Equilibrio

la mia nuova fan fiction

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  1. darkroxas92
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    暗いロクサス92

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    Ed eccomi qui, dopo solo una settimana, con il nuovo capitolo!
    Consideratelo come un regalo, visto che questi ultimi capitoli sono stati più corti del solito, ma tranquilli, dal prossimo torneranno come prima XD.
    Mi pare giusto avvertire che sebbene sarete portati a pensare a Kingdom Hearts 3D, questo capitolo NON contiene spoiler su esso (visto che me ne sono tenuto ben alla larga, quindi ignoro ancora tutto XD).
    Ringrazio Liberty89 per avermi fatto da beta reader e per avermi risparmiato sapendo che cosa succederà nel prossimo capitolo XD (ormai dovreste averlo capito che sarà un capitolo di pura follia XD).
    Detto questo, passiamo alla recensione!

    @ Liberty89: Lo sai, se c'è qualcosa di improbabile, io la trovo XD. E quel manga mi è capitato sotto mano per puro caso XD. Per quanto riguarda Light... vedrai, vedrai... Invece mi dispiace deluderti, ma l'Oscurità, per come l'ho presentata finora, non tornerà più Lucis ha fatto un buon lavoro ù.ù.

    Okay, e ora... vi lascio al primo capitolo della penultuma saga!

    Capitolo 72: Verso la guerra! Diventare Lord del Keyblade? - Torna all'indice dei capitoli
    Un ragazzo dai capelli color grano era seduto sopra il cornicione di un palazzo, osservando la città sotto di lui, che procedeva tranquilla la sua vita di sempre.
    “Finalmente ci rivediamo.” Disse senza girarsi, mentre un varco si apriva dietro di lui, lasciando uscire una figura avvolta da un impermeabile blu scuro, con il volto coperto dal cappuccio, dal quale uscivano due lunghe code di capelli neri.
    “Il tempo è giunto.” Sentenziò una voce femminile proveniente dalla nuova arrivata.
    Il ragazzo sorrise.
    “Lo immaginavo. Mi stavo appunto chiedendo quanto tempo ci avrebbe messo dopo il messaggio di Master Aqua.”
    “Tuttavia, è sorto un piccolo intoppo.”
    “Davvero?” fece il ragazzo, mostrandosi leggermente sorpreso. “Se ti riferisci al fatto che non è lo stesso dell’ultima volta, ne sono consapevole.”
    “Non è solo quello. Questa volta sono due.”
    “Due?” ripeté il ragazzo, girando per la prima volta la testa. “Come sarebbe a dire due?”
    “Il primo di loro non è ciò che sembra. È molto di più. È la base stessa.”
    Il ragazzo rimase in silenzio per qualche secondo, per poi sorridere nuovamente.
    “Capisco… Dunque, alla fine, sembra proprio che questa sarà l’ultima guerra. Se si è risvegliato lui, la cosa non è da sottovalutare. Immagino che tu voglia un giorno, vero?”
    “Esatto. Purtroppo non posso rimanere a lungo in questa forma, presto dovrò lasciarle il posto. Tuttavia, se mi fornisci del potere, potrò agire anche senza espormi direttamente. Almeno all’inizio. Lei farà il resto. Sa già come comportarsi.”
    “Come vuoi.” Fece lui, alzandosi in piedi, per poi lanciarle una spilla, che lei prese al volo.
    “Quando arrivano, usala.” Continuò, camminando verso la sua interlocutrice, per poi superarla. “Annullerà tutto ciò che è in corso e ti permetterà di gestire la situazione come vuoi. Io rimarrò a guardare. Solo… vedi di non fare nulla a questi tre.” Disse, lanciandogli un cellulare con lo schermo richiudibile.
    La ragazza lo afferrò al volo, aprendolo subito e vedendo diverse foto.
    “Non ti preoccupare. Non romperò i tuoi giocattoli. Anzi, potrebbero tornarmi utili.”
    “Fai conto che mi servono per altre due settimane.”
    “Basterà che eseguano le istruzioni, no? Non sono queste le tue regole?”
    “Esatto.” Rispose il ragazzo, prima di scomparire nel nulla.
    La ragazza tornò ad osservare la spilla.
    Era di colore nero, e sopra era ben evidente il simbolo dell’Equilibrio.
    La fece volare in aria, riprendendola al volo.
    “Dark, Hikari…” disse, guardando verso il cielo. “Vi sto aspettando.”


    Dark era seduto di fronte ai monitor della Gummiship, in silenzio, con Hikari al suo fianco.
    Dietro di loro gli altri custodi, assieme a Ran, Shinji e Happy, li guardavano.
    “Allora Dark… Perché ci hai fatti venire tutti qui?” chiese Sora.
    “E che cosa voleva dire tua madre? Che cos’hai in mente?” fece Asuka.
    Dark sospirò, per poi girarsi verso di loro.
    “Ormai la guerra è alle porte.” Rispose. “I custodi sono quasi tutti riuniti, come anche i nuovi guardiani.”
    “Quindi ci stiamo dirigendo verso la terra?” esclamò Marco.
    “No.” Rispose Hikari. “Per voi non è ancora il momento di raggiungere gli altri.”
    “Come sarebbe a dire?!” sbraitò Black Star. “State forse insinuando che non siamo sufficientemente forti?!”
    “No, tutt’altro.” Replicò Dark. “Anzi, alcuni di voi sono anche Master del Keyblade, ma ciò non sarà sufficiente per la guerra.”
    I custodi guardarono Dark sorpresi.
    “Per affrontare questa guerra sarà necessario che voi superiate il rango di Master.”
    “Superare il rango di Master?!” ripeté incredulo Sora. “Esiste un rango superiore?!”
    “Solitamente è un rango a cui non si può accedere.” Rispose Hikari. “Anzi, in questo momento, siamo solo in tre a farne parte.”
    “Siamo?” fece Kairi. “Stai dicendo che tu-”
    “Hikari, io e Hakai.” Disse Dark. “Noi tre siamo custodi speciali. Essere custodi dell’Equilibrio e del Caos ci pone su un livello totalmente diverso da quelli della Luce e dell’Oscurità.”
    “In pratica ci stai dicendo che contro tuo padre e Hakai non avremmo una chance?” domandò Ichigo.
    “In teoria, non in pratica. Per poter combattere al nostro stesso livello… Dovrete diventare Lord del Keyblade.”
    Non appena Dark finì la frase, nella sala scese il silenzio totale.
    “Lord… del Keyblade?” ripeté Edward sorpreso.
    “In pratica, verrete elevati anche voi a un rango superiore.”
    “Cioè diventeremo delle divinità?” esclamò entusiasta Black Star.
    “Possiamo dire di sì.”
    “E perché ce ne parli solo adesso?” chiese Inuyasha.
    “Perché era qualcosa che avevo rimosso volontariamente dai miei ricordi.” Rispose l’incarnazione dell’Equilibrio. “Qualcosa che avevo predisposto subito dopo la prima guerra del Keyblade. Non è un rango a cui possono accedere tutti. Dovevo selezionare i custodi più meritevoli.”
    “E Light e Rexenet?” fece Sora.
    “Loro hanno rifiutato questa carica. Non vogliono una simile responsabilità.”
    “E perché ce la dovremmo prendere noi allora?!” esclamò Tsuna, arrabbiato. “Io sono stufo di questa storia! Ogni giorno sbucano fuori sempre più nemici, e sempre più forti!”
    “È per questo che dovrete diventare più forti a vostra volta e superare il limite dei Master del Keyblade. Se ci riuscirete, avrete a vostra disposizione un potere che va oltre la vostra immaginazione!”
    “Per quel che mi riguarda, io ci sto!” fece Black Star. “Non mi lascio di certo sfuggire l’occasione di venire riconosciuto per ciò che sono!”
    “Ma tu sentilo.” Replicò Asuka, sorridendo e incrociando le braccia. “Credi forse di essere l’unico? Sarà una passeggiata. Se StupiShinji è una divinità, può diventarlo chiunque!”
    Il pilota non replicò, rimanendo in silenzio, cosa che infastidì Asuka, che però non aggiunse altro.
    “E noi Guardiani?” chiese Ran.
    “Ho deciso di portare anche voi perché sono sicuro che avrete il vostro ruolo fondamentale in tutto quello che ci aspetta.”
    “Ehi…” li interruppe Pan, guardandosi in giro. “Sbaglio, o manca il mezzo drago?”
    “Ehm… Natsu è laggiù…” rispose Happy, indicando Natsu, che era sdraiato a terra, piegato su se stesso, con il volto contorto in un’espressione sofferente, mentre si teneva chiusa la bocca con una mano.
    “A-Aiuto…” ansimò a fatica. “F-Fate fermare questo affare…”
    “Ma che cosa gli prende?” domandò Shinichi, guardandolo incredulo.
    “Allora è veramente allergico ai mezzi di trasporto? Io credevo stesse scherzando…” commentò Ichigo, mentre Edward sospirò, avvicinandosi al Dragon Slayer.
    “Non posso garantirti nulla, ma posso tentare di aiutarti…” disse, aiutandolo a mettersi seduto, per poi battere le mani e appoggiarle sulla sua schiena.
    Natsu fu attraversato da una serie di fulmini rossi, saltando subito in piedi.
    “E-Ehi, che cosa stai facendo?!” esclamò, avvolgendo un pugno con il fuoco.
    “Dalla tua reazione, direi che ti ha guarito, aye!” rispose Happy.
    Natsu lo guardò in silenzio, per poi voltarsi verso un oblò, per assicurarsi che si stessero ancora muovendo.
    “Perché non hai detto subito di essere un mago dell’aria come Wendy?” chiese poi a Edward, che sorrise.
    “Niente magia. Pura e semplice alchimia. Ho inibito i tuoi nervi per non farti sentire la sensazione di viaggio… è andata bene, era la prima volta che tentavo una trasmutazione del genere.”
    “Mi stai dicendo che mi hai usato come cavia?!” gli sbraitò contro il Dragon Slayer, sputando una piccola fiamma, facendo scoppiare tutti a ridere.
    “Però ha fatto bene.” Fece Dark. “È meglio per te non avere più quel problema. Non so che cosa vi aspetta.”
    “Come sarebbe a dire? Non hai detto che sei stato tu a preparare questo… allenamento?” domandò Riku.
    “E come vi ho detto, ho cancellato tutti i miei ricordi che lo riguardano. So solo una cosa.”
    “Ovvero?”
    “Una persona ci sta aspettando in un mondo preciso. Ed è lì che stiamo andando.”
    “Allora andiamoci subito!” esclamò Black Star, aprendo un varco.
    “No, è meglio se riposate. È troppo che state viaggiando, dormendo solo saltuariamente. Molti di voi sono stati feriti anche in maniera grave, e la magia guarisce solo fino a un certo punto. Approfittate di questo viaggio per riprendervi.”
    I custodi rimasero in silenzio, guardandolo increduli.
    “No, aspetta… ci hai detto chiaramente di metterci tranquilli mentre la guerra sta per cominciare? Dobbiamo sbrigarci a superare il rango di Master, altrimenti-” cominciò Inuyasha, per poi venire interrotto dal custode dell’Equilibrio.
    “Avete sentito mia madre, no? Tratterrà l’Oscurità per il tempo necessario e la guerra non comincerà prima del nostro ritorno. Non ho idea di quanto tempo vi porterà via questa prova. Potrebbe durare poche ore, come giorni, se non mesi.”
    “Mesi?!” ripeté incredula Kairi.
    “Mi conoscete. Se ho architettato qualcosa, non sarà qualcosa di semplice. Ad ogni modo, la persona che ci sta aspettando conosce più dettagli di me. Gli ho affidato il compito di custodire quelle informazioni che io stesso ho dimenticato.”
    “Ci sta aspettando dalla fine della prima guerra del Keyblade?! Ma allora sarà un essere decrepito.”
    “Lo vedrete presto.” Rispose Hikari. “Ora fate come ha detto Dark e andate a riposarvi. Direi che ci sono sufficienti stanze in questa Gummiship.”
    Edward sospirò, per poi girarsi.
    “E va bene, vorrà dire che ne approfitterò. Sarei tentato di andare a trovare mio fratello e Winry, visto che prima non ho avuto nemmeno il tempo di salutarli, ma dato che non so quanto tempo ci vorrà, mi limiterò a recuperare un po’ di sonno arretrato.” Disse, per poi girarsi e uscire dalla sala, salutando gli altri con la mano.
    Dopo Edward, anche gli altri se ne andarono, lasciando indietro solo Dark, Hikari e Kairi, che rimase di fronte ai due.
    “Che c’è?” chiese Dark, guardando la custode.
    “Voglio delle spiegazioni. Shinichi prima l’ha accennato, ma voglio sentirlo da voi. Perché Hikari adesso è una custode dell’Equilibrio?”
    La sorella la guardò, per poi girarsi verso Dark, che annuì.
    “Come già sai, l’Oscurità aveva messo i suoi occhi su di me, ritenendomi responsabile del cambiamento di Dark. Durante la nostra battaglia contro di lui, dopo aver allontanato Dark da me, mi ha preso. Mi ha privata di tutti i miei poteri da custode della Luce e infine… mi ha uccisa.
    Mi sono ritrovata nell’oblio, e ormai mi ero arresa a rimanere in quello stato. Ma Dark…”
    “Io non l’ho accettato.” Continuò il custode, alzandosi. “Non potevo… non potevo assistere di nuovo allo stesso scenario. Per questo ho usato tutti i miei poteri per raggiungerla, ma l’unico modo per riportarla indietro era di donarle i miei stessi poteri.”
    “E questo che conseguenze avrà?” chiese Kairi. “Tu ci hai detto più volte che sparirai dopo la guerra e Hikari? Che cosa ne sarà di Hikari?!” esclamò.
    Sua sorella le mise una mano sulla spalla.
    “Non mi ha resa sua custode senza chiedermelo. L’ho accettato di mia volontà e me ne assumerò la responsabilità.” Rispose, sorridendo, per poi uscire assieme a Dark dalla sala.
    La principessa della Luce rimase immobile, mentre due silenziose lacrime scendevano lungo le guance.
    “Perché…” disse solamente.


     
    Un ragazzo dai lunghi capelli biondo scuro tutti all’insù, lasciando che la chioma dritta andasse indietro, con un paio di cuffie viola che gli coprivano le orecchie e che indossava un paio di pantaloni lunghi beige e una maglietta senza maniche viola provvista di cappuccio tirò fuori dalla tasca il suo cellulare, controllando i messaggi.
    “Ancora niente?” chiese una ragazza al suo fianco, dai capelli rossi coperti da un buffo cappello, che indossava un paio di stivali, dei cortissimi pantaloncini marroni con attorno un marsupio e una maglietta simile a una giacchetta rosa che le copriva solo la parte superiore del busto, che teneva tra le braccia il pupazzo di un gatto nero, tirando anche lei fuori un cellulare.
    “Così pare.” Rispose atono il ragazzo, sospirando. “È strano, non è mai passato così tanto tempo.”
    “Forse hanno deciso di farci riposare un giorno.” Azzardò la ragazza.
    “Non lo farebbero mai, stalker.”
    “Il mio nome è Shiki! Quante volte te lo devo dire, Neku!” gli urlò contro la ragazza.
    “Per me rimani solo una stalker.” Replicò gelido lui
    “Ah, quando fai così non ti sopporto! Ad ogni modo, ti ricordo che dovrai sopportarmi per tutta la settimana, a meno che tu non preferisca scomparire.”
    “E ringrazia questo fatto se non me ne sono ancora andato. Avrei di meglio da fare piuttosto che partecipare a questo gioco.”
    La ragazza stava per replicare, quando i loro cellulari suonarono insieme.
    “Finalmente.” Sbottò Neku, andando subito a leggere il messaggio appena arrivato, per poi spostare leggermente di lato la testa. “E questo che cosa significa?”
    Oggi la vostra esistenza sarà messa a dura prova.” Lesse ad alta voce Shiki. “Il Game Master non avrà nessun potere, ma un essere più potente di lui ha preso il suo posto. Scoprite chi è, ma fate attenzione ai nuovi ostacoli. Nessun limite di tempo.
    “Non era mai arrivato un messaggio così lungo.” Commentò la ragazza, rileggendo mentalmente il testo. “E come sarebbe a dire che il Game Master non ha nessun potere? Il gioco non si basa sui suoi ordini?”
    “Sembra che stavolta ci sia stata un’interferenza nei piani alti.” Disse una voce alle loro spalle.
    I due si girarono, ritrovandosi di fronte ad una ragazza dai capelli neri a caschetto, che indossava una divisa scolastica, che stava mettendo via il suo cellulare.
    “Se è arrivato un messaggio così strano, significa soltanto che qualcuno ha attaccato e sconfitto il Game Master, oppure che è riuscito a convincerlo a fare ciò che vuole.” Continuò, per poi guardare sorridendo i due. “Piacere, io sono Kuroi Mato!” esclamò.
    “P-Piacere. Io sono Misaki Shiki, mentre lui…” e indicò il suo compagno. “…è Sakuraba Neku. Sei anche tu una giocatrice?”
    “Già… anche se un po’ particolare. Come potete vedere, mi è stato concesso di giocare in solitaria.”
    “Come mai questo privilegio?” domandò Neku.
    “Non ne ho la più pallida idea. A essere sincera, mi sono risvegliata qui senza nemmeno sapere come ci sono arrivata. Ho trovato un foglio che mi spiegava velocemente le regole, ed eccomi qui.”
    “E come fai a combattere? Se non sbaglio, bisogna essere in due per attivare i propri poteri.” Fece Shiki.
    “Anche questo per me è un mistero… Ero una normalissima studentessa del liceo, ma da quando mi sono risvegliata qui…”
    Mentre diceva ciò, porse verso di loro il braccio sinistro, che s’illuminò, trasformandosi in un enorme cannone blu.
    “Sono in grado di fare ciò che vedete. Non so spiegarmelo neppure io, però è comodo contro quei mostri.”
    “Vuoi dire che tu non usi nessuna spilla per combattere?” chiese Neku, per la prima volta sorpreso, come Shiki.
    “Spille? Come quella del giocatore?” chiese Mato, tirando fuori una spilla nera con disegnato sopra un simbolo che ricordava vagamente quello dei Nessuno.
    “Ce ne sono anche altre, in base alle quali puoi usare diversi poteri. Come questa.” Spiegò Neku, tirando fuori una spilla rossa, e facendo apparire dal nulla una sfera di fuoco.
    La ragazza fece per rispondere, ma un luccichio nel cielo la distrasse.
    I tre alzarono lo sguardo, vedendo una scia luminosa volare sopra di loro scomparendo velocemente alla loro vista.
    “Una stella cadente… in pieno giorno?” fece sorpresa Shiki.
    Ma prima che potessero dire altro, attorno a loro si aprirono sull’asfalto della città decine di varchi oscuri, dai quali uscirono degli Shadow.
    “E questi che razza di Noise sono?!” esclamò Neku, affiancandosi a Shiki, mentre Mato puntava la propria arma contro le creature.
    “Mi sembrano parecchio diversi dai soliti Noise… E se fossero i nuovi ostacoli del messaggio?”
    “Se è così allora dobbiamo eliminarli! Non ho intenzione di arrendermi facilmente.” Replicò Neku, per poi colpire con una sfera di fuoco un Heartless, che però rimase incolume.
    “Che cosa?”
    “Lascia fare a me!” esclamò Mato, mettendosi di fronte a loro, mentre il cannone cominciava ad aspirare aria, creando una sfera d’energia.
    Pochi secondi dopo la ragazza fece fuoco, scagliando un’enorme sfera d’energia contro i nemici, che furono polverizzati all’instante.
    Mato abbassò il braccio, mentre l’arma scompariva nel nulla.
    “Erano piuttosto deboli.” Disse, mentre dal luogo dove si trovavano gli Heartless si alzavano verso il cielo diversi cuori, lasciando sorpresi i tre.
    “Ma quelli… non erano assolutamente dei Noise.” fece Shiki, guardando volare via i cuori.
    “Già, e la domanda è che cos’erano?” Disse Neku, guardando la sua spilla. “Ma soprattutto, perché non sono riuscito a colpirlo?”
    “Qualunque cosa fossero, adesso sono spariti.” Commentò Mato, per poi girarsi verso il punto dove la stella cadente era sparita. “Sarà stata una coincidenza, però è successo subito dopo.”
    Gli altri due capirono subito a che cosa si stava riferendo.
    “Sarà sicuramente caduta fuori Shibuya, e noi non possiamo lasciare questo quartiere.” Fece Shiki, portandosi una mano sotto il mento per riflettere.
    “Allora non ci resta che aspettare e vedere che cos’altro succede. Se non vi dispiace, rimarrò con voi. Dopotutto, sembra che io sia l’unica in grado di abbattere quei mostri.”
    “Sarebbe fantastico! Non lo pensi anche tu, Neku?”
    “Fa come ti pare. Sai bene che preferirei agire da solo.”
    Mato guardò incuriosita il ragazzo, mentre la sua compagna sospirava.
    “Se speri di mandarmi via così facilmente, ti sbagli di grosso.” Disse infine, sorridendo. “Anzi, così facendo non fai altro che farmi venire voglia di aiutarti ad uscire dalla tua solitudine.”
    “Buona fortuna allora. Non avrò più nessun ricordo, ma non sono minimamente attirato dal fare amicizia con qualcuno.”


    “Perché hai voluto far atterrare la Gummiship?” chiese Hikari a Dark, mentre uscivano da un varco insieme al resto del gruppo, ritrovandosi in una via deserta della città.
    “Non sappiamo per quanto tempo non la useremo, e lasciarla nello spazio mi sembrava la cosa meno adatta.” Rispose lui.
    “Allora, dov’è questo messaggero?!” esclamò Black Star, guardandosi attorno. “Voglio venire riconosciuto subito come divinità!”
    “Come faremo a individuarlo?” chiese Sora, ignorando l’azzurro.
    “Sarà lui a riconoscerci, ma non è da escludere che decida di non apparire subito.” Rispose Dark.
    “E noi nel frattempo che cosa facciamo?” fece Inuyasha.
    “Direi che la risposta è semplice. Giriamo per questa città.”
    I custodi lo guardarono increduli, mentre Hikari sorrideva divertita, per poi girarsi e cominciare ad allontanarsi assieme a Dark.
    “È una mia impressione… o Dark è diventato decisamente strano rispetto al suo standard?” chiese Marco.
    “Quindi sarebbe lui il vero Dark?”
    “No.” Rispose Kairi, gelida e cominciando a seguirli. “Non è altro che la sua ennesima maschera. Solo che anche Hikari ha imparato a indossarla.”
    Sora e Riku la guardarono sorpresi, per poi seguirla, imitati poco dopo da tutto il resto del gruppo.
    Solo Pan rimase ferma, guardandosi attorno.
    “Che cosa succede?” chiese Edward, accorgendosene.
    “Niente… solo che mi sembra di sentire delle auree… deboli, come se fossero lontane, ma allo stesso tempo molto vicine… Non mi era mai successo prima.”
    “Forse sono solo gli abitanti di questo mondo, no?”
    “Sì… forse hai ragione. E comunque, non sono lontanamente al nostro livello.” Rispose la Sayan, per poi raggiungere assieme a Ed il resto del gruppo.
    Poco lontano, seduti sopra il cornicione di un palazzo, una donna dai capelli rossi, con un paio di ali nere scheletriche, affiancata da un uomo dai capelli arancioni, anch’esso con le identiche ali, osservavano il gruppo andarsene.
    “Com’è possibile?!” esclamò la donna. “Perché oggi non possiamo intervenire in prima persona? Ho un conto in sospeso con quei due!”
    “Questi sono gli ordini. In più, non dobbiamo interferire con gli intrusi. Quella ragazza ci ha quasi notati, dobbiamo fare attenzione.”
    “Ma il nostro compito è quello di ostacolare i giocatori! Ricordi?!”
    “E di obbedire al Game Master.” Replicò l’uomo. “Inoltre, te ne sei accorta pure tu, no?”
    “Ti riferisci a quei mostri? Certo che me ne sono accorta!”
    “E hai visto come i giocatori non sono stati in grado di attaccarli. Devi ringraziare quella ragazza se i tuoi giocattoli sono ancora vivi.”
    La donna sbuffò.
    “Ma come mai ci siamo accorti della sua presenza solo adesso? Eppure è una giocatrice.”
    “Forse il nuovo Game Master la teneva nascosta. Dopotutto non sappiamo niente sul conto di entrambi.”
    “È stato il Compositore a ordinare il cambio, giusto?”
    “Così pare. Restiamo a guardare… proprio come stanno facendo loro.”
    “Loro?” chiese la donna, guardandolo curiosa.
    “Gli altri osservatori giunti oggi.” Rispose l’uomo, alzando lo sguardo verso un altro palazzo, sul cui tetto si notavano quattro figure ammantate di bianco, intente proprio come loro a osservare la città sottostante.


    “Quindi tu giocavi a basket?” chiese Shiki a Mato, che annuì.
    “Proprio così e nonostante la mia altezza, non me la cavavo male. Poi però, quando è arrivato il messaggio di Aqua, i vari club si sono svuotati. I miei compagni avevano paura che potessero essere attaccati mentre giocavano. Tutti hanno cominciato a temere un attacco e alla fine le attività sono state sospese. Questo è tutto quello che ricordo. Devo essere svenuta e mi sono risvegliata qui, però…”
    “Però?”
    “Non so, è come se avessi un vuoto.”
    “Probabilmente quei ricordi sono stati il tuo prezzo per partecipare a questo gioco. Proprio com’è successo a me.” Replicò Neku.
    “No, non credo… Anche perché non ho idea di che cosa ho pagato. Ho tutti i miei ricordi tranne quella sensazione di vuoto.”
    “Non devono essere per forza dei ricordi.” Fece Shiki, abbassando lo sguardo. “Il prezzo da pagare può essere qualsiasi cosa, ma di solito uno sa che cos’ha pagato.”
    “Io però proprio non lo so. In più-” ma Mato si fermò, girandosi di colpo.
    “Che succede?” chiese Neku.
    “Sta arrivando qualcuno…” rispose la ragazza, facendo subito apparire la sua arma. “Ed è potente…”
    “E tu come fai a saperlo?”
    “Non lo so, ma lo sento chiaramente.”
    “Impressionante.” Disse una voce poco lontana.
    I tre si girarono, notando un varco oscuro, dal quale uscì una persona con addosso un impermeabile nero, e il cappuccio a celarle il volto.
    “Speravo di cogliervi di sorpresa, come ho fatto poco fa, ma mi è andata male. Peccato.”
    “Chi sei? Il nuovo Game Master?” chiese Neku, prendendo in mano una spilla.
    “Certo che no, moccioso.” Rispose la figura, togliendosi il cappuccio e rivelando dei capelli biondi, con due ciuffi che andavano in avanti.
    “E non ho idea di chi sia.” Continuò Larxene, sorridendo. “Ma non importa. Tanto per voi finisce qui.”
    “Questo significa che non sei una Reaper?” esclamò sorpresa Shiki. “Ma come può vederci se è estranea al gioco?”
    “Non lo so… ma dobbiamo metterla fuori gioco se vogliamo andare avanti!”
    Dicendo ciò, Neku strinse con più forza la spilla, facendo cadere del fulmini contro Larxene, che però li parò con le mani.
    “Pessima scelta di elementi.” Rispose lei, mentre il suo corpo veniva avvolto da altri fulmini. “Non serve a molto colpire un fulmine con un fulmine, no?”
    “Che cosa? Ma che razza di creatura è?”
    “Io sono un’ex Nessuno.” Fece Larxene, evocando i suoi kunai. “Un essere che era stato privato del proprio cuore. In poche parole, un’alleata di Xehanort.”
    “Xehanort?” ripeté Neku, facendo un passo indietro. “Quello che ha nominato Aqua… colui che vuole distruggere l’universo…”
    Mato lo superò, puntando contro Larxene la sua arma.
    “Se le cose stanno così, ti dovremo eliminare immediatamente!”
    “Che cosa speri di fare, mocciosa?”
    “Sono molto più pericolosa di quello che credi… Ex numero 12.” Fece la ragazza, mentre per un istante la sua voce si sdoppiò.
    “Come…” cominciò Larxene, guardandola sorpresa. “Tu chi sei esattamente?”
    “Una semplice studentessa che si è ritrovata in un posto che non conosce.” Rispose lei, mentre Neku e Shiki la guardavano increduli.
    “Tu vorresti attaccare una creatura dell’oscurità? Povera stupida. Non sei neppure una custode!”
    “E con ciò?” chiese una voce dietro all’ex Nessuno. “Non per questo è impossibile attaccarti.”
    Larxene sgranò gli occhi, buttandosi di lato giusto in tempo per evitare una freccia di luce.
    “Chi osa-” cominciò, senza però riuscire a vedere l’autore dell’attacco.
    Ma quella distrazione permise a Mato di raggiungerla e di puntarle il cannone contro la testa.
    “Non so da dove provenisse quella freccia, ma a quanto pare le sono debitrice. E ora…”
    L’arma di Mato cominciò nuovamente ad aspirare aria, preparandosi a fare fuoco.
    Ma una sfera rossa la colpì in pieno, spedendola contro il muro di un’abitazione.
    “Mato!” esclamò Shiki, girandosi verso la direzione da cui proveniva la magia.
    “Larxene… Cosa ti succede?” chiese una voce, mentre Hakai faceva la sua apparizione, raggiungendo l’ex Nessuno.
    “Mi ha solo colta di sorpresa. Non montarti la testa, Caos.”
    “Oh, perdonami per averti salvato.” Replicò lui divertito.
    “Peccato che tu non abbia usato una magia più potente.” Disse la voce di Mato, mentre quest’ultima si rialzava, incurante delle ferite subite.
    “Ma quanta forza ha?” fece Neku, guardandola sorpreso.
    “Speravo di rimanere nascosta più a lungo…” continuò Mato, usando una voce leggermente diversa dalla sua. “Ma Mato non è in grado di sostenere questo combattimento.”
    Il volto di Hakai si fece serio.
    “Tu chi sei realmente?” chiese il custode del Caos.
    “Chi sono io?” ripeté lei, mentre i suoi vestiti cominciavano a cambiare, trasformandosi in un lungo maglione nero, mentre i suoi capelli si allungarono, prendendo delle sfumature blu e chiudendosi in due code.
    Il suo occhio sinistro prese come fuoco, dando vita ad una fiamma blu, e evocò una spada con la mano libera, per poi puntare entrambe le armi contro gli emissari di Xehanort.
    “Il mio nome è Black Rock Shooter.” Rispose infine, fredda, mentre alle sue spalle appariva un’immagine del simbolo dell’Equilibrio. “E sono qui per ordine preciso del mio signore.”
    “Il tuo signore? Intendi dire il custode dell’Equilibrio?” chiese Larxene.
    “No. Non il custode. L’Equilibrio stesso.”
    “Quindi sempre Dark.”
    “Ma che cosa sta succedendo?” chiese Shiki, ascoltando incredula lo scambio di battute, come Neku.
    “Shiki, Neku. Mi dispiace avervi dovuto far mentire da Mato.”
    “Come sarebbe a dire? Non siete la stessa persona?”
    “Non proprio. Io e Mato siamo l’una la controparte dell’altra. Lei non è a conoscenza della mia presenza. O meglio, non sa esattamente che esisto. Le ho concesso di poter usare parte dei miei poteri durante la sua permanenza in questo mondo. E ora… ecco la vostra nuova missione.”
    “La nostra- che cosa?” esclamò Neku.
    “Sono io il Game Master di oggi.” Disse semplicemente Rock Shooter, mostrando una spilla che aveva il simbolo di Dark. “Ed ecco il vostro vero compito: aiutatemi ad affrontare questi membri dell’organizzazione finché non arriverà il mio signore con i suoi prescelti.”
    “E come facciamo? I nostri attacchi non hanno effetto su di loro!” fece Shiki, mentre Neku chiuse le mani a pugno.
    “Mi sembravano strani quei poteri…” disse, digrignando i denti. “Allora, Game Master…” continuò, nominando con disprezzo le ultime due parole. “Come facciamo?”
    “Non vi ho fatti contattare per puro caso.” Rispose Black Rock Shooter. “Ho sentito dentro di voi un potere simile al mio. Non vi resta che risvegliarlo.”
    “E come facciamo?”
    “Concentratevi.” Replicò la ragazza, per poi cominciare a caricare un nuovo colpo, che scagliò subito contro i due avversari, che saltarono in aria per evitarlo.
    “La fa facile… Avessimo meno stress e più tempo…” commentò Shiki, cominciando a guardarsi in giro nervosa.
    Neku invece chiuse gli occhi.
    ‘Un potere nascosto dentro di noi…’ pensò. ‘Ma come faccio a trovarlo? E se fosse stato portato via insieme ai miei ricordi?’
    Proprio mentre pensava questo, nei suoi occhi chiusi riapparve il simbolo dell’Equilibrio.
    “Un potere simile al suo…” ripeté ad alta voce, per poi aprire la mano destra e tenderla davanti a sé.
    Sotto lo sguardo meravigliato di Shiki, il suo palmo s’illuminò, facendo apparire lo stemma di Dark, che brillò per qualche secondo.
    Neku agì d’istinto.
    Chiuse a pugno la mano, per poi riaprirla immediatamente e creando un fascio di luce, che prese la forma di una spada, che impugnò subito.
    “Arrivo!” urlò, partendo all’attacco contro Larxene, che riuscì a parare il suo attacco con i kunai.
    “Che cosa?!” esclamò lei sorpresa. “Dove ha trovato un simile potere?!”
    “Siete convinti che solo l’Oscurità possa donare poteri?” chiese Rock, rimanendo sempre impassibile.
    “Allora vediamo chi la spunta tra Caos e Equilibrio.” Chiese Hakai, creando una sfera del suo elemento di fronte a sé.
    “La risposta è ovvia: vince l’Equilibrio!” rispose una voce, poco prima che un raggio d’energia lo sfiorasse.
    “Chi-”
    “Prendi questo!” urlò Natsu, lanciandogli contro un raggio di fuoco, affiancato da Tsuna che lo imitò.
    “Ehi, non sapevo che anche tu usassi il fuoco.” Commentò il Dragon Slayer, divertito.
    “Ne parlerete dopo!” esclamò Edward, battendo le mani e appoggiandole a terra, creando una serie di lance che partirono da sole contro i due nemici, che riuscirono a schivarle per poco.
    “Maledizione! Sono arrivati tutti i custodi?” esclamò Larxene, poco prima di ritrovarsi Ran dietro di lei, pronta a colpirla con un pugno.
    “Ci siamo anche noi Guardiani!” esclamò, portando a termine l’attacco e spedendola a terra, provocando una piccola voragine.
    “Dannazione, sono troppi anche per me…” fece Hakai, per poi spostare lo sguardo.
    “Tu che dici così?” chiese Dark, affiancato da Hikari, entrambi con il Keyblade in mano. “Si vede che la guerra è vicina.”
    “Dark e Hikari… Dovevo immaginarlo che sareste arrivati…”
    Gli altri custodi li raggiunsero, mettendosi al loro fianco.
    “Quelli… sono tutti custodi…?” fece Shiki sorpresa, guardando il gruppo.
    “Ma quanti sono?” si chiese Neku, mentre la sua spada scompariva.
    “Solo un piccolo gruppo…” rispose Black Rock Shooter, raggiungendo i due. “Ma composto dai custodi più forti dell’universo, e tra di loro c’è una delle tre entità che sorreggono l’universo.”
    “E sono venuti qua per aiutare noi?”
    “Non ti montare la testa, ragazzino.” Rispose Asuka. “Ci siamo solo trovati di fronte a due membri dell’organizzazione. Il vostro salvataggio è solo un effetto collaterale.”
    “Non dovresti parlare così, Asuka.” Replicò Shinji.
    “Umpf.” Fece lei, per poi spostare lo sguardo.
    “Che cosa facciamo?” chiese Larxene, rialzandosi e guardando Hakai.
    “Affrontarli adesso solamente noi due forse è pretendere troppo.” Rispose il custode del Caos, facendo scomparire il Keyblade. “E io non mi sono ancora del tutto ripreso dalla mia precedente trasformazione. Per il momento ci ritiriamo.”
    Dicendo ciò, i due membri dell’organizzazione scomparvero in un varco oscuro, lasciando i custodi a fissare il punto dove erano spariti.
    “Codardi, come sempre.” Commentò Sora, per poi girarsi assieme agli altri verso Black Rock Shooter.
    “Vi stavo aspettando.” Disse lei, rivolgendosi a Dark e Hikari.
    “Così sei tu.” Disse l’incarnazione dell’Equilibrio.
    “È un piacere rivederla, signore.” Continuò la ragazza.
    “Non c’è bisogno di chiamarmi così.”
    “Ehi, tu!” lo interruppe Black Star, saltando di fronte alla ragazza. “Dimmi subito come diventare una divinità!”
    Ma prima che Rock potesse rispondere, il Keyblade dell’assassino tornò ad essere Tsubaki, che lo colpì in testa e lo allontanò.
    Black Rock Shooter fece finta di nulla, riportando lo sguardo verso Dark e Hikari.
    “È tutto pronto. Come custode delle prove, ho scandagliato i mondi, scegliendo quelli più adatti per sostenerle, proprio come mi avevi ordinato di fare alla fine della precedente guerra.”
    Dark annuì serio.
    “Allora che cosa dobbiamo fare?” chiese Marco.
    “È tempo di sottoporvi ad un’ultima prova.” Rispose la ragazza. “Dovrete superare quest’ultima difficoltà, ma non sarà facile. Verrà testato il vostro stesso equilibrio.”
    “Il nostro stesso equilibrio?” chiese Sora.
    “Sì. Luce e oscurità convivono in ogni singolo cuore… solo sette sono i cuori privi delle tenebre, ma nemmeno questi ne sono immuni. Le prove che vi attendono superano la vostra comprensione. Non solo per la difficoltà e il tipo, la vostra stessa esistenza verrà riconfigurata più volte.”
    “Che cosa vuoi dire?” esclamò Inuyasha.
    “Non basta una battaglia per testarvi. Non è così semplice. Dovrete dimostrare di potervi mantenere in equilibrio in ogni situazione. Solo così i vostri cuori diventeranno più forti, ma fate attenzione: se non dovreste superare anche una sola prova, non potrete tornare indietro. I cambiamenti che subirete, fisici e mentali, spariranno solo se supererete la prova che li ha provocati. Altrimenti, rimarrete in quello stato per sempre.”
    Diversi custodi deglutirono.
    “Siete pronti?” chiese la ragazza, mentre Dark e Hikari si avvicinavano a lei, per poi girarsi verso gli altri.
    “Ormai siamo qui.” Fece Tsuna, sospirando. “Tanto vale finire questa tortura… sperando dopo di poter restare in pace.”
    “Ne dubito. Dopo ci aspetta direttamente la guerra.” Rispose Ichigo, sorridendo. “Per quel che mi riguarda, va bene. Ormai ho visto di tutto.”
    “Concordo con lo Shinigami.” Disse Edward. “Non credo ci possa essere ancora molto in grado di sorprendermi!”
    “Io ormai ho rinunciato alla sanità mentale, perciò ci sto.” Affermò Marco.
    Uno ad uno, tutti i custodi annuirono.
    “Molto bene allora.” Esclamò Black Rock Shooter, alzando una mano al suo fianco e aprendo un varco nero e bianco.
    “Andate, custodi della Luce! Attraversate questo varco e date il via all’ esame dell’Equilibrio!”
    I custodi annuirono, per poi attraversare uno ad uno il varco, lasciando per ultimi Dark e Hikari.
    Nel frattempo, Neku e Shiki, che erano rimasti in disparte, si riavvicinarono.
    “Che cos’è successo esattamente?” chiese il ragazzo, rivolgendosi ai due custodi rimasti.
    “Questo mondo era stato designato per il nostro incontro con Black Rock Shooter.” Rispose Dark. “Ci dispiace aver portato scompiglio, ma adesso, almeno per un po’, non dovreste avere problemi.”
    “Esatto. Io riporterò indietro Mato, e aspetterò il giorno dell’inizio della guerra prima di rifarmi viva.” Fece Rock, per poi girarsi verso i custodi dell’Equilibrio. “Ora però è meglio che andiate anche voi. Gli altri custodi avranno bisogno del vostro supporto, anche se non potrete interferire con il loro esame.”
    “Grazie per tutto.” Disse Dark. “Ora il tuo compito è terminato.”
    “Solo la prima parte. Terminerà definitivamente solo quando l’Oscurità scomparirà.” Rispose Black Rock Shooter, osservando i due custodi sparire nel varco, che si richiuse dietro di loro.
    “Ottimo lavoro.” Disse una voce alle sue spalle, mentre quattro figure avvolte da un mantello bianco si facevano avanti lentamente.
    “E loro chi sono?” esclamò Shiki, facendo un passo indietro.
    “Non preoccupatevi, non sono nemici.” Li tranquillizzò la ragazza, per poi rivolgersi ai nuovi arrivati. “Allora continuerete voi?”
    “Sì. Tu hai fatto la tua parte, ora, il resto tocca a noi. Possiamo seguirli in ogni mondo in cui andranno, e se sarà necessario, potremo intervenire.”
    “Non devono fallire questo esame. L’esito della guerra dipende da loro.” 


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    Azuki era appoggiata a un muro, con gli occhi chiusi.
    Poco lontano da lei, Jyassmie era in piedi in mezzo alla stanza.
    “Così l’Oscurità al momento non può tornare qui…” disse quest’ultima.
    “Così ha detto.” Rispose Gin, apparendo come dal nulla da un’altra parte.
    “Lucis gli ha giocato un bel tiro mancino.” Continuò Light.
    “Ma è stato tutto inutile. Sono ere che si combattono, e finora nessuno ha avuto la meglio.” Affermò Homunculus, sorridendo.
    “Già. È solo questione di tempo prima che torni, più forte di prima.” Commentò Reborn.
    “Io non so come comportarmi con le attese…” fece Crona.
    “Bah! Voi fate come volete. Io vado a divertirmi.” Sbottò Jyassmie. “Dopotutto, tra i presenti sono l’unica ad essere una creatura totalmente oscura. Seminare disordini nei mondi non sarà difficile. Homunculus, tu continua a tenere sott’occhio Xehanort. Non vorrei che interferisse troppo con noi.”
    “Non mi dare ordini. Non sei tu a comandare.”
    Jyassmie ghignò divertita, per poi scomparire in un varco oscuro.
    Azuki continuò a rimanere in silenzio, per poi staccarsi dal muro e avviarsi verso l’uscita della sala, seguita dagli sguardi degli altri.
    “Che succede? Non dirmi che sei ancora arrabbiata perché ho interferito nel tuo scontro?” chiese Homunculus, senza mostrare alcuna emozione.
    La ragazza non si fermò nemmeno, scomparendo nelle tenebre.


    Azuki entrò nella sua stanza, andandosi a sedere sul letto.
    “Perché…?” si chiese. “Perché continuò a rivedere quel momento… e il mio cuore ne è turbato?”
    La custode oscura spostò lo sguardo, che si fermò a fissare un Keyblade grigio, privato della sua luce, incastonato nel pavimento della sua stanza.


     


    Equilibrio – Saga dell’esame dell’Equilibrio – Start



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