Immoral Killer

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  1. Dark Cocca
     
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    La seguente è la fic splatter per un contest. Ed è a rating rosso.
    Fa davvero tanto schifo. ç_ç
    E' la cosa più brutta che abbia mai scritto, davvero. Peggio di quella roba vecchia e insulsa del labirinto. T__T
    Oh, vabbè, ormai l'ho pubblicata. =ç=
    Non l'ho riletta, ma scommetto che è piena di ripetizioni ed errori grammaticali/di battitura, e quindi già la qualità si abbassa di molto...
    Il fandom... Boh, forse c'è. :look: Comunque il personaggio è molto OOC. uçù
    Non chiedetemi perchè il protagonista agisce così perchè non lo so neanch'io, è solo splatter gratuito.
    Attenti perchè c'è una roba incastrata lì in mezzo che dovrebbe essere sesso, ma non ne sono sicura neppure io che lo sia...

    Comunque, ditemi cosa ne pensate. uçù

    Immoral Killer


    Scaraventai il suo corpo a terra, di quell'essere senza cuore che mi aveva mentito su tutto, e mi aveva fatto vivere una vita infelice per anni.
    -Fermo, dai, posso spiegart...-
    Non gli lasciai nemmeno finire la frase, che lo colpii con tutte le mie forze alla gola, ottenendo di spezzargli il collo.
    -Taci!-
    Quanto mi disgustava...
    Mi poggiai letteralmente sul suo collo, godendo mentre sentivo scricchiolare la trachea e guardavo lui soffocare e spirare. Mi rigirai e addentai il collo ormai ridotto ad un pezzo di carne ed ossa frantumate, affondai i denti e poi le unghie nella carne, sentendo il sangue sgorgare a fiotti; mi aiutai con le unghie a scavare all'interno del corpo da lì, continuando a leccare e ad assaporare il ferroso licquido, scuro e caldo.
    Con un colpo secco squartai completamente la gola, cominciai a tirare i lembi della pelle che stringevo fino a scoprirgli i muscoli del petto, ormai immobili.
    Mi stesi sul corpo dell'ormai morto parente, leccando quei tessuti che avevano sprizzato tanta energia quando il loro padrone era ancora vivo, e che ora non facevano parte d'altro che di una carcassa.
    Intanto continuavo a tirare la pelle fino al ventre del morto come fosse un abito, mentre sentivo l'eccitazione pervadere le mie viscere.
    Non riuscendo più ad aspettare, addentai i muscoli del petto e li strappai con forza, li masticai lentamente, pregustandoli, e poi ingoiai, la bocca era piena del sangue della mia vittima. Mi leccai i baffi, passai la lingua sui denti per pulirli.
    -In un certo senso sei buono in qualcosa, infine- dissi fissando il muso davanti a me.
    Continuai a mangiare muscoli finchè non arrivai alla cassa toracica e poi alle vertebre, che custodivano e proteggevano il cuore e i polmoni, le parti più ghiotte.
    Rosicchiai le costole, ma solo per poco tempo, perchè fremevo dalla voglia di avere di più, mentre il sangue smetteva di fluire al cervello e mi scaldava l'intero corpo.
    Con un colpo secco ruppi le prime vertebre, andai avanti finchè non furono tutte ridotte in pezzettini, poi le buttai in un angolo della grotta, senza dare loro importanza.
    Prima di procedere con la parte migliore, però, volevo infierire di più su quel corpo appartenuto a qualcuno odiato con tutte le mie forze.
    Mi avvicinai al suo viso, affondai i miei artigli neglio occhi, li strappai, e dopo riaver afferrato gli incavi cominciai a tirare anche quella pelle, trasformano i fori per gli occhi in veri e propri squarci nel viso che si espandevano fino alle guance, poi al mento. Infilai la lingua nello squarcio e "tastai" le pareti, sentendo i nervi e i muscoli non ancora tolti che ricoprivano il cranio.
    Sfondai la parte davanti del viso e il naso con facilità, e con la mia lunga lingua mi feci poi strada fino al cervello. Aveva un gusto indescrivibile, con del fluido indefinito che ne ricopriva la superficie. Ne volli di più. Infilai tutta la parte di arto che poteva entrare in quella testa e afferrai un pezzo della materia grigia, e allora la strappai; tentai di estrarne la gran parte. Anche quella finì tra le mie fauci, eccitandomi ancora di più. Il gusto della vendetta era stupefacente.
    Presto mi venne un'idea, e subito scesi con il viso sotto il ventre del morto.
    Assaggiai cone le mie papille gustative anche i testicoli, che mi invitavano a gran voce ad essere mangiati. Senza esitare, con un colpo di mascella i miei denti tagliarono tutto lo scroto, che cadde a terra. E sempre senza esitare, ne feci pochi bocconi.
    Dopodichè indietreggiai un po' per squadrare bene quello che si era rivelato essere il mio banchetto. Risi di gusto, a lungo.
    -Chi è il più forte adesso, zio?!- gridai a pieni polmoni.
    Quel corpo dilaniato mi faceva sentire così bene, così vivo!
    Mi gettai sul suo corpo un'ultima volta, gli strappai il cuore e lo lanciai in aria; quando tornò verso di me per la forza di gravità, saltai e finì tra le mie fauci al volo, schizzando sangue tutt'attorno. Il sapore del suo cuore era così dolce...
    Non persi tempo ed estrassi dal suo corpo anche l'intestino, lo scaraventai contro la parete più vicina della grotta e il sangue tornò di nuovo a schizzare ovunque; tutta la parete, con il mio grande senso artistico, fu presto completamente ricoperta di sangue che si seccava in fretta. L'odore di carogna ormai era fortissimo, e gli insetti cominciavano ad essere già chiamati da quell'aspro sentore.
    Mi accorsi solo in quel momento che tutto quel processo di dilaniazione e soddisfazione nell'uccidere l'essere da me più odiato mi aveva procurato un'erezione, il mio bisogno animale di soddisfare qualsiasi parte di me mi rese instabile, molto più di quanto volessi.
    Fu forse per l'odore della carcassa di mio zio che lei arrivò nella grotta in corsa, a vedere cosa stesse succedendo.
    Appena mi vide gettò un urlo a pieni polmoni, completamente ricoperto di sangue come ero dovevo essere uno spettacolo irripetibile. Vide solo in un secondo momento il corpo di mio zio, letteralmente aperto in due, e le pareti tinte di rosso.
    -COS'HAI FATTO?!- gridò spaventata.
    Io non feci in tempo a controllare i miei istinti che le saltai addosso e premendole la testa verso il basso la feci piegare, non esitai a penetrarla, desideroso di provare altro piacere e con la mente completamente annebbiata.
    -Ah! No!- fece lei, spaventata.
    Io mi chinai in avanti e le morsi il collo e la spalla per farla zittire, procurandole varie ferite. Mi aggrappavo a lei e le graffiavo il ventre, mentre la stringevo ed emettevo vari gorgoglii di intenso piacere.
    -S-si...- cercò di dire lei tra gli ansimi, ma era troppo scioccata.
    Spingevo sempre più forte, mentre lei continuò a gridare e poi a piengere spaventata.
    La penetravo a fondo, ogni volta era puro piacere, il mio membro era come la pietra, ed ogni affondo minacciava quasi di aprirla in due, lo sentivo.
    -Si... Sim...-
    Venni quasi subito, non ce la facevo più a trattenermi, l'orgasmo non fece altro che darmi uno stato di estasi ancora più forte.
    Quando mi staccai, lei si lasciò cadere a terra stremata, fissandomi con la paura più pura negli occhi.
    Mi chinai su si lei e passai le mie labbra e la mia lingua sul suo petto.
    Ma avevo bisogno di altro sangue...
    Sorrisi, mettendo in mostra i miei canini affilati come rasoi.
    Forse capì le mie intenzioni, e cercò di rialzarsi. Niente da fare, io l'avevo già addentata per una coscia e stavo muovendo la testa a destra e a sinistra, tentando di strappare i tessuti o altro il più possibile e renderle impossibile camminare. Sputai i brandelli di muscolo, poi feci leva sulle ossa con tutte le mie forze e dopo un po' sentii qualcosa che si spezzava.
    Lei gridò forte, con tutte le sue forze. Ma nessuno sembrava essere abbastanza vicino per poterla sentire.
    -N-no...- fece poi, spaventata.
    Puntai i miei artigli al suo bel collo.
    Sangue...
    -No!-
    Avevo bisogno... di più sangue...
    Feci scendere i miei artigli su di lei.
    -Simba, no!-
    Non ebbe quasi il tempo di finire la frase, che avevo già affondato i miei artigli letali nel collo e afferrato la trachea. La estrassi senza più fatica, la scaraventai lontano.
    Osservai il sangue sgorgare fuori dal suo bel collo, mentre un'espressione orripilata rimaneva a fissarlo, quella di Nala, che non avrebbe mai più mosso un muscolo. Sarebbe potuta rimanere così per l'eternità.
    -Bello, il colore del tuo sangue- dissi ammiccando un sorriso.
    Me ne andai. Sì, perchè ora una pace immensa e improvvisa mi pervadeva il corpo. E quando quella pace sarebbe sparita, avrei ucciso ancora, per provarla di nuovo.
    Tutte le anime di quelli a cui avrei tolto la vita mi avrebbero seguito per l'eternità... Ma a me non importava nulla.

    Edited by Dark Cocca - 10/7/2009, 12:07
     
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