Equilibrio

la mia nuova fan fiction

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    暗いロクサス92

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    E finalmente ecco qui il nuovo capitolo!
    Ringrazio Liberty89 per avermi fatto da Beta Reader.
    Ebbene, ora siamo vicini ad un punto cruciale della fiction. E vi avverto fin d'ora: il prossimo capitolo sarà di rating rosso! Perciò a chi è sensibile o suscettibile, è sconsigliata la lettura XD (non so... sono stato alquanto sadico...)
    Ma ora baldo alle ciance e passiamo alle recensioni!
     
    @ Liberty89: Eh eh... i nostri progetti megagallatici distruggerano il mondo! *nota gli sguardi degli altri* Emh... metaforicamente parlando, ovvio... XD. E ora preparati per il prossimo capitolo, così sconvolgente da avermi fatto venire gli incubi a me stesso XD
    @ francix94: Beh... tutto dipenderà da quale momento interromperà Ed con il suo arrivo XD (Marco lo aveva già visto alto al torneo, mentre Saiko lo conosce solo per via del manga. Per gli altri è un perfetto sconosciuto XD)
    @ Yusei Trek: purtroppo scarseggio nelle descrizioni, e non posso garantire la comprensione dei personaggi senza una base da parte del lettore... Ma tranquillo, quelli di questo capitolo dovresti conoscerli tutti (o almeno lo spero XD). Per quelli del prossimo... ti assicuro che non avrai difficoltà con i nomi, ma non posso garantirti la sanità mentale dopo la sua lettura XD
     
    Ok, e ora, dopo avervi fatto spaventare con le piccole e insignificanti anticipazioni sul prossimo capitolo (XD) vi auguro buona lettura!

    Capitolo 61: Riunione! La fine del viaggio - Torna all'indice dei capitoli
    Xehanort comparve da un varco oscuro, sedendosi direttamente su un trono che si trovava a diversi metri di altezza dal pavimento. A partire dal suo, vi erano altri troni posti in cerchio, collocati tutti ad altezze diverse.
    Pochi secondi dopo, si aprirono altri otto varchi, lasciando che i proprietari prendessero posto sugli scranni attorno al Master caduto.
    Alla sua destra c’era un uomo dai capelli azzurri, con lo sguardo perso nel vuoto.
    Subito dopo di lui si trovava Hakai, che guardava divertito tutti gli altri.
    Dopo di lui sedeva Xadvid, che aveva addosso diverse bende, testimoni della sua ultima battaglia.
    Infine c’era una donna dai capelli biondi con due vistosi ciuffi rivolti indietro, simili alle antenne di un insetto.
    Alla sua sinistra, invece, sedeva un uomo con una benda sull’occhio e una vistosa cicatrice sul volto.
    Accanto a lui Jyassmie, che stava osservando con curiosità quelli che sarebbero stati i suoi compagni.
    Al suo fianco c’era Xanxus, che appariva indifferente.
    E per finire un uomo dai lunghi capelli rosa, con un sorriso divertito stampato in viso.
    “Compagni.” Iniziò Xehanort. “Come potete vedere, un nuovo membro si è unito al nostro nuovo gruppo. Jyassmie, la parte oscura di una custode, un essere fatto di pura oscurità. E anche lei è una custode.”
    “Tsk. Non è nemmeno riuscita a fermare la sua controparte della luce.” Disse Xadvid. “Non mi pare così speciale… Sa solo usare l’oscurità, come tutti noi.”
    “Sta zitto.” Lo interruppe l’uomo dai capelli azzurri. “Non dovresti contestare le decisioni di Master Xehanort.”
    “Ma sta zitto, Isa!” rispose l’animorph traditore. “Non accetto critiche da qualcuno che non ha nemmeno un Keyblade!”
    “Che ragazzino sfacciato.” Commentò divertito l’uomo con un solo occhio. “Mi ricorda tanto Terra… chissà, magari farà la stessa fine…”
    “Ad ogni modo, tu credi davvero che io non sia riuscita a sconfiggere Jessie? Il mio obiettivo era di ottenere un corpo tutto mio, e ci sono riuscita. Di lei mi occuperò in futuro e poi, non accetto commenti da persone che non conosco.”
    “Giusto, devo ancora presentarti gli altri membri, numero V.” disse Xehanort, per poi indicare l’azzurro al suo fianco. “Lui è Isa, il numero II. Era un membro della sconfitta Organizzazione XIII, come anche Braig, il numero III.” Continuò, indicando poi l’uomo con un solo occhio. “Poi c’è Hakai, il numero IV, custode del Caos, che si è unito a noi dopo che Xanxus, il numero VII, l’ha salvato dai custodi. Il ragazzo che ha cercato di riprenderti è Xadvid, un Nessuno, il numero VI. Infine c’è Lerane, il numero VIII, anche lei ex membro dell’Organizzazione XIII, assieme a Laruami, il numero IX. Il numero X invece, Homunculus, non è presente su mio ordine.” Concluse, indicando gli ultimi due.
    “Gli altri membri hanno preferito ignorarci. Sembra che non vogliano avere più niente a che fare con noi.” Disse Braig. “L’ex numero XIII, Roxas, si è riunito a Sora, e dubito che in ogni caso ci avrebbe dato una mano.”
    “Il numero VIII invece è tornato nel mondo che chiama casa e, dalle voci che ho sentito, sta addestrando un custode.” Continuò Isa. “Degli altri, non abbiamo trovato nessuna traccia.”
    “Non importa. Presto la nuova Organizzazione aumenterà di numero. E allora, potremo dare veramente inizio alla grande guerra del Keyblade!”
    “Dobbiamo solo eliminare quei custodi, no? Sarà un giochetto da ragazzi.” Fece Lerane. “Ora che abbiamo di nuovo un cuore, non ci fermeremo di fronte a nulla.”
    “Già! Io devo farla pagare a Sora e all’originale di Naminè!” continuò il numero IX, sorridendo.
    “Pazienza, amici miei. Presto tutti noi avremo la nostra vendetta. Il problema principale, però, non è solo Sora, l’eroe prescelto del Keyblade. Ci sono anche Master Dark e la nuova Master Hikari. In più, Yen Sid, assieme a Master Topolino, ha deciso di addestrare Sora, Riku e Kairi per farli elevare anche loro al rango di Master. Infine ci sono Terra, Ventus e Aqua. Anche se solo Aqua è una Master, gli altri due sono a piede libero, e rappresentano un problema. Terra al suo interno ha il cuore di Master Eraqus, mentre Ventus è direttamente collegato a Sora, con il quale ha condiviso il cuore.”
    “Quindi cosa possiamo fare? Ci sono anche altri quattro custodi, al momento tutti sul mondo dove si svolgerà la guerra.” Fece Hakai. “Due di loro sono nuovi e con poca esperienza, ma gli altri due potrebbero essere delle spine nel fianco. Senza contare che ci troveremmo subito addosso anche gli altri custodi.”
    “Infatti, ed è per questo che continueremo con la nostra ricerca di nuovi membri e di soldati per la nostra causa. Cancelleremo quest’universo, sostituendolo con uno nuovo, che sottostarà ai nostri voleri! La guerra del Keyblade ha dato inizio a tutto, e a tutto porrà fine!”
     
     
    Marco sbadigliò sonoramente, mentre apriva il frigo per prendersi dell’acqua.
    “Cavoli, non pensavo l’avrei mai detto, ma che noia…”
    “Come mai?” Chiese Saiko. “Credevo che ormai non sopportassi più tutti quegli Heartless e Nessuno, assieme agli incontri stravaganti…”
    “Per quanto mi riguarda, sono d’accordo con Marco.” Fece Pan. “Con voi non posso nemmeno allenarmi nel combattimento… vi farei fuori in pochi secondi….”
    “Ma che bello… Reborn ha proprio trovato dei degni sostituti…” disse Tsuna, piangendo lacrime amare.
    “Questo Reborn ti ha proprio fatto disperare, eh?” chiese Ryo.
    “Disperare? È un eufemismo il tuo! Mi ha fatto affrontare tartarughe giganti, fatto cadere giù da ponti da altezze superiori ai cento metri… Con lui la mia vita è diventata un vero inferno… E oltre a lui, si mettevano in mezzo rivali che volevano il mio posto o altri boss decisi a non farmi diventare tale…”
    “Beh, dai, poteva andarti peggio, no?” replicò il Tamer.
    Tsuna stava per replicare, ma l’apparizione improvvisa di un varco lo zittì seduta stante, assieme agli altri.
    “Un varco? Chi accidenti sta arrivando adesso?” chiese Marco.
    Pochi secondi dopo, la risposta arrivò sotto l’aspetto di un ragazzo dai lunghi capelli biondi, che indossava un paio di pantaloni neri e una canottiera blu scuro, lasciando così in vista una larga cicatrice sulla spalla destra.
    “Ehilà!” li saluto l’alchimista d’acciaio.
    Tuttavia, nessuno rispose al suo saluto, guardandolo come se fosse un alieno, smorzando così il suo entusiasmo.
    “Ehm… che succede ragazzi? Sembra che abbiate visto un fantasma…”
    “Edward Elric?!” urlarono in contemporanea Marco e Saiko.
    “Ah, ecco, sapevo che almeno tu mi avresti riconosciuto.” Rispose lui, salutando l’animorph. “Tu invece… non mi pare di averti mai visto, come anche gli altri. Ma tu perché mi conosci?”
    “Beh, ecco, è una lunga storia…”
    “Ah, ma certo!” disse lui, battendo un pugno nell’altra mano. “Tu sei uno di quelli che ha visto la mia storia attraverso un fumetto, giusto?”
    Saiko rimase sorpreso.
    “E tu come…”
    “Come lo so? Semplice: Dark e Hikari mi hanno avvertito che in qualche mondo avrei potuto incontrare qualcuno che mi conoscesse per questo motivo.”
    “Dark e Hikari?” lo interruppe Ryo. “Vuoi dire che li hai incontrati?”
    “Certo. Mi hanno aiutato a sconfiggere un nemico e a mettere in salvo me, mio fratello e Winry prima che il mio mondo venisse distrutto. E in più, mi hanno addestrato per più di un anno.”
    “Come scusa?” domandò Pan. “Ma se sono andati via poco più di un mese fa.”
    “Beh, diciamo che in un mondo dove siamo andati, abbiamo approfittato di una certa condizione… E quindi, anche se nel tempo normale sono passati solo pochi minuti, io, assieme ad un'altra custode e a uno, se ho capito bene, Shinigami, ci siamo addestrati per più di un anno.”
    “Shinigami?” ripeté Saiko. “Aspetta, non dirmi che era uno dai vistosi capelli arancioni e con una spada enorme!”
    “Ah, quindi conosci anche Ichigo? Cavoli, il tuo mondo dev’essere parecchio aggiornato sulla situazione degli altri.”
    Il mangaka, però, non lo sentì, limitandosi a rimanere paralizzato dalla sorpresa.
    “Ad ogni modo, ho deciso di raggiungervi. Dato che ora sono quello con maggiore esperienza tra i presenti, Dark mi ha chiesto di farvi da supporto, inoltre, ha detto che così avreste potuto usufruire nuovamente dell’alchimia.”
    “Beh, solo per l’ultimo punto, ti do il benvenuto a bordo!” rispose Marco, poco prima che l’allarme cominciasse a suonare.
    “Pare che non avrò molto tempo per ambientarmi in questa Gummiship, eh?”
    “Sembra proprio di no.” Rispose Ryo, andando ai monitor, visualizzando così il mondo.
    “Umh… Non so perché, ma ho l’impressione di averlo già visto…” commentò Marco, osservandolo.
    “Davvero? Beh, speriamo sia così, almeno avremo una guida.” Rispose Pan, per poi aprire il varco. “Su, andiamo! Speriamo che lì possiamo sgranchirci un po’!”
    “Battagliera la bambina, eh?” domandò divertito Edward, poco prima di ritrovarsi un Keyblade puntato sul collo.
    “Questa ‘bambina’ te la farà pagare cara se la chiami ancora così, chiaro? E ringrazia se userò solo il Keyblade e non la mia forza per ridurti ad un informe ammasso di carne!”
    L’alchimista deglutì.
    “M-Me lo ricorderò… Come rimpiangerò la chiave inglese di Winry…”
    “Chiave inglese?!” urlò spaventato Marco. “Dimmi che non era una suora ad usarla, ti supplico, dimmi che non è così!”
    “Ehm… no… sarebbe la mia… ragazza…” rispose lui, senza nascondere un po’ d’imbarazzo.
    “NOOOOO!!!!” urlò Saiko, lasciando tutti sorpresi. “Perché l’hai detto? Mi hai appena rovinato il finale della tua storia!!!”
    “Ehm… dubito che abbia seguito la mia vera storia…” rispose Ed, per poi attraversare il varco, assieme agli altri.
     
     
    “Te l’avevo detto, Pumbaa!” esclamò Timon. “Non dovevamo fermarci per annotarci quel posto!”
    “Ma Timon! Chissà quando lo avremmo ritrovato!”
    “Sì, ma ora se non la ritroviamo, Simba ci farà mangiare in un sol boccone!”
    “Suvvia, sono sicuro che la ritroveremo. Non può essersi allontanata troppo.”
    “E se le succedesse qualcosa? E se scoppiasse un incendio?! O se tornassero le iene?!”
    “Calmati Timon, vedrai che non succederà niente del genere.”
    “Forse hai ragione. In fondo, le possibilità sono le stesse di vedere aprirsi dal nulla un buco nero alle mie spalle, dal quale escano sei leoni, no? Pumbaa? Mi stai ascoltando? Perché ti sei fermato all’improvviso e stai guardando alle mie spalle come se avessi visto un fantasma?”
    “Ehm… Timon? Hai mai pensato di collaborare con Rafiki?”
    “Perché questa domanda?” chiese titubante.
    “E questo cosa significa?!” urlò una voce femminile alle sue spalle.
    “Non dirmelo: dietro di me si è veramente aperto un varco da cui sono usciti sei leoni, vero?” chiese il sulicate, osservando il facocero che annuiva, sempre ad occhi sgranati.
    Timon si girò immediatamente, ritrovandosi di fronte a sei leoncini, di cui uno era femmina.
    Quattro di loro avevano il pelo arancione, uno nero e quello femminile invece bianco.
    “Marco! Ci sei tu dietro a tutto questo, vero?” domandò quest’ultima.
    “No, credimi Pan, il mio potere di metamorfosi si limita a me stesso! E, a meno che tutti voi non abbiate trovato un cubo blu con affianco un leoncino, non può essere il mio stesso tipo di metamorfosi!”
    “E allora come abbiamo fatto a trasformarci?” chiese Ryo, che era il leoncino dal pelo nero.
    “Se ben ricordo, la stessa cosa succedeva anche a Sora, Paperino e Pippo, quando finivano in mondi particolari… Ma credevo fosse la magia di Paperino a permetterlo…” rispose Saiko, guardandosi una zampa.
    “Ma perché anche questo?” si lamentò Tsuna.
    “Umh… curioso… credevo fosse impossibile effettuare una simile trasmutazione…” rifletté Edward, osservando con interesse il suo corpo.
    “E voi chi cavolo siete?!” urlò Timon, interrompendo i loro discorsi.
    I sei custodi si girarono verso di lui.
    “No… non ditemi che non è come penso che sia…” disse Marco, battendosi la zampa sul muso, riconoscendo i due. “Ditemi che non siamo finiti nel mondo di Simba!”
    “Siete amici di Sora?” chiese Pumbaa.
    “Lo conoscete?” replicò Saiko.
    “Amici di Sora? Ma allora aspettate… anche voi siete degli umani?!” esclamò sorpreso il sulicate.
    “Già… Anche se sinceramente, faremmo fatica a crederci in questo momento…”
    “E ci credo… Beh, ora scusateci, ma dobbiamo riprendere la nostra ricerca!”
    “State cercando nuovi insetti da mangiare?” chiese Marco.
    “Magari! No, stiamo cercando qualcosa di decisamente più raro, difficile da prendere, e soprattutto, pericoloso!”
    “Cioè?”
    “La principessa Kiara!” rispose Pumbaa, alzando un po’ la voce.
    “Principessa?” ripeté sorpresa Pan, cercando di rimanere in equilibrio. “Cavoli, ma come fa mio nonno ad andare in giro con la coda? Ti destabilizza non poco…”
    “Scusa, ma non avevate detto di essere umani?” chiese Timon sorpreso dalla sua esclamazione.
    “Beh, io in teoria sono in parte Sayan, una razza molto simile agli umani, solo molto più forti e in origine tutti dotati di coda, che comportava un piccolo effetto collaterale…”
    “Che sarebbe?”
    “Nulla d’importante.” rispose lei, scuotendo la zampa.
    “Se lei lo chiama ‘piccolo effetto collaterale’, non voglio sapere che cosa intende per ‘grande effetto collaterale’…” mormorò Saiko.
    “Ad ogni modo, avete visto qualcosa di strano?” chiese Edward. “Creature nere, bianche, altri leoni sconosciuti… Qualcosa d’insolito insomma.”
    “Vediamo…” fece Timon, cominciando a contare sulle dita. “Prima si sviluppa da solo un incendio, nel quale rimane coinvolta la principessa, poi viene salvata da uno dei rinnegati, e dico non uno qualunque, ma Kowu, colui che doveva diventare l’erede di Scar. Quest’ultimo dice di aver tradito la sua gente e che desidera vivere nelle Terre del Branco. Mentre Simba lo tiene sott’occhio, tra lui e Kiara nasce un profondo legame. Quando Simba finalmente decide di fidarsi di lui, si scopre che in realtà era tutto un piano dei rinnegati per eliminare Simba, che riesce a salvarsi per un pelo. Kowu poi ha avuto il coraggio di tornare, dicendo che era vero, il piano originale era quello, ma grazie ai giorni passati qui si era reso conto di sbagliarsi, ma Simba, assieme a tutti gli altri animali delle Terre del Branco, l’ha esiliato. Solo che Kiara è scappata per seguirlo e stare con lui! E se non la ritroviamo al più presto possibile, Simba lo scoprirà, e dato che dovevamo essere noi a tenerla sotto controllo, ci farà mangiare da tutte le leonesse!”
    “Wow… riepilogo chiaro…” commentò Marco. “Però temo che voi non abbiate considerato un particolare…”
    “Cioè?” chiese Pumbaa.
    “Cioè che mi sono accorto poco dopo di voi della fuga di Kiara, e che vi sono venuto dietro per cercarla.” Disse una voce alle loro spalle, facendoli gelare sul posto.
    I due si girarono, ritrovandosi di fronte ad un grosso leone dal pelo arancione e una vistosa criniera rossa.
    “S-Simba! Ma che bella sorpresa trovarti qui! Bella giornata, non trovi?” cercò di dire Timon, nel vano tentativo di nascondere la verità al re.
    Lui lo ignorò, superandolo e fermandosi di fronte ai sei custodi.
    “Siete amici di Sora, non è vero?” chiese.
    “È così ovvio, vero?” replicò Saiko.
    “Beh, dopo il messaggio di Aqua, immaginavo un suo ritorno. Certo, non credevo sarebbero giunti altri custodi.”
    “Al momento Sora non può venire qui. Sta venendo sottoposto ad un esame per diventare un Master del Keyblade.”
    “Capisco… Ad ogni modo, credo di potermi fidare di voi come facevo con lui, no?”
    “Di certo non siamo custodi cattivi, se questa è la tua preoccupazione. Piuttosto, Timon ci parlava di tua figlia. Hai idea di dove possa essere andata?”
    “Purtroppo so solo che vuole raggiungere Kowu. Si è invaghita di lui e non vuole capire quanto sia pericoloso.”
    “Menomale che qui non c’è anche Dark.” Fece Marco. “Altrimenti per Hikari sarebbe diventato ancora più difficile riuscire a convincerlo che l’amore non è una cosa negativa.”
    “Dark?” chiese Simba curioso.
    “È un altro custode, i cui poteri sono di gran lunga superiori ai nostri, ma che ha rinnegato l’amore. Non ne sono certo, ma avrebbe potuto ignorare la tua richiesta di cercare Kiara.”
    “Ma è un custode della Luce?”
    “Non proprio… lui rappresenta l’equilibrio. Luce e Oscurità per lui sono la stessa cosa. Ma per nostra fortuna, è dalla parte della luce. Non sarebbe stato bello avere come nemico uno che può distruggere un mondo in pochi secondi…”
    “Un momento, un momento!” li interruppe Timon. “Voi avete come amico… uno che si diverte a distruggere pianeti come hobby?!”
    “No, no. Finora ha distrutto solo un mondo, che per di più ha creato lui stesso.”
    “Scusate, ma che poteri ha? Insomma… mi sembra esagerato…” fece Pumbaa.
    “Esagerato?” ripeté Ed, per poi scoppiare a ridere. “Tu non sei stato allenato da lui per più di un anno. Ho perso il conto delle volte che ho dovuto ricostruirmi le ossa a furia di cercare di sconfiggerlo… senza esserci mai riuscito.”
    “Tsk. Mio nonno avrebbe fatto di meglio. E probabilmente anch’io.”
    “Dici davvero, mocciosa?”
    “Sì, dico davvero! Almeno mio nonno se l’è meritato il titolo di guerriero più forte dell’universo, e dato che forse non lo sai, ha tenuto testa anche a Dark!”
    “Dark dev’essersi trattenuto. Credimi, volendo potrebbe distruggere ben più di un pianeta in un colpo solo!”
    “Basta!” urlò Tsuna, mettendosi tra i due. “Non è il momento di litigare.”
    “Giusto, concordo con il leoncino.” Disse una voce alle loro spalle.
    Tutti si girarono, ritrovandosi di fronte ad una leonessa dal pelo piuttosto rovinato, che avanzava verso di loro. “Non la pensi anche tu così, Simba?”
    “Zira! Ne hai di coraggio a presentarti da sola dopo l’attentato da parte di tuo figlio.”
    “Mio figlio? Ho rinnegato quel debole! Alla fine non aveva nemmeno più intenzione di ferirti. Tua figlia ha fatto un ottimo lavoro… Anni di addestramento mandati a monte in pochi giorni!”
    “Cosa?” domandò allibito il leone.
    “Sei più stupido di quanto pensassi! Kowu cercava di avvertiti quando ti abbiamo attaccato e ti ha salvato la vita, sacrificando quella di suo fratello maggiore. E poi è scappato via. Per colpa sua, anche le altre leonesse cominciano ad avere dubbi sul fatto che tu debba essere eliminato.”
    “Quindi sei venuta da sola?” chiese Ryo.
    “Sola? Oh, no, no. Ho trovato alleati più potenti… immagino che voi li conosciate piuttosto bene.”
    Non appena ebbe detto ciò, attorno a lei si aprirono decine di varchi oscuri, dai quali uscirono altrettante leonesse nere, tutte avvolte da un’aurea oscura.
    “Heartless!” urlò Edward, evocando tra le zanne il Keyblade, imitato da tutti gli altri.
    “Com’è possibile?” chiese Simba, mettendosi davanti a Timon e Pumbaa. “Credevo fossero spariti dalle Terre del Branco!”
    “Lo erano infatti…” fece una voce, mentre di fronte a loro si apriva un varco oscuro.
    Pochi secondi dopo, una ragazza dai capelli neri e gli occhi viola uscì da un varco.
    “Un umano?! Un umano nelle Terre del Branco?!” urlò Timon. “Non è possibile!”
    “Jessie?” chiese inizialmente Edward, per poi scuotere la testa. “No… Tu sei la sua parte oscura, Jyassmie!”
    “Oh, vedo che vi ha parlato di me. Bene, eviteremo inutili presentazioni. Certo, non mi aspettavo di trovarvi sotto quest’aspetto…”
    “Non ci sottovalutare!” rispose l’alchimista, mentre il terreno sotto di lui cominciava ad alzarsi, creando un cannone. “Fuoco!”
    Non appena ebbe dato l’ordine, l’ordigno cominciò a caricare energia, per poi scagliare un raggio di luce verso l’avversaria, che evocò sia la Via del Tramonto sia l’Artiglio della Notte, riuscendo così a deviare il raggio.
    “Però… riuscire a usare in quel modo la luce… non male.”
    “E questo è solo l’inizio!”
    “Oh, su questo concordo. Zira, tra poco avrai la tua vendetta.” Disse la custode, creando poi tra le mani una piccola sfera luminosa.
    “Cosa credi di fare?” chiese Simba.
    “Sapete, Xadvid ci ha spiegato velocemente le cose più importanti su diversi mondi che conosce. Compresa una cosa interessante sul mondo di uno di voi…”
    “E sarebbe?” chiese Tsuna, per poi accorgersi dello sguardo fisso della Sayan. “Pan? Che succede?”
    Non appena l’ebbe nominata, Marco e Saiko guardarono la sfera, per poi girarsi verso di lei.
    “Ha la coda ora!” urlarono insieme.
    “E con questo? Al momento tutti noi l’abbiamo.” Fece Ryo.
    “Non è la stessa cosa!” replicò l’animorph, preso dal panico. “Tu non sai cosa significa questo!”
    “Ma io sì.” disse Jyassmie, per poi lanciare in aria la sfera, che venne subito avvolta da una barriera.
    Una volta raggiunto il cielo, la sfera s’ingrandì di colpo, diventando simile alla luna.
    “Wow… Che paura, una seconda luna…” fece Timon, prendendo un po’ di coraggio. “Cos’è? Vuoi cambiare le maree?”
    “Ehm… Timon?” lo interruppe Pumbaa, cominciando a tremare.
    “Che succede?”
    “È normale che un leone cominci ad avere degli spasmi senza un motivo apparente, dopo aver visto la luna?”
    Il sulicate si girò, vedendo Pan che tremava in maniera evidente.
    “Che cosa le sta succedendo?” chiese Simba.
    “Maledizione… Dobbiamo tagliarle subito la coda, o saremo nei guai!” urlò Marco, cercando di attaccarla con il Keyblade.
    Ma prima che potesse avvicinarsi, una specie di colpo di vento lo fece volare all’indietro.
    Nel frattempo, la figura di Pan cominciò a cambiare, riprendendo gradualmente il suo aspetto originale, mantenendo però la coda, che cambiò leggermente di forma, diventando simile a quella di una scimmia.
    Poi il suo corpo cominciò a pulsare e ad ingrandirsi.
    Sulla sua pelle iniziò ad apparire del pelo marrone, che in breve la ricoprì completamente.
    Il suo viso si allungo, mentre i suoi denti si trasformavano in zanne.
    I custodi indietreggiarono, imitati dagli altri presenti, Zira compresa, tranne Jyassmie, che invece scoppiò a ridere.
    “C-Cos’è q-quel c-coso?!” urlò spaventato Timon, indicando un gorilla alto una decina di metri, che cacciò un grido che riecheggiò tutt’attorno.
    “È il ‘piccolo effetto collaterale’ dei Sayan.” Spiegò Saiko, senza nascondere la sua paura. “Quando i Sayan provvisti di coda vedono una luna piena si trasformano in enormi gorilla… In qualche modo, il fatto di essere diventata temporaneamente una leonessa, e quindi entrando in possesso di una coda, ha risvegliato la sua vera natura… e la cosa peggiore, è che quando ciò avviene, chi si trasforma perde completamente il controllo su se stesso! Diventa una creatura incapace di distinguere amici e nemici, e distrugge tutto e tutti!”
    “Come possiamo fermarla?” chiese Simba.
    “I modi sarebbero tre: distruggere quella sfera simile alla luna, tagliarli la coda, oppure… ucciderla.”
    “Beh, alla fine è solo un gorilla un po’ troppo cresciuto. Che cosa potrà mai-” cominciò Pumbaa, per poi osservare Pan spalancare la bocca e lanciare un raggio che li superò, andando poi a scontrarsi con il terreno, provocando un cratere largo una decina di metri.
    “…fare…” concluse il facocero, spalancando la bocca.
    “Se solo fossimo nella nostra forma umana… potremmo cercare di contrastarla, alla peggio ricorrendo alla fusione… ma nemmeno io posso tornarci in questo modo… Dovrei aver acquisito il mio DNA, ma non posso farlo!” fece Marco.
    “Forse posso pensarci io…” disse Ed. “Ma mi serve un po’ di tempo… Devo effettuare un’alchimia per la quale è necessario un cerchio alchemico. Nemmeno il potere della pietra è sufficiente.”
    “Forse posso riuscire a contrastarla per qualche minuto, ma mi serve il tuo aiuto.” Si propose Tsuna, avvicinandosi a Ed e mormorandogli qualcosa all’orecchio.
    “Però dopo dimentica quanto ti ho detto. Se Reborn dovesse scoprire che ti ho detto queste cose, la sua punizione sarà molto dura… Forse anche più di dover affrontare Pan con uno stuzzicadenti…”
    “Non preoccuparti.” Rispose Edward, alzando una zampa, sulla quale si creò dal nulla una caramella, che lanciò a Tsuna. “Sarò muto come un pesce.”
    “Grazie. Per tutti e due i favori ovviamente.” Rispose il decimo, mangiando al volo la caramella.
    “Scusate se v’interrompo… Ma questo non mi sembra il momento più adatto per mangiare, sapete?” fece Timon.
    “Non preoccuparti.” Rispose Tsuna, mentre sulla sua fronte appariva una fiamma, e il suo tono di voce si faceva freddo. “Quella caramella mi serviva per risvegliare il mio vero potenziale.”
    Prima che potesse dire altro, attorno alle sue zampe apparvero dei guanti di stoffa, che diventarono subito di ferro, con una X sopra.
    “Non sono come i tuoi originali.” Spiegò Ed, mentre i fulmini dell’alchimia sparivano. “Probabilmente dureranno solo per qualche minuto, non di più.”
    “Basterà.” Rispose Tsuna, per poi farsi avvolgere dalle fiamme e volare contro il gorilla.
    “Vedo che Sora ha amici potenti.” Disse Simba.
    “Io invece comincio a sentirmi a disagio… Sembra che sia l’unico ad essere senza poteri…” commentò Ryo, mentre dietro di lui Saiko annuiva.
    “Già. Non pensavo che essere dei comuni umani potesse penalizzare così tanto…”
    “Gli umani possono diventare molto forti.” Fece Ed, per poi appoggiare a terra il Keyblade. “Ma ora, lasciatemi lavorare. Non è facile disegnare usando la bocca…”
    “E tu pensi che te lo lascerò fare?” si mise in mezzo Jyassmie, puntandogli contro il Keyblade. “Questo mondo cadrà nell’oscurità, e il merito sarà proprio di una custode.”
    “Credi forse che quando l’effetto di quella luna sarà passato, Pan ti perdonerà per averla usata?” chiese Marco.
    “Tu sottovaluti il potere delle tenebre. Quando si sarà resa conto di ciò che ha fatto, il rimorso s’impossesserà di lei, e lentamente, la porterà a perdere se stessa, e si unirà alla nostra causa.”
    “Come se te lo lasciassimo fare!” urlò Saiko, mettendosi di fronte a lei, pronto ad attaccare.
    “E io non ti lascerò distruggere il nostro mondo.” Fece Simba, affiancando i custodi.
    “Non preoccuparti, Simba. Tu soccomberai qui, per zampa mia!” Disse Zira, affiancandosi alla custode oscura.
    “Sai bene che sono più forte di te.” Replicò il re.
    “Sì, ma tu non accetterai mai dentro di te il potere dell’oscurità. Io invece sì! Jyassmie, procedi pure. Non m’importa più di nulla!”
    La ragazza sorrise.
    “Come desideri.” Rispose.
    Poi evocò l’Artiglio della Notte, con il quale colpì al cuore la leonessa.
    Per qualche secondo non successe nulla.
    I presenti sgranarono gli occhi quando videro il corpo di Zira diventare nero, per poi cominciare a dissolversi, lasciando solo un cuore di cristallo rosso, che rimase sospeso in aria.
    Senza fermarsi, la custode puntò il Keyblade su di esso, dal quale uscì un raggio dello stesso colore, che lo colpì. Il cuore resistette al raggio, ma cominciò a mutare colore, diventando sempre più scuro, fino a raggiungere il colore dell’oscurità.
    Quando Jyassmie interruppe il raggio, il cuore cominciò a girare su se stesso, per poi far uscire un denso liquido nero, che colò al suolo.
    Infine, il cuore stesso cominciò a dissolversi in quel liquido, divenendone parte integrante.
    “Cos’hai fatto?” chiese Ryo, osservando ciò che restava della leonessa.
    “Una cosa che voi stolti custodi della luce non osereste nemmeno pensare. Ho modificato la natura del suo cuore.”
    “Hai… fatto cosa?!” urlò sorpreso Edward. “Hai osato… violare il tabù…”
    Senza aspettare altro, l’alchimista fece un salto, mentre le sue zampe venivano avvolte da dei piccoli fulmini azzurri.
    Quando atterrò, essi scattarono verso il cielo, sparendo in esso.
    “Speriamo arrivino presto…” mormorò, per poi riappoggiare il Keyblade a terra. “E ora pensiamo a distruggere la magia di questo mondo!”
    Ma prima che potesse cominciare, la sostanza nera cominciò a sollevarsi, prendendo una forma sferica, e prese a galleggiare. La sfera poi cominciò ad allungarsi sia verso l’alto sia verso il basso, prendendo una forma ovale.
    “Dimmi, alchimista d’acciaio. Tu hai tentato di riportare in vita tua madre, non è vero?” chiese Jyassmie. “Però hai fallito, perdendo un braccio, una gamba e l’intero corpo di tuo fratello. L’unica cosa che avete ottenuto è stato un ammasso informe di carne. Per te quindi la trasmutazione umana è impossibile.”
    “Ad essere precisi, è impossibile riportare in vita una persona… L’anima, l’essenza di una persona, o come la chiamate voi, il cuore, una volta distrutto non può essere ricreato… Ma tu l’hai fatto… hai alterato un cuore…”
    “E tu sai cosa significa, vero?” ghignò la custode oscura.
    Edward abbassò lo sguardo.
    “Modificando un cuore, alteri la natura del proprietario… Dark mi ha spiegato che il cuore è il nucleo di una persona, al cui interno ci sono tutte le informazioni su di essa. È per questo che il cuore mantiene personalità e caratteristiche della persona. Ed è stato grazie a ciò che Sora, dopo essersi trafitto con il Keyblade ed essere diventato un Heartless, è riuscito a riprendere il suo aspetto. Certo, Dark dice che potrebbe essere stata anche la presenza di una delle sette principesse della luce…”
    “Ma il vero motivo è il fatto che Sora è il prescelto del Keyblade, il custode della luce per eccellenza. Sai, sono venuta a conoscenza di una certa leggenda… Pare che il predecessore di Sora non abbia portato solo pace nell’universo.”
    “Lo so. Ha gettato anche il caos. Sono stato avvertito in proposito.”
    “Lo stesso caos che ha generato Hakai!” continuò Jyassmie, per poi osservare la massa nera, dalla quale cominciarono a prendere forma quattro arti. “E l’universo ha risposto a ciò generando il primo custode dell’equilibrio, il quale con un costo elevato, ha riportato la situazione alla normalità, ma ora l’oscurità è più forte della luce! E tutto perché essa si rifiuta di usare mezzi che ritiene troppo ingiusti, come quello usato da me! Ho preso un cuore una volta devoto alla luce, ma contaminato nell’oscurità, e l’ho trasformato in un cuore di pura oscurità! Esistono sette principesse della luce, ma non le loro controparti… ciò significa che dovremo rimediare!”
    Non appena finì di parlare, la massa oscura emanò una luce nera, che la nascose alla vista di tutti.
    Quando essa scomparve, di fronte a loro c’era una donna vestita di nero.
    Aveva lunghi capelli color paglia, tutti arruffati, e le unghie delle mani erano lunghe e deformi, come se non fossero curate da molto tempo.
    I suoi occhi emanavano pura oscurità, e la sua bocca era deformata in un ghigno divertito.
    La donna alzò le mani verso di sé, osservandole con attenzione.
    “Capisco… Quindi è così essere umani…” disse, con una voce che sorprese tutti.
    “Zira?!” urlò Simba, scioccato.
     
    Tsuna fu scagliato su una roccia da una manata della Sayan, finendo sepolto dalle sue macerie.
    Il decimo le spostò, riemergendo.
    Lo scontro contro Pan lo stava mettendo a dura prova, procurandogli diverse ferite.
    “Per fortuna… in questo stato la percezione del dolore è minore…” disse, pulendosi con la zampa un fiotto di sangue che gli usciva dalla bocca, per poi osservare il gorilla, che avanzava verso di lui.
    “Maledizione… non sarei voluto arrivare a tanto… perdonami Pan.” Disse, mentre attorno alle sue zampe riapparivano le fiamme.
    Sawada si alzò su due zampe, per poi alzare quelle anteriori verso la custode trasformata.
    Immediatamente le fiamme aumentarono di calore e d’intensità, creando di fronte a lui una piccola colonna di fuoco.
    Poi improvvisamente, le fiamme si spensero.
    “Zero Chiten Toppa.” Disse Tsuna.
    Non appena ebbe detto ciò, le fiamme ricomparvero tutte insieme, per poi cominciare a pulsare.
    “First Edition.” Continuò Tsuna, scomparendo per un secondo e riapparendo in testa al gorilla.
    Prima che Pan potesse reagire, dalle fiamme cominciò ad uscire del ghiaccio, che in pochi secondi l’avvolse completamente, congelandola.
    “Mi dispiace… quel ghiaccio non si può sciogliere… è finita.” Disse Tsuna, mentre le sue fiamme scomparivano e lui scendeva dal gorilla.
    “E ora vediamo di aiutare gli altri.”.
    Ma non appena si girò, un rumore alle sue spalle lo fermò.
    “Interessante… Quindi le tue fiamme possono creare del ghiaccio? Devo ammettere che questo non l’avevo ancora visto…” disse una voce, che lo costrinse a voltarsi nuovamente.
    Tra lui e Pan era comparso un uomo dai capelli raccolti in una coda, con una benda che gli copriva un occhio e una cicatrice dall’altra parte del volto.
    “Sawada Tsunayoshi, giusto? Piacere, io sono Braig.” Disse l’uomo, mostrando un ghigno. “Da come Xanxus parlava di te, credevo fossi qualcosa di più di un semplice ragazzino…”
    “Conosci Xanxus?”
    “Certo! Stiamo dalla stessa parte. Vedi, io sono uno dei più vecchi alleati di Xehanort.”
    Sulla fronte di Tsuna riapparve subito la fiamma.
    “In questo caso, ti dovrò eliminare.”
    “Oh, no no. Non ho intenzione di combattere. Sono venuto qui solo per aiutare.” Spiegò, muovendo l’indice destro in segno di negazione.
    “E come intendi farlo senza intervenire in prima persona?”
    “Semplice. A quanto mi risulta, anche tu hai assistito al massimo potenziale della specie di Pan, giusto?”
    “E con questo? Stando a quanto dice, suo nonno è uno dei più forti guerrieri dell’universo.”
    “Sì, questo è quello che ho sentito anch’io…” rispose Braig, creando una sfera nera, che poi lanciò verso la luna finta.
    La barriera si aprì giusto quel poco per farla passare, richiudendosi immediatamente.
    La sfera bianca poi si aprì a metà, inglobando quella nera, che sparì al suo interno.
    Per qualche secondo non successe nulla.
    Poi la sfera cominciò a cambiare colore, avvicinandosi al giallo.
    Uno scricchiolio costrinse Tsuna a spostare lo sguardo sul gorilla, attorno al quale il ghiaccio cominciò a sciogliersi.
    Gradualmente il suo colore cominciò a mutare, diventando simile all’oro.
    Mentre era ancora dentro il ghiaccio, riuscì a spalancare le fauci, all’interno delle quali cominciò a caricare un raggio d’energia, diretto verso il decimo.
    Quando infine il ghiaccio si ruppe in mille pezzi, il colpo partì rapidamente non avendo più vincoli, in contemporanea, una luce rossa si accese sotto i loro piedi.
     
    Zira sorrise, per poi creare tra le mani una sfera nera.
    “Fantastico… non so come, ma so usare alla perfezione l’oscurità…” disse, trasformando la sfera in una lancia.
    “Manipolazione degli elementi? E per di più dell’oscurità?” fece sorpreso Edward. “Com’è possibile?”
    “Il suo cuore ora è completamente oscuro e ciò rende possibile fare cose altrimenti impossibili.” Spiegò Jyassmie.
    “Capisco…” disse Edward, mentre sotto di lui apparivano i classici fulmini dell’alchimia. “Mi costringi ad accelerare i tempi…”
    “Cosa vuoi fare?” chiese Marco.
    “Creerò il cerchio usando l’alchimia stessa, ma mi porterà via parecchie energie…” fece Ed, mentre sotto alle sue zampe cominciava ad apparire un disegno, che velocemente ricoprì l’intera area.
    “Così grande?” domandò Saiko, osservando il cerchio alchemico.
    “E questo cos’è?!” chiese Timon, mentre il disegno s’illuminava.
    “Scusatemi, non riuscirò ad escludervi dal processo. Dopo cercherò di riportare tutto alla normalità…” disse l’alchimista, mentre una luce rossa lo copriva, come tutti gli altri.
    Quando la luce tornò normale, i custodi erano tutti tornati al loro aspetto originario.
    Edward era in piedi, ansimante, con un piccolo sorriso sul volto.
    “B-Bene… posso ancora definirmi… un genio dell’alchimia…” disse, prima di perdere i sensi.
    Ma prima che toccasse terra, un uomo dai lunghi capelli rossi, che indossava un paio di pantaloncini e una maglietta a maniche corte, entrambi di colore beige, lo prese al volo.
    “Non so cosa tu abbia fatto… ma devo dire che mi hai sorpreso.” Fece lui, appoggiando a terra Edward.
    “Cosa diamine è successo?!” urlò un uomo poco lontano, che indossava una tuta marroncina e aveva dei corti capelli rossi, mentre si guardava le mani, con gli occhi sgranati, imitato da un altro al suo fianco, che invece aveva capelli marroni scuro e aveva addosso un completo dello stesso colore.
    “Sei Simba, vero?” chiese Saiko, avvicinandosi all’uomo dai capelli lunghi. “Edward aveva detto che non sarebbe riuscito ad escludervi dalla sua alchimia… Scusateci, vi abbiamo coinvolto.”
    “Non preoccupatevi. Se servirà per salvare le Terre del Branco, non importa.”
    “Simba! Vedo che la tua testardaggine è indistruttibile. Vediamo se però resiste a questo!” disse Zira, per poi scagliargli contro la sua lancia.
    I custodi evocarono subito il Keyblade, ma attorno a loro apparvero diversi Heartless, che li ostacolarono, lasciando Simba da solo, senza nessuna arma.
    Ma poco prima che la lancia lo colpisse, qualcuno si gettò contro il re, buttandolo a terra e permettendogli così di schivare l’attacco, che andò a conficcarsi nel terreno.
    “Tutto bene?” chiese l’uomo, anch’egli dai capelli lunghi, ma stavolta neri, con una cicatrice sull’occhio sinistro.
    Simba lo guardò per qualche secondo, per poi spalancare gli occhi.
    “Kowu?” esclamò.
    L’altro annuì.
    “So che non ti fidi di me, e non posso darti torto, ma permettimi di cercare di riscattarmi.”
    “Kowu!” fece Zira, senza nascondere la sua ira. “Osi ancora intrometterti? Non ti è bastato aver ucciso tuo fratello?!”
    Lui si girò verso la donna.
    “Madre, nonostante tu sia cambiata d’aspetto, vedo che il tuo odio è rimasto invariato. Ho saputo cos’ha fatto Scar. Cose che tu mi hai tenuto nascosto, o che mi hai raccontato in maniera diversa. Mi dispiace, ma non posso condividere i tuoi ideali. Io sono dalla parte di Simba e di Kiara!”
    Zira lo guardò, riducendo gli occhi a due fessure.
    “Molto bene!” disse, creando tra le mani due lance d’oscurità. “Allora perirai assieme a loro!”
    “Maledizione!” fece Marco, distruggendo un Heartless. “Non riusciremmo a distruggerli in tempo, e Edward è ancora privo di sensi!”
     
    Tsuna si ritrovò d’un tratto nuovamente umano, giusto in tempo per venire afferrato da un paio di braccia, che lo spostarono in tempo, evitando così il raggio di Pan, che distrusse il terreno che colpì.
    Tsuna fece per girarsi e vedere chi era stato, ma prima di riuscirci la persona che l’aveva preso inciampò, cadendo a terra e rotolando per qualche metro.
    “Ahi…” fece Tsuna, mentre la sua fiamma scompariva, per poi girarsi.
    Poco lontano da lui c’era una donna dai capelli biondi, che indossava un completo beige con sopra una giacchetta dello stesso colore, che in quel momento si stava tenendo la testa.
    “Cavoli… che male…” fece lei. “Ritrovarsi di colpo umana non è stata una cosa che rientrava tra le possibilità…” Poi si girò verso Tsuna. “Ehi tu! Se desideri farti ammazzare, vedi di non farti far fuori da un mostro che può distruggere tutto come se niente fosse!”
    “S-Scusa. Solo, non credevo potesse essere così forte… Comunque tu chi sei?”
    “Mi chiamo Kiara, Sono la figlia del re, Simba. Lo conoscerai, no?”
    Tsuna la guardò sorpreso.
    “Come la figlia di Simba? Scusa, ma non dovresti essere una leonessa?”
    “Perché, tu fino a pochi secondi fa cos’eri?” replicò lei.
    “Oh, questo è interessante…” osservò Braig, avvicinandosi. “Sembra che la magia di questo mondo sia stata alterata…”
    Mentre diceva ciò, evocò due fucili, che puntò subito contro i due.
    “Sembra proprio che potrò divertirmi anch’io. Una volta eliminati, Pan non avrà nessuna possibilità per tornare normale. Addio.”
    Ma prima che Braig potesse sparare, due grida lo distrassero, costringendolo a voltare lo sguardo verso la finta luna, che fu raggiunta da un raggio nero e da uno bianco.
    La barriera sembrò resistere per qualche secondo, per poi sparire sotto i due colpi assieme alla luna.
    Il gorilla, che stava avanzando verso i due custodi si fermò di colpo, per poi cominciare a diventare più piccolo, fino a tornare ad assumere l’aspetto di Pan, che rimase svenuta a terra.
    “Chi è stato?” esclamò sorpreso Tsuna, poco prima che due ragazzi atterrassero di fronte a loro.
    “Tsk. È stato fin troppo facile.” Disse uno dei due, che aveva dei capelli bianchi con due evidenti orecchie da cane che spuntavano da essi, con indosso un kimono rosso, mentre portava sulla spalla un Keyblade verde con riflessi argentati.
    “Già. Per fortuna ci hanno fatto documentare abbastanza, così abbiamo potuto risolvere subito il problema.” Rispose l’altro, dai capelli arancioni, che indossava un kimono nero, e stringeva nella mano una katana nera.
    Inuyasha e Ichigo si girarono insieme verso Tsuna e la ragazza.
    “Ehi, voi due, tutto bene?” chiese un terzo ragazzo, apparendo alle loro spalle.
    “K-Koji! Inuyasha!” esclamò sorpreso Tsuna, riconoscendone due.
    “E io sono Ichigo. Scusate per il ritardo, ma il messaggio ci ha messo un po’ ad arrivare.”
    “Messaggio?”
    “Edward ci ha chiesto aiuto usando l’alchimia. Un trucchetto che deve avergli insegnato Dark.” Spiegò Koji.
    “Tipico suo. Doveva far chiamare noi invece di lui, eh?” si lamentò Inuyasha, per poi sospirare. “E usando la scusa dell’allenarsi, non possiamo nemmeno ribattere… Cavoli, Tessaiga era decisamente più facile da usare rispetto a questo Keyblade…”
    “E voi chi siete?” chiese Braig.
    I tre nuovi arrivati non risposero.
    “Inuyasha, va a vedere come sta Pan.” Disse Ichigo, per poi puntare contro l’ex membro dell’Organizzazione XIII il proprio Keyblade.
    “Eh, no! Mi spiace per te, ma non te lo lascerò!” rispose il mezzodemone. “Il suo amico ha distrutto il mio mondo…” il suo tono si abbassò. “Ha eliminato tutti tranne me…”
    “Concordo con Inuyasha. Tutti noi abbiamo un conto in sospeso con questi tipi… Ci conviene aspettare Edward, e poi, non so se vi ricordate che cosa può fare quella ragazzina… Se si sveglia mentre la aiutiamo, e Ed non ha ancora riparato i suoi vestiti con l’alchimia, come minimo ci lancia contro un’onda energetica…” fece Koji.
    “In questo caso, lasciate che vi dia anch’io una mano.” Disse Tsuna, recuperando il sacchetto con le caramelle e mangiandone una.
    La fiamma riapparve subito, come il suo tono risoluto.
    Inuyasha sorrise.
    “Proprio come abbiamo letto… senza quella fiamma sembra una schiappa, ma quando è in quello stato, è proprio il decimo boss della famiglia Vongola.”
    Il diretto interessato si girò verso di lui.
    “E tu come…”
    “Lunga storia.” Tagliò corto Ichigo. “Ora occupiamoci di lui.”
    Braig sorrise.
    “Interessante… Ben quattro custodi da affrontare. Chissà se siete allo stesso livello di Terra e Aqua oppure no.” Rispose l’ex Nessuno, preparandosi ad attaccare.
     
    Simba e Kowu alzarono le mani davanti al volto, pronti a proteggersi dalle due lance.
    Ma prima che esse li raggiungessero, due raggi di luce le colpirono, distruggendole.
    In contemporanea, una serie di frecce illuminate colpirono tutti gli Heartless, facendoli scomparire.
    “Cosa?” fece Jyassmie. “Chi è stato?”
    Ma prima che potesse ottenere la risposta, il rumore di un’esplosione la costrinse a voltarsi, giusto in tempo per vedere la luna esplodere, scomparendo alla vista di tutti.
    “Vedo che hai già cominciato a seminare caos.” Disse una voce, anticipando l’arrivo di Jessie, che atterrò alle sue spalle, con entrambi i Keyblade in mano.
    Nello stesso momento, accanto agli altri custodi atterrarono un ragazzo dai capelli castani, lunghi fino alle spalle, i cui vestiti erano di un blu acceso e che teneva in mano un Keyblade blu; e infine una ragazza dai corti capelli color rame, che indossava un completo estivo color rosso fuoco, con una benda nera legata attorno alla testa e in mano un Keyblade dello stesso colore dei vestiti.
    “Tipico. Dovevo intervenire io per risolvere la situazione.” Fece Asuka, sorridendo. “Lo dicevo che questi qui erano solo degli smidollati.”
    “Asuka? Justin?” esclamò sorpreso Marco, raggiungendoli. “Cosa ci fate qui?”
    “È merito di Edward.” Rispose Jessie, lanciando subito una magia curativa sull’alchimista. “Con Dark avevamo messo a punto una speciale magia che gli avrebbe permesso di contattare gli altri custodi della luce. E qualche minuto fa, Ed l’ha usata. Io l’ho ricevuta nel mio mondo, e una volta arrivata qui mi sono incrociata con loro.”
    “Noi invece abbiamo ricevuto il messaggio durante il nostro allenamento. Di recente, sono arrivati diversi custodi, perciò Light e Rexenet hanno preferito lasciarci addestrare da soli.” Continuò Justin. “E devo ammettere che il loro mondo è una vera e propria fonte d’informazioni.”
    I custodi furono poi distratti dai gemiti di Ed, che si stava rialzando.
    “Tutto bene?” chiese Saiko.
    “Sì…” rispose lui, per poi appoggiare a mano una terra, facendo partire una reazione alchemica che li superò. “Pan è tornata normale… ora le ho mandato un po’ d’energia per riprendersi, oltre che nuovi vestiti, dato che quelli vecchi immagino siano stati ridotti a brandelli…”
    “Ma che premuroso…” lo prese in giro Zira. “E ora che sono arrivati i rinforzi, sperate forse di potermi sconfiggere?”
    “Tu sottovaluti i custodi.” Fece Ryo, puntandole contro il Keyblade.
    “Già… E ringrazia che siamo arrivati solo noi… se fosse arrivato lui, di te non ci sarebbe già più nemmeno il ricordo.” Continuò il blu ranger.
    “E tu cosa vuoi fare invece?” chiese Jessie alla sua controparte, che sorrise, per poi aprire un varco oscuro dietro di sé.
    “Credo tornerò alla base a fare rapporto… Siete più avanti di quanto credessimo…” disse, per poi voltare lo sguardo verso il cielo, che cominciava a diventare scuro per il tramonto. “E poi, c’è qualcuno qui che non mi piacerebbe incontrare tanto presto, sebbene la tentazione sia forte…”
    Quest’affermazione lasciò sorpresi i keyblader.
    “Di chi stai parlando?” domandò la custode del Tramonto.
    “Poveri stupidi e sciocchi custodi della luce. Rimanete accecati da essa, incapaci di scorgere altro. Siete ancora molto lontani dal poter vincere la guerra. Zira, fanne pure ciò che vuoi.” Concluse la custode oscura, scomparendo dentro il varco.
    “Volentieri.” Rispose la leonessa, armandosi di una spada nera.
    “Chi ci pensa?” chiese Justin, sapendo già la risposta.
    “Che razza di domande fai? Lasciate che me ne occupi io. In fondo, sono stata la prima allieva di Light e Rexenet, no?” rispose Asuka.
    “Sicura di non volere una mano?” le domandò Marco.
    “Tsk. Il mio obiettivo è distinguermi e dimostrare di essere la custode migliore di tutti. Non accetto aiuto da persone di una categoria infima.”
    L’Animorph sorrise.
    “Come vuoi. Allora noi ci metteremo da parte.” Disse, spingendo via Saiko e Ryo, mentre gli altri lo seguirono.
    “Ma sei pazzo? Non ce la farà mai da sola! E poi mi da sui nervi come parla!” protestò il mangaka.
    “Sta fingendo.” Rispose l’altro. “Riesce a ingannare molti, ma non può ingannare uno che finge di essere uno stupido che non riesce mai a pensare seriamente.”
    “Però… l’hai capita subito e senza aver avuto bisogno di leggere nulla in proposito. I miei complimenti.” Disse Justin.
    “Leggere?” chiese Jessie incuriosita.
    “È una lunga storia…”
    La custode annuì, capendo che non era un argomento facile, soprattutto se c’entravano le faccende di altri mondi.
    “Peccato però… avrei voluto affrontare Jyassmie… quella che ha lasciato al suo posto è debole. La sua oscurità è determinata, ma non forte. Potrebbe eliminarla anche un novellino.”
    “A proposito… è una mia impressione, o voi due siete parecchio simili?” chiese Saiko.
    “Direi che è ovvio. È la mia parte oscura, il mio nemico naturale… Colei che devo eliminare a tutti i costi.”
    “Però… sembra proprio che non ci sia un custode normale, eh?” sospirò Marco. “Ma immagino che già essere custodi precluda l’essere normali…”
    “Beh, non importa.” Si mise in mezzo Kowu. “Per me, mia madre è morta da tempo.”
    Simba si girò verso di lui.
    “Ho sbagliato con te, Kowu. Dovevo capire che non avevi colpa, e dovevo ascoltare Kiara…”
    “Kiara!” urlò lui. “E’ rimasta ad aiutare il leone che stava combattendo contro quel gorilla!”
    “Cosa?” chiese Simba, mettendosi a correre verso il punto in cui si trovavano gli altri custodi.
    “Tranquilli.” Disse Edward. “Sta bene. Prima ho controllato se c’era qualche ferito, e non ne ho trovati. In più, anche da loro sono arrivati dei rinforzi. E uno di loro lo conosco abbastanza da sapere che non farà alzare un dito contro tua figlia. Mentre se ora doveste raggiungerli, la mettereste solo in pericolo. Ad ogni modo, andrò io a verificare che non accada nulla di spiacevole.”
    Detto ciò, l’alchimista corse verso gli altri custodi.
    Il re chiuse le mani a pugno.
    “Ma io non…”
    “Non hai nulla da temere.” Lo tranquillizzò Saiko. “Noi custodi non permettiamo che qualcuno si ferisca per colpa nostra. Piuttosto, vi consiglio di rimanere qui, a distanza dai due scontri.”
     
    Inuyasha partì all’attacco al fianco di Ichigo, entrambi diretti contro Braig.
    Egli scomparve un istante prima di essere raggiunto, ricomparendo dietro di loro a testa in giù, sospeso nel vuoto.
    “Tutta qui la vostra velocità?” chiese lui divertito.
    “Non dimenticarti di noi.” Disse Tsuna, comparendo dietro di lui avvolto dalle fiamme, mentre sotto di lui Koji preparava una sfera bianca.
    “Poveri stupidi.” Commentò l’ex Nessuno, scomparendo nuovamente.
    Prima che i custodi potessero reagire, attorno a loro apparvero centinaia di proiettili laser, fermi nell’aria ma pronti a scattare.
    “Cavoli…” disse Ichigo, un attimo prima che l’attacco cominciasse.
    I custodi si misero in cerchio, dandosi le spalle, per poi deviare i proiettili, che scomparivano non appena toccati dalla loro arma.
    Mentre erano impegnati in ciò, Kiara osservava con stupore i ragazzi.
    Su loro ordine, era andata a prendere Pan e l’aveva allontanata dal campo di battaglia.
    L’aveva subito coperta con il suo gilet, e ora non riusciva a togliere gli occhi dallo scontro.
    “E dire che ero convinta che gli umani fossero dei deboli…” mormorò, per poi voltare lo sguardo sulla Sayan.
    Il suo sguardo rimase fisso sulla sua coda.
    La principessa aveva faticato non poco per capire che non era un’allucinazione.
    Era vero che non aveva mai visto prima un umano, ma a quanto sapeva, non avevano una coda, come infatti confermavano gli altri custodi.
    ‘Ad eccezione di quello vestito di rosso, che ha quel paio di orecchie che sembrano totalmente fuori posto…’ si ritrovò a pensare.
    Ma i suoi pensieri furono interrotti da una luce rossa che stava attraversando il terreno, diretta verso di loro.
    Prima che potesse fare qualcosa, la luce raggiunse Pan, avvolgendola completamente.
    Poi, senza alcun preavviso, Pan aprì gli occhi.
    Non appena riprese i sensi, una folata di vento l’avvolse, costringendo Kiara ad allontanarsi e a coprirsi gli occhi.
    Il vento raggiunse anche Braig e i custodi, che si fermarono, voltandosi verso la fonte di quell’energia.
    “E ora che succede?” chiese il cecchino, per poi sgranare l’occhio, abbassandosi di colpo.
    Dal vento che avvolgeva Pan era partito un raggio d’energia, che aveva sfiorato di poco il Tiratore Libero, sfiorandogli la benda, che prese fuoco.
    Braig l’afferrò e la gettò a terra, portandosi subito una mano a coprire l’occhio ferito.
    “Sembra che si sia svegliata…” fece Inuyasha, sorridendo.
    “Più potente di prima, proprio come vuole la razza Sayan…” continuò Ichigo, mentre il vento che circondava la custode scompariva.
    Pan era sospesa in aria.
    Indossava un paio di pantaloncini arancioni, mentre la sua maglietta era di un blu come il cielo, e sulla schiena c’era un Keyblade stilizzato.
    Sui pantaloni c’era lo spazio sufficiente a lasciare libera la coda, che in quel momento era ritta verso l’alto.
    Ma il particolare che balzava agli occhi di tutti era il colore dei capelli, che ora erano di un giallo oro, tutti all’insù, mentre i suoi occhi erano diventati verdi.
    Attorno a lei c’era un’aura dello stesso colore dei suoi capelli, abbastanza potente da creare del vento.
    Kiara la stava guardando con gli occhi sorpresi e in parte spaventati.
    Pan invece si guardò le mani, per poi guardare il paesaggio attorno a lei.
    Chiuse le mani a pugno e guardò con odio Braig, che continuava a tenersi la mano sull’occhio.
    “Così mi avete costretto a combattere contro il mio volere.” Disse, senza distogliere lo sguardo dall’uomo.
    “Non mi sembra che tu abbia fatto troppo per controllarti.” Rispose lui.
    Per tutta risposta, Pan alzò una mano, lanciando un’altra sfera d’energia, che sfiorò il nemico.
    “Speri forse di spaventarmi con così poco?” la provocò lui, cercando di nascondere il suo timore.
    La Sayan non disse altro.
    Si limitò ad unire le mani, per poi spostarle verso la schiena.
    “Kame…” iniziò, mentre tra i palmi delle mani si creava una piccola sfera d’energia, che cominciò subito ad aumentare d’intensità.
    “…hame…” continuò, senza spostare lo sguardò da Braig, che sorrise, mentre portava la mano libera dietro la schiena, cercando di farlo il più lentamente possibile.
    “…ha!” concluse la Sayan, facendo partire un raggio d’energia, che investì in pieno l’ex Nessuno, che però riuscì a scomparire in pochi secondi in un varco oscuro.
    “Tsk. Codardo.” Fece Pan, tornando a terra, mentre il colore dei suoi capelli e degli occhi tornava normale. “Non ha nemmeno avuto il coraggio di affrontarmi…”
    “I-Incredibile…” disse Kiara, avvicinandosi. “Non avevo mai visto nulla del genere…”
    La Sayan sorrise.
    “Beh, io sì, anche se credevo che non sarei mai arrivata a tale livello.” Rispose, per poi venire distratta dal rumore di un’esplosione poco lontana.
    “Sembra siano arrivate parecchie persone…” osservò, mentre Edward si avvicinava, ancora sorpreso per ciò che aveva visto.
     
    Il Keyblade di Asuka si scontrò contro una sfera oscura di Zira, che esplose al contatto, lasciandola però illesa.
    “Non male, lo ammetto.” Disse la custode. “Ma ora basta giocare.”
    “Mi hai tolto le parole di bocca.” Rispose l’altra, preparando la spada all’attacco.
    Asuka sorrise, per poi sparire alla sua vista.
    “Cosa?” fece la leonessa, per poi spalancare gli occhi.
    La pilota di evangelion era riapparsa dietro di lei, con il Keyblade in mano, come se avesse colpito il bersaglio.
    Zira si girò verso l’avversaria, guardandola incredula.
    Poi, come se niente fosse, si dissolse all’aria, come polvere, probabilmente senza avere il tempo di accorgersene.
    “Missione terminata.” Disse la ragazza, facendo scomparire il Keyblade.
    Gli altri custodi, assieme agli abitanti del mondo, si avvicinarono.
    “Però, davvero niente male.” Ammise Marco. “Devi esserti addestrata davvero bene.”
    “Quei due non conoscono la pietà, perciò il loro allenamento è puramente intensivo.” Rispose lei.
    “Cavoli… non vi invidio…” fece Jessie, per poi girarsi verso gli altri. “Beh, direi che qui il mio aiuto non è stato poi troppo necessario, credo che tornerò al mio mondo… Immagino che la prossima volta che ci rivedremo sarà durante la guerra, vero?”
    “Temo proprio di sì.” Rispose Saiko, salutandola mentre apriva un varco, scomparendo al suo interno.
    “E voi ora cosa farete?” chiese Justin, mentre gli altri li raggiungevano. “Noi torneremo sulla Terra, in modo da poter continuare l’allenamento e ad acquisire informazioni sui vari mondi.”
    “Perché non venite con noi?” propose Inuyasha. “Più siamo, più potremo combattere tra di noi, vedendo fino a che punto possiamo arrivare.”
    “Venire con voi?” ripeté Marco. “Beh, visti i risultati, sarei tentato…”
    “Io ho intenzione di continuare il viaggio.” Si mise in mezzo Edward. “Ma sono in grado di farlo anche da solo.”
    “E chi ti dice che sarai da solo?” chiese Pan. “Anch’io ho intenzione di continuarlo. Potrei diventare ancora più forte, e magari arrivare al secondo livello del Super Sayan.”
    Saiko sorrise.
    “Chissà perché, ma me l’aspettavo da te. No, io credo mi unirò agli altri. Hakai è ancora troppo forte, e voglio eliminarlo con le mie mani.”
    “Io invece sono curioso di vedere questo mondo.” Fece Ryo. “E poi, sembra che quasi tutti i nuovi custodi vadano direttamente lì. Potrebbe essere interessante.”
    “Anch’io verrò con voi.” Si aggiunse Tsuna. “Potrei trovare un modo per controllare meglio le mie fiamme.”
    “Bene.” Disse Asuka, aprendo un varco. “Allora andiamo!”
    “Aspettate un secondo!” si mise in mezzo Timon. “E noi? Volete lasciarci in questo stato?”
    “Tranquillo. Non appena me ne sarò andato, tutto tornerà alla normalità.” Gli rispose Edward, per poi fermarsi e voltare lo sguardo verso il sole, che in quel momento scomparve, lasciando spazio alle sfumature della sera.
    “Che succede?” chiese Ryo.
    “Non so… per un momento, mi è sembrato di… no, nulla… è impossibile…” fece l’alchimista, aprendo un varco. “Beh, allora noi andiamo. Sapete dove trovarci.” Disse, sparendo dentro il varco con Pan, mentre gli altri custodi attraversarono quello per la Terra.
     
     
    Una figura osservò i custodi sparire.
    “Interessante… anche se per poco, è riuscito a sentirmi…” disse.
    Senza fare nulla, la figura si girò.
    “Credo sia arrivato il momento di rivederlo… chissà come reagirà…” si chiese, scomparendo nelle tenebre della notte in arrivo.
     
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    Morning Player

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    troppo bellooooo *_* scontri descritti a perfezione e la trasformazione di tutti i leoni presenti è stato un tocco di classe u.u E inoltre credo di aver intuito anche chi sia la figura alla fine del capitolo, è Bugs Bunny che ha ricevuto il keyblade !!!! No scherzo xD, comunque mi dovrei essere fatto un'idea..uhm....
     
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  3. francix94
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    *0* voglio sapere chi è il tizio che ha spiato edward alla fine 0___0
     
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    Carino.
    Molto, molto carino.
    Non dico bello, perchè ho dei gusti molto, molto elevati, ma devo ammettere che questa è una storia molto carina.
    Dark...
    Mh...questo tizio mi ispira parecchio. Ha una psicologia molto interessante, da reduce di guerra. Il suo atteggiamento da auto-menomato mi piace, personalmente lo trovo un po' sciocco, ma sono punti di vista. Da una visuale tecnica, è ben costruito, sicuramente il pg su cui ti sei più concentrato, da quel che posso vedere.
    Dai parecchio spazio ad ognuno dei pg, mh? Una scelta che non mi entusiasma, vista la mole del cast, ma può risultare comunque interessante. Per adesso, nessuno dei pg oltre a Dark, Sora, Hikari, Kairi e Riku può superare il rango di pg secondari, almeno secondo il mio parere...
    Mh...ti sei guadagnato un recensore.
    Voglio proprio vedere come proseguirà.
     
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  5. Yusei Trek
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    Esaltante, mi è piaciuto davvero questo capitolo anche per il fatto che hai tirato fuori un mondo Disney (finora li avevi un po' trascurati), hai veramente tirato fuori un ottimo capitolo da soli personaggi preesistenti, complimenti...

    Lerane, Laruami... bei nomi sembrano fatti su misura per i loro caratteri
     
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    Fuoco crepuscolare che mai si estinguerà

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    *muahahmeggia perché sa* ù.ù
    Questo capitolo ti è venuto assai bene, te l'avevo già detto in altra sede, ma ripeto volentieri qui :3
    Anche se compaiono millanta personaggi in una volta, ora li sai gestire nel migliore dei modi e senza creare troppa confusione, come invece accadeva all'inizio ricordi? xD
    La mia Jessie compare per poco, ma è sempre un onore vederla tra le tue righe u.u Cercherò di portarmi avanti anch'io nonostante gli impegni, così potrò postare quanto prima quel famoso spin-off cross-over partorito in un momento di follia xD
    Continua così Darky che vai forte, cerca però di non esagerare nè! ù.ù
     
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    *Entra un tizio misterioso che accende un lettore CD, facendo partire la musica*
    STOP! *spegne il lettore* è ancora troppo presto! Non sono ancora scandalizzati dal capitolo!
    Eccomi qui, con il tanto famigerato e temuto capitolo 62, il primo a rating rosso per il contenuto violento (aspetta, forse non dovrei essere così felice... boh...)
    Allora, prima di tutto ringrazio Liberty89, per avermi fatto da beta reader e avermi aiutato in parecchi punti del capitolo.
    Poi, vi lascio questo bel archivio: OST Capitolo 62, dentro il quale troverete le tre musiche che ho scelto per questo capitolo. Durante la lettura, troverete i punti dove consiglio di ascoltarle.
    E ora, giusto qualche piccola anticipazione prima delle recensioni XD.
    Questo è un capitolo chiave della fiction, la quale d'ora in poi subirà un brusco cambiamento interno, dopo ciò che leggerete tra poco.
    Poi mi rendo conto che il mondo che ho scelto per questo capitolo potrebbe confondere molti, e vi dico che fino a un paio di mesi fa ne ignoravo completamente l'esistenza... Cavoli, l'autore di quel manga e io dobbiamo avere idee molto simili... XD
    Detto ciò, concludo le anticipazioni dicendo che anche i prossimi due capitoli potrebbero far rischiare un infarto ai lettori: il prossimo per l'uso di un'arma di distruzione psicologica di massa (che ovviamente non vi dirò ora XD), e quello dopo... perché sarà l'unica cosa che dopo il capitolo di oggi non vi aspetterete di leggere XD.
     
    All right! E ora, passiamo alle recensioni!
    @ Armitrael: *Misteriosa figura di fine capitolo 61, mentre mangia un coniglio arrosto: No, direi che non ero lui... In compenso, era squisito!* Ok, idiozie a parte, dopo fammi sapere chi avevi in mente (dubito fortemente che qualcuno possa averlo immaginato... io stesso fatico a crederci XD)
    @ francix94: Umh... credo di poterti rispondere con una delle più famose citazioni esistenti: "Dark Vader: Luke! IO, sono tuo padre!" (l'ho sempre voluto dire XD)
    @ Mr.Bianconiglio: Benvenuto tra i recensori di Equilibrio! Mi fa piacere che la storia ti sia sembrata interessante. Beh, Dark è senza dubbio il personaggio migliore che abbia mai creato, e la spiegazione credo che sia che ho usato me stesso come sua base (anche se io sono un inguaribile pigro XD). Per i personaggi... sì, prediligo approfondire le loro figure, dato che preferisco la trama piuttosto che i combattimenti e simili... Infatti è per questo che in tutto ciò che leggo/guardo, prima di vedere la grafica e le battaglia, guardo sempre la trama (altrimenti credo che non avrei mai visto un sacco di anime/manga interessanti). Spero che questo capitolo soddisfi in parte le tue idee, dato che uno dei personaggi subirà un profondo cambiamento.
    @ Yusei Trek: Beh, i mondi Disney li ho trascurati più che altro perché era già stati usati nei kingdom hearts originali, e che tra Disney e i vari anime/manga, prediligo quest'ultimi. Cmq non è detto che presto appaia un altro mondo disney... sto valutando come fare, ma l'idea è in lavorazione XD. Per i due nomi... ho solo cercato di trovarne due pronunciabili usando le loro lettere XD.
    @ Liberty89: Ahime, brutti ricordi quelli... Beh, ora per i personaggi, ho in mente ben precisi progetti (di cui tu devi fingere di non sapere nulla XD). Per Jessie... Beh, ormai te l'ho clonato come personaggio, perciò potrebbe apparire più volte nel corso della fiction XD. E non preoccuparti per il cross-over... sono sicuro che presto potrai sconvolgere tutti con la sua lettura XD. Per il non esagerare... *fischietta innocentemente*
    E ora... Buona lettura! (e buona fortuna XD)

    Capitolo 62: Dark e Dark. Il segreto è svelato! - Torna all'indice dei capitoli
    Hikari si avvicinò lentamente alla porta di Dark, aprendola senza fare rumore.
    Al suo interno trovò il compagno, sdraiato sul letto, immerso nel mondo dei sogni.
    La custode rimase a osservarlo per qualche minuto, per poi scuotere la testa.
    ‘Quel che ti ho fatto è stato imperdonabile…’ disse a se stessa. ‘Non mi stupisco che tu non voglia tornare a essere quello di prima…’
    Poi fece per girarsi, ma si fermò guardando il volto di Dark.
    Senza che lui se ne accorgesse, dal suo occhio destro uscì una lacrima, che scivolò silenziosa, attraversandogli il volto e lasciando il segno del suo passaggio.
    “Dark…” mormorò Hikari, uscendo e richiudendo la porta.
     
     
    “Tsk.” Fece una figura, avvolta da un mantello nero e sospesa nel vuoto, guardando la città che sotto di lui continuava come se niente fosse la sua vita, nonostante fosse piena notte.
    “Umani… Esseri viventi… Non sanno fare altro che ignorare gli avvertimenti…” disse, con tono disgustato. “Sanno che potrebbero sparire tra poco e non cercano di fare nulla per salvarsi…”
    La figura misteriosa si spostò, per atterrare sulla cima di un grattacielo, rimanendo in piedi sulla punta dell’antenna.
    “E tu ti ostini a volerli salvare? Cavoli… ed io che speravo in te…” continuò, rivolgendosi all’aria.
    Poi a un certo punto, sorrise.
    “Già… è vero. È per il tuo dolore che agisci così. In fondo, forse qualche speranza c’è ancora…”
     
     
    Dark spalancò gli occhi di colpo, alzandosi immediatamente a sedere.
    Aveva portato d’istinto la mano sul petto, in cui il cuore martellava forte.
    “Cosa…?” fece lui, portandosi l’altra mano sul viso, accorgendosi che era bagnato. “Di nuovo…”
    Come se niente fosse, si asciugò le lacrime con la mano, per poi rimanere a fissare il vuoto.
    “Cos’era quella sensazione…?” si chiese, guardandosi la mano. “Era come se… mi stesse chiamando qualcuno…”
    “È così.” Rispose una voce dentro di lui. “Qualcuno ha cercato di mettersi in contato con te.”
    Dark spalancò gli occhi, non riuscendo a riconoscere quella voce.
    “Chi sei?” chiese. “Non sei Balance, non sei uno dei miei predecessori, e non sei nemmeno il mio vecchio me…”
    “Suvvia, fai un piccolo sforzo. Non ti sarai dimenticato di colui che ti ha dato il Keyblade, vero?”
    Il custode rimase fermo.
    “Quindi sei tu… credevo non fosse rimasta nessuna traccia di te…”
    “A dir la verità, la questione è più complessa di quanto credi…”
    “Spiegati.”
    “Io non sono un’entità esterna a te. Non dirmi che non ti sei mai chiesto il perché tu sei l’unico custode dell’equilibrio che si è ritrovato in una situazione del genere.”
    “Se ben ricordo, anche il primo era messo come me.”
    “Il primo… sì, è vero. Ma lui è sparito usando il suo potere, mentre tu no.”
    “Cosa vuoi dirmi?”
    “Devi cercare dentro di te. Devi trovare il vero te. Presto sarai messo alla prova e non sottovalutarla, perché potrebbe risultarti molto difficile da superare.”
    “C’entra qualcosa lei?”
    “In parte, ma tu non sai ancora nulla sul suo conto. Sai solo che dona i Keyblade ai custodi della luce ma nulla di più.”
    “Dovrei?” chiese Dark, cominciando a innervosirsi per quella discussione.
    “Presto ti sarà tutto chiaro… Io purtroppo non posso parlare ulteriormente… mi spiace…” concluse la voce, scomparendo com’era apparsa.
    “Cercare me stesso…” rifletté Dark. “Tsk. So perfettamente chi sono… Non ho bisogno di cercare nessuno.”
    Mentre diceva ciò, prese il suo ciondolo e lo fissò.
    “Non mi lascerò sconfiggere da nessuno, tanto meno da me stesso.” Continuò. “È il mio giuramento… porterò a termine la guerra, e sparirò con essa… Questo è il mio destino…”
    Poi si voltò verso la porta.
    “Puoi anche entrare. So che sei lì.” Disse.
    “Sapevo che era difficile rimanere nascosta… ma non volevo che tu pensassi stessi origliando…” rispose Hikari, entrando. “Solo che ti ho sentito parlare e sono venuta a controllare…”
    “Non hai bisogno di scusarti. Ti ho già detto tutto e non ho nulla da nascondere.”
    “Allora con chi stavi parlando prima? E non rispondermi con nessuno. Sentivo solo la tua voce, ma a me no che tu non soffra di uno sdoppiamento di personalità, non puoi rispondere a domande che non ci sono.”
    Il custode rimase in silenzio per qualche secondo, per poi superarla e dirigendosi verso l’uscita.
    “Si trattava di colui con cui ho stipulato quel patto.” Rispose, sparendo oltre la porta.
    Hikari spalancò gli occhi.
    “Allora… continua a perseguitarlo ancora oggi…” mormorò piano.
    Poi chiuse le mani a pugno.
    “Per colpa sua… è anche colpa sua se ora sta soffrendo in quel modo…”
    Ma il suo monologo fu interrotto dal suono dell’allarme, che la costrinse a dirigersi subito verso la sala controllo, dove trovò Dark che stava guardando i monitor.
    “Allora?” chiese, raggiungendolo.
    “Ecco qui.” Rispose lui, facendo apparire sullo schermo l’immagine di un mondo, anch’esso simile alla Terra.
    Ma questo aveva attorno a sé un anello di pura oscurità, che gli ruotava attorno.
    “E quello cos’è?” fece la custode.
    “Oscurità allo stato puro, quel mondo è decisamente in pericolo…”
    “Oscurità… pura?” ripeté Hikari, voltandosi verso il compagno.
    Lui non disse altro.
    Si limitò ad aprire un varco.
    “Vediamo di fare attenzione.” Disse infine. “Potrebbe esserci Xehanort stesso…”
    La custode annuì, per poi seguirlo nel varco.
     
     
    I due custodi si ritrovarono in una via completamente deserta.
    “Beh, almeno stavolta non avremo troppa pubblicità.” Fece Hikari, stirando le braccia verso l’alto. “Però credo che ti convenga far sparire il tuo impermeabile. Sei troppo appariscente vestito così.”
    Dark la guardò, dopodiché si fece avvolgere dall’alchimia, che trasmutò il suo abito in un completo estivo nero.
    “Così va meglio?” chiese.
    La custode sorrise.
    “Il nero non te lo leverai mai, vero?”
    “Lo preferisco. Ricordati che sebbene combatta per la luce, prediligo l’oscurità.”
    I due custodi poi si avviarono verso la fine della via, ritrovandosi così in una strada più grande, in cui si muovevano decine di persone.
    “Da dove partiamo?” chiese Hikari, mentre si confondevano agli abitanti di quella cittadina.
    “Non saprei… qui tutto sembra andare come se niente fosse… Non c’è la minima preoccupazione per il messaggio di Aqua…”
    “Quindi è meglio se cerchiamo di non agire, giusto?”
    “Già. Detesto avere qualcuno alle calcagna. Mi è bastata l’esperienza con Inuyasha e i suoi amici.”
    “In effetti è stata quasi una scena comica.” Fece la custode, ridendo.
    I due continuarono a camminare, fino a fermarsi di fronte ad un edificio, sul quale c’era l’insegna della polizia.
    “Credi che qui potremmo trovare qualche informazione interessante?”
    “Forse. Ma di certo non possiamo entrare e presentarci. Getteremo solo il panico. Se ci fosse Marco, l’avrei già mandato in perlustrazione, ma stavolta dovremo arrangiarci da soli.” Disse, mentre un ragazzo dai capelli blu e con un paio di occhiali li superava per dirigersi all’entrata dell’edificio.
    “Uhm… non saprei Dark… Tanto ormai tutti ci conoscono…”
    Il ragazzo si fermò subito.
    “Sì, ma non mi sembra comunque un motivo per entrare e dire ad alta voce che mi chiamo Dark e che sono-”
    “Dark?” chiese il ragazzo, interrompendolo.
    I due custodi si girarono verso di lui.
    “Uh? Sì, lo so, è un nome strano e che difficilmente avrai sentito…” cominciò a spiegare Hikari.
    Ma prima che potesse continuare, il ragazzo si girò, tirando fuori dalla tasca un paio di manette, che cercò di mettere attorno alle mani di Dark, che fece un salto all’indietro, evitandolo.
    “Così hai avuto la faccia tosta di presentarti proprio qui, davanti alla polizia.” disse il ragazzo, per poi fare un fischio.
    Immediatamente dalla centrale uscirono decine di agenti, che accerchiarono Dark e Hikari, puntandogli contro le pistole.
    “Di’ Dark…” chiese la custode. “Tu o uno dei tuoi predecessori ha combinato qualcosa da queste parti?”
    Il custode si portò una mano al mento, mettendosi a pensare.
    “Direi di no… non ho nessun ricordo in proposito…”
    “Si chiama proprio Dark e parla di predecessori…” disse uno dei poliziotti, senza abbassare la sua arma. “Dev’essere proprio lui! È la prima volta che lo vediamo nei suoi panni normali!”
    “Già. Anche se devo dire che fa quasi più paura adesso rispetto al solito… Cavoli, avete visto i suoi capelli? Per non parlare degli occhi!”
    Dark li guardò uno ad uno, vedendo che oltre il cerchio di poliziotti se ne stava creando un altro di spettatori.
    “Una fuga senza ferire nessuno è impossibile…” rifletté Hikari, guardando il ragazzo dai capelli azzurri.
    “Si può sapere di cosa sarei accusato?” chiese il detentore dell’equilibrio, guardandolo. “Non mi sembra di aver fatto nulla di sbagliato, se non camminare.”
    “Devo ammettere che la tua recita funziona alla perfezione, Dark… Se non fosse stato per il nome, mi sarei lasciato ingannare anch’io. Anche perché così il sospettato che tenevo sotto controllo risulta innocente… Ma non ci sono dubbi! Anche i vostri discorsi lo lasciano capire chiaramente! Finalmente ti abbiamo presto!”
    Dark guardò nuovamente le pistole che erano puntate contro di loro.
    “Ripeto che non so di cosa stai parlando, ti avviso: se farete fuoco, ve ne pentirete. E non è una minaccia, ma un semplice avvertimento. Le pistole sono inefficaci con noi.”
    “Speri che farti spuntare le ali e volare via ti salverà stavolta?”
    Dark si fece serio.
    “Come sai delle ali? Le ho usate una volta sola.” Chiese. “Non sarai uno degli sgherri di Xehanort, vero?”
    A sentire quel nome, molti agenti cominciarono a parlare tra di loro.
    Il ragazzo invece non reagì in nessun modo.
    “Xehanort?” ripeté. “Guarda, potevi dire tutto, tranne che tirare in ballo un tizio inventato da qualcuno che ha messo a punto un nuovo tipo di comunicazione. Altri mondi, custodi, tenebre, luce… idiozie.”
    “Sai Dark, credo avessi ragione: non sarebbe stata una buona idea entrare e presentarci. Non con uno scettico del genere almeno.”
    “Tu invece chi sei?” chiese il ragazzo, guardando Hikari. “Mi risultava che Dark lavorasse da solo.”
    “Senti un po’, mister capelli azzurri: non sappiamo chi sia il Dark di cui state parlando! Noi abbiamo viaggiato per molto tempo, e siamo arrivati in questa città solo poche ore fa. Dark poi non ha mai fatto nulla che potesse darvi un motivo per arrestarlo. Lo conosco da molti anni.”
    “Davvero? E allora tutti i furti che ha commesso? Se cercate di trovare un motivo per scagionarvi, sappiate che non ci state riuscendo. Anzi, ora ti sei tirata dentro anche tu, come sua complice. Su, seguiteci senza fare storie, o saremo costretti a immobilizzarvi.”
    Dark sorrise.
    “Ripeto che sarebbe inutile. Non vi seguiremo e non ci faremo colpire. Piuttosto dovreste essere voi a lasciarci andare.”
    “Sei più stupido di quanto sembri se credi che lo faremo!”
    “Molto bene allora.” Rispose Dark, alzando la mano.
    Immediatamente si creò una forte folata di vento, che fece volare via tutte le armi.
    “Cosa?!” esclamò il ragazzo, portandosi le mani sopra gli occhiali per ripararsi dal vento.
    Il custode però non rispose e fece sparire la corrente d’aria.
    “Questo era un avvertimento. Lasciateci andare e mi limiterò a questo. Insistete…” e creò una sfera di fuoco in mano. “…e passerò alle maniere forti.”
    “Dark!” disse Hikari.
    “Tranquilla, mi limiterei a provocargli qualche bruciatura, niente di serio.” Rispose il custode. “Ma almeno in questo modo, forse capiranno di aver preso un granchio.”
    “Q-Quel tipo sta tenendo del fuoco in mano!” urlò un agente, indietreggiando.
    “Quindi il tuo potere è più grande di quanto credessimo… interessante…”
    Dark lo guardò negli occhi.
    “Non ti sei ancora presentato. Sembri essere un pezzo grosso, nonostante la tua età.”
    “Come se non mi conoscessi, ma la tua complice forse davvero non mi conosce. Il mio nome è Satoshi Hiwatari.”
    “Mai sentito.” Rispose il custode, per poi alzarsi in volo assieme a Hikari.
    A vedere ciò, il ragazzo spalancò gli occhi.
    “Cosa? Puoi volare anche senza ali?! E anche la tua compagna!”
    “Non so come tu sappia delle ali, ma le ho usate una sola volta e non erano necessarie per volare. Il Dark di cui parli non ha niente a che fare con me, se non il nome.”
    “E allora ditemi il vostro nome completo!”
    “Io mi chiamo solo Dark. Ho rinnegato il mio vero nome molti anni fa.”
    “Io invece Hikari. Non ho un cognome, dato che dalle mie parti non si usa.”
    “Dark e Hikari, eh?” ripeté Satoshi. “Luce e oscurità… una coppia davvero strana… Comunque ricordatevi che vi prenderò entrambi!”
    “Sempre se ci troverai.” Rispose Dark, aprendo un varco e scomparendo con la compagna al suo interno.
    “Comandante…” fece uno dei poliziotti, avvicinandosi al ragazzo. “Cosa facciamo?”
    “Quel tipo credo che fosse proprio un altro Dark… ma rappresenta comunque un pericolo. Comunicate il suo identikit e quello della ragazza a tutti gli agenti. Avranno di certo usato un trucco per scomparire in quel modo.”
    L’agente annuì, per poi correre dentro l’edificio, seguito da tutti.
    Sopra di loro, più precisamente sul tetto, Dark e Hikari erano rimasti nascosti, ascoltando tutto.
    “Allora l’ha capito, anche se vuole comunque catturarci…” disse il custode.
    “Cosa facciamo ora? Non possiamo più girare liberamente per la città e non possiamo metterci a cercare a distanza.”
    “Uhm… in effetti è un bel problema…” ammise Dark. “Potrei cercare di celare la nostra presenza usando l’oscurità, ma non so quanto potrebbe essere efficace…”
    “Celare?”
    “In poche parole, userei il potere delle tenebre per renderci in un certo senso invisibili. Solo persone dal cuore straordinariamente forte potrebbero vederci, e non credo che ci siano molti poliziotti del genere…”
    “Beh, allora proviamoci. In fondo, tu sei uno dei pochi che può usare quel potere senza farsi corrompere.”
    “Vantaggi di essere abituato ai due elementi base.” Rispose lui, facendo scendere attorno ad entrambi una piccola aura nera. “Bene, ora allontaniamoci un po’ e poi riprendiamo la ricerca. A questo punto è chiaro chi dobbiamo trovare.”
    “Il tuo omonimo, vero?”
    Dark annuì.
    “Sì. Da quel che ho capito, è uno che ha creato parecchi problemi alla polizia, ma sembra che abbia parecchie cose in comune con me…” disse, per poi saltare giù nel retro dell’edificio assieme ad Hikari, e allontanandosi.
     
     
    “Cavoli…” sospirò un ragazzo dai capelli rossi, con uno strano coniglio sulla spalla, mentre attraversava la strada. “Perché mia madre non la smette ogni tanto? Ho capito che è una tradizione di famiglia, ma io sono stufo…”
    “Ehi, avete sentito? Sembra che oggi alla centrale abbiano avvistato Dark!” disse una ragazza, intenta a parlare con delle amiche, mentre lo superavano.
    Le orecchie del ragazzo si rizzarono, e con disinvoltura invertì la marcia, andando dietro alle ragazze per continuare a sentire il discorso.
    “Sì, ho sentito. Dicono che fosse insieme con una ragazza e che ha disarmato tutti gli agenti senza nemmeno muoversi. E poi è volato via senza usare le ali! Roba da non crederci, questo significa che finora non ha ancora mostrato tutte le sue capacità!”
    Il ragazzo ascoltò sorpreso, per poi allontanarsi.
    “Dark si sarebbe fatto vedere… alla centrale? Ma è impossibile…” mormorò.
    Poi il suo sguardò si spostò verso una coppia, che si stava avvicinando, ma che passava accanto alle persone senza che nessuno facesse qualcosa per spostarsi.
    Un particolare che gli saltò subito all’occhio fu che il ragazzo aveva dei lunghi capelli di colore bianco e nero, senza una precisa distinzione tra essi.
    In più, attorno a tutti e due sembrava esserci una strana aura, dato che sembravano avvolti dal colore nero.
    I due si fermarono, guardandolo negli occhi, per poi avvicinarsi e fermandosi di fronte a lui.
    “Ehm… salve… scusate, non volevo mettermi a fissarvi…” si scusò il ragazzo.
    “Tu riesci a vederci?” chiese Dark, lasciandolo di stucco.
    “Beh, scusa l’impertinenza, con quei capelli non passi di certo inosservato e-”
    Ma il custode gli fece segno di tacere.
    “Seguici in silenzio. Gli altri ti prenderanno per pazzo se continui a parlarci.” Disse, per poi allontanarsi assieme a Hikari.
    Il ragazzo li guardò sbattendo gli occhi incredulo.
    Poi scosse velocemente la testa e li seguì, fino a ritrovarsi in una strada deserta.
    “Chi sei?” chiese Dark.
    “Mi chiamo Daisuke. Piacere di conoscervi.” Rispose il ragazzo.
    “Piacere. Il mio nome è Hikari.”
    “Io ti direi il mio nome, ma sembra che in questa città sia un nome nefasto.” Fece il custode.
    Daisuke spalancò gli occhi.
    “Aspetta… non sarai mica Dark, vero?” chiese.
    “Però, sei piuttosto sveglio. Sì, anche se non ho nulla a che fare con quello che conoscete voi e-”
    Ma il Keyblader s’interruppe di colpo.
    Per un momento, dietro il ragazzo dai capelli rossi, era apparsa una sagoma non definita, che però era subito scomparsa.
    “E?” chiese lui.
    “Beh, diciamo che questo caso di omonimia ci ha messo nei guai.” Riprese il custode dell’equilibrio. “Siamo venuti qui per cercare una cosa ma ora non ci è possibile farlo normalmente…”
    “E allora perché mi avete chiesto se riuscivo a vedervi?”
    “Avevo celato la nostra presenza.” Spiegò Dark. “Solo persone molto forti a livello spirituale, usando termini facili, sarebbero state in grado di vederci. Quando ci siamo accorti che ci stavi fissando, siamo rimasti sorpresi.”
    “D-Davvero? Non ne avevo idea…” fece il ragazzo, imbarazzato.
    “Ad ogni modo, tu sembri sapere chi è quest’altro Dark.” Disse il custode. “Saresti così gentile da spiegarci chi è? È probabile che lui sappia qualcosa in proposito a ciò che stiamo cercando.”
    “Non sapete chi è Dark? Eppure qui lo conoscono tutti…”
    “Non siamo di queste parti.”
    “Capisco… Per farla breve, Dark è un ladro fantasma. Fino a pochi mesi fa, la sua ultima apparizione risaliva a più di quarant’anni fa, e solo di recente è tornato all’opera.”
    “Quarant’anni?” ripeté il custode. “Cavoli, so di non essere un ragazzo dall’aspetto comune, ma essere scambiato per un uomo che avrà sì e no sessant’anni non è proprio il massimo.”
    “È questo il punto principale attorno alla sua figura: nonostante questo, il suo aspetto e il comportamento, sono quelli di un ragazzo di diciotto anni.”
    “Davvero? Beh, questo spiega già più cose, ma i capelli dubito siano uguali.”
    “Avranno pensato che li hai tinti. In fondo, nemmeno il tuo colore normalmente è naturale.” Intervenne Hikari.
    “Poi c’è un altro particolare del nostro Dark.” Aggiunse Daisuke, mentre il coniglio sulle sue spalle si mosse, avvicinandosi alla sua testa.
    “Cioè?”
    “Dark compie i furti volando, grazie alle sue ali.” Rispose il ragazzo. “È in grado di farle spuntare dal nulla, e con quelle riesce sempre a scappare.”
    “Però… davvero un tipo interessante… e in effetti, ha parecchi punti in comune con me…”
    “Cosa intendi dire?”
    “Anch’io sono un essere che si tramanda da molti secoli. E come avrai capito, possiedo poteri… diciamo non umani.”
    “Ora però dobbiamo andare. Ovviamente tu non dovrai fare parola con nessuno di questa discussione.” Fece Hikari.
    Il ragazzo li guardò per qualche secondo, per poi mordersi un labbro.
    “Sentite… se cercate un rifugio, perché non venite a casa mia? Lì la polizia non verrebbe mai a cercarvi.”
    I due custodi lo guardarono.
    “Non so se ti conviene. Non è solo la polizia a cercarci. Sinceramente, sono altri i nemici che ci preoccupano.” Rispose il custode.
    “Tranquilli. Da me non vi verrebbe a cercare nessuno… Anche perché riuscire a entrare in casa sarebbe già tanto…” disse abbassando la voce.
    “In che senso?” chiese Hikari.
    “E-Ecco… diciamo che mia madre e mio nonno ci tengono che io sia sempre in forma…” rispose lui, ridendo imbarazzato.
    Dark lo guardò con occhi intensi, come se volesse studiarlo.
    “Va bene. Fai pure strada., però cerca di rivolgerci la parola il meno possibile, ricorda che per gli altri siamo invisibili.”
    “D’accordo. Da questa parte allora.” Disse, avviandosi.
    “Perché hai accettato?” chiese la custode.
    “Non dirmi che non ti sei accorta di nulla. Già il fatto che riesca a vederci significa che non è un ragazzo normale. Chissà, magari anche lui è coinvolto in questa storia…” rispose il custode, per poi seguire il ragazzo, mentre il sole cominciava a sparire dietro i palazzi.
    Hikari lo seguì subito, non accorgendosi della figura che li guardava seduta sul cornicione di un edificio, con il mantello nero che svolazzava al vento.
    “Così sei tu…” disse, senza mostrare alcuna emozione. “Sei tu la causa di tutto… Mocciosa maledetta…” continuò, pronunciando le ultime due parole con odio.
     
    “Eccoci arrivati.” fece Daisuke, fermandosi davanti ad una casa. “Ora, prima di entrare… vi avverto che i miei parenti sono un tantino eccentrici… perciò fate attenzione e seguite i miei passi alla perfezione. Preferirei non avere nessuno sulla coscienza…”
    “Da come parli, sembra quasi che abbiano piazzato delle trappole mortali all’int-” cominciò Hikari, mentre il ragazzo apriva la porta.
    Prima che la custode potesse finire la frase, una serie di lance sbucarono dal muro, dirigendosi verso di loro.
    Daisuke spiccò un salto, per poi camminare sulle lance e superarle.
    Dark invece creò attorno a sé ed Hikari una barriera, contro la quale le lance s’infransero, finendo in mille pezzi.
    “I tuoi non ti tengono solo in forma… ti addestrano per sopravvivere a tutto…” commentò, dissolvendo la magia.
    “Come hai fatto? Non ti ho visto muovere nemmeno un dito!”
    “Una piccola magia…” rispose Hikari, mentre entravano, chiudendo la porta.
    “Sono a casa!” urlò Daisuke, dopo essersi ripreso. “Abbiamo ospiti!” aggiunse subito dopo.
    Dark sentì dei rumori provenire dai muri, anticipando l’arrivo di una signora, dai corti capelli castani e le iridi color cioccolato, accompagnata da un anziano, con gli occhi scuri e dalle sbarazzine e indomabili ciocche grigie come i baffi e la barba che gli pendeva dal mento, che indossava un kimono tradizionale.
    “Salve.” Disse la donna. “Scusateci per l’accoglienza, ma è l’unico modo per non far impigrire mio figlio. Spero non vi siate fatti male.” Proseguì, facendo capire di essere la madre di Daisuke.
    “Tranquilla signora.” La calmò Dark. “Per quel che mi riguarda, anch’io sono cresciuto nello stesso modo… con la differenza che ero io stesso a rendermi la vita difficile.”
    “Davvero? Interessante, però non mi sembra di avervi mai visto prima… Chi siete?”
    “Veniamo da piuttosto lontano… Lei è Hikari, mentre il mio nome è Dark.”
    A sentire quel nome, i due si fermarono.
    “Dark?” ripeté la signora, dando un’occhiata al figlio.
    “Non sono lo stesso Dark che compie i furti.” Precisò il custode. “Ho avuto la sfortuna di chiamarmi nello stesso modo, e suo figlio, immaginando che potessi finire nei guai per questo, si è proposto di ospitarci per questa notte.”
    “Capisco…” fece l’anziano, guardando negli occhi il detentore dell’equilibrio. “In questo caso benvenuti! Venite pure di là. Vi va una tazza di tè?”
    “Volentieri, grazie.” Rispose Dark, seguendoli, mentre Daisuke rimase indietro con la madre.
    Una volta che i custodi furono spariti assieme al signore, lei si rivolse al figlio.
    “E così si chiama Dark, eh?” fece. “Se lo cercavi, non lo trovavi senza dover viaggiare su altri mondi.”
    “Eh eh…” rispose lui, portandosi la mano dietro la testa. “Lo so che oggi sono impegnato… ma non me la sono sentita di lasciarli andare in giro da soli. Non con quel nome che grava su di loro.”
    “Beh, hai fatto bene. Ah, a questo proposito, ho invitato una certa persona a cena stasera…”
    “Uh? Cos’altro hai combinato stavolta?” chiese preoccupato il ragazzo.
    “Qualcosa che ti piacerà, vedrai. Il nome Riku ti dice niente?”
    Nel frattempo i custodi si erano seduti al tavolo, bevendo il tè che il signore gli aveva offerto.
    “EH?!” sentirono urlare dal corridoio. “Come sarebbe a dire che stasera verrà Riku?!”
    Hikari mandò giù male il tè, cominciando subito a tossire, mentre Dark aprì gli occhi sorpreso.
    “Riku?!” ripeté la custode, cercando di riprendere fiato. “Che ci fa Riku qui?”
    Dark non rispose subito.
    “Conoscete Riku?” chiese il signore. “Credevo non foste di queste parti.”
    “Infatti, ma Riku è un nome troppo particolare perché possa essere così diffuso… Solo che il nostro amico in questo momento dovrebbe essere piuttosto lontano da qui…”
    “Amico?” ripeté l’anziano, sorridendo. “Allora temo proprio che sia un altro caso di omonimia. Vedete, il Riku di cui parliamo noi è la ragazza di Daisuke.”
    “Ragazza?” chiese sorpresa Hikari. “Pensavo che Riku fosse un nome prettamente maschile.”
    “Questo posto si fa sempre più interessante…” osservò Dark, riprendendo a bere il suo tè.
    “Scusatemi.” Disse Daisuke, entrando assieme alla madre. “Ho appena saputo che stasera avremo un altro ospite. Spero non vi dispiaccia.”
    “Certo che no. In fondo siamo noi l’imprevisto.” Fece Hikari. “Piuttosto, spero che la tua amica non si preoccupi sentendo il nome di Dark.”
    “Temo di sì invece…” mormorò lui. “Diciamo che non gli è troppo simpatico…”
    “Cos’è successo? È stata derubata da lui?”
    Tutt’ad un tratto, Daisuke divenne rosso in volto.
    “In un certo senso, possiamo dire di sì…” rispose. “È rimasta traumatizzata dal primo incontro che ha avuto con lui…”
    “Ah, quel Dark. Un vero don Giovanni…” fece la madre di Daisuke, entrando anche lei nella stanza.
    Questa volta fu il turno del custode a tossire.
    “Un altro motivo per odiare quel nome…” mormorò, mentre Hikari soffocava una risata.
    “Uh? Che intendi dire?”
    “Nulla, nulla… pensavo solo al passato…” rispose lui.
    “Però c’è da dire che il nostro Dark spesso e volentieri agisce grazie all’amore. Ah, un sentimento che può veramente molto, non credete anche voi?”
    Ma quando vide l’espressione di Hikari mutare, il suo sorriso si affievolì.
    “Ho detto qualcosa di sbagliato?” chiese.
    “No, nulla…” rispose la custode.
    “È per via del fatto che io sono privo di quel sentimento.” Spiegò Dark. “Non sono capace di amare.”
    “Davvero?” fece Daisuke. “Mi stai dicendo che tu finora non hai mai amato nessuno?”
    Il custode spostò lo sguardo verso di lui.
    “In passato ho amato. Ma l’amore è un’arma a doppio taglio e io ho finito col ferirmi. Per questo ho gettato via quell’inutile sentimento. Non ho bisogno di nessuna debolezza.”
    Hikari abbassò lo sguardo.
    “Su, vediamo di parlare d’altro. Diteci, da dove venite?”
    “Da un paesino europeo.” Rispose la custode. “Talmente sperduto da risultare sconosciuto a molti.”
    “Venite da lontano… non mi stupisco che non sapeste nulla di Dark. In fondo, dato che ruba qui e non è mai stato preso, nessuno se ne interessa troppo fuori da questa città.” Fece la madre di Daisuke.
    “Questo Dark dev’essere particolare.” Disse il custode. “Ho sentito che usa un paio di ali per volare. Non è qualcosa che hanno in molti.”
    “Da quel che mi risulta, è unico.” Commentò il nonno.
    “No. Anch’io conosco una persona che può usare le ali per volare, sebbene non le usi mai.”
    “Però, dovete averne conosciuta di gente particolare, eh?”
    “Parecchia. Le sorprese sono state molte, forse anche troppe. Per esempio il nome della tua amica, Daisuke: è lo stesso di un nostro ex compagno di viaggio.”
    “D-Davvero?” disse lui, arrossendo ulteriormente.
    Poi, senza alcun preavviso, scappò fuori dalla stanza, sparendo alla loro vista.
    “Sta male?” chiese Hikari.
    “No, no. Mio figlio è un tipo molto timido… quando s’imbarazza troppo, non riesce a rimanere in pubblico.” Rispose la madre, ridendo, per poi andare verso i fornelli.
    “Ora scusatemi, ma credo che mi metterò a cucinare.” Disse.
    “Noi allora ne approfitteremo per fare un giro nei dintorni, se non vi dispiace. Non ci allontaneremo troppo, e sappiamo come nasconderci dalla gente.”
    “Sicuri di non avere problemi?”
    “Ci siamo abituati.” Rispose Hikari, seguendo Dark fuori dalla casa.
    Non appena si furono allontanati di qualche metro dall’edificio, Dark si fermò.
    “Famiglia strana, vero?” chiese.
    “Già. Sembra quasi che loro stimino questo Dark. A parte Daisuke, che mi sembra un po’ più restio. Però cavoli, non pensavo fosse così timido…”
    “Secondo me c’è altro oltre alla timidezza.” Rispose il custode, guardando il cielo, che diventava sempre più buio.
    Poi all’improvviso un’ombra volò sopra di loro.
    I custodi spalancarono gli occhi, evocando subito il Keyblade.
    La figura aveva attraversato il cielo usando delle ali.
    Una delle sue piume si era staccata, e volteggiò fino a cadere proprio davanti ai due.
    Dark la prese al volo.
    Era una piuma nera.
    “Sembra che abbiamo appena visto il fantomatico ladro.” Disse, facendo scomparire il Keyblade assieme a Hikari.
    “Già…” commentò lei, guardando la piuma. “Dunque usa davvero delle ali per volare…”
    “Sarebbe inutile seguirlo. Potrebbe essere andato da qualunque parte e non ho intenzione di cercarlo per tutta la città. Inoltre, ho avuto l’impressione che si sia fatto vedere apposta… Probabilmente sarà giunta anche a lui la voce dell’arrivo di un suo omonimo, ma ce ne occuperemo più tardi. Preferisco tenere sotto controllo quella famiglia… ho l’impressione che nasconda qualcosa…” disse Dark, tornando indietro seguito dalla compagna.
    A diversi metri d’altezza, in piedi sopra il cornicione di un palazzo, un ragazzo alto, dai capelli viola, vestito di nero e con un grosso paio d’ali dello stesso colore osservò i due andarsene.
    “E così i custodi esistono realmente…” disse, mentre le ali sbattevano. “Lo so, stasera ho già un impegno. Spero solo che rimangano un po’ di tempo… A te non piacerebbe divertirti un po’, With?”
    Uno strano verso gli rispose dalle ali.
    “Lo immaginavo… Coraggio, ora è meglio and-” cominciò, per poi fermarsi.
    “Chi c’è?” chiese, senza voltarsi.
    “Non male. Sei riuscito a percepire la mia presenza e dire che non sei nemmeno un custode.” Rispose una voce, mostrandosi poi con una figura avvolta da un mantello.
    “With ha avvertito che qualcosa non andava.” Disse, indicando le ali, che stavano tremando. “E non sono state molte le volte che l’ho visto impaurito come adesso.”
    “Creatura intelligente, ne sono colpito. A quanto pare, non tutti gli esseri viventi sono senza speranza… qualcuno ha ancora un po’ di buon senso.”
    “Da come parli, sembra quasi che tu non ti ritenga un essere vivente. Cos’è, sei un robot?”
    “Robot?” ripeté lui, per poi scoppiare a ridere.
    Il ragazzo indietreggiò per quella risata, che gli fece venire i brividi per tutto il corpo.
    “Robot? No, no… nulla del genere…” continuò, smettendo di ridere, per poi avvicinarsi.
    “Vedo che anche tu sei interessato ai custodi. Dimmi, che ne pensi?”
    Dark rimase sorpreso da quel cambio di atteggiamento.
    “Direi che sono soggetti interessanti. Soprattutto quello che si chiama come me. Mi ha sorpreso non poco scoprire cos’ha combinato.”
    L’uomo misterioso sorrise.
    “Come mi aspettavo…” disse, per poi cominciare a camminare nel vuoto, come se fosse sul terreno. “Bene… allora ho un favore da chiederti… Dark Mousy.”
    “Io cosa ci guadagno?”
    “Mettiamola così…” rispose lui, facendo apparire dal nulla una macchia oscura, in cui apparve l’immagine di una ragazza che camminava, come se stesse guardando attraverso una finestra.
    A vederla Dark spalancò gli occhi.
    “Se mi accontenterai, non le torcerò un capello. In caso contrario…”
    “Chi sei?” chiese Dark.
    L’uomo sorrise.
    “Non serve che tu lo sappia…” rispose, per poi creare dal nulla un foglio nero, sul quale apparvero dal nulla delle scritte del colore opposto, dopodiché si chiuse da solo.
    “Devi consegnare questa lettera all’altro Dark.”
    “Ti aspetti che entri in una casa qualsiasi per fare il postino?”
    “Non prendermi in giro. Io so tutto di te. Come so tutto di ogni singolo abitante dell’universo. Non sottovalutarmi.”
    Prima che il ladro potesse dire altro, l’uomo scomparve nel nulla, senza lasciare alcuna traccia.
    “Cavoli… ora capisco cosa voleva dire…” disse, guardando la lettera. “E questa ora come la consegno?”
    Ma i suoi pensieri furono distratti da una ragazza che stava camminando sul marciapiede alla base del palazzo.
    “Ma sì… tanto non credo cambi qualcosa…” disse, per poi saltare giù.
     
    Pochi secondi dopo, atterrò di fronte alla ragazza.
    Era la stessa che l’uomo aveva fatto apparire nel suo specchio.
    Lei lo guardò per qualche secondo, per poi aprire la bocca.
    Ma prima che potesse cacciare l’urlo, Dark le mise la mano sulla bocca, facendole segno di stare zitta.
    “Tranquilla, non ho intenzione di farti nulla.” Disse, un po’ dispiaciuto dalla reazione della giovane.
    Ignorando il suo stato d’animo, prese la lettera e gliela mise in mano.
    “Tra poco incontrerai un’altra persona con il mio stesso nome… Digli che questa lettera è per lui. Non so chi sia il mittente, so solo che era un tipo pericoloso. Mi raccomando, conto su di te.”
    Poi, silenzioso com’era arrivato, spiccò un salto per sparire in volo.
    La ragazza lo guardò sparire.
    Poi, riprendendosi, cominciò a correre, fino ad arrivare davanti alla casa di Daisuke, dove suonò immediatamente il campanello.
    La porta si aprì, rivelando la madre del ragazzo.
    “Oh, ciao Riku! Tutto bene?” chiese, rimanendo sorpresa di come la ragazza si fiondò all’interno spaventata.
    “Cos’è successo?”
    “Q-Q-Quel pervertito…” rispose lei, ansimando. “Si è divertito di nuovo a spaventarmi…”
    “Ti riferisci a Dark?”
    “E a chi altri?” esclamò Riku, lanciando a terra la lettera. “E ora pretende pure che faccia da postino per conto suo! E poi dove lo vado a pescare un altro che si chiama come lui?”
    A sentire quelle parole, l’espressione della donna si fece seria.
    “Cos’hai detto, scusa?”
    “Mi ha detto di consegnarla a uno che porta il suo stesso nome… perché? Ormai siamo abituati alle sue stranezze, no?”
    Mentre diceva ciò, dalle scale scese Daisuke, che vedendola così spaventata, la raggiunse.
    “Riku! Tutto bene?” chiese.
    “Dark a parte, tutto ok…”
    “Dark? Vuoi dire che l’hai incontrato?”
    “Già, fuori di qui.”
    “Ti ha fatto qualcosa?”
    “Solo uno spavento, per fortuna…” rispose lei, per poi indicare la lettera. “E poi mi ha detto di consegnare quella lettera.”
    “Insomma, che cosa sta succedendo?” chiese il nonno di Daisuke, uscendo dalla cucina seguito dai due custodi.
    A vederli Riku rimase sorpresa.
    “Loro chi sono?” chiese al ragazzo.
    “Ospiti non previsti.” Rispose lui. “Avevano bisogno di aiuto e alla fine gli abbiamo proposto di rimanere qui per stanotte.”
    “Allora piacere!” fece la ragazza. “Io mi chiamo Riku!”
    “Piacere nostro. Io sono Hikari.”
    Il custode invece non si presentò subito.
    “Prima di dirti il mio nome, devo avvertirti che non sono chi penserai.”
    La ragazza rimase sorpresa da quella frase.
    “Ok… Anche se non capisco il perché…”
    “Il mio nome è Dark. Piacere di conoscerti.”
    Riku rimase un secondo immobile, per poi fare un passo indietro.
    “Non è possibile…” mormorò.
    “Sì, ho saputo del Dark di questa città, ma io fino a poche ore fa non sapevo nemmeno della sua esistenza, credimi.”
    “Ma allora…” continuò lei, consegnandogli la lettera. “Lui sapeva che eri qui…”
    Il custode prese la lettera.
    “Lui chi?”
    “L’altro Dark… mi ha detto di consegnare quella lettera ad un suo omonimo che avrei incontrato a breve… Dice che il mittente era un tipo pericoloso…”
    Dark la guardò, poi spostò la sua attenzione ad Hikari e in seguito a Daisuke, che guardava curioso il foglio.
    Senza dire nulla, il Keyblader aprì la lettera, cominciando a leggere.
    Pochi secondi dopo spalancò gli occhi.
    “Presto!” urlò. “Tutti a terra!”
    Prima che qualcuno potesse capire perché, Dark eresse attorno a tutti loro una barriera.
    Pochi secondi dopo, un’esplosione investì la casa, disintegrandola.
    Dark aumentò l’intensità della magia per reggere al colpo, che diventava sempre più forte.
    Poi così com’era venuto, scomparve, lasciando i presenti in mezzo alle macerie.
    “C-Cos’è stato?” domandò spaventata Riku, mentre Daisuke la abbracciava per tranquillizzarla.
    “Era una lettera di sfida.” Rispose Dark. “Diceva che non appena avrei finito di leggerla, avrebbe fatto saltare in aria la casa…”
    “E così ho fatto.” Disse una voce.
    I custodi si girarono subito verso la fonte, evocando i Keyblade.
    “Quelli sono…” fece sorpresa la madre di Daisuke, indicando le due armi.
    “Scusate se ve lo abbiamo tenuto nascosto. Speravamo di non coinvolgervi in questa storia. Vieni fuori, Xehanort! So che ci sei tu dietro a tutto questo!”
    “Xehanort?” ripeté la voce. “Mi offendi, mio caro Dark. Paragonarmi a quello sciocco? Figuriamoci.”
    Mentre diceva ciò, di fronte a loro apparve una figura avvolta in un mantello nero, che avanzò per fermarsi a pochi passi.
    “Ottimo lavoro. La consegna è stata effettuata proprio come avevo previsto.”
    “Chi sei?” chiese Dark, serrando la presa sul Keyblade. “Come fai a conoscere il mio nome?”
    La figura sorrise, per poi slacciarsi il mantello che lo copriva completamente, bocca esclusa.
    “Mi deludi Dark. Credevo che tu mi avresti riconosciuto all’instante.” Rispose lui.
    Quando lasciò cadere a terra il mantello, i custodi si ritrovarono di fronte ad un uomo dai capelli neri, come gli occhi, in cui pupilla e iride apparivano come un unico cerchio scuro, profondo come l’universo.
    Il suo pallido volto era segnato da una piccola cicatrice sul mento.
    Indossava dei vestiti lunghi, completamente neri, che si concludevano in un paio di stivali e guanti.
    Dark lo fissò.
    “Voi…” disse, mentre un varco si apriva dietro di lui. “Attraversate quel varco e scappate. Pensate al luogo più lontano che conoscete.”
    “E voi?” chiese Riku.
    “Noi rimarremo qui a combattere.” Rispose Hikari, brandendo il Keyblade e puntandolo contro il misterioso nemico.
    “Va bene…” disse la madre di Daisuke, prendendo la ragazza e spingendola all’interno del varco, seguita dal nonno.
    Il ragazzo invece rimase al suo posto, mentre il suo coniglio gli saltava sulla spalla.
    “E tu non vai?” chiese Dark, mentre il varco si richiudeva.
    “Anch’io ho un conto in sospeso con quel tizio…” rispose, mentre le dimensioni del suo corpo aumentavano.
    I suoi capelli cominciarono a cambiare colore, scurendosi per passare al viola.
    Pochi secondi dopo, Daisuke aveva completamente cambiato aspetto.
    “With, sei pronto?” chiese, accarezzando il coniglio.
    Esso si trasformò immediatamente in un paio d’ali, che si attaccarono alla schiena di Daisuke, permettendogli così di alzarsi in volo.
    “Ma tu guarda…” fece il custode. “Così eri tu Dark…”
    “A dir la verità, semplicemente condividiamo lo stesso corpo.” Rispose lui, per poi cambiare tono di voce.
    “Quando Daisuke prova amore verso qualcuno, si trasforma in me. Scusami, non immaginavo che quella lettera potesse combinare un simile guaio…”
    “Non importa. Dopo sistemerò tutto quanto. Ora pensiamo a sconfiggere quel tipo.”
    Il loro avversario per tutta risposta scoppiò a ridere, sinceramente divertito.
    “Sconfiggermi?” chiese. “Non siate ridicoli. Non potete nemmeno sfiorarmi.”
    “Questo è da vedersi!” urlò Hikari, creando una sfera di luce che scagliò contro l’avversario.
    Ma lui, come se niente fosse, la tagliò a metà usando la mano.
    “Cosa?!” fece sorpresa la custode.
    “Questa sarebbe la tua luce, mocciosa? Deludente. Mi aspettavo di più dalla persona che ha cambiato Dark.”
    “Che ha cambiato Dark?” ripeté lei, non riuscendo a capire.
    “Non so chi tu sia, ma non credere di poter vantare di sapere troppo sul mio conto. Hikari non c’entra niente con il mio cambiamento. Sarebbe successo lo stesso, prima o poi. Io e l’amore siamo sempre stati incompatibili.”
    Sentendo ciò, l’uomo proruppe in una nuova risata.
    “Sì, hai perfettamente ragione. Lo so molto bene che tu e l’amore siete nemici naturali. Ed è qui il problema.”
    Il nemico si fece serio, indicando Hikari.
    “Quella ragazza ti ha deviato. Ti ha fatto conoscere un sentimento che tu non dovevi assaggiare. Ti ha allontanato dal tuo percorso!” gridò arrabbiato.
    La custode lo guardò sorpreso.
    “Chi sei per dire cose del genere?” chiese Dark, brandendo il Keyblade.
    “Chi sono? È già la terza volta che mi si pone questa domanda… e sia, risponderò.” Sentenziò, alzando la mano.
    Come se rispondessero ad un suo ordine, nel cielo si crearono dal nulla delle nubi scure, come quelle che annunciavano una violenta ed implacabile tempesta, che cominciarono a vorticare sopra di lui.
    “Sono colui che esiste dall’inizio dell’universo. Colui che da sempre cerca di conquistarlo. Colui che dal principio combatte una battaglia senza fine. Io ho influito sui più grandi cambiamenti dell’universo. Io ho assistito alle grandi guerre che si sono svolte nei vari mondi. Io sono stato la causa di molte battaglie.”
    I custodi spalancarono gli occhi.
    “Di cosa stai parlando?” chiese il ladro.
    “Non è possibile…” fece Hikari, indietreggiando spaventata.
    “Io sono temuto anche da Xehanort e da quei custodi che osano definirsi delle tenebre. Io sono l’Oscurità stessa!” urlò, mentre dalle nubi cominciavano a cadere a terra violenti fulmini.
    Poi, senza che nessuno potesse reagire, abbassò le mani, scagliando delle scariche di oscurità che colpirono i tre ragazzi.
    Mousy fu scagliato contro un palazzo, finendo al suo interno, mentre Hikari finì rovinosamente a terra, provocando una piccola voragine.
    Dark invece resistette per qualche secondo, per poi essere colpito in pieno dai fulmini oscuri.
    Il custode cominciò ad urlare per il dolore, mentre l’attacco lo scuoteva completamente, sollevandolo da terra per qualche secondo.
    Quando finalmente terminò. Dark cadde a terra, con la faccia rivolta verso il basso.
    “C-Com’è possibile…?” domandò Hikari, cercando di alzarsi. “D-Dark dovrebbe essere… immune all’oscurità…”
    “Non alla mia.” Rispose l’uomo, avvicinandosi al custode.
    Senza che nessuno potesse impedirlo, lo prese per il collo, sollevandolo di peso.
    “Allora, hai finito con la tua ribellione?” chiese.
    “R-Ribellione?” ripeté a fatica Dark. “Non so di cosa tu stia parlando…”
    L’oscurità sorrise.
    “Capisco… Hai rimosso tutti i tuoi ricordi… molto bene allora. Vorrà dire che ti rinfrescherò la memoria… figlio mio.”
    Dark spalancò gli occhi, mentre attorno a lui, il tempo sembrò fermarsi.
    Anche Hikari reagì allo stesso modo, riuscendo a spostare lo sguardo verso l’uomo.
    Un impavido soffio di vento attraversò il campo di battaglia, spostando un po’ di cenere.
    “Cos’hai detto?” chiese Dark, rimanendo con gli occhi spalancati, che tremavano.
    “Sorpreso, figliolo?” rispose lui. “Vedo che la tua amnesia è più grave del previsto. Allora permettimi di mostrarti la storia.”
    Mentre diceva ciò, sotto i suoi piedi il terreno cominciò a sparire.
    Anche Hikari si ritrovò coinvolta nel fenomeno, con sua meraviglia, quando il terreno scomparve, non precipitò, ma rimase sospesa nel vuoto.
    “Accade molti secoli fa…” cominciò l’uomo. “Io ero sempre impegnato nella mia lotta contro la Luce, tuttavia lei mi chiese un giorno, un solo giorno di tregua. E io accettai. Quel giorno fu l’unico in cui i due elementi portanti furono in perfetto equilibrio. L’unico giorno in cui non ci fu una singola battaglia nell’universo. E quel giorno, nacque il tuo cuore.”
    Dark continuava ad ascoltarlo incredulo.
    “Figlio della Luce. Figlio dell’Oscurità. Tu sei l’Equilibrio stesso. Non sei un suo semplice custode, come coloro che hanno cercato di ricoprire tale ruolo. Tu sei l’elemento stesso. Perché secondo te, sei riuscito a rimanere in equilibrio finora? Perché credi di essere l’unico custode dell’equilibrio che sia riuscito ad usare tutto il suo potere?”
    Hikari ascoltava senza riuscire a credere alle parole di quell’uomo.
    “Ovviamente, la tua nascita fu subito motivo di disputa tra me e Luce. Lei voleva che tu un giorno guidassi l’universo ad un’era di pace, dove Luce e Oscurità potessero finalmente convivere. Io invece non ero d’accordo. Ti volevo al mio fianco, per poter finalmente vincere la battaglia infinita che stiamo disputando ancora oggi. Tu però non sapevi con chi stare, e alla fine, il tuo cuore fuggì.
    Ci vollero millenni prima che riuscisse a trovare un luogo dove stabilirsi. E il caso, o destino, volle che finisse nel mondo che tu chiami casa, dove hai creato questo tuo involucro.”
    “No… tu stai mentendo… io sono un comune umano, un semplice essere umano che è stato scelto come custode dell’equilibrio…” fece Dark.
    “Ancora rifiuti la tua natura? Bene, allora continuerò con il racconto. Ovviamente sia io che tua madre venimmo subito a saperlo. Lei, per il tuo bene, sigillò immediatamente i tuoi poteri, in modo tale che tu potessi essere, come dici tu, un comune essere umano. Prova a immaginare come mi sia sentito! Il mio unico figlio, anche se nato dall’unione con Luce, relegato a vivere una vita banale, senza poter conoscere una briciola di potere! Non potevo sopportarlo! Così rimossi parte del tuo sigillo, lasciando fare a te il resto. E qui avvenne un imprevisto. Durante il processo, tu entrasti in possesso del Keyblade. Probabilmente una forma di difesa che tua madre aveva inserito con il sigillo, nel caso fossi intervenuto. Tuttavia non mi diedi per vinto, e feci di tutto perché tu provassi solo odio verso gli altri. Saresti diventato il mio degno erede!”
    Detto ciò, il terreno tornò nuovamente sotto i loro piedi.
    “Ma lei!” urlò, indicando nuovamente Hikari, che si stava rialzando con l’aiuto del Keyblade. “Lei ha rovinato tutto! Tu, incapace ancora di odiare, eri capace di amare! Cercai subito di rimediare, inducendo Xehanort a spedire uno dei suoi uomini con l’obiettivo di prenderti. Dopo che il precedente custode dell’equilibrio ti aveva passato i suoi poteri, tu rischiavi di finire col combattere per la luce. E il custode delle tenebre obbedì ad ogni mio comando. Se ti avesse colpito, avrebbe eliminato ogni traccia di luce dal tuo corpo. Ma lei, quella dannata custode, si mise in mezzo, sacrificandosi per non farti colpire! E tu da quel giorno hai cominciato ad odiare le tenebre con tutto te stesso. Gli Heartless, che dovevano essere ai tuoi ordini, invece venivano sconfitti dal tuo potere.”
    “Tu… Sei tu il responsabile di tutto allora…” disse Dark.
    “Già… Ma a quanto pare, avevi scelto bene dove stabilirti. Nella famiglia da te scelta, nacque il custode della luce di quel mondo. E così, tu scopristi di non essere l’unico custode. Poi si aggiunse il custode delle tenebre, che tradì la sua stessa natura, mettendosi a collaborare con voi. Io purtroppo non potevo intervenire direttamente: tua madre ti controllava costantemente, per assicurarsi che io non ti corrompessi. Ma per mia fortuna, ci hai pensato da solo. Venuto a conoscenza di Xehanort, credesti che lui sarebbe stato una minaccia per la luce, e con i custodi della Terra, mettesti in atto quel piano che ha portato al via la seconda guerra del Keyblade. Io nel frattempo dovetti occuparmi di un altro problema. Luce, non contenta, decise di creare un custode della luce, un custode che avrebbe comandato sopra gli altri della sua categoria, per poterlo opporre a Xehanort, il mio prescelto. Immagino che non ci sia bisogno di dirti che quel custode è Sora, vero? Tu, però, nel frattempo hai commesso un gesto che né io né Luce pensavamo avresti fatto: hai rimosso dal tuo cuore l’amore, il sentimento che tua madre aveva così faticato a darti, e che io ho faticosamente cercato di trasformare in odio. Tu alla fine decidesti di rinunciarci, per porre fine al dolore che la battaglia tra odio e amore ti stava provocando.”
    “Perché mi stai dicendo tutto questo…? Pensi forse che sceglierò di unirmi alla tua causa?” domandò Dark, cercando di guardarlo negli occhi.
    “Umpf. Non penso che sceglierai. Tu ti unirai alla mia causa e combatterai al mio fianco. Non è una scelta.”
    Dark sorrise.
    “Sai… non sono mai stato un tipo che offende le persone… ma credo che stavolta potrò fare un’eccezione: fottiti.” Disse, per poi sputare contro il viso del padre.
    L’Oscurità non disse nulla.
    “Capisco… Quindi ti rifiuti di collaborare, eh? Molto bene allora. Tu osi sfidare l’Oscurità stessa? E te ne pentirai. Hai già visto che il mio potere è superiore al tuo. Finché sarai rinchiuso in quel corpo, non potrai mai sprigionarlo al massimo.”
    Mentre parlava, una sfera di luce andò a scontrarsi contro di lui, lasciandolo però illeso.
    L’uomo si voltò verso Hikari, che si era rialzata, e aveva la mano ancora protesa, davanti alla quale stava creando una seconda sfera di luce.
    “Lascialo… Lascialo andare…” disse, respirando a fatica.
    L’Oscurità sorrise.
    “Sì… direi che può andare…” disse.
    Prima che Hikari potesse fare qualcosa, un’aura verde la ricoprì, rigenerando le sue ferite.
    “Voglio che tu sia al massimo delle tue forze…” spiegò l’uomo
    “Come?” chiese Mousy, uscendo dal palazzo in cui era finito. “Prima la ferisci e poi la guarisci? Non sei molto coerente, sai?”
    “Quella ragazza è la causa del cambiamento di Dark.” Rispose lui. “Il suo amore l’ha contaminato. Dark cerca stupidamente di ignorare il suo sentimento, che anche se staccato, continua a pulsare. Ora io porrò fine a tutto questo.”
    Detto ciò, alzò la mano libera, creando sulla punta dell’indice una piccola sfera nera.
    “È ora che mio figlio si lasci dominare dalle tenebre!” esclamò.
    Senza che Dark potesse reagire, lo colpì alla fronte con la sfera, che fu inglobata dal suo corpo.
    Subito dopo mollò la presa, lasciandolo cadere a terra.
    “Hikari.” Disse, rivolgendosi alla custode. “Tu sei stata una bella scocciatura… Sorella di una delle sette principesse dal cuore privo d’oscurità, gli unici sette cuori che non posso toccare direttamente… Figlia di Ansem il saggio, colui che scoprì la vera natura dell’oscurità. La ragazza che ha condotto mio figlio sulla strada della luce. La ragazza che mio figlio ha scelto come sua compagna…”
    Sentendo ciò Hikari spalancò gli occhi.
    “Sì, hai sentito bene. Il suo amore ha combattuto a lungo per poterti continuare ad amare. Ha ingaggiato una battaglia contro Dark, ma ha perso, tornando nuovamente rinchiuso dentro il Keyblade. Ma Dark non è uno stupido. Sapeva bene che non avrebbe potuto resistere a lungo. Per questo ti ha sottoposto all’esame per diventare Master. Per questo ti ha scelto come sua unica compagna di viaggio.”
    “Dark…” mormorò la custode, guardando l’amico a terra.
    “Ma ora, ho posto io rimedio a tutto questo.” Disse, schioccando le dita.

    (consiglio l’ascolto di questa canzone: Overture to 'La Forza Del Destino')

    Immediatamente il corpo di Dark si alzò in volo, raggiungendo il padre.
    Sotto gli occhi di Hikari e di Mousy, i capelli di Dark cominciarono a mutare colore, diventando completamente neri.
    Sulla sua fronte apparve una X, che si incrociò con una sua gemella, venendo poi rinchiusa da un cerchio, a sua volta circondato da un quadrato.
    Pochi secondi dopo, Dark aprì gli occhi, rivelando due iridi nere, più profonde dell’oscurità stessa, prive di qualsiasi vita.
    Il custode atterò a fianco del padre, senza proferire verbo.
    “Come ti senti, figlio mio?”
    Dark si voltò verso di lui.
    “Bene, padre.” Rispose atono.
    “Dark!” urlò Hikari, cercando di richiamarlo, senza però ottenere risposta.
    Il custode dell’equilibrio si girò verso di lei.
    “Chi sei?” domandò.
    Sul volto della ragazza di dipinse puro sconcerto, misto alla paura.
    Dentro di lei sentì qualcosa spezzarsi.
    “Dark…?” ripeté a fatica.
    “Lei è Hikari.” disse l’Oscurità. “La tua avversaria.”
    “Capisco.” Rispose l’incarnazione dell’equilibrio. “Allora va eliminata, vero?”
    “Precisamente.” Fece l’uomo, mettendo un braccio attorno alle spalle del figlio.
    “Non osare!” urlò il ladro, mentre le ali tornavano da lui, per poi dirigersi a tutta velocità contro i due.
    Dark si girò verso di lui.
    Senza poter fare nulla, Mousy fu come schiacciato da una forza invisibile, che poi lo scagliò via, ad una velocità tale da risultare invisibile, contro una serie di palazzi, facendoglieli attraversare tutti e lasciandolo a terra a qualche chilometro di distanza, privo di sensi.
    Hikari guardò sorpresa l’attacco, per poi voltare lo sguardo verso Dark, che lentamente tornò a fissarla.
    “Sembra che debba eliminarti.” Disse. “Perciò vedi di non muoverti troppo.”
    Mentre la custode continuava a fissarlo paralizzata, il ragazzo cominciò a camminare lentamente verso di lei.
    “Uccidila.” Ordinò l’Oscurità, sorridendo. “Senza pietà e facendola soffrire il più atrocemente possibile.”
    “Sì, padre.” Rispose il figlio, alzando la mano.
    Da essa cominciarono ad uscire due liquidi, uno nero e uno bianco, che confluirono insieme, unendosi.
    Pochi secondi dopo, nella mano destra di Dark prese forma una spada.
    I colori della sua lama erano perfettamente divisi a metà, tra nero e bianco, come anche l’elsa, sulla quale c’era lo stesso simbolo che appariva sulla fronte del custode.
    “Dark… fermati…” disse Hikari, indietreggiando, senza però mettere il Keyblade di fronte a sé, ma lasciandolo penzolare assieme alla mano che lo impugnava.
    Il figlio della Luce e dell’Oscurità non disse niente, limitandosi ad avanzare.
    “Ti prego Dark, torna in te!” urlò la custode, cominciando a piangere.
    Ma sul volto dell’amico non si manifestò nessuna sorta di sentimento.
    “Dark!” gridò di nuovo, senza smettere di piangere.
    Dark la guardò per qualche secondo, per poi scomparire dalla sua vista.
    Quando la custode lo rivide, era a pochi centimetri dal suo viso, mentre la spada l’attraversava da parte a parte all’altezza dello stomaco.
     
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    Kairi si fermò di colpò.
    Stava per lanciare una magia, ma qualcosa l’aveva bloccata.
    “Che succede?” chiese Sora, preoccupato per la reazione dell’amica.
    Ma all’improvviso si fermò anche lui, imitato anche da Riku.
    “C-Cos’è questo potere?” esclamò l’albino, aggrappandosi al Keyblade per non venire schiacciato da quella forza misteriosa.
    “Non lo so… ma fa paura… mi sento come se stessi venendo scosso dal cuore stesso…” rispose il castano, cadendo in ginocchio.
    Kairi fu quella ad avere la reazione peggiore.
    Il cuore cominciò a pulsarle forte, costringendola a cadere rovinosamente a terra, tenendosi la mano sul petto.
     
    “Yen Sid!” fece Topolino, tenendosi al tavolo, assieme ai due fidati compagni. “Cosa sta succedendo? L’oscurità… il potere dell’oscurità è aumentato all’improvviso…”
    Il vecchio saggio era seduto al suo scranno, e anche lui mostrava segni di affaticamento.
    “Temo di saperlo… anche se spero vivamente di sbagliarmi…”
     
     
    Edward e Pan furono scagliati improvvisamente contro il muro della Gummiship, che si allontanò dalla rotta che stava seguendo.
    “Cos’è quest’energia…?” chiese la Sayan, schiacciata al muro, come se la gravità la stesse attirando a sé.
    “Questo potere… è quello dell’oscurità…” rispose l’alchimista, cercando inutilmente di muoversi. “Ma… non credevo potesse esisterne una così potente…”
     
     
    Xehanort fu costretto a piegarsi in due, imitato da tutti gli altri membri dell’organizzazione.
    “Cos’è tutta questa oscurità…” chiese, cercando inutilmente di controllarla. “È oltre la mia portata… Com’è possibile?”
    Jyassmie cercò di opporsi a quel potere, senza però riuscirci.
    “Come immaginavo… non sono ancora lontanamente vicina ad un simile potere…” disse.
     
     
    Asuka, Marco e gli altri custodi sulla Terra furono investiti da una folata di vento, che li allontanò a forza di qualche metro.
    “E questo cos’è?” chiese Tsuna, cercando di opporre resistenza.
    “Che razza di vento è?!” sbraitò Inuyasha.
    “Questo non è un vento normale…” intervenne Light, raggiungendoli assieme a Rexenet.
    Sebbene cercassero di non darlo a vedere, anche loro stavano faticando per opporsi a quel potere.
    “Questa è pura oscurità… come nessuno l’aveva mai vista prima…”
     
     
    Black Star si portò le mani sul volto.
    La folata d’oscurità stava mettendo a dura prova la sua resistenza, come anche quella delle abitazioni.
    Parecchie finestre si erano già infrante come se nulla fosse, e molti edifici erano rimasti danneggiati.
    “Che cos’è questo potere?” chiese a Lea. “È peggio della follia!”
    “La follia in confronto è nulla…” rispose l’ex Nessuno. “Questo è il potere dell’oscurità… Questo è il nostro vero nemico…”
    “Cosa?!” esclamò l’assassino. “Dov’è? Lo sconfiggerò subito!”
    “Idiota! Questa è solo l’onda d’urto della sua presenza. Ed è anche debole, il che significa che è molto lontano da qui! Probabilmente tutti i mondi stanno venendo coinvolti dallo stesso fenomeno…”
     
     
    Jessie rimase ad osservare dalla cima di un campanile il vento oscuro che stava coprendo il suo mondo.
    “Oscurità pura…” disse. “Com’è possibile? Non ne avevo mai avvertita una del genere… Nemmeno la sua era così intensa…”
    Sotto di lei, alcuni Heartless uscirono allo scoperto, venendo però subito annientati da quel vento.
    “Un’oscurità tale da annientare le sue stesse creature… Di chi può essere?” domandò a se stessa, scrutando il cielo notturno trapunto di stelle.
     
     
    Terra e Ventus evocarono i Keyblade, creando attorno a loro una barriera per proteggersi dall’oscurità.
    “Urgh… non ho mai visto tanta oscurità… E per di più così pura…” fece Terra, per poi spalancare gli occhi. “Possibile che sia… No, è solo una leggenda…”
    “Di cosa stai parlando?”
    “Questo potere… è come se l’Oscurità stessa stesse combattendo… ma non è possibile…”
     
     
    Aqua osservò una colonna di oscurità alzarsi verso il cielo di quel mondo di tenebre, sparendo in un varco.
    “Cosa sta succedendo?” si chiese, con il Keyblade in mano. “L’oscurità non aveva mai reagito in questo modo… sta letteralmente uscendo da questo mondo… il suo stesso mondo… Che cosa può attrarla all’esterno in questo modo?”
    “L’Oscurità stessa.” Rispose l’uomo dietro di lei. “È l’Oscurità che la sta richiamando a sé.”
    La custode si girò verso di lui.
    “Stai dicendo che… l’Oscurità ha preso forma?”
     
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    (consiglio l’ascolto di questa canzone: Requiem Mozart)

    Dark rimase fermo nella sua posizione, incurante del sangue di Hikari che stava scendendo lungo la spada, imbrattando anche le sue mani.
    La custode rimase con gli occhi vacui, per poi sputare una grande quantità di sangue, che colpì il torace e il volto di Dark, che però, non fece una piega.
    Il custode estrasse la spada, lasciando che Hikari cadesse a terra, priva di forze, come una bambola rotta.
    Subito dopo un’aura verde la ricoprì nuovamente, rimarginando la ferita.
    Lei alzò lo sguardo, sorridendo.
    “Dark… ma allora…”
    Quando vide il volto del compagno il sangue si gelò nelle vene.
    “Ha detto di farti soffrire più atrocemente possibile.” Disse, guardandola come se non esistesse.
    Prima che Hikari potesse reagire, Dark abbassò la spada, tranciandole di netto un braccio.
    L’urlo della custode riecheggiò nel buio della notte, come un lampo che illumina a giorno il cielo scuro coperto di nubi.
    La gente, prima attirata dall’esplosione, ora stava scappando il più lontano possibile, dopo aver visto Dark Mousy venire scagliato via come un granello di polvere.
    Satoshi Hiwatari era al limite del campo di battaglia, guardando incredulo il combattimento.
    “E io volevo fermarli…” disse. “Ha messo fuori gioco Dark come se niente fosse…”
     
    Hikari portò la mano rimasta a coprirsi l’arto reciso, guardando disperata Dark.
    Lui per tutta risposta abbassò nuovamente la spada, stavolta trafiggendole una gamba.
    Poi, senza nemmeno darle il tempo di finire di urlare, le mise la mano davanti al volto, creando una sfera d’oscurità che le scagliò contro, facendola volare a diversi metri di distanza.
    Non appena ebbe toccato il suolo, dal custode partirono una serie di fulmini rossi, che la raggiunsero.
    In pochi secondi, dal braccio tagliato si creò dal nulla un nuovo arto, mentre la ferita sulla gamba scomparve.
    Hikari continuò a piangere, ma non per il dolore fisico, ma per quello che le stava prendendo il cuore.
    Dark si teletrasportò di fronte a lei, per poi cominciare a prenderla a pugni in faccia.
    Lei non oppose alcuna resistenza, lasciando che l’amico continuasse a colpirla senza pietà.
    Quando terminò, il suo volto era una maschera di sangue. Dal naso uscivano due rivoli di denso liquido scarlatto, come anche dalle labbra.
    Il custode la guarì nuovamente.
    La custode alzò lo sguardò verso di lui, nella speranza di vedere una qualche reazione.
    Ma l’incarnazione dell’Equilibrio continuò a fissarla impassibile.
    “Dark…” ansimò, interrompendosi per i singhiozzi. “Ti prego… fermati…”
    Il custode alzò la mano, puntandogliela contro.
    Istantaneamente, sul corpo di Hikari apparvero decine di tagli profondi, che la costrinsero nuovamente a terra.
    “Perché non reagisci?” chiese Dark, guarendola, ma continuando a guadarla con una freddezza assoluta. “Perché non fai nulla per salvarti? Hai un’arma, perché non la usi nell’inutile tentativo di parare i miei colpi?”
    “Io… non potrei ferirti nemmeno volendo… non se sei ridotto in questo stato…” rispose lei, ansimando. “Ne sono incapace…”
    “Non capisco… Perché agisci così. Sto per ucciderti, lo capisci, vero?”
    “No…” fece Hikari, fissandolo negli occhi, con sguardo determinato. “Tu non mi ucciderai… so che non lo farai… io mi fido di te…”
    Dark la afferrò allo stomaco con la mano.
    Poi, cose se niente fosse, strappò la carne alla custode.
    Il suo urlò di dolore riempì nuovamente il silenzio della notte, gettando un’onda di terrore in tutti coloro che riuscirono ad udirlo.
    Dark gettò via la carne, per poi farla ricrescere, lasciando che Hikari cadesse a terra priva di forze.
    Il custode mosse la mano, facendola alzare in volo e fermandosi quando arrivò alla sua stessa altezza.
    “Io non ti conosco.” Disse. “E non riesco a capire di cosa stai parlando. Perché non dovrei ucciderti? Sono il figlio dell’Oscurità… uccidere per me è come mangiare, bere e dormire. Una cosa normale.”
    Dagli occhi chiusi della custode scesero due lacrime, che silenziosamente caddero a terra.
    “Basta… cerca di tornare in te…” mormorò. “Tu non sei così… tu non combatti per l’oscurità. Sarai anche suo figlio, ma non la approvi…”
    “Io sono in me. Ho piena consapevolezza di ciò che sto facendo.” Rispose il custode. “Ora però voglio divertirmi…”
    Dicendo ciò, le diede un altro pugno sul volto, facendola volare a terra.
    “Reagisci. Voglio combattere.”
    Hikari si rialzò.
    “No… Non ti affronterò…” disse, barcollando.
    Prima che potesse dire altro, Dark si spostò velocemente di fronte a lei, dandole un pugno in pieno stomaco.
    La custode sputò nuovamente sangue, mentre l’avversario le puntò il palmo contro.
    Pochi secondi dopo delle fiamme nere la avvolsero completamente.
    Hikari urlò nuovamente per il dolore, mentre la sua pelle veniva divorata dal fuoco.
    Quando la magia terminò, lei rimase in piedi.
    Dark lanciò nuovamente una magia curativa, che fece ricrescere la pelle della custode.
    Da lontano, l’Oscurità guardava divertito lo spettacolo.
    “Continua così, figlio mio.” Disse. “Continua a farle provare la speranza, e poi distruggila!”
    Il custode si avvicinò a Hikari, continuando a brandire la spada.
    “Ti ho detto di combattere. Voglio eliminarti dopo averti sconfitto. Così mi diverto ben poco.”
    “No…” rispose lei. “Non… ti combatterò… dovesse costarmi… la vita…”
    “Di questo passò finirà così. Tuttavia, anche se perderai comunque la vita, voglio che tu lo faccia dopo un duello.”
    “Basta così!” urlò una voce.
    Senza alcun preavviso, dal corpo di Dark uscì una luce.
    Pochi secondi dopo, tra lui e Hikari apparve Balance, con il Keyblade dell’equilibrio stretto tra le dita.
    “Finalmente ce l’ho fatta ad uscire.” Disse. “L’oscurità ha ricoperto tutto… non è stato facile…”
    “Balance…?” fece sorpresa la custode.
    “Ci penso io a fermarlo.” Rispose lui, puntando il Keyblade contro Dark. “Non permetterò che faccia un ulteriore scempio di Dark!”
    “Tu chi sei?” chiese lui, guardando il nuovo arrivato. “Perché ti metti in mezzo?”
    “Io sono una parte di te e in quanto tale, è mio dovere farti rinsavire!”
    “Quindi sei anche tu un mio avversario? Tu, però, non m’interessi.”
    Senza perdere tempo, alzò la spada, calandola su Balance, che parò l’attacco con il Keyblade.
    “Non sarò così facile da sconfiggere!” urlò l’emanazione, respingendolo. “Io sono forte quanto te!”
    “Davvero?” domandò Dark, guardandolo. “In effetti, sei riuscito a resistere ad un mio attacco… Devo verificare se puoi essere un mio degno avversario.”
    Detto ciò, sollevò la mano libera, creando una sfera oscura e la lanciò contro Balance, che riuscì a deviarla, ritrovandosi però scoperto ad un nuovo fendente della spada avversaria, che lo colpì in pieno, provocandogli una ferita profonda lungo tutto il petto.
    L’emanazione digrigno i denti per il dolore, saltando all’indietro e lanciandosi contro una magia curativa, che cicatrizzò la ferita.
    “Ora tocca e me!” urlò, creando una sfera di fuoco e una di ghiaccio, che fuse assieme, poi lanciò il risultato contro l’avversario, che inaspettatamente non si mosse, venendo colpito in pieno dall'attacco.
    L’esplosione avvolse la zona in una nuova nube di polvere e fumo, nascondendo Dark alla loro vista.
    Balance continuava a guardarsi attorno, sapendo bene di non averlo ferito gravemente.
    “Dov’è finito?” mormorò, stringendo più forte il Keyblade.
    “Sento che hai paura…” fece la voce dell’incarnazione dell’equilibrio. “Sai di non avere possibilità contro di me, ma non mi scappi…”
    “Certo che non scappo! Io sono un messaggero del vero Dark! Ed è mio compito eliminarti e farlo tornare!”
    “Vero Dark?”
    Prima che Balance potesse fare qualcosa, Dark apparve di fronte a lui con la spada sollevata.
    “Ci sono solo io.” Affermò, calando la lama.
    L’emanazione alzò il Keyblade, parando così l’attacco, che però non si fermò, e proseguì nel suo letale cammino, costringendo Balance ad abbassarsi per non essere sopraffatto.
    “Basta così.” Fece Dark.
    Non appena ebbe detto ciò, il Keyblade di Balance si spaccò in due, lasciando che la spada avversaria lo colpisse in pieno, tagliandolo lungo tutto il corpo.
    “H-Hikari…” rantolò lui, cominciando a scomparire, mentre la sua arma si dissolveva nel nulla. “Devi… fermarlo… sei l’unica… che può farlo…” aggiunse, gettandole uno sguardo pieno di speranza.
    La custode lo osservò sparire nel nulla, senza lasciare alcuna traccia.
    “Balance… No…” mormorò, mentre la sua vista sbiadiva, dietro ad un velo di lacrime.
    “Un idiota che non era conscio della sua debolezza.” Commentò Dark con sufficienza, voltandosi verso di lei.
    Hikari abbassò lo sguardo, mentre il Keyblade riappariva nella sua mano.
    “Oh? Ti sei dunque decisa?” chiese lui.
    La custode alzò una mano, creando una sfera di luce che gli lanciò contro.
    Ma Dark la prese con la mano libera.
    “Una luce molto debole… Potrebbe fare del male solo ad un Heartless…” disse, distruggendo la sfera.
    “Dark… torna in te…” ripeté Hikari, alzando lo sguardo, rivelando nuovamente il suo volto attraversato dalle lacrime. “Non voglio combatterti! Torna in te!” urlò disperata.
    L’incarnazione dell’equilibrio per tutta risposta alzò la spada.
    “Combatti.” sentenziò, per poi partire all’attacco.
    La custode alzò il Keyblade, parando il fendente dell’amico.
    “Torna in te!” urlò ancora la ragazza, mentre attorno a loro comparivano decine di sfere di luce, che gli precipitarono addosso, facendo alzare una nuvola di fumo che li nascose tra le proprie spire.

    (consiglio l’ascolto di questa canzone: Nakama no Tameni)

    Quando finalmente la polvere scomparve, la prima cosa che tornò visibile fu il Keyblade di Hikari, a terra.
    Poco dopo apparve Dark, che teneva la mano verso l’alto.
    E infine Hikari, che era tenuta sollevata dalla mano dell’amico, stretta con forza attorno al suo collo.
    “È finita.” Decretò lui.
    Hikari aveva le braccia che penzolavano inermi nel vuoto, incapaci di reagire.
    “Molto bene.” Disse l’Oscurità, avvicinandosi. “Ora finiscila.”
    Dark aumentò la presa attorno al collo della compagna.
    “D-Dark…” ansimò lei, sentendo aumentare il bisogno d’ossigeno in contemporanea con il rafforzarsi della stretta.
    “Addio.” Rispose lui.
    Hikari non aveva più nemmeno la forza per urlare.
    Solo una lacrima riuscì a sfuggire dai suoi occhi, scivolando lungo il volto e cadendo sulla fronte di Dark, proprio al centro del simbolo che era comparso poco prima.
    Il ragazzo si portò la mano libera alla fronte, toccando la lacrima.
    “E questa… cos’è?” chiese, guardando quella fragile e piccola goccia rimasta sul suo dito.
    Mentre diceva ciò, la presa attorno al collo di Hikari si fece più leggera, fino a lasciarla cadere a terra.
    La custode tossì, riprendendo pian piano a respirare.
    L’uomo invece guardò sorpreso quella reazione.
    “Che cosa succede, Dark?” chiese.
    Ma il ragazzo non rispose, continuando a fissare la lacrima.
    Hikari si alzò barcollante, mettendosi di fronte a lui.
    “Quella è la prova del mio amore…” rispose, prendendo ampi respiri.
    “Il tuo amore?” ripeté lui. “Cos’è l’amore?”
    Hikari gli si avvicinò, per poi lasciar cadere la testa su una sua spalla.
    “L’amore… è questo…” rispose lei.
    Facendo ricorso a tutte le forze rimaste, alzò le braccia e preso il viso dell’altro tra i palmi, lo costrinse a voltarsi verso di lei.
    Pochi secondi dopo le loro labbra entrarono a contatto. Un contatto leggero e fugace, come il tocco di una foglia appena caduta.
    Dark spalancò gli occhi, che tornarono immediatamente pieni di vita e ripresero la loro pigmentazione originale, mentre il simbolo sulla sua fronte sbiadiva fino a scomparire.
    Allo stesso tempo, anche il colore dei suoi capelli tornò gradualmente normale.
    La spada che teneva in mano si dissolse come neve al sole, mentre il custode chiudeva gli occhi, abbandonandosi contro il corpo della compagna che lo resse nonostante le gambe tremanti.
    Da lontano, suo padre sbuffò.
    “Maledizione… Sembra che la cosa sarà più difficile del previsto. Ero convinto che la mia oscurità fosse sufficiente a cambiarlo definitivamente…”
    Poi sorrise.
    “Non importa. Avrò altre occasioni. Sarò sempre in agguato, pronto a portarti dalla mia parte.” Disse, riavvolgendosi nel suo mantello e scomparendo alla loro vista, rapido e silenzioso com’era venuto.
    Hikari si accasciò a terra, trascinando il compagno con sé e rimanendo in ginocchio.
    “Devo…” fece, alzando la mano e aprendo un varco al loro fianco. “…tornare indietro…”
    Sollevando nuovamente Dark e chiedendo un ultimo sforzo a se stessa, si alzò e si trascinò verso il passaggio, che si richiuse dopo il loro passaggio.
     
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    No. Questo capitolo è il più bello che abbia mai letto, pieno di emozioni, descrizioni accuratissime, musiche giuste....più leggevo e più il mio stomaco si contorceva per l'emozione. L'intervento di Balance poi, uno spettacolo e la prova d'amore di Hikari e il comportamento del Dark "Oscuro", è stato il più bel capitolo (secondo me é_è) coooooomunque l'oscurità me l'ero immaginata tipo Chaos di Dissidia e non come un uomo, vabbe =/

    Ps: Capitolo stupendooooooo (ah no, l'ho già detto...)
    Ps2: Il mondo di DNAngel è stato un tocco di classe u.u ma avrei dato più spazio a Krad e Satoshi ._.

    Edited by Armitrael - 16/10/2011, 21:01
     
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  9. Yusei Trek
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    Non so che dire, credo che esaltante non basti...
    Ti è riuscito molto bene questo capitolo e nonstante non conoscessi il manga sono riuscito a seguirlo (anche se sinceramente mi sono documentato su wikipedia).
    La comparsa dell'oscurità è stata una scelta molto azzeccata anche se io la immaginavo in modo diverso, ma sei tu l'autore e dipende dalla tua fantasia...



    Aspetto con ansia il tuo ritorno :rox:
     
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  10. francix94
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    oddio questo capitolo è una bomba di sicuro questo è uno dei tuoi capitoli venuti meglio e poi quandoil momento in cui dark venne soggiogato dall'oscurità (con relativo combattimento dark-hikari e dark-balance più finale) è stato epicità allo stato puro :D

    PS: difficilmente riuscirai ad eguagliare se non superare questo capitolo ;)

    EDIT: ma se i custodi dell'equilibrio sono stati creati nel giono in cui l'oscurità e la luce non combattevano allora i custodi del caos quando sono stati creati? :uhm:

    Edited by francix94 - 22/10/2011, 11:05
     
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    O-oh. Carino, molto carino.
    Un gran colpo di scena, non c'è che dire.
    Personalmente, non apprezzo molto il fatto che sia cosi improvviso, senza una precedente presenza di questo nuovo personaggio, ma d'accordo: dipende unicamente dai tuoi gusti impostare la trama.
    Allora...vediamo...
    Da un punto di vista stilistico, non è male: come ho letto in tutti i tuoi capitoli, lo stile è semplice e molto scorrevole, attenzione, non è necessarianmente un bene. Vai dritto al punto e questo, almeno da parte mia, è da apprezzare. Ho visto parecchi scrittori, io ci sto in mezzo, lo ammetto, perdersi in chiacchiere e dimenticare cosa stanno scrivendo.
    Ad ogni modo, non penso che sia il tuo caso.
    Da un punto di vista della trama: mah, mah, non malaccio, come ho già detto, un colpo di scena cosi radicale lo avrei preferito in altre circostanze, ma la situazione non è cosi malvagia. Interessante la scena in cui Dark perde la sua identità e mette le spalle al muro Hikari. Il mio unico appunto è riguardo le torture che le impone. Apprezzo che tu ci sia andato soft con le descrizioni, ma forse un tantino di particolarità in più avrebbe aumentato la drammaticità.
    Ad ogni modo, è un bel pezzo.
    Ahah, e cosi anche il nostro amico Dark ha la possibilità di tornare a conoscere l'amore.
    Sul serio, questa è la cosa mi ha più incuriosito, vedere come reagirà al suo risveglio. Farebbero anche una bella coppia tutti e due quei ragazzi, ahah.
    Per quanto riguarda l'Oscurità è sempre il discorso dell'apparizione improvvisa. Un personaggio cosi importante avrei preferito vederlo giostrare in un altro modo, ma di nuovo d'accordo, vedremo come lo svilupperai.
    Bon, il papiro te l'ho lasciato e mi sento realizzato.
    E ho fatto pure la rima.

    P.S. Furba la cosa di mettere le musiche per aumentare gli effetti scenici, per sicurezza ho riletto due volte.

    P.P.S. Personaggi strutturati bene e potenti come Dark mi fanno venire sempre voglia di farli combattere contro quelli che invento io. No, non c'entra nulla, però mi andava di dirlo.

    See ya.

    Edited by Mr.Bianconiglio - 22/10/2011, 00:44
     
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    Fuoco crepuscolare che mai si estinguerà

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    Darky Darky, eccomi dunque ù.ù
    E' sempre un piacere darti una zampa per la revisione e soprattutto per la parte di Balance, ti dirò, sono contenta del risultato.
    Non conoscendo l'anime previsto per l'ambientazione non ho faticato a leggere il capitolo e a comprenderne lo sviluppo legato alla trama originale, perché sei riuscito a illustrarla in poche righe. Scoprire che "Riku" è anche un nome da ragazza mi ha lasciata un pò così O.O ma mi sono ripresa in tempo per il gran finale ù.ù Ahhh l'amour x3 (*muahahameggia ancora perché sa*)
    Comunque, continua così che stai andando alla grande! Ormai mi sono rassegnata dal dirti di controllarti, quindi... fuoco alle polveri! xD
     
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    暗いロクサス92

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    Ed eccomi qui con il nuovo capitolo! *evita le decine di coltelli che cercano di colpirlo* F-Fortuna che non ho fatto aspettare un mese, altrimenti altro che coltelli che mi lanciavano... glom...
    Ebbene sì, vi propongo il secondo capitolo della trilogia che metterà a dura prova la vostra resistenza psicologica (cosa che con questo capitolo potrebbe risultare difficile...
    Come avete visto, nell'ultimo capitolo il ruolo di Dark è stato completamente stravolto. Ma se sperate che sia finita qui, allora abbandonate ogni speranza, voi che leggete XD.
    Prima di rispondere alle recensioni, ringrazio ancora Liberty89 per avermi fatto da beta reader e vi avverto: il video che troverete ad un certo punto del capitolo è da vedere per integrare una parte che con tutta la mia buona volontà, era impossibile da scrivere... e tale video potrebbe spingervi a distruggere il computer... vi dirò solo la lettera iniziale e finale del protagonista di tale video: E-------R.

    E ora... alle recensioni!
    @ Armitrael: Mi fa piacere sapere che questo capitolo sia stato il migliore che sia riuscito a scrivere. Credimi, scegliere le musiche è stato parecchio difficile... mi sono ascoltato dischi su dischi, cercato ovunque... E mentre scrivevo, io stesso avevo l'impressione di star vedendo dal vivo la scena... cavoli, come mi piacerebbe riuscire a fare un anime o un manga su Equilibrio (ma temo che solo per i diritti, sia un progetto impossibile XD). Per l'oscurità... ti dirò: in origine anch'io pensavo di farla simile a Chaos... però in fondo, non esiste una forma definitiva, no? Per gli altri personaggi di DNAngel... purtroppo non sono riuscito a leggere tutto il manga, perciò ho usato le informazioni in mio possesso.
    @ Yusei Trek: Modesti a parte, sono convinto anch'io che questo sia stato proprio il miglior capitolo che abbia mai scritto. DNAngel è un manga che ho scoperto di recente anch'io. Te lo consiglio, se riesci a trovarlo. Per l'oscurità, come ho detto prima, non ho voluto usare una forma che qualcuno si aspettava XD.
    @ francix94: Quindi posso definirlo un capitolo epico, eh? Beh, per quanto sia un classico, credo di essere riuscito a metterlo giù in una veste completamente nuova... e come dici tu, sarà difficile equagliare questo capitolo... anche se credo che con uno riuscirò a superarlo, anche se si dovrà aspettare molto, molto tempo... Invece temo che tu abbia frainteso una parte: è il cuore di Dark ad essere nato quando Luce e Oscurità hanno fatto la tregua, non i custodi dell'Equilibrio... cmq in futuro spiegherò tutto per bene, non ti resta che aspettare (e vedrai che ne varrà la pena... o almeno lo spero XD).
    @ Bianconiglio: Beh, per come la vedo io, i colpi di scena migliori sono quelli improvisi (poi a voler essere pignolo, potrei dirti che la vera natura di Dark l'ho mostrata piano piano lungo ben 62 capitoli della storia XD). E si, preferisco non perdermi troppo in chiacchere. Ho usato tutti i punti che io stesso ho trovato sgradevoli delle mie due precedenti fiction per, diciamo, evolvere come stile (infatti se le leggi, vedrai differenze enormi XD). Per la parte delle torture a Hikari... si, avevo pensato anch'io di descrivere meglio le scene, ma tra il fatto che io stesso sono molto suscettibile a queste scene (motivo per cui non credo riuscirò mai a vedere Deadman Wonderland XD) e che comunque alcuni lettori avrebbero potuto non apprezzare. Per il Dark x Hikari... chissà... posso giusto assicurarti che al momento non andranno di certo in giro insieme tenendosi per mano XD. Per vedere la reazione del protagonista invece temo dovrai aspettare ancora qualche settimana... anche se spero di meno. Per l'oscurità... chissà... potrebbe essere anche solo l'inizio, e che ci sia molto di più oltre la sua apparizione... di certo, non è da sottovalutare. Bene, direi che ti ho risposto anch'io con un papiro (come si dice? Occhio per occhio, papiro per papiro XD) perciò ti lascio al nuovo capitolo!
    @ Liberty89: Fuoco alle polveri? *apre l'anta dell'armadio che contiene tutte le sue armi* L'hai detto tu, perciò non mi ritterrò responsabile delle conseguenze XD *prende un arma di distruzione di massa psicologica e la infila nel capitolo*. E vedrai, ci sono cose ben peggiori di un Riku femmina che vedrai d'ora in poi... MUAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAH!!!!!!!!!!!!!

    Perfetto! E ora, nella speranza che riusciate ad arrivare a fine capitolo, buona lettura a tutti!
     

    Capitolo 63: Il pre-esame! Missione: salvare Aqua! - Torna all'indice dei capitoli
    Hikari uscì dal varco, trascinando con sé Dark.
    A fatica riuscì a raggiungere una parete della Gummiship, a cui appoggiò il compagno di schiena, lasciandolo seduto, col capo ciondolante da un lato.
    Poi si sedette al suo fianco.
    “Mi dispiace…” disse. “So che probabilmente non hai gradito… ma l’importante è che tu sia tornato in te…”
    Ma mentre parlava, dagli occhi chiusi del custode cominciarono a uscire delle lacrime.
    La ragazza sorrise, per poi appoggiare la testa sulla sua spalla.
    “Spero non ti dispiaccia se mi addormendo così… ma non ho più nemmeno un grammo di forza…” disse, per poi perdere conoscenza.
     
     
    Yen Sid osservò i due custodi attraverso la sua magia.
    “È successo quel che temevo…” disse, rivolgendosi al re, che stava guardando insieme a lui.
    “Come mai sono ridotti in quello stato? Sembra che abbiano consumato ogni briciola di potere.”
    Il mago abbassò lo sguardo.
    “Il custode dell’equilibrio ha scoperto la sua vera natura… Una natura che anch’io ero restio ad accettare…”
    “Di cosa state parlando?”
    “Dark è figlio della Luce e dell’Oscurità stesse. E non in senso figurato.”
    “Cosa?!” esclamò Topolino, sbattendo le mani sul tavolo. “Ma non è possibile!”
    “Invece è proprio così. Dark è l’incarnazione stessa dell’Equilibrio, e non un suo semplice custode. L’energia oscura che abbiamo percepito prima ne è la prova. L’Oscurità dev’essere intervenuta di persona e probabilmente è per colpa sua se sono ridotti così.”
    Prima che potesse continuare, fu interrotto dallo sbattere della porta, da cui giunsero Sora, Riku e Kairi.
    “Cos’è successo?” chiese la rossa. “Cos’era quell’energia di prima?”
    Yen Sid sospirò, ponendo termine alla sua magia.
    “Purtroppo è successo qualcosa che non avevamo messo in preventivo. L’Oscurità stessa è scesa in campo.”
    “Cosa intende dire con l’Oscurità stessa?”
    “Ha preso forma. Non è più solo un’essenza.”
    “Come sarebbe a dire?” chiese Riku. “Può fare una cosa del genere?”
    L’uomo abbassò lo sguardo.
    “Ha fatto anche altro… ma per voi è ancora presto per saperlo.” Rispose. “Ora, però, è il momento di terminare il vostro addestramento. Questo sarà il vostro ultimo compito prima dell’esame e badate che non sarà facile portarlo a termine.”
    “Cosa dobbiamo fare?” domandò il castano.
    “Andate a Radiant Garden. Trovate l’armatura e il Keyblade di Master Aqua. E usando questi, entrate nel regno dell’oscurità e portatela in salvo.”
    I tre custodi sgranarono gli occhi.
    “Dobbiamo… entrare nel regno dell’oscurità?” chiese sorpreso Sora.
    “Esatto. Per il vostro esame c’è bisogno della presenza di tutti i Master del Keyblade. Per questo, dopo dovrete andare da Master Dark e Master Hikari, per condurli qui da me.”
    “Ricevuto!” esclamarono i tre.
    “Ora andate. La salvezza di Aqua è cruciale, non solo per il vostro esame. Se riusciamo a riportarla da noi, significherebbe avere un altro Master dalla nostra parte.”
    “Faremo tutto ciò che è in nostro potere!” rispose Sora, aprendo un varco e sparendo al suo interno, seguito dai due amici.
    “Maestro… Ne è sicuro? Se l’Oscurità ha messo gli occhi su Dark, non sarà pericoloso mandarli da loro?”
    “No. L’Oscurità è potente, senza dubbio, ma non agirà in maniera così sconsiderata da alterare l’attuale equilibrio dell’universo prima della guerra. E se salveranno Aqua, riusciranno a indebolirla all’interno.”
     
     
    Sora, Riku e Kairi uscirono sulla piazza che dava al castello di Radiant Garden.
    “E così… dobbiamo trovare l’armatura e il Keyblade di Aqua…” fece Riku. “Facile, dopotutto potrebbero essere ovunque, no?”
    “Prendi questo!” urlò una voce alle loro spalle.
    I tre si girarono giusto in tempo per vedere un’arma avvolta dal fuoco dirigersi verso di loro.
    “Cosa?” domandò Sora, evocando il Keyblade e deviandola. “Chi è stato?”
    “Ehi, voi!” esclamò un’altra voce, mentre un ragazzo dai capelli azzurri si avvicinava, appoggiando un Keyblade su una spalla. “Come vi permettete di interrompere il mio allenamento?”
    “Black Star?!” esclamarono sorpresi i tre, riconoscendo il ragazzo.
    “Cosa ci fai qui?” chiese Riku. “E perché hai un Keyblade?”
    “Certo che voi custodi siete davvero monotoni con le domande.” Disse l’altra voce, mostrando il suo proprietario. “Tutti le stesse domande fate.”
    “Tsk. Si vede che non sono al mio livello. In fondo, io sono colui che supererà le divinità!”
    I tre custodi non lo ascoltarono, rimanendo invece paralizzati alla vista dell’altra persona.
    “A-Axel?” balbettò sorpreso il castano.
    “Ehilà Sora! È da tanto che non ci vediamo, vero?”
    “Come fai ad essere ancora vivo?” chiese Sora. “Ti ho visto scomparire davanti ai miei occhi!”
    “Ehi ehi, calmati.” Rispose lui. “Perché la risposta non la so nemmeno io. Mi sono semplicemente risvegliato qui, ed ero in possesso di un cuore.” Spiegò, prima di indicare Black Star col pollice destro. “Qualche tempo fa, ho rinvenuto per strada questo ragazzo. E dato che siamo entrambi degli assassini, e io qualcosa sui custodi la so, ho deciso di addestrarlo. Ah, dimenticavo: chiamatemi Lea d’ora in poi, ok?”
    “E finché non riuscirò a batterlo non me ne andrò da qui!” urlò l’altro. “Quando riuscirò a padroneggiare perfettamente questo Keyblade, andrò subito a vendicare Tsubaki e tutti gli altri!”
    “Vendicare? Cosa vuoi dire?”
    “Un certo Hakai ha distrutto il suo mondo.” Li informò Lea. “E Dark, il custode dell’Equilibrio, ci ha spiegato che il suo obiettivo è quello di seminare più caos possibile.”
    “Dark? Volete dire che l’avete incontrato?”
    “Certo, e ci ha chiesto anche un piccolo favore. Dobbiamo trovare informazioni su Aqua, che sembra essere scomparsa in questo mondo poco più di dieci anni fa.”
    “Davvero?” esclamò Kairi. “Anche noi siamo qui per lo stesso motivo! Dobbiamo trovare la sua armatura e il suo Keyblade!”
    “Armatura?” ripeté Lea, per poi sgranare gli occhi. “Ma certo, che stupido!”
    “Uh? Che succede?” chiese Black Star.
    “L’armatura! Io quel giorno, vidi Dilan portare via un’armatura blu! Come ho fatto a non pensarci?”
    “Dilan?” chiese Sora.
    “Il vero nome di Xaldin.” Rispose l’ex numero VIII, per poi dirigersi a tutta velocità verso il castello.
    “Seguitemi, presto!”
    I custodi non se lo fecero ripetere due volte.
    Una volta di fronte al portone, Lea evocò i suoi Chakram, che lanciò contro l’ingresso, distruggendolo.
    “Poi pagherò i danni se necessario, ma mi sembra il momento meno adatto per cercare le chiavi.”
    “Beh… su questo non posso darti torto…” fece Riku, mentre entravano.
    “Questo era il castello di Ansem il saggio.” Spiegò Lea. “Dobbiamo dirigerci al suo laboratorio.”
    “Tu come fai a conoscere questo posto?”
    “Quando ero un ragazzo, ero un abitante di questo mondo, assieme a Isa, o Saix, come preferite. Eravamo grandi amici, e il nostro obiettivo era entrare in questo castello. Un giorno ci riuscimmo, giusto per vedere il nuovo apprendista dirigersi verso la sala computer.”
    “Il nuovo apprendista?”
    “Quello che credevo fosse Xehanort. Mentre a detta di Dark, era sì Xehanort, ma con il corpo di Terra. Così, scoprimmo una cosa interessante…” continuò, mentre entravano nello studio di Ansem, per poi aprire il passaggio segreto, fino a ritrovarsi di fronte al computer.
    “Cioè?” chiese Kairi, mentre l’assassino cominciava a digitare sulla tastiera.
    “Cioè… un’altra stanza segreta.” Rispose lui, mentre sullo schermo apparivano sei form per sei password, che Lea inserì subito.
    “Inserendo il nome dei sei apprendisti di Ansem, si apre un passaggio per la sala che creava gli Heartless.” Continuò, mentre un pannello accanto a loro si alzava, permettendogli di passare.
    Pochi minuti dopo si ritrovarono in uno spiazzo gigantesco.
    Lea li superò, ponendosi in mezzo.
    Il pavimento s’illuminò, facendo così apparire delle scale, che portavano ad una torre sotterranea.
    “Dobbiamo scendere.” Disse Lea.
    “Perfetto! Fate largo allora!” urlò Black Star, buttandosi giù, saltando le scale.
    “Dimmi che sa volare per piacere…” fece Sora, per poi sentire un tonfo.
    “No… ma dubito che si sia fatto qualcosa…” rispose Lea, grattandosi la testa.
    “Beh, a questo punto tanto vale imitarlo.” Disse Riku, librandosi in volo. “Tu sai volare?”
    “Purtroppo non in questo mondo.” Rispose lui.
    Non appena ebbe detto ciò, attorno a lui apparve una barriera, che si sollevò assieme a lui.
    “In questo modo non avrai problemi.” Spiegò Sora, per poi buttarsi giù dalle scale, seguito a ruota dagli altri.
    Pochi minuti dopo, atterrarono sul fondo, ritrovandosi di fronte a un corridoio, ai cui lati c’erano decine di porte con della sbarre.
    “Oh, finalmente siete arrivati.” Fece Black Star, girandosi verso di loro.
    “Diciamo che non siamo pazzi come te.” Rispose Lea, superandolo e imboccando il corridoio.
    “Cos’è questo posto?”
    “Non te lo so dire con certezza.” Rispose il rosso. “Forse erano delle prigioni, o il luogo dove Xehanort effettuava i suoi esperimenti…”
    “E cosa c’entra con Aqua?” chiese Kairi.
    “C’entra per questo.” Disse lui, fermandosi alla fine del corridoio, di fronte ad una porta, che si aprì appena si avvicinarono.
    “Ma quella è…” esclamò Sora, entrando di corsa.
    “L’armatura di Aqua!” urlarono i custodi all’unisono, vedendo un Keyblade incastrato nel pavimento.
    “Come pensavo.” Fece Lea, avvicinandosi e superando lo scranno che si trovava al centro della stanza, fermandosi di fronte all’armatura.
    “Bene, allora per noi è il momento di andare.” Disse Sora, evocando il Keyblade assieme a Riku e Kairi, per poi puntarlo su ciò che Aqua aveva lasciato nel mondo della luce.
    Pochi secondi dopo, davanti a loro apparve una serratura, dalla quale cominciò ad uscire una specie di fumo nero.
    “Non così presto!” urlò Black Star. “Verrò anch’io con voi!”
    I tre si girarono verso di lui.
    “Cosa? No, è troppo pericoloso!” esclamò Riku.
    “Idiozie! Io sono colui che supererà le divinità! Per me non esiste nulla di pericoloso!”
    Lea sorrise.
    “Allora verrò anch’io. Non sarò un custode, ma me la so cavare lo stesso.”
    “Ma…” fece Kairi, venendo però interrotta da Sora.
    “E va bene. Ma sappiate che potremo anche non ritornare presto. Siete disposti lo stesso ad accompagnarci?”
    “Per chi mi prendi? Non mi lascerò di certo sconfiggere da qualcosa come del fumo!”
    “Non è solo quello!” avvertì Riku. “Il regno dell’oscurità è il mondo degli Heartless. Laggiù potremmo trovare di tutto, anche cose che vanno oltre la tua immaginazione. Nel tuo mondo c’era la follia, giusto? L’oscurità è peggiore, e molto più potente.”
    Per un attimo l’assassino rimase in silenzio, per poi evocare il Keyblade.
    “Se ho ottenuto quest’arma, è per poter vendicare i miei amici.” Disse. “E non ho alcuna intenzione di violare questo mio giuramento!”
    “Molto bene allora! Andiamo!” esclamò Sora, per poi correre verso la serratura seguito dagli altri, scomparendo al suo interno.
     
     
    Quando i custodi recuperarono la vista, si ritrovarono su un sentiero grigio, sospeso nel vuoto.
    “È diverso dal luogo che ho visto l’altra volta…” osservò Sora.
    “Il mondo dell’oscurità è molto più esteso di quanto sembri.” Rispose Riku, guardandosi in giro.
    “E ora cosa facciamo?” chiese Kairi. “Cominciamo a vagare alla ricerca di Aqua?”
    Dietro di lei si sentì il rumore di qualcosa che sbatteva per terra con una certa forza.
    “Cretini!” esclamò una voce.
    Black Star s’immobilizzò, impallidendo.
    “No… No, no, no! Lui no!” urlò, girandosi e ritrovandosi di fronte ad un buffo essere bianco, con in mano un bastone e sulla testa un cilindro. Il suo naso era spropositamene lungo e terminava a punta.
    “TU!!!” urlò Black Star, “Perché sei ancora vivo?!”
    “Cretino!” replicò l’essere, indicandolo con il bastone. “Ci vuole altro che un custode per eliminarmi.”
    “Lo conosci?” chiese Sora a Black Star.
    “Purtroppo sì…” rispose lui. “Ed era l’unico che non mi dispiaceva che fosse sparito…”
    “E perché?” chiese Kairi, avvicinandosi. “Mi sembra così innoc-”
    “Cretina!” la interruppe lui. “Non dovresti farti ingannare dalle apparenze!”
    La principessa lo fissò incredula, mentre al suo occhio destro veniva un piccolo tic nervoso.
    “C-Cretina?” ripeté.
    “S-Su Kairi, calmati…” disse il castano, per poi rivolgersi all’essere. “E tu chi saresti?”
    “Io sono Excalibur, la spada della leggenda!”
    “Excalibur?” chiese Lea. “Mai sentito…”
    “La mia storia ebbe inizio nel dodicesimo secolo.” Rispose lui. “Volete ascoltare la mia storia eroica?”
    “Come?” fece Riku. “Ma di cosa stai parlando?”
    “Cretino! Ciquecentonovantaduesima regola delle mille che dovrete seguire! Mai interrompermi mentre parlo!”
    “Lo detesto!” urlò Black Star, evocando il Keyblade. “Oh, ma ora lo faccio a pezzi, lo giuro!”
    Il suo attacco, però, fu facilmente bloccato con il bastone, che poi l’essere fece volare contro il punto più debole dell’assassino, che cadde a terra, con le mani in mezzo alle gambe, cercando di trattenersi dall’urlare per il dolore.
    “Cretino!” ripeté Excalibur, per poi voltarsi verso gli altri, che lo guardavano stupefatti. “Come dicevo, tutto ebbe inizio quando fui contattato per quel caso di omicidio. Tutto sembrava impossibile da capire, ma non per me! La soluzione era così ovvia! Mentre l’autista giocherellava con un cacciavite, io individuai il vero colpevole che aveva manomesso i freni di quella macchina, ovvero l’assistente del commissario!”
    “Credo di cominciare a capire Black Star…” fece Kairi.
    “Cretina!” esclamò ancora Excalibur, puntandole contro il bastone. “La luce non è mai più forte delle tenebre. Come le tenebre non sono mai più forti della luce! L’equilibrio è la base dei mondi, e come tale dev’essere mantenuto!”
    “Oh, questo sembrava sensato…” commentò Lea.
    “Cretino! Il fuoco avrà sempre la peggio contro l’acqua, come l’acqua l’avrà contro il Sole!”
    Mentre diceva ciò, Lea fece comparire i suoi Chakram.
    “Ora te lo do io il cretino…” minacciò, avvolgendo le armi con il fuoco.
    “Cretini! I mondi potranno andare distrutti, ma una loro parte finisce nell’oscurità. E questo mi riporta a quando dovetti affrontare quella banda di teppisti che avevano interrotto una delle mie esecuzioni di danza.”
    “D-Danza?” chiese Sora.
    “Cretino! Per ovviare alla tua ignoranza, ti mostrerò le mie arti!”
    “C-Cosa?”

    http://www.megavideo.com/?v=TPJLBZD3 (Immaginate uno qualsiasi dei custodi al posto di Ox XD)


     
    “T-Terrificante…” ammise Kairi. “Credo che potrebbe distruggere il nemico senza nemmeno dover combattere…”
    “Cretina! Il valore è ciò che conta in una battaglia. Proprio come dissi quella volta a quel ragazzino che mi chiese di essere la sua spada!”
    “Sei disgustoso…” dissero tutti i custodi, per poi decidere di proseguire, lasciandolo indietro, mentre continuava a parlare.
     
    “Brr… Spero di non doverci avere mai più a che fare!” fece Riku. “Ma era così anche sul tuo mondo?”
    “Purtroppo sì… in teoria è l’arma più potente di tutte, ma nessuno riesce a sopportarlo. Era stato relegato in una grotta sperduta, dove tutti lo lasciavano stare. Io ebbi la stupida idea di cercare di farne la mia arma. Lo lasciai lì pochi minuti dopo averlo trovato e-”
    Ma Black Star s’interruppe, fermandosi e guardando un punto di fronte a sé.
    “Non è possibile…” disse, mentre anche gli altri guardavano sorpresi davanti a loro.
    La Shibusen era di fronte a loro, che si ergeva in tutta la sua maestosità.
    “Perché la Shibusen si trova qui?” urlò Black Star. “L’ho vista venire distrutta davanti ai miei occhi!”
    “Forse quando il tuo mondo è stato distrutto… è stata inghiottita dall’oscurità…”
    “Black Star…” fece una voce, proveniente dalle tenebre di fronte a loro.
    Pochi secondi dopo, Soul Eater emerse da esse, sogghignando e tenendo una mano nascosta alla loro vista.
    “Finalmente sei tornato…”
    “Soul!” urlò lui, sorridendo. “Allora non sei morto!”
    “Già. Sono vivo e vegeto…”
    “E gli altri? Stanno tutti bene?”
    “Certo, stanno tutti bene…” rispose lui, mostrando una falce in mano. “E tutti sono desiderosi di eliminarti…”
    “Cos-” ma fu costretto a interrompersi per evitare un fendente, che lo mancò di striscio.
    “Soul! Cosa diavolo ti salta in mente?! Potevi ferirmi!”
    “Ferirti?” disse un’altra voce, mentre la falce s’illuminava, facendo uscire il busto di Maka, che lo guardò con occhi pieni di follia. “Ma no, cosa vai a pensare? Noi volevamo ucciderti!”
    “Maka?! Perché sei una falce?”
    “Cosa c’è di strano?” chiese una voce, mentre Kid si affiancava a loro, con le sue pistole in mano. “In fondo, Maka è figlia di un’arma. Perché non dovrebbe esserlo lei stessa?”
    “Kid? Anche tu…”
    “Tu sei il responsabile della fine del nostro mondo…” continuò una terza voce, anticipando l’arrivo di Stein, che girò la vite nella sua testa.
    “Tu sei la follia stessa. Ho fatto un errore facendoti crescere. Avrei dovuto eliminarti.” Aggiunse una quarta voce, mentre appariva una persona che indossava un vestito nero e una maschera a forma di teschio, con in mano una falce nera.
     “Cosa ci fanno qui?” chiese Sora, evocando il Keyblade. “Non avrebbero dovuto raggiungere Kingdom Hearts?”
    “Chi sono?” domandò Lea.
    “Amici di Black Star. O almeno, quando li abbiamo incontrati erano tali.”
    “Tu hai portato alla rovina il nostro mondo.” Disse Soul. “La tua presenza ha attirato Hakai.”
    “No… Non è vero!” rispose Black, tenendo il Keyblade di fronte a sé. “Io non volevo!”
    “Tu sei la causa della nostra follia. E in quanto tale, devi essere eliminato!” esclamò il tale con la maschera da teschio, per poi correre contro l’assassino, alzando la falce.
    “Black Star!” urlò Lea, lanciando i suoi Chakram contro l’avversario, costringendolo ad allontanarsi.
    Immediatamente Sora, Riku e Kairi si affiancarono al ragazzo, evocando i Keyblade.
    “Cosa vi è successo? L’altra volta non eravate così…” fece Kairi.
    “Sono nel mondo dell’oscurità.” Spiegò Riku. “Devo essere stati in qualche modo contaminati…”
    “Basta con le chiacchere!” urlò Soul, partendo all’attacco, mentre Maka tornava ad essere una falce.
    Black Star superò i custodi, per poi parare l’attacco dell’amico con il Keyblade.
    “Cavoli Soul… Sei più stupido di quanto credessi!” disse digrignando i denti per lo sforzo.
    “Davvero?” chiese lui, mentre la falce s’illuminava.
    Pochi secondi dopo il keyblader fu colpito in pieno da un affondo di Maka, che ritrasformatasi in umana, aveva invece impugnato Soul, trasformato in arma.
    Prima che potesse toccare terra, Kid cominciò a sparargli contro una serie di colpi, fino a quando Sora non si mise in mezzo, cominciando a deviare i proiettili.
    “Maledizione… questa non ci voleva proprio!”
    “Temo vi siate dimenticati di me!” urlò Stein, cominciando a correre verso il castano.
    Ma prima che potesse raggiungerlo, un’ombra bianca lo colpì, lanciandolo a diversi metri di distanza.
    “Cretino!” intervenne Excalibur, appoggiando a terra il suo bastone.
    “Cosa?!” esclamò sorpreso Black Star.
    “Lasciarsi corrompere così facilmente dalle tenebre… vergognoso! Da veri cretini!” continuò l’arma.
    “Excalibur… dunque intendi ostacolarci?” chiese quello con la maschera.
    “Shinigami… neanche tu sei riuscito a resistere?” replicò l’arma.
    “Cosa vuoi fare?” chiese Riku.
    “Li fermerò io. Non preoccupatevi per me, non sono un cretino. Li terrò a bada senza problemi.”
    “Sono troppi anche per te!” urlò Black Star.
    “Cretino! Perché credi che io sia stato l’unico a non cambiare?”
    “Credevo fosse perché sei malvagio già di tuo…” rispose lui a bassa voce.
    “Cretino!” replicò l’altro. “Io sono la spada della leggenda! La mia storia è molto lunga, e le mie regole sono mille. Non sottovalutatemi. E ora andate!”
    I custodi lo guardarono sorpresi, per poi annuire.
    “Aspettate!” disse Excalibur, per poi creare sopra una sua mano una sfera luminosa. “Prendi questo.”
    La sfera si alzò in volo, per poi raggiungere lentamente Black Star.
    “Evoca la tua arma, cretino!” esclamò la spada. “E ricevi il mio potere.”
    “Cosa?!” esclamò sorpreso l’assassino, evocando il Keyblade.
    La luce brillò ulteriormente, per poi svanire nella chiave leggendaria.
    “E ora andate, cretini!” concluse Excalibur, girandosi verso i suoi avversari.
    “Detesto fuggire…” disse Black Star. “Ma so capire quando qualcuno vuole risolvere un conto in sospeso. Andiamo!”
    E detto ciò, cominciò a correre, lasciando indietro la sua scuola e quelli che erano stati i suoi compagni.
    “Maledetto Hakai… Giuro che per questo non avrò la minima pietà nei tuoi confronti!” urlò, mentre gli altri custodi lo seguivano.
    Dietro di loro si alzò una colonna di luce, dalla quale uscirono due ali dello stesso materiale, che poi crollarono al suolo, provocando una fortissima esplosione.
    “Excalibur…” fece Sora. “Un tipo insopportabile, ma sembra con un grande cuore…”
    I custodi continuarono nella loro corsa per diversi minuti, fino a quando non si ritrovarono di fronte ad un burrone.
    “E ora?” chiese Kairi, guardando giù ma non riuscendo a vedere il fondo. “Non possiamo di certo buttarci alla cieca…”
    “Perché no?” fece Black Star, guadagnandosi un pugno in testa da parte di Lea.
    “Perché ci troviamo nel regno dell’oscurità, e abbiamo avuto già abbastanza sorprese.” Disse.
    Ma i custodi furono distratti da un verso alle loro spalle.
    Non appena si furono girati, si ritrovarono di fronte a una piccola pecora bianca.
    “Ehm… Ok, non sono un grande esperto di questo mondo… Ma perché c’è una pecora?” chiese Black Star.
    “Ne so quanto te… Sono rimasto qui a lungo, ma l’unica persona viva che ho incontrato qui è stato Re Topolino…” disse Riku, grattandosi la nuca.
    “Ovvio, siamo arrivate qua solo poco tempo fa.” Disse una voce, mentre dall’oscurità di fronte a loro usciva una bambina dai capelli neri.
    “Una bambina? Cosa ci fa qui?”
    “Il mio mondo è stato distrutto da Hakai e ora vago per queste strade, nell’attesa di potermi vendicare dei responsabili…”
    La bambina alzò lo sguardò, mostrando due occhi rossi come il sangue. “E sembra che tra voi custodi ci sia uno di quelli che ha causato l’inizio della seconda guerra!”
    Prima che qualcuno potesse parlare, la bambina e la pecora furono avvolte da una colonna d’oscurità, che le fece scomparire alla loro vista.
    Pochi secondi dopo, di fronte a loro si trovava una creatura enorme, il cui aspetto ricordava vagamente quello di una pecora, solo che il pelo era completamente nero.
    Sulla sua testa invece c’era una specie di statua della bambina, anch’essa del colore delle tenebre.
    Sul petto invece era inciso il simbolo degli Heartless.
    “Si sono trasformati in un Heartless?!” esclamò sorpreso Sora, evocando il Keyblade.
    “Questo mondo… corrompe i cuori fino a tal punto?” fece Kairi, imitandolo.
    Il mostro spalancò la bocca, facendo uscire un ruggito di tale portata da far indietreggiare i custodi.
    “Non è un nemico da sottovalutare…” disse Lea, evocando le sue armi.
    Ma prima che potessero fare qualcosa, l’Heartless si alzò su due zampe per sbattere le anteriori al suolo e provocare un forte terremoto.
    “Alziamoci in volo!” urlò Riku, per poi dirigersi verso la testa della creatura seguito da Sora e Kairi.
    “Ehi, e io?!” gridò Black Star, poco prima di venire circondato, assieme a Lea, da degli Shadow.
    “Stare zitto mai, neh?” fece il rosso, impugnando meglio i suoi Chakram.
    “Il moccioso non c’entra nulla.” Disse una voce alle loro spalle.
    Lea si girò, ritrovandosi di fronte ad un uomo dai lunghi capelli azzurri, con un’evidente cicatrice a forma di X sul volto.
    “È da tanto che non ci vediamo… Lea…”
    “Isa… Sei vivo anche tu?!” esclamò l’ex Nessuno, stringendo con forza le sue armi, cosa che non sfuggì a Black Star.
    “Lo conosci?”
    “Se mi conosce? Direi di sì, visto che siamo amici d’infanzia…”
    “Non esagerare con le parole. Sai bene che non ti considero più un amico da molto tempo.” Rispose Lea. “Ti sei alleato nuovamente con Xehanort, vero?!”
    “Oh, ma che perspicace… E sentiamo, ora che lo sai cosa intendi fare?”
    “Indovina tu stavolta!” replicò il domatore del fuoco, facendosi circondare dalle fiamme.
    Black Star indietreggiò, sia per il calore sia per la reazione del suo maestro.
    “Occupati degli Heartless. Io mi occupo di lui!” ordinò Lea, per poi partire all’attacco contro Isa, che evocò il suo Claymore, con il quale si fece scudo.
     
    Riku e Sora crearono due sfere di ghiaccio, che lanciarono contro l’Heartless, che rispose con un ruggito.
    Kairi nel frattempo si diresse verso la statua, fermandosi di fronte a essa.
    “Vediamo di farla finita.” Disse, alzando la mano e cominciando a lanciare una serie di sfere di fuoco.
    Il mostro spalancò gli occhi, per poi alzarsi in piedi e spalancare la bocca, cacciando un urlo che fece esplodere le sfere prima che esse potessero raggiungere l’obiettivo.
    La ragazza rimase sorpresa da quell’azione e fece per allontanarsi, ma dalla testa del mostro uscì una specie di frusta nera, che si avvolse attorno a una sua caviglia.
    “Kairi!” urlò Sora, cercando di raggiungerla.
    Ma prima che il custode ci riuscisse, la corda cominciò a rientrare nel corpo dell’Heartless, portandosi dietro la custode.
    Prima che lei se ne rendesse conto, la frusta la lanciò direttamente nella sua bocca, che si chiuse, inghiottendola.
     
     
    Kairi con sua sorpresa si ritrovò a galleggiare nell’oscurità.
    “Cosa…?” fece, toccando un pavimento che rimase nascosto nelle tenebre.
    “Ti ho portata qui per combatterti. Finché resterai qui dentro, i tuoi amici non mi attaccheranno, e non sapranno cosa ti è successo.” Disse una voce, mentre la bambina di prima riappariva di fronte a lei.
    “Speri forse di potermi sconfiggere?” chiese la custode, evocando il Keyblade e puntandoglielo contro.
    “Oh, sì che ti sconfiggerò. Il signore di questo posto mi ha ordinato di dare la priorità alla custode della luce. E io obbedirò.”
    “Il signore di questo posto?” ripeté Kairi.
    “Già… E grazie ai poteri che mi ha concesso… Ti eliminerò!” sentenziò la bambina, mentre veniva avvolta da una nuvola oscura.
    Quando scomparve, davanti alla custode si trovava una donna alta, dai lunghi capelli neri che cadevano fino a oltre metà della schiena.
    Indossava una tunica nera e in mano impugnava una spada dalla lama nera.
    “Preparati.” Disse, usando una voce più matura rispetto a prima.
    Poi, senza nemmeno dare il tempo alla principessa di vederla, scomparve, riapparendo di fronte a lei per trafiggerle il braccio.
    La custode saltò subito all’indietro, stringendo i denti per il dolore mentre la spada usciva dalla ferita, lasciando che il sangue sgorgasse senza freni.
    “Tutto qui? E tu saresti una custode? Patetico.”
    “Non sottovalutarmi!” rispose lei, cominciando a lanciare una raffica di sfere di luce contro l’avversaria, che però le schivò facilmente.
    “È inutile. Non puoi sconfiggermi, principessa. I miei ordini sono molto precisi: il mio signore vuole che io elimini la sorella di Hikari.”
    Sentendo ciò, Kairi spalancò gli occhi.
    “Come fai a conoscere mia sorella?”
    La donna rimase in silenzio per qualche secondo, per poi scoppiare a ridere.
    “Questa è troppo forte…” disse. “Non hai nemmeno capito quel che è successo… E tu dovresti essere una delle sette principesse dal cuore puro?!”
    “Di cosa stai parlando?”
    “Il figlio del mio signore si è risvegliato.” Rispose lei, facendosi seria. “E lui ha attaccato Hikari. Deve ringraziare solo Dark se è ancora viva, ma sappi che ora voi due custodi siete diventate il bersaglio principale del mio signore. Finché voi due sarete in vita, il risveglio completo di suo figlio e la sua vittoria saranno impossibili.”
    Kairi strinse con maggiore forza il Keyblade.
    “Chi è il tuo signore? Dimmelo, che voglio eliminarlo con le mie mani! Se è vero che per colpa sua Hikari è stata ferita, ci penserò io a rimediare!”
    “Tu? Ma se non sei nemmeno una Master, cosa che invece è tua sorella! E ti dirò di più… lei non ha fatto praticamente nulla per difendersi. Si è arresa di fronte al figlio dell’Oscurità stessa!”
    Kairi sussultò.
    “Il figlio… dell’Oscurità?” ripeté sorpresa. “Cosa intendi dire?”
    “Tu l’hai sentita, no? L’onda d’oscurità che ha investito tutti i mondi. Beh, quello era il suo potere. Il potere risvegliatosi assieme alla vera natura del figlio del mio signore. Un potere ancora al suo minimo, ma che se sviluppato, potrebbe portare l’universo alla sua fine prima ancora della guerra!”
    “Beh, però a quanto ho capito, Dark l’ha sistemato, no?”
    Il sorriso scomparve subito dal volto dell’avversaria.
    “La colpa della sua vittoria è di tua sorella. Se non ci fosse stata lei, Dark sarebbe stato cancellato definitivamente, invece di ridursi in quello stato…”
    “Quindi il vostro piano è andato in fumo. Il figlio del tuo signore è stato sconfitto, giusto?”
    “Non cantare vittoria troppo presto, custode. È vero, Dark per il momento ha avuto la meglio, ma vedi, lui non può eliminarlo. Non potrebbe mai farlo.”
    “Tu sottovaluti Dark. Non credevo l’avrei detto, ma la sua mancanza d’amore in casi del genere è molto utile, perché non può dimostrare alcuna pietà.”
    La donna sorrise.
    “Chissà… forse ha affrontato l’unica persona per cui ciò non è valido…” disse, per poi alzare la spada. “Ma ora basta parlare! È ora che tu condivida il dolore che ha provato tua sorella! O meglio, solo il dolore fisico. Quello psicologico purtroppo non posso imitarlo. Io mi posso impossessare solo di esseri caduti completamente vittime dell’oscurità, come questa bambina. Aveva un cuore così puro che non ha potuto reggere nemmeno per pochi minuti a quest’immensa oscurità.”
    “Bastarda…” fece la custode, per poi partire all’attacco, alzando il Keyblade e preparandosi a colpire.
    La donna parò il colpo, per poi allontanare a forza Kairi, che atterrò pochi metri più in là, coprendosi la ferità di prima.
    “Tu hai troppa luce. Puoi allontanare l’oscurità, ma allo stesso tempo, quando essa ti raggiunge ha un effetto peggiore rispetto al normale.”
    Kairi la guardò, mentre cercava di marginare l’uscita di sangue.
    ‘Maledizione…’ pensò. ‘Se mi guarissi la ferita, le lascerei il tempo sufficiente per attaccarmi…’
    Ma i suoi pensieri furono interrotti dall’avversaria, che le puntò contro la spada.
    “Ho saputo che in passato hai affrontato la tua parte oscura, e ne sei uscita vincitrice. Quindi anche quella piccola macchia scura nel tuo cuore è scomparsa. Perciò non sei più preparata a questo colpo.”
    Non appena finì la frase, dalla spada cominciarono ad uscire delle foglie nere, che circondarono la proprietaria, come mosse da un piccolo tornado.
    Prima che Kairi potesse intuire cosa stesse per succedere, le foglie si fermarono a mezz’aria, per poi volare contro di lei, colpendola in pieno petto e trapassandola da parte a parte.
    La custode sputò sangue, per poi cadere a terra, dove una piccola pozza scarlatta cominciò a intravedersi, diventando sempre più grande.
    “Tsk.” Fece la donna, girandosi e allontanandosi. “Idiota… Non ha nemmeno capito di chi stavo parlando…”
    “Fe…Ferma…” disse Kairi, cercando di rialzarsi usando le braccia, ma senza successo.
    “Oh… sei ancora viva…” rispose l’altra, guardandola. “Anche se non per molto ancora…”
    Kairi alzò la testa, vedendo l’avversaria che si stava avvicinando.
    “Ma per sicurezza sarà meglio staccarti la testa.”
    Detto ciò, alzò la spada, pronta a decapitare la custode.
    Ma prima di riuscirci, un punto lontano cominciò a brillare, per poi far apparire una freccia di luce, che mancò di poco la donna, che però, fu costretta ad allontanarsi.
    “Cosa…”
    “Lasciala stare!” urlò una voce femminile da lontano.
    “Chi osa mettersi in mezzo?”
    Pochi secondi dopo, dalle tenebre uscì una ragazza che indossava una divisa scolastica, con in mano un arco, il quale aveva un’altra freccia pronta da scoccare.
    “Vattene subito! Altrimenti non avrò alcuna pietà per te!” disse Kagome, senza abbassare la sua arma.
     
     
    Sora e Riku furono costretti ad allontanarsi per evitare di essere colpiti.
    “Maledizione… finché Kairi rimane là dentro, non possiamo fare nulla…” fece il castano, sbuffando.
    “Dobbiamo riuscire a farla uscire da lì…”
    “Già… ma non sarà per niente facile…”
    Ma prima che potessero fare qualcosa, i due custodi furono distratti da una sfera di luce, che si stava dirigendo velocemente verso di loro.
    Ad un certo punto, da essa partì un raggio, che colpì in pieno l’Heartless, venendo così inglobato al suo interno.
    “Abbassatevi!” urlò una voce, mentre la sfera li stava per raggiungere.
    I due Keyblader fecero giusto in tempo ad abbassare la testa per vedere un’enorme boomerang volare sopra di loro che colpì in pieno il mostro, che rimase intontito dall’attacco.
    “Ma quell’arma è…” fece Riku, voltandosi, ritrovandosi di fronte ad un uomo vestito da monaco, affiancato da una guerriera.
    “Ehilà, si ci rivede, eh?” disse Miroku, salutandoli con la mano.
    “Miroku? Sango? Ma cosa ci fate qui?!” esclamò sorpreso Sora.
    “Detto in poche parole, il nostro mondo è stato distrutto, e noi ci siamo risvegliati qui. Per fortuna, l’aura positiva mia e della divina Kagome ci hanno impedito di venire corrotti da quest’oscurità…”
    “Quindi quella luce era Kagome?” chiese il castano, voltandosi verso l’Heartless.
    “E comunque… tu avresti un’aura positiva? Fatico a crederci…” fece Riku, guardando il monaco.
    “È quello che ho pensato anch’io…” gli fece eco Sango.
    “Come sarebbe a dire?! Guardate che io sono un monaco!”
    “Sì, un monaco pervertito…” commentò di rimando la guerriera, preparandosi nuovamente ad attaccare.
     
     
    Kairi alzò lo sguardo, osservando la sua salvatrice.
    “Tutto bene?” chiese lei, senza però distogliere lo sguardo dall’avversaria.
    “E tu chi saresti?” fece la donna, osservandola.
    “Oh, nessuno di speciale. Solo una studentessa molto arrabbiata con l’oscurità che ha distrutto il suo mondo!”
    Kairi spalancò gli occhi.
    “C-Cos’hai… detto…?” domandò a fatica.
    “Poco tempo dopo la vostra partenza, siamo stati attaccati. Prima che potessimo fare qualcosa, il nostro mondo è stato inglobato dall’oscurità e ci siamo risvegliati qui. Purtroppo eravamo rimasti solo io, Sango e Miroku. Inuyasha, Shippo e gli altri sono spariti nel nulla…”
    “Ma che bella storia. Però c’è una cosa che non mi è chiara.” La interruppe la donna oscura. “Questo mondo corrompe le persone. Solo chi è in possesso di un cuore forte può resistere. Come avete fatto voi tre, che non siete nemmeno custodi?”
    “Beh, inizialmente eravamo in difficoltà, è vero. Tuttavia siamo stati aiutati da una persona, che ci ha spiegato come resistere a quest’oscurità, e cosa fare per respingere gli attacchi.”
    “E chi sarebbe costui?”
    “Non so come si chiamasse. Ci ha solo detto che era già la seconda volta che finiva quaggiù.”
    La donna spalancò gli occhi.
    “Non è possibile… questo significa che è ancora vivo? Come mai non ce ne siamo accorti?”
    “Oh, mi dispiace che ti sia sfuggito. Ma ora se non ti dispiace, ti eliminerò.”
    “A-Aspetta…” fece Kairi, mentre il suo corpo veniva avvolto da un’aura verde, che lentamente cominciò a guarire le sue ferite. “Ti aiuterò anch’io… non ho sufficiente energia per ristabilirmi completamente, ma sarà abbastanza per concludere questo combattimento…”
    “Povere stupide. Pensate di potervi opporre a me, una delle predilette del mio signore?”
    “Certo che non lo pensiamo. Ne siamo assolutamente certe.” Rispose Kagome. “Pronta?”
    “Quando vuoi.” Rispose la custode, evocando il Keyblade.
    “Allora via!” urlò la ragazza, scagliando la freccia, mentre Kairi volò contro l’avversaria.
    “E sperate di sconfiggermi con così poco?” disse, saltando ed evitando i due attacchi.
    Le due ragazze sorrisero.
    “Invece sei caduta nella trappola.”
    “Cosa vu-” ma la donna fu costretta ad interrompersi per colpa di una freccia che le aveva trapassato lo stomaco dalla schiena.
    “Utile questo trucco di manipolazione della luce, vero?” chiese Kagome. “Ci ho messo un po’ per apprenderlo, ma alla fine sono riuscita a padroneggiarlo perfettamente.” Continuò, mostrando un piccolo filo di luce legato alla freccia. “Tu, presa nell’evitare i nostri attacchi, non ti sei accorta di questo, e nemmeno di me che, tirandolo, facevo tornare indietro la freccia, che così ti ha colpito in pieno.”
    “Maledette mocciose… Ma non cantate vittoria troppo presto… Hikari e Kairi sono destinate a morire, molto pr-”
    Ma la donna non terminò mai la frase.
    Kairi, muovendosi velocemente, l’aveva decapitata.
    “Smettila di parlare a vanvera…” disse, mentre il corpo dell’avversaria scompariva nel nulla.
    Poi, senza alcun preavviso, la custode cadde a terra in ginocchio, ansimando.
    “Kairi! Tutto bene?” chiese Kagome, raggiungendola e aiutandola ad alzarsi.
    “Sì… Diciamo solo che sono un po’ debole e scossa… Quell’essere ha detto che mia sorella è stata ferita gravemente… ma so se crederle oppure no…”
    “Ci penserai dopo. Ora pensiamo ad uscire da qui!” fece Kagome.
     
     
    I custodi si fermarono, vedendo che dall’Heartless stavano uscendo diversi raggi di luce.
    “E ora che diavolo…” fece Sora, per poi allontanarsi, giusto in tempo per vedere il mostro esplodere nella luce, dissolvendosi completamente.
    Quando la vista tornò nuovamente, videro Kagome che sorreggeva Kairi, che sembrava ferita gravemente.
    “Kairi! Kagome!” urlarono tutti, raggiungendole.
    “Tutto bene?” chiese Sango.
    “Sì… Per fortuna l’arrivo di Kagome mi ha salvato… altrimenti a quest’ora sarei messa molto male…”
    “Su, sono sicura che te la saresti cavata lo stesso.”
    “Lea e Black Star?”
    “Sono rimasti poco lontani da qui. Credo stiano affrontando altri Heartless.”
    “Allora è meglio raggiungerli subito.” Fece Miroku. “Il mio vortice è scomparso assieme al nostro mondo… Ma questo non significa che io non sappia combattere!”
    “Molto bene allora. Vediamo di raggiugerli!”
     
     
    Il Chakram e il Claymore si scontrarono, creando nuove scintille che superarono i loro proprietari, che si allontanarono subito con un salto.
    Lea non perse tempo e creò una sfera di fuoco, cha scagliò subito contro l’ex amico, che la distrusse usando la sua arma.
    “Sei diventato più debole.” Disse Isa.
    “Umph. Mi sto solo riscaldando. E ti ricordo che sei tu quello in svantaggio, dato che qui non c’è nessuna luna.”
    “Già, questo gioca a mio sfavore, lo ammetto… Però ho comunque una valida sostituta…”
    Mentre diceva ciò, attorno al suo corpo si poté notare un alone nero.
    “L’oscurità sarà la mia nuova forza. Ora che finalmente ho di nuovo un cuore, posso usare il mio vero potere!”
    Dicendo ciò, i suoi occhi persero le pupille, diventando completamente bianchi.
    “Maledizione… è entrato in Berserk!” fece Lea, mettendo di fronte a sé i suoi Chakram, pronto a difendersi dall’attacco.
    Pochi secondi dopo, Isa partì a tutta velocità contro di lui, lanciando un urlo, costringendo l’ex Nessuno a usare tutte le sue forze per non cedere all’avversario, che ormai aveva perso qualsiasi traccia di controllo.
    “Eh no, non sono tornato per farmi sconfiggere così!” urlò Lea, riuscendo a respingere il Claymore e saltando subito all’indietro, facendosi avvolgere dalle fiamme.
    “In nome della nostra vecchia amicizia, cercherò di non farti soffrire troppo!” disse, concentrando tutte le fiamme attorno ai due Chakram, che lanciò subito contro Isa, colpendolo in pieno e facendolo cadere a terra.
    “È finita…” sospirò il Soffio di Fiamme Danzanti, recuperando le proprie armi e girandosi.
    Ma un dolore alla schiena gli fece spalancare gli occhi.
    “Lea!” urlò Black Star, girandosi verso di lui.
    Isa, nuovamente in piedi, aveva trafitto alle spalle l’ex amico con il Claymore.
    “Mai voltare le spalle al nemico. Te lo sei dimenticato?” chiese il blu.
    “Ba… Bastardo… colpire alle spalle… vedo che aver ottenuto un cuore non ti ha aiutato a ottenere l’onore…”
    Isa sorrise, estraendo l’arma dal corpo dell’avversario, che cadde a terra.
    “Maledetto!” urlò Black Star, lasciando perdere gli Heartless e raggiungendo il maestro, mettendosi di fronte a lui, con il Keyblade in mano.
    “E tu cosa speri di fare?”
    “Io sono colui che supererà le divinità! Non mi lascerò battere da uno come te che ignora le regole di base di ogni duello!”
    “D’accordo. Allora muori!” esclamò Isa, alzando il Claymore e preparandosi a colpire l’assassino.
    Ma una sfera di fuoco lo costrinse a ritirare l’attacco e a arretrare.
    “Lasciali stare!” urlò Sora, abbassando la mano, mentre gli altri custodi, assieme a Kagome, Sango e Miroku si preparavano a combattere.
    “Umph… Sono arrivati i rinforzi…” sbuffò il Mago che Danza sulla Luna, aprendo un varco oscuro dietro di lui. “Va beh… in fondo, ho ottenuto ciò che volevo… alla prossima, custodi.” Disse, sparendo nell’oscurità.
    Tutti quanti lo lasciarono perdere, dirigendosi subito da Lea, che chiuse gli occhi mentre li vedeva arrivare.
     
     
    Quando li riaprì, si ritrovò a galleggiare nel vuoto, avvolto dalle tenebre.
    “Quindi è così… sono destinato a sparire nuovamente… e tutto perché ho voluto sperare…”
    “Ti arrendi così facilmente, Soffio di Fiamme Danzanti?” chiese una voce.
    Di fronte a Lea apparve una sfera luminosa, che cominciò ad avvicinarsi sempre di più.
    Quando lo raggiunse, si dissolse, creando sotto all’ex Nessuno un pavimento bianco, privo d’immagini.
    “Dove sono?” chiese lui, guardandosi in giro.
    “Sei nel tuo cuore. Isa per fortuna l’ha mancato.” Rispose la voce.
    “Nel mio cuore? Aspetta, non significherà forse che…”
    Ma Lea ottenne la risposta grazie ad un oggetto che apparve di fronte a lui.
    Un Keyblade bianco, che galleggiava nel vuoto.
    “Non c’è bisogno che ti spieghi cos’è, vero?”
    “Perché lo proponi a me?” domandò Lea. “Io non lo merito…”
    “Suvvia Axel…” disse una voce alle sue spalle. “Non è da te arrendersi prima di provare.”
    Lea sgranò gli occhi, girandosi e trovandosi di fronte a Roxas.
    “Beh, che c’è? Sorpreso di vedermi?”
    “Ad essere sincero sì… Credevo che tu fossi scomparso per sempre…”
    “Mi sono solo riunito a Sora… Non sono scomparso. E comunque sia, ora sono solo un’emanazione dei tuoi ricordi su di me. Mi sono materializzato qui perché sapevo che non avresti accettato il Keyblade senza una spinta.”
    “Io non sono sicuro di essere la persona più adatta… Non sono stato in grado di salvarti…”
    “E con ciò?” domandò una voce femminile, mentre al fianco del numero XIII appariva una nuova figura. “Dovevi immaginarlo che a furia di stare in compagna di due custodi, anche tu prima o poi avresti ottenuto il nostro stesso potere.”
    Lea guardò la nuova arrivata incuriosito.
    “E tu chi sei?”
    La ragazza sorrise.
    “Tu non mi ricordi, ma io, Roxas e te in passato siamo stati grandi amici. Anche se io ero solo un burattino di Xemnas.”
    L’ex Nessuno si portò un dito sulla fronte, cercando di ricordare.
    Lentamente, nella sua mente cominciarono a formarsi vaghe immagini, dove quella ragazza era la protagonista.
    E alla fine, un nome fece capolino.
    “Xi… Xion?” chiese, guardandola.
    Lei annuì, per poi afferrare il Keyblade bianco assieme a Roxas.
    “Prendilo. Noi non possiamo più intervenire in prima persona. Sora agisce per noi. Ma questo non significa che dev’essere il solo.” Fece il numero XIII, porgendogli assieme al XIV il Keyblade.
    Lea li fissò per qualche secondo, per poi sospirare.
    “Non c’è niente da fare, con voi è impossibile avere una vita tranquilla…” disse, per poi prendere l’arma, sulla quale apparvero immediatamente dei disegni rappresentanti delle fiamme.
    Il bianco del pavimento cominciò a dissolversi, rivelando un mosaico sul quale erano disegnati loro tre, tutti con in mano il Keyblade.
    “Buona fortuna… Lea…” dissero i due membri dell’Organizzazione, dissolvendosi in piccole sfere di luce, che volarono verso l’alto.
    “Roxas… Xion… Non vi deluderò. È una promessa.” Fece, per poi chiudere gli occhi.
     
     
    Il corpo di Lea s’illumino.
    Come se nulla fosse, la ferita cominciò a rimarginarsi da sola, mentre nella sua mano destra apparve il Keyblade.
    “Cosa?” esclamò Sora sorpreso, mentre il neo custode apriva gli occhi.
    “Eh eh… Pare che ora anch’io sia della partita…” disse, mettendosi seduto e osservando il suo Keyblade.
    “Questa non me la sarei mai aspettata.” Fece Riku, per poi girarsi verso gli altri. “Beh, ad ogni modo siamo in debito con voi. Siete arrivati al momento giusto, ma come facevate a sapere dov’eravamo?”
    Kagome fece un sorriso imbarazzato.
    “Ecco… Noi abbiamo promesso di-”
    “Va bene così Kagome. Grazie.” Disse una voce.
    Pochi secondi dopo, un uomo con addosso un impermeabile dell’Organizzazione XIII apparve di fronte a loro, con il volto oscurato dal cappuccio.
    “E tu chi sei?” domandò Sora, evocando il Keyblade e puntandoglielo contro.
    “Chi sono? Se me lo avessi chiesto qualche tempo fa, non avrei saputo risponderti…” rispose l’uomo, per poi portare le mani sul cappuccio. “Ma ora credo sia meglio farvelo vedere, altrimenti non mi credereste…”
    Quando il cappuccio cadde all’indietro, tutti i custodi sgranarono gli occhi.
    Di fronte a loro c’era Ansem il Saggio, completamente incolume, che li osservava.
    “A-Ansem?!” esclamò sorpreso Sora. “Com’è possibile? Ti abbiamo visto esplodere assieme a Kingdom Hearts!”
    “Pare che per chi conosce i cuori, la morte sia un concetto particolare. Invece di scomparire nell’oblio, mi sono ritrovato a vagare nuovamente in questo mondo, privato dei mei ricordi. Ma ora, sono finalmente riuscito a recuperarli tutti.”
    Dicendo ciò si girò verso Kairi, che continuava a guardarlo incredula.
    “So che hai incontrato tua sorella, perciò immagino tu sappia, vero?” le chiese.
    La custode si limitò ad annuire, per poi abbassare lo sguardo.
    “Non preoccuparti. Non ti chiederò di chiamarmi padre. Non merito tale titolo. Io che ti ho mandata via da casa, verso un mondo a te sconosciuto e dopo averti cancellato la memoria… No, non merito di essere chiamato in quel modo.”
    Tutti quanti osservarono quello scambio di sguardi tra padre e figlia.
    “Sai…” fece infine lei. “Per molto tempo, mi sono sempre chiesta da dove venissi. Non lo davo a vedere, ma smaniavo dalla voglia di scoprire il mio passato. E ne sono venuta a conoscenza nel peggiore dei modi: il mondo dove abitavo è stato distrutto. Il mio cuore è stato costretto a rifugiarsi nel corpo di Sora per salvarsi, abbandonando il mio. La prima cosa che ho visto quando il mio cuore è tornato al suo posto è stato il mio migliore amico svanire nel nulla tra le mie braccia. Dopo il suo ritorno, sono stata costretta a separarmi da lui per un intero anno, e il suo ricordo era stato cancellato dalla mia mente.”
    Ansem continuava ad ascoltare in silenzio.
    “Poi quando finalmente riesco a ricordare tutto, vengo rapita e in seguito salvata dal mio Nessuno. Naminè mi ha detto che doveva essere eliminata da un certo Diz, ma che si è salvata grazie a Riku. Ho scoperto di mia sorella solo quando si è mostrata lei, ed è stato allora che ho saputo la verità. No, hai ragione: non ti meriti di essere chiamato padre… Ansem…”
    L’uomo annuì, per poi girarsi verso Sora e Riku.
    “I miei crimini sono tanti. Troppi. È colpa mia se siamo arrivati a questo punto. Sono stato incapace di comprendere subito gli errori dei miei studi. Permettetemi di rimediare.”
    “Io sinceramente ci ho capito ben poco…” fece Black Star. “Tu chi accidenti sei?!”
    “È uno studioso. Uno dei primi a scoprire gli Heartless.” Rispose Lea. “Il maestro di Xehanort…”
    “Cosa?!” esclamò l’assassino. “Quindi è cattivo?”
    “La mia unica colpa è stata quella di non comprendere il mio allievo. Me ne sono accorto troppo tardi… Ad ogni modo, ora vi chiedo di seguirmi. C’è una persona ansiosa di incontrarvi di nuovo.”
    “Una persona… Stai parlando di Aqua?” chiese Sora.
    Ansem annuì.
    “Negli ultimi tempi, sono rimasto con lei. L’ho aggiornata su ciò che è successo durante la sua assenza, e insieme abbiamo trovato un modo per sapere cosa succede nei vari mondi.”
    “Fantastico!” esclamò il custode. “Siamo venuti qui proprio per salvarla. E ovviamente, faremo lo stesso anche con voi! Non vi lasceremo in questo mondo!”
    “Ma come contate di andarvene? Se Aqua è qui, anche lei ha il Keyblade, perciò non dev’essere così facile andarsene…” fece notare Sango.
    “Tranquilla.” La tranquillizzò Kairi. “Noi non siamo finiti qui contro la nostra volontà. Sappiamo come uscire da questo posto.”
    “Molto bene allora.” Disse Ansem, girandosi e cominciando ad avviarsi. “Allora seguitemi. Vi porterò da lei.”
    I presenti rimasero fermi per qualche secondo, per poi seguirlo.
    “Dobbiamo sbrigarci.” Fece Kairi, rivolgendosi ai due amici. “Ho paura che sia successo qualcosa a Hikari…”
    “Cosa te lo fa pensare?”
    “La creatura che ho affrontato prima mi ha detto che il suo signore ce l’ha con me e mia sorella… E che mia sorella è stata attaccata dal figlio dell’Oscurità…”
    Sentendo ciò, tutto il gruppo si fermò, girandosi verso di lei.
    “Figlio dell’Oscurità?” ripeté Riku sorpreso. “Cosa significa?”
    Kairi scosse la testa.
    “Non lo so… ma ha detto che l’onda d’oscurità che ha investito i mondi era la sua…”
    “E chi sarebbe questo tipo? Una divinità?” chiese Black Star, storcendo il naso. “Non lo accetto! Io sono l’unica divinità nell’universo!”
    “Un potere tale da investire tutti i mondi… La sua oscurità dev’essere a livelli più che puri. Nemmeno Xehanort può tanto.” Fece Lea, ignorando l’esuberante allievo.
     
    Mentre i custodi erano intenti a parlare, sopra di loro, nascosti sopra una delle tante alture rocciose di quel regno spoglio, due individui osservavano il loro cammino.
    “Perché non sei intervenuto prima? Avresti risolto la situazione in pochi secondi, con i tuoi poteri.” Chiese uno dei due, senza mettere via la sua Kusari Gama.
    “Se la sono cavata bene anche senza il mio intervento. E poi lo sai che detesto mettermi in mostra. D’altronde, non li ho nemmeno voluti io questi poteri… E tu? Perché nemmeno tu hai fatto nulla?” rispose l’altro, scuotendo le spalle.
    “Io? Avrei solo portato preoccupazione e distrazione. Non sono forte come te, e senza un Keyblade o un’arma potente, non posso fare nulla agli Heartless.”
    “Già, è vero… E io purtroppo non posso condividere con te i miei poteri…”
    “Beh, non importa. Continuiamo a tenerli sotto controllo, e prepariamoci a intervenire se necessario.”
    “Speriamo di no… Quel Black Star, se mi vede all’opera, come minimo mi lancerà una sfida all’ultimo sangue…”
     
    “Uh?” fece Black Star, girandosi e guardando dietro di lui.
    “Che succede?” chiese Kagome.
    “Non saprei… per un momento mi è sembrato di sentire qualcosa… Ma non saprei nemmeno io cosa…”
    “Ti starai sbagliando. Io non percepisco nulla.” Disse Miroku.
    “E poi potrebbero essere semplici Heartless.” Aggiunse Sora. “Qui ne è pieno. Dopotutto, siamo nel loro mondo.”
    “Beh, speriamo che restino il più lontani possibile.”
    “Non preoccupatevi. Gli Heartless non si avvicinano mai a questo luogo.” Rispose Ansem.
    “Come mai?”
    “Non lo so. Non mi sono mai avventurato a studiarli.”
    Prima che qualcuno potesse aggiungere altro, alle orecchie dei custodi giunse un rumore, simile a quello di un’onda che s’infrange sulla battigia.
    “Ci siamo.” Disse il saggio, fermandosi di fronte ad una spiaggia, il cui mare era nero.
    Seduta sopra una roccia, c’era una donna che indossava dei vestiti mischiati a pezzi di armatura, entrambi blu, come i suoi capelli, rivolta verso il mare.
    I custodi si avvicinarono silenziosamente, fermandosi a pochi metri da lei.
    “Siete arrivati.” Disse lei, senza girarsi.
    “Master Aqua, siamo qui per salvarti.” Disse Sora.
    “Salvarmi?” ripeté lei, per poi fare una risatina. “Ci avete messo un po’ di tempo, no?”
    “Perdonaci, ma ignoravamo la tua esistenza e il luogo dove ti trovavi.”
    “Davvero? Ma che strano e dire che doveva essere così ovvio… Dopotutto, sono scomparsa dopo aver affrontato Xehanort… Dove potevo essere finita?”
    “Ci dispiace, ma ora ti porteremo via da questo luogo. Ti riporteremo alla luce dei mondi.” Disse Riku.
    “Ma tu guarda… Riku… il prescelto di Terra…” fece lei, girandosi.
    I custodi spalancarono gli occhi ed evocarono subito il Keyblade.
    Di fronte a loro c’era sì Aqua, ma i suoi occhi erano dorati, proprio come quelli di Xehanort.
    “Direi che siete arrivati troppo tardi. Master Aqua è caduta sotto il mio controllo!” disse la donna, alzandosi in piedi ed evocando anche lei il Keyblade.
    “Cos’è successo ad Aqua?” chiese Ansem. “Quando l’ho lasciata per andare a recuperare i ragazzi, non era caduta sotto il controllo delle tenebre!”
    “È stata imprudente. Non appena ha percepito l’arrivo dei custodi, ha inconsciamente abbassato le sue difese, e io sono riuscito a impossessarmi del suo corpo.”
    “Chi sei?” chiese Kairi.
    “Colui che controlla questo mondo. Colui che ha creato gli Heartless e i Nessuno. Io sono l’Oscurità stessa!”
    “Cosa?!” esclamò Riku sorpreso, come tutti gli altri.
    “L’Oscurità stessa?” ripeté Lea.
    “Quindi è una sorta di divinità!” fece Black Star.
    “Volete affrontarmi come hanno osato fare Dark e Hikari? È vero, loro sono stati così stupidi da volermi combattere mentre usavo il mio vero corpo, e non uno che non può resistere all’oscurità pura, ma non per questo sono da sottovalutare.”
    “Lascia andare Aqua!” urlò Sora, venendo però interrotto da Kairi.
    “Cos’hai fatto a mia sorella?”
    “Io? Nulla. Ho solo fatto in modo che mio figlio la torturasse, fisicamente e psicologicamente! Poverina, era proprio distrutta!” esclamò, scoppiando a ridere.
    “Bastardo!” gridò la custode, partendo contro di lui, con il Keyblade pronto a colpire.
    “Kairi, no!” urlarono gli altri, venendo però superati da Black Star, che raggiunse la custode in pochi secondi.
    Aqua rimase ferma di fronte a loro, senza accennare a muoversi.
    “Prendi questo!” urlò Kairi, caricando con il Keyblade una sfera di luce, che scagliò contro il nemico, imitata dall’assassino, che ne lanciò una di fuoco.
    Ma le due sfere non raggiunsero nemmeno l’obiettivo, disintegrandosi come se nulla fosse.
    “Patetico.” Disse l’oscurità, per poi alzare le mani. “Purtroppo per voi, vi trovate nel mio mondo! Uno solo dei miei colpi vi cancellerà dall’esistenza!”
    Mentre diceva ciò, sopra di lui cominciò a crearsi una sfera nera, dalla quale scaturivano piccoli fulmini oscuri.
    “Hikari e Dark per il momento sono riusciti a farla franca, riaddormentando mio figlio, ma presto lui si risveglierà, e per l’universo sarà la fine! Per voi invece, la fine giungerà qui e ora!”
    Senza perdere tempo, scagliò la sfera contro i custodi, che si prepararono subito per respingerla.
    Ma prima che potessero fare qualcosa, una figura li superò velocemente, mettendosi in mezzo e fermando la sfera con le mani.
    Subito dopo, una piccola falce legata ad una catena li superò, dirigendosi verso l’Oscurità, che presa alla sprovvista fu colpita, anche se solo di striscio.
    “Maledizione, dovevo essere più preciso.” Fece la voce del proprietario dell’arma, facendo girare tutti verso di sé.
    Sango spalancò gli occhi, sorpresa.
    “Ko… Kohaku, sei veramente tu?” esclamò.
    “Ciao sorella. È da un po’ che non ci vediamo, eh?”
    “Ma lui chi è?” chiese Kagome, indicando l’altro individuo, che come se niente fosse, rispedì la sfera verso l’altro, per poi creare tra le mani una lancia di luce che le lanciò contro, distruggendola.
    “Detesto usare questi poteri…” disse l’individuo dai capelli castani, che indossava una camicia bianca a maniche corte e dei pantaloni neri, girandosi verso di loro. “Ma temo che sia uno degli inconvenienti dell’essere diventato una divinità.”
    Sora, Riku e Kairi sgranarono gli occhi.
    “Ma tu sei… Shinji Ikari!” esclamarono insieme.
    Il ragazzo sorrise, salutandoli con la mano.
    “Piacere di rivedervi.”
    “Tu… chi o cosa sei?” chiese l’Oscurità.
    Shinji si girò.
    “Potrei risponderti con un’entità di poco inferiore a te, ma non voglio darmi delle arie per qualcosa che non ho voluto io.”
    “Aspetta un secondo tu!” intervenne Black Star. “Che storia sarebbe che tu sei una divinità? Sei mingherlino, pelle e ossa! Non puoi essere più forte di me!”
    “Più di questo, come mai ti definisci tale?” chiese Sora. “L’ultima volta che ti abbiamo visto, non avevi simili poteri!”
    “È in un certo senso colpa di mio padre. Lui voleva a tutti i costi ricongiungersi con mia madre, e per farlo è arrivato al punto di sacrificare l’intera umanità. Io… sono l’unico sopravvissuto. Inizialmente anch’io avevo perso la mia umanità, ma la mia coscienza non l’ha accettato, e così ho recuperato il mio corpo e ho affrontato Lilith, l’entità superiore che nel mio mondo ha creato gli umani. Quando ho ripreso i sensi, mi trovavo in questo mondo di tenebre, e ho scoperto di avere acquisito questi poteri. Non sono immortale, ma ho i poteri di una divinità.” Fece un sorrisetto. “Non sono riuscito bene nemmeno in questo.”
    “In questo caso i miei complimenti.” Fece l’Oscurità. “Certo, ti ha aiutato la mia attuale condizione. Se avessi potuto usare i miei reali poteri, avrei probabilmente distrutto questo stesso mondo. Non importa… per stavolta lascerò perdere. Ci incontreremo di nuovo, custodi. E se fossi in voi, avrei paura di colui che definite il vostro salvatore.”
    Non appena ebbe detto ciò, dal corpo di Aqua uscì una nube oscura, che scomparve nell’aria.
    La Master rimase in piedi per qualche secondo, per poi perdere i sensi e cominciare a cadere, venendo presa al volo da Shinji.
    “L’oscurità l’ha indebolita non poco.” Disse Sora, andando ad aiutare l’ex pilota di Evangelion, che lasciò la custode al castano, che la depose a terra.
    “Ma quel tipo… Possibile che fosse realmente l’Oscurità stessa?” chiese Sango.
    “Credo sia possibile.” Rispose Kohaku. “Ho viaggiato con Shinji per un po’ di tempo in questo mondo, e abbiamo visto di tutto e di più, ma la cosa che mi preoccupa maggiormente, è questo suo figlio…”
    “Un problema alla volta.” Fece Ansem. “Ora pensiamo ad andarcene da qui.”
    “Cosa… Cos’è successo?” fece la voce di Aqua, che aveva ripreso i sensi.
    “L’Oscurità ti ha controllata.” Rispose Riku, avvicinandosi assieme agli altri. “Ma non preoccuparti: se n’è andata.”
    “Tu… sei un custode?” chiese la Master.
    “Lo siamo quasi tutti. Siamo qui per salvarti.” Intervenne la principessa.
    “Ma tu sei… Kairi. Perché sei tornata qui?”
    “Come ha detto Kairi, siamo qui per salvarti.” Rispose il custode castano, sorridendole.
    Aqua lo guardò.
    “Tu sei Sora?” chiese infine incredula.
    Il Keyblader annuì, per poi aiutarla ad alzarsi.
    “Bene, e ora?” chiese Black Star. “Come ce ne andiamo?”
    “Dobbiamo tornare indietro e-”
    Ma Sora s’interruppe, guardando un punto oltre i suoi compagni.
    Prima che potesse dire altro, si ritrovarono circondati da centinaia di Heartless, di tutti i tipi, che continuavano ad aumentare di numero.
    “Heartless!” urlò Riku, evocando il Keyblade.
    “Ma quanti sono?” domandò Kairi, sbiancando a quella vista, ma evocando lo stesso la sua arma.
    “Tsk. Per una divinità come me, sono pochissimi! Non sai fare di meglio, Oscurità dei miei stivali?!”
    Come per rispondergli, il numero delle creature oscure raddoppiò di colpo.
    “Black Star… se usciamo vivi da qui, giuro che ti ammazzo dopo averti fatto fare un bagno in una vasca di liquidi infiammabili!”
    “Cosa facciamo? Non possiamo eliminarli tutti!”
    “Sono troppi anche per me…” fece Shinji, deglutendo.
    “Serve una mano?” urlò una voce sopra di loro.
    I ragazzi alzarono la testa, ritrovandosi sotto un antico veliero volante, sulla cui prua c’era in piedi un uomo vestito da pirata, che osservava il gruppo sotto di lui.
    Dietro di lui arrivò volando un ragazzo vestito con una tuta verde, affiancato da una piccola luce gialla.
    “Ehilà!” li salutò lui.
    “Jack! Peter!” urlò Sora, sorpreso e felice nel rivederli.
    “Capitan Jack Sparrow, prego.” Precisò il pirata. “E immagino che abbiate bisogno d’aiuto, vero?”
    “Ma che perspicacia…” fece Riku.
    “Ragazzi, credo che ci sia del lavoro per voi!” urlò Sparrow, girandosi verso il ponte.
    “Perfetto!” rispose una voce, seguita pochi secondi dopo da un pinguino. “Uomini, fuoco!”
    Immediatamente, altri tre pinguini sbucarono fuori, mettendosi sopra il bordo del ponte, ognuno sopra un cannone.
    “Agli ordini Skipper!” risposero due di loro, mentre il terzo si limitò a dire qualcosa di incomprensibile, per poi sputare fuori tre bombe, che collocò nei tre cannoni, che fecero subito fuoco, colpendo gli Heartless vicino ai custodi, alzando del fumo.
    “Su, forza voi, sbrigatevi!” fece Peter, calando una scala di corde.
    Il gruppo non se lo fece ripetere due volte, e salirono velocemente sulla nave.
    “Cosa ci fate qui? E perché la Perla sta volando?” chiese Sora, una volta che tutti furono sul ponte.
    “Beh, alla prima domanda è difficile trovare una risposta…” cominciò Jack.
    “Mentre alla seconda, immagino che tu ti ricordi bene di Trilli, vero?” continuò Peter, mentre la fatina al suo fianco incrociava offesa le braccia.
    “Ehi, voi! Un po’ di gratitudine sarebbe ben accetta, sapete?” si mise in mezzo Skipper, seguito a ruota dagli altri tre.
    “Un pinguino… che parla?” fece Shinji sorpreso.
    “Affermativo! Date le circostanze, abbiamo deciso di rivelare la nostra vera natura di pinguini soldato!”
    “Presente!” rispose uno dei pinguini, facendo un saluto militare.
    “Non tu, Soldato!”
    “Scusate se v’interrompo… Ma credo ci convenga andarcene da qui… Sora, tu sai già cosa fare, vero?” disse il capitano, rivolgendosi al custode.
    “Dobbiamo spostarci il più possibile in alto!” rispose lui.
    “Perfetto!”
    Detto ciò, Jack si diresse al timone.
    Pochi secondi dopo, la nave virò verso l’alto, mentre gli Heartless sotto di loro cominciavano ad ammassarsi uno sopra l’altro cercando di raggiungerli.
    “E ora?” chiese Miroku.
    “E ora… con l’aiuto anche di Aqua, apriremo una via d’uscita!” rispose Riku.
    “Non serve… ho già provato a riaprire il passaggio con il Keyblade, ma non è servito a nulla…”
    “Ma ora non sei da sola! Siamo sei custodi! Insieme riusciremo ad aprire il passaggio!” disse sicuro Sora.
    La Master lo guardò per qualche secondo, per poi evocare il Keyblade.
    “Molto bene allora.”
    I sei custodi si misero uno a fianco dell’altro, puntando le chiavi leggendarie verso lo stesso punto.
    Sulle punte dei Keyblade apparvero delle piccole sfere di luce, dalle quali partirono sei raggi, che confluirono assieme, creando un varco di fronte a loro.
    “Ehi, e io come ci passo con la Perla?” chiese Jack.
    “Mi dispiace, ma temo che tu non possa farlo.” Rispose Kairi.
    “Beh, allora in questo caso, rimango qui. Un capitano non abbandona mai la sua nave.”
    “Non essere stupido, Jack! Se rimani qui verrai eliminato dall’oscurità!” disse Sora.
    “Io non me ne vado senza la mia nave.” Ribadì Sparrow.
    Ma prima che potesse protestare ulteriormente, si ritrovò sospeso in aria.
    “Mi dispiace.” Fece Shinji “Ma non abbiamo tempo per discutere!”
    Senza lasciare il tempo al pirata di dire qualcosa, mosse una mano, scagliando Jack dentro il varco.
    “E ora andiamocene tutti quanti!” urlò l’ex pilota, attraversando anche lui il varco.
    “Subito!” risposero insieme tutti gli altri, correndo dentro il varco, che si chiuse pochi instanti prima che sul ponte apparissero altri Heartless.
     
     
    Quando i custodi uscirono, si ritrovarono nella stanza da cui erano entrati.
    Aqua si coprì gli occhi, accecata da quella luce improvvisa.
    “Sono passati troppi anni dall’ultima volta che ho visto la luce…” si giustificò, per poi girarsi.
    I custodi intuirono cosa stava guardando e si fecero da parte, lasciando che la Master raggiungesse la sua armatura e il Keyblade.
    Aqua si abbassò, per poi toccare con la mano l’armatura, che s’illuminò, per poi scomparire.
    Poi, senza dire nulla, prese in mano il Keyblade, che fece poi svanire.
    “Master Aqua… bentornata tra noi!” disse Sora.
    La Keyblader si girò verso di loro, sorridendo.
    “Grazie.”
    “Ora scusaci se andiamo subito al punto, ma come sai, il tempo che abbiamo è poco. Ti apriremo un passaggio per raggiungere Yen Sid. Desidera parlarti. Noi invece raggiungeremo Master Dark e Master Hikari.”
    “Master Hikari?” ripeté Ansem. “È diventata una Master?”
    “Ha sostenuto l’esame poco tempo fa, ad opera di Dark.” Spiegò Kairi. “E quanto torneremo da Yen Sid, anche noi verremo sottoposti all’esame.”
    “E la mia perla? Cosa ne sarà della mia perla?” chiese Jack.
    “Purtroppo temo sia andata persa per sempre…” rispose Sora.
    “Ma non preoccuparti: un nostro amico te la ricostruirà senza difficoltà.”
    “Però non possiamo lasciarli tutti qui a Radiant Garden…” si mise in mezzo Lea.
    “Forse… La città di Mezzo potrebbe ospitarli, no?” propose Sora.
    “La città di Mezzo?” ripeté Riku. “Potrebbe essere una buona idea…”
    “Allora sarà meglio andarci subito.” Disse Kohaku. “Almeno potremmo allenarci senza problemi.”
    “Sì, concordo. E poi, non voglio rischiare di incontrare Asuka…” fece Shinji, deglutendo. “Se scopre che il nostro mondo non esiste più, divinità o no mi elimina senza problemi!”
    “Io invece vorrei assistere al vostro esame!” disse Kagome.
    “Cosa? Ma divina Kagome, potrebbe essere pericoloso!” rispose Miroku.
    “No, non credo. E poi, sono troppo curiosa!”
    “Umph. Io verrò con voi.” Fece Black Star. “Voglio diventare più forte.”
    “E io essendo il suo maestro devo seguirlo.” Aggiunse Lea, sorridendo.
    “Io voglio un po’ d’azione!” intervenne Skipper. “Voglio affrontare di nuovo quegli esseri neri e suonargliene di santa ragione!”
    “Ehm… Skipper, ti ricordo che l’ultima volta abbiamo perso…” li ricordò Kowalsky.
    “Dettagli insignificanti.”
    I custodi sorrisero, mentre Sora aprì tre varchi diversi.
    “Molto bene.” Fece Aqua, dirigendosi verso il varco di fronte a sé. “Allora ci vediamo presto.”
    “Vedete di non morire, ok?” disse Shinji, attraversando il suo varco assieme ai rimanenti ragazzi, lasciando solo i custodi e Ansem.
    “E tu, cosa vuoi fare?” chiese Kairi.
    “Tornerò al mio laboratorio. Cercherò di scoprire qualcosa in più su questa guerra che sta per arrivare. Inoltre, devo riprendere la mia posizione qui a Radiant Garden. Troppe persone hanno sofferto a causa mia… è il momento di cominciare a rimediare.”
    “Perfetto. Noi andiamo.” Disse Riku, attraversando il varco assieme agli altri quattro Keyblader.
    Ansem si girò verso di loro.
    “Buona fortuna ragazzi…”
     
     
    Quando i custodi uscirono dal varco, si ritrovarono dentro una Gummiship.
    “Però, vedo che non hanno perso tempo a trovare un nuovo mezzo di trasporto…”
    “Sì, ma loro dove sono?” chiese Sora, guardandosi attorno.
    “Hikari! Dark!” urlò improvvisamente Kairi, correndo verso il muro, dove trovarono i due Master, seduti a terra e con la testa dell’uno appoggiata sopra l’altra, entrambi privi di sensi.
     
     
    Un ragazzo spalancò gli occhi, scattando subito a sedere sul letto.
    Senza aspettare, accese la lampadina sul comodino, coprendosi gli occhi per la luce improvvisa.
    “Cavoli… proprio adesso…” fece, cercando di abituare gli occhi, mentre inforcava un paio di occhiali.
    “Ultimamente succede sempre più spesso… dovrei cercare di trovare qualche modo per distrarmi… non posso concentrare tutti i miei pensieri solo per quella storia…” mormorò piano, guardando un orologio digitale sul muro, che segnava le tre di notte.
    “Se dovesse succedere… potrebbe essere un grave danno. Per uno come te, in grado di vedere tutto quanto…” disse una voce alle sue spalle.
    Il ragazzo spalancò gli occhi, ma non si girò.
    Sto ancora dormendo… Era solo una voce immaginaria…’ pensò, senza trovare il coraggio di voltarsi.
    “Beh, non vorrai dirmi che non avevi pensato, o meglio, visto, questa possibilità, vero?” continuò serafica la voce. “Ah, non preoccuparti, nessuno può sentirci in questo momento.”
    Il ragazzo sorrise.
    “Alla fine sono impazzito sul serio, eh?” chiese, riuscendo finalmente a girarsi.
    Seduta sulla sua poltrona c’era una donna, che lo fissava.
    “Avrei un favore da chiederti… anche se sai già di cosa si tratta.” Disse lei, mentre il ragazzo si faceva serio.
    “Dunque…” fece lui, portandosi più indietro gli occhiali con l’indice destro. “Alla fine è veramente successo. Dimmi, come dovrei parlare con te?”
     
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  14. francix94
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    bel capitolo una delle parti che mi è piaciuto di più è stato quando Lea ha ricevuto il suo keyblade (lo immagina con il "legame di fuoco" o "fiammeggiante")



    PS: ti prego dimmi che la donna che ha combattuto kairi è heidi cioè la ragazzina tutta candida con la capretta per poi diventare una signora dell'oscurità con un caprone alto 6 metri xD
     
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  15. Yusei Trek
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    Si, mi è piaciuto parecchio, fatto bene e ben raccontato con anche la giusta dose di colpi di scena...

    L'unica cosa: Jack non sarebbe mai stato così tranquillo nel sapere della perdita definitiva della Perla Nera, anche se ammetto non riesco a immaginare la sua reazione....

    Dovresti ritenerti pienamente soddisfatto di questi due capitoli e ho la sensazione che il terzo non sarà da meno e, tranquillo, non ho intenzione di tirarti addosso dei coltelli, al massimo ti sparo o ti faccio trasformare in un Cyberman.


    ps. se permetti due parole sul manga, io ti consiglierei se hai veramente voglia, di cominciare ad abbozzare il primo capitolo senza pubblicarlo (neanche in internet) e poi vedere di trovare una soluzione sui diritti di autore.... In ogni caso fai la modalità fumetto occidentale da sinistra verso destra...

    Edited by Yusei Trek - 4/11/2011, 15:25
     
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364 replies since 17/10/2009, 20:00   6693 views
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