Kingdom Hearts 3: Roxas Revenge

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  1. Ouelletism
     
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    Prologo

    Kingdom Hearts: Roxas's Revenge

    Fssz..bzsss....fszz...
    La sala in cui si trovavano era candida, limpida. C'era un tavolo al centro, con due sedie occupate da un ragazzo ed una ragazza, l'uno di fronte all'altra. I muri erano tappezzati di disegni , alcuni più precisi, altri simili a schizzi. Sulla parete di sinistra, vi era una grande finestra, coperta da tende bianche e trasparenti, che si spalancava sul giardino della villa.
    -Roxas,-esordì la ragazza bionda- ti ricordi il tuo vero nome?-
    Fssz...bzsss...fszz...
    -Numero 13. Roxas. Il prescelto del Keyblade.-
    Fssz...bzsss...fszz...
    -Xion...-
    Fssz...bzsss...fszz...
    La ragazza bionda era ancora lì. Aspettava una risposta da Roxas, ma il ragazzo non riusciva a proferir parola. Che strano, era sempre il primo ad alzare la mano in classe per rispondere alle domande dei professori, eppure in quel momento non riuscì ad aprir bocca.
    -Sai,-riprese la ragazza- tu e lui siete amici per la pelle?-
    Fssz...bzsss...fszz...
    Aveva dei lunghi capelli rossi, sparati in aria come fossero ingelatinati. Sulla parte superiore di ciascuna guancia, erano tatuate due stranissime lacrime al contrario. Era così buffo. Ed era suo amico. Il suo migliore amico.
    -Got it memorized?-
    Fssz...bzsss...fszz...
    -Tu non saresti mai dovuto esistere Roxas-
    Mai dovuto esistere...mai dovuto esistere...mai dovuto esistere...mai dovuto esist...
    Fssz...bzsss...fszz...
    -Roxas, i Nessuno come noi sono solo persone a metà- spiegò Naminè.
    A meta? Lui non era a metà. Era un normalissimo ragazzo di Crepuscoli, come Hayner, come Pence, come Olette. Come Sora...
    Sora?
    -Roxas, tu non sparirai! Diventerai completo!-
    La mano del ragazzo si mosse istintivamente sul suo petto. Era così freddo, irreale. E per la prima volta si accorse di non possedere un cuore. Buffo pensare di vivere senza un cuore, eppure lui stava vivendo... O no?
    Fssz...bzss...fszz...
    -Sora... le mie vacanze estive sono terminate-
    Non gli avrebbe potuto rispondere. D'altronde, sarebbe sparito prima del suo risveglio... Erano simili. Ma uno dei due era destinato a vivere, l'altro a sparire.
    Fssz...bzss...fszz...
    -Sora, sei un buon altro...-
    Si. Non poteva essere altrimenti.
    Ma si sa, la vendetta è un sentimento che va oltre ogni forma di amore, rispetto, passione e bontà d'animo. E questa era la sua, di vendetta.

    Restaurazione al 100%


    Roxas Revenge

    Erano passati circa otto mesi dalla distruzione di Xemnas. Sora, Riku e Kairi si erano finalmente ricongiunti ed avevano ripreso la loro tranquilla vita tra la scuola e l'isolotto in cui si riunivano tutti i pomeriggi per chiacchierare, fare i compiti, costruire zattere, raccogliere erbe, costruire collane, fare gare di corsa. Tutto continuava ad essere come quando la loro routine venne bruscamente interrotta dall'arrivo degli Heartless all'Isola.
    Intanto, a chilometri e chilometri di distanza, ma forse sarebbe più opportuno dire, a mondi e mondi di distanza, un temporale si stava abbattendo sul Mondo che Non Esiste. Che novità, direte voi. E in effetti, la pioggia in quel posto era sempre stata piuttosto consueta. Ma non è certo la pioggia che ci interessa, bensì quel varco nero che si era appena aperto in cima al Grattacielo della Memoria. Piano piano, prima un braccio, poi una gamba ed infine il resto del corpo, emerse una sagoma incappucciata, con un lungo mantello nero che lasciava intravedere a malapena la punta della scarpe del tizio. Stava aspettando qualcuno.
    In lontanza, si stavano iniziando ad udire suoni di passi felpati, uniti allo sciabordare della pioggia. Un uomo si stava dirigendo verso il grattacielo. Chiunque sarebbe passato in quel momento davanti a lui, non avrebbe potuto far altro che esclamare in tono di sorpresa: -Ooooh!- Si, “ooooh” era la parola adatta per descrivere l'uomo. Indossava una possente armatura placcata d'oro, con dei guanti in pelle marrone sulle mani. Il suo volto era nascosto da un elmo dello stesso colore dell'armatura, con due spuntoni che si potevano tranquillamente scambiare per un paio di corna. Al fianco, portava un enorme spadone nero, dall'elsa grande almeno il doppio di quelle normali. Ogni suo passo era accompagnato dal clangore della sua armatura di ferro, a contatto con il cemento del suolo bagnato. Il rumore era talmente assordante che superava addirittura l'incessante ululare del vento. Non sapeva precisamente perchè era lì, ma sapeva per certo che doveva esserci. Perchè qualcuno lo stava aspettando. Nessuno sapeva del suo ritorno, e questo sconosciuto sarebbe stato il primo. Arrivò al luogo dell'appuntamento con anticipo, ma sapeva che colui che lo stava aspettando era già lì. Un varco si aprì alle sue spalle, rivelando la presenza dell'uomo incappucciato, che non tardò a salutare il cavaliere.
    -Sei arrivato-
    La voce dell'uomo tradiva enormemente il suo aspetto. Da uno come lui, cupo, incappucciato e misterioso, ci si poteva aspettare soltanto una voce altrettanto cupa e misteriosa. Ed invece, il suo timbro era dolce, leggero. Era ovvio che quella sagoma non doveva avere molti anni, forse non era neanche maggiorenne. Il cavaliere impugnò la spada e la poggiò a terra, rispondendo alla figura appena arrivata con una voce leggermente metallizzata, per via dell'elmo che ricopriva il suo volto.
    -Mi stavi aspettando?-
    -Si, aspettavo proprio te- rispose il ragazzo.
    -Cosa vuoi da me? Come fai a sapere chi sono? Chi sei?- domandò il cavaliere, con voce forte e coraggiosa, non nascondendo però, un leggero timore, o forse prudenza, nei confronti del misterioso incappucciato.
    -Saprai presto cosa voglio da te, -iniziò a spiegare il ragazzo- non ti interessa sapere come faccio a conoscerti e... non ti interessa nemmeno sapere chi sono. Anzi... forse potrebbe essere molto più interessante, per te, sapere chi NON sono.-
    Un altro lampo rischiarò la zona. Il cavaliere riuscì per un attimo ad intravedere un ciuffetto biondo che sbucava prepotentemente dal cappuccio nel quale era stato costretto a nascondersi.
    -Non ti ricordi più, del tuo amico?- continuò il ragazzo.
    -Ripeto la domanda: CHE COSA VUOI DA ME?- Il cavaliere urlò, spazientito da questa situazione che lo intimoriva non poco, e nonostante fosse abituato ad essere coinvolto in situazioni spiacevoli, questa volta sembrava tutto così diverso. Sarà per la pioggia, per l'atmosfera tenebrosa che regnava incontrastava in quelle vie illuminate dalla fioca luce delle lampade al neon, o per la sensazione di pericolo che aveva iniziato ad avvertire non appena la sagoma incappucciata aveva rivelato la sua presenza, ma il cavaliere si sentiva piuttosto nervoso.
    -Voglio...un cuore... Soltanto un cuore!- urlò il ragazzo.

    Spalancò improvvisamente i palmi della mano e scintillando, apparvero due Keyblade. Un terzo Keyblade apparve ai piedi del ragazzo, che lo scavalcò e prese a correre in direzione del cavaliere. La sua reazione non si fece attendere: impugnò lo spadone e lo frappose tra sé e tra i due Keyblade del nemico, che fece un balzo all'indietro per il contraccolpo. Il cavaliere lo raggiunse, cercando di correre il più velocemente possibile nonostante l'armatura impedisse i suoi movimenti, e sollevò la sua arma, pronta per colpire il ragazzo incappucciato. Quest'ultimo però fu più veloce e con un balzo felino, atterrò alle spalle del cavaliere.
    -Voglio soltanto un cuore!- ripete il ragazzo, con la voce rotta del pianto. Le sue lacrime si stavano mescolando con la pioggia che non aveva intenzione di smettere di cadere. Il cavaliere non potè fare a meno di notare la disperazione del ragazzo ed abbassò la guardia. Era sempre stato buono e generoso con tutti e vedere quel ragazzo, che nonostante lo avesse attaccato e fosse suo nemico, era in un momento di difficoltà, toccò il suo animo.
    -Come... come posso aiutarti?- domandò timidamente il cavaliere.
    Il ragazzo fece cadere i Keyblade a terra, per liberare entrambe le sue mani. Le sollevò in aria, in direzione del cappuccio e fece cadere a terra anche questo. Il cavaliere non aveva sbagliato: l'ormai non più incappucciato era biondo e non doveva avere più di 14-15 anni. Aveva un volto innocente, occhi azzurri profondi e significativi. Ed aveva un'aria familiare. Lui conosceva quel ragazzo, lui...lui era... era...
    -Ventus...-
    Il ragazzo sorrise.
    -Te l'avevo avvertito, che sarebbe stato molto più interessante per te sapere chi non sono, che la mia vera identità...-rispose.
    -Non...non sei Ventus?-domandò il cavaliere, titubante
    -No... io non sono nessuno... almeno fino ad...ora!-
    Con uno scatto fulmineo il ragazzo si teletrasportò di fronte al cavaliere e, richiamando i Keyblade nelle sue mani, gli trafisse l'armatura, penetrando con le sue armi all'altezza del cuore. Con un urlo sgozzato, il cavaliere cadde ai piedi del ragazzo, stringendo con la mano destra l'armatura malridotta.
    Il biondo posò le armi a terra e raccolse il terzo Keyblade che aveva evocato precedentemente. Era molto particolare: aveva un'impugnatura color rosso sangue, intervallata da qualche decorazione nera. Terra non aveva mai visto un Keyblade come quello e forse solo in quel momento realizzò che il suo avversario non poteva essere Ventus. Lui non lo avrebbe mai attaccato in quel modo.

    Roxas si avvicinò lentamente al custode del Keyblade, che ansimava sempre di più per la grave ferita infertagli da lui. Osservò attentamente Terra, sollevò in cielo la sua arma e la scagliò con violenza contro il petto del custone. I suoi disumani urli non impetosirono minimamente Roxas che spinse con maggior enfasi il suo Keyblade, finò a che, il cavaliere non cadde a terra, privo di vita.
    Il ragazzo osservò il suo Keyblade, sporco del sangue dell'avversario ucciso, e trafisse il suo stesso petto con quell'arma. Dal corpo inerme di Terra, si liberò una fonte di energia che emanava una forte luce bianca. Roxas poteva sentire quell'energia attraversare il suo corpo, in ogni suo singolo muscolo ed in ogni sua singola vertebra del ragazzo. Era una sensazione che non aveva mai provato prima, un qualcosa di unico e irripetibile.
    Eppure, era la cosa più ovvia del mondo, possedere un cuore.




    CITAZIONE
    Note: La scelta di palesare soltanto alla fine i nomi di Terra e Roxas non è casuale: ho infatti deciso di dare più enfasi all'ultima fase del prologo, che darà poi il via a tutte le vicende. Nei successivi capitoli, verà poi spiegato per bene in che modo Terra è ritornato e come Roxas si è disgiunto da Sora. Il fssz...bzsss...fszz l'ho utilizzato per rappresentare l'offuscamento dei ricordi, come nei filmati dei ricordi di Sora in KH2.

    Commentate ^^

    Edited by Ouelletism - 22/1/2010, 21:27
     
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  2. »Frex,
     
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    Siccome siamo ancora all'inizio, non posso dire molto, però posso dirti che il tuo modo di scrivere mi piace molto: scorrevole, nessuna ripetizione, però ho trovato un errore, ma credo che sia di distrazione
    CITAZIONE
    -Te l'avevo avvertito, che sarebbe stato molto più interessante per te sapere chi non sono, che la mia vera identità...-rispose.

    Mi è piaciuto il fatto della Reintregazione dei ricordi come in KH2. Aspetto il seguito.
     
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  3. Ouelletism
     
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    CITAZIONE (»Frex, @ 22/1/2010, 21:22)
    Siccome siamo ancora all'inizio, non posso dire molto, però posso dirti che il tuo modo di scrivere mi piace molto: scorrevole, nessuna ripetizione, però ho trovato un errore, ma credo che sia di distrazione
    CITAZIONE
    -Te l'avevo avvertito, che sarebbe stato molto più interessante per te sapere chi non sono, che la mia vera identità...-rispose.

    Mi è piaciuto il fatto della Reintregazione dei ricordi come in KH2. Aspetto il seguito.

    Si, un maledetto errore di distrazione! E pensare che l'ho riletto almeno 3 volte :What?:

    Comunque, grazie mille per il commento ^^
     
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  4. Zetsubò Bin'
     
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    non male:corta,precisa e ben scritta,continua così.
     
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  5. Ouelletism
     
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    CITAZIONE (Zetsubò Bin' @ 23/1/2010, 17:49)
    non male:corta,precisa e ben scritta,continua così.

    Grazie mille ^^
     
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  6. Guri
     
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    non male come inizio.
    Altro piccolo errore
    SPOILER (click to view)
    l petto del custone
     
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    Non è male come inizio, mi è piaciuto.
    Buona idea quella di offuscare i ricordi.
     
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  8. Ouelletism
     
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    Grazie a tutti per i commenti ^^ Questa volta ho ricontrollato il testo con più attenzione, non dovrebbero più esserci gli errori di distrazione di prima. Questo capitolo sarà abbastanza breve, ma non meno importante: nel corso della storia, troverete infatti numerosi collegamenti proprio con questo capitolo.

    Capitolo 1 Oscuri presagi a Destiny Islands

    -Sora!-
    I suoi occhi si aprirono lentamente, infastiditi dall'abbagliante luce del sole e accompagnati da un sonoro sbadiglio. Non si era accorto di essersi addormentato, evidentemente il dolce cullare delle onde e lo stridio dei gabbiani lo aveva fatto assopire. Si rialzò in piedi e, stiracchiandosi, cercò con lo sguardo la persona che lo aveva appena chiamato.
    -Buongiorno dormiglione!- disse la ragazza alle sue spalle.
    Sora si volse di scatto. Lei aveva lunghi capelli rossi, in quel momento raccolti in una coda ed indossava un lungo abito a spalline rosa, con dei sandali di gomma.
    -Ehi Kairi,-rispose timidamente il ragazzo- ehm...come va?-
    Sora era molto cresciuto nel corso di questi otto mesi. Era diventato un po' più alto, raggiungendo le dimensioni di Riku. I suoi capelli erano, come al solito, letteralmente sparati in aria, ognuno per conto proprio. Aveva degli occhi di un blu intenso, ed una carnagione piuttosto chiara, nonostante vivesse in una zona calda e afosa come le Destiny Islands. Indossava una maglia rossa a maniche corte e dei calzoncini altrettanto corti.
    -Tutto bene- rispose Kairi -E tu, cosa mi racconti di bello?-
    -Niente... Riku cosa sta facendo?-
    -E' rimasto in paese oggi. Credo che i suoi genitori non lo abbiano fatto uscire per via di quella storia dei brutti voti a scuola...-spiegò Kairi- Comunque al telefono mi aveva detto che avrebbe fatto il possibile per venire qui.-
    -Ah certo, la punizione... ora ricordo- rispose tristemente Sora.
    Ultimamente c'era qualcosa che non andava in lui: aveva perso il suo sorriso di sempre, non aveva più voglia di scherzare, fare battute, né di far ridere Kairi. Sora immaginava il perchè della sua tristezza, ed il motivo non era certo la punizione di Riku, ma non voleva che gli altri lo sapessero. Forse, lo avrebbero preso per matto.
    -Non ci stiamo vedendo molto in questi giorni...-osservò Sora.
    -Già...-aggiunse Kairi, imbarazzata.
    -Pensi che sia cambiato qualcosa tra di noi?-domandò il castano.
    -No, non credo...-rispose Kairi, guardando negli occhi Sora. Anche lei si era accorta del suo cambiamento dopo la sconfitta di Xemnas, ma come lui, non ne voleva parlare.
    -Eppure a me sembra così... Sai, non è più come una volta... Ho paura che la lunga lontananza abbia distrutto il nostro rapporto... Soprattutto Riku... E' talmente distaccato che nemmeno mi ricordo l'ultima volta che sono riuscito a parlare con lui- replicò Sora.
    -Beh, sai come è fatto Riku... E' sempre stato freddo no?-rispose Kairi, in tono cordiale.
    -Si, è vero, ma tu non lo sei mai stata...-
    Kairi abbassò lo sguardo. Fino a quel momento, non aveva fatto altro che guardare negli occhi Sora, nella speranza che riuscisse a capire cosa c'era che non andava in lui, ma quell'affermazione l'aveva spiazzata. In tacito accordo, entrambi non si parlarono più per dei minuti che sembrarano interminabili, poi, sospirando, Sora si fece coraggio:
    -Sai una cosa, Kairi?- iniziò – Otto mesi fa, se mi avessero chiesto quale fosse il mio più grande desiderio, avrei risposto “Tornare insieme a Kairi e Riku alle nostre isole e ricominciare a vivere una vita normale”... Ma ora, mi piacerebbe iniziare una nuova avventura, vorrei rivedere Paperino, Pippo, Topolino e tutti gli altri... Penso che loro per me, siano diventati importanti come voi...-
    Kairi soppesò per un momento le parole di Sora, ed infine rispose: - Non ti preoccupare Sora... Sono sicura che prima o poi li rivedremo! E questo momento potrebbe essere anche molto più vicino di quanto noi possiamo immaginare-
    Improvvisamente però, Sora iniziò a massaggiare nervosamente il suo cranio. Udiva un sibilo, simile al fischio che emette la teiera quando il liquido è in ebollizione. Era un rumore martellante, era dentro di lui, come un chiodo fisso che non sarebbe mai potuto essere rimosso. Kairi si accorse della strana reazione di Sora e si alzò in piedi preoccupata.
    -Sora! Cosa ti succede?-
    Gli spasmi aumentarono e crebbero d'intensità sempre di più. Sarebbe scoppiato da un momento all'altro per il dolore, non avrebbe retto altri instanti, quando, come improvvisamente era venuto, altrettanto improvvisamente il dolore cessò. Sora era madido di sudore, con la maglietta fastidiosamente appiccicata al suo petto, e gli era rimasto addosso un forte senso di malessere.
    -Sora, rispondimi!-supplicò Kairi.
    -Sto...sto bene- rispose Sora, scosso.
    -Cosa ti era preso?- domandò la ragazza, apprensiva.
    -Non lo so... un forte mal di testa, probabilmente sono stanco e ho bisogno di dormire.- mormorò il ragazzo.

    Intanto, iniziarono ad udire un rumore di passi, attutito dalla sabbia. Un ragazzo dai lunghi capelli grigi stava correndo nella loro direzione, vestito con la solita canottiera gialla e i larghi pantaloni celesti.
    -Sora, Kairi!- urlò il ragazzo.
    -Ce l'hai fatta Riku!- rispose di rimando Kairi – Sora non sta molto bene!-
    Il ragazzo li raggiunse e fissò Sora, preoccupato.
    -Ehm...no! Non ho niente... Kairi ha esagerato come al solito...- esclamò, preoccupato della possibile reazione di Riku – Era solo un leggero mal di testa...-
    -Anche tu?- domandò allarmato il grigio.
    -Si perchè?-
    -E' la stessa cosa che è successa a me pochi minuti fa e...- iniziò a spiegare Riku, bloccandosi improvvisamente alla vista dell'oceano.
    Kairi fu la prima a seguire lo sguardo di Riku e si portò le mani alla bocca.
    -Ma cosa...?- esclamò con voce soffocata la ragazza.
    Sora osservò per un istante le curiose reazioni dei ragazzi e, seguendo il loro esempio, volse lo sguardo alla distesa d'acqua. Uno spettacolo raccapricciante si presentò ai suoi occhi: l'acqua del mare, solitamente di color azzurro limpido e cristallino, era completamente nera. Lo stesso colore era stato assunto dal cielo in lontananza, cosparso di minacciosi nuvoloni temporaleschi, dai quali si stavano scatenando tuoni, lampi, fulmini e saette. Una terribile tempesta stava per abbattersi sull'isola ed il ricordo dell'ultima, maledetta, tempesta era ancora vivo negli occhi di Sora, Kairi e Riku: era proprio in una notte di venti e fulmini che gli Heartless occuparono l'isola, avvolgendo il loro mondo nell'oscurità. Cosa sarebbe successo questa volta?
    Sora fece per avvicinarsi all'acqua nera, ma Riku lo bloccò prepotentemente: - Cosa credi di fare, eh? Vuoi per caso che ti ricordi cosa è successo l'ultima volta in cui una tempesta si è abbattuta sull'isola? Vuoi che ti ricordi anche che da quel momento, ci siamo divisi e che soltanto due anni dopo ci siamo potuti rivedere?- sbraitò irato Riku.
    A quanto pare Riku era ancora scosso per i bruschi avvenimenti di qualche anno prima, che lo avevano costretto a vagare per il regno dell'oscurità e ad allearsi con Malefica e gli Heartless.
    Kairi era la più preoccupata dei tre: continuava a fissare con gli occhi sbarrati la scena, non riuscendo ad aprir bocca.
    -Riku... calmati! - esclamò Sora, leggermente ripresosi dal malore di prima –Siamo tutti preoccupati, ma dobbiamo prima di ogni altra cosa essere sicuri di quello che sta succedendo, senza giungere a conclusioni affrettate-
    -Bene bene, allora sono arrivato appena in tempo-
    I custodi del Keyblade si voltarono di scatto, all'udire della voce sconosciuta. Era apparsa una figura incappucciata, con una veste nera lunga fino ai piedi, che osservava i tre amici con le braccia conserte.

    Spazio ai commenti ^^

    Edited by Ouelletism - 24/1/2010, 16:59
     
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    Non male anche questo come capitolo anche se preferivo quello precedente. Buone, anzi, molto buone le descrizioni.
    Un piccolo errore di distrazione qui:
    CITAZIONE
    Kairi era la più preccupata

    Per il resto mi sembra vada bena.
     
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  10. Ouelletism
     
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    CITAZIONE (Nemesis; @ 24/1/2010, 16:41)
    Non male anche questo come capitolo anche se preferivo quello precedente. Buone, anzi, molto buone le descrizioni.
    Un piccolo errore di distrazione qui:
    CITAZIONE
    Kairi era la più preccupata

    Per il resto mi sembra vada bena.

    Argh, me ne è scappato uno anche questa volta xD Grazie per il commento ^^
     
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  11. Guri
     
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    La storia si sta facendo interessante, e io ti seguiro'.
    Bel capitolo anche questo comunque.
     
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  12. »Frex,
     
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    Ottimo capitolo. Mi sta appassionando la lettura di questa fic e mi hai incuriosito molto con quest'ultimo capitolo. Spero che aggiornerai presto.
     
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  13. Ouelletism
     
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    Grazie a tutti dei commenti, sono contentissima che vi piaccia ^^ Domani aggiornerò con il prossimo capitolo!
     
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    Mi piace tantissimo.Le descrizioni sono davvero ben fatte.Continua!
     
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  15. Ouelletism
     
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    Grazie a tutti dei commenti ^^ Ecco a voi il capitolo successivo. Secondo me, è il peggiore tra quelli scritti fin'ora, spero che a voi piaccia lo stesso ^^

    Capitolo 2

    Il Ritorno dell'Organizzazione XIII


    Ridendo, la figura incappucciata si avvicinò ai custodi del Keyblade. I suoi passi erano lenti, quasi strisciava sulla sabbia, ed il suo respiro era affannoso. Doveva aver corso molto, prima di giungere alle isole, e probabilmente veniva da un luogo particolarmente lontano. Non era molto alto, sia Sora che Riku lo superavano ampiamente di almeno una spanna, e a prima vista non sembrava un tipo tanto preoccupante, se non fosse per quel mantello, fin troppo familiare per Sora e gli altri: l'organizzazione XIII, infatti, era facilmente riconoscibile dal loro abbigliamento pittoresco. Ma Sora nelle sue precedenti avventure, aveva avuto modo e piacere di distruggere ogni singolo dei membri della setta, e le probabilità che qualcuno di loro fosse sopravvissuto erano veramente al minimo.
    -Chi sei?- domandò Sora, fissando nervosamente il tizio.
    Riku, che fino a quel momento era rimasto indietro con Kairi, si avvicinò a Sora, pronto ad aiutarlo in caso di attacco.
    La sagoma che tanto ricordava l'organizzazione, fece calare il cappuccio che copriva la sua testa, rivelando il volto precedentemente nascosto: capelli biondi, particolarmente scompigliati ed in disordine, con due grosse pupille azzurre, proprio come quelle di Sora.
    -No...non può essere...R-Roxas?-
    Sora era sconcertato: quel tizio era veramente il suo Nessuno? Come aveva fatto a separarsi dal sul cuore senza che lui se ne accorgesse?
    -Roxas? Non conosco nessun Roxas- esclamò il giovane biondo, che avanzò verso di loro. Tutti e tre i custodi del Keyblade rimasero fermi, osservando scrupolosamente ogni singolo movimento del nuovo arrivato. Non riuscivano ancora a darsi una spiegazione, riguardo cosa stesse succedendo, sapevano soltanto che la faccenda era particolarmente pericolosa e da non prendere sotto gamba. Se quel ragazzo era veramente Roxas, c'erano forti probabilità che l'intera organizzazione a quest'ora, poteva vantarsi di avere nuovamente un corpo e, chissà, forse anche un cuore.
    -Basta,-esclamò Sora- voglio sapere chi diamine sei!-
    Il tizio si fermò.
    -E se non te lo dico, cosa succede?- chiese, con una risatina di scherno.
    -Questo- rispose semplicemente Sora, spalancando la sua mano destra ed evocando il suo Keyblade, la Catena Regale. Non poteva accettare un' intrusione del genere nella sua isola da parte di quell'estraneo, e men che mai da parte di uno straniero che sembrava essere in combutta con l'organizzazione XIII, o peggio ancora, che poteva essere un originario membro dei Tredici.
    Il biondo esplose in una fragorosa risata.
    -Fammi capire, credi per caso di poter sconfiggere me, Ventus, un custode del Keyblade molto più esperto di te?- rispose, beffandosi avidamente di Sora.
    -Un custode del Keyblade?-esclamò Sora, sorpreso da quest'affermazione.
    -Esatto caro. E un custode del Keyblade molto più bravo di te, aggiungerei- replicò Ventus, continuando a farsi beffe di Sora.
    -Non penso proprio, custode dei miei stivali!-esclamò il castano, stringendo con maggior vigore la sua arma.
    Riku intanto, era tornato nei pressi di Kairi, per paura che l'estraneo potesse attaccare anche lei. Sarebbe stato pronto a difenderla, anche a costo della vita, se necessario.
    -Come scusa?-domandò alterato Ventus- Non posso permettere che un moccioso come te, mi manchi di rispetto!-
    Sora, non curante dell'avvertimento del biondo, corse verso di lui, facendo strisciare il Keyblade lungo la sabbia. A breve distanza da lui, spiccò un salto, impugnando la sua arma sopra la testa, pronta a colpire l'avversario che esegui a sua volta un balzo atterrando alle spalle di Sora. Il castano si volse immediatamente e partì di nuovo all'attacco, ma Ventus parò il colpo evocando il suo Keyblade. Sora premette con maggiore forza la sua arma, cercando di distruggere la difesa del biondo, che reagì prontamente, scansando il Keyblade dell'avversario ed indietreggiando. Il castano riuscì a notare un sorriso sul volto del nemico, poco prima che esso saltò nuovamente.
    -Sora, attento!-urlò Kairi
    Il castano non fece in tempo a voltarsi che Ventus lo sorprese alle spalle e lo colpì con un terribile colpo al fianco sinistro. Sora cadde violentemente a terra, sbalzato in aria dalla potenza del colpo precedente. Il custode biondo fece scomparire la sua arma. Si avvicinò lentamente a Sora, quindi tese la mano verso di lui e lo aiutò a tornare in posizione eretta. Fu proprio in quel momento che Sora notò uno strano oggetto che fuoriusciva dalla tasca posta sul mantello di Ventus: aveva la forma di una stella, ed era identico al portafortuna che molti mesi addietro Kairi aveva donato a Sora. Il biondo, accortosi dello sguardo curioso del custode castano, si allontanò da lui e si sfilò la veste nera: indossava un'armatura finemente decorata, con spalline d'oro e placche celesti. Assomigliava ad un vero e proprio cavaliere, uno di quegli eroi senza macchia e senza paura che popolavano l'era medioevale dei feudi e dei castelli. Magari, era proprio uno di loro, trasportato in quest'epoca moderna per chissà quale ignota ragione. Si avvicinò lentamente all'oceano, toccando l'acqua con le sue mani. Pronunciò delle strane parole, in una lingua incomprensibile ed essa subì una profonda trasformazione: dal colore nero scuro di prima, divenne immediatamente rosa, poi rosso sangue ed infine tornò al consueto azzurro trasparente di sempre. Contemporaneamente all'oceano, anche il cielo si rischiarò, scacciando via i nuvoloni e i lampi che fino a quel momento si stavano scatenando in lontananza. Il sole tornò a splendere sull'isola, inondando di luce Ventus, Sora e gli altri.
    -Wow-esclamò il cavaliere –non ricordavo quanto questo posto fosse bello...-
    -Chi sei tu? Sei davvero un custode del Keyblade?- domandò Sora, ancora indeciso se fidarsi o meno di lui. Certo è che il gesto appena compiuto da Ventus, risollevò non poco il suo morale. Non doveva essere infatti, così pericoloso, quel ragazzo, a giudicare da come era riuscito a risolvere la spiacevole situazione.
    -Si Sora, sono un custode come te, e come voi due- rispose, indicando Riku e Kairi.
    Kairi si liberò dalla custodia di Riku e corse verso l'amico del cuore.
    -Sora! Come stai? Ti ha fatto male?- domandò, preoccupata.
    -Ma cosa dici? Ci vuole ben altro per farmi male...-rispose il ragazzo, pavoneggiandosi come suo solito.
    -Mi dispiace interrompere questa scenetta particolarmente sentimentale, ma devo assolutamente spiegarvi delle cose, prima che sia troppo tardi-esclamò Ventus senza pensarci due volte, gettando nello sconforto i tre amici.


    Pioveva ancora.
    Roxas era rimastò lì, a contemplare il corpo senza vita di Terra per lunghe ed interminabili ore. Ma forse, non era il cavaliere che interessava a lui, anzi sicuramente non lo era, si doveva semplicemente abituare al battito che da poco poteva sentire toccandosi il polso. Non era più gelido il suo polso, sembrava come che l'intero suo corpo si fosse improvvisamente scongelato: si sentiva caldo, sentiva un calore dentro di sè che non aveva mai potuto avvertire prima.
    Era rimasto in silenzio per tutto questo tempo, accompagnato soltanto dal rumore della pioggia e dal ritmo del suo cuore, quindi rimase piuttosto spaventato quando vide davanti a lui una sagoma alta, che lo osservava con insistenza. Non fu la sola figura ad apparire improvvisamente davanti Roxas: ne apparvero, infatti molte altre, una dozzina per l'esattezza.
    -Quindi...avete portato anche voi a termine la missione.-iniziò Roxas-Mi domando soltanto a chi avete rubato il cuore...Io, come potete vedere, non avrei potuto trovare di meglio- disse, indicando il cavaliere riverso a terra.- Per troppo tempo, siamo rimasti soltanto strumenti nelle mani di impostori. Eravamo nient'altro che gusci vuoti, senza anima, senza cuore, senza vita. Eravamo freddi. Ed ora, com'è sentire per la prima volta, il sangue scorrere nelle proprie vene? Com'è avere la capacità di provare sentimenti? Sento la rabbia in voi, la delusione, l'amarezza, la tristezza, la gioia, la felicità, l'odio, l'amore... POSSO SENTIRE OGNI SINGOLA VOSTRA EMOZIONE!-

    Commentate pure ^^
     
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