Equilibrio

la mia nuova fan fiction

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  1. darkroxas92
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    暗いロクサス92

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    In occasione del compleanno di Dark, ecco qui il nuovo capitolo!
    Finalmente l'esame dell'Equiilibrio ha inizio! E con esso, anche una serie di capitoli di quella che verrà definita "Follia Darkroxasiana", dato che non so come altrimenti definire queste idee XD.
    Inoltre, questo capitolo è anche un mio ringraziamento a Liberty89, per l'enorme aiuto che mi da come beta reader.
    E ora, prima di lasciarvi a tanto attesso capitolo 73, le risposte alle recensioni!

    @ Armitrael: Io ho solo detto che ha aiutato l'Equilibrio, non che sia sparita XD. Se poi è una guardiana o una custode, per scoprirlo dovrai aspettare la guerra XD. Per i Lord del Keyblade... vedrai, vedrai... sai che non faccio nulla per caso XD
    @ Liberty89: Eh, il Keyblade di Justin sarà un bel mistero di questa saga, come già sai XD. Black Rock Shooter mi sembrava il personaggio più adatto, dato che anche nella sua versione priginale si muove tra luce e tenebre XD

    Detto ciò, vi lascio al nuovo capitolo! E se avete dubbi sui personaggi, ricordatevi di guardare le info a fine capitolo!

    Capitolo 73: La prima prova! Changes e nuovi incontri! - Torna all'indice dei capitoli
    Un bambino dai capelli castani sospirò.
    “Che noia… non succede mai nulla d’interessante…” si lamentò.
    “A chi lo dici.” Rispose un altro bambino, dalla pelle scura e privo di capelli. “E io che speravo che dopo l’annuncio di Aqua avrebbero sospeso le lezioni per farci apprendere tecniche di combattimento!”
    “Magari! Invece ci hanno relegato come se niente fosse alla solita monotonia scolastica.” aggiunse un terzo bambino dai capelli biondi, con un vistoso apparecchio sui denti.
    “Come vorrei che accadesse qualche novità…” fece il castano, per poi abbassare la testa verso il tavolo. “Ovviamente non è una frase rivolta a voi.” mormorò.
    “Davvero?” rispose una voce, che sembrava provenire da una gomma verde. “E dire che ero già pronto ad esaudire la tua richiesta.”
    “Cosmo! Non vorrai combinarne un’altra delle tue, vero?!” fece la matita rosa accanto.
    Il ragazzo sospirò.
    “Direi che sono già abbastanza nei guai. Tra poco ci sarà un test e io prenderò la mia ennesima F…”
    “Ehm… e l’imminente guerra annunciata?”
    “Tanto non succede nulla! C’è stato giusto quel piccolo venticello…”
    “Ehi Timmy!” disse il bambino con l’apparecchio. “Non per interrompere il tuo monologo con la cancelleria, ma quel ‘piccolo’ venticello ha provocato danni da milioni di dollari.”
    “Senza considerare che gli strumenti più tecnologici non sono riusciti a capire da dove provenisse.” Fece l’altro.
    “Sai che roba. Qui gli scienziati non saprebbero capire nemmeno se una stella è spenta o no.”
    Il bambino sospirò nuovamente.
    “Non chiedo troppo, solo un po’ di-”
    Ma mentre stava per concludere la frase, il muro alle sue spalle esplose, lasciando giusto una sagoma di cemento precisa a lui.
    “…movimento…” terminò, per poi girarsi lentamente.
    “Alchimista da quattro soldi!” urlò una voce maschile, poco prima che una ragazza dai lunghi capelli biondi, avvolta in un mantello dorato facesse il suo ingresso dalle rovine della parete, atterrando tra i banchi.
    “Ti ho già detto che io non c’entro niente!” urlò rivolgendosi a qualcuno.
    “Idiozie! Tu sei l’unico che poteva farlo!” rispose un ragazzo dai corti capelli color rame, con addosso una tuta rossa come il fuoco, entrando anche lui nell’aula, con una sfera di fuoco in mano.
    “Perciò preparati a dire le tue ultime preghiere!”
    “Fermati!” disse una voce femminile, mentre una seconda ragazza, dai lunghi capelli castano scuro e con una maglietta bianca a maniche corte, li raggiungeva.
    “Che vuoi tu?” gli sbraitò contro il ragazzo.
    “Se non te ne fossi accorta, siamo sbucati in mezzo ad una scuola!” rispose lei.
    Il ragazzo a quel punto si fermò, guardandosi attorno.
    Gli studenti li stavano guardando con occhi spalancati.
    “T-Timmy…” fece il bambino calvo. “La prossima volta che desideri interrompere la monotonia, vedi di far accadere cose di entità ‘leggermente’ meno grave…”
    Ma il bambino non rispose, limitandosi a guardare i tre nuovi arrivati.
    Poi, senza pensarci due volte, prese la gomma e la matita, per poi uscire di corsa dall’aula.
    “Uhm… io sarei della sua stessa idea…” disse il bambino biondo. “Per quanto questo scontro potrebbe risultare fantastico, quella sfera di fuoco m’ispira poca fiducia…”
    “Cavoli…” fece il ragazzo, facendo sparire la magia. “Se non fosse che ho paura delle conseguenze, non mi fermerei di certo. La mia vendetta sarà molto lenta e dolorosa.”
    “Ma perché capitano tutte a me… Prima Winry che mi tirava le chiavi inglesi in testa, ora la pazza psicopatica che è convinta di essere la migliore, ma che alla fine si fa battere da tutti…”
    Sentendo ciò, il ragazzo chiuse le mani a pugno.
    “Scusa, potresti ripetere le ultime parole? Credo di non aver capito bene…”
    “Forza Asuka, calmati…” fece l’altra ragazza.
    Ma prima che potesse aggiungere altro, una sfera di fuoco la colpì in pieno, facendola volare indietro.
    “E tu sta’ zitto, StupiShinji! Credi che non abbia capito che cosa stai pensando?! Dopotutto sei pur sempre un pervertito, altro che divinità!”
    “Sinceramente, credo che dargli del pervertito sia come dire che Dark è buono e innocuo come un agnellino… E credo che se dovessimo vederlo così, possiamo pure considerarci spacciati.”
    “Ehm… scusate se v’interrompo…” fece il bambino biondo, avvicinandosi con timore. “Ma avete intenzione di conquistare o di distruggere la Terra? No, giusto per sapere…”
    “Distruggere? Non ne abbiamo la minima intenzione.” fece Shinji, rientrando nell’aula, mentre le bruciature sul suo corpo scomparivano nel nulla. “Però Asuka, dovresti controllarti meglio. Se fossi stato un normale essere umano, sarei potuto morire.”
    “Umpf. Tanto non lo sei, no? Tu sei il grande Shinji Ikari, la divinità che ci aiuta… Ma fammi il piacere!”
    “Potrei sapere come mai ti rivolgi a lei come se fosse un maschio? E perché la chiami divinità?”
    “Perché uno, lui non è una ragazza; secondo, perché è veramente una divinità.”
    Sentendo ciò, i due ragazzi si girarono verso Shinji, con occhi spalancati.
    “Ehm… che cosa vi prende?” chiese lui, osservando uno strano luccichio nei loro occhi.
    “Quindi hai usato i tuoi poteri divini per trasformarti e mischiarti a noi?!” esclamò il bambino biondo. “Piacere, io sono Chester. Dimmi, accetti apprendisti?”
    Ma prima che potesse continuare, fu spinto via dall’altro.
    “Io sono A.J.! Immagino che tu sia a conoscenza di tecnologie decisamente superiori alle nostre. Sei disposto a condividere le tue conoscenze con il più grande scienziato di questo pianeta, ovvero me?”
    “Modesto, il bambino…” fece una voce maschile, mentre un bambino con una coda, molto simile a Goku entrava nell’aula, passando per la porta. “Di sicuro però è più intelligente di voi… esistono le porte, sapete?”
    “Aspetta… tu non sarai mica…”
    “Già, sono Pan, e la situazione è già abbastanza imbarazzante di per sé, perciò se non vuoi che ti distrugga, evita di commentare. Altrimenti potrei farti una foto e mandarla a Winry e a tuo fratello. Chissà le risate che si farebbero.”
    “Non oserai…”
    “Suvvia Pan, siamo tutti un po’ a disagio.” fece una voce femminile, anticipando un gruppo di sei ragazze, che entrò nell’aula.
    “Anche voi?!” esclamarono in contemporanea Ed e Asuka.
    “Per piacere, non ricordatemelo. Se Azuki o Takagi lo scoprono, non avrò più il coraggio di farmi vedere…” disse una ragazza dai capelli neri misti al blu, che cadevano fino alle spalle. “Nemmeno Shujin nelle sue idee più malate era arrivato a tanto.”
    “E io che dovrei dire? Già prima avevo bisogno di un bravo psichiatra ma ora dove lo trovo uno che riesca a resistere più di cinque minuti prima di scappare o di farmi rinchiudere in manicomio?!” fece un’altra, con i capelli scuri e corti. “Non bastava affrontare decine di migliaia di creature diverse, vero?”
    “Maledizione!” sbraitò una ragazza dai capelli bianchi, con due orecchie da cane che sbucavano tra essi. “Questa situazione è decisamente peggiore di quando c’è la luna nuova… almeno in quell’occasione non mi copro di ridicolo.”
    “Per quel che mi riguarda, sono contento che non ci sia nessun altro del mio mondo. Già quando divento un Hollow mi considerano spaventoso… ma se mi faccio vedere così, sarò io ad aver bisogno di uno Shinigami.”
    Dietro di loro si poteva vedere l’ultima ragazza, seduta a terra impegnata a disegnare dei cerchi col dito.
    “Perché a me… Prima un bambino serial killer decide di farmi diventare un boss mafioso, poi vengo trascinato per l’universo, e ora questo… Cos’ho fatto per meritarmi ciò?”
    “Tsuna è quello che l’ha presa peggio di tutti, eh?” fece Shinji, avvicinandosi al gruppo di custodi.
    “Dunque è questa la prima prova…” disse Saiko. “Credevo in qualcosa stile battaglia all’ultimo sangue o simili.”
    “Piuttosto… dove sono finiti gli altri?” domandò Pan.
    “Non ne abbiamo idea, ma sinceramente… sono un po’ curioso di vedere Dark.” replicò Inuyasha, sorridendo.
    “Se ci tieni così poco alla tua vita, fai pure. Io spero di non vederlo… perché so che scoppierei a ridere, e conoscendolo, mi ritroverei a vagare nello spazio aperto diviso in atomi.”
    “Cavoli… di nuovo così, eh?” fece una voce, mentre una ragazza dai capelli azzurri, con una stella sulla spalla e una tuta bianca li raggiungeva, affiancata da un ragazzo dai capelli neri raccolti in una lunga coda, con pantaloni e uno smanicato neri e delle bende attorno alle mani. “Almeno sembra che stavolta siamo cambiati solo d’aspetto.”
    “Già. L’altra volta a quest’ora avevamo già cominciato a dimenticarci cos’eravamo in origine.” fece il ragazzo.
    “Black Star e Tsubaki?” chiese Asuka, ricevendo due assensi come risposta. “Come sarebbe a dire ‘l’altra volta’?”
    “Ci è successa la stessa cosa nel nostro mondo. Noi e tutti gli altri, tranne Kid, ci siamo trasformati, però speravo che non mi capitasse più.”
    “Mondo? Scusate, ma voi da dove venite?” chiese A.J.
    “Da dove veniamo… Ognuno di noi, o quasi, viene da un mondo diverso.” Rispose Inuyasha
    “Che cosa?! Venite da altri mondi?! Ma allora voi siete-”
    “Sì, siamo custodi, lo sappiamo.” completò Asuka, come recitando una frase a memoria.
    “Custodi?! Volete dire che non siete piloti di Evangelion?” domandò sorpreso Chester.
    Asuka e Shinji sgranarono gli occhi, per poi girarsi verso il bambino.
    “Dove hai sentito quel nome?!” esclamarono insieme.
    “L’ha detto una ragazza che abbiamo visto qualche giorno fa.” Rispose A.J. “Ha detto che era un ex pilota di un robot gigante chiamato Evangelion, e che proveniva da un altro mondo.”
    I due piloti si guardarono.
    “Rei Ayanami!” esclamò Shinji. “Ma com’è possibile?”
    “Se non lo sai tu! Non dicevi che era scomparsa dopo che vi siete fusi?”
    “Così credevo.”

    Mentre i custodi chiedevano maggiori informazioni ai due bambini, Timmy guardava da lontano la scena, per poi correre a nascondersi in un corridoio buio.
    “Okay, ora spiegatemi…” disse, girandosi. “Non vi avevo detto di non esaudire il mio desiderio?”
    Di fronte a lui apparvero dal nulla due esseri volanti dall’aspetto umano, entrambi con una corona sospesa sulla testa, un paio di ali che gli permettevano di volare e una bacchetta dorata in mano.
    La prima aveva dei capelli rosa, mentre il secondo dei capelli verdi.
    “Infatti non abbiamo fatto nulla. Non abbiamo nemmeno alzato la bacchetta!” fece la rosa.
    “E allora perché quei tipi sono spuntati fuori dal nulla?! Distruggendo metà classe per di più! Crocker si metterà subito alla vostra ricerca, convinto che ci siate voi dietro! E sapete bene che se vi scopre, dovrete andarvene!”
    “Non ne abbiamo idea! Forse è stato qualcun altro…”
    “O forse sono arrivati qui per conto loro!” disse l’altro, per poi alzare la bacchetta e far apparire dal nulla una macchina fotografica. “Però direi che avresti ottimo materiale per uno scoop!”
    “Non m’interessa! Desidero che tutti loro tornino da dove sono venuti!”
    “Agli ordini!” esclamarono i due insieme, alzando le bacchette, che s’illuminarono.
    Ma pochi secondi dopo, le due bacchette emisero uno strano rumore, per poi afflosciarsi come se fossero state di carta.
    “E ora che cosa succede?” chiese Timmy, deglutendo.
    “È strano… sembra che il nostro potere non sia sufficiente. Com’è possibile?!”
    “Che siano anche loro degli esseri magici?” azzardò il bambino.
    “Anche se fosse, la nostra magia non dovrebbe fallire così. Non era mai successo prima…”
    “Timmy Turner!” urlò una voce, poco prima che una nuvola di fumo apparisse dal nulla, lasciando al suo posto un uomo decisamente alto e dai muscoli ben sviluppati, anch’egli con una corona volante sulla testa e in mano una bacchetta gigante, alta come lui.
    “Jorgen Von Strangle!” esclamò Timmy. “Che cosa ci fai qui?!”
    “Sono qui per causa tua! Hai attirato in questo mondo un essere superiore!”
    “Cos’ho fatto?!”
    “Ehm… no, non è così.” intervenne la fata dai capelli rosa.
    “Che cosa vuoi dire, Wanda?”
    “Sto dicendo che io e Cosmo non abbiamo fatto nessuna magia per far arrivare qui un essere superiore!”
    “E allora come sono arrivati lui e la sua combriccola?! Magari sanno usare la magia per conto loro, eh?!”
    “Maledizione!” fece una voce femminile, mentre di fronte a loro passavano una ragazza dai capelli rosa, affiancata da un gatto con delle ali. “Se scopro chi ha fatto questa magia…” Mentre diceva ciò sputò una fiammata dalla bocca. “Giurò che lo faccio arrosto!”
    “Suvvia Natsu, sai anche tu che esistono molti tipi di magia. Ora però, pensiamo a trovare gli altri.”
    Senza che si accorgessero dei quattro, Natsu e Happy se ne andarono, lasciandoli basiti.
    “Okay, forse come ipotesi non è impossibile, però la domanda che resta è: perché sono qui?”
    “Forse vogliono attaccarci. Dall’entrata che hanno fatto potrebbe anche essere.”
    “Allora perché non facciamo venire qui dei guerrieri in grado di tenergli testa e che non abbiano intenzione di attaccarci o di conquistare il nostro mondo?” propose Cosmo.
    I tre si girarono verso di lui, con occhi spalancati.
    “Presto, devo ordinare l’evacuazione del nostro mondo!” esclamò Jorgen, facendo sbattere la bacchetta per terra e sparendo in una nuvola di fumo.
    “Il fatto che Cosmo abbia avuto un’idea così geniale potrebbe davvero causare la fine del Fantamondo.” fece Wanda, scuotendo la testa.
    “Ma si può sapere che cos’ho detto?” chiede l’altro essere, non riuscendo a comprendere la loro reazione.
    “Niente, non preoccuparti. Beh, allora direi di mettere in pratica la sua idea. Desidero che portiate qui dei guerrieri in grado di tenere testa a quei tipi e che non abbiano intenzione di farci del male!”
    “Agli ordini!” esclamarono i due, alzando le bacchette, che s’illuminarono di nuovo.
    Immediatamente, al loro fianco apparve una nube.
    “Come stavo dicendo…” fece una voce proveniente dal suo interno. “Se noi aggiungessimo questa micro carica di plutonio, le nostre armi diventerebbero ancora più potenti.”
    “Teoria interessante, ma secondo me, se uniamo al plutonio anche dell’idrogeno, la carica sarebbe maggiore.”
    Quando la nube cominciò a svanire, di fronte a Timmy, Cosmo e Wanda si resero visibili quattro pinguini, di cui tre seduti per terra, mentre il quarto era di fronte ad una lavagna, affiancato da un bambino.
    “Potremmo anche aggiungere questo fattore mutageno.” Fece quest’ultimo, tirando fuori dalla tasca una fiala al cui interno c’era un liquido verde ben poco rassicurante.
    “E farlo bere a Rico, creando così un super pinguino mutante distruttivo! Con lui, non avremmo nessun problema nella guerra!”
    “Io ho paura…” disse Soldato, tremando vistosamente.
    “In effetti, comincio ad avere dei seri dubbi sul fatto di aver approvato la loro collaborazione, ma la cosa più preoccupante, è vedere Rico prendere appunti sulle loro idee.” fece Skipper, osservando l’ultimo pinguino con in mano un block notes e una matita con cui scriveva con evidente passione e interesse.
    Timmy nel frattempo si girò verso Cosmo e Wanda.
    “Pinguini parlanti e un bambino? Scusate, ma per guerrieri che cosa intendete voi Fantagenitori?!”
    “Abbiamo usato tutta la magia a nostra disposizione, e poi, non sappiamo nemmeno che cosa sono in grado di fare.”
    Solo in quel momento i cinque nuovi arrivati si girarono verso di loro.
    Immediatamente, Cosmo e Wanda nascosero le bacchette dietro la schiena.
    “Skipper, ho l’impressione che non ci troviamo più nella Città di Mezzo.” osservò Kowalski.
    “Ma davvero, non l’avrei mai capito.” rispose ironico lui. “Kowalsky, opzioni!” ordinò.
    “Ad una prima analisi, direi che ci troviamo in una scuola elementare. Siamo arrivati qui senza usare alcun varco, perciò è probabile che siamo stati risucchiati da un buco nero extra-dimensionale.”
    “Oppure uno dei miei amici potrebbe averci inghiottito dopo aver mangiato una scuola.” azzardò il bambino.
    “Lio, per quanto i tuoi amici, tra i quali ricordo in particolar modo il cupo mietitore, possano essere strani, non ti avrebbero mai mandato in una scuola, con tutti i tuoi tentativi di distruggerla, no?”
    “Suvvia, solo per qualche esplosione atomica e delle distorsioni spazio temporali…”
    “Quel ragazzo mi è simpatico.” Fece Timmy, attirando l’attenzione su di sé.
    “Rico, mitra!” ordinò Skipper, ricevendo subito l’arma dal pinguino, che la sputò dalla bocca come se niente fosse.
    “Chi sei?!” chiese, puntandogliela contro.
    “Un pinguino che può sputare un mitra? Fantastico!” esclamò il bambino.
    “Skipper, ci ha scoperto, che cosa facciamo?” domandò Soldato.
    “Potremmo sottoporlo a strazianti torture che farebbero chiedere pietà a chiunque… oppure potremmo usarlo come cavia per gli esperimenti di Kowalsky e Lio.”
    “Ecco… a dir la verità sono stato io a farvi arrivare qui.” fece Timmy.
    “Oppure potremmo estorcergli le sue conoscenze scientifiche per scoprire che cos’è in grado di fare!” s’intromisero i due scienziati.
    “Ecco…” cominciò Timmy, guardando con panico Cosmo e Wanda.
    “Timmy è un brillante scienziato, e noi siamo le sue invenzioni, in grado di realizzare qualsiasi cosa chieda!” esclamò Cosmo.
    Timmy e Wanda lo guardarono con occhi sgranati.
    “Okay, cominciò a perdere sempre di più la speranza di riuscire ad arrivare a fine giornata. È già la seconda idea geniale in pochi minuti. Non lo pensi anche tu, Wanda? Wanda?”
    Ma l’interpellata stava stringendo forte il collo di Cosmo, il cui colore della faccia stava diventando blu.
    “Tu chi sei?! Cosa ne hai fatto di mio marito?!” urlò Wanda, continuando a stringerlo con forza.
    “M-Ma cara, s-sono io!” rispose lui a fatica, cercando inutilmente di riprendere aria.
    “In grado di esaudire ogni tuoi desiderio in pratica, eh?” ripeté Skipper scettico. “Dimostracelo! Chiedigli un laboratorio attrezzato dove possiamo eseguire ogni sorta di esperimento!”
    Timmy lo guardò per qualche secondo.
    “Desidero quello che ha chiesto il pinguino!” esclamò infine.
    Wanda e Cosmo, col il volto ormai completamente blu tendente al viola, alzarono le bacchette.
    Tutto il gruppo scomparve, riapparendo in una stanza piena di ogni tipo di macchinario e di computer.
    “Fantastico!!!” gridarono insieme Kowalsky e Lio, mentre i loro occhi cominciarono a brillare per la gioia.
    Skipper osservava il tutto con il becco spalancato.
    “Incredibile…” riuscì solo a dire, per poi girarsi. “Ragazzo, hai tutta la nostra attenzione! Perché ci hai chiamato?”
    “La situazione è piuttosto complicata…” cominciò Timmy, cercando di non far caso ai due scienziati, che avevano ricominciato con le loro teorie.


    “Se lo trovo, giuro che lo riduco in poltiglia!” urlò un ragazzo dai capelli rossi a caschetto, camminando e mostrando un evidente nervosismo.
    “E noi cosa dovremmo dire?!” esclamò una ragazza dai capelli argentati, raccolti in due code. “Di’, hai visto come siamo conciati io e Sora?!”
    “Già… a te è andata anche relativamente bene, Kairi.” fece un’altra ragazza, dai lunghi capelli castani, sospirando, mentre continuavano a camminare per i corridoi di quella che doveva essere una scuola.
    “Direi che è chiaro che si tratta di magia molto potente.” aggiunse una bambina dai capelli neri dietro di loro, affiancata da un ragazzo di circa sedici anni dai corti capelli castani. “E non c’è bisogno che lo dica un detective come me.”
    “Shinichi, come mai sei rimasto bambino?” chiese il ragazzo al suo fianco, soffocando una piccola risata.
    “Come se ti offrissi la possibilità di ridere ulteriormente di me, Ran! Credi non sappia che me lo rinfacceresti per molto tempo?!”
    “Oh, come sei permalosa-”
    “Non sono una ragazza!!!” gli urlò contro lui. “E se non fosse per questa stupida magia, non ti sarebbe nemmeno passata in mente un’idea del genere!”
    Senza che il gruppo se ne accorgesse, dentro uno dei corridoi laterali, una persona aveva involontariamente sentito tutto.
    “Magia?” ripeté, facendo un salto e contorcendosi a mezz’aria in preda a dei strani spasmi. “Interessante… Allora, ci sono più esseri in grado di usarla. Devo saperne di più!”
    Mentre diceva ciò, tirò fuori dalla tasca una retina per catturare farfalle.
    “Bah…” continuò Kairi. “Per ora, mi basta trovare Dark e non m’importa quel che dirà Hikari, ma come minimo lo faccio a pezzi!”
    “Buona fortuna allora. Se ci dovessi riuscire, diventeresti una dei custodi più forti.” fece Sora. “Anche se nemmeno a me dispiacerebbe fargliela pagare…”
    “Ma cerchiamo anche di essere realisti. Che cosa potremo mai riuscire a far-”
    Ma Riku s’interruppe quando un piccolo retino gli coprì la testa.
    “Ce l’ho fatta! Ne ho catturato uno!” esclamò un uomo dietro di loro.
    Aveva dei cortissimi capelli neri, un paio di occhiali dello stesso colore e un’espressione da pazzo.
    “Finalmente ho catturato una creatura magica! E devo aggiungere che è anche piuttosto carina.”
    Sulla fronte di Riku apparve una piccola vena, mentre lentamente si toglieva il retino dalla testa.
    “Dimmi, omuncolo…” cominciò, creando una sfera di fuoco tra le mani. “Preferisci venire disintegrato o preferisci finire lentamente arrosto?”
    Sora e Kairi lo fermarono subito.
    “Calmati.” Gli disse l’amico. “Sai che non possiamo ferire senza motivo gli abitanti dei mondi.”
    “Uno solo… e poi mi sembra sufficientemente pazzo da legare per ridurlo al silenzio!” gli sbraitò contro l’argenteo.
    “M-Ma come hai fatto?!” esclamò incredulo l’uomo, osservando la retina a terra. “Non saresti dovuto essere in grado di rimuoverla!”
    “Una retina per farfalle? E che cosa avrebbe dovuto farmi?”
    “Tutti gli esseri magici diventano incapaci di fare qualsiasi cosa una volta presi con quella!” ribatté lui.
    “Si da il caso che noi non siamo esseri magici.” Replicò Ran.
    “Come sarebbe a dire? Vi ho sentiti parlare di magia!” Non appena ebbe detto ciò salto in aria preda di nuovi spasmi, lasciando interdetti i custodi.
    “Beh… Il fatto che ne parliamo non ci rende creature magiche.”
    “Però non sembrate scettici alla sua esistenza!”
    “Certo che no.” Fece Sora. “Abbiamo visto tante di quelle cose, soprattutto l’ultima, che ormai non dubitiamo più dell’esistenza di nulla. E comunque, sappiamo della magia da anni.”
    “Come da anni?! Scusate, ma voi chi siete?!”
    I cinque si guardarono.
    “Noi siamo custodi.” Fecero quattro di loro, evocando il Keyblade.
    “Io invece sono una Guardiana.” Disse Ran, mostrando il suo simbolo.
    L’uomo sgranò gli occhi.
    “Custodi? Quei custodi?!” esclamò, saltando nuovamente in aria per contorcersi.
    “Beh, non ce ne sono molti tipi…”
    “Anche quella mocciosa?” chiese l’uomo, indicando Conan.
    “Ma quale mocciosa?! Io ho sedici anni! E sono un ragazzo!”
    “Uhm… capisco. Quindi dev’esserci per forza lo zampino… dei Fantagenitori!!!”
    Questa volta l’uomo saltò ancora più in alto, aumentando il numero di spasmi.
    “Fantache?” chiese Ran, non appena si riprese dalla scena.
    “Sono creature fatate, che aiutato i bambini, ma nessuno è mai stato disposto a credermi, e mi hanno reputato pazzo.”
    “Non fatico a crederlo…” mormorò Kairi a Sora, che soffocò una risata.
    “Ma se ora ci siete voi custodi, sono sicuro che mi aiuterete a dimostrare la verità a tutti!”
    “Spiacente.” Fece Riku. “Ma non ci è permesso interferire senza motivo. Inoltre, un nostro amico non la prenderebbe bene se interferissimo con questo mondo.”
    Ma proprio mentre diceva ciò, la parete affianco a loro crollò, lasciando che un ragazzo vestito di nero e borchie, che sembrava parecchio malconcio gli passasse avanti, demolendo anche l’altro muro.
    “Ma quello era Francis…” fece l’uomo, guardando attraverso il buco nella parete, dove il ragazzo era a terra, svenuto.
    “Non avrai esagerato?” chiese una voce femminile, mentre dall’altra parte due persone incappucciate attraversarono come se nulla fosse le aule, dove tutti gli studenti si giravano a guardarli.
    “Stava per colpirti con un sasso. L’ho fermato prima che potesse farlo.” Rispose una voce maschile con ovvietà.
    “Non ti credevo così protettivo, sai?” ridacchiò l’altra figura, fermandosi di fronte al gruppo.
    Per qualche secondo nessuno fiatò.
    “Dobbiamo aver sbagliato varco…” fece la voce di Dark, mentre si toglieva il cappuccio, rivelandosi così a tutti.
    “Tu dici?” chiese Hikari, togliendosi anche lei il cappuccio.
    “Suvvia, mi sembra ovvio che non sono loro. Per quanto possano assomigliargli, direi che decisamente non sono loro.”
    “Fatemi capire…” fece Ran, avvicinandosi con un pugno alzato. “Perché voi due siete rimasti uguali?!” esclamò, colpendo il muro con il pugno, facendolo così crollare definitivamente.
    “Ran?!” esclamò sorpreso Dark, per poi girarsi verso gli altri quattro.
    “Non ci credo…” fece Hikari, portandosi una mano davanti alla bocca, per non mostrare il suo sorriso.
    “Non c’è nulla da ridere!” gli urlò contro la sorella.
    Questa volta però Hikari non riuscì a resistere di più, mettendosi a ridere sonoramente.
    “Perché solo loro ne sono immuni?!” urlò una voce, mentre il restante gruppo di custodi li raggiungeva.
    “Cavoli… questo sì che è strano.” fece Dark, accennando anche lui ad un sorriso.
    “Lo trovi divertente, non è vero, Equilibrio dei miei stivali?!” gli inveì contro Asuka. “E comunque la domanda di Marco è giusta: perché solo tu e Hikari non vi siete trasformati?”
    “Direi i vantaggi di essere un’entità superiore e di essere la sua prescelta…” rispose tranquilla Hikari.
    “In altre parole: questo è un esame in cui dovete dimostrare di possedere sufficiente equilibrio, e io, che sono l’Equilibrio stesso, e Hikari, che è la mia custode, non abbiamo bisogno di dimostrarlo.”
    “In pratica, starete tranquillamente comodi a guadarci?” domandò Inuyasha.
    “Se la vuoi vedere così…”
    Il mezzo demone però non volle sentire altro, e mostrò subito gli artigli.
    “Ma io vi faccio a fette!” urlò.
    “Ehm… scusate se interrompo la vostra interessante e soprattutto pacifica discussione…” li interruppe A.J., mettendosi in mezzo ai due. “Ma non ci avete ancora detto perché dei custodi sono giunti fin qui.”
    “Chiedetelo a Mr. Equilibrio.” Fece Saiko.
    “Mr. Equilibrio? Che cosa vogliono dire?” chiese l’uomo.
    I due bambini si girarono verso di lui, sgranando gli occhi.
    “Il professor Crocker!” urlarono, prima di scappare via.
    “Reazione curiosa… so di professori che fanno paura, ma questa le supera tutte.” fece Marco.
    “Si riferiscono al fatto che io sono l’incarnazione dell’Equilibrio. In pratica, sono un essere superiore.”
    “Dici davvero?” domandò il professore, tirando fuori dalla tasca una specie di console portatile, che puntò verso Dark.
    Prima che potesse leggerci qualcosa sopra, l’oggetto esplose tra le sue mani.
    “Inaudito… il tuo potere magico supera l’umana comprensione! Dimmi, come hai fatto ad ottenerlo?”
    “Basta essere una forza che sostiene l’universo.”
    “È preoccupante che lo dica come se stesse parlando del tempo.” osservò Edward, per poi appoggiare una mano al muro, creando dal nulla una lancia, che puntò subito contro Dark. “Ora ci devi dire in che cosa consiste questa prova! Voglio tornare come prima il più velocemente possibile!”
    Dark prese la lancia, che si trasmutò subito in un semplice bastone.
    “Come vi ho già detto, dopo aver creato queste prove, ho cancellato i miei ricordi riguardo ad esse, proprio per non poter nemmeno cadere in tentazione di aiutarvi a superarle. E in più vi ricordo che se non supererete l’esame, rimarrete così come siete adesso.”
    “Che cosa?!” gli urlarono contro tutti quanti.
    “Non se ne parla nemmeno! Facci tornare subito normali con i tuoi poteri!” gridò Inuyasha.
    “Spiacente, ma non posso. Dovrete cavarvela da soli. Io e Hikari vi aspetteremo alla porta di questo mondo. Inutile dirvi che ce ne andremo se nessuno di voi ci riuscirà.”
    Hikari lo guardò sorpresa.
    “E come facciamo se non sappiamo nemmeno che cosa fare?” domandò Riku.
    Dark aprì un varco dietro lui e Hikari.
    “Non lo so. Beh, buona fortuna.” Rispose il custode, prima di sparire assieme alla compagna.
    “Quel bastardo…” fece Black Star, facendo sbattere i pugni. “Oh, ma la prossima volta che lo vedo lo uccido!”
    “Bah, vediamo piuttosto di scoprire che cosa fare. Non ho la minima intenzione di restare così.” Fece Sora.
    “Ehm… scusate se vi interrompo…” cominciò Crocker.
    “Qualunque sia la domanda, la risposta è no.” Tagliò corto Asuka. “Siamo piuttosto presi da una questione sicuramente più importante!”
    Detto ciò, i custodi si alzarono in volo, attraversando il passaggio creato da Dark, per poi allontanarsi dalla scuola, lasciando da solo il professore.
    “Maledizione! Non sono riuscito a provare l’esistenza della magia nemmeno stavolta.”
    “Immagino che però tu voglia farlo il prima possibile, vero? Magari vorrai anche vendicarti di tutti coloro che non ti hanno creduto.” fece una voce alle sue spalle.
    Crocker si girò subito, ritrovandosi di fronte a Jyassmie, che lo guardava seduta da sopra un armadio.
    “E tu chi sei?”
    Come risposta, la ragazza evocò il Keyblade.
    “Diciamo che sono la tua chiave per la vendetta e il successo.” rispose la custode, sorridendo.
    “Puoi davvero aiutarmi in questo?!”
    “Certo, e non solo. Ti farò eliminare con le tue mani Timmy Turner e i suoi Fantagenitori, assieme a tutti gli altri. Ho giusto trovato qualche alleato disposto a supportare la tua causa.” continuò lei, mentre alle sue spalle apparirono dal nulla un piccolo essere volante vestito di grigio con un grosso capello a punta, affiancato da un altro dalla pelle completamente blu, molto simile a Cosmo, ma con un elegante monocolo sopra l’occhio destro.
    “E ora… vediamo di renderti più potente.” Concluse, creando una sfera nera tra le mani, che scagliò contro il professore, che ebbe giusto il tempo di spalancare gli occhi.


    “Capisco… Quindi vorresti il nostro aiuto per sconfiggere questi misteriosi distruttori.” fece Skipper, dopo aver ascoltato la spiegazione di Timmy. “E perché non lo chiedi alle tue invenzioni?”
    “È una cosa che va oltre la nostra portata.” Rispose Wanda. “A quanto pare, ci sono esseri che sono allo stesso livello di una divinità.”
    “Divinità? Interessante… è un tipo di nemico che non abbiamo ancora affrontato. Kowalsky, opzioni!”
    Il pinguino si girò verso di lui, tirando fuori dal nulla una lavagnetta.
    “Contro una divinità, abbiamo poche speranze con le nostre armi normali. Potremmo contattare qualche custode per farci aiutare, ma nemmeno loro sono così potenti. Se escludiamo il famoso Dark di cui abbiamo tanto sentito parlare ovviamente.”
    “Preferirei evitare l’aiuto di un distruttore di mondi, anche se buono. Altre opzioni?”
    “Potrei cercare di creare un buco nero di dimensioni ridotte assieme all’aiuto di Lio, ma ci sono alte possibilità che ne perdiamo il controllo e finisca col distruggerci tutti quanti.”
    “Ma che bello… E ora allora che cosa possiamo fa-” cominciò Timmy, poco prima che un allarme cominciasse a suonare dal nulla.
    “Uomini, in posizione! Siamo sotto attacco!” urlò Skipper, poco prima di mettersi in posa di combattimento assieme agli altri tre, mentre Lio tirava fuori un bazooka.
    “Cosmo, Wanda, cosa succede?!” domandò Timmy, guardando i due, che però erano sbiancati di colpo.
    “Questo è… Il codice rosso assoluto!” rispose con un filo di voce la rosa.
    “Ovvero?”
    “Ovvero l’allarme più grave del Fantamondo.” Rispose Cosmo. “Ma non era mai successo che suonasse prima d’ora.”
    “E che cosa comporta?”
    “Comporta l’annullamento di tutti i divieti imposti a noi Fantagenitori!” tuonò Jorgen Von Strangle, apparendo in una nuvola di fumo di fronte a loro.
    “Tutti i Fantagenitori devono tornare immediatamente nel loro mondo! I folletti stanno attaccando la Terra, assieme a strani esseri neri!”
    “Esseri neri? Somigliano per caso a formiche?” chiese Soldato.
    “E voi come…”
    “Heartless!” fece Skipper, assottigliando lo sguardo. “Dunque sono arrivati anche qui.”
    “Heartless?!” ripeterono i quattro abitanti del mondo.
    “Quelli del messaggio di Aqua?!” domandò Timmy.
    “Proprio loro. Siamo nei guai, sono ossi molto duri da rompere. Rico, arsenale da guerra! Immediatamente!”
    Il pinguino annuì, per poi sputare una decina di armi diverse, che i pinguini presero subito tra le ali.
    “Molto bene! Portateci di fronte a loro, immediatamente!” esclamò Skipper, mentre Lio si affiancava al quartetto, mettendosi sulla schiena un lanciafiamme.
    “Piuttosto pericolosi questi pinguini…” commentò sorpresa e leggermente spaventata Wanda.
    “Cosmo, Wanda!” esclamò Jorgen, puntandogli contro la bacchetta. “Siete autorizzati ad esaudire ogni tipo di desiderio ai danni di chi metterà in pericolo la Terra! Io intanto farò muovere l’esercito verso i folletti! Non fallite!”
    Detto ciò, sbatté a terra la bacchetta, scomparendo alla vista di tutti.
    “Desidero che ci portiate tutti di fronte a questi Heartless!” urlò Timmy.
    “Subito!” rispose i due Fantagenitori, alzando le bacchette e facendo sparire tutti.
    Quando riapparvero, si trovarono di fronte ad un migliaio di Shadow, che avanzano lentamente verso di loro.
    “Ma quanti sono?!” esclamò il bambino, poco prima di venire superato dai quattro pinguini e da Lio.
    “Qui ci pensiamo noi. Tu vedi di far arrivare qualcuno, possibilmente custodi o comunque persone in grado di eliminarli.” Fece Soldato.
    “Custodi? E dove li trovo?!”
    Dietro di lui si sentirono due colpi di tosse, mentre alle spalle di Cosmo e Wanda apparve dal nulla un cartello con una freccia luminosa che li indicava.
    “Giusto! Desidero che facciate arrivare qui dei guerrieri, possibilmente custodi, in grado di eliminare questi Heartless! E desidero che usiate tutto il potere magico che vi è possibile!”
    “Come vuoi!” rispose i due insieme, per poi tirare fuori dalle bacchette due cavi della corrente, che attaccarono a due prese che erano per puro caso là vicino.
    “Ci vorrà qualche minuto per caricare sufficiente energia!” fece Wanda.
    “Speriamo che resistano fino ad allora.” mormorò Timmy, girandosi verso il gruppo da lui evocato.
    “Ma tu guarda.” fece una voce poco lontana. “A quanto pare, non siamo soli.”
    Il bambino e i due Fantagenitori si girarono, ritrovandosi di fronte al gruppo di custodi, tutti con in mano il Keyblade.
    “Custodi?!” esclamarono sorpresi loro.
    “E voi chi siete?” domandò Sora, girando lo sguardo verso di loro.
    “Ecco-”
    “Ci risponderete dopo. Prima occupiamoci degli Heartless e vediamo di aiutare i pinguini.” Lo interruppe Riku, per poi creare una sfera di fuoco, che scagliò contro un gruppetto di Heartless.
    “Finalmente ci si diverte!” esclamò Black Star, mentre Tsubaki si trasformava.
    In pochi secondi, l’intero gruppo si era lanciato contro gli avversari, lasciando soli i tre abitanti del mondo.
    “Quindi erano buoni?” domandò Cosmo.
    “Pare di sì… Beh, allora potete interrompere-”
    Ma proprio mentre diceva ciò, dalle due bacchette uscì un raggio di luce, che si disperse nel cielo.
    “…il desiderio…” completò Timmy, mentre di fianco a loro si apriva un varco di luce.
    “Uh? E questo che posto è?” fece una voce, mentre dal varco usciva un tizio con addosso un impermeabile bianco, con vistose cicatrici sul volto e l’occhio sinistro coperto da una benda.
    “Non sembra proprio la Gummiship…” disse un altro, dai capelli biondo scuro tutti all’insù, vestito come lui.
    “Mi sembra palese…” aggiunse un altro dello stesso gruppo, dai lunghi capelli azzurri e una cicatrice a forma di X che passava in mezzo agli occhi.
    “Strano però, non avevamo mai sbagliato ad aprire varchi.” Fece un quarto uomo, dai capelli argentei.
    “Tranquillo capo, capita a tutti di sbagliare.” Replicò uno dalla folta chioma rossa.
    “Ma non eri stato tu ad aprire il varco?” domandò una donna dai capelli biondi, con due ciuffetti in bella vista.
    “Suvvia, non è successo nulla di grave, no?” disse una voce, mentre un ragazzo dai capelli castani appuntiti usciva dal varco, affiancato da una ragazza dai lunghi capelli rossi.
    “Infatti. Vediamo se c’è un motivo preciso oltre alla coincidenza per cui siamo finiti qui, e poi ce ne andiamo.” Aggiunse una ragazza castana, uscendo dal varco seguita da un ragazzo anch’esso con i capelli argentati.
    Timmy, Cosmo e Wanda rimasero a guardarli esterrefatti.
    “Beh, di sicuro sembrano forti…” fece Cosmo, attirando l’attenzione su di sé.
    “E voi chi siete?” chiese la ragazza castana.
    “Beh, noi siamo coloro che vi hanno evocato qui…”
    “Evocato?” domandò l’argenteo. “Come sarebbe a dire?”
    “Ecco… volevamo l’aiuto di alcuni custodi per fronteggiare quei cosi…” spiegò Timmy, indicando gli Heartless.
    “E tu come fai a sapere dei custodi?” domandò il rosso.
    “C-Come lo sanno tutti quanti…” balbettò il bambino, un po’ spaventato.
    “Come tutti quanti?!” esclamarono gli ultimi quattro arrivati.
    “Stai scherzando, vero?” chiese quello con i capelli a punta.
    “No che non scherza! Tutto l’universo è a conoscenza dell’esistenza dei custodi, fin da quando è cominciata la guerra!” rispose Wanda.
    “Guerra? Ma di quale guerra state parlando?”
    “Ma voi siete o no custodi?!” esclamò Timmy. “È stata proprio una Master del Keyblade a parlarcene!”
    “Master del Keyblade?” chiese l’argenteo più grande. “E che cosa sarebbe?”
    Ma prima che qualcuno potesse rispondergli, una fiammata si alzò sotto l’esercito di Heartless, facendoli scomparire nell’oscurità.
    “Così imparano a farci perdere tempo!” esclamò Asuka, facendo scomparire il Keyblade, imitata dagli altri.
    “È stato più facile del previsto, no?” fece Sora.
    “Già. È bastata una fiammata congiunta per eliminarli.” aggiunse Riku, per poi girarsi insieme a tutti gli altri, ritrovandosi di fronte al nuovo gruppo.
    “L’organizzazione XIII!” esclamò Kairi, evocando subito il Keyblade, imitata da tutti gli altri.
    “Che cosa?!” fece il biondo. “Sono tutti in possesso del Keyblade?!”
    “Impossibile!” disse la castana, portandosi avanti, ed evocando due Keyblade. “Non possono essercene così tanti!”
    Ma quando superò i membri dell’Organizzazione, affiancata dall’albino, il gruppo di custodi s’immobilizzò.
    “Che cosa…” cominciò incredulo Riku.
    “Jessie?!” esclamarono insieme Ichigo e Edward.
    “Come fate a conoscermi?” chiese la ragazza, rivolgendosi ai due con un sopracciglio inarcato.
    “Ma come, non ti ricordi? Ci siamo allenati insieme per quasi un anno!” rispose l’alchimista.
    “Li conosci?” chiese il ragazzo argentato al suo fianco.
    “No Riku, mai visti prima.” rispose lei.
    “Riku?!” esclamarono i custodi.
    “Allora non era una mia impressione…” fece Sora. “In effetti, è uguale a quello che conosciamo noi…”
    “Chi siete?” chiese il ragazzo castano, raggiungendo Jessie e l’altro Riku. “E come fate a conoscere Jessie e Riku?”
    “Sora?!” esclamò il gruppo di custodi, sempre più incredulo.
    “Questo è troppo! Ora anche i doppioni si dovevano mettere in mezzo?!” fece Marco, cominciando a sbattersi il Keyblade sulla testa.
    “Temo che abbia raggiunto il suo limite di sopportazione.” commentò Saiko, socchiudendo incredulo un occhio.
    “A quanto pare, Xehanort o l’Oscurità hanno deciso di giocare pesante…” disse Riku, alzando una mano di fronte a sé. “Perciò è ora di rispondere con il mio nuovo potere.”
    “Ne sei sicuro?” chiese Kairi. “Non riesci ancora a controllarlo a dovere…”
    “Ce la farò!” replicò il custode, mentre di fronte a lui si creava una bolla d’acqua, sospesa in aria.
    “Che cosa…?” fece l’altro Riku, mentre la bolla prendeva le sembianze di una fenice.
    “Omi?!” esclamò Jessie. “Come può essere? Credevo che tu fossi l’unico a poterlo usare.”
    “Il suo Keyblade. Guardate il suo Keyblade!” fece il Sora al loro fianco. “È la Via per l’Alba!”
    “E non è il solo. Quella ragazza… ha la Catena Regale!” esclamò Axel. “Che cosa diavolo sta succedendo qui?”
    “Ne parleremo dopo! Ora fermiamo quella ragazza!” urlò Riku, mentre un orecchino nascosto sotto i suoi capelli s’illuminava e liberava una scia di gocce d’acqua cristallina, che presero la forma di una fenice, identica a quella avversaria.
    “Che cosa? Anche lui può usarla?” fece sorpreso Inuyasha.
    “Un po’ troppo fedele per essere un doppione…”
    Ma prima che potessero continuare il discorso, i membri dell’Organizzazione li raggiunsero, evocando le loro armi.
    “E così, siamo di fronte ad un bel po’ di custodi.” fece Xigbar, appoggiandosi l’arma sulla spalla. “Sarà uno scontro divertente!”
    “Credete forse di poterci battere?” domandò Pan, avanzando verso di lui. “E poi, io ho ancora un conticino in sospeso con te!”
    “Spiacente ragazzino, ma non ti ho mai incontrato prima. E cos’è quella specie di coda che hai?”
    “È la mia coda, te ne sei già dimenticato?” rispose la Sayan, poco prima che i suoi capelli diventassero dorati, liberando attorno a sé un’ondata d’energia.
    “Chi cavolo è?!” esclamò Demyx, poco prima di ritrovarsi di fronte a Ichigo.
    “Una Sayan ovviamente. Io invece sono uno Shinigami.” Fece lui, mentre il suo Keyblade veniva avvolto da un’aurea nera.
    “Oscurità?” chiese il numero IX, evocando il suo Sitar e parando l’attacco. “A quanto pare, non sei da sottovalutare.”
    “Non è oscurità… è il mio potere!” Rispose l’arancio, mentre i suoi vestiti cambiavano, trasformandosi in una tunica, e lasciando dietro di sé una sua copia.

    Black Star batté i pugni tra di loro.
    “Interessante… così hanno replicato anche te… Lea.” disse, rivolgendosi al rosso, che lo guardò stranito.
    “E tu come fai a conoscere il mio vero nome?” chiese lui, evocando due Chakram.
    “Niente Keyblade? Guarda che non mi tratterrò dall’usare tutto il mio potere. Dopotutto, non hai nessuna possibilità contro una divinità come me!”
    “Keyblade? Guarda che io non sono un custode, e tu non mi sembri una divinità.”
    “Le apparenze ingannano…” fece Shinji, avvicinandosi a Black Star. “Io sono una vera divinità. Eppure sembro una schiappa. Black Star è molto forte, e non è una vera divinità. Cambia molto alla fine?”
    “Come ti permetti?! Guarda che io sono molto più divino di te!” gli sbraitò contro l’altro.
    “Due ragazze che si credono divinità… Cavoli, avrei preferito combattere contro qualcun altro.” Si lamentò il rosso.

    Xemnas osservò Natsu e Edward, entrambi di fronte a lui, mentre Happy era volato in alto.
    “Quindi abbiamo due che si credono custodi.”
    “Non sottovalutarlo, Natsu!” esclamò Edward. “Non so come possa essere qui, ma è il Nessuno di Xehanort, e non possiamo contare sull’aiuto di Dark.”
    “E con ciò? Più l’avversario è forte, più mi sento infiammato!” replicò l’altro, facendosi avvolgere dalle fiamme.
    “Una maniaca del fuoco, eh? Ormai dovrei esserci abituato… Ma non vi permetterò di fare del male a Jessie e agli altri custodi!”
    Sentendo ciò, il Master lo guardò un po’ stranito.
    “Che cosa intendi dire? Tu sei il capo dell’Organizzazione XIII, mi hanno raccontato tutto sul tuo conto. Non credere di poterci ingannare con le tue parole!”
    Xemnas per tutta risposta evocò le sue due spade laser.
    “Capisco… Dunque siete davvero convinti di potermi affrontare.”

    “Oh, vedo che ci sono due ragazzi piuttosto coraggiosi…” fece la numero XII, evocando i suoi kunai.
    Asuka e Ran rimasero ferme ad osservarla.
    “Questa situazione è piuttosto confusionaria…” fece la Guardiana, chiudendo le mani a pugno, mentre Asuka strinse con più forza il Keyblade.
    “Puoi dirlo forte. Dovrò dare ragione a Marco per il nostro livello di sanità mentale… è peggio del venire contaminati da un angelo.”
    “Si può sapere di cosa state parlando?” domandò Larxene, facendo cadere un fulmine ai loro piedi.
    “Sai, non si dovrebbe giocare con i fulmini…” fece Ran, creando tra le mani una sfera di tuono, circondata da delle scie di fuoco. “Potresti scottarti.”
    “Due elementi insieme?!” esclamarono insieme Asuka e Larxene.
    “Beh, sono una Guardiana dell’Equilibrio. Non posso usarli a pieno potere, però posso parzialmente combinarli tra di loro… Me l’ha mostrato Dark.” rispose Ran.
    “Guardiana dell’Equilibrio? Che storia sarebbe questa?”
    “Spiacente, ma non abbiamo tempo per le chiacchere!” disse la Guardiana, preparandosi a combattere.

    Marco, Saiko e Inuyasha si posizionarono di fronte all’ultimo membro dell’Organizzazione.
    “Volete affrontarmi?” chiese Saix, mostrando la sua Claymore.
    “Umpf. Non credere di farci paura!” disse Inuyasha, mostrando i suoi artigli.
    “In effetti, fai molta più paura tu.” replicò Marco, sospirando.
    “Io ricordo che sono l’unico umano al cento per cento dei tre.” commentò Saiko.
    “Beato te… Io ormai, tra una cosa e l’altra non so più come considerarmi.” disse l’Animorph, facendo scomparire il Keyblade, mentre le sue braccia cominciavano a diventare più grosse, diventando lentamente grigie.
    Sulla testa, che si stava lentamente trasformando in un muso, apparve un grosso corno bianco.
    Pochi secondi dopo, di fronte a un sorpreso numero VII, apparve un rinoceronte, che caricò subito l’avversario, che lo evitò saltando in aria.
    “Si è trasformata?!” esclamò lui incredulo, riatterrando poco lontano.
    “Piuttosto sorpreso per essere un Nessuno!” gridò Inuyasha, alzando il Keyblade in alto. “È il momento di mostrare i miei poteri! Cicatrice del vento!”
    Dal Keyblade partì una forte folata di vento, che colpì in pieno l’avversario, facendolo volare qualche metro indietro.

    “Questi non sono umani normali…” fece Jessie, mentre di fronte a lei, Sora e Kairi si preparavano ad affrontarla.
    “Già.” fece il Sora al suo fianco, mentre anche l’altra Kairi li raggiungeva.
    “Chi possono essere per poterci tenere testa così facilmente?” domandò quest’ultima.
    “Questo dovremmo essere noi a chiederlo!” esclamò il Sora femminile, puntandogli contro il Keyblade. “Perché avete il nostro aspetto e i nostri nomi?”
    “Di cosa stai parlando? Mi sembra che siamo abbastanza e decisamente diversi!” replicò l’altro castano.
    “Ma davvero? Strano, io l’ultima volta che ho controllato, mi chiamavo Sora, e se non fosse per uno stupido incantesimo, non avrei questo aspetto!”
    Sentendo ciò, i tre custodi avversari rimasero fermi.
    “No, scusate un attimo.” cominciò Jessie, guardandolo incredula. “Cioè, voi sareste…”
    “Io sono Sora, e lei è Kairi!” rispose il custode seccato. “Ci siamo trasformati per colpa di un nostro… amico.”
    “Quindi quello che sta combattendo contro Riku è…” continuò la custode castana, per poi perdere l’uso della parola.
    “È Riku, esatto.” Rispose Kairi.
    Jessie rimase ferma a quelle parole, mentre i due Riku continuavano ignari il loro combattimento.
    “No.” disse infine la castana, mentre attorno ai suoi due Keyblade apparivano delle fiamme. “Voi state mentendo. Non so chi o cosa siate, ma non potete essere altro che dei doppioni.”
    Sora e Kairi si misero nuovamente in posizione, pronti all’attacco.
    “Perciò prima vi metteremo fuori gioco, e poi scopriremo la verità!” urlò, scagliando una lingua infuocata contro i due custodi.
    Ma prima che esse potessero raggiungerli, due ombre nere e bianche apparvero tra i due gruppi, fermando le fiamme.
    “Si può sapere… che cosa state combinando?” domandò Dark, distruggendo con la mano le fiamme, mentre Hikari lo imitava.
    Tutti quanti si fermarono, girandosi verso i due.
    “Avete fermato le mie fiamme? Com’è possibile?” esclamò sorpresa Jessie, mentre Hikari guardava la propria mano.
    “Fiamme impregnate d’oscurità… Curioso, per una custode che sembra appartenere alla luce.” Disse, girandosi verso Jessie.
    “Dark! Hikari!” esclamò Sora.
    “Come mai ci avete raggiunti?” domandò Riku, avvicinandosi a loro.
    “Abbiamo percepito la presenza di più cuori esterni di quanti ci sarebbero dovuti essere.” Rispose Dark, per poi girarsi verso il gruppo di Jessie, che si stava riunendo.
    “Tu chi sei?” domandò quest’ultima, studiando il nuovo arrivato con occhio critico.
    “Il mio nome è Dark, custode dell’Equilibrio e incarnazione stessa di quest’ultimo.”
    “Custode dell’Equilibrio?” ripeté la custode. “Non ho mai sentito nominare questo tipo di custode.”
    “A quanto pare, siamo di fronte a una seconda Jessie.” Fece Hikari. “Visto che dovrebbe conoscerci abbastanza bene, dato che l’abbiamo addestrata per quasi un anno. E poi… è diversa.”
    “Come fai a dirlo? A parte per gli occhiali, che lei non ha, non mi sembra troppo diversa…” fece Edward.
    “Dovresti cercare di affinare di più la tua percezione della luce e dell’oscurità. Questa Jessie… è in un certo senso simile a me e Hikari.” Rispose Dark.
    “Come sarebbe a dire simile a te?” chiese l’altro Sora.
    “Dentro di me, e da poco tempo anche dentro Hikari, luce e oscurità convivono assieme, in perfetta armonia.”
    “È per questo che siamo chiamati custodi dell’Equilibrio.” Continuò Hikari, creando una sfera di luce e una di tenebre.
    “Luce e oscurità… in armonia?” ripeté Jessie, per poi spostare velocemente il braccio di fronte a sé, per negare. “Impossibile! Sono due forze che si combattono per natura! Non possono convivere insieme in pace!”
    “La teoria vorrebbe questo, ma quando si è figli della Luce e dell’Oscurità stessi, il discorso cambia.” Replicò Dark.
    “Figli della Luce e dell’Oscurità? Che cosa vuoi dire, ragazzo?” domandò Xemnas.
    “Quello che ho detto. Voi immagino proveniate da un universo parallelo a questo… Il che spiega perché non ci riconoscete, e non sapete nulla su ciò che sta succedendo qui.”
    “Chi ti credi di essere per parlarci in un tono così superiore?” chiese Larxene. “Non sei altro che un umano, come tutti noi, no?”
    “Umano? Ma se voi siete Nessuno!” esclamò il Sora del gruppo di Dark.
    “Non più.” Rispose Demyx, portandosi una mano sul petto. “Siamo Ritornanti, ex Nessuno ora in possesso di un cuore e che combattono per la Luce… Beh, quasi tutti almeno… Abbiamo un membro traditore, ma Jessie l’ha già conciato per le feste.”
    Hikari li squadrò.
    “Non ho mai sentito parlare di questi Ritornanti. Quando un Nessuno torna in possesso del suo cuore, torna ad essere il suo vero se stesso. Lo so bene, perché io stessa ero un Nessuno.”
    “Ad ogni modo…” fece il Riku del gruppo di Jessie, indicando la sua controparte. “Come fate ad avere Omi? Dovrei essere l’unico a poterla evocare! Senza considerare i Keyblade che quelle due ragazze hanno! Perché sono uguali al mio e a quello di Sora?!”
    “Ecco Riku, a questo proposito…” cominciò la rossa vicino a lui.
    “Perché anch’io sono Riku!” rispose la ragazza argentea di fronte a lui.
    “Ah, capisco…” disse semplicemente l’altro.
    I custodi rimasero in silenzio a guadarlo.
    “Jessie, ho per caso preso una botta in testa durante il combattimento?” chiese infine lui, girandosi verso la castana, che scosse la testa. “Come sarebbe a dire che anche tu sei Riku?!” urlò infine l’albino, sgranando gli occhi e indicando l’altro.
    “Chiedetelo al qui presente Dark. È opera sua.” fece Black Star.
    “Come opera tua?” domandò Saix. “Sei così potente?”
    “Il mio potere è superiore a quanto possiate immaginare, e non lo dico per vantarmi, lo dico perché è la verità. Dopotutto, sono una delle tre forze che sorreggono questo universo. Il frutto di un’unione reputata impossibile.”
    “E noi dovremmo crederti? Dimostraci che quello che dici è vero!” fece Jessie, puntandogli contro il Keyblade.
    “Ho fermato il tuo attacco senza dover evocare il Keyblade. Volete provare ad usare anche la luce contro di me? Fate pure, non vi temo, e non preoccupatevi, per ferirmi ci vuole molta forza… tanta quanta ne servirebbe per distruggere questo mondo. In effetti, l’unico che è veramente riuscito a ferirmi, corpo, anima e cuore, è stato solo mio padre, l’Oscurità stessa…”
    “Okay, anche ammesso che sia vero…” cominciò Sora, per poi indicare i custodi dietro a Dark e Hikari. “Perché hai costretto le nostre controparti a una simile pagliacciata?”
    “Li sto sottoponendo ad un esame. Alcuni di loro sono già Master del Keyblade, ma quest’esame gli permetterà di usare tutti i loro poteri nella guerra che ci aspetta.”
    “Abbiamo già sentito nominare questa guerra… di cosa si tratta? Credevo che i custodi non dovessero più affrontare in una guerra le forze dell’oscurità.”
    “Xehanort.” Rispose semplicemente Dark. “È lui il nostro nemico. È tornato ad essere il vero Xehanort, ed è entrato in possesso di un potere molto forte… E non c’è solo lui. Anche mio padre ha intenzione di affrontare la Luce. In ogni mondo sta venendo scelto un custode per entrambe le fazioni. E io ho deciso di partecipare come alleato di mia madre, della Luce. Per questo io e i miei Guardiani combatteremo contro l’Oscurità!”
    “I tuoi Guardiani?”
    “Come Equilibrio, non posso avere troppi custodi. In teoria, posso permettermene uno solo, ma essendo io stesso sia custode che elemento, ho potuto nominare Hikari custode dell’Equilibrio. Tuttavia, non per questo non posso nominare dei guerrieri.”
    “In pratica, persone come me, che non sono state scelte né dalla Luce né dall’Oscurità, ma che hanno le qualità necessarie, possono diventare suoi Guardiani.” Spiegò Ran, mostrando il simbolo sulla fronte.
    “Credo sia il caso di abbassare le armi e di farci spiegare per bene la situazione.” cominciò Riku. “Anche perché quel bambino che dice di averci evocato, che in questo momento si sta mangiando tranquillamente dei pop corn assieme a quei quattro pinguini e un altro marmocchio, comincia a innervosirmi.”
    Qualche metro più in là, i diretti interessati deglutirono.
    “Temo se ne siano accorti…” fece Soldato, lanciando a Rico i suoi pop corn, che furono inghiottiti in un instante.

    “Quindi è così che stanno le cose.” fece Dark. “Avete visto l’entrata di Asuka, e avete pensato che fossero malvagi.”
    “Già… ignoravo che fossero custodi, altrimenti non avremmo fatto nulla, poi abbiamo scoperto che uno tra di voi era un essere superiore e allora…” disse Timmy, lasciando in sospeso la frase.
    “Bah, ormai è fatta.” Commentò Hikari. “Basta che non interferiate più con l’esame.”
    “Io però ancora non ho ben chiaro il perché di un esame del genere.” Fece Jessie.
    “Devono dimostrare di essere degni dell’Equilibrio.” Rispose Dark. “E per farlo, devono provare di tutto. Se non saranno in grado, rimarranno così come sono.”
    “Ehi, vedi di non scherzare!” fece il Riku affianco alla castana. “Se loro sono come noi, di certo non accetteranno mai una cosa del genere!”
    “Trovami un idiota che lo farebbe.” mormorò Asuka.
    “Che situazione… E dire che credevo di aver visto ormai tutto.” commentò Axel.
    “Quindi voi siete Ritornanti.” fece il Sora femmina, squadrando nuovamente il gruppo di ex Nessuno. “A quanto pare, nel vostro universo le cose funzionano in maniera abbastanza diversa. Come vi ha detto prima Hikari, qui i Nessuno che tornano in possesso del loro cuore, tornano ad essere se stessi, e i Nessuno sconfitti, tornano in vita.”
    “Come sarebbe a dire?” chiese la sua controparte.
    “Xehanort. Abbiamo sconfitto sia il suo Heartless che il suo Nessuno. E ora il vero Xehanort è tornato, deciso a portare tutto nell’oscurità.”
    “Strano però…” fece Xemnas. “Come mai il mio me di questo universo si è comportato così dopo essere stato sconfitto? Non dovremmo essere uguali?”
    “Direi di noi. Ci sono sostanziali differenze: ad esempio Axel.”
    “Eh? Io?” chiese il rosso.
    “Qui da noi sei tornato come essere umano normale, e mi hai addestrato ad usare il Keyblade, e non è tutto: anche tu sei un custode.” Fece Black Star.
    “Io… un custode?” ripeté incredulo l’altro.
    “Già. Ovviamente anche la Jessie che conosciamo noi lo è. Tuttavia, lei si è liberata della sua oscurità.” Disse Dark, guardando la custode.
    “Come ha fatto?” domandò la castana, sgranando gli occhi.
    “Con il nostro aiuto.” Rispose Hikari. “L’abbiamo fatta entrare nel suo cuore, dove l’ha affrontata. Sfortunatamente, la sua oscurità ha preso vita, ha acquisito un corpo indipendente, ed è scappata.”
    “Capisco…” fece Jessie. “Dunque, l’altra me è riuscita dove io ho fallito…”
    “Mentre Omi come fa ad essere in tuo possesso?” chiese Riku alla sua controparte.
    “Sembrerà ridicolo… ma sei stato proprio tu a consegnarmela.”
    “Come scusa?”
    “È stato durante l’esame per diventare Master. Credevo di essere spacciato, ma tu e Jessie siete apparsi di fronte a me, donandomi quella fenice d’acqua, che mi ha permesso di uscire vivo da quella situazione.”
    “I vostri cuori devono aver risposto alla chiamata di quello di Riku.” Spiegò Dark. “Ora però, c’è un altro problema.”
    “Ovvero?” domandò Jessie.
    “La tua presenza. Non passi inosservata. Speriamo solo che mio padre non decida di intervenire… L’altra volta siamo riusciti a respingerlo, ma solo perché non ha voluto rischiare di alterare l’equilibrio.”
    “Perché l’ha fatto?”
    “Perché mio padre non desidera il caos. Mio padre vuole semplicemente l’annientamento della luce, ma se invece di distruggerla dovesse alterarla, il caos comincerebbe a ricoprire l’universo… e il suo custode avrebbe la meglio su di noi.”
    “Custode? Aspetta… vuoi dire che c’è un altro tipo di custode?”
    “Il custode del Caos, Hakai.” Rispose Saiko. “E non è tutto… l’Oscurità ha cominciato a usare contro di noi le persone a cui teniamo. Questa guerra non avrà alcuna pietà, né per noi né per chiunque altro.”
    Jessie abbassò lo sguardo.
    “Mi ricorda la guerra che il nostro universo ha subito molto tempo fa.”
    “Davvero?” fece una voce alle loro spalle. “E io che credevo che tu sperassi in una simile guerra…”
    “Chi va là?” esclamò Riku, mettendosi davanti a Jessie per proteggerla.
    “Jyassmie.” Fece Ichigo, evocando il Keyblade, imitato subito da tutti gli altri.
    Una risata riecheggiò nell’aria, mentre di fronte a loro appariva una ragazza dai capelli color pece e due iridi viola.
    “Ehilà, custodi dell’Equilibrio. È passato un po’ di tempo dall’ultima volta che ci siamo visti.”
    “E questa chi è?” esclamò Xigbar, evocando la sua arma, assieme agli altri membri.
    Jyassmie si girò verso di loro.
    “Non pensavo vi avrei mai incontrato di persona… Vi ho visto solo tramite visioni… Visioni che ho usato per torturare il mio lato luminoso.”
    “Tu… che cosa sei?” domandò Jessie, temendo la risposta, mentre fissava le iridi viola di quella ragazza che le somigliava fin troppo.
    “Cosa sono? Oh, molto semplice, mia cara… sono l’oscurità della tua controparte. Proprio così, sono la tua oscurità.”
    “Che cosa vuoi, Jyassmie?” domandò Dark, puntandogli contro il Keyblade.
    “La solita cosa… portare distruzione e disperazione!”
    “Non senza la nostra autorizzazione! Uomini, all’attacco!” urlò Skipper, mentre lui e gli altri tre le saltavano addosso.
    Ma la custode alzò una mano, facendoli volare via di qualche metro.
    “Non crederete davvero di potermi ferire?”
    “Uhm… che ne dici di questo?” chiese Lio, tirando fuori un telecomando e premendo un bottone rosso.
    Attorno a Jyassmie si verificò subito una serie di esplosioni, che la investirono in pieno.
    “E voi dicevate che era una cattiva idea piazzare delle bombe.” commentò lui.
    “Peccato che siano completamente inutili!” fece la voce della custode, poco prima che una folata di vento facesse volare via il bambino.
    “E ora, di’ le tue preghiere, moccioso!” sentenziò Jyassmie, creando una sfera d’oscurità.
    “Non così in fretta!” urlò Jessie, evocando una sfera di fuoco accanto a sé e spedendola contro Jyassmie, mentre s’ingrandiva ad ogni centimetro percorso, e costringendo l’avversaria a girarsi per evitarla.
    “Credi di potermi fermare?” domandò Jyassmie, evocando il Keyblade.
    “Ma quello è…” fece Xemnas, guardando incredulo l’arma.
    “L’Artiglio della Notte!” completò Jessie, guardando la chiave gemella che impugnava. “Com’è possibile?”
    “La Jessie di questo universo ha anche lei entrambi i Keyblade, ma io, quando mi sono separata da lei, ho copiato il suo Keyblade oscuro.”
    “Keyblade oscuro?” domandò Edward, guardando le due ragazze.
    “Oh, già, dimenticavo: tu hai ancora l’oscurità dentro di te. E a quanto vedo, è ben sviluppata. Anzi, direi proprio che smania dal desiderio di soffocare la tua luce.”
    Jessie portò la mano destra a stringere la mancina, ovvero quella che impugnava l’Artiglio della Notte.
    “Che c’è? Cerchi forse di nascondere la tua natura oscura? O forse, ti serve un piccolo aiuto per risvegliarla?” continuò Jyassmie, creando una sfera oscura in mano.
    “Tu non le torcerai un capello!” esclamò Riku, mettendosi di fronte alla compagna.
    “Speri di fermarmi tu, custode della Luce?”
    “Della Luce?” ripeté lui. “Spiacente, io sono il custode dell’Alba.
    “Davvero? Dunque da voi esistono altri tipi di categorie per i custodi…” fece l’altro Riku, affiancandosi al suo doppione. “Io invece sono un semplice custode della luce, ma credo che in fondo, questo non ha importanza.”
    Jyassmie sorrise, preparandosi a combattere.
    “Molto bene allora… Soccombete di fronte al potere dell’Oscurità stessa!” urlò, venendo avvolta da un’aurea nera, che trasformò il suo impermeabile in un’armatura nera.
    “Fino a che punto riesci ad usare Omi?” chiese il Riku maschile alla sua controparte.
    “Solo per curarmi e per attaccare.” Rispose l’altro, mentre una bolla d’acqua prendeva forma di fronte a lui.
    “Allora basterà.”
    “Vi darò una mano anch’io. Dopotutto, lei è legata a me, anche se in una maniera assurda.” Si fece avanti Jessie, posando la Via del Tramonto sulla spalla.
    “Fuoco e acqua insieme solitamente non vanno bene…” fece Hikari, raggiungendoli. “Per questo credo vi servirà un piccolo aiuto per combinarli assieme.”
    “Credi di potercela fare?” domandò Jessie.
    Per tutta risposta, la custode evocò Balance.
    “Sono una custode dell’Equilibrio. Uno dei miei poteri è proprio quello di combinare tra di loro gli elementi.”
    “Che cosa dobbiamo fare allora?” chiese Riku.
    “Dovrete colpirmi con i vostri attacchi. Io li unirò e li spedirò contro Jyassmie.”


    “Dobbiamo aiutarli!” esclamò Sora, poco prima di essere colpito da una sfera di energia.
    “Sora!” urlarono tutti, per poi girarsi verso il proprietario dell’attacco.
    “Incredibile… questi poteri sono fantastici!” urlò Crocker, chiudendo la mano appena usata per creare la sfera.
    La cosa che balzò subito agli occhi dei custodi e dei Ritornanti fu il fatto che ora indossava un’armatura verde, con uno scettro in mano.
    “Crocker!” urlò Timmy, portandosi davanti a tutti. “Come hai fatto?”
    “Timmy Turner! Finalmente potrò ripagarti per tutte le accuse di pazzia che ho dovuto sopportare a causa tua! Non ho più alcun interesse verso i Fantagenitori, ora che ho acquisito il potere totale!”
    “Sempre tutti uguali gli esaltati…” fece Inuyasha, sbuffando. “Sono sempre convinti di essere i migliori.”
    “Ma noi lo siamo.” Fece un'altra voce, mentre un essere alato completamente blu appariva al fianco del professore, assieme ad un altro con addosso un completo grigio.
    “Impossibile!” esclamò Wanda, mentre Cosmo si nascondeva dietro di lei.
    “Anti-Cosmo e HP, il capo dei folletti!” esclamò Timmy, riconoscendo i due esseri.
    “Già, proprio così.” Rispose il folletto, con tono atono. “Abbiamo deciso di allearci per distruggerti, Timmy Turner.”
    “E per conquistare questo e altri mondi ovviamente.” Continuò Anti-Cosmo, facendo apparire dal nulla una tazza di tè, che bevve silenziosamente.
    “Ok, so che non dovrei chiederlo…” cominciò il Sora femmina. “Ma perché quel tipo sembra l’esatto opposto di quest’altro?”
    “Perché è il suo opposto. Anti-Cosmo è tutto ciò che Cosmo non è.” Spiegò Wanda.
    “Ovvero intelligente e furbo, oltre che decisamente gentiluomo.” Rispose l’essere blu, finendo di bere il tè e facendo scomparire la tazzina.
    “Quindi un avversario altamente temibile, vorresti dire questo?” chiese Sora, preparandosi a combattere. “Non sottovalutare noi custodi! Siamo molto più pericolosi di quanto sembriamo!”

    Jyassmie riuscì ad evitare l’attacco combinato dei due elementi, sebbene rimase leggermente ferita a un braccio, e l’armatura che lo ricopriva era stata letteralmente sciolta.
    “Non male…” ammise, sorridendo e rivolgendo lo sguardo ai quattro custodi di fronte a lei. “Ma non basta ancora!”
    Jessie strinse con forza i due Keyblade.
    “D’accordo, adesso giochiamo pesante.” Sussurrò, facendo scomparire la Via del Tramonto.
    “Jessie, che vuoi fare?” chiese il custode dell’Alba preoccupato.
    “Le farò vedere chi è la custode del Tramonto.” Rispose, alzandosi in volo per raggiungere la keyblader oscura.
    Jyassmie ghignò quando la castana si fermò a un metro di distanza da lei. “Che c’è? Vuoi uno scontro singolo?”
    “Quando mi donarono i Keyblade, mi dissero che ero una figlia della Luce, ma che mi sarei mossa nelle tenebre, perché sono la custode dell’ultima luce.” Rispose al ghigno. “Sei pronta a perderti nell’oscurità che dici di essere? Buio!”
    Sorprendendo Jyassmie per prima e gli osservatori con i piedi a terra, una fitta nube di nebbia nera, ampia poco più di quattro metri, circondò le due ragazze, celandole alla vista di chiunque.
    “Ma cosa sta succedendo?!” esclamò Hikari, incredula.
    “Ha usato la magia Buio.” Intervenne Riku, fissando con apprensione la manifestazione dell’incantesimo. “Solo Jessie riesce a muoversi al suo interno senza perdersi. Mi auguro che le conseguenze non la feriscano.” Aggiunse, venendo affiancato da Dark, anch’egli stupito che una custode appartenente alla Luce potesse scatenare tanta oscurità.
    All’interno della nube, la Keyblader oscura si guardava intorno confusa alla ricerca dell’avversaria.
    “Perché non riesco a vederla?” disse tra i denti, mentre proseguiva nella ricerca di un misero segno della presenza della nemica.
    Al contrario, la custode del Tramonto si muoveva senza impicci all’interno della nebbia, riconoscendo ogni singolo granello al suo passaggio. Si fermò, dopo aver fatto l’ennesimo giro intorno alla ragazza dai capelli viola così uguale a lei eppure così diversa.
    “Davvero non mi vedi? Dicevi di essere la mia oscurità, eppure ci sei dentro.” Replicò la castana, comparendo alle sue spalle, facendo voltare l’altra che alzò appena in tempo per contrastare l’attacco dell’identica chiave.
    I due Keyblade identici si scontrarono più e più volte, in perfetta sincronia come due perfetti ballerini, in una strana e incredibile parità. Finché Jyassmie non ringhiò, anticipando un urlo di battaglia che diede maggiore forza ad un suo montante. Jessie cercò di contrastarlo, ma l’unica cosa che ottenne fu essere sbalzata via, all’esterno della fitta nebbia fatta di ombre, che si estinse pochi attimi dopo.
    Ritrovato il controllo del proprio corpo, la castana fissò l’altra keyblader che scoppiò nell’ennesima risata di scherno.
    “Cosa ne dici? La tua oscurità è potente vero?” chiese con un mefistofelico sorriso.
    “Dimmelo tu…” replicò la custode del Tramonto. “Ti ci sei persa dentro persino tu, che sei un’altra versione della mia oscurità. Non sei altro che un doppione!” esclamò, facendo infuriare l’altra che la investì con un getto di pura oscurità, che la spinse fino al suolo dove per fortuna riuscì ad atterrare senza ferirsi.
    “Jessie!” chiamò Riku, affiancandola e aiutandola ad alzarsi. “Tutto bene?” chiese in ansia.
    “Sì… non mi ha fatto niente. Ora che non sono più al Castello Disney, usare quella magia non è più così difficile, però…” disse la ragazza, fissando Jyassmie e lasciando che il Keyblade svanisse.
    “…è così simile alla mia… è davvero così forte la mia oscurità?” si chiese a bassa voce. “Allora, io…”
    Il custode dell’Alba si girò verso di lei, con l’intenzione di rassicurarla, ma fu anticipato da una voce femminile ben conosciuta dalle sue orecchie.
    “Ehi, non mi risulta che sia così facile demoralizzarti!” esclamò quest’ultima, mentre di fronte ai quattro si apriva un varco, dal quale uscì una figura incappucciata. “L’altra volta mi eri sembrata ben più determinata di così!” continuò, girando leggermente la testa verso la custode, che la guardò sorpresa.
    “E tu chi-”
    “Così, hai deciso di intervenire in prima persona, eh?” la interruppe Jyassmie, puntandole contro il Keyblade. “Speri di farcela stavolta?”
    La figura incappucciata per tutta risposta evocò anche lei la Via del Tramonto, lasciando sorpresi Jessie e Riku.
    “Che cosa-”
    “E così, hai percepito la sua presenza, eh?” fece Hikari, mentre assieme all’altro Riku si affiancava alla nuova arrivata.
    “Ho seguito il suo consiglio, e ho sentito subito la sua fiamma. Ci ho messo un po’ per trovare il mondo giusto, ma alla fine sono arrivata in tempo.” Rispose lei.
    “Vuoi dire che l’hai già incontrata?”
    “In un certo senso… anche se credo fosse di un altro tempo. Però…” cominciò, girandosi verso Riku. “Che cosa ti è successo?”
    “Lunga storia, e direi che non è il momento di parlarne.” rispose il custode, sospirando.
    “Concordo.” Fece Jyassmie, facendosi avvolgere da delle fiamme nere. “Preparatevi alla vostra sconfitta!”
    “Non così in fretta.” Replicò la ragazza, mentre delle fiamme bianche apparivano dal nulla, circondando il suo Keyblade. “Non credere che me ne sia stata tranquilla ad aspettare la guerra. Ho continuato ad addestrarmi, senza sosta. Ormai, da me tutti hanno scoperto che sono una custode, così posso allenarmi anche in pieno giorno senza problemi.”
    “Quindi da te nessuno si fa troppe domande, eh?” fece Jessie, affiancandosi alla nuova arrivata e creando una sfera di fiamme scarlatte accanto a sé, che prese a modellarsi secondo la sua volontà, espandendosi. “Forse, da un certo punto di vista, è meglio così. Almeno eviti numerose scocciature.”
    “Non direi.” Rispose l’altra, sorridendo. “I giornalisti che vogliono uno scoop sanno essere peggio degli Heartless.”
    “Come immaginavo. Sai, non dovrei essere sorpresa di vederti, in fondo, sono qui da poco tempo e ho visto un sacco di cose assurde, però fa comunque uno strano effetto.”
    “Tuttavia, dovrai far finta di non aver capito.” replicò la ragazza. “Dopotutto, noi tre non dovremmo trovarci nello stesso posto.”
    “Di cosa state parlando?” chiese il Riku dell’universo di Jessie.
    “Non preoccuparti.” Rispose quest’ultima con un sorriso, richiamando la Via del Tramonto, con l’ala sulla sommità aperta e pronta per volare. “Possiamo fidarci di lei.”
    “Come fai ad esserne certa?”
    Jessie sorrise, alzando il Keyblade contro Jyassmie, in contemporanea all’incappucciata.
    “La fiamma del Tramonto è inconfondibile.” Disse, per poi partire all’attacco, mentre Hikari incrociò le braccia.
    “Credo che non ci sarà bisogno del mio intervento.” Fece, per poi alzare lo sguardo verso il cielo, che stava cominciando a riempirsi di nuvole bianche.


    “Attento!” urlò Wanda, spostando Timmy e evitando così che venisse colpito da una sfera d’oscurità lanciata da Crocker.
    “Che c’è, Turner? Cosa aspetti ad usare la magia per salvarti?” chiese quest’ultimo, per poi scoppiare a ridere assieme ai suoi due alleati.
    “Ah, Ah.” Rise atono HP. “Non hai possibilità contro la magia e il potere dell’oscurità.”
    “Già. È un mix micidiale, in grado di sconfiggere chiunque.” Confermò Anti-Cosmo.
    “Ma davvero?” fece Marco, mettendosi in mezzo ai due, assieme al resto dei custodi e ai due guardiani, mentre Dark, tornato a controllare la situazione, rimase in disparte.
    “Non è molto leale combattere in diciannove contro tre, tuttavia, credo che non ci sia molto tempo da perdere.”
    “Diciannove?” ripeté Skipper, raggiungendoli assieme al resto della sua squadra. “Contate meglio, siamo in ventiquattro!”
    “Io ripeterei i vostri calcoli.” Fece un’altra voce, mentre una ragazza dai lunghi capelli arancioni, con addosso dei pantaloni neri e una maglietta a maniche corte verde, giungendo in quel momento, con dietro decine di Heartless.
    “No! Lei no!” urlò Timmy. “Non Vicky!”
    “Ehilà, moccioso!” esclamò lei, generando dal nulla un lanciafiamme, che puntò subito contro il bambino. “Finalmente potrò divertirmi senza problemi!”
    “Cavoli…” fece Saiko. “Ne devi aver combinate di cotte e di crude per avere tante persone che ti vogliono eliminare.”
    “Non è colpa mia!” replicò Timmy. “Lei è la causa di tutto! L’unica cosa di cui le sono debitore è che è grazie a lei se ora-” ma si interruppe di colpo, guardando Cosmo e Wanda.
    “Umpf. Qualche Heartless non ci spaventa di certo!” esclamò Inuyasha, mostrando gli artigli.
    “Rico, preparati!” ordinò Skipper, per poi ricevere direttamente dallo stomaco del compagno un mitra.
    “Timmy, credo che per noi sia meglio andarcene…” fece Wanda, rivolgendosi al bambino.
    “Non credo che vi sarà concesso tale privilegio.” Disse HP, apparendo di fronte ai tre, assieme ad Anti-Cosmo. “I custodi saranno impegnati con gli Heartless e i due umani. A te, Timmy Turner, ci penseremo noi personalmente.”
    Detto ciò, tirò fuori da una tasca della sua giacca un cellulare, che puntò contro il bambino, mentre Cosmo e Wanda si mettevano in mezzo, alzando le bacchette.
    “Non ti lasceremo sfiorare Timmy nemmeno con il più debole degli incantesimi!” esclamarono insieme.
    “Ottime parole!” confermò una voce, poco prima che un proiettile rosso li superasse, colpendo in pieno il telefonino, che cade a terra in mille pezzi.
    “Chi è stato?” chiese sempre atono HP.
    “Contro quei due sarà fin troppo facile.” Fece Xigbar, sorridendo e abbassando la sua arma, mentre al suo fianco gli altri Ritornanti si preparavano a combattere. “Quel bambino è la chiave del nostro ritorno, perciò non ve lo lasceremo distruggere. Inoltre… Non siamo più dalla parte dell’oscurità. Voi usate le tenebre? E noi usiamo la luce!”
    Detto ciò, Xigbar scomparve alla vista di tutti, riapparendo al fianco di Timmy, Cosmo e Wanda, prendendoli e scomparendo con essi.
    Pochi secondi dopo, l’ex numero due riapparve dietro agli altri, lasciando a terra i tre e riunendosi ai compagni.
    Senza lasciare ai due esseri magici il tempo di fare qualcosa, i sei lanciarono insieme i propri attacchi.
    Anti-Cosmo sgranò gli occhi, mentre HP si limitò a guardare.
    “Oh, mamma.” Disse infine sempre atono, pochi instanti prima che il raggio d’energia creatosi dai sei attacchi li colpisse, facendoli sparire nel nulla.
    “Troppo facile.” Disse Saix, apparendo insoddisfatto.
    “L-Li avete…” fece incredulo Timmy.
    “Non capisco perché ti preoccupi per loro, ma tranquillo. Ho sentito chiaramente che sono scappati prima di essere distrutti.” Rispose Xemnas.
    “Beh, semplicemente perché non potrei mai desiderare che qualcuno ci rimetta la pelle per colpa mia!”
    “Beata innocenza.” Fece Larxene divertita. “Noi ormai non ci facciamo simili problemi da molto tempo.”

    Inuyasha tagliò a metà l’ultimo Heartless, per poi girarsi verso i due umani, che li guardarono un po’ sorpresi.
    “Quindi è questo il potere dei custodi?” fece Crocker, indietreggiando assieme a Vicky.
    Ma alle loro spalle apparve Dark, che li prese ognuno con una mano.
    “Direi che così può bastare.” Disse, per poi scomparire assieme ai due.
    “Che cosa?!” esclamò Asuka. “Credevo avesse deciso di non intervenire in prima persona!”
    “Scusatemi, ma voi probabilmente li avreste eliminati.” Spiegò Dark, riapparendo da solo. “Io invece li ho condotti su un mondo solitario. L’oscurità gli aveva donato dei poteri, ma non erano sufficienti per resistere a tutti voi. E credo che in fondo, non meritino proprio la cancellazione. Ovviamente, se così non dovesse essere… ci penserò io stesso a rimediare a questa mia pietà.”
    Detto ciò, Dark spostò lo sguardo verso il cielo.
    “Che cosa succede?” chiese Ran.
    “Sta arrivando qualcosa…” rispose il custode. “Ma non riesco a capire di cosa si tratta…”
    “Il che è un buon segno o no?”
    “Percepisco una forte luce. Non credo sia qualcosa che ci è avverso.”
    Non appena ebbe detto ciò, nel cielo una piccola luce brillò, spazzando via le nubi.


    Jessie respinse un affondo della sua avversaria, per poi saltare indietro, lasciando il posto all’incappucciata, che lanciò con il Keyblade una fiammata bianca, che però fu evitata da Jyassmie.
    “Non male… Siete entrambe potenti. Tuttavia, non avete possibilità contro di me!” fece lei, per poi alzare il Keyblade verso l’alto.
    Il terreno cominciò subito a tremare, mentre attorno alla chiave oscura si generavano dei fulmini neri, che avvolsero le fiamme.
    “A differenza tua, Jessie, io non ho la luce a limitare il mio potere! L’oscurità è sotto il mio completo volere!”
    La custode strinse con maggiore forza i Keyblade, mentre anche i due Riku le raggiungevano.
    “Temo stia per usare una magia più potente delle precedenti…” fece la ragazza incappucciata, preparandosi a ricevere il colpo.
    Ma prima che Jyassmie potesse lanciare la magia, il suono di un flauto risuonò nell’aria.
    “Che cosa…?” fece sorpreso Sora, guardandosi attorno.
    “Aspettate… Mi sento più forte…” disse Riku, per poi alzare lo sguardo insieme a tutti verso il cielo, dove le nuvole stavano scomparendo, lasciando passare una scia luminosa, diretta contro di loro.
    “E ora che cosa succede?” esclamò sorpresa Jessie, come tutti gli altri, anche se al contrario fu costretta a coprirsi il viso con il braccio destro per proteggersi da tutta quella luce.
    “Emana una luce fortissima.” Fece Hikari. “Ma com’è possibile?”
    La scia colpì con forza il terreno in mezzo ai custodi e a Jyassmie, creando una colonna di luce.
    Nello stesso instante, diverse piume bianche cominciarono a riempire l’aria.
    Quando finalmente i custodi riuscirono a guardare, videro un bozzolo di piume bianche.
    Sotto gli occhi sorpresi di tutte, il bozzolo si aprì, rivelandosi così essere un’ala bianca, appartenente ad un uomo dai lunghi capelli argentati e vestito di nero, che teneva abbracciata una ragazza con addosso un impermeabile blu, come i suoi occhi e con lunghi capelli ambrati.
    “Sembra che siamo arrivati in tempo.” Disse quest’ultima, per poi evocare un Keyblade.
    Sembrava una catena regale, ma era completamente d’argento, attraversata dai disegni di fiamme blu e azzurre, mentre il suo ciondolo rappresentava un flauto.
    “Già.” Fece l’uomo, sorridendo.
    “S-Sephiroth?!” esclamarono increduli i due Sora, assieme a Saiko e a Marco.
    “Com’è possibile?” chiese Dark. “Sephiroth è un essere oscuro, in più eliminato da Cloud. Tu chi sei?”
    “In questo universo le cose sono andate così, ma nel nostro, Sephiroth è diventato un essere di luce.” Rispose la ragazza appena arrivata, per poi puntare il Keyblade contro Jyassmie. “Mentre quell’essere emana pura oscurità!”
    “E tu chi saresti?” chiese Jyassmie, guardandola con curiosità mista a disgusto.
    “Se proprio ci tieni a saperlo, mi chiamo Nadia…” rispose la ragazza. “Custode del Keyblade della vita e della morte!”
    “Un’altra categoria di custodi?!” esclamò Marco. “Ma cos’è, c’è stata una svendita al reparto ‘Custodi’ del centro commerciale dell’universo?!”
    “Senso dell’umorismo alto, eh?” fece Nadia a Marco, mentre dietro di lei Jessie, che ora aveva abbassato il braccio, e l’incappucciata la guardavano sorprese.
    “Sembra che qui le cose siano decisamente diverse rispetto al posto da cui veniamo.” Commentò Sephiroth. “Da noi non esistono così tanti custodi…”
    “Beh, scusa tanto se qui siamo alle porte di una guerra di dimensioni universali.” Replicò ironico il Sora femmina.
    Questa volta i due nuovi arrivati sgranarono gli occhi.
    “Sora? Sei davvero tu?” fece la ragazza, cercando di non ridere.
    “È già abbastanza umiliante di per sé… e poi, come mai continuiamo a incontrate persone di altre dimensioni che ci conoscono?”
    “Temo che la nostra magia questa volta sia stata eccessivamente potente.” rispose Wanda.
    Jyassmie guardò il gruppo di custodi di fronte a lei, digrignando i denti.
    “Devo ammettere che adesso siete decisamente troppi, e senza l’Oscurità a fornirmi energia, non riuscirei ad affrontarvi.”
    Sentendo ciò, Dark si portò avanti a tutti.
    “Come sarebbe a dire?”
    Jyassmie sorrise. “Oh, vedo che non sai che cos’ha fatto tua madre.” Rispose. “Per vostra fortuna, è riuscita a sigillare temporaneamente il mio signore, distruggendo il suo corpo.”
    I custodi sgranarono gli occhi.
    “Questo significa… che l’Oscurità non può più intervenire in prima persona?” esclamò Ran.
    “Oh, non ci contate troppo.” Rispose Jyassmie, cominciando a svanire nell’oscurità. “Sono certa che presto tornerà, più forte e vendicativo di prima.”
    Detto ciò scomparve, lasciando tutti increduli.
    “A quanto pare siamo serviti solo come numero.” Fece Nadia, facendo scomparire il Keyblade e girandosi verso gli altri. “In fondo però, eravamo decisamente troppi per un solo nemico.”
    “Così impara a volerci affrontare!” esclamò Black Star. “Una divinità come me non si fermerà di fronte a nulla!”
    “Umpf. Per me è stato fin troppo facile. Sinceramente, trovo più difficile accettare di avere questo corpo.” Replicò Asuka, per poi girarsi verso Dark. “Allora, come deve finire questo esame?”
    Il custode dell’Equilibrio sorrise.
    “Direi che ve la siete cavata alla grande. Avete dimostrato che nonostante ciò che è successo ai vostri corpi, vi preoccupate sempre e comunque degli altri, prima di pensare a voi stessi. Molti sarebbero impazziti al vostro posto.”
    “Io credo che dopo aver visto un’astronave cadermi avanti, aver ottenuto il potere della metamorfosi, aver incontrato voi custodi, aver visto quel torneo, aver visto te spuntarmi da dietro nonostante ti avessi visto finire in mille pezzi, aver visto il mio mondo diventare di pietra, incontrato personaggi talmente strani e assurdi, che in confronto il più pazzo dei pazzi sembrerebbe una persona normalissima, e aver viaggiato in decine di mondi, non ci dovrebbe essere nulla in grado di farmi impazzire ulteriormente.” Replicò Marco, contando ogni esperienza sulle dita.
    “E poi, a cosa sarebbe servito impazzire?” intervenne Shinichi. “Non saremmo tornati normali in quel modo. L’unica cosa da fare era capire e superare l’esame. E dato che siamo pur sempre custodi, doveva avere qualcosa a che fare con gli Heartless o qualche custode oscuro. Quel che mi chiedo… erano previsti fin dall’inizio?”
    Dark sospirò.
    “Come vi ho detto, non ho alcun ricordo sulle prove che ho creato per quest’esame. Tuttavia, dubito che vi avrei realmente messo in pericolo. Jyassmie dev’essere stata un’intrusione non prevista. Forse il massimo che avreste dovuto fare sarebbe stato salvare Timmy, visto che sembra essere lui la chiave di questo mondo.”
    “Io… la chiave di questo mondo? Come sarebbe a dire?” chiese il bambino.
    “Direi che anche per una come me che viene da fuori sia chiaro. Tu hai il potere di alterare il tuo piano di esistenza a tuo piacimento. Questo mondo è impregnato della tua essenza.”
    “Credo si riferisca alle decine di volte che ce l’hai fatto riconfigurare come desideravi.” Fece Cosmo.
    “E questo… comporta qualcosa?” chiese il bambino.
    “Oh, niente di particolare… solo, ti rende un ottimo bersaglio per tipi come Jyassmie.” Rispose Hikari. “Ma non preoccuparti. Se sei d’accordo, ti trasferiremo in un mondo dove avrebbero parecchie difficoltà a eliminarti.”
    “Mi volete far andare in un altro mondo? Definitivamente?” esclamò incredulo Timmy.
    “Almeno fino alla fine della guerra. Non sei un custode, e di conseguenza non potresti tenere testa ai nemici.” Fece Dark.
    “E noi?!” chiesero insieme Cosmo e Wanda.
    “Ovviamente lo seguirete. Non mi è ancora chiaro il legame che c’è tra voi, ma di sicuro è molto forte.”
    “Okay, ora che hai sistemato il bambino… vuoi farci tornare normali?!” gli urlò contro Kairi.
    “Tornerete normali non appena lasceremo questo mondo.” Rispose Dark. “Ma prima…” e mentre diceva ciò si girò verso il gruppo di Jessie e a Nadia e Sephiroth. “Direi che è il caso di far tornare loro nell’universo che gli appartiene.”
    “Se non è di troppo disturbo.” Fece Axel. “Ma come intendi fare? Userai di nuovo quei due?” chiese, indicando Cosmo e Wanda.
    “Dimenticate che sono un essere superiore. Mi basterà usare un po’ di energia in più per aprire un varco dimensionale.”
    “Un essere superiore?” ripeté Nadia. “Dunque quello che ha detto quella tipa era vero? Tu sei veramente il figlio dell’Oscurità e della Luce?”
    Il custode annuì.
    “L’ho scoperto io stesso solo di recente.” Disse, facendo un sorriso amaro. “E nel peggiore dei modi. Io sono l’Equilibrio stesso… Per questo tu e Jessie avete poteri simili ai miei.”
    “Come sarebbe a dire?”
    “Jessie, almeno, quella esterna a questo universo, è in lotta tra la luce e l’oscurità del suo cuore. Proprio come in passato lo era quella che conosciamo noi. Tu invece, Nadia, hai detto di essere la custode della vita e della morte. Credo si possano definire sempre come luce e oscurità, anche se in una forma diversa. Sei stata tu a cambiare Sephiroth, vero?”
    “Però, decisamente perspicace.” Rispose divertito quest’ultimo.
    “Già. Ho ottenuto questo Keyblade dopo che il mio mondo è stato distrutto…” e qui lanciò un’occhiataccia a Saix, che la guardò incuriosito da quell’odio represso. “…da un membro dell’Organizzazione XIII. Credevo che sarebbe scomparso dopo essermi vendicata, ma invece mi è stato lasciato, assieme ai miei poteri.”
    “Che immagino, consistano nel ridare energia, o meglio, vita. Eri tu prima a suonare, non è così?” chiese Sora.
    Nadia annuì, per poi evocare il Keyblade, che si trasformò in un flauto.
    “Esatto. Posso dare vita… o toglierla. Il secondo potere tuttavia…”
    “Comporterebbe la tua fine.” Completò Hikari.
    “Per ottenere qualcosa, bisogna dare in cambio qualcosa che abbia il medesimo valore.” fece Edward. “Un principio che va ben oltre l’alchimia.”
    La ragazza incappucciata aprì un varco.
    “Allora io torno al mio mondo.” Disse, salutando tutti con la mano. “Ci rivedremo presto. Finirò di spiegare la situazione e poi raggiungerò Rexenet e gli altri sulla Terra principale.”
    “D’accordo.” Rispose Dark. “Grazie per il tuo aiuto.”
    “Non c’è bisogno che mi ringrazi. Dovevo ricambiare un favore.”
    “Però…” intervenne Jessie. “Non capisco di cosa tu stia parlando. Io non ti ho mai visto prima.”
    “In un certo senso è vero, non mi hai mai vista. Ma chissà… il concetto di tempo è relativo. Passato, presente, futuro…”
    “Cosa vuoi dire?” chiese il Riku accanto alla custode del Tramonto.
    “Semplicemente che le sono debitrice, e se solo questo incontro fosse avvenuto in altre circostanze, mi sarebbe piaciuto parlare di più con voi, ma temo che sia impossibile.”
    Detto ciò, scomparve nel varco, lasciando i presenti con diverse domande in mente.
    “Dark…” cominciò Hikari, abbassando la voce. “Pensi che…”
    “Sì. Le due Jessie si sono già incontrate, ma solo una di loro lo sa.” Rispose lui, per poi fare qualche passo in avanti.
    “Aspetta un attimo!” lo interruppe Shinji.
    “Che cosa c’è?”
    “Gli amici di Timmy prima ci hanno detto che su questo mondo è giunta una ragazza che era a conoscenza degli Evangelion! E può essere una sola persona!”
    Mentre diceva ciò, Asuka sbuffò sonoramente.
    “Uhm… mi sbaglierò…” azzardò Marco, avvicinandosi. “Ma sento puzza di gelosia profonda-”
    L’Animorph non fece in tempo a finire la frase che si ritrovò un Keyblade puntato alla gola.
    “E io sento una tua incredibile voglia di passare a miglior vita!” replicò algida lei.
    “Sì, è così!” confermò Timmy. “Una ragazza dai capelli azzurri è spuntata fuori dal nulla qualche tempo fa, parlando di Evangelion, a sua detta, dei robot giganti, ma è sparita così com’è venuta.”
    “Capisco…” disse Shinji, abbassando pian piano la voce e la testa, per poi sospirare.
    “Beh, pensa positivo.” Fece Saiko. “Almeno sai che è viva. E dato che non ha torto un capello agli abitanti di questo mondo, deve essere tornata in sé.”
    “Perfetto! Allora noi andiamo!” esclamò Skipper. “Soldato, Rico! Prendete il bambino e le sue due invenzioni e rendeteli incapaci di agire!”
    “Agli ordini!” rispose Soldato, poco prima di ricevere da Rico tre corde, che usò subito per legare i tre.
    “Kowalsky, Lio! Varco!”
    “Signorsì!” rispose i due, per poi tirare fuori due telecomandi con un solo bottone, che premettero subito.
    Di fronte a loro si aprì un varco di luce.
    “Allora uomini, ci rivediamo alla guerra! Noi pinguini useremo tutte le nostre abilità per aiutarvi!” disse Skipper, per poi tuffarsi nel varco seguito dagli altri.
    “Un gruppo di animali piuttosto strano.” fece Demyx.
    “Già, ma nonostante tutto sanno il fatto loro.” Rispose Dark. “Certo, non sono ai livelli di un custode, ma sanno distinguersi.”
    Detto ciò, alzò le mani, facendo aprire due varchi affianco ai gruppi esterni.
    “Questi vi riporteranno nel vostro universo. Mi spiace che siate stati coinvolti in una battaglia che non aveva nulla a che fare con voi.”
    “Non importa. Sinceramente, non ho fatto nulla di che.” rispose Nadia. “Beh, non credo che ci rivedremo. Immagino che possa esistere anche una mia controparte del vostro universo, ma temo proprio che sia diversa da me. Anche solo per come sono andate le cose. Addio e buona fortuna!”
    Detto ciò, lei e Sephiroth sparirono.
    “Io mi sono divertito.” Fece Xigbar. “Anche se quei due sono scappati, mi è piaciuto vedere la sorpresa almeno su uno di loro. L’altro credo fosse peggio di un Nessuno, per quanto riguarda i sentimenti.”
    “Io invece, non posso che essere preoccupato per ciò che sta succedendo qui.” Disse Xemnas. “Cosa succederebbe se doveste perdere la guerra?”
    “Non ve lo nasconderò: il nostro universo, così come lo conosciamo, scomparirebbe nel nulla. Sappiamo che alcune dimensioni parallele hanno cominciato ad avvicinarsi a questa, perciò potrebbe anche coinvolgervi.”
    “Allora riferite all’altra me…” disse Jessie, per poi prendere per mano Riku e avvicinarsi al varco. “…di fare del suo meglio, altrimenti non la perdonerò!”
    “Riferiremo, tranquilla.” Rispose sorridendo Hikari, mentre tutto il gruppo di Jessie spariva dentro il varco.
    “Bene, allora possiamo andare anche noi.” Disse Dark, aprendo un altro varco, questa volta più grande, di fronte al gruppo di custodi.
    “Finalmente! Non vedo l’ora di tornare ad avere il mio magnifico corpo!” esclamò Asuka, attraversando subito il passaggio.
    “Beh, la cosa positiva è che difficilmente potrà capitarci qualcosa peggiore di questo, no?” fece Marco.
    “Non parlare. Se questa era solo la prima prova, tremo per le prossime.” replicò Tsuna.


    “Sicura che vada bene così?” chiese una ragazza dai capelli verde acqua, rivolgendosi ad un’altra dai capelli azzurri, mentre osservava il varco chiudersi.
    “Sì.” Rispose questa. “È meglio così. Non sono ancora pronta per affrontarli. Non riuscirei a sostenere lo sguardo di Ikari… E probabilmente, Asuka mi prenderebbe a pugni.”
    “Come vuoi, però secondo me, hai fatto male a non farti vedere. Mi sembrava davvero dispiaciuto di non averti incontrata.”
    “È in quello stato per colpa mia. No, non potevo presentarmi. Non finché non scoprirò come riportarlo alla normalità.”
    La ragazza sospirò, per poi alzare una mano e aprire un varco di luce.
    “Allora andiamo. Qui ormai non abbiamo più nulla da vedere.”
    Rei Ayanami annuì, per poi seguire la ragazza nel varco.

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