Equilibrio

la mia nuova fan fiction

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  1. darkroxas92
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    暗いロクサス92

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    E anche se siamo in pieno agosto, ecco qui il nuovo capitolo!
    Beh, che dire... finalmente ho ritrovato l'ispirazione, e così, questo capitolo, che faticavo a scrivere e che inizialmente doveva essere uno dei più veloci, è diventato di 40 pagine XD. Motivo per cui ho deciso di dividere anche questo. Posterò la seconda parte prima di partire, perciò tranquilli che non dovrete aspettare troppo per sapere come finisce XD (anche se spero in qualche recensione estiva XD).
    Prima di tutto ringrazio Liberty89 e Ottoperotto per avermi fatto da beta reader, oltre che per avermi permesso di scrivere questi due capitoli. E per coloro che seguono le fiction di Otto, gli consiglio di non perdersi il prossimo capitolo XD.
    Con questo, la saga ha superato la metà. Ormai siamo vicini al finale di questa mia follia, che si concluderà molto presto (sto scrivendo l'ultimo capitolo mancante) e voglio tranquilizzarvi che non ci saranno spoiler su Kingdom Hearts 3D, dato che ormai come storia è troppo distaccata, il che mi rende impossibile collegare la fiction al nuovo gioco (anche se pare che Nomura abbia letto le mie fiction per scrivere la sua storia XD).

    Bene, e ora... buona lettura e buon Ferragosto a tutti!

    Capitolo 76: Quarta prova! Il vero potere dei custodi! - Torna all'indice dei capitoli
    “Curioso…” fece una ragazza con addosso una tunica viola, con in mano un ombrello chiuso dello stesso colore e con un paio di ali da farfalla che le spuntavano dalla schiena, guardandosi attorno, vedendo solo uno spazio bianco e vuoto, con un cielo composto da numeri. “Non riesco a riconoscere questo scenario.”
    “Forse è uno nuovo.” Rispose un piccolo maialino che stava in piedi dietro di lei, raggiungendola goffamente.
    “Ne dubito. In più, tu sei rimasto così, il ché significa che non si è attivata alcuna sfida.”
    “Ma allora dove possiamo essere finiti? Non ho mai sentito parlare di una zona del genere.”
    “Probabilmente qualcuno ha dirottato la nostra connessione, e dev’essere anche piuttosto abile.”
    “Che cosa facciamo?”
    “Per il momento continuiamo ad esplorare, poi vedremo come agire.” Rispose la ragazza, continuando a camminare, fermandosi all’improvviso.
    “Haru.” Disse semplicemente, lasciando che l’animale dietro di lei la superasse.
    Di fronte a loro c’era un ragazzo, che indossava un paio di pantaloni lunghi beige, una canottiera verde coperta da un gilet rosso e bianco lasciato aperto. Attorno al collo aveva una medaglietta, e i suoi capelli erano lunghi e castani.
    “Ma bene!” disse lui, battendo tra di loro i pugni e sorridendo. “Finalmente qualcuno con cui divertirmi! È da parecchio che non prendo più a pugni nessuno!”
    “Che cosa vuoi fare a Kuroyukihime-senpai?!” chiese Haru, spalancando le braccia per difendere la ragazza.
    “Tu speri forse di spaventarmi? Spiacente, ma il qui presente Daimon Masaru-sama non si spaventa di fronte a nulla!”
    “Sei un essere umano?” chiese la ragazza, tranquilla.
    “Ti sembro forse un Digimon come voi?” replicò lui, guardandola male.
    “Digimon?” ripeté il maialino. “E che cosa sono?”
    Questa volta il ragazzo apparve sorpreso.
    “Non vorrete farmi credere che non lo siete, vero? Di certo non siete umani.”
    “Aniki!” urlò una voce, proveniente da una delle tasche di Masaru, anticipando una luce che prese forma al suo fianco, trasformandosi in un piccolo dinosauro arancione. “Hanno ragione loro, non sono Digimon!”
    “E quello che cos’è?!” esclamò Haru. “Sembra diverso dai normali avatar!”
    “Haruyuki.” Lo chiamò Kuroyukihime. “Preparati a combattere contro di loro. Non sono Avatar, quello è un essere umano vero e proprio.”
    “Un essere umano qui? Ma è impossibile! Non esiste una tecnologia del genere!”
    “Avete finito di parlare?!” urlò Masaru, saltando in alto e preparandosi a colpirli con un pugno.
    “Maledizione!” esclamò Haru, facendo apparire di fronte a sé uno schermo olografico visibile solo a lui, sopra il quale era apparsa un’icona con scritto <i>‘Duel’, che lui premette subito.
    Immediatamente, attorno a lui apparve un cerchio composto da dati informatici, che cominciarono a cambiarlo.
    Pochi secondi dopo, al posto del maialino c’era un’armatura argentata, con un elmo che copriva completamente la testa.
    “Lo sapevo che ci sarebbe stato da divertirsi!” esclamò l’avversario per nulla intimorito, avvicinandosi sempre di più a lui.
    Haru alzò il braccio, chiudendo la mano a pugno, riuscendo così a parare l’attacco nemico, rimanendo entrambi fermi per qualche secondo.
    Masaru fu il primo a ritirare il pugno, saltando indietro, mentre Agumon lo raggiungeva.
    “Aniki! Tutto bene?” chiese lui.
    “No…” replicò serio il ragazzo, guardandosi la mano. “Non appare… La DigiSoul non appare… Il che significa che non sono veramente dei Digimon!”
    “Non sappiamo nemmeno di che cosa stai parlando!”
    “E allora come mai potete evolvere?”
    “Evolvere? Questo è un duel avatar!” rispose Haru.
    “Duel avatar? E che cosa sarebbe? Tu hai cambiato completamente aspetto! E per quel che so io, solo i Digimon possono farlo! E state parlando con il più grande combattente di strada del Mondo Digitale!”
    “Mondo Digitale?” intervenne Kuroyukihime. “Intendi dire l’Accel World?”
    “Accel che cosa?” chiese Agumon, grattandosi la testa con una zampa.
    “Scusate, ma voi come avete fatto ad arrivare qui?” fece Haru.
    “Con un varco, che domande. Ci sono altri modi per arrivare nel Mondo Digitale?”
    “Varco? Quindi siete arrivati qui proprio con il vostro corpo, e non tramite un avatar virtuale.”
    “Più vi sto a sentire, meno ci capisco. Forse Yoshino o Tohma avrebbero capito di più…”
    “Eh eh, Aniki non è proprio la persona più adatta per discorsi complicati.” Ridacchio Agumon, prima di ricevere un pugno in testa dal compagno. “Ahia! Aniki!”
    “Non è che tu sei più intelligente di me, sai?” replicò lui, mentre attorno al suo pugno per qualche secondo apparve un’aura arancione.
    “La sua mano…” fece Haru, preparandosi a un nuovo attacco.
    “Beh, vorrà dire che li affronteremo così!” esclamò Masaru, rivolgendosi verso i due Avatar assieme ad Agumon.
    Haru e Masaru partirono all’attacco insieme, facendo andare indietro il braccio, con la mano chiusa a pugno.
    Ma prima che i due potessero scontrarsi, una forte luce apparve in mezzo a loro.
    “E ora che cosa…!” fece Masaru, indietreggiando e coprendosi gli occhi, imitato da Agumon, Haru e Kuroyukihime.
    Quando la luce cominciò a dissiparsi, i quattro notarono subito un gruppo di ragazzi.
    “Okay…” disse Marco, guardandosi le mani. “Questa volta sembra che non abbiamo subito alcuna mutazione. Sarebbe un miracolo.”
    “Concordo e, apparentemente, abbiamo tutti i nostri ricordi.” Fece Saiko.
    “Quindi la cosa è ancora più preoccupante.” Commentò Pan, facendo muovere la coda.
    Dark e Hikari rimasero in silenzio, guardandosi attorno.
    “Sembra il mondo di Tron.” Fece Sora, raggiungendoli. “Però c’è qualcosa di diverso, anche se non saprei dire che cosa… Oltre al fatto che non siamo stati digitalizzati.”
    “A-Altri umani?! E sono apparsi dal nulla!” esclamò Haru, facendo girare tutti verso di sé.
    “E voi chi siete?” chiese Inuyasha, per poi cominciare ad annusare con il naso. “Non sento alcun odore provenire da voi.”
    “Hai ragione.” Disse Natsu, imitandolo. “Ma com’è possibile?”
    “Ehi voi! Come osate interrompere un mio combattimento?!” gli urlò contro Masaru, partendo all’attacco.
    Pan si girò di colpo, fermandolo semplicemente con una mano aperta.
    “Che cosa?!” esclamò incredulo il ragazzo.
    “Se vuoi colpirci, cerca di diventare più forte!” replicò la Sayan, per poi lanciarlo via con un colpo d’aura.
    “Aniki!” urlò Agumon.
    Vedendolo, Sora, Riku, Kairi, Saiko, Marco e Tsuna spalancarono gli occhi.
    “Agumon?!” esclamarono tutti insieme.
    Il Digimon si girò verso di loro.
    “Mi conoscete?”
    “No.” Rispose Dark. “Loro hanno visto un altro Agumon.”
    “Un altro Agumon?” ripeté Masaru, rialzandosi e sputando con noncuranza del sangue a terra. “Quindi almeno voi siete a conoscenza dei Digimon.”
    “Digimon? Quello sarebbe un Digimon?” chiese Asuka. “È molto diverso da Koji e Ryo.”
    “Loro vengono da mondi diversi, dove l’unica cosa in comune sono appunto le creature digitali chiamate Digimon.” Spiegò Hikari. “Però non credevo che avremmo incontrato un altro mondo abitato da loro.”
    “E quei due? Sono anche loro Digimon?” chiese Edward, indicando Haru e Kuroyukihime.
    “Ancora con questa storia?!” esclamò il cavaliere d’argento. “Non sappiamo nemmeno che cosa sono questi Digimon! Voi piuttosto, chi diamine siete?!”
    “Di un po’, nullità… Vuoi davvero far imbestialire il qui presente divino Black Star con le tue inutili esclamazioni?” chiese l’assassino.
    “Ci conviene ritirarci, Haru.” Fece Kuroyukihime. “Sono in troppi per noi.”
    Il cavaliere la guardò per qualche secondo, per poi annuire.
    “Va bene.” Disse, per poi rimanere fermo.
    I custodi li guardarono per qualche secondo, senza però che i due facessero nulla.
    “Che cosa significa?” chiese la ragazza, sorpresa. “Perché non riesco a disconnettermi?”
    “Lo stesso vale per me! Com’è possibile?!”
    “Scusate…” fece Marco. “Non sono esperto come mio padre, ma solitamente non si parla così quando ci si connette a internet?”
    I due lo guardarono sorpresi.
    “Internet non si usa più da molti anni, come fai a non saperlo?” chiese Haru.
    “Internet?” chiese Natsu. “E che cosa sarebbe? Qualcosa da mangiare?”
    “Magari è del pesce.” Fece Happy, facendosi spuntare le ali e volando, immaginando il suo cibo preferito.
    “Che cosa?!” esclamò Kuroyukihime. “Quel gatto sta volando!”
    “Nessun riferimento al fatto che parla?” chiese Ichigo, leggermente sorpreso.
    “Tsk.” Fece Masaru. “Perché dovrebbero sorprendersi di quello? Quel tipo in armatura prima era un piccolo maialino parlante.”
    “Detto così suona proprio demotivante…” commentò Haru, abbassando la testa.
    “Ad ogni modo, dove ci troviamo?” chiese Riku.
    “Nel Mondo Digitale.” Risposero Masaru e Agumon.
    “Nell’Accel World.” Replicò insieme Haru.
    “Quindi non lo sapete nemmeno voi… Ehi, essere superiore dei miei stivali!” esclamò Asuka, rivolgendosi a Dark. “Sai almeno dove ci hai spedito o anche stavolta non ti ricordi nulla?”
    “Spiacente, niente di niente.” Rispose lui.
    “Essere superiore?” ripeté Kuroyukihime. “Sei così forte?”
    “Forte? È un eufemismo, credimi.” Disse Tsuna. “Non lo avete visto quando combatte… Ormai credo che le persone in grado di tenergli testa si possano contare su una mano.”
    “Davvero?” fece Masaru, facendo scrocchiare le mani. “Interessante, allora lo devo affrontare!”
    “Non hai speranze. Ti sei lasciato battere da me, che non ero nemmeno al mio massimo potenziale, e lui è decisamente e notevolmente più forte di me.” Replicò Pan.
    “Credi che perché sei una mocciosa io non ti possa battere? Prima mi hai solo colto alla sprovvista! Io sono il più forte combattente di strada del Mondo Digitale, Daimon Masaru-sama!”
    “Davvero? Beh, io sono la nipote dell’uomo più forte dell’universo.” Disse la Sayan, mentre i suoi capelli diventano biondi, provocando un’onda d’aria che investì tutti. “E credimi, so essere molto pericolosa.”
    “Umpf! Aniki, diamogli una lezione!”
    “Con piacere, Agumon!” disse Masaru, tirando fuori dalla tasca una specie di cellulare.
    In quello stesso momento attorno al suo braccio apparve la stessa aura arancione di prima, che lo ricoprì completamente.
    “DigiSoul Charge! Overdrive!” urlò, facendo confluire l’energia attorno a lui nell’oggetto, che poi puntò contro il Digimon, che s’illuminò subito.
    Sotto gli occhi sorpresi di parte dei custodi e di Haru e Kuroyukihime, Agumon divenne sempre più grande, cominciando a cambiare aspetto.
    Attorno al suo corpo apparve un’armatura rossa, mentre sulla schiena spuntò un paio di ali artificiali dello stesso colore. La sua coda si allungò, venendo ricoperta anch’essa dall’armatura, terminando con una ruota dentata verso l’esterno.
    “Vai, ShineGreymon!” urlò Masaru.
    “Sì Aniki!” rispose lui, per poi alzare le braccia verso l’alto, creando una sfera di fuoco molto simile a un sole.
    “Glorious Burst!” gridò, scagliando la sfera contro Pan, che invece portò le mani dietro di sé, cominciando a caricare l’onda energetica.
    “Tutto qui?” chiese la Sayan, rispondendo all’attacco.
    L’onda d’urto dovuta all’incontro tra i due attacchi investì tutti i presenti.
    “C-Che cosa sono quei due?!” esclamò Haru. “Non ho mai visto attacchi così potenti!”
    “Umpf!” fece Pan, continuando a mantenere sospeso il piccolo sole con la sua onda. “Non male, lo ammetto, ti avevo sottovalutato. Ma ora-”
    “Ma ora basta così.” Disse Dark, creando una sfera di luce che scagliò contro i due attacchi, deviandoli verso l’alto, dove esplosero definitivamente.
    Masaru si girò verso di lui.
    “Come osi interrompermi ancora?!” sbraitò, cominciando a correre contro di lui, con il pugno alzato.
    Pugno che Dark fermò senza alcun problema.
    “Mi spiace, ma come ha detto Pan, sono oltre la tua portata. Quella sfera che ho appena usato non era che una minima parte del mio potere.”
    “U-Una minima parte?!” ripeté con tono spaventato Haru, per poi girarsi verso Kuroyukihime, che era altrettanto sorpresa.
    “Ogni volta è la stessa storia.” Fece Marco. “A quanto pare, essere una delle tre entità portanti dell’universo ti rende decisamente incurante delle reazioni altrui.”
    “Una delle tre entità portanti?” chiese Kuroyukihime. “Che cosa intendi dire?”
    “Intende dire che Dark è l’Equilibrio in persona.” Rispose Hikari. “Ci sono ben poche persone in grado di tenergli testa, se combatte al suo massimo potenziale.”
    “Di’ pure che solo i suoi genitori e forse Hakai ne sono in grado.” Fece acida Asuka. “Di sicuro, nemmeno la nostra divinità personale può fargli qualcosa!”
    “Asuka…” cominciò Shinji, sospirando. “Io sono anche un suo guardiano e gradirei che non facessi notare che sono una divinità…”
    “Fai anche il modesto adesso?” replicò la pilota di Evangelion. “Ma sei proprio uno stupido! Mi chiedo come abbia fatto a…”
    Ma la ragazza si fermò, per poi voltare lo sguardo.
    “Asuka?” fece Shinji, non riuscendo a capire quel comportamento. “Che cosa ti prende?”
    “Stupido!” urlò lei, girandosi e aprendo la mano, pronta a creare una sfera di fuoco.
    Shinji si portò le mani davanti al volto per ricevere il colpo.
    Colpo che però non arrivò.
    “Uh?” fece, spostando le mani.
    Di fronte a lui c’era Asuka, intenta a guardare incredula la propria mano, sulla quale non era apparso nulla.
    “E-Ehi! Dove accidenti è la mia magia?!” esclamò, chiudendo e riaprendo il palmo più volte.
    “Ma che dici?” fece Natsu, avvolgendosi il braccio con il fuoco. “Ti sei dimenticata come si usa la magia?”
    “Maledizione, vorrà dire che userò il Keyblade!” esclamò irata la custode, portando la mano davanti.
    Davanti a lei apparve una lieve luce, che però si spense subito, senza far apparire nulla.
    “Ehi… Che cosa significa questo…?”
    “Non sarà che…” fece Saiko, cercando anche lui di evocare il Keyblade, senza però riuscirci.
    “Oh no… non ditemi che è ciò che penso!” esclamò Sora, imitando i compagni, ma fallendo nel tentativo esattamente come loro.
    In pochi secondi, tutti i custodi si ritrovarono a cercare di evocare il Keyblade, senza ottenere alcun risultato.
    “I nostri poteri da custodi sono spariti…” mormorò incredulo Edward, per poi appoggiare velocemente la mano a terra.
    Rimase fermo per qualche secondo, senza però fare nulla.
    “Niente, anche la mia alchimia superiore è sparita…” constatò.
    In quel momento tutti si girarono verso Dark e Hikari, che erano rimasti in silenzio.
    “Si può sapere che sta succedendo?” chiese Masaru, mentre il suo Digimon tornava al suo aspetto normale.
    “Succede che ora penso proprio che userò un certo essere superiore per affilare i miei artigli!” rispose Inuyasha, mostrando i suoi artigli e partendo all’attacco.
    Dark rimase fermo, limitandosi ad evocare il Keyblade e a parare l’attacco.
    “Ma quello è…” cominciò incredulo Haru guardando l’arma.
    “Un Keyblade!” completò Kuroyukihime. “Dunque siamo di fronti ai famosi custodi.”
    “Quindi tu e Hikari siete ancora immuni agli effetti della prova, eh?” fece Ichigo, per poi portarsi al petto il suo ciondolo, separandosi dal suo corpo, che cadde a terra.
    Questa volta a posto del Keyblade apparve la sua vecchia spada.
    “Beh, sembra che io possa usare Zangetsu, anche se è tornato al suo vecchio aspetto…” disse, per poi girarsi verso Haru e Kuroyukihime, che lo guardavano increduli.
    “Si è sdoppiato?” chiese Agumon, guardando sia il corpo che lo spirito di Ichigo, il quale rispose con uno sguardo curioso.
    “Voi riuscite a vedermi?”
    “Sembra che in questo mondo le cose funzionino diversamente dagli altri.” Fece Riku, guardandosi attorno.
    “Ma che cosa facciamo ora?!” esclamò Saiko. “Senza poteri, siamo quasi tutti dei comunissimi umani! Non possiamo combattere in questo modo!”
    “Quasi?” ripeté Kuroyukihime, riacquistando il controllo di sé. “Come sarebbe a dire?”
    “Ehi, non crederai forse che io sia una comune ragazzina, vero? Questa coda non ti dice nulla?” domandò Pan.
    “E queste orecchie non sono di certo finte.” Aggiunse Inuyasha, indicando le proprie orecchie e muovendole a scatti.
    “Io non mi esprimo… Mi piace ancora considerarmi umano quando è possibile…” mormorò Marco.
    “Ovvio che io non sono umano, sono il grande e unico Black Star!” urlò l’azzurro, poco prima di venire colpito da un pugno di fuoco di Natsu.
    “E piantala con questa storia, hai rotto!” gli disse, poco prima di ritrovarsi il volto dell’assassino di fronte al suo, con diversi nervi in bella mostra.
    “Come osi?! Nessuno può colpirmi e passarla liscia!”
    “Fatti sotto allora!” replicò il Dragon Slayer, facendosi completamente avvolgere dal fuoco.
    “Non sarebbe il caso di rimandare i diverbi?” propose Tsuna, senza venire sentito dai due.
    “Meglio lasciarli sbollire per conto loro.” Fece Conan, sospirando. “Cavoli, sono di nuovo bloccato così…”
    “Okay, qualcuno può spiegarmi che cosa diamine sta succedendo qui?!” urlò Masaru
    Hikari sospirò.
    “È una lunga storia…”


    “Quindi in pratica, adesso state sostenendo queste ‘prove finali’, esatto?” chiese Kuroyukihime, dopo che i custodi terminarono di raccontare tutto.
    “Proprio così.” Rispose Sora.
    “Sa tanto di videogioco…” fece Haru.
    “Solo che è la pura verità. Non possiamo mostrarvi i nostri poteri, ma come avete visto, alcuni di noi non sono proprio umani.”
    “E così avete incontrato altri ragazzi accompagnati da Digimon, eh?” disse Masaru. “Chi lo avrebbe detto, credevo che gli agenti della DATS fossero gli unici.”
    “DATS?” ripeté Marco.
    “L’organizzazione per cui lavoravo, prima di decidere di restare nel Mondo Digitale con Agumon. Era lei a occuparsi dei Digimon che apparivano nel mondo reale, però da quando quel varco ha mangiato me e Agumon, non abbiamo incontrato più nessuno.”
    “Aspetta, quindi questo non è il tuo mondo d’origine?” chiese Kairi.
    Il ragazzo alzò le spalle.
    “Non lo so, il Mondo Digitale è molto vasto… Però mi insospettisce non aver trovato più nessun Digimon. Per questo quando ho incontrato quei due, non ho resistito a metterli alla prova!”
    “E tu prendi a pugni chiunque incontri?” chiese Haru.
    “Beh, quando ci siamo incontrati per la prima volta, io e Aniki ci siamo scambiati parecchi colpi.” Rispose Agumon, ridendo.
    “Uno dei combattimenti più belli che ho mai sostenuto.” Ammise il ragazzo, mentre tutti li guardavano come due pazzi.
    “Vi prego, ditemi che queste follie prima o poi avranno fine…” fece Marco.
    “Mi spiace, ma temo che quello che abbiamo visto finora sia ancora il minimo.” Disse Sora.
    “Dopo essermi ritrovato ad essere una ragazza, essere tornato bambino, aver perso la memoria e perso i poteri che cos’altro può capitarmi di più folle?!” gli urlò contro l’Animorph.
    “Dimentichi l’astronave aliena che ti è atterrata davanti tempo fa, il fatto che tua madre è controllata da un alieno che si diverte a conquistare mondi, e l’incontro che hai fatto con quella pseudo suora…”.
    “Grazie per avermi ricordato i momenti più importanti della mia vita Asuka, veramente.” Replicò gelido Marco.
    “Beh, dimentichi quel tipo… quello strano…” cominciò Pan, portandosi una mano sotto il mento per cercare di ricordare. “Come si chiamava?”
    “Quello uguale al tipo il cui nome ricordava le moltiplicazioni?” domandò Saiko.
    “Ottoperotto?” chiese Sora, leggermente sorpreso. “Non ci avevate detto di averlo incontrato.”
    “Io ho cercato di rimuoverne il ricordo, dopo aver dovuto affrontare quel pazzo psicopatico armato di cucchiai…”
    “Ma che razza di combattente era, scusate?” domandò Haru. “Non ho mai sentito di nessuno che combatte con un cucchiaio… E poi che pericolo può rappresentare?”
    “Sarei stato d’accordo con te se solo non l’avessi visto sopravvivere a un’esplosione nucleare diretta.” Disse Tsuna.
    “Esplosione nucleare?” domandò Natsu, chinando la testa a lato. “Da quando le esplosioni hanno un nome?”
    “Da quel che ho sentito, è un’esplosione dalla forza devastante, in grado di distruggere un’intera città in pochi secondi…” spiegò Inuyasha, non troppo sicuro.
    “In molti mondi quelle esplosioni hanno condannato l’intero pianeta.” Fece Dark. “I loro effetti durano anni e anni, senza mai scomparire definitivamente. E purtroppo, rispetto a quel che può fare mio padre, è niente.”
    “Tuo padre è così potente?” domandò incredulo Masaru.
    “Aspetta, tu hai detto di essere l’Equilibrio stesso dell’universo, esatto?” intervenne Kuroyukihime. “E se non sbaglio, per la maggior parte delle persone l’equilibrio è composto da una perfetta unione tra luce e tenebre. Da questo devo dedurre che tuo padre è-”
    “L’Oscurità stessa, esatto.” Completò il custode.
    “Immagino dovremmo considerarci dei privilegiati a poter parlare direttamente con te, vero?” continuò la ragazza, sbattendo la punta dell’ombrello per terra. “Ammetto che sono molto tentata di affrontarti in un duello, ma da quel che ho visto, nemmeno un Re come me avrebbe possibilità contro di te. Anzi, probabilmente nemmeno tutti e sette i Re insieme riuscirebbero anche solo a ferirti.”
    “Adesso non esageriamo, sono forte, ma non invincibile. Questo corpo è pur sempre umano, e se non fosse per i miei poteri, sarei morto molto tempo fa.”
    “Se penso che voi rischiate veramente la vita… mi vengono i brividi solo a pensarci! Nella realtà non durerei un secondo in uno scontro.” Commentò Haru.
    “Ah, la realtà… è una cosa molto astratta, sai tuss?” fece una voce alle sue spalle, appartenente a un uomo vestito di bianco, con i capelli tutti all’aria, tranne per un lungo codino, e un’espressione non proprio sveglia, che si portò un dito sotto il mento.
    Poi, come se niente fosse, tirò fuori da una tasca un teschio finto.
    “Verità o non verità… questo è il dilemma!” esclamò in tono melodrammatico, per poi gettare via il teschio. “Ma chi se ne importa di ‘sti problemi!”
    Il gruppo rimase in silenzio a osservarlo per qualche secondo.
    “Okay… Vi prego, ditemi che sono impazzito… Ditemi che sono impazzito e che lo sto vedendo solo io…” supplicò Marco, con un piccolo tic nervoso all’occhio.
    “E questo svitato chi accidenti è?” fece Asuka, guardando l’Animorph.
    “Svitato?” ripeté l’uomo, tirando fuori dalla tasca una vite gigante. “Strano, non l’ho nemmeno avvitata… Non ho ancora trovato una cavia su cui testarla… Ah, come invidio il buon vecchio Victor. A lui è bastato qualche fulmine, qualche vite e un poco di cervello per creare il primo zombie e urlare ‘È vivo!’.”
    Non appena ebbe detto le ultime due parole, alle sue spalle apparvero dei fulmini dal nulla.
    “L-Loony?!” chiese Tsuna, guardandolo sorpreso.
    “Loony? Allora non è Otto…” fece Hikari, guardandolo.
    “No, è una specie di suo gemello, da quel che ho capito… Solo, è molto più fuori di testa.”
    “Chissà perché, ma lo avevo immaginato.” Sputò Masaru, fissando il nuovo arrivato.
    “Fuori di testa?” esclamò Marco, indicando Loony con disperazione. “Quell’essere è la follia stessa! Pazzia allo stato puro!”
    “Preferirei essere definito lunatico, mio caro tuss bisognoso delle cure di Freud.” Replicò lui.
    “Follia?!” urlò Black Star. “Allora è un Kishin!”
    “Sinceramente, credo che il tuo Kishin gli farebbe un baffo.” Commentò Pan.
    “Uhm… ma ditemi… che ci fate nella cantina di Quina?” chiese Loony.
    In quel momento tutti lo guardarono con gli occhi sgranati, quasi fuori dalle orbite, e con le mascelle che avevano tutta l'intenzione di andare a toccare il pavimento.
    “Come osi paragonare questo mondo a una mera cantina?!” esclamò Masaru, chiudendo le mani a pugno, imitato da Agumon.
    “Credo che d’ora in poi avrò un’idea ben diversa dei pazzi.”
    “Dark, ti prego, restituiscimi l’alchimia, così almeno posso creare una prigione insonorizzata intorno a lui!” fece Edward.
    “Alchimia? Ma anch’io sono un alchimista, sai?” disse Loony, per poi battere le mani e creando dal nulla una pietra rossa. “Pietre filosofali, vita… posso fare tutto quanto!”
    Poi, ignorando un Edward Elric paralizzato dallo shock, fece scomparire la pietra.
    “Okay, sto cominciando a meditare di distruggerlo, anche se è la copia perfetta di Otto…” disse Sora.
    “Tuss, non credo ti convenga, sai?”
    “Tuss?” ripeté Kuroyukihime. “Che cosa significa?”
    “Oh, è un termine per indicare ragazzi come loro. In effetti, siete quasi tutti tuss e tusan, tranne loro due.” Continuò Loony, indicando Dark e Hikari.
    “In compenso, sembrano due pazzi perfetti, andando in giro conciati in quel modo.”
    I due custodi dell’Equilibrio rimasero in silenzio ad ascoltarlo.
    “Strano… Pensavo che Dark lo avrebbe disintegrato all’instante…” mormorò Conan.
    “Dark? Oh, ti riferisci al buon vecchio darky?” chiese Loony, per poi tirare fuori un telecomando e premendo subito un bottone.
    Sotto gli occhi increduli di tutti, in mezzo a loro apparve dal nulla una persona con addosso un impermeabile nero, intento a leggere qualcosa su un tablet.
    “Allora, il carico di spazzole di acacia velenosa dovrebbe arrivare domani. Poi subito dopo… uh?” fece il nuovo arrivato, guardandosi attorno. “Strano, me lo ricordavo ben diverso il mio studio…”
    “E avete avuto una dimostrazione pratica del teletrasporto multidimensionale made in Ticino!” esclamò Loony, attirando su di sé lo sguardo dell’uomo.
    “Chi ha fatto entrare il pazzo psicopatico instabile?” chiese, girandosi verso i custodi.
    “darkroxas92?” chiese Riku, guardandolo.
    “Sì, signore della distruzione eccetera, eccetera… Scusa tuss, ma sto facendo un po’ di calcoli… Sai, quando a gestire il tuo patrimonio c’è uno degli esseri più avari dell’universo, hai un po’ di difficoltà…”
    “Voi custodi conoscete gente assai strana, sapete?” commentò Kuroyukihime.
    “Non sai quanto hai ragione…” replicò Sora, facendo fermare immediatamente darkroxas92.
    “Questa voce…” fece lui, girandosi lentamente e sgranando gli occhi. “Per tutti i mondi che ho distrutto! Che cactus-”
    “Ehilà, finalmente ti sei accorto di noi.” Disse Dark, raggiungendolo. “Inutile che ti dica di non fare nulla di azzardato, vero?” gli sussurrò. “Sono molto più potente del nostro ultimo incontro.”
    “E credi forse di farmi paura?” replicò l’altro. “Sono pur sempre una divinità, non certo un umano come te!”
    “Un’altra divinità?!” esclamò Asuka, sbattendosi una mano sulla faccia. “Perfetto, ci mancava un altro megalomane montato come Black Star…”
    “Ad essere sinceri, lui è veramente una divinità.” Rispose Loony, tirando fuori un libro. “E il suo nome è sinonimo di flagello in quattordici dialetti diversi, e ha distrutto ben sei mondi!”
    “Allora è un nemico!” esclamò Natsu, facendosi avvolgere dalle fiamme e partendo all’attacco, colpendo in pieno il nuovo arrivato e spedendolo a diversi metri di distanza.
    Loony sospirò, per poi tirare fuori dal nulla un camice da infermiere.
    “Non ho mai visto un tuss così desideroso di farsi ricoverare…” commentò.
    “E perché mai?”
    “La divinità della distruzione che hai appena colpito è famosa anche per il suo misterioso odio verso tutti i tuss e tu l’hai appena colpito con un pugno avvolto dal fuoco… Questo ti dice nulla?”
    “Divinità della distruzione?” ripeté Shinji. “Che cosa vuoi di-”
    Ma prima che potesse completare la frase, una sfera di energia li raggiunse, costringendolo ad evocare la lancia per deviarla verso il cielo, dove esplose senza causare danni.
    “Oh, vedo che il vostro gruppo è sempre pieno di sorprese.” fece darkroxas92, riavvicinandosi e creando una seconda sfera sopra la mano destra. “Non credevo ci fosse qualcuno in grado di deviare uno dei miei attacchi senza un Keyblade.”
    “Spiacente, ma io sono una vera divinità, e i miei poteri sono ben diversi da quelli dei custodi. In più sono anche un guardiano dell’Equilibrio!” rispose Shinji, preparandosi a combattere.
    “Come?” fece l’altro, guardandolo sorpreso. “Strano, non mi risulta ci siano state nuove elezioni di divinità negli ultimi anni…”
    “Perché da voi ci sono delle elezioni per le divinità?” chiese Ichigo.
    “Beh, diciamo che ogni tanto capita che qualche essere più fortunato degli altri sia… guidato a raggiungere un piano dell’esistenza maggiore. A me è successo molti, molti millenni fa.”
    “Il che lo rende senza dubbio il più vecchio tra i presenti.” Rifletté Loony. “Ah, il buon vecchio darky… Più vecchio che buono a ben pensarci… Credo che nemmeno con un po’ di sale si potrebbe digerire.”
    “Ancora non capisco che cosa ci faccia lui sulla mia luna.” Commentò darkroxas92.
    “Ecco, temo di doverti dire che non sei più sulla tua luna… Anzi, credo che tu non sia nemmeno nel tuo universo. Loony ti ha teletrasportato qui con uno strano aggeggio. Come lui sia arrivato qui non si sa.” Spiegò Marco.
    “Aspettate… mi state dicendo che quindi qui non c’è nessun Autore a controllare, esatto?”
    “Autore? Che cosa diamine stai dicendo?!” esclamò Masaru.
    “Ah già, dimenticavo che per voi è qualcosa di insensato… Per voi, il libero arbitrio è una cosa normale.”
    “E con questo?” chiese Haru.
    “Sapete, nel mio universo noi divinità non possiamo interferire con gli altri, a causa della Grande Regola. Ma qui pare proprio che non ci sia niente del genere!”
    Dark evocò subito il Keyblade insieme a Hikari, ma Loony fu più veloce.
    Muovendosi a una velocità impressionante, si avvicinò a darkroxas92, per poi colpirlo in pieno con il palmo delle mani, facendolo volare nuovamente indietro.
    “Chiamatemi MerLoony.” Disse, soffiandosi sulle mani come se fossero state delle pistole.
    “Ditemi che non è una parodia del nome di Merlino…” commentò Sora, portandosi una mano sulla faccia.
    “Certo che no.” Rispose Loony. “Merlino è Merlino, MerLoony è MerLoony.”
    Ma prima che potesse continuare con il suo delirio, una colonna di fuoco si alzò verso il cielo in prossimità della divinità colpita.
    “Tu… Miserabile omuncolo, emanazione di infima categoria dei miei stivali!” tuonò, avvolto dal fuoco. “Come osi colpirmi?!”
    “Si è leggermente arrabbiato, eh?” commentò Loony, rivolgendosi a Marco, che sospirò.
    “Se per te quello è leggermente arrabbiato, allora temo dovrai presto rivalutare i tuoi standard…”
    “Ma lo so anch’io che è una cactusata! Non sono mica stupido, sai? Si vede lontano un miglio che ha voglia di distruggermi usando tutti i suoi poteri!”
    “E tra poco io gli darò man forte, anche a costo di doverti sbattere la testa a terra.” Fece Asuka.
    “Quel tipo sarebbe in grado di sconfiggere un sacco di persone solo per i suoi discorsi insensati.” Disse Haru.
    “Umpf! È solo uno svitato insignificante. Ho avuto avversari ben più forti.” Intervenne Masaru.
    “Oh, non ti preoccupare, Daimon Masaru!” fece darkroxas92. “Ho un intero dossier sul tuo conto, con tutti i danni che hai provocato. Nella mia dimensione sei un ricercato, sai?”
    “Ricercato? Che diamine… Ma tu chi sei esattamente?!” esclamò Haru.
    “Credevo fosse chiaro.” Rispose lui. “Sono darkroxas92, la divinità della distruzione della mia dimensione. E modestamente, sono io quello che si occupa di punire in maniera adeguata i tuss, ovvero i ragazzi di età compresa tra i sette e i diciassette anni, quando questi commettono qualcosa che non dovrebbero fare.”
    “E secondo la sua lista, praticamente anche respirare è una colpa.” Disse Loony.
    “Bene, ora che le presentazioni sono finite…” riprese darkroxas92, girandosi verso il suo compagno di dimensione. “Prima che perda nuovamente la pazienza, ti dispiacerebbe riaprire il varco dimensionale e farmi tornare sulla mia luna?”
    “E come farei, scusa?”
    “Con quel telecomando che hai usato prima?”
    “Oh, intendi quello? Spiacente, ma l’ho smontato per costruire questo pallone volante.” Rispose Loony, mostrando l’oggetto in questione. “Non dirmi che ti serviva, vero?”
    L’occhio destro di darkroxas92 tremò leggermente, preso da un tic improvviso.
    “Ma perché… Perché a me?!” urlò, facendo tremare la terra. “Cos’ho fatto di male per meritarmi tutto questo?!?!”
    “Vuoi un elenco preciso o va bene anche uno approssimativo?” domandò Loony, tirando fuori dal nulla un computer.
    “Meglio se non commento, supererei il rating concesso…”
    “Meglio non ricordargli che qui non ci sono problemi di rating, vero?” fece Sora a Riku, che annuì.
    “Beh, direi che non ci resta che vedere cosa ci riserva questo mondo.” Disse Dark, cominciando ad allontanarsi con Hikari.
    “Aspetta un momento tu!” lo fermò darkroxas92. “Se credi che me ne starò buono solo per la tua minaccia, ti sbagli! Se qui posso usare tutti i miei poteri, per te non c’è alcuna speranza!”
    “Mi spiace deluderti, ma Dark è molto più forte di te. Anzi, credo che tu non sia minimamente al suo livello.” Rispose Hikari.
    “Davvero? Vogliamo provare?”
    “Qui non esistono divinità come nella tua dimensione. Ce ne sono altre, di vari tipi, ma molto diverse da quelle come te.” Disse Dark. “Io sono al di sopra di esse. Io non sono un mero custode, o una divinità. Sono qualcosa di superiore.”
    “E poi dicevano che mi davo delle arie… non avevano ancora incontrato te, vero?”
    “Certo che no. Perché lui è veramente al di sopra di tutti voi.” Fece Loony, assumendo uno sguardo serio. “Perché tu sei l’Equilibrio stesso di questa dimensione, non è vero?”
    Dark si girò verso di lui, sorpreso.
    “Ma allora stavi fingendo prima?”
    “Sfortunatamente no. Posso rimanere così solo per pochi minuti, e in rarissime occasioni.”
    “Equilibrio stesso? Cosa stai dicendo?” chiese darkroxas92.
    “Questa è la prima volta che vengo qui, e non essendo più nella nostra dimensione, non so più nulla dal nostro Autore. Ma qui… Qui sento chiaramente tre grandi forze, e una è proprio qui di fronte a noi.”
    “Tre? E chi diamine sarebbero gli altri due?!”
    Loony sorrise.
    “Immagino che tu non sia in grado di percepirle, vero Lan?”
    Ma non appena ebbe detto quel nome, si ritrovò la mano del signore della distruzione attorno al collo.
    “Non chiamarmi mai più in quel modo, chiaro?” tuonò minaccioso e serio, come prima non era stato.
    “Lan? Ehi, ma non è lo stesso nome… dell’altro Dark?” esclamò Sora, attirando l’attenzione di tutti su di sé.
    “L’altro Dark? Vuoi dire quello che io e Rukia abbiamo incontrato nel nostro mondo quando ci siamo visti per la prima volta?”
    “Il Dark del futuro…” continuò il custode dell’Equilibrio. “Ma dubito abbia a che fare con darkroxas92. Dopotutto, Lan proviene sempre da questa dimensione, mentre lui no.”
    “Per una volta sono d’accordo. Io sono il signore della distruzione, punto e stop!”
    Loony sospirò, per poi battere le mani.
    “Ad ogni modo, percepisco anche qualcosa di anormale in questo mondo.” Continuò, incurante degli sguardi puntati contro. “Da quel che ho capito, voi custodi state sostenendo un esame particolare, esatto?”
    “Sì, un esame che ho preparato secoli fa, proprio in previsione della guerra che ci attende. Sfortunatamente, ho rimosso i miei ricordi in proposito, e non so nemmeno io in cosa consistono le prove.”
    “Della serie che altrimenti era troppo facile?”
    “Lascia stare, va…” sbottò Asuka. “Se ripenso ancora alla prima prova… Brrr… Nemmeno nei miei incubi peggiori avrei immaginato una cosa del genere!”
    “Che cosa vi è successo di tanto grave?” domandò Kuroyukihime, curiosa.
    “Tu come reagiresti se ti ritrovassi improvvisamente ad essere un ragazzo?!” replicò acida l’ex pilota di Evangelion.
    Loony, darkroxas92, Haru, Kuroyukihime, Masaru e Agumon spalancarono gli occhi increduli.
    “N-Ne deduco che di conseguenza, i ragazzi si sono ritrovati ad essere-”
    “Non finire la frase, o al mio gemello parallelo mancherà un nemico.” Fece Sora. “Preferisco dimenticare.”
    “Una divinità di nostra conoscenza probabilmente darebbe di matto se sapesse di una cosa del genere.” Commentò Loony, per poi chiudere gli occhi.
    “E ora che cosa stai facendo?” chiese Natsu.
    “Dubito che su questo mondo non ci sia nessuno, perciò sto cercando una qualche fonte di intelligenza.”
    Dark e Hikari si affiancarono a lui, appoggiando una mano su ciascuna spalla.
    “Ti daremo un po’ del nostro potere per aumentare il tuo raggio d’azione.” Disse il custode dell’Equilibrio, mentre un’aura bianca avvolgeva Loony, che spalancò gli occhi sorpreso.
    “Un potere del genere… Potevate cercare anche da soli, sapete?”
    “Non ce ne hai dato il tempo.” Replicò Hikari, sorridendo.
    “Un punto a vostro favore. Comunque percepisco qualcosa a nord, però non sembrano esseri viventi.”
    “A nord?” ripeté Masaru, guardando nella direzione indicata. “Potrebbe essere, dopotutto dobbiamo ancora visitare quella zona.”
    “Beh, io ora temo di dovervi lasciare.” Fece Loony. “Il mio tempo in questa personalità è ormai agli sgoccioli. Buona fortuna allora!”
    “Ehi, aspetta, te ne vai via co-”
    Ma Asuka fu interrotta all’improvviso da una torta, che la colpì in piena faccia.
    Come se niente fosse, Loony aveva tirato fuori dal nulla delle torte, che aveva cominciato a far volare come se fosse un giocoliere.
    Asuka si pulì la faccia con le mani.
    “Tra poco commetterò un omicidio… A costo di prenderlo e farlo a pezzi a mani nude!”
    “Meglio non perdere tempo in queste cose.” Fece Ichigo, mentre tutti si avviavano nella direzione indicata da Loony. “Vediamo se almeno ci ha saputo dire qualcosa di giusto.”
    L’ex pilota sbuffò, per poi seguire gli altri.


     


    Jessie mosse lentamente le mani, riprendendo i sensi.
    La prima cosa di cui si rese conto era quella di non trovarsi più sul letto dove era stata lasciata, ma su una superficie ben più dura.
    Si alzò in piedi, tenendo gli occhi chiusi.
    Ma si portò subito una mano a coprirli per ripararsi dalla luce improvvisa del giorno.
    “Ma che cosa…” fece, per poi aprire lentamente gli occhi, spalancandoli subito di colpo.
    Si trovava in una via circondata da altissimi grattacieli, e il cielo sopra di lei era di un azzurro innaturale, come se fosse illuminato da qualcosa.
    “Com’è possibile?” esclamò, guardando prima se stessa e poi il paesaggio che le stava attorno, soffermandosi su una benda che giaceva a pochi centimetri da dove si era risvegliata.
    Abbassandosi, la raccolse tra le mani, per poi fare un sorriso amaro.
    “Dev’essere un sogno… Già, è per forza così…” mormorò, delusa.
    Senza aggiungere altro, si rialzò.
    “Devo riuscire a trovare un modo per risvegliarmi però… Questo sogno è decisamente strano.”
    Ma prima che potesse fare qualcosa, sentì una pressione di forma circolare sulla schiena.
    “Non fare un passo e alza lentamente le mani in alto.” Disse una voce alle sue spalle.
    La custode sbuffò.
    “Per essere un mio sogno, sono troppo svantaggiata pure qui…” commentò, obbedendo.
    “Sogno?” ripeté la voce. “Che cosa ti hanno installato? Noi non possiamo nemmeno dormire, come potremmo a sognare?”
    Sentendo ciò, Jessie spalancò nuovamente gli occhi.
    “Non è un sogno…?” fece, cominciando a tremare. “Com’è possibile allora…?” continuò, stringendo con forza la benda in una mano.
    “Non so cosa tu abbia, ma ora verrai con me. Devo farti parecchie domande, tanto per cominciare, su come hai fatto a collegarti qui senza lasciare alcuna traccia.”
    “Collegarmi?” disse Jessie, cercando di riacquistare il controllo di sé. “Non so di cosa tu stia parlando.”
    La custode sentì l’oggetto staccarsi dalla schiena e si voltò appena, mentre il suo aggressore faceva un passo indietro per spostarsi davanti a lei, mostrando di essere un ragazzo con addosso una tuta blu, con guanti e stivali azzurri, un casco dello stesso colore con due linee bianche ai lati e al centro dei quadrati gialli.
    Sul petto invece, aveva uno strano cerchio rosso, diviso da una linea che lo tagliava verticalmente, concludendosi in due triangoli opposti.
    Al posto del braccio destro aveva un fucile blu, che continuò a tenere puntato contro Jessie.
    Il ragazzo sembrò sorpreso di vederla.
    “Che cosa… Dov’è il tuo simbolo di Navi?” chiese, analizzandola con lo sguardo, come se fosse alla ricerca di qualcosa.
    “Io… temo di non sapere di cosa tu stia parlando.” Rispose lei sincera.
    Lui abbassò il fucile, incredulo.
    “Non sarai mica… umana, vero?”
    “Perché tu cosa sei?”
    “Non è possibile… Dovrebbe essere impossibile per un umano entrare in questo mondo!”
    “Tu sei a conoscenza dei mondi?!” esclamò Jessie, per poi calmarsi. “Aspetta… per caso ti è apparsa la proiezione di una ragazza che parlava di custodi?”
    “Master Aqua?” rispose il ragazzo, facendo scomparire nel nulla il cannone, per poi spalancare la mano e mostrando una proiezione del messaggio della Master.
    “Così è lei la famosa Aqua…” rifletté ad alta voce Jessie. “Capisco… Non è un sogno, ma sono finita nuovamente in questa dimensione. Anche se non ho idea di come abbia fatto.”
    “Di cosa stai parlando?”
    La ragazza sorrise, per poi evocare i due Keyblade che possedeva. “Sono anch’io una custode, ma provengo da una dimensione parallela. Non so dirti come sono finita qui, o almeno, immagino sia andata diversamente rispetto alla mia visita precedente.”
    “Dimensione parallela?” ripeté una voce, mentre alle spalle del ragazzo apparve dal nulla uno schermo, dentro il quale si vedeva la faccia di un altro ragazzo, simile a quello di fronte a Jessie, con lo stesso simbolo disegnato sopra una fascia che avvolgeva i capelli castani. “Come sarebbe a dire, Megaman?”
    “Non lo so nemmeno io, Lan.” Rispose l’altro, per poi guardare la custode. “Ma credo che prima dovremmo spiegare dove si trova a…”
    “Jessie.” Rispose la castana, riprendendosi dalla sorpresa. “Mi chiamo Jessie.”
    “Allora Jessie, ti trovi a Net-City, la città di noi Net-Navi. Nel tuo mondo c’è internet?”
    La custode annuì.
    “Perfetto, una cosa in meno da spiegare allora. Qui internet si è evoluto, e siamo stati creati noi Navi, esseri digitali che affiancano gli umani, aiutandoli a svolgere qualsiasi attività su internet, e veniamo usati anche per combattere tra di noi, solitamente in sfide o tornei. Nel nostro caso, io e Lan facciamo parte di una polizia che opera sulla rete, per intenderci, perciò ci ritroviamo spesso a dover affrontare Net-Navi appartenenti a criminali.”
    “Capisco… Aspetta, quindi significa che sono finita… dentro internet?!”
    “E questa è una cosa che non era mai accaduta prima. Anche se provieni da un universo diverso, non dovresti essere in grado di entrare nella rete. Credo sia il caso di chiamare mio padre, visto che è uno degli esperti principali della rete. Sai, è stato mio nonno a crearla, di conseguenza siamo la famiglia che è più vicina a questi eventi.” Disse Lan. “Megaman, credo sia meglio se la porti sul server di casa mia, prima che altri Navi si accorgano della sua presenza. Avviso io Mr. Famous di quanto successo. Jessie, temo che riceverai un po’ di visite. Spero non ti dispiaccia.”
    “Finché non sono visite che hanno come scopo la mia eliminazione o di farmi passare alla tenebre definitivamente, non mi lamento.”
    “Come sarebbe a dire?”
    “Diciamo che dalle mie parti sono un po’ circondata e-”
    Ma la custode s’interruppe, portandosi una mano sulla bocca e cominciando a tossire forte, cadendo sulle ginocchia.
    “Jessie!” urlarono insieme Lan e Megaman.
    “N-Non vi preoccupate… è da un po’ che non sto troppo bene… Ma ne ho passate di peggio…” rispose ansimando la custode, rialzandosi. “Allora, dove dobbiamo andare?”
    “Devi solo darmi la mano. Ci teletrasporteremo direttamente o almeno, ci proveremo. Essendo tu umana non so dirti che cosa potrebbe succedere.”
    “Che bello…” replicò Jessie, dandogli la mano.
    Pochi secondi dopo, i due si scomposero in pixel, che scomparvero nel nulla assieme allo schermo con Lan.
    Qualche metro più in là, nascosto dietro un muro, un tipo vestito con una tuta rossa, il viso avvolto da un cono all’ingiù di colore grigio, con sopra un cerchio simile a quello di Megaman, ma con disegnata sopra una fiamma, strinse gli occhi
    “Un’umana… a Net-City? E per di più una custode?” fece una voce alle sue spalle, appartenente ad un uomo dai capelli rossi e la barba dello stesso colore che terminava in un lungo pizzetto, che parlò al Navi tramite uno schermo. “Questa piega degli eventi è interessante, non è vero Torchman?”
    “Direi proprio di sì, Mr. Match.” Rispose il Navi, mentre dalla sua testa usciva una fiammata.
    “Avverto subito gli altri della Mondo Tre e- Uh?”
    “Che succede?”
    “Il mio programma rivela altre anomalie come quella di poco fa, ma sono molte di più. E si stanno avvicinando a dove ti trovi!”
    “Che cosa?!” esclamò Torchman, nascondendosi subito dietro un altro muro e rimanendo in silenzio, mentre lo schermo scompariva.
    “Ma tu guarda…” fece la voce di Masaru. “Eravamo così vicini a una città e non lo sapevamo neppure.”
    “Assomiglia molto ai nostri scenari, vero senpai?” disse Haru.
    “Già, anche se questo mi sembra leggermente meno tecnologico.”
    “A me sta solo venendo il mal di testa ad ascoltare simili discorsi.” Commentò Inuyasha, sbadigliando.
    Torchman sgranò gli occhi vedendo il gruppo di Dark camminare tranquillo.
    “Però non si vede nessuno…” fece Ran.
    “Probabilmente siamo in una zona periferica e di conseguenza è poco frequentata. Speriamo però di incontrare qualcuno disposto a dirci dove siamo.” Rispose Dark.
    “Bah! Se dipendesse da me, avrei già distrutto metà di questa cittadella. Saremmo già circondati da persone a cui chiedere informazioni.” Intervenne darkroxas92, incrociando le braccia.
    “Uhm… Non sono laureato in ‘Discorsologia e distruzione’ come Pico, però non credo sarebbero tanto disposti a risponderci. Magari a darci un party di benvenuto, ma risponderci… non saprei.” Fece Loony.
    “Io credo cercherebbero di eliminarci senza tanti problemi.” Replicò Marco.
    “Aye…” commentò Happy.
    “Io spero solo di trovare un po’ di fuoco… Ho un certo languorino.”
    “Se vuoi posso pensarci io!” esclamò Agumon, per poi lanciargli contro una piccola sfera di fuoco, che sputò contro il custode.
    “Grande!” esclamò questi, spalancando la bocca e prendendo la sfera con i denti, per poi cominciare a masticare il fuoco, sotto lo sguardo sorpreso dei non custodi.
    “S-Si è mangiato il fuoco… letteralmente…” fece darkroxas92.
    “Deve avere uno stomaco di ferro!” aggiunse Loony. “Oppure una fornace, una delle due.”
    “M-Ma come…?” domandò Haru.
    “Sono stato cresciuto da un drago, che mi ha insegnato la magia Dragon Slayer, il che mi rende mondo simile a un vero drago.”
    “Cresciuto da un drago?” ripeté Kuroyukihime. “Credevo che non esistessero.”
    “Attenta a come parli! È pur sempre mio padre, e ti posso assicurare che i draghi esistono, e in più mondi!”
    Torchman intanto ascoltava con attenzione i loro discorsi, sebbene non riuscisse a credere a ciò che stava vedendo.
    “Saranno umani, ma di umano hanno ben poco!” esclamò sottovoce.
    Ma per sua sfortuna, non era a conoscenza dell’udito di Inuyasha e Natsu, che si fermarono subito.
    “Che succede?” chiese Sora.
    “Qualcuno ci sta osservando ed è nascosto là dietro!” esclamò il mago del fuoco, creando una sfera che lanciò verso il muro dove si nascondeva il Navi, costringendolo ad uscire allo scoperto.
    “Che cosa?!” esclamò Haru, osservandolo. “Un Duel Avatar?”
    “Complimenti, siete riusciti a individuarmi e dire che avevo fatto attenzione.”
    “Chi sei? E perché ci stavi spiando?” fece Dark, mettendosi davanti a tutti.
    “Il mio nome è Torchman, il Net-Navi più forte di tutti!” si presentò lui. “Voi invece immagino siate degli umani, vero?”
    “Ad essere precisi, solo la maggior parte di noi lo sono.” Rispose Marco. “Ci sono diverse eccezioni.”
    “Ecco, precisa. Io sono su tutto un altro livello rispetto a voi miseri umani. Non per niente sono la divinità della distruzione!”
    “E dell’ego, pare.” aggiunse Loony.
    “Sai dirci dove ci troviamo?” chiese Hikari.
    Gli occhi di Torchman si socchiusero.
    “Siete a Net-City. Ad essere meno precisi, vi trovate dentro internet.”
    Sentendo ciò, molti custodi spalancarono gli occhi.
    “Dentro internet?!” esclamò Marco. “Perfetto! Anche questo ora! Poi cosa ci succederà? Ci ritroveremo ad essere ridotti a dimensioni microscopiche?”
    “Però, sei un tipo di grandi vedute.” Fece una voce, mentre alle spalle del Navi appariva di nuovo lo schermo, dentro il quale si poteva vedere Mr. Match.
    “E tu chi sei?” chiese Edward.
    “Il mio nome è Mr. Match, e sono il padrone di Torchman.”
    “Padrone? Vuoi dire che non è libero?” fece Kuroyukihime, avvicinandosi allo schermo e sbattendo a terra la punta dell’ombrello.
    “Un Net-Navi solitario? Sono molto rari da trovare, credimi.” Rispose Torchman.
    “Quindi qui non vi connettete alla rete direttamente, ma usate ancora dei supporti esterni… Ecco perché mi sembrava antiquato come livello tecnologico.”
    “A chi è che hai dato dell’antiquato?!” urlò Mr. Match. “Noi siamo la Mondo Tre, una delle organizzazioni più avanzate esistenti! E nemmeno voi custodi potete tenerci testa!”
    “Come fai a sapere che siamo custodi?!” esclamò Dark, evocando il Keyblade, imitato subito da Hikari.
    “Proprio pochi minuti fa ho visto un altro essere umano, e anche lei era un custode. Purtroppo è andata via con Megaman, ma con voi… vi metteremo fuori gioco e il Dr. Wily vi potrà esaminare per bene!”
    “Provaci!” replicò Inuyasha, mostrando gli artigli e partendo all’attacco, colpendo in pieno il navi, lasciandogli tre graffi profondi nell’armatura e facendolo volare diversi metri più in là.
    “C-Cosa?!” esclamò questi, incredulo, come anche il suo padrone.
    “Grr… Non crediate di vincere così! È il momento di violare le leggi! Battle Chip Torre di Fuoco, Download!” urlò Mr. Match, prendendo in mano una scheda di memoria, che infilò subito in un dispositivo elettronico che i custodi non riuscirono a vedere.
    “Torre di Fuoco!” ripeté urlando Torchman, battendo le mani a terra e creando una colonna di fuoco che si diresse verso il gruppo.
    “Ehi, oggi volete proprio farmi saziare, eh?” fece Natsu, mettendosi di fronte ad essa e afferrandola con le mani, dirottandola direttamente nella sua bocca, masticandola senza alcuna difficoltà.
    “Può davvero mangiare il fuoco! Credevo fosse solo un’illusione…”
    “Bene, e ora… Vediamo di rispondere con lo stesso elemento!” esclamò il mago del fuoco, cominciando ad aspirare aria, per poi creare dalla bocca una sfera di fuoco gigantesca, che lanciò contro Torchman.
    “Battle Chip Invisibilità, Download!” urlò nervoso Mr. Match, facendo scomparire il Navi pochi instanti prima che venisse colpito.
    Torchman riapparve qualche metro più in là, visibilmente preoccupato.
    “Questi tipi sono più forti di qualsiasi altro Navi che abbiamo incontrato finora…” fece, deglutendo.
    “Non penserete certo che io me ne stia in disparte, vero?” urlò Masaru, correndo verso di lui con il pugno alzato.
    Prima che il Net-Navi potesse reagire, il pugno lo raggiunse in pieno, facendolo nuovamente volare per diversi metri.
    “Tutto qui?” chiese Masaru, mentre il suo braccio veniva avvolto da un’aura arancione. “Uh? Strano, credevo funzionasse solo con i Digimon…”
    “Digimon? E che cosa sarebbero?” chiese Mr. Match.
    “Io sono un Digimon! Aniki, andiamo!” rispose Agumon, affiancandosi al suo partner, che sorrise.
    “Subito! DigiSoul, Charge!” urlò, tirando fuori dalla tasca il suo Digivice, facendo convogliare al suo interno l’energia.
    Immediatamente Agumon aumentò di dimensioni, diventando arancione con striature blu, mentre sulla testa crebbero due corna.
    “GeoGreymon!” urlò il suo nuovo nome, per poi spalancare subito le fauci, creando una sfera di fuoco che lanciò contro l’avversario.
    “Torre d’Acqua!” urlò una voce, anticipando una colonna d’acqua che si mise in mezzo ai due avversari, annullando l’attacco del Digimon.
    “Chi è stato?!” esclamò Marco, guardandosi attorno.
    “Sembra siamo arrivati giusto in tempo.” Disse un’altra voce, mentre appariva un secondo schermo, dentro il quale si vide una ragazza dai capelli rosa chiusi in due codini laterali, mentre sotto lo schermo apparve come dal nulla un pagliaccio seduto sopra una palla gigante.
    “Alla buon ora, Maddie!” fece Mr. Match. “Credevo sarei stato costretto a disconnettermi per salvare Torchman!”
    “Come se questi qui potessero battere noi della Mondo Tre!”
    “Scusate…” fece Haru, mentre lui e Kuroyukihime si avvicinavano, rivolgendosi a Natsu e Masaru. “Vi dispiace se ce ne occupiamo noi? Siamo abituati ad affrontare avversari simili, e per noi sarà un ottimo allenamento.”
    “Uh? Stai scherzando, vero?” fece Masaru. “Non se ne parla nemmeno! Questa è la mia battaglia e-”
    Ma Kuroyukihime gli puntò contro il suo ombrello.
    “Voi avete già avuto modo di dimostrare le vostre abilità. Ora lasciatelo fare anche a noi.”
    “E sentiamo, cosa crede di fare una bambina come te?” la prese in giro Maddie.
    Haru fece per dire qualcosa, ma la ragazza lo anticipò.
    “Prima di cominciare, vi voglio avvertire che io sono una delle sei persone più forti del mio mondo. E Haru è il mio diretto sottoposto.”
    “Ma davvero? E dovremmo averne paura?” chiese il pagliaccio, cominciando a saltare sul posto.
    “Bruceremo quelle tue ali da farfalla senza alcuna difficoltà!”
    “Mi spiace deludervi, ma questo è solo il mio avatar esterno. Non è il mio vero aspetto. Silver Crow, sei pronto?” chiese rivolgendosi ad Haru, che annuì.
    “Certo, mio Sire.” Rispose lui, mentre dalla sua schiena cominciarono ad uscire delle piastre di metallo, che andarono a formare due ali.
    Kuroyukihime invece cominciò a digitare velocemente delle sequenze di codici, visibili solo a lei.
    “E ora che cosa stai facendo?” chiese darkroxas92.
    “Sto rilasciando il mio vero aspetto. Io e Haru possediamo uno schermo visibile solo a noi, dato che è collegato direttamente al nostro cervello. E ora…”
    Senza aspettare oltre, batté la mano sullo schermo, che s’illuminò.
    Il suo corpo scomparve nella luce, riapparendo pochi secondi dopo, completamente diverso.
    Era più alta e indossava un’armatura completamente nera.
    A posto delle braccia e delle gambe aveva delle lame affilate, che riflettevano la luce, e attraverso il suo elmo si vedevano due occhi viola.
    “Scusatemi per l’attesa. Il Re Nero, Black Lotus, è pronto a darvi una lezione.”
    “Che diavoleria è questa? Questi tipi possono cambiare il loro aspetto così liberamente?”
    “Beh, in teoria potrei anch’io… Ma credo che per stavolta passerò.” Commentò Marco.
    “Beh, non sarà una ridicola armatura a fermarmi! Torre di Fu-”
    Ma Torchman fu interrotto da un calcio di Haru, che lo colpì in pieno con un calcio, dopo averlo raggiunto in volo.
    “Non vi permetterò di sparlare ulteriormente del mio Sire!” esclamò, per poi volare in alto, fermandosi a una decina di metri d’altezza.
    “Senza Battle Chip?” fece sorpresa Maddie, per poi voltare lo sguardo verso Black Lotus. “Beh, vorrà dire che ci occuperemo noi di te! Vai, Wackoman!”
    “Subito!” rispose il Navi, scendendo dalla sua palla e lanciandola contro l’avversaria, che tuttavia si limitò a muovere un braccio per tagliarla in due, facendola scomparire nel nulla.
    “È forte…” commentò il pagliaccio.
    “Questo è il minimo.” Rispose Lotus, per poi correre verso Wackoman, colpendo in pieno con una delle sue lame.
    Il Navi urlò, per poi trasformarsi in una scritta che scomparve subito.
    “Sono riuscita a disconnetterlo in tempo, ma ha riportato gravi danni.” Fece Maddie, riservando a Kuroyukihime uno sguardo pieno d’odio.
    “Ci conviene ritirarci e discuterne con gli altri. Questi tipi sembrano essere più forti anche di Pharaoman!” esclamò Mr. Match, mentre Torchman scompariva nello stesso modo. “Ricordatevi della Mondo Tre, custodi!” urlò, per poi sparire assieme alla compagna.
    “Umpf. Da queste parti non sono di certo molto coraggiosi.” Commentò aspro darkroxas92, per poi girarsi.
    “Sembra che abbiamo attirato un bel po’ di gente. Dite che vogliono farci i complimenti?” chiese Loony, indicando decine di Net-Navi che gli stavano puntando contro diverse armi.
    “Dalla mia esperienza nel mondo di Tron, non credo proprio.” Rispose Sora, per poi guardare gli altri, che annuirono.
    Uno ad uno, tutti i custodi alzarono le mani, lasciando che i Navi si avvicinassero.
    “E ora?” chiese Hikari, per nulla preoccupata.
    “Stiamo al gioco.” Rispose Dark. “Anche perché voglio scoprire di quale custode parlavano.”


     


    “E così tu sei una custode, eh?” fece un uomo dai capelli castani, con addosso un uniforme, guardando Jessie tramite lo schermo. “Devo ammettere che credevo che quel messaggio fosse un tentativo di depistaggio della Mondo Tre o della Grave. E invece eccomi a parlare proprio con uno dei salvatori dell’universo.”
    “Papà…” fece Lan, guardando leggermente storto l’uomo, mentre Megaman ridacchiava.
    “Salvatore…” ripeté la custode, facendo un sorriso triste. “Non ne sarei troppo sicura…”
    “Perché parli così?” chiese il Navi.
    Jessie portò la mano di fronte a sé, evocando l’Artiglio della Notte.
    “Io porto dentro di me un potere oscuro, che presto o tardi prenderà il sopravvento su di me, portandomi a commettere azioni che non vorrei compiere.”
    “Un potere oscuro?” ripeté Lan. “Cioè, in pratica sei come una bomba ad orologeria?”
    “Non avrei saputo scegliere paragone migliore. Il mio potere nascosto è molto pericoloso, io stessa non ne esco indenne quando lo uso… Ma devo resistere ancora per un po’…” rispose Jessie, abbassando lo sguardo.
    “Ci stavi dicendo che tu non appartieni a questa dimensione, però hai anche detto che non è la prima volta che vieni qui. Potresti dirci qualcosa di più?”
    “Qualche tempo fa sono stata evocata da un bambino, che era in possesso di poteri singolari, grazie ai quali pare potesse esaudire qualsiasi suo desiderio. Quella volta però, ero con i miei compagni di viaggio, e abbiamo aiutato il gruppo di custodi di questo universo.”
    “Quindi ci confermi che esistono anche da noi, esatto?”
    “Sì, e non solo. Tra questi custodi ce n’era anche uno che si è definito come l’Equilibrio stesso di questo universo.”
    “L’Equilibrio stesso?” ripeté Megaman, curioso. “Come sarebbe a dire?”
    “Pare che qui Luce e Oscurità siano delle vere e proprie entità, e non solo degli ideali o forze misteriose. Questo ragazzo diceva di essere figlio di loro due.”
    “Che cosa?!” esclamò incredulo Lan. “Ma com’è possibile?!”
    “Non lo so bene nemmeno io. Tuttavia, io e lui credo possiamo essere definiti simili. Con la differenza che lui riesce a controllare perfettamente i due elementi, mentre la mia luce… sta soccombendo alle mie tenebre.” Spiegò con un sospiro.
    Il padre di Lan si portò una mano sotto il mento per riflettere.
    “Comunque, mi pare di capire che non puoi essere giunta qui da sola, o almeno, non senza un motivo ben preciso.” Disse infine. “Ciò significa che la rete, o addirittura il nostro stesso mondo, è in pericolo.”
    “Mi dispiace essere portatrice di sventura, ma noi custodi siamo famosi anche per questo. Ogni mondo che visitiamo è nei guai, ma credetemi, è un bene che ci sia solo io della mia dimensione. Altrimenti le cose si sarebbero potute mettere davvero male.”
    “I tuoi nemici sono così potenti?”
    “Hanno eliminato uno dei miei compagni di viaggio… E non solo…” disse, guardandosi le mani.
    “Mi dispiace.” Fece Lan, per poi venire interrotto da una suoneria, seguita da un nuovo schermo, dentro il quale si vedeva un ragazzo dai capelli bianchi, con delle basette nere.
    “Lan, Megaman.” Disse questo senza nemmeno salutare. “Ci sono delle novità interessanti.”
    “Che succede Chad?” chiese subito il Net-Navi, mentre al suo fianco apparvero dei dati, che presero la forma di un ragazzo che indossava una tuta rossa con un casco che lasciava scoperti solo la bocca e il naso, con dei lunghi capelli bianchi che arrivavano fino ai suoi piedi.
    “Abbiamo catturato un gruppo di intrusi. Hanno affrontato la Mondo Tre, ma sembra che nessuno di loro… sia un Net-Navi.” Continuò questi.
    “Altri umani?!” esclamò Lan, guadagnandosi due sguardi curiosi dai nuovi arrivati.
    “Come sarebbe a dire altri umani?” chiese Chad.
    “Temo di essere io la prima.” Rispose Jessie, attirando su di sé l’attenzione dei due. “Ma ditemi, questi intrusi per caso, hanno delle armi simili a queste?”
    Dicendo ciò, evocò i suoi Keyblade.
    “Una custode?!” esclamò sorpreso il Navi, guardando lo schermo del suo padrone.
    “No, o almeno, non l’hanno mostrato. Si sono fatti arrestare quasi senza opporre resistenza. Giusto un paio di loro, di cui uno aveva l’aspetto di un piccolo dinosauro, hanno cercato di prendere a pugni i Navi, costringendoci a immobilizzarli.”
    “E tra loro c’era un ragazzo intorno ai vent’anni con i capelli bianchi e neri, affiancato da una ragazza con gli stessi capelli?”
    “Sì, perché?” domandò curioso Chad.
    “Sei loro amica?” chiese Lan.
    “Non proprio, ma sono loro i custodi di cui vi stavo parlando.” Rispose Jessie, tornando poi a guardare Chad. “Avete appena arrestato il gruppo che sta viaggiando per salvare i mondi.”
    “Protoman, vai subito ad avvertire gli altri Navi. Io ti raggiungerò il prima possibile.”
    “Subito.” Rispose il Navi, scomparendo nuovamente.
    “Un gruppo di custodi dentro la rete… mi chiedo come sia possibile.” Continuò Chad.
    “Lasciatemeli incontrare. I custodi devono essere tutti insieme per poter contrastare l’oscurità!” esclamò Jessie.
    “Affrontare l’oscurità? Qui non c’è nulla del genere.”
    “Non sottovalutatela! Il suo potere-”
    Ma la custode si fermò non appena vide decine di varchi oscuri aprirsi intorno a loro.
    “Che succede? Un attacco hacker?!” esclamò il padre di Lan, cominciando subito a digitare sulla tastiera.
    “No, peggio!” rispose Jessie, evocando i Keyblade, mentre dai varchi uscivano diversi Heartless. “Queste sono le creature delle tenebre, gli Heartless!”
    Megaman fece riapparire il cannone, facendo subito fuoco contro uno di loro.
    Ma con sua grande sorpresa, il colpo lo attraversò, lasciandolo indenne.
    “È inutile! Le armi normali non possono nulla contro di loro.” Fece la ragazza, saltando in avanti per tagliare a metà uno Shadow, che scomparve nelle tenebre.
    Poi, senza aspettare oltre, fece scomparire un Keyblade, alzando la mano e creando una sfera di fuoco, che scagliò contro un altro Heartless, facendogli fare la stessa fine del primo.
    “Allora proviamo con questa! Spada di Fuoco, Download!” urlò Lan.
    Il cannone di Megaman scomparve subito, lasciando posto a una spada la cui lama era infuocata.
    Il Net-Navi si girò subito, colpendo in pieno un Neoshadow, che scomparve nel nulla.
    “Oh, interessante. Quindi hai altre armi oltre a quel cannone.” Commentò Jessie.
    “Molte più di quanto tu pensi.” Rispose Lan, mostrandogli una serie di schede di memoria, sopra le quali erano disegnate spade di diversi tipi.
    “Io corro subito alla sede della polizia per avvertire tutti del pericolo.” Esclamò Chad.
    “Fate attenzione!” gli urlò Jessie. “Non è detto che non possano apparire anche nel vostro mondo! Gli Heartless non si fermano di certo di fronte a un concetto come mondo digitale o reale!”
    “Allora dobbiamo fermarli qui nella rete prima che possano raggiungere Lan e gli altri.” Esclamò Megaman, alzando la spada, mentre entrambi venivano circondati dalle creature.
    Jessie chiuse la mano libera in un pugno.
    “Hai qualcosa che possa creare una barriera per proteggere Megaman?” urlò a Lan.
    “Beh, posso fargli evitare un attacco… ma perché?”
    “Perfetto…” fece la custode, mentre qualche fiamma appariva intorno a lei. “Non posso usare il mio massimo potenziale, ma dovrebbe essere sufficiente per questi.”
    Lan sgranò gli occhi, prendendo subito uno dei suoi chip.
    “Battle Chip Invisibilità, Download!” urlò, mentre Jessie scatenava attorno a lei una piccola tempesta di fuoco.
    Megaman scomparve pochi instanti prima di venire colpito, destino che invece toccò agli Heartless, che scomparvero istantaneamente.
    Subito dopo Jessie cadde in ginocchio, ansimando per lo sforzo, mentre il Net-Navi riapparve al suo fianco.
    “Ehi, tutto bene?” chiese preoccupato, aiutandola a rialzarsi.
    “S-Sì… Spero solo di non aver esagerato…” rispose lei, facendo scomparire il Keyblade.
    “Che potere incredibile…” commentò Lan.
    “Già… ma anche molto pericoloso.” Aggiunse la custode. “Ora dobbiamo raggiungere gli altri custodi! Tu sai dove si trovano, non è vero?”
    Megaman annuì.
    “Io vedrò di raggiungere il server il prima possibile. Cercate di resistere!” fece Lan, mentre il Net-Navi e la custode scomparivano.


     


    <p>“Okay…” fece darkroxas92, seduto su una panchina. “Ora, qualcuno di voi… custodi… potrebbe gentilmente spiegarmi il perché io, signore della distruzione, sinonimo di catastrofe, colui che si occupa della giustizia del suo universo, si ritrova chiuso in una prigione, con l’ordine categorico di non usare i miei poteri?!”
    “Io risponderei karma, ma ci tengo alla mia integrità fisica. Quella mentale è inesistente, perciò non mi pongo il problema.” Rispose Loony.
    “Ma che bello… Chiuso in una prigione con degli psicopatici… Se uscirò vivo da questa guerra, mi ritiro a fare l’eremita sull’Everest!” commentò Marco, sbuffando.
    “Beh, io non posso di certo dire di non aver mai provato tale esperienza.” Fece Sora. “Almeno qui sembrano essere più disponibili a parlare.”
    “Se voi sarete collaborativi, non vi verrà fatto nulla.” Disse una voce, mentre di fronte a loro si materializzava Protoman.
    “E tu chi sei?!” esclamò Pan, preparandosi a combattere.
    “Il mio nome è Protoman.” Rispose il Navi. “E sono qui per interrogarvi prima di decidere se lasciarvi andare o no.”
    “Che cosa vuoi sapere esattamente?” chiese Dark.
    Protoman lo guardò serio per qualche secondo.
    “Tu sei un custode, non è vero?” domandò infine.
    “Non proprio… Diciamo che sono ad un livello superiore.”
    “Detto così sembra quasi che tu ti metta al mio livello.” Fece darkroxas92, sbuffando.
    “Cosa sei tu allora?”
    “Sei fortunato che oggi sono di buon umore, o avrei già risposto alla tua presunzione. Io sono la divinità della distruzione, darkroxas92.”
    “E io sono Loony, il lunatico numero uno in tutti gli universi!” esclamò l’uomo al suo fianco, per poi cambiare completamente tono di voce, diventando simile a quella di un vecchio. “E se fossi al tuo posto, farei attenzione a come parli! Ah, se solo potessi, ti avrei già fatto capire come comportarsi!”
    “Questo qui è peggio di tutti i pazzi incontrati finora…” commentò Ichigo, mentre Protoman non reagì in alcun modo.
    “Come mai ti interessa sapere se sono un custode?” chiese Dark al Navi.
    “Sei stato indicato come tale da un altro essere umano, che al momento si trova con un mio collega.” Rispose lui.
    “Un altro umano?” ripeté Marco. “Non sai dirci chi è?”
    “Non le ho chiesto il nome, ma si tratta di una ragazza dai capelli castani, in grado di evocare due Keyblade.”
    “Jessie!” esclamò Edward. “Anche lei è qui?!”
    “Sarebbe già la seconda volta che la incontriamo durante l’esame… una curiosa coincidenza.” Fece Hikari.
    “Quindi mi confermate che tutti voi siete dei custodi?”
    “Beh, non proprio tutti… Io, Shinji e Happy siamo dei guardiani dell’Equilibrio.” Rispose Ran.
    “Noi due invece siamo dentro degli avatar, con i quali possiamo interagire con la rete.”
    “Io invece sono Daimon Masaru, mentre lui è Agumon. E sinceramente, non ho ancora ben capito questa storia dei custodi…”
    “Io mi sono già presentato.” Fece darkroxas92, invece Loony prese la mano al Navi, scuotendola con forza.
    “Anch’io mi sono già presentato, ma farlo due volte non fa di certo male. Io sono Loony, una delle emanazioni dell’Autore!”
    “Autore?” ripeté Protoman, mostrando per la prima volta una vaga sorpresa.
    “Da dove veniamo noi, siamo tutti sotto il controllo di un Autore, che comunque ci lascia parecchia libertà di agire. Io per esempio ho potuto distruggere vari mondi quasi indisturbato…”
    “Tralasciando un esilio in un corpo umano durato secoli e secoli ovviamente…” commentò sottovoce Loony, per poi tirare fuori ancora una volta un teschio, parlando in tono melodrammatico. “Ahimè, tutte quelle persone, sacrificate per il bene dei tuss…”
    “Questa aveva meno senso di tutte le cose che ha detto finora…” fece Asuka, mentre invece Shinji vide la divinità chiudere le mani a pugno.
    “Quel tipo indossa una maschera.” Mormorò Shinichi, che era al suo fianco. “Da come parla, da come si comporta… è chiaro che nasconde qualcosa.”
    L’ex pilota annuì in silenzio, mentre Dark riprendeva la parola.
    “Ora dove si trova Jessie?” chiese.
    “Come ho già detto, è con un mio collega, ma presto dovrebbe raggiungerci. Sono stati trattenuti da un gruppo di virus che non avevamo mai visto prima.”
    “Sicuramente erano Heartless!” esclamò Riku. “Ma ora come ora, se dovessimo affrontarli saremmo nei guai…”
    “Ecco perché trovo inutile il doversi affidare completamente ad un’arma.” Fece Natsu, creando una piccola fiammata. “Diteci dove si trovano, li abbatteremo in un instante!”
    “E noi vi daremo una mano!” esclamò Haru. “Anche perché altrimenti non potremmo tornare a casa, esatto?”
    “Che banda di idioti.” Commentò darkroxas92, sbuffando. “Pensare sempre e solo agli altri, con un minimo guadagno personale… Così non finirete da nessuna parte, se non dritti nell’oblio!”
    “Cos’è, ne hai sconfitti tanti come noi, divinità dei miei stivali?” chiese Inuyasha.
    “Più di quanti tu pensi.” Rispose lui, senza però alcuna gioia nella sua voce. “Più di quanti tu pensi…” ripeté, abbassando il tono. “La mia prima vittima è stato uno degli esseri più puri del mio universo. Eppure è bastato corrompere un pochino chi gli stava intorno, e se n’è andato mentre dormiva, non ricordo nemmeno più in che modo. È passato così tanto tempo che ormai le persone che se lo ricordano hanno ben più di qualche millennio d’anni.”
    “Devi andarne proprio fiero.” Commentò Sora, aspro, ritrovandosi subito sollevato per il collo da darkroxas92.
    “Un altro, misero, insignificante commento su questa storia, tuss, e rimpiangerai di avermi provocato. E ricordati che comunque tutto quello che farai e dirai avrà ripercussioni sul tuo gemello parallelo!”
    Sora lo guardò duro.
    “Se quella storia di fa tanto arrabbiare, significa che nemmeno tu accetti quello che hai fatto!” replicò, serio.
    La divinità sbuffò, lanciandolo a terra.
    “Yami ha avuto quel che si meritava. Chi pensa solo ed esclusivamente al bene degli altri non può fare una bella fine. Ormai ho perso il conto di quanti millenni siano passati da quando sono salito ad un grado superiore dell’esistenza, e in tutto questo tempo ho visto migliaia di persone fare la sua stessa fine, e spesso e volentieri senza un mio intervento!”
    “E con ciò?” domandò Ran. “Solo per questo credi che nessuno possa farcela?!”
    “Non provocarmi, mocciosa. Non sarà il fatto che di solito evito di affrontare delle ragazze a fermarmi, se ti metti a provocarmi.”
    “Avete finito?” chiese Protoman, interrompendolo, per poi girarsi. “Devo chiedervi di seguirmi. Chad vuole parlarvi e-”
    Ma il Net-Navi s’interruppe, facendo subito un passo indietro, evitando per un soffio un’esplosione che distrusse parte della prigione.
    “Che cosa…?!” esclamò, mentre al posto del suo braccio destro appariva una spada di luce.
    “Protoman, siamo sotto attacco!” disse una voce, anticipando lo schermo con dentro Chad.
    “Cosa?! Ma qui non dovrebbe aver accesso nessuno non autorizzato! Ci sono antivirus di ogni tipo e-”
    “Gli antivirus con me sono inutili.” Disse una voce femminile, mentre in mezzo al fumo cominciava ad apparire una sagoma.
    Pochi secondi dopo, Azuki emerse dalla nube, con le braccia incrociate, rimanendo a fissare seria il gruppo di fronte a sé.
    “Azuki!” urlò Saiko, cercando di avvicinarsi, ma venendo fermato da Dark.
    “Sono rimasta sorpresa di sapere che eravate finiti in un mondo del genere. Due mondi diversi tra di loro, che tuttavia vivono in perfetta simbiosi, come se fossero uno solo… Il maestro ne sarebbe di sicuro affascinato.” Continuò la custode oscura.
    “Chi sei?” chiese Chad, guardandola, mentre Protoman si preparava a combattere.
    “Una custode. Solo, a differenza di loro, io sono dalla parte dell’Oscurità. E, come Saiko ha già urlato, il mio nome è Azuki.” Rispose lei, per poi alzare una mano ed evocare il suo Keyblade.
    “Che cosa ci fai qui? Stai ancora seguendo gli ordini di mio padre?” domandò Dark, evocando anche lui il Keyblade.
    “Direi di sì, e continuiamo ad essere in vantaggio rispetto a voi. Sbaglio o il vostro gruppo di recente ha perso un componente?”
    “Azuki! Come puoi parlare così?!” urlò Saiko, superando Dark e fermandosi di fronte a lei. “Torna in te!”
    “Ma direi che è già in sé. Non mi sembra assente.” Fece Loony, facendo sospirare tutti.
    “Cos’è successo?” chiese invece Kuroyukihime a Marco.
    L’Animorph sospirò.
    “È una storia abbastanza triste. Quella ragazza… Azuki… era la fidanzata di Saiko. Entrambi provengono dallo stesso mondo. Era rimasta pietrificata assieme a tutti gli altri dopo che Saiko divenne un custode. Lui ha cominciato a viaggiare per i mondi proprio per riuscire a risvegliarla, ma il nostro nemico l’ha anticipato, trasformandola in un guerriero oscuro che combatte per lui.”
    “È orribile!” fece Haru, mentre darkroxas92, dopo aver sentito il tutto, cominciò ad avanzare verso la custode.
    “E così, anche tu sei una custode, eh? Devo dire che dalle mie parti non ce ne sono così tanti, e oltre il buon vecchio Xehanort, non mi risulta che ce ne siano di cattivi. Certo, a parte Riku, che però definirei più mediocre che cattivo.”
    “Come sarebbe a dire?!” esclamò Riku indignato.
    “Suvvia, l’avrai notato anche tu che l’altro te della mia dimensione non gode proprio di una buona fama.” Rispose lui.
    “In effetti, solo Xemnas sembra provare un minimo di simpatia verso di lui.” rifletté Loony.
    “Ad ogni modo!” continuò darkroxas92, guardando per un attimo Saiko. “Mi pare di capire che tu non sei una semplice nemica per questo gruppo di smidollati, e di conseguenza loro non ti affronteranno mai usando tutte le loro forze. Sarò io il tuo avversario.”
    “E tu chi saresti, sentiamo?” fece Azuki, guardandolo seria.
    “Oh, che maleducazione. Di solito mi presento subito. Il mio nome è darkroxas92, signore assoluto della distruzione, sinonimo di cataclisma in molti mondi.”
    “E perché uno come te combatte per la fazione della luce allora? Dovresti essere più simile ad Hakai che a loro.”
    “Oh, conosci anche tu Hakai? Beh, devo dire che quel tipo lì lo trovo troppo esaltato per i miei gusti… Io apprezzo la genuina e ordinaria distruzione, lui invece vuole portare solo caos. Se ripenso ai danni subiti dalla mia povera luna quella volta…”
    Azuki però lo interruppe, scagliandogli contro una sfera di tuono, che tuttavia la divinità afferrò con una mano.
    “Forse non ti è chiaro… io sono a un livello superiore al tuo.” Commentò aspro.
    “E credo che tu stia sottovalutando il potere del mio maestro.” Replicò la custode, chiudendo di colpo la mano con cui aveva lanciato la magia.
    Immediatamente la sfera in mano a darkroxas92 esplose, scagliandolo contro un muro, dove rimase appiccicato.
    “Ugh… non male, te lo concedo…” fece, cadendo giù e rialzandosi quasi subito, scuotendosi l’impermeabile. “Ma ci vuole ben altro contro di me!”
    Azuki rimase in silenzio, osservando i custodi uno ad uno.
    “Molto bene allora, come desideri.” Disse, schioccando le dita e facendo apparire decine di Heartless intorno a loro.
    “Dei miseri Heartless? Non mi prendere in giro!”
    “Loro sono solo per tenere occupati gli altri. Per te…”
    Senza aggiungere altro, scomparve dalla loro vista, riapparendo di fronte a darkroxas92, appoggiandogli subito una mano sul petto.
    “Oh, ma che sorpresa… ti manca il cuore. Tuttavia per tua sfortuna, non ho bisogno di quello per sconfiggerti!”
    Dark digrignò i denti per la rabbia, cercando di colpirla con un pugno, che lei evitò saltando all’indietro.
    “Quanta oscurità, ma è diversa dalla solita… La tua oscurità è dovuta a un evento che ti ha segnato…” disse la custode, per poi alzare la mano verso l’alto.
    Immediatamente, dal corpo di darkroxas92 cominciò ad uscire del fumo nero, che convogliò sopra la custode, formando una sfera oscura.
    “Cosa diamine stai facendo?”
    “Sto materializzando il tuo incubo peggiore.” Rispose lei, mentre Dark e Hikari, aiutati dai custodi in grado di usare i loro poteri originali, affrontavano gli Heartless.
    “Sta parlando di Vul?” domandò Loony, guardandola dubbiosa.
    “Il mio incubo peggiore?” ripeté la divinità, facendo una risata divertita. “Lo distruggerò con le mie stesse mani!”
    Azuki sorrise, per poi lanciare in alto la sfera, che cadde a terra pochi secondi dopo, creando una macchia nera.
    Poi, come dal nulla, questa cominciò ad alzarsi, cominciando ad assumere la forma di una persona.
    “Tutto qui? Non sai fare di me-”
    Ma darkroxas92 s’interruppe quando vide che nella mano della sagoma nera stava prendendo forma quello che sembrava essere un pugnale.
    “Che scherzo è questo?” chiese, facendo istintivamente un passo indietro.
    “Come, ti sei già dimenticato di noi?” fecero diverse voci provenienti dalla figura. “Nostro caro e amato Re?”
    Sentendo ciò, tutti si girarono verso di loro.
    “Re?” ripeté Sora. “Che cosa intende dire?”
    “Lurida bas-”
    “Darky!” lo interruppe Loony. “Siamo in un target inferiore al-”
    “Sta un po’ zitto tu! Ti ricordo che qui non devo sottostare alle regole del tuo Autore! E quella ragazza… ha appena commesso l’errore più grande della sua vita!”
    “Davvero vuoi farle del male?” continuò la figura. “Eppure, all’epoca rifiutasti addirittura di esiliarci. O stiamo forse sbagliando?”
    Le mani di darkroxas92 cominciarono a tremare per la rabbia.
    “Vorrà dire che rimedierò subito a quel momento di debolezza!”
    “Davvero? E se noi facessimo questo?” chiese l’avversario, per poi schioccare le dita.
    Come se niente fosse, attorno al gruppo di custodi si alzarono quattro mura nere, che si chiusero attorno a loro, lasciando fuori solo Dark, Hikari, Saiko e Loony.
    La divinità si girò subito incredula.
    “Protoman!” urlò Chad attraverso lo schermo.
    “Oh, noi siamo rimasti dentro di te per tutto questo tempo… ci siamo sviluppati nella tua oscurità… Oscurità che noi stessi abbiamo creato dentro di te.”
    “Creare l’oscurità non è così semplice.” Intervenne Dark. “Per crearla, dovreste aver commesso qualcosa a cui non era possibile porre rimedio. Qualcosa che possa aver sviluppato un profondo odio.”
    “O una profonda tristezza…” aggiunse darkroxas92.
    “Sì, la tua oscurità è intrisa di tristezza… Il tuo cuore è stato sostituito dal freddo. Freddo che hai creato come difesa.” Fece Azuki. “E ora, quella tua oscurità ti eliminerà.”
    “Credi davvero che basterà rievocare quegli infimi luridi bastardi per sconfiggermi?!” urlò darkroxas92. “Io non sono più quell’essere insignificante! Sono diventato più forte! Ora sono temuto da tutti e da tutto!”
    “E sei veramente contento di questo?” chiese la figura. “Te l’abbiamo detto, siamo rimasti dentro di te… l’unico a sapere chi fossimo davvero.”
    “Forse mi sarei dovuto cancellare la memoria allora. Almeno, voi sareste spariti con essa!”
    “Oh, sarebbe stato tutto inutile… Yami.”
    Dark, Hikari e Saiko si voltarono verso di lui sorpresi.
    “Ma allora…”
    “Lan Yami è morto! Ucciso da quel pugnale!” replicò darkroxas92.
    “Non sarà mai morto!” esclamò una voce, anticipando una fiammata che investì Azuki e la sagoma nera, costringendoli a saltare indietro.
    “Sembra che abbiamo fatto in tempo.” Commentò Megaman, con una lama di fuoco al posto del braccio destro, mentre al suo fianco Jessie abbassava la mano, ansimando.
    “Non morirà finché tu lo ricorderai.” Continuò la custode del Tramonto, riprendendo fiato.
    “Jessie!” esclamarono insieme i tre custodi, mentre Loony e darkroxas92 la guardavano sorpresi.

    “Subito per mettere in chiaro le cose, non sono la Jessie di questo universo.” spiegò lei. “Ciononostante non posso ignorare la situazione.”
    “Un’altra custode… Ma il suo potere è anomalo.” Fece Azuki. “Il suo potere è molto simile a quello di Dark e Hikari, ma la sua luce… si riduce a un misero punto immerso nelle tenebre.”
    “Sì, è vero, ma quel punto al momento è più che sufficiente a farmi andare avanti!” replicò lei, evocando i Keyblade.
    Azuki sorrise, per poi alzare una mano e creare una folata di vento oscuro diretto verso la custode.
    Ma con sorpresa di tutti, darkroxas92 si mise in mezzo, deviandolo.
    “Forse non ti è chiaro che sono io il tuo avversario.” Disse questi, per poi prendere il cappuccio e togliendoselo, rivelando così un volto identico a quello di Dark, solo con capelli completamente neri e occhi azzurri, che sembravano di ghiaccio.
    “Oh, e così finalmente ti sei mostrato.” Lo prese in giro Azuki, mentre la sagoma si rimetteva di fronte a lei. “Ma per potermi affrontare, devi prima sconfiggere il tuo incubo.”
    “Ci metterò un secondo!” urlò, partendo all’attacco.
    Con sorpresa di tutti, sul volto della figura apparve un ghigno bianco.
    Subito dopo lanciò in aria il pugnale, che esplose, rilasciando un’onda nera che investì darkroxas92.
    “Che cosa…?” fece lui, cominciando a scomparire in essa, assieme al suo incubo.
    Dark fece per correre in suo aiuto, ma Jessie fu più veloce, lanciandosi anche lei dentro l’oscurità, per poi scomparire tutti e tre nel nulla.
    “Dove sono finiti?” chiese Hikari, puntando il Keyblade contro Azuki.
    “Ad affrontare l’incubo di quel tipo e non torneranno.”
    “Azuki!” fece Saiko. “Devi tornare in te!”
    “Altrimenti?”
    “Altrimenti io… sarò costretto a combatterti!” esclamò il custode.
    “Oh, ne avresti davvero il coraggio? E ai tuoi amici non pensi? Credi forse che mi sia limitata a richiuderli lì dentro? C’è qualcun altro in loro compagna… Ma da quel che mi risulta, avete perso i vostri poteri, no?”
    “Che cosa?!” esclamò Megaman.
    “E io non riesco a mettermi in contatto con Protoman.” Fece Chad.
    “Non vi preoccupate.” Disse Dark. “Il potere di un custode va ben oltre il Keyblade! Il vero potere risiede nel cuore!”
    “E lo vai a dire a degli esseri artificiali? Loro non hanno un cuore, lo sai bene!”
    “Ti sbagli. Tutti hanno un cuore. Possono perderlo, ma il loro cuore esisterà sempre.”
    “Capisco… Dunque quel tipo che mi ha attaccato era veramente Justin?” chiese Azuki.
    “Non ne ho idea. Non so chi sia, ma mi sorprende che ti abbia lasciato viva. Dimostrava odio puro nei vostri confronti.”
    “Umpf. Significa che poi non è troppo determinato.” Replicò lei, partendo all’attacco.
    “Non così in fretta! Megaman, sei pronto?” chiese Lan, prendendo in mano tre chip.
    “Quando vuoi!”
    “Cyber Spada, Download! Spada Retrattile, Download!”
    Subito le due braccia di Megaman vennero sostituite da due lame, che lui alzò verso l’alto.
    “Lama Larga, Download!” urlò infine Lan.
    Le due lame s’illuminarono, fondendosi in una più grande.
    “Programma Avanzato!” urlò il Net-Navi, scagliando un raggio d’energia contro Azuki, che spalancò gli occhi incredula, alzando il Keyblade per difendersi.
    Il raggio la colpì in pieno, scagliandola diversi metri più in là.
    “E quello che cos’era?” chiese Hikari, voltandosi verso il Navi.
    “Uno degli attacchi più potenti del nostro mondo.” Rispose Chad.
    “Chi l’ha creato?” fece Dark. “Quell’attacco… conteneva energia pura. L’energia di mia madre…”
    “Di tua madre?” chiese Lan. “Che cosa vuoi dire?”
    “Credo di non essermi ancora presentato a voi due…” rispose Dark, alzando verso il cielo Balance, mentre attorno a lui apparvero dal nulla delle sfere di luce e d’oscurità.
    “Io sono Dark, l’Equilibrio di questo universo!” esclamò, per poi partire all’attacco contro Azuki, che si era appena rialzata.
    La custode sorrise, per poi aprire un varco dietro di lei e lasciandosi cadere al suo interno.
    “Per stavolta mi ritiro, Dark, ma sappi… che tornerò ancora.” Disse, senza far sparire il suo sorriso.
    Dark si fermò, vedendo il varco richiudersi.
    “Tsk. Ma tu guarda, si da tante arie e poi scappa alla prima difficoltà.” Fece, per poi girarsi verso la gabbia d’oscurità.
    “Come facciamo a farli uscire?” chiese Hikari.
    “Dobbiamo aspettare che risolvano la questione da soli. È il loro esame, noi non possiamo interferire.”
    Saiko guardò i due custodi dell’Equilibrio, per poi voltare lo sguardo verso Megaman.
    “Voi no…” fece. “Ma io sì.”
    Senza dire altro, corse verso il Net-Navi.
    “Sei in grado di far apparire una spada che possa usare?” chiese rivolto sia a Megaman che a Lan.
    “Che cosa?” esclamò questi, guardandolo sorpreso.
    “Mi serve un’arma per combattere, e al momento non posso richiamare il mio Keyblade! Mi serve il vostro aiuto!”
    “Mi dispiace, ma le spade che uso io sono di pura energia, che si fonde con me… Non te le posso prestare, e anche se potessi, il tuo corpo non reggerebbe lo sforzo.” Spiegò il Net-Navi.
    “E chi se ne importa?! Se non riuscissi in una cosa del genere, non sarò nemmeno in grado di far tornare Azuki come prima! Provateci, vi supplicò!”
    Lan guardò il mangaka.
    “Potrebbe essere interessante.” Fece Chad. “In fondo, anche noi siamo in grado di usare i Battle Chip quando ci fondiamo con Megaman e Protoman. Potrebbe funzionare.”
    “E se qualcosa andasse storto? Non è nemmeno fatto di dati, potrebbe perdere la vita!” esclamò Megaman.
    “Dobbiamo provarci! Ne ho passate tante da quando ho iniziato questo viaggio, non mi arrenderò di certo di fronte a una simile inezia!”
    Dark e Hikari rimasero fermi a osservarlo, mentre Loony era intento ad esaminare la gabbia oscura.
    “Uhm… Secondo me, per riuscire a entrare qui dentro, come minimo dovresti trasformarti in pura energia.” Disse serio. “Secondo i miei studi su internet, o almeno, secondo me al momento, così dovresti riuscire a raggiungere gli altri, e aiutarli ad uscire.”
    Saiko annuì.
    “Allora non perdiamo tempo! Vi prego, aiutatemi!” esclamò.
    “E va bene!” fece Lan, prendendo un Chip. “Cyber Spada, Download!”
    Il braccio di Megaman si trasformò subito nella spada, che il Navi avvicinò a Saiko.
    “È come un rivestimento. Se riesci a toglierlo, dovresti essere in grado di usarla. Ma essendo tu umano, non so che cosa ti succederà.”
    “Allora è giunto il momento di scoprirlo!” rispose il mangaka, afferrando con le mani la parte priva di lama della spada.
    Immediatamente, il suo corpo fu investito da una scarica elettrica, che lo costrinse a cacciare un urlo.
    Nonostante ciò Saiko non lasciò andare la presa, anzi, aumentò la forza.
    “Saiko…” fece Hikari, guardandolo preoccupata.
    “Se non ci riesco… Non potrò più guardare in faccia gli altri!” urlò, mentre l’elettricità continuava ad attraversarlo. “È questo… che mi sta dicendo il mio cuore!”
    Non appena ebbe detto ciò, una luce lo avvolse, costringendo tutti a coprirsi gli occhi per non  rimanere accecati.
    Quando riuscirono a riaprirli, li spalancarono subito per la sorpresa.
    Saiko ora indossava una tuta blu e bianca, sul cui petto c’era un cerchio con disegnato dentro un pennello.
    Attorno alla testa era apparso un elmo che gli lasciava scoperto il volto, mentre la mano destra stringeva una spada d’energia.
    “S-Si è trasformato…” fece incredulo Megaman, guardando il nuovo look del mangaka.
    “In un Net-Navi.” Completarono insieme Lan e Chad.
    “Saiko!” urlò Dark, facendo girare il custode verso di sé. “Finalmente ci sei riuscito! Hai risvegliato il tuo vero potere da custode!”
    “Il mio vero potere…?”
    “Sì. Marco è in grado di usare la metamorfosi, e anche se non ci ha ancora provato, sono sicuro che può superare le due ore. Inuyasha è in grado di controllare il suo potere demoniaco. Ichigo può usare i suoi poteri da Shinigami. Pan ha aumentato la sua forza. Natsu ha aumentato la sua magia. Black Star e Tsubaki hanno raggiunto il loro massimo grado di sintonia. Shinichi può cambiare età liberamente. Tsuna è in grado di controllare la sua fiamma senza problemi. Edward può usare l’alchimia senza alcun limite. Gli unici privi di poteri eravate tu, Asuka, Sora, Riku e Kairi! Ma loro tre… hanno il potere di unire i cuori! Ogni custode ha un suo potere, suo ed esclusivamente suo!”
    “Il mio allora…”
    “Mi sembra ovvio.” Rispose Loony. “Tu sei un mangaka, no? Di conseguenza hai una grande fantasia. Il tuo potere è molto semplice: ti permette di adattarti ai vari mondi, se tu lo desideri. Prendere il potere di quel mondo e farlo tuo! Per questo ora sei diventato anche tu un Net-Navi!”
    “Loony, tu…?” cominciò Hikari.
    “Credo che per me sia ora di tornare nel mio universo.” Disse, lanciandogli un telecomando. “Quando tornerà Darky, ditegli di usare quello per tornare a casa. E lo stesso anche per Jessie, e chiedetele scusa per averla chiamata qui in un momento del genere.”
    “Come fai a sapere tante cose, nonostante provenga da un’altra dimensione?”
    “Semplice: sono Loony.” Rispose lui sorridendo, per poi scomparire in una scia di luce.
    “Il mio potere…” fece Saiko, guardando la mano libera. “Allora forse…”
    Senza aspettare oltre, portò la mano di fronte a sé, chiudendo gli occhi.
    Immediatamente, il suo Keyblade apparve nella mano libera.
    “Lo sapevo!” esclamò, riaprendo gli occhi.
    “Vai, Saiko! Ci penseremo io e Hikari a darkroxas!”
    Il mangaka annuì, per poi puntare il Keyblade verso la prigione.
    Sul muro apparve una serratura, dalla quale cominciò ad uscire del vento, che investì i presenti.
    “Allora io vado.” Disse, venendo però fermato da Megaman.
    “Credi davvero che lascerò andare un neo Navi da solo?”
    “Però tu non potrai usare i tuoi Battle Chip.”
    “Direi che è arrivato il momento di usare i miei poteri.” Rispose Dark. “Ma prima... Lan, ti avverto: sono in grado di farti entrare nella rete, per permetterti di combattere a fianco di Megaman. Questo però ti esporrà a molti rischi. Sei disposto ad affrontarli?”
    Lan lo guardò sorpreso.
    “Io… entrare nella rete? Puoi davvero farlo?!”
    “Sono una delle tre entità portanti dell’universo. Sono in grado di distruggere e creare mondi. Secondo te non sono in grado di aprire un passaggio tra due mondi complementari?”
    “Allora fa entrare anche me!” esclamò Chad. “Protoman è la dentro, e gli servirà il mio aiuto.
    “Va bene.” Rispose lui, alzando le mani.
    Alle spalle dei due ragazzi apparve un varco, mentre un terzo si aprì di fronte a loro.
    “Attraversate quel varco, e arriverete qui!” esclamò Dark. “Ma non posso assicurarvi che tornerete indietro sani e salvi.”
    “Non importa! Non abbandonerò Megaman!” esclamò Lan, prendendo un dispositivo con uno schermo sopra, assieme a diversi chip, come fece anche Chad, per poi attraversare nello stesso momento i due varchi, uscendo quasi subito di fronte a Dark.
    “Incredibile…” fece Lan, guardandosi attorno.
    “Sei davvero potente, per riuscire ad aggirare in questo modo le leggi della fisica.” Commentò Chad, guardando Dark.
    “Ho fatto di peggio…” disse, per poi creare dal nulla due spade di luce, che consegno ai due ragazzi.
    “L’oscurità è molto potente. Potrebbe mettervi di fronte a visioni, confondervi… Cercate di rimanere uniti il più possibile, e non lasciatevi distrarre.”
    “Che cos’è esattamente l’oscurità?” chiese Megaman.
    “È un potere che va oltre la vostra comprensione, come la luce, e anche me… Non dovete arrendervi di fronte ad essa! Affrontatela con il vostro cuore!”
    “Con il nostro cuore…” ripeté Lan, portandosi una mano al petto, per poi alzare determinato lo sguardo. “Va bene!”
    “Allora andiamo!” esclamò Saiko, per poi affondare il Keyblade nell’aria di fronte alla serratura.
    Da essa fuoriuscì una fortissima luce, che inghiottì i quattro ragazzi, facendoli scomparire.
    “E ora… vediamo di aiutare l’altro me.” Disse Dark, aprendo un varco, che lui e Hikari attraversarono subito.


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