Equilibrio

la mia nuova fan fiction

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  1. darkroxas92
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    暗いロクサス92

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    Dunque, dunque, dunque, dov'ero rima- *evita lancia da parte dei fan dei vari custodi* ...sto.... glom...
    Okay... questa me l'aspettavo dopo ciò che ho combinato nel precedente capitolo, però... a volte bisogno coprire di ridicolo i propri personaggi, no? *gli arriva una lettera dove chiedono perché non ha riservato lo stesso trattamento anche a Dark e Hikari* ... Dicevamo, perciò, dopo il primo capitolo sconvolgente, direi di passare al secondo, dove cominceranno i nuovi colpi di scena, che vedranno la loro conclusione nel capitolo più lungo (al momento ancora in corso e sono a oltre i 50 personaggi e le 30 pagine XD) e sconvolgente dell'intera fan fiction! (Lo so, adoro far nascere curiosità XD)
    Ordunque, non perdiamo ulteriore tempo in ciancere!
    Ringrazio ancora Liberty89 per avermi fatto da betareader!

    Ok, e detto questo... Buona lettura!



    Capitolo 74: Seconda prova! Fantasmi, maghe e reincarnazioni? - Torna all'indice dei capitoli
    Un ragazzo dai capelli rossi a caschetto, con addosso un mantello bianco sopra il quale era disegnata una ruota rossa, che sembrava emettere fiamme dorate, sospirò, prendendo un portamonete da una tasca della tuta che indossava, lo aprì e rovesciò, vedendo tuttavia, che non ne usciva niente.
    “Questa volta è stato veramente dispendioso… Tutti i miei risparmi si sono volatilizzati.” si lamentò, rimettendo a posto il borsellino e proseguendo per la via deserta.
    “Però sei riuscito perfettamente nel compito, no?” cercò di consolarlo una ragazza dai lunghi capelli castano scuro, raccolti in due trecce, con addosso una divisa scolastica, che si trovava dietro di lui.
    Sulla sua spalla era appoggiato uno strano gatto nero, che aveva il volto simile a quello di un bambino.
    “Lo sai anche tu che padron Rinne è molto suscettibile alle spese, Mamiya.” Disse quest’ultimo, rivolgendosi alla ragazza.
    “Però quello spirito è stato piuttosto difficile da mandare nell’aldilà. Dai, per festeggiare, vi offro a tutti e due un piatto di riso, che ne dite?” propose Mamiya.
    Immediatamente, Rinne si girò, guardandola con occhi commossi.
    “Saresti davvero disposta a spendere così tanto per noi?” chiese, sperando in una risposta affermativa.
    “T-Tranquillo… Non saranno tre piatti di riso a mandarmi al verde.” rispose la ragazza, sorridendo.
    Ma tutto ad un tratto, il ragazzo si fece serio, come anche il gatto.
    “Che cosa succede?” chiese Mamiya, notandolo.
    “C’è qualcuno che ci osserva.” Rispose Rinne, togliendosi il mantello.
    “Non è imprudente per te toglierlo così?”
    “Se ci stanno seguendo, di sicuro non avranno pensato che fosse normale che una ragazza parlasse con un gatto e con un’entità invisibile, no?”
    “In effetti…”
    “Oh, quindi eri invisibile?” chiese una voce femminile, mentre da dietro il muro di una casa, una figura con addosso un impermeabile bianco, il cui cappuccio le copriva il volto, si faceva vedere. “Credevo che potessero vedervi tutti. Infatti mi stavo appunto chiedendo se qui i gatti potessero parlare normalmente o se era un’eccezione.”
    “Tu mi hai visto?” chiese sorpreso Rinne.
    “A dir la verità, vi osservo già da un po’. Sto cercando uno… credo Shinigami… Cavoli, troppi nomi!” si lamentò la nuova arrivata, togliendosi il cappuccio.
    Si trattava di una ragazza dai capelli color paglia, che sorrise subito ai tre.
    “Chi sei?” chiese Mamiya, osservandola curiosa.
    “Oh, vero, che maleducata. Piacere, il mio nome è Meiko Honma, ma potete chiamarmi anche Menma!” rispose la ragazza, salutandoli con la mano e avvicinandosi.
    “Piacere. Io sono Sakura Mamiya.” Si presentò la ragazza, per poi indicare il ragazzo. “Lui invece è Rinne Rokudo.”
    “E io sono Rokumon!” aggiunse il gatto, alzando una zampa.
    “Wow, sai che sei veramente carino?” fece Menma, trattenendosi dal prendere il gatto e abbracciarlo.
    “Che cosa vuoi da noi?” chiese Rinne.
    Menma si girò verso di lui.
    “Ho un messaggio da consegnare allo Shinigami che si occupa di far reincarnare le anime dei defunti.” Disse. “Lo conoscete?”
    “Dipende: sei una creditrice o sei qui per conto di qualcuno che vuole dei soldi?” chiese sospettoso il rosso.
    “Eh? No, no. Non voglio chiedergli dei soldi!” si affrettò a dire Menma.
    “Allora sono io colui che stai cercando.” Rispose Rinne, tranquillizzandosi.
    “Perfetto!”
    “Dì Rokumon…” sussurrò Sakura al gatto. “Non ti sembra un po’ assurda come situazione?”
    “A dir poco.”
    “Sono qui su precisa richiesta di una delle tre entità portanti dell’universo.” Disse come se niente fosse Menma. “Per essere precisi, mi manda Lucis, colei che voi chiamate Luce.”
    Per qualche secondo, i tre rimasero in silenzio.
    “Luce?” ripeté Mamiya, non riuscendo a capire di chi parlava.
    “Che cosa?!” esclamarono invece Rinne e Rokumon insieme.
    “Che cosa vuole da me uno degli esseri più potenti dell’universo?!” continuò incredulo il ragazzo.
    Menma sorrise.
    “Tranquillo. Vuole soltanto che tu sappia che a breve questo mondo sarà lo scenario di una battaglia.”
    “E tu lo dici come se si trattasse di una partita a carte?!”
    “Perdonatemi, ma non vedo nulla di grave in questo. Perché presto una delle entità arriverà qui.”
    “Come scusa?” chiese Rokumon. “Vuoi dire che in questa battaglia parteciperà un essere superiore?!”
    “Un essere superiore e, se ben ricordo, una divinità. Oh, vero, ci sarà anche un tuo collega.” Continuò Menma, indicando Rinne.
    “Un mio collega? Intendi dire un altro Shinigami?”
    “Già. Quando l’ho incontrato, era l’unico oltre a Jintan con cui potessi parlare.”
    “In che senso?” chiese Sakura.
    “Beh… per farla breve, io non dovrei essere qui.” Rispose la ragazza. “Ma mi hanno chiesto di aspettare ancora un po’ prima di andarmene per reincarnarmi.”
    “Vuoi dire che sei-”
    “Già, ma credo che fino alla fine della guerra, non potrò cambiare il mio stato. Ora però scusatemi, ma devo andare. Presto arriverà un altro emissario di Lucis, i cui poteri sono maggiori rispetto ai miei.”
    “E noi cosa dovremmo fare?” chiese Rinne.
    “Solo stare ad osservare. Non dovete interferire.”
    “Tutto qui? Pensavo peggio… partecipare a lotte non indispensabili è solo un costo eccessivo.”
    “Non mi sembra il momento adatto di pensare ai soldi, padron Rinne!” lo riprese Rokumon, sospirando, per poi girarsi verso Menma, la quale però era scomparsa nel nulla.
    I tre si guardarono attorno, senza riuscire a vederla da nessuna parte.


    Poco lontano, Menma sorrise, mentre passava accanto ad un’altra ragazza, dai lunghi capelli neri e che indossava anche lei una divisa scolastica.
    “Complimenti. Ora saranno costretti a cercarli.” Disse quest’ultima, senza però mostrare alcun sentimento nella propria voce.
    “Come voleva Lucis, no?” rispose la ragazza.
    “E la tua sparizione direi ha stimolato ulteriormente la loro curiosità. Adesso non ci resta che vedere come si evolverà la situazione.”
    “I tuoi poteri non ti possono essere d’aiuto?”
    “Dimentichi che non ho più alcun potere di quel tipo. Tuttavia, non posso non chiedermi perché è stata coinvolta anche lei. Comunque, dato che mi ha assicurato che non le succederà nulla, non posso fare altro che fidarmi e stare al gioco.”
    “Però devi fare attenzione: alcuni di loro potrebbero capire le tue vere origini.” Osservò Menma.
    “Finora nessuno l’ha capito senza un mio aiuto. Saranno anche custodi, ma non ci riusciranno. Forse Dark e Hikari potrebbero farcela, ma loro non dovrebbero parlare.”
    “Mi chiedo come saranno. Anche Ichigo e gli altri ne hanno parlato, ma non ho mai avuto l’occasione di vederli.”
    “Del nostro gruppo, credo che solo Happy e Black Rock Shooter li abbiano visti. Ad ogni modo, meglio che tu vada.” Disse la ragazza.
    Menma annuì, per poi trasformarsi in una sfera di luce e volare via.
    L’altra rimase ferma per qualche secondo, finché i suoi vestiti non s’illuminarono, cambiando colore e stile.
    Sul dorso della mano sinistra apparve un cristallo viola, che si incastonò all’interno di essa, mentre sul braccio apparve uno strano scudo, poco più largo del braccio stesso, sul quale erano disegnati tre cerchi in linea retta, tutti e tre dello stesso colore del cristallo.
    Senza curarsi della possibilità di essere vista, portò la mano destra sotto lo scudo, per poi ritrarla, portandosi dietro un fucile di circa un metro.
    “E ora… vediamo di passare al test.” Disse seria.


     


    “Okay…” cominciò Conan, con gli occhi sgranati. “So che non dovrei sorprendermi più per nulla… Però questo è strano… parecchio strano. Oltre che decisamente ironico.”
    Attorno a lui, oltre a Dark e Hikari, c’erano diciassette bambini della sua stessa età, tutti voltati verso i due custodi dell’Equilibrio.
    “E questo che cosa significa?!” tuonò furioso Inuyasha.
    “Beh, per me non è cambiato poi troppo.” fece Pan.
    “Parla per te!” replicò Asuka, per poi sospirare. “Ma almeno, è sempre meglio di quel che ci è successo nel precedente mondo…”
    “Certo che ne avevi di fantasia, quando hai creato queste prove.” Disse Hikari a Dark.
    “Ti dirò, sto cominciando a dubitare di essere stato proprio io.” ammise il custode, per poi guadarsi attorno.
    “Comunque, sembra che non ci abbia visto nessuno.” Continuò.
    “Che cosa dovremmo fare questa volta?” chiese Sora, avvicinandosi assieme a Kairi e Riku.
    “Immagino trovare la chiave di questo mondo e proteggerla, com’è successo con Timmy.”
    Ma Dark si fermò all’improvviso, come anche Hikari, cosa che non sfuggì agli altri.
    “Che cosa succede?” chiese Edward, sorpreso.
    “In questo mondo… c’è qualcosa di strano.” disse l’incarnazione dell’Equilibrio, portandosi una mano al petto.
    “Okay… se lo dice lui, la cosa dev’essere davvero preoccupante!” esclamò Marco.
    “È qualcosa che sta rispondendo ai nostri poteri…” cercò di spiegare Hikari.
    “Ora che lo dite…” fece Ichigo, chiudendo gli occhi. “Anch’io percepisco qualcosa di strano.”
    “Piccola richiesta dai comuni mortali… Potete spiegarci che cosa sta succedendo?!” chiese Asuka, sbattendo forte un piede a terra.
    “Non dobbiamo abbassare la guardia.” Rispose Dark.
    “E perché?” uscì Inuyasha. “Che cosa ci può capitare? Un esercito di Heartless ormai è impotente contro di noi.”
    “Heartless?” ripeté una voce, poco prima che attorno al gruppo di custodi apparissero decine di persone, tutte con addosso un kimono nero e una maschera da scheletro.
    Dark e Hikari evocarono immediatamente Balance, mentre il resto dei custodi formava un cerchio, richiamando anche loro i Keyblade.
    “Oh, un gruppo di custodi. Anche se quasi tutti bambini…” Fece una delle figure. “Potreste essere un ottimo bottino. Sabato-sama ne sarà felice!”
    “Sabato? Ora abbiamo contro anche i giorni della settimana?” sbottò Marco.
    “Lasciate che ci pensi io a questi tipi!” esclamò Natsu, mentre prendeva fuoco per qualche secondo.
    “Non crederai che ti lasceremo tutto il divertimento, vero?” chiese Pan.
    Dark e Hikari sorrisero, per poi alzarsi in volo e andarsi a sedere sul tetto di una casa lì vicina.
    “Allora noi resteremo a guardare.” Disse la custode dell’Equilibrio. “Solo, ricordatevi di non fargli troppo male.”
    “Sarò nel corpo di un bambino…” cominciò Inuyasha, mostrando gli artigli. “Ma a dieci anni uccidevo già senza problemi! La difficoltà sarà nel ferirli senza ucciderli!”
    “Io ho affrontato nemici ben più forti. Non mi spaventano di certo questi tipi!” esclamò Pan, per poi diventare Super Sayan.
    “Noi due invece siamo già abituati a essere dei finti bambini, no Shinichi?” fece Ran, sorridendo al compagno, che annuì.
    “A quanto pare, anche uno Shinigami come me questa volta deve affrontare delle brutte copie della morte, eh?” esordì Ichigo.
    Ma non appena ebbe detto quella frase, il gruppo che li circondava cominciò a parlare.
    “Shinigami?” ripeté uno sorpreso. “Tu sei uno Shinigami? Uno Shinigami custode?!”
    “Questo non era previsto… E il suo sguardo incute decisamente timore. Forse è il figlio di qualche Shinigami importante...”
    I custodi non poterono fare a meno di ascoltare, non sapendo come reagire.
    “Beh… sì, mio padre è uno Shinigami, ma dubito fortemente che voi lo conosciate.” fece l’arancio.
    Nel frattempo, Dark e Hikari ascoltavano con attenzione.
    “Non sarai… un mezzo Shinigami, vero?” chiese una delle figure.
    A quel punto Ichigo li puntò contro il Keyblade.
    “E anche se fosse? Voi in che rapporto siete con gli Shinigami? Parlate, o vi costringerò a farlo.”
    “Credevo che il presidente e suo figlio fossero gli unici!”
    “Dobbiamo andare a fare rapporto! Se così fosse, potremmo guadagnare qualcosa da questi tipi. Essendo custodi, devono essere ricchissimi!”
    Sentendo ciò, Asuka scoppiò a ridere.
    “Noi… ricchi?” ripeté, cercando di smetterla, ma senza successo. “Non so come possiate aver pensato a un’idiozia del genere, ma noi custodi non abbiamo stipendio o altro.”
    “Che cosa?!” urlarono tutti quanti.
    “Ma è inconcepibile! Dovete avere qualcosa! Come fate a mangiare? A dormire? Non starete mica in mezzo alla strada?”
    “A cosa serve avere i soldi…” cominciò Ed, appoggiando a terra una mano, creando dietro di lui un tavolo. “…quando possiedi poteri che ti permettono di farne a meno?”
    Vedendo ciò, molte delle figure scomparvero immediatamente nel nulla.
    “Questa sì che è una notizia importante! Ci rivedremo, custodi!” disse una di loro, mentre l’intero gruppo scompariva. “La Damashigami Company si farà viva prima di quanto voi crediate!”
    Quando i custodi rimasero da soli, fecero scomparire i Keyblade.
    “Damashigami Company?” ripeté Ichigo. “Che cosa significa? Qui gli dei degli inganni hanno una propria compagnia?”
    “Dei degli inganni?” chiese Marco.
    “Damashigami in giapponese significa quello.” Spiegò Asuka.
    “Ehi Dark, tu sai-” cominciò Saiko, girandosi verso il tetto dove si erano seduti i due custodi, senza però vederli.
    “Dove sono andati?” esclamò Shinji, guardandosi attorno.
    “Non avranno deciso di osservarci senza nemmeno farsi vedere, vero?” fece Black Star. “Una divinità come me non può accettarlo!”


     


    “Sei sicuro che non avranno problemi?” chiese Hikari, mentre seguiva in volo Dark.
    “Sono pur sempre custodi. Sono solo ringiovaniti, non vedo nessun pericolo per loro. Tuttavia, sono incuriosito da quelle persone. Hanno abbandonato questo mondo, senza usare varchi o altro. Ci dev’essere qualcosa che non riusciamo a vedere e-”
    Ma Dark s’interruppe, per poi indietreggiare di colpo, evitando così una freccia d’energia rosa.
    “Che cosa…” cominciò Hikari, evocando il Keyblade, vedendo decine di frecce dello stesso colore dirigersi verso di loro.
    Dark si mise davanti, deviandole tutte quante.
    “Quelle frecce… Erano di pura energia!” esclamò, leggermente sorpreso. “Un energia simile a quella di Shinji.”
    “Vuoi dire che c’è una divinità dietro a tutto questo?” chiese Hikari.
    “Non ne sono sicuro… ma chiunque fosse, è già sparito. L’ho percepito solo per qualche instante, ma è svanito nel nulla.”
    “Che fosse uno di quei tipi?”
    “Lo escludo. Non erano così potenti.”
    Ma questa volta, Dark fu interrotto da una luce proveniente dal cielo.
    I due custodi si girarono, intravedendo un’enorme ruota rossa, immobile nel cielo.


     


    “Okay… E ora che cosa facciamo?” chiese Happy. “Non ci converrebbe cercare qualche informazione?”
    “Sì, credo sia la cosa migliore da fare… Ma dove le troviamo?”
    “Che ne dite di una scuola? Solitamente lì si trova di tutto, no?” continuò il gatto.
    “Non male come idea… Ma come ti è venuta in mente?” chiese Asuka, fissando dura Happy.
    “B-Beh… visto che anche nel precedente mondo ci siamo trovati in una scuola, l’ho semplicemente pensato, aye!” rispose titubante lui.
    Marco, assieme alla maggior parte dei custodi, lo fissò sospettoso.
    “Però ha ragione.” Fece Ichigo. “E poi, sembra che almeno quella non dovremmo cercarla.” Continuò, indicando un edificio poco lontano, dove si potevo vedere diversi ragazzi affrettarsi ad entrare.
    “Perfetto. Allora non ci resta che entrare in un liceo mentre siamo tutti dei marmocchi. Non ci noterà nessuno.” Disse con ironia l’Animorph.
    “Shinichi, tu non potresti…” cominciò Ran.
    “Ci ho già provato, ma sembra che non possa trasformarmi. Probabilmente il mio potere è stato bloccato. Questa volta dovrò rimanere per forza un bambino.”
    Mentre il gruppo parlava, un gatto nero li supero tranquillo, dirigendosi verso l’edificio.
    In quel momento, tutti si voltarono verso Marco.
    “P-Perché mi state guardando in quel modo?” chiese lui.
    “Se non sbaglio, tu puoi trasformarti in me, no?” fece Inuyasha.
    “Scusami, ma dubito che un mezzo demone passi più inosservato di un bambino, anzi!” replicò l’Animorph. “Su questo devo dargli ragione. La cosa migliore sarebbe prendere uno studente e fargli acquisire il DNA…” disse Asuka. “Ehi, StupiShinji!”
    “C-Che c’è?” chiese lui.
    “Usa i tuoi poteri superiori per far svenire uno studente qualsiasi. In questo modo, Marco può trasformarsi in lui ed entrare nella scuola senza destare sospetti.”
    “No!” esclamò l’Animorph. “Non ho alcuna intenzione di acquisire il DNA di un essere umano! Ho fatto un eccezione con Inuyasha, ma solo perché i suoi poteri potevano tornarmi utili!”
    “E allora insegnaci la tua tecnica!” replicò la pilota. “Non hai detto tu stesso che l’hai appresa da un alieno? Ti avrà lasciato detto come fare, no?”
    “Abbiamo trasmesso i nostri poteri a una sola persona… e quella persona era David. Non è un potere che tutti sono in grado di gestire senza abusarne. Inoltre… non sono più in possesso dell’oggetto che mi permetterebbe di farlo.”
    “Questo è un bel problema. Immagino che anche una trasmutazione alchemica sarebbe inutile…” rifletté Edward.
    “Eh?” fece una voce poco distante da loro, mentre un ragazzo dai capelli neri che terminavano in un codino si avvicinava a loro, assieme a una ragazza dai capelli dello stesso colore, tenuti però a caschetto.
    “Tu guarda se quei tre mocciosi non assomigliano a Sora, Riku e Kairi.” Fece il ragazzo, fermandosi.
    “Già, hai ragione. Sono di dieci anni più piccoli, ma sembrano la loro fotocopia.”
    Saiko spalancò gli occhi nel vederli, come anche i tre custodi da loro nominati.
    “Ranma? Akane?” esclamò Sora. “Siete proprio voi?!”
    “Come fai a conoscere i nostri nomi?” chiese il ragazzo sorpreso.
    “Ma perché siamo proprio noi!” rispose il castano, evocando il Keyblade.
    “Che?!?! E da quando siete tornati bambini?! Non ditemi che siete caduti in qualche fonte maledetta anche voi!”
    “La fonte in questione si chiama Dark.” Replicò Asuka. “Che se solo potessi, farei soffrire atrocemente per ciò che ci ha fatto neanche qualche ora fa.”
    “Un’altra ragazza violenta, come se Akane non fosse sufficien-” si lasciò sfuggire Ranma, poco prima di ritrovarsi letteralmente spiaccicato a un muro, mentre Akane abbassava il pugno.
    “Stupido Ranma!” fece lei, senza girarsi verso il ragazzo, che cadde miseramente a terra.
    “Però! Sei forte!” disse Ran. “Sei anche tu un’esperta di arti marziali?”
    “Mio padre aveva una palestra.” Rispose la ragazza, sorridendo. “Però… se non sbaglio, l’altra volta il numero di custodi era decisamente minore, no?”
    “O-Ottima osservazione…” fece Ranma, riprendendo i sensi dopo una magia curativa di Sora.
    “Direi che è giunto il momento di dare qualche spiegazione.” disse Riku, sospirando.


    “Quindi Dark si è rivelato essere niente di meno che l’Equilibrio stesso, e vi sta sottoponendo a una serie di test.” riassunse Ranma, per poi sospirare. “E il primo test vi ha fatti diventare del genere opposto… con la possibilità di rimanere bloccati in quella forma. Mentre adesso vi ha resi dei bambini.”
    “Già.”
    “Dovrò rivalutare gli allenamenti del mio vecchio… Sarebbe stato un incubo rimanere in quello stato per sempre.”
    “Io direi un inferno.” Fece Natsu. “Ma non credo tu possa capire… è un’esperienza che non ti raccomando assolutamente.”
    Akane soffocò una risata, mentre Sora, Riku, Kairi e Saiko cercarono di non sorridere.
    “Voi sì che sapete come far stare a proprio agio qualcuno, eh?” sbottò il ragazzo, guardandoli male.
    “Perché state reagendo così?” domandò Ichigo.
    “Beh, semplicemente perché-” cominciò Sora, prima di venire interrotto da Ranma.
    “A questo punto, tanto vale dimostrarlo direttamente. Riuscite a creare dell’acqua fredda e poi calda?”
    “Non è un problema.” Rispose Edward, battendo le mani e creando dal nulla un secchio pieno di acqua fredda. “Ma perché?”
    Ma Ranma e Akane lo stavano fissando con gli occhi fuori dalle orbite.
    “C-Come hai fatto?!” esclamò la ragazza.
    “Oh, niente di che. Sono un alchimista, e da quando sono custode posso creare praticamente qualsiasi cosa. Tranne la vita, ovvio!”
    “O-Ovvio…” ripeté Ranma, prendendo il secchio. “Senti, non è che puoi creare anche un muro per non farci vedere? Preferisco non farlo sapere ai quattro venti. Voi non dovreste sorprendervi, ma comunque cercate di controllarvi.”
    “Perché?” chiese Marco, mentre Edward creava il muro. “Che cosa ti succederà bagnandoti con dell’acqua fredda?”
    “Questo.” Rispose il ragazzo, versandosi l’acqua addosso.
    Sotto gli occhi sorpresi della maggior parte dei custodi, Ranma si trasformò all’instante in una ragazza dai capelli rossi, leggermente più bassa di lui.
    “EH?!?!” esclamarono, increduli.
    “Per colpa di un padre degenere, ogni volta che mi bagno con dell’acqua fredda, mi trasformo in una ragazza, e torno normale solo con l’acqua calda. Ormai ci sono abituato, ma non sapete che cosa darei per togliermi questa maledizione!”
    “Cavoli… Più viaggio, più vedo cose sempre più assurde.” commentò ancora incredulo Marco, osservando Ed, altrettanto sorpreso, creare dell’acqua calda, che consegnò a Ranma, che si buttò subito addosso, tornando come prima.
    “Ma voi che cosa ci fate qui?” chiese Sora. “Non vorrete farci credere che siamo nel vostro mondo, vero? Mi sembra un po’ diverso dall’ultima volta.”
    “Infatti hai ragione.” Rispose Ranma. “Siamo qui per colpa di un nostro… chiamiamolo conoscente. Uno stupido e odioso conoscente.”
    “Ranma! Non parlare in questo modo di P-chan!” lo riprese Akane.
    “P-chan?” ripeté Kairi, per poi voltarsi verso Saiko, che stava cercando di non ridere.
    “Non mi starete dicendo che lo avete seguito, vero?” chiese lui, riprendendosi.
    “A dir la verità, stavo combattendo contro Ryoga… E un varco si è aperto all’improvviso, poi è arrivata anche l’altra scocciatrice… ed è stato un mix che ci è costato una caduta nel varco, che poi si è richiuso.”
    “Quindi ci sono altre persone del vostro mondo oltre a voi?” chiese Pan.
    “Direi di sì… anzi, dalla nuvola di fumo che vedo in lontananza, direi che ne sta arrivando uno. E solo con una settimana di ritardo!”
    “Ranma!!!” urlò una voce, anticipando un ragazzo con addosso una maglietta gialla e un paio di pantaloni scuri, dai capelli neri avvolti da una bandana gialla.
    Sulla schiena aveva uno zaino da escursionismo, da cui sporgeva un ombrello rosso.
    “Questa volta ti sconfiggerò!” continuò a urlare, poco prima di essere fermato a mezz’aria da un piede di Pan, che lo colpì in pieno volto.
    “Ehi tu… non puoi abbassare un po’ la voce?” chiese, per poi prenderlo per un braccio e lanciarlo contro un muro.
    Ranma e Akane la guardarono con gli occhi fuori dalle orbite.
    “C-Come hai fatto?”
    “Ho solo usato una minima parte della mia forza.” Rispose come se niente fosse la bambina. “Sapete, sono la nipote dell’uomo più forte dell’universo, eh eh.”
    “Ehi, Ryoga, come va?” chiese Ranma, avvicinandosi al muro, dove il ragazzo era ancora spiaccicato.
    “C-Che mossa era quella?” chiese lui, intontito.
    “A occhio e croce, direi una semplice scarpa in faccia. Seguita da un giro della morte con lancio sul muro.”
    “Mio nonno è l’uomo più forte dell’universo, mentre l’altro mio nonno era considerato, anche se ingiustamente, il più forte del mio mondo. Mi sono allenata fin da piccola nelle arti marziali!” spiegò Pan.
    “E non l’avete ancora vista quando fa sul serio…” aggiunse Marco.
    “Vuoi dire che è veramente più forte di così?!” esclamò spaventato Ryoga.
    “Lui chi è? L’altra volta non lo abbiamo visto.” Chiese Sora, guardandolo.
    “Io sono Ryoga Hibiki.” Rispose il ragazzo, cadendo giù e rialzandosi subito. “Il rivale di Ranma!”
    “Con un senso dell’orientamento che definire nullo è un complimento.” commentò Ranma. “La data della sfida era una settimana fa… dove sei finito questa volta? Sulla Luna?”
    “M-Maledetto… Sei tu che come al solito non ti presenti mai!”
    “Beh Ryoga, noi due andiamo anche a scuola… non può aspettarti per una settimana saltando le lezioni.” Disse Akane.
    Sentendo ciò, il ragazzo si diresse verso il muro, piegandosi sulle ginocchia.
    “Perché lo difende?” si lamentò, cadendo in un’evidente stato di depressione, lasciando i custodi stupiti.
    “Ad ogni modo…” riprese Ranma, indicando Inuyasha e Ran. “Che cos’è successo a voi due?”
    “Che cosa intendi dire?” chiese Pan.
    “Beh, la tua coda e le sue orecchie… Non sono di certo normali.”
    “Di’ un po’… Ci tieni così poco alla tua vita?” fece Inuyasha, mostrando gli artigli. “Sarò pure nel corpo di un moccioso, ma sono più forte di qualsiasi misero umano!”
    “Lo stesso vale per me. Come ho già detto, sono al minimo della mia forza. Volendo potrei disintegrare completamente una casa, e se mi ci metto d’impegno, anche più città.”
    “Ma voi custodi non dovreste essere completamente buoni?” chiese Akane.
    “Sì, certo. Buoni, misericordiosi, pazienti… Ma ci credi forse dei santi?” replicò Asuka. “Tu piuttosto, non mi dirai che sei la fidanzata di quel pervertito al tuo fianco, vero?”
    “P-Pervertito?” ripeté Ranma, arrabbiandosi. “Ma come osi-”
    “Non vorrai farmi credere che non hai mai approfittato della tua situazione, non è vero?”
    “Ad ogni modo… Noi non siamo fidanzati!” esclamò Akane.
    “Infatti. Chi mai vorrebbe stare con una ragazza con così poca classe?” aggiunse l’altro, venendo subito colpito da un pugno che lo fece finire nuovamente sul muro.
    “È già la seconda volta… Quel ragazzo deve avere una resistenza di non poco conto.” disse Tsuna.
    “Comunque…” riprese Pan. “Per rispondere alla tua domanda, io non sono completamente umana. Sono anche una Sayan, per i quali era normale avere la coda.”
    “Mentre io sono un mezzo demone.” Disse Inuyasha.
    “Oh, quindi anche dei non umani possono diventare custodi?” domandò Ranma, massaggiandosi la testa.
    “Non è che noi altri siamo proprio normali, sai?” rispose Marco.
    “Tirami fuori. Io sono umano al cento per cento.” Fece Saiko. “L’unico… forse c’è giusto Asuka oltre a me… ma non ne sono così sicuro.”
    “Vuoi morire?” replicò la ragazza.
    “Come sarebbe a dire che siete gli unici umani normali?” chiese Akane, guardando gli altri.
    “Beh, ci siamo anche noi tre.” Disse Sora, indicando se stesso, Riku e Kairi.
    “Sapete che potrei offendermi? Anch’io sono umana, sapete?” fece Ran.
    “E voi altri invece?”
    “Divinità.” Rispose Shinji.
    “Ho il potere della metamorfosi.” fece Marco.
    “Solitamente posso cambiare età, passando da bambino a ragazzo.” disse Shinichi.
    “Posso combattere usando delle fiamme particolari… Anche se non volevo venire coinvolto in tutto questo.” sospirò Tsuna.
    “Lo avete già visto prima. Posso manipolare la materia come preferisco.” Disse sorridendo Ed.
    “Dragon Slayer!” urlò Natsu, facendosi avvolgere dalle fiamme.
    “Io invece sono colui che supererà le divinità, l’unico e inimitabile Black Star!”
    “Io sono la sua arma, nonché Keyblade.” aggiunse Tsubaki.
    “Che cosa?!” esclamarono insieme Ranma e Akane. “Come sarebbe a dire?!”
    Tsubaki sospirò, per poi illuminarsi e trasformarsi nel Keyblade di Black Star, che lo prese al volo.
    “I-Incredibile.” commentò Ryoga.
    “E infine io sono un ex Shinigami.” Concluse Ichigo.
    “Un ex Shinigami?” ripeté sorpreso Ranma. “Questa è la professione più assurda che abbia mai sentito! Insomma, come puoi essere un ex Shinigami?”
    “Quando sono diventato custode, ho dovuto lasciare il mio mondo. Di conseguenza, non ho potuto continuare il mio lavoro.”
    “Sì, ma uno Shinigami in teoria non dovrebbe avere una falce, avere l’aspetto di uno scheletro e così via?”
    “No. Almeno, non nel mio mondo. Anzi, c’era una vera e propria organizzazione di Shinigami.”
    “Okay, ora che vi abbiamo detto tutto sul nostro conto… potreste darci una mano?” fece scocciata Asuka.
    “Che cosa vi serve?”
    “Solo qualche informazione.” Rispose Sora. “C’è qualche problema in questo mondo? Eventi anormali o roba simile?”
    “Direi di no.” fece Ranma. “Almeno, non in questa città.”
    “Però ora che ci penso, qualcosa di strano c’è.” Disse Akane. “Ed è proprio nella nostra scuola!”
    “Ti riferisci a quello?” chiese il ragazzo.
    “Di cosa si tratta?” li interruppe Riku.
    “Nel giardino della nostra scuola c’è una vecchia capannina meteorologica. Da qualche tempo gira la voce che se qualcuno ha dei problemi particolari, solitamente di natura sovrannaturale, e lascia al suo interno dei soldi e del cibo, il suo problema viene risolto nel giro di qualche giorno al massimo.” Spiegò Akane.
    “Ovviamente io ho voluto provare, ma al posto dei soldi e del cibo ho trovato solo una lettera che mi diceva che non era un problema di sua competenza… Che rabbia!” disse Ranma.
    “Interessante. Quindi c’è qualcuno che risolve i problemi di tutti a quel prezzo.” fece Conan. “Per come la vedo io, è solo qualcuno che crea quelle situazioni e poi finge di risolverle.”
    “L’ho pensato anch’io, così ho tenuto sotto controllo la capannina. E quel che ho visto è stato incredibile!”
    “Cos’è, il cibo e i soldi sono spariti da soli?” lo prese in giro Asuka.
    “Precisamente! Il cibo è stato divorato dal nulla, mentre i soldi sono spariti!” rispose Ranma.
    “Un fantasma quindi.” Fece Ichigo. “Sembra che di recente li incontriamo sempre più spesso.”
    “Beh, allora tu dovresti risolvere il mistero, no?” disse Inuyasha. “Dopotutto, non sei in grado di vederli?”
    “Rimane sempre il particolare che non possiamo entrare in un liceo con questo aspetto.”
    “Tutto qui?” chiese Ranma. “Basterà che entriate dicendo di voler fare un’offerta alla capannina meteorologica e fine. Credetemi, non vi fermerà nessuno.”
    “Vi ci porterò io!” si propose Ryoga. “Così che Akane non rischi di arrivare in ritardo!”
    “Se li accompagni tu, si ritroveranno come minimo dall’altra parte del Giappone.” commentò Ranma.
    “Ho sentito bene?” chiese una voce dietro di loro. “Volete andare alla capannina?”
    Il gruppo si girò, ritrovandosi di fronte a una ragazza dai capelli castano scuro.
    “Oh, Mamiya!” la salutò Akane. “Credevo fossi già entrata.”
    “Stamattina ho fatto un po’ di ritardo. Ma loro chi sono?”
    “Ecco… sono i figli di alcuni nostri parenti. Ci hanno raggiunto a sorpresa proprio oggi. E non appena sono venuti a sapere della capannina meteorologica hanno cominciato a lamentarsi per andare a vederla.”
    Mentre Ranma diceva ciò, i custodi si voltarono tutti verso di lui, guardandolo in cagnesco.
    “Come mai?”
    “È da un po’ di tempo che sentiamo come una presenza che ci insegue.” Spiegò Conan, prendendo parola e cominciando a parlare proprio come un bambino. “E allora volevamo sapere se almeno questo poteva aiutarci.”
    “Capisco… Va bene, allora vi ci porterò io. Tanto ormai sono famosa proprio per essere quella che suggerisce a tutti di andare laggiù.”
    Sentendo ciò, Conan spalancò gli occhi.
    ‘Ecco perché Ranma non ha perso un secondo.’ pensò, sorridendo e seguendola assieme a tutti gli altri.
    Poco lontano, dietro il muretto di una casa, una ragazza dai capelli rosa legati in due code laterali, con addosso una divisa scolastica e con sulla spalla uno strano gatto bianco, il quale sembrava aver stampato un volto con un sorriso perenne, osservò il gruppo allontanarsi.
    “Così sono loro.” disse. “Sembra che chiunque ci ha convocato qui, violando il tempo e lo spazio, abbia poteri ben superiori a quelli mostrati.”
    “E con ciò?” chiese un’altra ragazza dai lunghi capelli rossi, vestita allo stesso modo. “Il nostro compito è di affrontarli, no? Basteranno due minuti contro quei mocciosi. E poi ancora non capisco come osi darti tutte quelle arie!”
    “Proprio tu parli?” esclamò un’altra, dai capelli blu a caschetto. “Non puoi pensare semplicemente di attaccarli, così come se niente fosse. Sono pur sempre custodi, e quindi da non sottovalutare!”
    “Concordo con te.” Aggiunse una quarta ragazza dai capelli biondi, legati in due code a spirale. “È probabile che i loro poteri siano anche superiori ai nostri.”
    “Tsk. Codarde.”
    “Basta così.” Disse una voce proveniente dallo strano gatto. “Il vostro compito vi è già stato detto. Attaccare i custodi e lei. Limitatevi a far ciò.”
    La rosa sospirò.
    “Preferirei evitare, e lo sai. Ma d’altronde, non abbiamo altra scelta.” Disse, per poi illuminarsi, facendo cambiare i suoi vestiti, subito imitata dalle altre tre.
    “Aspetteremo che siano indifesi… e li colpiremo.” Concluse, evocando dal nulla un arco dorato.


     


    “Eccoci qui.” Disse Mamiya, fermandosi di fronte a una casetta bianca in miniatura, sulla quale c’era uno sportello per aprirla.
    “Basterà che inseriate un po’ di yen e del cibo assieme a una lettera con la vostra richiesta, e se sarà possibile, il vostro problema sarà risolto.”
    “Per il cibo non c’è problema… ma non abbiamo nemmeno un centesimo con noi.” Disse Riku.
    “Quanto cibo avete?” chiese allora la ragazza.
    “Quanto ne vogliamo.” Rispose Edward, sorridendo, mentre nascondeva le mani dietro la schiena, creando così un piatto di riso. “Sperando che il riso vada bene.” Continuò, mostrandolo.
    “Ma non desterà dei sospetti a tirarlo fuori così dal nulla?” chiese sottovoce Ranma a Sora.
    “In effetti… Però Ed è sempre stato uno che ama fare le cose in maniera teatrale. E fidati, nonostante ciò, anche lui è un Master.”
    “Lui è cosa?!” gli urlò contro Ranma, attirando su di sé l’attenzione degli altri.
    “N-Niente…” fece Sora agli altri, indicando con gli occhi Mamiya, che però non sembrava averci dato troppa attenzione.
    “Del riso? Direi che è perfetto, ma giusto per curiosità, sapete qualcosa in più su questa entità che vi perseguita? Non so, oggetti che si spostano, strani comportamenti di qualcuno…”
    “Semplicemente, ogni tanto appaiono delle luci misteriosi e alcuni oggetti cadono da soli. Niente di ché, però vorremo giusto sapere che cosa-” ma Ichigo si interruppe, vedendo alle spalle di Mamiya un ragazzo dai capelli rossi, avvolto da un kimono bianco, che si avvicinò subito al piatto di riso che Ed aveva appena messo dentro la capannina.
    “Che cosa…?” chiese la ragazza, aspettando che proseguisse e lanciando anche lei uno sguardo verso il ragazzo, senza però dire o fare nulla.
    “Cosa succede Ichigo?” chiese Shinji.
    “È qui.” Si limitò a rispondere lui.
    “Chi è qui?” chiese Ryoga.
    “Un ragazzo. Un ragazzo che in questo momento ha le mani attorno al piatto di riso, e che solo io e Mamiya sembriamo vedere.”
    Sentendo ciò, la ragazza spalancò gli occhi, mentre il rosso si girò di colpo verso di lui, per poi prendere il suo kimono e togliendoselo di colpo.
    “Che cosa?!” esclamò Tsuna, saltando all’indietro. “E questo tipo da dove spunta?!”
    “Come hai fatto a vedermi?” chiese lui. “Gli umani normali non dovrebbe essere in grado di farlo mentre indosso questo.” Continuò, indicando il suo kimono.
    “Spiacente, ma io sono in grado di vedere i fantasmi. E tu quando indossi quello sembri diventarlo a tutti gli effetti.”
    “Perspicace. Non sono in molti a capirlo subito. Ovviamente perché sono pochi a potermi vedere mentre lo indosso. E voi chi siete? E soprattutto…” e mentre diceva ciò, indicò il piatto di riso. “Come fate ad avere così tanto riso da donare come se niente fosse?!”
    “R-Rinne?” fece sorpreso Ranma. “Ma che cosa significa questo?”
    “Saotome, Tendo.” Fece lui. “Come fate a conoscere dei bambini così strani?”
    “Io a dir la verità ho più di duecento anni.” Commentò Inuyasha.
    Mamiya lo guardò sorpresa.
    “Non sarai uno spirito, vero?”
    “Certo che non sono uno spirito! Sono un mezzo demone!”
    “Mezzo demone?” ripeté Rinne, guardandolo curioso. “E tu invece? Chi sei?” chiese a Ichigo.
    “Sono un ex Shinigami.” Rispose lui. “E giusto per essere precisi, qui l’unica bambina vera è Pan.”
    “Ehi!” esclamò la diretta interessata, creando una sfera d’energia tra le mani. “Sarò anche una bambina, ma sono ben più forte di te!”
    “Davvero? Vuoi verificarlo?”
    “Alt!” li bloccò subito Saiko, mettendosi in mezzo ai due litiganti. “Questo non è il momento di litigare!”
    “Shinigami?” ripeté invece Rinne, incredulo, per poi evocare dal nulla una falce. “Così sei tu!” esclamò, brandendola.
    I custodi si girarono sorpresi, come anche Ranma, Akane e Ryoga.
    “E quella da dove salta fuori?!” esclamò Akane, guardando l’arma del rosso.
    “Mi avevano detto che sarebbe arrivato un mio collega. E che sarebbe arrivato in prossimità di gravi sconvolgimenti per il nostro mondo.”
    “Un tuo collega?” fece Ichigo, per poi portarsi il suo ciondolo al petto, lasciando cadere all’indietro il suo corpo e indossando istantaneamente le vesti da Shinigami. “Dunque finalmente incontro uno Shinigami dotato di falce, eh?”
    “Che cos’è successo?” chiese Ryoga, osservando il corpo di Ichigo e avvicinandosi, prendendoli il polso.
    “Ehi, ma… non c’è battito!” esclamò.
    “Tranquilli.” Rispose Asuka. “Si diverte spesso a diventare un fantasma. In questo momento probabilmente è di fronte a noi.”
    “Un fantasma?!” urlò Ranma. “Come sarebbe a dire un fantasma?!”
    “Quella bambina ha ragione.” Disse Mamiya. “È proprio davanti a voi, anche se ora indossa una tunica nera… e ha una chiave gigante in mano.”
    “Un Keyblade. Quindi sei un custode.” Fece Rinne, portando la falce di fronte a lui, come per difendersi.
    Ichigo annuì, per poi puntargli contro la propria arma.
    “Non voglio attaccarti. Dicci giusto chi ti ha avvertito del nostro arrivo.”
    Il rosso rimase in silenzio per qualche secondo, per poi far sparire la falce.
    “Va bene, ma non qui. Seguitemi, andiamo in un posto dove non ci possa sentire nessuno.” Disse, per poi allontanarsi seguito da Mamiya.
    “Che cosa facciamo?” chiese Kairi.
    “Non mi sembra che abbiamo molte possibilità.” Rispose Sora, mentre Ichigo rientrava nel proprio corpo. “Dobbiamo seguirlo.”
    “Veniamo anche noi.” Fece Ranma. “Ormai direi che siamo coinvolti in questa storia, no?”
    “Ehi, volete muovervi o no?” gli urlò Rinne.
    “Arrivia-” cominciò Pan, per poi girarsi di colpo, lanciando una sfera d’energia, che colpì in pieno una freccia composta dalla stessa materia.
    “Chi…?” cominciò Tsuna, per poi vedere decine di frecce volare sopra di loro, affiancati da diverse spade e dei nastri di colore giallo.
    “Maledizione!” esclamò il decimo, ingoiando subito le sue caramelle e facendosi spuntare la fiamma sulla fronte, mentre attorno alle sue mani apparivano dei guanti di ferro.
    Senza perdere un secondo spostò le mani di fronte a sé, mentre Natsu gli si affiancava, cominciando ad aspirare molta aria nei polmoni.
    Pochi instanti dopo i due lanciarono due raggi di fuoco, che colpirono in pieno gli attacchi nemici, dissolvendoli.
    “Chi va là?” esclamò Edward, evocando il Keyblade.
    “Però, siete più bravi di quanto credessi.” Disse una voce femminile, mentre una ragazza dai lunghi capelli rossi si avvicinava a loro, alzando una mano, nella quale apparve una luce, che si trasformò in una lancia.
    “Tuttavia… non siete alla mia altezza.”
    “E lei chi è?” chiese Akane.
    “Non ne abbiamo la più pallida idea.” Rispose Riku, evocando assieme a tutti gli altri il Keyblade. “Ma se vuole una battaglia, non esiteremo.”
    “Che presuntuosi!” esclamò un’altra voce, mentre dietro a Rinne e Mamiya appariva come dal nulla una ragazza dai capelli blu, con in mano una spada. “Vogliono paragonarsi a noi maghe.”
    “Beh, dopotutto non ci conoscono.” Aggiunse una ragazza dai lunghi capelli biondi, con in mano un fucile a pietra focaia, apparendo di fianco ai custodi.
    “E queste da dove saltano fuori?!” esclamò Inuyasha, mostrando i suoi artigli, mentre Rinne prendeva in braccio Mamiya e saltava all’indietro, ricongiungendosi al gruppo di custodi.
    “Come ha detto Sayaka, siamo maghe.” Rispose una quarta ragazza, dai capelli rosa e con in mano un arco d’oro, che apparve al lato rimasto libero, concludendo così il cerchio attorno ai custodi. “E siamo qui per eliminarvi.”
    “Maghe?” ripeté Natsu. “Certo che siete strane. Tra tutte le maghe che ho incontrato, voi siete le uniche vestite più o meno allo stesso modo.”
    “Io invece devo dire che tra i miei incontri mancavano veri maghi.”
    “Madoka, non perdiamo tempo ed eliminiamoli.” Disse la ragazza dai capelli rossi, puntando contro di loro la lancia.
    “Per una volta, sono d’accordo con Kyoko.” Fece la bionda, mentre alle sue spalle apparvero dal nulla decine di fucili identici a quello che impugnava, che rimasero sospesi nel vuoto.
    “Ben detto Mami!” esclamò Sayaka, facendo apparire anche lei decine di copie della sua arma.
    “Interessante…” commentò Edward sorridendo, per poi battere le mani e appoggiarle a terra.
    Dal terreno si innalzarono quattro pugni di pietra, che si diressero immediatamente contro le maghe, che si limitarono a saltare di lato per evitarli.
    “Possedete poteri davvero singolari, sapete?” fece Kyoko, sorridendo.
    “Allora che ne dici di questo?” chiese Ranma, raggiungendola alle spalle e cominciando a girarle lentamente intorno.
    Con sua sorpresa, la maga si rese conto di non riuscire a muoversi, e che la velocità del ragazzo cominciava ad aumentare sempre di più.
    Prima di poter reagire, si ritrovò in mezzo ad un tornado, che la fece volare in alto, provocandole diversi tagli.
    “Maledizione!” esclamò lei, mentre le ferite si rimarginavano e atterrando qualche metro più in là. “Nemmeno lui è un normale essere umano!”
    “Dobbiamo fare attenzione!” gli disse Sayaka, poco prima di ritrovarsi i pugni di Akane e Ran diretti contro il suo volto.
    “Ben detto!” esclamarono insieme, colpendola in pieno e facendola volare contro un muro.
    Sayaka sputò del sangue per il colpo ricevuto, per poi cadere a terra.
    “Non aveva una grande resistenza.” Disse Ran, per poi spalancare gli occhi.
    La maga infatti si rialzò barcollando.
    “A cosa serve la resistenza…” disse, mentre dei cerchi simili a quelli alchemici apparivano attorno a lei. “Quando puoi rigenerarti all’infinito?”
    “Rigenerazione?!” esclamò Asuka, mentre assieme a Pan evitava i colpi di Mami. “In pratica non possiamo ferirle?”
    “Proprio così.” Rispose Madoka, per poi puntare contro di loro il proprio arco, da cui partirono altre frecce.
    Ma con sua grande sorpresa, furono tutte abbattute da dei proiettili d’energia.
    Tutti i presenti si fermarono, girandosi verso la fonte dell’attacco.
    Una ragazza dai lunghi capelli neri, con lo sguardo perso, lanciò all’indietro un’enorme fucile.
    “Che cosa? Un’altra?” esclamò Black Star.
    “A loro ci penso io.” Disse la nuova arrivata, avvicinandosi al gruppo di custodi e mettendosi di fronte a Madoka. “Voi andatevene da qui con i varchi.”
    “Chi sei?” chiese Sora.
    “Homura.” Rispose Madoka, senza nascondere un velo di tristezza nella sua voce. “Perché ci affronti?”
    “Non posso permettervi di far loro del male.” Rispose la ragazza, per poi tirare fuori dallo scudo che aveva sul braccio una bomba a mano. “Anche a costo di doverti affrontare, Madoka.”
    “Traditrice!” le urlò contro Sayaka, preparandosi a colpirla con la spada.
    Ma prima che ci riuscisse, Ichigo parò l’attacco.
    “Che cosa stai facendo?” chiese Homura.
    “Ti aiuto, mi pare ovvio! Non avresti possibilità contro di loro se combatti da sola!”
    “Non ce n’è bisogno.” Rispose lei, mentre la bomba scomparve nel nulla.
    Kyoko si girò subito, ritrovandosi con l’ordigno alle sue spalle.
    “Maledetta!” esclamò, pochi instanti prima che l’esplosione la investisse in pieno.
    “Andate!” urlò Homura.
    “Ascoltiamola Natsu!” fece Happy, cercando di spostare l’amico.
    “Ma non possiamo abbandonarla…” disse Kairi, mentre Sora apriva un varco.
    “Purtroppo dobbiamo darle retta. Dobbiamo organizzarci contro di loro, e trovare il modo per neutralizzarle.” Esclamò quest’ultimo, per poi rivolgersi a Rinne.
    “Entra qui dentro e pensa a un posto lontano da qui e sicuro!”
    “Che cosa…?” fece per protestare lui, poco prima che Asuka lo spingesse poco gentilmente dentro il varco.
    “Vedi di non perdere tempo, Shinigami!” gli sbraitò contro.
    Rinne la guardò sorpresa, per poi sospirare.
    “E va bene…” disse, inoltrandosi nel varco, seguito da tutti gli altri.
    Homura spostò leggermente lo sguardo per assicurarsi che il varco si fosse richiuso senza lasciare nessuno fuori.
    “Così ti opponi ancora a noi.” Disse una voce, mentre una creatura bianca simile a un gatto si avvicinava a loro, per poi saltare sulle spalle di Madoka.
    “Chi vi ha contattato? E come avete fatto a raggiungere questo mondo?” chiese Homura, per poi scomparire e riapparire alle loro spalle.
    “Per quanto tempo vuoi fermare e far ripartire il tempo?” gli fece Sayaka, mentre Kyoko si rialzava, facendo rigenerare le ferite.
    “Fin quando sarà necessario.” Rispose lei.
    “Però… immagino tu non sia più in grado di manipolare ulteriormente il tempo, vero?” disse Madoka.
    La ragazza non rispose, limitandosi ad estrarre dal suo scudo un arco identico a quello della rosa.
    “Non costringermi a farti del male, Madoka.”
    Il restante gruppo di maghe si affianco alla rosa, preparandosi a combattere.
    Ma prima che potessero fare un passo, una serie di raggi laser colpirono il terreno ai loro piedi, costringendole ad arretrare.
    “Chi è stato?” esclamò Homura, sorpresa come le altre, girandosi ma senza riuscire a vedere nessuno.
    “Madoka, ritiriamoci per il momento.” Disse il gatto.
    “Va bene Kyubey.” Rispose quest’ultima, mentre una fitta nebbia le avvolgeva, facendole scomparire nel nulla.
    Homura ripose l’arco, per poi guadarsi attorno.
    “Chi è stato?” ripeté, senza però ottenere nemmeno stavolta una risposta.
    Poco lontano, dietro ad un muro, una figura avvolta da un mantello grigio rimase immobile, mentre uno strano luccichio sembrò rispondere al sole da sotto il cappuccio.


     


    Il varco si riaprì in prossimità di un vecchio edificio apparentemente disabitato, facendo uscire uno ad uno tutti quanti.
    “Dove siamo?” chiese Ranma.
    “A casa mia.” Rispose Rinne, incredulo. “Ma non credevo che esistesse un modo per viaggiare così velocemente…”
    “Lo puoi vedere come una specie di teletrasporto.” Rispose Riku. “E ora, sperando che non ci attacchi più nessuno, possiamo continuare il nostro discorso?”
    Lo Shinigami annuì.
    “È successo pochi giorni fa. Avevo appena mandato al Nirvana uno spirito, e aggiungo che mi è costato tutti i miei risparmi, quando ci siamo accorti di essere seguiti da qualcuno. Non appena ci siamo fermati, abbiamo scoperto che si trattava di una ragazza di nome Menma, che a quanto pare era un fantasma e-”
    “Menma?!” esclamarono insieme Ichigo e Asuka.
    “Indossava un vestito bianco, camminava a piedi scalzi e aveva i capelli color paglia?”
    “La conoscete?” chiese Rinne.
    “In un certo senso. L’unico che l’ha vista è Ichigo, dato che era un fantasma.” Rispose Natsu. “Però sembrava scomparsa nel nulla. Che cosa ci faceva qui?”
    “Era qui per conto di Lucis.” Disse Mamiya.
    Sentendo quel nome, tutti ad esclusione di Happy si meravigliarono.
    “Che cosa? Vuoi dire che sta collaborando con la madre di Dark?!” esclamò Kairi.
    “Ed è sempre stata lei ad avvertirmi che sarebbe arrivato un mio collega.” Continuò Rinne, guardando Ichigo. “E che questo mondo sarebbe stato lo scenario di una battaglia.”
    “Dunque non ha a che fare con l’esame…” rifletté Sora. “Anche se non capisco il senso di tutto questo.”
    “E infine… che sarebbe giunta anche un’altra delle entità superiori. Voi sapete di chi si tratta?”
    “Dark.” Rispose Saiko. “Un nostro compagno, che però è scomparso nel nulla assieme a Hikari dopo che siamo stati attaccati da dei strani tipi…”
    “Strani tipi?” chiese Rinne.
    “Dei tipi incappucciati con delle maschere da teschio sul volto. Hanno detto di appartenere ad una certa Damashigami Company…” fece Ichigo, mentre Rinne abbassava sconsolato la testa.
    “Ancora loro.” Sbottò. “Che cos’ha in mente questa volta?”
    “Ha?” ripeté Marco.
    “Il presidente della Damashigami Company.” Spiegò lo Shinigami. “Lo affronto praticamente da quando sono bambino. La sua… azienda… ha come scopo quello di raccogliere più anime possibile a scopo di lucro, e non importa se le anime in questione hanno ancora un corpo in vita o no.”
    “In pratica… uccidono?” disse con un fil di voce Tsuna.
    “Esatto. A loro basta prendere più anime possibili.”
    “E avendo visto un gruppo di apparenti bambini come noi, avranno deciso di attaccarci… Peccato che non avessero considerato il fatto che siamo custodi.”
    “Però prima di andarsene, hanno detto qualcosa sul fatto che conoscevano un mezzo Shinigami come me.” Ricordò Ichigo. “E che era il figlio del presidente.”
    In quel momento tutti si girarono verso Rinne, che sospirò.
    “Inutile che lo nasconda.” Disse. “Sì, il presidente della Damashigami Company è mio padre… ma io non ho alcuna intenzione di diventare come lui. Inoltre… è a causa sua se sono perennemente in rosso!”
    “Eh?” esclamò Pan. “No, aspetta, fammi capire… tuo padre è il capo di un gruppo di non-so-che-cosa-siano e tu ti preoccupi dei soldi?!”
    “Quando tuo padre ti entra come un ladro in camera per rubarti il salvadanaio e per farla franca ti dice che tua madre è morta, un piccolo trauma ti rimane, sai?” replicò Rinne.
    “Mi ricorda vagamente qualcuno…” mormorò Ranma.
    “Okay, e un mistero è risolto. Ora possiamo cercare di capire chi erano quelle quattro ragazze invincibili?” propose Ryoga.
    “Ottima domanda. Peccato che non ne abbiamo la più pallida idea.”
    “Forse però sappiamo chi è l’ultima arrivata.” Disse Mamiya.
    “Ovvero?” fece Shinji.
    “Un altro emissario di Lucis. Menma ci aveva detto che ne sarebbe arrivato uno più forte di lei.”
    “Però conosceva le ragazze che ci hanno aggredito. Forse ci conviene tornare indietro e prenderne almeno una per farla parlare.” Disse Inuyasha.
    “Non credo sia così facile.” Replicò Pan. “C’era qualcosa di strano nelle loro aure.”
    “Aure? Vuoi dire che tu sei in grado di percepire la presenza delle persone?” chiese Rinne.
    La Sayan annuì.
    “E la loro… era tutta concentrata in un solo punto. Non mi era mai successo con nessun altro. Okay, sono abituata a quella di mio nonno, che quando usa tutta la sua forza si sente anche a mondi di distanza, però…”
    “Senza considerare la loro incredibile capacità di rigenerazione.” Continuò Edward. “Era allo stesso livello di quella degli Homunculus.”
    “E si definivano maghe.” Rifletté Natsu. “Però i loro poteri erano veramente singolari.”
    “Speriamo solo di non doverle più incrociare.” Disse Shinji.
    “Stai scherzando, vero?” esclamò Black Star. “Io vado subito a cercarle e dimostrerò che sono una divinità!”
    “Non essere idiota!” gli urlarono tutti contro.
    “Dobbiamo prima studiare una strategia decente per affrontarle. E inoltre dobbiamo superare questa prova.” Disse Sora.
    “Certo che voi ne avete di problemi, eh?”
    “E siamo fortunati che nonostante la sua presenza…” e qui Ran indicò Conan. “…ci limitiamo a questi.”
    Il bambino alzò gli occhi verso il cielo.
    “Te l’ho già detto: è solo una pura coincidenza se nel nostro mondo ovunque andassi c’era qualche caso di omicidio da risolvere.”
    Rinne lo guardò sorpreso.
    “In pratica se ti dovesse seguire uno Shinigami, con te non mancherebbe mai il lavoro?” chiese.
    “È più o meno la stessa cosa che mi ha detto un ispettore di polizia del suo mondo.” Rispose Ichigo.
    “Padron Rinne!!!” urlò una voce, che risuonò nell’aria.
    Sopra tutti, apparve dal nulla un’enorme nuvola nera provvista di occhi e bocca, che si diresse verso Rinne, per poi trasformarsi in un piccolo gatto nero con il volto umano.
    “U-Un gatto!!!” urlò Ranma, saltando all’indietro con il terrore stampato sul volto.
    Tutti si girarono verso di lui sorpresi, tranne Akane e Ryoga, che invece sospirarono.
    “Padron Rinne, siamo nei guai!” continuò ad urlare, fermandosi di fronte allo Shinigami.
    “Che cosa succede Rokumon?” chiese lui.
    “La ruota… la ruota si è fermata!”
    “La ruota?” ripeté Asuka. “Che cos’è, non avete la ruota di scorta della macchina voi gatti parlanti?”
    Tuttavia Rinne si fece serio.
    “Ne sei certo?”
    “Sì! Sono tutti in agitazione, non era mai successo prima. Tua nonna mi ha chiesto di venirti a prendere.”
    “Va bene, arrivo subito.” Rispose, facendo per mettersi il suo mantello, ma venendo fermato da Ichigo, che afferrò il vestito.
    “Che cos’è successo? Di che ruota state parlando?”
    Rinne lo guardò serio.
    “La ruota della reincarnazione.” Rispose.
    “Padron Rinne! Non potete parlarne a normali-”
    “Sono quasi tutti custodi. E questo bambino è anche lui uno Shinigami.” Replicò il ragazzo, zittendo il gatto nero.
    “La ruota della reincarnazione?” chiese Edward. “Ovvero?”
    “Qui da noi funziona così: quando una persona passa a miglior vita, si ritrova nell’aldilà. Là deve salire sulla ruota della reincarnazione, che provvederà appunto a far reincarnare l’anima in un nuovo corpo, ma se si è fermata…”
    “Significa che in questo momento le anime si stanno accumulando, senza riuscire a tornare sulla Terra. È così?” completò per lui Ichigo, ricevendo un assenso in risposta.
    “Allora che cosa aspettiamo?” esclamò Ranma. “Portaci davanti a questa ruota! Un colpetto e ripartirà senza problemi!”
    “Per una volta sono d’accordo con lui.” Disse Ryoga. “Dove si trova questa ruota?”
    “Dove vuoi che si trovi?” rispose Rokumon. “Nell’aldilà.”
    “E come si ci arriva? Intendo, oltre a dover morire ci dev’essere un altro modo, no?”
    Rinne guardò il gruppo di fronte a sé.
    “Rokumon, quante persone riesci a portare?”
    Il gatto lo guardò sorpreso.
    “N-Non troppe… Ma non vorrà portarli con noi, vero?”
    “Sono quelli che stavamo cercando. Coloro che Lucis ci ha annunciato.”
    Rokumon si girò verso il gruppo, per poi sospirare.
    “Dovrò fare più viaggi.” Disse, per poi trasformarsi in un’enorme testa di gatto volante. “Forza, salite finché non vi dirò io basta. Poi tornerò a prendere gli altri.”
    “Senza offesa…” fece Pan, alzandosi in volo. “Ma se si tratta solo di volare, sono in grado di farlo da anni.”
    “Che cosa?” disse sorpresa Mamiya, mentre tutti i custodi si alzavano in volo. “Voi potete anche volare?”
    “Dopo un po’ ti abitui.” Replicò Marco. “E con tutto quello che ci è successo, questa è la cosa meno strana, credimi.”
    “Beh, questo ci aiuta notevolmente.” Disse Rokumon, per poi girarsi verso il gruppo di Ranma e Mamiya. “Allora se siete solo voi quattro non dovrei aver problemi.”
    “Tre!” esclamò Ranma, nascondendosi dietro Akane. “Io sopra un gatto non ci salgo!”
    “Si può sapere che cosa gli prende?” chiese Asuka, avvicinandosi.
    “Ecco… Ranma ha un puro terrore verso i gatti.” Spiegò Akane. “Suo padre dopo averlo comparso di pesce l’ha gettato in un covo di gatti affamati... E gli è rimasto il trauma.”
    “E lo credo bene.” Commentò Marco. “Chiunque avrebbe paura dopo una simile esperienza, però questo è un bel problema… Con questi corpi non possiamo nemmeno trasportarlo.”
    “Allora rimarrà qui, semplice no?” fece Asuka, per poi andare più in alto.
    “Asuka…” intervenne Ichigo, per poi alzare una mano verso Ranma. “Sai bene che in questo caso basta avvolgerlo con una barriera e trascinarcelo dietro.”
    Non appena ebbe detto ciò, il ragazzo con il codino si ritrovò avvolto dalla magia, cominciando a sollevarsi di qualche centimetro da terra.
    “Come…” cominciò Ranma, venendo subito interrotto da Sora.
    “Insegnarti a volare ci porterebbe via più tempo di quanto ne abbiamo. Questa è la soluzione più veloce che abbiamo per far volare qualcuno che non è in grado di farlo.”
    “Aspetta… stai dicendo che chiunque può imparare a volare?!” esclamò Ryoga.
    “Certo.” Rispose Pan. “Io ho imparato a pochi anni, senza alcun problema. E nel mio mondo, erano diverse le persone in grado di farlo.”
    “E avevano tutti quanti la coda?” chiese Mamiya.
    “Nel mondo d’origine di mio nonno sì, ma è stato distrutto molti anni fa, e gli unici sopravvissuti sono mio nonno e Vegeta.”
    “Il buon vecchio pacifico Vegeta…” disse ironico Marco. “Le sue gesta, come quelle di tuo nonno, sono arrivate un po’ ovunque.”
    “Eh eh…”
    “Okay, ora basta perdere tempo. Seguitemi.” Fece Rinne, mettendosi addosso il suo kimono, sparendo alla vista di tutti tranne che di Mamiya, Ichigo e Rokumon.
    “E noi come facciamo a seguirti se non possiamo né vederti né sentirti?” chiese Asuka.
    “Seguite me.” Rispose Rokumon, mentre Akane, Ryoga e Mamiya salivano sulla testa. “Io posso scegliere se essere invisibile o no.”
    “Perfetto.” Disse Riku. “Allora andiamo!”
    Rokumon si alzò in volo, per poi dirigersi verso il cielo, seguito da tutti i custodi.
    Non appena furono abbastanza lontani, Homura apparve da una via, guardando il gruppo diventare sempre più piccolo.
    “Buona fortuna. Io purtroppo non posso fare di più. Spero solo che le altre non vi diano altri problemi…”
    Ma il rumore di un passo la distrasse, costringendola a girarsi.
    Dietro di lei c’era la figura ammantata di grigio, che rimase ferma ad osservarla.
    “E tu chi sei?” chiese lei, estraendo dal suo scudo un fucile, che gli puntò contro.
    La figura rimase in silenzio, limitandosi ad avvicinarsi lentamente alla ragazza, per poi superarla.
    Homura si girò subito.
    “Tu…” fece incredula. “Non è possibile… Come puoi-”
    Ma fu interrotta dalla figura, che tirò fuori da sotto il mantello la mano sinistra, avvolta da un guanto bianco, portando l’indice di fronte al volto oscurato, intimandola a fare silenzio.
    Homura sembrò prendersela per quell’ordine silenzioso, ma alla fine sospirò.
    “Non so che cosa tu ci faccia qui… Ma guai a te se fai qualcos’altro contro di loro. Ti ringrazio per avermi salvata prima, ma non credere che questo sia sufficiente perché io mi fidi di te.”
    La figura non rispose, limitandosi ad alzarsi in volo e seguire a distanza i custodi.
    Homura si girò, allontanandosi e scomparendo nel nulla.


     


    “Ma fin dove dobbiamo salire? Nello spazio?” esclamò Asuka.
    “Siamo quasi arrivati.” Rispose Rokumon.
    Neanche il tempo di dirlo che lo scenario attorno a loro cominciò a cambiare, cominciando a diventare sfocato, per poi prendere lentamente i contorni di una piccola città, al centro della quale c’era un’enorme ruota rossa, immobile, circondata da un lago, unito ad un fiume che attraversava il centro abitato.
    Tutto ad un tratto, Rinne tornò visibile a tutti, nonostante continuasse ad indossare il suo mantello.
    “Q-Questo… sarebbe l’aldilà?!” esclamò sorpresa Asuka, guardandosi attorno.
    “Non è molto diverso dalla Soul Society…” commentò Ichigo, mentre atterravano su una strada ai bordi del fiume.
    La barriera attorno a Ranma si infranse, liberandolo.
    “E con questo, direi che sono stato in tutti i posti esistenti.” Fece Ryoga, scendendo da Rokumon, seguito dagli altri.
    “Ce ne avete messo di tempo.” Disse una voce.
    Tutti si girarono verso la sua fonte, vedendo Dark e Hikari che li salutavano con le mani.
    “Hikari?” chiese sorpresa Akane, guardando la custode.
    “Lunga storia.” Rispose lei, sorridendo.
    “Dark, tu sai che cosa sta succedendo qui? E soprattutto… come avete fatto a giungere qui da soli?” chiese Sora.
    “Ottima domanda.” Aggiunse Rinne. “Senza essere guidati da uno Shinigami, o purtroppo anche Damashigami, per i comuni mortali dovrebbe essere impossibile raggiungere questo luogo.”
    “Temo proprio di non rientrare nella categoria dei comuni mortali.” Rispose Dark. “E a essere sinceri, siamo arrivati qui per puro caso.”
    Rinne evocò la sua falce.
    “Cosa intendi dire?”
    “Intende dire che lui non è un normale umano.” Replicò una voce, anticipando una signora dai capelli bianchi e un kimono nero, dal volto tuttavia giovanile.
    “Nonna!” esclamò Rinne. “Tu lo conosci?”
    Ma la nuova arrivata non rispose, limitandosi ad avvicinarsi a Rinne e poi sfregarli con forza i pugni sulla testa.
    “Quante volte ti ho detto di non chiamarmi così ma signorina?” disse, mantenendo un sorriso sul volto.
    “I-Inquietante…” commentò Ranma, attirando così su di sé l’attenzione della donna.
    “Ma dimmi… c’è stata una strage per aver dovuto portare tutte queste persone insieme? E la maggior parte sono bambini.”
    “Ehi, guarda che noi siamo ancora vivi!” esclamò Marco.
    “Sono quasi tutti custodi.” Spiegò velocemente Rinne. “Però ora vorrei sapere che cos’è successo. La ruota dovrebbe essere impossibile da fermare!”
    “È stata l’oscurità.” Rispose Hikari. “Ma non siamo ancora riusciti a individuarne la fonte.”
    “L’oscurità?” ripeté il rosso. “Insomma, si può sapere chi siete?! Siete anche voi dei custodi?”
    “Sì e no.” Fece Dark. “Ma da quel che ho sentito, un emissario di mia madre ti aveva avvertito del mio arrivo.”
    Rinne spalancò gli occhi.
    “Non sarai…”
    “E io che credevo che fosse un’esagerazione degli altri.” Intervenne Ranma. “Dunque sei davvero su un altro livello rispetto a noi, eh?”
    “Sinceramente, non mi cambia poi troppo.” Rispose l’incarnazione dell’Equilibrio. “Sarò anche un essere superiore, ma per tanto tempo sono stato convinto di essere un umano con dei semplici poteri.”
    “E all’epoca era già in grado di distruggere un mondo…” fece ironico Marco.
    “Tu quindi saresti un essere superiore?” chiese Ryoga, squadrando Dark. “Se lo dite voi… Secondo me lo posso stendere in pochi secondi.”
    “Ha tenuto testa a mio nonno, e lui è molto più forte di me.” Disse Pan. “E io ti ho steso usando una minima parte della mia forza. Sicuro di ciò che affermi?”
    “Senza contare che Dark e Hikari hanno affrontato direttamente l’Oscurità stessa.” Aggiunse Ichigo.
    “Senti Dark…” cominciò Ranma. “Visto che adesso sei in possesso di nuovi poteri, non è che riusciresti a rimuovere una certa maledizione?”
    “Ancora con questa storia?” si intromise Rinne. “Lo avevi chiesto anche a me, senza però dirmi i dettagli, motivo per cui ho rifiutato.”
    “È imbarazzante… E preferisco non scendere nei dettagli se-”
    Ma mentre il ragazzo parlava, inciampò, cadendo direttamente nel fiume.
    “E tanti cari saluti al segreto.” Commentò Akane, sospirando, mentre Ranma usciva fuori dall’acqua.
    “Maledizione! Neppure nell’aldilà evito certe figuracce!” esclamò, mentre Rinne, Mamiya e Rokumon lo guardavano increduli.
    “M-Ma che cosa ti è… successo?” chiese la ragazza, mentre Ranma si strizzava i vestiti.
    “È la mia maledizione. Ogni volta che mi bagno con dell’acqua fredda, mi trasformo in una ragazza.”
    “Oh cielo, questo sì che è un problema.” Fece la nonna di Rinne.
    “Mi dispiace.” Disse Dark. “Ma non posso alterare solo per te l’ordine dei mondi. In più questo non è neppure il tuo mondo d’origine, di conseguenza non posso aiutarti.”
    Sentendo ciò, Rinne si girò verso Ranma, Akane e Ryoga.
    “Come sarebbe a dire?”
    “Beh, la verità è che noi proveniamo da un altro mondo, e siamo capitati nel vostro per puro caso.” Rispose Akane.
    “Ecco perché siete apparsi di punto in bianco nella nostra scuola.”
    “Comunque…” li interruppe Sora. “Non eravamo venuti qui per un altro motivo?”
    “In effetti, la situazione al momento è piuttosto grave.” Disse la nonna di Rinne, facendosi seria. “Le anime cominciano ad accumularsi, e questo non va bene.”
    “Per una volta concordo con te.” Disse una voce, mentre da poco lontano un uomo vestito di bianco si avvicinava.
    I custodi rimasero sorpresi nel constatare l’incredibile somiglianza che aveva con Rinne, e ancora di più quando quest’ultimo, senza perdere troppo tempo, gli sbatté in testa la parte piatta della falce.
    “E tu che ci fai qui?” chiese freddo lo Shinigami.
    “Mi hanno avvertito che alcuni miei sottoposti hanno stupidamente attaccato dei custodi privi di soldi, e così ero venuto a scusarmi con loro. Poi ho saputo della ruota e sono venuto a controllare.”
    “Perché ho l’impressione che sia più dispiaciuto per il fatto che eravamo senza soldi piuttosto che per l’averci attaccato?” commentò Marco.
    “Cosa vuole guadagnarci il presidente della Damashigami Company?” chiese la nonna di Rinne, guardando minacciosamente l’uomo.
    “Non te la si può fare, eh?”
    “Nonostante tutto sono tua madre, e so bene che cosa ti passa per la testa, Sabato.”
    L’uomo sospirò.
    “La questione è molto semplice. Se la ruota non riprende a girare, noi Damashigami non avremmo più alcun guadagno nel portare le anime nell’aldilà, perciò è tutto nel nostro interesse aiutare a ripristinare la situazione.”
    Rinne continuò a guadarlo male, per poi girarsi verso Dark e Hikari.
    “Dicevate che è stata l’oscurità a fermare la ruota. Come può averlo fatto?”
    “Escludo tramite degli Heartless. Temo che ci sia un custode oscuro dietro a tutto questo.”
    “E io credo di sapere di chi si tratta.” Fece Black Star, serio.
    “Dici sul serio?” chiese Shinji.
    “Non sono mai stato un asso nella percezione delle anime… anzi, faccio prima a dire che sono mai stato in grado di usarla. Tuttavia ho una strana sensazione da quando siamo arrivati qui. Una sensazione che ho già affrontato più volte.”
    Dark annuì.
    “Capisco. Allora se le cose stanno così, direi che il vostro compito è quello di fermarlo.”
    Black Star sorrise, mentre Tsubaki si trasformava in Keyblade.
    “Consideralo già fatto.” Rispose, per poi saltare in alto, creando una sfera di fuoco che lanciò verso la ruota.
    “Fermo! Così la distruggerai!” esclamò Rinne.
    Ma con sua sorpresa, dalla ruota uscì una lama nera, che distrusse la magia come se niente fosse.
    “Che cosa…?” fece Ranma, preparandosi a combattere.
    “Non so come comportarmi…” disse una voce, mentre sulla ruota si apriva un varco oscuro, da cui uscì Crona. “…con chi mi scopre.”
    “Quello è Crona!” esclamò Saiko, riconoscendo l’avversario ed evocando il Keyblade.
    “Chi è?” chiese Rinne.
    “Un custode oscuro, scelto direttamente dall’Oscurità.” Rispose Tsuna, mentre sulla sua fronte appariva la fiamma e il suo sguardo si faceva serio.
    “Vediamo di ridurlo a un mucchio di cenere!” esclamò Natsu, creando attorno a sé un tornado di fuoco.
    Nello stesso instante intorno a Pan si alzò dal nulla un forte vento, mentre i suoi capelli andavano verso l’alto, per poi cambiare di colpo colore, diventando di un forte biondo.
    I vestiti di Ichigo cambiarono subito, lasciando dietro di sé il suo corpo ed evocando il Keyblade, che fu subito avvolto dalla sua aurea nera.
    Shinji invece evocò la sua lancia, che puntò subito all’indirizzo di Crona.
    Black Star invece rimase fermo sopra di loro, con il Keyblade in mano.
    “Non sottovalutatelo.” Disse semplicemente.
    Come se volesse dargli ragione, dalla schiena del custode oscuro cominciò ad uscire una vera e propria onda nera, che prese lentamente le sembianze di un enorme essere umanoide nero con una grande X bianca sul volto ai cui lati si trovano gli occhi, anch’essi completamente bianchi.
    Improvvisamente, sul vuol volto apparve una bocca, che spalancò subito, emettendo un urlo che costrinse tutti a tapparsi le orecchie.
    “Che cos’è quella cosa?!” urlò Ranma.
    Mentre diceva ciò, Crona alzò le mani di fronte a sé, creando una sfera oscura che lanciò contro i custodi.
    “Maledizione!” sbraitò Black Star, colpendo con una di fuoco e distruggendola.
    Il mostro chiuse la bocca, che si volse subito a un sorriso inquietante, imitato da Crona.
    Di fronte a lui apparvero quattro varchi oscuri, da cui uscirono le quattro ragazze che prima li avevano attaccati.
    “Cosa?!” esclamò Ichigo, guardandole sorpreso. “Quindi erano dalla sua parte?”
    “La follia è molto potente se unita all’oscurità.” Rispose Crona.
    “La follia?” ripeté Mamiya.
    “È la forza di Crona, e se è riuscito a unirla all’oscurità, il mix potrebbe rivelarsi veramente pericoloso.” Rispose Edward.
    “Esatto mocciosi!” urlò il mostro di Crona. “È grazie a questo mix che siamo riusciti a manipolare queste quattro ragazze, facendole passare dalla nostra parte!”
    “E sembra senza che loro se ne possano rendere conto…” commentò Pan.
    “Ecco perché sentivo che c’era qualcosa che non tornava.” Disse Tsuna. “Sono come vuote.”
    “E tu come fai a dirlo?”
    Il decimo sorrise.
    “Diciamo che non ho ancora usato tutte le carte a mia disposizione contro i nostri nemici.” Rispose, per poi far partire dalle mani due fiammate, raggiungendo Black Star.
    Madoka evocò il suo arco, che puntò contro di loro, per poi lanciare diverse frecce nella loro direzione.
    I due custodi le evitarono facilmente, per poi avvicinarsi ulteriormente.
    “Non possono vincere contro di loro.” Disse una voce dietro agli altri custodi.
    Tutti si girarono, ritrovandosi di fronte Kyubey.
    “Tu non sei quello strano animale che stava con loro?” chiese Edward, puntandogli contro il Keyblade.
    “Sì. Sono stato io a farle diventare delle maghe. E sempre io a dirle di attaccarvi, ma non pensavo di essere manovrato. Mi avevano garantito che sconfiggendo voi custodi avrei potuto impedire l’entropia dell’universo. Purtroppo, ho scoperto troppo tardi che non era così.”
    I custodi lo guardarono curiosi.
    “Cos’hai a che fare con l’entropia?” chiese Dark.
    “Voi meglio di me sapete che l’universo è prossimo alla sua scomparsa. Il mio compito è quello di impedire che la sua energia si esaurisca. Per questo, da sempre, mi sono occupato del mondo da cui provengono Madoka e le altre. Trasformando alcune specifiche ragazze in maghe, la loro energia permette all’universo di resistere, ma ora nemmeno questo era sufficiente, per questo ho cercato altre soluzioni.”
    “Che stupidaggine.” Fece Asuka. “Se bastasse così poco, noi custodi saremmo inutili, no?”
    La creatura non fece una piega, mostrando sempre il suo sorriso.
    “Ma non è tutto, vero?” disse Dark, guardandolo. “Che cosa fai esattamente a quelle ragazze?”
    “Io offro loro un desiderio, che possono usare per chiedere quello che vogliono. Un oggetto, la guarigione di una persona, anche di cambiare la struttura dell’universo, se il loro potenziale è sufficiente.”
    “Bello… e dov’è la fregatura?” chiese Marco.
    “La loro anima viene estratta dal loro corpo, venendo compressa in una gemma, la Soul Gem. Grazie ad essa, non devono preoccuparsi di ciò che succede ai loro corpi, perché non proveranno alcun dolore. E finché la Soul Gem sarà integra, non possono morire.”
    “Ecco perché la loro aurea era diversa…” fece Pan.
    “In pratica le hai rese… degli zombie!” esclamò incredula Ran.
    “Voi umani le definite sempre così, ma non è tutto. A lungo andare, le maghe esauriscono il loro potere. E quando questo succede… si trasformano in streghe. L’oscurità si impadronisce delle loro Soul Gem e le trasforma.”
    “Questo significa…” cominciò Edward, per poi spalancare gli occhi.
    “Dobbiamo fermare Crona subito!” esclamò Ichigo.
    Ma proprio mentre diceva ciò, Crona creò una lancia d’oscurità, che scagliò contro di loro, più precisamente contro Saiko.
    Il mangaka evocò il Keyblade e cercò di deviarla.
    Ma prima che lo raggiungesse, una figura avvolta da un mantello grigio si mise in mezzo, facendo deviare la lancia con un raggio laser proveniente da dentro il mantello.
    Dark e Hikari, come gli altri, guardarono sorpresi la figura.
    “E tu chi sei?” chiese Saiko, fissando il nuovo venuto.
    Lo sconosciuto si girò per guadarlo, senza però levarsi il mantello che gli oscurava il volto.
    “Attento!” urlò Shinji.
    La figura si voltò, riuscendo ad evitare per un soffio la lancia di Kyoko, che prese solo il mantello, portandoglielo via.
    “Che cosa?!” esclamò Riku incredulo, come anche Marco e diversi altri custodi.
    Di fronte a loro c’era il Blue Ranger, con in mano la sua pistola laser.
    “J-Justin?” fece Saiko al ranger, che però non rispose e alzò verso Kyoko la pistola.
    “E tu chi sei?” chiese quest’ultima. “Un amante dei costumi strani?”
    Il Blue Ranger sparò subito una serie di proiettili laser, che la maga deviò con la lancia.
    “Ti ci vorrà ben altro per sconfiggermi! Riprovaci!”
    Ma non appena ebbe detto ciò, il Blue Ranger scomparve, riapparendo alle sue spalle e colpendola alla testa con qualcosa che i custodi non riuscirono a vedere subito.
    Solo quando Kyoko cade a terra priva di sensi i custodi riuscirono a distinguere l’oggetto.
    Era il Keyblade di Justin, ancora completamente privo di colori, che il Blue Ranger impugnava senza difficoltà.
    Poi, senza dire niente, alzò una mano verso le restanti maghe.
    Dal nulla apparvero decine di catene, che circondarono subito le tre ragazze, per poi farle cadere a terra incapaci di muoversi.
    “Cosa?” fece Crona, senza però mostrare alcuna emozione. “Come ha fatto? Non so come comportarmi con gli imprevisti!”
    “Idiota!” gli fece la sua creatura. “Sai bene chi è! E deve morire!”
    Crona mostrò subito lo stesso sorriso di prima.
    “Giusto.”
    “Non te lo permetteremo!” esclamarono insieme Black Star e Natsu, scagliandosi contro di lui, entrambi con un pugno.
    “Ugh…” fece Natsu, arretrando e guardandosi la mano. “Ma di che cos’è fatto? Mi è sembrato di colpire il ferro.”
    “È in grado di solidificare il suo sangue, rendendolo sia un’arma che una difesa perfetta.” Spiegò l’assassino, mentre la sua mano libera veniva avvolta da degli strani fulmini. “Per questo bisogna colpirlo direttamente… con l’anima!” urlò, lanciandosi nuovamente all’attacco e colpendolo in pieno.
    Questa volta il custode oscuro si piegò per il dolore, sputando del sangue nero.
    “Anima, eh?” fece Pan, cominciando a caricare la sua onda energetica. “Vediamo se va bene anche l’energia. Spostatevi da lì!”
    Black Star e Natsu obbedirono, lasciando Crona da solo.
    Pochi instanti dopo la Sayan lanciò il suo attacco, la cui onda d’urto spinse indietro Rinne e gli altri non custodi.
    Il mostro si mise di fronte a Crona, poco prima che entrambi venissero investiti in pieno dall’onda, scomparendo dentro essa.
    “C-Chi accidenti è quella bambina?” balbettò incredulo Ranma, mentre Pan faceva esaurire l’attacco.
    Sopra di loro, non appena l’onda scomparve, riapparve Crona, senza però il suo mostro e con diverse bruciature su gran parte del corpo.
    “Dolore…” disse, guardando il suo sangue uscire e cadere giù.
    Dietro di lui l’enorme ruota ricominciò lentamente a girare.
    “È finita Crona!” gli urlò Black Star. “Faresti bene ad arrenderti!”
    “Non posso… Non so come comportarmi se mi arrendo…”
    Ma prima che potesse continuare, il Blue Ranger apparve dal nulla davanti a lui, con il Keyblade in mano.
    Crona spalancò gli occhi spaventato, mentre il suo avversario spostava velocemente la chiave leggendaria per dargli il colpo di grazia.
    “No!” fece in tempo ad urlare Crona, prima di ritrovarsi infilzato dalla chiave leggendaria all’altezza dello stomaco.
    “AHHHH!!!!” continuò ad urlare, mentre dal suo corpo uscirono decine di spuntoni neri, che il Blue Ranger evitò saltando all’indietro.
    “MALE!!!” gridò il custode oscuro, sparendo in un varco.
    Il Blue Ranger rimase fermo al suo posto, limitandosi a girare la testa verso i custodi.
    “J-Justin…” fece Marco. “Sei tu?”
    Il Blue Ranger come risposta creò una sfera di luce, che lo avvolse completamente, accecando i presenti.
    Quando essa scomparve, di lui non c’era più alcuna traccia.
    “Perché se n’è andato così?” esclamò Saiko.
    “Justin era stato eliminato.” Disse Dark, sorpreso quanto gli altri. “Ryo e Koji hanno detto che il suo cuore non è volato via quando il suo corpo si è dissolto, il che significa che è stato distrutto.”
    “Però quello era senza dubbio il suo Keyblade. E solo lui poteva usarlo.” Continuò Hikari, altrettanto incredula. “E indossava la sua tuta, che poteva essere indossata solo da lui, e che era andata persa con la sua sconfitta.”
    “Quindi sarebbe un impostore?” esclamò Tsuna. “Mi rifiuto di crederlo! Perché ci avrebbe aiutato altrimenti? Ne sono sicuro, non aveva cattive intenzioni!”
    “Sono d’accordo con loro.” Fece Rinne. “Uno non aiuta gli altri senza motivo. Soprattutto se questi vengono tutti da mondi diversi.”
    “Ad ogni modo, l’importante è che la ruota abbia ripreso a girare.” Disse sua nonna, per poi voltarsi verso le quattro maghe. “Però di loro che ne facciamo?”
    “Non preoccupatevi.” Rispose Kyubey, avvicinandosi. “Le riporterò io nel loro mondo d’origine. E farò in modo che dimentichino tutto quello che è successo. La loro psiche potrebbe uscirne sconvolta se dovessero rendersi conto di aver aiutato un essere oscuro. Gli umani… non li capirò mai.”
    Dark lo guardò andare dalle ragazze, per poi scomparire nel nulla con esse.
    “Quello sì che era un essere strano.” Commentò Shinji.
    “Ma a noi non importa.” Fece Dark, per poi aprire un varco. “Ad ogni modo, complimenti. Direi che anche la seconda prova è superata.”
    “Adesso che cos’hai in mente per noi?” chiese Marco. “Renderci un esercito di zombie?”
    “Ti ho già detto che non ricordo le prove. L’unico modo per scoprirle… è andare avanti.”
    “Evvai…” fece sarcastico Sora. “Mi sono bastati due mondi per averne abbastanza di trasformazioni… spero che sia finita.”
    Detto ciò, tutti i custodi attraversarono il varco, lasciando indietro solo i due rappresentati dell’Equilibrio.
    “Così ve ne andate già?” chiese la nonna di Rinne. “Il nostro mondo è in debito nei vostri confronti.”
    “Aspettate a festeggiare. La guerra è sempre più vicina.”
    “Beh, significa che la mia società avrà più lavoro.” Commentò Sabato, poco prima di ricevere nuovamente la falce del figlio sulla testa.
    “Tu te ne starai buono per un po’!” disse Rinne.
    “E noi?” chiese Ryoga. “Puoi almeno riportarci al nostro mondo?”
    “Credo sia meglio per voi restare qui.” Rispose Hikari. “E poi, avrete modo di imparare nuove tecniche, no? Chissà, forse potreste esserci d’aiuto nella guerra.”
    “Se ci sono avversari forti, volentieri!” esclamò Ranma, per poi rivolgersi a Rinne. “Accetti allievi? Sembra che la tua professione di Shinigami ti porti spesso a combattere, se vai in giro con una falce.”
    “Non proprio sempre, ma qualche volta capita.” Rispose Mamiya.
    “Allora ci vediamo la prossima volta. Cercate di resistere all’oscurità.” Disse Dark, sparendo con Hikari nel varco.
    “Allora noi possiamo tornare nel mondo dei vivi.” Fece Rokumon.
    Ranma si girò lentamente verso di lui, per poi saltare in alto e andare a nascondersi dietro ad Akane.
    “Perché non gli ho chiesto di insegnarmi a volare?!” urlò terrorizzato, facendo scoppiare tutti a ridere.




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    Edited by darkroxas92 - 12/6/2012, 09:38
     
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