Equilibrio

la mia nuova fan fiction

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    暗いロクサス92

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    Ed ecco qui il nuovo capitolo.
    Con questo capitolo, si avvicina la fine del preludio della nuova saga della ff, che se tutto va bene, introdurrò con il prossimo capitolo. (alla fine del quale troverete torce e forconi per inseguirmi XD).
    Ho visto con piacere che il precedente capitolo è piaciuto parecchio, e ringrazio ancora 8x8 per avermi concesso i personaggi e aiutato nella stesura.
    Non ho altro da dire per il momento, quindi rispondo subito alle recensioni:
    @ francix94: No, non mi sono fumato niente. Forse è stata colpa di quella libreria che mi è caduta addosso... Cmq temo che questo sia stato l'ultimo cross over tra ff, + che altro per mancanza di ff stesse XD
    @ LightDarkness™: mi fa piacere che ti sia piaciuto come capitolo.
    @ Armitrael: il mal di testa era uno degli effetti colaterali che temevo per questo capitolo... sorry, ma più... stretto di così nn sono riuscito a farlo.
    @ Liberty89: No, no, non voglio avere nessuno sulla coscienza XD. La parte del campeggio come ho già detto è opera di 8x8. Cmq mi fa piacere essere riuscito a scrivere un capitolo comico che abbia fatto ridere.
     
    E ora, buona lettura

    Capitolo 37: Balance - Torna all'indice dei capitoli
    “Speriamo solo che tutto vada bene…” disse a voce bassa. “Ci sono stati troppo imprevisti…”
    “Ma finora non ci sono stati intoppi gravi” rispose un’altra voce.
    “L’unico lato positivo. Ma ci sono stati troppi avvenimenti non previsti”
    “Si, non c’è bisogno che continui a ripeterlo.”
    “Piuttosto, perché sei venuto qui? Lo sai che nessuno deve scoprire che siamo in contatto”
    “Non preoccuparti, non c’è modo che qualcuno lo scopra.”
    “Vero. Ma la precauzione non è mai troppa. Perciò parla”
    “Non c’è tanto da dire. Hai visto anche tu che nonostante i tuoi sforzi, c’è ancora un problema che rimane”
    “Noi al momento non possiamo fare niente. Sapevamo bene che ci sarebbero stati dei rischi, ma né io né te possiamo fare qualcosa al momento. Toccherà a lui fare la prossima mossa, sperando che tutto vada secondo i piani. E che loro risultino essere all’altezza della situazione…”
    “Non ci resta che sperarlo… Nel frattempo continuerai con la tua recita?”
    “Ho altre possibilità?”
    “Effetivamente no… Certo che tutto ha preso una strana piega, eh?”
    “Puoi ben dirlo… Puoi ben dirlo… Ora però ti conviene andare, o potresti venire scoperto. Non sappiamo dove si trovi, e potrebbe essersi accorto della tua assenza”
    Ma nessuno rispose, segno che uno dei due interlocutori se n’era andato.
     
     
    “Senti Dark…” gli chiese Hikari, la mattina dopo.
    “Si, che c’è?”
    “Avrei una richiesta da farti. Potremmo dirigerci in un mondo preciso?”
    “Perché?”
    “Si tratta di uno di quei pochi mondi che sono a conoscenza dei custodi. E là si trova una persona con quei desiderei parlare. C’ero stata nel breve periodo in cui il maestro mi allenava.
    Dark rimase qualche secondo in silenzio.
    “Va bene. Dì pure a Riku le coordinate”
    “Grazie” disse la custode, per poi raggiungere l’albino e riferirli le coordinate.
    “Ne sei sicura?” chiese lui. “Non è proprio dietro l’angolo”
    “Lo so, ma credo che lì potremmo trovare le risposte che stiamo cercando”
    “Per curiosità, di che mondo si tratta?” chiese Dark.
    “Immagino tu ti ricordi bene chi è Yoda, no?”
    Dark rimase un attimo in silenzio.
    “Quindi i Jedi sono a conoscenza dell’esistenza dei custodi?”
    “Sì, anche se solitamente non ci incontrano tra di noi. Ma mi ricordo che quando sono andata da loro assieme al Maestro, sono rimasta piuttosto colpita dalla loro organizzazione e dal loro potere. Sono riusciti a capire subito che ero nervosa, dato che quello era il mio primo viaggio in altri mondi, sebbene io non lo dimostrassi.”
    “Quindi credi che possano esserci d’aiuto per risolvere quel mistero?”
    “Sì”
     
    “Manca ancora tanto?” chiese Kairi.
    “Secondo il computer ormai ci dovremmo essere…”
    “Lo sapremmo quando verremo intercetati” disse Hikari.
    “Intercettati? Cosa intendi?”
    Ma non appena Sora ebbe terminato la domanda, davanti a loro apparve un’altra Gummyship, solo che era decisamente più grande.
    “Intentificatevi” disse una voce che risuonò all’interno della Gummyship.
    Hikari andò subito a prendere il microfono per rispondere.
    “Siamo un gruppo di custodi. Vorremo atterrare per poter parlare con il consiglio dei Jedi.”
    Per qualche secondo il silenziò regno attorno a loro.
    “Custodi?” chiese la voce. “Siete in grado di dimostrarlo?”
    Hikari si avvicinò subito all’oblo.
    “Che cosa succede?” chiese Sora.
    “Vogliono una prova che siamo veramente custodi. Anche l’ultima volta lo avevano chiesto.”
    “E in cosa consiste?”
    “Semplicemente in questo” rispose la custode, puntando il Keyblade verso l’oblò, facendo così partire un raggio che attraversò come se niente fosse il vetro, per poi creare una serratura nello spazio.
    “Una serratura?” disse stupito Riku. “Com’è possibile?”
    “Non è una vera e propria serratura. È una semplice copia che si può aprire solo nello spazio vuoto e non in un mondo.”
    “Va bene. Siete autorizzati ad atterrare.” Disse la voce. “Vi guideremo noi.”
    “Cosa intendono con ‘Vi guideremo noi’?” chiese Riku.
    “Ci manderanno dua astronavi per scortarci” rispose la custode.
    “Addirittura?” disse Sora. “Siamo così importanti?”
    “No” rispose Dark. “Probabilmente non sono sicuri al 100% che siamo chi diciamo di essere. Devono essere sicuri della nostra itendità”
    Mentre parlavano, due piccole astronavi arrivarono ad affiancare la Gummyship, che cominciò così la discesa verso un pianeta là vicino.
    Non appena entrati nell’atmosfera, i custodi notarono che tutto il pianeta sembrava un’enorme città, con palazzi di cui non si vedeva nemmeno la base, e a posto della auto tradizionali c’erano solo auto volanti.
    “Wow. Incredibile!” commentò Kairi, mentre Riku si occupava di seguire le due astronavi cercando di evitare i vari palazzi.
    Dopo qualche minuto i custodi atterarono di fronte ad una struttura di forma ovale.
    Sull’hangar dove si erano fermati c’era una persona che indossava un mantello nero.
    “Benvenuti custodi.” disse quest’ultima, mentre vedeva scendere dalla Gummyship i cinque detentori del Keyblade. “Non ci avevano avvertito del vostro arrivo”
    “Non sarebbe stato possibile” rispose Hikari. “Ma preferirei parlarne in presenza del Maestro Yoda se è possibile.”
    “D’accordo. Ma prima dovreste intendificarvi. Io sono il Maestro Skywalker.”
    “Hikari, custode della luce.”
    “Sora, custode della luce.”
    “Riku, custode della luce.”
    “Kairi, custode della luce.”
    “Dark, custode dell’equilibrio.”
    “Hikari. Se non sbaglio eri già venuta qui in passato.” Disse Skywalker.
    “Si. Ero venuta qui come apprendista di Master Dark per accompagnarlo in una sua missione.”
    Skywalker annui.
    “Bene. Seguitemi, vi porterò dal Maestro Yoda.” Disse, entrando nel palazzo, seguito dai custodi.
     
    “Non credevo che esistesse un luogo del genere dove noi custodi potevamo entrare tranquillamente” disse Sora, guardandosi attorno.
    Impiegarono diversi minuti per arrivare a destinazione.
    Ad un certo punto Skywalker aprì una porta, all’interno del quale c’era una stanza con delle poltrone posizionate a cerchio.
    “Eccoci arrivati” disse il Maestro, per poi premere un bottono.
    “Maestro Yoda, riesce a sentirmi?” disse ad alta voce.
    Con grande sorpresa di Sora, Riku e Kairi, in una delle poltrone vuote apparve l’ologramma di un piccolo essere verde, che teneva in mano un bastone.
    “Giovane Skywalker. Come mai questa improvisa chiamata?”
    “È arrivato un gruppo di ragazzi che dicono di essere custodi e desiderano parlare con lei”
    “Custodi?” chiese Yoda, per poi osservare i cinque ragazzi di fronte a lui. “Capisco…”
    “Maestro Yoda, è un piacere rivederla” lo salutò Hikari.
    “Sei tu Hikari, no? Come mai da queste parti tu sei venuta, senza avvisare il consiglio?”
    “Non mi è stato possibile avvisare, questo perché la mia scuola è stata distrutta una decina d’anni fa. Io probabilmente sono l’unica custode di quella scuola rimasta in vita.”
    Il Maestro abbassò lo sguardo.
    “Triste questa notizia è. Noi niente abbiamo saputo in proposito.”
    “Siamo stati traditti da colui che consideravamo il più saggio tra di noi. Sapevamo dei suoi tentativi di impradonirsi delle tenebre, ma non avremmo mai immaginato che avrebbe usato quel potere per attaccarci.”
    “E loro chi sono?” chiese Yoda.
    “Sono i nuovi custodi, coloro che hanno ereditato il peso dei nostri predecessori” rispose lei, indicando con la mano uno ad uno i custodi. “Sora, Riku, Kairi e Dark.”
    “E del tuo Maestro, Master Dark, che fine egli ha fatto?”
    A quel punto intervenne Dark.
    “Io sono stato il suo ultimo allievo. Ho assistito alla sua fine e sono il suo successore, nonché nuovo Master Dark.”
    Yoda abbassò lo sguardo.
    “Mi dispiace… Ignoravo io questa notizia… Covinto ero che salvato si era…”
    “Maestro, avrei bisogno di parlarne in privato di alcune questione, se è possibile” lo interuppe Hikari.
    “D’accordo. Skywalker, uscire tu devi.
    “Come vuole Maestro”
    Anche gli altri custodi fecerò per uscire.
    “Dark, aspetta. Vorrei che rimanessi anche tu. Credo che potresti essermi d’aiuto nel spiegare alcune cose” lo chiamò la custode.
    Dark annui, per poi tornare di fronte all’ologramma, mentre gli altri uscivano dalla sala.
    “Mi perdoni se sono stata così diretta, ma non so quanto tempo abbiamo prima di dover lasciare questo mondo”
    “Problema nullo questo è. Più grave immagino sia quello di cui parlare volete, vero?”
    “Si tratta di un nostro compagno di viaggio. Credo abbiate già capito a chi ci stiamo riferendo”.
    “Parli del giovane Sora.”
    “Credo che la colpa sia in parte mia” intervenne Dark. “Ho chiuso dentro al suo cuore la forza di essere malvagio, convinto di essere riuscito ad eliminare la sua essenza. Ma temo che non sia andato come previsto”
    “Il suo cuore disturbato è. Molta confusione lo circonda. Egli nasconde il lato oscuro della forza.”
    “È quello che temevamo. Le vorrei chiedere di vederlo di persona se possibile. So che a distanza è difficile fare un’analisi precisa.”
    “Spiace a me, ma possibile al momento non è. In guerra io sono. Come visto avrete, al tempio pochi rimasti sono. Pochi maestri e tanti padawain. Come Skywalker, che tu avevi già incontrato l’ultima volta, ricordi, no?”
    “Intende quel bambino che aveva appena cominciato il suo adestramento per diventare Jedi? Non lo avevo riconosciuto”
    “Cambiato molto egli è. E non solo d’aspetto purtroppo. Molto potente egli è diventato.” Ma a dire ciò Yoda non riuscì a nascondere un velo di preoccupazione.
    “Attenzione fate a lui. E anche il cancelliere Palpatine non sottovalutate. Sento il lato oscuro della forza circondare tutti noi.”
    “D’accordo, seguiremo questo consiglio. Se non le spiace, vorremo fermarci per qualche giorno qui, nella speranza di non venire individuati”
    “Preoccuparvi non dovete. I benvenuti voi siete.”
    “Grazie mille, Maestro Yoda.”
     
     
    “Chissà cosa dovrà dirgli Hikari… Ci ha praticamente buttato fuori a tutti…” si lamentò Sora.
    “Boh… forse ha a che fare con la sua precedente visita”
    “Scusate se v’interrompo…” disse Skywalker. “Ma quindi voi siete gli ultimi custodi rimasti?”
    “Beh, a essere sinceri ce ne sono di sicuro altri tre. Uno ci ha aiutato nei nostri precedenti viaggi. Un altro è il fratello di Dark. Il terzo invece lo abbiamo solo visto combattere” rispose Riku.
    “Parla per te! Io ci ho anche combattuto contro!” gli urlò dietro Sora.
    “Ah già, me ne ero dimenticato, scusa” disse ridendo l’albino.
    “Sinceramente per me è la prima volta che ne incontro uno. Ma il mio maestro mi aveva raccontato della vostra esistenza. Si dice che siate creature molto potenti, in grado di infrangere l’ordine dei mondi, portando sia pace che caos, è vero?”
    “Questa frase ce la dicono in molti, ma finora di custodi realmente cattivi non ne abbiamo incontrati. Ma sappiamo che ci sono stati. Come questo famoso Master Xehanort…”
    “A proposito, possibile che non abbia nessun legame con il Xehanort che conosciamo noi?”
    “Non direi. Altrimenti, come Roxas, Xemnas sarebbe dovuto essere in grado di usare il Keyblade”
    “E ditemi… voi siete in grado di evitare la morte di una persona?” chiese Skywalker.
    A quella domanda i custodi non risposero subito.
    “Noi siamo in grado di curare ferite, avvelenamenti, paralisi…” rispose Kairi. “Ma la morte è una cosa inevitabile, e questo lo sappiamo bene.”
    “C’è una possibilità di salvezza solo se il cuore si salva. Altrimenti nemmeno avendo il potere dell’universo stesso ci sarebbe concesso evitare una morte naturale o già avvenuta”
    Ma il discorso venne interrotto dalla porta della sala, che si aprì nuovamente, facendo uscire i due custodi rimasti dentro.
    “Skywalker” chiamo poi Yoda.
    “Si maestro?”
    “I custodi da noi ospiti saranno. Il tuo compito scortarli sarà.”
    “Come vuole, maestro” rispose lui, mentre l’ologramma scompariva.
    “E così tu saresti il piccolo Anakin?” chiese Hikari, osservando Skywalker. “Se non me lo avesse detto Yoda, non ti avrei mai riconosciuto.”
    Lui sembrò sorpreso.
    “Come fai a sapere il mio nome?”
    “Ti ho visto nel mio precedente viaggio. All’epoca ero solo una bambina, decisamente più piccola di te, ma mi ricordo bene di un bambino che era appena stato preso come apprendista jedi.”
    “Mi dispiace, ma non riesco a ricordarmi di te”
    “Jedi?” chiese Kairi. “Cosa significa?”
    “Come noi siamo custodi, detentori dei Keyblade, loro sono jedi, cavalieri di questo mondo con il compito di mantenere la pace” rispose Dark.
    “Sembri ben informato, anche se a quanto ho capito non provieni dalla scuola” disse Anakin.
    “Non direttamente. Ma ho ereditato molte conoscenze sia dal mio mondo d’origine che dal mio maestro.”
    “Capisco… Comunque sia, devo chiedervi di seguirmi. Il maestro Yoda mi ha chiesto di scortarvi. Sicuramente intendeva dire di portarvi in un posto dove potrete riposarvi.”
    “Non preoccuparti. Se diamo problemi possiamo anche stare nella nostra Gummyship”
    “Gummyship? Intendete quella strana astronave?” chiese Anakin. “Comunque no, il vostro mezzo è stato portato via per controllare le sue condizioni. Se ci sono guasti, verranno sistemati.”
    “Bah, non credo… l’alchimia solitamente non lascia le cose danneggiate, no Dark?”
    “Solitamente no, ma una revisione non può fare che bene. Non credo che Cid se la prenderà troppo per questo.”
     
     
    Era passata qualche ora da quando i custodi erano stati portati dal jedi in un hotel, che aveva lasciato a bocca aperta Sora, Riku e Kairi per il fatto che era praticamente sospeso nel vuoto, se non fosse stato che per un pezzo era agganciato ad un grattacielo.
    “Che posto fantastico!” disse Kairi. “Non pensavo ci potessero essere mondi così evoluti sotto il punto di vista tecnologico!”
    “Già. Beh, almeno non è uguale agli altri mondi che abbiamo già incontrato” disse Dark. “E dovremmo essere al sicuro da Rexenet per un po’.”
    “A proposito di Rexenet… Che cosa farà ora? Tuo fratello ha eliminato Malefica che era, possiamo dire, il suo capo. Ma ora?”
    “Conoscendo Rexenet, in questo momento si starà divertendo a far cadere nell’oscurità chissà quanti mondi…”
    “E noi stiamo qui fermi?” urlò Sora.
    “Non è bello da dire, ma è impossibile evitarlo…”
    “E con questo?”
    “Ma tu credi veramente che finora abbiamo impedito a Rexenet di distruggere qualche mondo?” chiese urlando il custode dell’equilibrio. “Quando lo abbiamo incontrato siamo solo stati fortunati. Ma sicuramente aveva già distrutto vari mondi. O pensavi che ci aspettava comodamente per poi vedere i suoi piani fallire?”
    Sora non rispose.
    Ma prima che qualcuno potesse replicare, il rumore di una forte esplosione attirò la loro attenzione.
    “Che cosa succede?” chiese Hikari, correndo verso la finestra, seguita dagli altri.
    “No!” esclamò Riku, vedendo del fumo salire dallo stesso posto dove erano arrivati qualche ora prima.
    “Maledizione!” disse Dark. “Dubito si tratti di un comune incidente. Qualcuno sta attaccando-”
    “Precisamente” lo interruppe una voce alle loro spalle, anticipando una serie di spari che demolirono la porta.
    I custodi rimasero fermi, osservando una persona, che indossava una tunica nera e con il volto completamente sfigurato, entrare scortato da una decina di militari, che puntarono contro i custodi delle pistole.
    “E voi… non avete possibilità di fuga” disse lui, facendo un sorriso che fece tremare i custodi.
    “Immagino voi siate il cancelliere Palpatine, vero?” chiese Dark.
    “Vedo che siete ben informati. Purtroppo per voi, ora sono l’imperatore Palpatine. I Jedi ci hanno tradito e hanno tentato di uccidermi. E ora, stanno venendo tutti sterminati, con l’approvazione dell’intero senato.”
    “Cosa? I Jedi vi avrebbero tradito?” chiese Hikari. “Non ci credo! Non posso assolutamente credere a questa follia!”
    L’imperatore si mise a ridere.
    “Dovevo immaginarlo da dei custodi. Non è facile ingannarvi, eh? Purtroppo per voi è tardi. Come potete vedere, il mio nuovo apprendista ha già attaccato il tempio dei jedi, e tra poco avrà finito di eliminare tutti i traditori che si trovano lì.”
    “Dark…” disse Sora. “Tu puoi arrivare subito al tempio, vero?”
    “Sora, cosa vuoi dire?” chiese Kairi.
    “È ovvio” rispose Hikari, facendo un sorrisetto. “Vuole togliere a Dark il divertimento di affrontare questo buffone e lo vuole rilegare a salvare il tempio.”
    “Siete sicuri di farcela?” chiese il custode dell’equilibrio.
    “Non ci sottovalutare. Sappiamo essere forti, e non sarà questo vecchio a fermarci.”
    “D’accordo. Buona fortuna allora!” disse Dark, per poi aprire un varco e sparire al suo interno.
    “Interessante… E così voi vi credete in grado di sconfiggermi?” chiese Palpatine, mentre dietro di lui arrivavano rinforzi. “Ma io non sono da solo.”
    “Sora, Riku, Kairi. Voi occupatevi dell’esercito. A lui ci penserò io.” Ordinò Hikari, per poi evocare il Keyblade e partire all’attacco.
     
     
    Lo scenario che Dark si ritrovò di fronte li fece gelare il sangue nelle vene.
    Qualche ora prima non si erano accorti di loro, ma ora di fronte a lui c’erano decine di corpi di bambini e ragazzi, senza considerare l’enorme numero di soldati e adulti.
    “Maledizione…” disse, mentre le mani tremavano dalla rabbia. “Non può succedere una cosa del genere. Non deve succedere!”
    “Ti vedo turbato, custode” disse una voce alle sue spalle, che Dark riconobbe essere quella di Skywalker.
    “Tu…” rispose il custode, girandosi verso di lui. “Sei tu il responsabile di tutto questo?”
    “I jedi hanno tentato di prendere il commando della repubblica, e io non ho intenzione di tradirla. Per questo ho dovuto eliminare qualsiasi jedi mi sono trovato davanti.”
    “Anche i bambini… loro che colpa ne avevano? Molto probabilmente sapevano a malapena di quello che accadeva nella vostra repubblica!”
    “Cosa ne puoi sapere tu? Sei arrivato solo oggi, non sai cosa ci può essere dietro!” disse il jedi, per poi tirare fuori un bastone metallico dal quale uscì un raggio laser, creando una specie di spada dal colore blu.
    “Ad ogni modo… tu rappresenti un altro ostacolo per la pace.”
    “Pace? Hai un idea piuttosto stramba del significato di questa parola.” Replicò il custode, mentre attivava l’armatura ed evocava il Keyblade.
    “Quindi è quello il famoso Keyblade… l’arma in grado di sconvolgere l’ordine dell’universo, di distruggere la pace… È mio compito assicurarmi di distruggerla definitivamente.”
    “Distruggere un Keyblade? Buona fortuna allora. Finora non ho mai sentito di un Keyblade che sia stato distrutto, e ti assicurò che non sarà Balance il primo.”
    “Ma ci dovrà pur essere una prima volta, no?”
    “Cosa ti è successo? Non sei lo stesso di questo pomeriggio.”
    “L’imperatore mi ha mostrato la verità. Mi ha fatto comprendere che finora sono stato usato. E cosa più importante, assieme a lui potrò vincere la morte.”
    “Vincere la morte? È una sfida pericolosa, spero che tu te ne renda conto. Non sperare che possa essere così facile come credi. Te lo dice una persona che ci è già passata.”
    “Non ha importanza. Mi basta sapere che usando il lato oscuro posso riuscirci. L’importante per me è salvarla!”
    “Salvarla? Non ho idea di chi tu stia parlando, ma non credo sarebbe felice di sapere che per salvare lei, hai messo fine a così tante vite. Ciò che hai fatto è imperdonabile!”
    “Proprio tu parli?” chiese il cavaliere jedi. “Riesco a percepire la tua forza. È la prima volta che ne sento una così: sembra emanare luce e oscurità assieme. Ma se emana oscurità, ciò significa che anche tu hai ceduto al lato oscuro”
    Dark non rispose subito.
    “È vero… in passato ho ceduto all’oscurità. Sono stato accecato da essa e ho perso il controllo, compiendo un gesto di cui probabilmente, per quanto possa essere stato giusto, non riuscirò mai a perdonarmi. Ma in fondo, chi non ha mai ceduto all’oscurità? Sono solo sette i cuori completamente privi di essa. Purtroppo per te, il mio cuore è particolare… La luce non può avere la meglio sull’oscurità, ma nemmeno l’oscurità puoi vincere la luce. Io rappresento l’equilibrio perfetto, e permettimi di dimostrarlo.”
    Detto questo, il custode partì all’attacco, pronto a colpire il cavaliere, che si difese usando la spada.
    “Equilibrio, eh? Allora siamo uguali. Anch’io dovevo portare equilibrio nella forza!” replicò lui, respingendo Dark. “Ma ho capito che l’oscurità è più forte della luce. La luce non ti permette di violare i propri limiti!”
    “E non ti sei mai chiesto perché esistano tali limiti? Non è forse perché superarli farebbe perdere la nostra stessa identità? Rispondi Swywalker!”
    “Spiacente, Skywalker ormai è morto. Il mio nome è Darth Vader.”
    “Darth Vader, eh? Forse abbiamo veramente più cose in comune di quanto crediamo. Anch’io ho abbandonato il mio nome anni fa, assieme alla persona al quale apparteneva. Ma io non l’ho fatto perché diventassi un pazzo che non pensa ad altro che come vincere la morte. L’ho fatto solo per abbandonare la mia debolezza!”
    “Non vedo tutta questa differenza. Ma sarà questo duello a decretare chi dei due ha ragione, no?”
     
     
    Hikari riuscì ad evitare l’affondo della spada laser rossa usata dall’imperatore, ma per farlo fu costretta a sfondare la finestra per poi tentare di coglierlo alle spalle entrando da un'altra.
    Purtroppo per lei, nonostante le apparenze, Palpatine era decisamente forte.
    Per sua fortuna non doveva preoccuparsi degli altri custodi, che riuscivano a tenere testa senza problemi ai soldati, che cadevano sotto i loro stessi colpi che ribalzavano sui Keyblade.
    “Pare che il mio apprendista abbia cominciato a combattere contro il vostro amico” disse l’imperatore. “Non ha speranze di vincere. Darth Vader lo sconfiggerà facilmente.”
    “Dark sconfitto? Credimi, non è così facile come credi. Dark probabilmente è il più forte tra di noi, e questo perché detiene i due poteri portanti.”
    “Un custode dell’equilibrio quindi. Ho sentito parlare di loro. Se ben ricordo, è stato uno di loro a portare per primo il caos nell’universo.”
    A quella frase Hikari spalancò gli occhi sorpresa.
    “Che cosa vuoi dire?” chiese.
    “Oh, vuoi dire che gli altri custodi hanno seppellito la questione? E come dargli torto. Per loro quella è una macchia indelebile.”
    “Tu vaneggi! Il mio maestro era un custode dell’equilibrio, e non ha mai fatto niente contro la luce. E lo stesso vale per Dark!”
    “Non lo metto in dubbio. Ma nonostante ciò, sono gli eredi di quell’evento. Ma non sarò io a raccontartelo… potrai chiederlo direttamente a loro quando li raggiungerai.”
    “Allora temo che dovrò aspettare un po’. Perché non ho intenzione di arrendermi, e anche se dovessi venire sconfitta, non incontrerei nessuno.” Rispose la custode, per poi lanciare contro Palpatine una sfera di fuoco.
     
     
    Vader tagliò facilmente a metà la sfera infuocata che stava per colpirlo, per poi parare un affondo da parte di Dark.
    “Sei forte per essere solo un ragazzo.”
    “Non bisogna fai rasi ingannare dalla apparenze, dovresti saperlo”
    “Hai ragione…” rispose il cavaliere, per poi portare una mano di fronte a Dark, che venne scagliato in aria da una forza invisibile.
    “Ma contro il lato oscuro della forza tu non puoi niente”
    Dark atterrò lentamente, riprendendo fiato.
    “Tu chiami questo il meglio del lato oscuro? Allora lascia che ti dimostri cosa può fare la vera oscurità” disse il custode, per poi creare nella mano libera una sfera nera, che scaglio contro il jedi, che volò contro un muro.
    “C-Cos’era?”
    “Era la vera oscurità” rispose Dark. “Non quella che tu cerchi di ottenere in questo modo. Questa invece…” e creò una sfera bianca. “è la vera luce, quella che tu hai abbandonato” e gliela scagliò contro, facendoli sfondare il muro.
    “Ugh… Quindi è questo che intendi col dire che sei il custode dell’equilibrio… per te oscurità e luce sono la stessa cosa…”
    “Non esiste la luce senza oscurità, come non esiste oscurità senza luce. Il bene e il male sono da sempre in lotta tra di loro, e nessuno dei due può avere definitivamente la meglio sull’altro. È questo il reale significato dell’equilibrio. Se ciò dovesse cambiare, l’intero universo collasserebbe su se stesso, portandolo alla sua estinzione. È questo che vuoi, Skywalker?”
    “Il mio unico desiderio è salvare Padme. Non mi importa di nient’altro! E ora muori!”
    Vader partì a tutta velocità, senza che Dark si aspettase una ripresa così rapida.
    Parò l’affondo con il Keyblade, ma stavolta c’era qualcosa che non andava.
    La spada del jedi sembrava fosse molto più forte di pochi minuti prima, e stava avendo lentamente la meglio sulla presa del custode.
    Poi, come se niente fosse, il Keyblade venne traffito dal laser, che colpì in pieno petto Dark, per poi uscire dalla schiena.
    Dark spalancò gli occhi per il dolore e per la sorpresa, mentre le due metà del suo Keyblade cadevano a terra.
    “Pare che sia stato proprio il tuo Keyblade il primo a infrangersi. E ora, questa è la tua fine.” Disse Darth Vader, estraendo la spada dal corpo di Dark, che cadde a terra.
    “I-Impossibile… Balance…” disse lui a fatica, mentre vedeva Skywalker prepararsi a decapitarlo con la spada.
    “Non può… finire così… non può!” urlò alla fine, per poi venire avvolto da una luce proveniente dai resti del Keyblade.
     
     
    Hikari si fermò di colpo, assieme a tutti gli altri presenti, compreso l’imperatore.
    “Cosa succede” disse preoccupata, per poi osservare una colonna di luce uscire dal tempio jedi e salire verso il cielo.
    “Questa forza… non può esistere una simile forza!” disse l’imperatore, per poi far sparire la spada laser. “Consideratevi fortunati, custodi. Ho priorità maggiori rispetto alla vostra eliminazione. Ma sono sicuro che qualcun altro lo farà a posto mio.” Continuò, allontanandosi dalla sala, seguito dai soldati rimasti.
    “Se ne va via così?” chiese Sora stupito. “Menomale, credevo non avremmo più finito di combattere…”
    “Hikari, cosa succede?”
    “N-Non ne ho idea… Ma poco fa mi era sembrato che la forza di Dark stesse diminuendo, mentre ora… Quella luce è potere allo stato puro…” rispose lei, aprendo un varco. “Meglio andare a verificare subito!”
     
     
    Il colpo del jedi era stato fermato da Balance, solo che non era Dark a impugnarlo.
    Tra i due avversari, uscito dalla luce di poco prima, ora si trovava un altro ragazzo.
    Aveva una scarpa bianca e una nera, i pantaloni lunghi erano completamente neri, mentre la maglietta a maniche corte bianca.
    Ai polsi aveva rispettivamente un braccialetto nero e uno bianco.
    Il volto era la copia perfetta di quello di Dark, eccezione fatta per gli occhi che erano di un azzurro vivo, e i capelli erano invece castani.
    “Ehi ehi… Non credevo ti saresti fatto battere così facilmente Dark…” disse il ragazzo, appoggiando il Keyblade sulla spalla.
    “Chi sei?” chiese Vader, sorpreso da quella apparizione avvenuta dal nulla.
    Il ragazzo non rispose e si limitò a lanciare una magia curativa a Dark, facendogli rimarginare la ferita.
    Quando il custode dell’equilibrio volse lo sguardo verso il nuovo arrivato spalancò gli occhi.
    “Tu… Non può essere… Tu dovresti essere morto!” disse, senza nascondere preoccupazione e sorpresa.
    “Un ‘Ciao’ sarebbe stato meglio, sai?” rispose il ragazzo. “Sentirsi dire dopo così tanto tempo che dovevo essere morto non è proprio il saluto che mi aspettavo.”
    “T-Tu sei-”
    “Non sforzarti a dire il mio nome. So che lo detesti quanto me. Dopotutto, mi hai ucciso molto tempo fa, no? Puoi tranquillamente chiamarmi Balance.”
    “Balance, eh? Quindi era lì che ti sei rifugiato per nasconderti da me, eh?”
    “Il miglior nascondiglio è quello più in vista, non è forse così? Il posto più ovvio è il più sicuro.”
    Ma Balance venne interrotto da Vader, che li si scagliò contro, colpendolo sulla schiena con un affondo.
    Ma con sua grande sorpresa e quella di Dark, il raggio laser si infranse, come un pezzo di vetro che va a sbattere violentemente su un muro.
    “Cosa?” chiese stupito Skywalker, mentre Balance si girava verso di lui, perfettamente incolume.
    “Non sai che è maleducazione interrompere due persone che stanno parlando?” chiese, per poi spostare il Keyblade verso Dark. “Immagino che non mi perdoneresti se mi prendessi tutto il divertimento, vero?”
    Dark sbuffò divertito. “Mi fai credere per tutti questi anni di averti eliminato e poi viene a fare lo sbruffone… Ma in fondo, da te non potevo aspettarmi altro.”
    “Senti chi parla. Credi che non sappia cos’hai in mente? Ma non preoccuparti, non ho intenzione di rovinare tutto.”
    “Ti conviene… o non esiterei ad eliminarti nuovamente, e stavolta mi assicurerò che sarà in maniera definitiva” disse il custode, prendendo il Keyblade.
    Sotto lo sguardo sorpreso di Dark, una copia perfetta della sua arma rimase in mano a Balance, che la riportò nuovamente sulla spalla.
    “Cos’è? Credevi che avrei combattuto a mani nude?”
    “Umpf. Sei tornato da pochi minuti e già faccio fatica a sopportarti…”
    “Ti da’ così tanto fastidio la mia esistenza?”
    “Ho passato praticamente la maggior parte della mia vita ad odiarti. E se non sbaglio, tu lo sai bene.”
    “Già, già… Ma ora pensiamo a sistemare questo buffone.”
    “Come vuoi!” urlò Dark, partendo all’attacco simultaneamente a Balance, entrambi diretti verso il Jedi, che riuscì a schivare i due colpi per pochi secondi.
    “Chi siete in realtà?” chiese lui, facendo uscire nuovamente il raggio laser dalla spada.
    “È difficile trovare una risposta alla tua domanda. Ma sappi solo questo…” disse Balance, cominciando ad emanare luce. “…Noi siamo coloro che detengono l’equilibrio dell’universo, e siamo anche coloro che ti sconfiggeranno!” concluse, lasciando indietro Dark e partendo a tutta velocità verso Skywalker.
    Dark non riuscì a vedere cosa successe.
    L’unica cosa che riuscì a distinguere fu una grande luce che lo investiva, e poi il buio.
     
     
    “Dark! Dark, riprenditi!” lo chiamò una voce.
    Il custode aprì lentamente gli occhi, ritrovandosi così circondato dagli altri detentori del Keyblade.
    “Menomale. Cominciavamo a temere il peggio” disse Hikari.
    “D-Dove mi trovo?” chiese lui.
    “In salvo tu sei.” Disse una voce, anticipando Yoda, seguito da un’altra persona, che era vestito come la creatura verde.
    “Quando siamo arrivati al tempio siamo stati investiti da una forte luce. E al suo interno c’erano due persone, di cui una ti somigliava incredibilmente. Cos’è successo?”
    “Skywalker… È stato lui ad attaccare il tempio e a uccidere tutte le persone al suo interno.”
    “Come dimostrano anche i video della sorveglianza…” disse il nuovo arrivato, senza nascondere l’amarezza nelle sue parole.
    “A quel punto abbiamo cominciato a combattere, ma stavolta ho avuto troppa fiducia nelle mie capacità. Non so come sia stato possibile, ma il Keyblade si è rotto a metà dopo aver parato un colpo della sua spada laser, che mi ha trafitto in pieno. Poi… è apparso dal nulla quella specie di mio gemello” e a dire quella parola Dark chiuse le mani a pugni. “Che impugnava il mio Keyblade e che ha detto di chiamarsi Balance.”
    “Balance? Ma è lo stesso nome del tuo Keyblade” disse Sora.
    “Skywalker scappato è. Ma a lui noi penseremo.” Lo interruppe Yoda.
    “Mi dispiace, non sono riuscito a fermarlo. Ma quell’apparizione improvvisa mi ha lasciato spiazzato.”
    “Non devi preoccuparti. In fondo non avevi mai combattuto contro un jedi.” Rispose l’altro cavaliere. “Ma mai avrei pensato che Anakin sarebbe arrivato a far ciò…”
    “Nessuno immaginarlo poteva. Ma ora questione da jedi essa è. I custodi andare devono.”
    “Ma la nostra Gummyship è ancora dentro il tempio.” Disse Riku. “Non siamo riusciti a recuperarla, e l’alchimia di Dark non funziona con l’aria.”
    “La vostra navetta è stata portata via da persone fidate. La stanno portando qui in questo momento.”
    “Bene, allora non ci resta che trovare la serratura” disse Dark, per poi venire interrotto da Hikari.
    “Non ce n’è bisogno. Ci avevamo già pensato noi nel nostro precedente viaggio.”
    “Capisco…” disse Dark, per poi osservare il soffitto.
    ‘Temo sia arrivata l’ora…’ pensò.

    Edited by darkroxas92 - 28/10/2010, 18:18
     
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  2. francix94
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    star wars!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!! che bello grz per averlo messo!!!!!!!!!!!!!!!!
    ti stai superando ogni volta di più!!!!!!!!!!! continua così ^_____^

    PS: credo che questo balance sia dark quando non era ancora un custode dell'equilibrio vero?
    PS2: ho trovato alcuni errori di battitura attenzione ò_ò
     
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    We, we qui i misteri anziché diminuire aumentano!!! Grande casino questa fan fic è u.u Tanto per citare Yoda, l'unico motivo per cui ho guardicchiato Star Wars, adoro il modo in cui parla XD
    Ottima ambientazione, ma hai tralasciato un pò le descrizioni insieme a qualche errore di grammatica, fai attenzione la prossima volta ^^
    Il capitolo è curioso e interessante fin dall'inizio, con lo scambio di battute tra quei due individui sconosciuti, ma si possono fare delle ipotesi di cui parleremo in altra sede u.u
    Quando ho letto di Dark a terra semi-morto ho avuto paura che lo ammazzassi di nuovo ç___ç Non devi farmi prendere questi spaventi à___à Comunque hai scritto un ottimo capitolo, bello bello, bravo bravo ^^ Complimenti!
     
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    Ed ecco l'ultimo capitolo prima della prossima saga.
    Lo so, ho fatto uscire pochi giorni fa un capitolo, ma dato che domani parto e starò via probabilmente per tutto il resto del mese, volevo lasciarvi almeno questo capitolo.
    So quanti dedestino il tipo di finale che ho scelto per codesto capitolo, ma se non avessi fatto così non avrebbe sortito lo stesso effetto, credetemi.
    Dato che non voglio anticiparvi troppo ora, passo subito alle recensioni:
    @ francix94: Non è esatto. Balance non è Dark prima di diventare custode, ma possiamo definirlo un'altra versione di Dark. Più precisamente quella che non è mai esistita.
    @ Liberty89: Piacere fatto me che capitolo piaciuto ti è XD. E ora, leggere parte seconda del dialogo potrai.
     
    E ora, dopo aver visto che vi siete procurati torce e forconi, vi lascio al capitolo e auguro a tutti buon agosto!

    Capitolo 38: Follia - Torna all'indice dei capitoli
     “Allora, si può sapere il perché di questa convocazione?” chiese una voce.
    “Già. Era da molto tempo che noi tre non ci vedevamo più in questo modo.” Aggiunse un’altra.
    “So che è rischioso, ma non potevo più aspettare. Nell’ultimo mondo dove sono stato è accaduto un imprevisto che stavolta non possiamo ignorare.” Rispose una terza.
    “Cioè?”
    “Il vecchio me stesso ha preso vita propria.”
    “Com’è possibile? Credevo lo avessi eliminato!”
    “Ne ero convinto anch’io. Invece me lo sono ritrovato davanti. E in più è a conoscenza del piano.”
    “Quindi ora che si fa?”
    “Dobbiamo anticipare i tempi. Dobbiamo mettere immediatamente in atto il piano.”
    “Come vuoi. A questo proposito, immagino che possa interessarti questo…” disse una delle due figure, lanciando una carta alla terza.
    “Lì sopra sono segnate le coordinate del prossimo mondo che Rexenet attaccherà. È un mondo particolare, che fa a caso nostro.”
    “Perfetto. Allora cercherò di far sì che i custodi si trovino da quelle parti, in modo che i computer di Cid individuino subito gli Heartless.”
    “Come credi che la prenderanno?”
    “Non bene. Ma se tutto va secondo i piani, avranno altro a cui pensare. Dobbiamo giocare bene le nostre carte. Se falliamo adesso, tutti i nostri anni di allenamento salteranno come se niente fosse.”
    “Si, lo sappiamo. Ma tu in fondo hai avuto la parte più facile, non hai dovuto faticare come noi.”
    “Sapete bene il perché ho ideato questo piano. E poi, essendo io il regista, come minimo mi spetta la parte apparentemente più facile.”
    “Non perdere tempo a fare il filosofico. Non ci interessa. Dopotutto, non avremmo potuto cambiare i ruoli nemmeno volendo.”
    “Cerca solo di non farti prendere dai sentimentalismi quando sarà il momento.”
    “La parte di me che lo avrebbe potuto fare, sebbene non sia stata eliminata, ora è separata da me. So già che mi odieranno per questo, ma è un sacrificio che posso sostenere senza problemi.”
    “Sei proprio senza sentimenti, eh?” disse una voce ridendo.
     
     
    “Allora, ora da che parte andiamo?” chiese Riku, senza perdere di vista i monitor.
    “Potremmo andare a Radiant Garden per far controllare la Gummyship.” propose Sora. “O più semplicemente girare a caso nell’universo finché non troveremo Rexenet.”
    “La fai un po’ troppo facile…” commentò Kairi.
    “Sarebbe bello se Cid fosse stato in possesso dei progetti dei computer dei custodi, ma di sicuro sono stati distrutti quando la scuola è stata attaccata… Con quegli era possibile trovare subito i mondi che erano sotto attacco.” Disse Hikari.
    “Umh… e se provassimo a tirare a caso?” Propose Dark, lasciando tutti spiazzati.
    “D-Dark, ti senti bene?” chiese Sora.
    “Mai stato meglio, perché?”
    “Beh… tu che proponi una cosa del genere era praticamente impossibile… fino a pochi secondi fa…”
    Il custode dell’equilibrio sbuffò e si diresse verso i computer, per poi digitare delle coordinate a caso.
    “Ecco fatto” disse, facendo finta di non vedere gli sguardi sorpresi degli altri.
    Solo Hikari lo guardava con degli occhi freddi.
    “Come mai quest’idea?” chiese.
    Dark ricambiò il suo sguardo.
    “Cos’è? Mi è forse vietato essere ogni tanto meno serio?”
    “Non è questo il punto.” Rispose la custode, osservando i monitor. “Ma ha dell’incredibile che tu, schiacciando numeri a caso, sia stato così fortunato da trovare un mondo.”
    “Ci sono tanti mondi quante le stelle. Non ci vedo nulla di strano nel fatto che ne abbia trovato uno a caso.”
    “Suvvia Hikari, ha ragione Dark.” Disse Sora. “Dopotutto, nei miei primi viaggi non è che io abbia fatto tanto diversamente. E poi, senza offesa Dark, come farebbe a conoscere le coordinate di un mondo a lui sconosciuto? Dubito fortemente che sulla Terra siano arrivate giuste, e anche se fosse, sarebbe difficile ricordare a memoria un simile numero.”
    Hikari rimase in silenzio.
    “Fate come volete.” Disse infine, per poi lasciare la sala.
    “Ma che le prende?” chiese Kairi.
    Dark rimase a fissare la porta per qualche secondo.
    “Vado a riposarmi” disse, avviandosi verso la porta, senza girarsi verso gli altri. “Chiamatemi quando saremo arrivati. Dai dati del computer, sembra che non manchi troppo tempo.”
    I tre custodi rimasti si guardarono tra di loro.
    “Cosa sta succedendo oggi? Sembrava quasi che Hikari non si fidasse di Dark…”
    “Già. Non l’avevo mai vista comportarsi così…”
     
     
    “Ok, ormai lo sapete, abbiamo visto di tutto…” disse Sora, osservando il cielo. “Ma un cielo rosso con il sole che ride ancora non mi era capitato! Tantomeno di vedere un edificio enorme con tre teschi e due candele giganti!”
    “Sora, io ormai ho rinunciato di trovare un mondo perfettamente normale” commentò Riku. “E comunque fortunatamente non sono tutti uguali alla nostra isola, no?”
    “Non riuscirai mai a digerirla, vero?” chiese Kairi, per poi ridere.
    Dark continuava ad osservare il cielo, assorto nei suoi pensieri.
    “Ehi, voi!” li interruppe una voce, mentre vedevano una ragazza dai capelli biondi scuri, vestita con un impermeabile nero e accompagnata da un ragazzo dai capelli bianchi circondati da una fascia con una spilla, vestito di giallo e coi denti che ricordavano vagamente a quelli di uno squalo.
    “Chi siete?” chiese il ragazzo. “Non vi abbiamo mai visto prima da queste parti”
    “Ecco…” cominciò Sora. “stiamo facendo un viaggio lungo tutto il mondo e siamo finiti qui senza nemmeno accorgersene…”
    “Una scusa piuttosto scadente. Non sai inventarti niente di meglio?” chiese la ragazza. “Se non ci dite la verità saremmo costretti ad attaccarvi.”
    “Provateci” rispose Dark, portandosi davanti agli altri custodi.
    “Come vuoi. Soul, sei pronto?”
    Il ragazzo sorrise, per poi illuminarsi e perdere la forma umana.
    La luce andò direttamente nella mano della ragazza, per poi prendere la forma di una falce con la lama di colore rosso e nero.
    “Cosa? Si è trasformato in una falce!” disse sorpreso Riku.
    “Umpf. Questo mi rende le cose più difficili. Non potrò usare tutta la mia forza.” Commentò Dark, facendo per evocare il Keyblade.
    Ma invece di apparire l’arma, davanti a lui si creò una luce, all’interno del quale si materializzò nuovamente Balance, che impugnava il Keyblade.
    “Ancora tu?” chiese Dark. “Credevo che non mi avresti più disturbato.”
    “Suvvia. Fammi partecipare adesso. Poi ti lascerò in pace per tutto il resto del tempo necessario. Te l’ho già detto che non interferirò” rispose il ragazzo. “E poi, mi sembrava curiosa l’idea di combattere contro un altro ragazzo-arma. Non credi?”
    “Se credi che così facendo guadagnerai il mio rispetto ti sbagli. Sai benissimo che non ti accetterò mai volontariamente.”
    “Certo che oggi sei scontroso. È forse per via di tutta questa follia?”
    “Follia?” chiese Hikari. “Cosa intendi dire?”
    “Oh, niente d’importante” rispose Balance, per poi lanciare il Keyblade a Dark. “Comunque sia, che tu lo voglia o no, ti aiuterò.” Disse, ritrasformandosi in luce e finendo nel Keyblade.
    “Dunque sei anche tu un Maestro?”
    “Dipende da cosa intendi con quella parola” rispose il custode dell’equilibrio.
    “Maka, quella non era un arma normale” disse la voce di Soul proveniente dalla falce.
    “Cosa intendi dire?”
    “Intendo dire che quel ragazzo non era un arma!”
    “Però, per essere una falce sei acuto” disse Dark. “In effetti quel tipo è solo una scocciatura che credevo di aver eliminato anni fa, ma che a quanto pare ha trovato rifugio dentro la mia arma, ed è in grado di usarla anche lui.”
    “Quindi tu non sei un Maestro… Sei solo un semplice ragazzo in possesso di un arma particolare…” commentò Maka, impugnando meglio la falce. “In questo caso, sei da considerare come intruso!”
    “Fermati Maka!” disse una voce proveniente dall’interno dell’edificio.
    “Professor Stein! Questi sono probabilmente spie o di Medusa o di Arachne!” rispose il ragazzo, facendo uscire la testa e un braccio dalla lama della falce.
    “Possibile che solo per via dell’aspetto diverso non abbiate riconosciuto quell’arma?” chiese una persona che sembrava anziana per via delle numerose cicatrici che aveva lungo il corpo e che coprivano anche i vestiti. Ma il particolare che non poteva sfuggire a nessuno era sulla sua testa.
    “H-H-Ha una… vita nella… testa…” disse balbettando Kairi, prima di svenire.
    “Credo che Kairi non debba mai visitare la Città di Halloween, o rischia di rimanere secca sul serio…” commentò Sora, per poi cercare di far riprendere i sensi all’amica.
    “Cosa intende dire professore?” chiese Maka.
    “È lo stesso tipo di arma di quel ragazzo.” Rispose lui, ignorando la reazione di Kairi alla sua vista, e anzi, si mise a girare la vite come se niente fosse.
    “Un altro ragazzo?” chiese Riku ad alta voce. “Avete visto un ragazzo con un arma simile? Potete dirci dove?”
    “Possiamo fare di più. Possiamo mostrarvelo. Si trova nella nostra scuola. Lo abbiamo trovato privo di sensi e con parecchie ferite. Sembrava quasi che fosse stato coinvolto in uno scontro mortale.”
    “Per caso vi ha detto come si chiama?” chiese Dark.
    “No, non ha detto niente. Non ha ancora ripreso conoscenza. Abbiamo solo trovata una chiave dorata gigante accanto a lui.”
    “Light? Che cosa ci fa’ ferito in questo mondo?” chiese Sora, rendendosi troppo tardi dell’errore commesso.
    “Mondo?” chiese Maka, mentre la falce si illuminava per tornare ad avere sembianze umane. “Come intendi dire con ‘questo mondo’?”
    Sora non seppe cosa rispondere.
    “Certo che sei una vera e propria frana.” Disse Dark. “Finora non sei ancora riuscito in un misero mondo a tenere segreta la nostra provenienza.”
    “Ci state forse dicendo che venite da un altro pianeta?” chiese Soul.
    Dark non rispose.
    “Vorrei vedere il ragazzo che avete trovato. Ci sono buone possibilità che si tratti di mio fratello.”
    “Come facciamo a credere che non tu non voglia attaccare la scuola dall’interno?”
    “Forse a partire dal fatto che non so nemmeno di che scuola si tratti. Come ha detto il mio compagno di viaggio, non siamo di questo mondo. Non abbiamo idea di che cosa succeda qui. Ma se il ragazzo che avete trovato è mio fratello, allora è mio dovere rimetterlo in sesto. In modo da poterlo affrontare al pieno delle sue forze.”
    Dark rispose in maniera così atona da lasciare tutti sorpresi.
    “E va bene…” disse l’uomo con la vite. “Allora seguitemi. Vi porterò da lui.”
    “Ditemi solo in che punto preciso si trova” rispose il custode dell’equilibrio.
    “Beh, in infermeria, ovvio. Perché?” chiese lui, per poi sgranare gli occhi come Maka e Soul, mentre Dark apriva davanti a loro un varco.
    “Così faremo prima.” Disse il custode, attraversando il varco.
    “Scusatelo, ma non è mai stato un tipo dalle troppe spiegazioni” disse Sora, mentre aiutava Kairi a rialzarsi. “Anche se ultimamente aveva cominciato ad essere un po’ più disponibile…”
    “Ma… dov’è andato?” chiese sorpresa Maka.
    “Ha raggiunto l’infermeria usando questo passaggio. È una specie di scorciatoia che può portare ovunque si desideri. Tranquilli, è sicuro.” Disse Hikari, per poi attraversare il varco.
    “Ovviamente non siete obbligati a passare di qui, ma almeno non dovrete camminare troppo in questo modo.” Disse Sora, mentre attraversava il varco assieme a Kairi.
    “Professore… cosa facciamo?” chiese Maka, mentre Soul si avvicinava al varco.
    “Sono dei tipi interessanti… ma mi chiedo se in realtà non siano in grado di usare la magia… di sicuro quel varco non è una cosa normale.” Rispose il professore.
    “Ha importanza? Vi devo ricordare chi abbiamo lasciamo a guardia di quel ragazzo? Come credete che reagirà vedendosi cinque tipi sbucare fuori dal nulla?” disse sorridendo Soul.
    “Ora chi mi ci fai pensare… Non vorrei essere nei loro panni…”
    “Immagino che tu non abbia guardato le loro anime, vero?” chiese il professore.
    “Uh? No, perché?”
     
    Non appena Dark uscì dal varco si ritrovò di fronte ad un ragazzo dai capelli azzurri, affiancato da una ragazza che dai vestiti ricordava vagamente un ninja.
    “E tu chi sei?” chiese il ragazzo, per poi partire verso Dark pronto a dargli un pugno, cosa che il custode evitò semplicemente spostandosi.
    “Sei un osso duro, eh? Ma non hai speranze contro di me, Black Star, colui che supererà anche le divinità!”
    Dark lo guardò un po’ seccato.
    “Ma se non sei nemmeno riuscito a colpirmi…” fece notare, facendo andare su tutte le furie il ragazzo.
    “Come ti permetti di parlarmi così? Tsubaki, vieni!” disse lui rivolgendosi alla ragazza, che annui per poi trasformarsi in una piccola spada nelle mani del ragazzo.
    “Vediamo se stavolta sarai ancora fortunato!” urlò, lanciandosi nuovamente contro Dark, che evocò il Keyblade parando con estrema facilità il fendente.
    “Cosa? E quella chiave extralarge da dove salta fuori?”
    “Spiacente, quest’informazione è riservata” rispose il custode, per poi disarmare velocemente Black Star e lanciando la spada per terra, che si ritrasformò nella ragazza di prima.
    “Maledetto…” disse il ragazzo, che corse nuovamente contro Dark cercando di colpirlo, senza risultati.
    “Voi che dite, è il caso di uscire dal varco?” chiese Sora, che era rimasto assieme agli altri custodi sull’orlo a osservare quello scontro.
    “Beh, dubito che possa succederci qualcosa, no?” rispose Riku. “Dopotutto, non mi sembra forte quel ragazzo…”
    Dietro di loro arrivarono anche Maka e Soul, che videro giusto Black Star mancare ancora l’avversario.
    “Si può sapere cosa stai facendo?” chiese Soul al ragazzo, che si accorse solo in quel momento degli altri ragazzi.
    “Uh? E voi che ci fate lì dentro? E chi sono quelli?”
    “Se tu non avessi subito tentato di colpirmi, ti avrei spiegato che quel ragazzo che si trova svenuto qui è mio fratello” rispose Dark, indicando Light, che giaceva privo di sensi e pieno di ferite in un letto.
    “Cosa gli è successo?” chiese Riku. “Credevamo che nessuno sarebbe riuscito a ridurlo in un simile stato facilmente… sembra che abbia affrontato un intero esercito da solo…”
    “Non lo sappiamo. Lo abbiamo trovato in quello stato e le nostre cure sono risultate inutili.”
    Dark sbuffò, per poi puntare il Keyblade verso il fratello, che venne avvolto da un aurea verde.
    Sotto gli occhi sorpresi dei quattro abitanti del mondo, i tagli di Light cominciarono a rimarginarsi da soli, per poi sparire come se non fossero mai esistite.
    “Impossibile! Come ha fatto” chiese Maka.
    “Magia” rispose Sora. “Ha semplicemente usato una magia per far recuperare energia e curare le ferite.”
    “Magia?” ripete Soul sorpreso. “Allora avevo ragione a dire che eravate capaci di usarla. Ma non mi sembrate alleati delle streghe…”
    “Streghe? Non sappiamo nemmeno di cosa tu stia parlando” disse Hikari.
    “Ugh…” la interruppe Light, aprendo gli occhi. “Dove mi trovo?”
    “In un infermeria” rispose Dark. “E devo dire che eri ridotto piuttosto male. Come speri di potermi sconfiggere se non riesci nemmeno ad uscire illeso da uno scontro?”
    “Ah, sei qui anche tu… Umpf, dovresti farti gli affari tuoi una buona volta. Tu non hai mica dovuto affrontare quel mostro in armatura…”
    “Intendi dire Terra?” chiese Sora.
    “Si, lui. Ho provato a sconfiggerlo per testare le mie capacità, ma sono stato sconfitto come se niente fosse. Sono riuscito ad eliminare Malefica solo perché era già debilitata dallo scontro contro di te e perché l’ho colta di sorpresa. Così quando mi sono trovato di fronte a Rexenet, sono riuscito a fare ben poco…”
    Dark rimase qualche secondo in silenzio.
    “Rexenet?” chiese poi. “Dove lo hai affrontato?”
    “Credo in questo stesso mondo. Ma non so per quale motivo, era più forte di quanto credessi. Come se qualcosa li avesse fornito più forza…”
    “Non so chi sia questo Rexenet di cui state parlando…” lo interruppe Maka. “Ma se si trova in questo mondo, potrebbe essere stato contagiato dalla follia.”
    “Follia?” chiese Hikari. “Per quel che mi risulta, la follia non è contagiabile.”
    “La questione è più complicata” disse una voce, mentre un ragazzo dai capelli neri con tre righe bianche orizzontali sulla parte sinistra della testa e che aveva un papillon a forma di teschio, entrava dalla porta accompagnato da due ragazze vestite identiche. “Fatto sta che qui dobbiamo tutti fare attenzione a non cedere alla follia.”
    “Kid! Quindi sei anche tu al corrente di loro?” chiese Black Star.
    “Io e mio padre li abbiamo visti uscire da quella specie di passaggio nero. Ma c’è una cosa che ci ha sorpreso in modo particolare.”
    “Solo una cosa?” chiese ironico Sora.
    “Le vostre anime...” cominciò il ragazzo. “Non sono per niente simmetriche!”
    I custodi lo guardarono sorpresi da tale esclamazione, mentre gli altri si portavano una mano in faccia.
    “Sono completamente asimmetriche! Sono orribili! Sono senza senso!” continuò Kid, cominciando a piangere per la disperazione.
    “Non fateci caso” disse Maka ai custodi. “È un maniaco della simmetria, non sopporta che qualcosa non lo sia.”
    “Ma nessuno gli ha detto che il suo aspetto non è simmetrico?” chiese Riku, per poi osservare il ragazzo sedersi a terra depresso.
    “Lo so, ma non è colpa mia…” disse con un filo di voce.
    “Certo che i mondi strani li troviamo solo noi…” commentò Light, per poi scendere dal letto. “Allora fratello, ti sei deciso ad affrontarmi?”
    “Perché dovrei affrontare un debole?” chiese Dark. “Prima cerca di diventare più forte. Se riuscirai a tenere testa a Rexenet allora potrei anche ripensarci.”
    Light stava per rispondere, quando il pavimento sotto di loro cominciò a tremare.
    “Che cosa sta succedendo?” chiese Black Star, cercando di rimanere in piedi.
    “Qualcosa sta colpendo la scuola” rispose Soul, avvicinandosi alla finestra per osservare meglio. “Ehi, c’è un ragazzo volante che sta… colpendo la scuola con delle sfere di fuoco?!”
    A sentire quella frase, Kid sembrò ritrovare forze.
    “Cosa?! Sta danneggiando la scuola perfettamente simmetrica di mio padre? Liz, Patti”
    “Ci risiamo” disse la ragazza più alta, mentre assieme all’altra si trasformava in una pistola nella mani di Kid, che le impugnò con il grilletto verso l’alto.
    “No, aspettate!” urlò invano Kairi, mentre il ragazzo faceva apparire dal nulla uno skateboard volante, con il quale si scaraventò fuori dalla finestra.
    “Maledizione, quello è Rexenet!” urlò Sora. “Non ha nessuna speranza contro di lui.”
    “Rexenet, eh? Potrebbe essere una sfida interessante… Andiamo Tsubaki!” urlò Black Star, mentre la sua compagna si ritrasformava in una spada per poi buttarsi giù dalla finestra.
    “Non vorrai rimanere fuori dalla festa, vero Maka?” chiese Soul, trasformandosi nella falce.
    “Anche se volessi con te non potrei” rispose lei sorridendo, per poi seguire Black.
    “Accidenti… è inutile parlare con loro…” disse Hikari, per poi volare fuori dalla finestra seguita da Sora, Riku e Kairi.
    Dark e Light rimasero da soli nell’infermeria.
    “Sembra che sia giunta l’ora dello scontro.” Disse Light.
    “Già. Dopo tutti questi anni, metteremo la parola fine.” Rispose Dark, per poi attivare l’armatura e volare fuori seguito dal fratello.
     
     
    Kid sparò subito due colpi verso Rexenet, che li deviò come se niente fosse con la spada.
    Da sotto, Black Star saltò verso l’alto, pronto a colpirlo con la spada.
    Ma Rexenet prese la spada con la mano libera e usandola come trainante, spinse via il guerriero.
    Dietro di lui invece stavano arrivando Maka e Soul, pronti a colpirlo in pieno, ma anche loro vennero fermati come se niente fosse.
    “Accidenti, è veramente forte…” commentò la voce di Soul da dentro la falce.
    “Sparite, deboli” disse Rexenet, per poi allontanare i tre guerrieri semplicemente alzando del vento attorno a lui.
    Infatti stavano arrivando a tutta velocità Hikari e gli altri tre custodi, tutti pronti a colpirlo.
    Il custode delle tenebre parò col la spada l’affondo di Hikari, mentre lanciò tre sfere di fuoco verso gli altri, che si videro costretti a fermarsi per distruggerle.
    “Cos’hai intenzione di fare questa volta?” chiese Hikari.
    “Il solito. Portare caos nell’universo. E questo è il mondo adatto.”
    “Non te lo permetteremo, lo sai bene!”
    “Vedremo” rispose lui, per poi scagliare una sfera di ghiaccio contro l’avversaria, costringendola ad arretrare.
    Così facendo riuscì a parare un colpo da parte di Sora.
    “Oh, ma tu guarda. Il custode di Vanitas…”
    “Basta con questa storia!” urlò Sora. “Vanitas è Vanitas, e io sono io! È tutta colpa tua se ora me lo ritrovo dentro di me!”
    “Ne sei sicuro? Non ti sei chiesto il perché abbia scelto proprio te? Avrei potuto passare il suo potere a Dark. In questo modo avrei avuto un alleato molto forte, non credi?”
    “Non sottovalutarmi! Sono in grado di batterti!”
    “Non sei nemmeno riuscito a finire Malefica e vorresti sconfiggermi? Questa è bella!” rispose Rexenet, per poi prendere Sora per il collo e lanciandolo contro Riku, facendo precipitare a terra entrambi.
    “Ora tocca a noi!” dissero assieme Dark e Light, per poi scagliare a testa una sfera nera e bianca, che colpirono in pieno Rexenet, scagliandolo contro la scuola.
    “Noi abbiamo provato a colpirlo senza successo e loro come se niente fosse lo hanno preso…” disse Soul, nuovamente nella sua forma umana. “Ma chi sono quei due ragazzi?”
    Maka invece aveva gli occhi spalancati.
    “Non può essere…” disse a fatica.
    “Cosa succede?” chiese Black Star.
    “Immagino che te ne sia accorta anche tu, vero?” disse Kid, guardando verso Dark.
    “Com’è possibile?”
    “Di cosa state parlando?” chiese Sora, uscendo dalle macerie che lo avevano sommerso.
    “Il tuo amico… Ha un anima parecchio strana…” rispose Kid.
    “Scusa, ma non credo sia il momento più adatto per dire che la sua anima, che tra parentesi ancora non ho capito come facciate a vederla, non sia simmetrica.”
    “Non è quello. Vedi, ognuno di noi ha una forma particolare dell’anima. Ma la sua… Sembra che ce ne siano decine, o addirittura centinaia attorno a lui!” disse Maka.
    “Tutto qui? Non mi sembra niente di strano. Dark contiene centinaia di cuori al suo interno, perciò non mi sorprende che voi vediate un centinaio di anime”
    “Come sarebbe a dire che ha un centinaio di cuori?”
    “Quello che ho detto. Lui contiene i cuori di tutti i suoi predecessori.”
    “È quasi inquietante…” disse una delle pistole di Kid.
    “Comunque sia, voi restate qui. Rexenet non è un avversario della vostra portata. Se avesse fatto sul serio, a quest’ora sareste stati tutti quanti cancellati.” Rispose Sora, per poi volare nuovamente verso Rexenet.
    “Mi dispiace, ma non ho intenzione di dargli retta. Tsubaki, modalità spada demoniaca!” disse Black Star, mentre la spada cambiava forma e sulla sua faccia apparivano dei segni neri.
    “Chi rovina la simmetria della scuola non la può passare liscia. Liz, Patti, preparatevi per il Death Cannon!” disse Kid, mentre le sue pistole cominciavano a cambiare forma.
    “E noi cosa facciamo Maka?” chiese Soul, per poi ritrasformarsi in falce.
    “Direi che il cacciatore di streghe potrà tornare utile” rispose lei, mentre la falce si illuminava e diventava più grande.
     
     
    Rexenet uscì dalle macerie e si diresse a tutta velocità contro Dark e Light, lanciandoli contro due sfere di ghiaccio, che vennero facilmente evitate.
    Senza dargli tregua, Rexenet alzò la mano libera verso il cielo, per poi far cadere già una scarica di tuoni, che colpì in pieno i due custodi.
    “Che onore” disse Rexenet. “Non pensavo che tutti e due mi avreste affrontato assieme!”
    “Ti stai dimenticando di noi!” urlò Sora, raggiungendolo seguito anche dagli altri custodi.
    “Arrenditi Rexenet” gli disse Riku. “Siamo in vantaggio numerico, non puoi vincere!”
    “Allora credo che sarò costretto a mostrarvi la mia vera forza!” rispose Rexenet, per poi tendere di fronte a se la mano libera.
    “Osservate il vero potere dell’oscurità!” urlò, evocando un Keyblade che aveva la stessa forma della Catena Regale, solo che era completamente nero.
    “Un Keyblade?” disse sorpresa Kairi.
    “Vi presento Yami of Darkness!” rispose sorridendo Rexenet.
    “Maledizione…” commentò Kairi. “Questo non era previsto… Era già forte senza, ora la sua potenza sarà aumentata ulteriormente…”
    “Non ha importanza!” rispose Sora, preparandosi ad attaccare. “Dobbiamo sconfiggerlo ora che ne abbiamo la possibilità!”
    “Vorreste sconfiggermi ora? Proprio adesso che siamo alla vigilia?”
    “Vigilia?” chiese Riku. “Di cosa stai parlando?”
    “Lo scoprirai presto” rispose il custode delle tenebre, per poi far uscire dal suo corpo, come una tempesta, l’oscurità, che investì in pieno i custodi, facendoli arretrare.
    Gli unici che riuscirono a rimanere al loro posto furono Dark e Light.
    “Certo che il destino è proprio beffardo… Facciamo tutti e tre parte dello stesso mondo, ma ci scontriamo in un altro, molto lontano dal nostro.” Disse Light, impugnando meglio il Keyblade. “Ma è ora di farla finita!”
    “Pronti?” chiese Rexenet, per poi creare una sfera di tenebre di fronte a se, in contemporanea a Dark, mentre il fratello ne creò una di luce.
    Le tre sfere andarono a scontrarsi in pieno cielo, creando così un campo di forze tale da creare come delle crepe nel cielo.
    “Ora!” urlò Black Star, puntando verso Rexenet con in mano Tsubaki.
    “Death Cannon!” urlò da terra Kid, mentre le sue due pistole erano diventate simile a due bazooka, e che in quel momento spararono due raggi di energia diretti verso il custode delle tenebre.
    Infine, dietro il raggio, c’era Maka, la cui falce ora era il doppio rispetto a prima che si stava preparando a colpire il custode.
    Il primo attacco a raggiungere Rexenet fu il Death Cannon, che lo investì in pieno, sebbene lo lascio illeso.
    Poi fu la volta di Star Black, che cercò di colpirlo con la spada, ma l’unico risultato che ottenne fu quello di venire scaraventato indietro come da una forza invisibile.
    E alla fine lo stesso risultato lo ottenne anche Maka, che venne rispedita a terra come se niente fosse, mentre Soul tornava nella sua forma umana.
    “E ora di farla finita!” urlò Rexenet, creando un’altra sfera d’oscurità che scagli contro le altre, creando così un esplosione che investi tutti i presenti, facendoli precipitare a terra.
     
     
    Kairi riaprì lentamente gli occhi.
    Dovette sbattere le palpebre un paio di volte per riuscire a mettere a fuoco.
    La prima cosa che gli balzò all’occhio fu il cielo: non era più rosso, ma bensì nero. Ma non come la notte: un nero totale, che impediva a qualsiasi luce di passare.
    “Cosa… Cos’è successo?” chiese, alzandosi in piedi.
    “Kairi! Tutto bene?” le chiese Sora, raggiungendola.
    “Si… Sai cos’è successo?”
    “Non in modo chiaro. So che gli attacchi di Dark, Light e Rexenet si sono scontrati, esplodendo. Poi mi sono risvegliato e il cielo era diventato nero.”
    “Il cielo è diventato nero…” disse la voce di Dark. “Perché l’oscurità ha avuto la meglio.”
    “Dark! Allora stai bene!”
    “Mai stato meglio” rispose lui, avvicinandosi.
    A vederlo Kairi emise un sussulto di sorpresa.
    “Dark, cosa ti è successo? I tuoi occhi…” disse Sora, notando che ora entrambi gli occhi di Dark erano completamente neri. E non era l’unico cambiamento: anche i suoi capelli ora erano dello stesso colore degli occhi.
    “L’oscurità ha finalmente avuto la meglio!” rispose lui. “E ora il mio piano può avere inizio! Il caos invaderà l’intero universo. E questo grazie a te, Sora!”
    Sotto gli occhi schioccati dei due custodi, Dark evocò il Keyblade, e senza nessun ripensamento, infilzò Sora in pieno petto, proprio dove c’era il cuore.

    Edited by darkroxas92 - 28/10/2010, 18:18
     
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    O.O Ma cos'hai fatto??!?! Avevi Kairi a due dita dal naso e hai trafitto Sora?!?! Ecco cosa significa sprecare le occasioni <.< tsk! Scemenze a parte, mi hai stupita con il casino che hai tirato fuori, complimenti u.u Non vedo l'ora di sapere cosa succederà!!! Ma ora te ne vai in montagna... e io come faccio!?!? <.< Sei cattivo darkuccio, cattivo >.<
    Comunque complimenti anche per la scelta del mondo di Soul Eater u.u Ma io volevo vedere Excalibur ç.ç
     
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  6. francix94
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    non so che dirti visto che liberty mi ha tolto le parole di bocca
    vorrei dirti solo due cose:
    1)ho il grande presentimento che uno dei tre tizi che parlano a inizio chap sia dark
    2)NON riesco ad aspettare fai un altro capitolo!!!!!!!!!!!!
     
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    暗いロクサス92

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    Ed eccomi di ritorno dalle vacanze.
    Come promesso, ecco qui il nuovo capitolo.
    Avverto che da questo momento in poi, la ff comincerà a includere PESANTI spoiler su BBS, quindi non biasimo chi non vorrà leggere questi capitoli. Questo ovviamente solo fino al 12 settembre (suvvia, vi lascio anche due giorni per finire bbs XD).
    Idiozie a parte, da questo momento potete dimenticarvi tutto ciò di cui eravate convinti su questa ff, perché sto per stravolgere tutto.
    Ma ora basta con le anticipazioni. Ecco le risposte alle recensioni:
    @ Liberty89: Eh, lo so che il buon 99% avrebbe preferito Kairi al posto di Sora... ma non è ancora detta l'ultima parola. Per quanto riguarda Excalibur... non so che i custodi l'avrebbero soportato a lungo XD
    @ francix94: beh, è inutile che ti dica chi era che stava parlando, perché credo che sarà abbastanza chiaro da questo capitolo... per quanto riguarda i tempi, mi dispiace, ma non ho potuto pubblicare (ci ho provato, ma non prendeva nemmeno la chiavetta XD)
     
    E ora, buona lettura (e fatemi sapere le vostre idee sui misteriosi individui)

    Capitolo 39: Tradimento! - Torna all'indice dei capitoli
    Kairi rimase con gli occhi privi di ogni tipo di espressione.
    Vide Dark tirare fuori il Keyblade dal petto di Sora.
    Vide il corpo del custode rimanere in piedi per qualche secondo, per poi cadere all’indietro, con gli occhi privi di vita.
    Poi un urlo riecheggiò nell’oscurità.
    “SORA!!!” urlò Kairi.
    Un urlò carico di dolore. E rabbia.
    “DARK!!!” urlò ancora la custode, evocando il Keyblade e attaccandolo.
    Ma prima che il Keyblade potesse raggiungerlo, una lama nera impedì che ciò avvenisse.
    “Cosa?” disse sorpresa la custode, vedendo che Rexenet aveva difeso Dark.
    “Cosa pensavi di fare a Dark?” chiese Light, raggiungendoli.
    “Ha trafitto Sora in pieno petto! Deve Pagarla!” urlò lei, cercando di attaccare nuovamente il custode dell’equilibrio, ma stavolta sia il Keyblade nero che quello oro si misero in mezzo.
    “Perché mi fermate?” chiese lei. “Non è anche vostro nemico? Lasciatemelo uccidere!”
    “Nemico?” chiese Dark. “Perché dovrebbero considerarmi loro nemico?”
    “Come?”
    “Povera stupida. Non riesci proprio a capire?” chiese Rexenet. “Tutto quello successo finora faceva parte dei nostri piani. O meglio, quasi tutto. Era previsto l’attacco di Heartless sulla Terra. Era previsto che io mi unissi a Malefica. Era previsto che Dark mi distruggesse per farmi diventare un Nessuno. Era previsto il mio arrivo per impiantare dentro di Sora i resti di Vanitas. Era previsto il finto sacrificio di Dark per far finta di purificare Sora. Ma cosa più importante, il fatto che Dark vi abbia aiutato finora, questo è stato il clue. È stata tutta una finzione!”
    “No… Non ci credo…”
    “È così” le rispose Light. “Anche il nostro odio era una finzione. Come il fatto che Dark e Rexenet non si conoscessero prima di quell’episodio!”
    Kairi osservava i tre custodi con gli occhi sgranati.
    “Ci siamo allenati assieme per anni. Con l’unico obiettivo di poter un giorno far trionfare il caos nell’universo. Abbiamo finto di non conoscerci, di odiarci tra di noi solo per far cadere tutti in trappola. Tutti hanno creduto che fosse realmente così! Malefica, il Re, voi…” disse Dark.
    “Ma tu sei il custode dell’equilibrio!” urlò la custode. “Tu dovresti impedire che il caos trionfi, non aiutarlo!”
    “Le cose non sono mai come sembrano” rispose lui, per poi girarsi e parare l’affondo da parte di Hikari, che si era buttata contro di lui con il Keyblade.
    “Oh, ma guarda, c’è l’imprevisto.” Disse Light, girandosi verso la custode.
    “Come hai potuto? Noi ci fidavamo di te! Sora ha sofferto quando ha scoperto che ti eri sacrificato per lui, e ora vieni fuori dicendo che era tutto pianificato?”
    “In effetti qualcosa non lo avevamo previsto…” rispose lui. “A partire da te. Ti credevo morta definitivamente. E non pensavo nemmeno lontanamente che il tuo cuore avesse trovato rifugio dentro al mio. Come non avevo nemmeno previsto l’arrivo di Lan. In teoria doveva essere Light a recuperarmi dall’oblio usando la sua luce, ma fortunatamente il risultato è stato lo stesso. E infine, e potrei definirlo l’imprevisto più grave, l’apparizione di Balance, cioè come sarei stato se non avessi ceduto all’oscurità!”
    “Aspetta… Stai forse dicendo che voi… Avete pianificato tutto ciò solo per arrivare a questo punto? Quali sono le vostre intenzioni?”
    “Vanitas.” Rispose il custode dell’equilibrio.
    “Vanitas?”
    “Il potere che ho passato a Sora alla fine del torneo non è mai stato sufficiente per il suo risveglio.” Disse Rexenet.
    “Risveglio? Aspetta, non stai forse dicendo…”
    “Vanitas è sempre stato dentro il cuore di Sora. Sepolto, irraggiungibile, ma sempre presente! Questo fin dalla sconfitta di Vanitas, avvenuta anni fa.”
    “Cosa vorreste insinuare?” chiese Riku, arrivando in quel momento, tenendosi la mano sul braccio sinistro, dal quale scendeva un fiotto di sangue. “Sora non si è mai dimostrato malvagio prima del vostro contagio! Sarei uno sciocco se dicessi che anche dopo non è successo niente.”
    “Proprio tu parli? Tu che hai assistito a quel momento?”
    Riku spalancò gli occhi.
    “Di cosa stai parlando?” chiese.
    “Se il vostro piano era quello di risvegliare Vanitas… Perché hai colpito a morte Sora? Così hai fatto fallire tutto, no?”
    “Cos’è successo quando Sora ha sconfitto Riku quando era impossessato dall’Heartless di Xehanort?” chiese Dark.
    Hikari spalancò gli occhi.
    “Sora… si è trafitto il petto con il Keyblade dei sette cuori puri… Diventando un Heartless e un Nessuno…”
    “Purtroppo ciò non è possibile per una seconda volta. In compenso è possibile un altro avvenimento.” Disse Light.
    “Ma purtroppo occorrono diverse ore perché esso si realizzi una seconda volta.” Continuò Rexenet.
    “E noi aspetteremo quel momento nel luogo dove avverrà. Siete liberi di raggiungerci se lo desiderate, ma vi toccherà passare per la via lunga, dato che io sono il solo a poter raggiungere quel luogo direttamente.” Concluse Dark, lanciando una carta a Hikari, che la prese al volo.
    “Cosa? Ma questa carta… serve per il castello dell’Oblio… che tu hai distrutto…”
    “Quel mondo era solo una brutta copia” rispose Rexenet. “Il vero castello non si sarebbe distrutto così facilmente.”
    “Una copia?” chiese Riku sorpreso. “Siete in grado di creare mondi finti?”
    “Luce…” disse Light.
    “Oscurità…” aggiunse Rexenet.
    “Gli elementi dell’equilibrio… la base stessa dell’universo… non siamo in grado di creare un vero e proprio mondo, ma solo delle imitazioni” disse il custode dell’equilibrio, aprendo un varco di fronte a se. “Raggiungete il castello e usate quella carta. Aprirà il cuore di Sora. Hikari, credo che tu sappia cosa dovrai fare una volta successo ciò, vero? Sempre se desiderate provare a salvare Sora, ovvio” e detto ciò, attraversò il varco, seguito da Light e Rexenet.
    “DARK!!!” urlò Kairi, cercando di raggiungerlo prima che il varco si chiudesse, cosa che avvenne proprio pochi instanti prima che la custode lo raggiungesse.
    Hikari chiuse le mani a pugni, tremando dalla rabbia.
    “Dark…” disse a bassa voce. “Non posso perdonarti…”
    “Come facciamo a raggiungere il castello? Se quello era un falso dove potrebbe essere?” chiese Riku, mentre si lanciava addosso un Curaga.
    Kairi invece rimase in silenzio.
    “Hikari…” disse infine. “Ti devo chiedere un favore. Lo so che in questo momento provi esattamente ciò che sto provando io… Ma ti chiedo di lasciarmi affrontare Dark. E da sola.”
    “Kairi, cosa stai dicendo? Non è al tuo liv-“
    “Non dirmi che non sono forte Riku!” urlò lei. “Voglio eliminarlo personalmente per quello che ha fatto. Te lo chiedo in ginocchio Hikari, lasciamelo a me!”
    Hikari fissò la sorella.
    “Come vuoi. Non mi metterò in mezzo.”
    “Hikari, come puoi dire così?” chiese Riku.
    “Non c’è tempo per discutere su questo. Se ha deciso così non la intralcerò. Ora, pensiamo a Sora.”
    “Cosa intendeva dire che quella carta aprirà il cuore di Sora?” disse Riku, rassegnandosi alla questione e prendendo Sora di peso.
    “Non ne sono sicura, ma se è così, la questione è molto più spinosa di quanto possiamo immaginare…”
    “Perché?”
    “Perché dovremmo rincorrere ad una magia che i custodi avevano bandito per la sua pericolosità verso chi la usa.” Rispose la custode, aprendo un varco oscuro.
    “Cosa? Una magia bandita?”
    “Dark era l’unico che non ne aveva bisogno. I suoi varchi possono raggiungere qualsiasi luogo… cuori compresi.”
    “Come? Dark potrebbe raggiungere i…”
    “Probabilmente a quest’ora si trovano già nel cuore di Sora.” Ammise Hikari. “Ma ora dobbiamo raggiungere subito il castello dell’oblio, non c’è un minuto da perdere. Se a Sora restano veramente le ore contate prima che Vanitas si risvegli definitivamente, dobbiamo agire al più presto possibile!” concluse, per poi aiutare Riku a portare Sora attraverso il varco, anticipati da Kairi che corse avanti.
     
     
    Quando i custodi uscirono, si ritrovarono di fronte ad un enorme portone, in una stanza completamente bianca.
    “Kairi!” disse Hikari, lanciandole la carte. “Attiva tu la porta.”
    “D’accordo.” Rispose lei, per poi mostrare la carta al portone, che s’illuminò aprendosi.
    Una volta dentro, i custodi si ritrovarono in una stanza dove sulle pareti era disegnato un simbolo che non avevano mai visto prima, ma che per qualche motivo ricordava loro il simbolo dei Nessuno.
    E al centro c’era una poltrona di pietra vuota.
    “Che posto è questo?” chiese Riku, guardandosi attorno.
    Hikari invece impallidì alla vista di quel simbolo.
    “Non è possibile…” disse a fatica, per poi scuotere la testa. “Adesso non ha importanza. Riku, portiamo Sora su quella poltrona.”
    I due custodi, aiutati anche da Kairi, adagiarono il corpo di Sora sulla sedia.
    “E ora cosa dobbiamo fare?” chiese Kairi.
    “In cosa consiste questa magia proibita?”
    Hikari abbassò lo sguardo.
    “Prima di tutto dovete sapere che in passato i custodi sorvegliavano l’intero universo. È stato ancora prima della creazione della scuola. Purtroppo capitava spesso che alcuni custodi cadessero vittima dell’oscurità, diventando essi stessi suoi emissari. Ma prima che ciò accadesse, c’era una possibilità per loro di salvarsi. Bisognava usare una magia molto potente per poter entrare nel cuore del custode corrotto, ed annientare, possiamo dire, manualmente le tenebre. Ma spesso accadeva che il custode inviato non tornasse, perciò i custodi decisero all’unanimità di bandire questa magia. Ma non di eliminarla. Per questo veniva insegnata alla scuola.”
    “Non ha importanza tutto questo! Dici solo cosa dobbiamo fare!” la interruppe Kairi.
    “Dobbiamo unire i nostri cuori a quello di Sora.” Rispose la custode.
    Il silenzio scese nella stanza.
    “Come sarebbe a dire che dobbiamo unire i nostri cuori a quello di Sora?” chiese Riku.
    “Quello che ho detto. L’unico modo che abbiamo per entrare nel suo cuore è questo. Ma è pericoloso. Se venissimo sconfitti, non potremmo tornare indietro e verremmo assimilati da Sora.”
    “Assimilati… Vuoi dire che diventeremo un tutt’uno con lui?”
    “No. La nostra volontà verrebbe annientata, e tutta la nostra forza diventerebbe sua.”
    “Tutto qui? È solo questo il rischio?” chiese Kairi. “Allora che cosa aspettiamo? Procedi pure Hikari. Sappi che se necessario andrò anche da sola!”
    “Kairi…” disse la sorella.
    “Non crederai davvero che ti lasceremo andare da sola, vero?” rispose Riku. “Almeno, io ti seguirò. Sora ci ha sempre aiutati, e ora tocca a noi fare altrettanto!”
    Hikari sorrise.
    “Molto bene. Allora preparatevi.”
    “Cosa dobbiamo fare?”
    “Il procedimento in sé è molto semplice. Solitamente si dovrebbe prima aprire la serratura del cuore principale, ma a quanto pare ci ha già pensato Dark, quando lo ha colpito…” rispose lei, puntando il Keyblade verso Sora, sopra il quale apparve una serratura.
    “E poi…” continuò, girando il Keyblade verso se stessa. “Ci si deve colpire con il proprio Keyblade!” concluse, colpendosi in petto con la propria arma.
    Per alcuni secondi non successe nulla.
    Poi il corpo di Hikari si illuminò, svanendo, lasciando solo una sfera di luce che attraversò la serratura di Sora, sparendo.
    “Bisogna… Bisogna colpirci da soli con il proprio Keyblade…” disse spaventato Riku.
    “E sia!” urlò Kairi, per poi imitare la sorella.
    Proprio come Hikari, anche il suo corpo si illuminò per poi sparire, lasciando una sfera di luce che entrò nella serratura.
    “Maledizione… Non posso di certo tirarmi indietro!” disse il custode rimasto, per poi guardare il corpo di Sora.
    “Cerca di resistere… ti salveremo!” aggiunse, mentre si colpiva con il Keyblade.
     
     
    “A quanto pare sono entrati.” disse Dark.
    “Ci hanno messo meno tempo del previsto… Ma ovviamente ciò è stato possibile solo grazie a Hikari… Ci ha facilitato di molto il compito…” commentò Rexenet.
    “Ma non sanno ancora cosa gli aspetta… vero, ragazzi?” chiese Light a sette persone che erano di fronte a loro, tutte incappucciate.
    “Finalmente potremo divertirci… Senza considerare che quelle due sembrano proprio due bei bocconcini… Eh Eh Eh…” disse una di esse.
    “Il solito pervertito… Non credere di poter sistemare tutto tu. Dell’albino me ne voglio occupare io, ho un conto in sospeso con lui.”
    “Che rottura… Dovete sempre fare così? Non potete semplicemente eliminarli?”
    “Come se ne fossero capaci… Io sono l’unico in grado di riuscirci, lo dovreste sapere, dato che sono il più forte.”
    “Sì, come no! Aspetta che mi impossessi dei loro poteri, poi le riparleremo.”
    “Sempre se prima non lo faccio io. Sapete, ho parecchia fame…”
    “Umpf. Quei tre non dovrebbero nemmeno essere qui. Sono stati fortunati, tutto qui”
    “Se non vi sbrigate, arriveranno qui prima che voi possiate fare niente… e non vorrete che ciò accada prima che lui si risvegli, vero?” chiese Dark.
    “Certo che no! Anche perché se non si risvegliasse non potrei dimostrarli la mia forza, e ciò non mi piacerebbe.” Rispose una delle sette figure, per poi sparire nel nulla, seguita una ad una dalle altre.
     
     
    “C-Che posto è questo?” chiese Riku, ritrovandosi immerso nell’oscurità.
    L’unica cosa che emanava luce era il pavimento, sul quale erano disegnati al centro Sora affiancato da Roxas e da Vanitas.
    Attorno a loro riusciva a vedere distintamente un suo ritratto, quello di Kairi e anche quello di Hikari.
    “Questo è il tuffo nel cuore” rispose Hikari. “Ovvero il cuore di un custode. Ognuno di noi ha al suo interno un luogo come questo. Ma il disegno del pavimento cambia a seconda dei momenti e di ciò che c’è nel cuore.”
    “Ma qui cosa possiamo fare?” chiese Kairi. “Non c’è niente!”
    “Dobbiamo aprire la porta” rispose semplicemente la custode, per poi puntare il Keyblade verso il centro del pavimento, che s’illuminò.
    Sotto gli occhi sorpresi di Riku e Kairi, al centro del pavimento si creò un buco, dentro il quale si potevano scorgere delle scale che scendevano, e delle quali non si riusciva a vedere la fine.
    “Il centro del cuore si trova in fondo a questo palazzo” disse Hikari. “Ma da questo punto in poi non potrò esservi più d’aiuto. Non so cosa ci aspetti. Di sicuro non sarà una semplice discesa. Potrebbero intervenire Dark e gli altri in persona. Ma di sicuro alla fine troveremo Vanitas.”
    “Vanitas? Vuoi dire che dovremmo affrontarlo?”
    “Ne sono quasi sicura. Ma dobbiamo sbrigarci a raggiungerlo, o per Sora sarà troppo tardi.”

    Edited by darkroxas92 - 28/10/2010, 18:19
     
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    Fuoco crepuscolare che mai si estinguerà

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    Caspita caspita hai tirato su un bel macello eh? u.u Degno del tuo ritorno u.u
    Dunque, come ti ho detto in altra sede, l'identità delle sette misteriose figure mi è chiara, ma non mi torna il comportamento di Light... mi sa che dietro c'è qualcos'altro di più gigantesco di ciò che vuoi farci credere <.< Attenderò i prossimi sviluppi u.u
    Bravissimo darkuccio ^^
     
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  9. francix94
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    l'hai proprio stravolta alla grande 0_0
    non ho mai visto un ff così misteriosa,mi piace ;)
    addenda: ho un brutto presentimento che kairi hikari e riku perderanno :(



    PS:Liberty mandami un MP con i nomi dei sette personaggi misteriosi ti prego!!!!!!!!!!!
     
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    Incredibile, mitico, fantastico, grandioso, bellissimo, insuperabile e quanto altro c'è di bello al mondo, mi hai davvero sbalordito questa volta, sei un GRANDE, è uno dei capitoli più belli che abbia mai letto *_*
     
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    暗いロクサス92

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    Ed ecco qui il nuovo capitolo.
    Come avete visto nel precedente capitolo, Dark ha rivelato le sue vere intenzioni, e ora i tre custodi rimasti hanno solo poche ore per salvare Sora.
    E oltre a Dark, Rexenet e Light ci sono altri sette individui pronti a impedire che ciò avvenga.
    Da come hanno parlato, immagino che tutti voi vi siate fatti un'idea sulla loro intendità, che in realtà è più scondata di quanto credessi XD.
    Poi volevo avvertire che dal prossimo capitolo ci saranno spoiler ancora più pesanti su BBS (si parlerà del finale), quindi approfitando anche della mia assenza della prossima settimana, il prossimo capitolo verrà pubblicato solo dopo l'uscita italiana del gioco.
    Ringrazio Liberty89 per avermi fatto da betareader per questo capitolo.
    Detto questo, ecco le risposte alle recensioni:
    @ Liberty89: beh, non posso nascondere il fatto che come hai detto c'è ancora altro da scoprire. Ma posso assicurarti che Light e Dark hanno realmente finto di odiarsi. Anche se ovviamente ci sono stati cmq dei disapori, ma niente di grave. Per i sette individi... beh, oltre ad avere indovinato subito hai anche già letto questo capitolo, quindi sai già più che bene di chi si tratta XD
    @ francix94: mi fa piacere che la ff risulti misteriosa... era proprio a quello che puntavo XD. Per il colpo di scena... credo fosse uno dei pochi rimasti che poteva ancora sorprendere (dopo l'aparizione di Nausicaa intendo XD). Per Hikari, Riku e Kairi... chissà. Certo, sono decisamente in minoranza numerica... per i sette individui, credo che hai capito di chi si tratti, no?
    @ Armitrael: sono contento che quest'ultimo capitolo ti sia piaciuto. spero solo di riuscire ancora a sorprendere XD
     
    Dettp questo, vi auguro buona lettura (sperando di tornare vivo dal viaggio e poter continuare XD)

    Capitolo 40: Lust - Torna all'indice dei capitoli
    I tre custodi continuavano a correre scendendo le scale.
    “Ma quanto sono lunghe?” chiese Riku. “Sono già più di dieci minuti che corriamo e non si vede nemmeno la fine!”
    “Stiamo attraversando un intero cuore. Non ti sarai davvero aspettato che fosse poca la strada da fare, vero?”
    “Ehi, laggiù c’è una luce!” disse Kairi, indicando un punto luminoso sotto di loro.
    “Allora forse ci siamo” rispose Hikari, raggiungendo per prima l’uscita.
    Quello che videro li lasciò sorpresi.
    Si trovavano in un enorme campo di fiori, percorso da un lieve venticello.
    “E questo cosa significa?” chiese Riku, guardandosi attorno.
    “A quanto pare ci sono più piani in questo posto.” Rispose Hikari, per poi indicare delle scale poco lontane, che continuavano a scendere.
    “Era troppo bello, vero?” disse il custode, per poi dirigersi verso le scale, seguito dalle due compagne.
    Riku raggiunse le scale senza problemi, ma si fermò quando vide che né Kairi né Hikari erano dietro di lui.
    Quando si girò verso di loro, vide che erano rimaste bloccate poco prima delle scale, e che stavano sbattendo i pugni contro una specie di muro invisibile.
    “Spiacente, ma voi due non potrete proseguire” disse una voce che riecheggio nel campo.
    “Chi sei?” urlò Kairi, per poi vedere apparire dal nulla di fronte a se una figura vestita come l’organizzazione XIII, incappucciata.
    “Solo Riku potrà proseguire senza problemi. Ma voi due dovrete prima battermi, e sappiate che non ho intenzione di lasciarmi sfuggire due bocconcini come voi… Eh eh eh…”
    “Kairi! Hikari!” urlò Riku, provando a raggiungerle senza successo, venendo fermato anch’esso dalla barriera.
    “Non preoccuparti per noi Riku. Vai avanti e raggiungi Vanitas il prima possibile. Ti seguiremo non appena avremo battuto questo sbruffone!” disse la custode.
    Riku si girò verso Kairi, che annuì.
    “Va bene… Vi aspetterò alla fine delle scale!” disse, per poi ricominciare la discesa.
    “Povero stupido, è veramente convinto di poter raggiungere Vanitas così facilmente?” chiese ad alta voce il nuovo arrivato. “È stato fortunato che non è nel mio interesse, o non avrebbe avuto scampo fin dall’inizio. Ma ci penseranno i miei fratelli a sistemarlo.”
    “I tuoi fratelli?” chiese Kairi, evocando il Keyblade. “Quindi non sei da solo, giusto?”
    “Esattamente. Ma avevo chiesto di lasciarmi voi due. Come ho già detto, non potevo lasciarmi sfuggire due bocconcini come voi…”
    “Da come parli sembri un pervertito” disse Hikari, puntandogli contro il Keyblade.
    “Forse, dato che il mio nome è proprio Lust.”
    “Lust?” chiese Kairi. “E che cosa significa?”
    “Lussuria” rispose la sorella. “Fammi indovinare, i tuoi fratelli a questo punto immagino siano sei, vero?”
    “Oh, vedo che hai capito subito. Dopotutto da te me lo aspettavo, a differenza di quell’oca di tua sorella, che non è nemmeno riuscita a fermare Dark quando ne aveva l’occasione.”
    “Come fai a saperlo? Ci conosciamo?”
    “Stavolta mi deludi” disse la figura, cominciando a togliersi il cappuccio. “E dire che non dovreste esservi dimenticati di me.”
    Le due custodi guardarono inorridite il volto dell’avversario, che evocò la Catena Regale.
    “Allora… rimaste senza parole? Ma così non ci sarà divertimento” disse Sora, leccandosi il labbro superiore.
    “Impossibile… Come può essere?” chiese Kairi.
    “Il colpo di Dark.” Rispose Lust. “Non si è limitato ad aprire solo la serratura del Sora originale, ma ha liberato le sue sette personalità nascoste. Immagino che Hikari abbia già capito ormai chi è che sta aspettando Riku al piano di sotto, vero?”
    “Dark… Cos’hai fatto?” chiese Hikari, per poi lanciarsi all’attacco, creando in mano una sfera di fuoco con la quale colpì in pieno l’incarnazione della lussuria, che volò diversi metri più in là.
    “Kairi, non lasciarti ingannare dall’aspetto!” disse. “Quello non è Sora. Almeno, non il Sora che abbiamo conosciuto noi. Dobbiamo eliminarlo, senza alcun timore!”
    “Eliminarmi?” chiese lui, rialzandosi come se niente fosse. “Credete di potercela fare da sole?”
    “Non ci sottovalutare!”
    “Come vuoi…” rispose lui, sorridendo. “Allora vi dirò una cosa: fin dal primo momento che avete messo piede su questo piano vi siete condannate da sole.”
    “Cosa vuoi dire?”
    “Questo campo… non è altri che una mia arma. Lasciate che ve lo dimostri.”
    Non appena Lust terminò la frase, il vento cominciò ad aumentare d’intensità, sollevando sempre più petali.
    “Devo ammettere che non è granché come vista” disse il custode. “Ma è efficace.”
    Prima che Hikari e Kairi potessero reagire, tutti i petali sollevati dal vento si diressero verso di loro.
    Invece di essere semplici petali, essi risultarono essere come delle piccole lame, che colpirono in pieno le due custodi, con tanta forza da riuscire anche a sollevarle da terra, e riempiendole di tagli.
    Quando le due ricaddero a terra, il terreno sotto di loro cominciò a tingersi di rosso, mentre Lust faceva sparire il Keyblade.
    “Che delusione… E dire che credevo sareste state più difficili da battere… Lui non sarà contento di sapere che qualcuno le ha eliminate prima di lui, ma se sarà fortunato si occuperà di Riku…”
    “Non…” disse Kairi, alzandosi a fatica. “Non ho ben capito chi tu sia… Ma non ti permetto… Non ti permetto di usare il corpo di Sora per parlare in questo modo…”
    “Oh, sei ancora viva? Allora il fatto che sei una delle sette principesse significa qualcosa. Anche se forse non meriteresti nemmeno più quel titolo, dato che l’oscurità è entrata anche dentro di te.”
    “Come?”
    “Una principessa non potrebbe evocare un Keyblade, per il semplice motivo che esso non è fatto solo di luce. Se tu riesci ad evocarlo significa che il tuo cuore non è più puro.”
    Kairi non rispose subito.
    “Forse hai ragione…” rispose infine, evocando la sua arma. “Ma se l’unico prezzo da pagare è quello di rinunciare al titolo di principessa, mi sta più che bene. In fondo, non mi sono mai sentita tale!”
    “A quanto pare di te me ne dovrò occupare personalmente… Meglio così!” disse Lust, evocando anche lui il Keyblade. “Ma sai che se dovessi usare nuovamente l’attacco di prima, per te e la tua sorellina non ci sarebbe scampo, vero?”
    “Non riuscirai più a colpirci.”
    “Ma se tu riesci a malapena a stare in piedi, mentre lei ancora non ha ripreso i sensi, sempre se non sia morta.”
    “Ne sei sicuro?” chiese Hikari alle sue spalle, colpendolo con il Keyblade.
    Lui riuscì a spostarsi giusto in tempo per essere preso di striscio, continuando a fissare l’altra Hikari che era ancora a terra.
    “Com’è possibile? Come fanno ad esserci due Hikari?”
    Ma non appena lo ebbe chiesto, il corpo della custode a terra svanì nel nulla.
    “Credevi forse che non avessi qualche asso nella manica? È vero, mi consuma molte energie, ma quell’immagine olografica viene decisamente bene, non pensi anche tu?”
    “Maledetta…”
    In tutta risposta, Hikari evocò il suo violino.
    “E non sei nemmeno l’unico in possesso di una seconda arma”
    Non appena finì la frase, Hikari cominciò a suonare.
    Prima che Lust potesse reagire, dal suolo partirono verso di lui una serie di piante, che lo colpirono fulminandolo.
    “Urgh… Credevo che non essendo più un Nessuno non potessi più utilizzare quest’attacco…”
    “Le apparenze ingannano. Io sono la stessa di quando ero un Nessuno, con l’unica differenza che sono rientrata in possesso del mio cuore.”
    “Se le cose stanno così… Allora non mi resta altra scelta…” disse la copia di Sora, per poi venire assorbita dal campo.
    “Dov’è finito?” chiese Kairi, guardandosi attorno.
    “Sono in grado di usare ogni pianta come desidero…” disse la voce di Lust.
    “E posso manipolarle a mio piacimento!” continuò, mentre di fronte alle due custodi si alzava una piccola montagna.
    “Non avrò nessuna pietà di voi. Diventerete parte di Vanitas!” urlò la montagna, mentre sulla cima si creava una copia di Lust, che però aveva i piedi fissati dentro la terra.
    “Niente male… Quindi è davvero in grado di controllare completamente questo elemento…” commentò Hikari, preparandosi a colpire.
    “Me ne occupo io. Tu pensa a proteggerti.” Disse Kairi alla sorella.
    “Cosa?”
    “Se non sono in grado di sconfiggere lui, non avrò nessuna speranza contro Dark. Per questo voglio pensarci personalmente!”
    La sorella maggiore la osservò, per poi sospirare e far sparire il Keyblade.
    “Non c’è nessuna possibilità che tu desista, vero?”
    “Già…”
    “Allora non mi resta che augurarti buona fortuna.”
    “Grazie.”
    Detto ciò, Kairi venne avvolta dal fuoco.
    “Lust, Sora, o chiunque tu dica di essere. Sappi che non posso perdonarti per aver preso quell’aspetto. Perciò preparati a scomparire!”
    Come risposta, dalla montagna partirono una serie di vere e proprie braccia di terra dirette verso la custode, che le tagliò usando il Keyblade, per poi cominciare a correre verso Lust, facendo avvolgere anche la sua chiave dalle fiamme.
    “Prendi questo!” urlò, per poi lanciarsi contro la montagna, trafiggendola e sbucando fuori dall’altra parte.
    Per qualche secondo non accadde niente.
    “Tutto qui?” chiese l’incarnazione della lussuria, girandosi verso di lei.
    “Sì, tutto qui. È finita.” Rispose la custode, mentre le fiamme attorno a lei si spegnevano e il Keyblade spariva.
    Lust fece per replicare, ma dal buco creato da Kairi cominciarono a uscire una serie di fiamme, che finirono con il far esplodere l’intera montagna, creando così un vortice di fuoco che bruciò completamente il campo, senza lasciare intero nemmeno un misero petalo.
     
    Quando il vortice sparì, le due custodi videro a terra Lust, che era ancora in piedi, sebbene era chiaro che non sarebbe riuscito più a muoversi.
    “Complimenti…” disse lui. “Sconfiggere la lussuria usando il fuoco… la cosa è quasi ironica…”
    “Dicci quali sono le vostre vere intenzioni. Se Vanitas dovesse avere la meglio, non perireste anche voi?” chiese Hikari.
    Lust scoppiò a ridere.
    “Credi davvero che sia così? Se non fosse per Vanitas noi non esisteremmo nemmeno!” rispose, cominciando a sparire. “Comunque sia, ricordatevi questo: avete vinto questo round, ma restano ancora i miei sei fratelli. E probabilmente per quando raggiungerete il vostro amico, egli sarà già stato sconfitto…”
    “Non credere che Riku si faccia battere così facilmente.” Disse Kairi.
    “Lo vedrete… coi vostri stessi… occhi…” commentò Lust, per poi sparire completamente, lasciando cadere a terra un cristallo bianco.
    “E questo cos’è?” chiese Hikari, prendendo il cristallo.
    “Non abbiamo tempo per fermarci a domandarcelo. Dobbiamo raggiungere Riku il prima possibile!”
    “Giusto.” Rispose lei, mettendosi il cristallo in tasca, per poi correre assieme alla sorella giù per le scale.

    Edited by darkroxas92 - 28/10/2010, 18:20
     
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    yeeeeee un nuovo capitolo, non mi aspettavo i vizi capitali come nemici, ma tutto sommato le cose sono andate per il meglio, chissà riku quale altro peccato dovrà affrontare.

    Ps: l'idea di sora che si lecca il labbro superiore mi fa rabbrividire O_O"
     
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  13. francix94
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    yeeeeeeeeee un altro capitolo \(^0^)/ anche se è un po corto /(=0=)\ ma comunque bellissimo.
    un conto in sospeso con riku... chissà che peccato(o sentimento negativo come volete chiamarlo) ira,ingordigia,eresia,invidia,superbia o fancazzismo chi vivrà vedrà

    EDIT:visto che ci sono i lati "negativi" di sora perché non hai menzionato anche i lati "positivi" tipo coraggio,gentilezza,amore e altra roba varia vabbeh si vedrà tutto da come mi risponderai :asd:



    PS:grz Liberty per gli indizi, senza di te non sarei arrivato alla soluzione ^_^

    Edited by francix94 - 3/9/2010, 23:53
     
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    mah secondo me è l'invidia o la superbia, dato che riku in passato era invidioso o superbo
    *si accorge che dice un sacco di minchiate e quindi smette*
     
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    Fuoco crepuscolare che mai si estinguerà

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    Darkuccio bello, è stato un piacere per me farti da beta ^^ Lo sai che sono sempre disponibile ^^ Questo chappolo me gusta, anche se, come ti ho detto in altra sede, visto che c'era in gioco la lussuria a parer mio si poteva combinare ben altro *ç* (<-- faccina depravata XD), ma so che tu preferisci evitare certe cose u.u Ricordati però, che la vecchia Je è sempre qui per dare una zampa XD
    Complimentissimi per il capitolo, questa trovata è stata furba e imprevista e devo dire che mi piace come risvolto u.u Ora però sono curiosa di sapere cosa succede realmente dietro le quinte, perché so che c'è ben altro °° "perché c'è sempre qualcosa dietro..." [cit.] XD Attenderò buona buona il prossimo capitolo u.u

    ps: de nada francix94 ^^ ma per curiosità mia, come ci sei arrivato tramite i miei indizi? XD Rispondimi per mp, così evitiamo l'OT ^^
     
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364 replies since 17/10/2009, 20:00   6693 views
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