    Ma prima che potesse completare la frase, Loki saltò letteralmente addosso al ragazzo, cominciando a strattonarlo per la camicia.
    “Dimmi come hai fatto!” urlò. “Come hai fatto a crescere in così pochi secondi?!”
    “Ecco… è una lunga storia… per riassumere, diciamo che è uno dei miei poteri da custode.”
    “Signor Loki, si calmi…” fece Yamino, prendendolo e riportandolo alla sua poltrona. “Capisco come si sente, però non può aggredire così chiunque…”
    “Non vorrai forse dirmi che anche tu…”
    Ma Shinichi si fermò quando vide il bambino portarsi un dito sopra la bocca, intimandolo a tacere, per poi indicare con gli occhi Mayura, ancora scossa.
    “Non ci credo!” fece Ran. “E io che pensavo che tu fossi l’unico…”
    “Ma come… Che mistero! Un bambino che si trasforma in un ragazzo!” urlò infine Mayura, riprendendosi.
    “Dunque voi custodi avete altri poteri oltre al Keyblade.” continuò Loki, ignorandola. “Che mi pare di capire, cambino a seconda dei custodi.”
    “Esatto. Come hai visto, io posso alternarmi a Conan. Mentre Ran… diciamo che può usare una parte dei poteri dell’Equilibrio.”
    “Equilibrio? Già quando l’ha nominato prima mi ha incuriosito… Di che cosa si tratta?” domandò Yamino.
    “In teoria, è un nostro compagno. L’incarnazione stessa dell’Equilibrio, figlio della Luce e dell’Oscurità.” Rispose Saiko. “I suoi poteri sono molto superiori ai nostri. È in grado di distruggere un mondo in pochi secondi come se niente fosse.”
    “Davvero?” fece Loki, veramente sorpreso. “Significa che è più potente di noi…” mormorò a bassa voce.
    “Come sarebbe a dire figlio della Luce e dell’Oscurità?” domandò Mayura.
    “Vedete, abbiamo scoperto che non sono solo due nomi per indicare il bene e il male. Sono due entità vere e proprie, in guerra tra loro da sempre. A quanto pare, hanno fatto tregua solo per un giorno… e quel giorno nacque Dark. So che sembra assurdo, però…”
    “Non è per niente assurdo.” Rispose serio Loki. “Avevo già sentito una storia simile, ma anche tra le divinità è sempre stata una mera legenda.”
    “Anche tra le divinità? E tu come fai a saperlo, Loki?” chiese Mayura.
    “Segreto professionale.” Rispose sorridendo il bambino, chiudendo un occhio.
    “Ad ogni modo…” lo interruppe Saiko. “Tornando a Kira, continuò la sua opera di ‘purificazione’ per quasi dieci anni. Praticamente fin dall’inizio, il più famoso e abile detective del suo mondo, L, si mise sulle sue tracce, scoprendolo abbastanza facilmente. Tuttavia, Kira non era per niente stupido e non lasciò alcuna prova dietro di sé. Alla fine, L morì per mano di Kira, proprio ad un passo dal riuscire a smascherarlo.”
    “L? Per cosa stava?” domandò Loki.
    “Semplicemente L. Sembra assurdo, ma era il suo vero nome. Con la sua scomparsa, sembrava che Kira avesse vinto, ma per fortuna, L aveva designato due eredi. Uno di loro fece la sua stessa fine, aiutando però l’altro a rivelare a tutti la sua identità. Messo alle strette, Kira chiese allo Shinigami di uccidere tutti i poliziotti che lo circondavano… peccato che non avesse alcun interesse nel farlo. Così scrisse sul suo Death Note il nome di Kira, uccidendolo. Poi da quel che so io, l’erede di L bruciò il Death Note.”
    “Storia parecchio interessante… che mi ha dato uno spunto per scoprire chi è questo imitatore.”
    “Sempre che sia un imitatore.” osservò Conan. “Se per qualche motivo, l’Oscurità avesse deciso di attaccare questo mondo, potrebbe anche averlo riportato indietro…”
    “Quest’Oscurità è così potente?”
    “Potente? È un eufemismo.” Rispose Ran. “Ha attaccato il nostro mondo ed è riuscito a far diventare malvagie persone che in passato avevano aiutato altri custodi.”
    “Compresa la mia fidanzata.” Disse atono Saiko. “Era rimasta pietrificata nel nostro mondo, e l’ho rincontrata che cercava di uccidermi.”
    “Signor Loki, credo sia il caso di lasciar perdere questo caso. È troppo pericoloso.” Fece Yamino.
    “Suvvia… per una volta che c’è qualcosa di veramente divertente, tu vorresti farmelo perdere?”
    “Allora, qual è il tuo piano?” chiese Conan.
    “Ehi, tu!” fece Loki, indicando il mangaka.
    “Il mio nome è Saiko.” replicò con una nota di irritazione il custode.
    “Come vuoi. Dimmi, questo L, aveva un qualche modo per farsi riconoscere senza mostrarsi di persona?”
    Saiko sorrise.
    “L non si mostrava quasi mai di persona, ma solo tramite videomessaggi.” Rispose.

    Light era seduto di fronte alla televisione, in silenzio.
    Continuava a riflettere su ciò che gli avevano rivelato quei due uomini, sebbene la domanda principale nei suoi pensieri fosse rivolta alla loro identità.
    “Che cosa volevano dire con ‘Non è chi sembra’…?” si chiese, per poi voltare lo sguardo verso il televisore, il quale continuava a trasmette con l’audio spento.
    “Meglio non pensarci troppo… Vediamo i nuovi criminali da eliminare…” fece, ripristinando il volume, proprio mentre cominciava un telegiornale.
    “Buonasera a tutti. Come annunciato nell’anteprima, è stato scoperto il nome del responsabile delle recenti morti di criminali.” Annunciò la presentatrice.
    Light spalancò gli occhi incredulo.
    “Che cosa…?”
    “Qualche ora fa, alla polizia è stato mandato un videomessaggio, che le autorità ritengono attendibile, dove viene rivelato il suo nome. Abbiamo avuto il permesso di trasmetterlo.”
    Subito dopo, sullo schermo del televisore apparve una L in carattere gotico.
    “Chi vi parla è l’unica persona a conoscenza di ciò che sta succedendo in questo momento. Io sono L.” Disse una voce modificata al computer, che fece spalancare gli occhi a un incredulo Light.
    “Il responsabile dei recenti omicidi dei criminali più famosi del mondo non è altri che un serial killer, che già in passato ha compiuto una simile strage. So che molti di voi si stanno chiedendo quando, ma la domanda giusta da porsi è dove. Perché questo individuo viene da un altro mondo, proprio come me. Il suo nome è Kira.”
    “È impossibile!” urlò Light, scattando in piedi. “Non può essere lui!”
    “Kira, credevi di esserti liberato di me, vero? No, non sono né N né M, se te lo stai chiedendo. Sono proprio io, colui che credevi morto di fronte a te. A quanto pare, il nostro conflitto non è ancora finito. Questa volta non userò nessuna cavia per dimostrare la tua esistenza. Questa volta so già del quaderno, e so come funziona. Vuoi forse cercarmi per tutto questo mondo? Se sei qui, significa che qualcuno ti ha permesso di tornare… E lo stesso vale per me. Tuttavia, sebbene non abbia più il supporto di tutta la polizia mondiale, ho altri alleati.
    “Immagino che tu, come tutti gli altri, sappia di chi sto parlando. I custodi della Luce mi affiancheranno nella tua ricerca. Questa volta tutti e due sappiamo chi cercare… perciò vincerà il più fortunato. Chi prima viene trovato, prima viene ucciso. Inoltre, è giusto che tutti sappiano che se tu non conosci nome, cognome e volto, non puoi uccidere nessuno. Di conseguenza, se non verranno più trasmesse le foto dei criminali, sarai costretto a fermarti. E a differenza dell’altra volta, non puoi accedere ai file della polizia.”

    “Bastardo… Osi affrontarmi di nuovo?!” sbraitò Light, chiudendo le mani a pugno, sapendo bene che nessuno poteva rispondergli. “Ti opponi di nuovo alla mia giustizia?! Come fai a non capire che sono io a decidere che cosa è giusto e cosa è sbagliato?!”
    “Perché puzzi d’oscurità.” Disse una voce femminile alle sue spalle.
    “Chi…” fece l’uomo, girandosi e ritrovandosi di fronte a Ran, con un cappuccio che le celava il volto, appoggiata alla porta. “E tu chi sei?!”
    “Credi davvero che ti dica il mio nome, Kira?” continuò lei.
    “Sei una custode, non è vero?”
    “Chissà… ma posso dirti che sono qui su richiesta di L. Come vedi, non è stato difficile trovarti… facendoti arrabbiare con quel video, hai cominciato ad emettere pura oscurità… che io ho ritracciato immediatamente.” Spiegò la ragazza, creando tra le mani una tenue sfera oscura.
    L’uomo la guardò per qualche secondo, per poi scoppiare a ridere.
    “Capisco… Una custode oscura che si è ribellata al suo padrone… Non credevo ci fosse qualcuno così stupido. Tuttavia, c’è una cosa che L non può sapere.”
    “Fammi indovinare… Sei in grado di vedere i veri nomi delle persone, assieme al tempo che gli rimane da vivere?” disse un'altra voce, che risuonò nella stanza.
    Ran mostrò un piccolo trasmettitore che nascondeva in tasca.
    “Quella voce…”
    “È da tanto che non ci sentiamo… Light.” fece la voce di L.
    “Sai, credevo che il nostro scontro fosse terminato con la tua morte.” Disse Saiko, parlando con il papillon di Shinichi, mentre quest’ultimo lo osservava, assieme a Loki e a Yumino.
    “A me risultava che fosse finito con la tua, di morte.” Rispose la voce di Light.
    “Diciamo che sono stato… aiutato a tornare per finire l’opera. Sai, non pensavo che fossi realmente tu. Piuttosto un imitatore.”
    “Dunque aveva ragione.” osservò Loki, bevendo un po’ di tè. “Esiste una persona con un simile potere.”
    “Signor Loki… cosa crede succederà adesso?”
    “Umph. Non credo che il superiore rimarrà fermo… se è veramente coinvolta un’entità così potente, di sicuro non la lascerà agire come vuole. Chissà, potrebbe anche restituirmi i miei poteri…”
    “I tuoi poteri?” chiese Conan. “Ora che Mayura non c’è, puoi dirlo chiaramente. Tu sei veramente il Loki della mitologia nordica, non è vero?”
    “Bingo, Shinichi. Sono stato esiliato per motivi non ancora troppo chiari, e sono relegato in questo corpo di bambino, con i miei poteri magici ridotti al minimo. Puoi ben immaginare quanto sia frustrante tutto ciò per uno come me…” e qui sospirò. “Il mio fascino è andato perso…”
    “Certo che sei uno che si preoccupa di molte cose.” replicò acido il detective, per poi voltarsi verso Saiko. “Speriamo vada tutto bene. Non mi piace pensare a Ran di fronte a un serial killer…”
    “Però devo dire che la tua ragazza ha validi argomenti per convincere le persone.” disse Loki, osservando un buco nel muro dietro di lui.
    “Già…”
    “Loki!!!” urlò una voce, poco prima che la porta venisse buttata giù, lasciando a tutti vedere un ragazzo dai capelli castani, vestito di nero e con una spada di legno in mano.
    “Si può sapere che cosa stai combinando?!” continuò a urlare.
    “Narugami, silenzio!” gli rispose Loki, guardando Saiko, che si era affrettato a coprire con la mano il trasmettitore.
    “Loki?” fece la voce di Light. “Ma certo… che stupido che sono stato. Tu non sei L.”
    “Maledizione, ci ha scoperti! Ran, scappa!” urlò Shinichi, prendendo in mano il trasmettitore.
    Ran non se lo fece dire due volte.
    Prima che Light potesse fare qualcosa, aprì dietro di sé un varco, sparendo in esso e richiudendolo subito dopo il suo passaggio.
    Light guardò furioso il punto in cui era scomparsa la ragazza, per poi tornare a volgere la sua attenzione al trasmettitore, che Ran aveva fatto cadere per la fretta.
    “Complimenti, custodi.” Disse, prendendolo in mano. “Non so come abbiate fatto a scoprire tutte quelle cose sul mio conto e su quello di L e a imitarne la voce, ammetto che eravate quasi riusciti a ingannarmi. Ringraziate quel tipo che vi ha fatto scoprire da parte mia. Tuttavia, sappiate che la prossima che ci incontreremo, scriverò i vostri nomi sul Death Note. Come avete detto voi prima, ora sono in grado di vedere i nomi di chiunque io voglia. Siete stati fortunati con la ragazza, ma d’ora in poi guarderò i nomi di chiunque, sempre. Voglio vedere come riuscirete a fuggire alla mia mano di giustizia.”
    “Narugami…” fece Loki, guardando storto il ragazzo appena arrivato. “Complimenti, hai rovinato un piano geniale.”
    “Piano? Di che cosa stai parlando.”
    “Ne parleremo dopo.” rispose il bambino, per poi farsi consegnare il trasmettitore da Shinichi, mentre Ran usciva dal varco, lasciando di stucco Narugami.
    “Light, giusto?” disse Loki, rivolgendosi direttamente all’uomo dall’altra parte della conversazione.
    “E tu chi sei?”
    “Il mio nome è Loki. È inutile che cerchi informazioni su di me, non le troverai. L’idea di usare il nome del tuo antico rivale è stata mia. Mi sono fatto consegnare tutte le informazioni in proposito da uno dei custodi, che ne era a conoscenza. Quindi, mi dispiace per te, ma siamo in vantaggio noi. Sappiamo tutto di te, mentre tu non sai nulla di noi. Il mio nome non ti sarà di alcun aiuto, e nemmeno quello di Ran e Narugami.”
    “Ne sei sicuro? Loki… Anche il tuo nome inizia con quella lettera… A quanto pare, è destino che io continui a confrontarmi con lui…”
    “Umpf. Non so che razza di demone si sia impossessato di te fino al punto di renderti così, ma il mio compito è quello di esorcizzarti, e di consegnarti alla giustizia.”
    “Mi dispiace, ma sono io la giustizia!”
    “E quel tipo così presuntuoso chi è?” chiese Narugami.
    “Il serial killer di criminali degli ultimi giorni.” Rispose Ran.
    “Che cosa?! E osa parlare di giustizia?! E cosa più importante… perché Loki sta parlando con lui?!” sbraitò il ragazzo.
    “Tu saresti la giustizia?” continuò il bambino. “Interessante… Sai, sono sempre stato un po’ restio ad essa… ma se tu sei la giustizia, allora non mi farò alcun problema a ignorarla. Ci vedremo presto, Kira.”
    Detto ciò, spense il trasmettitore.
    “Certo che ci è andata bene… Per fortuna non può uccidere chi non conosce.” disse, per poi voltarsi verso Narugami. “E se non fosse stato per te, saremmo riusciti a coglierlo di sorpresa…”
    “Come?”
    “Il mio compito era quello di farmi vedere da lui, facendogli così credere di essere lì solo per parlare.” Spiegò Ran. “Poi, lo avrei stordito non appena avesse abbassato la guardia e lo avrei portato qui.”
    “E io stavo simulando la voce del suo avversario, in modo da fargli credere che fosse tornato in vita, proprio come lui.”
    “Quindi io ho appena… mandato tutto a monte?” chiese Narugami, deglutendo.
    “Già. Ah, e giusto per tua informazione, quel tipo è stato fatto tornare in vita probabilmente da uno di loro tre.”
    “Uno di loro tre?” ripeté il ragazzo, per poi spalancare lentamente gli occhi. “Per loro tre… intendi dire QUEI tre?!”
    “Esattamente. Pare che i qui presenti custodi siano in stretto contatto con uno di loro.”
    “Di cosa state parlando?” chiese Saiko.
    “Da noi, Luce, Tenebre e Equilibrio sono considerati tre entità a parte, superiori anche a noi, dato che sorreggono l’universo stesso.” Spiegò Loki. “Ma finora, nessuno di noi le aveva mai incontrate di persona. Voi siete le prime persone che dicono di averlo fatto.”
    “Sfido… io sono stato pure ucciso da una di loro.” commentò aspro Shinichi.
    “E riportato indietro da un’altra.” Continuò Ran.
    “Ma è impossibile!” esclamò Narugami. “Quei tre non possono essere intervenuti in prima persona! Non l’hanno mai fatto prima d’ora!”
    “La guerra del Keyblade.” Fece Saiko. “Sarà una guerra che supera ogni immaginazione. E questa guerra sarà guidata dall’incarnazione dell’Equilibrio.”
    “L’Equilibrio in persona? Ma credevo che non intervenisse mai, dato che lui ha il compito di non far prevalere la luce e l’oscurità.”
    “Diciamo che per… questioni familiari, si è alleato con Luce.” Rispose Shinichi.
    “Ad ogni modo, un problema per volta.” Disse Loki. “Prima occupiamoci di Kira. Sappiamo dove si trova e mi pare di aver capito che lo possiate trovare anche se si spostasse, giusto?”
    I custodi annuirono.
    “Perfetto. Allora non ci resta che coprirci il volto e andare subito a-”
    Ma Loki fu interrotto dal rumore di uno sparo, seguito subito da Shinichi che cadeva a terra, portandosi la mano destra a coprirsi la spalla sinistra.
    “Chi è stato?” urlò Narugami, alzando la sua spada di legno. “Fatti vedere!”
    “Umpf. Sei stato fortunato. Qualcosa ha deviato il proiettile.” Disse una voce, al che, sentendola, Shinichi spalancò gli occhi.
    “Scusa, colpa mia.” Fece Loki, guardando verso la porta. “Mi dispiace non essere riuscito a deviarlo del tutto, ma me ne sono accorto troppo tardi. Allora, chi è che vuole uccidere uno dei miei soci?”
    “A-Attenzione…” lo avvertì Shinichi. “Quello è…”
    “Non ti sforzare, detective. Rischi di morire e così mi toglieresti il piacere di eliminarti di persona.” Disse un uomo vestito di nero dai lunghi capelli bianchi, entrando dalla porta e tenendo puntata la pistola contro Shinichi.
    Dietro di lui c’era un altro uomo, vestito allo stesso modo ma fisicamente più robusto, con un paio di occhiali da sole a coprirgli gli occhi, che sorrideva divertito.
    “Gin… Com’è possibile? Dark mi aveva assicurato che non aveva aperto nessun passaggio vicino a voi dell’organizzazione…”
    “Lui è Gin?” fece Ran, guardandolo con sorpresa mista a paura, mentre Shinichi si lanciava contro una magia curativa, rigenerando la ferita.
    “Come immaginavo. Devi essere entrato in contatto con Sherry per conoscere il mio nome.”
    “Speri che ti dica dove si trova?” rispose lui, per poi evocare il Keyblade. “Non credere che ti lascerò andare via velocemente.”
    Saiko evocò anche lui il Keyblade, mentre Narugami e Ran si misero al loro fianco, pronti a combattere.
    “Così sei anche tu un custode. Dovevo immaginarlo, lui aveva detto che sarebbe stato possibile.”
    “Lui?”
    “Voi custodi della Luce siete ai comandi dell’Equilibrio al momento, no?” chiese Gin. “E dovreste sapere bene chi è il suo avversario.”
    “L’Oscurità… è stata l’Oscurità a salvarvi, non è vero?” domandò Saiko, stringendo con forza la sua arma.
    Gin sorrise, mentre la pistola che aveva in mano veniva avvolta da un’aurea nera.
    Pochi secondi dopo, al suo posto si trovava un Keyblade nero, che a differenza degli altri sembrava essere in grado di sparare.
    “No!” esclamò Shinichi, incredulo. “Non può essere!”
    “Temi la concorrenza, Kudo Shinichi? O dovrei chiamarti Edogawa Conan? Sì, l’Oscurità mi ha rivelato il segreto tuo e di Sherry. Immagino che non ti aspettassi nemmeno questo, vero?”
    “E probabilmente, non si aspettavano nemmeno del nostro patto.” Disse una terza voce, mentre dietro i due uomini in nero appariva una terza figura.
    Con un ghigno terrificante stampato sul volto, Light Yagami superò Gin e Vodka, fermandosi di fronte ai custodi.
    “E così, ecco qui i famosi custodi.” Disse, guardandoli uno ad uno. “Siete fortunati. Sembra che io non possa vedere i vostri nomi, ma poco importa.”
    “E tu chi sei?” chiese Narugami. “Cominciano ad esserci troppe persone in questa stanza.”
    “Io sono Kira.” Rispose Light. “Ma a quanto pare, solo due di voi conoscevano il mio volto.”
    “È più arrogante di quanto credessi… Si vede che la finzione non rispecchia completamente la realtà.” Commentò Saiko, deglutendo.
    “Già. Non hanno lontanamente pensato che tu potessi avere degli alleati, che avrebbero usato il loro stesso trucco per ritracciarli.” Fece Vodka. “E chi si aspettava di incontrare proprio quell’impiccione di un ragazzo?”
    “E così sei tu quello che si fa passare come la nuova giustizia, eh?” fece Narugami, alzando la spada verso Light. “Non credo di poterti perdonare.”
    “Credi di potermi far male con una spada di legno?” chiese divertito Kira.
    “Con una spada di legno no di certo…” rispose il ragazzo, per poi lanciarsi contro Light, mentre la spada veniva circondata da decine di fulmini.
    “Ma credo che la mia Mjolnir possa ferirti sufficientemente!” urlò, preparandosi a colpire il killer.
    Solo che con sua grande sorpresa, Light alzò la mano destra, facendo apparire anche lui un Keyblade nero, con il quale parò l’attacco.
    “Che cosa?!” esclamò Saiko. “Anche lui ha un Keyblade?!”
    “Credete davvero che l’Oscurità si fosse limitata a farmi tornare in vita e a donarmi nuovi poteri e un nuovo Death Note?” chiese lui, sorridendo, per poi affiancarsi a Gin.
    “E ora… direi che è arrivato il momento di eliminare delle persone piuttosto scomode.”
    “Narugami, mi deludi.” Fece Loki, avvicinandosi a loro. “Se Thor si fa respingere così facilmente, noi altri non facciamo di certo una bella figura.”
    Narugami sorrise.
    “Allora ci vuoi provare tu, Loki?” chiese.
    “Oh, non sai quanto mi piacerebbe. Dopotutto sono famoso anch’io per la mia malvagità… Se solo potessi usare tutti i miei poteri ovviamente.”
    “Chi vi credete di essere voi due? Siete solo due ragazzini con un giocattolo.” Li derise Vodka.
    “Non irritarmi, umano.” Replicò Loki con gli occhi stretti in due fessure. “Ragazzino a me? Forse non hai fatto un collegamento importante con il mio nome… io sono il dio Loki.” Disse, mentre dietro di lui apparivano dal nulla decine di serpenti, che si misero attorno a lui, come per difenderlo.
    “Il solito esibizionista.” Commentò Narugami, alzando di nuovo la spada, ancora avvolta dai fulmini. “Ad ogni modo, io, Thor, non vi lascerò continuare la vostra opera!”
    “Quindi abbiamo di fronte due divinità, eh?” fece Gin, alzando il Keyblade verso di loro. “Interessante, vediamo se siete veramente immortali come si dice in giro.”
    “Gin…” lo interruppe Light. “Lascia che a loro due ci pensi io. Non ho ancora potuto provare il mio Keyblade… E dato che con loro il mio Death Note è inutile, dovrò procedere in maniera manuale per la loro eliminazione.”
    “Saiko…” fece Shinichi. “Proteggi Ran per piacere, me la vedrò io con Gin. Tu metti fuori gioco Vodka.”
    “Neanche per sogno!” esclamò Ran, creando in mano una sfera di fuoco. “Non me ne starò di certo da parte! Combatterò anch’io!”
    “Non importa in quanti combattete.” Fece Gin, puntandoli contro il Keyblade. “Tanto morirete tutti qui. E poi andrò a cercare anche Sherry, eliminando lei e tutti coloro che la circondano.”
    “Ormai ti sarà impossibile. La polizia è al corrente della vostra esistenza. Non riuscirai neanche ad avvicinarla. Anzi, è probabile che ora sia sotto la protezione di altri custodi.”
    “Allora eliminerò anche loro. Dopotutto, un custode della Luce se n’è già andato.”
    Sentendo ciò, i tre spalancarono gli occhi.
    “Che cos’hai detto?” fece Saiko. “Impossibile!”
    “Oh, invece sì. E ti dirò di più: è stata Azuki a sconfiggerlo. L’Oscurità mi ha detto che il custode di nome Saiko era il suo ex fidanzato… e se ho capito bene, ti chiami così, no?”
    Il mangaka cominciò a tremare.
    “Azuki avrebbe… No! Mi rifiuto di crederci!” urlò.
    “E vuoi sapere chi vi ha lasciato?” continuò Gin, che sembrava divertirsi. “Un ragazzino… uno che era in grado di indossare una specie di tuta blu con tanto di casco…”
    “Justin…” mormorò Saiko. “Stai dicendo che Justin è-”
    “Distrutto definitivamente, assieme al suo cuore. Niente Heartless o Nessuno. Non è rimasto nulla di lui. È stato cancellato dall’universo ed è stato solo il primo. E ora ammirate… il vero potere dell’Oscurità!”
    Gin urlò l’ultima parola, venendo completamente avvolto dalle tenebre, che poi confluirono nel suo Keyblade, formando un proiettile di oscurità.
    L’uomo in nero prese la mira, per poi sparare contro i tre.
    “Maledizione!” urlò Shinichi, creando insieme a Ran e a Saiko una sfera di luce che lanciò contro il proiettile, riuscendo a fermarlo.
    Pochi instanti dopo la sala saltò in aria per l’onda d’urto dell’esplosione causata dall’incontro tra i due elementi.
    Loki, Narugami e Yamino saltarono fuori dalla casa, riuscendo ad evitare le macerie, mentre gli altri li seguirono avvolti da delle barriere.
    “La mia casa!” esclamò Loki, per poi voltarsi verso Light. “Avete la più pallida idea della fatica che Yamino farà per rimetterla a posto?!”
    “Perché nomina solo me?” chiese lui, afflitto e ormai arreso a ciò che purtroppo lo aspettava.
    “Io non me ne preoccuperei. Piuttosto direi al tuo maggiordomo di cominciare a scavare la terra.”
    “Sei davvero convinto di poterci sconfiggere dunque?” chiese Narugami. “E sentiamo, come vorresti eliminare due divinità?”
    “Con il Keyblade ovviamente.” Rispose lui, alzando la chiave verso di loro.
    Ma prima che potesse fare una mossa, si ritrovò circondato dai serpenti di Loki.
    “Non credo ne avrai la possibilità. Quei serpenti sono velenosi. Fai un solo passo e per te sarà la fine. Non credo tu sia immortale, perciò morirai anche se sei ritornato in vita.”
    Light sorrise.
    “I tuoi serpentelli non mi fanno paura. Come ho detto prima, non ho solo il Death Note come mezzo per uccidere… Solo che l’altro non è indiretto come lui.”
    Mentre diceva ciò, il suo Keyblade venne avvolto da un’aurea nera, che pian piano lo circondò completamente, fino a coprire anche i serpenti.
    In pochi secondi, tutti gli animali caddero a terra privi di vita.
    “Che cosa?” esclamò sorpreso Loki, guardando i suoi serpenti.
    “Come ha fatto?”
    “Il mio Keyblade è particolare…” spiegò divertito Light. “Il solo contatto con esso è letale per chiunque oltre a me. E se voglio, come ho fatto adesso, posso espandere di qualche metro il suo effetto. Ora capite? Mi basterà avvicinarmi a voi e non avrete scampo.”
    “Questo tipo si rivelerà piuttosto difficile da affrontare…” commentò Narugami, deglutendo.
    Loki invece alzò la testa verso l’alto.
    “Ehi, superiore!” urlò. “Ti vuoi decidere a restituirmi i miei poteri?! Non vedi che qui la situazione è abbastanza critica?!”
    “Credi davvero che ti ascolterà?”
    “Se l’Oscurità è intervenuta in questa maniera nel nostro mondo, di sicuro a Odino la cosa non è andata giù facilmente. E anche se mi farà un favore temporaneo, non credo disprezzerà una vendetta nei suoi confronti.” Rispose il dio dell’inganno, sorridendo.
    Mentre diceva ciò, il suo corpo cominciò a diventare lentamente più grande, mentre i suoi vestiti si adattavano alle nuove misure.
    Pochi secondi dopo al posto del bambino c’era un ragazzo con i suoi stessi tratti, che chiuse e riaprì le mani un paio di volte.
    “Perfetto… e ora comincia il divertimento. Sei pronto, Thor?”
    “Che razza di domanda! Sono un alleato della giustizia, è mio compito aiutarla. E se stavolta sei dalla sua parte, ti aiuterò!”
    “Perfetto!”
    “Come se voi due poteste vincere contro di me.” Ghignò Kira.
    “Non ci resta che scoprirlo di persona, no?” fece Loki, per poi lanciarsi contro di lui seguito da Narugami. 
    Shinichi, Ran e Saiko tornarono a terra, dissolvendo la barriera, mentre Gin e Vodka li imitavano a qualche metro di distanza.
    “C’è una cosa che non riesco a spiegarmi…” fece Shinichi, rivolgendosi al suo avversario. “Tu sei un custode dell’Oscurità… ma lui?”
    “Finché mi sarà utile, lo terrò al mio fianco. Mi conosci, no?” rispose l’uomo, sorridendo.
    “Una persona veramente disgustosa.” commentò Saiko, brandendo il Keyblade. “Mi chiedo come faccia ad essere ancora vivo… credevo che una persona del genere avesse vita breve.”
    “Non nel suo caso purtroppo.” Rispose Shinichi, preparandosi a combattere, mentre anche Ran alzava i pugni, pronta a intervenire.
    “Poveri stolti. Due custodi e un guardiano non saranno sufficienti per battermi!” urlò Gin, lanciando un nuovo colpo oscuro verso i tre.
    Ma prima che potessero fare qualcosa, dal terreno sotto di loro si alzò dal nulla un muro, che prese in pieno l’attacco.
    “Che cosa?” esclamò sorpreso l’uomo.
    “Hai ragione… Due custodi e un solo guardiano non sono sufficienti…” disse una voce, mentre il muro tornava nella terra, lasciando che un ragazzo dai capelli dorati a caschetto, avvolto da un mantello rosso, si posizionasse davanti ai tre.
    “Ma se ci sono più guardiani, la cosa per te comincia a diventare più difficile, no?” chiese Alphonse Elric, guardando freddamente Gin.
    “Al?!” esclamò sorpreso Saiko. “Che cosa ci fai qui?!”
    “L’oscurità di questo mondo si è sentita in tutto l’universo. Siamo venuti subito ad aiutarvi.”
    “Siamo?” ripeté Ran.
    “Esatto.” Rispose una ragazza dai lunghi capelli biondi, con addosso una tuta da meccanico, affiancandosi ad Alphonse. “Siamo venuti in parecchi.” Concluse Winry, lanciando in aria una chiave inglese, riprendendola al volo.
    Gin non fece una piega.
    “Non importa. Due mocciosi in più non mi preoccupano di certo!”
    “Allora impara a contare meglio!” urlò una voce alle sue spalle.
    Gin si voltò giusto in tempo per venire colpito da centinaia di pugni in sequenza, che lo colpirono alla velocità della luce, facendolo volare in aria.
    “Capo!” esclamò Vodka, girandosi e vedendo un ragazzo con addosso un’armatura bianca, con il braccio disteso in avanti e la mano chiusa a pugno.
    “Parla tanto e poi si fa colpire come se niente fosse. Non è molto coerente con se stesso.” Disse Seiya, abbassando il braccio. “E mi è bastato usare il cosmo.”
    Gin cadde a terra poco lontano, rialzandosi a fatica, con il corpo pieno di lividi.
    “M-Maledizione… come ha fatto?” chiese, guardando i nuovi arrivati.
    “Da quel che ho capito, è in grado di usare l’energia dell’universo per attaccare…” rispose un ragazzo con addosso una calzamaglia verde, che stava volando sopra di loro, con in mano un pugnale e accompagnato da un gatto azzurro con le ali. “E devo dire che è decisamente forte.”
    Loki e Narugami saltarono indietro giusto in tempo per evitare che il Keyblade di Light li colpisse.
    “Maledizione… così non riusciamo nemmeno a sfiorarlo…” fece Thor.
    “Non ci resta che continuare ad attaccarlo, sperando in una sua mossa falsa.”
    “Non ne farò, tranquilli.”
    “In questo caso allora sarà meglio costringerti a farla.” Esclamò una voce, poco prima che una fiammata investisse in pieno Light.
    Loki e Narugami si girarono, vedendo un uomo con addosso un uniforme militare blu e la mano aperta di fronte a sé.
    Light spazzò via le fiamme con il Keyblade, guardando con rabbia il nuovo arrivato.
    “E tu chi sei?” chiese, senza nascondere il suo disappunto per la nuova situazione.
    “Un guardiano dell’Equilibrio. Proprio come noi!” disse un’altra voce, poco prima che una pioggia di spade raggiungesse Light che riuscì ad evitarle per un soffio.
    “Però, in gamba.” Disse una ragazza dai capelli rossi con addosso un’armatura bianca con riflessi argentei, provvista di un paio di ali. “Non è da tutti evitare un mio attacco, ma credo che la tua sia stata la fortuna del principiante.”
    “Elsa ha ragione.” Fece un ragazzo al suo fianco, che indossava un semplice paio di jeans e una maglietta. “Scommetto che di solito non lascia scampo.” Concluse Eiji, sorridendo.
    “E voi chi siete?” chiese Loki, guardando sorpresi i tre guardiani.
    “Lo hanno detto poco fa.” Replicò tranquillamente un uomo dai lunghi capelli neri, interamente coperto da un mantello rosso sangue dal collo così alto che lasciava scoperta solamente la parte superiore del viso, mostrando così le sue iridi cremisi, e puntando una pistola a tre canne contro Light. “Siamo tutti guardiani, giunti qui per aiutare questo mondo.”
    “Maledetti… credete forse di farmi paura solo perché siete in tanti?” fece Light.
    “Certo che no.” Rispose Elsa, facendo apparire dal nulla una spada. “Speriamo di farti paura perché facciamo paura!”
    Gin saltò all’indietro, riuscendo ad evitare una lancia di Al.
    “Non così in fretta!” esclamò Winry, avvolgendo la sua chiave con del fuoco e lanciandola contro di lui, colpendolo allo stomaco.
    “Questi poteri da guardiano sono veramente comodi.” Commentò la ragazza, sorridendo, fermandosi sentendo il rumore di un grilletto dietro di lei.
    “Poteri o no, un proiettile in testa ti sarà fatale.” Disse Vodka, senza abbassare l’arma.
    “Non ne avrai il tempo!” urlò una voce, anticipando una folata di vento che allontanò a forza l’uomo, facendogli cadere la pistola.
    Winry si girò, vedendo Inuyasha con il Keyblade in mano.
    “Quelle armi da fuoco le detesto.” Commentò, sbuffando.
    “Oltre al fatto che contro di noi sono perfettamente inutili.” Fece Natsu, raggiungendoli insieme a Shinji, Asuka, Shinji, Ichigo, Lucy, Sora, Riku e Kairi.
    “C’è una vera e propria riunione, eh?” commentò l’omonimo del cielo, sorridendo divertito. “A quanto pare, questa volta ai custodi delle tenebre non è andata bene.”
    Gin socchiuse gli occhi, guardando il gruppo di custodi appena arrivato.
    “Ora cominciano a essere troppi…” disse, mentre vedeva Light che si avvicinava a lui, con i guardiani alle sue spalle.
    “Questo non era previsto.” fece Kira, riuscendo a raggiungerlo, seguito da Vodka.
    “Già e non mi piacciono gli imprevisti. Credo proprio che questa volta dovremo ritirarci.”
    “Non ce ne sarà bisogno.” Disse una voce alle loro spalle.
    Shinichi, Ran e Saiko spalancarono gli occhi.
    Alle spalle dei custodi oscuri si aprì un varco, dal quale uscì l’Oscurità.
    “E tu chi sei?” domandò Inuyasha, facendo per partire all’attacco.
    “Fermati Inuyasha!” ordinò Saiko. “Non attaccarlo!”
    Il mezzo demone si fermò, guardandolo sorpreso.
    “Come sarebbe a dire?”
    “Lui… è l’Oscurità.” Rispose Shinichi, deglutendo.
    “L’Oscurità?” ripeté incredulo Narugami. “Quindi è intervenuto in prima persona… Loki, che cosa facciamo?”
    Ma il ragazzo continuò a fissare incredulo il nuovo arrivato.
    “Credo… che non ci resti che sperare.” rispose infine. “La senti anche tu, no? Emana pura energia, e per nulla positiva.”
    “Non possiamo di certo arrenderci come se nulla fosse!” esclamò Elsa, brandendo la spada.
    “Non è un avversario alla nostra portata, nemmeno unendo le nostre forze!” replicò Ichigo, chiudendo le mani a pugno per la rabbia. “Anche Hikari e Dark hanno avuto difficoltà contro di lui!”
    “Precisamente, custodi e guardiani.” Rispose l’Oscurità, per poi stendere un braccio verso di loro, spalancando la mano. “E ora, mi farete il piacere di raggiungere nell’oblio il vostro amico Justin.”
    Non appena ebbe detto ciò, creò in un instante un raggio d’energia oscura che li investì in pieno, facendoli volare tutti contro gli edifici vicini, e spazzandone via altri.
    “Umpf. A quanto pare, non sono stato sufficientemente veloce. Sei riuscito ad attutire il mio attacco…” fece l’incarnazione dell’oscurità, rivolgendosi a qualcuno.
    “A-Attutito?” ripeté Narugami, riemergendo da una casa. “Per fortuna che non c’era nessuno in questa casa, altrimenti ci sarebbe stata una strage.”
    “Ho fatto andare via tutti gli abitanti di questo quartiere facendo inoltrare un falso allarme bomba.” spiegò Loki, che era finito poco lontano da lui. “Ma di certo non credevo che sarebbe successo qualcosa di decisamente più grave di quanto avevo programmato…”
    “L’hai detto… Anche noi temevamo l’arrivo di questo giorno… una delle tre entità si è presentata di persona. Credo che per noi sia finita…”
    “Vi sbagliate.” Disse una voce alle loro spalle, poco prima che un’aurea verde ricoprisse loro e tutti gli altri custodi e guardiani.
    “E su due punti.” Continuò Hikari, superandoli. “Non solo per voi non è finita, ma stasera ci sono ben due entità superiori presenti.”
    “Due?” ripeté Loki.
    “Dark.” Rispose Sora, raggiungendo assieme a Riku e Kairi Hikari. “Non è vero?”
    Hikari annuì, sorridendo ai loro sguardi sorpresi nel vederla con il suo nuovo look.
    “Proprio così!” esclamò Black Star, mentre lui, Tsuna, Edward, Marco e Pan li raggiungevano.
    “Ma che cosa ti è successo?” chiese Kairi, trovando il coraggio di fare quella domanda.
    La custode dell’Equilibrio creò una sfera per metà di luce e per metà d’oscurità, per poi guardare la sorella.
    “Diciamo solo che… non sono più una custode della Luce.” Rispose infine.
    “Esattamente.” Disse la voce dell’unico che mancava ancora all’appello, mentre da dietro una delle case rimaste in piedi, sbucava Dark.
    “Hikari è la mia nuova custode.” Continuò, dirigendosi verso l’Oscurità e fermandosi di fronte a lui.
    “Una cosa per cui non ti perdonerò mai.” Disse lui.
    “Sai bene che non me ne pento… padre.” Rispose Dark, aspro.
    “Padre?” ripeté Loki. “Vuol dire che quel ragazzo…”
    “Sì. È l’Equilibrio. La seconda delle tre entità superiori.” Replicò Hikari, evocando Balance e raggiungendo il compagno.
    “Ma com’è successo?” chiese Riku, ancora incredulo.
    “L’Oscurità aveva eliminato Hikari.” Rispose Shinichi, raggiungendoli insieme agli altri custodi, mentre i Guardiani rimasero al loro posto, a fissare Dark e Hikari. “Ma Dark l’ha riportata indietro, come custode dell’Equilibrio.”
    “Pazzesco… quindi sono veramente oltre la nostra immaginazione.” fece Loki, riprendendo di colpo le sue sembianze di bambino.
    “Ehi, è questo che significa?!” esclamò arrabbiato.
    “Probabilmente Odino non ritiene più necessario che tu combatta.” Rispose sorridendo Narugami, per poi farsi serio e voltando anche lui lo sguardo verso Dark, Hikari e l’Oscurità.
    “Così… osate affrontarmi di nuovo.” Ringhiò quest’ultimo.
    “E continueremo ad osare fino a quando non ti avremo sconfitto.” Replicò Dark, puntandogli contro il Keyblade insieme a Hikari.
    “O fino a quando non sarete voi due a sparire.”
    “Non succederà.”
    “Lo stesso vale per me.”
    Senza alcun preavviso, i tre lanciarono in contemporanea due sfere di luce e una d’oscurità, che si scontrarono a mezz’aria, rimanendo sospese nel vuoto.
    “Non speriate di potercela fare. Anche se doveste attaccarmi tutti insieme, non riuscirete a sconfiggermi!” urlò l’Oscurità.
    “E se intervenissi io?” chiese una voce, mentre i tre attacchi svanivano nel nulla.
    L’Oscurità spalancò gli occhi, come molti custodi, che avevano riconosciuto immediatamente quella voce.
    Le tenebre della notte scomparvero, dissolvendosi in una fortissima luce proveniente da un punto preciso del cielo.
    Lentamente, con gli sguardi di tutti su di sé, una donna dai capelli dorati, avvolta da una tunica bianca e con gli occhi chiusi, atterrò lentamente, mettendosi in mezzo tra Dark e l’Oscurità.
    “Tu!” urlò lui con rabbia. “Come osi farti vedere?!”
    Luce aprì lentamente gli occhi.
    “Sono qui per fermarti. Non ho intenzione di far combattere adesso nostro figlio.” Rispose pacatamente.
    “Tutte e tre le entità… riunite nello stesso posto…” commentò Marco, incredulo come tutti gli altri.
    “Non credevo sarebbe successo davvero...” fece Sora.
    “E credi che te lo lascerò fare?!” sbraitò l’Oscurità, creando una sfera nera che scagliò contro Lucis, la quale alzò una mano per dissolverla.
    “Ci scontriamo da tempi immemori. Sai bene che nessuno di noi può avere la meglio sull’altro.” Fece lei, per poi girarsi verso Dark.
    “Figlio mio, lo tratterò io. Tu porta con te i tuoi prescelti e porta a compimento ciò che hai progettato. È già tutto pronto. Hikari, aiutalo in questo suo compito, per piacere.”
    Dark e Hikari la guardarono per qualche secondo, per poi annuire e correre verso gli altri.
    “Non te lo permetterò!” disse l’Oscurità, facendo per corrergli dietro.
    Ma Lucis lo fermò.
    “Tu non farai nulla… Nigrae.”
    L’Oscurità spalancò gli occhi.
    “Osi chiamarmi con il mio vero nome?”
    “Oso. E ora farò in modo che tu rimanga per un po’ al tuo posto.”
    “E come speri di fare?”
    Per tutta risposta, la luce attorno a Lucis aumentò ulteriormente.
    “Distruggerò il tuo corpo, in modo che tu non possa uscire dal tuo regno finché non ne creerai uno nuovo. E so che ti ci vorrà del tempo.”
    “Non ci riuscirai.”
    Lucis alzò le mani, tra le quali cominciò a crearsi una sfera di luce.
    “Miei custodi! Guardiani!” urlò, senza girarsi. “Vi mostrerò il vero potere della luce. Sarà questo quello che dovrete usare nella Guerra che vi attende!”
    Dark fissò suo madre, per poi creare due varchi.
    “Sora, Riku, Kairi, Tsuna, Marco, Black Star, Edward, Pan, Saiko, Conan, Ran, Ichigo, Asuka, Shinji, Inuyasha!” chiamò. “Voi dovrete venire con me e Hikari. Vi spiegheremo tutto a tempo debito. Tutti gli altri… aspettateci sulla Terra. Continuate ad allenarvi e preparatevi per la guerra! Ci rivedremo in quell’occasione.”
    Tutti annuirono, per poi attraversare il varco al loro fianco, mentre i custodi e i due guardiani, seguiti da Happy, attraversarono l’altro, che si richiuse dietro di loro.
    “Gin, Light, Vodka.” Disse l’Oscurità. “Potete andare anche voi. Riferite agli altri di ostacolare il gruppo di Dark in tutti i modi possibili. Degli altri non m’interessa nulla.”
    Gin si trattenne dal mostrare il suo disappunto per essere costretto a obbedire e annuì.
    “Va bene.” Rispose, prima di sparire con gli altri due in un varco oscuro.
    “Non riusciranno a fermare Dark, e lo sai.”
    “Dark no, ma gli altri sì. E comunque, prima che tu mi colpisca, sappi che la mia vendetta sarà atroce. Non ti perdonerò questa tua intromissione. Il mio nuovo corpo sarà molto più forte di questo, e nessuno riuscirà a colpirlo, nemmeno tu.”
    “Questo lo vedremo. Per il momento… sparisci.”
    Detto ciò, scagliò contro l’Oscurità la magia di luce.
    Nigrae non fece nulla e aspettò che lo raggiungesse.
    Ma pochi instanti prima di essere raggiunto e disintegrato, l’incarnazione delle tenebre si concesse un sorriso.
    ‘Tu non hai la più pallida idea… delle conseguenze di questo tuo gesto.’
    Pensò divertito, mentre il suo corpo veniva cancellato.

    Loki e Narugami si coprirono gli occhi, mentre l’onda di luce stava per raggiungerli.
    “Presto, dateci la mano!” dissero insieme due voci.
    Le due divinità si girarono, ritrovandosi due mani tese verso di loro.
    I volti dei proprietari erano coperti dalla fortissima luce, ma i due non aspettarono un secondo, afferrando le mani e scomparendo tutti e quattro, mentre la luce copriva ogni cosa come una gigantesca onda marina. 



    Equilibrio – Saga della verità – Fine

     
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    Darky, Darky =D Ti confesso, questo capitolo mi ha fatta ridere xD Davvero, manco a mettersi a cercarlo lo si trovava un altro detective costretto a vivere con le sembianze di un bambino delle elementari xD Però sono convinta che Light abbia un potere troppo power player, voglio vedere cosa s'inventano i custodi per contrastarlo in guerra ù.ù
    Luce ha messo a cuccia Oscurità, ma per quanto tempo durerà 'sta cosa? Mi sa che tra pochi capitoli ce lo vedremo ancora a zonzo tutto pimpante e con la solita voglia di fare a pezzi tutto e tutti ù.ù
    Ottimo capitolo come sempre!!!! Bravissimo ù.ù
     
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    Ed eccomi qui, dopo solo una settimana, con il nuovo capitolo!
    Consideratelo come un regalo, visto che questi ultimi capitoli sono stati più corti del solito, ma tranquilli, dal prossimo torneranno come prima XD.
    Mi pare giusto avvertire che sebbene sarete portati a pensare a Kingdom Hearts 3D, questo capitolo NON contiene spoiler su esso (visto che me ne sono tenuto ben alla larga, quindi ignoro ancora tutto XD).
    Ringrazio Liberty89 per avermi fatto da beta reader e per avermi risparmiato sapendo che cosa succederà nel prossimo capitolo XD (ormai dovreste averlo capito che sarà un capitolo di pura follia XD).
    Detto questo, passiamo alla recensione!

    @ Liberty89: Lo sai, se c'è qualcosa di improbabile, io la trovo XD. E quel manga mi è capitato sotto mano per puro caso XD. Per quanto riguarda Light... vedrai, vedrai... Invece mi dispiace deluderti, ma l'Oscurità, per come l'ho presentata finora, non tornerà più Lucis ha fatto un buon lavoro ù.ù.

    Okay, e ora... vi lascio al primo capitolo della penultuma saga!

    Capitolo 72: Verso la guerra! Diventare Lord del Keyblade? - Torna all'indice dei capitoli
    Un ragazzo dai capelli color grano era seduto sopra il cornicione di un palazzo, osservando la città sotto di lui, che procedeva tranquilla la sua vita di sempre.
    “Finalmente ci rivediamo.” Disse senza girarsi, mentre un varco si apriva dietro di lui, lasciando uscire una figura avvolta da un impermeabile blu scuro, con il volto coperto dal cappuccio, dal quale uscivano due lunghe code di capelli neri.
    “Il tempo è giunto.” Sentenziò una voce femminile proveniente dalla nuova arrivata.
    Il ragazzo sorrise.
    “Lo immaginavo. Mi stavo appunto chiedendo quanto tempo ci avrebbe messo dopo il messaggio di Master Aqua.”
    “Tuttavia, è sorto un piccolo intoppo.”
    “Davvero?” fece il ragazzo, mostrandosi leggermente sorpreso. “Se ti riferisci al fatto che non è lo stesso dell’ultima volta, ne sono consapevole.”
    “Non è solo quello. Questa volta sono due.”
    “Due?” ripeté il ragazzo, girando per la prima volta la testa. “Come sarebbe a dire due?”
    “Il primo di loro non è ciò che sembra. È molto di più. È la base stessa.”
    Il ragazzo rimase in silenzio per qualche secondo, per poi sorridere nuovamente.
    “Capisco… Dunque, alla fine, sembra proprio che questa sarà l’ultima guerra. Se si è risvegliato lui, la cosa non è da sottovalutare. Immagino che tu voglia un giorno, vero?”
    “Esatto. Purtroppo non posso rimanere a lungo in questa forma, presto dovrò lasciarle il posto. Tuttavia, se mi fornisci del potere, potrò agire anche senza espormi direttamente. Almeno all’inizio. Lei farà il resto. Sa già come comportarsi.”
    “Come vuoi.” Fece lui, alzandosi in piedi, per poi lanciarle una spilla, che lei prese al volo.
    “Quando arrivano, usala.” Continuò, camminando verso la sua interlocutrice, per poi superarla. “Annullerà tutto ciò che è in corso e ti permetterà di gestire la situazione come vuoi. Io rimarrò a guardare. Solo… vedi di non fare nulla a questi tre.” Disse, lanciandogli un cellulare con lo schermo richiudibile.
    La ragazza lo afferrò al volo, aprendolo subito e vedendo diverse foto.
    “Non ti preoccupare. Non romperò i tuoi giocattoli. Anzi, potrebbero tornarmi utili.”
    “Fai conto che mi servono per altre due settimane.”
    “Basterà che eseguano le istruzioni, no? Non sono queste le tue regole?”
    “Esatto.” Rispose il ragazzo, prima di scomparire nel nulla.
    La ragazza tornò ad osservare la spilla.
    Era di colore nero, e sopra era ben evidente il simbolo dell’Equilibrio.
    La fece volare in aria, riprendendola al volo.
    “Dark, Hikari…” disse, guardando verso il cielo. “Vi sto aspettando.”


    Dark era seduto di fronte ai monitor della Gummiship, in silenzio, con Hikari al suo fianco.
    Dietro di loro gli altri custodi, assieme a Ran, Shinji e Happy, li guardavano.
    “Allora Dark… Perché ci hai fatti venire tutti qui?” chiese Sora.
    “E che cosa voleva dire tua madre? Che cos’hai in mente?” fece Asuka.
    Dark sospirò, per poi girarsi verso di loro.
    “Ormai la guerra è alle porte.” Rispose. “I custodi sono quasi tutti riuniti, come anche i nuovi guardiani.”
    “Quindi ci stiamo dirigendo verso la terra?” esclamò Marco.
    “No.” Rispose Hikari. “Per voi non è ancora il momento di raggiungere gli altri.”
    “Come sarebbe a dire?!” sbraitò Black Star. “State forse insinuando che non siamo sufficientemente forti?!”
    “No, tutt’altro.” Replicò Dark. “Anzi, alcuni di voi sono anche Master del Keyblade, ma ciò non sarà sufficiente per la guerra.”
    I custodi guardarono Dark sorpresi.
    “Per affrontare questa guerra sarà necessario che voi superiate il rango di Master.”
    “Superare il rango di Master?!” ripeté incredulo Sora. “Esiste un rango superiore?!”
    “Solitamente è un rango a cui non si può accedere.” Rispose Hikari. “Anzi, in questo momento, siamo solo in tre a farne parte.”
    “Siamo?” fece Kairi. “Stai dicendo che tu-”
    “Hikari, io e Hakai.” Disse Dark. “Noi tre siamo custodi speciali. Essere custodi dell’Equilibrio e del Caos ci pone su un livello totalmente diverso da quelli della Luce e dell’Oscurità.”
    “In pratica ci stai dicendo che contro tuo padre e Hakai non avremmo una chance?” domandò Ichigo.
    “In teoria, non in pratica. Per poter combattere al nostro stesso livello… Dovrete diventare Lord del Keyblade.”
    Non appena Dark finì la frase, nella sala scese il silenzio totale.
    “Lord… del Keyblade?” ripeté Edward sorpreso.
    “In pratica, verrete elevati anche voi a un rango superiore.”
    “Cioè diventeremo delle divinità?” esclamò entusiasta Black Star.
    “Possiamo dire di sì.”
    “E perché ce ne parli solo adesso?” chiese Inuyasha.
    “Perché era qualcosa che avevo rimosso volontariamente dai miei ricordi.” Rispose l’incarnazione dell’Equilibrio. “Qualcosa che avevo predisposto subito dopo la prima guerra del Keyblade. Non è un rango a cui possono accedere tutti. Dovevo selezionare i custodi più meritevoli.”
    “E Light e Rexenet?” fece Sora.
    “Loro hanno rifiutato questa carica. Non vogliono una simile responsabilità.”
    “E perché ce la dovremmo prendere noi allora?!” esclamò Tsuna, arrabbiato. “Io sono stufo di questa storia! Ogni giorno sbucano fuori sempre più nemici, e sempre più forti!”
    “È per questo che dovrete diventare più forti a vostra volta e superare il limite dei Master del Keyblade. Se ci riuscirete, avrete a vostra disposizione un potere che va oltre la vostra immaginazione!”
    “Per quel che mi riguarda, io ci sto!” fece Black Star. “Non mi lascio di certo sfuggire l’occasione di venire riconosciuto per ciò che sono!”
    “Ma tu sentilo.” Replicò Asuka, sorridendo e incrociando le braccia. “Credi forse di essere l’unico? Sarà una passeggiata. Se StupiShinji è una divinità, può diventarlo chiunque!”
    Il pilota non replicò, rimanendo in silenzio, cosa che infastidì Asuka, che però non aggiunse altro.
    “E noi Guardiani?” chiese Ran.
    “Ho deciso di portare anche voi perché sono sicuro che avrete il vostro ruolo fondamentale in tutto quello che ci aspetta.”
    “Ehi…” li interruppe Pan, guardandosi in giro. “Sbaglio, o manca il mezzo drago?”
    “Ehm… Natsu è laggiù…” rispose Happy, indicando Natsu, che era sdraiato a terra, piegato su se stesso, con il volto contorto in un’espressione sofferente, mentre si teneva chiusa la bocca con una mano.
    “A-Aiuto…” ansimò a fatica. “F-Fate fermare questo affare…”
    “Ma che cosa gli prende?” domandò Shinichi, guardandolo incredulo.
    “Allora è veramente allergico ai mezzi di trasporto? Io credevo stesse scherzando…” commentò Ichigo, mentre Edward sospirò, avvicinandosi al Dragon Slayer.
    “Non posso garantirti nulla, ma posso tentare di aiutarti…” disse, aiutandolo a mettersi seduto, per poi battere le mani e appoggiarle sulla sua schiena.
    Natsu fu attraversato da una serie di fulmini rossi, saltando subito in piedi.
    “E-Ehi, che cosa stai facendo?!” esclamò, avvolgendo un pugno con il fuoco.
    “Dalla tua reazione, direi che ti ha guarito, aye!” rispose Happy.
    Natsu lo guardò in silenzio, per poi voltarsi verso un oblò, per assicurarsi che si stessero ancora muovendo.
    “Perché non hai detto subito di essere un mago dell’aria come Wendy?” chiese poi a Edward, che sorrise.
    “Niente magia. Pura e semplice alchimia. Ho inibito i tuoi nervi per non farti sentire la sensazione di viaggio… è andata bene, era la prima volta che tentavo una trasmutazione del genere.”
    “Mi stai dicendo che mi hai usato come cavia?!” gli sbraitò contro il Dragon Slayer, sputando una piccola fiamma, facendo scoppiare tutti a ridere.
    “Però ha fatto bene.” Fece Dark. “È meglio per te non avere più quel problema. Non so che cosa vi aspetta.”
    “Come sarebbe a dire? Non hai detto che sei stato tu a preparare questo… allenamento?” domandò Riku.
    “E come vi ho detto, ho cancellato tutti i miei ricordi che lo riguardano. So solo una cosa.”
    “Ovvero?”
    “Una persona ci sta aspettando in un mondo preciso. Ed è lì che stiamo andando.”
    “Allora andiamoci subito!” esclamò Black Star, aprendo un varco.
    “No, è meglio se riposate. È troppo che state viaggiando, dormendo solo saltuariamente. Molti di voi sono stati feriti anche in maniera grave, e la magia guarisce solo fino a un certo punto. Approfittate di questo viaggio per riprendervi.”
    I custodi rimasero in silenzio, guardandolo increduli.
    “No, aspetta… ci hai detto chiaramente di metterci tranquilli mentre la guerra sta per cominciare? Dobbiamo sbrigarci a superare il rango di Master, altrimenti-” cominciò Inuyasha, per poi venire interrotto dal custode dell’Equilibrio.
    “Avete sentito mia madre, no? Tratterrà l’Oscurità per il tempo necessario e la guerra non comincerà prima del nostro ritorno. Non ho idea di quanto tempo vi porterà via questa prova. Potrebbe durare poche ore, come giorni, se non mesi.”
    “Mesi?!” ripeté incredula Kairi.
    “Mi conoscete. Se ho architettato qualcosa, non sarà qualcosa di semplice. Ad ogni modo, la persona che ci sta aspettando conosce più dettagli di me. Gli ho affidato il compito di custodire quelle informazioni che io stesso ho dimenticato.”
    “Ci sta aspettando dalla fine della prima guerra del Keyblade?! Ma allora sarà un essere decrepito.”
    “Lo vedrete presto.” Rispose Hikari. “Ora fate come ha detto Dark e andate a riposarvi. Direi che ci sono sufficienti stanze in questa Gummiship.”
    Edward sospirò, per poi girarsi.
    “E va bene, vorrà dire che ne approfitterò. Sarei tentato di andare a trovare mio fratello e Winry, visto che prima non ho avuto nemmeno il tempo di salutarli, ma dato che non so quanto tempo ci vorrà, mi limiterò a recuperare un po’ di sonno arretrato.” Disse, per poi girarsi e uscire dalla sala, salutando gli altri con la mano.
    Dopo Edward, anche gli altri se ne andarono, lasciando indietro solo Dark, Hikari e Kairi, che rimase di fronte ai due.
    “Che c’è?” chiese Dark, guardando la custode.
    “Voglio delle spiegazioni. Shinichi prima l’ha accennato, ma voglio sentirlo da voi. Perché Hikari adesso è una custode dell’Equilibrio?”
    La sorella la guardò, per poi girarsi verso Dark, che annuì.
    “Come già sai, l’Oscurità aveva messo i suoi occhi su di me, ritenendomi responsabile del cambiamento di Dark. Durante la nostra battaglia contro di lui, dopo aver allontanato Dark da me, mi ha preso. Mi ha privata di tutti i miei poteri da custode della Luce e infine… mi ha uccisa.
    Mi sono ritrovata nell’oblio, e ormai mi ero arresa a rimanere in quello stato. Ma Dark…”
    “Io non l’ho accettato.” Continuò il custode, alzandosi. “Non potevo… non potevo assistere di nuovo allo stesso scenario. Per questo ho usato tutti i miei poteri per raggiungerla, ma l’unico modo per riportarla indietro era di donarle i miei stessi poteri.”
    “E questo che conseguenze avrà?” chiese Kairi. “Tu ci hai detto più volte che sparirai dopo la guerra e Hikari? Che cosa ne sarà di Hikari?!” esclamò.
    Sua sorella le mise una mano sulla spalla.
    “Non mi ha resa sua custode senza chiedermelo. L’ho accettato di mia volontà e me ne assumerò la responsabilità.” Rispose, sorridendo, per poi uscire assieme a Dark dalla sala.
    La principessa della Luce rimase immobile, mentre due silenziose lacrime scendevano lungo le guance.
    “Perché…” disse solamente.


     
    Un ragazzo dai lunghi capelli biondo scuro tutti all’insù, lasciando che la chioma dritta andasse indietro, con un paio di cuffie viola che gli coprivano le orecchie e che indossava un paio di pantaloni lunghi beige e una maglietta senza maniche viola provvista di cappuccio tirò fuori dalla tasca il suo cellulare, controllando i messaggi.
    “Ancora niente?” chiese una ragazza al suo fianco, dai capelli rossi coperti da un buffo cappello, che indossava un paio di stivali, dei cortissimi pantaloncini marroni con attorno un marsupio e una maglietta simile a una giacchetta rosa che le copriva solo la parte superiore del busto, che teneva tra le braccia il pupazzo di un gatto nero, tirando anche lei fuori un cellulare.
    “Così pare.” Rispose atono il ragazzo, sospirando. “È strano, non è mai passato così tanto tempo.”
    “Forse hanno deciso di farci riposare un giorno.” Azzardò la ragazza.
    “Non lo farebbero mai, stalker.”
    “Il mio nome è Shiki! Quante volte te lo devo dire, Neku!” gli urlò contro la ragazza.
    “Per me rimani solo una stalker.” Replicò gelido lui
    “Ah, quando fai così non ti sopporto! Ad ogni modo, ti ricordo che dovrai sopportarmi per tutta la settimana, a meno che tu non preferisca scomparire.”
    “E ringrazia questo fatto se non me ne sono ancora andato. Avrei di meglio da fare piuttosto che partecipare a questo gioco.”
    La ragazza stava per replicare, quando i loro cellulari suonarono insieme.
    “Finalmente.” Sbottò Neku, andando subito a leggere il messaggio appena arrivato, per poi spostare leggermente di lato la testa. “E questo che cosa significa?”
    Oggi la vostra esistenza sarà messa a dura prova.” Lesse ad alta voce Shiki. “Il Game Master non avrà nessun potere, ma un essere più potente di lui ha preso il suo posto. Scoprite chi è, ma fate attenzione ai nuovi ostacoli. Nessun limite di tempo.
    “Non era mai arrivato un messaggio così lungo.” Commentò la ragazza, rileggendo mentalmente il testo. “E come sarebbe a dire che il Game Master non ha nessun potere? Il gioco non si basa sui suoi ordini?”
    “Sembra che stavolta ci sia stata un’interferenza nei piani alti.” Disse una voce alle loro spalle.
    I due si girarono, ritrovandosi di fronte ad una ragazza dai capelli neri a caschetto, che indossava una divisa scolastica, che stava mettendo via il suo cellulare.
    “Se è arrivato un messaggio così strano, significa soltanto che qualcuno ha attaccato e sconfitto il Game Master, oppure che è riuscito a convincerlo a fare ciò che vuole.” Continuò, per poi guardare sorridendo i due. “Piacere, io sono Kuroi Mato!” esclamò.
    “P-Piacere. Io sono Misaki Shiki, mentre lui…” e indicò il suo compagno. “…è Sakuraba Neku. Sei anche tu una giocatrice?”
    “Già… anche se un po’ particolare. Come potete vedere, mi è stato concesso di giocare in solitaria.”
    “Come mai questo privilegio?” domandò Neku.
    “Non ne ho la più pallida idea. A essere sincera, mi sono risvegliata qui senza nemmeno sapere come ci sono arrivata. Ho trovato un foglio che mi spiegava velocemente le regole, ed eccomi qui.”
    “E come fai a combattere? Se non sbaglio, bisogna essere in due per attivare i propri poteri.” Fece Shiki.
    “Anche questo per me è un mistero… Ero una normalissima studentessa del liceo, ma da quando mi sono risvegliata qui…”
    Mentre diceva ciò, porse verso di loro il braccio sinistro, che s’illuminò, trasformandosi in un enorme cannone blu.
    “Sono in grado di fare ciò che vedete. Non so spiegarmelo neppure io, però è comodo contro quei mostri.”
    “Vuoi dire che tu non usi nessuna spilla per combattere?” chiese Neku, per la prima volta sorpreso, come Shiki.
    “Spille? Come quella del giocatore?” chiese Mato, tirando fuori una spilla nera con disegnato sopra un simbolo che ricordava vagamente quello dei Nessuno.
    “Ce ne sono anche altre, in base alle quali puoi usare diversi poteri. Come questa.” Spiegò Neku, tirando fuori una spilla rossa, e facendo apparire dal nulla una sfera di fuoco.
    La ragazza fece per rispondere, ma un luccichio nel cielo la distrasse.
    I tre alzarono lo sguardo, vedendo una scia luminosa volare sopra di loro scomparendo velocemente alla loro vista.
    “Una stella cadente… in pieno giorno?” fece sorpresa Shiki.
    Ma prima che potessero dire altro, attorno a loro si aprirono sull’asfalto della città decine di varchi oscuri, dai quali uscirono degli Shadow.
    “E questi che razza di Noise sono?!” esclamò Neku, affiancandosi a Shiki, mentre Mato puntava la propria arma contro le creature.
    “Mi sembrano parecchio diversi dai soliti Noise… E se fossero i nuovi ostacoli del messaggio?”
    “Se è così allora dobbiamo eliminarli! Non ho intenzione di arrendermi facilmente.” Replicò Neku, per poi colpire con una sfera di fuoco un Heartless, che però rimase incolume.
    “Che cosa?”
    “Lascia fare a me!” esclamò Mato, mettendosi di fronte a loro, mentre il cannone cominciava ad aspirare aria, creando una sfera d’energia.
    Pochi secondi dopo la ragazza fece fuoco, scagliando un’enorme sfera d’energia contro i nemici, che furono polverizzati all’instante.
    Mato abbassò il braccio, mentre l’arma scompariva nel nulla.
    “Erano piuttosto deboli.” Disse, mentre dal luogo dove si trovavano gli Heartless si alzavano verso il cielo diversi cuori, lasciando sorpresi i tre.
    “Ma quelli… non erano assolutamente dei Noise.” fece Shiki, guardando volare via i cuori.
    “Già, e la domanda è che cos’erano?” Disse Neku, guardando la sua spilla. “Ma soprattutto, perché non sono riuscito a colpirlo?”
    “Qualunque cosa fossero, adesso sono spariti.” Commentò Mato, per poi girarsi verso il punto dove la stella cadente era sparita. “Sarà stata una coincidenza, però è successo subito dopo.”
    Gli altri due capirono subito a che cosa si stava riferendo.
    “Sarà sicuramente caduta fuori Shibuya, e noi non possiamo lasciare questo quartiere.” Fece Shiki, portandosi una mano sotto il mento per riflettere.
    “Allora non ci resta che aspettare e vedere che cos’altro succede. Se non vi dispiace, rimarrò con voi. Dopotutto, sembra che io sia l’unica in grado di abbattere quei mostri.”
    “Sarebbe fantastico! Non lo pensi anche tu, Neku?”
    “Fa come ti pare. Sai bene che preferirei agire da solo.”
    Mato guardò incuriosita il ragazzo, mentre la sua compagna sospirava.
    “Se speri di mandarmi via così facilmente, ti sbagli di grosso.” Disse infine, sorridendo. “Anzi, così facendo non fai altro che farmi venire voglia di aiutarti ad uscire dalla tua solitudine.”
    “Buona fortuna allora. Non avrò più nessun ricordo, ma non sono minimamente attirato dal fare amicizia con qualcuno.”


    “Perché hai voluto far atterrare la Gummiship?” chiese Hikari a Dark, mentre uscivano da un varco insieme al resto del gruppo, ritrovandosi in una via deserta della città.
    “Non sappiamo per quanto tempo non la useremo, e lasciarla nello spazio mi sembrava la cosa meno adatta.” Rispose lui.
    “Allora, dov’è questo messaggero?!” esclamò Black Star, guardandosi attorno. “Voglio venire riconosciuto subito come divinità!”
    “Come faremo a individuarlo?” chiese Sora, ignorando l’azzurro.
    “Sarà lui a riconoscerci, ma non è da escludere che decida di non apparire subito.” Rispose Dark.
    “E noi nel frattempo che cosa facciamo?” fece Inuyasha.
    “Direi che la risposta è semplice. Giriamo per questa città.”
    I custodi lo guardarono increduli, mentre Hikari sorrideva divertita, per poi girarsi e cominciare ad allontanarsi assieme a Dark.
    “È una mia impressione… o Dark è diventato decisamente strano rispetto al suo standard?” chiese Marco.
    “Quindi sarebbe lui il vero Dark?”
    “No.” Rispose Kairi, gelida e cominciando a seguirli. “Non è altro che la sua ennesima maschera. Solo che anche Hikari ha imparato a indossarla.”
    Sora e Riku la guardarono sorpresi, per poi seguirla, imitati poco dopo da tutto il resto del gruppo.
    Solo Pan rimase ferma, guardandosi attorno.
    “Che cosa succede?” chiese Edward, accorgendosene.
    “Niente… solo che mi sembra di sentire delle auree… deboli, come se fossero lontane, ma allo stesso tempo molto vicine… Non mi era mai successo prima.”
    “Forse sono solo gli abitanti di questo mondo, no?”
    “Sì… forse hai ragione. E comunque, non sono lontanamente al nostro livello.” Rispose la Sayan, per poi raggiungere assieme a Ed il resto del gruppo.
    Poco lontano, seduti sopra il cornicione di un palazzo, una donna dai capelli rossi, con un paio di ali nere scheletriche, affiancata da un uomo dai capelli arancioni, anch’esso con le identiche ali, osservavano il gruppo andarsene.
    “Com’è possibile?!” esclamò la donna. “Perché oggi non possiamo intervenire in prima persona? Ho un conto in sospeso con quei due!”
    “Questi sono gli ordini. In più, non dobbiamo interferire con gli intrusi. Quella ragazza ci ha quasi notati, dobbiamo fare attenzione.”
    “Ma il nostro compito è quello di ostacolare i giocatori! Ricordi?!”
    “E di obbedire al Game Master.” Replicò l’uomo. “Inoltre, te ne sei accorta pure tu, no?”
    “Ti riferisci a quei mostri? Certo che me ne sono accorta!”
    “E hai visto come i giocatori non sono stati in grado di attaccarli. Devi ringraziare quella ragazza se i tuoi giocattoli sono ancora vivi.”
    La donna sbuffò.
    “Ma come mai ci siamo accorti della sua presenza solo adesso? Eppure è una giocatrice.”
    “Forse il nuovo Game Master la teneva nascosta. Dopotutto non sappiamo niente sul conto di entrambi.”
    “È stato il Compositore a ordinare il cambio, giusto?”
    “Così pare. Restiamo a guardare… proprio come stanno facendo loro.”
    “Loro?” chiese la donna, guardandolo curiosa.
    “Gli altri osservatori giunti oggi.” Rispose l’uomo, alzando lo sguardo verso un altro palazzo, sul cui tetto si notavano quattro figure ammantate di bianco, intente proprio come loro a osservare la città sottostante.


    “Quindi tu giocavi a basket?” chiese Shiki a Mato, che annuì.
    “Proprio così e nonostante la mia altezza, non me la cavavo male. Poi però, quando è arrivato il messaggio di Aqua, i vari club si sono svuotati. I miei compagni avevano paura che potessero essere attaccati mentre giocavano. Tutti hanno cominciato a temere un attacco e alla fine le attività sono state sospese. Questo è tutto quello che ricordo. Devo essere svenuta e mi sono risvegliata qui, però…”
    “Però?”
    “Non so, è come se avessi un vuoto.”
    “Probabilmente quei ricordi sono stati il tuo prezzo per partecipare a questo gioco. Proprio com’è successo a me.” Replicò Neku.
    “No, non credo… Anche perché non ho idea di che cosa ho pagato. Ho tutti i miei ricordi tranne quella sensazione di vuoto.”
    “Non devono essere per forza dei ricordi.” Fece Shiki, abbassando lo sguardo. “Il prezzo da pagare può essere qualsiasi cosa, ma di solito uno sa che cos’ha pagato.”
    “Io però proprio non lo so. In più-” ma Mato si fermò, girandosi di colpo.
    “Che succede?” chiese Neku.
    “Sta arrivando qualcuno…” rispose la ragazza, facendo subito apparire la sua arma. “Ed è potente…”
    “E tu come fai a saperlo?”
    “Non lo so, ma lo sento chiaramente.”
    “Impressionante.” Disse una voce poco lontana.
    I tre si girarono, notando un varco oscuro, dal quale uscì una persona con addosso un impermeabile nero, e il cappuccio a celarle il volto.
    “Speravo di cogliervi di sorpresa, come ho fatto poco fa, ma mi è andata male. Peccato.”
    “Chi sei? Il nuovo Game Master?” chiese Neku, prendendo in mano una spilla.
    “Certo che no, moccioso.” Rispose la figura, togliendosi il cappuccio e rivelando dei capelli biondi, con due ciuffi che andavano in avanti.
    “E non ho idea di chi sia.” Continuò Larxene, sorridendo. “Ma non importa. Tanto per voi finisce qui.”
    “Questo significa che non sei una Reaper?” esclamò sorpresa Shiki. “Ma come può vederci se è estranea al gioco?”
    “Non lo so… ma dobbiamo metterla fuori gioco se vogliamo andare avanti!”
    Dicendo ciò, Neku strinse con più forza la spilla, facendo cadere del fulmini contro Larxene, che però li parò con le mani.
    “Pessima scelta di elementi.” Rispose lei, mentre il suo corpo veniva avvolto da altri fulmini. “Non serve a molto colpire un fulmine con un fulmine, no?”
    “Che cosa? Ma che razza di creatura è?”
    “Io sono un’ex Nessuno.” Fece Larxene, evocando i suoi kunai. “Un essere che era stato privato del proprio cuore. In poche parole, un’alleata di Xehanort.”
    “Xehanort?” ripeté Neku, facendo un passo indietro. “Quello che ha nominato Aqua… colui che vuole distruggere l’universo…”
    Mato lo superò, puntando contro Larxene la sua arma.
    “Se le cose stanno così, ti dovremo eliminare immediatamente!”
    “Che cosa speri di fare, mocciosa?”
    “Sono molto più pericolosa di quello che credi… Ex numero 12.” Fece la ragazza, mentre per un istante la sua voce si sdoppiò.
    “Come…” cominciò Larxene, guardandola sorpresa. “Tu chi sei esattamente?”
    “Una semplice studentessa che si è ritrovata in un posto che non conosce.” Rispose lei, mentre Neku e Shiki la guardavano increduli.
    “Tu vorresti attaccare una creatura dell’oscurità? Povera stupida. Non sei neppure una custode!”
    “E con ciò?” chiese una voce dietro all’ex Nessuno. “Non per questo è impossibile attaccarti.”
    Larxene sgranò gli occhi, buttandosi di lato giusto in tempo per evitare una freccia di luce.
    “Chi osa-” cominciò, senza però riuscire a vedere l’autore dell’attacco.
    Ma quella distrazione permise a Mato di raggiungerla e di puntarle il cannone contro la testa.
    “Non so da dove provenisse quella freccia, ma a quanto pare le sono debitrice. E ora…”
    L’arma di Mato cominciò nuovamente ad aspirare aria, preparandosi a fare fuoco.
    Ma una sfera rossa la colpì in pieno, spedendola contro il muro di un’abitazione.
    “Mato!” esclamò Shiki, girandosi verso la direzione da cui proveniva la magia.
    “Larxene… Cosa ti succede?” chiese una voce, mentre Hakai faceva la sua apparizione, raggiungendo l’ex Nessuno.
    “Mi ha solo colta di sorpresa. Non montarti la testa, Caos.”
    “Oh, perdonami per averti salvato.” Replicò lui divertito.
    “Peccato che tu non abbia usato una magia più potente.” Disse la voce di Mato, mentre quest’ultima si rialzava, incurante delle ferite subite.
    “Ma quanta forza ha?” fece Neku, guardandola sorpreso.
    “Speravo di rimanere nascosta più a lungo…” continuò Mato, usando una voce leggermente diversa dalla sua. “Ma Mato non è in grado di sostenere questo combattimento.”
    Il volto di Hakai si fece serio.
    “Tu chi sei realmente?” chiese il custode del Caos.
    “Chi sono io?” ripeté lei, mentre i suoi vestiti cominciavano a cambiare, trasformandosi in un lungo maglione nero, mentre i suoi capelli si allungarono, prendendo delle sfumature blu e chiudendosi in due code.
    Il suo occhio sinistro prese come fuoco, dando vita ad una fiamma blu, e evocò una spada con la mano libera, per poi puntare entrambe le armi contro gli emissari di Xehanort.
    “Il mio nome è Black Rock Shooter.” Rispose infine, fredda, mentre alle sue spalle appariva un’immagine del simbolo dell’Equilibrio. “E sono qui per ordine preciso del mio signore.”
    “Il tuo signore? Intendi dire il custode dell’Equilibrio?” chiese Larxene.
    “No. Non il custode. L’Equilibrio stesso.”
    “Quindi sempre Dark.”
    “Ma che cosa sta succedendo?” chiese Shiki, ascoltando incredula lo scambio di battute, come Neku.
    “Shiki, Neku. Mi dispiace avervi dovuto far mentire da Mato.”
    “Come sarebbe a dire? Non siete la stessa persona?”
    “Non proprio. Io e Mato siamo l’una la controparte dell’altra. Lei non è a conoscenza della mia presenza. O meglio, non sa esattamente che esisto. Le ho concesso di poter usare parte dei miei poteri durante la sua permanenza in questo mondo. E ora… ecco la vostra nuova missione.”
    “La nostra- che cosa?” esclamò Neku.
    “Sono io il Game Master di oggi.” Disse semplicemente Rock Shooter, mostrando una spilla che aveva il simbolo di Dark. “Ed ecco il vostro vero compito: aiutatemi ad affrontare questi membri dell’organizzazione finché non arriverà il mio signore con i suoi prescelti.”
    “E come facciamo? I nostri attacchi non hanno effetto su di loro!” fece Shiki, mentre Neku chiuse le mani a pugno.
    “Mi sembravano strani quei poteri…” disse, digrignando i denti. “Allora, Game Master…” continuò, nominando con disprezzo le ultime due parole. “Come facciamo?”
    “Non vi ho fatti contattare per puro caso.” Rispose Black Rock Shooter. “Ho sentito dentro di voi un potere simile al mio. Non vi resta che risvegliarlo.”
    “E come facciamo?”
    “Concentratevi.” Replicò la ragazza, per poi cominciare a caricare un nuovo colpo, che scagliò subito contro i due avversari, che saltarono in aria per evitarlo.
    “La fa facile… Avessimo meno stress e più tempo…” commentò Shiki, cominciando a guardarsi in giro nervosa.
    Neku invece chiuse gli occhi.
    ‘Un potere nascosto dentro di noi…’ pensò. ‘Ma come faccio a trovarlo? E se fosse stato portato via insieme ai miei ricordi?’
    Proprio mentre pensava questo, nei suoi occhi chiusi riapparve il simbolo dell’Equilibrio.
    “Un potere simile al suo…” ripeté ad alta voce, per poi aprire la mano destra e tenderla davanti a sé.
    Sotto lo sguardo meravigliato di Shiki, il suo palmo s’illuminò, facendo apparire lo stemma di Dark, che brillò per qualche secondo.
    Neku agì d’istinto.
    Chiuse a pugno la mano, per poi riaprirla immediatamente e creando un fascio di luce, che prese la forma di una spada, che impugnò subito.
    “Arrivo!” urlò, partendo all’attacco contro Larxene, che riuscì a parare il suo attacco con i kunai.
    “Che cosa?!” esclamò lei sorpresa. “Dove ha trovato un simile potere?!”
    “Siete convinti che solo l’Oscurità possa donare poteri?” chiese Rock, rimanendo sempre impassibile.
    “Allora vediamo chi la spunta tra Caos e Equilibrio.” Chiese Hakai, creando una sfera del suo elemento di fronte a sé.
    “La risposta è ovvia: vince l’Equilibrio!” rispose una voce, poco prima che un raggio d’energia lo sfiorasse.
    “Chi-”
    “Prendi questo!” urlò Natsu, lanciandogli contro un raggio di fuoco, affiancato da Tsuna che lo imitò.
    “Ehi, non sapevo che anche tu usassi il fuoco.” Commentò il Dragon Slayer, divertito.
    “Ne parlerete dopo!” esclamò Edward, battendo le mani e appoggiandole a terra, creando una serie di lance che partirono da sole contro i due nemici, che riuscirono a schivarle per poco.
    “Maledizione! Sono arrivati tutti i custodi?” esclamò Larxene, poco prima di ritrovarsi Ran dietro di lei, pronta a colpirla con un pugno.
    “Ci siamo anche noi Guardiani!” esclamò, portando a termine l’attacco e spedendola a terra, provocando una piccola voragine.
    “Dannazione, sono troppi anche per me…” fece Hakai, per poi spostare lo sguardo.
    “Tu che dici così?” chiese Dark, affiancato da Hikari, entrambi con il Keyblade in mano. “Si vede che la guerra è vicina.”
    “Dark e Hikari… Dovevo immaginarlo che sareste arrivati…”
    Gli altri custodi li raggiunsero, mettendosi al loro fianco.
    “Quelli… sono tutti custodi…?” fece Shiki sorpresa, guardando il gruppo.
    “Ma quanti sono?” si chiese Neku, mentre la sua spada scompariva.
    “Solo un piccolo gruppo…” rispose Black Rock Shooter, raggiungendo i due. “Ma composto dai custodi più forti dell’universo, e tra di loro c’è una delle tre entità che sorreggono l’universo.”
    “E sono venuti qua per aiutare noi?”
    “Non ti montare la testa, ragazzino.” Rispose Asuka. “Ci siamo solo trovati di fronte a due membri dell’organizzazione. Il vostro salvataggio è solo un effetto collaterale.”
    “Non dovresti parlare così, Asuka.” Replicò Shinji.
    “Umpf.” Fece lei, per poi spostare lo sguardo.
    “Che cosa facciamo?” chiese Larxene, rialzandosi e guardando Hakai.
    “Affrontarli adesso solamente noi due forse è pretendere troppo.” Rispose il custode del Caos, facendo scomparire il Keyblade. “E io non mi sono ancora del tutto ripreso dalla mia precedente trasformazione. Per il momento ci ritiriamo.”
    Dicendo ciò, i due membri dell’organizzazione scomparvero in un varco oscuro, lasciando i custodi a fissare il punto dove erano spariti.
    “Codardi, come sempre.” Commentò Sora, per poi girarsi assieme agli altri verso Black Rock Shooter.
    “Vi stavo aspettando.” Disse lei, rivolgendosi a Dark e Hikari.
    “Così sei tu.” Disse l’incarnazione dell’Equilibrio.
    “È un piacere rivederla, signore.” Continuò la ragazza.
    “Non c’è bisogno di chiamarmi così.”
    “Ehi, tu!” lo interruppe Black Star, saltando di fronte alla ragazza. “Dimmi subito come diventare una divinità!”
    Ma prima che Rock potesse rispondere, il Keyblade dell’assassino tornò ad essere Tsubaki, che lo colpì in testa e lo allontanò.
    Black Rock Shooter fece finta di nulla, riportando lo sguardo verso Dark e Hikari.
    “È tutto pronto. Come custode delle prove, ho scandagliato i mondi, scegliendo quelli più adatti per sostenerle, proprio come mi avevi ordinato di fare alla fine della precedente guerra.”
    Dark annuì serio.
    “Allora che cosa dobbiamo fare?” chiese Marco.
    “È tempo di sottoporvi ad un’ultima prova.” Rispose la ragazza. “Dovrete superare quest’ultima difficoltà, ma non sarà facile. Verrà testato il vostro stesso equilibrio.”
    “Il nostro stesso equilibrio?” chiese Sora.
    “Sì. Luce e oscurità convivono in ogni singolo cuore… solo sette sono i cuori privi delle tenebre, ma nemmeno questi ne sono immuni. Le prove che vi attendono superano la vostra comprensione. Non solo per la difficoltà e il tipo, la vostra stessa esistenza verrà riconfigurata più volte.”
    “Che cosa vuoi dire?” esclamò Inuyasha.
    “Non basta una battaglia per testarvi. Non è così semplice. Dovrete dimostrare di potervi mantenere in equilibrio in ogni situazione. Solo così i vostri cuori diventeranno più forti, ma fate attenzione: se non dovreste superare anche una sola prova, non potrete tornare indietro. I cambiamenti che subirete, fisici e mentali, spariranno solo se supererete la prova che li ha provocati. Altrimenti, rimarrete in quello stato per sempre.”
    Diversi custodi deglutirono.
    “Siete pronti?” chiese la ragazza, mentre Dark e Hikari si avvicinavano a lei, per poi girarsi verso gli altri.
    “Ormai siamo qui.” Fece Tsuna, sospirando. “Tanto vale finire questa tortura… sperando dopo di poter restare in pace.”
    “Ne dubito. Dopo ci aspetta direttamente la guerra.” Rispose Ichigo, sorridendo. “Per quel che mi riguarda, va bene. Ormai ho visto di tutto.”
    “Concordo con lo Shinigami.” Disse Edward. “Non credo ci possa essere ancora molto in grado di sorprendermi!”
    “Io ormai ho rinunciato alla sanità mentale, perciò ci sto.” Affermò Marco.
    Uno ad uno, tutti i custodi annuirono.
    “Molto bene allora.” Esclamò Black Rock Shooter, alzando una mano al suo fianco e aprendo un varco nero e bianco.
    “Andate, custodi della Luce! Attraversate questo varco e date il via all’ esame dell’Equilibrio!”
    I custodi annuirono, per poi attraversare uno ad uno il varco, lasciando per ultimi Dark e Hikari.
    Nel frattempo, Neku e Shiki, che erano rimasti in disparte, si riavvicinarono.
    “Che cos’è successo esattamente?” chiese il ragazzo, rivolgendosi ai due custodi rimasti.
    “Questo mondo era stato designato per il nostro incontro con Black Rock Shooter.” Rispose Dark. “Ci dispiace aver portato scompiglio, ma adesso, almeno per un po’, non dovreste avere problemi.”
    “Esatto. Io riporterò indietro Mato, e aspetterò il giorno dell’inizio della guerra prima di rifarmi viva.” Fece Rock, per poi girarsi verso i custodi dell’Equilibrio. “Ora però è meglio che andiate anche voi. Gli altri custodi avranno bisogno del vostro supporto, anche se non potrete interferire con il loro esame.”
    “Grazie per tutto.” Disse Dark. “Ora il tuo compito è terminato.”
    “Solo la prima parte. Terminerà definitivamente solo quando l’Oscurità scomparirà.” Rispose Black Rock Shooter, osservando i due custodi sparire nel varco, che si richiuse dietro di loro.
    “Ottimo lavoro.” Disse una voce alle sue spalle, mentre quattro figure avvolte da un mantello bianco si facevano avanti lentamente.
    “E loro chi sono?” esclamò Shiki, facendo un passo indietro.
    “Non preoccupatevi, non sono nemici.” Li tranquillizzò la ragazza, per poi rivolgersi ai nuovi arrivati. “Allora continuerete voi?”
    “Sì. Tu hai fatto la tua parte, ora, il resto tocca a noi. Possiamo seguirli in ogni mondo in cui andranno, e se sarà necessario, potremo intervenire.”
    “Non devono fallire questo esame. L’esito della guerra dipende da loro.” 


    -------------------------------------


    Azuki era appoggiata a un muro, con gli occhi chiusi.
    Poco lontano da lei, Jyassmie era in piedi in mezzo alla stanza.
    “Così l’Oscurità al momento non può tornare qui…” disse quest’ultima.
    “Così ha detto.” Rispose Gin, apparendo come dal nulla da un’altra parte.
    “Lucis gli ha giocato un bel tiro mancino.” Continuò Light.
    “Ma è stato tutto inutile. Sono ere che si combattono, e finora nessuno ha avuto la meglio.” Affermò Homunculus, sorridendo.
    “Già. È solo questione di tempo prima che torni, più forte di prima.” Commentò Reborn.
    “Io non so come comportarmi con le attese…” fece Crona.
    “Bah! Voi fate come volete. Io vado a divertirmi.” Sbottò Jyassmie. “Dopotutto, tra i presenti sono l’unica ad essere una creatura totalmente oscura. Seminare disordini nei mondi non sarà difficile. Homunculus, tu continua a tenere sott’occhio Xehanort. Non vorrei che interferisse troppo con noi.”
    “Non mi dare ordini. Non sei tu a comandare.”
    Jyassmie ghignò divertita, per poi scomparire in un varco oscuro.
    Azuki continuò a rimanere in silenzio, per poi staccarsi dal muro e avviarsi verso l’uscita della sala, seguita dagli sguardi degli altri.
    “Che succede? Non dirmi che sei ancora arrabbiata perché ho interferito nel tuo scontro?” chiese Homunculus, senza mostrare alcuna emozione.
    La ragazza non si fermò nemmeno, scomparendo nelle tenebre.


    Azuki entrò nella sua stanza, andandosi a sedere sul letto.
    “Perché…?” si chiese. “Perché continuò a rivedere quel momento… e il mio cuore ne è turbato?”
    La custode oscura spostò lo sguardo, che si fermò a fissare un Keyblade grigio, privato della sua luce, incastonato nel pavimento della sua stanza.


     


    Equilibrio – Saga dell’esame dell’Equilibrio – Start



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    Black Rock Shooter ! Si ! Me la sarei aspettata più come custode che come aiutante però. E ti sei pure inventato il grado superiore al Master. Ma, uhm, non penso che raggiungendo lo status di Lord del Keyblade Sora e gli altri possano diventare forti quanto Dark
     
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    La tua mente diabolica non smetterà mai di sorprendermi ù.ù *muahameggia perché sa cosa succede dopo*
    Però devo ancora scoprire cosa ci fa lì il keyblade di Justin D=
    Inserire Black Rock Shooter è stato un bel colpo di scena, ci sta come custode delle prove, è enigmatica al punto giusto ù.ù
    Per il resto è un bel capitolo come sempre =3 *batte zampine*
     
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