Equilibrio

la mia nuova fan fiction

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  1. francix94
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    *guarda kairi,dark,rexenet e light*
    mmmh OOOOOOOOOOOOOOOOOoooooooooookkkey!!!
    l'unica cosa che posso dire è che me lo aspettavo il fatto che dark ritornava buono U_U

    PS:il prossimo capitolo che farai sarà l'ultimo? spero sinceramente di no :nono:
     
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    Fuoco crepuscolare che mai si estinguerà

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    Ma... ma-ma...?! O.O ?! O_______O ?!?!?!? WTF?!?!
    Darky, sei un baro! u.u Un furbo e crudele baro! Per un attimo mi hai fatto credere che Kairi stesse per levarsi dalle scatole, invece era tutta una recita?!?! Sei cattivo Darky, lo sai? ç____ç
    Cazzabubbole a parte, complimenti! In quanto a colpi di scena ci facciamo concorrenza XD Ottimissimo capitolo, bravissimo :3
     
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    暗いロクサス92

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    In attesa del prossimo capitolo, ho aggiunto al primo post il nuovo modulo obbligatorio per le fan fiction (sperando vada bene XD) e anche la seconda opening sub-ita (di cui sono sorpreso io stesso per il tempismo che ho trovato con le parole XD)
     
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    暗いロクサス92

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    E con un notevole ritardo, finalmente sono lieto di presentarvi il nuovo capitolo!
    Lo so, non ho scuse se non quella che questo capitolo è il più lungo da me scritto finora (ben 16 pagine), perciò spero sia sufficiente a ripagarvi per l'attesa.
    Nel frattempo, come avrete capito, con il precedente capitolo si è conclusa la seconda saga della fan fiction; di conseguenza, con questo inizia la terza, che se mi riuscirà bene, potrebbe costarmi una condanna a morte per quel che inserirò XD.
    Ringrazio nuovamente Liberty89 per avermi fatto da betareader.
    Perciò, non mi resta che lasciarvi alle risposte delle recensione e al nuovo capitolo (se mi cercate, sono al manicomio del mondo che non esiste, via dei nobody n. 92 XD)

    @ Armitrael: Sbaglio, o dalla lista da te fatta, gli unici a morire dovrebbero essere Riku e Kairi? XD. Cmq dovrai aspettare ancora un po' per quei combattimenti... purtroppo il fatto che non riesco nemmeno a immaginare scene di sangue senza stare male (lo so, per essere un sadico sono strano...) mi inibisce parecchio... Ad ogni modo, qualcosa combinerò anche in questo capitolo, tranquillo!
    @ francix94: Certo che questo non sarà l'ultimo capitolo, ce ne saranno ancora un po' (sempre se Nomura deciderà di non venirmi a cercare, assieme a qualche altro centinaio di autori XD. Cmq complimenti per l'ituizione su Dark.
    @ Liberty89: Eh, lo so, anch'io se potessi mi libererei di Kairi... Ma purtroppo non posso XD. Ti ringrazio per il complimento (praticamente questa ff la vorrei fare come un colpo di scena unico, ma non è possibile purtroppo XD).
     
    E ora, buona lettura

    Capitolo 48: David - Torna all'indice dei capitoli
    “Maledizione!” urlò Rexenet, scagliando una sfera di fuoco per terra, creando una piccola voragine. “È stato tutto inutile, anzi, gli abbiamo pure fornito una nuova arma!”
    “Ci ha imbrogliati per bene… Eravamo convinti di poterlo ingannare ma alla fine è sempre lui ad avere la meglio…” disse Dark, poco prima di ricevere un pugno in faccia da Riku.
    “Fermati Riku!” urlò Kairi.
    “Fermarmi?! Mi chiedi di fermarmi? Dopo tutto quello che ci ha fatto passare?!”
    “Calmati, ti abbiamo già spiegato tut-” cominciò Sora, prima di essere costretto ad evitare anche lui un pugno da parte dell’albino.
    “E tu! Noi siamo i tuoi amici! Come hai potuto ingannarci? Kairi ha sofferto come non so chi in quell’inferno del tuo cuore!”
    Sora abbassò lo sguardo.
    “Non vi chiedo di perdonarmi per questo. Riconosco di aver sbagliato, ma non avevo scelta…”
    Riku gli sputò in faccia.
    “Sai cosa me ne frega! Dovevi pensarci bene prima di fare tutto questo! Potevi farcelo capire in qualche modo!”
    “Non poteva, te lo abbiamo già detto.” Rispose Light.
    Riku lo guardò male.
    “Non me ne importa niente… Fatto sta che ora grazie al vostro brillante piano, Xehanort è in possesso del X-Blade, e ora potrà fare quello che vuole. L’universo è nei guai a causa vostra! Se voi foste stati fermi, tutto questo non sar-”
    Ma prima che potesse continuare, Riku ricevette uno schiaffo da parte di Kairi.
    I presenti non osarono fiatare, mentre Riku si massaggiava la guancia.
    “Kairi, perché lo hai fat-”
    “Smettila di lanciare accuse a destra e a manca, Riku!” gli urlò lei. “Hanno fatto tutto questo solo per cercare di salvare l’universo! E questo lo sai bene anche tu! Se non fosse stato per loro, probabilmente Xehanort sarebbe potuto arrivare ad eliminare Sora stesso pur di ottenere il X-Blade!”
    Riku rimase in silenzio.
    “E ora, cerchiamo di fare il punto della situazione.” Disse la custode, dandogli le spalle.
    “Beh, la questione è semplice.” Intervenne Terra. “Se quello che Xehanort ha detto corrisponde a verità, questo significa che ora i mondi sono uniti tra loro.”
    “In che senso sono uniti?” chiese Hikari.
    “Ora i mondi funzionano come pezzi di ferro, attirati da una calamita. Lentamente, tutti quanti si riuniranno in un unico punto dell’universo, e sono pronto a scommettere che si tratta del Cimitero dei Keyblade.”
    “Il Cimitero dei Keyblade?” ripeté Kairi.
    “È il luogo dove si è svolta la prima guerra del Keyblade. Ed è lo stesso dove abbiamo affrontato Xehanort anni fa. Ho sentito dire che è stato in quel momento che i mondi si sono divisi. Se in quel posto sono rimasti i Keyblade di tutti i precedenti custodi, questo significa che è lì che si riunirà tutto.”
    “Capisco… Allora non ci resta altro da fare che fermare Xehanort prima che ciò accada.” Disse Dark.
    “Se non vi dispiace…” lo interruppe Ventus. “Noi vorremmo andare a cercare Aqua. Ora che sappiamo che è viva, non ci resta nient’altro da fare che riportarla da noi. Ed è l’unica Master che abbiamo… Forse lei è a conoscenza di qualcosa che ancora ignoriamo.”
    “Si, direi che è la cosa migliore da fare. Yen Sid ha rinunciato alla sua carica, mentre Xehanort purtroppo è tutt’oggi un Master. Non ci resta che Aqua.”
    “Allora ci divideremo qui.” concluse Terra, facendo ricomparire l’elmo. “Io e Ventus partiamo subito. Sono già più di dieci anni che è nel mondo dell’oscurità, dubito che ci voglia rimanere ancora a lungo. Ed è tutta colpa mia…”
    “Non preoccuparti, ce la faremo.” Disse Ventus, facendo riapparire la sua armatura, per poi lanciare in aria il Keyblade, che si trasformò in una specie di skateboard volante.
    “Nel caso doveste scoprire qualcosa, fatecelo sapere per piacere!” disse Terra, facendo comparire il suo mezzo.
    “Lo stesso vale per voi.” Rispose Dark, aprendo un varco dietro di se. “Noi torneremo alla Gummyship, e da lì cercheremo i vari mondi in crisi. Solo così potremmo trovare Xehanort.”
     
     
    ‘Maledizione! Perché mi è successo questo! Non doveva finire così, no!’
    Una voce continuava a urlare queste parole, che risuonavano nel vuoto su una piccola isola rocciosa.
    ‘Dovevo diventare il padrone di questo mondo… dovevo avere in controllo totale… E invece sono ridotto in questa forma!’
    La voce non si accorse dell’arrivo di una persona, apparsa dal nulla, sull’isola.
    “Desideri la vendetta?” chiese Xehanort.
    ‘Chi sei?’ chiese la voce. ‘Certo che desidero la vendetta! La devono pagare per quello che mi hanno fatto!’
    “Io posso offrirti l’aspetto che hai perso e un potere maggiore di quello che avevi in precedenza. Ma te lo offrirò ad una sola condizione. Sei disposto a soddisfarla?”
    ‘Dovesse trattarsi di superare le sofferenze dell’inferno, sono disposto a tutto pur di avere la mia vendetta!'
    Non appena la voce disse questo, di fronte a Xehanort saltò fuori un piccolo topo bianco.
    “Molto bene allora… Se farai ciò che ti dirò, questo mondo cadrà ai tuoi piedi.”
     
     
    Nella Gummyship regnava il silenzio.
    Sebbene con qualche protesta da parte di Riku, alla fine anche Rexenet e Light erano partiti con loro, ma da allora nessuno aveva più fiatato.
    Riku pilottava la Gummyship senza dire niente, facendo attenzione ai vari mondi che superavano.
    “Dubito che Xehanort sia rimasto con le mani in tasca. Avrà cominciato subito la sua opera…” disse Light.
    “Conoscendo il tipo, sarà andato alla ricerca di qualcuno che possa cadere facilmente sotto l’oscurità… E sono parecchi.”
    Dark non rispose.
    Hikari fece per dire qualcosa, ma alla fine decise di rimanere in silenzio.
    “Uh?” fece Kairi, guardando improvvisamente fuori dall’oblò. “Guardate quel mondo!”
    I custodi lo fecero subito.
    Il mondo aveva una specie di anello nero che gli ruotava attorno, e sembrava aumentasse poco a poco di dimensioni.
    “In quel mondo…” intervenne Riku. “Ci siamo già stati”
    “Davvero?” chiese Kairi.
    “È la Terra degli Animorphs.” Rispose l’albino.
    “Cosa? Ma abbiamo chiuso la serratura, com’è possibile che l’oscurità sia tornata?”
    “Forse… è colpa di Xehanort. Potrebbe aver riaperto tutte le serrature da noi chiuse in precedenza…” azzardò Dark.
    “Se così fosse, sarebbe terribile.” Disse Sora. “Dobbiamo andare a vedere, subito!”
    “Sì, credo sia la cosa migliore da fare… Anche se dubito che io e Dark saremmo i ben graditi…” commentò Rexenet. “Dopotutto, io gli ho quasi uccisi, mentre per Dark sono convinti che si sia disintegrato dopo il torneo…”
    “Beh, non credo che faranno una reazione esagerata…” disse Kairi. “Dopotutto, dovrebbero essere abituati a tutto, no?”
     
     
    “Accidenti… Ci mancava solo questa ora!” disse Marco, lasciandosi sprofondare su una poltrona.
    “La questione è grave…” aggiunse Cassie.
    “Chiunque sia, ci mette di fronte ad un bel problema… Forse più grave degli Yeerk stessi…”
    “Tu non sei mai positivo, eh Jake?” chiese Rachel, sbuffando. “Non possono essere solo dei casi?”
    “Se il fatto che qualcuno sta facendo fuori i Controller lo chiami ‘caso’, allora non so…” gli rispose Marco. “Accidenti… prima la storia di David, poi il torneo, e ora questo… Come se gli Yeerk non fossero un problema per conto loro…”
    “Già… Quel torneo però non credo potrò mai dimenticarlo. Almeno lì abbiamo potuto usare liberamente i nostri poteri.” Commentò Rachel.
    “Già. Peccato che a momenti siamo stati divorati da un essere che ambiva alla distruzione dell’universo, e che il più forte dei presenti, che secondo me se avesse combattuto contro Goku avrebbe provocato veramente la fine dell’universo, è finito in mille pezzi per salvarci la pelle. Sinceramente, ora ci manca solo che il suo fantasma appaia qui chiedendo aiuto!”
    Mentre Marco parlava, non si era accorto che all’improvviso le espressioni dei suoi amici si erano trasformato in puro orrore.
    Se ne rese conto solo alla fine della frase.
    “Beh, che c’è? Non mi direte forse che solo parlare di fantasmi vi abbia spaventato? Suvvia, abbiamo viaggiato per l’universo, ci siamo ritrovati calpestati come mosche e voi vi spaventate per un piccolo accenno ai fantasmi?”
    “Emh… Marco… Cosa dicevi su Dark prima?” chiese Jake.
    “Beh, che era il più forte, che è finito in mille pezzi e che il suo fantasma non apparirà di certo qui…”
    “E… sei sicuro dell’ultimo punto?” chiese Rachel.
    “Insomma, si può sapere cos’avete da-”
    “Emh… Temo che il mio arrivo gli abbia leggermente scossi…” disse Dark, che era uscito qualche minuto prima assieme agli altri custode da un varco alle sue spalle.
    Marco si girò verso di lui, per poi tornare verso gli altri.
    “Ok… Ditemi che quello dietro di me non è il fantasma di Dark… O è la volta buona che vado veramente a cercare un psicologo…”
    “Tranquillo, non sono un fantasma, sono proprio io. Nessun fantasma.”
    “Ah… Allora immagino che neanche Rexenet che è al tuo fianco sia un’illusione… giusto?”
    “Dark, temo che la mia reputazione come custode buono sarà rovinata per molto tempo…” disse Rexenet.
    “Scusa, ma dopotutto eri l’unico che poteva usare i poteri delle tenebre a tuo piacimento…”
    “Ok…” fece Marco. “QUALCUNO PUÒ DEGNARSI DI DARCI QUALCHE SPIEGAZIONE?!”
     
    “Però… Non è successo nient’altro dopo il torneo?” chiese ironica Rachel. “Insomma, non vi manca nessun tipo di esperienza… o di piani assurdi da mettere in pratica…”
    “Beh, sai com’è… i piani più assurdi sono quelli più efficaci.” Disse Light.
    “Per carità, non dare retta a Xena, o finirà con il trascinarti al suo fianco a caccia di Yeerk!” sbottò Marco. “Piuttosto, cosa ci fate qui? Qualcosa mi dice che non è una visita di cortesia, vero? C’entra questo Senanort, o quello che è?”
    “Temiamo di sì.” Rispose Dark. “Il vostro mondo sta venendo avvolto dall’oscurità. È stato per pura fortuna che siamo passati da queste parti.”
    “E quindi cosa dobbiamo fare?” chiese Jake.
    “Beh, l’unica cosa che possiamo fare e guardare in giro. A quanto ho capito, avete ancora problemi con gli Yeerk, no?”
    ‘Stavolta in maniera non diretta’ disse la voce di Tobias, mentre dalla finestra entrava un falco dalla coda rossa. ‘Scusatemi se entrò solo adesso, ma temevo che sarebbero potuti volare tavoli e sedie…’
    “Sei molto spiritoso Tobias. Se dovessi rompere qualcosa, poi come lo spiego a mio padre non appena torna a casa?” domandò Marco. “Comunque, hai scoperto qualcosa?”
    ‘Temo di si… e non vi farà piacere saperlo…’
    “Cosa intendi dire?”
    ‘È stato trovato il corpo di un altro Controller. Sono riuscito a vederlo prima che lo portassero via. Sul petto gli era stato scritto con il sangue “I prossimi siete voi, Animorphs!”
    “COSA?!” urlò Jake, saltando in piedi. “Chi può essere stato? Nessuno sa di noi!”
    “Jake… A dir la verità, c’è una persona che lo sa… Anche se non si può più chiamare tale…” fece Rachel.
    “Appunto, non può essere stato lui. Ci siamo assicurati che diventasse inoffensivo, e grazie alle sue stesse urla continua a rimanere isolato. Deve trattarsi di qualcun altro…”
    “Di chi state parlando?” chiese Riku.
    “È successo poco dopo il torneo. Per una serie di motivi, ci siamo trovati costretti a far entrare nel gruppo un sesto Animorph, David. All’inizio credevamo fosse dalla nostra parte, ma lui vedeva la metamorfosi come un mezzo per soddisfare i suoi desideri, e in breve, ha cercato di eliminarci. Grazie al fatto che si era convinto di aver ucciso Tobias, siamo riusciti a farlo cadere in una trappola, intrappolandolo definitivamente in una metamorfosi. Non avevamo altra possibilità, era arrivato a uccidere il cugino di Jake pur di soddisfare i suoi desideri.”
    “Accidenti… Una specie di Xehanort all-” fece Hikari, per poi fermarsi.
    “No… dimmi che non lo stai pensando anche tu…” fece Kairi.
    “Che cosa?” chiese Jake.
    “Potrebbe essere… che Xehanort si sia alleato con questo David.”
    “No.” Disse Marco. “Ora come ora, David si trova su un isoletta disabitata, con l’aspetto di un topo bianco. E credimi, ci sarebbe una cosa sola in grado di permettergli di cambiare nuovamente aspetto, e dubito che lo faccia. Ha fatto un’eccezione solo con Tobias.”
    “E chi sarebbe?” chiese Kairi.
    “Un’entità superiore, che fa più o meno quello che gli va. Tobias desiderava tornare umano, ma ha solo ottenuto la possibilità di usare nuovamente la metamorfosi e un piccolo viaggio nel passato per poter prendere il suo stesso DNA.” Spiegò Jake. “Ma come ha detto Marco, non aiuterebbe mai David.”
    “Sentite, so che siete convinti che non sia così… ma potreste accompagnarci su quest’isola?” chiese Sora.
    “Se proprio ci tenete… Ma noi verremo come gabbiani, d’accordo?” rispose Rachel.
    “Va bene. Verremo solo io, Sora, Hikari e Light.”
    “Cosa?” disse Rexenet. “E noi perché dovremmo rimanere in disparte?”
    “Per il semplice fatto che nel caso dovessimo incontrare dei Controller, io e Sora abbiamo cambiato bene o male aspetto, mentre Hikari e Light sono loro totalmente sconosciuti. E direi che dopo il tiro che gli hai fatto, gli Yeerk non ti considerino proprio nella loro top 10 dei preferiti…”
    “Umph. È proprio vero che a fare i malvagi non si guadagna mai niente. Vi prenderete voi tutto il divertimento… E a noi non rimarrà niente!”
    “Detto così sembra quasi che tu voglia realmente dichiarare guerra agli Yeerk in maniera aperta…” disse Cassie.
    “L’idea probabilmente è quella…” commentò Riku acido, mentre guardava Jake e Rachel uscire assieme a Dark e agli altri.
    “Non sarò un esperto, ma deduco che proprio non ti va giù la mia presenza, giusto?” domandò Rexenet all’albino.
    “Strano, credevo di essere stato fin troppo chiaro in proposito.” Rispose lui.
    “Ma che bello… Proprio due alleati disposti a sacrificarsi l’uno per l’altro…” commentò Marco, mentre osservava andarsene anche Tobias.
    Riku rimase in silenzio per qualche minuto, per poi decidere di uscire dalla stanza.
    “Riku…” fece Kairi, senza però inseguirlo.
    “Lascialo sbollire.” Fece Rexenet. “Riconosco anch’io che quello che abbiamo fatto sia stato esagerato. Anche se mai quanto la sua reazione. Tu e Hikari siete state decisamente più elastiche sulla questione…”
    “Sinceramente, se non fosse stato per il fatto che Sora, aspetto a parte, è rimasto uguale, credo avrei reagito anch’io come lui...” disse ridendo la custode.
    “Beh, in effetti andare per mezzo universo fingendo di essere uno spietato assassino desideroso di sangue non è proprio la maniera più facile di farsi amare…” disse Marco.
    “Primo, non era uno spietato assassino. L’unica persona che ho eliminato è stata Malefica. Secondo, credimi, è stato piuttosto facile fingere.”
    “Non so perché, ma questo non mi fa stare tranquillo…”
     
     
    Riku uscì dalla casa, cominciando a girovagare per le strade della città.
    “Accidenti a loro…” disse a bassa voce.
    Senza che se ne accorgesse, un ragazzo dai capelli biondi lo affiancò.
    “Ciao” fece lui, sorprendendo il custode. “Ti sei perso? Mi sembri un po’ spaesato.”
    “Io… Sono solo un turista, sto giusto guardando in giro…” rispose l’albino.
    “L’ho sempre detto che questa città ha poche attrattive per i turisti. Qui la cosa più interessante sono gli incontri della comunità… Immagino che anche nelle altre città se ne parli, no?”
    “Sì… ho sentito qualcosa in proposito… Ma non mi sembra così interessante come dicono tutti.”
    “Girano voci che ogni tanto capiti qualcosa di strano in quegli incontri. Per esempio, c’è chi dice che qualche mese fa sono apparsi dei mostri che hanno attaccato tutti i presenti… Ma poi, come se la terra si fosse aperta, sono spariti nel nulla, lasciando al loro posto solo fuoco. Una strana storia, vero?”
    “Cosa vuoi?” tagliò corto Riku, capendo che il ragazzo voleva andare a parare da tutt’altra parte.
    “Sei nervoso… Riku?”
    Non appena il custode sentì pronunciare il suo nome si fermò ed evocò il Keyblade, che puntò alla gola del ragazzo. “Come fai a sapere il mio nome?”
    L’altro sorrise.
    “Una persona mi ha spiegato come riconoscerti. E mi ha anche detto che probabilmente saresti stato di pessimo umore...”
    “Immagino tu sia il famoso David, vero?”
    “Vedo che gli Animorphs ti hanno già informato… E dimmi, dove posso trovarli? Sai, ho un piccolo conto in sospeso con loro…”
    “E cosa ti fa credere che te lo dirò?”
    “Niente. So benissimo che non lo dirai spontaneamente…”
    “E tu sei convinto di potermi costringere a farlo?”
    “Io no… Ma temo che Jake non ti abbia rivelato un particolare su di me…” disse David, mentre attorno a loro cominciavano ad arrivare decine di uomini armati con pistole laser. “E cioè che io mi alleo con chiunque, Yeerk compresi.”
     
     
    Dark e gli altri raggiunsero l’isola in poche ore.
    “Accidenti… Non potevamo volare? Avremmo fatto prima…” si lamentò Light.
    “Scusaci…” disse Jake, mentre riprendeva sembianze umane. “Ma qui non siamo abituati a vedere uomini volanti. Avremmo potuto attirare di quel pochino l’attenzione…”
    “Bando alle ciance… David, fatti vivo! Sappiamo che sei qui, per un topo come te è impossibile lasciare quest’isola!” urlò Rachel.
    Ma non arrivò nessuna risposta.
    “Strano… Conoscendolo, a quest’ora avrebbe dovuto tentare di attaccarmi…” disse la ragazza, guardando Jake.
    “Tobias, vedi qualcosa?” chiese lui al falco sopra di loro.
    ‘Niente. Nessun topo bianco da nessuna parte’
    “Accidenti… Questo significa che i nostri sospetti erano fondati.” Disse Sora.
    “La questione ora è il dove potrebbe essere andato… E soprattutto, se è ancora un topo o se è tornato ad essere un umano…”
    “Questo Xehanort è così potente da poterlo aiutare?”
    “Xehanort è forse uno degli esseri più subdoli dell’universo.” Rispose Hikari. “E non c’è niente che non possa fare…”
    “Dobbiamo tornare indietro, subito.” Disse all’improvviso Dark, sentendo il suo orologio suonare.
    “Uh? Perché, hai un appuntamento da qualche parte?” chiese Rachel.
    “No.” Rispose Light, mostrando anche lui un orologio identico a quello di Dark. “Questi orologi non servono solo per leggere l’ora, ma funzionano anche come trasmettitori. Quello era un segnale da parte di Rexenet.”
    “Aspetta, questo significa che è successo qualcosa?”
    “Non lo so…” disse Dark, aprendo il varco. “Fatto sta che se è stato veramente Rexenet a chiamarci, ciò può significare solo guai.”
     
     
    Rexenet lanciò contro l’avversario una sfera di fuoco, costringendolo ad arretrare.
    “Accidenti… Non pensavo fossero così vigliacchi…” disse, mentre lui e Kairi cercavano di proteggere Marco e Cassie.
    Erano stati attaccati all’improvviso, e loro non avevano avuto il tempo di trasformarsi prima che nella casa facessero irruzione una decina di uomini, tutti armati di laser.
    “Com’è possibile? Sono venuti qui a colpo sicuro …” disse Cassie.
    “Più che altro, mi chiedo come sia possibile che abbiano scoperto questo posto… è solo una comune casa come tante altre. Accidenti, dovrò trovare un’ottima scusa con mio padre per spiegare la demolizione della casa…”
    “Non preoccuparti, ci penserà Dark a sistemartela… sempre ammesso che arrivi in tempo…”
    “Spero proprio di sì, o sarà stato tutto inutile.” Disse una voce proveniente da dietro gli uomini.
    “Q-Questa voce…” fece Marco, deglutendo. “Non è possibile…”
    “Che c’è, sorpreso di rivedermi, Marco?” fece David, superando i Controller, che non fecero niente.
    “David! Allora c’eri proprio tu dietro a tutto questo… e vedo che sei tornato umano…” fece Marco.
    “Cosa c’è, credevate veramente che sarei vissuto come un topo come se niente fosse? Allora siete proprio stupidi. Grazie ad un certo Xehanort, ho potuto riprendere le mie vere sembianze… e vi dirò di più: non sono più soggetto a quello stupido limite delle due ore.”
    Marco spalancò gli occhi.
    “Come sarebbe a dire?” chiese Cassie. “Potrai anche essere tornato umano, ma non puoi aver imbrogliato la tecnologia Andalita!”
    “Oh, se è per questo, non mi sono limitato solo a ciò. Vedete, ho deciso di andare oltre la morale. Presto non sarò più un comune essere umano…”
    Rexenet lo guardò, come se stesse cercando qualche particolare.
    “Per smettere di essere umano, dovresti morire. O essere in possesso di un potere che vada oltre ogni immaginazione… Credi forse che sia così facile?”
    “Vedrai, presto tutti voi mi obbedirete ciecamente.”
    “Non credo proprio!” disse Riku, arrivando in quel momento.
    Aveva una piccola ferita alla testa, da cui usciva un po’ di sangue, ma per il resto era sano e salvo.
    “Tu?” fece David, non troppo sorpreso dal suo arrivo. “Come hai fatto a sopravvivere?”
    “È stato un errore andartene senza assicurarti che i tuoi Yeerk riuscissero ad eliminarmi. Ora stanno tranquillamente dormendo con un bel bernoccolo in testa.”
    “Umph…” fece David, mentre dalle sue braccia cominciavano a spuntare delle piume. “Sei stato solo fortunato, Riku. La prossima volta vi eliminerò tutti quanti. E farò soffrire gli Animorphs per quello che mi hanno fatto. E Rachel sarà la prima.”
    David completò la sua trasformazione, per poi volare via, lasciando i controller di fronte ai custodi.
    “Cosa facciamo?” chiese Kairi. “Sono pur sempre esseri umani, non possiamo ucciderli…”
    “Ci penso io.” Disse una voce, mentre dietro di loro si apriva un varco, dal quale uscirono Dark e gli altri.
    Il custode dell’equilibrio creò subito delle sfere bianche tra le mani, che poi scagliò contro i Controller, intrappolandoli al loro interno.
    “Cosa gli hai fatto?” chiese Rachel.
    “Ho creato delle sfere temporali…” rispose Dark. “Tra qualche secondo gli Yeerk dentro i loro cervelli moriranno…”
    “È la stessa tecnica che hai usato con me, vero?” chiese Sora.
    “Esatto.” Disse Dark, mentre dalle orecchie dei controller cominciava ad uscire qualcosa.
    In pochi secondi, ai piedi di tutti i Controller c’erano i corpi di esseri simili a delle grosse lumache grigie.
    “Comodo!” disse Marco, mentre la barriera attorno agli ex-Controller scompariva, lasciandoli cadere a terra svenuti. “Non puoi insegnarci anche a noi questo trucco? Non sai quanto ci tornerebbe utile.”
    “Mi spiace…” disse Dark, sedendosi per terra. “Ma non è una cosa che si può imparare. E non si deve usare più del dovuto nel mondo reale. Stavolta ho fatto un’eccezione, ma alterare il tempo non è una cosa su cui scherzare.”
    “Peccato…” fece l’Animorph.
    “Non direi. Che gusto c’è a vincere così facilmente?” chiese Rachel.
    “Beh, scusa tanto, Xena, ma il rivedere un ragazzo che è stato trasformato definitivamente in topo tornato umano, che blatera del fatto che ora non è più sottoposto al limite delle due ore e che ci giura vendetta… beh, di certo non rientra nella mia top ten di cose preferite.”
    Rachel si zittì subito.
    “Quindi è vero…” disse piano.
    “Già. E questa volta sembra intenzionato a farcela pagare.” Rispose Cassie.
    “Ma come mai ce l’ha con te, Rachel?” chiese Kairi. “Ha espressamente detto che la prima sarai tu…”
    La bionda sbuffò.
    “In passato David si era convinto di potermi fare sua. Ma alla fine sono stata proprio io a farlo cadere in trappola, e non me l’ha mai perdonato…”
    “Capisco…” disse Riku, che era rimasto in disparte. “Ma temo che questa volta possa contare sull’aiuto di Xehanort… Almeno, sapeva di noi custodi e lo ha nominato. E dubito fortemente che un ragazzo rimasto topo per mesi possa conoscere uno che va in giro per l’universo nel tentativo di farlo cadere nell’oscurità.”
    “Dalle tue ferite, dev’essere stato comunque un avversario difficile.” Fece Light.
    “Mi ha colto alla sprovvista. Io ignoravo il suo aspetto, mentre lui era a conoscenza del mio. Così mi ha distratto rivelandomi della sua vendetta, mentre i suoi amici mi hanno attaccato alle spalle. Per fortuna me ne sono accorto in tempo, così me la sono cavata solo con qualche graffio.”
    ‘Ora però mi chiedo… cosa può aver convinto quegli Yeerk a collaborare con lui? Visser III di certo non lo aiuterebbe senza avergli prima messo uno Yeerk nella testa…’ disse Tobias.
    “Umh… Forse Erek potrebbe saperne qualcosa, no?” propose Jake.
    “Erek?” chiese Dark, rialzandosi.
    “Possiamo dire che è un nostro… infiltrato.” Rispose Marco. “Ma prima, doppiamo occuparci di queste persone…”
    “Non possiamo portale a casa…” fece il custode dei due opposti, aprendo un varco di fronte a loro. “Ma possiamo portarli altrove, tipo una grotta fuori città, no?”
    “In fondo, non possiamo fare altro. E nel caso quel David dovesse seguirci sotto qualche metamorfosi, almeno così non scoprirà dove si trovano. Da quel che ho visto, non mi sembra un ragazzo che si fa troppi scrupoli…”
    “Hai ragione… Ehi, Dark, ora che ci penso…” chiese Marco, mentre trascinava verso il varco uno degli uomini. “Funzionano tipo il teletrasporto di Goku, vero?”
    “Non proprio” rispose Hikari. “Sono delle semplici scorciatoie, non effettuano un vero e proprio teletrasporto. Immaginali come buchi neri, con la differenza che possiamo scegliere dove finire, a patto che abbiamo in mente il posto. Altrimenti rischiamo anche di ritrovarci in mezzo all’acqua o per aria, anche se è difficile.”
    Riku era rimasto in disparte, limitandosi a guardare fuori dalla finestra.
     
    “Uff… E con questo, abbiamo finito!” fece Light, osservando il varco chiudersi. “Certo che però mi sento un po’ in colpa… in fondo, li abbiamo trattati quasi come oggetti…”
    “Non c’era altra scelta. E ora, occupiamoci di David. Jake, prima avete parlato di questo Erek. Ci sai dire dove trovarlo?”
    “Purtroppo non prima di tornare a scuola.” Rispose lui. “Potrebbe essere un poliziotto o un gelataio, perciò l’unica volta che siamo sicuri di incontrarlo e quando viene a scuola.”
    “Capisco…”fece Dark. “Quindi dovremmo aspettare domattina…”
    Ma prima che qualcuno potesse aggiungere altro, il campanello suonò.
    I ragazzi si guardarono tra di loro.
    “Forse abbiamo fatto troppo casino prima…” disse Kairi.
    “Avevo eretto una barriera attorno alla casa, in modo che nessuno venisse a curiosare. Nessuno può aver visto o sentito nulla.” Rispose Rexenet.
    “Ehi, voi, ho qui la pizza che avete ordinato!” disse una voce dietro la porta.
    “Pizza?” chiese Marco. “Ma non abbiamo ordinato nessuna pizza… Aspettate, me ne libero subito…”
    Il ragazzo andò ad aprire la porta, ritrovandosi così di fronte al fattorino.
    “Emh… Mi dispiace doverglielo dire, ma deve aver sbagliato indirizzo… Non abbiamo ordinato nessuna pizza.”
    “Lo so.” Rispose lui. “Ma una scusa mi serviva comunque, no?”
    I custodi sentendo ciò si prepararono ad evocare i Keyblade, ma si fermarono vedendo che Marco stava facendo entrare lo sconosciuto.
    “Capisco… Di cosa si tratta…” disse, mentre le sembianze del fattorino cambiavano di colpo, diventando quelle di un ragazzo. “…Erek?”
    “Ecco… Non so, vedo che avete ospiti…” disse lui.
    “Non preoccuparti, sono dalla nostra parte.” Lo rassicurò Jake. “Sono a conoscenza del nostro segreto, e puoi fidarti di loro.”
    “Beh, in fondo, sono solo in grado di diventare qualsiasi animale vogliono, non mi sembra una cosa tanto strana…” ironizzò Rexenet. “E poi, immagino che lo sia anche tu, no?”
    “Non proprio…” rispose Erek “Più precisamente, sono un droide lasciato come eredità a questo pianeta millenni orsono.”
    “Ah, un droide… Cos’altro ci manca oggi?” chiese Riku, ridestandosi dalla sua ipnosi.
    “Benvenuto nel nostro mondo!” disse Marco ridendo. “E devo dire che mai frase fu più azzeccata di questa… dato che non siete di questo mondo!” concluse ridendo.
    “Davvero?” chiese Erek. “Anche voi siete alieni mutaforma?”
    “Beh, in passato cambiavo abbastanza spesso aspetto, ma di recente il massimo che mi è capitato è stato quello di dover accogliere dentro di me la forza di un essere che poco più di dieci anni fa ha rischiato di sconvolgere l’universo intero.”
    “Capisco… vita movimentata allora…” disse Erek. “Ad ogni modo, sta succedendo qualcosa tra gli Yeerk-”
    “Lasciaci indovinare: un gruppo di loro ha disertato ed è scomparso nel nulla?” chiese Rachel.
    “Li avete già incontrati?”
    “Sfortunatamente sì… e sappiamo che hanno seguito David, misteriosamente tornato umano e deciso più che mai a vendicarsi… Ma immagino che Visser non si sia lasciato sfuggire troppo su questa fuga, vero?”
    “Immagini giusto. La posizione dello Yeerk a me assegnato non è sufficientemente alta per scoprire di più, mi dispiace.”
    “Nah, non preoccuparti.” Fece Light. “Resteremo qui finché questa crisi non sarà superata.”
    “Beh, avere dalla nostra un gruppo di ragazzi che volendo potrebbero annientare il pianeta mi consola…” commentò Marco, per poi fare un sonoro sbadiglio. “Però temo che ora non possiate fare altro che dormire… Potete rimanere qui, mio padre non tornerà prima di qualche giorno…”
    “D’accordo. Non sono ancora abituato a viaggiare sulla Gummiship… rimanere a terra non mi dispiace affatto!” rispose Rexenet.
     
    Dark era sdraiato per terra, e dormiva tranquillamente.
    Aveva deciso di dormire in cucina per il semplice fatto che preferiva rimanere da solo e non venire disturbato.
    La porta si aprì silenziosamente, facendo entrare qualcuno che rimase avvolto nell’oscurità.
    Senza fare rumore, questi andò verso la finestra, aprendola.
    Prima ancora che potesse finire di spalancarla, un uccello entrò dentro velocemente.
    In pochi minuti, di fronte a Dark apparve David.
    Ma il ragazzo rimase umano per ben poco tempo: infatti le sue dimensioni diminuirono immediatamente.
     
    “Dark?” fece Hikari, entrando in cucina e accendendo la luce.
    Di fronte a lei c’era il custode, in piedi, intendo a guadarsi le mani con occhi sorpresi, mentre Riku, che si trovava vicino alla finestra, stava sorridendo.
    “È successo qualcosa?” chiese lei.
    “Finalmente…” disse Dark. “Finalmente ho il potere…”
    Hikari lo guardò male.
    “Potere? Di cosa stai farneticando, Dark?”
    Ma lui si limitò a girarsi verso di lei, sorridendo.
    “Sto dicendo che ora quegli odiosi Animorphs la pagheranno cara per ciò che mi hanno fatto, mia cara Hikari…”
    La custode evocò subito il Keyblade.
    “Chi sei?”
    “Oh, è vero, tu non hai ancora avuto l’onore di conoscermi… Il mio nome è David…” disse Dark, creando una sfera di fuoco in mano. “…e ho appena preso possesso di questo corpo!”
    Hikari non fece in tempo a parare la sfera che questa la colpì in pieno, facendole attraversare il muro e finire nella stanza accanto, dove dormivano anche tutti gli altri.
    “C-Che diavolo…?” fece Marco svegliandosi di colpo, ritrovandosi di fronte ad una Hikari che si teneva la mano sulla pancia, dalla quale usciva del sangue.
    “Hikari!” urlò Kairi non appena la vide.
    “Chi è stato?” chiese Light, evocando il Keyblade.
    Dalla cucina sentirono una risata.
    “Fantastico… Sapevo che facevo bene a prendere questo corpo…” disse Dark, raggiungendoli seguito da Riku.
    “N… Non è Dark…” fece Hikari. “È David… Non so come, ma si è impossessato di Dark…”
    “Cosa?!” fece Marco, per poi girarsi verso il ragazzo, arrabbiato. “David! Dimmi che non lo hai fatto… Dimmi che non ti sei trasformato in uno Yeerk!”
    “Sei perspicace, umano.” Disse Riku.
    “Riku? Anche tu…?”
    “Riku è stato il primo a cadere sotto il mio controllo. Vi ho fatto credere di essermi limitato ad attaccarlo, mentre invece ho infilato uno Yeerk nel suo cervello… che stanotte mi ha permesso di prendere possesso di Dark.”
    “Sei uno stolto! Credi davvero di poter gestire il potere di Dark così facilmente?” chiese Rexenet.
    “Certo che no. Per questo non ho preso il suo DNA. Vedi, devi sapere che gli Yeerk si limitano a comandare al Controller cosa fare, cosa dire… ma la persona rimane la stessa. È per questo che non vi siete accorti di Riku. E sappiate che so tutto di voi. Non appena sono entrato dentro Dark, ho avuto accesso completo ai suoi ricordi.” David a quel punto sorrise. “E ho scoperto parecchie cose interessanti… Così quel signore che ho incontrato, aspira alla distruzione dell’universo attuale?”
    “David, tu vuoi noi Animorphs, loro non c’entrano, lasciali andare!” disse Marco.
    “Lasciarli andare? Stai ancora fingendo di fare lo stupido, Marco?” chiese il ragazzo. “Ora che posso controllare un simile potere? Hai voglia di scherzare!” disse, per poi creare in mano una sfera bianca e nera.
    “Cosa?” fece Light. “Ha creato subito una sfera di luce e oscurità fuse assieme?”
    “Come vi dicevo, ho scoperto parecchie cose... E ora, dite addio a questo insulso pianeta!” urlò David, lanciando contro i custodi la sfera.
    “Maledizione…” disse Rexenet, creando una sfera d’oscurità. “Light, sei pronto?”
    “Ho possibilità?” chiese lui, creando una sfera di luce.
    Immediatamente, i due custodi lanciarono le loro sfere contro quella di Dark, facendole scontrare.
    Non appena si toccarono, l’onda d’urto distrusse l’intera casa, spedendo fuori tutti i presenti, tranne Dark, Light e Rexenet, ancora concentrati a mantenere le loro sfere.
    “L-L-La m-mia c-casa…” mormorò Marco.
    “Ringrazia che è stata solo casa tua. Quel colpo mirava a distruggere l’intero pianeta…” disse Hikari.
    “Cosa?!”
    “David ha intenzione di disintegrarci tutti in un colpo solo…” rispose Kairi. “Sa perfettamente di poter scappare usando i varchi…”
    “Maledizione… stavolta David ha aumentando i suoi sogni di grandezza…” disse Marco, mentre Riku li raggiungeva, con il Keyblade in mano.
    “Gli ordini di David sono chiari” disse. “Rendere inoffensivi gli altri custodi, e di prendere il cubo della metamorfosi.”
    “Cubo della metamorfosi? E che cos’è?” chiese Hikari.
    “È l’oggetto… che ci ha donato i poteri…” rispose Marco, deglutendo. “Non si è ancora arreso… vuole ancora creare il suo gruppo personale di ragazzi dotati di poteri…”
    “Già. Grazie a lui, noi Yeerk potremo vivere liberi, senza più doverci preoccupare di nulla! E lo faremo in corpi in grado di trasformarci in qualsiasi essere noi vogliamo!”
    “Credi davvero che ve lo permetteremo?” chiese Kairi, evocando il Keyblade.
    “Dimentichi che in questo momento sto controllando Riku. L’unico modo per uccidermi è uccidere Riku.”
    “Riku non sopporta l’idea di essere controllato. Se leggi la sua mente, dovresti saperlo bene.”
    “Certo che lo so. In questo momento Riku sta urlando disperato, supplicandomi di fermarmi. Perché lui sa cosa sto per farvi.” Disse il Controller, sorridendo.
    Hikari e Kairi si misero davanti a Marco, pronte a difendersi.
     
    Light e Rexenet continuavano a lottare, cercando di resistere alla forza dell’attacco nemico.
    “Certo che è forte Dark…” disse Light.
    “Beh, in fondo è sempre stato lui ad occuparsi di tutto... direi che è ovvio, no?” aggiunse Rexenet. “E se lo conosco abbastanza bene, non si è fatto fregare così facilmente…”
    “Come se fosse possibile sovrastare la mia volontà.” Rispose David. “Presto voi e tutti gli altri verrete sconfitti. Se sarete fortunati, diventerete miei schiavi.”
    “Tuoi schiavi?” ripeté ridendo Rexenet. “Povero idiota, credi davvero che perderemo contro di te? Mi dispiace deluderti, ma quello che tu dici essere il pieno potere di Dark non è ancora niente del suo reale potenziale. Se solo lo volesse, ci spazzerebbe via come se niente fosse!”
    “Non sottovalutarmi, custode! Io n-non…”
    Ma improvvisamente i movimenti di David si fecero più lenti.
    “C-Cosa succede?” si chiese lui.
    ‘Tsk, Questa è la tua forza di volontà?’ disse una voce dentro la sua testa. ‘Patetico… Lascia che ti mostri cos’è il vero potere!’
    Prima che qualcuno potesse realizzare cosa stesse succedendo, David sparì nel nulla, come risucchiato in se stesso, e con lui la sfera, permettendo così ai due custodi di interrompere l’attacco.
     
     
    “Dove sono?” chiese David, nuovamente nel suo aspetto umano, guardandosi attorno.
    Si trovava in una strana stanza, bianca e nera, dove i due colori si scontravano a metà di essa.
    “Ti trovi nel mio mondo.” Rispose Dark, apparendo di fronte a lui, con il Keyblade in mano. “Come ti ho detto, sei patetico. Non sei nemmeno riuscito a leggere completamente i miei pensieri. Così non ti sei accorto che ti stavo trascinando in questo posto. Ritieniti fortunato: ben pochi oltre ai custodi dell’equilibrio hanno avuto l’onore di visitare questo luogo.”
    “Dove siamo?” ripeté David.
    “Se proprio vuoi una risposta, puoi immaginare questo posto come una dimensione parallela, inaccessibile a chiunque. Solo chi voglio io può entrarvi o uscirvi.”
    “Capisco… Una specie di prigione quindi…”
    “Se la vuoi vedere così… Ma bando alla ciance. Immagino tu sappia cosa ti aspetta, non è vero? Tuttavia, voglio essere generoso: ti permetterò di sopravvivere, ma ti rimuoverò poteri e memoria, e in più ti trasferirò in un altro mondo, in modo tale che tu non possa fare più nulla. Potrai ricominciare da zero. Che ne dici?”
    David lo guardò per qualche secondo, per poi scoppiare a ridere.
    “Fammi capire bene: tu vorresti in pratica cancellarmi come esistenza, lasciandomi solo come entità vuota, giusto?”
    “Il senso è quello.”
    “Mi sbagliavo. Credevo che tu fossi intelligente, ma devi essere piuttosto stupido per propormi una cosa del genere. Pensi davvero che io accetti una cosa simile? Idiota, non esiste che io lo faccia!”
    Dark sospirò.
    “Come vuoi. In questo caso, ti mostrerò come il tuo piano cadrà, e ti eliminerò sotto gli occhi di tutti, in modo tale che nessuno possa pensare che tu sia ancora vivo.” Disse Dark, per poi schioccare le dita.
    Il pavimento della stanza cominciò a sciogliersi, facendo sprofondare lentamente i due al suo interno.
     
     
    Pochi secondi dopo la sparizione di Dark, una luce apparve di fronte ai custodi.
    Dark uscì da essa portandosi sulle spalle David, svenuto.
    La prima cosa che fece fu lanciare una sfera contro Riku, rinchiudendolo al suo interno.
    Com’era successo con gli altri Controller, dopo pochi minuti dalle orecchie dell’albino uscì un grosso lumacone grigio.
    Dopo ciò, Dark lasciò cadere a terra David.
    “Come hai fatto?” chiese Marco. “Sei riuscito a sovrastare uno Yeerk, anche se fasullo…”
    “Credeva davvero che controllarmi fosse facile, e questo è stato il suo errore. All’inizio ha avuto via libera grazie al fattore sorpresa, ma poi sono riuscito a riprendere il controllo del mio corpo il tempo sufficiente per trasferirci in una dimensione parallela… dove l’ho espulso dalla mia testa e l’ho fatto tornare al suo vero aspetto…”
    “Accidenti… Certo che tu nei sai una più del-” cominciò Marco, per poi interrompersi guardando David che riprendeva i sensi.
    “P-Perché… Perché deve sempre finire così…” disse, rialzandosi, ritrovandosi così puntati sul collo sei Keyblade.
    “Non fare alcuna mossa. Ti uccideremo prima ancora che tu possa arrivare a metà della metamorfosi.” Disse Rexenet.
    “Quel tipo… mi aveva assicurato che avrei avuto un potere incredibile… Un potere con il quale avrei distrutto questo mondo per sempre…” disse il ragazzo, senza voltarsi.
    Dark lo guardò per qualche secondo, per poi spalancare gli occhi.
    “Presto, allontanatevi da lui!” urlò agli altri custodi.
    “Cosa succede?” chiese Hikari.
    “Il suo potere… sta aumentando… L’oscurità lo sta avvolgendo!” rispose il custode. “Ed è un’oscurità forte… Quasi allo stesso livello di quella di Vanitas…”
    “Cosa?!” fecero gli altri custodi.
    Ma prima che Dark potesse rispondere, attorno a David apparve un alone oscuro, che lo fece alzare in aria.
    “E ora cosa diavolo succede?” chiese Marco.
    “La sento…” disse David, sorridendo. “LA SENTO!!! QUESTA È L’OSCURITÀ CHE VOLEVO!” urlò, facendo partire dal suo corpo una vera e propria nuvola di oscurità, che si scagliò contro i custodi, chiudendoli al suo interno.
    Marco corse subito da loro, ma prima ancora che potesse avvicinarsi alla sfera, venne sbalzato via da una forza invisibile.
    “Maledizione…” disse, rialzandosi. “Com’è possibile?”
    Quando l’Animorph spostò lo sguardo in alto, vide che l’oscurità attorno a David si stava riunendo in un solo punto, ovvero la sua mano destra.
    Lentamente, essa prese forma.
    La forma di una chiave.
     
     
    Dark scagliò una sfera contro la barriera che gli avvolgeva, senza però riuscire a infrangerla.
    “Maledizione…” disse Riku, riprendendo i sensi. “Venire controllato da una lumaca gigante mi mancava… Cos’è successo?” chiese, accorgendosi di dove si trovavano.
    “Quel David… Ha sviluppato dell’oscurità, ed è riuscito a controllarla… chiudendoci al suo interno! Neppure i varchi funzionano!” sbraitò Light, dando un pugno alla barriera.
    “Nemmeno la mia magia riesce a infrangerla…” aggiunse Dark. “O meglio, la magia più potente che posso usare qui senza rischiare di distruggerci con il contraccolpo…”
    “E allora cosa possiamo fare?” chiese Riku. “Siamo tutti chiusi qui dentro, mentre David è libero di fare ciò che vuole!”
    “No.” Disse il custode dell’equilibrio. “Fuori c’è ancora Marco.”
     
     
    “Quello è… un Keyblade!” urlò incredulo Marco, osservando l’arma creatosi nella mano di David, che in quel momento era come privo di vita.
    I suoi occhi erano spenti, e fissavano il vuoto.
    “Com’è possibile?” chiese l’Animorph. “Avevo capito che i Keyblade fossero usati solo da poche persone nell’universo… Possibile che David sia una di queste?”
    Prima che Marco potesse pensare ad altro, gli occhi di David si rianimarono, per poi girarsi verso il Keyblade.
    “Capisco… Quindi è questo il mio vero compito… E va bene, come vuoi…” disse.
    “David! Cos’hai fatto stavolta?” chiese Marco.
    Il nuovo custode si girò verso di lui.
    “Marco, dovresti congratularti. Hai di fronte il primo dei nuovi custodi delle tenebre!”
    “Come? Cosa vuoi dire con questo?”
    “Sono stato eletto. Tra le miliardi di persone su questo mondo, le tenebre hanno scelto me per rappresentarle nella guerra che sta per avere inizio!”
    “La… guerra?” ripeté Marco.

    #Flashback#


    “La guerra dei Keyblade?” ripeté Rachel. “Di cosa si tratta?”
    “Molto tempo fa, i custodi del Keyblade erano decisamente più numerosi di adesso: se dovessimo fare una proporzione, ce n’erano due a mondo. Con la differenza che all’epoca esisteva un solo mondo, che li racchiudeva tutti.”
    “Aspetta, stai forse dicendo che in passato il nostro mondo era unito ad un altro?” chiese Jake.
    “Proprio così. I custodi dovevano vigilare su questo mondo, impedendo che la luce e l’oscurità potessero prevalere l’una sull’altra. Ma è stato durante questo periodo che avvenne la tragedia.”
    “Tragedia?” disse Marco. “Cosa può essere successo di così grave?”
    “Non vi siete chiesti il perché questo mondo si sia separato, formando quelli attuali?” chiese Dark. “È stato il risultato di una terribile lotta avvenuta tra i custodi che proteggevano la luce e quelli che proteggevano le tenebre.”
    “Lasciami indovinare: quelli delle tenebre volevano che tutto piombasse dentro esse, vero?” chiese ironicamente Marco. “Come in tutte le storie dopotutto.”
    “No. In questa storia, i cattivi sono i custodi della luce.”
    “Cosa?!” fecero tutti, compresi gli altri custodi, che stavano ascoltando anche loro per la prima volta quel racconto.
    “È così: i custodi della luce attaccarono per primi, per timore che prima o poi le tenebre potessero avere la meglio. Ma l’unico modo perché una delle due forze potesse vincere, era ottenere il X-Blade. Per ottenerlo, i custodi ingaggiarono una guerra senza precedenti. Milioni di persone persero la vita durante questo scontro. Tutti custodi che erano convinti di poter avere la meglio, e di essere dalla parte giusta della bilancia. Fu allora… che apparve il primo custode dell’equilibrio. Purtroppo non so molto su di lui, posso solo dire che fu in grado di mettere fine alla guerra. Ormai il mondo era ferito, ferito dalla guerra che da anni continuava senza accennare a smettere. L’unica soluzione… era l’eliminazione di tutti i custodi.”
    “L’eliminazione… di tutti i custodi?” ripeté Riku sorpreso.
    “Stai dicendo che… il tuo primo predecessore…”
    “Esatto. Eliminò tutti i custodi, ormai esausti dalla battaglia. Ma questo non era sufficiente: l’equilibrio era stato irrimediabilmente infranto. Così, il primo custode dovette sacrificare se stesso per ristabilirlo, e l’unica maniera era quella di dividere in milioni di pezzi il mondo originario. Si potrebbe pensare che ci siano voluti chissà quanti anni, ma in realtà è stato una questione di pochi secondi. Il custode dell’equilibrio scomparve nel nulla, e i mondi come li conosciamo oggi nacquero.”
    “E… Che cosa succederebbe se dovesse iniziare una seconda guerra dei Keyblade?” chiese Marco.
    Dark si voltò verso di lui. “Ormai è tardi. La guerra è già iniziata. Presto verranno scelti nuovi custodi, provenienti dai vari mondi. Tutti saranno chiamati a combattere per la propria fazione, in una guerra per la salvezza dei mondi attuali. Se dovessimo perdere, tutti i mondi si riunirebbero nel mondo originale, cancellando tutto ciò che è successo su di essi. In poche parole, l’esistenza cesserebbe di esistere.”
    “Potevi scegliere altre parole, sai?” disse Marco. “E poi… Fantastico, veramente fantastico! Per quel che ne sappiamo, potremmo riuscire a sconfiggere gli Yeerk proprio un secondo prima di sparire nel nulla! Cos’altro si può volere dalla propria vita?”

    #Fine Flashback#



    “No…” disse il ragazzo, indietreggiando. “Non è possibile… Stai dicendo… che sei stato scelto per prendere parte alla guerra dei Keyblade?”
    “Vedo che sei già informato, Marco. Proprio così, io sono stato scelto per portare questo universo all’annientamento! Io porterò un nuovo ordine! Io comanderò la nuova generazione di esseri viventi! E voi… sparirete ora!” disse David, per poi creare in mano una sfera oscura. “E tu per primo, Marco. Consideralo il mio ringraziamento per avermi fatto diventare tempo fa un Animorph!”
    “Credo che quella sarà l’azione per cui mi pentirò per tutta la vita… Un errore che non dovevo fare…” rispose il ragazzo, deglutendo, mentre osservava il nuovo custode lanciarli contro la sfera.
    ‘Certo… che è ironico.’ Pensò l’Animorph. ‘Ero sicuro che sarei morto da formica, schiacciato da una scarpa… Di certo non da un umano impazzito…’
    Marco chiuse gli occhi, ormai rassegnato all’inevitabile.
     
    Il ragazzo non sentì niente.
    Riaprì lentamente gli occhi, per poi spalancarli immediatamente.
    Si trovava immerso nell’oscurità, sopra una specie di pavimento grigio.
    “E ora… dove accidenti sono finito?” chiese, guardandosi attorno, ma senza vedere niente.
    “Sei stato scelto…” disse una voce. Una voce chiara, tranquilla.
    “Chi sei?” chiese Marco ad alta voce.
    “Non ha importanza chi io sia… Almeno, non ancora… Marco, tu sai dove ti trovi?”
    L’Animorph avrebbe voluto chiedergli come faceva a sapere il suo nome, ma non lo fece.
    “No, non ne ho idea. Non sono mai stato in un posto del genere. Sei per caso Ellimist?”
    “No, non sono lui. Ma come sostanza, siamo simili. Rispondimi, Marco. Tu desideri fermare David, vero?
    “Certo che lo desidero! Se non lo faccio, il mio mondo verrà distrutto. I miei amici… la mia famiglia… le battaglie che abbiamo sostenuto… Sarebbe stato tutto inutile!”
    “Molto bene allora! Marco, ciò che stai per ricevere potrebbe cambiarti per sempre. È un potere maggiore di quello già in tuo possesso, e assieme ad esso, potrebbe rivelarsi ancora più efficace.” Continuò la voce, mentre di fronte a Marco appariva una sfera di luce.
    “Toccala, e tutto avrà inizio. Toccala, e sarai artefice del tuo destino. Toccala, e perderai la pace.”
    “Pace?” disse Marco. “A quella ho detto addio molto tempo fa ormai… Non ho rimpianti per quello.” Concluse, toccando la sfera.
    Non appena lo fece, il strato di pavimento sotto di lui si illuminò, per poi volare via sotto forma di piume spinte dal vento, rivelando un mosaico che lo rappresentava, circondato dagli altri animorphs.
    “Questa è stata la tua scelta. Cerca di non pentirtene Marco, custode della luce!” disse la voce, mentre la sfera in mano a Marco prendeva forma, diventando prima un semplice Keyblade di luce, e poi gradualmente cambiando leggermente aspetto: il ciondolo a forma di corona si trasformò in uno a forma di A, mentre il grigio della lama veniva sostituito da varie immagini di animali.
    “Questo è il tuo Keyblade.” Continuò la voce, mentre Marco cominciava a sparire.
    Alle sua spalle apparve una figura avvolta in un vestito bianco.
    “Sostieni colui che aprirà la porta… E quando sarà il momento, dagli ciò che gli appartiene.” Disse, sparendo assieme a tutto.
     
    Marco riaprì gli occhi, evocando il Keyblade e parando la sfera che lo stava per colpire.
    “Giusto in tempo!” disse, cercando di non cedere alla forza dell’avversario.
    “Cosa? Un Keyblade?” disse David incredulo. “Com’è possibile? Sono io l’eletto! Come può una nullità come te averlo?”
    “Mi spiace David…” disse Marco, per poi riuscire finalmente a respingere la sfera d’oscurità, facendola sparire. “Ma il prezzo di questo Keyblade è la tua fine. Perciò preparati: farò ciò che non abbiamo avuto il coraggio di fare in passato!”
    “Speri davvero di potermi sconfiggere? Ti ricordo che io posso in ogni caso gestire qualsiasi metamorfosi per il tempo che desidero!”
    “Questo non mi spaventa affatto. Per il semplice fatto che sia da umano, che da animale, che da alieno, io ti eliminerò!”
    “Provaci” rispose il custode delle tenebre, sfidandolo con la mano a raggiungerlo.
    Marco non se lo fece dire due volte.
    Saltò subito in alto, raggiungendolo in pochi secondi.
    “Sembra che il Keyblade aumenti anche le proprie capacità fisiche…” disse, prima di cercare di colpire David, che parò il colpo.
    “Il mio Keyblade è più potente del tuo. Contiene tutto il mio rancore verso di voi!”
    “Hai troppa fiducia nella tua arma… Eppure, dovresti saperlo. Un’arma da sola non è sufficiente!” disse Marco, per poi dare un calcio nello stomaco a David, facendolo precipitare a terra.
    La perdita di concentrazione di David fu sufficiente a sciogliere la barriera attorno agli altri custodi, che così poterono vedere cosa stava succedendo.
    “Temo di aver perso qualche passaggio…” commentò Kairi, osservando prima David che si stava rialzando e poi Marco, che stava tornando a terra. “Quando David e Marco sono diventati custodi?”
    “Ah, non guardare me Kairi.” Disse Light. “Ne so quanto te!”
    “Sono stati scelti…” rispose Dark. “Loro sono i primi a rappresentare la guerra che sta per arrivare.”
    Marco non si girò verso di loro, ma si diresse subito verso David, per poi puntargli contro il Keyblade.
    “È finita David. Non rendermi le cose ancora più complicate.”
    “Io… Non mi arrenderò… né ora né mai!” rispose l’altro.
    “Ben detto, David.” Disse una voce, mentre alle spalle del custode si apriva un varco oscuro.
    Pochi secondi dopo, a fianco di David c’era Xehanort.
    “Tu sei…” disse il custode delle tenebre.
    “Ero sicuro che saresti entrato in possesso del Keyblade. Ora, desideri ulteriore potere? Se mi seguirai, ti insegnerò tutto ciò che so sull’oscurità e sul Keyblade. Diventerai uno degli essere più potenti dell’universo.”
    “Proposta allentante… Direi che mi conviene accettare. In fondo, per questo mondo è giunta la fine.”
    “Cosa vuoi dire?” chiese Riku.
    “Non ve ne siete ancora accorti?” rispose lui. “Questo mondo si sta fermando. Presto tutto ciò che si trova qui diventerà come di pietra!”
    “Cosa stai dicendo?”
    “La verità.” Disse Xehanort. “Nel momento stesso in cui sono stati eletti i due custodi, questo mondo ha smesso di vivere, e con lui tutti coloro che lo abitano. Torneranno normali solo alla fine della guerra. Ammesso che questo mondo non venga distrutto ovviamente.” Concluse, sorridendo.
    “Xehanort…” disse Dark.
    “E per te, custode dell’equilibrio, ho un piccolo regalo: un viaggio in un altro mondo, ma in solitaria!” aggiunse l’ex Maestro, lanciando contro Dark una sfera oscura, che lo avvolse, facendolo sparire.
    “Dark!” urlarono gli altri custodi.
    “Dove lo hai mandato?” chiese Hikari.
    “Trovatelo…” rispose Xehanort, sparendo nel varco oscuro assieme a David.
    “Maledizione!” urlò Marco, facendo sparire il Keyblade. “Quella voce… non mi aveva detto che sarebbe successo questo prendendo il Keyblade!” continuò.
    “Marco… Lo so che non vorresti, ma dobbiamo andare. Se le cose stanno come ha detto Xehanort, non possiamo fare più niente qui.” disse Sora, mentre Hikari apriva un varco.
    “Lo so…” rispose il neo custode. “Ma non volevo che finisse così…”
    “L’unica cosa che possiamo fare per far tornare tutto alla normalità è vincere la guerra. Mi dispiace, ma ora anche tu ne sei partecipe.”
    “Lo so. Era il prezzo da pagare per fermare David… Cosa che ho intenzione di portare a termine!” disse l’animorph, per poi seguire gli altri nel varco, mentre attorno a loro tutto cominciava a perdere colore.
    “Jake, Tobias, Rachel, Cassie, Ax, Erek… Vi prometto che farò di tutto per tornare indietro…” disse, girandosi nuovamente verso il suo mondo, mentre il varco si chiudeva davanti a lui.

    Edited by darkroxas92 - 2/2/2011, 22:29
     
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    Ma yeah ! Che figataaaaaaaaa, troppo bello questo capitolo, unica pecca, volevo che Dark fosse controllato da David per più tempo, mi piaceva questa idea

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    @ Armitrael: Sbaglio, o dalla lista da te fatta, gli unici a morire dovrebbero essere Riku e Kairi? XD

    Beeeeeeeh....come posso dire.......Si !

    comunque per il capitolo nulla da dire, troppo bello troppo figo continua così, voglio vedere il mondo in cui atterrerà Dark

     
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    se mi cercate, sono al manicomio del mondo che non esiste, via dei nobody n. 92

    Solo per questa ti darei un premio XD
    Ma torniamo seri u.u Come ti ho già detto, bellissimo capitolo, pieno zeppo di colpi di scena incredibili u.u Sì, ma non puoi lasciarmi sempre in sospeso così!!! Ora che si è scoperto che Dark è un bravo ragazzo, dove me l'hai mandato??? ç____ç Aggiorna presto nè u.u

    ps: guarda che non hai chiuso il tag per centrare la scritta del flashback!
     
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    grazie per la segnalazione, ho sistemato
     
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  8. francix94
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    che bello si è aggiunto un altro custode nell'allegra compagnia dei portinai XDDDDD

    ora spero che il prossimo sia naruto °v°

    PS: è strano che liberty non abbia scritto messaggi di morte su kairi per lo schiaffo che ha dato a riku ò_O
     
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    Ed eccomi con il nuovo capitolo.
    Stavolta metto la parte la mia poca autostima e posso dire che l'idea che mi è venuta in mente per questo capitolo è unica XD. Infatti il mondo che ho scelto probabilmente sarà la prima e ultima volta che apparirà in una ff di KH XD.
    Ringrazio nuovamente Liberty89 per avermi fatto da Betareader.
    Ma non voglio anticiparvi troppo, perciò passiamo subito alle recensioni:
    @ Armitrael: Mi spiace, ma se lo avesse poseduto più a lungo, la fic sarebbe finita subito, no? XD Per quanto riguarda il nuovo mondo... Come ho detto, è un mondo che nessuna fic di kh (che io sappia) ha mai visto prima XD
    @ Liberty89: Eh, lo sai, amo lasciare in quel modo... Anche se credo che con il finale di questo capitolo mi merito quanche centinaio di persone a minacciarmi XD
    @ francix94: Eh già, un custode completamente nuovo si è unito alla banda per la fine dell'universo XD. Per il prossimo, chissà... E per Riku... Liberty89 mi dice che stavolta Kairi ha perfettamente ragione, e che ci penserà anche lei personalmente a fargli pagare la sua cafoneria... Speriamo che dopo possa ancora usarlo per i prossimi capitoli XD
     
    Ok, e ora... buona follia (perché non si può definire in altro modo XD)

    Capitolo 49: Una promessa per il futuro - Torna all'indice dei capitoli
    Dark fu scaraventato fuori dal varco oscuro come spinto da qualcuno.
    Ciò avvenne in aria, a poca distanza da un palazzo.
    “Maledizione… Non riuscirò a fermarmi in tempo!” disse Dark, preparandosi all’urto, che avvenne pochi secondi dopo, facendolo schiantare all’interno di un’abitazione, dove perse i sensi.
     
     
    “Quindi questa è la vostra famosa Gummyship?” chiese Marco, guardandosi attorno. “Beh, è abbastanza diversa dalle altre astronavi che ho visto finora. Sembra quasi una casa.”
    “Abbiamo un buon meccanico” gli rispose Sora, continuando a guardare i monitor.
    Non appena erano tornati sulla Gummyship erano subito ripartiti, cominciando a scandagliare i vari mondi nella speranza di ritrovare Dark.
    “Accidenti a Xehanort…” disse Light. “A quanto pare, sapeva perfettamente cosa fare… Ma non pensavo realmente che sarebbero stati eletti altri custodi.”
    “Temo dovremmo prepararci a trovarne altri lungo il nostro viaggio. Per quanto ne sappiamo, ogni mondo ora potrebbe avere uno o più custodi.”
    “Beh, ora abbiamo altre questioni a cui pensare. Dark non è di certo un tipo ad avere problemi ad essere da solo, ma non abbiamo idea di dove Xehanort lo abbia spedito.” Disse Hikari, per poi rivolgersi a Marco. “Inoltre, dopo averlo trovato, dovremmo procedere con il tuo addestramento.”
    “Addestramento?” ripeté Marco.
    “Beh, di certo non crederai di poter controllare facilmente tutti i tuoi nuovi poteri, vero?” chiese Riku. “Anche per noi è stata una cosa graduale, e credimi, per niente facile a volte.”
    “Fantastico…” sbottò l’animorph. “Non mi bastava la stanchezza della metamorfosi, ora c’è anche quest’altra storia… Cos’ho fatto per farmi odiare così tanto dall’universo?”
     
     
    “Ehi, tutto bene?” chiese una voce.
    Dark riaprì lentamente gli occhi, trovandosi così il viso di una ragazza davanti.
    “Ah, menomale, ha ripreso i sensi!” disse lei, rivolgendosi a due ragazzi che le erano accanto.
    “D-Dove sono?” chiese Dark, cercando di rialzarsi, ma fu costretto a fermarsi per un dolore al petto.
    “Non muoverti, o rischi di peggiorare la situazione!” disse uno dei due ragazzi, indicandogli una ferita, che doveva essersi fatto nella caduta.
    “N-Non è niente…” rispose lui, per poi portarsi la mano sopra la ferita, per poi cominciare a guarirla.
    “Cosa sta succedendo?” chiese l’altro ragazzo, sorpreso. “La ferita… si sta rimarginando da sola!”
    “Mi dispiace per questo mio arrivo imprevisto e rocambolesco…” disse Dark, rialzandosi. “Ma credetemi, non è stato volontario. Non ho fatto male a nessuno, vero?”
    “N-No, hai solo distrutto il nostro studio…” disse uno dei due ragazzi. Aveva i capelli marroni e indossava un paio di jeans e un maglione rosso. Portava gli occhiali e aveva attorno al collo un paio di cuffie.
    “Ma ora siamo più curiosi di sapere come accidenti hai fatto a guarire quella ferita. Sei forse un guaritore?” chiese l’altro, che aveva i capelli neri e blu, anche lui vestito con un paio di jeans e con una maglietta a maniche corte.
    “No, non proprio… Diciamo solo che me la cavo bene, date le ferite che riportavo dopo i miei allenamenti…” rispose il custode, per poi guadarsi attorno.
    Era in uno studio pieno di manga, con dei banchi dove erano appoggiati sopra dei fogli disegnati.
    La cosa che notò subito fu la finestra, o meglio, quello che ne restava, dato che era il punto da cui era caduto.
    “Scusate, rimedio subito.” Disse, per poi appoggiare a terra le mani.
    In pochi secondi, la finestra tornò come nuova.
    “Ecco fatto.” Commentò, ignorando i tre ragazzi che lo guardavano come se avessero davanti un mostro.
    “O-Ok, temo di aver disegnato troppo negli ultimi giorni…” disse il ragazzo dai capelli blu. “Perché ho appena visto un ragazzo sbucato da chissà dove guarire una ferita e riparare una finestra come se niente fosse in pochi secondi…”
    “Ehm… sì, immagino sia difficile da accettare che un personaggio come me esista realmente… E in effetti, anche Edward ha fatto fatica ad accettare la mia esistenza…”
    “Edward chi?” chiese la ragazza.
    “Edward Elric.” Rispose tranquillo Dark. “Ehm, diciamo che è un grande esperto di arti mag-”
    “Sappiamo benissimo chi è Edward Elric!” disse il ragazzo con gli occhiali. “Ed è proprio per questo che non possiamo crederti!”
    “Uh?”
    “Non so da quale manicomio vieni… Ma Edward Elric è il protagonista del manga, ormai concluso, Fullmetal Alchemist!”
    Dark rimase interdetto per qualche secondo.
    “Aspettate un secondo… per caso siamo sulla Terra?” chiese poi.
    “Beh, per quel che mi risulta, non c’è stato un trasferimento di massa di abitanti in un altro pianeta negli ultimi giorni…”
    “Com’è possibile? Tra tutti i mondi, Xehanort mi ha rispedito proprio nel mio?”
    “Xehanort? Che c’entra ora l’antagonista della saga di Kingdom Hearts?”
    “Ehm… Shujin, potresti spiegarmi di chi o cosa state parlando?” chiese la ragazza.
    “Non preoccuparti Kaya. Questo ragazzo probabilmente deve aver preso una bella botta in testa. Non credi anche tu, Saiko?” rispose lui.
    “Vorrei darti ragione… Ma ancora non riesco a spiegarmi quel che ha fatto… E poi hai visto di che colore sono i suoi occhi e i suoi capelli?”
    “Beh, può avere un paio di lenti a contatto ed esserseli tinti… Anche se io avrei scelto altri colori, ma i gusti sono gusti.”
    Il custode sospirò.
    “Accidenti… Beh, credo che ormai sia inutile conservare ulteriormente l’ordine dei mondi…” disse, chiudendo gli occhi.
    Quando li riaprì, lo Sharingan aveva sostituito i suoi occhi normali.
    “Allora? Questo è sufficiente per dimostrarvi che sto dicendo la verità? O devo farvi cadere in un’illusione?” chiese Dark, guardando i tre ragazzi.
    Saiko e Shujin lo guardarono per qualche secondo, per poi guadarsi in faccia.
    “Io comincio a fare gli schizzi!” disse ad alta voce Saiko, correndo alla scrivania.
    “Io invece mi occupo di tirargli fuori tutto quello che sa!” commentò Shujin, avvicinandosi a Dark.
    “Strana reazione…” fece lui, osservando il ragazzo che lo squadrava con lo sguardo.
    “Uhm… Kaya, posso chiederti un favore? Credo che a… Scusa, come ti chiami?”
    “Dark.”
    “Credo che a Dark mangiare un po’ lo aiuterà a parlare!” disse, per poi rivolgersi al custode. “Dark? Non è un po’ strano per essere un vero e proprio nome?”
    “Ho abbandonato il mio nome molto tempo fa.” Rispose lui, cercando di ignorare Shujin che cominciava a scrivere qualcosa su dei fogli.
    “Fantastico! Posso già immaginare il perché! Immagino che sia per non farti riconoscere dagli altri, vero?”
    “Ehm… Scusate la domanda, ma si può sapere cosa vi è preso tutto d’un tratto? No, perché finora la maggior parte delle persone che hanno visto queste cose non ha reagito bene… Almeno, Sakura voleva prendermi a pugni…”
    “Sakura Haruno?” chiese Saiko, cominciando a disegnare. “Ma scusa, quanti personaggi di manga hai incontrato finora?”
    Dark fece un profondo respiro.
    “Accidenti a Xehanort… So che non l'ha fatto apposta, ma solo lui poteva trovare due ragazzi che accettano come se niente fosse una cosa del gen-“ ma fu costretto ad interrompersi per evitare un pugno da parte della ragazza.
    “Kaya, cosa stai facendo?” chiese Shujin.
    “Beh, volevo verificare che non fosse un’allucinazione collettiva, tutto qui. Ma dato che ha evitato il mio pugno, direi di no…”
    “Mi hanno dato del fantasma, ma allucinazione mi mancava… Comunque potreste degnarvi di rispondere, prima che perda la pazienza?!”
    “Beh, siamo Mangaka. Credo tu possa ben immaginare cosa significhi per noi trovare un modello vivente per il nostro prossimo lavoro, no?” rispose Saiko, mentre Kaya usciva dalla stanza.
    “Mangaka? Accidenti, questa è la prima volta che ne incontro… Beh, non che ne abbia avuto la possibilità…”
    “Da dove vieni?”
    Dark sospirò.
    “Dalla Terra, ma temo, un’altra. Altrimenti, la notizia di una città rasa al suolo dovrebbe aver fatto il giro del pianeta.”
    “Accidenti, nient’altro?”
    “Oh, niente di che… Solo che l’universo sta collassando su se stesso…” rispose come se niente fosse, nello stesso instante in cui Kaya tornava con qualche panino in mano, che gli caddero di mano.
    “COS’HAI DETTO?!?!” urlarono i tre assieme.
    Dark li guardò male.
    “Non vi siete sorpresi nel vedermi con lo Sharingan e vi sorprendete per così poco?”
    “Ehm… Da quanto il collasso dell’universo è roba da niente?” chiese Saiko, cercando di riprendere il controllo.
    “Da quanto passi tutta la tua vita ad addestrarti buttandoti in mezzo a torri di fuoco in grado di fondere l’acciaio... e da quanto vedi decine di mondi diversi tra loro.”
    “Vuoi dire che hai viaggiato in più mondi?” chiese Kaya.
    “In parecchi. Tutti diversi tra di loro. Ma ora, tutto questo sta per finire.”
    “Cos’è successo?” chiese Shujin.
    “È una lunga storia…”
    “Tranquillo, abbiamo ancora qualche ora prima che arrivi il nostro assistente.”
    Dark sospirò.
    “E va bene…”
     
    “E quando sono uscito dal varco, sono precipitato nel vostro studio. Il resto lo sapete anche voi.” Concluse Dark.
    I tre ragazzi rimasero in silenzio per qualche secondo.
    “Quindi noi che ci siamo appena sposati potremmo scomparire anche tra poche ore?” chiese preoccupata Kaya a Shujin.
    “Sposati?” chiese Dark, guardando i due. “Ma sarete poco più grandi di me. Non è un po’ prematuro?”
    “Direi di no, perché? Sei forse invidioso?” chiese Shujin.
    “Certo che no. Ho gettato via l’amore molto tempo fa. Solo, mi sembra strano, tutto qui.”
    “Gettato via l’amore? Come puoi dire una cosa del genere?” disse Saiko, alzando la voce.
    “Semplice: come ho fatto poco fa.” Rispose lui.
    “Quello che stai dicendo è impossibile! Tu devi provarlo, anche se in minima parte!”
    Dark a quel punto lo guardò male.
    “L’amore è una cosa completamente inutile, da idioti. Sono cresciuto odiando l’amore, provando disgusto verso chi lo manifestava apertamente o passava ogni minuto a sbaciucchiarsi con qualcuno.”
    “Accidenti… Menomale che non ci hai incontrato qualche anno fa allora.” Fece Shujin.
    “Non preoccuparti, mica prendevo il Keyblade e glielo tiravo in testa. Semplicemente, sopportavo, anche se a fatica.”
    Prima che qualcun altro potesse replicare, qualcuno bussò alla porta.
    “Oh, ecco, dev’essere arrivato.” Disse Kaya, andando ad aprire.
    Dark si girò verso la porta, per poi spalancare gli occhi.
    “E-Eccomi. Scusate per il ritardo!” disse un ragazzo, dai capelli bruni e con gli occhi azzurri, chinando la testa per chiedere scusa.
    “Non preoccuparti Gadian. Come puoi vedere, oggi abbiamo un ospite. Si chiama Dark e… Ehi, tutto bene?” chiese Saiko, notando l’espressione del custode, che era un misto tra il sorpreso e lo spaventato.
    “Ah, piacere… Mi chiamo Gadian.” Disse il ragazzo, facendo finta di nulla.
    Ma qualcosa nel suo sguardo fece capire al custode che nascondeva qualcosa.
    “Piacere mio… Dark.” rispose l’altro, dubbioso.
    ‘Com’è possibile?’ pensò Dark. ‘Questo ragazzo… è la mia fotocopia di com’ero prima!’
    “Ehi, tutto bene?” ripeté Saiko.
    “S-Sì, scusa… solo… che il suo aspetto mi ha ricordato una persona che non c’è più…”
    “M-Mi spiace, non era mia intenzione.” Si scusò Gadian.
    “Non preoccuparti… Non è colpa tua…” disse Dark, per poi dirigersi verso la porta. “Scusate, ma ho bisogno di fare una passeggiata per schiarirmi le idee. Torno tra poco.”
    I ragazzi rimasero fermi a guardare la porta per qualche secondo.
    “Ho fatto qualcosa di sbagliato?” chiese Gadian.
    “No, non credo… Solo, è un tipo… particolare.” Rispose Shujin. “Beh, ora è meglio che scrivo qualcosa, o finisco con dimenticarmi le nuove idee che mi sono venute grazie a Dark!”
     
    Dark si allontanò dal palazzo a piedi.
    ‘Accidenti… Non sono più abituato a camminare a lungo… Preferisco decisamente volare…’ pensò, senza fermarsi. ‘Però ora ci sono problemi più importanti. Non posso tornare dagli altri e poi ritornare qui da solo… ma se tornassimo qui tutti, di certo gli Heartless avvertirebbero la nostra presenza e attaccherebbero questo mondo… Anche se non è escluso che ciò possa succedere anche solo con me…’
    Dark guardò in alto.
    “Maledizione… Mai un giorno tranquillo…”
    “Beh, lo sai che ciò non sarà possibile finché esisterà l’universo, no?” disse una voce dentro di lui.
    “Oh, ma guarda chi si fa finalmente sentire... il mio caro predecessore.” Rispose il custode. “Cominciavo a credere che avessi trovato un modo per morire.”
    “Spiacente, non ancora.” Commentò l’altro. “Ma vedo che ti sei dato da fare durante la mia assenza.”
    “Se è per questo, mi hai mandato dietro Balance. Credevi non avessi capito che è opera tua la sua apparizione? Doveva rimanere chiuso nel mio cuore per molto più tempo.”
    “Su, su, non fare così. Piuttosto… Sappi che stavolta io non c’entro niente con quel Gadian.”
    “Lo immaginavo… Il tuo potere non è sufficiente per creare una mia copia in un altro mondo… E poi sembra che qui lo conoscano già da un po’…”
    “Ma qualcosa mi dice che quel ragazzo non è normale.”
    “Non so… Mi sembrava troppo impacciato per avere qualche sorta di potere.”
    “Ti consiglio di tenerlo sotto controllo. Se Xehanort dovesse notarlo… potrebbe finire nei guai.”
    “Lo so.” Rispose Dark, per poi tornare indietro.
     
     
    “Trovato!” disse Riku, indicando un mondo di fronte a loro.
    “Beh… è molto simile alla Terra…” commentò Marco.
    “Molti mondi lo sono.” Rispose Rexenet. “Ma sono tutti diversi tra di loro.”
    “Capisco… Ma ora come facciamo a scendere? Qualunque mondo sia, dubito che vedere un’astronave sia normale…”
    “Ti sei già dimenticato dei varchi?” chiese Light.
    “Ah già, è vero. Scusate, ma sono abituato ai teletrasporti e cose del genere…”
    “Beh, spiacente, per quello dovrai come minimo sperare di incontrare Goku.”
    “Basta chiacchiere e muoviamoci.” Disse Sora, mentre Hikari apriva il varco.
     
    I custodi uscirono dal varco, ritrovandosi in una sala con due tavoli, sui quali erano appoggiati decine di fogli disegnati e varie matite e penne.
    “Dove siamo finiti? Sembra lo studio di qualche pittore…” disse Marco, guardandosi attorno.
    “Più che di un pittore…” disse Light, prendendo uno dei fogli. “…direi che si tratta di un Mangaka.”
    “Mangaka?” ripeté Sora. “E cosa sono?”
    “Nel mondo di Dark i Mangaka sono coloro che scrivono i fumetti.” Spiegò Hikari. “Nel nostro caso, solo coloro che ricevono inconsapevolmente gran parte delle informazioni degli altri mondi.”
    “Ah… Ecco spiegato perché quel tipo su quel giornale sembra Ichigo…” disse Kairi, indicando una rivista appoggiata a Terra.
    “Eh sì, è proprio lui… Certo che faccia un certo effetto vederlo così… almeno, per noi che lo abbiamo visto dal vivo.”
    “Ehm… Ragazzi?” fece Marco.
    “Che succede?”
    “Sono nuovo e non so come funziona… Ma immagino che quel tipo che ci sta osservando con lo spazzolino in bocca, immobile da diversi minuti, non avrebbe dovuto scoprirci, vero?”
    Gli altri custodi si girarono subito verso la direzione che Marco stava indicando, vedendo così un ragazzo vestito di viola, coi capelli anch’essi viola e con delle piume attaccate alla maglietta.
    “No… Questo non doveva succedere…” rispose Riku.
    Il ragazzo si tolse lo spazzolino di bocca, per poi aprirla.
    “PIKIIIIN!” urlò, incrociando le braccia, cominciando a muoversi come un uccello.
    “Sbaglio… o si è messo ad imitare un uccello?” chiese Marco, con un tic all’occhio.
    “Fantastico!” disse il ragazzo. “Probabilmente è un sogno, ma è fantastico!”
    “Questo qui non ha tutte le rotelle a posto…” disse a bassa voce Rexenet a Light, che annuì.
    “È il sogno di ogni Mangaka incontrare dei personaggi inventati in carne ed ossa!” continuò il ragazzo, girando per la stanza continuando a fare i versi di un corvo.
    “Posso dargli una botta in testa?” chiese Sora. “Magari si riprende… Potrebbe essere stata la nostra apparizione improvvisa a ridurlo in quello stato…”
    “Non vorrei offendere qualcuno, ma non credo che qualcuno possa reagire così… o meglio, se si fosse messo ad urlare o fosse svenuto, sarebbe stato un conto, ma questo…”
    “Oh, potrei chiamare i maestri Ashirogi per avvertirli di questo evento fantastico e unico! Ma immagino che voi non vogliate, vero? Chi siete?”
    “No, aspetta un secondo…” lo interruppe Riku. “Se non ci conosci come puoi dire che siamo personaggi inventati?”
    “Beh, siete sbucati fuori da un buco nero apparso dal nulla in casa mia, dubito siate personaggi reali.” Rispose lui, fermandosi.
    “Fantastico… venire preso da personaggio inventato per un ragionamento del genere…” commentò Rexenet.
    “Beh, non ha tutti i torti…” disse Sora.
    “Ad ogni modo, sì, ti saremo grati se non dicessi a nessuno chi siamo.” Disse Hikari.
    “Roger!” rispose lui, portandosi la mano sulla fronte come un militare.
    “Grazie… io mio nome è Hikari.”
    “Sora”
    “Riku”
    “Kairi”
    “Rexenet”
    “Light”
    “Marco”
    “Piacere. Io sono Niizuma Eiji, il numero uno della rivista Jump!” disse il ragazzo, mettendosi nuovamente in posa, per poi rivolgersi a Marco. “Marco, giusto? Sei l’unico del gruppo ad avere un nome abbastanza strano, sai?”
    “Strano?” chiese il diretto interessato. “Se lo dici tu…”
    “Niizuma, sapresti dirci dove siamo e se è accaduto qualcosa di strano nelle ultime ore?”
    “Certo! Siete a Tokyo e no, non è successo niente di strano oltre al vostro arrivo. Ma oggi non sono uscito, però se volete posso chiedere ai maestri Ashirogi.”
    “Beh, noi vorremo mantenere l’anonimato se possibile…” disse Light.
    “Tranquilli, userò come scusa che mi serve un consiglio. Anche se finora è successo il contrario…” disse Eiji, prendendo un telefonino e componendo un numero.
     
     
    Dark rientrò nello studio nello stesso instante in cui un cellulare si mise a suonare.
    “Bentornato Dark.” Disse Shujin, mentre tirava fuori dalla tasca il cellulare, per poi spalancare gli occhi vedendo il nome.
    “È Eiji!” disse a Saiko, che smise immediatamente di disegnare.
    “Niizuma? Cosa può essere successo per chiamarci?” chiese lui, mentre l’amico rispondeva.
    “Ehilà Eiji! Cosa succede?” chiese.
    “Ashirogi-sensei!” disse una voce dall’altra parte del telefono, sufficiente alta da venire sentita anche dagli altri presenti. “Come va?”
    “B-Bene. Perché?”
    “Volevo chiedervi se per caso vi era capitato qualcosa di strano. Sapete, ho bisogno di qualche idea per Crow, e magari potete darmi una mano!”
    “Q-Qualcosa di strano?” ripeté Shujin, guardando Dark. “Beh, direi il fatto che ci hai chiesto aiuto, solitamente succede il contrario…”
    Dark distolse l’attenzione, per poi osservare Gadian, che nel frattempo aveva continuato a disegnare.
    “Come mai non ti sei fermato?” gli chiese, facendolo saltare.
    “Beh… Perché se m’interrompo troppo spesso, finisco con il perdere la voglia.” Rispose lui, guardandolo.
    “Capisco… Scusa allora…” disse Dark, facendo per allontanarsi, mentre Shujin metteva via il telefonino.
    “Scusa la domanda… Ma da dove vieni?” chiese Gadian a Dark, facendolo fermare.
    “Perché questa domanda?”
    Saiko, Shujin e Kaya stavano guardando la scena con curiosità.
    “Ecco… non so perché, ma mi sembra di averti già visto da qualche parte… o meglio, mi sembri famigliare… Non saprei, come se ti avessi visto in un sogno…”
    “Chissà… Sono un mistero anche per me stesso… Potrebbe anche starci.” Rispose il custode.
    “Un mistero? Cosa intendi dire?” chiese Kaya.
    “Quello che ho detto, perché-” cominciò Dark, per poi bloccarsi.
    “Che succede?” chiese Saiko.
    “Scappate.” Disse Dark, evocando il Keyblade. “Scappate il più lontano possibile, subito!”.
    Prima che gli altri potessero capire il perché, la finestra fu colpita da una serie di sfere di fuoco, che la fecero esplodere in mille pezzi.
    “Di nuovo?” chiese Shujin, che però si zittì guardando Dark.
    “Vi ho detto di scappare, se rimanete qui rischiate di morire!”
    “E tu cosa farai?” chiese Gadian.
    “Io combatto da quando ero un bambino.” Rispose il custode, alzandosi in volo, mentre centinaia di Heartless apparivano di fronte al palazzo. “E combatto quelle creature fin da allora.” Continuò, scagliando una sfera di ghiaccio che si divise in decine di pezzi, colpendo gli Heartless.
    “Già… Un vero e proprio custode, ligio al suo dovere…” disse la voce di Xehanort, anticipandolo. “Peccato che tu non sia in grado di sconfiggermi.”
    “Xehanort… Sapevo saresti arrivato… Cosa vuoi, distruggere anche questo mondo?”
    “D-Distruggere questo mondo?!” ripeté spaventata Kaya. “Non starete parlando sul serio, vero?!”
    Ma Dark non rispose, e si limitò ad aprire un varco.
    “Pensate a qualcuno e attraversate quel varco! Fidatevi, non è pericoloso!” disse. “Poi rimetterò a posto io qui, tranquilli.”
    “Ma… Se quello è Xehanort, non dovrebbe essere tipo il boss finale del gioco?” chiese Saiko.
    Dark sorrise. “Se questo fosse come un videogioco, avrei già vinto… Dimenticati dei videogiochi, questa è la pura realtà!” disse, per poi fargli cenno di muoversi.
    I ragazzi, sebbene riluttanti, alla fine fecero come gli aveva detto.
    “Speri davvero di poter fare qualcosa?” chiese Xehanort.
    “Beh, riuscirò a trattenerti a sufficienza.”
    Xehanort si mise a ridere.
    “Certo che è facile aggirarti, Dark. Non ho intenzione di fare niente in questo mondo.”
    “Cosa?”
    “Vedi Dark, qui non c’è bisogno del mio intervento… Succederà tutto senza che io faccia niente…” rispose il custode oscuro, per poi sparire in un varco, assieme a tutti gli Heartless.
    “Non c’è bisogno del suo intervento… Cosa vorrà dire?” si chiese Dark.
     
     
    “Ahhh!!!” urlarono i quattro ragazzi, mentre venivano scaraventati fuori dal varco.
    “A-Accidenti… Ma che cos’era quella cosa? E dove siamo?” chiese Shujin.
    “M-Mashiro! Kaya! Shujin! Cosa ci fate qui? E come avete fatto a sbucare fuori dal nulla?” chiese una voce femminile, che gli fece sobbalzare, soprattutto Saiko.
    “A-Azuki?” disse lui, sorpreso. “Vuoi dire che siamo a casa tua?”
    “S-Sì. Ma come avete fatto? Ho visto una luce e poi voi siete sbucati fuori dal nulla…”
    “È una lunga storia… Così lunga che non la conosciamo nemmeno noi…” rispose Kaya, ridendo nervosamente.
    “Era l’unico modo per farvi scappare subito dallo studio, nel caso avessero attaccato in maniera più pesante.” Disse Dark, uscendo anche lui da un varco.
    “Ma si può sapere chi o cosa sei esattamente? Okay, verrai anche da un altro pianeta, avrai visto dei mondi venire distrutti, pietrificati o quello che è, potrai guarirti le ferite e ricostruire ciò che vuoi, ma mi pare un po’ troppo esagerato!” sbraitò ad alta voce Shujin.
    “Shujin…” disse Kaya a bassa voce, indicando con un dito prima Azuki e poi Gadian. “…ti sei rincitrullito?!” urlò, dando un pugno a Shujin, facendolo volare contro il muro.
    “Tu vieni da un altro mondo?” chiese Gadian e Dark.
    “E cosa significa che ne hai visti alcuni venire distrutti?” aggiunse Azuki. “E che cosa c’entriamo noi con tutto questo?”
    “Ecco… Accidenti, ma è possibile che sia sempre tutto così complicato?”
    “Ashirogi-sensei!” urlò una voce, pochi instanti prima che un varco oscurò apparisse di fronte a loro, facendo uscire un ragazzo che saltellava.
    “Che bello, state bene! Quando ho sentito che il vostro studio era saltato per aria ho temuto il peggio!”
    “N-Niizuma? Come hai fatto?”
    “Colpa nostra. Ha sentito la notizia in tv ed è come impazzito… Ah, ci sei anche tu Dark? Ci stavamo appunto chiedendo se tu c’entrassi in quella notizia…” disse Rexenet, uscendo seguito anche dagli altri custodi.
    “Quindi ci siete anche voi, eh? Sembra che tutti i custodi si siano riuniti qui…” disse Dark.
    “Così pare, compreso il novellino.” Commentò Light.
    “Beh, scusa tanto se finora ho passato le giornate ad affrontare assieme a pochi altri un intero esercito alieno…”
    “M-Ma quanti sono?” chiese Shujin, sorpreso.
    “Sono tutti i custodi al momento attivi per la Luce.” Disse Gadian, con lo sguardo abbassato.
    Tutti si girarono verso di lui.
    “Gadian, cosa stai dicendo?” chiese Kaya.
    “State indietro.” Disse Dark, evocando il Keyblade. “Quello non è Gadian.”
    “Risposta sbagliata e corretta, custode dell’equilibrio…” disse Gadian, alzando lo sguardo.
    I suoi occhi erano diventati completamente neri, e anche il colore dei suoi capelli cominciava a diventare tale.
    “Sai, ho aspettato a lungo il tuo arrivo… Questo stupido ragazzo era il corpo ideale per riposarmi, e ora finalmente potrò affrontarti. Anche se prima voglio farti soffrire.”
    “Chi sei?” chiese Dark.
    “Ma come, non ti ricordi? Oh, è vero, era uno dei tuoi predecessori. In fondo, sono secoli che non ci affrontiamo più… Allora lasciami rinfrescarti la memoria. Il mio nome è Hakai.”
    “Hakai?” ripeté Shujin. “Distruzione… Cosa significa questo, Gadian?”
    “Gadian era solo il povero, stupido e incapace ragazzo che inconsapevolmente mi ospitava… Questo fino a pochi minuti fa. Ora siamo diventati una cosa sola. La mia volontà ora è la sua.” Disse, evocando un Keyblade, nero come il petrolio. Una catena regale nera, con il ciondolo a forma di un cuore nero.
    “Un altro custode delle tenebre?” chiese Sora, preparandosi a combattere.
    “Custode delle tenebre? Non paragonarmi a quella feccia. Io sono ciò che Vanitas credeva di essere… io sono un custode del caos!”
    “Un custode del caos?” ripeté Hikari. “Impossibile! Vanitas era il custode del caos, ne siamo sicuri!”
    “Non riuscite proprio a capire, eh? Vanitas non era che uno stupido, uno stupido che credeva di essere una persona che non era. Io sono l’unico in grado di controllare il caos.”
    “E che cosa vuoi fare ora?” chiese Dark. “Vuoi ingaggiare subito una battaglia all’ultimo sangue, che vinceresti tu perché non stai usando il tuo vero corpo?”
    “Ti sbagli. Questo è il mio vero corpo ora… Gadian non esiste più!”
    “Queste… sono tutte menzogne!” urlò Shujin, lanciando contro Hakai una sedia, che si ruppe prima ancora di raggiungerlo.
    “Cosa credevi di fare, Shujin?” chiese il custode del caos, per poi scagliare il ragazzo contro il muro.
    “Shujin!” urlò Kaya, andando a soccorrerlo.
    “E ora… lasciate che vi mostri il mio potere!” continuò Hakai, creando una sfera rossa e nera.
    “Addio.” Disse come se niente fosse, lanciando la sfera.
    “Maledizione!” urlò Dark, mettendosi davanti ai ragazzi e creando una barriera, imitato subito dagli altri custodi, ad esclusione di Marco, che si rifugiò dietro a quella di Hikari.
    Nel momento stesso in cui la sfera toccò la barriera, la stanza saltò in aria, scagliando tutti quanti fuori dalla casa.
    Dark e gli altri custodi, che erano i più vicini, caddero a terra rovinosamente, mentre le loro barriere si infrangevano come se fossero state di vetro.
    Saiko, Shujin, Kaya, Azuki e Niizuma invece grazie ai custodi riuscirono ad evitare gravi danni.
    “Ugh… C-Com’è possibile…” fece Saiko, cercando di rialzarsi. “Azuki, Shujin, Kaya, state bene?”
    “S-Sì… Anche se camera mia ormai è inutilizzabile…” rispose Azuki.
    “Q-Quello è un mostro… non può essere reale, mi rifiuto di crederci…” commentò Shujin.
    “Già, è proprio un mostro, non c’è dubbio. He’s a Monster!” urlò Niizuma, anche se il suo volto faceva capire che era più preoccupato di quello che sembrava.
    “Oh, ma così mi offendete.” Disse Hakai, apparendo alle loro spalle.
    I ragazzi arretrarono immediatamente.
    “Gadian, cerca di tornare in te!” urlò Shujin.
    “Come posso farvi capire che Gadian non esiste più?” chiese il custode del caos, per poi schioccare le dita. “Ma certo! Mi basterà eliminare uno di voi… Ad esempio… Azuki?” disse, alzando il Keyblade.
    “Fermo!” urlò Saiko, mettendosi davanti ad Azuki. “Non te lo permetterò!”
    “S-Stupidi… scappate! Immediatamente!” urlò Dark, cercando di rialzarsi.
    Il contraccolpo era stato più forte del previsto, e non era riuscito ad erigere una barriera sufficientemente forte.
    “Sarebbe inutile. Se solo volessi, potrei distruggere questo mondo con un solo colpo.” Disse Hakai. “Anche se in fondo, questo mondo ormai è condannato.”
    “S-Stai dicendo che…” fece Marco, interrompendosi non trovando la forza per parlare.
    “Proprio così. In un modo o nell’altro, questo mondo scomparirà, unendosi agli altri sotto Kingdom Hearts, quando la seconda guerra del Keyblade avrà luogo. Sono rimasto isolato su questo mondo, ma le notizie mi sono giunte lo stesso.”
    “Guerra.. del Keyblade?” ripeté Shujin. “Qualcosa mi dice che è qualcosa che va oltre la nostra immaginazione…”
    “E ora… Spostati, Saiko, così potrò eliminare la tua ragazza davanti ai tuoi occhi!” disse Hakai.
    “Mai! Preferisco farmi uccidere piuttosto che lasciarti far del male ad Azuki!”
    Hakai si mise a ridere.
    “Sei patetico, Mashiro. Hai promesso che non avresti incontrato Azuki prima di aver avuto una serie anime, ma nonostante ciò, non esiti a sacrificarti per lei… È una cosa disgustosa questo amore. Ma se proprio vuoi… va bene, ti accontento volentieri. Ucciderò te per primo!” disse il custode, per poi abbassare il Keyblade contro Saiko.
    Il ragazzo vide il Keyblade abbassarsi su di lui come se fosse al rallentatore, e di punto in bianco esso scomparve, assieme a tutto il resto.
    Saiko si guardò intorno, sorpreso.
    Si trovava su un grande pavimento bianco, circondato dalle tenebre più profonde.
    “D-Dove sono finito?” chiese.
    “Ti trovi nel luogo che ti appartiene, Moritaka Mashiro. Sei nel tuo cuore.” Disse una voce, riecheggiando per tutto il luogo.
    “Il mio cuore? Cosa intendi dire?”
    “Questo luogo altri non è che il tuo cuore. Ti ho chiamato al suo interno per farti scegliere. Ho assistito a lungo al tuo amore per Azuki. La ami, su questo non c’è nessun dubbio. Il tuo cuore è pieno di quel sentimento.”
    Non appena la voce smise di parlare, di fronte a Saiko apparve un Keyblade bianco, privo di colore e di ciondolo.
    “Questa è… l’arma di quei ragazzi…”
    “Il suo nome è Keyblade, un’arma leggendaria, in grado di portare pace o caos a seconda di chi la usa. Tenebre o Luce, queste sono le due categorie dei Keyblade. Con quest’arma, potrai combattere per la Luce, per poter proteggere chi ami… per salvare il tuo mondo.”
    Saiko rimase in silenzio per qualche secondo.
    “Gadian… no, Hakai, ha detto che il mio mondo ormai è condannato… Quest’arma potrebbe evitarlo?” chiese, senza però ottenere una risposta.
    “Rispondimi, non importa quale sia la risposta, devo saperlo!” urlò.
    “È vero, il tuo mondo ormai è condannato a fermarsi, ma non a sparire. Questo dipende tutto da chi vincerà la guerra. Il tuo mondo potrà venire ripristinato con la vittoria della Luce, o cadere nelle tenebre eterne se essa perderà.”
    “E se decidessi di non combattere? Io in fondo i combattimenti li ho visto solo in manga e anime, non so nient’altro. Come potrei essere utile?”
    “Se non combattessi, nulla cambierebbe poiché è destino che la guerra si compia... però, alla Luce verrebbe meno un chicco di riso.
    Non ha importanza quante e in che forma si manifestino le tue conoscenze: nessun custode era consapevole del proprio destino, finché non ha ricevuto il Keyblade. Avrai tempo sufficiente per apprendere ciò che è necessario. I custodi che ti accompagneranno sono gli unici rimasti, oltre ad altri quattro, che ora stanno viaggiando per conto loro.
    Ora tocca a te scegliere: combatterai per far sì che il tuo mondo possa salvarsi, o rimarrai a guardare, senza far niente per equilibrare i piatti della bilancia?”
    Saiko sbuffò, per poi prendere il Keyblade.
    “Non potrei guardare più Azuki in faccia se non dovessi riuscire a proteggerla… Ma se mi hai mentito, userò quest’arma per fartela pagare, dovessi viaggiare per l’intero universo!”
    Mentre diceva ciò, il Keyblade cominciò a colorarsi di nero, e i disegni di vari tipi di penne apparvero su di esso, assieme al ciondolo, anch’esso una penna.
    Sotto i piedi di Saiko, il pavimento s’illuminò, e pochi secondi dopo la luce cominciò a sparire, come piume in mezzo al vento.
    Ora sul pavimento c’era un mosaico, che rappresentava Saiko, Azuki e Shujin, attorniati da personaggi disegnati, che Saiko riconobbe essere i protagonisti dei suoi manga.
    “Ti ringrazio, Saiko, custode della Luce.” Disse la voce, mentre tutto scompariva. “E ricordati: verrà il giorno in cui dovrai restituirgli ciò che gli appartiene.”
     
    Saiko evocò il Keyblade, riuscendo così a parare il colpo, sorprendendo tutti quanti.
    “Cosa? Un Keyblade?” fece Hakai, facendo qualche passo indietro, ma senza spaventarsi troppo. “Dunque anche tu sei un custode… Interessante…”
    “Saiko, ma quando…?” chiese Azuki, osservando l’arma.
    “Il Keyblade!” disse Dark. “Saiko è stato scelto per combattere… come custode della Luce di questo mondo…”
    “Wow! This is incredible!” urlò Niizuma. “Moritaka-sensei è diventato un eroe da manga!”
    “Così pare… anche se faccio fatica a crederci…” fece Shujin.
    “Fatico a crederci anch’io Shujin, credimi… Ma almeno ora potrò difendervi…” rispose il nuovo custode, cercando di impugnare meglio il Keyblade, anche se con poco successo.
    Per tutta risposta, Hakai si mise a ridere.
    “Che idiota! Sei veramente un idiota, Saiko!” disse. “Credi veramente di potermi affrontare, e magari sconfiggermi? Guardati, non sai nemmeno tenerlo per bene!”
    “Stai zitto! Non me ne starò con le mani in tasca mentre tu distruggi il nostro mondo!”
    “Vedi Saiko… sei stato tu a dar inizio alla sua distruzione.” Rispose Hakai, mentre anche gli altri custodi si rialzavano.
    “Non starà succedendo la stessa cosa accaduta nel mio mondo, vero?” chiese Marco.
    “Se il tuo mondo si è pietrificato, e con essi tutti i suoi abitanti, allora è così. Nessuno oltre ai custodi potrà lasciare questo mondo! Complimenti Saiko, hai appena condannato la tua fidanzata e il tuo migliore amico a passare l’eternità come statue di pietra!” rispose il custode del caos, sparendo nel nulla.
    “Cosa? Cosa voleva dire?” chiese Saiko, rivolgendosi agli altri custodi.
    Ma prima ancora che potessero rispondere, attorno a loro i colori cominciarono a sparire.
    “Oh, no…” fece Dark, aprendo un varco. “Se volete salvarvi, entrate qui, presto!”
    Saiko aiutò Azuki ad alzarsi e la portò verso il varco.
    Ma con grande stupore di tutti, il varco respinse la ragazza prima ancora che potesse raggiungerlo.
    “Cosa significa?” chiese Sora. “I varchi non dovrebbero permettere a tutti di lasciare un mondo?!”
    “Non lo so… Non era mai successo prima…” rispose Hikari, guardando Saiko e gli altri ragazzi.
    “Sembra… che per un po’ non potremmo lavorare ai manga…” disse Niizuma, sorridendo.
    “Già…” confermò Shujin, prendendo per mano Kaya. “Saiko, tu devi andare. Sono sicuro che potrai rimediare a tutto questo.”
    “Ma Shujin, non posso, lo sai…” disse il nuovo custode, guardando Azuki, che scosse la testa.
    “Mi dispiace, Mashiro...”
    “Dobbiamo andare!” fece Rexenet, attraversando il varco, seguito dagli altri, lasciando per ultimo Dark.
    “Saiko, non possiamo costringerti a venire con noi. La scelta è solo tua, e nessuno ti biasimerà se deciderai di rimanere qui. Il varco rimarrà aperto ancora per qualche secondo.” Disse, per poi attraversarlo.
    “Io…” fece Saiko, prima di venire interrotto da Azuki.
    “Mashiro… perdonami!” disse, per poi spingere il ragazzo dentro il varco.
    “Azuki!” urlò lui, cercando di tornare indietro, ma inutilmente, dato che il varco stava già cominciando a chiudersi.
    “Ti aspetterò! Sono sicura che tornerai sano e salvo, e ci salverai tutti…” fece Azuki, cominciando a diventare di pietra, come gli altri ragazzi. “Fatti valere anche al di fuori di questo mondo, e non arrenderti mai!”
    “AZUKI!!!” urlò Saiko, riuscendo a vedere la ragazza diventare completamente di pietra, per poi sparire oltre il varco.
     
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    allooooooraaaaaaaaaa complimenti per il nuovo mondo, preso da bakuman come mi hanno detto O_O sisi :sisi: :zxc: :zxgiro: :obv:

    Riguardo a colpi di scena ho da dire solo 3 parole: Sei stato incredibilmente Bravoooo, soprattutto con il custode del caos, bravogoodbravogoodbravogoodbravogood

    Il capitolo, in sintesi, è più che ottimo, ti meriti un bravissimo +++ la pagella falla firmare da un genitore se minorenne, se maggiorenne V.s dovrà ricordarsi di firmare nel prossimo capitolo U____U

    Edited by Armitrael - 12/2/2011, 20:12
     
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  11. francix94
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    che bello Bakuman *_*
    anche se non era il manga che volevo sono felice che tu l'abbia messo *W*
    spero che costruiscano una nuova gummiship visto che i passegeri stanno aumentando xD


    PS: lo so che è una domanda un po strana,ma potresti fare un mondo incentrato sul nostro forum sarebbe fighissimo =D
     
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    Darky sono giunta anch'io a commentare u.u
    Come ti ho già detto, l'apparizione di questo tizio, tale Hakai, che somiglia al nostro Dark mi pare curiosa e interessante, nonché portatrice di altro mistero, ma sai già cosa penso su tutto ciò u.u
    E' sempre un piacere farti da betareader :3
    Ciauuu!!!
     
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    *Lancia fuochi d'artificio*
    Ed è con grande piacere che finalmente vi presento il 50° capitolo di questa fan fiction!
    Devo ammettere che quando l'ho cominciata, non pensavo di arrivare a così tanti capitoli, e ancora meno credevo sarebbe piaciuta a così tante persone.
    Perciò prima di tutto vi ringrazio infinitivamente per il supporto e i commenti che mi avete dato per questi 50 capitoli!
    E come piccola sorpresa per festeggiare questo traguardo, vi annuncio che ho creato un forum (non posso mettere il link perché sarebbe spam) per questa fan fiction, all'interno del quale potrette trovare informazioni sui vari mondi e personaggi apparsi nella fan fiction. Spero di non violare il regolamento dicendovi di contattarmi per mp se desiderate ricevere il link, anche se ci vorrà qualche giorno per riempirlo.
    Ok, detto ciò, passiamo alle recensioni!
    @ Armitrael: Grazie mille! Purtroppo non posso firmare perché sono momentaneamento senza penna, perciò dovrai aspettare XD
    @ francix94: Eh, si, proprio Bakuman... (non chiedermi come mi è venuto in mente, sarà perché mi sto occupando dell'anime XD). Per la gummyship... forse una nuova no, ma qualcos'altro... XD
    @ Liberty89: Eh, hakai è stato proprio un fulmine a ciel sereno, compreso per me XD Ad ogni modo, ho piani ben precisi per lui, non ti resta che aspettare XD
     
    Ok, e ora, vi lascio al 50° capitolo!
     
    PS:
    Come avrete notato, le opening sono sparite causa cancellazione canale... *si trattiene dal dire ciò che pensa del tubo* perciò le riupperò il futuro.

    Capitolo 50: Dieci anni: un allenamento improvviso - Torna all'indice dei capitoli
    Dark continuava a fissare il vuoto dello spazio, ripensando ai recenti avvenimenti.
    ‘Perché… Come mai i mondi con custodi si pietrificano… Perché?’
    “È il destino.”gli rispose una voce nella sua testa. “Non si può evitare.”
    “Lo so… Tutto dovrà accadere…” rispose lui, per poi girarsi.
    “A cosa ti riferisci?” chiese Saiko, entrando nella stanza.
    “Niente, pensavo ad alta voce…” rispose il custode. “Che cosa c’è?”
    “Voglio sapere la verità. Cosa dovremo fare d’ora in poi?”
    “Non ne ho idea… Combattere, questo è sicuro.”
    “Per quanto tempo?”
    “Pretendi di sapere troppo, non posso saperlo. Giorni, mesi, anni… e chi lo sa?” disse Dark, prima di venire presso per il colletto da Saiko.
    “E chi lo sa?” ripeté Saiko, con le lacrime agli occhi. “Tu mi dici così? Ho visto Azuki pietrificarsi davanti ai miei occhi! I miei amici, il mio mondo… Sono ridotti a pezzi di pietra! E tutto per colpa di questa stupida guerra che tu e i tuoi amici avete causato!”
    Dark sospirò.
    “L’ho sempre detto io che l’amore fa male… Sono contento di essermi liberato di tale sentimento, o anch’io avrei potuto reagire senza pensare…” disse, prima di venire lasciato da Saiko.
    “Non so se dovrei colpirti per rabbia o no. Di certo mi fai pena. Se quello che hai detto è vero, fai veramente pena Dark.”
    “Pena? Non credo proprio. Ho sempre considerato l’amore come debolezza, e non ne ho mai avuto il bisogno. Ho combattuto fin da quando ero bambino, crescendo con duri allenamenti. Tra questi c’era la rimozione completa dei sentimenti. Purtroppo ho fallito. Temo sia impossibile riuscirci senza perdere il cuore…”
    “Una vita priva d’amore… Per me sarebbe l’inferno.”
    “Come per me è il contrario. Ma in fondo, sono solo punti di vista. Non posso di certo andare in giro a torturare tutte le coppie che incontro, anche se devo dire che ad ogni 14 febbraio ero piuttosto tentato… Credo sia stata l’unica festa che ho mai odiato…”
    “Bah… Non credo potrò mai capirti… Ma in fondo, sei tu quello che rimarrà da solo, non io. Io farò tutto quello che mi sarà possibile per tornare da Azuki e coronare il nostro sogno.” Disse Saiko, uscendo, ignorando Marco che era rimasto fuori ad ascoltare.
    “Non saprei dire chi dei due avesse ragione…” disse, entrando. “Avevate entrambi ottimi argomenti…”
    “Per quel che mi importa, può avere ragione lui. Io non sono un tipo che cambia idea facilmente.” Disse il custode, prima di aprire un varco.
    “Dove vai?”
    “La Gummyship è piena. Se dovessimo incontrare altri custodi non potrebbero venire con noi. Vado a rivolgermi ad una professionista per risolvere questo problema” rispose Dark, sparendo nel varco.
    “Una professionista?” ripeté curioso Marco. “Ma per allargare la Gummyship senza lavorarci sopra servirebbe un tocco di bacchetta magica…”
     
    “Dovevo giocare al lotto, sarei diventato ricco…” disse Marco, una volta scoperto di chi si trattava la ‘professionista’.
    “Allora, ricapitoliamo… Devo solo aumentare lo spazio interno di questa astronave?” chiese una ragazza, che indossava una tunica nera.
    “Proprio così Hermione… Purtroppo abbiamo raggiunto il limite dei posti, e la mia alchimia e magie non possono aumentare lo spazio stesso…” rispose Dark.
    “Beh, dovevamo immaginarlo…” disse Light. “In fondo, Hermione è considerata una delle streghe migliori, e la sua magia stavolta ci può essere parecchio d’aiuto…”
    Saiko invece era sorpreso all’ennesima.
    “N-Non ci credo… Hermione Granger in persona?! Ma quanti manga o film che conosco esistono realmente?”
    “Credo tutti, più altri che probabilmente non sono giunti come informazioni nel tuo mondo…” rispose Rexenet, mentre Hermione cominciava a muovere la bacchetta, lanciando una serie di incantesimi.
    In breve, le dimensioni interne delle Gummyship aumentarono, e grazie all’alchimia di Dark, la navetta si riempì di nuove stanze e corridoi.
    “Finito.” Disse infine Hermione, mettendo via la bacchetta. “L’ho allargata al massimo, più di così non era possibile.”
    “Credo sarà sufficiente.” Commentò Riku sorpreso. “Non credo arriveremmo ad ospitare più di qualche centinaio di custodi…”
    “Chissà che faccia farà Cid quando la vedrà… Anche se probabilmente ci urlerà dietro…” disse Sora.
    “Ti ringrazio.” Fece Dark, aprendo il varco davanti ad Hermione. “E spero che il vostro mondo non venga coinvolto nel conflitto che sta per arrivare…”
    “Lo spero anch’io… e grazie per l’aiuto con i lavori.” Rispose lei, sparendo dentro il varco.
    “Lavori?” chiese Kairi.
    “Beh, il loro castello era un po’ a pezzi… diciamo che ho dato una mano nella ricostruzione…”
    “Capisco… Peccato che l’alchimia non si possa apprendere, potrebbe tornare parecchio utile…” disse Marco, prima di venire interrotto dall’allarme.
    “E questo cosa significa?” chiese Saiko.
    “Che c’è un mondo minacciato dall’oscurità vicino a noi.” Rispose Riku, raggiungendo i monitor.
    “Di già? Siamo in viaggio solo da qualche giorno…” fece Kairi.
    “I mondi in questo momento sono tutti in subbuglio. Come hai visto, nemmeno quelli di cui abbiamo chiuso la serratura possono considerarsi al sicuro…”
    “Questo però è un mondo nuovo per noi. Almeno, gli strumenti non riescono a riconoscerlo.” Disse Riku, mostrando il mondo sui monitor.
    “Non è molto diverso dalla Terra…” commentò Saiko.
    “I mondi non sono molto diversi tra di loro.” Rispose Sora. “Ma al loro interno possono esserci differenze sostanziali.”
    “Della serie che potresti ritrovarti a camminare sul pianeta delle scimmie.” Disse Rexenet.
    “Ah, bello… Beh, spero solo di poter trovare buone idee per un manga… Almeno per giustificare il tempo che passerò a far niente…”
    “Fantastico… Abbiamo un mangaka che non riesce a non pensare al suo lavoro…” disse Light, mentre Dark apriva il varco.
     
     
    “Allora, ora cosa facciamo?” chiese un ragazzo vestito di nero, con lunghi capelli albini, ad un uomo seduto su una poltrona, vestito uguale, ma con capelli neri corti e spettinati e una cicatrice sul volto.
    “Abbiamo perso, non possiamo fare altro… Ma di certo non lo accetterò mai come boss…”
    “Lo immaginavo. Quindi vuoi rimanere per conto tuo, eh?”
    “Per il momento…”
    “Davvero non vuoi più combattere contro quel moccioso?” chiese una voce.
    “Chi sei?” chiese il ragazzo albino, estraendo una spada. “Fatti vedere?”
    “Io la metterei via quella spada… rischi di far male a qualcuno…”
    “Tsk, con chi credi di avere a che fare? Sono il miglior spadaccino del mondo, so quel che faccio.”
    “Davvero?” continuò la voce, mentre di fronte ai due si aprì un varco oscuro, dal quale uscì un ragazzo, che indossava dei pantaloncini neri, con una maglietta dello stesso colore con disegnato sopra un teschio.
    “A vederti non mi sembri questo granché, sai?”
    “Come osi?” disse il ragazzo, partendo all’attacco contro l’intruso, che senza muoversi tagliò a metà la spada dell’avversario.
    “Cosa?” fece lui, sorpreso, poco prima di ritrovarsi una chiave gigante puntata sulla gola.
    “Proprio come aveva detto il Maestro… Non sei per niente forte… Superbia Squalo…”
    “Come fai a conoscere il mio nome?”
    “Mi sono documentato… Piacere, il mio nome è David. Voi invece dovete essere Xanxus, vero?”
    “Hai un bel coraggio ad entrare qui e mettere alle strette il mio sottoposto… Ma devo dire che mi hai impressionato… Da dove vieni?”
    “Per quanto possa risultarti difficile crederlo, vengo da un altro mondo. E ho un affare da proporti.”
    “Non m’interessa. Sarai anche forte, ma non intendo accettare aiuto da qualcuno che non fa parte della famiglia.”
    “Nemmeno se ti dessi il potere necessario a fermare colui che ti ha rubato il posto che ti spettava? Dev’essere frustante per te… tu, che sei cresciuto convinto di diventare boss, scoprire che tale onore è invece stato affidato a un ragazzino imbranato, incapace di combattere… Veramente, non so come fai a sopportarlo… Io avrei già distrutto questo mondo, proprio come ho fatto con il mio…”
    “Stai forse dicendo che tu avresti così tanto potere da distruggere un pianeta? Ma non farmi ridere, moccioso!” gli rispose Squalo, poco prima di venire interrotto da Xanxus.
    “David hai detto, vero? Hai ottimi argomenti… parla, ti ascolto.”
    Il custode sorrise.
     
     
    “Umh… sembra il tetto della mia scuola…” disse Saiko, guardandosi attorno. “Di certo anche questo mondo deve avere il Giappone, dato che per quel che so, questa struttura viene usata solo lì.”
    “Accidenti… Della serie che la scuola ci perseguita ovunque!” rispose Marco.
    “Da noi le scuole erano tutte diverse, non esisteva un sistema preciso per costruirle” disse Rexenet.
    “Ah, che fame…” disse una voce, anticipando l’apertura di una porta.
    “Decimo, prenda pure il mio pranzo.” Rispose un’altra voce, mentre due ragazzi uscivano dalla porta.
    Il primo aveva i capelli castani e all’insù, in maniera simile a come li teneva Sora. Indossava una divisa scolastica in un paio di pantaloni scuri, una camicia con una cravatta e sopra un maglioncino. Attorno al collo aveva una collana con appeso un anello.
    L’altro ragazzo era vestito allo stesso modo, ma aveva i capelli grigi. Come il primo aveva un anello al collo.
    “Non ti preoccupare, il mio basterà. E poi anche tu devi mangiare, no?” rispose il castano, per poi fermarsi notando i custodi.
    “Ciao. Siete nuovi?” chiese.
    “Sì, siamo arrivati da poco, e… è un po’ imbarazzante, ma ci siamo persi…” disse Dark.
    “Vi siete persi in una scuola? Ma come avete fatto?” chiese il ragazzo dai capelli grigi.
    “Che c’è, Saiko?” chiese Kairi, notando che il ragazzo era pensieroso.
    “Non so… ma mi sembra di averli già visti da qualche parte…” rispose lui, attirando l’attenzione del grigio.
    “Forse ci hai visto per strada. Giriamo spesso per la città, potrebbe starci” rispose il castano. “Comunque piacere, sono Sawada Tsunayoshi, ma potete chiamarmi Tsuna, mentre lui è Hayato Gokudera.”
    “Piacere. Io sono Dark,”
    “Sora.”
    “Riku.”
    “Kairi.”
    “Hikari.”
    “Light.”
    “Rexenet.”
    “Marco.”
    “Saiko.”
    “Umh… Certo che alcuni di voi hanno nomi proprio strani…”
    “Gokudera!” lo rimproverò Tsunayoshi. “Potrebbero arrabbiarsi, e direi che ho già sufficienti nemici, no?”
    “Mi perdoni, decimo. Non ho saputo trattenermi.” Rispose l’altro.
    “Ma certo! Sawada Tsunayoshi, il decimo boss della famiglia Vongola!” disse Saiko, schioccando le dita.
    A sentire ciò, il volto dei due ragazzi cambiò immediatamente. Nel caso del primo assunse un’espressione disperata, mentre nel caso del secondo arrabbiata.
    “Chi siete? Come fate a saperlo?” chiese.
    “Famiglia Vongola? Decimo boss?” chiese Sora. “E che cosa significa?”
    “Aspetta… per famiglia intendevi come legame di sangue, vero?” chiese Light. “Non intendevi dire una famiglia mafiosa, vero?”
    “Light… se ha detto ‘boss’, dubito si riferisca ad una famiglia con legami di sangue…” gli rispose Rexenet, sbuffando. “Ma forse avremo dovuto dire al novellino di non gridare ai quattro venti le sue conoscenze…”
    “Scusate, ma non sono riuscito a trattenermi…” fece Saiko, facendo una risatina nervosa. “È stato più forte di me…”
    “Ripeto la domanda: chi siete veramente?” chiese Gokudera, tirando fuori dei candelotti di dinamite. “Parlate, o ve la vedrete con me!”
    “Dinamite?” disse sorpreso Marco. “Quel tipo va in giro con la dinamite in tasca!”
    “Che cos’è questa dinamite? Non l’ho mai sentita nominare prima d'ora…”
    “È un esplosivo.” Rispose Hikari. “Per questo Marco si è sorpreso così tanto nel vederglielo tirare fuori dalla tasca come se niente fosse… Ma di certo non è pericoloso.”
    “Io non ne sarei così sicura, ragazza! Questa dinamite può fare parecchio male!” disse, mentre i candelotti si accendevano da soli. “Provateli su voi stessi!” concluse, lanciandoglieli contro.
    “Gokudera, no!” urlò Tsuna invano.
    Ma prima che potesse fare qualcosa, Dark evocò il Keyblade e tagliò a metà l’esplosivo, rendendolo inoffensivo.
    “Cosa? E quella da dove spunta fuori?” chiese Gokudera, tirando fuori altra dinamite. “Non importa, la farò saltare in aria lo stesso!”
    “Far saltare in aria il Keyblade? Buona fortuna allora.” Gli fece Sora. “Credo sia una cosa impossibile.”
    “Non mi resta che provare, no?” rispose il ragazzo, accendendo i candelotti.
    Ma questa volta furono dei proiettili a spegnerli.
    “Basta così Gokudera.” Disse la voce di un bambino, mentre dal pavimento sbucava fuori una specie di ascensore, dal quale uscì un bambino piccolo, forse di un anno, vestito di nero e con un cappello dello stesso colore. E in mano aveva una pistola verde.
    “Un bambino… con una pistola?!” fece Kairi, non riuscendo a credere a ciò che vedeva.
    “Io non sono un bambino… Sono il miglior assassino del mondo.” Rispose il bambino, mentre la pistola si trasformava in un camaleonte dello stesso colore, che andò a riposarsi sul cappello.
    “Reborn! Avevi un rifugio anche lì?!” urlò Tsuna.
    “Ormai dovresti saperlo che ho rifugi ovunque, e sarà così finché non sarai diventato il decimo boss della famiglia Vongola.”
    “Accidenti… Potevate dirmi che quasi tutti i manga che conosco sono reali…” disse a bassa voce Saiko a Rexenet.
    “Ad ogni modo, abbiamo altri problemi ora… Come questi ragazzi.” Disse Reborn.
    “Allora sono veramente pericolosi? Lasciate che me ne occupi io!” rispose Gokudera, poco prima di venire colpito in faccia da un calcio del bambino.
    “Stupido. Non hai visto cosa sono in grado di fare? La tua dinamite non li raggiungerebbe nemmeno.”
    “Ma non posso lasciarli fare del male al decimo, o non sarei degno del titolo di suo braccio destro…” rispose lui.
    “Guarda che sei stato tu ad attaccarci. Noi non vogliamo farvi proprio niente.” Disse Riku.
    “Ma siete a conoscenza della famiglia Vongola!”
    “Già. E considerando come sono arrivati qui, direi che è il momento delle spiegazioni.”
    “Uh? Cosa intendi dire? Si sono forse lanciati da un aereo?”
    “No, sono sbucati fuori dal nulla. Letteralmente. In tanti anni che servo la famiglia, non avevo mai visto niente del genere… Tranne una volta, molto tempo fa…”
    Dark a sentire ciò si avvicino al bambino.
    “Hai incontrato qualcuno con una chiave simile a questa?” chiese.
    “Sì, con quella chiave e con occhi e capelli come i tuoi.” Rispose lui.
    “Capisco… Allora doveva essere un mio predecessore…”
    “Di cosa state parlando?” chiese Tsuna.
    “Puoi fidarti di loro, Tsuna. Non ti faranno del male. Non percepisco nessuna furia omicida in loro.”
    “Ci mancherebbe altro…” rispose Marco. “Accidenti, la situazione diventa sempre più paradossale… Quasi quasi preferivo gli Yeerk…”
    “Yeerk? Sono delle caramelle?” disse una voce, anticipando l’arrivo di un altro bambino che indossava un costume da toro, e con capelli neri a forma di cespuglio.
    “E-Ecco, non proprio…” rispose il custode, cercando di non far caso al costume del bambino.
    “Uffa… Lambo vuole le caramelle!” urlò il bambino.
    “Stupida mucca! Possibile che non pensi ad altro?!” disse Gokudera, dandogli un pugno in testa.
    A quel punto Lambo cominciò a piangere a squarcia gola.
    “N-Non ce la faccio…” disse tra le lacrime, mettendosi le mani nei capelli, per poi tirare fuori come se niente fosse un bazooka.
    Senza perdere un secondo, Dark appoggiò le mani per terra, provocando un piccolo tremore con l’alchimia, sufficiente a far perdere l’equilibrio al bambino, che cadde a terra, facendo volare il bazooka verso Dark.
    “Attento!” urlò Tsuna.
    “Tranquillo, non può farmi niente. E anche se dovesse far fuoco, non credo potrebbe farmi male…”
    “Quel bazooka non serve a far del male! Spostati Dark!” urlò Saiko, poco prima che il bazooka colpisse Dark, per poi fare fuoco.
    Dark venne ricoperto dal fumo dell’esplosione, sparendo alla vista dei presenti.
    “Oh, no…” fece Tsuna. “Questa non ci voleva…”
    “E perché? Ha solo fatto un po’ di fumo, nient’altro…”
    “Non è per quello!” disse Saiko. “Come ho detto, quel bazooka è speciale… Non può fare male a nessuno, però-”
    Ma il neo custode venne interrotto dal suono di una sveglia digitale, che si era messa a suonare da dentro il polverone.
    “Accidenti…” disse una voce da dentro la nuvola di polvere, mentre il rumore si interrompeva di colpo. “Ho sbagliato di qualche secondo…”
    I custodi evocarono immediatamente il Keyblade, ad esclusione di Marco e Saiko.
    “E questo cosa significa?” chiese Marco, cercando di evocare il Keyblade, senza riuscirci.
    “Fermatevi, non dovete attaccarlo!” disse invece Saiko.
    “Uh? E perché? Quella non è la voce di Dark.” Rispose Rexenet.
    “Ne sei sicuro?” disse la figura che cominciava ad apparire oltre la polvere.
    Pochi secondi dopo, di fronte a loro c’era un ragazzo di quasi trent’anni, vestito di nero e con diverse cicatrici sul volto. I suoi capelli erano neri e bianchi, come i suoi occhi.
    “E tu chi sei?” chiese Sora.
    “Dark.” Rispose lui tranquillo. “Accidenti, vi ricordavo meno scontrosi…” continuò, per poi guardare l’orologio. “Eh si, ho proprio sbagliato di qualche secondo…”
    “Dark? Non prenderci in giro, non puoi essere Dark!”
    “Ehm… A dire la verità è proprio il vostro amico…” disse Tsuna. “O meglio, è lui tra dieci anni…”
    A sentire ciò, i custodi si misero a fissare il ragazzo.
    “Come hai detto, scusa?”
    “È la verità. Io sono il Dark del futuro. E in questo momento il Dark che conoscete voi si trova al mio posto… E non lo invidio. Lambo ha avuto un pessimo tempismo nell’usare quel bazooka… Ma se ricordo bene com’ero, non dovrebbe succedergli niente di grave…”
    “Cosa stavi facendo? Combattevi contro Xehanort?” chiese Kairi, sorpresa da quelle parole.
    “Xehanort? Oh, no, contro un avversario forse più pericoloso…”
    “Più pericoloso di Xehanort? Non credo sia possibile…” disse Rexenet.
    Dark lo guardò male. “Xehanort nel mio tempo è l’ultimo dei problemi, credimi. Ma non posso mettermi a rivelarvi il futuro, perché rischierei di tornare al mio tempo e di trovarlo mutato. Perciò cerchiamo di non perdere tempo.”
    “Cosa vuoi dire?” chiese Sora.
    “Devo allenare i due nuovi custodi. Ed è una cosa che solo io posso fare. Nel frattempo, anche il me stesso del passato seguirà lo stesso addestramento, anche se ad opera di un altro custode…”
    “Ehm… Scusa se ti interrompo, ma cinque minuti ti saranno sufficienti? Perché l’effetto del bazooka non dura di più…” disse Tsuna.
    “Oh, è vero, ci sei anche tu Decimo. Beh, diciamo che ho dovuto chiedere il tuo aiuto per risolvere questo problema… Anche se sono riuscito a convincerlo ad allungare l’effetto solo a qualche ora…”
    “Di cosa stai parlando?” chiese Gokudera.
    “L’ho già detto: non posso rivelarvi troppo del futuro: rischierei di alterare il corso degli eventi.” Rispose il custode, per poi evocare il Keyblade, puntandolo contro i due nuovi custodi. “Su, evocate il Keyblade e preparatevi a combattere. Voi altri state da parte, non voglio nessuna interferenza.” Disse, senza il minimo dubbio.
    Marco e Saiko misero le mani davanti, cercando di evocare il Keyblade, ma senza riuscirci.
    “Capisco… Siete proprio all’inizi, eh? Molto bene, in questo caso… Cercate di sopravvivere!” urlò Dark, creando istantaneamente una decina di sfere di fuoco che volarono contro i due custodi.
    “Cosa?” fece Marco, buttandosi a lato per evitare le sfere, che esplosero una volta toccato il pavimento, creando diverse piccole voragini.
    “Ehi, cerca di controllarti! Se ci avessero colpito, a quest’ora…” urlò Saiko.
    “Credete forse che nella guerra che vi aspetta i vostri nemici saranno caritatevoli? Il mio scopo è abituarvi in più fretta possibile. Perciò…” disse il custode, appoggiando le mani per terra. “…è meglio far evacuare questa scuola prima che venga demolita!”
    “Demolita?!” fece Tsuna spaventato. “Cosa intendi dire con demolita?!”
    “Quello che ho detto!” disse, mentre dal punto in cui Dark aveva appoggiato le mani cominciarono a partire dei piccoli fulmini che percossero tutto il pavimento, per poi scendere ai piani sottostanti.
    Sotto gli occhi sorpresi di Tsuna e Gokudera, dalle finestre uscirono una serie di braccia giganti di cemento, che portavano fuori a forza tutti gli studenti e professori.
    “Ma com’è possibile?” fece Gokudera, mentre Reborn rimase a guardare il tutto senza dire niente.
    “Molto bene… e ora, preparatevi, perché non ho intenzione di trattenermi!” disse Dark ai due neo custodi, alzandosi in volo. “Marco dovrebbe esserne a conoscenza, mentre Saiko non ancora… Ovviamente mi riferisco al mio potere.”
    “Il tuo potere?” chiese Saiko. “Cosa intendi dire?”
    “I custodi normalmente possono usare solo uno dei cinque elementi per volta, mentre possono usare solo luce o solo oscurità. Io sono in grado di usarli tutti assieme, senza nessuna difficoltà. Per questo non mi risulta difficile fondere il tuono…” disse, creando una sfera di fulmini che lanciò sopra di lui, facendola rimanere in sospeso. “…e il ghiaccio…” continuò, creando e lanciando una sfera dell’elemento contro l’altra.
    Il risultato sorprese anche gli altri custodi: la sfera di tuono era stata congelata, ma nonostante questo, potevano vedere chiaramente che non il movimento dei fulmini non si era fermato.
    “Vi avverto: se la evitate, questa sfera distruggerà completamente la scuola, senza lasciarne nessuna traccia. Ma con questo non voglio mettervi tensione, tranquilli. Di certo, io non ho paura della reazione di Hibari… Ma credo che con due novellini come vuoi, possa farvi parecchio male…”
    “È- È vero… Hibari non la prenderebbe per niente bene!” disse Tsuna, tremando. “Reborn, cosa facciamo?”
    “Niente.” Rispose il bambino, tirando fuori una tazza di tè. “Siediti e osserva Tsuna, potrebbe tornati parecchio utile.”
    “Quello parla di distruggere la scuola e tu ti metti a bere del tè?!” urlò Tsuna arrabbiato.
    “Tranquillo Decimo, non permetterò a nessuno di farle del male!” disse Gokudera, tirando fuori altra dinamite.
    “Non so, ma ho paura che potresti solo peggiorare la situazione…”
    “Allora, preparatevi. Tre, due, uno… Via!” urlò Dark, lanciando la sfera contro i due custodi.
    “Maledizione… in un caso o nell’altro, verremo comunque colpiti…” fece Marco, continuando a cercare di evocare il Keyblade.
    “Cosa posso fare?” si chiese Saiko, provandoci anche lui. “Non posso morire ora, Azuki… Azuki mi sta aspettando!” disse, ricordandosi le ultime parole della ragazza. “Non posso arrendermi ora!” urlò, evocando finalmente la chiave, giusto in tempo per parare il colpo, deviandolo in cielo.
    Pochi secondi dopo, la sfera esplose, provocando un’ondata di vento che investì tutti quanti, e che infranse tutti i vetri dell’edificio.
    Tsuna, Gokudera e Lambo vennero letteralmente fatti volare all’indietro dalla forza d’urto, mentre tutti gli altri, compreso Reborn, riuscirono a rimanere al loro posto, sebbene non proprio senza nessuna difficoltà.
    “Q-Quel colpo avrebbe distrutto la città, non solo la scuola!” urlò Gokudera. “Ma come può aver creato come se niente fosse una cosa così pericolosa?”
    “Bravo Saiko, ottimo lavoro.” Disse Dark, per poi creare direttamente un’altra sfera identica alla prima. “Ma ora vediamo come te la cavi contro due attacchi in contemporanea” continuò, creando nell’altra mano una sfera simile, solo di fuoco con il nucleo di terra.
    “Dark, cerca di non esagerare, o finirai con distruggere questo mondo!” urlò Light.
    “E allora? Sarebbe solo un mondo in meno da proteggere, no?”
    “Come scusa?” chiese Hikari. “Come sarebbe a dire?”
    “Dieci anni passati a combattere una guerra cambiano. Per me è diventata normale amministrazione distruggere i mondi dove combatto. Dopotutto, per quel che contano nel mio tempo…”
    “H-Ho capito bene, o ha detto che ha distrutto qualche mondo?!” chiese spaventato Tsuna. “Lambo, tu e il tuo maledetto Bazooka! Possibile che con tutti quelli che c’erano hai colpito l’unico che nel futuro è un pazzo omicida?!”
    “Ti sbagli.” Disse Reborn. “Quel tipo non è un pazzo omicida. In lui non avverto niente di malvagio. Sta solo dicendo quel che ha dovuto fare.”
    “E tu come fai a saperlo?”
    “Dimentichi che sono il miglior assassino del mondo. So riconoscere una persona che uccide, e quel tipo di certo ha eliminato parecchia gente, ma lo ha fatto per un motivo ben valido.”
    “Sarà, ma se non lo fermiamo, seminerà distruzione per tutta la città!”
    Ma prima che Reborn potesse rispondere, Dark lanciò le due sfere.
    La prima si diresse verso Saiko, che riuscì nuovamente a deviarla con il Keyblade.
    L’altra invece andò dritta verso Marco, che non era ancora riuscito ad evocare il Keyblade.
    “Maledizione… Perché non riesco ad evocarlo?”
    “Cerca di ricordare ciò che pensavi quando lo hai ricevuto!” gli urlò Saiko.
    “Quando l’ho ricevuto?” ripeté Marco, cercando di tornare a quel momento.
    “Io… Volevo solo fermare David…” disse.
    Non appena finì la frase, nella sua mano apparve il Keyblade.
    Ma il custode non poté gioire subito, dato che la sfera lo stava per raggiungere.
    Proprio come Saiko, anche lui riuscì a deviarla nel cielo.
    “Mamma… Nemmeno con gli Yeerk rischiavo così tanto la vita…”
    “Molto bene. Ora possiamo passare alla prima parte del vero e proprio allenamento.” Disse Dark, mentre alle sue spalle cominciarono ad apparire centinaia di sfere, di tutti i tipi di elemento.
    “C-Cosa?!” fece Sora, sbiancando. “Dovrebbero deviare tutte quelle magie? Ma è impossibile!”
    “Non hanno tempo per allenarsi in maniera normale, perciò sono costretto ad accorciare i tempi e ad aumentare la difficoltà.” Rispose il custode dell’equilibrio, alzando una mano, per poi abbassarla di colpo.
    Immediatamente, tutte le sfere precipitarono verso il tetto della scuola.
    “Maledizione!” fece Riku, volando verso Tsuna e Reborn, prendendoli a peso e volando via, mentre Rexenet faceva lo stesso con Gokudera e Lambo, seguito da Sora, Kairi, Hikari e Light.
    Saiko e Marco rimassero al loro posto, impugnando il Keyblade.
    “Beh, credo che se sopravvivo, non avrò difficoltà ad immaginarmi scene di manga di combattimento…” fece Saiko.
    “E io di certo non mi spaventerò più per qualche raggio laser…” disse Marco, pochi instanti prima che le sfere li raggiunsero, provocando un’esplosione che distrusse come se niente fosse la scuola.
    “L-La scuola è… andata distrutta…” fece Tsuna, senza riuscire a credere ai proprio occhi.
    “E ringrazia che è stata solo la scuola a sparire… Credimi, volendo avrebbe potuto far sparire l’intero mondo come se niente fosse…” gli rispose Light.
    “Devo farmi insegnare quella tecnica! Le mie esplosioni diventerebbero senza eguali…” disse Gokudera, meravigliato da quello spettacolo.
    Dalle macerie della scuola uscirono i due neo custodi, con diversi tagli sui vestiti, dal quale usciva del sangue.
    “C-Cavolo… E una forza del genere non è sufficiente per vincere la guerra? Avrebbe eliminato metà esercito nemico come se niente fosse…” disse Marco, reggendosi sul Keyblade.
    “È una cosa spaventosa… Se non l’avessi provata su me stesso non ci avrei creduto…”
    “Beh, vi arrendete per così poco?” chiese Dark, apparendo alle loro spalle.
    “Così poco? Hai distrutto una scuola come se niente fosse in pochi secondi!”
    “Dovevate evitarlo, non è colpa mia.”
    “Evitarlo? Ma sei forse pazzo? Come se quelle sfere si potessero evitare!”
    “Quindi è colpa vostra…” disse una voce da sotto le maceria, anticipando un braccio che mandava in aria un mattone.
    Nel giro di pochi secondi, di fronte ai custodi emerse un ragazzo, con addosso la divisa della scuola, e in mano due aste di ferro.
    “Non dircelo Dark… Lui è Hibari, vero?” chiese Marco, deglutendo.
    “Già…”
    “Ma era dentro la scuola? Credevo avessi costretto tutti ad uscire.”
    “Ah, quindi siete stati voi a creare quelle braccia giganti… spiacente, l’ho distrutta prima che potesse portarmi fuori.”
    “Umh… Vedo che anche in quest’epoca sei piuttosto forte Hibari… Ti va un patto?” chiese Dark.
    “Parla, prima che decida di mordervi a morte tutti quanti…”
    “Ricostruirò la scuola esattamente com’era prima… Ma solo se affronterai a duello questi due ragazzi, senza trattenerti. Ci stai?”
    “Uguale identica a prima?” chiese Hibari.
    “Fino all’ultimo granello di polvere.”
    “…Va bene, mi sembra un ottimo affare. Ma non azzardarti più a distruggerla, o la prossima volta te la dovrai vedere con me.”
    “Me ne ricorderò.” Disse Dark, per poi creare tre sfere verdi, che lanciò contro i tre ragazzi di fronte a lui.
    Nel giro di pochi secondi, tutte le loro ferite sparirono, rimarginandosi.
    “Molto Bene. La prima parte consisteva nel sopravvivere al mio attacco.” Disse il custode, allontanandosi a piedi. “La seconda consiste nello sconfiggere Hibari.”
    “EH?! Ma non ho la più pallida idea di come si combatte!” urlò Saiko spaventato.
    Purtroppo per lui, sapeva cos’era in grado di fare Hibari, e la cosa non lo metteva per niente a suo agio.
    “Beh, in fondo si tratta solo di un ragazzo, che male può fa-” cominciò Marco, poco prima di venire colpito in pieno stomaco da una delle sbarre di Hibari, che lo spedirono nuovamente tra le macerie.
    “Marco!” urlò Saiko, poco prima di ritrovarsi di fronte Hibari, che lo colpì, facendoli raggiungere il compagno.
    “Ok, mi sbagliavo…” fece Marco, rialzandosi. “Temo che un umano non sia sufficiente per contrastarlo…” continuò, facendo sparire il Keyblade.
    “Cosa vuoi fare?” chiese Saiko.
    “Usare il mio potere. Chissà come se la cava contro un gorilla…” rispose l’altro, mentre le sue braccia cominciavano ad aumentare di dimensioni, come le gambe.
    Sotto gli occhi sorpresi e spaventati di Saiko, Marco in pochi secondi si trasformò in un gorilla, partendo subito all’attacco contro Hibari.
    Il ragazzo non sembrò troppo sorpreso dalla trasformazione e si limitò a mettersi in posizione di difesa con le sue armi.
    Purtroppo per lui non fu sufficiente: infatti Marco lo colpì con un pugno, facendolo volare all’indietro, sebbene il colpo fu attutito dalle due sbarre.
    ‘Beccati questo!’ disse Marco mentalmente.
    “Ma… com’è possibile?” chiese Saiko.
    ‘Oh, niente di ché. Solo un piccolo dono fattomi da un alieno assieme ai miei amici. Posso trasformarmi in qualsiasi essere vivente per due ore, a condizione che lo abbia toccato.’ Gli rispose l’animorph, per poi battere i pugni. ‘Ma ora vediamo di sistemare quel pagliaccio!’
    “Non male…” disse Dark, apparendo dietro di loro. “Ma se ti limiti a dare pugni, prima o poi smetteranno di far effetto. Devi risvegliare il tuo vero potere, il potere che il Keyblade ti ha assegnato. E lo stesso vale anche per Saiko.”
    “Il potere che ci ha assegnato il Keyblade? Cosa vuoi dire?” chiese Saiko, mentre Marco tornava nuovamente umano.
    “Ogni Keyblade ha un potere nascosto. Quello di Sora, ad esempio, è in grado di cambiare forma, anche se la più potente rimane quella di base. Riku, la sua è un arma in grado di contrastare sia la luce che le tenebre, sebbene possa controllare solo la prima. E così via. Anche i vostri Keyblade hanno qualche potere nascosto, credetemi. So che ce la potete fare tranquillamente, perciò ora smettetela di perdere tempo e datevi da fare!” rispose Dark, alzandosi in volo, mentre Hibari si rialzava.
    “Perfetto… Quindi dobbiamo usare qualcosa che non sappiamo nemmeno che esiste… Perfetto…” disse Marco, evocando il Keyblade. “Se penso che non sappiamo ancora usare nemmeno la magia…”
    “Beh, temo che non abbiamo altra scelta… Accidenti, in momenti come questi mi piacerebbe avere le conoscenze ninja di Naruto… Almeno avrei potuto lasciare combattere una mia copia…”
    “Stai parlando di Naruto Uzumaki? Beh, di certo non è uno facile da sconfiggere… ha battuto una mia amica evocando una specie di rospo gigante…”
    “Aspetta, vuoi dire che hai incontrato Naruto?”
    “Certo, assieme a Sakura, Sasuke, Edward, Alphonse, Winry e un bel po’ di altri personaggi strani… Ma per fortuna, all’epoca avevo deciso di non combattere. Certo, il destino deve proprio odiarmi per avermi scelto come custode…”
    “Beh, siamo in due ad avere il destino contro… Tutto questo ritardo di certo non gioverà alla serializzazione di un mio manga…” disse Saiko, mentre Hibari ripartiva all’attacco.
    “Sempre a pensare ai manga, eh?” chiese Marco, parando il colpo con il Keyblade, cercando di respingerlo, ma senza riuscirci.
    “Certo, ho passato gli ultimi anni a lavorarci sopra, di certo non me dimentico facilmente…” rispose l’altro, attaccando il ragazzo, che però si difese con l’altra arma.
    “Oh, ma che sorpresa… quindi anche voi siete qui.” disse una voce, facendo voltare i presenti.
    Sopra di loro c’era David, che stava osservando la scena.
    “David!” urlò Marco, lasciando perdere Hibari e lanciandoli contro il Keyblade, che venne facilmente deviato.
    “Vedo che non hai fatto progressi di nessun genere… Sei veramente patetico, Marco. Dopo lo spettacolo del tuo mondo che diventava di pietra, credevo avresti messo tutto te stesso per potermi sconfiggere.
    Saiko si girò verso il compagno.
    Non sapeva che anche il suo mondo aveva avuto lo stesso destino che era spettato al suo.
    “Ma vedo… che ci sono un paio di personaggi che non ho visto prima… nuovi custodi?” chiese David a Saiko e Dark.
    “Spiacente, io sono Dark, solo cresciuto di qualche anno.” Rispose il custode dell’Equilibrio. “L’unico nuovo è Saiko.”
    “Tu invece… Immagino che non sei un nostro alleato…” fece il diretto interessato.
    “Però, vedo che non ti manca la perspicacia… Complimenti per l’intuizione. Ma ora mi chiedo: riuscirete ad evitare che questo mondo sprofondi nelle tenebre, o permetterete che faccia la stessa fine dei vostri?”
    “Che razza di domanda è? Faremo tutto il possibile per salvare questo mondo!” rispose Marco, prima di ritrovarsi una delle armi di Hibari a coprirgli la vista.
    “Se ho capito bene, tu vorresti distruggere questo mondo, giusto?” chiese.
    “Sì, la sostanza è quella. Qualcosa in contrario?”
    “Beh, con il mondo, verrebbe distrutta anche la scuola… e questo non te lo posso permettere. Preparati, perché ora ti morderò a morte.” Concluse Hibari, partendo all’attacco e saltando contro il custode.
    David non si mosse di un millimetro.
    Si limitò a creare una sfera oscura che scagliò contro il ragazzo, che sebbene provò a difendersi con le armi, sotto i suoi occhi, esse si ruppero, facendo sì che la sfera lo colpisse in pieno, scagliandolo al suolo e avvolgendolo con la polvere delle macerie.
    “Cosa?” disse sorpreso Saiko. “Noi non siamo riusciti a malapena a colpirlo, mentre lui…”
    “David… cosa sei diventato ora?!” urlò Marco. “Non ti basta mai il potere, vero?”
    “Il potere è infinito. Finché ci sarà, io farò sì di acquisirlo. Diventerò l’essere più potente dell’universo, e quando l’ordine verrà ripristinato, comanderò incontrastato su tutto e su tutti!”
    “Stupidaggini!” urlò Saiko. “Quello che vuoi è impossibile. Nessuno può diventare il più forte dell’universo, incontrerai sempre qualcuno più forte di te!”
    “Poveri stolti… Allora lasciate che vi mostri il mio vero potere!” disse il custode oscuro, alzando la mano in alto.
    “Questo è il vero potere dell’oscurità! Un potere in grado di annullare l’esistenza stessa di un mondo!” continuò, mentre sopra il palmo della mano cominciava a creare una sfera nera, che aumentava sempre più di dimensioni.
     
     
    “R-Reborn, ti prego, dimmi che quella sfera fa parte del tuo addestramento…” disse Tsuna, mentre da lontano osservava la sfera d’oscurità che diventava sempre più grande.
    “Spiacente, io non c’entro niente in tutto questo. Oggi avevo intenzione di lasciarti riposare, ma sembra che non sarà possibile.”
    “Questa non ci voleva…” disse Riku. “Se quella sfera dovesse andare a segno, difficilmente questo mondo potrebbe resistere…”
    “Cosa? State dicendo che questi potrebbero essere i nostri ultimi minuti?!” chiese Gokudera.
    “Dark… si può sapere cosa stai combinando?” domandò Hikari.
    “Dunque quel tipo parlava sul serio, quando diceva che volendo poteva distruggere questo mondo come se niente fosse…” disse una voce dietro di loro, costringendoli a voltarsi.
    Di fronte a loro c’era Xanxus, da solo.
    “Xanxus? Che cosa ci fai qui?” chiese Tsuna, ricordandosi cos’aveva passato per colpa di quel tipo.
    “Diciamo che… ho ricevuto un’offerta che non potevo rifiutare…” rispose l’uomo.
    “Perfetto… questa ci mancava ancora… Non credevo avrei mai sentito questa frase in un contesto reale…” disse Light. “E purtroppo per noi, l’unico che potrebbe dirci qualcosa su questo tipo ora sta combattendo di là…”
    “Quel ragazzo, David… Mi ha dato un potere in grado di battere la tua fiamma, Sawada.” Continuò Xanxus, senza curarsi dei custodi. “Stavolta non potrai battermi, e diventerò io il capo della famiglia.”
    “Aspetta, fammi capire bene: ti sei messo in combutta con quel tipo che sta per distruggere il nostro mondo… per poter diventare il capo della famiglia?!” chiese Gokudera. “Ma sei impazzito completamente?! E in più il decimo ti ha sconfitto lealmente, non dovresti più tentare di sostituirlo!”
    “Non accetterò mai che Sawada diventi il decimo boss della famiglia Vongola. Preferisco annientarla e ricostruirla da zero.”
    “Maledizione… Ma tutte oggi devono capitare?!” disse Tsuna, poco prima di sentire il click di una pistola dietro di lui.
    “Tsuna, sai già cosa ti aspetta vero?” chiese Reborn, senza abbassare l’arma.
    “E-Ehi, cosa vuoi fare?” chiese Sora.
    “Temo che non potrò evitare lo scontro… Ok, spara, Reborn” disse Tsuna, per poi venire colpito in piena fronte da un proiettile, cadendo all’indietro.
    “Lo ha ucciso?!” fece sorpresa Kairi. “Ma perché?”
    “No.” Disse Rexenet. “Non lo ha ucciso… Non mi sembrava uno che volesse farsi uccidere quando ha detto di far fuoco.”
    “Sbagliato.” Rispose il bambino. “È morto veramente. Ma ora tornerà.”
    “Cosa vuoi dire?” chiese Riku, per poi vedere da solo la risposta.
    Sulla fronte di Tsuna, nel punto in cui era stato colpito dal proiettile, era apparsa una piccola fiammella.
    Di colpo, la fiamma aumentò d’intensità, e Tsuna saltò in piedi.
    I suoi occhi ora erano pieni di determinazione, e senza dire niente, prese dalla tasca un paio di guanti invernali. Non appena ci infilò dentro le mani, essi mutarono forma, diventando dei guanti metallici, dai quali uscì del fuoco, che permise a Tsuna di volare verso Xanxus, che si limitò ad alzare una pistola.
    “Te l’ho già detto: non potrai fare nulla stavolta.”
    “Ti ho già sconfitto una volta, posso farcela una seconda.” Rispose atono Tsuna, per poi portare di fronte a sé una mano, da cui partì un getto di fuoco.
    Ma l’avversario sorrise, premendo il grilletto.
    Prima che Tsuna potesse cambiare rotta, dalla pistola uscì un raggio oscuro, che lo colpì in pieno, facendolo piombare a terra.
    “Decimo!” urlò Gokudera, per poi guardare Reborn.
    “Questo non era previsto… Che fiamma ha usato?” si chiese il bambino.
    “Nessuna fiamma. Quella era pura oscurità.” Rispose Rexenet, creando nella sua mano una piccola sfera nera. “Proprio come questa.”
    “Ciò significa che David ha già appreso la capacità di trasferire il potere dell’oscurità ad altri… Non va bene…” disse Hikari.
    “Urgh… E questo cosa significa, Xanxus?” chiese Tsuna, rialzandosi. “Quella non è una fiamma normale…”
    “Infatti. Come stavano dicendo quei ragazzi, è pura oscurità. Oscurità con la quale ti sconfiggerò.”
    “Non te lo permetterò… Farò sì che quella tua oscurità sparisca… e che non torni più…”
    “Vorresti eliminare l’oscurità? Per quel che mi risulta, non è possibile. Ma per fartelo capire, credo proprio dovrò farti sprofondare in essa.”
    Non appena ebbe detto ciò, sotto i piedi di Tsuna apparve una macchia oscura, che cominciò ad inghiottirlo.
    “Cosa?” fece lui, cercando inutilmente di uscire, e continuando a sprofondarci dentro sempre più velocemente.
    “Decimo!” urlò Gokudera, cercando di raggiungerlo in tempo.
    Ma prima che ci riuscisse, il ragazzo affondò completamente nell’oscurità, sparendo alla vista di tutti.
    “Dove lo hai mandato?” chiese Reborn a Xanxus.
    “Non ne ho idea. Mi sono limitato a farlo sprofondare nell’oscurità, non so proprio dove sia finito.”
    “Ma si può sapere cosa ti passa per la testa?” urlò Sora. “L’oscurità non è un gioco. Più la usi, più verrai corrotto da essa, per poi finire con diventarne parte tu stesso!”
    “Se questo mi permetterà di diventare il boss della famiglia, per me va bene.” Rispose Xanxus, mentre la sua pistola veniva avvolta dall’oscurità. “Sono disposto a tutto per raggiungere questo obbiettivo, anche a distruggere questo stesso mondo!” disse, mentre dall’oscurità usciva fuori un Keyblade nero, la cui forma ricordava quella di un fucile.
    “Maledizione! Ha ottenuto un Keyblade!” disse Riku, evocandolo anche lui, per poi rivolgersi a Reborn e Gokudera. “Voi due, andatevene, scappate. Contro quell'arma non potete nulla!”
    “Non ce n’è bisogno.” Rispose il bambino. “Sono sicuro che Tsuna tornerà presto e lo sistemerà a dovere.
    “No, non può niente contro il Keyblade. Solo noi custodi possiamo occuparcene.”
    “Io ho fiducia in Tsuna. In fondo, è il mio allievo.”
     
     
    “Vedete? Questo è il potere che vincerà! Grazie a lui, potrò piegare l’universo stesso!” urlò David, continuando a tenere la sfera, che ormai era diventata grande come un palazzo, sulla mano.
    “Si può sapere perché sei così assettato di potere?” chiese Saiko. “Anche se dovessi riuscire ad avere tutti sotto i tuoi piedi, cosa ti cambierebbe?”
    “Lascia perdere Saiko. È sempre stato così. Ha anche provato ad eliminarci solo per avere un ostacolo in meno. Se penso che è anche colpa mia se ora è così…”
    “Se la pensi così, allora tocca a te rimediare.” Gli disse Dark. “Ma ricordati questo: se combatti per vendetta, non otterrai niente. Nemmeno la soddisfazione.”
    “Parli come un personaggio da fumetti, sai?” commentò Saiko. “Ma ha ragione, Marco.”
    “Lo so benissimo! Ma nonostante ciò, non posso perdonarlo. I suoi sogni di potere hanno condannato il mio mondo…” disse, mentre il suo Keyblade cominciò ad illuminarsi. “Io lo sconfiggerò, fosse l’ultima cosa che faccio!”
    “Non ne avrai il tempo!” rispose David, lanciando la sfera.
    Dark si mise subito in mezzo alla traiettoria della sfera, fermandola con le mani.
    “Però… non male, ottima oscurità. Purtroppo per te… rimane insignificante per me!” disse, per poi rispedirla indietro, e creando nella propria mano una piccola sfera nera.
    “Le dimensioni sono insignificanti per la potenza. Osserva bene, David.” Continuò, per poi lanciare la sua sfera contro quella nemica.
    Non appena la sfiorò, le due sfere esplosero, provocando un’onda d’urto di tale intensità da far volare all’indietro David.
    “Cosa? Ha annientato la mia sfera come se niente fosse… Come ha fatto?” chiese il custode oscuro, senza accorgersi di Marco, che approfittando della confusione creatosi, era partito all’attacco.
    “David!” urlò, puntandogli contro il Keyblade.
    Prima che qualcuno potesse realizzare cose stesse succedendo, dalla punta del Keyblade uscì fuori una figura fatta di luce, che si diresse contro David.
    Prima che riuscisse a raggiungerlo, la figura prese la forma di un gorilla, che colpì il custode in pieno volto con un pugno.
    Ma il colpo non si limitò a quello: non appena lo ebbe toccato, su tutto il corpo di David apparvero decine di tagli, e davano l’impressione di essere stati provocati da qualcosa all’interno del corpo.
    David urlò immediatamente, aprendo un varco oscuro nel quale sparì nel giro di pochi secondi.
    “Cosa… Cosa è successo?” si chiese Marco, osservando il suo Keyblade e l’animale di luce, che stava scomparendo.
    “Hai risvegliato il tuo potere.” Gli rispose Dark, per poi volgere lo sguardo nel punto in cui si trovavano gli altri custodi. “E ora, vediamo se lui sarà all’altezza del compito che gli spetta…”
     
     
    “Dove mi trovo?” domandò Tsuna, cercando di vedere qualcosa nelle tenebre in cui era finito, e continuando a precipitare in esse. “Non riesco a vedere niente…”
    Al ragazzo quella caduta sembrò essere durata ore quando finalmente cominciò ad intravedere qualcosa.
    “Sembra quasi… acqua…” disse, pochi secondi prima di cadere in un mare d’acqua nera.
     
    Tsuna riaprì gli occhi qualche minuto più tardi.
    Si trovava su una spiaggia, anch’essa scura come l’acqua.
    “Ah, ti sei svegliato. Meno male, cominciavo a temere di non aver fatto in tempo…” disse una voce alle sue spalle.
    Il ragazzo si girò subito, per ritrovarsi di fronte ad una donna dai capelli blu, che indossava un completo che in qualche modo ricordava vagamente un'armatura.
    “C-Chi sei?” chiese il ragazzo.
    La donna sorrise.
    “Il mio nome è Aqua. Tu invece sei…?”
    “Tsunayoshi Sawada. Ma puoi chiamarmi anche solo Tsuna.”
    “Ok Tsuna. Dimmi, come sei finito quaggiù?”
    “Io… stavo affrontando una persona, quando questa mi ha fatto precipitare in una specie di buco nero… dal quale non sono più riuscito ad uscire…”
    “Una persona ha usato l’oscurità? Cosa significa questo? Credevo che i mondi fossero al sicuro ora... Dopo che Kairi è tornata indietro, ero sicura che sarebbe riuscita a risolvere la situazione…”
    “Da quello che quei ragazzi hanno detto, l’universo è nei guai. I mondi stanno cominciando a spegnersi o venire distrutti uno dietro l’altro, e uno di quei ragazzi ha parlato di una certa guerra…”
    “Guerra?!” ripeté sorpresa Aqua. “Di che guerra stai parlando?”
    “Il nome non me lo ricordo, ma subito dopo, due di loro hanno evocato una specie di chiave gigante, con la quale hanno tentato di affrontare un mio amico…”
    Aqua spalancò gli occhi.
    “Ti prego, dimmi che non si tratta della Guerra del Keyblade!” chiese, prendendo per le spalle Tsuna.
    “Sì, il nome era proprio quello, è vero!”
    “Questa non ci voleva…” fece la custode, guardando in alto. “Devo riuscire ad uscire al più presto da questo mondo…”
    “Questa guerra è così grave?”
    “Se dovesse cominciare, l’universo stesso sarebbe in pericolo. E le perdite sarebbero inimmaginabili: io ho combattuto nello stesso luogo dove avvenne la prima guerra. Era un mondo ricoperto dai resti di quest’ultima. Migliaia di Keyblade rimasti senza padrone…” Aqua chiuse le mani a pugno. “Non posso permettere che ciò succeda di nuovo! Io sono l’ultima Master rimasta, è mio compito evitarlo!” disse, evocando un Keyblade grigio.
    “Tsuna, so che ti sto chiedendo tanto, ma io purtroppo non posso ancora lasciare questo posto, però posso aprirti una strada. Starà a te riuscire ad attraversarla e a ritornare nel tuo mondo. Non ho idea di cosa potrebbe succederti, dipenderà tutto dalla forza del tuo cuore. Sei disposto a questo rischio?”
    Tsuna abbassò lo sguardo.
    “Mi hanno sempre chiamato ‘Ibranatsuna’ a causa del fatto che sono incapace in tutto… Però… Da quando è arrivato Reborn le cose hanno cominciato a mutare. Prima che me ne rendessi conto, mi sono ritrovato circondato da amici disposti a tutto per me. Per questo non posso deluderli!” disse, mentre sulla sua fronte riappariva la fiamma. “È compito mio salvarli, e per farlo sono disposto a tutto!”
    Aqua annuì.
    “Molto bene allora. Non ho altro da dirti, se non buona fortuna.” Disse, per poi puntare il Keyblade contro Tsuna. “Mi dispiace, ma farà male. Dovrò colpirti il cuore. Sei pronto?”
    “Vai.”
    La Master guidò l’arma dritta contro il petto di Tsuna.
    Immediatamente il corpo del ragazzo s’illuminò, per poi scomparire in una serie di sfere di luci, che salirono verso l’alto, sparendo nelle tenebre.
    “Spero che tu ce la faccia, Tsuna…”
     
     
    Quando Tsuna riaprì gli occhi, si ritrovava sdraiato su una specie di pavimento circolare bianco.
    “E ora dove sono finito?”
    “Aqua ti ha mandato nel tuo stesso cuore.” Rispose una voce. “Per permetterti di conoscere il tuo destino.”
    “Chi sei?”
    “Non ha importanza. Questa sarà probabilmente l’unica volta che mi sentirai. Sono qui per farti un'offerta.”
    “Giuro che se dici che è un'offerta che non posso rifiutare, do’ di matto!”
    “Tranquillo, non era mia intenzione, ma sembra che in fondo la cosa non ti dispiaccia troppo. Certo, il fatto che sei destinato a diventare un boss non ti va per niente a genio, ma è grazie a ciò se sei riuscito a farti dei veri amici, disposti a tutto per te.”
    Davanti a Tsuna apparve una chiave gigante che emanava luce.
    “Questa è…” fece lui.
    “È il Keyblade, l’arma più potente di tutte. Con essa potrai combattere contro Xanxus e colui che lo ha fatto precipitare nelle tenebre.”
    “Perché la soluzione a tutto sono sempre i combattimenti?” chiese il ragazzo. “Possibile che non esista altro modo?”
    “Chissà, potresti essere tu stesso a trovare quel modo. Ma ti avviso: nel momento stesso in cui toccherai quell’arma, tutto cambierà. Il destino del tuo mondo sarà nelle tue mani. Solo tu potrai ripristinarlo. Ma per farlo, dovrai combattere nella guerra.”
    “La guerra? Ma secondo quella ragazza, Aqua, quella guerra-”
    “Questa sarà la seconda e ultima guerra. Se vinceranno le tenebre, l’universo sparirà dentro esse. Se vincerà la luce, l’universo sarà salvo.”
    Tsuna osservò nuovamente il Keyblade.
    “Fortuna che Reborn non è qui… o a quest’ora mi avrebbe già picchiato. Credo di non avere scelta. Il mio mondo così ha una possibilità di salvarsi, vero?”
    “Sì.”
    “Molto bene allora.” Disse, impugnando l’arma, che subito cambiò colore, diventando nera, con incisi lungo il manico dei simboli, che ricordavano il cielo, una tempesta, un tuono, una nuvola, il sole, la nebbia e una goccia d’acqua.
    Il ciondolo invece raffigurava un proiettile in uno stemma, affianco del quale c’erano due pistole.
    “Ma questi simboli sono gli stessi degli anelli!” disse Tsuna, prendendo l’anello che aveva al collo e confrontando i due disegni, senza badare al fatto che tutto intorno a lui stava cominciando a sparire, e che sul pavimento era apparsa la sua immagine, circondata da sette anelli con affianco una persona, e come sfondo c’era il disegno del ciondolo.
    “Ti ringrazio, Sawada Tsunayoshi.” Disse la voce, mentre alle spalle del ragazzo appariva una figura, che lanciò ai piedi di Tsuna un sacchetto. “Credo proprio che queste ti serviranno…” disse, scomparendo assieme a tutto prima che Tsuna riuscisse a voltarsi.
     
     
    Improvvisamente, di fronte agli occhi dei custodi e di Xanxus, apparve una fortissima luce, quasi fosse un varco.
    “Cosa significa?” chiese il nuovo custode oscuro, mettendosi una mano davanti agli occhi.
    “Significa… che è arrivato il momento di chiudere i conti!” disse Tsuna, uscendo dal varco, con la fiamma che ardeva forte come non mai sulla sua fronte e con il Keyblade impugnato saldamente nella mano, mentre con l’altra teneva un sacchetto.
    “Decimo!” urlò felice Gokudera. “Allora state bene!”
    “Già. Anche se ho fatto degli incontri che non mi sarei mai aspettato. Xanxus, non ti permetterò di fare ulteriori gesti avventati! Ti fermerò qui, ora!”
    Xanxus rimase sorpreso per qualche minuto, per poi scoppiare a ridere.
    “Sei un idiota, Sawada!” disse alla fine. “Non hai la minima idea di cos’hai combinato, vero?”
    “Cosa intendi dire?” chiese Tsuna.
    “Intende dire che questo mondo è condannato a fermarsi.” Disse Dark, raggiungendolo assieme a Marco e Saiko. “E purtroppo, solo tu e Xanxus potete lasciare questo mondo.”
    “Come sarebbe a dire?” chiese Gokudera. “Il decimo se ne dovrà andare da questo mondo da solo? Non se ne parla proprio!”
    “Gokudera, basta così!” ordinò Reborn.
    “Beh, buona fine del mondo allora!” disse Xanxus, mentre alle sue spalle appariva un varco oscuro. “Sawada, ci rivedremo durante la guerra. Fino ad allora, vedi di non farti uccidere. Quello è un privilegio che tocca solo a me!” concluse, sparendo nell’oscurità del varco.
    “Maledizione!” disse Gokudera, sbattendo un pugno per terra, mentre Tsuna faceva sparire il Keyblade e la fiamma si spegneva. “Perché quel bastardo di Xanxus è arrivato a tanto?”
    “È stato corrotto dalle tenebre.” Rispose Tsuna. “Almeno, così mi ha detto quella voce…”
    “Già. Anch’io ho percepito qualcosa di strano in lui.” Fece Reborn. “Tsuna, sembra che stavolta te la dovrai cavare senza il mio aiuto. Ma da quello che ho visto, non avrai problemi ad allenarti per poter ricoprire al tuo ritorno il ruolo che ti spetta.”
    “Reborn…” cominciò Tsuna, prima di venire distratto da del fumo, che aveva avvolto Dark.
    “Dev’essere finito il tempo a sua disposizione…” commentò Gokudera,
    Ma quando il fumo sparì, i custodi trovarono Dark privo di sensi, con parecchie ferite lungo tutto il corpo.
    “Dark!” urlarono tutti insieme.
    “Ma cosa gli è successo?” chiese Sora. “Dark non è di certo un tipo da lasciarsi ridurre in questo stato!”
    “Ne riparleremo sulla Gummyship.” Rispose Light, prendendo di peso Dark e aprendo un varco. “Ora dobbiamo andare.”
    “Ma io…” fece Tsuna, poco prima di venire colpito in testa da un calcio di Reborn, che lo fece volare nel varco.
    “Almeno così non farà troppe storie.” Disse il bambino. “Ve lo affido. Io purtroppo non posso seguirlo, perciò mi tocca passare temporaneamente il testimone. Ah, Marco?”
    “Sì?” chiese il custode.
    “Può stringermi la mano per piacere?”
    Marco lo guardo per qualche secondo, per poi fare come diceva.
    “Sicuro?” chiese.
    “Certo.” Disse Reborn, prima di ‘spegnersi’ per qualche secondo.
    Non appena Marco interruppe la stretta, Reborn tornò nuovamente come prima.
    “Bene. Allora ciaos!” disse, mentre i custodi attraversavano uno ad uno il varco, che si richiuse dietro di loro.
     
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    Fuoco crepuscolare che mai si estinguerà

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    Darky darky... sei dispettoso forte, lo sai? <.< Dopo un capitolo così, mi lasci in sospeso con una simile brutalità!!! Cattivo u.u Cos'è successo a Dark? E perché Reborn ha voluto stringere la mano a Marco? So per certo che c'è sotto qualcosa u.u
    Per il resto è un capitolo fenomenale, come sempre ^^ Bravissimo :3
    Aggiorna presto nè u.u
     
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    Yeah !!!!! Reborn !!!!!! Ultrafigo !!!!!! Non sai quanto ho sperato che mettessi questo mondo, troppo figo, comuuunqe vorrei sapere cosa c'è nel sacchetto di tsuna, sicuramente pillole dell'ultimo desiderio ma chissà.... Bel capitolo davvero, adesso voglio proprio scoprire il perchè di quella stretta di mano bobububu
     
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364 replies since 17/10/2009, 20:00   6693 views
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