Equilibrio

la mia nuova fan fiction

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    暗いロクサス92

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    e finalmente ecco qui il nuovo capitolo.
    ho visto con piacere che il precedente capitolo vi è piaciuto a tutti. effetivamente era un po' che volevo inserire i pinguini (dopo aver guardato l'intera seria era il minimo XD).
    Ma ora, è il momento di lasciarvi al nuovo capitolo, dove troverete la risposta alla domanda "Chi è il tipo in camice bianco?" (Oltre che farvi venire l'istinto omicida nei miei confronti, ovvio XD)

    Capitolo 30: Un nuovo alleato? - Torna all'indice dei capitoli
    “Ichigo! Vieni, presto!” urlò l’uomo, gettando via la sigaretta e parlando a qualcuno dentro la casa.
    “Che succede papà?” rispose un ragazzo dai capelli arancioni, uscendo.
    Davanti a lui c’era il padre, che stava soccorrendo un ragazzo vestito di nero, con i capelli lunghi dello stesso colore, che li coprivano completamente gli occhi, che era svenuto.
    “Aiutami a sollevarlo e a portarlo dentro. Avremmo anche chiuso, ma non possiamo di certo ignorare una persona che sta male!”
    Ichigo non disse niente e si limitò ad aiutare a portare dentro il ragazzo, per poi metterlo su un lettino uguale a quegli degli ospedali.
    Immediatamente il padre di Ichigo cominciò a visitarlo per verificare le sue condizioni.
    “Allora?” chiese lui.
    “Apparentemente sta bene… Semplicemente sembra che abbia sostenuto uno sforzo fisico esagerato e-” si interrupe nel vedere che il ragazzo si stava svegliando.
    “Ah, meno male” disse l’uomo. “Si è già ripreso… Tutto bene?” chiese al ragazzo.
    “D-Dove mi trovo?” chiese lui, guardandosi attorno.
    “Sei al sicuro. Ti trovi nell’ambulatorio Kurosaki, il migliore al mondo!” disse l’uomo, prima di ricevere un pugno in testa dal figlio.
    “Se eviti di darti così tante arie faresti una figura migliore, sai?”
    “Oh, sta’ zitto! Dico le cose come stanno!” Poi si rivolse al ragazzo. “Se ci dai il numero di telefono, possiamo avvertire i tuoi che sei qui”
    “Numero di telefono?” ripeté il ragazzo. “N… Non me lo ricordo…”
    “Allora dici il nome. Internet fa’ miracoli in questi casi” disse Ichigo.
    “Non me lo ricordo…” ripeté il ragazzo. “Non mi ricordo chi sono… Né da dove vengo…”
    “Oh cavoli…” si lasciò sfuggire il ragazzo dai capelli arancioni.
     
     
    Hikari stava osservando lo spazio, mentre aspettava che gli strumenti segnalassero un nuovo mondo invaso dagli Heartless.
    Ma nei suoi occhi continuavano a ripetersi le immagini della fine di Dark.
    Non voleva credere che fosse veramente finita così, ma sapeva che era vero.
    “Hikari…” disse Kairi, avvicinandosi alla sorella.
    “Non riesco ad accettarlo…” rispose lei. “Per quanto sappia che è vero, non riesco a farmene una ragione… È già la seconda volta che perdo un custode dell’equilibrio… Prima il mio maestro, ora il suo erede… Possibile che sia questo il loro destino?”
    Kairi stava per rispondere, quando improvvisamente gli strumenti cominciarono a suonare.
    “Pare che abbiamo trovato un nuovo mondo da salvare” disse infine, sorridendo.
    Hikari si alzò, accennando anche lei ad un lieve sorriso, per poi dirigersi nella sala guida, dove c’erano sia Riku che Sora.
    “Ah, eccovi qui” disse quest’ultimo, vedendo Hikari e Kairi arrivare.
    “Non è passato nemmeno un minuto da quando gli strumenti hanno cominciato a suonare… Come mai tanta impazienza?”
    “Semplicemente spero di incontrare Rexenet, in modo da poterlo annientare” rispose il custode, per poi dirigere lo sguardo verso il monitor, dove appariva un immagine del mondo individuato.
    “Che strano…” disse Hikari. “Ho come una strana sensazione su quel mondo…”
    “Allora Rexenet forse si trova realmente lì!” disse Riku. “Cosa faccio? Atterro con la Gummyship o usiamo il varco?”
    “Credo sia meglio atterrare con la Gummyship. Tanto può diventare invisibile agli occhi di tutti tranne nostri, no?”
    “Si” confermò il custode, per poi attivare il commando richiesto e cominciando la discesa verso il mondo.
     
     
    “Allora Ichigo? Ti ci vuole ancora tanto?” chiese il ragazzo, aspettando alla porta il diretto interessato.
    “Si, si, arrivo… Mamma, mai visto uno con così tanta voglia di andare a scuola…”
    “Beh Ichi, cerca di capirlo. È una possibilità per recuperare la memoria” disse una bambina dai capelli castani, intenda a preparare la collazione.
    “Sarà… Ma è qui già da diversi giorni e non accenna nessun miglioramento…” rispose Ichigo.
    “Certo che se tu credi che la memoria si possa realmente recuperare come se niente fosse…” commentò un'altra bambina, questa volta con i capelli neri.
    “Ichigoooo!!!” urlò il padre, colpendo alle spalle con un calcio il figlio, facendolo volare fino a sbattere sul muro.
    “Ma che vuoi, padre degenere! Devo ancora fare collazione!”
    “Cerca di fare attenzione. E di non perderlo di vista” disse a bassa voce al figlio.
    “Si, me lo hai già detto mille volte… Come se in una scuola si potesse perdere…” rispose lui scocciato, per poi raggiungere l’ospite a avviarsi.
     
    “Scusatemi, vi sto creando una marea di problemi” disse il ragazzo, mentre camminavano.
    “Non preoccuparti. Dopotutto è nostro dovere prendersi cura di chi sta male, e finché non recupererai la memoria, per noi sarai considerato tale”
    “Ehila, Ichigo” disse una voce femminile, anticipando una ragazza dai capelli neri a caschetto, che raggiunse i due ragazzi.
    “E lui chi è?” chiese, rivolgendosi al nuovo arrivato.
    “Ah, bella domanda” rispose Ichigo. Lo abbiamo trovato qualche giorno fa svenuto davanti alla porta, e non si ricorda minimamente chi è, tantomeno il nome”
    “Piacere” disse lui. “Mi piacerebbe dirti il mio nome, ma purtroppo, come ti ha già detto Ichigo, non me lo ricordo”
    “Piacere. Io sono Rukia, una vecchia amica di Ichigo”
    “E non sai quanto vecchia…” disse a bassa voce Ichigo, ricevendo un occhiataccia dall’interessata.
    Poi i tre ripresero a dirigersi verso la scuola.
    “E così, non ti ricordi proprio niente, eh?” chiese Rukia.
    “Vuoto totale. Il primo ricordo che ho è di essermi svegliato nell’ambulatorio di Ichigo.”
    “È un bel mistero… Dovresti ricordarti almeno come ci sei arrivato, no?”
    “Purtroppo no. È come se prima di allora non fossi mai esistito…”
    In quel momento davanti a loro cominciarono ad apparire all’orizzonte quattro ragazzi, che Ichigo e Rukia non avevano mai visto prima, ma non ci fecero troppo caso.
    Quando i due gruppi si incrociarono, la ragazza dai capelli neri dell’altro gruppo si girò verso di loro, come se gli stesse squadrando, per poi fermarsi.
    “Che succede Hikari?” chiese Kairi, fermandosi anche lei.
    “…Niente. Continuiamo a cercare.” rispose lei, riprendendo a camminare.
    Questo gesto però non era passato inosservato a Rukia, che si rivolse a bassa voce a Ichigo.
    “Ichigo, lo hai sentito anche tu, vero?”
    Il ragazzo annui, guardando con la coda dell’occhio i quattro ragazzi allontanarsi.
    “Hanno qualcosa che non quadra…” disse infine. “Ma è meglio parlarne in un altro momento…”
     
    “Insomma Hikari, si può sapere che ti prende?” chiese Kairi. “Da quando abbiamo incontrato quei ragazzi sembra che sei finita tra le nuvole”
    “Non so il perché, ma quei ragazzi non mi sembravano proprio normali…” rispose lei.
    “In che senso?” chiese Sora
    “Mi è sembrato che stesero nascondendo qualcosa…”
    “Sarà stata solo una tua impressione, vedrai.”
    “Speriamo… Ma non ne sono troppo convinta…”
     
     
    Il ragazzo si trovava sul tetto della scuola.
    Ichigo aveva spiegato la sua situazione alla classe, in modo che non creassero problemi per il suo arrivo, anche se il preside aveva detto di essere d’accordo.
    Ora stava osservando da lontano Ichigo e Rukia che stavano parlottando tra di loro, apparentemente di qualcosa di serio, viste le loro espressioni.
    “Ah, non ci badare a loro due” disse un ragazzo, avvicinandosi. “Piacere, io sono”
    “Mizuiro Kojima” concluse il ragazzo. “Ti sei già presentato 5 volte in un ora. Avrò anche perso la memoria, ma non sono ridotto così male”
    “Ah, ok…” rispose spiazzato Mizuiro. “Comunque stavo dicendo che loro fanno sempre così. Manco avessero un segreto di stato da custodire… Oppure c’è qualcosa tra di loro” concluse, facendo una piccola risata.
    “Bah, affari loro. Io dopotutto sono solo un ospite di Ichigo”
    “Ma si può sapere che ti prende?” sentirono urlare Ichigo, rivolto a Rukia, che gli fece cenno di abbassare il tono di voce.
    “Vedrai, ti abituerai. Soprattutto considerando il fatto che al momento vivi da Ichigo. Se ti capitano cose strane, è nella norma. Pensa che una volta un camion ha sfondato la loro clinica”
    “E se tu la smettessi di spifferare a tutti questa storia, di cui non mi sembra il caso di vantarsi, faresti un favore a tutto il mondo” disse Ichigo, apparendo alle spalle del compagno.
     
     
    “Niente!” disse Sora. “Nemmeno un Heartless, e abbiamo girato per tutto il giorno. A momenti conosciamo a memoria questa città!”
    “Beh, almeno sappiamo che domani dovremmo cercare altrove” disse Kairi.
    Solo Hikari non era tranquilla.
    C’era sempre qualcosa che non le quadrava.
    A interrompere i suoi pensieri fu una specie di ruggito, che fece voltare i custodi.
    “Sora, lamentati ancora una volta e provvederò io a farti stare zitto per qualche ora!” disse Riku, guardandosi attorno.
    Purtroppo il buio della notte non permetteva loro di distinguere bene le forme, e in quel momento si trovavano in una zona non illuminata dai lampioni.
    “Sta arrivando qualcosa…” disse Hikari, evocando anche lei il Keyblade.
    Un secondo ruggito li costrinse a voltarsi nuovamente e stavolta si ritrovarono di fronte ad un’enorme mostro, con una maschera bianca sopra il volto.
    “Oooook, alzi la mano chi ha visto questo Heartless prima d’oggi” disse Sora, preparandosi a combattere.
    Ma prima che uno solo di loro facesse in tempo ad agire, una figura nera li superò da dietro, e con un arma che i custodi non riuscirono a vedere, tagliò a metà il mostro, che scomparve nel nulla.
    La figura atterrò poco lontano, ma della sua arma non era rimasto segno, mentre di lui non si riusciva a distinguere niente.
    “Ehi, tu! Fermati!” disse Riku, cercando di correrli dietro.
    Ma prima che riuscisse a raggiungere la figura, essa era già scomparsa nelle tenebre.
    “Chi sarà stato?” si chiese Kairi.
    “È possibile che fosse un custode?”
    “No, non credo” disse Hikari. “Ma ora è meglio che ci allontaniamo, quei ruggiti avranno di sicuro attirato l’attenzione di qualcuno” concluse, per poi volare via seguita dagli altri, senza accorgersi della figura, che da poco lontano, gli stava osservando.
    Pochi minuti dopo arrivò un ragazzo, vestito di nero, con in mano un’enorme spada, lunga quanto lui.
    A quel punto la figura corse via.
    “Accidenti…” disse il ragazzo, guardandosi attorno, per poi vedere un pezzo di maschera bianco, che non appena lo prese in mano si sgretolò. “Sono arrivato tardi anche stavolta…”
     
     
    “Chissà chi era quel tipo…” pensò Kairi ad alta voce, una volta ritornati sulla Gummyship.
    “Più che lui…” rispose Hikari. “Siamo sicuri che quello che abbiamo incontrato fosse un Heartless?”
    “E cosa poteva mai essere?” chiese Sora. “Ce ne sono così tanti tipi che è impossibile memorizzarli tutti a memoria, quindi può starci che fosse uno che non abbiamo mai affrontato”
    “Non lo so, Sora… Effettivamente nemmeno io sono troppo convinto che fosse un Heartless… Aveva qualcosa di inquietante… E quando è stato sconfitto, non ha liberato il cuore…” disse Riku.
    “E già questo lo esclude a priori dall’essere un Heartless”
    “Quindi mi state dicendo che questo mondo è attaccato da altri mostri? Perfetto, come se non avessimo già abbastanza avversari”
    “Se sono originari di questo mondo, la cosa non ci riguarda. Dovranno sbrigarsela loro” sentenziò Hikari.
    “Come se alla fine ignorassimo veramente i problemi degli altri mondi…” sbuffò Sora.
     
     
    “Allora Ichigo?” chiese Rukia, da dentro l’armadio della camera del ragazzo, che stava rientrando in quel momento dalla finesta, vestito di nero e con una spada sulla schiena.
    “Niente, sono arrivato tardi anche stavolta” rispose lui, per poi rivolgere lo sguardo sul letto, dove c’era una persona uguale identica a lui, solo che sembrava senza vita.
    Non appena Ichigo lo tocco, sparì, per poi riaprire gli occhi pochi secondi dopo nel suo corpo.
    “Capisco…” disse Rukia, sdraiandosi nuovamente nel letto all’interno dell’armadio. “Ci è sfuggito anche stavolta…”
    “Ma come fa?” chiese Ichigo, battendo un pugno nel palmo dell’altra mano. “Per quanto sia veloce, arrivo sempre tardi… O sa teletrasportarsi o non si tratta di una sola persona”
    “Ne hai parlato anche con gli altri? Magari sono loro…”
    “Già fatto, e mi hanno tutti risposto che nemmeno lo sapevano… Poi ora abbiamo pure quell’altro problema…” disse, rivolgendo lo sguardo alla porta.
    “Già… Quel ragazzo è un bel mistero… Però non noto niente di strano in lui”
    “Beh, non è uno spirito, altrimenti mio padre e gli altri non lo avrebbero potuto vedere. E poi non mi pare che gli spiriti soffrano di memoria, anzi”
    “È un riferimento piuttosto velato alla mia età?” chiese lei.
    “Suvvia, non te la sarai veramente presa per oggi, vero?”
    “Ringrazia che ho lasciato perdere questo tipo di stupidaggini e DIETRO DI TE, ICHIGO!” urlò, vedendo una figura nera passare davanti alla finestra.
    “Accidenti…” disse Ichigo, sporgendosi fuori da essa, senza però riuscire a vedere niente. “Chi sarà stato?”
    “Era vestito di nero… Ma più di questo non sono riuscita a vedere niente…” disse Rukia, affacciandosi anche lei dalla finestra.
    “Ehi, Ichigo, si può sapere cos’è tutto questo chiasso?” chiese una voce, anticipando il ragazzo che entrò nella stanza, con gli occhi arrossati dal brusco risveglio.
    Ritrovandosi così di fronte a Ichigo e Rukia, che lo guardarono spaventati.
    “Dunque è così che stanno le cose” disse il ragazzo, sorpreso da quella vista.
    “Ah, non è come sembra, credimi!” disse frettolosamente Ichigo.
    “Aveva ragione Mizuiro, quando diceva che c’era qualcosa tra di voi”
    “Ma che cosa st- AHI!” disse il ragazzo dai capelli arancioni, dopo aver ricevuto una gomitata nello stomaco da parte di Rukia.
    “Accidenti… Ci ha scoperto, Ichigo, Te l’ho sempre detto che non era una buona idea farmi venire a ripeterti a quest’ora le lezioni”
    “Lezioni? Strano, non vedo nessun libro in giro…” disse il ragazzo, per poi girarsi. “Va beh, almeno cercate di fare meno rumore possibile. So di essere solo un ospite, ma all’una di notte non mi dispiacerebbe poter dormire, sapete?” concluse, per poi uscire dalla porta.
    I due rimassero qualche secondo in silenzio.
    “Secondo te se l’è bevuta?” chiese Rukia.
    “Beh, nella realtà è pur sempre più probabile di quello che gli ha detto Mizuiro, che domani provvederò a pestare per bene per questo”
     
     
    Il giorno dopo, i quattro custodi si incamminarono nuovamente per le strade di quella città.
    “Ne sei sicura, Hikari?” chiese Kairi.
    “Si. In questa città ci deve essere qualcosa di strano, lo sento”
    “Sarà, ma per me ti stai sbaglia-!” cominciò Sora, per poi fermarsi all’improvviso, come se avesse sentito qualcosa di strano.
    “Che succede Sora?” chiese Riku.
    “Heartless” sibilò lui, evocando il Keyblade, proprio pochi instanti prima che venissero circondati da essi.
    “Però… Mai pensato di fare l’indovino?” chiese l’argenteo, evocando anche lui il Keyblade.
    “Ah, sta’ zitto!” rispose l’amico, eliminando un Heartless.
     
    “Quel Mizuiro… Ah, ma appena lo vedo…” disse Ichigo, mentre si dirigeva a scuola assieme a Rukia e al ragazzo.
    “Suvvia, calmanti. Dopotutto ha solo detto ciò che pensava” disse quest’ultimo.
    “Ma non mi va che lo vada a dire ad ogni singola persona che incontra!”
    “Uh, che succede?” chiese Rukia, sentendo dei rumori lontani.
    “Di cosa stai parlando?” disse Ichigo.
    “Sembrano i rumori di uno scontro…” rispose il ragazzo, per poi cominciare a correre verso la loro fonte.
    “Ehi, aspetta!” urlò Ichigo, inseguendolo assieme a Rukia.
     
    Hikari tagliò a metà un altro Heartless.
    “Uff… Ma quanti sono?” si lamentò Kairi, cominciando a sentire la stanchezza per tutti quei colpi.
    Infatti nonostante continuassero ad eliminarli, continuavano ad apparirne altri.
    “Ehi, voi! Tutto bene?” chiese il ragazzo, raggiungendoli.
    “Allontanati!” gli urlò Sora. “È troppo pericoloso per te qui!”
    “E quelli COSA sono?” chiese Ichigo, raggiungendo il luogo, per poi guardare Rukia, che scosse la testa.
    Il ragazzo però non sembrò voler ubbidire all’ordine di Sora, e presa una sbarra di ferro che si trovava lì a terra, si lanciò contro gli Heartless, cominciando a colpirli, senza però fargli niente.
    “Maledizione!” urlò Ichigo, raggiungendo il ragazzo e dando un calcio ad un Heartless. “Gli allenamenti involontari con mio padre saranno pur serviti a qualcosa!”
    “Voi due, allontanatevi subito!” disse Hikari, preprando due sfere di fuoco. “A me no che non desideriate bruciare vivi, ovvio”
    “Cos-?” chiese Ichigo, prima di venire allontanato a forza dagli altri custodi, assieme al ragazzo.
    Pochi secondi dopo, l’intera zona invasa dagli Heartless venne ricoperta da una colonna di fuoco, che gli eliminò tutti.
    Hikari ne uscì solo con qualche lieve bruciatura, che però guarì subito.
    “Voi due!” disse poi rivolta a Ichigo e al ragazzo. “Se vi diciamo di non intervenire, ci sarà pure un motivo, no?”
    Poco lontano, Rukia osservava la scena sorpresa, quasi non credesse ai propri occhi.
    “Chi siete?” chiese Ichigo.
    “Mi chiamo Hikari. Ti basti sapere questo”
    “Io invece sono Sora”
    “Riku”
    “Kairi”
    “Ichigo Kurosagi”
    “Rukia”
    L’unico a non dire niente fu il ragazzo.
    “E tu non ti presenti?” chiese Sora, chiedendosi il perché.
    “Mi dispiace, ma non mi ricordo come mi chiamo” rispose tranquillamente il ragazzo.
    “Già. Stiamo cercando di fargli recuperare la memoria, ma al momento ancora niente” disse sbuffando Ichigo. “E se evitasse di lanciarsi in mezzo al pericolo come se niente fosse ci farebbe anche un favore”
    “Parla quello che se n’è stato al suo posto tranquillo…” disse Rukia.
    “Lo sai benissimo il perché l’ho fatto! Se solo…” ma si interruppe prima di finire la frase.
    “Voi piuttosto” disse il ragazzo. “Perché combattevate contro quei… mostri?”
    Hikari lo guardò un attimo sorpresa.
    “Si chiamano Heartless, e il loro obbiettivo e far cadere tutto nell’oscurità. Noi ci limitiamo ad eliminarli”
    “Strano” disse Rukia. “Prima di trasferirmi qui, ho girato a lungo, ma non gli ho mai nemmeno sentiti nominare…”
    “È difficile da spiegare… Ma l’importante è che non li affrontiate, chiaro?” disse Sora.
    “Credo sia il momento di andare, prima che arrivino curiosi attirati dalle fiamme” disse Hikari, per poi correre via seguita dagli altri custodi..
    “Che tipi strani… Tu che dici, Rukia? Possono essere…” chiese Ichigo, senza concludere la frase.
    Rukia scosse la testa.
    “No. Ma non chiedermi come hanno fatto a scatenare quella fiammata” rispose lei, cominciando ad allontanarsi seguita da Ichigo.
    Il ragazzo invece rimase un attimo fermo.
    “Hikari significa luce, giusto?” chiese poi ai due.
    “Uh? Si, perché?”
    “Niente, è che mi sembrava strano… Mi da la sensazione di un antagonismo nei suoi confronti…”
    “Sarà una tua impressione…”
     
     
    “Perché te ne sei voluta andare via così di fretta?” chiese Kairi.
    “Continuavo a percepire qualcosa di strano in quei ragazzi… Di sicuro nascondono qualcosa… Soprattutto quello che dice di aver perso la memoria…”
    “Dici? A me sembrava normale…” disse Sora.
    “Sarà… Ma non riesco a stare tranquilla…”
    “Gli svantaggi di aver un cuore” disse ridendo Kairi.
     
     
    “Ehi, tutto bene?” chiese Ichigo, rivolto al ragazzo, parlandolo attraverso la porta, senza però ottenere una risposta.
    “Insomma, ti decidi a rispondere?” disse lui, aprendo la porta con un calcio.
    Ma davanti a lui non trovò nessuno, solo la finestra aperta.
    “Oh cavolo…” disse, per poi correre fuori.
     
     
    “Quindi secondo te potremmo trovare un altro di quei mostri?” chiese Riku, mentre si aggiravano nuovamente per le strade della città.
    Hikari annui. “E se saremmo fortunati, incontreremmo nuovamente quella persona”
    “Bah, sper-” disse Sora, prima di venire interrotto da un ruggito.
    “Come non detto” aggiunse, evocando il Keyblade.
    Davanti a loro era apparso un altro mostro con una maschera bianca, uguale a quello che gli aveva già attaccati.
    E come la volta precedente, la figura nera arrivò immediatamente, tagliando a metà anche quel nuovo avversario.
    Ma stavolta Hikari gli lanciò subito contro una sfera di fuoco, che lo colpì in pieno, spedendolo contro un muro.
    “Colpito!” disse sorridendo.
    Ma per tutta risposta, una sfera di ghiaccio uscì fuori dal polverone dell’esplosione precedente, sfiorando Hikari, che per tutta risposta lanciò una raffica di sfere infuocate contro l’obbiettivo.
    “Ehi, voi!” disse Ichigo, arrivando di corsa in quel momento seguito da Rukia. “Si può sapere che cosa state facendo?”
    “Risolviamo una questione con un certo tipo misterioso” rispose fredda Hikari. “È già la seconda volta che incontriamo un mostro con una maschera bianca in volto, e tutte e due le volte quel tipo è intervenuto, eliminandolo prima che potessimo farlo noi”
    “Volete dire che quel tipo ora è in mezzo a quel polverone?” chiese Rukia. “E che voi avete visto un mostro con una maschera bianca in volto?”
    “Ne deduco che non sia ordinaria amministrazione per voi…” disse Riku.
    “Ti sbagli” rispose Rukia, tirando fuori dalla tasca un paio di guanti con disegnato sopra un teschio, che si mise sulle mani. “Sei pronto Ichigo?”
    “È inutile che me lo chiedi. Sono giorni che aspetto questo momento” disse lui, prima che Rukia lo colpisse con i guanti, facendo uscire dal suo corpo una sua copia perfetta, solo vestito di nero e con una spada lunga quanto lui sulla schiena.
    “Per noi Shinigami è normale amministrazione!” concluse Ichigo, estraendo dal fodero la spada. “E tu ora vedi di uscire allo scoperto. Mi sono stufato di questa situazione. Vuoi eliminare gli Hollow? Fallo pure, ma almeno mostrati!”
    “Va bene, va bene…” disse una voce da dentro il polverone. “Così si chiamano Hollow quegli esseri, eh?”
    “Vuoi dire che gli eliminavi senza nemmeno sapere cosa fossero?” chiese sorpresa Rukia.
    “Beh, mi sembrava un buon modo per ringraziarvi” disse la voce, mentre la polvere spariva, rivelando il ragazzo dai capelli lunghi che si scrollava dai pantaloni la polvere.
    “Cosa? TU?!” chiese sorpreso Ichigo. “Credevo non ti ricordassi realmente niente”
    “È vero” rispose lui. “Non ricordo ancora niente di me. Ma, fin da quando mi sono svegliato, mi sono accorto che potevo fare cose non normali. Come evocare quest’affare” continuò, evocando un Keyblade.
    “UN KEYBLADE?!” urlarono sorpresi i custodi.
    “Quindi anche tu sei un custode!” disse Hikari. “Ma com’è possibile che hai QUEL Keyblade?” continuò, indicando il suo Keyblade.
    Lo stesso che aveva usato Dark nel suo combattimento finale.
    “Keyblade? Custode? Non ho la più pallida idea di cosa tu stia parlando”
    “Perché non ci hai detto niente?” chiese Ichigo
    “Per lo stesso motivo per cui tu uscivi ogni sera dalla finestra, vestito in quel modo assurdo, continuando a brandire quella spada. Non mi pare che ne parlassi in famiglia”
    “Cosa? Quindi fin dall’inizio…”
    “Certo. Come sapevo anche di Rukia. Sapete, bisticciate un po’ troppo per voler passare inosservati”
    “Impossibile…” disse Hikari, lasciando cadere a terra il Keyblade, che svanì nel nulla.
    “Hikari, non starai pensando quello che penso anch’io, vero?” chiese Sora.
    “Dark…” disse lei. “Sei proprio tu, Dark?”
    Il silenzio calò sul gruppo.
    “Dark?” ripeté il ragazzo. “Questo nome non mi è nuovo…”
    “Aspettate, voi lo conoscete?” chiese Ichigo.
    “Hikari, lo sai che non può essere!” disse Riku. “Dark si è disintegrato davanti ai nostri occhi. E poi non ci assomiglia nemmeno!”
    “Lo so, ma sono anche convinta che sia proprio lui. Altrimenti come farebbe ad avere il suo Keyblade?”
    “Disintegrato…” ripeté il ragazzo.
    “Dark, cerca di ricordare!” gli urlò Hikari. “Ricordati di noi. Di me. Hai detto tu stesso che non ti saresti potuto dimenticare di me!”
    “Io non vi conosco…” disse il ragazzo. “Ma credo che prenderò il nome che mi avete affibbiato. Chiamati pure Dark, ma sappiate che non ho niente a che fare con quello che conoscete voi” disse, per poi sorridere.
    Un sorriso che però non fece stare tranquilli gli altri.
    “Sembra un’altra persona…” disse Ichigo “Non sembra per niente il ragazzo che abbiamo trovato davanti alla porta svenuto…”
    Attorno a Dark lo spazio cominciò a contorcersi.
    Poi, senza nessun preavviso, lanciò una raffica di magie diverse contro i custodi e gli Shinigami, che furono costretti a pararle usando le loro armi, tranne Rukia che dovette ripararsi dietro Ichigo, che cominciava ad arretrare di fronte alla potenza di quei colpi.
    “Ugh… Ma chi è realmente?” si chiese, cercando di rimanere al suo posto.
    Anche i custodi continuava a respingere le magie usando i Keyblade.
    “Ora ne sono sicura: si tratta per forza di Dark, non ho nessun dubbio”
    “Non mi pare. Dark non ci avrebbe mai attaccato in questo modo!” disse Sora. “E poi rimane la questione del suo aspetto: è troppo diverso, e non è sotto una delle sue metamorfosi”
    “Potrebbe essere diventato realmente un Nessuno. Se solo sapessimo se ora come ora ha un cuore…”
    “Che cosa intendi con ‘ha un cuore’?” chiese Ichigo.
    “È possibile che il nostro amico, quando si è sacrificato, abbia perso il proprio cuore, mantenendo però il corpo” spiegò Kairi.
    “No, allora non è così. Lo abbiamo visitato quando lo abbiamo trovato, e il cuore gli batteva normalmente”
    “Allora com’è possibile? Solo Dark sapeva usare due o più magie diverse in contemporanea”
    “Vi ho già detto che non ho niente a che fare con il Dark che conoscete voi!” disse il ragazzo, senza smettere di lanciare magie.
    A quel punto Hikari sembrò non vederci più.
    Mettendo più forza nel respingere i colpi, riuscì ad avvicinarsi a Dark, per poi tirargli in faccia un pugno, facendolo così cadere interrompendo l’attacco.
    “Se non sei Dark, allora smettila di usare le sue tecniche, il suo nome e il suo Keyblade!” gli disse. “Ma se sei Dark, torna in te!”
    Il ragazzo rimase in silenzio.
    “Ripeto che non ho idea di chi fosse questa persona di cui state parlando. Ma non m’importa…” continuò, mostrando il Keyblade. “Questa è mia, e intendo usarla liberamente” concluse, cercando di colpire Hikari, cogliendola di sorpresa.
    Ma fu una lama dorata ad impedirgli di concludere l’attacco.
    “Beh, che ti prende, Dark? Non è da te attaccare così chi ti sta parlando” disse un ragazzo, vestito di bianco, con capelli biondi e occhi marroni, con in mano la Catena Nobile.
    “E tu chi sei?” chiese Hikari, osservando sorpresa il nuovo arrivato.
    “Ma quello è il Keyblade del Re!” urlò Riku, riconoscendo l’arma.
    “Re? Ma di chi state parlando? Non c’è nessun Re qui” disse Ichigo, cominciando a non capire più niente di ciò che stava accadendo.
    “Anche tu sei convinto che io sia questo Dark?” chiese il ragazzo, ritirando il Keyblade.
    “Beh, ad un fratello direi che è concesso riconoscere suo fratello maggiore” rispose il nuovo arrivato.
    “Fratello? Che cosa intendi dire?”
    “Già! Dark non aveva fratelli. Figuriamoci se non lo avrebbe mai detto!” disse Sora.
    “Fra me e Dark non è mai corso buon sangue, per questo non vi avrà mai parlato di me. Dopotutto, anche il mio nome è testimone di ciò.”
    “Ho osservato Dark per molto tempo sulla Terra.” Disse Hikari. “È vero, aveva un fratello, ma non era in grado di evocare il Keyblade. Gli unici che infatti erano in grado di usarlo sul suo mondo eravamo io e lui”
    “E come ho già detto prima, non è mai corso buon sangue tra di noi. Pensa che non sapevo nemmeno che era anche lui un custode. L’ho scoperto dopo che se n’è andato con voi”
    “E tu vorresti farci credere che sei veramente suo fratello? Ma non prenderci in giro!”
    “Light…” disse il ragazzo, cominciando a tenersi la testa.
    “Cosa?” chiese Hikari.
    “Come volevasi dimostrare. Nonostante tutto, la tua amnesia non è definitiva. Troppe novità per mantenere la tua copertura, vero?” disse Light, sorridendo.
    “Ba… Basta… Andatevene… ANDATEVENE VIA!!!” urlò il ragazzo, sprigionando dal proprio corpo un’onda d’urto che investi tutti i presenti.
    Solo Hikari e Light riuscirono a rimanere ai loro posti, mentre Sora, Riku, Kairi, Ichigo e Rukia vennero sbalzati in aria.
    “Ugh…” disse Light, tenendo il Keyblade di fronte a se per ripararsi dall’onda. “Non pensavo fosse così forte…”
    “Dark… Ora ricordo… Questo è il mio nome…” disse il ragazzo. “Ma voi… Voi proprio non riesco a ricordarvi… Perciò fatemi il favore di sparire!” continuò, infondendo ulteriore forza nell’onda, che stavolta sbalzò via Light, facendo rimanere nuovamente solo Hikari a contrastare Dark.
    “Dark, torna in te!” gli urlò Hikari. “Non è da te comportarti così!”
    “STA ZITTA!!!” urlò lui di risposta, per poi prepararsi ad attaccare.
    “Umh… Credo che mi convenga tornare in un altro momento…” disse una voce sopra di loro, facendo si che tutti si girassero verso essa, facendo così interrompere l’attacco di Dark.
    Di fronte a loro si trovava Gambadilegno.
    “Tu!” urlò Hikari. “Dov’è Rexenet?”
    “Rexenet? E perché dovrei saperlo?”
    “Basta così, Gambadilegno! Vi abbiamo visto andare via assieme a Malefica, perciò smettila di fare finta di niente!”
    “Ma è la verità! Non mi interessa niente di quel damerino. Per quel che mi riguarda, può fare quel che vuole”
    “In questo caso… Sarai tu a pagarla a posto suo!” disse Hikari, per poi volare verso di lui.
    Ma venne preceduta da Light, che punto il Keyblade direttamente sulla gola di Pietro.
    “Ti conviene parlare, sai?” disse lui. “A differenza di mio fratello, io non amo parlare e non ci penso due volte ad eliminare qualcuno, credimi”
    “Basta così, Light!” urlò Dark.
    “Dark!” urlò Sora. “Vuoi dire che-”
    “No. Non mi sono ancora ricordato di voi. Ma non so perché, mi ricordo del suo nome.”
    “Beh, è pur sempre un passo avanti” disse Kairi.
    “Ump. Avrai anche perso la memoria, ma rimani sempre il solito presuntuoso” disse il fratello, lasciando andare Gambadilegno.
    “S-Stolti! Non dovevate fare questo errore!” disse, per poi far apparire dal nulla centinaia di Heartless attorno a loro.
    “Affrontateli tutti e sconfiggeteli, se ci riuscite!” continuò, per poi sparire in un varco oscuro.
    “ASPETTA!!!” urlò Dark, volando a tutta velocità verso esso, riuscendo ad entrare pochi instanti prima che si chiudesse.
    “DARK!” urlò Hikari, per poi eliminare un Heartless che cercò di colpirla.
    “Accidenti…” disse Ichigo, tagliando lungo la testa un Heartless. “Ma che razza di Hollow sono questi? Dovrebbero avere almeno un pezzo di maschera!”
    “Non sono Hollow, ma Heartless” rispose Sora, andandogli a dar man forte.
    Improvvisamente però tutti gli Heartless si fermarono.
    “Uh? Che succede?” chiese Light.
    Poi, tutti quanti cominciarono ad arretrare, come attirati da qualcosa.
    Solo allora notarono la creatura che si stava avvicinando.
    Un Hollow più grande degli altri, che in quel momento stava venendo ricoperto dagli Heartless.
    “Pazzesco…” disse Hikari, osservando l’essere aumentare di dimensioni.
    “Sta inglobando gli Heartless…”
    “O sono gli Heartless a inglobare lui?” chiese Sora.
    Di fronte a loro ora si ergeva un Hollow alto diversi metri, con la maschera completamente nera.
    “Mai visto una cosa del genere… E sono anni che non faccio altro che eliminarli…” disse Rukia.
    “Non ho idea di cosa siano questi Hollow, ma non ha importanza. Al momento mi basta sapere che Dark è ancora vivo. Ora non resta che fargli recuperare la memoria!” disse Hikari.
    “Buona fortuna allora” disse Light. “Provaci pure, ma per quel che mi importa, può rimanere anche così. Dopotutto a me interessa solo affrontarlo”
    “Cosa?” chiese Sora. “E perché? Non è tuo fratello!”
    “Proprio per questo. Fin da piccoli non facciamo altro che litigare tra di noi. E ora sinceramente ci sarà più gusto. E se non vi dispiace, io vado” concluse, aprendo un varco di luce davanti a lui.
    “Ah, dimenticavo: non consideratemi vostro alleato. Il mio unico scopo è affrontare Dark. Di ciò che succede ai vari mondi e ai loro abitanti non me ne importa niente” aggiunse, per poi attraversare il varco.
    “Menomale che è suo fratello” disse Riku, preparandosi ad attaccare. “Se fosse stato solo un suo nemico, avrei timore di affrontarlo”
    “Emh… Scusate, ma vi ricordo che di fronte a noi c’è un Hollow… si dice geneticamente modificato?” chiese Rukia rivolta a Ichigo.
    “E me lo chiedi a me? Sei tu lo shinigami! Io sono solo il tuo sostituto!” rispose lui, impugnando la spada. “In ogni caso, non mi pare una creatura da lasciare libera di agire” concluse, per poi partire all’attacco, seguito dai custodi.
    “Colpitelo sulla maschera!” gli urlò dietro Rukia.
    “Ricevuto” rispose Hikari, per poi fermarsi in volo di fronte alla maschera.
    “Prendi questo” disse, per poi lanciare una sfera di fuoco sulla creatura, in contemporanea ai fendenti di Ichigo e degli altri custodi, che tagliarono a metà la testa dell’Hollow, che scomparve nel nulla.
    “Beh, è stato più facile del previsto” disse lo shinigami, atterrando affianco a Rukia, che stava cercando qualcosa in tasca.
    “Mica tanto…” disse Sora, facendo scomparire il Keyblade. “Ho dovuto usare quasi tutta la mia forza…”
    “Ad ogni modo…” disse Ichigo, rivolgendosi verso di loro. “Ora gradiremo qualche spiegazione. Chi era quel ragazzo?”
    “Si chiama Dark” rispose Hikari. “Ed è un custode come noi.”
    “Custode?”
    “Si chiamano così le persone in grado di evocare il Keyblade” precisò Riku, mostrando l’arma.
    “E che ci faceva qui?”
    “Non ne abbiamo idea. L’ultima volta che lo avevamo visto, è stato quando si è disintegrato di fronte a noi per sconfiggere… un avversario molto potente…” rispose Hikari.
    “Disintegrato? Cosa intendete dire con disintegrato?”
    “Quello che abbiamo detto. Ma se non è diventato un nessuno, com’è possibile che sia ancora vivo? Non può essere sopravissuto. Non in quel modo!” rispose Sora.
    “Sempre ammesso che fosse realmente Dark” disse Hikari. “Era troppo diverso come aspetto. E poi, quando ha detto di ricordare il suo nome, non mi sembrava troppo convinto”
    “Per non parlare di Light. Possibile che fosse realmente suo fratello?”
    “Come ho già detto, ero a conoscenza che Dark avesse un fratello, ma non l’ho mai visto. Perciò non vi so dire se era veramente lui. Certo, a questo punto mi viene da chiedere come sia possibile che anche lui abbia un Keyblade. Solitamente, i custodi non sono mai parenti tra di loro.”
    “E noi allora?” chiese Kairi.
    “Tu hai ottenuto il Keyblade da Riku. Teoricamente non sei stata scelta come custode”
    “Scusatemi…” disse Rukia, avvicinandosi a loro. “Vorrei non doverlo fare, ma sono costretta”
    “Uh? Di cosa stai parlando?” chiese Riku, prima che Rukia gli gettasse in faccia una specie di nuvola uscita da un piccolo oggetto simile ad un pacchetto di caramelle.
    “Coff, coff… Ma si può sapere che ti prende?” chiese lui, continuando a tossire.
    “Cosa?” disse lei sorpresa, osservando l’oggetto in mano. “Saresti dovuto cadere a terra svenuto per poi risvegliarti senza ricordare niente di quel che è successo”
    “Temo che quell’affare non sia efficace con noi” disse Hikari. “Semplicemente perché non siamo di questo mondo”
    “E con questo? Nemmeno io lo sono” rispose la shinigami.
    “E da dove viene allora, scusa?” chiese Sora.
    “Beh, dall’altro mondo, ovvio. La Soul Society.” Rispose Ichigo, prima di venire zittito da Rukia.
    “Credo ci sia un equivoco…” disse Riku. “Noi proprio non siamo di questo mondo, o pianeta, come preferite chiamarlo”
    “Cioè siete Extraterrestri?” chiese Ichigo.
    “Una specie” aggiunse Hikari. “Su, ora cerchiamo subito la serratura e ripartiamo subito. Dark potrebbe essere finito ovunque!”
    “Si, hai ragione!” disse Sora, poco prima che il suo Keyblade si evocasse da solo, per poi puntare su Ichigo.
    “Che cosa succede?” chiese lui, osservando la sua spada illuminarsi per poi volare in alto da sola.
    “Beh, ci va sempre bene” disse Sora, prendendo in mano il Keyblade. “Non appena diciamo che dobbiamo cercare la serratura, essa salta fuori subito”
    “Lamentati…” lo riprese Kairi, osservando l’amico far partire un raggio dal Keyblade, che colpì la serratura che era apparsa sopra la spada di Ichigo, chiudendola.
    “Rukia, le Zampakuto possono fare anche questo?”
    “In centinaia d’anni che lavoro, non ho mai visto niente del genere…” disse lei, sorpresa nel vedere quella scena.
    “Centinaia d’anni? Ma se avrai più o meno la nostra età!” disse Kairi.
    “Le apparenze ingannano…” disse Ichigo. “Anch’io, quando l’ho incontrata la prima volta facevo fatica a crederci…”
    “Ringrazia che non posso usare la mia Zampakuto, o ti farei volentieri a fettine…” disse lei gelida.
    “Cambiando argomento… Allora cercherete voi Dark?” chiese lo shinigami, deglutendo per la minaccia appena ricevuta.
    “Diciamo che è nostro dovere. E dobbiamo farlo prima che venga trovato da Rexenet o Light” rispose Hikari, per poi aprire un varco dietro di loro.
    “Grazie per avergli badato in questi giorno” disse Kairi.
    “Figuriamoci. È stato mio padre a trovarlo, e gestiamo una clinica. Era il minimo che potevamo fare.” Rispose Ichigo, osservando i quattro custodi attraversare il varco per poi sparire.
     
    “Ben detto, Ichigo” disse una persona vestita proprio come lui, sorridendo, osservando da lontano la scena.
     
     
     
     
    “L-Lasciami andare!” urlò Gambadilegno, mentre Dark lo teneva su per il collo.
    “Dove siamo?” chiese lui. “Parla, o potrei perdere la pazienza!”
    “Ti ripeto che non ne ho idea! Ho aperto il varco a caso per la fretta!”
    “Sei inutile…” rispose il custode, lasciandolo cadere a terra. “Vattene. Non vale neppure la pena eliminarti” aggiunse, osservandolo scappare via in un varco.
    “E ora, cerchiamo di capire dove siamo” disse, osservando l’enorme foresta che lo circondava.

    Edited by darkroxas92 - 28/10/2010, 18:07
     
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    Troppe cose, troppissime cose!!!!! O________O Ma che macello stai mai combinando qui dentro?! Io mi ero già fatta tutti i miei filmini d'amore su Hikari e Dark e tu me li metti contro?!? E ora si mette in mezzo anche 'sto fratello impazzito e egocentrico... ç__ç Sei crudele, altro che adorarti... c'è picchiarti!! >.<
    Tralasciando tutto questo u.u Ottimo capitolo, davvero ^^ Non avrei mai indovinato il mondo di Bleach perché conosco solamente il personaggio di Ichigo, quindi figurati XD Ora non farci aspettare troppo per il continuo nè u.u
     
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    *assolda un cecchino con il compito di sparare darkroxas92*
    come ti sei permesso di mettere uno dei miei anime spreferiti ? vabbè ti perdono soltanto perchè hai scrittto un capitolo così bello, bravo però il nome light lascia un po a desiderare, avrei voluto un nome più bello, d'effetto ma non fa niente

     
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  4. francix94
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    bellissima chap ^^
    ora mi è sorta una domanda:
    ma quando dark si era disintegrato può aver rilasciato la sua luce e la sua oscurità nei corpi di qualcun'altro la luce la dato al fratello e l'oscurità nel corpo di un altra persona?
    questo potrebbe spiegare molte cose il fatto che light all'improvviso si ritrova con un keyblade,il fatto che neodark può usare tutte le tecniche e il keyblade di dark,e il fatto di come il neodark(nomignolo dato da me) sia così cattivo per via della parte di oscurità che h'assorbito ed ultimo il fatto che neodark non trovi nuovo il nome che hikari gli ha detto.
    SPOILER (click to view)
    cazzo come l'ho fatto lungo sto post :gya:


    Edited by francix94 - 5/5/2010, 23:20
     
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    CITAZIONE (francix94 @ 3/5/2010, 22:56)
    bellissima chap ^^
    ora mi è sorta una domanda:
    ma quando dark si era disintegrato può aver rilasciato la sua luce e la sua oscurità nei corpi di qualcun'altro la luce la dato al fratello e l'oscurità nel corpo di un altra persona?
    questo potrebbe spiegare molte cose il fatto che light all'improvviso si ritrova con un keyblade,il fatto che dark può usare tutte le tecniche e il keyblade di dark,e il fatto di come il neodark(nomignolo dato da me) sia così cattivo per via della parte di oscurità che h'assorbito ed ultimo il fatto che neodark non trovi nuovo il nome che hikari gli ha detto.

    francix94,
    Legenda: _________________ (il sottolineato): non ho capito
     
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  6. francix94
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    il fatto che neodark sappia usare tutte le tecniche del vecchio dark fa pensare che il vecchio dark inconsapevolmente abbia donato (non so se è il termine giusto ^^")la sua parte oscura a neodark.
    e poi se leggi bene quando hikari chiama il neodark col nome "dark" lui non lo trova nuovo come veramente si chiamasse così.
    spero di averti fatto capire la mia teoria ^^
     
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    aaah ecco ora ho capito
     
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    E finalmente ecco qui il nuovo capitolo.
    Chiedo scusa per l'enorme ritardo, ma sono impegnato in un corso d'aggiornamento (alias BBS XD), quindi al momento, sebbene abbia le idee, non riesco a scrivere.
    Comunque sia cercherò di scrivere il prima possibile il prossimo capitolo.
    E per la prima volta, anche qui sul khforum comincio a rispondere alle recensioni una per una, in modo da poter soddisfare in parte i vostri dubbi XD
     
    @ Liberty89: Eh eh... lo sai, sono sadico e nemico dell'amore in tutte le sue versioni XD. Mi fa piacere sapere che ti ho sorpresa con il nuovo mondo, e spero di riuscire a fare lo stesso anche con i prossimi
    @ Armitrael: Non pensavo lo odiasi così tanto XD. Io invece l'ho scoperto da poco e ho deciso di inserirlo. Invece il nome Light... beh, diciamo che oltre al fatto che io nell'inventare nomi sia una frana, avrà un suo scopo, basta solo aspettare
    @ francix94: emh... temo di non essere riuscito a chiarire bene le cose: Light ha sempre avuto il Keyblade, ma come Dark non gli ha mai detto niente, nemmeno lui lo ha fatto, di conseguenza non centra niente. Mi dispiace dover demolire così la tua teoria XD
     
    Ma ora, è il momento di lasciarvi andare su

    Capitolo 31: Pandora? - Torna all'indice dei capitoli
    Dark si guardò intorno per qualche minuto, per poi cominciare a camminare.
    ‘Chissà se quello che dicevano quei tipi era vero…’ si chiese. “Dark… Sarà veramente questo il mio nome?’
    Ma i suoi pensieri vennero interrotti dal ruggito proveniente da uno strano animale, di colore blu, che era apparso davanti a lui, e che non sembrava avere intenzione di giocare.
    “Cominciamo bene…” sospirò lui, per poi congelarlo velocemente con la magia.
    Una cosa però colpi l’attenzione di Dark.
    Oltre alla coda che aveva, quell’animale ne possedeva una seconda, che alla fine si divideva in più fili, come se fosse un cavo reciso.
    “Che strana coda…” disse, avvicinandosi.
    In questo modo evitò, se pur involontariamente, una freccia che altrimenti lo avrebbe colpito in piena testa.
    “Cos-” disse, per poi doverne evitare un'altra.
    Dark si guardò attorno, ma non riusciva a capire da che parte provenissero.
    E per di più, ad una prima vista, erano frecce decisamente più grandi del normale.
    Ad un certo punto sentì qualcuno parlare in una strana lingua.
    “Chi sei?” chiese ad alta voce “Chiunque tu sia, vieni subito fuori!”
    Ma fu costretto a fermarsi dopo aver sentito qualcosa di appuntito sfiorarli la testa.
    “Non so come fai a respirare…” disse una voce. “Ma non ha importanza. Tu ora mi seguirai senza protestare, chiaro?”
    “Come se lo facessi veramente…” rispose Dark, creando una barriera attorno a lui, che spezzò la freccia a metà.
    “E ora vediamo chi sei” disse il custode, girandosi, mentre un’altra freccia veniva scoccata alle sue spalle.
     
     
    “Che strano posto…” disse Kairi, mentre scendeva dalla Gummyship.
    Erano atterrati su quella che in passato doveva essere stata proprio una piattaforma di atterraggio, dato che tutto attorno c’erano diversi hangar, anche se tutto era in uno stato d’abbandono.
    “Già, e per di più sembra disabitato… Perché mai gli Heartless dovrebbero attaccare un posto del genere?” chiese Sora.
    “Beh, il loro obbiettivo a far cadere tutti i mondi nell’oscurità. Non credo stiano a vedere in che stato è il mondo che hanno scelto” gli rispose Riku.
    “Io comunque direi di entrare lì dentro.” Propose Hikari, indicando l’hangar più grande, che conduceva ad un’enorme edificio. “Forse potremmo trovare qualche informazione più precisa”
    “Si, ottima idea”
    Ma non appena entrati, la prima cosa che notarono fu la conferma che quel posto era abbandonato da diversi anni.
    Infatti per terra c’erano diversi pezzi di vetro e qualche maschera, come quelle che si usano quando si fa fatica a respirare.
    “Sembra che questo posto sia stato abbandonato in fretta…” disse Riku.
    “Oppure sono stati costretti ad abbandonarlo.” aggiunse Hikari.
    “Cosa te lo fa pensare?”
    “Se fosse stato abbandonato in fretta, ci sarebbe più di qualche pezzo di vetro in giro. Comunque andiamo avanti, chissà se non troviamo qualche traccia di quel che è successo”
    I custodi continuarono la loro avanzata dentro l’edificio, fino a quando non arrivarono in una sala piena di computer.
    “Se c’è qualcosa, deve essere qui” disse Hikari, per poi dirigersi ai computer, cercando di avviarli.
    Pochi secondi dopo, tutti gli schermi si accesero, e di fronte a loro apparve una specie di mappa olografica.
    “Deve essere una specie di mappamondo” disse Riku, osservandola.
    “Credo anch’io” aggiunse Hikari, continuando a digitare sulle tastiere, cercando qualche dato.
    “Ehi, non è che succede come a Radiant Garden, che finiamo dentro il computer, vero?” chiese Sora.
    “Non credo proprio. Quel sistema l’aveva creato mio padre solo per casi eccezionali” rispose la custode, per poi far apparire al posto del mappamondo una serie di scritte.
    “Uh? Che c’è scritto?” chiese Kairi.
    “Purtroppo i dati sono danneggiati… O meglio, sembra che qualcuno gli abbia danneggiati appositamente. Come se non volessero che si venisse a sapere cosa c’era scritto…” rispose la sorella, soffermandosi a leggere un file, che non veniva visualizzato sull’ologramma.
    “Quindi questo posto è stato lasciato volontariamente…”
    “Già… Ma quello che mi sto chiedendo ora…” continuò Hikari, prendendo una maschera che era appoggiata lì vicino. “E il perché di queste maschere respiratorie. E come se senza di queste, chi ci viveva qui prima non potesse respirare…”
    “Non credo, altrimenti non potremmo nemmeno noi.” Disse Sora
    “Ehi, venite, presto!” urlò Kairi da una sala vicina.
    I custodi accorsero subito, per ritrovarsi in una sala piena di enormi vasche chiuse con del vetro, e nella polvere, ancora delle tracce di passi visibili, seguite da quelle di ruote.
    “Strano…” disse Hikari, seguendo la striscia di orme con lo sguardo. “Sembra che l’ultima persona che è passata per di qui abbia preso qualcosa da queste vasche…” continuò, evocando il Keyblade. “E quindi potrebbe ancora esserci qualcuno qui…”
    “Ah, che bello” commentò Sora, evocando anche lui il Keyblade. “Basta solo che non salti fuori qualche fantasma…”
    I quattro custodi entrarono nella stanza in cui si dirigevano le orme.
    E si ritrovarono circondati da diverse capsule rotte, come se qualcuno le avesse colpite con violenza per assicurarsi che non fossero più usate.
    Dietro esse doveva esserci una specie di panello di vetro, ormai ridotto in frantumi.
    Al centro della stanza invece c’erano diversi computer, che dovevano esserci accessi assieme agli altri.
    “Sembra che di qua ci sia passato un tifone…” commentò Kairi.
    “No, non credo un tifone” disse Hikari, indicando una freccia incastonata nel muro. “Credo di più un attacco…”
    “Ma l’hai vista quella freccia? È enorme! Chi mai potrebbe riuscire a lanciarla?”
    “Non vorrei fare un ipotesi azzardata, ma credo che in quella vasche ci fossero gli stessi esseri che hanno attaccato…”
    “Ma chi pu-” chiese Kairi, venendo interrotta da un vociferare poco lontano da loro, in una lingua che non riuscivano a comprendere.
    “Allora aveva ragione. Siete veramente tornati, umani” disse una voce.
    Riku e Kairi evocarono anche loro il Keyblade.
    “Chi sei?” chiese Hikari, per poi vedere una freccia diretta verso di lei, che venne tagliata a metà da Kairi.
    “Grazie” rispose la sorella, per poi guardarsi attorno.
    “Ve lo dirò una sola volta: andatevene via subito. Non abbiamo intenzione di tollerarvi ulteriormente.” Disse la voce.
    “Non ce ne andiamo!” disse Sora. “Non prima che tu ci abbia detto chi sei e che cos’è successo in questo posto”
    “Come se non lo sapeste… Siete venuti qui con lo scopo preciso di riprendere le vostre attività”
    “Ma se non sappiamo nemmeno che cosa succedeva qua dentro!” urlò Riku.
    Pochi secondi dopo, davanti a loro saltò fuori un’enorme creatura umanoide, alta quasi il doppio di un normale essere umano, di colore blu, con la coda e una specie di treccia che finiva divisa in più fili che si muovevano da soli.
    E in mano aveva un arco puntato verso i custodi.
    “Vi ho detto di andarvene!” disse la creatura, mostrando i denti come un animale arrabbiato. “O potrei ripensarci”
    “Hikari, dimmi che sai di che creatura si tratta” chiese quasi supplicando Kairi.
    “No, mi spiace. Non l’ho mai vista prima. La Terra sarà anche un antenna ricevente informazioni, ma non credo riceva proprio tutto. Come anche il precedente mondo, non conoscevo quei tipi…”
    “La Terra… Quindi ammettete che provenite da quel pianeta!” disse la creatura, senza smettere di minacciarli.
    “Sai, mette sotto pressione, quell’arco” disse Sora, per poi avvicinarsi velocemente alla creatura e tagliare a metà l’arco.
    Poi tentò di colpire la creatura, ma essa, semplicemente usando la coda, lo scaraventò contrò il muro, facendoglielo demolire.
    “SORA!” urlò Kairi.
    “Ugh… Sto bene, non preoccuparti… Sono stato colpito da creature anche più grosse…” disse lui, rialzandosi.
    Ma a quel punto si ritrovarono circondati da altre creature come quella che avevano appena fronteggiato, che li puntarono contro sia archi che lance.
    Una di esse andò a consegnare una lancia a quella che aveva attaccato i custodi, dicendo qualcosa in una lingua incompressibile.
    “Vi conviene seguirci senza fare storie. Tenete” disse la creatura, passandogli alcune maschere.
    “A cosa ci servono?” chiese Kairi, predendole una.
    “Uh? Come sarebbe a dire? Come siete entrati, scusate?” chiese la creatura, mentre anche le altre guardavano i custodi, sorpresi.
    “Camminando, come sennò?”
    “Senza usare le maschere?”
    “No”
    Le creature guardarono quella che era saltata fuori per prima.
    “Capisco… In questo caso, temo che non potremmo lasciarvi andare” disse essa, per poi intimarli a seguirlo.
    “Ma perché tutti gli imprevisti possibili capitano solo a noi custodi?” si chiese Sora.
     
    Impiegarono diverse ore per arrivare al luogo dove le creature li stavano conducendo.
    Una volta arrivati si ritrovarono di fronte ad un enorme albero, che doveva essere caduto da diverso tempo, ma che sembrava stesse venendo riutilizzato da quelle creature come abitazione.
    Al loro passaggio tutti fissarono i custodi come se fossero dei criminali.
    “Qualcosa mi dice che quelli che abitavano in quello strano posto devono aver combinato qualcosa di grave…” disse Kairi a Sora.
    “E anche tanto, per creare tutto questo odio…” rispose lui, senza riuscire ad ignorare gli sguardi che gravavano su di loro.
    Improvvisamente una di quelle creature corse verso quella che aveva catturato i custodi, dicendogli qualcosa, per poi indicare i quattro ragazzi.
    Lui gli guardò per qualche secondo, per poi correre via.
    “Sarà una mia impressione, ma credo siamo finiti in un ulteriore guaio…” disse Riku. “Hikari, non credi sia il caso di scappare?”
    “No, non ancora.”
     
     
    Dark si estrasse dalla spalla la freccia, per poi guarire subito la ferita con la magia.
    “Ugh… Non so come faccio a sapere queste cose, ma mi tornano piuttosto utili…” disse, cercando di tornare a respirare normalmente osservando il paesaggio attorno a lui, mutato in terra bruciata.
    Si era ritrovato costretto a bruciare tutto per riuscire a scampare all’agguato, ma per farlo aveva lasciato scoperta la spalla, che ne aveva pagato le conseguenze.
    ‘Quegli indigeni erano ben organizzati… Mi conviene trovare un rifugio prima che tornino con i rinforzi…’
    Dark cominciò a cercare una via d’uscita da quella foresta gigante, fino a quando non si ritrovò in uno spiazzo che si apriva sul cielo.
    Sopra di lui si erigevano delle montagne volanti, sopra le quali si intravedevano enormi uccelli volare.
    “Accidenti… Se mi mettessi a volare rischierei di venire colpito da quegli uccelli…” disse Dark.
    “E allora? Non devi per forza volare” disse una voce alle spalle di Dark.
    Dark si girò subito, per ritrovarsi di fronte un ragazzo che indossava un impermeabile nero, coi capelli corti neri e bianchi e con gli occhi dei colori opposti l’uno rispetto all’altro.
    “E tu chi sei?” chiese Dark
    Il ragazzo sorrise.
    “Questo non è né il luogo né il momento adatto per parlarne. Sappi solo che dovrai essere tu a ricordarti di te”
    “Tu sai chi sono?”
    “Potrebbe essere. Ma mi dispiace, non ho intenzione di renderti la partita facile. Come ti ho appena detto, dovrai essere tu a ricordarti”
    Dark evocò il Keyblade, per poi puntarlo sul ragazzo.
    “Basta così! Ti ordino di dirmi tutto ciò che sai di me!”
    “Tsk. Credi di potermi minacciare con quel semplice Keyblade? Purtroppo per te, non è ancora il momento per noi due di combattere. Ma nel frattempo, una cosa posso rivelartela: hai presente come sei arrivato qui, no?”
    “Seguendo quello strano ciccione in quella specie di buco nero”
    “Bene. Devi sapere che anche tu sei in grado di aprire passaggi simili”
    “Cosa?”
    “Ti basta pensare dove vuoi andare e ti si aprirà davanti, pronto a condurti dove vuoi. Forza, prova”
    “Non ne sono troppo convinto…” disse Dark, per poi provarci.
    Pochi secondi dopo davanti a lui apparve un varco nero e bianco.
    “Incredibile! Ma come facevi a-” disse rivolto al ragazzo, che però era scomparso nel nulla
     
     
    “Accidenti… Vorrei sapere com’è possibile che tutte le difficoltà le incontriamo noi…” disse Kairi, mentre venivano condotti all’interno dell’albero.
    “Fate silenzio voi” disse uno degli indigeni, puntandogli contro un mitra.
    “Ehi piano! Già siamo sorpresi di vedere degli indigeni che impugnano dei mitra, concedici almeno di parlare tra di noi” disse Sora.
    Ma improvvisamente, gli indigeni che gli stavano scortando si fermarono, tutti rivolti verso lo stesso punto.
    Sora si voltò, per ritrovarsi di fronte ad un altro indigeno, verso il quale tutti gli altri avevano abbassato la testa.
    A quel punto quello che li aveva catturati si mise davanti a loro e cominciò a parlare nella loro lingua.
    “Qualcosa mi dice che è il loro capo…” disse a bassa voce Riku a Sora.
    Passò qualche minuto prima che i due finissero di parlare.
    Poi il capo si diresse verso di loro.
    “Così siete tornati di nuovo per cacciarci via” disse, senza nascondere nelle sue parole l’odio che provava.
    “Ascolta, noi non abbiamo la minima idea di cosa sia successo qui!” disse Sora.
    “Sora” gli disse dietro Riku. “Sai che non possiamo interferire. Noi non gli abbiamo attaccati per primi, ci siamo solo difesi, perciò non faremmo niente contro di loro nemmeno ora”
    “Non so di cosa voi stiate parlando, ma ora ho un'altra domanda da farvi: come fate a respirare?” chiese il capo.
    “Sai, quando inspiriamo ed espiriamo aria con il naso o con la bocca” rispose ironicamente Riku, per poi ritrovarsi una lancia sul collo.
    “Forse non mi sono spiegato bene… Dovreste essere morti dopo pochi minuti senza le maschere. Avete qualche altro marchingegno addosso che vi permette di respirare?”
    Hikari sbuffò.
    “È vero, non siamo di questo mondo, e questo potrebbe essere il motivo per cui riusciamo a respirare. Ma credici, non siamo venuti qui con l’intenzione di nuocervi. Anzi, non sapevamo nemmeno della vostra esistenza”
    “E voi vi aspettate chi io ci creda? Sono il loro capo” disse rivolgendosi agli altri indigeni. “Mi hanno scelto per guidarli e per proteggerli, non posso permettere loro di correre nemmeno il minimo pericolo. Perciò voi non lascerete questo villaggio vivi” decretò infine.
    “Fantastico. Non bastavano Heartless e Nessuno, custodi che perdono memoria e controllo o che spuntano ogni due per tre. Ora ci voleva pure una condanna a morte!” disse Sora, evocando il Keyblade per poi puntarlo verso il capo, sebbene esso fosse decisamente più alto di lui.
    “Senti, noi non abbiamo nessuna intenzione di morire qui, chiaro? Perciò ci farai il piacere di lasciarci andare via tranquillamente. Giusto il tempo di trovare un luogo” continuò, incurante delle lance che lo circondarono.
    “Sei coraggioso, per essere solo un ragazzo… E non avevo mai visto un arma del genere… Nemmeno sulla Terra…”
    “Vuoi dire che sei stato sulla Terra?” chiese Kairi.
    “Basta così!” disse lui, per poi rivolgersi agli altri nell’altra lingua.
    Pochi secondi dopo i custodi vennero sollevato con la forza, e stavano per essere portati fuori, quando arrivarono due indigeni, che sembravano aver affrontato un incendio.
    Uno dei due, una femmina, si diresse subito dal capo, cominciando a parlargli, ignorando completamente i custodi.
    Una volta che ebbe finito di parlare, il capo volse nuovamente lo sguardo verso i custodi, che vennero lasciati cadere a terra dopo un suo ordine.
    “Ahi!” disse Sora, per poi zittirsi di colpo, guardando il volto dell’indigeno, che non prometteva niente di buono.
    “Neytiri mi ha riferito che ha avvistato un essere umano nella foresta… Un essere umano senza maschera, come voi. Ha provato ad attaccarlo dopo che egli ha ucciso un animale, ma le prime due volte ha evitato le frecce, mentre la terza l’ha spezzata senza nemmeno toccarla.”
    “Non so chi possa essere, ma mi pare di capire che si è solo difeso” disse Riku.
    “Ha commesso un grave crimine invece” disse Neytiri. “Dopo che siamo riusciti a colpirlo alle spalle, trafiggendogliele una, non so come abbia fatto ma ha evocato dal nulla del fuoco, distruggendo una buona parte di foresta. Non possiamo tollerare ciò!”
    “Cioè, solo perché si è difeso voi lo vorreste…” disse Sora, per venire interrotto da Hikari.
    “Questo umano…” chiese Hikari. “Potresti descriverlo?”
    “Perché questa domanda, umana?” chiese il capo.
    “Il mio nome è Hikari, non umana. E faccio questa domanda per il semplice fatto che potrebbe essere una persona che voglio eliminare personalmente”
    Neytiri guardò il capo.
    “Jake…” disse, per poi ricevere una risposta affermativa dal capo.
    “Indossava vestiti simili ai vostri, ma erano tutti neri. Anche i capelli erano dello stesso colore, e gli coprivano completamente gli occhi”
    “Oh no…” disse Kairi.
    “Maledizione! Ma che gli passa per la testa!” commentò arrabbiato Sora.
    “E ovvio che non è in lui. La perdita di memoria deve essere più grave del previsto” rispose Hikari.
    “Deduco che voi lo conosciate” disse Jake, minacciandoli con una lancia. “Quindi ora vi conviene parlare, se volete avere una speranza di vivere”
    I custodi si guardarono tra di loro.
    “Va bene, ma ti chiediamo giusto di far uscire tutti gli altri tranne te. Se vuoi possiamo consegnare i nostri Keyblade ai tuoi guerrieri per assicurarti che non ti attaccheremo”
    Jake rimase in silenzio qualche secondo.
    “Va bene, ma rimarrà anche Neytiri. E consegnerete le vostre… spade ai miei guerrieri”
    I custodi fecero apparire i Keyblade, che poi consegnarono agli indigeni, che uscirono lasciandoli soli con Jake e Neytiri.
    “Ora spiegateci come stanno le cose. Chi siete, cosa ci fate qui, chi era quell’umano e quali sono le vostre intenzioni”
    Fu Hikari a prendere la parola.
    “Noi apparteniamo ad un gruppo ristretto di persone, scelte in tutto l’universo, chiamati Custodi, in grado di evocare i Keyblade. In questo momento siamo alla ricerca di due persone: una è una nostra vecchia conoscenza, di nome Dark, che sta girando per l’universo senza ricordarsi più niente, è che probabilmente è la stessa persona che ha bruciato la foresta. L’altra persona invece è un altro custode, Rexenet, il cui obbiettivo è quello di far cadere tutti i mondi nell’oscurità. E il mio obbiettivo è eliminarlo in modo definitivo. È l’erede di colui che in passato ha contribuito all’eliminazione del mio maestro, di colui che mi ha eliminato e della scomparsa di Dark.”
    Jake e Neytiri rimasero in silenzio.
    “Siamo arrivati su questo mondo perché abbiamo rilevato la presenza di Heartless, creature d’oscurità, usate da Rexenet per raggiungere il suo obbiettivo. Non abbiamo nessuna idea di ciò che sia successo in questo mondo, e in ogni caso noi possiamo solo limitarci ad intervenire per quanto riguarda gli Heartless. Le questioni interne di ogni mondo non sono di nostra competenza” continuò Sora.
    “E voi vi aspettiate che vi crediamo?” chiese Jake. “Prima di tutto, c’è una grande falla nel vostro racconto: avete detto che questo vostro compagno, come quella ragazza, sono stati eliminati. Allora com’è possibile che siano ancora in vita?”
    Hikari abbassò lo sguardo.
    “Per quello che mi riguarda, diciamo che ho usato una specie di scappatoia. Mentre per Dark non ne abbiamo la minima idea… Ma è la verità”
    Prima che i due indigeni potessero rispondere, si sentirono delle urla provenire da fuori.
    “Cosa succede?” chiese Sora, per poi essere spinto a lato da Jake e Neytiri, che corsero fuori.
    “Qualcosa mi dice che ci conviene andare a vedere cosa sta succedendo” disse Riku, per poi correre fuori seguito dagli altri.
     
    Una volta usciti videro centinaia di Heartless che stavano attaccando gli indigeni.
    “Maledizione!” disse Sora, evocando il Keyblade. “Lo sapevo che era questione di poco”
    “Come hai fatto?” chiese Jake. “Avevi consegnato la tua arma ai miei guerrieri!”
    “Ci dispiace, ma siamo stati costretti a mentire sul fatto che la possiamo richiamarlo ovunque esso si trovi” rispose Hikari, evocando il suo, per poi partire all’attacco contro gli Heartless, eliminandone subito uno.
    “A mali estremi…” disse Riku, lanciando una sfera che congelò un Heartless, per poi sgretolarlo.
    “Voi andatevene!” disse Kairi agli indigeni. “Non siete in grado di affrontarli. Ci pensiamo noi!”
    “Nemmeno per sogno!” rispose Jake, impugnando una lancia mentre Neytiri prendeva un pugnale. “È il nostro villaggio, non lo abbandoneremmo di nuovo!”
    “Certo che voi Na’Vi siete veramente testardi” disse una voce, che risuono sopra di loro.
    “REXENET!” urlò Hikari, riconoscendo la voce.
    “Brava, vedo che mi hai riconosciuto subito” disse lui, uscendo da un varco oscuro davanti a loro.
    “Un altro essere umano? Ed è apparso dal nulla?” disse sorpreso Jake.
    “Oh, come sei drastico. In fondo, non eri anche tu un essere umano in passato?”
    Jake spalancò gli occhi. “E tu come fai a…”
    “Hai lasciato tutto nei computer della base” rispose Hikari. “Anch’io ne ero venuta a conoscenza nello stesso modo, ma ho fatto finta di niente. Se hai rinunciato ad essere un umano, avrai avuto i tuoi motivi, e come ti abbiamo detto, noi non dobbiamo interferire con gli avvenimenti dei mondi”
    “Parlò colei che ha organizzato un torneo tra i guerrieri più forti dell’universo…” la canzonò Rexenet.
    Prima che Hikari potesse reagire, Jake diede l’ordine ai guerrieri là vicino di colpire Rexenet con le frecce.
    Ma con loro grande sorpresa, esse si fermarono a mezz’aria, per poi prendere fuoco.
    “Cosa?” disse sorpresa Neytiri. “Di nuovo…”
    “Attacco inutile. E ora, preparatevi a diventare parte delle tenebre, assieme a questo mon-!” ma Rexenet venne interrotto da una sfera di fuoco.
    I custodi si guardarono attorno per riuscire a capire chi fosse stato.
    “Non dovrei essere io a parlare…” disse Dark, uscendo da un varco. “Ma non mi pare il caso di mettersi ad attaccare senza un motivo ben giustificato, no?”
    “Dark!” urlò Hikari.
    “Tu?” disse sorpresa Neytiri, riconoscendolo.
    “Mi dispiace per prima. Ma ignoravo il motivo del vostro attacco. E scusatemi se ho origliato la vostra conversazione. Ma ora permettetemi di ripagarvi in parte” disse, per poi rivolgersi a Rexenet.
    “Ehi, tu! Ti chiami Rexenet, giusto?”
    “Allora è vero. Sei ancora vivo, sebbene senza memoria. Pietro ogni tanto ne indovina una” rispose lui.
    “Lo prendo per un si” rispose Dark, sparendo alla vista di tutti, per poi riapparire alle spalle di Rexenet, puntandogli sulla schiena il Keyblade.
    “Ultime preghiere?” chiese il custode, preparandosi ad affondare l’arma nell’avversario.
    “Complimenti, vedo che nonostante tutto ti sono rimaste le tue capacità. Purtroppo per te non sono sufficienti…” rispose Rexenet, sparendo nell’oscurità, sotto gli occhi increduli di Dark.
    “Maledizione” disse lui, aprendo un varco e tuffandosi dentro.
    “DARK!” urlò Hikari, senza però ottenere risposta.
     
    Gli Heartless rimasti vennero fatti fuori velocemente dai custodi, che poi si diressero da Jake.
    “Gli Heartless per il momento si sono ritirati… Ma se non troviamo la serratura continueranno ad arrivare fino a far cadere questo mondo nell’oscurità…” disse Hikari.
    “Serratura? Che cosa intendete?” chiese Neytiri.
    “È letteralmente la serratura di questo mondo. Finché è aperta, gli Heartless continueranno ad arrivare”
    Come se volesse rispondere al loro desiderio, l’albero gigante si illuminò, cominciando ad emanare luce.
    “Cosa succede?” disse sorpreso Jake, mentre Sora evocava il Keyblade.
    “La serratura si è rivelata. E ora è arrivato il momento di chiuderla!” rispose il custode, puntando il Keyblade verso la serratura, che venne chiusa dal classico rumore.
    L’albero tornò subito al suo stato originario, con grande felicità degli indigeni, che si misero attorno ai custodi, ma apparentemente non per attaccarli.
    “Grazie mille” disse Jake. “Mi devo ricredere. Non eravate venuti qui per farcene andare”
    “Ve lo avevamo detto che noi non centravamo niente” disse Kairi, osservando la sorella aprire il varco.
    “In futuro cercate di essere meno previdenti verso gli umani” disse Hikari. “È vero, molti sono malvagi, ma ce n’è un equivalente di buoni. Male contro bene, l’equilibrio infinito. Ricordatevi che senza queste due forze, l’universo stesso collasserebbe su se stesso, senza possibilità di scampo” concluse, per poi attraversare il varco.

    Edited by darkroxas92 - 28/10/2010, 18:10
     
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  9. francix94
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    bel capitolo :)
    credo di aver toppato con la mia teoria ^^"
     
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    Scusa il ritardo, ma la connessione wifi ha iniziato a funzionare solo ora ç.ç
    Dunque! Bel capitolo si si u.u Forse un pò veloce, ma ben fatto, considerando il mondo che hai voluto usare. Ma ora sono curiosa, chi sarà il tipo apparso a Dark? Ho delle teorie, ma te le esporrò via msn appena riesco a connettermi ^^ Comunque bravo ^^
     
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    ed eccomi qui con il nuovo capitolo
    ora che ho finito bbs finalmente mi è tornata sia l'ispirazione che la voglia di scrivere, cosa che dovrebbe durare fino a quando non verrò preso da FF13 ovviamente XD.
    A questo proposito, ne approfitto per chiedere un parere a tutti voi lettori, anche a quelli che finora non hanno mai recensito: come ho scritto poco fa, ho finito bbs, e ciò ha scatenato nella mia mente una serie di teorie per la ff. Il punto è questo: ho paura di spoilerarvi troppo. Percui vorrei sapere più o meno fino a che livello sareste disposti ad accettarli, tipo l'inserimento di alcuni nemici (boss finali ovviamente esclusi) o semplicemente se siete d'accordo oppure no. mi basta anche solo un si o un no, e in base alla maggioranza vedrò se inserirli oppure no.
    Ringrazio in anticipo tutti coloro che mi faranno sapere.
    Ma ora pensiamo alle recensioni:
    @ francix94: Non ti preoccupare: io stesso a volte mi chiedo se le mie teorie per questa ff non siano troppo attorcigliate tra di loro XD
    @ Liberty89:  Beh, come ti ho già risposto per msn, il capitolo purtroppo non sono riuscito a scriverlo meglio, e in effetti la mia idea originale era leggermente diversa... e poi non avevo ancora ricevuto il film in bluray, quindi non lo rivedevo dalla sua uscita al cinema XD. Per quanto riguarda le teorie... non posso dire se quelle che mi hai detto sono giuste oppure no. O almeno, non ora XD
     
    E ora, ecco qui il

    Capitolo 32: Incontro tra custodi - Torna all'indice dei capitoli
    (ATTENZIONE: leggere la nota a fine capitolo)
     
    Light si coprì gli occhi con la mano per evitare di venire colpito dalla sabbia.
    “Ugh… Certo che ce n’è di vento qui…” disse, cercando di guadarsi attorno.
    All’improvviso, alle sue spalle, sentì il rumore della sabbia che andava a sbattere contro qualcosa di metallico.
    Sorridendo, Light si girò.
    “Finalmente ti ho trovato” disse, evocando il Keyblade, all’armatura di fronte a lui, inginocchiata di fronte ad un Keyblade conficcato nella terra.
    “Chi sei?” chiese una voce proveniente dall’armatura.
    “Oh, nessuno in particolare. Un semplice custode che vuole misurare la propria forza”
    L’armatura rimase in silenzio.
    “Beh, che ti prende? Hai forse paura?”
    “Non sei tu… Non sei tu il mio avversario…”
    “Come vuoi… Vorrà dire che attaccherò per prima io!” urlò Light, partendo alla carica.
     
     
    Hikari si svegliò di colpo, facendo saltare dallo spavento la sorella, che le era seduta accanto.
    “AHHH!” urlò Kairi, tenendosi una mano sul cuore. “Ti sembra questo il modo di salutare tua sorella?”
    Hikari non rispose.
    “Che succede?” chiese Sora, arrivando subito dopo aver sentito l’urlo.
    “N-Niente. Solo uno spavento” rispose subito Kairi, agitando le mani. Poi si rivolse nuovamente alla sorella.
    “Che cos’è successo?”
    “Ho avuto una strana sensazione… Come se stesse per accadere qualcosa di terribile…” rispose lei.
    “Qualcosa di terribile? Che cosa intendi?” chiese Sora.
    “Non ne ho idea…” disse Hikari, per poi venire interrotta dall’allarme della Gummyship.
     
     
    Dark uscì fuori dal varco, ritrovandosi in una città, in piena notte.
    “Devo ancora capire bene come funzionano questi passaggi…” disse, guardandosi attorno.
    Di fronte a lui c’era un campanile, la cui cima sovrastava i palazzi attorno.
    E proprio in quel momento le campane cominciarono a suonare.
    Dark guardò verso esse istintivamente, per poi rimanere ad ascoltarne il suono.
    Ma questa pace venne interrotta da un gruppo di Heartless e Nessuno che apparvero attorno a lui.
    “Ancora questi esseri?” disse lui. “Sembra proprio che ovunque vada sia destinato ad affrontarvi”
    Stava per evocare il Keyblade, quando un ombra nera gli passò davanti, facendo sparire dietro di lei gli Heartless e i Nessuno, apparentemente senza nemmeno averli colpiti, e lasciando interdetto Dark.
    Di fronte a lui c’era una persona che indossava un cappotto nero senza maniche, lungo fino alle gambe e con un cappuccio che copriva il volto, e da sotto di esso si riusciva a sentire un minimo di musica.
    E in mano impugnava due Keyblade entrambi neri, ma mentre il primo aveva l'elsa blu a forma di cuore con un ciondolo a forma di luna crescente metà nero e metà argento, il secondo aveva una stella come pendente e una fiamma nera come elsa.
    ‘Quelle armi…’ pensò Dark. ‘Sono simili alla mia… e a quelle di quei ragazzi…’
    Il custode misterioso non disse una parola, ma rimase per qualche minuto ad osservare in silenzio Dark.
    Alla fine fu Dark ad interrompere il silenzio.
    “Chi sei?”
    Ma il custode non rispose.
    Disse qualcosa, ma con un tono di voce così basso che Dark non riuscì a distinguerlo bene.
    Poi, come se niente fosse, tutte i lampioni della strada e interne alle case si spensero, facendo ricoprire tutto dall’oscurità.
    “Cos-“ disse Dark sorpreso, perdendo di vista il custode.
    Pochi secondi dopo la luce ritornò, ma di lui non c’era più traccia.
    “Che cos’ha fatto…” si chiese Dark, per poi accorgersi di alcune finestre che si aprivano per scoprire la causa del black-out, e quindi volare via prima che qualcuno di accorgesse di lui.
    Ma poco lontano, da una finestra, due occhi erano riusciti ad osservare l’incontro tra i due custodi.
     
     
    “Ma solo a me capitavano mondi unici?” disse Sora, guardandosi attorno.
    “Che ci vuoi fare? L’universo è bello perché è vario” gli rispose Riku.
    “Più che vario… io definirei questo mondo una copia della Terra…” disse Hikari, leggendo alcuni cartelli. “Qui le città e i luoghi hanno gli stessi nomi…”
    “Strano... Teoricamente non dovrebbe essere così, giusto?” chiese Kairi.
    “Però non è impossibile. Per esempio: la Terra è il nome comune di molti mondi. Prendete quello di Jake: dubito fortemente che provenisse dalla Terra di Dark, tuttavia ne conosceva il nome”
    “È vero!” disse Sora battendo il pugno nel palmo dell’altra mano. “Non ci avevo fatto caso”
    “Non avevamo dubbi, Sora” gli rispose Riku, per poi scoppiare a ridere.
    “Grazie tante…” rispose l’amico, fingendosi offeso.
    “Ehi, venite a vedere” li interruppe Kairi, indicando un muro lì vicino, sul quale c’erano segni di bruciature.
    “Beh, che c’è di strano?” chiese Hikari. “Può trattarsi di un semplice atto vandalico… Sai, sono più diffusi di quanto di pensi…” concluse, per poi cominciare a camminare.
    “Dove vai?”
    “Ad esplorare il mondo, no? O avete intenzione di aspettare che gli Heartless o Nessuno vengano a bussarvi sulla porta della Gummyship?”
    “Quasi quasi la preferivo quando non faceva queste battute…” disse sottovoce Sora a Riku.
    “Guarda che ti sento benissimo” gli rispose Hikari, facendo spaventare Sora.
    “Chissà se anche Dark si trova qui…” disse infine, guardando in alto.
     
    “Beh, che ti prende?” chiese una voce nella testa di Dark, che si fermò immediatamente.
    “Chi ha parlato?” chiese, senza però vedere nessuno.
    “Sono sempre io” disse il ragazzo dai capelli neri e bianchi, che apparve di fronte a lui.
    “Cosa vuoi stavolta?”
    “Che modi. E dire che la volta scorsa ti ho pure aiutato a risvegliare un tuo potere…”
    “Umpf. Te ne approfitti solo perché sai chi sono realmente, mentre io no…”
    “Suvvia, ti posso assicurare che tra non molto ti sarà tutto chiaro” rispose il ragazzo. “Comunque credevo saresti partito subito alla ricerca di Rexenet…”
    “Non mi interessa. L’altra volta l’ho affrontato solo per ripagare in qualche modo il mio debito verso quegli indigeni… Finché non farà qualcosa contro questo mondo, ammesso che sia qui, non è affar mio”
    “Come vuoi…” rispose il ragazzo cominciando a svanire.
    “Ah, dimenticavo” continuò. “Quell’arma, come la chiami tu, si chiama Keyblade. Per la precisione, il tuo si chiama Balance” concluse, sparendo, lasciando Dark da solo.
    “Balance…” disse lui, evocando il Keyblade. “E così sia allora” concluse, facendo sparire la chiave per poi dirigersi verso una strada più grande.
     
    “Allora non ne hai proprio idea?” chiese una ragazza dai corti capelli neri ad una sua amica dai capelli castani, che scosse la testa.
    “No. Come ti ho già detto, non avevo mai visto nessun altro che lo possedeva oltre a me…”
    “E io che pensavo fosse un tuo amico segreto… Anche se effettivamente, per come vi siete incontrati, non si sarebbe potuto nemmeno pensare…”
    “Tu sei sempre alla finestra nella speranza di vedermi in azione, eh?” disse la castana, per poi mettersi a ridere.
    Ma le sue risate si fermarono di colpo, vedendo un ragazzo dai lunghi capelli neri che coprivano anche gli occhi passarli accanto. E come lei, anche l’amica smise di ridere.
    Dark si girò un attimo verso si loro, non avendo potuto fare a meno di vedere come avessero cambiato atteggiamento non appena lo avevano visto.
    “Ci conosciamo?” chiese poi. “Se si, dovete scusarmi, ma i miei ricordi risalgono solo a pochi giorni fa”
    “N-No. Semplicemente ci ricordavi una persona di nostra conoscenza… Scusaci” rispose la castana, per poi allontanarsi portandosi dietro l’amica.
    “Che strane…” disse Dark, per poi alzare le spalle e riprendere la camminata.
     
    “Uffa… Non c’è niente di niente in questo mondo…” si lamentò Sora.
    “Giuro che se in questo momento succede qualcosa di non normale, è la volta buona che ti uso per allenarmi con il Keyblade!” gli disse Riku, facendolo deglutire.
    “O-Ok, messaggio ricevuto”
    Poi, senza che nessuno se ne rese conto, una ragazza dai capelli castani andò a sbattere in pieno contro Riku.
    “Ahi” disse lui “Fai più attenzione a dove cammini”
    “Jessie, tutto bene?” chiese un'altra ragazza dai capelli neri, raggiungendola.
    “S-Sì Andrea, tutto ok… E mi scusi” rispose Jessie, rivolta a Riku.
    Una cosa che il custode non mancò di notare fu il fatto che la ragazza sembrava leggermente scossa.
    “Ehi, sicura che va tutto bene?” chiese
    “Sì, non si preoccupi…”
    “Questo rientra tra le cose non normali oppure no?” chiese Sora, per poi ricevere una gomitata nello stomaco da parte di Kairi.
    “Grazie Kairi…” disse Riku.
    “Uh, ma che bel quadretto” disse una voce sopra di loro.
    “Rexenet!” Urlò Hikari, evocando il Keyblade. “Fatti vedere!”
    “Pazienza, mia cara custode… Per vostra fortuna, non è ancora arrivato il momento della vostra cancellazione… Voglio che ci siano tutti e sei i custodi presenti su questo mondo prima di procedere”
    “Rexenet!” urlò nuovamente la custode, senza però ottenere risposta.
    “Sei custodi?” ripeté Sora. “Ma siamo solo quattro. Cinque nel caso Dark si trovasse veramente qui”
    “A me no che non ci sia anche Light…” disse Kairi.
    “M-Ma quello…” disse Jessie, indicando l’arma di Hikari. “Quello è un Keyblade!”
    A sentire quella parola i quattro ragazzi si ammutolirono.
    “Come… Come fai a sapere come si chiama?” chiese sorpresa Hikari.
    “Accidenti Jessie, ma vi siete dati appuntamento? È già la seconda persona che incontri in meno di un giorno che possiede un Keyblade.
    “La seconda?” chiese Riku. “Vuoi dire che hai visto un altro custode?”
    “Prima di rispondere a questa domanda… Potreste dirmi chi siete? A chi apparteneva quella voce?”
    Sora, Riku e Kairi si guardarono tra di loro, per poi annuire.
    Pochi secondi dopo tutti e tre evocarono il loro Keyblade.
    “Wow!” disse meravigliata Andrea. “E io che fino a ieri sera credevo esistessero solo quelli di Jessie”
    Jessie si limitò a sorridere.
    “Allora era vero che non ero l’unica custode” disse, evocando due Keyblade.
     
     
    Dark continuò a camminare finché non arrivò la notte.
    Era curioso di incontrare nuovamente quella persona, chiunque essa fosse.
    E sembrò che il suo desiderio si fosse realizzato.
    Di fronte a lui, in volo, c’era la stessa figura della notte precedente, con in mano i due Keyblade.
    “Dark, giusto?” chiese una voce femminile da sotto il cappuccio.
    “Così mi chiamano da qualche giorno, ma il mio vero nome non me lo ricordo. Come fai a saperlo?”
    “Mi sono arrivate delle voci. Per la precisione da quattro ragazzi”
    “Umpf. Dovevo immaginarlo che mi avrebbero seguito anche qui. E ora dove si trovano?”
    “Se ne sono andati. Gli ho detto di averti sistemato personalmente ieri notte”
    Dark rimase un attimo in silenzio, per poi scoppiare a ridere.
    “E tu gli avresti veramente raccontato una cosa del genere? Figuriamoci se se ne sarebbero andati così come se niente fosse. Mi stanno seguendo ovunque vada, e dubito che se qualcuno dovesse riuscire ad eliminarmi, loro farebbero finta di niente. La persona che gli ricordo deve essere molto importante per loro.”
    “Non te le bevi facilmente, eh?” disse lei, togliendosi il cappuccio, rivelando così una ragazza dai capelli castani e gli occhi marroni coperti da degli occhiali. “In tal caso, dovrò far diventare ciò realtà!”
    “hai intenzione di affrontarmi?” chiese Dark, evocando il Keyblade. “Allora buona fortuna”
    “Grazie. Anche a te”
    “Non ne avrò bisogno”
    “Come preferisci!” rispose Jessie, partendo all’attacco.
    I tre Keyblade si scontrarono tra di loro, creando un vortice d’aria che li circondò, senza però riuscire a smuoverli.
    “Ugh…” disse Dark, usando tutta la sua forza per rimanere al suo posto, e come lui anche la custode stava facendo lo stesso.
    “Beh, di certo sei decisamente più forte dei soliti Heartless e Nessuno che affronto… Ma non credere di spaventarmi”
    “E chi ne ha l’intenzione? Mi basterà sconfiggerti!”
    “Provaci”
    “Volentieri!” rispose Dark, creando con la mano libera una sfera di fuoco che scagliò contro la custode, colpendola in pieno e facendola arretrare di qualche metro.
    Ma stranamente lei non sembrò aver riportato danni evidenti.
    “Mi dispiace… Ma una fiammella del genere non può ferirmi…” disse lei, per poi preparare dalla punta dei due Keyblade un enorme sfera di fuoco.
    “Permettimi di mostrarti cosa sia il vero fuoco!” urlò, lanciandogliela contro Dark, che venne investito in pieno dalla fiammata, che poi esplose attorno a lui.
    Dark venne scaraventato in aria dal contraccolpo dell’esplosione, mentre i suoi vestiti erano bruciati in diverse parti e aveva riportato diverse bruciature sul corpo.
    Ma prima che Jessie potesse lanciargli un altro attacco, Dark rimase sospeso in aria, per poi venire avvolto da un’aurea verde, che rigenerò le ferite come se niente fosse.
    “Niente male come attacco…” ammise Dark. “Sei la prima persona che riesce a ferirmi senza colpirmi alle spalle”
    “Lo prenderò come un complimento”
    “Ma ora vediamo se riesci a resistere a questa magia” disse Dark, facendo sparire il Keyblade e creando una sfera di ghiaccio e una di tuono, che poi fuse in un unico globo.
    “Cosa?” disse stupita Jessie, per poi prepararsi a parare il colpo con i Keyblade.
    “Provaci!” urlò Dark, scagliando la sfera contro la custode.
    Non appena essa entrò a contatto con i due Keyblade, si generò un campo che avvolse completamente la custode, per poi esplodere lanciando tuoni e pezzi di ghiaccio tutt’attorno.
    Incredibilmente la custode era ancora nello stesso punto dove si trovava prima di venire colpita, sebbene con diversi tagli sui vestiti e sul volto.
    “Ugh… Non mi aspettavo una fusione di magie…” disse, appoggiandosi ad un Keyblade, mentre con l’altro si preparava ad attaccare nuovamente.
    Ma sopra di lei, Dark cominciò a creare una nuova sfera, questa volta usando oltre ai due elementi precedenti anche il fuoco.
    “Hai detto che la mia era solo una fiammella, giusto? Vediamo se penserai la stessa cosa ora!” disse, per poi lanciare nuovamente il globo.
    Ma prima che esso potesse raggiungere la custode, un Keyblade proveniente da poco lontano lo tagliò in due, facendolo esplodere a mezz’aria.
    “Basta così!” urlò Hikari, ponendosi in mezzo ai due custodi.
    “Mi dispiace… L’ho preso troppo alla leggera…” disse Jessie, rialzandosi.
    “Non ti preoccupare. Nemmeno noi pensavamo che fosse in grado di usare tutte le sue tecniche… O meglio, speravamo che non se le ricordasse ancora…”
    “Beh, ormai ha poca importanza” disse Sora, raggiungendo le due custodi accompagnato da Riku e Kairi. “Nemmeno questo trattamento è riuscito a fargli tornare la memoria. Scusa se ti abbiamo coinvolta, Jessie”
    “Non importa. Almeno ora so che c’è qualcuno in grado di tenermi testa… Anche se è vero che finora ho affrontato solo Heartless e Nessuno”
    “Quindi era tutto una messinscena?” chiese Dark.
    “Sì, ma solo perché vogliamo che tu recuperi la memoria.” disse Kairi.
    “Vi ho già detto che non sono la persona che credete!”
    “Allora dicci chi sei! Hai il Keyblade di Dark, non puoi essere nessun’altro!” disse Hikari.
    Dark si portò le mani sulla testa, cominciando a sentire un dolore lancinante provenire da dentro.
    “B…Basta… Per piacere… smettetela…”
    “Oh, povero Dark…” disse la voce di Rexenet, anticipando il custode oscuro. “Sembra proprio che i tuoi ricordi siano ben sepolti, eh?”
    “Tu…” disse Dark, girandosi verso di lui. “Che cosa vuoi da me?”
    “Una sola cosa: la tua cancellazione!” rispose lui, evocando la spada.
    “Beh, non credere che sia così facile arrivare a lui” disse Hikari, mettendosi tra i due. “Prima dovrai riuscire a sconfiggermi”
    “Già. Mi hanno detto quali sono le tue intenzioni: vuoi far cadere anche questo mondo nell’Oscurità, vero?” chiese Jessie.
    “Tutti i mondi cadranno nell’Oscurità, che voi custodi lo vogliate o meno!” disse il custode oscuro. “E tu” disse rivolgendosi a Jessie “Non hai paura che qualcuno ti scopra?”
    “Oh, non ti preoccupare, ho già pensato anche a questo”
     
    ‘Jessie, questa te la farò pagare!’ pensò Andrea.
    “Allora stanno veramente girando un film in quel quartiere?” chiese una signora.
    “Sì. Hanno anche deciso di sperimentare nuovi tipi di effetti speciali, che sembreranno più reali che mai”
     
    “Capisco…” disse Rexenet, per poi schioccare le dita, facendo così apparire dietro di lui un enorme varco oscuro.
    “In tal caso, permettetemi di rendere questi ‘effetti speciali’ ancora più realistici!” concluse, mentre alle sue spalle usciva dall’Oscurità un Darkside rosso, alto quanto il campanile lì vicino.
     
    “E quello cos’è?” chiesero ad Andrea, che era rimasta sorpresa quanto loro.
     
    I custodi guardarono sorpresi e leggermente spaventati il nuovo Heartless appena apparso.
    “REXENET!” urlò Hikari. “Ti rendi conto di ciò che hai appena fatto?”
    “Certo. Sono riuscito dove Xehanort ha fallito. Kingdom Hearts ora è in mio potere! E questo Heartless ne è la prova!”
    “Cosa?” chiese Sora, senza riuscire a crederci. “Sei riuscito a… impossessarti di Kingdom Hearts?”
    “Per la precisione solo ad una sua minima parte… Ma state tranquilli che presto sarà completamente mio!”
    “Non ho idea di cosa sia questo Kingdom Hearts…” disse Dark, preparandosi ad attaccare. “Ma non ti lascerò campo libero!” urlò, scagliandosi all’attacco.
    Purtroppo per lui il Darkside lo colpì in pieno, scaraventandolo su un palazzo, facendoglielo trapassare e cadere a pochi metri da Andrea, che era rimasta da sola dopo che gli altri abitanti erano scappati via, non più troppo sicuri della finzione del tutto.
    “Tutto bene?” chiese lei al custode, che però non sembrava in grado di riprendere conoscenza.
     
    “REXENET!!!” urlò Hikari, riuscendo a superare il Darkside e scagliandosi contro l’avversario, che parò il colpo con la spada.
    “Tutta qui la tua forza di vendetta? Mi deludi…”
    “SILENZIO!” rispose lei, lanciando una sfera di ghiaccio contro di lui, che sparì nell’oscurità prima di venire colpito.
    “Ora come ora non siete nemmeno in grado di raggiungere il mio livello” disse la sua voce, che risuonò nel buio della notte.
    “Maledetto…” disse la custode, per poi rivolgere l’attenzione all’Heartless.
    Sora e Riku stavano cercando di colpirlo alla testa, senza però riuscire ad ottenere risultati evidenti, mentre Kairi e Jessie tentavano di metterlo in difficoltà con la magia.
    Hikari volò subito verso di loro, preparandosi ad affondare il Keyblade nel corpo dell’Heartless, cosa che riuscì a fare.
    Ma con sua sorpresa, gli passò attraverso, senza riuscire a danneggiarlo.
    “COSA?” urlarono tutti gli altri custodi.
    “Dannazione… Ognuno lanci una magia diversa, SUBITO!” ordinò Hikari, lanciando una sfera di ghiaccio, mentre Jessie una di fuoco, Sora di tuono, Riku di terra e Kairi di aria.
    Purtroppo nemmeno quel mix di magie ebbe effetto.
    “Maledizione… Le nostre tecniche non sono efficaci contro di lui…” disse Kairi.
    Poi, senza che nessuno se ne rese conto, una scia bianca attraverso l’Heartless dalla testa fino ai piedi, tagliandolo così a metà.
    L’Heartless sembrò cercare di rimanere unito, ma scomparve nell’oscurità prima di riuscirci.
    E dove c’erano i suoi piedi, si trovava Dark, con in mano il Keyblade, mentre i capelli, che erano diventati bianchi e neri, cominciavano a tornare del loro colore originale.
    Poi senza nemmeno girarsi, aprì un varco, sparendo al suo interno.
     
     
    “Grazie per l’aiuto Jessie” disse Hikari, stringendo la mano alla custode.
    “Di niente, anzi, grazie a voi. Mi sarei trovata in seria difficoltà senza il vostro intervento”
    “Ma se perdevi, sapevi che te l’avrei fatta pagare cara…” disse Andrea.
    “Più caro di un mese di bar gratis? Ti ricordo che è questo il prezzo che hai richiesto per il tuo aiuto di ieri…” rispose la custode, ridendo.
    “A proposito, sei sicura di non voler venire con noi? Ci saresti d’aiuto…” chiese Riku.
    “Ti ringrazio per l’offerta e credimi, mi piacerebbe. Ma non posso. Preferisco rimanere e continuare ad affrontare gli Heartless qui. Poi ora che so della serratura, mi metterò alla sua ricerca”
    “Allora ti ringraziamo ancora. Ci risparmi del tempo”
    “Di niente. Voi pensate giusto a ritrovare il vostro amico e a fargli recuperare la memoria. Quella è la cosa più importante al momento”
    “Grazie, speriamo di riuscirci” disse Hikari, aprendo un varco, per poi sparire all’interno seguita dagli altri.
     
     
    Light venne scaraventato all’indietro, cadendo nuovamente nella sabbia.
    “Ugh… Sei decisamente più forte di quanto credesi…” disse rivolto all’armatura, che si stava rimettendo nelle stessa posa che aveva prima della battaglia.
    Light la guardò con rabbia, per poi aprire un varco e sparire al suo interno.
     
     
     
     
    Ringrazio Liberty89/Fly89 per avermi concesso per questo capitolo in prestito i personaggi di “Jessie” e “Andrea”, che appartengono alla sua storia “Sclero di una notte di mezza estate” e per avermi aiutato nella stesura.

    Edited by darkroxas92 - 28/10/2010, 18:11
     
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  12. francix94
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    bellissimo è la prima volta che vedo un crossover di due fic bravo
     
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    Fuoco crepuscolare che mai si estinguerà

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    La mia Jessie *-* e Andrea XD
    Come ti ho già detto in msn, hai reso benissimo entrambi i personaggi e io non ho dovuto correggere niente ^^ Forse un pò rapida la successione degli eventi, ma nulla di grave. Hai fatto un bellissimo lavoro, complimenti ^^
     
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    Ed ecco qui il nuovo capitolo.
    Mi scuso per il ritardo, ma c'è voluto più tempo del previsto per scrivere questo capitolo (che come vedete, è leggermente più lungo del solito... spero solo sia venuto bene XD).
    Ma ora passiamo alle recensioni:
    @ francix94: Grazie. In effetti anche per me è stato il primo esempio di cross over tra fan fiction XD
    @ Liberty89: Beh, purtroppo per quanto riguarda la velocità degli eventi mi sono fatto contaggiare da fma brotherhood, e quindi li liquido subito XD. Comunque ci sarà ancora un pochino di storia, non preoccuparti. e grazie ancora per avermi concesso i personaggi.
     
    E ora, è il momento di lasciarvi al

    Capitolo 33: “Non permetterò che la storia si ripeta!” - Torna all'indice dei capitoli
    Rexenet si trovava sulla cima di un grattacielo, intendo ad osservare le strade trafficate sotto di lui.
    Non poté fare a meno di sorridere.
    “Presto… Presto avrò abbastanza potere…” disse a bassa voce.
     
     
    Non appena Dark uscì dal varco si ritrovò in una via vuota.
    La prima cosa che fece fu appoggiarsi ad un muro lì vicino, continuando a respirare velocemente
    “Maestro, dunque è giunto il momento?”
    “Come farò a capire quando sarà il momento?”
    Dark si mise le mani sulla testa per cercare di calmare il dolore.
    Un dolore proveniente dai suoi ricordi.
    Poi la sua attenzione si rivolse alla mano sinistra, che era diventata più scura, con alcuni pezzi, sebbene piccoli, completamente spariti.
    “Che cosa mi sta succedendo…?” si chiese Dark, osservando con paura mista a sorpresa la mano.
    Poi riprese come se niente fosse la sua sicurezza, nascondendo la mano in tasca.
    Fu a quel punto che si accorse di avere qualche moneta dietro.
    Dark le tirò fuori per osservarle.
    “Vero… Ichigo mi aveva prestato un po’ di soldi nel caso mi fossero serviti… Chissà se valgono anche qui…” disse a voce bassa, avviandosi verso l’uscita di quella via, per ritrovarsi così in una più grande.
    Dark fece ben attenzione a nascondere la mano in tasca.
    Sapeva che una mano che stava scomparendo non sarebbe passato tanto inosservata.
    “E ora pensiamo ad una copertura migliore” disse, per poi mettersi a cercare un negozio adatto.
    Impiegò diversi minuti prima di trovare un market dov’erano esposti dei guanti neri.
    Dark guardò nuovamente le monete.
    “Speriamo bene…” disse entrando.
    Dark non fece caso ad un gruppo di cinque bambini che era dentro, intendo a scegliersi un gelato, accompagnati da una ragazza che stava aspettando che scegliessero.
    Il custode dell’equilibrio si diresse direttamente alla vetrina dove aveva visto i guanti, per poi prenderli e dirigersi alla cassa.
    “Salve” disse, consegnando i guanti e le monete “Sono sufficienti?”
    La commessa si mise a contare le monete.
    “Si, sono giusti giusti” disse, per poi stampare lo scontrino e consegnare i guanti a Dark. “Grazie e arrivederci”
    “Arrivederci” rispose il custode, per poi cominciare ad allontanarsi.
    Ma prima che riuscisse ad uscire, nel negozio entrarono di corsa due persone con un passamontagna e in mano una pistola, che uno puntò subito su Dark, mentre il complice sul gruppo di bambini.
    Poi quello che puntava la pistola su Dark si rivolse alla commessa: “Se vuole evitare che faccia saltare le cervella a questo ragazzo, ci dia tutto l’incasso!”
    “S-Subito” rispose lei, per venire interrotta da Dark.
    “Non faccia niente” disse il custode, per poi sentire anche l’altra pistola venire puntata su di lui.
    “Chi ti credi di essere per fare simili affermazioni, eh, ragazzino?” chiese uno dei due rapinatori.
    “Purtroppo per voi…” disse Dark, tirando fuori la mano “So benissimo cosa sono, mentre al chi… non ancora”
    “L-La tua mano…” disse uno dei due rapinatori, allontanandosi di qualche centimetro.
    “Fa impressione, vero?” rispose lui, infilandosi i guanti.
    A quel punto il rapinatore non ci vide più e fece fuoco.
    Ma nonostante la distanza ravvicinata, Dark riuscì ad evocare il Keyblade e a farsi scudo con esso.
     
    I bambini dietro di lui cominciarono a urlare entusiasti nel poter vedere una scena del genere dal vivo.
    O meglio, tutti tranne due: uno dai capelli neri corti con un paio di occhiali e una bambina dai capelli a caschetto biondi scuri, che osservano sorpresi e interessati quel ragazzo vestito di nero.
    Dietro di loro, la ragazza più grande sembrava stesse invece aspettando.
     
    “C-Cos’è… Cos’è quell’affare?” chiese il rapinatore, indietreggiando.
    “Oh, niente di importante… Si tratta solo del mio fedele Balance” rispose Dark, per poi vedersi nuovamente puntata contro la pistola.
    Ma stavolta il rapinatore non fece nemmeno in tempo a mettere il dito sul grilletto che Dark tagliò a metà la pistola, rendendola inutilizzabile.
    Ma per farlo presto poca attenzione al rapinatore dietro di lui, che stava per colpirlo con il gancio della pistola.
    “Sogni d’oro” disse lui, per poi cadere a terra privo di sensi.
    Dietro di lui si trovava la ragazza, che aveva assestato un pugno sulla testa del rapinatore.
    “Grazie mille” disse Dark, per poi colpire l’altro con la parte piatta del Keyblade, facendolo svenire accanto al compare.
    “Uff… È piuttosto difficile non tagliarli a metà…” disse il custode, facendo sparire il Keyblade, per ritrovarsi così circondato da tre dei bambini.
    “Mitico! Come hai fatto?” chiese uno di loro, abbastanza robusto.
    “Sei un mago?” chiese una bambina.
    “E da dove vieni? Non ti abbiamo mai visto prima…” disse il terzo bambino.
    “Già. Nemmeno io ti ho mai visto…” disse la ragazza. “E dire che apparentemente hai la mia stessa età… Ti sei appena trasferito?”
    Dark, che era rimasto spiazzato dai bambini, cercò di rispondere. “Beh, in un certo senso posso dire di si…”
    “In un certo senso?” chiese il bambino con gli occhiali rimasto da parte. “Come puoi rispondere ‘In un certo senso’?”
    “Suvvia Conan, non fare il maleducato” lo rimproverò la ragazza.
    Dark però rimase ad osservare il bambino in silenzio, per poi rivolgere l’attenzione alla bambina accanto, che ebbe un fremito.
    “Umh… Voi due siete piuttosto maturi per la vostra età, vero? Siete gli unici che non mi sono saltati addosso e non sembrano sorpresi per ciò che ho fatto…”
    “Perché non hai fatto niente di speciale, tutto qui” rispose Conan.
    “Ma cosa dici Conan?” chiese il ragazzo robusto. “Non hai visto che ha fatto apparire dal nulla quella chiave gigante?”
    “Ben detto Genta!” disse il bambino accanto, mentre la bambina annuiva.
    “È molto semplice: molto probabilmente teneva la sua arma nascosta, e usando un qualche congegno, ha creato quella luce, durante la quale la metteva a posto”
    Dark guardò sorpreso il bambino.
    “Mi dispiace piccolo, ma stavolta hanno ragione loro” rispose, evocando il Keyblade. “Questo lo posso far apparire dove e quando voglio, ma non chiedermi come faccio” continuò, per poi fermarsi nel sentire le sirene della polizia.
    “Accidenti… Non mi conviene farmi trovare dalla polizia… Dovrei spiegarli un po’ troppo cose…” disse Dark, aprendo un varco davanti a se.
    “Grazie ancora per l’aiuto” disse girandosi verso il gruppo.
    Ma prima di attraversare il varco, Conan riuscì a lanciare qualcosa di piccolo verso Dark, senza che nessuno tranne la bambina accanto lo vedesse.
    “Vedo che anche tu hai avuto la mia stessa sensazione, vero Ai?” disse Conan alla bambina, che annui senza nascondere un po’ di tremore.
    “Vestito di nero… Non è da escludere che sia coinvolto…” disse lei a bassa voce.
     
     
    “Senti Hikari…” disse Sora, cercando di non muoversi. “Non per mettere in dubbio la tua capacità di usare i varchi oscuri, ma teoricamente non dovresti aprirli in posti sicuri?”
    “Se voi non mi aveste seguito immediatamente, ora non ci ritroveremo in questa situazione!” gli rispose lei.
    Infatti i quattro custodi si ritrovavano circondati da una serie di raggi rossi, e loro erano usciti dal varco proprio di fronte ad un teca, al cui interno di trovava un diamante.
    Solo che ora non gli era possibile fare nessun movimento.
    “Ma siamo sicuri che non siano solo dei segnalatori?” chiese Riku.
    “Potrebbe essere, ma se così non fosse? Tu avresti il coraggio di provare?” chiese Sora.
    Ma prima che qualcuno potesse rispondere, un rumore proveniente da sopra di loro anticipò un pezzo di vetro cadere proprio dietro di loro.
    “Ma che-” disse Sora, guardando in alto, dove intravide nell’oscurità della notte una persona con un cappello in testa.
    “Pare ci sia un problema…” disse lui, spostandosi il cappello con una pistola.
    “Fantastico… Venire coinvolta in un furto mi mancava ancora tra le cose da fare” disse ironicamente Hikari
    “Furto?” chiese Kairi.
    “Quante persone secondo te entrano in un posto dove si trova un diamante circondato da raggi laser passando dal tetto?”
    “Guarda guarda…” disse un’altra voce, anticipando un uomo con la giacca rossa che si avvicinò a loro facendo attenzione ad evitare i raggi laser. “Non credevo che ci fossero ladri così giovani da tentare un colpo del genere… Certo che avete tecnica nel mettervi nei guai…”
    “Parla quello che fa di tutto per evitarli…” disse l’uomo sopra il tetto, mettendosi in bocca una sigaretta spenta.
    “Non siamo ladri!” rispose Sora.
    “E allora che ci fate attorno ad un diamante da un milione di dollari?” chiese la persona, facendosi così vedere in volto dai custodi.
    Hikari rimase sorpresa per un secondo.
    “Ma tu guarda…” disse poi “Tra tutte le persone… proprio Lupin III dovevamo incontrare… Certo che l’universo sa essere proprio bizzarro…”
    “Lo conosci?” chiese Riku.
    “Dove sono rimasta per tutti quei anni lo conoscono tutti… La sua fama di ladro inarrestabile lo ha reso famoso…”
    “Grazie, grazie…” disse lui.
    “Come anche la sua abilità di don Giovanni incapace…” disse Hikari sorridendo, facendo cadere a terra Lupin dalla sorpresa di quell’esclamazione.
    “Suvvia, non dire così… Potrei offendermi, sai?” disse lui, rialzandosi e tirando fuori uno specchio.
    “Uno specchio?” chiese sorpresa Kairi.
    “Già… Può tornare molto utile se necessario…” rispose il ladro, per poi infrangere uno dei raggi con l’oggetto, che riflesse il raggio verso un altro specchio più lontano, creando così un passaggio tra l’uscita e il diamante e liberando così i custodi.
    “Beh, almeno ora siamo liberi…” disse Sora.
    “Già… ma teoricamente ora dovremmo metterlo fuori gioco…” disse Hikari, per poi rivolgere lo sguardo a Lupin.
    “Non vorrai veramente costringermi a comportarmi male con una ragazza, vero?” chiese lui sorridendo.
    Hikari non rispose.
    “Ma per stavolta lasceremo perdere. Dopotutto ci ha pur sempre liberato… e poi non abbiamo il potere di fermalo finché non mette a repentaglio questo mondo” disse, per poi aprire un varco e sparire al suo interno, seguita dagli altri custodi.
    “Mettere a repentaglio questo mondo? Tu hai capito che cosa volesse dire, Jigen?” chiese Lupin, mentre l’uomo che si trovava sul detto lo raggiungeva attraverso una corda, seguito da un altro vestito da samurai che saltò direttamente giù.
    “Spiacente. Mi chiedo di più come hanno fatto a sparire in quel modo… Nemmeno tu riusciresti a fare un simile trucco…”
    “La frase mi sembra chiara” disse il samurai. “Sanno che sei un criminale, ma a quanto pare, tu non rientri nei loro interessi… E che loro stanno cercando una persona che non appartiene a questo mondo…”
    “Suvvia, ci manca solo che ora veniamo invasi dagli alieni…” disse Lupin. “Beh, ora occupiamoci di quel gioiellino…”
    “‘Alieni’ è un termine un po’ grossolano, non trovi, Lupin III?” disse una voce sopra di loro.
    “Cos-?” disse lui, guardando in alto, per vedere così un ragazzo vestito di bianco sospeso nel vuoto.
    “Secondo me quei quattro potrebbero tornarci utili… il loro metodo di trasporto è decisamente interessante, non trovi?” disse lui, atterrando davanti ai tre ladri.
    “Il famoso Kaito Kid…” disse Lupin. “Non credevo ti avrei mai visto di persona… la tua fama ha quasi raggiunto la mia”
    “Detto dal ladro più famoso del mondo, è un onore”
    “Ma ora parliamo d’affari: sono curioso di sapere che cos’hai in mente”
    “Semplice: sono sicuro che quei quattro siano in possesso di una tecnologia molto avanzata, se non addirittura di una magia, in grado di teletrasportarli. Ora immagina una capacità del genere al nostro servizio”
    “Non ci sarebbe gusto” disse il samurai, tirando fuori dal fodero la sua spada. “Per quel che mi riguarda, preferisco usare questa”
    “Suvvia Goemon, non prendere decisioni immediate” gli disse Lupin. “La cosa mi interessa parecchio… Ma come facciamo a ritracciare dei tipi che possono teletrasportarsi?”
    In tutta risposta Kaito mostrò un palmare, sul quale c’era una mappa con un puntino che lampeggiava.
    “Anche la tecnologia sa fare le sue magie” disse sorridendo.
     
     
    “Allora piccoletto, si può sapere perché mi hai chiamato?” chiese un ragazzo a Conan, mentre egli guardava sulle lenti dei propri occhiali una cartina virtuale, con un puntino luminoso che lampeggiava.
    “Primo, non chiamarmi piccoletto; secondo, stiamo cercando una persona, e per farlo ho bisogno del tuo aiuto, mio caro Heiji”
    “E chi è questa persona per attirare la tua attenzione? Sherlock Holmes?” disse il ragazzo, per poi ridere della propria battuta.
    “Forse si tratta di un membro dell’organizzazione” rispose il bambino.
    Heiji smise subito di ridere.
    “Ne sei sicuro? Cosa te lo fa pensare?”
    “Beh, il particolare più insignificante credo siano i vestiti, che erano completamente neri. Ma il fatto più evidente è che era in grado di far apparire dal nulla una spada a forma di chiave. E poi ha aperto una specie di buco nero sempre dal nulla, che poi ha attraversato”
    “Dal nulla? Mi meraviglio di te, solitamente non ci caschi nei numeri di magia”
    “Infatti all’inizio non ci ho creduto. Ma quando lo ha fatto davanti ai miei occhi… Ho dovuto ricredermi. E terzo… ho avuto una strana sensazione su di lui”
    “In che senso strana?”
    “Come se non fosse chi fa credere di essere”
    “Umh… secondo me è solo uno che non è completamente a posto”
    “Ma c’è un ultimo particolare, che Ran e gli altri non hanno notato”
    “E cioè?”
    “La sua mano. La sua mano, a differenza del corpo, era nera e le mancavano alcuni pezzi, sebbene minuscoli, ma non in modo lineare. Era come se la sua mano si stesse disintegrando. E infatti era entrando nel negozio per prendersi un paio di guanti con cui coprirsela.”
    “Accidenti… Certo che solo tu riesci a trovare i tipi più strani… Ma con Ran come la metti?”
    “È uscita poco fa dicendo che sarebbe stata via qualche ora, quindi se non ci mettiamo troppo non si accorgerà di niente”
    “Certo che non d’invidio. Mi sto ancora chiedendo come fai a resistere dalla tentazione di dirglielo”
    “Sinceramente, al mio posto, tu avresti il coraggio di dirglielo, sapendo che ti potrebbe prendere e usarti come cavia per le tecniche di karate?”
    “Un punto a tuo favore…”
    “Ci siamo!” disse Conan, interrompendo il discorso e fissando il puntino sulla lente.
    “Da che parte si trova?”
    Conan rimase un attimo in silenzio.
    “Se-Secondo il radar… Si trova proprio dove ci troviamo ora…” disse, per poi guadarsi attorno.
    “Cosa? Ma allora dov’è?”
    “Sopra di voi” disse una voce, facendo girare i due verso la fonte.
    Al che si ritrovarono Dark sopra di loro, sospeso nel vuoto.
    “Niente male il trucco della microspia” disse lui, lanciando l’apparecchio a Conan, che lo prese al volo. “Ma purtroppo per te, inefficace. Gli altri non se ne saranno accorti, ma ti ho visto distintamente lanciarmi qualcosa contro”
    “Sei più in gamba di quanto pensassi… Certo che ti piacciono proprio i trucchi di magia, vero?”
    “Trucchi di magia?” ripeté Dark. “Certo che ti sei fissato con questa storia. Cos’è, devo farti il giro della morte per dimostrarti che ora sto realmente volando?”
    “Ho in mente qualcosa di migliore!” disse Heiji, cercando di colpirlo con un pugno.
    Pugno che Dark evitò semplicemente spostandosi.
    “E quello era qualcosa di migliore? Ma se non sei nemmeno riuscito a sfiorarmi”
    “Tu…” disse Heiji, riprovandoci e ottenendo lo stesso risultato.
    “Chi sei?” chiese Conan.
    “Il mio vero nome non me lo ricordo a causa di un amnesia totale, ma alcuni mi chiamano Dark. Tu invece sei Conan, giusto? O almeno così ti ha chiamato quella ragazza…”
    “Che cosa vuoi da noi?”
    “Niente. Anzi, questa domanda la dovrei fare io a te” disse Dark, atterrando e avvicinandosi al bambino. “Che cosa vuole da me un marmocchio, a tal punto da attaccarmi una microspia?”
    Conan sorrise.
    “Sono un detective, è mi piace risolvere misteri. E tu mi sei sembrato fin dall’inizio un tipo abbastanza misterioso… Appari dal nulla, evochi una spada di cui nessuno aveva mai nemmeno sentito parlare, voli… Che cosa sei esattamente?”
    “Hai l’aspetto di un bambino… Ma i tuoi ragionamenti non sono tali” disse Dark, ignorando la domanda. “Prima di impicciarti negli affari degli altri, pensa a risolvere i tuoi.”
    “È quello che sto facendo” disse Conan.
    “Conan Edogawa…” disse Dark. “Ovvero Shinichi Kudo”
    Conan spalancò gli occhi.
    “E lui come fa a-” chiese Heiji
    Dark sembrò ridestarsi come da un ipnosi.
    “Ugh… Ma cosa mi succede?” disse, portandosi le mani alla testa, e infine per cadere a terra svenuto.
     
     
    “Ancora non ho capito perché te ne sei voluta andare via così” disse Sora.
    “Mi sembrava di essere stata chiara”
    “Ma perché hai usato il varco di fronte a loro? Ora gli sarà venuto sicuramente il dubbio che non siamo di questo mondo, e non era necessario farglielo capire!”
    “Lo avrei fatto, se non fosse per il fatto che qualcuno ci aveva già visto uscire dal varco”
    “Cosa?” chiese Kairi.
    “La stessa persona che mi ha appiccicato sull’impermeabile questa” rispose la sorella, mostrando una microspia che lampeggiava.
    “Che cos’è?” chiese Sora.
    “Un segnalatore per poterci ritracciare ovunque andiamo, o almeno fino a quando rimaniamo su questo mondo”
    “È stato quel Lupin ad attaccartelo?”
    “Rientrerebbe nel suo stile, ma stavolta non è opera sua… Non è vero, Kaito Kid?” chiese lei ad alta voce.
    “Sei più furba di quanto credessi” disse una voce dall’alto, anticipando l’atterraggio di un ragazzo vestito di bianco, con un monocolo a coprirlo l’occhio destro e un cilindro sempre bianco.
    “Sono cresciuta rimanendo nell’ombra, facendo attenzione a non farmi scoprire da nessuno. Davvero credevi che non mi sarei accorta di un simile trucco?”
    “Suvvia, non essere così aggressiva. Dopotutto ho usato il sistema più elegante per seguirvi”
    “E perché ci volevi seguire?” chiese Riku, prima di ritrovarsi puntata contro una pistola.
    “Mentre noi preferiamo metodi leggermente più brutali per convincere delle persone ad ascoltarci” disse Jigen sorridendo.
    Allo stesso tempo Lupin puntava un’altra pistola contro Sora, mentre Goemon teneva sia Hikari che Kairi sotto la minaccia di una spada.
    “Eh no! Non di nuovo!” sbuffò Sora. “È già la seconda volta di seguito che veniamo catturati!”
    “Non scaldarti Sora” gli disse Hikari, senza lasciarsi prendere dal panico. “Finché non avranno ottenuto ciò che vogliono, non ci faranno niente”
    “Consolante la cosa…” fu il commento di Riku, mentre Kaito Kid si avvicinava ai custodi.
    “Spiacente, ma per il momento devo augurarvi buona notte” disse, per poi lanciare un fumogeno davanti ai custodi.
    “Che cos’è?” chiese Sora, per poi cominciare a tossire.
    “Maledizione… È gas soporifero…” gli rispose Hikari, per poi cadere a terra addormentata, seguita anche dagli altri.
     
     
    “Dunque è giunto il momento??”
    “Si. È Arrivata l’ora per noi di congedarci, in modo definitivo. Non sottovalutarmi, non andrò leggerlo”
    “Se proprio non si può evitare…” disse un bambino, evocando una Catena Regale. “Allora preferisco combatterti al meglio, senza avere favoritismi!”
    “Bene, allora preparati. Questo sarà un addio, per entrambi. Devi combattere con l’intenzione di eliminarmi, e non fermarti di fronte a niente!”
    “Come desidera… Maestro!” rispose il bambino, partendo all’attacco.
     
    Dark si svegliò di colpo.
    “Finalmente ti sei svegliato” disse la voce di Conan.
    Solo in quel momento Dark si accorse che si trovava su un divano, probabilmente della casa di Conan.
    “Ran!” urlò Conan, assumendo un tono da bambino “Si è svegliato!”
    “…Cos’è successo?” chiese Dark.
    “È successo che Conan ed Heiji ti hanno trovato a terra svenuto e ti hanno portato qui” rispose la ragazza che aveva aiutato Dark nel negozio, arrivando assieme a Heiji. “E per tua fortuna, apparentemente non ti sei fatto niente”
    Dark gli guardò.
    “Perché mi avete aiutato?” chiese poi.
    “E cosa dovevamo fare? Lasciarti a terra finché non ti avrebbe soccorso qualcun altro?” rispose Heiji.
    Dark rimase un attimo in silenzio.
    “Vi ringrazio” disse infine. “Ma non posso rimanere”
    “Cosa? È perché?” chiese Ran. “Si vede lontano un miglio che non sei in forma!”
    “Se resto qui, rischio solo di fargli arrivare…” disse Dark, cercando di muoversi ma senza successo.
    “Visto? Te lo avevo detto. Da quando tempo è che non mangi più?”
    Dark rimase sbigottito da quella domanda.
    Ora che ci pensava, non aveva più mangiato da quando se ne era andato dal mondo di Ichigo.
    “Ad essere sincero… è da parecchio tempo…”
    Conan e Heiji lo continuavano a guardare con curiosità, cosa che non sfuggì a Dark.
    “A questo punto direi che sono costretto ad accettare la vostra ospitalità, vero?” chiese poi.
    “Temo proprio di si” rispose Ran, avviandosi verso un'altra stanza. “Come temo che sarò costretta a preparare una seconda cena stasera…”
    Dark aspettò che Ran fosse nell’altra stanza prima di poter parlare con i due rimasti.
    “Cos’è successo realmente? Mi ricordo solo che stavo dicendo di non impicciarvi nei miei affari e poi ho un vuoto”
    Conan guardò Heiji, per poi emettere un piccolo sospiro di sollievo.
    “E poi sei svenuto” rispose Conan, parlando stavolta con un tono più maturo. “Ma se dici anche tu che è da parecchio che non mangi, non me ne meraviglio”
    Dark non rispose.
    Gli continuava a tornare in mente quel sogno.
    Possibile che fosse legato con il suo passato?
    Dark si portò nuovamente le mani alla testa.
    “Ehi, che ti succede?” chiese Heiji.
    “La testa… E come se mi stesse scoppiando…” rispose il custode.
    “Beh, direi che ormai è quasi l’ora…” disse una voce dentro la sua testa, prima che tutto attorno a lui diventasse buio.
     
    Quando riuscì a vedere nuovamente si trovava circondato dall’oscurità, tranne che per il terreno, che altri non era che un enorme mosaico illuminato, sul quale era disegnato il suo Keyblade, circondato da tanti altri, tra i quali Dark scorse quelli che appartenevano agli altri custodi.
    “Ben tornato” disse una figura incappucciata apparsa di fronte a lui.
    “Chi sei?”
    “L’attuale proprietario di questo luogo, come un giorno lo sarai anche tu”
    “Che cosa intendi?”
    “È ancora presto per te… Lan…” disse la figura, prima di sparire assieme al luogo.
     
    “Ehi, svegliati!” urlò Conan.
    Il custode riaprì gli occhi.
    “Fiu… Di questo passo prima o poi finiremmo col credere che ti troveremo morto… Ti conviene mangiare più che puoi, sai?”
    “…Non sono svenuto…”
    “Cosa?”
    “Sono andato a parlare… e a ricordare…”
    “Ricordare… che cosa?” chiese Conan, preoccupandosi.
    “Un nome… Il mio vero nome… Lan…” rispose il custode, mentre nella sua mente il suo vero nome si faceva spazio tra i ricordi, che cominciavano a riapparire.
    “Vuoi dire che a forza di svenire stai recuperando la memoria?” chiese Heiji.
    “Così pare…” rispose Lan, alzandosi, con la testa che finalmente smetteva di pulsare.
     
     
    Hikari riaprì lentamente gli occhi.
    La prima cosa che vide furono Sora, Riku e Kairi legati davanti a lei, ancora addormentati, e che anche lei era legata con una corda.
    “Ben svegliata” disse la voce di Lupin.
    “Non riesco proprio a capirvi…” disse lei. “Cosa volete da noi? Come avrete sicuramente già verificato, non abbiamo niente di prezioso”
    “Oh, non è quello che c’interessa” disse Kaito, arrivando e mettendosi di fronte alla custode. “Ciò che desideriamo da voi, o meglio, da te, è sapere come usare quella specie di buco nero”
    Hikari lo guardò un attimo sorpresa, per poi mettersi a ridere.
    “Voi… Voi vorreste usare i varchi oscuri?” chiese. “Poveri schiocchi! Non è una cosa che può usare chiunque!”
    “Oh, siamo tipi molto flessibili” disse Lupin. “Siamo in grado di imparare qualsiasi cosa”
    “Sareste anche disposti a morire, per ottenere un simile potere?”
    Kaito e Lupin rimasero in silenzio.
    “Perché è quello il prezzo da pagare per sperare di ottenere quel potere. Ma non vi basterebbe nemmeno morire. Come vi ho detto, sono ben poche le persone in grado di usare i varchi oscuri. Sinceramente, credo ci siano ben poche persone in tutto l’universo ad esserne capaci”
    “S-Stai scherzando, vero?” chiese Jigen. “Altrimenti come potresti es-“
    “Come faccio ad essere qui? E perché dovrei venire a rivelarvelo proprio a voi?” disse Hikari. “Ma posso dirvi una cosa: lasciateci andare, vi conviene”
    “Altrimenti che cosa ci fate?” chiese Lupin. “Siete tutti quanti legati come salami, e dubito fortemente che riusciate a liberarvi come faccio io”
    “Non intendevo dire questo…” disse Hikari. “Il pericolo non proviene da noi”
    Prima che uno dei tre ladri potesse replicare, la parete accanto a loro cadde giù, rivelando un Goemon svenuto.
    “Cosa? Goemon!” urlò Lupin, andando a vedere come stava l’amico.
    “Accidenti… Non pensavo che la polizia arrivasse a tanto…”
    “Non… Non è stata… la polizia…” disse Goemon, riprendendosi a fatica.
    “E allora chi?”
    “Q-Quelle cose…” rispose il samurai, indicando una serie di creature nere che marciavano verso di loro.
    “Che cosa sono?” chiese Kaito, prima di venire sfiorato da una sfera di fuoco proveniente da dietro di lui, che colpì i primi mostri, eliminandoli.
    “Si chiamano Heartless…” rispose Hikari, abbassando la mano e togliendosi le funi bruciacchiate. “E solo loro il vero pericolo. Ovunque noi andiamo, ci seguono. E lo faranno finché non ci avranno preso i nostri cuori!” concluse, evocando il Keyblade, per poi liberare gli altri custodi, che però erano ancora sotto l’effetto del gas.
    “Cosa? I vostri cuori?” chiese Jigen, sparando contro gli Heartless senza successo. “Ma di cosa sono fatti? I proiettili non gli fanno nulla!”
    “Solo noi custodi, chi possiede un arma particolare o chi possiede un grande potere riesce ad eliminarli!” rispose la custode, lanciando una serie di sfere di fuoco e ghiaccio contro gli Heartless, eliminandole una buona parte.
    “Ok, non pensavo avrei mai avuto a che fare con dei mostri…” disse Kaito.
    “Dovreste diventare come loro per poter ottenere il mio potere” disse Hikari. “Sono ben poche le persone che sono riuscite a ritornare normali dopo ciò. Anzi, credo che le uniche persone rimaste siamo io e Sora”
    “Credo che desisterò da quel potere, sapete?” disse Lupin sorridendo nervosamente.
    “Buona scelta. Ma ora scusami Lupin…”
    “Per che cosa?” chiese il ladro, prima di venire circondato da una barriera, e come lui anche tutti gli altri presenti.
    “Rimarrai senza base” rispose la custode, per poi farsi avvolgere dalle fiamme, che poi esplosero con un boato attorno a lei, eliminando tutti gli Heartless ma distruggendo l’edificio in cui si trovavano, creando una colonna di fuoco che arrivò fin sopra i grattacieli.
     
     
    “Che cosa succede?” chiese Conan, andando alla finestra dopo aver sentito come il rumore di un’enorme esplosione.
    “Non è possibile…” disse Heiji, osservando una colonna di fuoco che poco lontano sovrastava i palazzi attorno.
    “È ora…” disse Lan, aprendo un varco di fronte a se, per poi attraversarlo.
    Stranamente però il varco non si rinchiuse subito dietro di lui, ma rimase aperto.
    “Che cosa vuoi fare, Shinichi?” chiese Heiji.
    “Tu che dici?” rispose lui, per poi correre verso il varco, seguito dall’amico.
    I due però non si accorsero di Ran, che stava tornando in quel momento nella stanza, e che vide i due attraversare il varco.
    “Ehi, dove andate?” chiese, correndogli dietro, attraversando il varco proprio pochi secondi prima che esso si chiudesse.
     
     
    “Sembra che sia il momento del ritrovo…” disse Rexenet, avviandosi verso la colonna di fuoco, che cominciava a diminuire di dimensioni.
     
    Lupin uscì fuori dalle macerie dell’edificio incolume, e come lui anche tutti gli altri.
    Con loro sorpresa Hikari era ancora integra, senza nemmeno una scottatura.
    “Come hai fatto a-”
    “L’occhio del ciclone è sempre immune ai suoi effetti” si limitò a rispondere lei, prima di sentire un battito di mani provenire dall’alto.
    “Bene, ottimo lavoro, custode della luce” disse Rexenet, per poi smettere di battere le mani.
    “Rexenet… Dunque ci sei ancora tu dietro quest’attacco?”
    “Indovinato. Ho scelto questo mondo come scenario per la fine della vostra esistenza”
    “Che fortuna…” disse Jigen, per poi spararli contro un proiettile, che venne però fermato dalla spada dell’avversario.
    “Credevi veramente di poter colpire un essere dell’oscurità con un proiettile?” disse una voce dietro di loro, anticipando l’apertura di un varco nero e bianco, dal quale uscirono prima il custode dell’equilibrio, seguito da Conan, Heiji e Ran.
    “Ran! Che cosa ci fai qui?” chiese Conan.
    “E voi? Perché vi andate sempre a cacciare nei guai?”
    “Dark!” urlò Hikari.
    “No” rispose lui, evocando il Keyblade. “Non mi chiamo Dark. Il mio nome è Lan!”
    “Lan?” chiese Rexenet. “Certo che la fantasia non ti manca, eh? Sei ancora convinto di non essere Dark dunque…”
    “Non ne sono convinto…” rispose il custode. “SO di non essere lui! La memoria finalmente sta cominciando a ritornare. Ho ancora qualche vuoto, ma sono sicuro che presto riacquisterò tutti i miei ricordi!”
    “Se lo dici tu…” rispose il custode delle tenebre, per poi aprire un enorme varco oscuro dietro di se. “Ma prima permettimi di sistemare i tuoi compagni di viaggio!” disse, per poi vedere uscire dal varco un mostro enorme, simile ad un drago, ma tutto nero.
    “COS’È QUEL MOSTRO?!” chiese Lupin, indietreggiando.
    “È sempre un Heartless…” disse Riku, finalmente svegliandosi, come Sora e Kairi.
    “Kingdom Hearts è un ottima fonte di Heartless. Tu lo dovresti sapere bene Riku. Non sei forse rimasto chiuso al suo interno?” disse Rexenet, per poi sparire in un varco e riapparire di fronte a Lan.
    “Ma questa sfida riguarda solo noi due, Dark!”
    “Ti ho già detto che non sono Dark” rispose Lan, preparandosi a combattere. “Ma se vuoi combatte, non mi farò da parte!”
    “Come vuoi… Lan…” disse Rexenet, per poi partire all’attacco.
     
     
    “Accidenti… Non pensavo che esistessero così tanti Heartless di grosse dimensioni…” disse Sora, evocando il Keyblade.
    “Cerchiamo di non fare troppi danni” aggiunse Riku. “Dubito che questa città possa reggere ad uno scontro del genere”
    “Non preoccuparti” rispose Hikari. “Ho creato una barriera attorno a questa zona. Nessuno e niente potrà entrare o uscire”
    “Cosa?” chiese Lupin. “Vuoi dire che dovremmo rimanere qui? Per quel che mi riguarda, io vi dico bye bye!” disse, per poi cominciare a correre.
    Fino a quando un paio di manette non gli bloccarono le mani.
    “Finalmente ti ho preso Lupin!” disse un uomo, vestito con un impermeabile beige. “Ora mi seguirai senza storie alla centrale!”
    “Uff…” rispose Lupin, scocciato. “Senza offesa Zazà, ma come vedi avrei una certa premura a mettermi in salvo”
    “Non ci casco. Sarà il tuo solito trucco, vero?” rispose il poliziotto.
    “EHI, voi due, spostatevi!” urlò Kairi, poco prima che l’Heartless cominciasse ad emettere una fiammata verso i due, che grazie a Kairi riuscirono a schivarla in tempo.
    “Non avrai esagerato stavolta?” chiese Zazà.
    “Stavolta non è opera mia” rispose il ladro.
    “Confermo” rispose Kaito, apparendo dietro di loro. “Quel mostro è sbucato fuori dal nulla”
    “E perché mai dovrei credere a due ladri come voi?”
    “Perché se non lo fa…” rispose Riku, mettendosi in mezzo e creando una barriera, impedendo così ad una nuova fiammata di colpirli. “…finirà presto arrosto!”
    “Mettetevi al sicuro!” urlò Hikari, per voi volare contro il drago, seguita da Sora, Riku e Kairi.
    “M-Ma quei ragazzi… Stanno volando!” urlò il poliziotto, senza credere ai suoi occhi.
    “Incredibile, vero?” rispose Lupin, togliendosi come se niente fosse le manette. “E ora io sarei propenso a seguire il loro consiglio” concluse, per poi cominciare a scappare seguito dagli altri.
     
    Il Keyblade di Dark si scontro contro la spada di Rexenet, creando una folata di vento che avvolse i due.
    “Sei forte, per essere un falso” disse il custode delle tenebre.
    “Lo stesso vale per te. Ti fai chiamare custode delle tenebre, ma non hai nemmeno un vero Keyblade”
    Rexenet digrignò i denti.
    “Bada a come parli, potrei infuriarmi”
    “Oh, che paura” rispose Lan, preparando una sfera di ghiaccio nella mano libera. “Sto già tremando” concluse, per poi lanciarla contro l’avversario, che rispose prontamente con una di fuoco, facendole così esplodere tra di loro.
     
    “Ma quegli non sono ragazzi normali” disse Heiji, osservando da una parte il gruppo di Hikari che si lanciava contro il drago e dall’altra Lan, intendo ad uno scontro apparentemente all’ultimo sangue contro Rexenet.
    “Già… Ero convinto che cose del genere non potessero accadere nella realtà…” commentò Conan, senza nascondere la sua preoccupazione.
    Dietro di loro c’era Ran, visibilmente sconvolta da ciò che stava vedendo.
    Ma senza che se ne rendesse conto, sul terreno dietro di lei cominciavano ad apparire delle piccole macchie oscure, dalle quali uscivano delle antenne nere.
     
     
    “Prendi questo!” urlò Sora, lanciando una sfera di ghiaccio contro l’Heartless, che si limitò a inghiottirla come se niente fosse.
    “Maledizione…” disse Hikari, allontanandosi di qualche metro. “È decisamente un osso duro da battere”
    “Beh, non so voi, ma io non ho intenzione di arrendermi così facilmente!” rispose Riku, per poi partire nuovamente all’attacco, preparando nella mano libera una sfera oscura.
    “Resisti a questo se ci riesci!” urlò, lanciandogliela contro.
    Non appena essa lo colpì, lo avvolse completamente con una fiammata oscura, che lo fece scomparire in pochi secondi.
    “Uff… Ci sono riuscito…” disse il custode, abbassando la guardia.
    “Riku! DIETRO DI TE!” gli urlò Kairi.
    Ma non appena si girò, l’unica cosa che Riku vide fu la bocca del drago chiudersi sopra di lui.
    “RIKU!!!” urlarono Sora e Kairi assieme.
    Hikari si limitò a cominciare a lanciarli contro una raffica continua di magie diverse, che ribalzarono sul corpo dell’Heartless, senza riuscire a ferirlo.
    “MALEDIZIONE!” urlò lei, preparando altre magie.
    Ma prima che potesse lanciarle, tre sfere, rispettivamente una di ghiaccio, una di fuoco e una di tuono, colpirono in pieno l’Heartless, seguite da una piccola Gummyship che gli esplose contro, facendolo così cadere a terra.
     
    Lan e Rexenet continuavano a scambiarsi colpi, senza che nessuno dei due riuscisse ad avere la meglio sull’altro.
    “Arrenditi!” disse Rexenet. “Non puoi vincere contro l’oscurità!”
    “Dimentichi ciò che sono” rispose Lan. “Io rappresento l’equilibrio. Io sono sia luce che oscurità!”
    “Ma hai detto tu stesso che non sei Dark”
    “Non ho mai detto di non essere un custode dell’equilibrio! E tantomeno…” disse, attaccandolo con forza, costringendolo alla difesa. “Non ho mai detto che non conosco Dark!”
    Rexenet rimase un attimo in silenzio.
    “Capisco… Allora è così che stanno le cose…” disse, per poi arretrare. “Ciò significa che altro non sei che uno che tenta di imitarlo, dico bene?”
    Lan continuava a guardarlo, con occhi pieni d’odio.
    “Tu non hai idea di chi sono realmente. Non puoi azzardarti a sparare sentenze senza sapere il resto!” urlò, scatenando attorno a lui una vera e propria ondata di energia.
    “Se lo dici tu… Ma io farei più attenzione a ciò che sta per accadere ai tuoi amichetti laggiù”
    Disse il custode, indicando un gruppo di Heartless che stava per colpire alle spalle Conan e gli altri.
    Lan si girò subito e corse verso di loro, lanciando il Keyblade per eliminare il gruppo di Heartless.
    “Cos-” fece giusto in tempo a dire Conan, prima di vedere il Keyblade sfrecciarli accanto, investendolo con un’onda di energia.
    E per pochi instanti, attorno a Conan apparve la sagoma di un altro ragazzo, che gli somigliava vagamente.
    Cosa che non sfuggì né a Heiji né a Ran.
    “Ah, già. Dimenticavo…” disse Rexenet, avvicinandosi a Conan.
    Ma prima che arrivasse troppo vicino Lan si mise in mezzo.
    “Non fare un passo in più! Sarai anche un custode delle tenebre, ma non sei autorizzato nemmeno tu ad interferire nell’ordine dei mondi!”
    “Sai, ti preferivo smemorato. Non me ne importa niente dell’ordine dei mondi. Ormai dovresti saperlo bene che il mio obbiettivo è portare il caos e la distruzione. Questo mondo verrà distrutto assieme a voi. Ma prima voglio divertirmi un po’!”
    “Non te lo permetterò!” disse Lan, preparandosi nuovamente a combattere.
    “Ho perso la voglia di giocare con te” rispose semplicemente l’avversario, per poi cominciare a venire avvolto da un’aurea oscura.
    “Che cosa succede ora?” chiese Conan, senza ottenere subito una risposta da Lan, che stava ancora cercando di capire le intenzioni di Rexenet.
    Che gli apparirono chiare tutte d’un tratto.
    “PRESTO! Scappate subito da qui!” urlò, pochi instanti prima che lui e tutti gli altri venissero investiti da un’ondata nera proveniente da Rexenet.
     
     
    “Ehi, come ti permetti”
    “di fare del male”
    “agli amici di zio Paperino?” dissero uno dietro l’altro tre voci appartenenti a tre piccoli paperi, che atterrarono davanti a Hikari, Sora e Kairi, brandendo ognuno uno scettro.
    “Qui? Quo? Qua?” chiese Sora sorpreso. “Che cosa ci fate qui? E come fate a saper usare la magia?”
    “Ciao Sora!”
    “È stato lo zio a chiederci di venirvi ad aiutarvi”
    “dato che lui non poteva” risposero i tre.
    “Ma io credevo che non eravate in grado di usare la magia!”
    “Lo zio Paperino ci ha fatto da insegnante”
    “così ora”
    “siamo in grado di usarla perfettamente!”
    Sora sorrise.
    “Quel Paperino… non cambierà mai, fa sempre tutto di testa sua…” disse, prima di venire interrotto dal ruggito del drago, che si stava rialzando.
    “Beh, ne parleremo dopo” disse Hikari. “Ora dobbiamo pensare a come salvare Riku!”
     
    “Credo che tutte queste esplosioni stiano cominciando a danneggiarmi il cervello” disse Lupin, stropicciandosi gli occhi. “Mi è appena sembrato di vedere tre paperi giganti che hanno lanciato delle sfere di fuoco, di ghiaccio e di tuono, seguite da una specie di astronave…”
    “Allora siamo in due” disse Kaito. “Ma almeno, dopo stasera, tutti saranno convinti che la magia esiste per davvero”
     
     
    Lan riaprì a fatica gli occhi.
    Ciò che era rimasto dei palazzi là attorno altro non era che un cumulo di macerie.
    Ma prima che potesse notare altro, Lan si ritrovo a sputare sangue, e non appena abbassò lo sguardo spalancò gli occhi.
    Dal suo stomaco usciva fuori una sbarra di metallo, che lo aveva trafitto in pieno, appendendolo al muro, fortunatamente evitando organi vitali.
    “Umph, vedo che sei ancora vivo. Teoricamente non sarebbe dovuta rimanere traccia di te” disse Rexenet, avvicinandosi.
    “T… Te lo avevo detto… Che l’oscurità su di me… non avrebbe avuto troppo effetto…” rispose a fatica Lan, per notare solo in quel momento heiji, che si trovava poco lontano da lui, incolume ma privo di sensi.
    E poco più in là invece si trovavano sia Conan che Ran, che erano ancora in grado di rimanere in piedi, sebbene a fatica.
    A quel punto Rexenet si girò verso il bambino.
    “Bene, bene, bene. Chi abbiamo qui? Un ottimo attore direi…”
    “FERMATI!” urlò Lan. “Non puoi farlo!”
    Rexenet lo ignorò.
    “Cosa vuoi da me?” chiese Conan, mentre andava a toccare un punto preciso della sua cintura.
    “Solo mostrare a tutti i qui presenti la verità”
    “Non so…” rispose lui, per portare la mano libera vicino alla scarpa e poi premere un bottone della cintura, facendo uscire fuori un pallone da calcio. “…di cosa tu stia parlando!” concluse, lanciando il pallone con una forza inaudita, tanto che il pallone si schiacciò su se stesso.
    Ma con sua sorpresa, Rexenet lo fermo semplicemente con una mano, per poi farlo scoppiare.
    “Tentativo patetico…”
    Conan a quel punto premette un bottone del suo orologio, il cui schermo si alzò, diventando una specie di mirino, e dal quale uscì come una piccola freccia, diretta verso il custode, che la distrusse con la spada.
    “Hai finito? Io non sono né come i normali criminali che hai affrontato finora né come Goro. Non ci casco in trucchetti come un piccolo narcotizzante o un pallone a gonfiaggio rapido” continuò lui, per poi continuare la sua avanzata verso Conan, che a quel punto decise di correre verso di lui, pronto a colpirlo con un calcio, mentre le sue scarpe venivano illuminate come da un energia interna.
    Ma la sua corsa finì non appena si avvicino a Rexenet, che lo prese subito per il collo, alzandolo di peso.
    “Conan!” urlò Ran, assistendo impotente.
    “Vedo che ti preoccupi per lui” disse il custode. “Ma continuerai a farlo, una volta scoperta la verità?”
    “T-Ti prego…” disse a fatica Conan. “N-Non farlo…”
    Rexenet per tutta risposta gli prese il papillon che teneva sopra la camicia, e poi butto a terra il bambino, che venne soccorso da Ran.
    “Com’è che funziona quest’affare?” chiese tra se il custode, continuando a premere quelli che sembravano bottoni all’interno del papillon. “Ah, ecco” disse, mettendosi l’oggetto davanti alla bocca, cambiando voce.
    “Ma questa voce… È la voce di mio padre!” disse Ran, guardando sorpresa prima il custode, poi Conan, che abbassò lo sguardo.
    “Oh, ma questa è ancora meglio, vero?” continuò Rexenet, cambiando ancora voce.
    Stavolta Ran spalancò gli occhi, rifiutandosi di credere a ciò che aveva sentito.
    “Q-Questa è la voce… La voce di… Shinichi…” disse, cadendo a terra con le ginocchia. “Com’è possibile?”
    “È molto semplice: vedi, in realtà, il tuo caro Conan Edogawa altri non è”
    “FERMATI!” urlò Lan, senza poter fare niente.
    “che il tuo amato Shinichi Kudo!” concluse Rexenet, lanciando il Papillon ai piedi di Ran.
    “No, non è possibile. Dimmi che non è vero!” urlò Ran, rivolgendosi a Conan, che continuava a tenere lo sguardò abbassato.
    “Mi dispiace Ran…” disse lui, togliendosi gli occhiali e guardandola in faccia “Ma credimi, non ti ho detto niente per un motivo ben preciso”
    A quel punto Ran scoppiò in lacrime, senza più riuscire a contenerle.
    “Ah, che bella cosa rovinare il lavoro durato mesi per proteggere una persona. Ma non preoccuparti, Shinichi Kudo” disse Rexenet, preparandosi a colpire con la spada.
    “Ran non soffrirà ancora a lungo!”
    A quel punto Conan si spostò davanti a Ran, facendole da scudo.
    “Non ti permetterò di colpirla! Dovrai prima eliminare me!”
    “Come vuoi”
     
     
    “FIRAGA!” urlarono in coro i tre paperi gemelli, creando così un'unica sfera di fuoco, che poi lanciarono contro il drago, assieme ad una di ghiaccio, di tuono e di terra provenienti dai custodi.
    Il drago inizialmente sembrò uscirne indenne, ma pochi secondi dopo su tutto il suo corpo si crearono diverse crepe.
    “Sembra che Riku nonostante tutto non sia facilmente digeribile” disse Hikari, osservando la punta di un Keyblade sbucare fuori dallo stomaco dell’Heartless, seguita dal resto dell’arma e dal proprietario.
    “Uff… Stavolta me la sono vista brutta…” disse lui.
    “RIKU!” urlarono assieme Sora e Kairi.
    “Ehilà! Se aspettavo voi due sarei stato digerito con tutta calma, eh?” disse Riku sorridendo.
    “Ehi, scusaci se abbiamo cercato di non colpirti” rispose Sora fingendosi offeso, per poi scoppiare a ridere.
    “Ma ora pensiamo a sconfiggerlo definitivamente” disse, facendosi serio.
     
     
    “Ugh…” disse Heiji, riprendendo i sensi. “Mi sono perso qualcosa?”
    “Niente di importante…” disse Lan ironicamente, attirando la sua attenzione. “Tranne un esplosione di dimensioni gigantesche e Rexenet che ha rivelato la verità su Conan a Ran, che ora sta per essere eliminata.
    “Cosa?” urlò lui, per poi girarsi verso i due amici, e vedere Conan, senza occhiali, davanti ad una Ran in preda alle lacrime, e di fronte a loro Rexenet, con la spada in mano e pronto a colpirlo.
    “Maledizione…” disse Heiji.
    “Il mio tempo qui ormai è giunto al termine…” disse Lan, evocando il Keyblade. “Heiji, per piacere… usa il mio Keyblade per rompere la spada che mi tiene attaccato a questo muro…”
    “Ma se ti muovi…”
    “Non preoccuparti. In un caso o nell’altro, questa sarà l’ultima volta che mi vedrai. Ma se mi aiuti, almeno potrò impedire che Shinichi e Ran facciano la mia stessa fine!”
    Heiji lo guardò per un attimo, poi prese il Keyblade.
    “Ne sei sicuro allora?”
    Lan annui.
    “E va bene…” rispose il ragazzo, per poi fare come aveva chiesto il custode, che cadde a terra.
    “Tutto bene?”
    “S-Si…” rispose Lan, facendo sparire il Keyblade dalle mani di Heiji per farlo apparire nella sua. “Grazie mille” disse, per poi correre verso Rexenet.
     
    “Allora sei pronto?” chiese il custode delle tenebre.
    “Ho protetto Ran per tutto questo tempo, anche se mi trovavo nel corpo di un bambino. Non permetterò che tu le faccia del male, dovesse costarmi la vita!”
    “E va bene… Sinceramente pensavo di farti diventare un Heartless, ma va bene anche così. E ora…”
    “E ora basta, Rexenet!” urlò Lan, correndogli incontro. “Non permetterò che la storia si ripeta! Ne ora, ne mai! CHANGE TIME!” urlò, facendo uscire dal proprio corpo un campo energetico nero e bianco, che avvolse in pochi secondi tutta la zona.
     
    “Che cosa succede?” chiese Hikari, poco prima di venire avvolta dal campo, seguita da tutti gli altri, Heartless compreso.
     
     
     
    Lan si guardò intorno.
    Si trovava di nuovo nel tuffo nel cuore.
    E davanti a lui c’era il ragazzo dai capelli neri e bianchi.
    Lan abbassò la testa immediatamente.
    “Perché fai così?” chiese il ragazzo.
    “Maestro… Mi dispiace aver dovuto finire in anticipo la missione…” disse Lan, per venire interrotto.
    “Non so nemmeno di cosa tu stia parlando. Ma ti ringrazio per avermi sostituito, permettendomi di ristabilirmi”
    Lan abbassò lo sguardo. “È vero, tu ancora non puoi saperlo…” disse, mentre cominciava a sparire. “Ma ora per me è arrivato il momento di tornare al luogo a cui appartengo”
    “Allora buona fortuna. Alla prossima”
    Lan lo guardò triste.
    “Alla prossima… Master Dark…” disse, sparendo definitivamente.
     
     
    Il campo energetico cominciò ad affievolirsi gradualmente.
    Hikari e gli altri custodi ne uscirono indenni e, purtroppo per loro, anche il drago.
    Poco lontano anche Lupin e tutti gli altri ne uscirono indenni.
    Più in là invece, proprio dove il campo stava collassando su se stesso, Hikari notò subito che qualcosa non quadrava.
    Rexenet aveva lo sguardò pietrificato, e dietro di lui c’era la stessa ragazza che era uscita dal varco assieme a Lan, a Heiji e a Conan… Solo che Hikari vedeva Heiji, ma non riusciva a vedere il bambino.
    E in più, davanti a Ran, c’era un ragazzo, che era a terra svenuto. E stranamente i suoi vestiti assomigliavano a quelli del bambino…
    E al centro del campo, che stava sparendo definitivamente, c’era un’armatura nera e bianca, che impugnava il Keyblade di Dark.
    “N-Non è possibile…” disse, stropicciandosi gli occhi.
    “Che succede?” chiese Sora.
    “Quella… Quella è l’armatura del mio maestro… di Master Dark!”
     
    “E adesso cos’è successo?” si chiese Heiji, osservando il tizio in armatura. “Che fine ha fatto Lan?”
    Rexenet sembrò riprendersi solo in quel momento.
    “Chi sei?” chiese rivolto al nuovo arrivato.
    “Strano, ero convinto che mi avresti attaccato seduta stante” rispose il tizio, per poi cominciare a togliersi l’elmo.
    “Anche perché… Sarà l’ultima cosa che farai!” concluse, gettando l’elmo a terra.
    Due occhi, uno nero e uno bianco, con tre sfere attorno alla pupilla, e i nervi attorno in vista, come se fossero sottoposti ad un grande sforzo,
    I capelli invece erano corti, ed erano una perfetta unione di nero e bianco, facendo risultare impossibile quale dei due colori prevalesse sull’altro.
    “E tu… chi sei? Che fine ha fatto Lan?” chiese Heiji.
    “Lan ha fatto ciò che doveva fare. Grazie a lui ora sono tornato in piene forze. E per rispondere alla tua prima domanda… Io solo colui con qui Lan è stato scambiato finora. Il mio nome è Master Dark!”
     
    “È proprio Dark!” disse Sora. “Ma allora era veramente sopravvissuto!”
    “Ma dove ha trovato quell’armatura?” chiese Kairi, guardando la sorella.
    “Non ne ho idea… credevo fosse andata distrutta…” rispose lei, prima di venire interrotta dal ruggito del drago. “Ma ora direi che la nostra priorità è questo animaletto!”
    “Animaletto? Certo che i suoi punti di vista sono decisamente diversi dai nostri” disse Lupin, prima di essere circondato, assieme agli altri, da centinaia di Heartless.
    Nello stesso momento, anche attorno a heiji, Ran e il ragazzo apparì un numero apparentemente infinito di Heartless.
    “Oh no, ancora!” urlò Heiji, prima di vedere sbucare fuori dal terreno una spada. “E questa che stregoneria è?”
    “Non è una stregoneria” rispose Dark. “Ma semplice alchimia”
    “Alchimia?” chiese Rexenet, riprendendosi dallo shock. “Allora è così che hai aiutato Shinichi, vero?”
    “Se ti riferisci al fatto che gli ho evitato un risveglio piuttosto imbarazzante, si, è stata opera mia… Ma di come sia tornato grande, non ne ho la più pallida idea” rispose il custode dell’equilibrio, facendo sbucare dal terreno una spada rispettivamente davanti a Shinichi, Ran, Lupin, Goemon, Jigen, Zenigata e Kaito Kid.
    “Usate queste spade. Vi permetteranno di contrastare gli Heartless!” urlò Dark, rivolto agli interessati, per poi avvolgere Shinichi in un aurea verde.
    “Cosa sta succedendo?” chiese Ran, ancora sconvolta per ciò che stava assistendo.
    “So che sei sotto shock Ran, ma mi serve anche l’aiuto tuo e di Shinichi. Io non posso occuparmi degli Heartless, quindi devo affidarli a voi” rispose il custode, osservando Shinichi che riprendeva lentamente i sensi.
    “Shinichi!” urlò Ran.
    “Ugh… Cosa… Cos’è successo?” chiese lui, riaprendo gli occhi, mentre l’aurea verde scompariva.
    “Vi spiegherete tutto più tardi. Ora, se volete arrivare a quel più tardi, prendete quelle spade e cominciate a combattere!” urlò Dark, per poi rivolgersi a Rexenet.
    “E così, ci ritroviamo nuovamente uno contro l’altro”
    “Ma stavolta finirà diversamente dall’ultima volta, te lo assicuro. Sono diventato molto più forte!”
    “Meglio…” rispose Dark, preparandosi ad attaccare. “O ci sarebbe stato poco gusto ad eliminarti!” concluse, per poi teletrasportarsi alle spalle di Rexenet, abbassando il Keyblade.
     
    Lupin prese la spada, per poi cominciare subito ad attaccare gli Heartless, imitato anche dagli altri.
    “Chi avrebbe mai immaginato… Che mi sarei trovato a combattere contro dei mostri assieme a te, eh, Zazà?”
    “Di certo non io… Ma ora la vita credo sia più importante della tua cattura, che avverrà non appena finirà questa storia!” rispose l’ispettore, eliminando anche lui un Heartless.
    “Questa spada è ottima…” disse Goemon, continuando a tagliare un Heartless dietro l’altro, aiutandosi anche con la sua.
    “Già. E dire che è sbucata fuori dal terreno” commentò Jigen. “Solo che sono ben poco pratico ad usarla…”
    “Non avevo mai visto una magia del genere. Creare una spada dal nulla… Superbo! Dovrò farmi spiegare come ha fatto” disse Kaito Kid.
     
    Poco lontano, anche Heiji era intendo ad eliminare gli Heartless.
    “Certo che sono tanti…” disse, cercando di riprendere fiato.
    “Che ti succede?” chiese Shinichi, in quel momento impegnato vicino a Ran nell’eliminazione delle creature. “Credevo ti ci volesse di più per metterti fuori gioco”
    “Ah, sta zitto, moccioso!” rispose lui, tagliando a metà un Heartless.
     
    “BLIZZARD!” urlarono i tre paperi, riuscendo a congelare temporaneamente il drago, anche se pochi secondi dopo il ghiaccio evaporò di colpo, lasciando libero il drago.
    “Quest’Heartless è anche più forte di Xemnas…” disse Sora, osservando come tutti i loro attacchi stessero andando a vuoto.
    “Ma non può essere invincibile!” esclamò Riku. “DEVE avere un punto debole! In fondo è pur sempre un Heartless!”
    “Heartless?” ripeté Hikari, come illuminata da un idea. “Ma certo!”
    “Hai scoperto come batterlo?” chiese Kairi.
    “Forse. Ma mi serve tutto il vostro aiuto”
    “Dici pure”
    “Dobbiamo riuscire a creare un unico attacco di luce. Gli Heartless sono esseri d’oscurità, quindi non possono sopportarla!”
    “È vero! Come abbiamo fatto a non pensarci?” disse Sora, per poi puntare il Keyblade verso il drago, imitato dagli altri custodi.
    “E ora di farla finita!” urlò, facendo partire dal Keyblade un raggio di luce, imitato da tutti gli altri, che colpì in pieno l’Heartless, proprio nel buco che aveva creato Riku prima.
     
    Dark fece un salto all’indietro, per poi lanciare una sfera di fuoco, che venne tagliata a metà dall’avversario, che rispose con una di ghiaccio.
    Il custode dell’equilibrio tentò di colpirlo creando una vera e propria mitragliatrice dal terreno, cominciando così a sparare una raffica di colpi, che però vennero facilmente evitati da Rexenet, che cercò di colpirlo con un affondo.
    Dark riuscì ad evitarlo, per poi far partire da sotto i piedi dell’avversario una vera e propria montagna, che ebbe così l’effetto di colpire come un enorme pugno Rexenet.
    Per tutta risposta, lui fece partire dalla spada un raggio nero, diretto verso Dark, che rispose con uno bianco.
    Quando i due raggi di scontrarono, crearono attorno ai due custodi un campo di energia tale da distruggere le pietre e le macerie al suo interno.
    Dark vide con la coda dell’occhio il drago cominciare a sparire avvolto dalla luce.
    “Sembra che il tuo alleato sia stato sconfitto” disse, tornando a concentrarsi sullo scontro.
    “Non era altro che una pedina. Ho ancora altre carte da giocare!”
    “Ammettilo: non riuscirai mai a batterci. Hai provato con Vanitas, e hai fallito. Hai usato il potere di Kingdom Hearts, e hai fallito.”
    Rexenet fece un sorrisino.
    “Sei sicuro che con Vanitas sia realmente finita?” chiese
    “Certo. Ho eliminato la sua identità, lasciando tutta la sua forza a Sora”
    “Ma sembra che tu non abbia considerato ciò che è successo dopo che il tuo predecessore è stato eliminato”
    “Cosa?”
    Rexenet non rispose, e si limitò ad aprire un varco oscuro dietro di se.
    “Lo scoprirai presto…” disse, sparendo dentro l’oscurità.
    Immediatamente anche tutti gli Heartless rimasti cominciarono a sparire nell’oscurità.
    “Codardo…” disse Dark, per poi andare verso gli altri.
     
    Non appena gli Heartless scomparvero, le spade che Dark aveva creato si dissolsero come neve al sole, lasciando così disarmati chi le aveva usate.
    Nel frattempo, Sora, Riku, Kairi e Hikari, seguiti da Qui, Quo e Qua, scesero a terra, per poi andare incontro a Dark, che intanto aveva recuperato il suo elmo.
    Pochi instanti prima di venire raggiunto dagli altri, la sua armatura si illuminò, per poi svanire, lasciando posto ai suoi soliti vestiti, con l’unica aggiunta di un pezzo di armatura attorno alla spalla.
    In contemporanea Ran andava verso Shinichi.
    E come se si fossero messi d’accordo, sia Dark che Shinichi ricevettero un pugno in volto, rispettivamente da Hikari e Ran.
     
    “Glom…” disse Riku. “Hikari non ha preso bene il fatto che Dark si sia finto prima morto e poi smemorato, vero?”
    “Già… Ma credo che Dark si sia lasciato colpire apposta…”
    “Invece Ran ha avuto la reazione che Shinichi si aspettava… Dopotutto è un esperta di arti marziali…” disse Heiji, osservando sorpreso l’amico che cadeva a terra dopo il pugno.
    “Eh eh eh…” disse Shinichi, rialzandosi. “Direi che questo me lo sono meritato in pieno…”
    “Puoi ben dirlo, stupido!” gli rispose Ran.
    Nel frattempo anche Dark si rialzò da terra.
    “E tu cos’hai da dire?” chiese Hikari.
    “Semplicemente che anche per me è stata una sorpresa.”
    “Emh…” disse Lupin, intervenendo. “Se non è di troppo, potreste spiegarci cos’è successo? E poi che fine ha fatto Conan?”
    “Emh… Sono io…” disse Shinichi.
    “Ah… Vedo che quindi hai recuperato la tua vera età…”
    “Lui lo sapeva?” chiese Ran, girandosi verso l’ex bambino, che comincio ad agitare le mani per dire di no.
    “No, non è come sembra, lui lo ha scoperto da solo dopo quel caso di qualche tempo fa… Non gliel’ho detto di mia spontanea volontà!”
    “Già. L’unico modo per far ammettere a Conan di essere Shinichi era quello di scoprirlo da soli…” disse Heiji, per poi tapparsi la bocca.
    Purtroppo troppo tardi, come capì dal pugno che ricevette anche lui da Ran.
    “Quindi fatemi capire bene… Praticamente ne erano a conoscenza quasi tutti… tranne io?”
    “Se ti può consolare, nemmeno tuo padre ne è a conoscenza… Comunque dire che un po’ di spiegazioni non faranno male a nessuno” disse Shinichi.
     
     
    “Quindi è così che è andata…” disse Kairi. “Sei tornato bambino solo per via di una pozione…”
    “Ling pagherebbe oro per averla. Credo si avvicini molto alla sua idea di immortalità…” commentò Riku, per poi vedere Lupin che si avvicinava.
    “E dimmi… dove posso trovare questo Ling? Sai, potrei trovare in poco tempo quella formula…” disse, prima di venire interrotto da Shinichi.
    “In realtà è un veleno. Solo che il suo effetto collaterale è il ringiovanimento. Ma non funziona così per tutti. Teoricamente si dovrebbe morire…”
    “Ah…” disse il ladro.
    “E te invece?” chiese Ran, rivolta a Dark. “Non hai lo stesso aspetto di prima. Cosa ti è successo?”
    Dark sospirò.
    “Temo che stavolta dovrò violare la regola…” disse. “Ecco, in realtà il ragazzo che è apparso alla fine del torneo, dopo il mio sacrificio…”
    “Sacrificio? Vuoi dire che eri morto?” chiese Zazà, così sorpreso da quello che stava scoprendo da dimenticarsi di arrestare Lupin.
    “A essere sincero, anch’io credevo di essere morto. Attorno a me non c’era più niente, solo buio. Ed è stato a quel punto che ho incontrato Lan. Lan in realtà è un custode dell’equilibrio, proprio come me. Ma non di questo tempo.”
    “Aspetta” lo interruppe Heiji. “Vuoi dire che, poco prima di sparire, quando ha urlato ‘change time’, voleva proprio dire…”
    “Si. Proprio ‘cambio tempo’. Era venuto dal futuro appositamente per farmi riprendere le forze. Ma per farlo, doveva ospitare sia me che il mio corpo dentro il suo cuore. Ma sapeva che così sarebbe stato facilmente ritracciabile dagli Heartless e da Rexenet. E nel caso fosse stato catturato, ci sarebbe stato il rischio di rivelare qualcosa del futuro. Per questo ha pensato bene di cancellarsi la memoria, fino a quando io non avessi recuperato le forze. Non ho idea del perché lo abbia fatto. Forse era destino che andasse così…”
    “E quell’armatura?” chiese Hikari. “L’ultima volta che l’ho visto la indossava il mio maestro… Come hai fatto ad ottenerla?”
    “È stato proprio lui a consegnarmela. Come credo ormai sappiate, dentro il mio cuore sono conservati i cuori di tutti i miei predecessori. Ed è stato proprio così che me l’ha consegnata.”
    “Quindi voi siete una specie di… alieni…?” chiese Heiji.
    “Dipende dai punti di vista. Come vedete, siamo umani come voi…”
    “E loro?” chiese Jigen, indicando i tre paperi.
    “Beh, da dove veniamo noi non capitano troppo spesso esseri umani… E solitamente non viaggiamo per i mondi…” risposero in coro i tre.
    “A proposito… Vi ringraziamo per il vostro aiuto, ma per voi è troppo pericoloso rimanere qui.” disse Hikari, aprendo un varco davanti a loro. “E poi credo che Paperino sia un po’ in pensiero per voi. Avete distrutto la vostra Gummyship per salvarci, quindi non vi rimane che questo modo per tornare a casa.”
    “Dobbiamo proprio andare?” chiesero i tre.
    “Mi dispiace. Ma vedetela così: se il vostro mondo dovesse finire nei guai, sarete in grado di difenderlo, no?”
    I tre paperi annuirono, per poi salutare tutti e buttarsi nel varco, che si richiuse dietro di loro.
    “Quello si che è un modo comodo per viaggiare…” disse Shinichi. “Ma dubito che possiate dirci come imparare ad usarlo, vero?”
    “Mi dispiace, ma non è nemmeno possibile”
    “E va beh… Direi che ora possiamo anche andare…” disse Lupin, cercando di muoversi, venendo però trattenuto dalla mano, che era nuovamente circondata da delle manette.
    “Non così in fretta Lupin. Ti dichiaro in arresto!”
    “Paparino, ancora non lo hai capito?” disse lui, mentre Goemon tagliava a metà le manette. “Non è così facile prendermi” finì, per poi cominciare a scappare assieme ai suoi complici.
    “Aspetta Lupin!” disse l’ispettore, per poi mettersi a corrergli dietro.
    “Non so se scoppiare a ridere oppure no…” disse Sora.
    “Beh, direi che è il momento di andare…” disse Dark, aprendo un varco di fronte a loro.
    “Dovete proprio? Perché non rimanete qui un po’?” chiese Ran.
    “Ran…” disse Shinichi. “Credo che se potessero lo farebbero volentieri, vero?”
    “Beh, noi negli ultimi anni siamo stati a casa ben poco tempo, quindi ormai siamo abituati a non rimanere nello stesso posto per più di qualche giorno…”
    “Tranne eccezioni tipo un sonno durato un anno…” disse Riku.
    “Ehi, guarda che mica è colpa mia se tutti i cattivi dell’universo cercano di farmi fuori” disse Sora.
    “Ma la tua capacità di attirarti i guai è senza equagli, credimi” disse Kairi ridendo.
    Dark fece per attraversare il varco, ma si fermò e si girò verso i tre abitanti del mondo.
    “Grazie di tutto” disse, per poi svanire nel varco, seguito dagli altri custodi.
    “E se ne sono andati…”
    “Ora però ci conviene sparire anche a noi…” disse Shinichi.
    “E perché?” chiese Heiji.
    “Se tu sei in grado di trovare una valida scusa della nostra presenza in mezzo a tutta questa devastazione, rimani pure. Ma io sono bravo a scoprire la verità, non a nasconderla.”
    “Parla quello che per mesi e mesi si è finto un bambino…” disse Ran.

    Edited by darkroxas92 - 28/10/2010, 18:12
     
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  15. francix94
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    SIIIIIIIIIIIIII lo sapevo che dark ritornava vedo che ti sei ispirato a BbS sul fatto dell'armatura xD
    e così si scopre che Lan è un custode venuto dal futuro eh
    bellissimissimo capitolo *_______*
    PS: un ultima cosa ti vorrei consigliare una musica che per me sembra molto adatta ad un combattimento Super Mario Galaxy 2-hurry
    stento a credere che sia una canzone di mario :ahsi:
     
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364 replies since 17/10/2009, 20:00   6693 views
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