Equilibrio

la mia nuova fan fiction

« Older   Newer »
 
  Share  
.
  1. darkroxas92
        +1   -1
     
    .
    Avatar

    暗いロクサス92

    Group
    Member
    Posts
    8,970
    Location
    Crepuscopoli

    Status
    Anonymous
    ed ecco qui il 4 capitolo.
    mi scuso subito se la seconda parte potrebbe risultare noiosa, ma nn sn riuscito a fare di meglio.
    in compenso credo che il prossimo capitolo, che sarà uno dei più importanti della fan fiction, vi soddisferà di più.
    Attenzione: in questo capitolo sn presenti diversi spoiler sul prossimo capitolo. Mi piacerebbe sapere le vostre impressioni e ipotesi.

    detto questo, vi lascio alla lettura

    Capitolo 04: La carta - Torna all'indice dei capitoli
    Dark non parlò nei giorni seguenti.
    Rimase in disparte tutto il tempo, a pensare.
    Come aveva fatto quel ragazzo a scoprire quella storia?
    E dire che nessuno doveva esserne a conoscenza.
    Sulla Terra era stato classificato come un normale caso di vandalismo, anche se in realtà non lo era.
    Dark mise di nuovo la mano in tasca, per tirare fuori l’oggetto. Non sapeva spiegarsi il perché guardarlo lo tranquillizzava, nonostante le circostanze in cui lo aveva ottenuto non erano proprie tranquille e pacifiche.
    Ed era un momento che non avrebbe mai dimenticato.
     
    Sangue. Un fiume di sangue che attraversa delle piccole mani.

    “No, non può essere. Non puoi andartene!” disse una voce.

     
    Dark si sveglio di colpo.
    Si trovava nella stanza che doveva condividere a forza con Sora e Riku, per cui si accertò immediatamente di non averli svegliati, dopodiché, senza far rumore, uscì per andare nella sala dei comandi, che in quel momento era deserta.
    ‘Fortuna che c’è il pilota automatico’ pensò Dark
    Andò a prendersi una bottiglia d’acqua dal frigorifero (quando lo aveva visto la prima volta fece un po’ di fatica a crederci: era convinto che la Gummyship ne fosse sprovvista. Ma se per questo credeva fosse anche più piccola, cosa che invece non era).
    “Ehi, tutto bene?” chiese Sora, arrivando anche lui in quel momento, e cogliendo Dark di sorpresa.
    “Si, tutto bene” disse Dark, cercando di rimanere il più tranquillo possibile.
    “Scusa se prima ho fatto finta di dormire, ma non volevo metterti a disagio. Ma mi sembri abbastanza sconvolto” continuò Sora.
    Dark lo guardò.
    “Cioè, ti sei svegliato così, di soprasalto. Immagino che hai fatto un incubo”
    Nella mente di Dark passarono di nuovo quelle immagini.
    Perché quel ragazzo aveva riportato a galla quella ferita?
    Perché?
    “Solo un semplice incubo. Niente di più” rispose Dark.
    “Aveva a che fare con quello che ha detto quel ragazzo, vero?” chiese Sora.
    Dark lo guardò sorpreso. “Allora sei più sveglio di quello che sembri. E non intendo dire perché ti sei alzato da poco”
    “Lo prenderò come un complimento” rispose Sora, sorridendo.
    Poi si fece di nuovo serio. “Senti, non vorrei infastidirti, ma cosa intendevi dire con ‘Io ho rinunciato a qualsiasi sentimento’?”
    Dark si sedette su una poltrona.
    “Quello che ho detto. Ho rinunciato ad avere sentimenti molto tempo fa. Fin da piccolo ho sempre capito che le emozioni, per quanto possano essere belle all’inizio, alla fine terminano tutte con il dolore”
    “Come fai a dirlo?”
    “In qualunque contesto analizziamo le nostre emozioni, tutte portano alla stessa conclusione. Odio, amore, solitudine, rabbia, felicità… alcune all’inizio ti possono anche rendere felice, ma come ho già detto, alla fine c’è solo dolore”
    “Ne sei davvero convinto?”
    “Si” rispose immediatamente Dark. “Ne sono sicuro al 100%. L’ho verificato sulla mia stessa pelle, più volte. Per questo ho deciso di rinunciare ai sentimenti. E credimi, se non fosse che per diventare nessuno dovrei rinunciare alla mia vita, lo farei. Ma buttare via la vita come se niente fosse, solo per esaudire un desiderio… no, non potrei accettarlo”
    “Però non sei riuscito ad eliminare tutti i sentimenti, vero?”
    “Credi forse che basti dire ‘Non voglio più avere sentimenti’ per perderli? Se fosse così sarei a posto. Ma è un lungo processo, e non è per niente indolore, credimi”
    “Io non riesco a capirti: i Nessuno desideravano ardentemente un cuore proprio per avere emozioni, tu invece desideri il contrario”
    “I Nessuno erano convinti che con un cuore avrebbero ottenuto qualcosa in più. Ma essendo privi di emozioni, non potevano capire cosa volesse realmente significare avere un cuore. Loro avevano solo il ricordo di com’era averlo”
    “Umh… ora che ci penso… Dark non è il tuo vero nome, vero?”chiese Sora, cambiando argomento.
    Dark abbassò lo sguardo.
    “Il ragazzo che risponde al mio vero nome è morto anni fa, e se proprio lo vuoi sapere, fu quando ottenni i Keyblade”
    “Sembra quasi che tu odi te stesso com’eri prima di diventare come sei adesso”
    “Infatti è così. Prima ero un debole, una persona legata dai sentimenti. Solo dopo ho compreso che per portare a termine la mia missione di custode dovevo privarmi di tutto ciò che potesse farmi influenzare sulle decisioni”
    “Ora spero di non riaprire vecchie ferite, ma chi non sei riuscito a difendere?”
    Dark non rispose.
    Si limitò ad alzarsi e ad andarsene.
    “Ehi, Dark…” disse Sora, capendo che aveva chiesto troppo.
     
    Due bambini combattevano tra di loro. Non sembrava avessero intenzioni ostili, ma di certo non si stavano trattenendo nei colpi.
    Ad un tratto una sfera di fuoco e una di ghiaccio si scontrarono, creando una fitta nebbia attorno ai due combattenti.
     
    Dark si svegliò nuovamente di colpo.
    Erano passati un paio di giorni dall’ultima volta che gli era successo.
    Quei ricordi continuavano a tormentarlo.
    Sebbene fosse ancora intontito per il brusco risveglio, si accorse che la porta della stanza si stava chiudendo.
    ‘Avrei preferito dei compagni di viaggio meno impiccioni…’ pensò.
    Si mise velocemente il suo impermeabile e uscì, raggiungendo gli altri.
    “Buongiorno Dark, dormito bene?” gli chiese Kairi.
    “Ho passato notti migliori, ma credo sia perché non sono abituato a dormire nello spazio” rispose lui secco.
    “Comunque il tuo tempismo è perfetto. Abbiamo appena avvistato un nuovo mondo, dove sembra ci siano un po’ di Heartless” disse Riku.
    “Bene. Effettivamente speravo di potermi sgranchire un po’”
    “Eh, lo so. Ma purtroppo la Gummyship non può sopportare allenamenti a bordo.” Rispose il Re.
    “Speriamo che tu possa darci ancora una mano nel muoverci in questo mondo” disse Sora “Non oso nemmeno immaginare che fine avremmo potuto fare in quello precedente, se tu non ci avessi aiutato”
    “Non potete contare sempre su di me. Potrebbe tranquillamente capitare un mondo di cui ignoro ogni cosa”
    “Fiducia in se stessi al massimo, eh?”
    “Solo i presuntuosi si affidano al 100% a se stessi. Non bisogna mai sottovalutare chi ti sta di fronte, amico o nemico che sia”
    Questo ragionamento, sebbene avesse la sua logica, spiazzò Sora, che non seppe cosa rispondere.
    “Comunque è possibile visualizzare sui monitor questo nuovo mondo?” chiese Dark a Paperino.
    “Certo! Ecco qui!” rispose lui, facendo apparire sul monitor ancora una volta un mondo uguale a quello di Dark.
    “Ma possibile che i mondi di forme strane siano capitati solo a noi?” sbuffò Sora, facendo scoppiare quasi tutti a ridere.
    Dark li guardò analizzandoli.
    Risate… Da quanto tempo era che non rideva più?
    Molto. Forse troppo.
    Si riprese da quei pensieri. Non doveva nemmeno pensare di tornare indietro.
    Ormai aveva intrapreso quella strada, e l’avrebbe seguita fino alla fine.
    “Yu, uuuu! Gummyship chiama Dark. Rispondi” lo chiamò Kairi.
    Pochi secondi dopo Kairi si ritrovò con una borsa del ghiaccio sulla testa, mentre Dark faceva scomparire il Keyblade.
    “Prova ancora a saltare fuori dal nulla con una battuta come quella, e la prossima volta userò tutti e due i Keyblade, chiaro?” chiese, ricevendo dalla rossa un assenso.
    “Ricordami di non farlo infuriare in nessun modo” bisbigliò Sora a Riku.
    “OH NO!” urlò Paperino.
    “Che succede?”
    “Gli Heartless hanno già cominciato ad attaccare”
    “Allora non dobbiamo perdere tempo. Paperino, riesci a velocizzare la discesa della Gummyship?” chiese Dark al pilota, che fece un sorriso che preoccupò gli altri.
    “Se è questo che vuoi… allora tenetevi forte”
    “Oh, no…” disse Pippo, sedendosi su un sedile e mettendosi la cintura di sicurezza, seguito a ruota da Sora e dal Re.
    “Emh… che succede?” chiese Kairi.
    “Se ci tieni a non avere un altro bernoccolo, ti consiglio vivamente di sederti anche tu e ti metterti la cintura! E lo stesso vale anche per voi due!” le rispose Sora.
    Riku decise di seguire il consiglio dell’amico.
    Se Sora era preoccupato, allora c’era veramente di che spaventarsi.
    Dark invece si limitò ad alzarsi in volo di pochi centimetri.
    Non passò nemmeno un minuto che la Gummyship cominciò a scendere ad una velocità che si avvicinò di molto a quella del suono.
    Tutti coloro che si erano seduti sentirono la pressione della discesa che li schiacciava sui sedili e anche Dark la subì in minima parte, più che altro perché dovette cominciare a evitare tutti gli oggetti vaganti che continuavano a volare verso di lui.
    Per fortuna di tutti i presenti, tutto ciò durò pochi minuti.
    La Gummyship frenò bruscamente sopra la zona infestata dagli Heartless.
    ‘Terrò a mente di non chiedere più a Paperino di aumentare la velocità’ disse tra se Dark, per poi aprire il portellone e saltare giù, seguito anche dagli altri custodi umani, mentre il Re, Paperino e Pippo rimasero a bordo, pronti ad intervenire se le cose si fossero complicate.
     
    Dark atterrò proprio in mezzo all’esercito di Heartless, seguito a ruota anche dagli altri.
    “Bene” disse Sora “Vediamo di fare presto”
    Ma prima che anche uno solo di loro potesse evocare i Keyblade, successe una cosa strana.
    Gli Heartless, invece di attaccarli, cominciarono a confluire in un unico punto.
    “Ma cosa…?”
    Sotto gli occhi increduli dei custodi, gli Heartless si stavano fondendo tra di loro.
    Anche Dark si sorprese.
    Non credeva che gli Heartless potessero fare una cosa del genere.
    “Ma quello è…”
    Sora fu quello che rimase più sconvolto.
    Davanti a loro si stava alzando in tutta la sua altezza un Darkside, il primo Heartless di grosse dimensioni che Sora aveva affrontato.
    “All’attaccò!” urlò.
    “Pirosfera!” disse una voce, e sopra di loro volò una sfera di fuoco, che colpì in pieno il Darkside, senza però arrecarli danno.
    “Voi, allontanatevi da qui!” disse un ragazzo, che stava correndo verso di loro, con dietro un essere tutto rosso e con delle orecchie tipo ali da pipistrello.
    “Un dinosauro?!” disse Kairi sorpresa. “Va bene tutto, ma non mi risulta che i dinosauri seguano gli esseri umani”
    “Ehi, bada a come parli!” disse il dinosauro, passando accanto a loro e facendo venire un colpo a tutti tranne che a Dark.
    “Io sono un Digi-Sauro, non un dinosauro qualunque. Pirosfera!” urlò, lanciando dalla bocca una sfera di fuoco, che purtroppo ottenne lo stesso risultato di quella precedente.
     
    Nel frattempo Kairi cercò di riprendersi.
    “Ricapitoliamo” disse “Davanti a noi c’è un Darkside nato dalla fusione di centinaia di Heartless, poi c’è un ragazzo più piccolo di noi con dietro una specie di dinosauro rosso che cammina su due zampe, parla e lancia sfere di fuoco?”
    “Sai” le rispose Dark. “In questo mondo è relativamente normale”
    “Ehi, voi!” disse il ragazzo. “Vi ho detto di allontanarvi. Può essere pericoloso per voi!”
    “Guarda che siete voi in pericolo!” gli rispose Riku.
    “Stavolta mi ritrovo a dare ragione a Takato” disse una voce femminine.
    I custodi si girarono verso la fonte, per trovarsi una ragazza che indossava dei jeans e una maglietta a maniche corte con un cuore spaccato a metà come disegno.
    E dietro di lei c’era una specie di volpe che stava su due zampe, di colore giallo.
    “Già. Per voi può diventare veramente un problema rimanere qui” disse una seconda voce, stavolta appartenente ad un altro ragazzo dai capelli blu, che aveva sulle spalle una specie di cane con delle orecchie esageratamente lunghe.
    Dark non poté trattenere un piccolo sorrisetto.
    Tra tutti i mondi in cui potevano capitare, erano finiti in uno di quegli che conosceva meglio.
    “I famosi Digimon Tamers” disse infine.
    “Ah, vedo che ci conosci già. Questo faciliterà le cose” disse la ragazza, cominciando a camminare verso il primo ragazzo che era arrivato.
    “Non intromettetevi” disse ai custodi, mentre gli passava accanto.
    “Ma chi si crede di essere quella?” chiese Kairi
    “Momentai” disse l’essere sopra le spalle del secondo ragazzo.
    “Rika è fatta così. Ma stavolta seguite il suo consiglio” continuò la creatura, prima che l’essere umano che lo trasportava raggiungesse i suoi amici.
    “Certo che qui sono un po’ suonati” disse Sora.
    “Suonati? Mai termine fu più sbagliato” gli rispose Dark. “Quei ragazzi hanno già salvato questo mondo”
     
    “Questo è un osso duro” disse Takato, vedendo i due amici raggiungerlo.
    “Ma che Digimon è? L’analizzatore non riesce a riconoscerlo”
    “Non ne ho idea. Ma direi che siamo tutti d’accordo che c’è una sola cosa da fare. Siete pronti?” chiese il ragazzo dai capelli blu.
    Tutti, compresi i Digimon, annuirono.
    I tre ragazzi tirarono fuori uno strano aggeggio, che poi puntarono verso l’alto.
    “BIO-DIGIEVOLUZIONE!” urlarono in contemporanea, per poi venire circondati da una fortissima luce.
     
    Sora, Riku e Kairi guardarono sorpresi la luce che diventava sempre più forte e più grande.
    “Cosa sta succedendo?” chiese Sora.
    Dark non rispose.
    Si limitò a guardare la scena.
    Quando finalmente la luce sparì, al posto dei tre ragazzi e dei mostri che gli accompagnavano, erano apparsi altri tre mostri, di aspetto ben diverso.
    Due di essi avevano una forma umanoide, sebbene uno fosse ricoperto da un armatura bianca, rossa e oro, impugnando in una mano una lancia e nell’altra uno scudo, mentre l’altro sembrava una donna anch’essa ricoperta di una specie d’armatura, anche se non completamente come l’altro, ma era di colore giallo e l’elmo era a forma di muso di volpe, e nella mano teneva uno strano bastone d’oro.
    Il terzo mostro invece era quello più vistoso. Come altezza raggiungeva il Darkside, solo che era di colore verde e dall’aspetto sembrava un enorme cane robotico capace di stare su due zampe.
    “E quelli COSA sono?” chiese un esterrefatta Kairi.
    “Quegli sono gli stessi ragazzi con i loro ‘mostri’ che abbiamo incontrato prima” rispose tranquillo Dark, al che tutti si girarono verso di lui.
    “COSA?!”
     
    Il più grande dei tre mostri cominciò subito l’offensiva.
    I custodi dovettero rettificare le loro impressioni.
    Non sembrava un enorme cane robotico.
    ERA un enorme cane robotico!
    Infatti da ogni parte del suo corpo partirono decine di missili, tutte diretti verso l’Heartless, che non riuscì ad evitarli, e intorno a lui il fumo dell’esplosione lo nascose alla vista.
    “Colpito e affondato!” disse l’enorme robot.
    Ma proprio nel momento in cui abbassò la guardia, un pugno nero proveniente dal fumo lo colpì in pieno, facendolo andare verso i custodi, che riuscirono a scappare pochi secondi prima di finire schiacciati come formiche.
    “MegaGargomon!” urlarono i due mostri rimasti, per poi rivolgere l’attenzione al Darkside, che ne era uscito indenne.
    “Ma che razza di Digimon è quello?” chiese il cavaliere, prima di vedere qualcosa sfrecciare veloce accanto a lui, diretto verso l’Heartless.
     
    “Dark, cosa dici di fare?” chiese Sora, senza però girarsi verso il compagno di viaggio.
    Nessuno rispose.
    “Ehi Dark, ci sei?” chiese di nuovo, girandosi.
    “Ah… no, non ci sei…”
    “Da quella parte Sora!” disse Riku, indicando Dark che volava veloce verso il Darkside, con i due Keyblade in mano.
     
    Dark sparì proprio a pochi centimetri dall’avversario, per poi riapparire alle sue spalle, e facendo subito sparire i Keyblade.
    “Ehi, tu! Ti avevamo detto di allontanarti!” lo rimproverò la donna con la maschera da volpe.
    “Scusatemi, ma mi era sembrato aveste bisogno di una mano”
    “In che senso, scusa?”
    “Guardatelo”
    I due lo fecero e sgranarono gli occhi.
    L’Heartless che aveva resistito al colpo più potente del loro alleato era stato tranciato in due, e stava svanendo nel nulla.
    “Ma quando…”
    “…è successo?” dissero completandosi a vicenda i due guerrieri.
    Dark però notò qualcosa di strano nel mostro.
    È vero che stava scomparendo, ma dal punto in cui si trovava si stava alzando una flebile colonna di luce.
    “Beh, meglio così. Non dovremmo impazzire per cercarla” disse Dark, evocando il Portafortuna e puntandolo verso la colonna, che rivelò la serratura.
    Il solito click echeggiò nelle orecchie di tutti.
     
    “C-Come hai fatto?” chiese Sora
    “A fare cosa?”
    “A tagliarlo in due senza neanche fermarti!”
    “Ah, ti riferisci a quell’Heartless? L’ho semplicemente colpito”
    “Si, certo. E io sono Ansem”
    “Umh… dalle mie parti girava questa voce…” disse Dark, ignorando Sora che cadeva all’indietro.
    “Ehi, voi tre” disse il cavaliere, indicando Kairi, Riku e Sora.
    “Che razza di Digimon è quello?” e indicò Dark.
    “Digi-che?” chiesero i tre custodi, prima che Dark li interrompesse.
    “Mi spiace deludervi, ma non sono un Digimon. Sono un ‘semplice’ essere umano”
    Il cavaliere, insieme ai due compagni, lo guardò per qualche secondo.
    Poi tutti e tre si illuminarono e diventarono più piccoli, fino a dividersi nelle loro forme originali.
    “Come fai a dire di essere un umano, quando hai fatto fuori come se niente fosse, e senza usare nulla, un essere che tre Digimon al livello mega non sono nemmeno riusciti a scalfire?” chiese il ragazzo che doveva risultare chiamarsi Takato.
    “Livello mega? Ma che accidenti stanno dicendo?” chiese Kairi.
    “Le apparenze ingannano. Tanto per cominciare, quello non era un Digimon, ecco perché non siete riusciti a danneggiarlo”
    “E allora che cos’era?” chiese la ragazza.
    “Mi dispiace Rika, ma questo non possiamo rivelarvelo”
    “Ehi, come fai a conoscere il mio nome?”
    “Potrei risponderti perché so che sei la Regina dei Digimon, ma so che come scusa non reggerebbe, quindi ti dico solo che so che vi chiamate Rika con Renamon, Takato con Guilmon e Henry con Terriermon. Punto”
    “Non ci fate caso, anche con noi è successa la stessa cosa” disse Sora ai tre ragazzi, che guardavano Dark come se avessero davanti un mostro.
    “Già. È sempre insopportabile quando ha questo atteggiamento da so-tutto-io” disse una voce alle loro spalle.
    “No, non ancora” disse Kairi, mentre appariva da un varco oscuro il nuovo apprendista di Malefica.
    “E quello che cos’è? Un nuovo mezzo di trasporto?” chiese Takato
    “È incredibile quante persone si incontrano delle quali tu sai tutto solo perché sono apparse in un anime o in un videogioco, vero Dark?”
    “Come sarebbe a dire un anime o un videogioco?” chiese Henry.
    Dark non rispose.
    “Ah, già. Scusate, mi ero dimenticato di come voi custodi facciate di tutto per tenere all’oscuro dell’esistenza di altri mondi paralleli eccetera”
    “Basta così! THUNDAGA!” urlò Paperino, saltando giù dalla Gummyship e lanciando la magia verso l’avversario, che la schivò facilmente.
    “Comincio ad avere le visioni. Mi è sembrato di vedere Paperino reale e che lanciava magie” disse una sconvolta Rika.
    “Yuk! Paperino, non dovevi scendere, lo sapevi” disse Pippo, raggiungendo l’amico, per poi essere seguito anche dal Re.
    “Umph! Credete forse di potermi contrastare solo perché siete in tanti?”
    “Come pensi di poter affrontare cinque custodi, un mago e un cavaliere da solo?” chiese Sora, evocando il Keyblade.
    “Per vostra fortuna, non sono qui per questo. Non ancora.”
    “E allora cosa vuoi?”
    “Consegnare a Dark questa” e lanciò una carta verso il destinatario, che la prese al volo.
    “Tieni! Sai già dove usarla, vero? Io ti aspetterò lì. Voglio vedere se riuscirai a raggiungermi per la vera e propria battaglia” fu la sua ultima frase, prima di sparire in un varco oscuro.
    “Una carta?” chiese sorpreso Sora.
    Dark però non rispose. Si limitò a metterla in tasca.
    “Beh, direi che qui abbiamo finito”
    “Aspettate, ci potete spiegare cosa sta succedendo?” chiese Takato.
    “Come vi ho già detto, non ci è possibile”
    Poi tutti i custodi più Paperino e Pippo tornarono sulla Gummyship, che partì subito.
     
    Dark tirò fuori la carta per osservarla meglio.
    C’erano disegnati sopra i suoi due Keyblade, e sullo sfondo si intravedevano due figure umane.

    Edited by darkroxas92 - 28/10/2010, 17:30
     
    Top
    .
364 replies since 17/10/2009, 20:00   6693 views
  Share  
.
Top