Equilibrio

la mia nuova fan fiction

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  1. francix94
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    bel capitolo anche se non ho potuto goderne appieno per via del fatto che non conosco questo anime :/
    beh di sicuro marco si trasformerà in reborn se no non mi saprei spiegare la stretta di mano
     
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    暗いロクサス92

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    E finalmente, dopo poco più di un mese, il nuovo capitolo!
    Chiedo scusa per il ritardo, ma tra impegni, mancanza d'ispirazione e difficoltà di stesura (della serie che questo è stato forse il capitolo più difficile da scrivere XD), sono riuscito a finirlo solo pochi giorni fa, dopodiché l'ho affidato alla revisione della mia betareader di fiducia, Liberty89, che dovete ringraziare se vi eviterete un mal di testa leggendo il capitolo XD.
    Ok, prima di rispondere alla recensioni, voglio avvisarvi che alcune parti sono scritte ispirandosi a mie esperienze personali, e spero non possando offendere nessuno.
    E ora... le recensioni!
    @ Liberty89: Beh, sai che mi piacciono i finali così! E... potresti spostare quella falce dal mio collo per piacere? XD Ok, per Dark, avendo fatto da betareader sai già la risposta, mentre per Reborn... aspetta e vedrai. Niente è fatto a caso, tranquilla! E ricorda che tu sei l'unica a conoscenza del vero volto di Dark XD
    @ Armitrael: Per Reborn, la risposta è la stessa che ho dato a Liberty. Per il sacchetto invece non dovrai fare altro che leggere le prime righe del capitolo XD
    @ francix94: se ne hai la possibilità, ti consiglio di vederlo, è veramente interessante come storia, credimi, sopratutto pian piano che si va avanti. Per Marco... "la risposta è sempre quella, fai merenda con girella!" *si da una botta in testa* Così imparo a mettermi a cantare e a sfondare i vetri di casa XD
    E ora... a voi il capitolo, e buona lettura!

    Capitolo 51: Coma. La verità sul ragazzo che cercò di rimuovere i sentimenti. - Torna all'indice dei capitoli
    “Maledizione…” fece Light, continuando a lanciare magie curative su Dark, senza però sortire nessun miglioramento.
    “Ma contro chi accidenti ha combattuto?” chiese Sora. “Chi può avergli inflitto ferite così gravi da non poter essere curate con la magia?”
    “Non ne ho idea, ma la cosa mi spaventa…” rispose Rexenet. “In tutti questi anni, non era mai successo che Dark si riducesse in questo stato. Chiunque sia stato, è ben oltre il nostro livello attuale…”
    “In pratica, se dovessimo incontrare questa persona, per noi sarebbe la fine?” chiese Tsuna.
    “Però Dark è finito nel futuro… Per quanto ne sappiamo, adesso potrebbe essere un normalissimo essere umano senza nessun potere, com'eravamo noi fino a poco tempo fa…” rispose Saiko. “Ok, forse com’ero io fino a poco tempo fa, dato che a quanto pare sia Marco che Tsuna avevano già qualche potere…”
    “A essere sincero, il mio potere derivava dai proiettili che Reborn usava su di me. Ma quella voce che mi ha dato il Keyblade mi ha fornito queste.” Fece Sawada, tirando fuori un sacchetto.
    “Cosa c’è lì dentro?” chiese Sora.
    “Pillole dell’ultimo desiderio. In pratica mi basta ingoiarne una per attivare la mia fiamma, senza dover usare i proiettili.”
    “Comodo… Anche perché immagino che morire ogni volta non sia proprio bello, eh?”
    “Guarda, con Reborn come maestro, la vita la si rischia in altri modi… Tipo quando ti lascia cadere giù da una montagna per poi fartela scalare a mani nude, senza nessun tipo di sicurezza…”
    “Accidenti… E dire che sembra così innocuo…” commentò Kairi, volgendo lo sguardo alla sorella, che continuava a fissare Dark.
    “Pazzesco… L’ho tenuto sotto controllo per tanto tempo… L’ho visto sottoporsi ad allenamenti strazianti, ma mai l’avevo visto in questo stato…”
    “Come facciamo a curarlo?” chiese Riku.
    “Se nemmeno la magia ha effetto, non ne ho idea… Non possiamo di certo portarlo in un ospedale, ci chiederebbero come si è procurato quelle ferite e immagino che la risposta ‘Oh, nulla di che: è solo finito nel futuro dove ha combattuto contro non so chi e quando è tornato era in questo stato’ ci procurerebbe un biglietto di sola andata per un manicomio…”
    “Effettivamente se non lo avessi visto non ci avrei creduto. Ora però, mi sorge un’altra domanda: se il Dark del futuro stava combattendo contro questa persona, e non mi sembrava troppo malconcio, questo significa che si è trattenuto con me e Saiko. Qual era il suo vero potenziale?” intervenne Marco.
    “Probabilmente, se solo lo avesse voluto, ci avrebbe spazzati via tutti senza muovere un dito…” rispose Light, prima che l’allarme iniziasse a farsi sentire forte e chiaro.
    “Accidenti, questa non ci voleva…” fece Riku, dirigendosi ai monitor.
    “Non preoccupatevi.” Disse Hikari. “Voi andate pure, rimarrò io qui con Dark.”
    “Ne sei sicura?” chiese Rexenet.
    La custode annuì.
    “D’accordo.” Fece lui, aprendo un varco oscuro. “Cercheremo di fare il prima possibile.”
    “Ehm… devo venire anch’io?” domandò Tsuna, guardando con timore il varco.
    “Tranquillo, credo sia il modo di muoversi più sicuro nell’intero universo. In più, una volta che hai visitato un mondo, puoi apparire dove vuoi.”
    “E la prima volta?”
    “Beh, lì c’è il rischio di ritrovarsi sopra il mare o in pieno cielo… ma tanto sappiamo volare-”
    “VOI sapete volare!” gli urlarono in coro i tre neo custodi.
    “Ops, vero. Ma non preoccupatevi, capita difficilmente. E alla peggio, vi prenderemo al volo.”
    “Che bello… Ripeto, quasi quasi preferivo l’invasione Yeerk. Era più monotona e c’erano meno sorprese. Speriamo solo che stavolta non ci sia in mezzo David…” asserì Marco con un sospiro.
    “Dopo la batosta che gli hai dato, dubito che si ripresenterà tanto presto.”
    “Non è bastato trasformarlo in un topo per farlo stare calmo, e dubito fortemente che quel che gli ho fatto sia riuscito in questa impresa…” rispose l’animorph, attraversando il varco.
     
    “Beh, direi che stavolta ci è andata bene.” fece Sora, mentre camminavano tranquilli per le strade di una città. “Siamo sbucati fuori in un bosco a pochi metri da una strada.”
    “Già, e almeno per ora non sembrano esserci Heartless o Nessuno… Anche se dovremmo aspettare…” intervenne il custode dell'Alba.
    Tuttavia, mentre parlavano di ciò, videro che dietro di loro una folla di persone urlanti stava correndo senza controllo, come se fossero spaventate da qualcosa.
    “Voi che dite? Ho parlato troppo presto?” chiese Riku.
    “Sembra proprio di sì…” rispose Light, dirigendosi velocemente verso il punto da cui scappavano tutti, seguito dai compagni.
    Prima ancora di arrivarci, però, videro chiaramente cos’era stato a scatenare il panico e la conseguente fuga di tutta quella gente.
    “Cavolo! Questo proprio non me l'aspettavo…” fece Rexenet.
    “State dicendo che finora non vi era ancora capitato di incontrare un mostro alto decine di metri impegnato nel radere al suolo una città?” chiese Saiko.
    “Beh, diciamo non così alto…” rispose Sora, studiando l'essere.
    “Perfetto… e cosa facciamo ora?”
    “Che domande, com-”
    “Che cosa ci fate qui?! Sbrigatevi a scappare!” ordinò una voce alle loro spalle, che fu rapidamente sostituita da cinque persone che li superarono, puntando il mostro.
    “No… Questo è troppo…” fece Light, chiudendo a metà un occhio e mettendosi una mano in faccia.
    “Okay… Vedete anche voi cinque ragazzi in tuta colorata, rispettivamente di rosso, blu, verde, rosa e giallo, più comunemente chiamati Power Rangers?” chiese Marco.
    “Guarda, se c’era una cosa di cui ero convinto che fossero una nostra completa invenzione, erano proprio loro…” rispose Rexenet.
    “E chi sarebbero?” domandò Sora.
    “Sono un gruppo di ragazzi che sono in grado di combattere mostri come quello.”
    “Una sorta di custodi?”
    “Se la vuoi vedere così, allora sì. Solo che puntualmente vengono sconfitti e ricevono nuovi poteri con cui annientano il nemico… Direi che è una cosa piuttosto normale per loro…” disse Saiko, mentre osservava i rangers che combattevano contro il mostro.
    “Che dite? Gli diamo una mano?” chiese Rexenet, creando una sfera di fuoco.
    “Direi che bastiamo noi due…” aggiunse Light, creandone una di ghiaccio.
    Poi insieme le scagliarono contro il mostro, investendolo con una potentissima esplosione, che alla fine non lasciò tracce del bersaglio.
    “Era così poco potente? Non mi aspettavo di certo di eliminarlo con tanta facilità!” fece il custode oscuro.
    “Cos’è successo?” chiese il ranger rosso, girandosi verso i custodi, imitato dai suoi quattro compagni.
    “Forte! Quei ragazzi… hanno eliminato il mostro come se niente fosse!” fece quello blu.
    “Chi siete?” domandò il ranger rosa, rivelando così di essere una ragazza.
    “Non ha importanza chi siamo.” Rispose Riku. “Piuttosto, è stato imprudente da parte vostra cercare di attaccare quel mostro senza nessun tipo di arma o potere particolare…”
    “Guarda che noi combattiamo mostri tutti i giorni!” esclamò il ranger blu, irritato da quelle parole.
    “Calmati.” Gli disse il rosso, per poi rivolgersi ai custodi. “In ogni caso, credo vi dobbiamo ringraziare… Probabilmente ci avremmo messo più tempo ad eliminarlo senza il vostro intervento.”
    “Non c’è bisogno che ci ringraziate. È il nostro dovere.” Rispose Sora, per poi venire interrotto da una musichetta, proveniente dai braccialetti dei rangers.
    “Rangers, tornate subito al centro di commando. È importante.” Disse una voce metallica.
    “Okay Alpha, arriviamo subito.” Rispose il rosso, per poi schiacciare in contemporanea agli altri quattro un tasto del bracciale.
    Immediatamente diventarono dei fasci di luce dello stesso colore delle loro tute, e volarono via, sparendo in pochi secondi dalla vista dei custodi.
    “Accidenti… Ma si può sapere chi erano?” chiese Tsuna agli altri.
    “Immagino che tu non abbia mai visto telefilm americani, vero?” disse Marco.
     
     
    “Capisco…” asserì Tsuna, mentre lui e gli altri si sedevano ad un tavolo, dopo aver ordinato da bere.
    “Ma come facevi ad avere dietro i soldi giusti?” chiese Sora a Light.
    “Beh, mettendo in preventivo una possibilità del genere, ho fatto qualche cambio nel nostro mondo, in modo tale da avere un po’ tutti i tipi di moneta…”
    “E ora cosa facciamo? Non possiamo di certo rimanere seduti in un bar finché non appariranno Heartless o Nessuno… Senza considerare Dark…”
    “Suvvia, scommetto che si è già svegliato e se la starà spassando con Hikari!” esclamò Saiko con una risata.
    A quel punto furono Light e Rexenet a scoppiare a ridere.
    “Prima che ciò avvenga, l’universo farà in tempo a venire distrutto cinque o sei volte, credimi!” Disse il custode oscuro, smettendo di ridere.
    “Ehm… e come mai?” chiese Saiko.
    “Perché lo conosciamo da più tempo di te e sappiamo bene che l’unica cosa che ha in testa è di vincere questa guerra.”
    “E dopo cosa farà? Possibile che non ci ha mai pensato?”
    A quella domanda i due custodi abbassarono gli sguardi.
    “Sentite, Dark non vorrebbe che vi venisse detto, ma credo sia giusto farlo invece. Vi chiedo solo di non riferirlo a Hikari e di non chiedere spiegazioni a Dark, quando riprenderà i sensi.” Disse Light.
    “E così grave la questione?” chiese Sora.
    “Dark non può sopravvivere alla guerra.” Rispose Rexenet. “Potrà uscirne vittorioso, ma in ogni caso scomparirà.”
    “Cosa?!” urlò Riku, sbattendo le mani sul tavolo. “Cosa significa?!”
    “Fin da quando ha avuto accesso ai ricordi dei suoi predecessori Dark era conscio di questo epilogo. Nel momento stesso in cui la guerra si concluderà, per lui sarà la fine. Purtroppo non sappiamo dirvi di più. Abbiamo provato per anni a farci dare qualche altra informazione, ma niente…”
    “Beh, sappiamo per certo che tra dieci anni è vivo. A questo punto viene da chiedersi se ciò significa che la guerra durerà più di dieci anni…”
    “Non è detto…” disse Tsuna. “Il Dark arrivato dal futuro potrebbe non essere lo stesso del nostro futuro…”
    “Vuoi dire che potrebbe provenire da una dimensione alternativa?”
    “Il Lambo del futuro mi ha detto che il futuro è soggetto a continui cambiamenti. Basta toccare un fiore, dire una frase diversa, e il futuro cambia.”
    “Anche questo è vero.” fece Light. “Ad ogni modo, Dark rimane un mistero anche per me che sono suo fratello. Credetemi, temo proprio che dovremmo aspettare la guerra per-”
    “Guerra? State parlando di un videogioco?” chiese improvvisamente una voce dietro di loro, che li fece sussultare dalla sorpresa.
    “S-Sì, è un nuovo videogioco…” rispose Light, girandosi e trovandosi davanti un ragazzino dagli occhi marroni, con capelli a caschetto castani che indossava un paio di jeans, una maglietta a maniche corte blu e un orologio al polso.
    “Dev’essere veramente interessante per prendervi a tal punto. Cavolo, per un momento credevo che steste parlando sul serio!”
    “No, no. Stiamo solo facendo ipotesi. Nessuno di noi è ancora riuscito a finirlo, perciò…”
    “Se volete posso provarci io. Me la cavo bene, sapete?”
    “Ecco… noi non siamo di qui e lo abbiamo lasciato a casa nostra…”
    “Peccato. Era da un po’ che cercavo una nuova sfida…”
    “Mi spiace…” s'interruppe il custode non conoscendo il nome del ragazzino.
    “Justin! Voi invece siete?”
    “Io sono Light, mentre loro sono Rexenet, Sora, Riku, Kairi, Tsuna, Saiko e Marco.”
    “Accidenti, certo che siete in tanti! State passando le vacanze insieme?”
    “Proprio così.” Rispose Rexenet. “Ma come mai tutte queste domande?”
    “Curiosità. Non capita spesso di vedere stranieri da queste parti. Tutti preferiscono rimanere alla larga da questa città…”
    “Come mai?”
    “Negli ultimi anni è stata soggetta a continui attacchi da parte di mostri, che hanno rischiato più volte di distruggerla.”
    “E come mai nessuno qui mi sembra preoccupato?”
    “Perché ci sono i Power Rangers a proteggerci!”
    “Ah, è vero, i Power Rangers…” rispose Light. “Scusaci, ma ne siamo venuti a conoscenza da poco tempo, e ancora fatichiamo a crederci…”
    “Beh, se sarete fortunati nella sfortuna, potrete incontrarli. Anche se questo significherebbe che la città è sotto attacco.”
    “Allora speriamo di no.” Fece Riku. “Preferiamo rimanere fuori dagli scontri se possibile.”
    “Immagino! Soprattutto ora che l’agenzia spaziale ha localizzato una navicella che si trova nello spazio vicino alla Terra!”
    A sentire ciò i custodi ammutolirono.
    “Cos’hai detto scusa?” chiese Saiko.
    “Che hanno localizzato una navetta spaziale non identificata. Speriamo solo che non si tratti di nuovi pazzi che vogliono conquistare o distruggere questo pianeta…”
    “Sbaglio, o non sembri troppo preoccupato?”
    “E perché dovrei? Ve l’ho già detto, ci sono i Power Rangers. E inoltre, sono già partiti alla volta della navicella, per scoprire da dove viene e se c’è qualcuno al suo interno.”
    “E… Cosa farebbero se trovassero qualcuno?” chiese Tsuna.
    “Dipende da chi ci sarà, ma difficilmente arrivano ad eliminare qualcuno.”
    Light guardò i compagni.
    “Okay… Temo che per noi sia ora di andare.” disse, alzandosi assieme agli altri. “Grazie per la chiacchierata Justin.”
    “Ve ne andate di già?”
    “Sì, vogliamo tornare indietro presto… c'è un nostro amico che non sta bene…” disse Rexenet, uscendo dal locale con gli altri custodi, venendo però seguito da Justin.
    “Volete una mano per ritrovare l’hotel?”
    “No grazie, ce la caveremo da soli.”
    “Ne siete sicuri?”
    “Scusa se te lo dico, ma noi siamo più grandi di te. E credici, non sarà difficile per noi ritrovare l’hotel.”
    A quel punto Justin si fermò. “Non è che non avrete difficoltà per il semplice fatto che non avete nessun hotel in cui tornare?” chiese, con tono serio.
    “Come scusa?” chiese Sora, girandosi verso il ragazzino.
    “Non è che in realtà siete solo di passaggio, eh?” rispose il ragazzino, tornando al suo tono normale.
    “Accidenti… Ci hai scoperto, eh?” fece Saiko, ridendo.
    “Ok, allora temo proprio che dovrò lasciarvi andare. È stato un piacere parlare con voi!” disse Justin, correndo via.
    “Finalmente!” esclamò Light qualche secondo dopo. “Temevo che non se ne sarebbe più andato…”
    “Voi che dite? Parlava sul serio riguardo alla navicella? Non vorrei che fosse la nostra Gummyship…”
    “Impossibile. Cid aveva previsto eventualità del genere e l’ha schermata. Nessuna tecnologia dovrebbe poterla trovare.” Fece Riku, mentre si allontanavano.
    Per loro sfortuna, non si erano accorti che Justin non se n’era andato, ma si era solo nascosto dietro un muro, e aveva ascoltato tutto.
    “Nessuna tranne la nostra…” mormorò a bassa voce, per poi schiacciare un tasto del suo orologio. “Alpha, mi senti? Di’ agli altri di procedere pure. I sospetti sono confermati.”
    “Okay.” Rispose una voce dall'orologio.
    “E ora pensiamo ad un diversivo…” fece Justin, osservando i custodi allontanarsi.
     
     
    Hikari provò nuovamente a lanciare una magia curativa su Dark, ottenendo però lo stesso risultato.
    “Si può sapere cosa ti è successo nel futuro?” chiese all'amico pur sapendo che non le avrebbe risposto, dopodiché si allontanò e andò a controllare i monitor. “Cosa posso fare? La magia non ha effetto e le ferite non sono di quelle che si rimarginano facilmente da sole…” fece, prima di venire distratta da un rumore proveniente dai computer. “Uh? E ora cosa succede?” domandò, guardando i monitor.
    Poco ci mancò che rimanesse con la bocca spalancata per la sorpresa.
    Sui monitor c’erano 4 fuoristrada che volavano nello spazio e che si stavano dirigendo verso la Gummyship.
    “E questo cosa significa?” fece, uscendo di corsa dalla stanza e dirigendosi verso il portellone della nave, evocando il Keyblade e sigillando le altre porte.
     
    “Okay Alpha, ringrazia Justin da parte nostra. Noi faremo il prima possibile, sperando che non ci sia nessuno ad aspettarci.” Disse il Red Ranger, parlando tramite il bracciale.
    “Ve lo auguro! Abbiamo già abbastanza guai con Divatox!”
    “Ci siamo, quello dev’essere il portello d’ingresso!” disse la Yellow Ranger, avvicinandosi, seguita dagli altri.
    “Che strano… Sembra che non sia stato usato tanto di recente…” fece il Green, per poi tirare fuori una pistola. “Speriamo in bene…” disse, sparando al portellone, provocandone l'apertura.
    Tuttavia, non appena lo ebbero aperto completamente, si trovarono di fronte ad Hikari, che li osservava con il Keyblade in mano, incurante del fatto che l’ossigeno stava sparendo.
    “Chi siete?” chiese, puntandogli contro l'arma leggendaria. “E come avete fatto a scoprire questa Gummyship? Parlate, o non esiterò a disintegrarvi!”
    “Ehi, calmati bellezza! Non abbiamo cattive intenzioni!”
    “Strano, dalle mie parti, chi ha buone intenzioni non colpisce con una pistola laser una porta!”
    “E da noi le persone normali non possono respirare nello spazio aperto.”
    “Ho i miei metodi per riuscirci. Ora vi invito gentilmente a tornare da dove siete venuti senza fare storie. Se possibile, preferirei evitare di combattere qui.”
    “Ma noi non abbiamo nessuna intenzione di combattere.”
    “Ve lo dirò un’ultima volta: andatevene.”
    “Non possiamo. Che tu lo voglia o no, dobbiamo esplorare quest’astronave. Se non ci aiuterai, saremmo costretti a renderti inoffensiva.”
    “Credete davvero di poterci riuscire? Giusto per avvertirvi, sono già tornata una volta dall’ultimo viaggio che una persona può compiere e sappiate che su di me quei raggi laser sono perfettamente inefficaci.” Disse, serrando meglio le dita attorno all'elsa del Keyblade, e creando nella mano libera una sfera di fuoco.
    Il Red Ranger la guardò per qualche secondo. “Immagino che non sia possibile una soluzione pacifica che soddisfi entrambi, vero?”
    “Vi ho già detto cosa dovete fare per non rischiare la pelle. Credetemi, uno solo dei miei colpi e quelle vostre tutine colorate finiranno in mille pezzi. E dubito che voi possiate sopravvivere senza nello spazio aperto…”
    “Rangers, fatemi parlare con lei.” Disse una voce proveniente dai braccialetti dei quattro rangers.
    “Zordon, Ne sei sicuro?” chiese il Pink Ranger.
    “Zordon?” ripeté Hikari, mentre il Red Ranger toccava una serie di tasti del braccialetto.
    Pochi secondi dopo, davanti ai rangers apparve la testa gigante di un uomo, completamente bianca.
    “Come immaginavo… Dunque sei una custode.” Disse Zordon, osservando Hikari.
    “Come hai fatto a capirlo?” chiese lei, senza far sparire il Keyblade.
    “Il Keyblade è un’arma che solo i custodi possono usare… Ma se un custode è giunto fin qui, di sicuro non è un buon motivo.”
    “Infatti. È la guerra ad averci portato qui. E anche la ricerca di una cura per un nostro compagno.”
    “Di chi parli?” chiese il Red Ranger.
    “Di un mio amico, che in seguito ad uno scontro ha riportato ferite tali da non essere ancora riuscito a riprendere i sensi. Abbiamo provato con tutto ciò che abbiamo, ma non siamo riusciti a curarlo.” Rispose la custode, facendo finalmente sparire la sua arma.
    “Allora è per questo che non volevi combattere qui, vero?” chiese la Pink Ranger.
    “Esatto.”
    “Potrei vederlo?” chiese Zordon.
    “In questo momento se dovessi aprire la porta, tutto l’ossigeno presente nella sua stanza sparirebbe, e lui al momento non è in grado di farne a meno, perciò non potrei portarlo da te neanche volendo. E poi, perché dovrei fidarmi di voi?”
    “Perché Zordon potrebbe avere le conoscenze necessarie per curare il tuo amico.” Rispose il Green Ranger.
    Hikari rifletté per qualche secondo, per poi sospirare. “In momenti come questi quasi rimpiango di essere rientrata in possesso del mio cuore…” mormorò, per poi rivolgersi a Zordon. “E va bene, ma ho bisogno di sapere il posto preciso in cui devo portarlo. Sarebbe meglio se uno di questi quattro in tuta potesse accompagnarmi.”
    “Questo non possiamo farlo! Non pos-” cominciò la Yellow, venendo però interrotta da Zordon stesso.
    “Va bene. Tommy, accompagnala tu.” Disse, per poi sparire.
    “Cosa?!” fece il Red Ranger, cercando di parlare nuovamente con Zordon. “Ma perché dovremmo portarla al centro di commando? Non sappiamo nemmeno chi sia!”
    “Il mio nome è Hikari e come ha detto quel tipo, sono una custode, ovvero una di coloro che combattono per proteggere l’universo dall’oscurità. O dalla luce, a seconda dei custodi. Vi basti sapere questo.” Disse, aprendo poi un varco accanto a lei. “Non so chi di voi sia Tommy, ma lo pregherei di seguirmi. Non mi va di cercare per ogni angolo del mondo.” Concluse, sparendo al suo interno.
    “È-È sparita!” fece la Yellow Ranger, osservando il varco, per poi girarsi verso il Red.
    “È un ordine di Zordon… Non posso tirarmi indietro.” Disse quest’ultimo, per poi seguire la custode.
    Quando uscì dal varco si ritrovò nella stanza accanto, e vide Hikari che stava prendendo di peso Dark, per poi appoggiarlo sulle proprie spalle.
    “Oh, quindi sei tu?” chiese, accorgendosi del ranger.
    “Che cos’era quel varco?”
    “Il nostro mezzo di trasporto. Può potarci ovunque vogliamo, a condizione che conosciamo il posto, altrimenti ci porta in un punto a caso. Per questo avevo bisogno di qualcuno che mi guidasse.” Rispose la custode, aprendo un varco vicino a Tommy. “Ti basterà pensare a dove dobbiamo uscire. E ti conviene non giocarmi brutti tiri, o questa volta non mi fermerò.”
    “È un ordine di Zordon, non potrei rifiutare neanche volendo.” rispose Tommy, entrando nel varco seguito da Hikari.
     
     
    “Cosa avete detto?!” chiese Justin, parlando all’orologio.
    “Proprio così. Ordini di Zordon.” Rispose una voce femminile dall’altra parte.
    “Prima ci chiede di sorvegliarli e poi di portarli al centro di commando?! Si può sapere perché questo cambio di idee?”
    “Ne sappiamo quanto te Justin.”
    “D’accordo, ho capito… Allora ora ci penso io agli altri… Cavolo, ho appena fatto la figura del moccioso petulante per poter scoprire qualcosa sul loro conto, sarà difficile…”
    “Mi spiace, lo so che odi fare cose simili, ma era necessario…”
    “Non preoccuparti, lo so benissimo.” concluse il ragazzo, tornando a guardare verso i custodi, per poi sospirare e correrli incontro. “Ehi, voi!” urlò, raggiungendoli.
    “Ancora tu?” chiese Rexenet, girandosi.
    “S-Scusate per prima…” disse Justin, riprendendo fiato. “Mi rendo conto di essere stato un po’ troppo petulante, ma purtroppo non è nella mia natura fingere quel ruolo in maniera normale…”
    “Fingere? Cosa intendi con fingere?” chiese Sora.
    “Ho un messaggio per voi: Hikari e Dark sono assieme ai Power Rangers.”
    I custodi lo fissarono ad occhi sgranati.
    “Cos’hai detto, scusa?” chiese Light.
    “Ho detto che Hikari e Dark sono con i Power Rangers.”
    “Ascoltami moccioso, non so come tu sappia quei nomi, ma ti assicuro che è impossibile.” Disse arrabbiato Rexenet.
    “Li hanno raggiunti sulla vostra navicella e Hikari ha deciso di seguirli nella loro base, dopo aver minacciato di disintegrali con una specie di chiave gigante. E se ho capito bene il termine, è una custode, o qualcosa del gen-” ma Justin fu bruscamente interrotto da Light, che lo prese per la maglietta e lo alzò di peso.
    “Parla: come fai a sapere tutte queste cose?”
    “N-Non respiro…” disse il ragazzo, venendo lasciato cadere a terra. “Ahia… Un po’ di delicatezza no?” chiese, per poi ritrovarsi il Keyblade di Kairi puntato sul collo.
    “Rispondi alla domanda di Light.” Disse la custode.
    Justin deglutì. “Ok, temo proprio di non aver scelta… Io sono il Blue Ranger, per questo so cos’è successo con Hikari e Dark.”
    “Tu… il Blue Ranger?” ripeté incredulo Rexenet, scoppiando a ridere. “Inventane un’altra, questa è assolutamente non credibile. L’abbiamo visto il Blue Ranger, ed era più alto di te!”
    “D’accordo, se non mi credete allora lasciatemelo dimostrare. Non qui però, potrebbe vedermi qualcuno.”
    “Beh, perché non provare?” intervenne Sora. “Ne abbiamo viste di tutti i colori, non mi sorprenderebbe più di tanto vederlo diventare uno di quei tipi che abbiamo visto prima. In più, è a conoscenza di Dark e Hikari, e già questo non è da sottovalutare.”
    “Sora ha ragione.” Confermò Riku.
    Rexenet sbuffò, per poi aprire un varco dietro di lui. “Seguici. Andremo dove nessuno potrà vederti.” Disse, attraversandolo seguito da tutti gli altri.
     
    “D-Dove siamo?” chiese Justin, guardandosi attorno e correndo a guardare lo spazio dall’oblò.
    “Fantastico!” fece.
    “Ok, e ora dimostraci di essere il Blue Ranger. Qui non ti vedrà nessun’altro oltre a noi.”
    Justin si girò, per poi annuire. “Va bene.” Disse, portandosi il braccio sinistro davanti al volto.
    Il suo orologio s’illuminò, trasformandosi in una specie di telefono da polso.
    Contemporaneamente, nella mano destra di Justin apparve una luce blu, che anticipò l’apparizione di una chiave, simile a quelle delle automobili. Il ragazzo inserì la chiave nel telefono, venendo avvolto da una luce blu. Pochi secondi dopo, al suo posto c’era il Blue Ranger.
    “Ecco fatto. Direi che è sufficiente, no?” chiese lui.
    “Wow… Mi puoi dire come hai fatto a crescere così di colpo?” chiese Tsuna.
    “Mi spiace, ma questo è un mistero anche per me. Ora, potete seguirmi per piacere? Vi porterò da Dark e Hikari.”
    Rexenet sbuffò.
    “Accidenti, non ci avrei scommesso un centesimo… E va bene!” disse, aprendo un varco dietro il ranger. “Ti basterà attraversare quel varco pensando a dove vuoi portarci. Noi ti seguiremo.”
     
     
    Quando i custodi uscirono dal varco, si ritrovarono in una sala piena di schermi e di computer.
    Di fronte a loro c’erano due ragazze e due ragazzi, dietro i quali si intravedeva Hikari, al cui fianco c’era Dark, sdraiato su un lettino, analizzato da vari strumenti.
    “Ahia ahiai! Zordon, sono arrivati!” disse una voce dietro di loro, rivelando così la presenza di un robot dalla forma umanoide, ma con la testa ovale e un fulmine inciso sul petto.
    “Hikari, si può sapere che succede?” chiese Sora.
    “Questo ve lo posso spiegare io.” intervenne una voce, che sembrava provenire da un enorme cilindro di vetro davanti a loro.
    Pochi secondi dopo, all’interno di esso apparve un enorme testa bianca.
    “Pazzesco…” si lasciò sfuggire Saiko. “Questo non avrei nemmeno lontanamente immaginato di viverlo veramente…”
    “Basta chiacchiere. Tu sei Zordon, giusto? Come mai Dark e Hikari si trovano qui?” chiese Light.
    “La vostra compagna ha acconsentito a portare il vostro amico qui per cercare di curarlo. In questo momento i miei strumenti lo stanno esaminando.” Rispose la testa.
    “Dopo che questi ragazzi hanno fatto irruzione nella Gummyship, ho subito cercato di mandarli via, ma poco prima che cominciassi l’attacco, Zordon è intervenuto, e alla fine, non ho ancora capito bene nemmeno io il perché, mi sono lasciata convincere a portare qui Dark.” Disse la custode, mentre gli strumenti venivano spenti dal robot.
    “E gli altri mi hanno chiesto di avvisarvi.” Disse il Blue Ranger, poco prima di illuminarsi e far riapparire Justin. “Il resto lo sapete già.”
    “Ma si può sapere cos’ha fatto il vostro amico per ridursi in questo stato?” chiese una delle due Rangers.
    “Guarda, se lo sapessimo te lo diremmo volentieri.” Rispose Light. “Mio fratello è finito nel futuro per qualche ora, e quando è tornato, era in quello stato.”
    “Nel futuro? Siete in grado di viaggiare nel tempo?” chiese Justin.
    “Non proprio… diciamo che un mio amico che può farlo ce l'ha spedito per sbaglio…” disse Tsuna, portandosi una mano dietro la testa.
    “Ahia ahiai! La situazione non è per niente buona!” esclamò il robot, avvicinandosi ai custodi.
    “Cosa intendi dire Alpha?” chiese un ragazzo dai capelli lunghi e dalla maglietta rossa.
    “Che il custode in questo momento è vittima di un potente attacco, per il quale non esiste cura, Tommy.” Rispose Zordon.
    “Cosa?!” chiesero gli altri custodi.
    “Come sarebbe a dire che non esiste cura?” domandò Rexenet.
    “Il vostro amico in questo momento sta combattendo una battaglia dentro il suo cuore. È impossibile intervenire per aiutarlo!” rispose Alpha.
    “Dentro il suo cuore? In pratica è come se stesse combattendo contro se stesso, giusto?” fece Saiko.
    “In questo caso… Temo non ci sia altra soluzione…” disse Hikari, evocando il Keyblade.
    “Cosa vuoi fare?”
    “La stessa cosa che ho fatto con te, Sora. Entrare nel suo cuore e aiutarlo direttamente!” Rispose la custode, puntando l’arma contro Dark.
    “No! È troppo pericoloso!”
    “Lo so, ma non abbiamo altre possibilità. Cercherò di fare il prima possibile, tranquilli.” Detto ciò, dal Keyblade partì un raggio di luce, che colpì il petto di Dark.
    Istantaneamente, sopra di lui apparve una serratura di luce, la quale cominciò a risucchiare l’aria al suo interno.
    “E quella cosa sarebbe?” chiese Tommy.
    “L’entrata del cuore di Dark.” Rispose Hikari, avvicinandosi e facendo per entrare.
    Ma prima di riuscirci, una forza invisibile la scaraventò indietro, facendola andare a sbattere contro i macchinari presenti nella sala.
    “Hikari!” urlò Kairi, andando a soccorrere la sorella. “Tutto bene?”
    “Ugh… Sono stata respinta…” disse lei, rimettendosi in piedi a fatica.
    “Respinta? Come sarebbe a dire?” chiese Rexenet, per poi avvicinarsi anche lui alla serratura, ma prima di poterla anche solo toccare, la sua mano fu colpita da una piccola scossa.
    “E questo cosa significa?” domandò Light, ricevendo lo stesso trattamento. “Perché non possiamo entrare?”
    “Forse… Dark non vuole che si entri nel suo cuore…” azzardò Riku, provando anche lui senza risultato ad avvicinarsi al custode. “O forse, nessuno che ha uno spazio al suo interno può farlo…”
    “In poche parole, solo chi non conta niente per Dark può accedere al suo cuore?” chiese Marco. “Solo io ho l’impressione che questa storia finirà male?”
    “Perché?” domandò Tsuna.
    “Indovina. Secondo te, tra i custodi qui presenti, chi conta meno per Dark?” fece l’animorph.
    “Oh…”
    “Mi spiace, ma come vedete, a noi è impossibile anche solo avvicinarsi…” disse Sora.
    “Per piacere, almeno evitate. Sigh, comincio veramente a rimpiangere i cari vecchi Yeerk…” Detto ciò, Marco, Saiko e Tsuna evocarono il proprio Keyblade, per poi riuscire finalmente ad avvicinarsi alla serratura.
    “Aspettate!” disse Justin, raggiungendoli. “Verrò anch’io!”
    “Justin, ma cosa dici?” chiese Tommy.
    “Almeno così potranno rimanere in contatto con voi.” Rispose il ragazzo, mostrando l’orologio. “E alla peggio, un po’ d’aiuto non guasta mai!”
    “Ne sei sicuro?” domandò Light. “Un cuore non è un posto da sottovalutare. Potresti rimanere al suo interno anche per giorni, e credimi: conosco poco mio fratello, ma so che il suo cuore contiene segreti molto importanti, e difficilmente saranno incustoditi.”
    “Ah, perfetto! Qualche altra notizia positiva o possiamo andare tranquillamente verso la nostra fine?” chiese Marco.
    “Marco… Smettila di fingere.” Disse Hikari. “E vedi di fare attenzione. Gli Yeerk potrebbero realmente rivelarsi un giochetto da bambini in confronto a ciò che stai per affrontare.”
    L’animorph la guardò per qualche secondo, per poi sbuffare. “Accidenti… E dire che se non faccio così finisco con l’innervosirmi… E va bene, cercheremo di salvare Dark, tranquilli!”
    Detto ciò, i tre custodi e il ranger si lanciarono all’interno della serratura, sparendo nel nulla.
    “Speriamo bene…” mormorò Kairi.

    ***


    “Aiuto!!!” urlò Tsuna, con le lacrime agli occhi, mentre lui e gli altri tre ragazzi continuavano a precipitare nel vuoto.
    “Maledizione! Lo sapevo che avremo dovuto imparare a volare! Mi chiedo se sia così difficile come sembra…” esordì Saiko, cercando di reprimere la paura.
    “Ehm… Da come ne parlate, deduco che per voi vedere gente che vola sia normale…” fece Justin
    “Per esperienza personale, ti posso dire che dopo aver visto il proprio corpo mutare in ogni modo possibile, vedere una persona che vola ti può sembrare quasi normale… Però credimi, quando questa persona volendo può distruggere un mondo… Beh, i punti di vista cambiano…” rispose Marco.
    “Scusa, ma questo sarebbe un giro di parole per dirmi che siamo appena entrati nel cuore di uno che è in grado di farlo?”
    “Precisamente.”
    “Ma che bello… Uh? E quello cos’è?”
    Justin indicò una luce che proveniva dal basso, che nel giro di pochi secondi, li inghiottì.
     
    “Ehi, tutto bene ragazzi?” chiese Marco, non appena riprese i sensi.
    “Ohi… Diciamo che ho visto di peggio. Con Reborn come tutor, sono abituato a shock simili…”
    “Ehm… Noi in teoria siamo nel cuore di Dark, giusto?” domandò Saiko, guardandosi attorno. “Anche se sinceramente, mi sembra più il cuore di Ichigo…”
    “Teoricamente parlando, anche se non mi spiego il perché ci sia una città…” fece Justin.
    “Sinceramente mi preoccupa di più quel sole… Almeno, è la prima volta che vedo un sole per metà nero e per metà bianco…”
    “Semplice… Perché quello è il mio sole.” Disse una voce dietro di loro.
    “Cosa?” fece Marco, voltandosi, senza trovare nessuno.
    “Chi ha parlato?” chiese Justin, guardandosi attorno.
    “Ha importanza?” chiese la voce, mentre davanti ai ragazzi compariva per qualche secondo l’immagine disturbata di un bambino.
    “Cosa succede?”
    “Siete voluti entrare qui? E ora dovrete pagare questa vostra scelta.”
    “Hai intenzione di combattere?” chiese Saiko, evocando il Keyblade.
    “Certo che no. Sarebbe da stupidi. Però, vi mostrerò ciò che è nascosto in questa città…”
    Il silenziò calò sui presenti per qualche minuto.
    “Cavolo, spero per Dark che nessuno venga mai a sapere tutto questo…” disse Saiko.
    “Uh? Perché?” chiese Justin.
    “Ha fuso assieme parti di Final Fantasy VII, Bleach e credo qualche altro anime e manga… Dovrebbe pagare ingenti cifre in copyright…” rispose lui, mentre entravano nella città.
    Non appena furono dentro furono colpiti da un forte vento.
    “Ma che razza di città è?!” esclamò Tsuna, coprendosi il viso dalle sferzate d'aria.
    All’esterno sembrava piena di palazzi, ma ora che erano al suo interno la trovarono completamente vuota.
    “Questo posto è vuoto… Perché il cuore è vuoto…” spiegò la voce, mentre attorno a loro il paesaggio cambiava, facendo apparire alberi e panchine.
    “E questo che posto è ora?” domandò Marco, per poi sentire diverse voci di bambini di circa tre, quattro anni dietro di loro.
    Apparvero uno alla volta, tutti impegnati a correre.
    “Ehi, aspettate, e lui?” chiese uno, indicando un bambino rimasto indietro.
    “Oh, lascialo stare! Non sa nemmeno parlare, perché dovrebbe venire con noi?” rispose un altro.
    I bambini corsero via, lasciando indietro quel bambino, che si era fermato a riprendere fiato e quando aprì la bocca per comunicare con i compagni, non uscì nessun suono. Rendendosene conto, smise di provare ad emettere qualsiasi suono e abbassò lo sguardo, triste e amareggiato per la piega presa dagli eventi, mentre il suo volto veniva rigato da una scia di lacrime.
    “Quel bambino è… muto?” chiese Justin.
    “Temo proprio di sì… Certo che quei bambini saranno stati anche piccoli, ma di certo sono senza cuore…” fece Saiko, osservando meglio il bambino.
    D’improvviso spalancò gli occhi. “Non è possibile…” disse.
    “Che succede?”
    “Osservate bene quel bambino… non vi ricorda qualcuno di nostra conoscenza?”
    “E chi dovr-! No, non è possibile!” rispose Marco.
    “Insomma, di chi parlate?” chiese Justin.
    “Dark… Quel bambino dev’essere Dark…”
    “Cosa?!” dissero assieme Tsuna e Justin, guardando bene il bambino.
    “Ne siete sicuri? Non mi sembra proprio… il colore dei capelli è diverso…” fece il ranger.
    “Quando l'ho incontrato per la prima volta, i suoi capelli erano normali, come anche i suoi occhi. È stato in seguito che ha cambiato aspetto.”
    “Ma se quel bambino è Dark, allora lui non dovrebbe essere muto?”
    “Non saprei… Potrebbe essere anche muto per una questione psicologica…” azzardò Marco.
    “No, non credo…”
    “Ma allora… cosa significa tutto questo?”
    “Questi sono ricordi. Ricordi che Dark stesso ha preferito rimuovere, allontanare da sé… Sebbene sia stato incapace di eliminarli completamente…” intervenne la voce.
    “Ricordi? In pratica stiamo assistendo al passato di Dark? E questo come ci aiuterebbe a salvarlo?” urlò l’animorph, senza però ottenere risposta. “Maledizione… Un contagocce ci darebbe più informazioni…”
    “Beh, credo che dovremmo seguirlo a questo punto…” disse Justin, indicando il bambino che si stava allontanando.
    “Già…”
    Seguirono Dark per diversi minuti, fino ad arrivare a casa sua. Fu lì che si resero conto di essere invisibili per ogni presente.
    “Che bello… ridotto ad una specie di fantasma…” commentò Tsuna, mentre, estranei a quel mondo fatto di memorie, accompagnavano il bambino nella sua camera.
    Lo videro sedersi sul letto, per poi sdraiarsi e fissare il soffitto, mentre nuove lacrime scendevano silenziosamente dai suoi occhi.
    “Cavoli… Comincio a capire perché Dark agisca ben poche volte in prima persona…” commentò Marco. “Chi non reagirebbe così?”
    Tuttavia, prima che qualcuno potesse rispondere, il bambino si alzò di colpo, volgendo lo sguardo verso i custodi.
    “Dite che ci ha visti?” chiese Justin.
    “N-Non saprei… Ma di certo, se ci avesse notati, difficilmente ci avrebbe fatto entrare in casa…”
    Dark scese dal letto e si diresse verso di loro. Muoveva gli occhi come se fosse in cerca di qualcosa che non riusciva a vedere.
    “Tranquillo. Non ho intenzione di farti del male.” Disse una voce alle loro spalle.
    Sia Dark che i custodi sgranarono gli occhi.
    Di fronte a loro c’era un essere per metà nero e per metà bianco.
    Era impossibile scorgere qualsiasi segno che ne delineasse i tratti del viso, sembrava quasi un manichino. Dark fece un passo indietro spaventato, finendo però con l’inciampare e cadere sul pavimento.
    “Ti ho già detto di non preoccuparti. Voglio solo palarti.” Disse l’essere con calma e serietà.
    A sentire ciò, Dark abbassò lo sguardo, per poi indicarsi la gola.
    “È proprio quello l’argomento. Dimmi, ti piacerebbe poter parlare?”
    Dark spalancò gli occhi, fissando lo sconosciuto.
    “Chi sarà quel tipo?” chiese Marco.
    “Di certo non è umano…” rispose Justin.
    “Immagino che quell’espressione fosse un sì. Molto bene allora.”
    Non appena ebbe detto ciò, dal corpo del misterioso essere cominciò a fuoriuscire una specie di liquido, che formò una sfera che prese a galleggiare fino a raggiungere Dark, che la guardò con gli occhi che tremavano, increduli e stupiti da ciò che stava avvenendo.
    “Se afferrerai quella sfera, essa ti guarirà dal tuo problema. Ma ti avverto: prendila, e la tua pace finirà. Prendila, e conoscerai solo dolore. Prendila, e dovrai salvare l’universo dalla crisi più grande che dovrà mai affrontare! Quella sfera non ti permetterà di parlare subito. Dovrai essere tu, gradualmente, ad imparare, come prevede il corso naturale delle cose. Sei disposto ad accettare tutto questo? Sappi che se rifiuterai, condannerai l’universo ad una fine certa.”
    “Quel tipo non conosce minimamente il significato della parola ‘tatto’…” commentò Saiko, guardandolo quasi con disgusto. “Parlare in questo modo ad un bambino…”
    “Aspetta, guarda.”
    Dark si rialzò, osservando attentamente la sfera, che era alla stessa altezza dei suoi occhi. Era immerso nei suoi pensieri e il dubbio lo stava dilaniando dall’interno, come un veleno che si diffonde nel corpo della sua vittima, e si poteva capire dalla rapidità dei movimenti delle sue iridi, che schizzavano da una parte all'altra forse in cerca di una risposta.
    Poi, d’un tratto, li chiuse, respirando profondamente. Quando li riaprì, ogni traccia di dubbio era svanita nel nulla, era stato completamente spazzato via dalla sua nuova determinazione.
    “Capisco… Quindi accetti, sebbene non per poter guarire, ma solo perché non te la senti di dover vivere con il rimorso di aver condannato l'intero universo all'estinzione…” disse l’essere, ricevendo un'occhiata stranita e sorpresa da parte del bambino. “Sì. Sono in grado di leggerti nella mente.” Aggiunse, colmando la sua curiosità. “Incredibile, sei così piccolo e già compi questi ragionamenti, molto più grandi di te… Il fato è stato proprio maligno nei tuoi confronti…”
    Dark a quel punto alzò le mani, osservandole, dopodiché le spostò verso la sfera, afferrandola. Non appena lo ebbe fatto, essa esplose, liberando nella stanza un liquido completamente nero, affiancato da uno bianco.
    Contemporaneamente l’essere cominciò a sciogliersi.
    “Grazie…” disse, prima di sparire, fondendosi con quello strano liquido, che cominciò a riempire velocemente l’intera stanza.
    “Questa roba… non ci sta toccando.” disse Justin, provando ad afferrare senza successo il liquido.
    “Ma lo stesso sembra non valere per Dark! Guardate!” urlò Tsuna, indicando il bambino, che invano tentava di allontanare la sostanza da sé, poiché lo stava gradualmente ricoprendo.
    I ragazzi guardarono impotenti il piccolo Dark che fu completamente avvolto dal liquido, scomparendo al suo interno.
    “Non possiamo fare proprio niente? Di questo passo morirà annegato!” disse Justin.
    “Non siamo nemmeno in grado di toccarlo. Come possiamo salvarlo?” rispose Marco, stringendo i pugni.
    Ma proprio in quell'istante, il liquido s’illuminò, cominciando a diminuire.
    Fu allora che lo videro: il liquido stava venendo assorbito dal corpo di Dark, i cui occhi ora erano completamente vuoti. Nel giro di pochi secondi scomparve del tutto senza lasciare tracce del suo silenzioso passaggio, lasciando il bambino in mezzo alla stanza, in piedi ed immobile.
    Poi, lentamente, cadde in avanti, andando a sbattere contro il pavimento.
    Dalla sua mano cominciò a fuoriuscire lo stesso liquido che poco prima aveva inconsciamente assorbito, con l'unica differenza che questa volta assunse gradualmente una forma ben precisa. Lentamente, cambiò colore, tingendosi di prezioso argento. E infine, tra le mani di Dark si creò una Catena Regale.
    La scena scomparve con una fortissima luce, lasciando i custodi nuovamente per le strade della città.
    “C-Come siamo finiti qui?” chiese Justin.
    “Siete pur sempre nel mio cuore. Sono io a controllare tutto.” Disse una voce dietro di loro, che li costrinse a voltarsi.
    Di fronte a loro c’era Dark da bambino, che li guardava tenendo le braccia incrociate. “Beh, cosa sono quelle facce idiote?” chiese. “Vi aspettavate il me stesso più grande, vero?”
    “Sinceramente parlando, sì.” ammise Marco.
    “Tsk. È ancora presto per incontrarlo. Il cuore è ancora troppo danneggiato…”
    “Cos’è successo nel futuro?” domandò Saiko.
    Il bambino lo guardò male. “Ho incontrato una persona la cui forza superava la mia immaginazione. Ho subito danni di tale portata che le barriere che avevo eretto attorno al mio cuore hanno ceduto e questa è la conseguenza: l’impossibilità a risvegliarsi finché i danni non saranno stati riparati. Per farlo però, è necessario rivivere i momenti cruciali della mia vita, compresi quelli dimenticati.”
    “Beh, immagino che da qui sia possibile accedere senza problemi a tutti i ricordi, no?”
    “Non è quello il problema. Il punto è che è troppo doloroso rivivere quei momenti… Sono pur sempre un essere umano, sebbene abbia provato a rinunciare a questa mia natura…”
    “Cosa intendi dire?”
    “Capirete presto…” rispose il bambino, sparendo in una scia di luce talmente intensa, che costrinse i ragazzi a chiudere gli occhi per evitare di restare accecati.
    Quando finalmente la luce diminuì, si ritrovarono nuovamente nel parco.
    La loro attenzione si rivolse subito a due bambini: uno lo identificarono subito come Dark, sebbene cresciuto di circa un paio d’anni rispetto al ricordo precedente, mentre l’altra era una bambina dai capelli neri. Dark era seduto su una panchina, con lo sguardo rivolto verso il basso.
    I ragazzi si avvicinarono per sentire che cosa stavano dicendo.
    “Non mi diverto con loro. E loro non mi considerano nemmeno” disse Dark.
    La bambina rimase in silenzio qualche secondo.
    “Hai una ‘chiave’, vero?” chiese infine, costringendo il bambino ad alzare lo sguardo.
    “Ho indovinato, vero?” aggiunse lei, sorridendo. “Non ti preoccupare. Te l’ho chiesto solo perché anch’io ne ho una”
    Dark continuò a fissarla. “Come fai a saperlo? Non l’ho detto a nessuno. Credevo non fosse normale”
    “Beh, su questo ha ragione…” commentò Saiko, poco prima di ricevere una gomitata nello stomaco da parte di Marco.
    “Come facciamo a sentire se tu parli?”
    “Che ne dici? Facciamo una piccola sfida tra di noi, giusto per vedere come sappiamo usarle?” propose la bambina, allontanandosi di qualche passo dalla panchina.
    “Una sfida? Non saprei… non sono molto bravo…” ammise il bambino, alzandosi.
    “Cosa ti costa provare? Forza, evocala al mio tre! Uno… Due… e tre!”
    Davanti agli occhi sorpresi dei ragazzi, i due bambini evocarono un Keyblade a testa.
    “Sei pronto?” domandò la bambina
    “S-Si” rispose insicuro Dark.
    “Allora via!”
    Marco, Saiko, Tsuna e Justin non riuscivano a credere ai loro occhi.
    Quei due bambini avevano cominciato uno scontro di un tale livello che tremarono dall'incredulità.
    “S-Secondo me quella bambina dev’essere Hikari…” azzardò Marco, cercando di riprendersi.
    Ma prima che avessero il tempo di realizzarlo, lo scenario cambiò all'improvviso.
    Si ritrovarono in mezzo ad un strada, e lo spettacolo davanti a loro li fece inorridire. La stessa bambina di poco prima si trovava in piedi, con le braccia aperte, e un Keyblade incastrato nel petto.
    Dietro di lei c’era Dark, a terra, che la guardava con occhi increduli, mentre di fronte a tutti e due c’era una persona che indossava un’impermeabile nero.
    Il Keyblade scomparve nel nulla, ricomparendo nelle mani dello sconosciuto, mentre dalla sua lama continuavano a cadere gocce scarlatte provenienti dal corpo di Hikari.
    La bambina sputò sangue, che si unì a quello che stava uscendo senza sosta dalla ferita, dopodiché cadde all’indietro, ma evitò l'impatto col suolo grazie a Dark che la prese tra le braccia.
    “Che stupida. Ha scelto di farsi eliminare solo per prolungare di qualche secondo la vita di un moccioso che non è nemmeno in grado di difendersi. Ben gli sta!” esclamò l’uomo.
    “N-Non… Non può essere…” fece Tsuna, tremando. “Hikari è viva! L’abbiamo vista tutti quanti! Dev’essersi salvata, vero?!”
    “No…” rispose Marco. “O meglio, è riuscita a non perdere la propria identità… Ma non pensavo che le cose fossero andate in questo modo…”
    Ma prima che potesse aggiungere altro, fu distratto dal bambino. Attorno al suo corpo, i pochi colori che era possibile vedere, a causa del buio della scena, stavano sparendo, venendo sostituiti da un tetro grigio.
    E non era l’unica anomalia: gli oggetti, la strada, i lampioni e tutto ciò che si trovava vicino a Dark stavano cambiando forma, piegandosi su se stesso per poi tornare normale, in un ciclo infinito.
    “Tu…” disse il bambino con la voce colma d'odio, alzando lo sguardo, rivelando due occhi azzurri ridotti a fessure, mentre le mani tremavano, come se fossero preda delle convulsioni. “Tu la pagherai cara!!!” urlò, facendo saltare l’asfalto sotto di lui, che si disintegrò completamente, e dando vita ad un piccolo sisma.
    “C-Cavoli… Ripeto che dobbiamo solo sperare che Dark e Goku non si affrontino mai in un duello, o la guerra non farà nemmeno in tempo a cominciare!” disse Marco, cercando di rimanere in piedi.
    “Era così forte già da bambino? Mi preoccupa sempre di più scoprire chi può essere riuscito a sconfiggerlo…”
    “Qualcuno è riuscito a sconfiggerlo?” chiese Justin. “Speriamo di non incontrarlo mai!”
    “Io sono colui che ti distruggerà, usando il tuo stesso potere. Il mio nome è Dark.” Disse il bambino, avvicinandosi all’uomo, sul cui volto era comparsa la paura.
    Infatti, preso dal panico, cominciò a lanciare una serie di sfere oscure, che colpirono in pieno il bambino, ma che crearono una nube nera e fitta che celava a tutti i presenti il destino di Dark.
    “Uff, uff… ce l’ho fatta” ansimò l’uomo.
    “Beh, quel tipo la pensa proprio come noi…” fece Saiko, sovrastando ciò che stava dicendo l’uomo.
    Quando però, vide che il bambino era uscito dall’attacco perfettamente incolume, dovette faticare parecchio per non mettersi ad urlare.
    “È tutto inutile. Non puoi colpirmi. I tuoi attacchi su di me non hanno effetto” affermò Dark, per poi parare un fendente dell’avversario.
    Poi, dopo aver detto qualcosa, scomparve nelle tenebre, riemergendo alle spalle del nemico, e infine, mosse velocemente il Keyblade contro di lui.
    Per qualche secondo non successe niente.
    Alla fine, di punto in bianco, l’uomo si spaccò a metà, sparendo lentamente in una scia d'oscurità.
    Saiko, Marco, Tsuna e Justin osservarono sconvolti la scena.
    “I… Incredibile…” fece l’animorph, faticando a parlare.
    Lentamente, gli occhi di Dark tornarono normali, dopodiché si misero a guadarsi attorno alla ricerca della compagna ferita. Quando l'ebbe scorta con lo sguardo, non perse altro tempo e la raggiunse.
    “Tutto bene?” chiese
    “Mi dispiace…” rispose lei. “Non riuscirò a portarti nella mia scuola…”
    “Non ci pensare nemmeno! Sono sicuro che ti riprenderai!”
    “È inutile farsi illusioni. A quanto pare era questo il mio destino… l’importante è che tu non ti sia unito a loro… Sono sicura che diventerai un ottimo custode.”
    “No, non dire così!”
    “Ascoltami bene. Presto gli Heartless e i Nessuno arriveranno su questo mondo… Sono alla ricerca dei cuori dei custodi e non risparmieranno coloro che incroceranno sulla loro strada… Ricordati che chi viene eliminato da quegli essere diventa a sua volta un Heartless e un Nessuno, poi si uniscono ai loro compagni per attaccare il cuore del mondo… È così che si distrugge un mondo… Tu devi fare di tutto per impedirglielo.
    Arriverà il giorno in cui riceverai la visita di altri custodi della luce… Quando succederà, dovrai lasciare questo mondo per seguirli. Quando capiterà, ti chiedo solo di cercare mio padre e di fargli sapere di me. Sono sicura che è ancora vivo…” disse, cominciando a illuminarsi.
    “No, non può essere! Non puoi andartene!”
    La bambina sorrise. “Grazie per l’incontro di oggi… è stato il più bello della mia vita…” detto questo, smise di parlare, lasciando cadere a terra le mani.
    Il suo corpo s’illuminò completamente, per poi dissolversi in migliaia di sfere di luce, che volarono via.
    La scena cominciò a scomparire mentre il bambino si chinava per prendere qualcosa.
    Quando i ragazzi si ritrovarono nuovamente al centro della città, si lasciarono cadere a terra, sconvolti da ciò che avevano visto.
    “C-Cavoli… Ora mi sono chiare molte più cose…” commentò Marco. “Ora comprendo perché Dark è così freddo. Una simile esperienza avrebbe segnato chiunque!”
    “Non è stato così facile come può sembrare.” intervenne Dark, riapparendo di fronte a loro, questa volta con lo stesso aspetto che avevano appena visto.
    “Posso ben immaginarlo…” fece Justin.
    “Quello… è stato solo l’inizio del mio dolore… La pace era finita due anni prima, sebbene dubito tutt’oggi che ci sia mai stata…”
    “Ma perché ti sei caricato tutto questo peso da solo?” chiese il ranger. “Non c’era nessuno che poteva aiutarti?”
    Dark abbassò lo sguardo. “Io sono l’unico in grado di portare questo peso… Nessun altro può farlo…” rispose, scomparendo.
    Il terreno sotto ai custodi cominciò a tremare, prima di far uscire dal nulla un palazzo proprio sotto i loro piedi.
    “E ora cosa succede?!” urlò Tsuna.
    “Dirò l’ovvio, ma pare che un grattacielo stia crescendo alla velocità della luce sotto di noi!” rispose Marco.
    La salita durò qualche secondo, dopodiché finalmente il palazzo si arrestò e i ragazzi poterono rialzarsi. Attorno a loro era buio, e nell’aria si sentiva forte l’odore di un imminente temporale.
    Senza dare ai ragazzi nemmeno il tempo di riprendersi, di fronte a loro apparve la figura di un ragazzo, di circa dodici anni. Indossava un completo scuro a maniche corte, con un cappuccio che cadeva sulla schiena e i capelli che si concludevano in un piccolo codino. Attorno al collo portava una collana, con un ciondolo a forma di cuore a cinque punte. Infine, sul polso destro c’era un braccialetto nero, in cui era incastrata una striscia di metallo con sopra disegnata un’onda.
    “Quello… Sarebbe Dark?” chiese sorpreso Saiko. “Devo dire che è la prima volta che lo vedo così diverso…”
    “Beh, credo che lo stesso valga anche per me…” rispose Marco.
    Ad un tratto, però, Dark cade in ginocchio, evocando un Keyblade per tenersi su, mentre portava l’altra mano sul petto.
    “Maledizione…” fece, faticando a respirare e stringendo con forza il petto. “Non posso continuare così… O finirò con l’andarmene ancor prima che il mio viaggio cominci…”
    “Cosa… Cosa succede?” chiese Tsuna. “Non mi avevate detto che era malato!”
    “Infatti non ne avevamo idea… Almeno, in nostra presenza non è mai stato male!”
    “Questi sentimenti… mi uccideranno…” continuò Dark, rialzandosi. “Maledetto amore… Maledetta tristezza… MALEDETTI TUTTI I SENTIMENTI!!!” urlò, alzando la testa verso il cielo e lanciando una sfera di fuoco.
    Subito dopo, dalle scure e tetre nubi, cadde un fulmine, che illuminò a giorno il tetto del palazzo, anticipando la pioggia che cominciò a cadere lenta ma fitta.
    Dark abbassò la testa.
    I ragazzi non riuscirono a capire se le gocce che stavano scendendo dal suo volto appartenessero al cielo o ai suoi occhi.
    “Perché… Perché devo sopportare questi sentimenti… Non sarebbe meglio non averli?”
    “Ragazzi… credo stiamo per scoprire qualcosa di cruciale del passato di Dark…” fece Saiko.
    “Perché, gli altri due eventi tu li chiami cose da niente?” domandò ironico Marco.
    Prima che potessero dire altro, Dark guardò il Keyblade. “Diventare un Nessuno… Se non fosse per il fatto che corro il rischio di perdere la mia volontà, sarei tentato di diventarlo… Però, forse posso fare qualcosa di simile…” disse, girando la punta del Keyblade contro il suo petto. “Basterà non andare troppo a fondo nel mio cuore… In questo modo, dovrei riuscire a rimuovere solo i sentimenti…”
    Sotto gli occhi stupidi dei custodi, dal Keyblade di Dark partì un raggio, che lo colpì in pieno, proprio dove si trovava il cuore. Immediatamente, Dark cacciò un urlo di dolore straziante, che risuonò nel rumore del temporale notturno. Nonostante il male che stava provando, il ragazzo non fermò il raggio, finché dal suo petto non uscì una piccola sfera di luce, che prese in mano poco prima di cadere in ginocchio, esausto.
    “B-Bene… Ci sono riuscito… Ecco i miei sentimenti… Sebbene siano solo alcuni, dovrebbero essere quelli più importanti… Giovanni non mi disturberà più…”
    Detto ciò, portò la sfera verso il Porta Fortuna, che l’assorbì non appena l’ebbe toccata.
    La scena scomparve, riportando i ragazzi nuovamente al centro della città.
    “D-Ditemi che ho visto male…” chiese Justin. “H-Ha rimosso… i suoi sentimenti…”
    “Ora capisco perché è sempre così chiuso.”
    “Non c’era altra soluzione.” Disse Dark, apparendo di fronte a loro, anche questa volta con l’aspetto della sua ultima apparizione.
    “Se non lo avessi fatto, i miei sentimenti mi avrebbero consumato, portandomi alla cancellazione.” Disse un altro Dark, quello che aveva incontrato Hikari, apparendo al fianco del primo.
    “E se fosse successo, l’universo sarebbe stato condannato.” Concluse un terzo Dark, il bambino che avevano visto all’inizio.
    “Cosa… Come mai siete tutti qui?”
    “Per prepararvi. Adesso il mio destino dipende da voi…”
    “Cosa volete dire?”
    “Colui che mi ha sconfitto nel futuro. Una sua copia è rimasta all’interno del cuore. Per questo non posso risvegliarmi. Dovete sconfiggerla.”
    “Aspetta, aspetta, aspetta!” lo interruppe Marco. “Fammi capire bene… Tu vorresti che noi quattro, di cui solo tre in possesso del Keyblade e ben poche conoscenze in proposito, sconfiggessimo un nemico che TU, che ti alleni da quando sei un bambino, non sei riuscito a battere?!”
    “Ad essere sincero, non sono nemmeno riuscito a sfiorarlo.” Risposero i tre Dark.
    “Ah, che bello…” fece Tsuna. “Qualcos’altro?”
    “Sì. Se non riuscirete a sconfiggerlo, sarà la fine per tutti noi. Voi non potrete più uscire da questo cuore.”
    “COSA?!” urlarono i quattro.
    “Ma tu sei pazzo!” disse Justin, per poi vedere le tre apparizioni svanire nel nulla. “Accidenti, se ne sono andati!”
    “E ci hanno lasciati qui in mezzo al nulla… senza dirci nient’altro…”
    “Ma voi non avete bisogno di nient’altro…” disse una voce dietro di loro.
    I ragazzi si girarono, trovandosi di fronte ad una persona che indossava un impermeabile nero, con il cappuccio che nascondeva completamente il suo volto.
    Marco, Saiko e Tsuna evocarono subito il Keyblade.
    “E tu chi sei?”
    “Non è ovvio? Sono colui che ha sconfitto Dark!”
    “Era ciò che temevo…” commentò Marco. “Justin, ti direi ti scappare via, ma so benissimo che sarebbe inutile. Perciò preparati ad una dura battaglia… Non sarà facile…”
    “Lo so perfettamente!” disse lui, facendo apparire la chiave che girò nel suo orologio, facendo così apparire la sua tuta da Blue Ranger.
    “All’attacco!” urlò Marco, correndo verso l’avversario, pronto a colpirlo con il Keyblade.
    Ma egli lo bloccò usando semplicemente una mano. “Tutto qui?” chiese ironico, per poi lanciare una sfera di ghiaccio dietro di lui, colpendo in pieno Saiko, che stava per colpirlo alle spalle.
    “Maledizione…” fece lui, rialzandosi. “Riesce a prevedere le nostre mosse…”
    “Niente di più facile.”
    Tsuna nel frattempo prese il suo sacchetto, dal quale tirò fuori due caramelle, che ingoiò subito.
    Immediatamente sulla sua fronte apparve la consueta fiamma, e Tsuna volò verso l’uomo, preparandosi a colpirlo sia con il Keyblade che con il fuoco. Tuttavia, con sua grande sorpresa, l’uomo allontanò Marco con un calcio, per poi evocare un Keyblade nero, con il quale disperse le fiamme e poi parò il colpo, rispedendolo indietro.
    “Prendi questo!” urlò Justin, colpendolo con dei raggi laser, che però gli rimbalzarono contro.
    “Siete solo delle nullità! Proprio come Dark!” urlò lui, per poi far sparire il Keyblade e portando le mani davanti a sé.
    I quattro ragazzi vennero investiti da un’ondata di forza talmente potente da farli volare all’indietro e cadere poi a terra rovinosamente.
    La tuta di Justin si illuminò, per poi sparire nel nulla.
    Il cinturino del suo orologio si ruppe, facendolo così cadere a terra, proprio ai piedi dell’uomo, che si era avvicinato ai suoi avversari.
    “Interessante…” disse, prendendolo in mano. “Quindi questo è uno dei famosi morpher…”
    “Lascialo… stare…” fece Justin, cercando di rialzarsi.
    “Un oggetto completamente inutile!” esclamò l’individuo, distruggendo l’orologio, stringendolo nel pugno.
    Gli occhi del ranger si spalancarono, mentre i pezzi di quello che una volta era il suo morpher cadevano a terra. “No… Non è possibile…”
    “La pagherai cara!” sentenziò Tsuna, facendo sparire il Keyblade e volando contro di lui.
    Solo all’ultimo evocò nuovamente l’arma, per poi avvolgerla completamente tra le fiamme.
    L’avversario lo imitò richiamando la propria arma, con cui parò il colpo, ma non il fuoco che per la prima volta, riuscì a toccarlo, facendo bruciare i suoi vestiti, anche se solo per pochi secondi.
    “Non male… Quindi sei riuscito anche tu a risvegliare il potere del tuo Keyblade…”
    “Non ne ho idea. So solo che ho una voglia matta di sconfiggerti!” Disse il decimo, preparandosi nuovamente ad attaccare.
    “Cerca di non fare troppo il presuntuoso!” urlò il tipo, sparendo per poi riapparire davanti a Tsuna, colpendolo in pieno stomaco con un pugno.
    Sawada rimase fermo per qualche secondo, per poi volare letteralmente via a causa della forza del colpo ricevuto.
    “Tsuna!” urlò Marco, per poi rivolgere lo sguardo all’avversario. “Maledetto!”
    L’animorph partì nuovamente all’attacco, ma anche stavolta senza successo.
    “Mi potete spiegare come sperate di potermi sconfiggere, se nemmeno Dark c’è riuscito?” chiese lui, rifilando a Marco un calcio, che lo fece andare a sbattere contro Saiko, mettendoli entrambi K.O.
    “Sta zitto!” urlò Justin, cercando di colpirlo con un pugno, che venne facilmente evitato. “Non importa quanto tu sia forte, non possiamo arrenderci!”
    “Proprio tu parli? Guardati, ora non sei altro che un comunissimo ragazzo. Non puoi più diventare un Power Rangers. Non puoi usare la magia. Non possiedi una forza particolare. Sei solo un insetto!”
    Justin lo guardò con rabbia. “Potrà essere così, ma anche gli insetti possono dar fastidio! E per quanto mi riguarda, io mi arrenderò solo quando non avrò più fiato in corpo!”
    “Molto bene allora… Accontenterò il tuo desiderio!” urlò l’uomo, lanciando due sfere di fuoco contro il ragazzo, che chiuse gli occhi, preparandosi all’impatto.
    Ma prima che le sfere potessero raggiungerlo, tra le sue mani apparve un Keyblade, completamente blu, che si mosse da solo, distruggendo i dardi.
    “Cosa? E questo com’è arrivato qui?” chiese Justin, osservando l’arma.
    Ma prima di poter anche solo pensare ad una risposta, impugnò istintivamente il Keyblade, per poi partire all’attacco.
    Mentre raggiungeva il nemico, per un secondo, gli parve di vedere un sorriso nell’ombra del cappuccio. Un sorriso buono.
    Quando finalmente gli fu di fronte, tentò un affondo con la chiave, che però, fu parato dall'avversario, provocando il classico stridio di metallo contro metallo.
    Dalle due lame cominciò a fuoriuscire della luce, che lentamente avvolse tutti.
    “Hai scelto bene, Justin, nuovo custode della luce.” Disse l’uomo, sparendo lentamente nella luce. “Vedi di non perdere i tuoi ideali… Ti torneranno utili nella guerra che dovrai affrontare…”

    ***


    Il corpo di Dark s’illuminò, per poi sparire in una scia di sfere luminose.
    “Cos’è successo?” domandò Sora, osservando stupito l’avvenimento. “Perché il suo corpo è sparito?”
    “Justin!” urlò Tommy. “Cosa gli è successo?!”
    “Io… Non lo so… Non sarebbe dovuto succedere…” rispose Hikari, mordendosi un labbro.
    “Non preoccupatevi, sta bene.” Disse una voce dietro di loro.
    Tutti si girarono, vedendo così Dark, in piedi, che aiutava i quattro ragazzi a stare in piedi, e con in mano il morpher di Justin, nuovamente intero. “Ma se non vi spiace, avrei bisogno di una mano… Sapete, sono pur sempre quattro da tenere su, e io mi sarei appena svegliato…” disse, sorridendo divertito. “E per quanto riguarda Justin… è stato scelto anche lui. È un custode.”
     
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  3. francix94
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    OMFG
    i power rangers *.*
    sto annegando nei ricordi
    mentre stavo leggendo contemporaneamente cercavo di ricordarmi il grande faccione di Zordon
    anche justin s'è unito alla allegra combriccola di portinai :mki:
    non vedo l'ora di vedere il continuo del combattimento :tulrox:
     
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    nonononononononononononono, perchè i power ranger ? E per di più la serie che mi piace di meno ç_ç i hate you xD vabbe a parte questo ottimo capitolo, adesso mi sono chiare molte più cose su dark yuwahahahahahahaahaahahah
     
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    E ricorda che tu sei l'unica a conoscenza del vero volto di Dark XD

    Muahahahahahah!!!!!!!!!!!!! *in pieno delirio di onnipotenza* Muahahahahah!!!!!!! *si calma*
    Passiamo alla recensione u.u
    Complimenti davvero Darky, i Power Rangers sono stati un vero colpo di genio xD Anche se devo ammettere che Justin mi sta antipatico u.u Vabbè, pazienza ci accontentiamo u.u *sghignazza perché sa* Ora sono curiosa di sapere chi è il tale che ha sconfitto Dark e che ha reso Justin un custode... come sempre ci lasci con questi finali misteriosi <.<
    Impegnati col capitolo 52 e lascia stare il 53 nè xD
    Bravissimo Darky e ancora complimenti :3
     
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  6. Yusei Trek
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    Ultimo arrivato, ma se permettete dico la mia.

    Devo dire che la fic mi sta piacendo molto (l'ho letta tutta in 2 settimane )
    anche se ci sono alcuni punti che ho trovato un po' difficili da sopportare come la "sindrome da so tutto" e la "sindrome da invincibilità cronica" di Dark e Hikary, ma nulla di che nel generale.

    Riguardo a questo capitolo, non so perchè ma mi aspettavo la presenza dei Power Ranger e ammetto che l'hai resa molto bene.

    Aspetto il prossimo capitolo

    ps. prima o poi mi spieghi come hai fatto l'indice all'inizio che ammetto è stato quello a invogliarmi a iniziare a leggerla
     
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    暗いロクサス92

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    E finalmente ecco qui il nuovo capitolo!
    Ok, forse risulterà un po' magro, ma credetemi, con il prossimo (che, ahime, segnerà una pausa della fic causa impegni assoluti...) mi rifarrò, o almeno lo spero XD, dato ciò che dovrò passare per scrivere un capitolo che sarà l'apoteosi (e che potrebbe spingervi al suicidio o uccidervi, a seconda dei casi XD)
    Ok, idiozie e spoiler a parte, dico subito che Justin non è andato via non i custodi, ma è rimasto sul suo mondo. Capirete in futuro il perché di questa scelta.
    Ringrazio Liberty89 per aver fatto da Betareader.
    E ora, passiamo alle recensioni!
    @ francix94: Beh, non potevo non inserirli. Dopotutto, credo che dalla turbo ai dinothunder li ho guardati tante di quelle volte che ormai li conosco praticamente a memoria XD
    @ Armitrael: Sembra che non ha tutti sia piaciuto il mondo che ho scelto, eh? XD Beh, spero che questo ti faccia riprendere dallo shock XD
    @ Liberty89: Qualcosa mi dice che ti vanterai per molto tempo di essere stata l'unica a vedermi in volto XD (e fai bene XD). Per il tipo... *guarda programma fan fiction* temo dovrai aspettare un bel po' purtroppo... mi spiace. Mentre per il capitolo 53... se sei ancora viva dopo aver sentito quel numero (che è in continuo aumento), direi che è già un buon risultato, no? XD
    @ Yusei Trek: Beh, prima di tutto benvenuto tra i recensori! Per quanto riguarda le due sindromi, ti dirò che per come la vedo io, più uno si dimostra forte, più è debole, perciò le apparenze ingannano. Per l'inidice, ti manderò il prima possibile un mp con scritto come fare.
    Bene, e ora... buona lettura!

    Capitolo 52: La sfera - Torna all'indice dei capitoli
    Un varco oscuro si aprì in mezzo ad una foresta.
    Hakai uscì lentamente dal varco, guardandosi attorno.
    “Dovrebbe essere qui vicino…” disse, cominciando ad avanzare tra gli alberi. “Lo sento chiaramente…”
    “Ehi, e tu chi sei?” chiese una voce alle sue spalle.
    “Si parla del diavolo…” rispose il ragazzo, girandosi. “Cercavo proprio te!”
    “Vuoi combattere?”
    “No… Ho solo intenzione di usarti per seminare caos nell’universo. Che dici, sei d’accordo?”
    “Non devi avere tutte le rotelle a posto. Da come parli, sembra che tu sappia chi sono, perciò dovresti sapere che non faccio cose del genere!”
    “Immaginavo che avresti risposto così… Ed è per questo che ti costringerò ad aiutarmi!” disse, per poi creare una sfera rossa e nera che gli scagliò contro, colpendolo in pieno.
    “E ora… Aspettiamo che i pesci abbocchino all’amo…”
     
     
    “Beh, stavolta è andata piuttosto bene, no?” fece Kairi, guadagnandosi occhiatacce da parte di Marco, Saiko e Tsuna.
    “Parla per te! Tu non hai dovuto affrontare quel… mostro…” rispose l’animorph.
    “Già… Era ben più forte di Dark, almeno, da quel che abbiamo visto finora…”
    “A proposito… Dov’è andato Dark?” chiese Riku.
    “Credo sia in camera sua. Da quando si è ripreso, non ha più parlato…” disse Hikari.
    I tre neo custodi abbassarono lo sguardo.
    Loro potevano ben immaginare il perché Dark si fosse chiuso in se stesso, ma il compagno li aveva minacciati di farli a pezzi se avessero rivelato ciò che avevano visto nel suo cuore. Gli aveva concesso di parlare solamente dell’avversario finale.
    “Ad ogni modo, credo sia meglio lasciarlo stare. Qualche anno fa succedeva spesso che avesse simili periodi di isolamento, ma alla fine si riprendeva.” Rispose Light.
     
    Dark continuava a fissare il soffitto con occhi spenti.
    Istintivamente si portò una mano alla gola.
    “Lo avevo completamente rimosso…” disse a bassa voce, mentre una lacrima scendeva dall’occhio destro. “E dire che è stato l’inizio di tutto…”
    Ma i suoi pensieri vennero interrotti dal bussare sulla porta.
    “Dark, posso entrare?” chiese Hikari.
    “Sì.” Rispose lui, togliendosi la lacrima con un dito.
    Hikari entrò lentamente, per poi fermarsi di fronte a lui.
    “Cos’è successo realmente?” chiese infine.
    Dark la guardò per qualche secondo, per poi sorridere.
    “Sarebbe inutile dire che oltre al combattimento non ci sia stato nient'altro, vero?” domandò infine. “Ad ogni modo, mi spiace deluderti, ma niente che tu non sappia già.”
    “Cioè?”
    “Semplicemente Marco, Saiko, Tsuna e Justin hanno visto il nostro primo incontro, tutto qui.”
    “Non è vero. Sarai riuscito a mantenere per anni un’ottima messinscena, ma se devi mentire ora, fai pena Dark. Cos’hanno visto esattamente?”
    Il custode dell'equilibrio si alzò dal letto, mettendosi in piedi e affiancandosi a Hikari.
    “Nient’altro che il mio passato. Niente di più, niente di meno. E a scanso di equivoci, non volevo mostrarlo a nessuno. Per questo motivo avevo eretto quella barriera attorno al mio cuore. Solo gli estranei potevano entrarvi. Tu, come gli altri custodi con più esperienza, fate ad ogni modo parte del mio cuore.”
    Hikari rimase in silenzio per qualche istante prima di rispondere. “Perché non ti sfoghi mai? Ti farebbe bene, sai?”
    “Non ne ho bisogno. Ho già versato troppe lacrime in passato, e il mio corpo ormai le rifiuta. Inoltre… quei sentimenti non mi appartengono più…” rispose il ragazzo, lasciando la stanza.
    “Stupido…” disse Hikari, mentre per terra cadevano delle piccole gocce d’acqua, involontariamente liberate dai suoi occhi. “Sei proprio uno stupido, Dark… Non riesci proprio a capire quando puoi lasciarti andare…”
     
     
    “Oh, eccoti qui.” fece Sora, vedendo arrivare Dark. “Allora, va meglio?”
    “Come al solito…” rispose il custode, dirigendosi verso i monitor.
    “Cavolo, certo che un po’ d’entusiasmo in più non guasterebbe, sai?” fece il castano.
    “Allora, novità?” chiese Dark a Riku, ignorando completamente Sora.
    “N-No, nessuna…” rispose lui, guardandolo come se fosse uno sconosciuto.
    “Si può sapere cosa ti prende? Sembra quasi che non vedi l’ora di trovare un altro mondo in pericolo!” disse Kairi.
    “E anche se fosse?”
    “Dark, adesso basta.” Fece Rexenet.
    Dark sbuffò, prima di voltarsi per allontanarsi, ma fu interrotto dal suono dell’allarme.
    “Sembra che non dovrai aspettare molto.” Gli rispose Hikari, entrando anche lei nella sala.
    Il custode non rispose, ma si limitò ad osservare gli schermi, dopodiché aprì il varco.
     
     
    “Umh… Siamo sicuri che sia una foresta normale?” chiese Marco.
    “Apparentemente sembra sia così… Ma mai abbassare la guardia, ricordatelo.” Rispose Light, mentre avanzavano tra gli alberi.
    “C’è qualcosa di strano nell’aria…” fece Dark, guardandosi attorno.
    “Heartless?”
    “No… Non sembra… Qualcosa di peggio…”
    “E cosa ci può essere di peggio? Un super Sayan che ha guardato la luna piena?” ironizzò Saiko.
    “Uh? Che c’entra la luna piena?” chiese Sora. “E poi, ancora non ho ben capito cosa sarebbero questi super Sayan…”
    “Beh, ecco… Come spiegartelo facilmente…”
    Mentre i due ragazzi discutevano, Kairi rimase indietro di qualche metro, attirata da un bagliore che proveniva da sotto alcune foglie.
    Facendo attenzione, si avvicinò, per poi spostarle.
    Davanti a lei c’era una sfera arancione con quattro piccole stelle nere al suo interno.
    “Uh? Che bella…” disse, prendendola in mano.
    “Kame…” urlò una voce alle sue spalle.
    “hame…”
    “Kairi, spostati subito da lì!” urlò Dark, lanciandole contro una sfera di fuoco, che la colpì in pieno e facendola volare qualche metro più in là.
    “Ehi Dark, si può sapere cosa ti salta in men-”
    “ha!”
    Prima che Sora potesse finire la frase, il punto in cui prima si trovava Kairi venne investito da un raggio d’energia azzurro, che spazzò letteralmente via tutto ciò che incontrò sul suo cammino.
    “…te…” concluse il castano, non trovando altre parole.
    “C-C-Cos’era quella cosa?!” urlò spaventata la principessa della Luce.
    “Se è quel che ho visto, temo che i dubbi di Sora saranno presto chiariti…” fece Marco, evocando il Keyblade.
    “Finalmente siete arrivati… Vi stavo aspettando, custodi…” disse la voce, mentre in mezzo agli alberi cominciava ad apparire una figura umana.
    Pochi secondi dopo, di fronte a loro si presentò un bambino. Aveva lunghi pantaloni arancioni, con sopra una maglietta blu senza maniche che si chiudeva incrociando tra di loro le due estremità e una cintura bianca teneva legati assieme i due vestiti.
    I capelli erano completamente neri e tutti all’insù in una bizzarra acconciatura, e i suoi occhi erano dello stesso colore dei capelli. La cosa che però, attirò l'attenzione dei custodi fu la coda che fuoriusciva dai pantaloni del ragazzino, esibendosi in un ipnotico e lento dondolio.
    “Sora… Ti presento Son Goku…” fece Marco, deglutendo.
    “Cosa?! Ma è solo un bambino!” rispose il custode.
    “Sono molto più vecchio di quanto sembro. E ora preparatevi a combattere!” disse il Sayan, mettendosi in posa da combattimento.
    “Ehi, aspetta un secondo!” lo interruppe Saiko. “Tu non sei solito non attaccare in questo modo le persone?”
    “Spiacente, ma devo eliminare tutti i custodi della luce e dell’equilibrio che mi appaiono davanti. Preparatevi a morire!”
    “Andatevene.” Disse Dark, mettendosi di fronte a Goku, evocando il Keyblade. “Ci penso io a lui.”
    “Cosa? Dark, sei forse impazzito del tutto?!” urlò Marco. “Vuoi veramente far finire l’universo in anticipo?!”
    “E voi credete forse di poterlo affrontare? Gli è successo qualcosa, su questo non ci sono dubbi, e dato che è bambino, immagino sia in grado di arrivare al quarto livello…”
    “È- È vero… Ma ciò non toglie che nemmeno per te sarà una passeggiata!” replicò Saiko.
    “Non preoccupatevi… Direi che è il momento di scoprire quanto sia realmente forte Goku.”
    “Basta chiacchiere! Combatti!” urlò il Sayan, lanciandosi all’attacco.
    Dark strinse la presa sulla sua arma e la girò di piatto, parando così il pugno di Goku.
    La forza d’urto fu comunque tale da farlo sprofondare di qualche centimetro nella terra e di allontanare gli altri custodi.
    “C-Che cavolo… è un bambino ed è in grado di emanare tutto questo potere?!” fece Riku.
    “Non è un bambino.” Rispose Rexenet. “O meglio, il suo corpo è quello di un bambino, ma in realtà è quasi cinquantenne… Ed è considerato l’essere più potente dell’universo…”
    “Allora Marco parlava sul serio?!” esclamò sorpreso Sora.
    “Ehi, quando ho detto che se Dark e Goku avessero mai dovuto combattere l'universo avrebbe rischiato la fine, non stavo mica scherzando!”
    “Accidenti… E dire che stavo per venire colpita solo per essermi fermata a prendere questa…” fece Kairi, tirando fuori la sfera.
    Marco e Saiko quasi soffocarono vedendo l’oggetto.
    “M-Ma quella è… Una sfera del drago!” urlò il mangaka, prendendo la sfera, sbiancando. “Ed è quella con le stelle nere…”
    “Quindi Dark aveva ragione…” Disse Light.
    “Ma cos’è quella sfera? Serve a qualcosa?” domandò Sora.
    “Da sola, è perfettamente inutile. Ma se riunita alle sue sei gemelle, che si differenziano solo per il numero di stelle, può esaudire un desiderio…”
    “Davvero? Interessante!” disse una voce sopra di loro, poco prima che il suo proprietario spuntasse da un albero, a testa in giù. Indossava uno strano completo, con due spade dalla lama ricurva chiuse nei loro foderi e lunghi capelli biondi raccolti dietro la nuca. E infine, era appeso ad un ramo di un albero grazie ad una coda.
    Il ragazzo prese velocemente la sfera dalle mani di Saiko, portandosela davanti agli occhi.
    “Wow, veramente bella!”
    “Cosa? E questo qui chi sarebbe? Un altro Sayan?” fece Riku, evocando il Keyblade.
    “Ehi, calmati, faccio solo il mio lavoro!” rispose il ragazzo, saltando giù dall'albero.
    “Cioè?”
    “Il ladro.” Rispose Rexenet. “Perché è questo quello che sei, vero Gidan?”
    “Uh, mi conosci? Beh, ovvio, chi è che non conosce colui che ha salvato il mondo?”
    “E questo buffone chi sarebbe?” chiese Marco, facendo cadere per terra il ragazzo.
    “Come non detto…” disse lui, rialzandosi. “Ad ogni modo, se quello che avete detto è vero, questa sfera potrebbe tornarmi davvero utile! Finalmente potrei regalare a Garnet qualcosa che non ha già!”
    “Spiacente, ma non ti è possibile esprimere il desiderio.” Disse Light. “Le altre sei sfere non sono su questo pianeta, perciò è inutile.”
    “E chi mi dice che stai dicendo la verità?”
    “Ghiru ghiru! Sfera del drago localizzata!” disse una voce robotica.
    Un piccolo robot bianco piuttosto esile si avvicinò ai custodi, che lo osservarono incuriositi, come fece del resto anche Gidan.
    “E questo cosa sarebbe?” chiese il ladro, avvicinandosi al robot e sollevandolo, rivoltandolo più e più volte, per puoi scuoterlo violentemente .
    “Pericolo, pericolo!” urlò impaurito il robot, facendo sparire le gambe e le braccia e volando via.
    “Ehi Gil, tutto bene? Hai trovato la sfera?” chiese la voce di una ragazza, anticipando il suo arrivo.
    Indossava un paio di jeans chiari e una maglietta a maniche corte rossa. I lunghi capelli neri erano rinchiusi in una bandana arancione e sulle spalle portava uno zaino blu.
    “E voi chi siete? Gil vi ha disturbato?” chiese, accorgendosi dei custodi.
    “Beh, ecco… ATTENTA!” urlò Light, avvisando giusto il tempo la bambina, che riuscì a spostarsi evitando un altro raggio di energia blu.
    “Ma cosa…? Quella era un’onda energetica…” fece la ragazzina, girandosi nella direzione da cui era partito il colpo. “Nonno, cosa stai facendo?!” esclamò poi, volando verso il bambino.
    “Nonno?!” dissero sorpresi Sora, Riku, Kairi, Tsuna e Gidan.
    Quest’ultimo fece un fischio.
    “Cavoli… Così giovane e ha già una nipote…”
    “Pan, vattene via!” ordinò Goku. “Devo eliminare questi ragazzi!”
    “Nonno, ma cosa stai dicendo? Non li conosciamo nemmeno!”
    “Sono un pericolo per l’universo stesso!”
    “Chi te l'ha detto?” domandò Dark.
    “Una persona che è scampata per puro miracolo alla vostra follia omicida! Mi ha raccontato tutto sul vostro conto, e mi ha detto che se non vi elimino, per l’universo sarà la fine!”
    “Capisco… Non credevo ti saresti lasciato manipolare così facilmente, ma se le cose stanno così… Vorrà dire che dovrò sconfiggerti.”
    “Provaci!” urlò il bambino, facendo rizzare in piedi i suoi capelli, che cambiarono istantaneamente colore, diventando biondi. Anche i suoi occhi cambiarono colore, e dal profondo nero mutarono in un vivo smeraldo.
    “Cavoli… è diventato un Super Sayan…” fece Marco, deglutendo. “Le cose si mettono male…”
    “Nonno, si può sapere che ti prende? Non è da te comportarti così!” urlò la ragazza.
    “Pan, vattene via, è l’ultima volta che te lo dico!” rispose il Sayan, per poi partire all’attacco contro Dark, colpendolo in pieno con un pugno, scaraventandolo parecchi metri indietro.
    “Dark!” urlò Hikari.
    Senza rispondere, il keyblader dell'equilibrio volò nuovamente verso Goku, creando una sfera di fuoco, che scagliò contro il Sayan, che la distrusse senza difficoltà.
    “Tutto qui?”
    “Certo che no!” rispose il custode, creando una sfera di ghiaccio e una di tuono, che poi fuse assieme. “Ora tocca a me lanciare il mio raggio d’energia!” disse, facendo partire dalla sfera un raggio composto dai suoi stessi elementi.
    Goku portò indietro le mani.
    “Kame… hame… ha!” urlò facendo partire dalle mani il raggio azzurro, che si andò a scontrare contro quello di Dark.
    La terra sotto di loro cominciò a riempirsi di crepe, e gli alberi vennero letteralmente spazzati via.
    “Che diavolo succede?” fece Gidan, cercando di non farsi scaraventare via dall’onda d’urto.
    “Ciò che temevo! Quei due non si sarebbero dovuti scontrare… Questo mondo rischia di venire cancellato!” fece Marco
    “Cos’hai detto?!” fece il ladro, estraendo le spade. “Se le cose stanno così, devo fermarli!” disse, per poi correre verso i due avversari, che erano ancora intenti a lanciare contro l’altro il proprio attacco.
    “Non farlo!” urlò Sora.
    “Voi due… vedete di darvi una calmata!” gridò Gidan, ignorando il custode e lanciando le proprie spade ai guerrieri, che furono così costretti ad interrompere l’attacco per evitarle.
    “Non ti mettere in mezzo!” urlò Goku, lanciando contro il ragazzo una sfera d’energia.
    Gidan sarebbe stato colpito in pieno, se Dark non si fosse messo in mezzo e avesse distrutto la sfera con il Keyblade.
    “Sta perdendo il controllo…” mormorò. “Pan, so che non ci conosciamo, ma devi andartene via subito. E lo stesso vale anche per te, Gidan. Non posso garantire per la vostra incolumità.”
    “E chi se ne importa! Voi due stavate distruggendo l’intera foresta!”
    “Dopo sistemerò tutto quanto, tranquillo. Il mio potere mi permette di farlo… Ma ora, andate!”
    “Non posso lasciare mio nonno in quello stato! Non sa più cosa sta facendo!”
    “Lo farò rinsavire io, ma temo sarò costretto ad usare la forza…”
    “Ma è impossibile! Mio nonno è il guerriero più forte dell’universo, non puoi affrontarlo!”
    “Questo è da vedere!” disse Dark, facendo apparire in un occhio lo Sharingan, mentre nell’altro il Byagukan.
    “I tuoi occhi…” fece Gidan, prima di venire preso di forza da Dark e lanciato contro gli altri custodi.
    “Andatevene via subito!” urlò, per poi creare tra le mani una sfera bianca e una nera. “Temo dovrò usare gran parte del mio potere per poterlo fronteggiare!”
    “Non ti lascerò fare niente!” rispose Goku, mentre attorno a lui appariva una luce, che lo avvolse completamente.
    Pochi secondi dopo, al suo posto apparve un uomo. Indossava dei pantaloni gialli, mentre la parte superiore del corpo era priva di una maglietta. Le sue braccia erano coperte di pelo rosso, che si espandeva fino al centro del petto e dell'addome, dove invece era visibile la pelle, ma soprattutto il profilo dei muscoli.
    La coda, più grossa e lunga di prima, era anch’essa completamente rossa, e infine i capelli erano tornati neri, ma più lunghi e avevano assunto una pettinatura più morbida, che li lasciava ricadere sulla schiena ampia e forte.
    “Accidenti, il nonno ha raggiunto il quarto livello…” fece Pan, volando via assieme ai custodi.
    “È possibile far evacuare il pianeta?” chiese Saiko. “Dubito che reggerà ad un simile scontro.”
    “Ma siete impazziti? Avete idea di cosa ho fatto assieme ai miei amici per evitare che questo pianeta venisse distrutto?!” urlò Gidan, che li seguiva saltando da un albero all'altro.
    “Ad ogni modo, questo mondo è condannato a sparire nell’oblio.” Disse una voce sopra di loro, anticipando una sfera rossa che colpì il terreno.
    “Questa voce… Hakai!” urlò Saiko, evocando il Keyblade, mentre il ragazzo appariva di fronte a loro.
    “Ehilà Saiko, è un po’ che non ci vediamo!”
    “Tu! Dovevo immaginarlo, c'eri tu dietro al comportamento di Goku, perché è opera tua, vero?”
    “Oh, accidenti, mi avete scoperto subito! Povero me, cosa posso fare ora?” ironizzò Hakai. “Ho solo piantato nel suo cuore del sano caos! Per quanto possa essere puro, vi ricordo che esistono solo sette cuori di pura luce nell’universo e quello di Goku non è nella lista.”
    “Cos’hai fatto a mio nonno?” chiese Pan.
    “Posso dire che lentamente Son Goku sta cadendo sotto il mio controllo. Gli basterà eliminare una sola persona, e il caos che ho inserito nel suo cuore avrà la meglio, rendendolo mio schiavo.”
    “Tu… La devi smettere di agire in questo modo!” urlò Saiko, partendo all’attacco affiancato da Gidan, che estrasse le sue daghe.
    Ma prima che potessero anche solo avvicinarsi, una forza sconosciuta li respinse, spedendoli contro degli alberi, che caddero immediatamente sotto la pressione ricevuta.
    “Saiko!” urlarono gli altri custodi, evocando anche loro il Keyblade.
    “Bastardo… È così potente?” fece Marco, deglutendo.
    “E dall’altra parte c’è Goku… Dark ce la farà da solo?” chiese Riku.
    “Non è da solo.” Rispose Kairi. “Non vedete che Hikari non è qui?”
     
    Dark lanciò la sfera, che andò a scontarsi contro quella dell’avversario, provocando una nuova esplosione, ma il custode decise di non lasciare tregua al Sayan e batté subito le mani, per poi appoggiarle a terra.
    Immediatamente, dietro al guerriero sbucarono dal terreno decine di spuntoni, che puntarono dritti verso di lui.
    “Ridicolo!” urlò Goku, distruggendole semplicemente spostando una mano. “Speri davvero di potermi sconfiggere così facilmente?”
    “Certo che no!” rispose Dark, apparendo di fronte a lui, mentre l’indice e il medio della sua mano destra venivano circondati da un’aurea nera e bianca.
    “Troppo lento!” fece il Sayan, sparendo e riapparendo dietro il custode, che venne colpito da un pugno che lo scaraventò a terra.
    Goku però, non ebbe nemmeno il tempo di abbassare lo sguardo, che dal punto in cui era caduto Dark partirono centinaia di piccole sfere di fuoco, unite a ghiaccio e tuoni.
    Il Sayan mise le braccia a croce di fronte a sé, ricevendo in pieno tutti i colpi, ma senza riportare alcuna ferita.
    “Maledizione… È più forte del previsto… Forse… mi tocca usare quella tecnica…” disse Dark, rialzandosi e facendo apparire delle luci sulle punte delle dita.
    “Serve una mano?” chiese la voce di Hikari, che atterrò al suo fianco.
    Il custode fece sparire le luci. “Come mai sei tornata indietro?” chiese.
    “Beh, per due motivi: il primo, mi sembravi in difficoltà. Secondo: non vedevo l’ora di poter affrontare Goku. Non l’ho invitato al torneo solo perché avrebbe sconfitto facilmente tutti gli altri.”
    “Capisco… Molto bene allora! Riesci a tenerlo occupato quel tanto da permettermi di toccarlo in fronte?”
    “Uh? Come mai?”
    “Qualcuno ha iniettato nel suo cuore del caos… L’unico modo per calmarlo è di rimuoverlo, e per farlo devo colpirlo con questo.” Rispose Dark, facendo nuovamente apparire attorno all’indice e al medio i due colori che lo caratterizzavano.
    “Quello è…”
    “Puro Equilibrio. Normalmente, chi viene colpito da questa tecnica non riesce a sopravvivere, ma in questo caso, dovrebbe annientare il caos nel suo cuore. O almeno, lo spero…”
    “Quindi nemmeno tu ne sei sicuro, eh?”
    “Io ne sono immune, perciò non ho idea dei reali effetti di quest’attacco. L’ho subito una volta soltanto…” fece Dark, abbassando lo sguardo, cosa che Hikari non poté fare a meno di notare.
    “Come vuoi. Cerca di non mancare il bersaglio.” Disse, per poi volare contro il Sayan, creando nella mano una sfera di ghiaccio.
    “Prendi questo!” urlò, colpendo il pieno l'avversario con la sfera, che però si infranse come se fosse stata di sabbia.
    “Cosa speravi di fare? La tua forza non è lontanamente paragonabile a quella del tuo amico. Lascia che ti dimostri cosa significhi la parola potere!”
    Detto ciò, Goku alzò una mano, mentre sopra di lui cominciò lentamente a formarsi una sfera d’energia gigantesca, che aumentava di volume secondo dopo secondo.
    “Non vorrà…” fece Hikari, arretrando e osservando meglio la sfera.
    “…usare la Genkidama?!” concluse Dark, osservando il Sayan che teneva sollevata l’enorme sfera d’energia.
     
    “E quella cos’è?” chiese Gidan, rialzandosi e osservando la sfera.
    “Spero di sbagliarmi, ma temo sia la Genkidama… E se è così, siamo nei guai…” disse Saiko.
    “Perché?”
    “Se quella sfera dovesse toccare il suolo… Questo mondo sparirebbe nel nulla…”
    “Cosa?!” urlò Gidan, girandosi verso Hakai, che era impegnato ad affrontare, senza troppe difficoltà, gli altri custodi, che riuscivano a malapena ad avvicinarsi.
    “Dobbiamo fermarlo o mio nonno finirà con il distruggere tutto!” disse Pan, atterrando al loro fianco.
    “Ma come possiamo farlo?” chiese Gidan. “Prima ci ha mandato K.O. senza nemmeno muoversi…”
    “Forse…” rispose Saiko, evocando il Keyblade. “Forse posso creare un’apertura, ma poi voi dovete attaccarlo senza perdere un secondo. Credete di potercela fare?”
    “Conta pure su di me! Se questo è l’unico modo per fermare mio nonno, sono disposta a tutto!”
    “E io non lascerò che questo mondo vada distrutto per un suo capriccio!”
    “Va bene… Allora via!” urlò Saiko, mettendosi a correre contro Hakai, con il Keyblade pronto a colpire.
    “Cosa speri di fare?” chiese il custode del caos, alzando verso Saiko la mano, provocando una folata di vento che lo investì in pieno, facendolo arretrare di qualche passo.
    “N-Non posso… arrendermi…” disse lui, recuperando lentamente terreno. “NON POSSO!!!” urlò, facendo uscire dal suo Keyblade una corrente d’energia che andò a scontrarsi con quella dell’avversario, annullandosi a vicenda.
    “Ora!” urlò, correndo dritto contro Hakai e colpendolo in pieno volto con un pugno.
    Contemporaneamente, dietro di lui arrivò Gidan, che lo trafisse ai fianchi con le daghe, mentre Pan rimase ferma dietro a Saiko, con in mano una sfera d’energia, pronta a lanciarla contro l’avversario.
    “Sono… Sono riusciti a colpirlo!” urlò felice Marco, sorpreso come gli altri custodi.
    “Uff, uff…” fece Saiko, togliendo il pugno dal volto di Hakai, che si accasciò sul petto, poiché il ragazzo era ormai privo di sensi.
    “Cavoli… alla fine è bastato un pugno per metterlo fuori uso…” fece Sora, avvicinandosi, mentre Gidan faceva attenzione a non muovere le due spade.
    “Cosa facciamo? Se non lo eliminiamo, Goku lancerà la Genkidama…” fece Rexenet, alzando il Keyblade. “Mettetelo a terra. Chi non vuole vedere si giri dall'altra parte.”
    “Vuoi…?” chiese sorpreso Tsuna.
    “Siamo in guerra. Se non lo facciamo fuori, potremmo pentircene in futuro!”
    “Vi prego… Uccidetemi…” mormorò Hakai, senza alzare la testa.
    “Cosa?” fece Sora, sorpreso.
    “Fatelo… prima che Hakai abbia di nuovo il sopravvento… Non voglio tornare suo schiavo…”
    “Credi forse che questa tua messinscena possa funzionare?”
    “Ti prego Saiko, devi credermi!” esclamò Hakai, alzando lo sguardo, rivelando due occhi spaventati. “Sono io, Gadian!”
    Tra i custodi scese un silenzio pesante.
    “G-Gadian?” ripeté sorpreso Saiko. “Ma come-”
    “Non sono riuscito a resistergli… Hakai si è impossessato del mio corpo e io mi sono ritrovato come sospeso nel tempo… Vi supplico, eliminatemi ora, prima che possa riprendersi!”
    “Impossibile. In ogni caso, ti rimane poco da vivere. Le mie daghe ti hanno trafitto in punti vitali, ormai per te è finita.” Disse Gidan.
    “No! Lui si rigenererà e vi sconfiggerà come se niente fosse accaduto!”
    “Basta così!” esclamò Pan, portandosi di fronte a Gadian.
    “Non so chi tu sia, ma so che per colpa tua, mio nonno è impazzito. Fallo tornare subito alla normalità, o non avrò pietà!”
    “Purtroppo… anche se io dovessi morire, l'effetto del potere di Hakai non svanirebbe. L’unico modo sarebbe quello di eliminare il caos dentro il cuore di Goku… ma non ho idea di come si possa fare…”
    “Cosa?”
    “Non preoccuparti.” La rassicurò Saiko. “Se è come penso, la cura per tuo nonno in questo momento è di fronte a lui, e ci sta combattendo contro. Dark sa di sicuro cosa fare…”
    “Dark è l’unico in grado di eliminare Hakai. Sono due opposti e solo uno di loro può sopravvivere…” disse Gadian. “Ora però, vi prego, eliminatemi! Se mi eliminate, Hakai non tornerà presto. Dovrà prima trovare un altro corpo adatto ad ospitarlo, e non sarà facile!”
    “Io…” fece Rexenet, guardando il Keyblade. “Io ero pronto ad eliminarti perché ero convinto che dentro di te ormai non ci fosse altro che caos… ma se tu sei ancora cosciente…”
    “Non abbiamo mai ucciso nessuno, se questo non si è dimostrato un pericolo… e tu da solo non sei pericoloso…” aggiunse Light.
    “Non potete lasciarmi vivo!” urlò Gadian. “Oramai sono macchiato anch’io delle colpe di Hakai! Merito di morire nel più atroce dei modi!”
    “Dicono che la tortura peggiore sia vivere.” Disse Marco.
    Gadian li guardò uno ad uno, per poi abbassare lo sguardo. “Allora vi chiedo questo: speditemi via, molto lontano da qui. In questo modo, Hakai non riuscirà a raggiungervi subito.”
    Rexenet guardò gli altri, che annuirono.
    “Va bene, ma ricordati questo: non arrenderti. Potresti essere tu a stabilire da che lato penderà l’ago della bilancia.” Disse, aprendo un varco dietro il ragazzo, facendo poi segno a Gidan di estrarre le lame dal suo corpo.
    Il ladro obbedì, ma non appena le ebbe tolte, Gadian urlò di dolore, portandosi le mani alla testa.
    “Sta tornando! Presto!” urlò, per poi prendere per il collo Pan. “Troppo tardi!” esclamò, mostrando un sorriso malvagio.
    “Maledizione!” fece Rexenet, cercando di attaccarlo.
    Purtroppo per loro, Hakai sparì nel varco, portandosi dietro la ragazzina.
     
     
    “Lasciami andare!” urlò Pan, scalciando inutilmente i piedi.
    “Come vuoi!” rispose il custode del caos, scaraventandola a terra.
    “Ahi! Lo sapevo! Stavi recitando prima, non è vero?”
    “Sbagliato. Prima era veramente Gadian che parlava. Il ragazzo a cui appartiene questo corpo. Ora, però, basta parlare di me!” disse, creando di fronte a sé una sfera rossa e nera.
    “Sai dove ci troviamo?” chiese alla ragazza.
    Lei si guardò intorno, vedendo un infinito spazio bianco. “No… Non ne ho idea…”
    “Ti ho portata sul confine tra l’esistenza e la non esistenza. Se dovessi venire sconfitta qui, spariresti per sempre. Non ci sarebbe possibilità di salvezza per te, nemmeno con le vostre amate sfere.”
    “Cosa?” chiese spaventata la Sayan, osservando la sfera di fronte a sé. “Non può essere…”
    “Però è così. Mi basterà dire a Goku che sei stata uccisa dai custodi per convincerlo ad eliminarli definitivamente. Perciò, addio, Pan.”
    Detto ciò, lanciò la sfera contro la ragazza, che mise le mani di fronte a sé, cercando di parare l’attacco.
     
     
    Dark e Hikari osservavano la sfera, che diventava sempre più grande.
    “Hikari… Sembra che la fortuna sia dalla nostra parte. Quell’attacco è il più potente a sua disposizione, ma per fortuna, gli impedisce di muoversi mentre lo prepara. Non è ancora al massimo, credi di riuscire a deviarlo verso lo spazio?”
    “Sì, credo di potercela fare.” Rispose lei.
    “Perfetto! Conto su di te!” disse il custode, per poi volare verso Goku, tenendo la mano destra dritta come se fosse una spada.
    “Questa follia è finita, Goku!” urlò, facendo apparire attorno alla mano una specie di lama bianca e nera, con la quale trafisse la fronte del Sayan.
    Per qualche secondo non successe niente, poi la sfera cominciò a cadere verso il suolo, mentre Goku tornava ad essere bambino e veniva preso al volo da Dark.
    “Ora Hikari!” urlò il custode.
    La ragazza non se lo fece dire due volte e creò diverse sfere di fuoco, che lanciò contro la Genkidama, spingendola lentamente nello spazio aperto, dove esplose senza provocare danni al pianeta.
    “Perfetto. E ora torniamo dagli altri.”
     
     
    Pan stava galleggiando nel vuoto.
    Attorno a lei c’era il nulla assoluto.
    “Sono morta?” si chiese.
    “Non ancora.” Rispose una voce. “Ma ho dovuto ingannare Hakai per farglielo credere e l’unico modo per farlo era di portarti qui.”
    “Chi sei?”
    “Non ha importanza. Prima di tutto, ti comunico che tuo nonno è sano e salvo. I custodi lo hanno liberato dalla maledizione che lo aveva colpito.”
    “Davvero? È fantastico!”
    “Ma ora… ho una domanda per te, Pan. Hai visto cosa sta succedendo nell’universo. Ormai, l’ordine stesso delle cose sta cedendo, e la luce ha bisogno di guerrieri. Accetteresti il compito di combattere per salvare il destino dell’universo?”
    “Cosa? Io? Ma mio nonno sarebbe più adatto…”
    “Goku purtroppo ha il difetto di non pensare troppo a qualcosa prima di farla. Tu invece sei un mix perfetto, e saresti un’ottima custode. La scelta, però, è solo tua.”
    Di fronte a Pan apparve un Keyblade argentato, privo di qualsiasi altro colore o segno di riconoscimento.
    “Beh, potrebbe essere interessante. In fondo, potrei diventare più forte.” Disse, prendendolo in mano.
    Immediatamente una linea dorata cominciò a circondare l’argento.
    “Ottima scelta.” Disse la voce, poco prima che una fortissima luce accecasse la mora.
     
     
    “Pan, svegliati!” la chiamò Goku.
    La ragazza riaprì gli occhi, ritrovandosi circondata da tutti. “C-Cos’è successo?”
    “Questo ce lo dovresti dire tu.” Fece Hikari. “Quando abbiamo portato qui Goku, ci hanno detto che Hakai ti aveva rapito. E pochi secondi dopo, sei sbucata fuori dal nulla, con in mano un Keyblade.”
    “Beh… Non lo so nemmeno io… Una voce mi ha chiesto se volevo contribuire a salvare l’universo, e io ho accettato, prendendo in mano quella chiave gigante…”
    “Quindi sei anche tu una custode ora.” concluse Dark.
    “Perfetto! Abbiamo anche una Sayan tra i custodi!” fece entusiasta Marco. “Ormai la guerra è già vinta!”
    “Nonno, temo di dover interrompere il viaggio con te e Trunks.” Disse Pan, rivolgendosi al bambino.
    “Non preoccuparti. Sono sicuro che Gohan e Videl capiranno.” Rispose lui, sorridendo.
    “Beh… Allora immagino di doverti restituire questa.” Esclamò Gidan, consegnando al Sayan la sfera. “Da quando l’ho presa, questo pianeta ha rischiato di venire distrutto più volte in pochi minuti… Meglio se la portate via!”
    “Grazie. E scusa ancora per il disturbo.” Disse Goku, prendendola.
    “Comunque nonno, io non sono preoccupata per il papà e la mamma… ma per la nonna. Non la prenderà bene quando lo saprà!”
    Di colpo il Sayan sbiancò.
    “Cavoli, è vero! Chichi non la prenderà per niente bene! Mi riempirà di padellate in testa!” esclamò, facendo scoppiare tutti a ridere.
     
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    Qualcosa mi dice che ti vanterai per molto tempo di essere stata l'unica a vedermi in volto XD (e fai bene XD)

    Ovvio che lo farò ù.ù *si vanta* Muahahahah!!!!! xD
    Comunque xD Complimenti per il capitolo, come sempre è pieno di colpi di scena e direi che con Goku di quarto livello che prepara l'energia sferica, sei riuscito a stupirmi per l'ennesima volta xD Bravissimo ù.ù
    Non vedo l'ora di leggere i prossimi capitoli per vedere che succede!!! >.<
     
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  9. Yusei Trek
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    Dopo questo Dark, hai la mia completa stima.
    Era dall'inizio che speravo in dragonball e sono stato soddisfatto, veramente complimenti.

    Comunque non credo di potermi considerare un recensore, direi piuttosto un lettore e basta, i miei commenti si limiteranno a opinioni sulla trama (che finora è stata esaltante).

    Aspetto con ansia il prossimo capitolo.
     
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    Morning Player

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    Per quanto io ami dragonball da anni e anni e anni e anni e anni, ti devo dire una cosa

    SPOILER (click to view)
    Pan Nooooooooooooooo !!!!!!!!!


    ma non era meglio gohan, vegeta, goten, trunks (che oltretutto ha già esperienza con la spada) ç_ç ????? Perchè proprio Pan ??????????????????????

    Comunque capitolo stupendo, me ne rallegro, colpi di scena superbi ed è apparso uno dei miei preferiti, Gidan, adesso posso anche morire *_*
     
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  11. francix94
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    FUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUCK YEAH!!!
    finalmente uno dei capitoli che aspettavo di più al mondo bellissimissimo, anche se devo dirti che sono d'accordo con armitrael :/ pan non la vedo come una custode boh sarà che ci sono troppi maschi nel gruppo o perché la scena alla "ragazza indifesa che poi acquista nuovi poteri per fare il culo a tutti"avrebbe fatto più scalpore (bravo francix bel sinonimo di "scena che hai scelto T_T)
    ah si ti devo dire che goku non può fare la genkidama in quello stato, massimo poteva essere al primo livello di super sayan!
    beh spero proprio che il prossimo capitolo si migliore :)
     
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    暗いロクサス92

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    E finalmente, ecco IL capitolo!
    Sì, IL capitolo, perché non saprei chiamare in altro modo questo mostro di 26 pagine XD.
    Beh, non voglio anticiparvi troppo, ma chiedo alle persone soggette ad infarti o a mancamente d'aria di provedere alla loro sicurezza, perché in questo capitolo non mancherà niente (e non sto scherzando XD)
    Con questo capitolo, non mi meraviglierei se mi contattase il Guiness World Records XD
    Prima di rispondere ai commenti, ringrazio Liberty89 per avermi fatto da betareader (e avermi aiutato parecchio nel sistemare questo capitolo XD), e poi la ringrazio nuovamente assieme a Ottoperotto (capirete il perché XD)
    E ora... alle recensioni!
    @ Liberty89: Beh, sai già cosa ti aspetta con questo capitolo XD. Anche se credo che con il prossimo cap, vi paralizzerò tutti per un buon mesetto XD
    @ Yusei Trek: Mi fa piacere che il capitolo ti sia piaciuto. E non preoccuparti, un recensore fa proprio quello, perciò tranquillo!
    @ Armitrael: Diciamo che è stata una scelta dettata dalle pari opportunità XD Cmq, no, non puoi morire! Devi prima leggere questo "piccolo" capitolo e poi chiedermi pietà XD
    @ francix94: Beh, spero che questo capitolo risulti di tuo gradimento. Anche perché dubito di aver scelto qualcosa che non vada bene a qualcuno XD (per Goku... beh, fa finta che sia un OU, ignorando la mia ignoranza XD)
    Ok, e ora, buona lettura!
    PS:
    Vediamo chi riesce a tenere conto del numero di eventi di questo capitolo XD

    Capitolo 53: La ladra e la fine del tabù - Torna all'indice dei capitoli
    “Maestro, la prego, mi lasci andare. Sono sicuro di poterli affrontare!” esclamò David, ricoperto di bende in diverse parti del corpo.
    “No. È troppo presto e in più non ti sei ancora ripreso del tutto dall'ultimo scontro.”
    “Ma di questo passo aumenteranno notevolmente di numero!”
    Xehanort sorrise.
    “Ed è proprio questo che voglio. Più custodi ci saranno, più grande sarà la guerra! I mondi stanno scomparendo uno a uno, e questo sta alterando la struttura stessa dell’universo.”
    “Capisco… Allora il nostro obiettivo è sempre più vicino…”
    “Tsk, che stupidaggini.” Commentò Xanxus. “Ad ogni modo, non importa: per me è sufficiente liberarmi di Sawada.”
    David si girò verso di lui.
    “Certo che tu hai ben poche ambizioni. Con il potere che otterremo, potremmo comandare sull’intero universo, e tu non pensi ad altro che a uccidere un insignificante moccioso?!”
    “Basta così. I vostri obiettivi sono più simili di quanto crediate.” Disse il Master, per poi lanciare una carta a David, che la prese al volo.
    “Quelle sono le istruzioni per la tua prossima missione. Cerca di rispettarle.”
    Il ragazzo lesse la carta, per poi metterla in tasca e aprire un varco.
    “Come desidera, Maestro.” Disse, scomparendo al suo interno.
     
     
    “Uhm… Non è un po’ strano come posto?” chiese Marco, guardandosi attorno.
    “Non saprei… ma ti dico solo che mi sa tanto di déjà-vu…” commentò Sora, osservando il grosso diamante che brillava di fronte a loro, dall’interno di una teca.
    “Speriamo solo che non salti fuori qualcuno tipo Lupin III… O almeno, qualcuno un po’ più delicato…” disse Kairi.
    “Non mi dirai che avete incontrato pure lui? Accidenti, certo che avete incontrato un bel po’ di personaggi…” fece Saiko, poco prima che un’ombra gli passasse sopra.
    “Uh? E ora cosa succede?” chiese Rexenet, guardando l’ombra, che atterrò tra loro e il diamante, rivelando così una figura femminile, con addosso un completo scuro da maga e con lunghi capelli dorati raccolti in una coda, e di cui una parte, grazie alla frangia, coprivano gli occhi.
    “E voi chi siete?” domandò la ragazza. “Alan era occupato con Rina e ha mandato voi?”
    “Alan? Rina? E chi sarebbero?”
    Sul volto della ragazza apparve un sorriso.
    “Quindi ne devo dedurre che siete dei ladri interessati a questo diamante. Peccato, ma ci sono prima io. Sapete, c’è una persona che lo rivuole indietro, e non mi piace far aspettare la gente.”
    “Da come ne parli, sembra quasi che fai del furto qualcosa di giusto.” Fece Dark.
    “Mi limito solo a restituirlo al legittimo proprietario. Niente di più.”
    “Non lo avrei mai detto…”
    “Beh, mi spiace per voi, ma sono costretta a mettervi a nanna. Spero non mi odierete per questo.”
    Detto questo, la maga girò una mano, facendo apparire un cilindro e una bacchetta, che poi sbatté l'uno contro l'altro.
    Prima che i custodi potessero fare qualcosa, dal cappello uscì del fumo, che riempì completamente la stanza.
    La ragazza si mise un fazzoletto davanti alla bocca per proteggersi dal suo stesso attacco.
    “E ora pensiamo al diamante!” disse, poco prima di venire investita da una folata di vento.
    La maga si girò subito, vedendo che il gas stava sparendo grazie ad un colpo di vento proveniente dal centro della stanza.
    “Cosa?” fece lei, per poi vedere Pan, con i capelli che restavano in aria e attorno alla quale il gas ruotava come se fosse in un ciclone, per poi sparire.
    “Accidenti… Dovremmo imparare tutti ad usare l’aurea come te Pan, sai? Ci tornerebbe parecchio utile!” disse Saiko.
    “Ti basterebbe imparare ad usare tutti e cinque i tipi di magia e saresti a posto.” Commentò Light, mentre la neo custode sorrideva, tirando fuori la lingua.
    “I miei complimenti. Siete i primi che riescono ad eludere i miei trucchi così facilmente e al primo colpo.” Fece la maga, per poi far apparire delle carte.
    “È inutile. I tuoi sono semplici trucchi, mentre noi non scherziamo.” Disse Dark, creando una sfera di fuoco.
    “Interessante. Vediamo quale tra le nostre illusioni avrà la meglio allora.”
    “Credi ancora che quella sfera sia finta? Dark, se fossi al tuo posto, gli dimostrerei che non è così.” Fece Rexenet.
    “Tu dici? E va bene…”
    Detto ciò, Dark lanciò la sfera verso il tetto.
    Pochi secondi dopo, l’esplosione investì tutti i presenti, distruggendo gran parte del tetto.
    La ladra fece uscire dal suo cilindro diversi palloncini gonfiabili, che la coprirono giusto in tempo per evitare che dei pezzi di cemento le cadessero addosso.
    “Visto?” chiese Dark, abbassando la mano. “Questa è vera magia.”
    “C-Come hai potuto distruggere questo posto solo per dimostrarlo?” chiese la ragazza, facendo scoppiare i palloncini.
    “Preferivi forse che usasse quella magia contro di te?” chiese Saiko. “Credimi, ti avrebbe fatto parecchio male.”
    “Tu… Saresti davvero capace di usare quel potere contro una persona?”
    “Se necessario, sì.”
    “SEYA!!!” urlò una voce, pochi instanti prima che la porta venisse sfondata da diversi poliziotti, seguiti da un ragazzo che indossava un completo nero elegante.
    “Si può sapere cos’hai combinato?” chiese lui rivolgendosi alla ragazza.
    “Io proprio nulla. Sono stati questi tipi a distruggere il tetto.” Rispose lei, per poi mostrare la mano, nella quale si vedeva chiaramente il diamante. “In compenso, grazie a loro sono riuscita a prendere questo, che ora restituirò al suo legittimo proprietario. Ci vediamo Alan!”
    Detto ciò, la ladra fece roteare il cilindro, dal quale uscirono altri palloncini che la sollevarono in volo.
    “Fermati Seya!” urlò Alan, cercando di salire sulle macerie per raggiungerla.
    “Beh, non è un po’ lenta come fuga?” chiese Dark, volando dietro a Seya.
    “Cosa? Ma tu stai volando!” fece lei.
    “Così pare… Allora, cosa dovrei fare? Farti andare via, o far scoppiare i tuoi amati palloncini?”
    La ragazza non si girò.
    “Se dovessi scegliere la seconda opzione… Rovineresti il sogno mio e di Alan.” Disse infine.
    “Sogno?”
    “Abbiamo promesso che sarà solo lui a catturarmi e a smascherarmi. Sono sicura che non ti perdonerebbe mai se dovessi essere tu a farlo.”
    “E tu credi che io abbia paura di un ragazzino?”
    “A te la scelta.”
    Dark rimase in silenzio, per poi aprire un varco, imitato subito da Hikari.
    “Andiamocene.” Disse, sparendo nel nulla assieme agli altri custodi.
    La ragazza non si girò, ma mentalmente ringraziò Dark per averla lasciata andare.
     
     
    “E così, questa volta Seya ha combinato un bel guaio, eh?” chiese un ragazzo, parlando con Alan.
    “Ti ho già detto che non è stata Seya! C’erano altri ragazzi, che però sono letteralmente scomparsi nel nulla. E non come fa Seya!” rispose lui.
    Dark sentì questo non appena uscì dal varco.
    Avevano deciso di dividersi per poter osservare meglio la situazione di quel mondo.
    “Conto su di te.” Disse il custode, apparentemente parlando all’aria.
    Sopra di lui, un falco sembrò annuire, per poi volare via.
    “E ora…” fece, mettendosi il cappuccio per celare il proprio volto. “Cerchiamo di scoprire qualcosa su questa Seya.”
    Senza perdere ulteriore tempo, si avvicinò lentamente al gruppo di Alan, rimanendo leggermente indietro.
    “Beh, ad ogni modo, alla fine il risultato è stato lo stesso di sempre: Seya che porta a termine il furto a te annunciato e tu che rimani con le mani vuote, senza essere nemmeno riuscito a vederla in volto!” rise uno dei ragazzi.
    “Vedrai che la prossima volta la prenderò! Dopotutto, io sono il solo che può farlo!”
    “Sì, lo dici tutte le volte.” Disse una voce femminile alle spalle di Dark, poco prima che venisse superato da due ragazze, che raggiunsero il gruppo di Alan.
    Una aveva dei lunghi capelli dorati lasciati liberi, mentre l’altra li aveva a caschetto ed erano castani. Entrambe indossavano una divisa scolastica viola.
    “Grazie tante Lisa! Sai sempre come sollevarmi il morale…” commentò il ragazzo. “Vorrei vedere te, al mio posto!”
    “Di sicuro l’avrei già presa, ma io non ho nessun interesse nel farlo.”
    Dark osservava la scena incuriosito.
    “Possibile…” disse a bassa voce.
    “Ehi, e tu chi sei?” chiese Lisa, girandosi verso di lui, facendolo così notare anche agli altri presenti. “Non sei della scuola, vero?”
    Dark non rispose subito.
    “No, infatti. Sono solo di passaggio.” Disse, cercando di rendere leggermente più profonda la sua voce, in modo che non potessero riconoscerla.
    “Un turista, eh?” fece Alan. “Spero che lei non sia venuto qui alla ricerca di Seya, perché in tal caso le dico già di lasciar perdere.”
    “Seya? E chi sarebbe?”
    “Non conosci Seya?” domandarono tutti insieme, increduli. “Ma da dove vieni, da un altro mondo?”
    “Beh, in un certo senso si può dire così… mi piace rimanere isolato.”
    “Ma secondo me tu sei più che isolato. Poi, conciato come sei, non mi è difficile crederlo…”
    “Come mi vesto è affare mio.”
    “Ad ogni modo, Seya è un ladra abilissima. Finora nessuno è ancora riuscito nemmeno a vederla in volto. E il nostro qui presente Alan è l’unico incaricato di indagare sul suo conto per poterla arrestare! E in più, non si sa il perché, Seya lo avvisa in anticipo di ogni suo colpo.” spiegò uno dei ragazzi.
    “Nonostante ciò, ancora non è riuscito a prenderla!” disse sorridendo Lisa.
    “Ma vedrai che presto leggerai sui giornali che ci sarò riuscito! E a quel punto per Seya non ci sarà altro che la prigione!”
    A Dark parve che per un secondo gli occhi di Lisa tremassero.
    “Capisco… Ma come fa a scappare ogni volta? Immagino che la polizia la circondi immediatamente, no?”
    “Sì, ma lei riesce sempre a fuggire. Poi stanotte è successa una cosa anormale…”
    “Cioè?”
    “Quando sono arrivato, ho sentito una forte esplosione che ha distrutto il tetto del museo, e quando l’ho raggiunta, l’ho trovata con dei ragazzi, che poi sono letteralmente scomparsi nel nulla. A essere sincero, per un momento mi è sembrato che uno di loro stesse volando… Ma è impossibile!”
    “Già…” disse Dark, per poi girarsi. “Grazie mille per le informazioni.”
    “Di niente… Ma ora cosa vuoi fare?” chiese la ragazza accanto a Lisa.
    “Chissà. Credo che per oggi rimarrò ancora in questa città, ma tutto dipenderà…”
    “Da che cosa?”
    “Da eventuali fattori esterni… E poi, mi piacerebbe incontrare questa Seya…”
    “Tranquillo, non succederà. Se fosse così facile, l’avrebbero presa da tempo.” Disse Lisa.
    “Ho i miei mezzi e aiuti per riuscirci, tranquilla.”
    “Cosa intendi dire? Sei forse in possesso di mezzi che mancano alla polizia?”
    “Chissà…”
    “Aspetta.” Lo fermò Alan.
    “Sì?”
    “Nel caso impossibile in cui tu dovessi avvicinarti a Seya, sappi che io sono il solo che può catturarla, chiaro?”
    “Non preoccuparti. Se solo lo volessi, a quest’ora avrei già scoperto la sua identità. Sebbene… dovrei seguire il sospetto per assicurarmene…” rispose il custode.
    “Come sarebbe a dire? Fino a pochi minuti fa non sapevi nemmeno chi era!”
    “E voi potete essere certi che io abbia detto la verità?”
    “Ci stai forse dicendo che stavi mentendo?” chiese Lisa.
    “Chissà…” disse Dark, cominciando ad allontanarsi.
    “Ehi, aspetta un secondo!” esclamò Alan, afferrando Dark per il cappuccio, facendoglielo così cadere sulle spalle.
    Dark si allontanò con un salto, rigirandosi immediatamente verso i ragazzi.
    “Ma tu sei quel tipo di stanotte!” urlò Alan. “Cosa ci fai qui?”
    “Raccolgo informazioni.”
    “Beh, ora verrai con me dalla polizia! I danni che tu e i tuoi amici avete causato sono piuttosto ingenti!”
    “Se è solo per i danni, posso riparare il tutto in pochi minuti. E poi, sono stato solo io, gli altri non c’entrano niente.”
    “E tu come avresti fatto a combinare tutti quei danni da solo in pochi secondi?” chiese Lisa, decisamente spaventata, guardando Dark con terrore.
    “Segreto professionale. Anche se in un certo senso, credo di essere come Seya. In fondo, ne ho combinate tante anch’io…” rispose il custode, girandosi e allontanandosi. “Non provate nemmeno a seguirmi. Ad ogni modo, sparirei prima che voi possiate anche solo avvicinarvi.”
    I ragazzi rimasero fermi, osservandolo andare via.
    “Ma chi è quel ragazzo?” chiese Alan.
    “Chiunque fosse, porta un gran peso dentro di sé.” Disse l’amica di Lisa.
     
    Dopo aver girovagato per ore, Dark si sedette su una panchina, chiudendo gli occhi per concedersi qualche minuto di riposo.
    ‘Disturbo?’ domandò Marco, atterrando al suo fianco.
    “Non preoccuparti, ho solo chiuso gli occhi, sono sveglio. Allora, scoperto qualcosa?”
    ‘Beh, pare che questa Seya sia piuttosto famosa in questa città. Una ladra che riesce in tutti i suoi colpi, che però sono finalizzati solo a riparare ad un torto subito da qualcuno. In più, sembra che prima di ogni suo colpo avverta un ragazzo che ha il compito di arrestarla, e che puntualmente fallisce nell'impresa.’
    “Capisco… Allora credo di essere stato più fortunato io. Probabilmente ho già scoperto chi è Seya. Almeno, la somiglianza è evidente, sebbene normalmente non ci scommetterei un soldo…”
    ‘Ma proprio per questo è una delle maggiori sospettate, vero?’
    “Bingo. Dovresti vederla facilmente, è entrata in quella scuola qualche ora fa, e ormai dovrebbe essere già uscita. Si chiama Lisa. Fammi sapere se scopri qualcosa in più.”
    ‘Va bene. Fortunatamente mi sono appena ritrasformato, altrimenti rischierei di superare il mio limite.’ Disse l’animorph, per poi volare via.
    “Lisa e Seya… Caratterialmente sembrerebbero una l’opposto dell’altra… ma in fondo, credo di essere stato l’unico idiota a mantenere lo stesso carattere anche quando andavo in giro di notte a salvare il mondo…” mormorò il custode.
    Qualche minuto dopo, un rumore lo distrasse dai suoi pensieri.
    “C'è qualche problema?” chiese una voce femminile, con una nota di apprensione.
    “No, nessun problema. Perché me lo chie- Oh…” disse Dark, aprendo un occhio e vedendo così di fronte a sé una giovane suora, che indossava un abito bianco.
    “M-Mi scusi.” Si affrettò a dire, stupito e sorpreso da quell'incontro. “Ignoravo che questo luogo fosse religioso, altrimenti non mi sarei permesso di mettermi a riposare.”
    “Non si preoccupi. È pur sempre un parco e dormire non è vietato, però come vede, sono riuscita a trovarla, anche se involontariamente.”
    “Uh? Cosa intende dire?”
    “Non mi ha riconosciuto, vero? Sono una delle ragazze che avete incontrato stamattina, quando avete discusso con Alan.”
    “Cosa? Ma non l’ho vista prima… Non sarà l’amica di Lisa, vero?”
    “Proprio così. Di mattina vado a scuola, ma poi mi dedico a rispettare la mia vocazione.”
    “Capisco… Allora, immagino voglia farmi delle domande, non è vero?”
    “Non ho potuto fare a meno di notare che dentro di voi c’è una grande tristezza. Cosa c’è che la turba così tanto?”
    “Primo, potrebbe smettere di darmi del lei?”
    “A condizione che lo faccia anche lei.”
    “E va bene… Comunque mi spiace deluderti, ma non c’è nulla che mi turba.”
    “Non sei bravo a mentire. Si vede chiaramente che stai soffrendo silenziosamente per qualcosa.”
    Dark non rispose.
    “Dimmi… Tu ci tieni a questo mondo, non è vero?” chiese il custode dopo qualche secondo.
    “Beh, come tutti. Perché, tu no?”
    “Non è questo il punto. Per me ormai tutto questo è normale, ma se io fossi il responsabile della fine di tutto ciò?”
    “Cosa intendi dire?”
    “Se ti dicessi che per colpa mia tutto quello che vedi, che conosci, potrebbe presto giungere alla sua fine? Cosa faresti?”
    “Personalmente, trovo impossibile che questo sia vero. Ma se così fosse, cercherei di scoprire il perché hai causato la fine di cui parli.”
    Dark si alzò, cominciando ad allontanarsi.
    “E io risponderei dicendoti che cercavo di salvare tutti e tutto.” confessò, andandosene.
    La ragazza rimase lì qualche minuto.
    “Ora puoi uscire.” Disse infine, per poi vedere la testa di Lisa sbucare fuori da un cespuglio.
    “Uff, temevo di non riuscire a resistere di più in quel cespuglio… Ad ogni modo, grazie mille, sei una vera amica!”
    “Di niente, però mi chiedo cosa intendesse dire con quelle frasi…”
    “Sarà stato un modo assurdo per dire che ha commesso qualche crimine.” Rispose Lisa, facendo apparire sulla sua mano una piccola nuvola di fumo, in mezzo alla quale apparve una piccola sfera di ferro. “Beh, stanotte cercherò di far luce su questo mistero. Se quel tipo è veramente sulle mie tracce, allora non si lascerà sfuggire il mio prossimo furto, no?”
    “Non faresti meglio a fare attenzione? Mi hai detto tu stessa che quel ragazzo non è normale… Usa magia vera, no?”
    “No, impossibile. Sappiamo entrambe che la magia non consiste in nient’altro che illusioni. Solo, diciamo che è piuttosto bravo. Ma gliela farò vedere io! Anzi, sarà Seya a fargli rimangiare tutto!” disse, per poi correre via, lasciando l’amica con un sorrisetto arrendevole stampato in volto.
    Sopra di loro, Marco aveva osservato l’intera scena.
    ‘Cavolo! Dark ha indovinato! Devo volare ad avvisarlo!’
     
    “Ehi, tu!” urlò Alan, sorprendendo Dark alle spalle. “Finalmente ti ho ritrovato!”
    “Accidenti, vi ho proprio sottovalutati. Sei già il secondo che mi trova…” commentò il custode.
    “Il secondo?”
    “Anche l’amica di Lisa mi ha trovato. Solo che lei mi ha sorpreso, dato che non mi sarei mai aspettato che fosse una suora…”
    “Beh, in effetti posso capirti… Ad ogni modo, ora devi darmi qualche spiegazione! Il tetto del museo è tornato uguale identico a prima, com’è possibile?”
    “Chissà… Magari è stato un colpo di magia, no?”
    “Non prendermi in giro, la magia non esiste!”
    “Ne sei sicuro?”
    “Sicurissimo!”
    “Molto bene allora…” disse il custode, battendo le mani e appoggiandole a terra.
    Immediatamente, dal terreno cominciò a crearsi una sfera di terra, che infine scivolò fino ai piedi di Alan.
    “Ecco fatto. In effetti non è vera e propria magia, ma semplice alchimia.”
    “N-Non è possibile…” fece Alan, prendendo il globo in mano per verificare che fosse vero. “Inaudito…”
    Ma i due vennero distratti dal verso di un falco, che stava volando sopra di loro.
    “Un falco?” disse Alan. “Strano, da queste parti non se ne vedono molti…”
    Dark invece sorrise non appena sentì il rapporto.
    “Mi dispiace Alan.” Disse infine. “Ma sembra che sia riuscito nella mia impresa. Ho scoperto chi è Seya.”
    Alan si girò subito verso di lui. “Cos’hai detto?” domandò incredulo.
    “Sto dicendo che le mie fonti hanno scoperto la vera identità di Seya. O meglio, hanno confermato i miei sospetti. Vuoi sapere chi è?”
    Ma prima che Alan potesse rispondere, sopra di lui ci fu una piccola esplosione, e una serie di coriandoli cominciarono a cadergli addosso, assieme ad un bigliettino.
    Caro Alan,
    stasera ho intenzione di rubare la verità
    dell’individuo apparso la scorsa notte
    tua Seya
    “È uno scherzo…” fece Alan, rileggendo il bigliettino più volte.
    “Umh… Quindi vorrebbe rubarmi la verità?” chiese Dark, per poi scoppiare a ridere. “Mi senti, Seya? So che sei qui vicino. Accetto la tua sfida, voglio proprio vedere come riuscirai in questa impresa!” disse. “Ma sappi che se fallirai, rivelerò a tutti la tua vera identità. E il primo sarà proprio Alan.”
    “No!” disse lui. “Tu non farai nulla di tutto questo! Sarò io da solo a scoprirlo, non voglio interferenze!”
    Dark lo guardò, per poi alzare le spalle. “Come vuoi. Quindi immagino che non riuscirò a levarti dai piedi, vero?” domandò il custode, sospirando. “Accidenti, era più facile quando andavo in giro di notte e nessuno mi vedeva… Sono durato più di dieci anni…”
    “Vuoi forse dire che sei anche tu un ladro?”
    “Certo che no. Solo, per uno che ha passato la mia infanzia, credimi, si arrivano a fare cose impossibili per gli altri…”
    “Cosa intendi dire?”
    “Sarebbe inutile spiegartelo, e poi-”
    “Qualcuno mi sente?”
    Dark e Alan spalancarono gli occhi assieme.
    “Chi parla?” chiese Alan, guardandosi attorno, senza però vedere nessuno.
    “Quella voce… Sembrava provenire da lontano…” fece il custode, guardando in alto. “Da un posto remoto…”
    “Tu nei sai qualcosa?” chiese il ragazzo.
    “No, niente.”
    “Allora dev’essere Seya che prova a distrarci!”
    “No. Quella voce non era opera di Seya. È qualcosa di più profondo… Ad ogni modo, ti avverto: io stasera svelerò la vera identità di Seya, che tu lo voglia o no.”
    “Non te lo permetterò! Solo io ho questo diritto!”
    “Ah, quindi sei riuscito a ritrovarlo!” disse una voce dietro di loro, anticipando l’arrivo di Lisa.
    “Lisa! Dov’eri finita?”
    “Scusami, mi sono fermata a parlare e ho perso tempo.” Rispose lei, senza guardare Dark.
    “Seya ha appena annunciato il suo prossimo colpo.” Disse lui, costringendola a voltarsi.
    “D-Davvero?”
    “Già. Sostiene di essere in grado di scoprire i miei segreti… Questa Seya dev’essere davvero stupida…”
    “Non è vero!” esclamò Alan, stringendo i pugni. “Guarda, sarei quasi tentato di lasciarla fare, ma il mio compito ha la priorità. Ma tu come persona mi disgusti. Sembra quasi che tu sappia tutto!”
    Dark socchiuse gli occhi.
    “Forse. Ma se per qualche motivo Seya dovesse riuscire nel suo furto, allora vedremo se le tue idee rimarranno le stesse.”
    “Cos’hai fatto di così grave da non poterti perdonare?” chiese Lisa.
    Dark non rispose e si limitò ad allontanarsi. “Ci vediamo stasera. Mi troverete al museo di ieri notte. Bye bye.” Disse, sparendo in un varco oscuro.
    “Maledizione! Un altro tipo odioso che devo proteggere! Certo che Seya potrebbe scegliere persone un po’ meno scontrose!”
    Ma Lisa non lo stava ascoltando.
    ‘Possibile che… abbia scoperto veramente tutto?’ pensò.
     
     
    Dark era seduto sul tetto del museo, con gli occhi chiusi.
    Il vento gli muoveva i capelli, ma non sembrava dargli fastidio.
    ‘Quella voce… Chi poteva essere? Eppure mi sembrava in qualche modo famigliare… Possibile che sia qualcuno che conosco?’ si chiese, per poi aprire gli occhi.
    “Mi stavo appunto chiedendo quanto ci avresti messo ad arrivare… Seya…” disse senza girarsi, mentre la ladra atterrava dietro di lui, lasciando volare via i palloncini che aveva appena usato.
    “Però, sei molto abile. Ti sei accorto del mio arrivo senza nemmeno girarti. I miei complimenti.”
    “Anch’io come te viaggiavo spesso per i tetti della mia città. Sebbene lo facessi con l’unico scopo di difenderla. E devo dire che ci sono riuscito per più di dieci anni.”
    “Devo dedurne che non approvi quello che faccio?”
    “Da quel che ho capito, rubi solo a chi ha rubato e per poter restituire l’oggetto in questione al legittimo proprietario. In un certo senso, rubando fai giustizia. E poi, io sono l’ultima persona che può farti la predica. Qualcosa l'hai già sentito oggi, mentre origliavi nascosta in quel cespuglio.”
    “Cosa? Come fai a saperlo?”
    Ma prima che potesse ottenere la risposta, sopra di loro si sentì il verso di un falco, che atterrò a fianco di Dark.
    “Un… falco?” chiese sorpresa Seya.
    “Non esattamente…” rispose il custode, mentre il volatile aumentava di dimensioni, perdendo le piume.
    Pochi secondi dopo, al posto del falco c’era Marco.
    “Cavoli, ancora un po’ e avrei superato il mio limite…” disse, sgranchendosi le braccia.
    “I-Impossibile!” fece Seya spaventata, indietreggiando. “C-Come hai fatto?”
    “Un mio piccolo potere.” Rispose l’animorph. “Niente a che vedere con la magia ovviamente. Solo tecnologia.”
    “Come vedi, Seya, è stato grazie a Marco che ho scoperto che mi stavi spiando. Hai mandato la tua amica per farmi parlare, ma non hai capito granché di quello che dicevo. Perciò hai poi ripiegato su questa messinscena. Purtroppo per te, Marco ha visto tutto, mia cara Lisa.”
    I due custodi sentirono la ladra deglutire.
    “Lisa? Non so di chi stiate parlando…”
    “Basta fingere.” Disse Rexenet, uscendo da un varco oscuro dietro di lei, assieme agli altri custodi, che la circondarono.
    “Cosa volete da me?”
    “Diciamo che ti stiamo usando come esca. Tu sei senza dubbio una parte importante di questo mondo, e per questo sei in pericolo.”
    “Pericolo? Cosa volete dire? E cosa intendete dire con ‘di questo mondo’?”
    “Prima aspettiamo che arrivi anche il tuo caro detective.” Disse Light. “Dopodiché vi spiegheremo tutto quanto.”
    “E sembra che non dovremmo aspettare molto. È appena arrivato.” Fece Sora, indicando Alan, che aveva appena finito di arrampicarsi sul tetto.
    “Lasciatela… lasciatela andare…” disse, riprendendo fiato.
    “Scappa Alan!” urlò Seya. “Non c’è da scherzare con questi tipi!”
    “Cavoli, parli di noi come se fossimo dei criminali.” Disse Riku.
    “Beh, in effetti finora non ci siamo comportati proprio bene…” fece notare Tsuna.
    “Ok, ora che sono tutti e due qui possiamo pure lasciarla libera.” Disse Dark, per poi dirigersi verso Alan. “Non preoccuparti, non abbiamo intenzione di rivelarti chi è Seya. Ti lasceremo nel dubbio finché non lo scoprirai da solo. Ma dovevamo far sì che tutti e due foste qui stasera.”
    “Perché?”
    “Come forse avrete capito, non siamo di qui. E non indentiamo come città o nazione, ma proprio come pianeta. Siamo arrivati qui affrontando un esercito che ha come obiettivo la distruzione dell’universo.”
    “Cosa? E vi aspettate che crediamo a una storia simile?”
    “Liberi di non farlo, ma sappiate che in questo momento, voi due avete alle costole quell’esercito, o meglio, la parte mandata qui.”
    “Davvero? Strano, ma non mi sembra di vederlo da nessuna parte.”
    “Perché agisce nelle tenebre, dato che ad esso appartiene. Se vi girate, lo vedrete.” Rispose Hikari, evocando assieme agli altri il Keyblade.
    “Cosa?” fece Seya, girandosi assieme ad Alan.
    Di fronte a loro si trovavano centinaia di Heartless, che si stavano muovendo lentamente verso di loro.
    “Il vostro cuore è particolarmente forte e quelle creature ne sono attirate.” Spiegò Dark, creando una sfera di fuoco. “Non appena li avremo eliminati vi spiegheremo tutto meglio.”
    Ma prima che potesse fare qualcosa, una luce apparve in mezzo all’esercito di Heartless, facendoli scomparire nel nulla.
    “Cosa?!” dissero assieme gli altri custodi, mentre Dark guardava quello spettacolo con gli occhi spalancati.
    “Finalmente ci siamo riusciti.” Disse una voce, mentre davanti a ciascuno di loro appariva l’ologramma di una donna dai capelli blu.
    “Aqua?!” esclamarono assieme Hikari, Kairi e Tsuna, mentre i custodi rimanenti guardarono sorpresi l’immagine, come stavano facendo anche Seya e Alan.
    “Mi rivolgo a tutte le persone dell’universo. Il mio nome è Aqua e sono una Master del Keyblade.”
     
    ******
     
    “Come starete costatando in questo momento, non sono un’allucinazione. Vi sto parlando da un mondo remoto, collegato a tutti i vostri.”
    “E questa qui chi è?” chiese Naruto, osservando assieme a Sakura la donna. “E come mai parla del Keyblade?”
    “Questo non lascia presagire nulla di buono… L’ultima volta che abbiamo avuto a che fare con dei Keyblade ci siamo ritrovati coinvolti in uno scontro epocale…”
    “Keyblade? Di cosa si tratta?” chiese un uomo dai capelli argentati che si trovava al loro fianco.
    “Si ricorda quando siamo spariti per qualche giorno?”
    “Certo.”
    “Eravamo stati convocati in un altro mondo, per disputare un torneo. Ed è lì che abbiamo affrontato dei ragazzi che erano in possesso di quell’arma… Il loro potere era inimmaginabile…” rispose Naruto.
    “Soprattutto uno di loro, che alla fine si è sacrificato per salvarci tutti quanti…”
     
    ******
     
    “Sì, avete capito bene. Il vostro mondo non è unico. Ci sono tanti mondi quante stelle in cielo e ognuno di essi è isolato dagli altri!”
    “Prendi questo!” urlò un ragazzo che indossava un kimono rosso e aveva dei capelli bianchi, cercando di tagliare a metà la custode con un’enorme spada, senza però riuscirci.
    “Inuyasha, calmati!” gli urlò una ragazza al suo fianco.
    “Ma Kagome, questo demone non vuole morire! E per di più non sembra nemmeno vederci!”
    “Questo perché non è un demone.” Disse un monaco, avvicinandosi.
    “Sembra davvero di un altro mondo…” aggiunse una ragazza, che aveva sulla schiena un grosso boomerang.
    “Per me ha ragione Inuyasha. È apparsa dal nulla…” commentò un bambino, che aveva una coda da volpe.
    “Qualcosa mi dice che sta per succedere qualcosa di grave… Forse più grave di Naraku stesso…” disse Kagome.
     
    ******
     
    “In questo momento vi starete chiedendo come sia possibile che non lo siate venuti a sapere fino ad oggi, e la risposta è il fatto che questa scelta è stata presa per preservare ogni singolo mondo, per impedire che si ripetesse l’evento che li ha creati.”
    Attorno all’ologramma di Aqua c’erano nove persone.
    “Non credo di avere capito bene…” fece uno con una maglietta rossa e un capello di paglia.
    “Neppure io… Ma sembra stia parlando di qualcosa d’importante…” disse un altro dai capelli verdi con una bandana nera, e tre spade appese al fianco.
    “È così bella!!!” commentò un ragazzo vestito di nero e dai capelli biondi, con gli occhi fuori dalle orbite che avevano preso la forma di cuore.
    “Non sembra stare molto bene…” commentò una piccola renna che stava in piedi sulle zampe posteriori, con un cilindro rosa in testa.
    “Umh… Chissà se possiede qualche tesoro…” si chiese una ragazza dai capelli arancioni.
    “Mi chiedo cosa intenda dire con ‘Master del Keyblade’…” disse uno con un grosso naso e un paio di occhiali da aviatore sulla fronte.
    “Piuttosto mi chiedo come sia possibile che ci stia parlando. Dev’essere in possesso di qualche tecnologia a noi sconosciuta!” disse un grosso uomo, che indossava solo un paio di slip e una camicia hawaiana a maniche corte.
    “Dev’essere a conoscenza di importanti segreti…” fece una donna dai capelli neri.
    “I miei occhi si sarebbero sgranati a questa visione… Peccato che non ho più gli occhi! Yohohoho!!!” disse uno scheletro, con dei nerissimi capelli afro che era impegnato a suonare un violino.
     
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    “Sto parlando della guerra del Keyblade. La guerra che diede vita all’universo come lo conosciamo oggi! Una guerra di dimensioni inaudite, peggiore di qualunque altra possiate anche solo immaginare!”
    Una ragazza con un cannone attaccato al braccio sinistro osservava in silenzio l’ologramma della custode. Indossava un lungo maglione blu con una stella bianca sulla schiena, i suoi capelli erano del medesimo colore con due lunghe ciocche che cadevano ai lati e i suoi occhi erano di puro azzurro, e dall’occhio sinistro usciva una specie di fumo azzurro.
     
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    “In questo momento mi trovo in un posto da cui non posso andarmene. Ma sono comunque venuta  a conoscenza delle ultime novità dell’universo. E la situazione non è buona.”
    “Allora, sei riuscito ad eliminare quel virus?” chiese un ragazzo rivolto ad un piccolo televisore che teneva in mano, al cui interno si vedeva un altro ragazzo, che indossava una tuta blu e aveva al posto del braccio destro un piccolo cannone, con il quale stava cercando di colpire l’ologramma di Aqua, che era apparso al suo fianco.
    “Niente da fare Lan. I miei colpi non hanno effetto. E sembra che non stia succedendo solo qui. Mi sono connesso alla rete, e tutti i Navi del mondo stanno riscontrando lo stesso problema.”
    “Stai dicendo che non è un virus di cattivo gusto?!”
     
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    “Per questo sono giunta a questa conclusione. È giunto il momento che tutti sappiano la verità. In qualità di ultima Master rimasta in vita, me ne prendo la piena responsabilità. Da questo momento in avanti basta segreti, basta tabù.”
    Terra e Ventus stavano ascoltando in silenzio la loro amica.
    “Ottimo lavoro, Aqua. Sapevo di poter contare su di te.” Disse una voce da dentro Terra.
    “Terra? Cosa succede?” chiese Ventus.
    “Non preoccuparti, Ven. Era solo una nostra vecchia conoscenza che esprimeva la sua gioia per una scelta fatta anni or sono, e con la quale sono perfettamente d’accordo.” Rispose il custode.
    “Aspetta… Mi stai dicendo che…?”
     
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    “Per colpa di un traditore, il cui nome è Xehanort, l’universo è entrato nel suo periodo più buio. Xehanort ha dato il via a una seconda guerra del Keyblade!”
    “Xehanort? Già il nome non mi piace…” disse un essere che ricordava un piccolo drago rosso, con la fronte a forma di V e un paio di cuffie sulle orecchie.
    “Concordo Shoutmon. La cosa non mi piace per niente.”
    “Cavoli… E dire che non abbiamo ancora vinto la guerra qui…” fece un altro ragazzo, scivolando disperato a terra con vistose lacrime agli occhi.
    “Suvvia Zenjirou, non fare così. Vedrai che risolveremo tutto quanto. E poi lo sai, non posso voltare le spalle a chi ha bisogno!”
    “Ed ecco la solita pessima abitudine di Taiki… Sob…” fece una ragazzina dai capelli rossi.
    “Beh Akari, è la mia natura. Non posso farci niente.” Disse Taiki, sorridendo.
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    “Interessante… Potrebbe essere un occasione per guadagnare ulteriore oscurità…” disse un enorme armatura nera. “Che ne dici, Yuu?”
    Un ragazzino dai capelli biondi dietro di lui sorrise.
    “Già. Veramente interessante…”
     
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    “Questo significa che tutti i mondi sono in pericolo. Nessuno può ritenersi al sicuro.”
    “Oh, no…” fece una ragazza dai capelli blu, mettendosi una mano in faccia.
    “Che succede Chidori?” chiese una ragazza vicino a lei.
    “Ha detto l’unica cosa che non doveva dire mentre parla a tutti quanti…”
    “Cioè?”
    “Ma è ovvio! Ora quello psicopatico di -”
    La ragazza, però, venne interrotta da un'esplosione di fronte a lei, che fece saltare tutti i vetri della scuola in cui si trovavano.
    “…Sousuke…” concluse, osservando il devastante e purtroppo, abituale scenario che si mostrava ai suoi occhi.
    “Strano…” fece un ragazzo, emergendo dalla nuvola di fumo e osservando l’ologramma di Aqua. “L’esplosione dev’essere stata poco potente… Forse dovrei riprovarci…”
    “Non provarci nemmeno!” urlò Chidori, dandogli un calcio e spedendolo nuovamente in mezzo alle macerie.
     
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    “Neppure avere un intero esercito dotato di armi di enorme potenza potrà salvarvi dalla minaccia incombente.”
    “Beh, l’unica nota positiva è che Dewey stavolta non potrà usare tutto ciò a suo favore…” disse un uomo dai capelli grigi, osservando l’ologramma, mentre poco dietro di lui, un ragazzo dai capelli castani, assieme ad una ragazza dai capelli azzurri, guardavano con timore la custode, tenendosi per mano.
    “Renton… Cosa succederà ora?” chiese la ragazza.
    “Non lo so… Ma qualunque cosa avverrà, io rimarrò sempre al tuo fianco, tranquilla!”
     
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    “L'esercito di Xehanort va oltre la vostra immaginazione. Miliardi di creature indistruttibili sono a sua disposizione.”
    “Fantastico… nient’altro?” chiese un’enorme tartaruga, con una bandana rossa che gli copriva la parte attorno agli occhi, come una maschera.
    “Beh, per lo meno Shredder non potrà disporre di un secondo esercito…” rispose un’altra tartaruga, anch’essa con una maschera, ma di colore blu.
    “Più che altro mi chiedo come stia facendo quest’umana a parlare a così tante persone insieme… Dev’essere in possesso di qualche tecnologia potentissima!” Fece un’altra, con la maschera viola.
    “Per quel che mi riguarda, io direi di prenderci una pizza e di aspettare che arrivi quest’esercito e sistemarlo.” Disse infine una quarta tartaruga, con la maschera arancione.
    “Michelangelo!” urlarono le altre tre.
     
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    “L'unica arma che può distruggerle... è il Keyblade!” detto ciò, Aqua evocò il Keyblade, mostrandolo chiaramente.
    “Cavoli, quella sì che è una chiave!” commentò un ragazzo dai capelli rosa, sputando fuori una fiammella di fuoco. “Che razza di spirito potrà evocare, Lucy?”
    “Non saprei… finora le uniche chiavi magiche di cui ero a conoscenza erano come queste…” rispose una ragazza dai capelli biondi, tirando fuori un mazzo di chiavi, le quali erano o argentate o dorate. “Non avevo mai sentito nominare questo ‘Keyblade’…”
    “Aye!” fece un gatto, facendosi spuntare un paio di ali bianche e volando a fianco del ragazzo dai capelli rosa. “Natsu, deve trattarsi di qualcosa di molto potente, se può far fuori un intero esercito! Chissà, magari è utile anche per prendere del pesce…”
    “Sempre a pensare a quello, eh?” commentò sconsolata Lucy.
    “Happy ha ragione. Sono tutto infuocato all’idea di poter affrontare qualcuno così forte!”
     
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    “Quest'arma leggendaria è unica nel suo genere. E ogni mondo ha due persone in grado di evocarla.”
    “Evocarla? Quindi è come le ombre?” domandò un bambino dai capelli neri spettinati, con una maglietta nera e dei pantaloni gialli.
    “No, credo funzioni diversamente… Anche se non ho idea di come…” rispose una ragazza dai lunghi capelli argentati, con una bandana con disegnato sopra un teschio, che le copriva la testa.
    “Ho una brutta sensazione…” disse una bambina, dai capelli castani che indossava un completo rosa.
    “Tsk. Che si facciano avanti. Li eliminerò come eliminerò Nene.”
     
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    “Una potrà evocare il Keyblade della luce. L'altra... verrà scelta per usare il Keyblade delle tenebre.”
    Jessie osservava l’ologramma, che illuminava l’oscurità della notte.
    “Quindi… io da che parte verrò chiamata?” chiese, guardando giù dal campanile decine di persone intente anche loro ad ascoltare le nefaste parole di quell'ologramma apparso all'improvviso.
    Fu distratta dai suoi pensieri dalla vibrazione del suo cellulare, così lo pescò dalla tasca destra dei jeans e senza neanche controllare chi fosse lo portò sotto il cappuccio e vicino all'orecchio.
    “Dimmi.” disse, sapendo già chi gli avrebbe risposto.
    “Jessie cosa significa tutto questo?” domandò Andrea, con voce preoccupata.
    “Non ne sono molto sicura, ma temo che presto verrò chiamata anch’io a combattere questa cosiddetta ‘Guerra del Keyblade’… Solo, vorrei sapere da quale parte…” rispose, senza distogliere lo sguardo dall'immagine della Master.
    “Sono sicura che andrà tutto bene e che te la caverai senza problemi!” cercò di incoraggiarla, mettendo da parte la propria ansia.
    “Lo spero…” replicò Jessie con un sospiro. “Ora dovrò fronteggiare tutte le persone che cercheranno di trovare i custodi di questo mondo… Senza considerare che grazie a questo ologramma scoppierà il panico. Sta praticamente annunciando la fine dell’universo… L’oscurità ne approfitterà sicuramente…”
    “Beh, finché ci saranno custodi come te e quei ragazzi dell’altra volta, non succederà! E ricordati che sei tu a scegliere da che parte combattere!”
    Jessie sorrise con gratitudine alle parole dell'amica di sempre, per poi annuire.
    “Sì… Hai ragione.”
     
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    “La scelta di questi custodi potrebbe essere determinante per il fato dell'universo.”
    “Bene…” disse un uomo, estraendo un pugnale dal petto di una persona a terra. “Non bastavano demoni e angeli, vero?”
    “Non vorrei fare l’uccello del malaugurio, ma qualcosa mi dice che ciò di cui sta parlando potrebbe risultare anche peggiore di tutto ciò che abbiamo affrontato finora…” rispose un altro tipo, mettendo in una macchina un fucile.
     
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    “Ma non dovete lasciare che il panico si impossessi dei vostri cuori.”
    “T-Temo s-sia troppo t-tardi!” balbettò un cane, saltando in braccio ad un ragazzo affianco a lui.
    “C-Concordo in pieno! Non potevano organizzare un’abbuffata universale piuttosto di una guerra?”
    “Ma possibile che voi due non pensiate ad altro che al cibo?” chiese una ragazza con un paio di spessi occhiali dalla montatura nera.
    “Beh, ora dovremo mangiare sempre come se fosse il nostro ultimo pasto!”
     
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    “Se ciò dovesse accadere, per voi non ci sarebbe più scampo.”
    “Kowalski, opzioni!” ordinò Skipper.
    “Beh, diciamo che ce ne sono parecchie…”
    “Elencale tutte!”
    “La prima è che questo sofisticato ologramma sia solo una nostra illusione collettiva, ma tenderei ad escludere tale opzione.”
    “E perché?” chiese Soldato.
    “Beh…” rispose Kowalski, accedendo il televisore e mostrando un telegiornale dove veniva mostrata una piazza piena di persone, ognuna intenta ad osservare l’ologramma. “Per quanto possa essere verosimile come allucinazione, non credo possa colpire tutti gli esseri viventi del mondo.”
    “Giusto. La seconda?”
    “Beh, la seconda è che potrebbe essere un elaborato complotto di Blowhole per farci cadere vittima del panico.”
    “Umh… no, è troppo anche per lui…”
    “Terza opzione: potrebbe essere un segnale del nostro pianeta per dirci di diminuire l’inquinamento… o di mettere a freno la furia di Rico…”
    “Umh… Opzione interessante…”
    “E se tutto quello che avesse detto fosse vero? In fondo abbiamo già incontrato delle persone che avevano quella chiave…” intervenne Soldato.
    “Soldato, quante volte te lo devo dire? Solo teorie possibili, non che vanno oltre la pinguina immaginazione!”
    “Scusami Skipper, non riesco a stare zitto…”
     
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    “Nonostante tutto questo, ho comunque una buona notizia per voi.”
    “Meno male. Stavo seriamente cominciando a pensare di prendere quest’ologramma a pugni!” fece un ragazzo dalla maglietta bianca con sopra una giacchetta arancione.
    “Ben detto Aniki!” fece un piccolo dinosauro arancione.
    “Di male in peggio… possibile che quei due non facciano altro che pensare a fare a pugni con chiunque?” fece una ragazza dai capelli rossi che indossava una maglietta rosa.
    “Beh, è il loro modo per esprimere sorpresa, Yoshino…” fece una voce proveniente da un cellulare che teneva in mano.
     
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    “In questo momento, ci sono almeno undici custodi che, sono sicura, stiano viaggiando per l'universo...”
    “Beh, dopo averli visti in azione, posso direi che è una consolazione.” Fece Edward, rivolgendosi a due grossi uomini dietro di lui e a Ling.
    “Sono così forti questi custodi?” chiese uno dei due.
    “Beh, sono sicuro che se dovessero venire qui, sconfiggerebbero in due secondi il Padre.”
    “Tsk. Non credo sia possibile.” Fece Ling, con una voce diversa dal solito.
    “Greed, dovresti chiedere a Ling. Anche lui ha incontrato dei custodi, e sa di cosa sono capaci.”
    “Concoldo! Elano potentissimi, oltle ogni immaginazione! Soplatutto quel tipo con gli occhi stlani…” rispose lui, usando il suo tono di voce normale.
    “Purtroppo lui non c’è più… Io e Al l’abbiamo visto finire disintegrato nel nulla…” fece Ed, per poi guardare il cielo. “Temo proprio che ce la dovremmo cavare da soli… Almeno con il Padre…”
     
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    “...ma non escludo che ora siano aumentati di numero.”
    “Questo significa che possiamo essere salvati?” chiese una ragazza dai capelli rossi.
    “Bah… Non ho di certo bisogno di undici buoni a nulla per poter proteggere mia moglie…” gli rispose un ragazzo dai capelli argentati, che indossava uno strano completo, che si concludeva con uno strambo capello, sul quale erano appoggiati un paio di occhiali da aviatore.
    “Inoltre, chi vuoi che ci venga a cercare nello stomaco di un drago?”
    “Considerando l’ingresso teatrale che hai fatto per portare via Emma, direi che non è più un segreto dove vivi…” fece un gatto nero lì vicino.
     
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    “Purtroppo non sono in grado di dirvi chi sono.”
    “Non importa…” disse Biancaneve.
    “Già. In fondo, li abbiamo incontrati quasi tutti.” Commentò Cenerentola.
    “Speriamo solo che riescano a salvare i mondi…” fece Belle. “Non voglio che proprio ora che l’incantesimo si è sciolto, finisca tutto.”
    “Vedrai che non avranno problemi. Sora è il custode scelto per questo compito, sono sicura che riuscirà ad impedire la fine, come ha già fatto.” La tranquillizzò Jasmine.
    “Giusto. Dobbiamo avere fiducia in lui e negli altri custodi!” esclamò Alice.
    “Sora, Riku, Kairi… E tutti gli altri. Il destino dell’universo è nelle loro mani.” Disse Aurora, mentre tutte e sei voltavano lo sguardo verso il cielo.
     
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    “Ne conosco solo alcuni, e credo sia meglio che rimangano nell'anonimato.”
    “Beh, sembra che questi custodi abbiano qualcosa in comune con noi guardiani…” fece un papero con addosso una tuta nera e una maschera attorno agli occhi, rivolgendosi ad una sfera verde all’interno della quale si poteva vedere la testa di un altro papero, che era proiettata da uno strano scudo attorno al braccio destro.
    “Già… Sebbene nemmeno il consiglio sia ancora riuscito a trovare nessuna informazione su questi Custodi e su questo Keyblade…”
    “Mi stai dicendo che siamo di fronte a qualcosa che neppure un consiglio millenario conosce?”
    “Non solo il consiglio. Pare che nessuno tra i pianeti con cui siamo in contatto sia a conoscenza di ciò…”
     
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    “Non è possibile misurare la loro forza, perché essa deriva dai loro cuori.”
    “Beh, per lo meno non dovrà essere il solito uomo ragno di quartiere a dover risolvere il problema…” disse una persona, che indossava una tuta rossa e blu con tatuato sul petto un ragno nero, e che indossava una maschera integrale attorno alla testa, mentre era tranquillamente appoggiata coi piedi sui vetri di un grattacielo.
    “Brutto pasticcio, vero Spidey?” fece una persona che indossava un camice bianco, da dentro la finestra.
    “Beh, non facciamo in tempo a battere un nemico che spunta fuori un esercito invincibile… Non la trovi monotona come vita, Reed? A proposito, mi puoi passare dell’acqua per piacere?”
    L’uomo prima di rispondere allungò letteralmente un braccio verso l’altro, porgendoli una bottiglia d’acqua.
    “Beh, ormai ci siamo abituati. Ad ogni modo, quella ragazza dev’essere simile a noi… Sta comunicando con miliardi di persone in contemporanea senza usare alcuno strumento… Sbalorditivo…”
    “Beh, se quello che dice è vero, temo che usare il termine ‘miliardi’ sia restrittivo…”
     
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    “E, suona un po' buffo, con la loro magia possono risolvere qualsiasi problema.”
    “Lo sapevo! La magia esiste!” fece un uomo dai corti capelli neri e con un paio di occhiali spessi, saltando in aria e contorcendosi. “Finalmente il mondo intero ha la prova che esiste!”
    Davanti a lui, un gruppo di bambini seduti ai propri banchi osservava esasperato la scena, tranne uno che indossava un berretto rosa, che invece parlò a bassa voce alle sue due gomme appoggiate al banco.
    “Wow ragazzi… Quando ho detto ‘Come vorrei che qualcosa distraesse Crocker’, non avrei mai pensato che avreste tirato fuori una cosa del genere…”
    “Vero? Nemmeno noi!” rispose la gomma verde, facendo apparire un paio di occhi e una bocca, cosa che fece anche l’altra di colore rosa.
    “Come sarebbe a dire ‘nemmeno voi’?” chiese il bambino.
    “Vedi Timmy… Noi non abbiamo fatto proprio niente…” fece la gomma rosa.
    “COSA?!” urlò il bambino, attirando lo sguardo di tutti i presenti.
    “Beh, una reazione un po’ ritardata per l’appena annunciata fine dell’universo, no?” chiese la gomma verde.
     
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    L’ologramma di Aqua sparì per qualche secondo, per poi riapparire con qualche disturbo nell’immagine.
    “Temo che la comunicazione stia per saltare...” disse.
    “Sono sicuro che se fossi stato io a occuparmene, la comunicazione non avrebbe avuto nessun problema!” fece un bambino dai capelli biondi.
    “Elroy! Non mettiamo in dubbio le tue capacità, ma dubito che tu possa fare qualcosa.” Lo rimproverò una donna dai capelli rossi.
    “Però mi chiedo se quello che ha detto è vero… Se così fosse, secondo voi verremo coinvolti anche noi?” chiese una ragazza dai capelli bianchi. “Non vorrei perdere il concerto.”
    “Come fai a pensare al concerto in questo momento?” chiese un uomo dai capelli rossi. “Sinceramente, mi meraviglierei se non venisse cancellato… Come qualsiasi altro evento…”
     
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    “Fortunatamente vi ho già detto tutto il necessario.”
    “Finalmente! Pensavo già che ci annunciasse che l’esercito ci avrebbe attaccato a momenti!” fece un ragazzino che indossava un capello di paglia e dei vestiti con vari rattoppi.
    “Tu non hai paura?” chiese una bambina dai capelli neri.
    “Bah! Chi vuoi che possa mai venire a disturbarci qui, sulle montagne?”
    “Per esempio…” disse una voce alle loro spalle, anticipando l’apertura di un varco oscuro. “…qualcuno che non è mai riuscito a sopportare questo mondo, no?” fece Hakai, apparendo di fronte a loro con in mano una sfera rossa e nera, che si muoveva freneticamente.
    “E tu chi sei?” chiese il ragazzo, mettendosi davanti alla bambina per proteggerla.
    Hakai si limitò ad evocare il Keyblade.
    “Aqua voleva rovinarmi i piani… Perciò non mi resta che cominciare subito. La sfortuna ha voluto che fossi vicino al vostro mondo…”
    “Cosa vuoi fare?” domandò la bambina con terrore.
    Il custode del caos sorrise.
    “Farvi sparire nel caos assieme a questo mondo.” Rispose, per poi lanciare a terra la sfera, che non appena toccò il suolo, esplose, ingrandendosi ad una velocità molto vicina a quella della luce.
     
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    “Ricordatevi questo: dovete credere nella luce!”
    “Luce…” disse una ragazza dai capelli castani, che indossava una maglietta rosa e bianca, e che al collo aveva appesa una fotocamera.
    “Hikari…” la chiamò un ragazzo dai capelli biondi coperti da un cappello da pescatore.
    “Sembra che non possiamo stare in pace nemmeno per un giorno, vero? E io che speravo che con la sconfitta di MaloMyotismon finalmente ci saremmo potuti riposare…” si lamentò un ragazzo dai capelli rossi e con un paio di occhiali da avviatore.
     
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    “Non dovete farvi sopraffare dalle tenebre, qualunque cosa succeda!”
    “Farmi sopraffare dalle tenebre?” chiese un uomo, con addosso un armatura, nera come i suoi capelli, seduto su un trono. “Impossibile. Io stesso ho creato le tenebre di questo inferno, dove tutti giungono alla fine.” Disse, per poi girarsi verso l’ingresso della sala, dove apparve un ragazzo che indossava un armatura bianca.
    “Quindi non ti sei fermato ad ascoltare, a differenza dei tuoi compagni… Dovevo aspettarmelo da te… Tenma…”
    “Aron… dunque anche questa visione collettiva è opera tua?”
    “No, ti sbagli. Nemmeno io ho idea di chi sia questa Aqua… Ma immagino che tu non sia giunto qui per parlare, vero? Speri ancora che Aron possa tornare, vero?”
    “Mi rifiuto di credere che Hades possa aver avuto il sopravvento su di te.”
    Hades sorrise.
    “Vorrà dire che ti dimostrerò una volta per tutte che Aron ormai non esiste più!” fece, evocando una spada nera, che puntò contro l’altro.
     
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    “Io... cercherò di tornare al più presto nel vostro universo...”
    L’ologramma di Aqua veniva attraversato dall’acqua della pioggia, che velocemente si mescolava con la pozzanghera di sangue attorno al corpo Zack, sdraiato a terra e con decine di fori provocati da proiettili sul petto.
    “M-Mi dispiace…” disse lui. “Ma… temo che non potrò rivederti, Aqua. Spero solo che tu riesca a tornare sana e salva…”
    Poco lontano, Cloud stava strisciando verso Zack, incapace di alzarsi in piedi.
    Zack sorrise, vedendolo finalmente arrivare.
    Spostò il suo sguardo verso la sua spada, ancora impugnata dalla mano destra.
    ‘Temo… sia l’ora di passare il testimone… Mi spiace solo di non averla più vista…’ pensò, mentre nei suoi occhi appariva l’immagine sfocata di una ragazza vestita di rosa.
     
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    “Terra, Ventus... Aspettatemi, vi raggiungerò appena mi sarà possibile!”
    Topolino osservò l’ologramma scomparire definitivamente.
    “Aqua…” disse, per poi girarsi verso Paperino e Pippo, che scattarono sull’attenti.
    “Sembra che siano successe parecchie cose da quando abbiamo lasciato Sora e gli altri. Dobbiamo raggiungerli immediatamente! Preparate subito la Gummyship!” ordinò.
    “Topolino…” disse una voce, non appena il cavaliere e il mago di corte se ne furono andati, anticipando l’apparizione di Yen Sid.
    “Maestro!”
    “Credo sia giunto il momento… Aqua non è a conoscenza di Dark, che può essere considerato a tutti gli effetti un Master, sebbene non abbia superato l’esame, ma ha ragione: è l’ultima Master rimasta in vita.”
    “Cosa possiamo fare allora?”
    “Non appena riesci a trovare Sora e gli altri… Conducili da me. In qualità di Ex Master, sottoporrò i nuovi custodi all’esame!”
    “Cosa? Ne è sicuro?” chiese il re.
    Yen Sid annuì. “Anche se non lo fossi, non abbiamo altra scelta. La seconda Guerra del Keyblade ormai è imminente. I mondi stanno nuovamente cominciando a sparire nelle tenebre e anche nel caos.”
    Topolino fece un cenno con la testa.
    “D’accordo! Ci metteremo il prima possibile in contatto con Sora, e la raggiungeremo immediatamente!”
     
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    Aqua cadde in ginocchio, esausta.
    “Tutto bene?” chiese l’uomo incappucciato, raggiungendola.
    “S-Sì… Ho consumato più energie di quanto credessi, ma almeno sono riuscita ad avvertire tutti. Mi rendo conto che il mio messaggio possa aver gettato nel panico molte persone, ma altrettante ora possono affrontare questa nuova crisi.”
    L’uomo non disse niente, e si limitò a girarsi verso il mare.
     
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    “Peter!” urlarono i bimbi sperduti. “Cosa facciamo?”
    Peter si alzò in volo, portandosi un pugno sotto il mento in segno di riflessione.
    “Umh… Beh, intanto sappiamo che Aqua e Ventus stanno bene. Mentre sono sicuro che uno di quegli undici custodi è Sora… Direi che possiamo continuare a tormentare il vecchio stoccafisso senza problemi! Molto probabilmente il nemico verrà eliminato prima ancora che possa arrivare qui!”
     
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    Auron sorrise, portandosi sulla spalla l’enorme katana.
    “Cos’hai da ridere?” chiese un ragazzo dai capelli biondi
    “Niente. Sto solo pensando che questa volta, la loro storia potrebbe non essere completamente indipendente dalle altre. Sarà interessante vedere come finirà.”
    “Da come parla, sembra che lei sappia di chi stava parlando quella ragazza.” Disse una ragazza, che indossava un kimono, che lasciava scoperte le spalle, e impugnava un’asta.
    “Chissà…” rispose Auron. “Ma ora, pensiamo a seguire la nostra storia.”
    “Ben detto!” fece il ragazzo.
     
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    “Uh?” fece Sora, alzando di colpo la testa.
    “L’hai sentita anche tu questa sensazione?” chiese Roxas.
    “Sì… Il senso da monello si è attivato improvvisamente, superando il suo stesso limite!”
    “Forte perturbazione nella forza sentito io ho…” fece Yoda, che era impegnato a giocare a ping pong contro Nausicaa usando dei MOdT-X99.
    “’Gnorante! Ci sono altri metodi per distrarre l’avversario, il tuo ormai è vecchio come la Superiora!”
    “Ma verità essa è.”
    “Concordo. Anche noi abbiamo un pessimo presentimento…” fece Ven, avvicinandosi assieme a Vanitas.
    “Per una volta che avevamo deciso di passare le vacanze assieme, dopo varie peripezie (e retribuzioni), qualcosa deve andare storto…”
    “Beh, cosa sono quelle facce preoccupate? Vexen vi ha buttato fuori dal laboratorio?” chiese Ottoperotto, arrivando in quel momento.
    “Peggio Otto… Forse molto peggio… I nostri sensi da tuss sono schizzati al massimo tutti assieme… E questo non è un buon segno! Per di più, anche Yoda ha percepito un disturbo nella forza!”
    “Tutti assieme? Cos’è successo? Qualcuno ha impostato Loony su darkroxas92?”
    “Oh, no, no. Loony al momento è impostato su distributore di aforismi, e sta parlando laggiù con Oma…” fece Vanitas, indicando una persona identica ad Otto, che stava parlando con una donna, mentre Xaldin era impegnato a sbattere reiteratamente la testa contro un muro.
    “Vedo… E per curiosità, chi è stato?”
    “Demyx, involontariamente. Si è solo chiesto ad alta voce come sarebbe stato Loony versione Oma per trenta minuti senza mai cambiare, e poi ha schioccato le dita quando l'ha capito…”
    “Ah, ecco perché scappava a tutta velocità…”
    “Già…”
    “[CENSURA…]” fece il numero III, senza smettere di sbattere la testa. “Quando lo becco, mi assicurerò non dica più niente di simile!!”
    “’Gnorante! Basta usare una chiave del ’13 e vedrai che non oserà più! O anche una bella parabola…”
    “Beh, ad ogni modo, se tutti voi tuss e Yoda avete avvertito questo pericolo, cosa può significare? Che darkroxas92 ha inventato qualche nuova arma?”
    “No, non credo…”
    “Ma non [coff!] è possibile!” disse Vexen, arrivando e interrompendo Sora.
    “Cosa succede?”
    “Succede che [coff!] anche quella ragazzaccia di [coff!] Aqua si è messa a [coff!] disturbare i miei [coff!] esperimenti!”
    “Cosa? Aqua?” chiese Ven. “E quand’è arrivata?”
    “È apparsa sul [coff!] mio nuovo proiettore di ologrammi [coff!] ultradimensionale! [coff!] Si è messa lì a [coff!] parlare di una guerra di dimensioni [coff!] universali che potrebbe portare [coff!] alla fine dell’esistenza [coff!] stessa! Quindi non sono [coff!] riuscito a testare efficacemente [coff!] la mia invenzione!”
    “No, aspetta un attimo!” lo interruppe Ottoperotto. “Hai appena usato una tua invenzione per contattare altre dimensioni, e hai visto Aqua che parlava di una guerra?”
    “Proprio così! [coff!] E quando le ho chiesto maggiori informazioni, [coff!] non si è degnata nemmeno di rispondermi! [coff!]”
    “E… sta ancora parlando, vero?” chiese Roxas.
    “Lo avrebbe [coff!] fatto, se non avessi [coff!] definitivamente cancellato [coff!] quella frequenza!”
    “Quindi tu hai appena cancellato ogni possibilità di scoprire cosa stava succedendo nell’universo qui vicino di così terribile da venire avvertita pure dai tuss e da Yoda, giusto?”
    “Beh, era solo uno [coff!] scherzo di quella [coff!] custode maleducata!”
    “Otto, possiamo? Per favore!” chiesero in coro Sora, Roxas, Ven e Vanitas.
    “Umh… In circostanze normali, vi direi di no… Ma dato che ha appena distrutto l’unica speranza di scoprire cosa vi affligge tanto, e che probabilmente sta coinvolgendo i voi stessi di un altro universo, e temo di sapere quale… Va bene, permesso accordato. Poi parlerò io con Chuck, Xaldin, Eraqus e Xehanort.”
    “Grazie mille!” risposero i quattro, per poi evocare i Keyblade e saltare contro Vexen, cominciando a suonargliene.
    “Uh, bel destro Sora! Ma io avrei usato più forza, ‘gnorante!” fece Nausicaa, osservando la zuffa.
     
    ******
     
    “Sembra che i fantasmi ora passeranno in secondo grado…” commentò una ragazza dai capelli neri, in piedi di fronte ad una vecchia capannina meteorologica.
    “Ehm… mi spiace deluderti, Mamiya Sakura, ma temo che Padrone Rinne in questo momento non sia in grado di risponderle…” fece un gatto nero, che stava in piedi su due zampe e aveva un volto umano, indicando un ragazzo dai capelli rossi che indossava uno strano mantello bianco, con disegnati sopra delle fiamme e delle ruote.
    “Come mai sta piangendo lacrime di sangue?” chiese la ragazza, notando gli occhi del ragazzo.
    “Beh, per tutte le spese che ha fatto nel tentativo di far trapassare quella ragazza prima di capire che non si trovava qui…” rispose il gatto, tirando fuori uno scontrino.
    “Capisco… Immagino non abbia ascoltato la prima parte del discorso…”
     
    ******
     
    “Sob… Ma perché? Ora grazie a quella tipa, tutti sono a conoscenza che la magia esiste…” fece uno strano essere verde, con una sfera viola attaccata al collo.
    “Beh… forse non intendeva la nostra magia…” le rispose una ragazzina dai capelli rosa.
    “Sigh, speriamo solo che non gli creda nessuno… o saranno guai…” continuò l’essere verde, ignorando la ragazza. “Non voglio rimanere così per sempre!”
     
    ******
     
    “Pare proprio che sia arrivato il momento di smetterla…” disse un ragazzo che indossava una maschera nera attorno agli occhi. “O almeno, devo riposarmi nel caso dovesse arrivare quest’esercito… E non mi va di combattere contro due eserciti assieme…”
     
    ******
     
    “Beh, cosa dire… Non ci fermerà nemmeno questo!” fese un ragazzo dai capelli viola, con addosso un armatura arancione e una specie di corona attorno alla fronte.
    “Non so… Non credo dobbiamo sottovalutare quest’esercito…” rispose una ragazza.
    “Sono d’accordo con Yakumo. Dovresti fare attenzione, Mushra!” aggiunse un ragazzo che indossava un elmo azzurro con incastonate tre perle e un mantello blu.
     
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    “Quindi non sono l’unico in grado di viaggiare in più mondi? Interessante…” fece un ragazzo dai capelli castani, che indossava dei vestiti grigi e che al braccio aveva uno strano pezzo di armatura.
    “Chissà, magari si tratta di quei ragazzi che ho visto l’altra volta parlare con Rika e gli altri…”
     
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    “Hermione…” fece Ron, respirando profondamente. “Non è che tu lo sapevi già, visto che sei andata ad aiutarli a creare più posti sulla loro nave?”
    “Beh… no, non gliel’ho chiesto… In effetti mi pareva strano che mi abbiano fatto allargare così tanto la loro astronave…”
    “Punto primo, non ho idea di cosa sia un'astronave. Punto secondo: tu che vuoi sapere sempre tutto, non ti sei chiesta la cosa più importante?!”
    “Ehi, scusa tanto se per una volta non sono stata curiosa!”
    “La potete smettere voi due?” chiese Harry. “Direi che abbiamo già abbastanza problemi senza che vi mettiate a litigare, no?”
    “Cosa vuoi fare?” domandò Ron.
    “Aspettare. Non possiamo fare altro. In questo momento, sia i babbani che i maghi saranno in preda al panico. Veder apparire così dal nulla l’ologramma di una persona che annuncia la fine dell’universo… beh, non è di certo nella top ten di una persona normale…”
     
    ******
     
    Darth Vader rivolse lo sguardo fuori dall’astronave, osservando un’enorme costruzione nello spazio, che somigliava ad una luna.
    “Sembri preoccupato, Lord Vader.” Disse l’imperatore, raggiungendolo.
    “Pensavo solo a quello che ha appena detto quella custode, maestro.”
    “Capisco… Non preoccuparti, nessuno oserà attaccarci. E con la Morte Nera, elimineremo qualunque nemico.”
     
    ******
     
    “Tsk.” Fece un ragazzo dai capelli rossi, tutti all’indietro, mentre comprava da un moguri un ghiacciolo azzurro.
    “Quindi non è ancora finita? Bene, temevo proprio di essere stato tagliato fuori! Ho proprio voglia di fargliela pagare a Xehanort!” disse, sorridendo.
     
    ******
     
    “Per favore, ditemi che non c’entra quel Sora!” fece Timon.
    “Beh, direi che è probabile che quella persona che non conosciamo si riferisse proprio a loro.” Replicò Pumbaa.
    “Pumbaa, amico mio, vorrei farti notare un particolare: Sora è un leone, di conseguenza dubito fortemente che abbia viaggiato per mondi e mondi ad affrontare un esercito.” replicò il sulicate, scuotendo il capo.
    “Ti sbagli Timon.” Intervenne Simba, arrivando in quel momento. “Sora non è un vero leone. È un umano.”
    “Visto, che ti dicevo, è un umano!” esclamò Timon, per poi girarsi di colpo verso Simba.
    “UN UMANO?!” urlò.
     
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    “Ecco, lo sapevo! Lo lascio da solo e quel Sora si mette a fare l’eroe dell’universo!” brontolò Mushu. “E dire che questa volta non ha nemmeno avuto il mio aiuto…”
    “Sbaglio, o sento un po’ di invidia nella tua voce?” chiese Mulan.
    “Invidia? Certo che no! Sono solo sorpreso che sia diventato così famoso senza il mio aiuto…”
     
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    “Kero, Kero, Kero… Molto interessante… Potrei approfittare dell’imminente ondata di panico per conquistare la Pekopon…” disse una specie di rana verde.
    “Direi di no…” rispose un’altra rana, questa arancione, e che aveva stampato sul volto un ghigno. “Quel messaggio dice di fare attenzione alle tenebre, e dubito che una conquista venga vista come qualcosa di positivo… per i pekoponiani, almeno…”
    “Davvero? Per me sarebbe la cosa migliore!”
    “Stupida rana!” lo interruppe una ragazza dai capelli rosa, tirandogli un pugno in testa. “Quel messaggio era opera tua, vero?”
    “N-No, ti sbagli Natsumi! Io volevo solo usare tale improvvisa fortuna per i miei piani malvagi…”
    “Beh, allora possiamo stare tranquilli. Con tutte le volte che hai usato i tuoi piani malvagi, la Terra sarebbe dovuta essere conquistata ormai un centinaio di volte…”
     
    ******
     
    “Sono pazzi questi custodi!” fece un uomo piuttosto grosso dai capelli rossi raccolti in due trecce.
    “Beh, in effetti dire come se niente fosse, che scoppierà una guerra a tutto l’esercito romano mentre ci sta affrontando, non è stata una buona idea… Hai visto come sono volati tutti quanti, dato che non sei riuscito a fermarti in tempo?” disse un altro uomo dai capelli biondi, molto più basso rispetto all'amico, con un elmo che aveva due ali ai lati.
    “Che ci vuoi fare… Per me picchiare i romani era leggermente più importante di una ragazza apparsa dal nulla davanti a tutti quanti che annunciava la fine dell'universo…”
     
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    “Fantastico… E io che speravo di non aver più niente a che fare con quei tipi che hanno distrutto la via in pochi secondi…” commentò Ranma, scuotendo la testa.
    “Beh, però devi ammettere che erano piuttosto forti… Di certo, più di me, te e Ryoga messi insieme…”
    “Deduco che voi siate a conoscenza di chi siano questi custodi…” chiese un ragazzo seduto vicino a loro.
    “Purtroppo sì… E credimi, hanno poteri straordinari. Sono in grado di fare cose che non avrei potuto nemmeno immaginare…”
     
    ******
     
    “Amici!” esclamò Stitch, fissando il punto in cui era sparito l’ologramma di Aqua.
    “Conosci quella persona?” gli chiese una bambina.
    L’alieno tirò fuori uno strano oggetto, che ricordava una stella.
    “Aqua… Terra… Ven… Amici…”
     
    ******
     
    “Beh… di certo questo mi ha lasciato di stucco…” fece un grosso cane grigio, rivolgendosi ad un gatto dello stesso colore e a un topo marrone, che annuirono con la testa.
    “Allora… cosa facciamo? Tregua o continuiamo?” chiese il cane.
    Per tutta risposta, il gatto prese in mano una mazza da baseball e minacciò il topo, che cominciò a scappare a gambe levate, mentre il cane, scuotendo la testa, si metteva a correre dietro al gatto.
     
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    “Sembra proprio che Pan avrà di che divertirsi…” disse Goku, rivolgendosi ad un ragazzo dai capelli viola.
    “Credi abbia fatto bene ad andare con loro?” chiese lui preoccupato.
    “Sarà un ottimo addestramento per lei. Non mi sorprenderebbe se al suo ritorno fosse diventata molto più forte di ora. Chissà, potrebbe anche superarmi!”
    “Superarti? Suvvia, non scherzare Goku!”
    “Non stavo scherzando. Sono proprio curioso di vedere come finirà questa storia!”
     
    ******
     
    “Quindi… Quel ragazzo di nome Sora va ancora in giro, eh?” chiese Jane, per poi girarsi verso Tarzan.
    “Sembra che… questa cosa chiamata guerra porterà parecchi guai…” disse Tarzan.
    “Le guerre portano solo guai… Credimi…”
     
    ******
    “Cavoli! Quel Sora ne ha fatta di strada! Guarda, sono pronto a scommettere lo stadio che lui è uno di quegli undici, mentre tra gli altri ci saranno di sicuro Hikari, Riku e Kairi!” disse Fil.
    “Già… Quei quattro sono veri eroi…” commentò Hercules, sorridendo.
    “E lo hanno ampiamente dimostrato durante il torneo. Loro sono gli unici a poter vincere questa guerra.”
     
    ******
     
    “Dai, non perdiamo tempo!” fece Hayner, alzandosi in piedi.
    “Dove vuoi andare?” chiese Olette.
    “In spiaggia, mi sembra ovvio! Non voglio pensare a questa storia, perciò l’unico modo è distrarsi!”
     
    ******
     
    “Capisco… Quindi dopotutto per me non è ancora giunto il momento di dire addio ai custodi!” esclamò Squall, portandosi sulla spalla il GunBlade.
    “E questa volta l’intero Garden ti sosterrà nell’aiutarli, puoi starne certo!” fece Rinoa.
    “Lo so… E qualcosa mi dice che quel momento arriverà presto…”
     
    ******
     
    Near osservava sugli schermi i vari telegiornali che commentavano in più lingue l’avvertimento di Aqua.
    “Gevanni, contatta il presidente e digli di annunciare che quell’ologramma non era altro che un test per un nuovo metodo di comunicazione. Dobbiamo evitare che il mondo piombi nuovamente nel panico ora che Kira non c’è più…”
     
    ******
     
    “Wow, avete visto? Quella ragazza assomigliava all’eroe!” dissero delle ragazze, che avevano delle orecchie da cane e tanto di coda che scodinzolava.
    “Sicuro di non saperne niente?” chiese una ragazza dai capelli verdi poco lontana, rivolgendosi ad un biondo, l’unico dei presenti ad essere un normale essere umano.
    “Te l’ho già detto, non so niente di questa storia! Prima di arrivare qui non mi erano giunte voci dell’imminente fine del mondo!”
    “Cavoli, ma proprio un eroe così idiota dovevamo scegliere?” fece la ragazza, scuotendo la testa.
     
    ******
     
    “Cecil…” chiamò una ragazza, rivolgendosi ad un ragazzo al suo fianco, dai capelli bianchi.
    “Sì, lo so… è probabile che dovremmo combattere di nuovo… anche ora che siamo in periodo di pace…”
     
    ******
     
    “Ehm… che succede amico?” chiese un coniglio grigio, intento a mangiare una carota, rivolto ad un papero nero, che stava trascinando un carrello pieno di oggetti.
    “È ovvio, no?” rispose lui. “Porto al sicuro tutto quanto! Non voglio certo che quell’esercito mi privi dei miei tesori da pochi cent che un giorno rivenderò a miliardi!”
    “Se ne sei convinto…”
    “Come fai a rimanere così calmo?!”
    “Semplice: vivo sottoterra, chi vuoi venga a cercarmi laggiù?”
    Per un momento il papero rimase in silenzio.
    “Bugs, caro amico mio, non è che avresti una stanza libera?” domandò, mettendosi in ginocchio davanti al coniglio.
     
    ******
     
    “Corpo di mille balene! Questo sì che è un evento raro!” esclamò un marinaio, che aveva un occhio solo.
    “Dici che dovremmo metterci al riparo?” chiese una donna vicino a lui.
    “Certo che no Olivia! Io e i miei spinaci sistemeremo senza problemi chiunque oserà attaccarci!”
     
    ******
     
    “Dev’essere successo qualcosa di grave nel mondo reale…” fece Tron, guardando una registrazione del messaggio di Aqua. “Mi sfugge il senso completo, ma credo che possa avere in qualche modo a che fare con quella strana stanza che ho individuato qualche giorno fa… Forse dovrei farlo sapere agli altri…”
     
    ******
     
    “Umh… sì, direi che potrei trarne idee per il prossimo Halloween… E sono sicuro che verrà fuori una festa magnifica!” disse Jack, schioccando le dita.
    “Jack, ne sei sicuro?” chiese Sally.
    “Certamente! Vedrai, sarà una cosa fantastica!”
     
    ******
     
    “Umh… Chissà se così potrei rubare qualcosa d’interessante…” mormorò Lupin, facendo girare tra le dita la pistola.
    “Dovresti giocare di meno con quell’arma, o rischi di farti male.” Disse Kaito, apparendo alla finestra.
    “Di nuovo tu? Non credevo t’avrei rivisto tanto presto…”
    “Che ci vuoi fare? Dove c’è aria di furto, io ci sono. E ora che nel mondo tutti cadranno nel panico, perché non approfittarne?”
    “La stessa cosa che pensavo io.” rispose il primo ladro con un ghigno divertito.
     
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    “Magia? Quindi possono usare poteri simili ai nostri?” chiese una ragazza dai capelli rossi.
    “Non ne ho idea… non avevo mai sentito parlare di questi custodi… E la cosa mi preoccupa…” rispose un ragazzo dai capelli castani, che si trovava sospeso in aria a qualche metro d’altezza, avvolto da del vento.
     
    ******
     
    “Cavoli… Ci mancava solo questa…” fece Ichigo. “Non bastavano Aizen e tutto il resto, si dovevano mettere in mezzo anche loro…”
    “Cosa vuoi fare?” chiese una ragazza dai capelli arancioni.
    “Quello che ho sempre fatto: combatterò contro chiunque si metterà contro di me. Non mi va certo di fare fatica inutile per sconfiggere Aizen!”
     
    ******
     
    “Potrebbe essere una sfida interessante…” commentò un bambino dai capelli bianchi, sorridendo. “Potrei mettere alla prova le mia capacità, se quest’esercito dovesse rivelarsi veramente forte…”
    “Concordo. Anch’io non vedo l’ora di nuove sfide!” disse un altro bambino, dai capelli verdi e neri.
     
    ******
     
    “Jake…” fece Neytiri. “Cosa intendi fare?”
    “Non intendo attaccare senza motivo. Combatteremo solo se ci attaccheranno. Anche se mi auguro che ciò non avvenga…”
     
    ******
     
    “Umph… Spero solo che quest’esercito non mi disturbi mentre suono…” commentò un bambino, mentre era intendo a suonare un pianoforte, che si trovava in uno spiazzo dentro una foresta. “Altrimenti, rischierei di perdere la concentrazione…”
     
    ******
     
    “Il Keyblade è portatore di caos… Pare che stavolta, sia ben peggio…” commentò Re Tritone. “Sora… tu sei l’unico che può mettere fine a tutto questo… il nostro destino è nelle tue mani…”
     
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    “Veramente interessante… Potrei trovare nuove ispirazioni per le mie invenzioni…” disse un bambino che indossava un camice bianco è un paio di occhiali spessi. “E chissà, magari potrei riuscire a levarmi di torno quella mia maledetta sorella…”
     
    ******
     
    “Magia? Quindi questi custodi sono come noi folletti?” chiese un piccolo esserino, che assomigliava ad un bambino.
    “No, credo siano umani, come me.” Rispose una ragazza dai capelli biondi, sorridendo.
     
    ******
     
    “Ancora quei custodi?” fece arrabbiato Black Star. “Credevo fossero stati ridotti in mille pezzi dopo quell’esplosione!”
    “Suvvia, calmati Black Star…” fece inutilmente Tsubaki.
    “È inutile.” Disse Soul. “Non si calmerà prima di qualche ora… a meno che non arrivi un avversario forte…”
     
    ******
     
    “Quindi dovremmo affrontare un altro nemico?” chiese una ragazza dai capelli rosa, che portava sulla schiena una spada chiusa nel suo fodero.
    “Fantastico… come se essere ricercati e odiati da tutto il mondo non fosse sufficiente…” commentò aspramente un ragazzo dai capelli argentati.
     
    ******
     
    “Luce e tenebre… Pare che quell’Aqua non fosse a conoscenza del fatto che possano essere anche alleate…” disse Koji, guardando suo fratello Koichi.
    “Già.” Confermò Takuya. “E il fatto che voi due rappresentate la luce e le tenebre ne siete la prova. E vedrete che tutti insieme riusciremo a eliminare Lucemon!”
     
    ******
     
    “Cos’hai intenzione di fare, Justin?” chiese Tommy.
    “Per il momento rimango ancora qui, quando sarà il momento, raggiungerò gli altri custodi. In fondo, sono pur sempre il Blue Ranger, no?”
     
    ******
     
    “Non c’è problema!” fece un ragazzino dai capelli castani raccolti in un berretto tenuto al contrario. “Nessun esercito ci fermerà, parola di Genki!”
    “Giusto. In fondo, abbiamo già la nostra missione, no?” disse una ragazza, annuendo con la testa.
     
    ******
     
    “Aslan… Tu sai di cosa si tratta?” chiese una bambina, rivolgendosi ad un grosso leone, che camminava al suo fianco.
    “Purtroppo sì, piccola Lucy, e non è niente di buono, credimi. Prevedo momenti difficili d’ora in poi…” rispose lui.
     
    ******
     
    “Che ne dici, Saphira?” chiese un ragazzo, parlando al drago blu che stava cavalcando, mentre entrambi si libravano in volo.
    Quella ragazza dev’essere a conoscenza di qualcosa che a noi non è concesso sapere. Sono curiosa di sapere di cosa si tratta…’ rispose lei telepaticamente.
    “Chissà se Brom ne era a conoscenza…” chiese il ragazzo, rivolto più a se stesso che alla sua compagna.
     
    ******
     
    “Quindi è una nuova sfida, eh?” disse un ragazzo dai capelli neri, con le punte viola e una grangia bionda.
    Sembra proprio di sì.” Rispose una voce dentro di lui. “Ma dubito fortemente si tratterà di una sfida a Duel Monsters…
    “Già, credo anch’io…” disse il ragazzo ridendo.
     
    ******
     
    “Ehi Jack, cosa vuoi fare?” chiese Will, osservando il pirata mettere via la bussola.
    “Per il momento… si va a prendere il rum. Senza rum, non si può ragionare a mente lucida! Comprendi?”
    “Non proprio, ma lascerò perdere.”
     
    ******
     
    “Pare proprio che non avessi nessuna speranza contro di loro… Se sono così famosi, devono essere fortissimi!” esclamò Gidan, facendo ruotare in arie le daghe.
    “Mi chiedo cosa succederà d’ora in poi…”
     
    ******
     
    Dark guardò gli altri custodi.
    “Quindi, possiamo dire ufficialmente che la guerra è iniziata, vero?” chiese Rexenet.
    “Già…” rispose Hikari.
    “Quindi ora cosa succederà?” chiese Seya.
    “Voi per il momento rimanete qui. Se sarà necessario, vedrete che riuscirete a salvarvi.” Disse Light.
    “Noi invece cosa facciamo?” domandò Sora.
    “Mi sembra ovvio. Andremo alla ricerca di Aqua. A questo punto, abbiamo bisogno anche del suo aiuto.” Rispose Dark.
    “Ma Aqua si trova nel mondo delle tenebre. Come possiamo raggiungerla?”
    “È quello che dovremo scoprire.” Disse il custode dell’equilibrio, aprendo il varco di fronte a loro.
     
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  13. Yusei Trek
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    ehm, credo che tu abbia dimenticato Star Trek e Stargate :look:

    comunque bel captiolo, sebbene fosse lungo mi ha tenuto incollato allo schermo, ora sono troppo curioso di sapere come proseguirà... ancora complimenti
     
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  14. francix94
        +1   -1
     
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    mio dio ora capisco perché è completo ci hai messo ogni anime e cartoon che conosco (e anche un paio che non conosco) X__X

    se dovrei fare un commento per ogni mondo che scritto credo proprio che finirei per farmi crescere la barba prematuramente

    come sempre aspetto il continuo \(^0^)/
     
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    ficoficoficoficoficoficoficoficoficofico, rettifico: Ora posso davvero morire :Q_____________

    alcuni sono azzeccatissimi, altri no e altri non li conosco nemmeno, sei un grande, ti stimo solo per aver messo one piece e le tartarughe ninja, devo dire però che l'ultima serie di digimon non è che mi piaccia tanto però voglio proprio vedere come si svilupperà la storia, sono superiperultrastramegacurioso (yeah megaman !!!!!)
     
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