Equilibrio

la mia nuova fan fiction

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    Morning Player

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    grande, mitico, incredibile, fantastico, non ci sono parole per definire questo capitolo, bellissimo, mi raccomando con il prossimo capitolo, lo voglio più bello di questo, anche se secondo me sarà difficile eguagliarlo
     
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    Fuoco crepuscolare che mai si estinguerà

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    Lupin!!!! *-* Lo adoro!!!!
    Complimenti per il cross-over multiplo! Io non sarei mai riuscita a incastrare tante cose insieme senza impazzire nei ragionamenti XD e complimenti anche per la lunghezza del capitolo! Ad ogni paragrafo speravo che continuasse XD
    Dark è tornato!!!! Wiiii!!!! *salta in giro*
    A parte qualche errorino di grammatica direi che il capitolo è stupendosamente splendido *-* Complimentissimi darkuccio!!!! ^^
     
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    暗いロクサス92

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    Ok, ammetto di essere in un mostruoso ritardo, e chiedo pietà per questo. Ma purtroppo ho avuto diversi impegni, è questo capitolo si è rivelato più difficile da scrivere di quanto credessi.
    cmq sia, finalmente posso presentarvi questo nuovo capitolo, per il quale ringrazio liberty89 per aver fatto da beta reader.
    Ah, anche se l'ho scritto sotto, avverto che ci saranno leggeri spoiler su kh bbs (non sotto il punto di vista della trama, tranquilli. per quelli cercherò di aspettare l'uscita italiana del gioco XD).
    e ora, prima del capitolo, ecco le risposte alle recensioni:
    @ francix94: eh eh... avevo in mente questo ritorno teatrale di Dark, e spero sia venuto bene. E per l'armatura mi è piaciuta parecchio l'idea, perciò ho deciso di riutillizarla anch'io XD. Ti ringrazio per la canzone, la terrò presente nel caso potesse tornare utile per i capitoli futuri (effetivamente se non fosse scritto, non l'avrei mai collegata a super mario XD)
    @ Armitrael: beh, non so cosa dire. non mi aspettavo che questo capitolo potesse avere un tale successo XD. Cercherò di equagliarlo (cosa che temo proprio non succederà con questo capitolo XD). In fondo, ho ancora qualche carta da giocare.
    @ Liberty89: Eh eh... come ormai avrai capito, i cross over sono i miei preferiti (dimenticando ovviamente che lo stesso KH è il re dei cross over XD). E come ho già detto prima, Dark finalmente è tornato. Per gli errori, lo sai, sono il mio tallone d'Acchile XD
     
    E ora, buona lettura a tutti

    Capitolo 34: Un aiuto inaspettato - Torna all'indice dei capitoli
    (Leggeri spoiler di Kingdom Hearts Birth by Sleep)
     
    Dark continuava a guardare fuori dall’oblò.
     
    “Sei sicuro che con Vanitas sia realmente finita?”
    “Certo. Ho eliminato la sua identità, lasciando tutta la sua forza a Sora”
    “Ma sembra che tu non abbia considerato ciò che è successo dopo che il tuo predecessore è stato eliminato”
     
    ‘Che cosa voleva dire…’ si chiese Dark. ‘Ho eliminato Vanitas, non dovrebbe in alcun modo tornare’
    Dark poi volse lo sguardò al pezzo d’armatura che aveva sulla spalla.
    “Stupido…” disse, mentre nella sua mente ritornavano i momenti in cui l’aveva ottenuto.
     
    = Flashback =
     
    “Com’è possibile che sia ancora vivo? Mi avevate detto che sarei scomparso!” urlò Dark, rivolto ai suoi predecessori.
    “E in effetti sarebbe dovuto succedere questo… Anche per noi è un mistero…” disse il suo maestro.
    “A me no che non ci sia stato un intervento esterno” asserì un altro dei custodi.
    “Un intervento esterno?”
    “Qualcuno potrebbe essere riuscito ad impedirti di sparire, ma si è limitato a recuperare il tuo cuore per poi, possiamo dire, ‘ricostruire’ il tuo corpo”
    “È possibile una cosa del genere?”
    “Non ne sono sicuro, ma non posso escluderlo”
    “Ma chi mai potrebbe volermi salvare?”
    Il suo maestro sembrò mettersi a pensare.
    “Umh… è un bel mistero… Sinceramente è la prima volta che sento una cosa del genere… Ma se le cose stanno così, significa che sei ancora in gioco”
    “Che cosa intendi dire?”
    “Che il tuo ruolo non è ancora finito. Puoi ancora aiutare gli altri custodi nella loro missione”
    “Ma come posso farlo? Sarò ancora vivo, ma al momento non riesco ad uscire da questo posto”
    “Beh, credo che per farlo…” disse il maestro, facendo apparire tra le sue mani un pezzo di un’armatura, di colore nero. “Credo ti servirà questa”
    “Cos’è?” chiese Dark, osservando l’oggetto.
    “Questa è l’armatura che viene passata da custode a custode. Fornisce una protezione ulteriore a chi la usa. Un tempo, quando non si era in grado di aprire i varchi, questa veniva usata per viaggiare tra i mondi. Ha anche altri poteri ma credo che questi sia meglio che li scopra tu da solo” spiegò, porgendogli l’oggetto. “Questa, assieme a Balance, rappresenta il tuo potere. Ricordatelo sempre”
    Dark prese l’oggetto, che si illuminò immediatamente per poi sparire, riapparendo sulla sua spalla.
    Poi tutto fu avvolto da una fortissima luce, e quando Dark riuscì a riaprire gli occhi, si ritrovo da solo.
     
    = Fine flashback =
     
    “Dark?” lo chiamò una voce, ridestandolo dai ricordi.
    Si trattava di Hikari.
    “Oh, ciao” la salutò.
    Per qualche minuto tra i due rimase il silenzio assoluto.
    In questo frangente Dark notò dietro alla porta un ciuffo di capelli castani e uno rosso.
    “Se voi due sperate di sentire qualcosa di privato, vi sbagliate di grosso” disse lui, facendo cadere Sora e Kairi dallo spavento.
    “N-No, ti sbagli, noi stavamo solo passando da questa parte e…” cercò di scusarsi il castano, senza però ottenere troppo successo.
    “Ehi, venite a vedere. Sembra che… E voi cosa ci fate per terra?” chiese Riku, vedendo i due amici.
    “Niente” dissero i due in coro, alzandosi di colpo, e facendo così scoppiare a ridere tutti quanti.
    “Che cosa succede?” domandò poi Dark.
    “Siamo vicini a un altro mondo che sembra in procinto di venire attaccato dall’oscurità” rispose Riku, mentre si avviavano nella sala principale, dove poterono vedere i monitor che trasmettevano l’immagine di un nuovo mondo.
    “Chissà cosa troveremo stavolta…” si chiese ad alta voce Kairi, mentre Dark apriva un varco.
    “Chi lo sa…” disse Riku, per poi seguire Dark e gli altri nel varco.
     
     
    Non appena uscirono, la prima cosa che sentirono fu un urlo agghiacciante, che attraversò il loro cervello come se li avessero colpiti con un martello.
    Poi, quando l’urlo cessò, da una casa vicina uscì una decina di persone incappucciate e vestite di nero che li circondarono, puntandogli contro una specie di bastone ben lavorato a testa.
    “Beh, l’ultima volta mi sono lamentato di Hikari, ma nemmeno tu hai molta fortuna nel scegliere il posto dove uscire, vero Dark?” esclamò Sora. “Ormai mi è successo così tante volte di venire minacciato che la cosa comincia a non farmi più né caldo né freddo… e non so se questa e una buona cosa…”
    “Bene bene… abbiamo qui dei ficcanaso…” esordì una delle figure incappucciate. “Consegnateci immediatamente le vostre bacchette e non vi faremo troppo male”.
    “Bacchette?” domandò Riku, per poi osservare i bastoni con i quali li stavano minacciando. “Intendete quei pezzi di legno che avete in mano?”
    A quella domanda alcune figure incappucciate cominciarono a parlare tra di loro.
    “Volete dire che non sapete cos’è una bacchetta magica?” chiese un'altra figura.
    “Beh, loro non ne sapevano niente della loro esistenza…” rispose Hikari.
    “In compenso noi due ne sappiamo qualcosa…” disse Dark, creando in una mano una sfera di luce, che illuminò tutt’attorno. “Ma per quel che mi riguarda, ne posso anche fare a meno” concluse, lanciando in aria la sfera, che divenne come un piccolo sole, illuminando la via.
    “Cosa?!” esclamò la figura incappucciata, indietreggiando. “Ha usato la magia… senza una bacchetta!”
    “Impossibile! L’avrà nascosta da qualche parte” gli rispose un altro.
    Dark nel frattempo attivò il Byaukan, rendendo così evidenti i nervi attorno agli occhi.
    “E così…” disse, per poi accennare un sorriso. “Non siamo stati gli unici a far scattare quella specie di allarme…”
    Hikari sembrò capire al volo.
    “Vuoi dire che ci sono anche loro?” chiese.
    Dark annui.
    “Beh, dopotutto dovevo immaginarlo… Altrimenti non si sarebbe spiegata questa massiccia presenza di Mangiamorte…”
    “Mangiamorte?” ripeté Sora. “E con ‘loro’ a chi vi riferite?”
    “A tre ragazzi che in questo momento ci stanno osservando…” rispose Dark, mentre sotto lo sguardo sorpreso dei Mangiamorte faceva sbucare dal terreno un’enorme mitragliatrice.
    “Ti piace proprio quell’arma, eh?” chiese Hikari.
    “Sai com’è, preferisco finire subito i lavoretti facili… E loro non sono di certo difficili da mettere fuori gioco…”
    “Come ti permetti, marmocchio? AVADA KEDAVRA!” urlò uno degli incappucciati, facendo partire dalla sua bacchetta una specie di raggio verde, diretto verso Dark.
    “Sei morto!” urlò il Mangiamorte, vedendo il raggio ormai a pochi centimetri dal suo obiettivo.
    Ma con enorme sorpresa di tutti, Dark si limitò ad ostacolarlo con una mano, facendolo sparire.
    “Credevo che l’anatema che uccide fosse più efficace…” disse. “O forse siete voi che non siete in grado di lanciarne uno decente?”
    Poi, prima che una delle persone incappucciate potesse riprendersi dallo shock, Dark si preparò a far fuoco con il mitra.
    “Voi tre” disse, senza però far capire a chi si stava rivolgendo. “Non preoccupati, posso vedervi solo io. Mettetevi al sicuro, o non potrei garantire la vostra integrità” concluse, per poi cominciare a far fuoco verso i Mangiamorte, che crearono attorno a loro una specie di campo d’energia, che però cedette dopo pochi secondi sotto la raffica di colpi, costringendoli così alla fuga.
    “Umph… Credevo avessero un po’ più di coraggio…” sbuffò Dark, leggermente deluso, facendo sparire il mitra nuovamente nella terra.
    “Ma cos’è successo prima?” chiese Sora. “Cos’era quel raggio verde? E con chi stavi parlando?”
    “Non ci credo!” urlò una voce.
    Pochi secondi dopo, alle loro spalle sbucò fuori dal nulla la testa volante di un ragazzo dai capelli rossi.
    “AHH!!!” urlò Kairi, facendo un salto all’indietro.
    “Niente panico Kairi. Non è una testa volante” la rassicurò Hikari, mentre anche il resto del corpo a cui apparteneva la testa appariva, assieme ad un altro ragazzo dai capelli neri e con un paio di occhiali e una ragazza dai capelli lunghi e biondo scuro.
    “Non posso crederci!” ripeté il ragazzo dai capelli rossi. “Come avete fatto?”
    “Emh… a fare cosa?” chiese Riku.
    “A fermarli! Nessuno c’era riuscito con questa facilità!”
    “In effetti Ron ha ragione” disse la ragazza. “Ma quello che mi chiedo di più è come ha fatto quel ragazzo a fermare l’Avada Kedavra con una mano…”
    “O a usare la magia senza l’ausilio di una bacchetta” aggiunse il terzo ragazzo. “E anche come ha fatto a vederci mentre eravamo sotto il mantello”
    “Qualcosa mi dice che voi custodi dell’equilibrio proprio non amate rimanere nell’ombra, eh?” disse Hikari, canzonando Dark.
    “Beh, in fondo rappresento anche la luce, oltre che l’ombra…” rispose lui, facendo sparire la sfera di luce sopra di loro.
    “Chi siete?” chiese il ragazzo con gli occhiali.
    “Hikari”
    “Sora”
    “Riku”
    “Kairi”
    “Dark. Voi invece non avete bisogno di presentazioni, vero Harry Potter, Ron Weasley e Hermione Granger?”
    “Potrei chiedere come fate a sapere i nostri nomi, ma immagino che ci abbiate visto da qualche parte, dato che siamo ricercati” disse Harry. “O più semplicemente perché hai visto questa?” continuò, indicando una cicatrice a forma di fulmine sulla sua fronte.
    “Cos’ha di strano quella cicatrice, scusa?” chiese Kairi.
    “Come cos’ha di strano?” disse Ron. “Harry finora era stato l’unico a sopravvivere all’Avada Kedavra, e quello è il segno che gli è rimasto da quella volta. Ancora non riesco a capacitarmi che il vostro amico l’abbia fermata semplicemente con la mano!”
    “Era così potente quel raggio verde?” chiese Riku, sorpreso di come stava reagendo.
    “Potente? Quel raggio uccide all’instante chiunque venga colpito!”
    “Ah, ecco perché allora: Dark è praticamente immune alla morte” disse Sora.
    “Sora!” urlarono assieme Riku e Kairi.
    “Non preoccupatevi. A questo punto dubito che la regola dell’ordine dei mondi possa più essere seguita” disse il diretto interessato.
    “Cosa? E perché?”
    “Lui è qui” rispose il custode, volgendo lo sguardo verso un castello che si intravedeva poco lontano.
    “Intendi Rexenet? Come fai a saperlo?” chiese Hikari.
    “Percepisco l’oscurità aumentare di forza… e poi, solitamente dove ci sono gli Heartless, c’è anche lui”
    “Rexenet?” chiese Hermione. “Chi sarebbe?”
    “Una persona come noi…” cercò di spiegare Riku. “Solo che a differenza nostra, lui usa il suo potere per tentare di distruggere tutto ciò che trova”
    “E chi è? Un seguace di Voi-Sapete-Chi?”
    “Di chi, scusa?” chiese Kairi.
    A quella domanda i tre ragazzi sembrarono ancora più sorpresi.
    “Come sarebbe a dire chi è Tu-Sai-Chi?” chiese Ron. “Nessun mago lo ignora, soprattutto in questo momento!”
    “Spiacente” disse Dark. “Noi siamo semplici Babbani, non maghi. Solo che io e Hikari siamo a conoscenza di ciò che sta avvenendo.”
    “Babbani?” chiese Hermione. “Impossibile! Prima avete usato la magia. E per di più sapevate di noi!”
    “Il fatto che sappiamo usare la magia non significa che siamo dei maghi come voi” rispose Dark, creando nel suo palmo una piccola sfera di fuoco. “E comunque, le nostre magie non sono complesse come le vostre”
    “E quella cosa che hai creato prima?” chiese Ron. “Se quella per te non era complessa, allora Tu-Sai-Chi è il mago più buono della storia!”
    “Quella non era magia, ma alchimia” spiegò Hikari, anticipando Dark.
    “L’alchimia può fare cose del genere?” domandò sorpreso Harry. “Credevo che il massimo fosse creare la pietra filosofale!”
    “Una pietra filosofale? Come quella che hai mangiato tu, Dark?” chiese Kairi.
    “No. La loro è diversa. Diciamo che ha… meno funzioni, ecco”
    “Tu… Tu avresti mangiato una pietra filosofale?” domandò scioccata Hermione.
    Dark ignorò la domanda.
    “Per quando riguarda Rexenet, non è un seguace di Voi-Sapete-Chi” disse. “Però vi posso dire che è decisamente più forte, oltre al fatto che possiede un proprio esercito”
    “Più potente di Voi-Sapete-Chi? Impossibile!” esclamò Ron, prima di vedersi apparire di fronte a sé una specie di buco nero, solo che era sia bianco che nero.
    “Se non sbaglio, volevate dirigervi a Hogwarts, vero?” chiese Dark. “Questo passaggio vi porterà direttamente alla stanza delle necessità. E credo che una volta arrivati lì non sarete da soli.”
    “Noi che facciamo?” chiese Hikari.
    “Se ben ricordo, l’ingresso è sorvegliato dai Dissenatori…” rispose Dark.
    “Dissenatori? Hogwarts? Babbani? Insomma, si può sapere di cosa state parlando?” chiese Sora, alzando la voce.
    Dark e Hikari lo guardarono sorpresi.
    “Hai detto che c’è anche Rexenet qui, no? E allora cosa aspettiamo ad affrontarlo ed eliminarlo?” continuò il castano, evocando il Keyblade.
    “Sora, calmati” intimò Kairi, senza quasi riuscire a riconoscere l’amico.
    “Kairi ha ragione” disse Dark, senza nascondere un velo di preoccupazione. “Non possiamo attaccare direttamente come se niente fosse, potremmo mettere in difficoltà gli abitanti di questo mondo”
    “Sai quanto me ne frega? Sono stufo di seguire tutte queste regole! Chi se ne importa del fatto che proveniamo da mondi differenti e se siamo custodi o no? Ha così importanza?”
    A quel punto, prima che chiunque riuscisse a intervenire, Riku diede un pugno in pieno volto a Sora, facendolo cadere all’indietro.
    “Vuoi darti una calmata?!” urlò, per poi prendere l’amico per la maglietta, sollevandolo di peso.
    “Posso capire come ti senti. Ti ricordo che pur di lasciare la nostra isola ho ceduto all’Oscurità, con il risultato di distruggere la nostra casa!”
    Sora non rispose.
    A quel punto Riku lo lasciò cadere nuovamente a terra, senza aggiungere altro.
    “Emh… credo che noi cominceremo a raggiungere la scuola…” disse Ron, avviandosi verso il varco. “È sicura questa cosa?”
    “Beh, di certo lo è più che camminare o volare” rispose Kairi. “E così si risparmiano pure forze”
    “È una specie di smaterializzazione?” chiese Hermione.
    “Si potrebbe definire così. Ma come ha detto Kairi, questo è forse il mezzo più veloce e sicuro esistente”
    “E voi cosa fate alla fine?” chiese Harry.
    Dark guardò nuovamente il castello.
    “Temo che la nostra reazione di prima sia stata sufficiente per avvertire Voldermort.” Rispose lui, evocando il Keyblade.
    A vederlo, Ron balzò all’indietro.
    “Q-Quello…” disse balbettando.
    “Che cosa succede?” gli chiese Hermione.
    “Quella chiave… è un Keyblade, vero?” continuò il ragazzo, lasciando sorpresi tutti quanti.
    “Come fai a saperlo?” chiese Hikari. “La conoscenza del Keyblade è riservata a ben pochi mondi. E non mi risulta che questo ne faccia parte.”
    “L’ho letto su un libro, in biblioteca, tempo fa”
    “Tu… lo hai letto su un libro diverso da quelli sul Quidditch?” chiese Hermione, soffocando a fatica una risatina.
    “Il fatto che non impazzisco a studiare non implica che non legga libri. Anche se a essere sincero l’ho trovato per caso…”
    Ma Hikari non ascoltava.
    Certo, c’erano sempre state eccezioni nel fatto che i mondi non dovessero essere a conoscenza del Keyblade, ma che fosse scritto addirittura in un libro…
    “Non preoccuparti” disse Dark. “È stato un mio predecessore. Era venuto in questo mondo per vedere in che condizioni era, e all’epoca non c’era niente di strano. Molto probabilmente qualcuno lo avrà visto usare il Keyblade e così ha deciso di scriverlo”. Poi si rivolse a Ron.
    “Che cosa diceva il libro sul Keyblade?”
    “Ben poco. Oltre al nome dice solo che è un’arma leggendaria, il cui potere può portare sia pace che distruzione”
    “Questa l’ho già sentita…” disse Sora, evocando anche lui il Keyblade. “Ma sinceramente, non ho mai sentito parlare di un custode che sia riuscito a portare distruzione nell’universo. Almeno, non completamente”.
    “Un altro Keyblade?” chiese Ron stupito.
    “Se devi meravigliarti per ogni Keyblade, allora preparati a farlo per altre tre volte” disse Kairi, sorridendo. “Siamo tutti e cinque in grado di evocarlo”
    “Beh, direi che per il momento abbiamo parlato abbastanza” disse Dark. “Abbiamo visite”
    “Mangiamorte?” chiese Harry, tirando fuori la bacchetta.
    “No, peggio” rispose Riku, preparandosi a combattere.
    E pochi secondi dopo sul terreno si crearono delle macchie nere, dalle quali uscirono delle piccole creaturine nere.
    “E questi cosa sono?” chiese Ron, puntando contro di loro la bacchetta. “Stupeficium!” urlò, facendo partire un raggio rosso verso di loro, che però risultò completamente inefficace.
    “La vostra magia non funziona con loro” disse Sora, creando in mano una sfera di fuoco. “Ma non preoccupatevi. Noi sappiamo come trattarli”
    “Presto, attraversate il varco!” ordinò Dark.
    Immediatamente, i tre maghi seguirono l’ordine, sparendo dentro il varco, che si richiuse dietro di loro.
    “E ora?” chiese Hikari.
    “Direi che possiamo dare il via alle danze” rispose il custode dell’equilibrio, facendo sparire il Keyblade e creando una sfera di fuoco e una di ghiaccio.
     
    Impiegarono pochi minuti per sbaragliare gli Heartless.
    “Strano…” disse Dark. “È stato troppo facile…”
    “Di cosa ti lamenti?” chiese Sora. “Non è che devono per forza essere un esercito, sai?”
    “Stavolta sono d’accordo con Sora” disse Kairi.
    “Temo invece che Dark abbia ragione. Questa mossa potrebbe essere nientemeno che una trappola per tenerci lontani” rispose Hikari.
    “Lontani da cosa?” chiese Riku, prima che una voce fredda risuonasse per l’aria.
    “So che vi state preparando a combattere. I vostri sforzi sono futili. Non potete fermarmi. Io non voglio uccidervi. Nutro un enorme rispetto per gli insegnanti di Hogwarts. Non voglio versare sangue di mago.”
    Ci fu una breve pausa, durante la quale nessuno dei custodi parlò.
    “Consegnatemi Harry Potter e a nessuno verrà fatto del male. Consegnatemi Harry Potter e lascerò la scuola intatta. Consegnatemi Harry Potter e verrete ricompensati. Avete tempo fino a mezzanotte.”
    “Beh, la risposta direi che è più che chiara…” disse con un filo di voce Kairi.
    “E poi dici a me, eh?” fece Sora rivolto all’amico, che era ancora sorpreso per la risposta involontaria appena ottenuta.
    “E così avete conosciuto Voldermort, o come dicono quasi tutti, Colui Che Non Deve Essere Nominato” disse Dark, per poi cominciare a volare. “A questo punto direi che non ci resta nient’altro da fare che dirigerci al castello.”
     
    I cinque custodi impiegarono diversi minuti per raggiungere il castello e quando si trovarono ai suoi piedi, videro una figura nera allontanarsi verso una foresta lì vicino.
    “E quello chi era?” chiese Sora.
    “Nessuno di importante. Non per noi almeno” rispose Dark. “Ma direi che ora abbiamo qualcun altro di cui occuparci” continuò, evocando il Keyblade.
    Gli altri prescelti si girarono subito verso il punto dove Dark stava guardando e videro Rexenet, sospeso in aria, affianco a una persona dalla pelle bianca, quasi priva di naso, con gli occhi rossi e completamente privo di capelli.
    “Rexenet!” urlò Sora, evocando il Keyblade.
    “Ma l’altro chi è?” chiese Kairi.
    “Oh, che maleducato” rispose Rexenet. “Non vi ho presentato il mio nuovo socio, Lord Voldermort”
    “E così sarebbero questi i ragazzi di cui mi hai parlato?” chiese il Signore Oscuro, con la stessa voce che pochi minuti prima aveva riempito l’aria. “Non sembrano essere così pericolosi come me li hai descritti”
    “Umph!” sbuffò Sora. “Vieni e affrontaci, invece di stare in disparte, pelato!”
    Tutti si girarono verso di lui, sorpresi.
    ‘Maledizione…’ pensò Dark. ‘Cos’è che non ha funzionato?’
    Prima che qualcuno potesse replicare, Voldermort intervenne personalmente.
    “Come vuoi, moccioso. Avada Kedavra!” urlò, lanciando contro Sora il raggio verde.
    Ma prima che esso potesse raggiungere il suo bersaglio, Dark si mise in mezzo, venendo così colpito al suo posto, ma uscendone indenne.
    “Oh, capisco…” disse il mago. “Quindi quel ragazzo è immune alla magia…”
    “Non proprio” rispose Rexenet. “Diciamo solo che ha una grande resistenza alla morte. Non è così, Dark?”
    “Beh, possiamo dire che non è ancora arrivata la mia ora” rispose il custode, creando in mano una sfera di fuoco, che poi lanciò contro i due avversari, ma che venne tagliata a metà da Rexenet.
    “Qui ci penso io” disse. “Vai pure ad occuparti di Potter. Posso assicurarti che nessuno di loro interferirà”
    Voldermort non replicò e si limitò ad avviarsi verso la foresta.
    “Fermo!” urlò Sora, per poi cominciare ad inseguirlo, ma venendo fermato da una macchia nera di fronte a lui.
    “Maledizione! Altri Heartless!”
    “Spiacente Sora, ma stavolta ho di meglio” rispose Rexenet, con un ghigno stampato sul volto.
    “Credi forse che i Nessuno siano tanto diversi da battere?” chiese Hikari.
    “Oh, ma io non sto parlando di Nessuno”
    “Cosa?” chiese Dark. “Dimmi che non sei stato un tale pazzo da rievocarli!”
    “Ne devo dedurre che i tuoi predecessori ti hanno informato bene”
    “Di cosa state parlando?” chiese Sora, mentre dal varco davanti a lui cominciava ad uscire l’elmo di un armatura rossa, anticipando così un mostro che assomigliava vagamente alla Guardia di Ferro.
    “Sora, allontanati subito da lì!” urlò Dark. “Non cercare di attaccarlo!”
    Tutti rimasero per un secondo sorpresi.
    “Vedo con piacere che per una volta non sottovaluti il tuo avversario” asserì Rexenet, aprendo un varco oscuro dietro di lui. “Ci rivedremo presto, ammesso che riusciate a sopravvivere, ovvio” concluse, sparendo nelle tenebre.
    “Maledetto…” disse Dark, per poi rivolgersi agli altri.
    “Tutti voi, andate ad aiutare le persone che si trovano nel castello!”
    “Cosa? E tu cosa farai?” chiese Kairi.
    “Io…” rispose il custode, battendo un pugno sul pezzo di armature, che emanò una luce tale da avvolgerlo per poi dissiparsi dopo pochi secondi, rivelando Dark rivestito completamente dall’armatura. “Penserò a sistemare quella creatura!”
    “Ma che cos’è? Rexenet ha detto che non è né un Heartless né un Nessuno. È un mostro di questo mondo allora?” chiese Hikari.
    “No. È peggio. Ma per voi è ancora presto per saperlo” rispose Dark, evocando il Keyblade. “Ora basta perdere tempo! Andate!”
    Gli altri custodi stavano per protestare, ma la creatura li anticipò, creando davanti a sé una piccola sfera di luce, da cui partì un raggio che mancò di poco il gruppo, ma che demolì una parete del castello.
    “Allora buona fortuna Dark” disse Sora, per poi correre verso l’entrata del castello, da dove si cominciavano a sentire delle urla.
    “Fortuna… temo proprio che stavolta ne avrò molto bisogno” mormorò Dark, prima di volare contro il mostro preparandosi a colpirlo.
     
     
    “Voi che dite, ce la farà?” chiese Riku.
    “Beh, stiamo pur sempre parlando di Dark. Sinceramente, se dovesse far fatica lui, non so se potremmo avere qualche speranza di sconfiggerlo” rispose Hikari.
    “Ma tu proprio non sai che cosa fosse quella creatura?” chiese Kairi.
    “Non avevo mai sentito parlare di altre creature d’oscurità oltre agli Heartless e ai Nessuno. E sinceramente mi rifiutavo di credere che potesse esistere un’altra categoria” concluse Hikari, arrivando in un piazzale, dove rimasero sorpresi nel vedere decine e decine di persone, tutte armate di bacchetta, combattersi tra di loro.
    “Però… Stavolta sembra siamo capitati proprio in mezzo ad una guerra…” commentò Sora.
    “Ehi, voi, finalmente vi fate vivi!” esclamò Ron, apparendogli davanti.
    “Che succede?” chiese Riku.
    “Che succede?” ripeté Ron. “Succede che quelle creature sono apparse anche nel castello!”
    “Cosa?” disse Hikari. “Quindi Rexenet aveva già pianificato tutto… mentre noi dovevamo essere impegnati con quella creatura lui aiutava qui Voldermort lasciandogli gli Heartless…”
    “Beh, ad ogni modo dovete aiutarci! Noi non riusciamo nemmeno a scalfirli, e ora abbiamo anche altre grane a cui pensare”
    “Certo che quando aiuti una volta poi devi aiutare per sempre” disse Sora, scrollando le spalle ed evocando il Keyblade.
    Ma prima che potessero fare qualsiasi altra cosa, sopra di loro un’intera ala del castello saltò in aria, minacciandoli di schiacciare coi detriti.
    Hikari intervenne prontamente, ricoprendo tutte le persone lì vicino con un Protega. I detriti andarono a sbattere contro un muro invisibile, dopodiché furono avvolti da fiamme così calde da distruggerli.
    “E voi sareste SEMPLICI Babbani?!” chiese sorpreso Ron, sottolineando la parola semplici. “Non voglio sapere cosa sareste stati in grado di fare se eravate maghi!”
    “Pensa che il nostro amico è anche più forte di noi. O almeno, di me sicuramente. Non è bastato che fossimo in tre contro uno per batterlo” disse Sora.
    “Dove sono Harry e Hermione?” chiese Hikari, tagliando corto.
    “Non ne ho idea. Ci siamo divisi quando sono arrivati i mostri. E per di più ci sono Mangiamorte dappertutto!”
    “Senti” gli disse Hikari. “Tu torna a occuparti assieme agli altri maghi dei Mangiamorte. Noi penseremmo agli Heartless”
    “Va bene” rispose Ron, per poi correre via.
    “Direi che è decisamente nervoso, vero?” chiese Sora.
    “Tu non lo saresti?”
    “Basta chiacchiere! Sbaglio, o abbiamo alcuni Heartless da eliminare?” chiese Riku.
    I tre custodi entrarono immediatamente nel castello, anche se ora l’ingresso era quasi ridotto a un cumulo di macerie.
    In una sala vicino all’ingresso videro altri maghi intenti a combattere tra di loro, ma decisero di ignorarli e di proseguire, salendo le scale, ritrovandosi così di fronte agli Heartless.
    “Alcuni Heartless, eh?” chiese ironico Sora a Riku, mentre osservava l’intero piano del castello invaso dalle creature nere.
    “Tu non sbagli mai?” replicò l’argenteo, evocando il Keyblade.
    Ma prima che potessero dire altro, le loro voci furono sovrastate da un altro rombo dovuto ad un’esplosione, e da come cadeva la polvere dal soffitto, intuirono che era avvenuta al piano di sopra.
    “Sperando che questo posto rimanga in piedi sufficientemente a lungo” terminò Kairi, evocando il Keyblade e partendo all’attacco.
     
     
    Dark riuscì a schivare di poco un altro raggio della creatura.
    “Maledizione…” disse. “Non pensavo fosse così forte…” aggiunse, prima di distrarsi nel vedere Harry che si stava allontanando da solo verso la foresta.
    Ma quell’attimo di distrazione gli costò un pugno alla schiena da parte del mostro, che lo scaraventò a terra proprio vicino a Harry, che si girò subito verso di lui.
    “Tutto bene?” chiese, nascondendo in fretta un piccolo oggetto.
    “Non preoccuparti, non è niente” rispose il custode, rialzandosi, attivando subito lo Sharingan. “Tu piuttosto, non mi sembri uno al settimo cielo”
    “Da quella parte ci sono centinaia di persone che stanno combattendo e la colpa è tutta mia. Mentre io posso fare solo una cosa”
    “E allora sbrigati” rispose Dark. “La morte non è una cosa poi così dura da affrontare, sai?”
    Harry rimase sorpreso da quell’esclamazione.
    “Non provi a fermarmi?”
    “Perché dovrei? Se sei sicuro della via che vuoi seguire, non avrai nessun problema. Te lo dice uno che ci è già passato…”
    “Cosa intendi dire?”
    “Non c’è tempo per le spiegazioni. Entrambi abbiamo il nostro da fare. Tu devi occuparti di Voldermort, mentre io devo impedire a questo mostro di arrivare dagli altri” rispose Dark, per poi avvolgere il Keyblade col fuoco.
    “Non posso assicurare che su questo prato l’erba potrà ricrescere tanto presto, spero non vi dispiaccia” aggiunse, accennando un sorrisetto. “Ora vai!”
    Harry rimase lì un secondo, ma vedendo che il mostro si stava pericolosamente avvicinando a loro, si gettò addosso un mantello, diventando così invisibile, sparendo dalla vista.
    “E ora tocca a me!” urlò Dark, partendo all’attacco contro la creatura, impugnando il Keyblade.
    Ma prima che riuscisse a colpirla, una fitta al petto lo costrinse a fermarsi a mezz’aria.
     
    “Umph! Certo che sei diventato un rammollito. In passato non avresti esitato a sacrificare l’intero mondo per sconfiggere un nemico”
     
    Dark spalancò gli occhi sia per il dolore che per la sorpresa.
    Quella voce… non era la stessa che aveva sentito finora, era un'altra.
    La prima cosa che gli venne in mente fu che quella voce stessa emanava oscurità pura.
    Ma quell’attimo di dolore e di esitazione gli costò caro.
    Infatti il mostro, approfittando della situazione, gli diede un pugno diretto, facendolo volare contro il castello, con una forza tale da fargli sfondare la parete, gettandolo in un’enorme sala, in quel momento piena di persone intente a battersi a colpi di magie.
    Nessuno si sorprese per la parete che veniva colpita da qualcosa, ma quando videro che era stata una persona, la guardarono andare a sbattere contro una parete, che cedette in parte, sommergendola con le macerie.
    Dark impiegò qualche minuto per riuscire a riprendersi.
    Stavolta il colpo non solo lo aveva preso di sorpresa, ma era anche stato più che efficace.
    A quel punto Dark riuscì a liberarsi delle macerie che lo coprivano, per poi riemergere con l’armatura completamente coperta dalla polvere.
    “Ehi Dark, tutto bene?” chiese Hikari, che aveva visto dall’ingresso della sala la caduta dell’amico, anche se si era resa conto solo in quel momento che si trattava di lui.
    “Incredibile, è ancora vivo!” esclamò sorpreso Ron, guardando prima Dark e poi la parete che aveva demolito.
    “Cos’è successo?” chiese Sora.
    Dark riuscì ad alzarsi in piedi, anche se dovette appoggiarsi al Keyblade. “Mi ha colto di sorpresa. Mi ero fermato a parlare un attimo con Harry, e non sono riuscito a reagire in tempo…”
    “Harry?” chiese Hermione, arrivando in quel momento. “Vuoi dire che lo hai visto?”
    “Temo che tra qualche minuto tornerà…”
    “Perché dici che lo temi?”
    Nessuno dei due può vivere se l’altro sopravvive, non è così?” rispose il custode. “E così sarà. Vi conviene uscire, mentre noi pensiamo a sistemare quel mostro…”
    “Quale mostro?” chiese Ron, pochi instanti prima di vedere un’enorme mano coperta da un’armatura rossa sbucare fuori dal buco creatosi nella parete.
    “Da quando i giganti indossano armature?” chiese lui stupito.
    “Non è un gigante” rispose Hikari. “Ma non preoccupatevi, a lui ci pensiamo noi”
    “Ben detto” aggiunse Sora, preparandosi a combattere, mentre tutti gli altri correvano fuori dalla sala.
    Ma prima che i custodi riuscissero a cominciare l’attacco, la terra sotto di loro iniziò a tremare.
    “E ora cosa succede?” chiese Riku, cercando di rimanere in piedi.
    “Non può essere quella creatura!” urlò Dark. “Non può alterare la struttura di un mondo a tal punto da farlo tremare!”
    Poi, sotto i loro occhi stupiti, un varco di luce apparve di fronte al mostro, e veloce come il vento, qualcosa ne uscì fuori, dirigendosi contro la creatura, trafiggendola alla testa.
    Per alcuni secondi, i custodi lo osservarono rimanere immobile, per poi cadere per terra, cominciando a svanire.
    “Cosa… Cos’è successo?” chiese Kairi.
    A rispondergli, fu l’oggetto che aveva eliminato la creatura, che ora stava tornando indietro.
    “Ma quello… è un Keyblade!” esclamò Sora, per poi cercare di osservarlo meglio.
    Aveva una forma strana: era di colore marrone chiaro, con i contorni dorati e l’impugnatura azzurra.
    E in quel momento stava ritornando in mano al proprietario, che era completamente ricoperto da un’armatura dello stesso colore, e che stava uscendo in quel momento dal varco.
    “Impossibile!” urlò Hikari.
    “Ma quello… come fa a trovarsi qui?” chiese stupito Sora, riconoscendo il nuovo arrivato.
    “Tu lo conosci?” chiese Kairi.
    “L’ho incontrato poco prima di dirigermi al Mondo che Non Esiste. È uno degli avversari più forti che io abbia mai incontrato. Potrebbe essere anche più forte di Xemnas!”
    Riku invece rimase in silenzio.
    “Quel Keyblade…” disse. “Perché non mi è nuovo?”
    “Terra!” lo chiamo Hikari. “Allora sei ancora vivo!”
    L’armatura si volto verso di loro, ma non disse nulla.
    “Terra?” chiese sorpreso Sora. “Lo hai già incontrato?”
    “Sinceramente non lo conosco bene. So che era un grande amico di Ventus, ma dato che la scuola era andata distrutta, credevo che anche lui…”
    Il cavaliere però non rispose, si limitò a girarsi e a rientrare nel varco, che si richiuse dietro di lui.
    “Accidenti… Non è proprio un tipo da molte parole…” disse Sora.
    Dark rimase in silenzio per qualche secondo.
    Poi, come se niente fosse, il castello si illuminò completamente, mentre il Keyblade di Dark cominciò a muoversi da solo verso il cielo.
    Come ormai i custodi erano abituati a vedere, nel cielo apparve l’enorme serratura del mondo, che venne chiusa subito da Dark.
    “Abbiamo finito anche qui” disse lui, facendo sparire il Keyblade e aprendo un varco. “Possiamo andare?”
    “E Harry e gli altri?” chiese Kairi.
    “Oh, non preoccuparti” rispose Hikari. “Se la caveranno senza problemi” concluse, per poi attraversare il varco seguita dai compagni.

    Edited by darkroxas92 - 28/10/2010, 18:14
     
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    *batte manine* Bello bello, bravo bravo :3 *fa la gnorri sul fatto di averlo letto in anteprima*
    Come ti ho già detto, la scelta del mondo di Harry Potter è stata geniale, c'è praticamente di tutto XD Bellissima la scena dove parlano della pietra filosofale XD
    Ma ora mi aspetto il prossimo capitolo, che non vedo l'ora di leggerlo *-*
     
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  5. francix94
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    bel capitolo
    uh non pensavo che gli unversed erano così forti da mettere in difficoltà dark o_O
    invece l'armatura di Terra ha steso l'unversed con un colpo di keyblade O_o
    ps:
    SPOILER (click to view)
    credo che capirai perché ho detto "l'armatura Terra" e non semplicemente "Terra" :D


    Edited by francix94 - 13/7/2010, 16:28
     
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    sinceramente non mi aspettavo la comparsa dell' "armatura di terra", pensavo fosse stato light, comunque hai fatto bene ad inserire Hogwarts
    SPOILER (click to view)
    dato che Harry Potter è uno dei miei film preferiti

    capitolo ottimo, non ci sono errori
    SPOILER (click to view)
    ma sapete che non ho ancora capito il poterre della pietra filosofale di Harry Potter xD
     
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    Ok, stavolta fortunatamente sono stato più veloce nel scrivere il capitolo.
    Come avete visto nel precedente capitolo, ho gettato le basi per quanto riguarda la storia di bbs, ma come già detto, per chi non sa la storia, aspetterò ancora a rivelare ciò che potrebbe risultare importate, perciò mi limiterò solo ad acceni.
    Preciso fin d'ora che il "mondo" che ho scelto per questo capitolo non lo conosco proprio bene, non avendo mai visto tutta la serie (cosa che se avessi fatto adesso, probabilmente avreste avuto il capitolo molto più in là) e questo è il motivo dei pochi personaggi presenti. Spero solo risulti lo stesso di vostro gradimento.
    Come ultimo avvertimento, vi dico che potrebbe esserci una scena che alcuni potrebbero vedere come... cruenta (o almeno, a me da' quell'impressione).
    Detto questo, ecco le risposte alle recensioni:
    @ Liberty89: Mi fa piacere sapere che alla fine la scelta di Harry Potter non si sia rivelata malvagia, sebbene l'avessi già usata nella mia precedente fan fiction (anche se in maniera totalmente diversa). Spero che anche questo sia di tuo interesse.
    @ francix94: Beh, ho voluto creare un po' di difficoltà in più, per questo era "leggermente" più forte del normale. Per quanto riguarda Terra... bisognerà aspettare un po' per i svillupi.
    @ Armitrael: beh, personalmente Harry Potter è il mio libro preferito, perciò non potevo non metterlo XD. Per quanto riguarda la pietra filosofale, se ben ricordo (nn ho voglia di andare a recuperare il lobro XD) semplicemente può trasformare i metalli in oro e creare l'elisir di lunga vita.
    E ora, buona lettura

    Capitolo 35: Malefica - Torna all'indice dei capitoli
    “Come sarebbe a dire che non ti ricordi come si chiamano?!” chiese Sora urlando.
    “Mi dispiace, ma è così. Non ho il completo accesso ai ricordi dei miei predecessori, so solo che appartiene ad una terza categoria di creature d’ombra. Ma tutti credevano che ormai non esistessero più”
    “Fantastico…” sbottò Riku. “Come se gli Heartless e i Nessuno non fossero sufficienti per conto loro!”
    “Ma com’è possibile che Rexenet abbia sotto controllo anch’essi?” chiese Hikari. “Mi rifiuto di credere che possa esistere una persona in grado di controllare ben tre categorie di creature d’oscurità!”
    “Non ne ho la più pallida idea” ammise Dark. “Malefica non può essere stata in grado di insegnarli cose che lei stessa probabilmente ignora.”
    “E con quel custode come la mettiamo?” chiese Sora. “Al momento ci ha aiutato, ma in futuro? L’ultima volta che l’ho incontrato aveva nominato Ventus e un’altra persona, per poi dire che non ero io che aveva scelto. Infine, dopo aver ripetuto più volte Xehanort mi ha attaccato. Chiedete a Pippo e Paperino che cosa significhi affrontare quell’essere!”
    “Aspetta!” lo interruppe Hikari. “Hai detto che oltre a Ventus ha nominato un'altra persona?”
    “Si, ma non riesco a ricordarmi il suo nome…”
    “Ad ogni modo…” disse Dark, dirigendosi verso i monitor. “Avremmo tempo per fare luce su questo mistero. Secondo me, non vedremmo per un po’ nessun’altra di quelle creature”
    “Cosa te lo fa pensare?”
    “Non vi siete chiesti come mai, se fosse stato in possesso di altre creature simili, ne avrebbe mandata solo una contro di noi, per poi affiancarla con semplici Heartless?”
    “Effettivamente, non ha molto senso. Se una sola di loro è riuscita a mettere in difficoltà pure te, con più di una avrebbe avuto partita vinta…” disse Sora.
    A quelle parole Dark si perse un attimo nei suoi pensieri.
    Aveva deciso di non rivelare il vero motivo per cui era stato colpito da quell’essere. Dopotutto, nemmeno lui sapeva con precisione che cos’era successo.
    Quella voce era stata solo un frutto della sua immaginazione dovuto a quel dolore improvviso? E se era così, come mai gli era venuto quell’attacco al cuore?
    “Ehi, Dark, che ti prende?” chiese Kairi, interrompendo così i suoi pensieri.
    “Uh? No, niente…” rispose lui, per poi venire sovrastato dall’allarme proveniente dai monitor.
    “A quanto pare Rexenet non conosce il significato della parola vacanze…” disse Sora. “Speriamo solo che stavolta non ci ritroviamo nuovamente circondati da una banda di assassini o ladri”
     
     
    “Beh Sora, ti dirò che quasi quasi preferivo il nostro benvenuto classico” disse Riku, non appena furono usciti dal varco.
    Infatti si erano subito ritrovati zuppi, dato che pioveva a dirotto.
    “Eh eh…” rispose ridendo il castano, mettendosi la mano dietro la testa.
    “Uff… Effettivamente nemmeno a me piace l’idea di stare sott’acqua” disse Dark, creando sopra di loro un piccolo scudo trasparente, facendolo così fungere da ombrello.
    “Uao… Questa ancora non l’avevo vista…” commentò Kairi.
    “Beh, va bene tutto, ma quando pioveva avevo qualche difficolta ad allenarmi, così ho dovuto imparare ad usare questa magia in questo modo” rispose Dark. “Ora possiamo anche cercare gli Heartless o chi altro ci sarà. Tanto non credo troveremo tante persone in giro con questo tempo”
     
    I cinque custodi girarono per le vie di quella città fortunatamente senza problemi.
    Come previsto da Dark, quella pioggia teneva tutti chiusi in casa all’asciutto.
    “Beh, però qui non c’è proprio nessuno. Siamo sicuri di esser scesi sul mondo giusto?” chiese Sora, cominciandosi a stufare della mancanza totale di persone, Heartless e Nessuno.
    “Ne dubito fortemente. Molto probabilmente abbiamo solo sbagliato zona” rispose Riku, prima di sentire una voce avvicinarsi dietro di loro.
    “…e ovviamente ci mancava pure questa pioggia fredda, come se non fosse abbastanza…” disse una ragazza dai capelli rossi raccolti in una coda, che stava camminando dietro di loro, senza correre e priva d’ombrello, con lo sguardo verso il basso, e che sembrava avvolta nei suoi pensieri.
    Tanto che non si accorse nemmeno di andare verso il gruppo di Dark, fino ad arrivare sotto il loro ombrello provvisorio.
    Inizialmente non si accorse dell’improvvisa mancanza di pioggia, tanto che passò in mezzo ai custodi per poi uscire nuovamente dalla zona coperta, ritrovandosi nuovamente sotto la pioggia.
    Poi, come illuminata, si fermò improvvisamente.
    Dark però fece sparire immediatamente la protezione sopra di loro, con grande disapprovazione degli altri, in modo tale che la ragazza pensasse di esserselo solo immaginato.
    “Uh, che strano… mi era sembrato che per un momento avesse smesso di piovere…” disse lei girandosi, notando così i cinque ragazzi.
    “E voi chi siete?” chiese. “Non mi pare di avervi mai visto prima…”
    “Ecco… siamo di passaggio. Abbiamo deciso di fare il giro del mondo, e ora siamo capitati qui…” disse Sora, dicendo la prima scusa che gli veniva in mente.
    Dark stava già per riprenderlo, quando la ragazza parlò per prima.
    “Dite la verità, state girando il mondo per allenarvi, vero?”
    I custodi rimasero un secondo in silenzio.
    Fu Kairi a prendere parola: “Emh… si, proprio così. Non volevamo dirlo perché sembra un po’ assurdo che qualcuno lo faccia realmente…”
    “Bah, io non ci trovo niente di strano. Anch’io sono andato in giro per il mondo con mio padre, per cui ormai ci sono abituato” rispose la ragazza.
    Dark rimase un attimo a ripetersi mentalmente la frase detta dalla ragazza.
    ‘Perché ha parlato al maschile?’ si chiese, sorpreso da quel particolare.
    Evidentemente era stato l’unico ad accorgersi di quel particolare, perché gli altri non sembrarono notarlo.
    “Comunque, mi pare di capire che non abbiate un posto dove dormire, giusto?”
    “Beh, a dir la verità, abbiamo lasciato le nostre tende fuori città” rispose Hikari.
    “Se volete potete venire da me. In questi giorni ci sono solo una mia amica e mio padre, ma solitamente quella casa è piena zeppa, quindi non credo rifiuteranno di ospitarvi”
    “Beh, ecco… vedi, ci dispiace, ma non possiamo accettare”
    “Suvvia, non fatevi problemi. Al massimo sarò io quello a rischiare di più…” disse, abbassando il tono di voce alla seconda frase.
    I custodi si guardarono tra di loro.
    “E va bene… Ma sappi che se dovesse accadere qualcosa di strano per le strade, dovremmo andarcene subito per la vostra incolumità” rispose Dark.
    “E che cosa siete? Alieni in fuga dal loro pianeta?” chiese la ragazza ridendo.
    “No, no, non siamo alieni” rispose Riku, per poi cominciare a seguire la ragazza assieme agli altri”
    “Umh… Sai, quel tono di voce di prima l’ho già sentito…” disse Kairi, mettendosi a pensare. “Non è lo stesso che aveva Ed quando doveva andare da Winry con l’automail rotto?”
    “Si, in effetti hai ragione…” commentò Sora. “Tipico di chi ha paura di recarsi da qualcuno…”
    “Lo stesso motivo per cui sei stato via per un intero anno?” chiese la custode, facendo una piccola risata.
    “E-Ehi, e questo che cosa centra?”
    “Non credo voi possiate capire…” disse la ragazza, abbassando lo sguardo.
    “Dopo che hai visto una ragazza tirare un intero set di attrezzi da lavoro in testa al suo ragazzo solo perché ha rotto un… possiamo definirlo oggetto, devi riconsiderare molti tuoi punti di vista sulla tollerabilità, credimi” rispose Riku.
    “Beh, sempre un motivo più valido rispetto ad una semplice litigata. E poi non è l’unico problema… credetemi, la situazione è più complicata di quanto possiate immaginare…”
    “Beh, siamo tipi di larghe vedute. E poi abbiamo visto di tutto, anche se non possiamo raccontarlo in giro” rispose Sora.
    “E se tu evitassi di farlo magari prima o poi riusciremmo in questo proposito” lo ribeccò Hikari.
    Sora a quel punto rimase in silenzio, e il gruppo continuò a seguire la ragazza, finché non si fermarono davanti ad una villa.
    “Eccoci arrivati” disse la ragazza. “Entrate pure e…”
    Ma mentre stava parlando, la porta d’ingresso saltò come in aria, e qualcosa di nero e bianco si diresse verso la ragazza.
    I custodi evocarono di riflesso i Keyblade, ma proprio mentre stavano per attaccare, si accorsero che si trattava di un enorme panda.
    Come se niente fosse, la ragazza fece un salto, in modo tale da risultare più in alto dell’animale, e poi gli diede un forte calcio sulla testa, facendolo finire contro un muro.
    “PADRE DEGENERE!!!” gli urlò dietro. “Possibile che non perdi mai l’occasione per cercare di cogliermi di sorpresa?!”
    I custodi guardarono i due decisamente sorpresi.
    “P-Padre?!” chiese stupito Sora, mentre lui e gli altri facevano sparire i Keyblade. “M-Ma è un panda!”
    La ragazza, sentita la domanda, cominciò ad agitare le mani.
    “N-No, non è così, lo chiamo padre solo come soprannome, ma non è realmente mio padre…”
    “RANMA!!!” urlò una voce femminile proveniente dalla casa, anticipando un tavolo che ruppe una finestra, diretto contro la ragazza, che riuscì a schivarlo per pochi secondi.
    “Un… tavolo…” disse Riku, quasi non credendo ai propri occhi “Buttato… fuori da una finestra… come se niente fosse…”
    “Akane, sei forse impazzita?!” urlò Ranma, rivolto alla ragazza dentro la casa, che per tutta risposta gli tirò dietro anche una serie di sedie.
    “TU!” urlò la ragazza, che stava uscendo in quel momento da ciò che restava dell’ingresso. “Vedo che non ti manca il coraggio per ritornare così presto dopo la figura che mi hai fatto fare!”
    “Oh, ancora con quella storia. Solo perché ti ho battuta a quell’incontro a scuola…” rispose la rossa, evitando per un pelo un'altra sedia.
    “Non è solo per quello, e lo sai bene! Se tu non avessi cominciato a vantarti come sei solito fare non me la sarei presa, e lo sai bene!”
    “Ok Akane, ma potremo rimandare a dopo la discussione? Abbiamo ospiti…” disse, indicando i cinque custodi, che erano rimasti a guardare la scena senza osare proferire parola.
    Akane rimase qualche secondo ad osservarli, per poi guardare ciò che rimaneva della facciata della casa e di buona parte del mobilio.
    “Ah… emh… volete entrare?” chiese poi.
    “Se non rischiamo niente volentieri…” disse Sora.
    “SORA!” lo riprese Kairi. “Non dire così!”
    “Oh, non preoccuparti, sono abituata a certe battute sarcastiche”
    “Come ha dimostrato prima…” disse Ranma.
    Ma lo sguardò con qui Akane la guardò la zittì seduta stante.
    “Noi due parleremmo per bene dopo, e lontano da qui in modo da non disturbare i nostri ospiti con le tue urla di dolore. E vai a recuperare tuo padre da quel muro!”
    “Non ordinarmi cosa devo fare!”
    “Vuoi forse combattere ancora?!”
    “Volentieri! Tanto sai già che sono più forte di te!”
    Ma prima che le due potessero cominciare ad attaccarsi a vicenda, fu il panda stesso a mettersi in mezzo, impendendo cosi alle due di scontrarsi, ma in compensò ricevendo in pieno i due calci, che lo spedirono in cielo.
    “Ok, è ufficiale: Sakura e Winry hanno altre due concorrenti per il torneo ‘La ragazza più forte’…” disse piano Sora, per non farsi sentire.
    Fortunatamente, sembrò che alle due ragazze fosse bastato picchiare qualcuno, dato che rientrarono in casa piuttosto calme, ignorando completamente il panda che ricadeva a terra, finendo in un piccolo laghetto che si trovava nel giardino.
    “Emh… non per dire, ma non dovremmo aiutarlo?” chiese Kairi.
    Ma con sua grande sorpresa, il panda tirò fuori dal nulla un cartello con scritto sopra ‘Non importa, tanto ci sono abituato…’
    “Ah, ok…” rispose la custode, leggermente scioccata, per poi rivolgersi a Sora. “Ma solo a me sembra strano?”
    “Sai com’è, quando diventi un tritone, un leone, un mostro d’halloween o un cartone animato, vedere semplicemente un panda che ti risponde con un cartello non crea nessuna preoccupazione. Certo, nel caso impossibile che dovessi vedere una ragazza che diventa un ragazzo allora sì che mi preoccuperei della mia salute mentale” rispose lui ridendo.
    “Si, certo. E perché non un umano in un animale già che ci siamo” disse Riku, per poi ricevere uno sguardo dagli altri custodi. “Ah già, Jake e gli altri, che sbadato…”
    Ranma, nel frattempo, come Akane, era rimasta paralizzata alla frase di Sora.
    “È successo qualcosa?” chiese Kairi.
    “N-No, niente. Semplicemente non riesco a capire i vostri discorsi, tutto qui”
    “Credici, meglio così” rispose Dark. “E poi, se noi ti spieghiamo questo, voi potreste spiegarci come mai Ranma parla di se stessa al maschile…”
    Ranma a quel punto cominciò a sudare freddo.
    “N-No, dev’essere stata la tua immaginazione. Non mi pare di averlo fatto…” disse agitando le mani per negare.
    “Umh… sarà. Ma non ha importanza. Dopotutto non siamo qui per farci i vostri affari” disse Hikari, mentre entravano nella casa.
     
    “Allora…” disse Akane, mentre portava una brocca d’acqua calda per il tè sul tavolo, dove aveva fatto alloggiare gli ospiti “Come mai siete da queste parti?”
    “Stiamo cercando una persona” rispose Dark. “Per chiudere i conti in maniera definitiva.”
    A quelle parole Ranma e Akane si aspettavano una reazione dagli altri, che però non arrivò.
    “E… come si chiama questa persona? Forse ne abbiamo sentito parlare…” chiese Ranma.
    “Il suo nome è Rexenet. Ma se ne aveste sentito parlare o addirittura incontrato, a quest’ora probabilmente non sareste qui a parlarne”
    “Da come ne parli si direbbe un serial killer…”
    “Quella è una parola leggera per lui” rispose Sora. “Con quello che ha fatto e che vuole fare, serial killer è quasi un complimento…”
    “Che cosa può aver mai fatto? Ha forse distrutto un pianeta?”
    “No, finora siamo riusciti ad impedirlo” disse tranquillamente Dark, per poi prendersi una tazza di tè.
    “Scusate la domanda…” intervenne Ranma “Ma voi da dove ven-”
    Ma Ranma venne interrotta da Kairi, che si era allungata sul tavolo per prendere anche lei la brocca, ma per farlo si era messa a dondolare avanti con la sedia, con il risultato che era caduta proprio sul tavolo, facendo così finire in volo la brocca d’acqua calda, che cadde addosso a Ranma.
    Ranma cadde all’indietro per via della temperatura dell’acqua.
    “S-Scusate!” disse imbarazzata Kairi, per poi andare a soccorrere Ranma.
    Ma una volta vicina a lei, arretrò.
    “Accidenti…” disse una voce maschile, proveniente proprio da dove si trovava Ranma. “E io che speravo di non dover fare questa figuraccia anche con degli stranieri…”.
    A quel punto Ranma si alzò in piedi, con il risultato di far cadere Sora e Riku all’indietro e lasciando Dark e Hikari parecchio sorpresi.
    Infatti ora non erano più di fronte ad una ragazza dai capelli rossi, ma bensì ad un ragazzo dai capelli neri, che era vestito uguale identico a Ranma.
    “S-Sapevo che era sospetto che parlasse al maschile, ma da lì a pensare che fosse un maschio ce ne passava di strada” disse Hikari.
    “O-Ok, come direbbe Marco, ora sì che ho bisogno di un bravo psicologo” aggiunse Sora, rialzandosi a fatica.
    “Ma cos’è, Vanitas aveva il potere di prevedere il futuro?” chiese Kairi. “Cioè, se Sora ha ereditato i suoi poteri, com’è che ora tutte le cose assurde che dice si realizzano?”
    “Suvvia Kairi, non esageriamo” disse Riku, cercando senza successo di rimanere calmo.
    “Sigh… per una volta che facciamo realmente di tutto per non farlo scoprire…” commentò Akane. “Sembra proprio che questa tua maledizione sia maledetta in tutto e per tutto…”
    “Grazie mille, eh…” rispose Ranma, per poi guardare i cinque custodi, ancora evidentemente scossi.
    “Emh… cosa posso dire in più? Avete scoperto il mio segreto… Eh eh eh…”
    “Ranma, si può sapere che succede? Hai litigato ancora con Akane?” chiese un uomo che aveva gli occhiali ed era vestito di bianco, entrando in quel momento nella stanza, trovandosi così di fronte i cinque custodi.
    “Ah, vedo che lo hanno scoperto…” disse semplicemente. “La mia vergogna di padre…”
    Per tutta risposta, Ranma lo colpì con un calcio in pieno volto, facendolo volare in giardino direttamente nel laghetto.
    “Non perde mai l’occasione…” disse lui.
    “Ti piace proprio prendere a calci chiunque, eh?” chiese Riku. “Prima quel panda, ora quell’uomo…” ma non fece in tempo a finire la frase che dal laghetto saltò fuori il panda gigante, che senza mezzi termini prese Ranma e li fece fare la stessa fine dell’uomo di prima.
    “Perdonateli” disse Akane rivolta ai custodi. “Spesso e volentieri si dimenticano che non sono da soli…”
    Prima che i custodi potessero replicare, dal laghetto sbucò fuori Ranma, solo che stavolta era nuovamente una ragazza.
    “Maledetto di un padre…”
    Il panda per tutta risposta, tirò fuori un altro cartello ‘Hai cominciato tu…’
    “Q-Quindi, se ho capito bene, quel panda è realmente il padre di Ranma?” chiese Kairi ad Akane.
    “Si, anche se come avete visto prima, non è il suo reale aspetto…”
    “Temo che ci convenga spiegargli tutto con calma…” rispose Ranma, riempiendo nuovamente da un lavandino la brocca d’acqua calda, che poi si buttò nuovamente addosso, ridiventando un ragazzo.
    “Vi trasformate semplicemente bagnandovi?” chiese Dark.
    “Più precisamente a seconda della temperatura dell’acqua” precisò Akane.
    “Beh, noi ne abbiamo viste parecchio, ma non avevamo mai sentito qualcosa del genere. Di umani in animali si, ma di un ragazzo che diventa ragazza e viceversa mai”
    “È tutta colpa di quel vecchio” disse Ranma, gettando la brocca d’acqua calda sul panda che si ritrasformò così nello stesso uomo che era entrato prima.
    “Vecchio a chi? Cerca di dimostrare un po’ di rispetto per tuo padre!”
    “Rispetto per uno che mi ha condannato ad una vita del genere? Certo che ne hai coraggio!”
    “Tu ti lamenti? E io cosa dovrei dire, con una vergogna del genere come figlio?”
    Ranma stava già saltando contro il padre, mentre egli stava facendo la stessa cosa contro il figlio, quando Dark si mise in mezzo fermando entrambi con le mani.
    “Scusate, ma sinceramente sono un po’ stufo di vedervi ammazzare ogni volta” disse lui, per poi tornare al suo posto.
    “L-Li ha fermati come se niente fosse…” commentò stupita Akane, mentre i custodi ormai erano abituati a scene simili.
    Anche Ranma e il padre rimasero completamente spiazzati.
    Per loro era la prima volta che qualcuno riusciva a fermare i loro attacchi come se niente fosse.
    “C-Come ci sei riuscito?” chiese Ranma.
    “Per uno che è stato rifiutato anche dall’oblio non risulta difficile.”
    “Rifiutato dall’oblio? Cosa intendi?” intervenne Akane.
    Dark abbassò lo sguardo, per poi fare una piccola risatina.
    “Il mio corpo è stato completamente disintegrato, eppure come vedete sono ancora qui…”
    “D-Disintegrato? Questo significa che s-sei…” disse Ranma, cominciando ad indietreggiare.
    “No, non sono un fantasma. Non ho ancora capito bene come, ma il mio corpo si è in qualche modo salvato, permettendomi il ritorno…”
    “Come se non accettasse il tuo ritiro…” aggiunse Akane, intuendo cosa volesse dire il custode.
    “E come potrebbe accettarlo?” chiese una voce, proveniente da fuori.
    Una voce che ridestò in Riku una rabbia sopita.
    “Questa voce…” disse lui, alzandosi. “Malefica! Dove sei?”
    Immediatamente, di fronte a loro apparvero dal nulla delle fiamme verdi, dalle quali uscì la strega, da sola.
    “Vedo che stavolta non ti sei portata nessuno dietro” disse Hikari, evocando il Keyblade. “Peggio per te!”
    “Non ho bisogno di loro per sconfiggervi” rispose Malefica.
    “E quella chi è?” chiese Ranma.
    “La responsabile della quasi avvenuta fine dei mondi di qualche anno fa” rispose Riku, evocando anche lui il Keyblade. “È riuscita a manipolarmi usando la mia oscurità, permettendo così, sebbene involontariamente, che un pazzo s’impossessasse del mio corpo, e con quello era arrivato ad un passo dal distruggere tutto!”
    “COSA?!” urlarono i tre abitanti del mondo.
    “Vuoi dire che abbiamo rischiato di sparire nel nulla, e non se ne siamo nemmeno accorti?” disse stupita Akane.
    “A quanto pare è così… un motivo in più per prendere quella specie di cornacchia a calci!” urlò Ranma, lanciandosi contro la strega.
    “Povero stupido” disse lei, rispedendo indietro Ranma senza nemmeno toccarlo, facendogli così sfondare un muro.
    “Che cosa vuoi da noi?” chiese Dark, attivando immediatamente l’armatura.
    “Oh, vedo che sei già sul piede di battaglia, custode dell’equilibrio.” Rispose Malefica. “Peccato che non hai possibilità di vittoria!”
    “Lo vedremmo, strega!” gli urlò di rimando Sora, evocando anch’egli il Keyblade.
    “Oh, e chi abbiamo qui? Vanitas…”
    “Lui non è Vanitas!” urlò Kairi, preparandosi a combattere.
    “Siete in grado di dimostrarlo? Chi vi dice che finora non abbia solo finto di essere il vostro amico?”
    “Come osi?” tuonò Riku. “Siamo suoi amici, credi forse che siamo così stupidi?!”
    “Riku, sta zitto” disse Sora, lasciando tutti sbigottiti.
    “Ma… Sora, lei ha det-” cominciò Kairi, prima di venire interrotta dal custode.
    “So benissimo cos’ha detto. Non sono sordo. Ed è per questo che vi chiedo di farvi da parte.” Continuò lui, mettendosi di fronte a Malefica, con il Keyblade pronto ad attaccare. “Ci penserò io personalmente a lei!”
    Dark rimase per qualche secondo in silenzio, poi cominciò ad allontanarsi.
    “Come vuoi, Sora. Cerca solo di non sottovalutarla” disse, per poi andare a curare Ranma, che aveva riportato giusto qualche ferita.
    “Accidenti… quella… cosa non solo mi ha respinto come niente fosse, ma è anche riuscita a ferirmi… e dire che non so quante volte ho demolito case uscendone praticamente indenne” disse lui, senza accorgersi al momento che le sue ferite si stavano rimarginando da sole.
    “Ma Dark, non possiamo lasciarlo combattere da solo!” protestò Kairi.
    “No, Dark ha ragione. Se Sora desidera affrontarla da solo, è libero di farlo. Che però sia chiaro:” disse Hikari, rivolta al custode. “se sarai in difficoltà, noi interverremo, che tu lo voglia o no!”
    Sora sorrise.
    “Non ce ne sarà bisogno…”
    “E così credi veramente di potermi sconfiggere?”
    “Oh, no, non lo credo… ne sono certo!” rispose il custode, mentre attorno a lui cominciava a crearsi una specie di campo elettromagnetico.
    Ma prima che qualcun altro potesse replicare, Sora partì a tutta velocità contro Malefica, pronto ad affondare il Keyblade, ma venne intercettato dal bastone di quest’ultima, dal quale partirono una serie di fiammate che colpirono in pieno Sora, che fu costretto ad arretrate per guarirsi le bruciature.
    Non passarono che pochi secondi che il custode ripeté l’attacco, stavolta creando nella mano libera una sfera di ghiaccio, che lanciò contro la strega, che rispose con le sue fiamme, creando così una nebbia che avvolse i due combattenti.
    “P-Pazzesco!” disse Ranma. “Ma com’è possibile? Quel ragazzo ha appena creato dal nulla del ghiaccio! Mentre quella strega del fuoco!"
    “Semplice” rispose Dark. “Noi tutti siamo in grado di farlo, e questo perché siamo custodi, persone che sono state scelte per impugnare il Keyblade, quella spada a forma di chiave che ci avete visto evocare.”
    “A questo punto, più che da quale città venite, temo dovremmo chiedervi da quale pianeta, vero? Non credo che qui ci possa essere qualcuno così forte” disse Akane, mentre un nuovo colpo tra il Keyblade di Sora e il bastone di Malefica creò una nuova folata di vento.
    “Questo… non possiamo rivelarvelo. Abbiamo già violato il nostro tabù, di più non possiamo dire” spiegò Hikari.
    “SORA!” urlò Kairi, mentre l’amico veniva sbalzato all’indietro, perdendo il Keyblade dalla mano.
    “Ugh…” disse lui, rialzandosi e rievocando l’arma. “Non è ancora finita!”
    “Invece credo proprio di si!” urlò Malefica, alzando lo scettro e venendo avvolta dalle fiamme. “Immagino che tutti voi vi ricordiate di questa forma, vero?”
    Sora e Riku spalancarono gli occhi.
    “E come potremmo dimenticarla…” rispose l’albino, stringendo i pugni, mentre davanti a loro appariva al posto della strega un drago verde e nero, che cercò subito di colpirli con una fiammata.
    Fu Dark a creare immediatamente una barriera attorno ai presenti.
    “I-I-Impossibile! È diventato un drago?!” urlarono sorpresi Ranma e Akane. Invece il padre di Ranma se l’era data letteralmente a gambe.
    “Tsk. Credi forse di spaventarmi?” chiese Sora, per poi alzare il Keyblade verso il cielo. “Lascia che ti mostri un potere a te sconosciuto”
    Non appena ebbe finito di parlare, attorno al custode si alzò un fortissimo vento, tale da sollevare anche alcuni pezzi di terra sotto di lui.
    In pochi secondi oltre al vento cominciarono a crearsi dal nulla anche dei piccoli fulmini, che cadevano solo attorno a lui.
    Dark cominciò a preoccuparsi.
    “Non ha usato quel potere quando ha combattuto contro di me…” disse. “Perché lo avrebbe dovuto tenere nascosto?”
    “Cosa vuoi dire?” chiese Kairi.
    “Sta dicendo che quel potere lo ha ottenuto dopo il torneo. Ma a questo punto la domando è: quando?” le rispose Hikari.
    “Non potrebbero essere i poteri di Vanitas?” azzardò Riku.
    “Forse, ma dobbiamo sperare di no. Non avete notate che sta lentamente perdendo il controllo di se stesso?”
    A quella frase di Dark, gli altri si girarono verso Sora, che era ancora circondato dal vento e dai fulmini.
    I suoi occhi avevano perso quella vitalità che gli apparteneva, e Riku avrebbe giurato di aver visto una leggere sfumatura dorata sopra il loro azzurro.
    “Cosa possiamo fare?” chiese Kairi. “Non possiamo far finta di niente!”
    “È crudele da dire, ma al momento ci conviene lasciarlo fare. Se ci mettessimo in mezzo, rischieremo solo di peggiorare la situazione”.
     
    Nel frattempo, il drago e Sora continuavano a fissarsi, senza che nessuno dei due facesse la prima mossa.
    Fu il custode a iniziare.
    Senza che nessuno se ne accorgesse, si portò sopra la testa del drago, sempre avvolto dal vento e dai fulmini, che sembravano seguirlo ovunque andasse, per poi tentare un affondo, che fallì.
    Il drago a quel punto cercò di colpirlo con una fiammata, ma il vento ebbe l’effetto di fai scivolare le fiamme a lato, lasciando incolume il custode, al quale bastò volare a lato per evitare una zampata della creatura.
    Poi, senza perdere un secondo, Sora portò in alto la mano libera, creando istantaneamente una sfera di fuoco enorme, che avrebbe potuto tranquillamente contenere al suo interno un’intera casa.
    Senza dire niente, lanciò la sfera contro l’avversario, che spalancò gli occhi mentre veniva investito dalla sfera, che dopo averlo avvolto, esplose, creando un’onda d’urto sufficiente a spaccare i vetri di tutte le case vicine, e a far letteralmente volare via tutti i presenti, tranne i custodi che riuscirono a rimanere, sebbene a fatica, al loro posto.
    “Ma quello non è normale! E detto da me è tutto dire!” urlò Ranma, aiutando Akane a rialzarsi.
    Ignorandolo completamente, Sora contemplò il risultato del suo attacco.
    Il drago era ancora intero, ma non si poteva definire sano.
    Sebbene il fuoco fosse il suo elemento, aveva parecchie bruciature su tutto il corpo, e faticava a respirare.
    “Non è ancora finita…” disse il custode, creando un’altra sfera, stavolta simile ad una nuvola.
    Ma quando il colpo raggiunse e circondò il drago, divenne un’enorme blocco di ghiaccio, che rinchiuse al suo interno l’avversario.
    Situazione che non durò a lungo, dato che il drago, grazie alla sua temperatura elevata, riuscì a sciogliere il ghiaccio.
    Ma non aveva fatto in tempo a liberarsi dei frammenti, che si ritrovò di fronte un Sora, senza Keyblade e con entrambe le mani impegnate a tenere una sfera gialla, più piccola delle precedenti e avvolta da piccoli fulmini.
    “Finiamola qui” disse lui, lanciando la sfera.
    L’esplosione fu tale da avvolgere completamente i due avversari, facendoli completamente sparire dalla vista degli altri.
    Come se non bastasse, quest’esplosione fu tale da costringere gli altri custodi ad alzarsi in volo per evitare di essere travolti dall’onda d’urto, che fu tale da abbattere l’intera facciata della casa.
    Quando il nuvolone dell’esplosione finalmente sparì, i custodi videro a terra un Sora privo di sensi, mentre di fronte a lui c’era Malefica, ancora in piedi sebbene gravemente ferita, con un corno che era stato reciso di netto.
    “Mal… Maledetto moccioso…” disse lei, cercando di rimanere in piedi. “Questa sarà l’ultima volta che interferirai con i miei piani. Addio, custode…”
    “Si, concordo in pieno. Questa sarà l’ultima volta che interferirà con i tuoi piani…” disse una voce.
    Sora riuscì ad aprire gli occhi, ma non riuscì ad alzarsi.
    Vide che Malefica, che era pronta per dargli il colpo di grazia, si era immobilizzata appena sentita la voce, e il motivo era più che evidente al custode.
    Infatti dal petto di Malefica fuoriusciva una punta dorata, e dietro di lei c’era una persona vestita di bianco, con il cappuccio che gli copriva il volto.
    E il mano aveva il Keyblade dorato.
    “Perché non avrai altri piani. Stavolta sarà la tua fine decisiva!” concluse Light, estraendo il Keyblade dal corpo della strega, che lasciò cadere a terra il suo bastone, facendolo così svanire nel nulla.
    “N-No! Non posso andarmene così!” disse lei, cercando di non perdere le forze rimastogli.
    Ma Light non se ne curò.
    “Addio… Malefica” disse, per poi colpirla in pieno con il Keyblade.
    I custodi la guardarono senza riuscire a credere ai loro occhi. Poi, senza nessun preavviso, la sua testa, che era rimasta per qualche secondo attaccata al corpo, come se niente fosse, si staccò e cade a terra, senza però riuscire a raggiungere il suolo e scomparendo prima, assieme al resto della strega.
     
    Il silenzio scese su tutti i presenti.
    Sora ancora faticava a crederci.
    Se non fosse stato per Light, probabilmente avrebbe fatto lui quella fine… Ma nonostante ciò non riusciva a credere alla crudeltà che aveva mostrato quel ragazzo, colpendo alle spalle e decapitandola.
    “E così… vedo che finalmente ti è tornata la memoria, vero fratello?” chiese Light.
    “Ma che sorpresa…” rispose Dark, digrignando i denti. “E così, sei anche tu un custode… Non me lo sarei mai aspettato…”
    “Lo stesso avrei potuto dirlo io quando l’ho scoperto. Ma tu eri sparito, e quanto ti ho ritrovato, non ti ricordavi più niente.”
    “Devi perdonarmi, ma non ero in condizioni di poter ricordare in quel momento. Se sei qui, ne deduco che vuoi combattere” rispose il custode dell’equilibrio, evocando il Balance.
    “Vorrei, ma mi sono reso conto che, per quanto odi ammetterlo, non sono ancora al tuo livello. Ho provato a battere Terra, ma non ci sono riuscito. E sono certo che tu sei all’incirca al suo stesso livello. Per questo per il momento sono costretto a rimandare”
    “E allora cosa sei venuto a fare qui?” chiese Riku. “E soprattutto, c’era così bisogno di infierire tanto su un avversario che ormai era quasi sconfitto?”
    “Ero qui di passaggio, quando ho avvertito la vostra presenza. Per quanto riguarda quella strega… se non l’avessi eliminata, lei avrebbe eliminato il vostro amico. Volevate veramente ciò?”
    “L’avremmo impedito!” urlò Kairi.
    “Umpf. Finché non entrerete nell’ottica che dovete essere spietati con i vostri avversari, non vincerete mai…” rispose il custode, per poi sparire in un varco.
    “Non cambierà mai…” disse Dark. “È sempre stato convinto di essere il migliore, per poi rendersi conto che non era così. Poi da quando si è messo in testa di volermi superare…”
    “S-Scusate, temo di aver perso qualche passaggio…” lo interruppe Ranma. “Cioè, prima c’è quell’esplosione che a momenti ci distrugge la casa, poi c’è la strega che sta per eliminare il vostro amico e poi dal nulla appare un altro che come se niente fosse la decapita?!”
    “Così pare” rispose Hikari.
    Riku rimase qualche secondo in silenzio, fissando il punto in cui colei che l’aveva manovrato era scomparsa definitivamente.
    “Riku…” lo chiamò Kairi, senza però sapere cosa dire.
    “È finita…” disse lui infine. “L’incubo di Malefica ha finalmente avuto un epilogo.”
    “Già…” confermò Sora, raggiungendo gli altri. “Ma mi duole ammettere che senza Light me la sarei vista brutta…”
    “Hai rischiato per tutt’altro motivo” gli disse Dark. “Ti rendi conto che ti sei praticamente lasciato impossessare dalla rabbia? Non eri nemmeno più in grado di ragionare lucidamente! Creare magie così potenti in un luogo abitato… è un miracolo che nessuno sia rimasto coinvolto!”
    Sora rimase spiazzato.
    “S-Scusatemi… Non sono riuscito a trattenermi…”
    “Tutto qui? Immagino tu ti ricordi cos’è successo l’ultima volta che non ho avuto nessun timore a trattenere il mio potere, vero? O ti devo ricordare che il mondo del castello dell’oblio non esiste più? Credi forse che io sia realmente così tanto più forte rispetto a voi?”
    “Come sarebbe a dire, scusa?” chiese Riku.
    “Semplicemente che io vi sembro più forte perché sono riuscito a rimuovere i miei limiti. Ma tutti voi potreste tranquillamente raggiungere il mio stesso livello se necessario”
    “A-Aspettate” gli interruppe Akane, rivolgendosi poi a Dark. “Cosa volevi dire quando hai detto che il mondo del castello non mi ricordo di cosa non esiste più?”
    “Quello che ho detto. Era un mondo disabitato, e sono stato costretto a distruggerlo per cercare di eliminare un nemico, che è comunque sopravvissuto”
    “Ok, quindi è chiaro che c’è qualcuno decisamente più forte di te, Akane” disse Ranma facendo un sorrisetto, pochi instanti prima di venire scaraventato dalla diretta interessata su uno dei pochi muri ancora interi della casa, facendola definitivamente crollare.
    “Ops…” disse lei, rendendosi conto del danno. “Sarà dura da spiegare questa storia…”
    “Non preoccuparti” rispose Dark. “Ci penso io a risolvere tutto.” Concluse, per poi battere le mani e appoggiarle a terra.
    Sotto gli occhi stupiti di Ranma e Akane, il terreno sotto di loro si illuminò completamente, coprendo il territorio che era stato danneggiato dall’incontro.
    Poi, come se niente fosse, tutte le macerie si illuminarono, fino a diventare così luminose da non essere visibili.
    Quando la luce sparì, i due abitanti di quel mondo rimasero con gli occhi spalancati.
    La loro casa, come anche tutto il resto che era stato distrutto, era tornato intero come se non fosse successo niente.
    “Incredibile!” esclamò Ranma. “Come hai fatto?”
    “Semplice alchimia” rispose Dark, prima di vedere il proprio Keyblade puntare da solo contro la casa, che si illuminò nuovamente.
    “E ora cosa succede?” chiese Akane.
    “Per noi è arrivato il momento di andare” le rispose Hikari. “Questa è l’ultima azione che faremmo qui”
    Pochi instanti dopo, dalla casa partì un raggio luminoso verso il cielo, facendo apparire la serratura, che venne prontamente chiusa dal custode.
    “Uao… Niente male come porta…” commentò Ranma, per poi accorgersi che i cinque custodi erano spariti.

    Edited by darkroxas92 - 28/10/2010, 18:15
     
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    Fuoco crepuscolare che mai si estinguerà

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    Mamma mia! Che casino madornale @.@ Adesso ci si mette pure Sora a complicare tutto <.<
    Bellissima scelta quella del mondo di Ranma 1/2, un anime che mi è sempre piaciuto un sacco! XD Complimenti Dark!! ^^
     
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    a me invece ranma non mi piace per niente, infatti conosco solo la storia del ragazzo/a, comunque forse sono riuscito a capire chi è Rexenet, si tratta di quel ragazzo che all'inizio della fic seguì malefica in quel varco oscuro, ho ragione ?
    SPOILER (click to view)
    ma penso proprio di no xD
     
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  10. francix94
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    ranma1/2 quanti ricordi...
    vedo che sora si sta facendo un po trasportare dai " sentimenti negativi" che sia per l'oscurità dii vanitas visto che ha assorbito il suo potere? ._.
    questo light va e viene e poi il nome nn ci si addice proprio al carattere del personaggio,vorrei sapere se questo light avrà più importanza nella tua fic.
    beh continua così!
    PS: se tu nn ne sai niente di ranma allora io non so quasi nulla te lo garantisco :asd:
     
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    暗いロクサス92

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    Ed ecco qui il nuovo capitolo.
    Questo capitolo sarà una specia di special, diciamo una pausa abbastanza divertente... e credo che diversi lettori capiranno subito quale mondo ho scelto...
    I crediti di questo capitolo li trovate alla fine.
    Ma non voglio anticiparvi troppo, perciò rispondo subito alle recensioni:
    @ Liberty89: Sai che mi piace creare un po' di sano casino nella storia, quindi per il momento è ancora normale XD. Per quanto rigurda Sora... aspetta e vedrai.
    @ Armitrael: Emh... non so come dirlo... L'identità di Rexenet l'ho rivelata fin dalla sua prima apparizione. è il nessuno di quel ragazzo, che era stato eliminato da Dark assieme al Castello dell'oblio.
    @ francix94: Chissà... potrebbe anche essere colpa di Vanitas... Comunque presto si saprà la verità, non preoccuparti. Si, Light più avanti diventerà più importante per la trama, non preoccuparti.
     
    E ora, buona lettura

    Capitolo 36: Un altro universo - Torna all'indice dei capitoli
    Dark era nuovamente occupato ad osservare lo spazio.
    “Cosa succede?” chiese Hikari.
    “Sto ripensando a ciò che è accaduto a Sora l’altro giorno. Per un attimo aveva perso la sua identità. Ma ciò non sarebbe dovuto succedere…”
    “Vuoi dire che era la volontà di Vanitas?”
    “Probabile, anche se preferirei credere il contrario…”
    “Ma non l’avevi eliminata? Avevi detto che a Sora sarebbe rimasta la forza, ma non la volontà di quel mostro… Com’è possibile?”
    “Non lo so, ma lo devo scoprire.”
    “Non puoi chiedere al maestro cosa fare?”
    Dark abbassò lo sguardo.
    “Non posso…”
    “Perché?”
    “Non riesco più a comunicare con i miei predecessori. Da quando mi hanno donato l’armatura, sono spariti. Probabilmente è una loro prova, ma al momento me la devo cavare per conto mio.”
    “Capisco…” rispose la custode, prima di venire attirata dai monitor, che cominciarono a lampeggiare, senza però suonare.
    “E ora cosa succede?” chiese, portandosi di fronte, seguita da Dark.
    “Sembrano impazziti… Come se ci fosse qualche interferenza…” disse Hikari, poco prima che la Gummyship cominciasse a tremare.
    “Chi è che si è messo ai comandi?” chiese Riku, entrando seguito dagli altri nella sala.
    Si vedeva che erano stati svegliati dal tremare della Gummyship.
    “Nessuno, ma i comandi sono impazziti all’improvviso, come se ci fosse un interferenza, e poco dopo la Gummyship ha cominciato a tremare”
    “Ecco perché!” urlò Kairi, indicando un punto oltre l’oblò.
    I custodi rimasero qualche secondo ad osservare quel buco nero di fronte a loro, che stava per inghiottirli.
    “Maledizione!” esclamò Riku, mettendosi ai commando e cercando di tornare indietro, purtroppo senza successo.
    “Perché non risponde ai comandi?” chiese Sora preoccupato, mentre si avvicinavano sempre di più al buco nero.
    “Non ne ho ideaaaaaaaa!” urlò Riku, proprio mentre entravano in contato con il corpo celeste, che li inghiotti in un secondo al loro interno, oscurandogli vista e coscienza.
     
    Dark aprì gli occhi.
    Gli ci volle qualche secondo per riunire i ricordi, e non appena ciò avvenne, si alzò subito in piedi.
    Si trovava ancora nella Gummyship, solo che essa era andata a schiantarsi su un mondo, riportando gravi danni.
    Infatti Dark si accorse di diversi cavi elettrici che sbucavano dalle pareti, sprizzando piccole scintille.
    Poi si mise ad aiutare gli altri, che erano ancora tramortiti dall’impatto.
    “Ehi, svegliatevi” disse lui, lanciando sui compagni un curaga.
    Hikari fu la prima a riprendere i sensi, seguito subito dopo dagli altri.
    “Cos’è successo?” chiese Sora.
    “In qualche modo ce la siamo cavata, ma… non posso dire lo stesso della Gummyship…”
    “Emh… non per dire, ma dove siamo finiti?” chiese Riku, guardandosi attorno.
    “A occhio e croce, su un giardino. E che è notte.” osservò Kairi, guardando fuori.
    “Beh, non possiamo fare molto al momento. Ci conviene scendere e accertarci delle condizioni della Gummyship.” Disse Hikari.
     
    Una volta usciti, poterono constatare che la situazione non era migliore.
    Infatti la loro nave aveva riportato varie crepe, e sembrava impossibilità a volare.
    “Questo è un bel problema…” disse Dark, prima che venisse interrotto da Kairi.
    “R-R-Ragazzi…” disse lei. “Ditemi che ho preso una botta in testa e ho le visioni…”
    “Come mai questa richiesta?” chiese Sora, girandosi verso di lei e rimanendo senza parole.
    “Non è possibile!” urlò Riku.
    I cinque custodi infatti erano di fronte ad un castello uguale identico a quello dell’Organizzazione XIII che avevano distrutto in passato.
    Solo che a differenza di quello, questo non era sospeso in aria, ma era a terra e circondato da un giardino, di cui una parte era stata completamente bruciata dall’atterraggio della Gummyship.
    “E quello cos’è?” chiese Hikari, indicando un cespuglio che doveva essersi trovato sulla rotta di caduta, dato che si vedeva che gli mancava una buona parte. Ma ciò che era rimasto sembravano delle zampe.
    “Ma dove accidenti siamo finiti stavolta?” chiese Sora, prima che un urlò sovrastasse ogni parola.
    “Il mio giardino!” urlò una persola, correndo verso il cespuglio.
    “Ma quello è…” disse Dark, sorpreso come forse non lo era mai stato prima. “Marluxia…”
    “Come hai detto, scusa?” chiese Sora. “Ma non faceva parte dell’Organizzazione XIII ed era stato eliminato prima da me e poi da Rexenet?”
    “S-Si” rispose Dark. “O almeno così credevo…”
    “Dovevo immaginarlo” disse un'altra voce. “Dove ci sono disastri, ci sei sempre tu, tuss!”
    I custodi si girarono verso la fonte, per ritrovarsi così di fronte a Xaldin.
    I cinque ragazzi evocarono immediatamente il Keyblade, pronti a combattere.
    “Ehi Ehi, si può sapere cosa state facendo?” chiese il numero tre, per poi osservarlo meglio. “Ehi, cosa ti è successo Sora?”
    “Di cosa stai parlando? E come mai sei ancora vivo?” chiese lui.
    “Ancora vivo? Guarda che non sono mica morto.”
    “Certo, come no. Se non fosse che ti ho trapassato io stesso avrei avuto anche qualche dubbio!” rispose Dark.
    “E voi due chi siete?” chiese, indicando il custode dell’equilibrio e Hikari. “Non vi conviene tirare in ballo certe idee, potreste finire nei guai, sapete?”
    “Umpf. E in che guai potremmo mai finire, sentiamo” disse Riku.
    “Tu sta’ al tuo posto, Riku. O devo convincere Xemnas a lasciarti alle cure di Larxene?”
    “Xemnas? Larxene? Sono vivi anche loro?!” chiese Kairi.
    “Insomma, si può sapere cosa vi è successo a voi tre? Kairi, hai incontrato Larxene ieri sera al bar, com’è possibile che non te lo ricordi?”
    “Cosa?” disse la custode stupita.
    “E poi, come mai voi tre sembrate più grandi? Non potete essere cresciuti tanto in una sera! A me no che non siate andati a far visita al laboratorio di Vexen… Cosa che spero di no per il vostro colore.”
    “Il nostro colore? Laboratorio di Vexen? Più grandi?” chiese Sora, per poi puntare il Keyblade sulla gola del numero 3. “Ci puoi spiegare cosa accidenti sta succedendo?”
    “Questo – coff – dovremmo esserlo – coff – noi a chiederlo – coff – monello!” disse una voce dietro di loro, anticipando il numero 4.
    “Capiti al momento giusto Vexen. Sei tu il responsabile di questo loro cambiamento?” chiese Xaldin.
    “No. - coff – Al momento sto – coff – lavorando ad una – coff – nuova variante del – coff – ModT X-99. Niente – coff – che possa influenzare – coff – un cambiamento e una – coff – maleducazione del genere!”
    “MOdT X-99?” chiese Sora. “E che cos’è?”
    Quella domanda ebbe l’effetto di far scendere il silenzio sui due membri dell’organizzazione.
    “Sora, - coff – sei sicuro di – coff – non aver accettato – coff – niente da Saïx?”
    “Già. Solitamente fai salti di dimensioni olimpioniche non appena senti pronunciare quel nome…” disse Xaldin.
    “Ok, ora mi sto stufando di questa situazione” rispose il custode. “Non ho la più pallida idea di cosa stiate parlando, ma so che voi due dovreste essere morti e sepolti!”
    “Ehi! – coff – Modera i termini! Io – coff – ho intenzione di – coff – vivere ancora a – coff – lungo!”
    “Come se finora non lo avesse fatto…” disse ironico Xaldin.
    “Ok Dark, per piacere, apri un varco e spariamo da qui prima che perda il controllo…” chiese Riku, senza però ottenere risposta.
    “La cosa non ti farà piacere…” disse infine in custode. “Ma non riesco ad aprire i varchi…”
    “Cosa?”
    “Già. Nemmeno io ci riesco…” confermò Hikari.
    “State dicendo che non possiamo scappare usando i varchi?” chiese Kairi.
    “Già, pare proprio che sia così” rispose tranquillamente Dark, per poi battere le mani e appoggiarle a terra, facendo così illuminare il terreno.
    “Ma per fortuna l’alchimia è ancora utilizzabile.” Disse, pochi secondi prima che il terreno gli inghiottisse, per poi chiudersi sopra di loro.
     
    “Ahia!” si lamentò Sora. “Potevi anche avvisarci…”
    “Se lo avessi fatto ci avrebbero potuto fermare” rispose Dark, cominciando a scavare una galleria usando l’alchimia.
    “E la Gummyship?” chiese Riku.
    “Al momento non possiamo recuperarla, ma è talmente grossa che ci vorrà un po’ per poterla spostare, quindi per il momento possiamo stare tranquilli”
    “Ma com’è possibile? L’organizzazione XIII teoricamente non dovrebbe essere stata eliminata per permettere il ritorno di Vanitas?” chiese Sora.
    “Così credevo, ma a quanto pare ci sbagliavamo…”
    “E poi perché ci parlavano come se ci conoscessimo? Per di più sembrava che si aspettassero fossimo più piccoli…”
    “Non ne ho la più pallida idea…” rispose il custode dell’equilibrio, per poi cominciare ad aprire un passaggio sopra di loro. “Ora dovremmo essere abbastanza lontani dal castello… vediamo se scopriamo di più…”
    In pochi secondi, i cinque custodi sbucarono fuori dalla buca, ritrovandosi così in una strada vuota.
    “Uff… per fortuna non c’è nessuno…” disse Sora, guardandosi attorno. “Ma sbaglio, o siamo nella stessa città del Mondo che non esiste?”
    “In effetti ci somiglia parecchio… solo che questa sembra essere abitata anche da qualcun altro oltre l’organizzazione XIII… dato che ci sono pure dei negozi…” aggiunse Riku, mentre si avvicinavano proprio ad uno di questi.
    Poi, senza che potessero impedirlo, la porta del negozio si aprì, rivelando due ragazzi il cui volto era coperto da dei sacchetti di carta, da cui si vendevano spuntare alcune verdure.
    “Salutatemi Xaldin e fatemi sapere se la roba andava bene!” disse la voce del proprietario del negozio.
    “Senz’altro!” rispose uno dei due ragazzi, che a causa del sacchetto, andò a sbattere direttamente contro Sora, con il risultato che entrambi caddero a terra.
    “Ehi Sora, tutto bene?” chiese l’altro ragazzo, riuscendo a muovere la testa quel tanto che bastava per vedere cos’era successo.
    La conseguenza fu che lascio cadere il sacchetto per la sorpresa.
    Dark, Hikari, Kairi e Riku guardavano la scena con una faccia che era l’unione tra il spaventato e l’incredibilità.
    Infatti di fronte a loro c’erano Roxas e un altro Sora. Solo che entrambi sembravano più piccoli rispetto a loro.
    “Ohi ohi…” disse il Sora più giovane, rialzandosi, trovandosi così faccia a faccia con l’altro Sora.
    Tra i presenti scese il silenzio totale, che venne interrotto dai due Sora, che parlarono nello stesso instante.
    “Certo che hai dei capelli strani, sai?” dissero assieme, facendo letteralmente cadere per la sorpresa gli altri.
    “Ok… Temo che Xaldin dovrà aspettare per la sua minestra… Temo che prima dovremmo andare da un buon psicologo…” disse il numero 13, sbattendo gli occhi.
    “Ehi, ma tu sei Roxas! Com’è possibile?” chiese il Sora grande.
    “Lo conosci?” chiese l’altro Sora a Roxas.
    “Ok, dopo Ranma ero preparata psicologicamente a tutto, ma non a questo. Non a questo!” disse Kairi, scandendo l’ultima frase.
    “Emh… Sora?” chiese Riku.
    “Si, che c’è Riku?” risposero i due Sora, per poi guadarsi nuovamente in faccia.
    “Aspetta, ti chiami anche tu Sora?” chiese il custode grande.
    L’altro, per tutta risposta, continuò a osservarlo per qualche secondo.
    “Oh, cactus…” disse infine, per poi svenire.
    I custodi guardarono il Sora del loro gruppo, che per tutta risposta rimase a fissare il suo gemello.
    “Cactus?” disse infine. “Cosa accidenti centra una pianta?”
    “Scusa Sora, ma non ti sei accorto di niente?” chiese Riku.
    “Cosa? Del fatto che ho appena incontrato me stesso più giovane? Come facevo a non accorgermene, scusa?”
    “Ah, ok, l’importante è che ne sei conscio…”
    “N-No, aspettate un secondo!” li interruppe Roxas. “Si può sapere chi accidenti siete? Sarei stato propenso a chiamarvi Riku e Kairi, ma dubito fortemente che possiate essere loro! E come fa ad esserci un altro Sora, per giusta più grande?!”
    “Emh…” disse Kairi. “A dir la verità noi siamo Kairi e Riku… e lui è realmente Sora… per quanto la cosa sembri assurda…”
    Roxas rimase in silenzio per qualche secondo.
    “Credo che a questo punto ci convenga andare dal buon vecchio Freud…”
    “Freud? E chi sarebbe?” chiese Kairi.
    “Un psicologo, mi sembra ovvio”
    “Ah, perfetto. Con questo, abbiamo visto veramente di tutto…” disse Sora, per poi prendere il custode svenuto e appoggiandolo sulle spalle.
    “Mi sembra il minimo portarlo io, dato che credo sia colpa mia se è svenuto”
    “Già… Speriamo solo che non ci sia nessun altro oltre a loro…” disse Roxas, cominciando a fare strada.
    “Di chi stai parlando?” chiese Dark.
    “Oh, presto lo saprete. Intanto potreste spiegarmi da dove venite e come fatte ad essere uguali a Sora, Riku e Kairi, tanto da avere sia lo stesso aspetto che lo stesso nome?”
    “A dir la verità questa dovrebbe essere la nostra domanda. Abbiamo viaggiato in lungo e in largo, abbiamo visto cose che credevamo impossibili, ma finire in un mondo dove tutti sembrano conoscerti, i tuoi nemici che ti parlano come amici, e infine incontrare la copia perfetta di un tuo amico ma in versione ringiovanita non era minimamente pensabile” disse Hikari.
    “Fino a prova contraria sono io quello che sta trasportando se stesso, ergo sono io quello che dovrebbe essere più sorpreso.”
    “Povero Sora però…” disse Roxas. “Non fa in tempo a riprendersi da una minaccia che gli capita questo… Comunque siamo arrivati” concluse, indicando un palazzo di fronte a se.
    “Perfetto. Cominciavo a stancarmi. Che piano?” chiese Sora.
    “Ultimo, perc-“ chiese, prima di vedere Sora cominciare a volare.
    Prima che potesse dire qualcosa, le sue braccia vennero prese da Riku, che si alzò anch’egli in volo, seguito dagli altri custodi.
    “M-Ma voi volate!” disse lui stupito, mentre si allontanavano sempre di più dal terreno.
    “Così pare” rispose Dark.
    Ci misero pochi secondi ad arrivare all’ultimo piano, dove Sora bussò tranquillamente alla finestra.
    “Crisantemo d'una passiflora vallesana! Si può sapere chi è che bussa a quest’ora?!” disse una voce proveniente dall’abitazione.
    “Vado a vedere io… Hanno bussato alla mia finestra dopotutto…” rispose un'altra voce, poco prima che la finestra di aprisse, rivelando un signore anziano, che doveva essersi appena svegliato.
    “Ciao Freud…” lo salutò Roxas.
    “Ciao tuss. Cosa ti porta da noi a quest’ora?” chiese lui, per poi accorgersi dei due Sora. “Oh, ciao anche a voi, Sora.”
    Per alcuni secondi nessuno parlò.
    “Uh, aspettate un secondo!” disse infine Freud. “ROXAS! Tu stai volando!”
    “A essere più precisi sono tenuto in sospeso nel vuoto… Ma non è questa la questione…”
    “Ah, ti riferisci forse al fatto che di fronte a me c’è un Sora più grande di com’era ieri, in volo e che tiene sulle spalle un altro Sora?”
    “Precisamente”
    “Dunque mi stai dicendo che tutto ciò non è frutto della mia immaginazione svegliata da uno che ha bussato al vetro della finestra?”
    “Proprio così”
    “Capisco… COSA?!?!” urlò infine.
    “Insomma Siegmund! Si può sapere che cosa ti prende?” chiese una voce femminile, anticipando l’arrivo di una donna, che osservava la scena senza riuscire a capire il perché il suo amico fosse caduto all’indietro dopo aver urlato.
    “Roxas? Cosa ci fai fuori dalla finestra?”
    “Beh, sai com’è, di recente va di moda farsi sollevare in volo… Potreste gentilmente aprire completamente la finestra che così possiamo entrare?!”
    “Ok, ok, non agitarti tanto…” disse lei, facendo come chiesto.
    Ma quando vide entrare dalla finestra Riku che portava Roxas, seguito da Kairi, Dark, Hikari e infine dai due Sora.
    “Ehi, come mai ci sono due Sora?!” chiese vedendo quest’ultimi.
    “Li ho portati qui proprio per scoprirlo… e anche perché uno dei due Sora, quello che conosciamo noi, è svenuto alla sua vista…”
    “Non fatico a crederlo… E sono pure un psicologo!” disse Freud.
    “Tuss!” urlò arrabbiata una terza persona, entrando in quel momento.
    Era un ragazzo sulla ventina d’anni, che indossava un’impermeabile e un capello.
    “Spero che voi abbiate un valido motivo per svegliarci!” continuò lui. “O avrò un valido motivo per testare il MOdT X-99 che mi ha inviato Vexen!”
    I custodi non capirono il perché Roxas fosse corso a nascondersi dietro ai due Sora.
    “A-Aspetta Ottoperotto… guarda chi c’è qui…”
    Il ragazzo si fermò ad osservare per un secondo il Sora del gruppo di Dark, senza accorgersi che sulle spalle c’era l’altro Sora.
    “Sora, sei andato nuovamente nel laboratorio di Vexen?”
    “Emh… Otto, non vedi niente di strano?” chiese la donna.
    “Che cosa dovrei vedere di più strano del tuss che sembra avere due o tre anni in più rispetto a ieri, Voce fuori campo?”
    “Ma, non saprei… forse che sulle sue spalle c’è un altro Sora uguale identico al nostro tuss?!”
    Ottoperotto a quel punto si accorse del particolare.
    “Ok, appoggia a terra Sora e spiegami chi o cosa sei” disse semplicemente, per poi guardare gli altri custodi. “Poi anche perché sia Kairi che Riku sembrano più grandi e se mi presenti gli altri due sconosciuti se ti è possibile”
    “Ok che solitamente sono uno che prima di mostrare la propria sorpresa ne fa passare di tempo, ma qui si esagera. Come fatte a conoscere Sora, Riku e Kairi?” chiese Dark.
    “Forse perché sono nostri amici?” rispose Freud.
    “Guarda, avrò anche perso la memoria nel castello dell’oblio, ma di voi proprio non mi ricordo” disse Sora. “E poi si può sapere che cos’è questo MOdT x-99 di cui parlate tutti?”
    I tre rimasero in silenzio.
    “Cioè, ci stai dicendo che non solo non ti ricordi minimamente di noi, ma che non sai nemmeno cosa sia il MOdT X-99?” chiese Voce fuori campo.
    “Se dico di si vi offendete?”
    “Impossibile… a me no che…” disse Ottoperotto. “Voi da dove venite?”
    “Beh, a questo punto…” rispose Dark. “Temo che proveniamo da un diverso universo.”
    “Aspetta. Vuoi dire che quando siamo finiti in quel buco nero siamo stati sbalzati in un'altra dimensione?” chiese Riku.
    “Non ne sono sicuro… Ricordati che da dove vengo io quasi tutti credevano che i custodi, Kingdom Hearts e praticamente tutti gli altri mondi esistenti non fossero altro che il frutto dell’immaginazione di qualcuno, e non mi trovavo in un altro universo…”
    “Un altro universo?” ripeté Voce fuori campo. “Sarei tentata di non crederci, però…”
    “Beh, ci sono due modi semplice per vedere se è uno scherzo piuttosto astuto…” aggiunse Ottoperotto, per poi prendere da un mobile lì vicino una spazzola.
    “Cosa ti viene in mente guardando questa spazzola… e ignorando il numero 13 che è corso fuori dalla stanza, se ti è possibile…” chiese a Sora.
    “Beh, che è una spazzola… e se speri di riuscire a pettinarmi, ti dico subito che è una causa persa…”
    “Incredibile… non ha avuto nessuna reazione…” disse Fred. “E ci ha confermato che qualunque Sora è conscio di avere una pettinatura impossibile…”
    “Ok, questo era il primo modo. E il secondo?”
    “Beh, se quella cassa messa sul mobile sopra Riku dovesse cadergli in testa, ciò confermerebbe che è veramente Riku, sottoposto a non so qualche esperimento del numero 3…”
    “E perché dovrebbe cadermi in testa?” chiese il diretto interessato, per poi riuscire ad evitare per poco la suddetta cassa che era caduta giù.
    “Ritiro la domanda…” disse lui deglutendo.
    Ma l’attenzione di tutti si rivolse all’instante al Sora giovane, che non appena aveva ripreso i sensi, aveva cercato di attaccare l’altro Sora, che per tutta risposta aveva anch’egli evocato il Keyblade, con il quale aveva parato l’attacco.
    “Credevo che un me stesso più giovane sapesse che non bisogna mai attaccare senza motivo...” disse quest’ultimo.
    “Chi sei?”
    “Sono te, Sora. Per quanto questo potrebbe costarmi una buona parte della mia salute mentale, di recente messa troppe volte alla prova…”
    “Beh, come ho già detto, stavolta anch’io sono piuttosto sorpreso… ti ricordo che ho eliminato, aiutato da Hikari, ben tre membri che erano già stati eliminati una volta, e rivedere uno di loro che ti tratta come un ragazzo che conosce da tempo non è stato un bel colpo…”
    “E se lo dice Dark è tut-” cominciò Hikari, prima di venire interrotta.
    “DARK?!” urlarono assieme Ottoperotto, Freud, Voce fuori campo, Sora giovane e Roxas.
    Pochi secondi dopo Dark si ritrovò puntati contro una spada laser molto simile a quelle usate da Xemnas, un libro, una padella e due Keyblade.
    “Non ti avevamo mai visto in volto, ma non credevo che saresti arrivato a recitare fino a questo punto!” gli disse Voce fuori campo, brandendo la padella.
    “Emh… Sono cosciente che potrebbe servire a poco, ma potrei chiedervi il perché di tale reazione se possibile?”
    “E ce lo chiedi pure, distruttore dei nostri stivali?” chiese Roxas. “Sei venuto qui per farci rossi sia me e Sora!”
    “Distruttore? Rossi? Non capisco…” disse Hikari, per poi evocare il Keyblade e prepararsi ad aiutare Dark. “Ma non mi ritirerò dal battermi se sarà necessario”
    “Non preoccuparti Hikari… Se dovesse essere necessario li metterò temporaneamente fuori gioco… Comunque sia, da queste parti ci dev’essere anche un mio omonimo… e dalla loro reazione dubito che abbia passato la sua infanzia ad eliminare Heartless e Nessuno come ho fatto io…”
    “Emh… Io sarei un Nessuno, sai…” disse Roxas.
    “E allora?” chiese Hikari. “Anch’io lo sono stata, ma non per questo ho esitato ad eliminare Xemnas e innumerevoli Nessuno.”
    “Cosa? Xemnas è morto?” chiese Freud. “E la notizia non si è diffusa? E dire che la morte di un politico dovrebbe saltare in prima pagina immediatamente…”
    “Politico?” chiese Riku sorpreso. “L’ultima volta che lo abbiamo visto ha tentato di farci a fette a essere sinceri…”
    Ma stavolta Riku venne interrotto da un bussare piuttosto forte alla porta d’ingresso.
    “E ora cosa cactus succede?” chiese Ottoperotto, per poi vedere la porta cadere giù sotto un altro colpo, ritrovandosi così di fronte al numero 3, accompagnato da una suora, che aveva le mani chiuse a pugni.
    “Lo sapevo che ti avrei trovato qui tuss. Grazie ancora per l’aiuto sorella” disse Xaldin.
    “Deduco che era piuttosto urgente per chiedere a Nausicaa di venire a predicare la fratellanza qui…” commentò Freud.
    “Aho! Rispetto, ne'?!” rispose la suora, per poi vedere i due Sora. “Ma cos’è, ti sei andato ad infilare in una fotocopiatrice formato 1:1?”
    “Ah… allora non era stato il tuss…” disse Xaldin.
    “A fare cosa?” chiese Voce fuori campo.
    “A demolire la parte di giardino di Marluxia, colpendo in pieno il suo elefantino con una Gummyship versione villa, ecco a fare cosa!”
    “Glom! Buona fortuna, me stesso…” disse il Sora giovane.
    “Senza considerare che ora Vexen è caduto in depressione, temendo che il suo unico mezzo di minaccia ora sia inefficace…”
    “Beh, questo è un lato positivo, no?” chiese Roxas.
    “Lo sarebbe, se non fosse che nel frattempo sta studiando un nuovo metodo!”
    “Beh, più tardi spiegherò io la situazione a Vexen… Molto più tardi, se possibile…” disse Ottoperotto. “Ora direi che la priorità è mettere momentaneamente fuori gioco darkroxas92…”
    “Ah, ecco perché tutti quanti lo state minacciando” disse Nausicaa, per poi rendersi conto di cosa aveva detto. “Darkroxas92? Quell'infingardo 'gnorante distruttore di mondi della domenica?”
    Dark sospirò quando vide Xaldin evocare le sue sei lance e la suora tirare fuori dei tirapugni d’acciaio.
    “Sentite, credo che ci sia un piccolo equivoco… Il mio nome non è darkroxas92…”
    “Confermiamo!” disse Kairi. “Il suo vero nome è…”
    “No!” la interruppe il custode dell’equilibrio. “Ho già detto che la persona che rispondeva a quel nome è morta molto tempo fa! Il mio nome è semplicemente Dark. Niente di più, niente di meno.”
    “Ben detto!” disse una voce proveniente da fuori.
    “Oh no, non può averci seguito anche qui!” disse Sora. “Vieni fuori, Rexenet! Così possiamo farti fare la stessa fine di Malefica!”
    “Rexenet?” chiese la voce. “Non ho la più pallida idea di chi stiate parlando… Per quel che mi riguarda, non appena ho saputo che c’erano ben due Sora, non ho perso tempo a recarmi qui per impartire a entrambi la giusta punizione…”
    “Questa voce…” disse il Sora giovane. “Non è possibile…” continuò, mentre dalla finestra entrava un tipo incappucciato, del quale non si riusciva a vedere il volto.
    “Darkroxas92!” urlarono tutti tranne i cinque custodi, che lo guardarono con curiosità.
    “Ah, dunque è lui quello per cui mi avete confuso? Errore direi comprensibile… dato che effettivamente ci assomigliamo sia per nome che per gusti di vestiti, anche se ho abbandonato l’anonimato da un po’ di tempo…”
    “Umpf. Non osare paragonarti a me, misero umano. Sono ad un livello superiore al tuo, sappilo.”
    “Di cosa stai parlando? Mi sembri un umano anche tu” disse Hikari.
    “Il fatto che tecnicamente è un uomo, non fa di lui uno al nostro livello” disse Freud. “Quell’essere ha già distrutto sei mondi, mandati in rovina altri due ed è sinonimo di flagello in almeno 14 dialetti diversi!”
    “Però…” commento Sora. “Niente male…”
    “Cosa?” chiese darkroxas92. “Dopo aver sentito tutto quello che ho fatto non sai dire altro che ‘niente male’? Si vede che vieni da un altro universo… infatti il tuo omonimo si è già rifugiato al sicuro dietro a quel detective”
    “Sai com’è, ci tengo alla mia salute!” rispose lui.
    “Bah, niente di speciale” disse Hikari.
    “Cosa?!” chiese Ottoperotto. “Ma veramente non vi stupite di ciò?”
    “Perché dovrebbero? Mi hanno visto disintegrare un intero mondo in pochi secondi. E anche Sora non scherza.” Rispose Dark.
    “Ah, bene…” disse Voce fuori campo. “…COS’HAI DETTO?!”
    “Non preoccupatevi, era un mondo disabitato. Finora ho ucciso solo due persone…”
    “Ah che bello…” disse Roxas. “Aspetta, perché hai detto che nemmeno Sora scherza?”
    “Scusa, ma preferisco non ricordare quel momento. Potrei perdere il controllo…”
    “Da come parli sembra che tu sia una specie di bomba ad orologeria” disse Xaldin.
    “Non lo so…” rispose il custode. “Ma so che se dovessi perdere il controllo, diventerei molto pericoloso per chiunque”
    “Calmati Sora” gli disse Dark. “Il fatto che tu lo abbia perso una volta, e comunque verso una persona che ha provocato solo male non implica che tu sia destinato a doverlo fare ogni volta che combatti. Comunque sia non preoccuparti, qui ci penso io”
    “Sicuro di potercela fare da solo? Saremo anche in un altro universo, ma ci è sempre vietato interferire con altri mondi!”
    “Non preoccuparti Hikari. Non ho intenzione di ripetere ciò che ho fatto da bambino. Avrò una reazione simile solo nello scontro finale con Rexenet. Per ora…” rispose Dark, attivando sia lo Sharingan che lo Byaukan.
    “Certo che i tuoi occhi sono strani” disse darkroxas92, creando nella propria mano una sfera d’energia. “Ma non pensare che ci andrò leggero perché siamo in un’abitazione”
    “Mi dispiace” disse Dark rivolto agli abitanti di quel mondo. “Poi ricostruirò tutto” concluse, per poi creare una sfera di ghiaccio e una di fuoco.
    “Gli affido a voi.” Disse, per poi unire le due sfere e lanciare l’unione verso l’avversario, che lanciò la sua, facendo così scontrare i due attacchi, che come risultato fecero saltare in aria la casa.
    Ottoperotto e gli altri si salvarono grazie a quattro custodi, che avevano lanciato una magia di protezione attorno a loro.
    “Cos’è successo?” chiese Freud. “Se ho visto bene, ha creato dal nulla del fuoco e del ghiaccio in contemporanea…”
    “È l’unico custode in grado di farlo” rispose Hikari, mentre lo scudo di protezione portava a terra gli altri. “È in grado di fondere assieme tutti i tipi di magia”
    “Ma lo ha fatto una sola volta con tutti e sette i tipi” disse Sora. “E come conseguenza, il mondo su cui si trovava è sparito nel nulla. Purtroppo per lui, l’unico vero obbiettivo di quell’attacco è in qualche modo riuscito a diventare un Nessuno…”
    Ma qualunque risposta venne coperta dal rumore di un esplosione sopra di loro.
    Infatti Dark e il suo avversario avevano scagliato nello stesso instante due sfere di fuoco, che scontrandosi tra di loro ne avevano creato una terza, che esplose, sbalzando all’indietro i due combattenti, che si fermarono a mezz’aria come se fossero andati a sbattere contro la terra.
    “Sapevo che darkroxas92 era forte… Ma [CENSURA!] Non pensavo che esistesse un altro come lui!” commentò Xaldin.
    “Peggio che quella 'gnoranta di Sorella Khatrina!” disse Nausicaa.
    “Sorella Khatrina?” chiese Kairi.
    “NO!!!” urlarono assieme Ottoperotto, Freud, Voce fuori campo, Xaldin, Roxas e Sora.
    “Uh, brutta storia. Allora, eravamo in campeggio estivo, con quelle due o tre cose che il signore ci concede, tipo le tende termiche col frigo bar e i camper con parabola che ti riceviamo il TG venusiano...
    Allora, era sera, e per fare atmosfera, la meschina ha deciso di accendere un bel fuoco scoppiettante di legna...
    Questo perché aveva adocchiato una legnaia dei guardiacaccia abbandonata da anni, e, pensando di fare cosa buona, ha preso una cassa di ciocchi di legno...
    Solo che quello non era una legnaia, ma il ripostiglio esplosivi dei partigiani, abbandonato nel '43...
    Ora, la Khatrina, sai, 88 anni e una vista da far ridere al confronto a Tiresia (che era cieco,'gnorante), ha preso un ciocco e lo ha gettato nel fuoco...
    Non era un candelotto di TNT?”
    “E… si è fatta male?” chiese Riku.
    “L'abbiamo dovuta raccogliere con il pennello da barbiere quella ’gnoranta (con quello che usa suor Macho per farsi la ceretta, per intenderci)... Ma poi l'abbiamo affidata a suor Rubrika, che ha la fissa dei giochi di puzzle e via dicendo... Più o meno è tornata come prima, anzi, meglio... Sono avanzati due pezzi come un femore e il pancreas, ma è stato comunque un miglioramento...”
    “Ok, ora sono sicuro che non troverò mai un mondo dove non succede niente di strano…” disse Sora, per poi tornare a guardare in alto. “Speriamo solo che Dark si sbrighi a finirlo…”
     
    Dark fu costretto ad attivare l’armatura per riuscire a diminuire il colpo che stava per ricevere.
    Effettivamente il colpo in sé non risultò troppo efficace, ma fu sufficiente a spedirlo contro il palazzo, facendolo crollare.
    “Menomale che i nostri vicini ci avevano raccomandato ‘Cercate di non demolire il palazzo mentre siamo in crociera’… Secondo voi la prenderanno bene?” chiese Freud.
    “Come il numero tre quando scopre che due tuss sono entrati nel suo laboratorio…” rispose Ottoperotto.
    “EHI!” urlarono assieme Sora e Roxas.
    “Ho paura di scoprire cosa succeda al mio omonimo qui…” disse sottovoce a Hikari il Sora del gruppo di Dark.
    Nel frattempo il custode era tornato di fronte a darkroxas92, che lo guardava divertito.
    “Non credevo che un umano potesse resistere tanto a lungo… i miei complimenti” disse.
    “Grazie. Anche tu non te la cavi male, sebbene non sei al mio livello…”
    “Scusate se lo dico, ma il vostro amico non ha tutte le rotelle a posto. Prende in giro uno che come minimo non esiterebbe un secondo a disintegrarlo potrebbe risultare nocivo alla sua salute, sapete?” disse il numero tre.
    “Abbiamo visto anche quello…” disse Riku.
    “Come, scusate?”
    “Nel senso che abbiamo visto Dark finire in miliardi di briciole, se proprio vogliamo essere il più chiari possibili…”
    “Però… quindi ora è un Nessuno?” chiese Roxas.
    “No, non è diventato un Nessuno”
    “Un essere Asceso?” chiese Ottoperotto.
    “Non sappiamo nemmeno cosa sia. Comunque è rimasto un comune essere umano. Il suo corpo in qualche modo si è salvato…”
     
    “Capisco… quindi non temi di morire…” disse darkroxas92 rivolto al custode.
    “L’oblio si rifiuta di accettarmi. L’ultima volta mi ha rispedito indietro. Non sono così stupido da dire di non temerla.”
    “Vorrà dire che sarò io stesso a far sì che ti accetti!” rispose il distruttore, creando nella mano una sfera d’energia più grande delle precedenti, che poi scagliò contro il custode, che la parò con il Keyblade. Solo che stavolta la potenza fu tale da farlo indietreggiare di qualche metro.
    Ma proprio quando Dark stava per desistere e lasciare che la sfera andasse contro altri palazzi, Sora andò a darli man forte.
    “Lo so che solitamente preferisci fare tutto da solo, ma credo che stavolta una mano serva anche a te. E poi pare che il mio me stesso di questo universo abbia un qualche terrore verso questo tipo… Chissà se così non riesca a convincerlo a ribellarsi”
    “Come vuoi Sora.” Disse Dark, per poi respingere assieme al custode la sfera verso il mittente. “Allora immagino che voglia essere tu a metterlo fuori gioco, vero?”
    “Se non ti dispiace”
    “Cerca solo di non perdere il controllo come l’ultima volta però, ok? Avrò già abbastanza da fare per ricostruire il tutto senza che tu mi aumenti il lavoro…”
    “Non preoccuparti” disse il custode, per poi partire all’attacco.
    Darkroxas92 rimase sorpreso da quel cambio d’avversario.
    “E così, hai il coraggio di affrontarmi… Sarà divertente…” disse, per poi tirare fuori dalla tasca quello che sembrava un bastone di metallo.
    “E quello cos’è?”
    “Ah già, dimenticavo che tu non lo conosci, ma sono sicuro che ne hai già sentito parlare…” disse, mentre dal bastone usciva fuori una specia di laser, che prese una forma molto simile a quella di una racchetta da ping pong. “Perciò lascia che ti presenti il tanto famigerato MOdT X-99!”
    Sora rimase sorpreso.
    “Tutto qui?” chiese infine. “Una semplice spada laser dall’aspetto diverso?”
    Tutti, tranne i custodi, spalancarono la bocca sorpresi.
    “V-Vuoi dire che non ti preoccupi per niente?”
    “Il mio corpo è stato impossessato da un pazzo che voleva distruggere l’universo” disse Sora. “E dopo aver incontrato un me stesso più piccolo, credo che ormai non sia rimasto più niente in grado di sorprendermi!”
    “Cosa?”
    “Sora…” disse Dark. “Non imparerà mai a stare zitto…”
    “Quindi anche tu hai conosciuto il potere, ma nonostante questo ci hai rinunciato?” chiese sorpreso darkroxas92.
    “Si. Io non sono fatto per lasciarmi controllare facilmente. Soprattutto se chi ti controlla di costringe a fare del male alle persone a cui tieni.”
    “Che stupidaggini…” rispose il distruttore, per poi prepararsi ad attaccare. “Il potere è tutto!”
    “Come vuoi…” disse il custode, mentre il suo Keyblade si illuminava. “Allora farò in modo che quell’arma non minacci più nessuno” concluse, lanciandosi all’attacco.
    Lo scontro tra le due armi fu tale da creare dei piccoli fulmini attorno ai due guerrieri, che nonostante tutto continuavano a rimanere uno di fronte all’altro, con le rispettive armi occupate a tentare di avere la meglio sull’altra.
    A quel punto Sora creò con la mano libera una sfera di fuoco, che scagliò contro darkroxas92, provocando un esplosione che spedì il distruttore per terra, facendogli creare un piccolo cratere.
    Quando la polvere cominciò a sparire, tutti videro darkroxas92, che aveva ancora in mano il MOdT X-99 rotto a metà.
    Poi, senza dire niente, il distruttore gettò a terra l’arma e sparì nel nulla.
    “N-Non ci credo!” disse Sora. “Ha sconfitto darkroxas92!”
    “Niente male per un tracagnotto” commentò Nausicaa.
    Sora nel frattempo atterò tranquillamente.
    “E anche questa è fatta… ora non ci resta che trovare un modo per tornare nel nostro universo…”
    “Beh, direi che è semplice. Se siete arrivati qui con un buco nero, vi basterà riattraversalo, no?”
    Un silenzio imbarazzante calò sui presenti.
    “Ecco… teoricamente si potrebbe fare… ma ci sono due problemi…” disse Dark.
    “Che sarebbero?” chiese Ottoperotto.
    “Il primo sarebbe ritrovare il buco nero giusto. Non credo ne esista uno solo…”
    “Potrebbe trattarsi di quello che si trova qui vicino. Non credo che abbiate fatto tanta strada, se vi siete schiantati qui…”
    “Ah…” commentò Riku.
    “Il secondo?” chiese Freud.
    “Beh, il fatto che la nostra Gummyship non è nelle sue condizioni migliori… Sono in grado di ripararla, ma il programma non posso ricrearlo, e quello temo sia andato distrutto…”
    A quel punto tutti si girarono verso Nausicaa, tranne i custodi che si chiesero il perché.
    “Nausicaa, tu saresti in grado di fare un programma di navigazione per una Gummyship?” chiese Roxas.
    Per alcuni secondi la suora non rispose.
    “’Gnoranti!” disse infine. “Datemi del fil di ferro, un tamagotchi e due pezzi di lego e vedrete he Navigummy ti faccio su, vedrete!”
    “Cosa?” chiese sorpresa Kairi. “Basta così poco?”
    “Credimi, l’abbiamo vista creare una bomba atomica con una confezione di Chanterelles ed una di fagioli Borlotti ci aspettiamo di tutto da lei…” disse Voce fuori campo.
    “Dimentichi il mio acceleratore di particelle costruito con un tubo di gomma e due calamite…” commentò Ottoperotto.
    “Allora, dov’è ‘sta Gummyship?” chiese Nausicaa.
    “Qualche minuto e sarà qui” rispose Dark.
    “Impossibile, si trova nel nostro castello” disse Xaldin.
    “E allora?” chiese Dark, battendo le mani e appoggiandole a terra. “Non sarò io a portarla qui!”
    Il terreno sotto di lui si illuminò, fino a coprire l’intera strada.
    Poi, come se niente fosse, un’enorme mano di pietra arrivò verso di loro, e sopra di essa c’era la Gummyship”
    “Non ringrazierò mai abbastanza Ed per aver inventato tanti trucchi con l’alchimia” disse Dark, battendo nuovamente le mani, per poi appoggiarle sulle macerie del palazzo, che si illuminarono per poi tornare a compore in pochi secondi la loro forma originale.
    “Come promesso vi ho rimesso a posto la casa” disse infine, guardando il gruppo di Ottoperotto, che era rimasto con gli occhi spalancati.
    “Incredibile… Come ci sei riuscito?” chiese Roxas.
    “Basta inghiottire una pietra filosofale ed è fatta. Ora… pensiamo alla Gummyship” disse il custode, battendo ancora una volta le mani, appoggiandole poi sui resti della nave, che tornò in pochi secondi come nuova.
    “Ok, allora la lasciamo a te Nausicaa, ok?”
    “Aho! Rispetto, ne'?! Altrimenti ti faccio fare la fine di-”
    “Grazie Nausicaa, sono sicuro che vorrebbero sentire la tua storia, ma immagino abbiano fretta di tornare nel loro universo” la interruppe Ottoperotto.
    “E va bene… Voce, mi potresti passare l’occorrente?”
    Come se niente fosse, Voce fuori campo tirò fuori dalla sua borsa gli oggetti chiesti da Nausicaa, che poi entrò nella Gummyship armata di una chiave inglese.
    Pochi minuti dopo i custodi sentirono i motori della Gummyship accendersi e videro Nausicaa uscire.
    “Ecco fatto ‘gnoranti! Ora andrà meglio di prima!”
    “Grazie mille” disse Hikari. “Certo, questo è stato un incontro un po’ particolare, ma in fondo, sempre interessante”
    “Concordo…” disse Sora. “Ma ora che ci penso, non dovremmo sigillare la serratura anche di questo mondo?”
    Rispondendo alla sua domanda, i resti del MOdT X-99 si illuminarono, per poi far partire un raggio verso il cielo, facendo apparire la serratura.
    “Ricordami che se dovessi tornare sulla Terra, tu mi dirai sei numeri a caso” disse Dark a Sora, per poi puntare Balance verso la serratura, chiudendola.
    “Ora si che possiamo andare” aggiunse, rivolgendosi agli abitanti di quel mondo.
    “Dubito che ci rincontreremo di nuovo, perciò temo che questo sia un addio”
    “Peccato” disse il Sora giovane. “È stato bello vedere me stesso sistemare darkroxas92”
    “Beh, la prossima volta potresti occupartene tu, no?”
    “Chissà… Ma ora vi conviene andare”
    “Solo una cosa, Sora parallelo” disse ad un tratto Ottoperotto.
    “Uh?”
    “Da quello che ho visto, mi sembri un bravo ragazzo…” sorrise “Ma sa scopri, e al scopri, varda, cha t’è fai ul discul ‘n dal to univers, a l’importa mia ‘ndu cha l’sa trova, tal giur cha vegni la (a so mia cumee, ma ‘l fo, preocupat mia!) e t’an ciapat su ‘na ca’ cha ta padret mia setat gioo par ‘n mese, ciar, tuss?” terminò, semiserio.
    “CHE HA DETTO?!” chiesero in coro Dark e Sora, fissando prima il detective, poi gli altri.
    “Ehhh…” sospirò Voce fuori campo “Ha detto che, anche se sa che sei un bravo ragazzo, se scopre, e lo scopre, che nel tuo universo hai fatto il discolo, non importa dove, ti giura che viene a cercarti, non sa come, ma viene a cercarti, e allora, te ne da abbastanza per farti star in piedi per un mese…”
    “A-aspetta…” Sora parve un attimo incredulo “Cioè, stai dicendo che mi – ”
    “Solo se farai il monello, tuss…” sorrise Ottoperotto, scompigliando i capelli del giovane.
    “Ehi!”
    “Ora andate… Ho il fondato sospetto che abbiate del lavoro da fare…”
    “E qualche collega mio da cui andare a prendere appuntamento…” ridacchiò Sigmund.
    “Su questo, non ci piove…” mormorò divertita Kairi.
    I custodi salutarono tutti, per poi salire sulla Gummiship.
     
    “Tu che dici, funzionerà?”
    “Non ne ho idea… ma al momento direi che non ci resta che attraversare nuovamente il buco nero, cercando di rimanere coscienti stavolta”
    “E se dovessimo finire in un altro universo?” chiese Sora.
    “Lo sapremmo subito. Abbiamo verificato che i nostri varchi funzionano solo nel nostro universo. Se saremo in grado di aprirli, sarà andato tutto bene” rispose Hikari, proprio pochi secondi prima che la Gummyship attraversasse il buco nero.
    Stavolta i custodi sapevano cosa li aspettava, perciò riuscirono a rimanere coscienti.
    Quando uscirono dal passaggio interdimensionale, la prima cosa che fecero fu verificare se i varchi si aprivano.
    Toccò a Dark provarci, e per loro grande fortuna, davanti ai loro occhi il varco nero e bianco si aprì, permettendogli così di tirare un sospiro di sollievo.
     
     
    (Ringrazio Ottoperotto per la concessione dei personaggi e per l’aiuto nella stesura del capitolo. La parte di Suor Khatrina e il discorso finale di Ottoperotto sono opera sua.)

    Edited by darkroxas92 - 28/10/2010, 18:15
     
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  12. francix94
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    devo dedurre che un altro crossover tra fic?
    congratulazioni hai vinto il premio per la fic più fantasiosa per l'entrata di...... SUOR NAUSICAA NELLA TUA FIC!?!?
    ok non so se devo dirtelo ma... cosa ti sei fumato???
    mi ha fatto ridere più di una volta x°D
    continua così :D
     
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  13. KeyBlader98™
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    CITAZIONE (francix94 @ 22/7/2010, 11:54)
    devo dedurre che un altro crossover tra fic?
    congratulazioni hai vinto il premio per la fic più fantasiosa per l'entrata di...... SUOR NAUSICAA NELLA TUA FIC!?!?
    ok non so se devo dirtelo ma... cosa ti sei fumato???
    mi ha fatto ridere più di una volta x°D
    continua così :D

    Mi hai tolto le parole di bocca.Xd
     
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    sinceramente è la prima volta che mi viene il mal di testa a leggere un capitolo di una fanfic, comunque bravo, non l'ho letto tutto perchè mi scoppiava il cervello, troppi personaggi e dialoghi, però sei stato bravo
    CITAZIONE
    @ Armitrael: Emh... non so come dirlo... L'identità di Rexenet l'ho rivelata fin dalla sua prima apparizione. è il nessuno di quel ragazzo, che era stato eliminato da Dark assieme al Castello dell'oblio.

    omg O_O mi sono perso dei capitoli !!!!
     
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    Gesùiddiomadonna e tutti i santi in coro X°°°°°°°°°°°°°°°°°D Ti giuro darkuccio che se morirò per le risate mi avrai sulla coscienza X°°°D

    CITAZIONE
    “Darkroxas92? Quell'infingardo 'gnorante distruttore di mondi della domenica?”

    Io adoro Suor Nausicaa!!! (Ho anche il suo libro con autografo *-*) e quando ho letto 'sta frase son caduta dalla sedia tanto ridevo X°°D Mia madre mi ha dovuta tirar su di peso XD
    Per non parlare di questa

    CITAZIONE
    “Quell’essere ha già distrutto sei mondi, mandati in rovina altri due ed è sinonimo di flagello in almeno 14 dialetti diversi!”

    Oh, flagellino dopo questo capitolo mi vado a leggere quella fic e i suoi seguiti X°°D

    Fantastica la scena dove la mitica suora racconta del campeggio XD Quelle tre, quattro cose che il signore concede... le tende col frigo bar X°°D Ma LOL!!! XD
    Sappi che son caduta ancora dopo aver letto i materiali che servono alla suora per far su il programma di volo per la gummiship... il fil di ferro, il tamagochi e due pezzi di lego X°°°°D
    Bellissima anche la frase in dialetto! Complimentissimi a Ottoperotto XD
    Bravissimo darkuccio!!! Un capitolo eccezionale!!!


    Suor Nausicaa for ever!!!!!!! :rox:
     
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