tuailait

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  1. CieL°
     
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    Vi adoro anche io, ragazzi *_*
    E adesso, ecco il primo capitolo di questa nuova fic x°

    Capitolo 1
    Se il buongiorno si vede dal mattino...


    I lunghi capelli castani della ragazza cadevano sul finestrino della macchina, aderendovi per l’umidità. Il viso a forma di cuore, diviso in due da un bel nasino a punta, osservava con gli occhi color nocciola la cittadina in cui era appena arrivata. Le labbra carnose, appena sopra il mento a punta, erano corrugate, come se fosse indispettita per quanto stava succedendo.
    La macchina della polizia si fermò sul vialetto di casa, malcurato come sempre. All’idea di prendere un po’ d’aria fresca la ragazza seduta al posto del passeggero già sospirava sollevata.
    Aprì velocemente la portiera e mise il piede in una pozzanghera.
    “Me ne ero quasi dimenticata” disse lei “Qui a Forks piove praticamente 360 giorni l’anno!”
    “Non ti preoccupare, Bella” esordì il padre lì accanto, seduto al posto di guida, “Vedrai che ci farai presto l’abitudine.”
    Sicuramente: era il sogno di ogni ragazza diciassettenne andare a vivere in un posto tremendamente brutto e freddo, in culo al mondo, dove non si conosce nessuno tranne il padre, con il quale non ci si sente da anni.
    E per di più Carli era pure poliziotto. Niente rave party in casa.
    Eh già, Bella non vedeva l’ora.
    La ragazza prese l’ombrello che le passò il padre e, scendendo dalla macchina, si diresse di corsa verso casa. Poco dopo la raggiunse anche Carli, zuppo fino ai piedi e con i bagagli della ragazza in mano.
    - Cominciamo bene… - pensò l’uomo poggiando sul pavimento le valigie della figlia.
    “Potresti almeno pulirti i piedi prima d’entrare” notò Bella inarcando le sopracciglia.
    Le palpebre di Carli sbatterono quattro volte in meno di un secondo, in preda a dei tic nervosi.
    “Camera tua è di sopra” si sbrigò a tagliare corto il genitore “Arredata ancora come l’ultima volta che sei stata qui.”
    “Oh, fantastico” commentò lei avviandosi verso le scale, poi ordinò “Portami le valigie in camera.”
    Carli curvò le labbra carnose verso il mento, in un’evidente smorfia di disappunto.
    - Se continua così giuro che prima o poi l’ammazzerò! – pensò innervosito il padre sbuffando.

    La mattina dopo Bella si svegliò di buon'ora, già pronta per andare a scuola.
    - Speriamo che vada tutto bene - pensò la ragazza spalancando la finestra.
    Una corrente fredda le attraversò tutto il corpo proprio mentre stava osservando il panorama: il cielo grigio, il paesaggio circostante coperto da grosse nuvole e l’acqua che cadeva a secchiate.
    Se il buongiorno si vede dal mattino…
    Bella chiuse la finestra, già sconsolata, e cominciò a scegliere cosa indossare per il primo giorno di scuola; aprì l’armadio, e senza indugiare troppo, la ragazza prese dall’armadio una felpa verde, un paio di jeans color cremisi, una cintura griffata piena di brillantini e un cappello da cow-boy.
    Infine prese il quaderno degli appunti e lo mise fra la cintura come fosse una pistola nella fondina.
    La cow-girl scese le scale, pensando a cosa avrebbe potuto trovare per colazione: uova, pancetta, cappuccino con polvere di cacao e croissant alla crema.
    Entrò in cucina e trovò pronti sul tavolo una tazza di latte e una scatola di cereali.
    - Mi manca la mamma… – pensò Bella confrontando la scarsa colazione preparatale dal padre.
    Mentre cercava nella dispensa qualcos’altro di commestibile (oltre alle tarme), Bella sentì Carli parlare ad alta voce fuori casa.
    Evitando a lunghi passi il pasto “rifocillante”, la ragazza prese un impermeabile e uscì di casa, trovando assieme al padre un altro uomo sulla sedia a rotelle.
    “Ehi Bella, lui è Billi Blech! Ti ricordi di lui, vero?”
    “Mh, era forse il tizio che si era rotto le gambe provando a fare un triplo salto mortale con avvitamento carpiato a bordo di una moto da cross?” chiese la ragazza osservando la sedia a rotelle dell’uomo.
    “…si, sono io” rispose Billi a voce bassa.
    “Ehm, Bella” continuò Carli indicando un ragazzo lì vicino “E ti ricordi Gecob, il figlio di Billi?”
    “Ciao” la salutò il ragazzo “Quando eravamo piccoli giocavamo insieme, ti ricordi?”
    “Si, venivo ogni estate qui a casa di mio padre…” rispose Bella “e tu volevi sempre giocare al dottore!”
    “Già! Ma eravamo ancora piccoli!” rispose il ragazzo ridacchiando, mentre nascondeva dietro la schiena lo stetoscopio di plastica.
    “Gecob, perché non fai vedere a Bella il suo regalo di benvenuto?” chiese Carli.
    “Un regalo?” chiese Bella sgranando gli occhi.
    “Già, questo pick-up!” rispose Gecob battendo la sua grande mano sulla carrozzeria rossa del mezzo “Dopo che mio padre si è rotto le gambe non ha più potuto guidare, e io ho ereditato la sua passione per le moto! Poi io l’ho rimesso a posto, pezzo per pezzo, e mio padre l’ha venduto a Carli!”
    “Per te!” spiegò Carli tutto fiero “Voglio che tu sia felice!”
    Bella osservò un secondo il macchinone, poi il padre, poi di nuovo il macchinone, quindi Gecob, ancora il macchinone e infine Carli.
    “E tu speri di farmi felice regalandomi un pick-up dell’era dei Flintstones rimesso a nuovo da un ragazzo di quindici anni che si occupa di motori come hobby?” chiese la ragazza un po’ incredula.
    “E perché no?” chiese Carli con aria innocente.
    “Vieni, Bella” la chiamò Gecob “Ti faccio vedere i comandi!”
    I due entrarono nel mezzo e, quando Billi fu sicuro che non potevano sentirli, chiese all’amico “Non è cambiata molto, eh?”
    “Non è cambiata manco un po’” rispose Carli “E’ rimasta la bambina viziata e arrogante che era anni fa… ieri sera ero già abbastanza tentato di strangolarla nel sonno.”
    “Se ti fa piacere, magari posso dire a Gecob di piazzarle una bomba nel pick-up…” propose Billi.
    “Grazie mille, terrò a mente l’offerta!”

    Poco dopo Bella partì e arrivò alla sua nuova scuola.
    Il parcheggio dell’edificio era pieno di molti altri automezzi, ma fra tutti la macchina che spiccava di più era il modello argentato di un famoso marchio di fabbrica (che non posso specificare perché altrimenti sarebbe pubblicità occulta) .
    La ragazza scesa dal pick-up e si diresse verso la segreteria; mentre camminava, tutti i ragazzi si giravano a guardare la nuova arrivata con evidente interesse.
    Bella si chiedeva perché mai tutta quell’attenzione nei suoi confronti… forse per il pick-up d’epoca?
    O semplicemente il fatto che fosse l’ultima arrivata?
    O, per assurdo, il suo (eccentrico) modo di vestire?
    - Sarà sicuramente per l’auto – pensò lei (ingenuamente) mentre affrettava il passo verso la segreteria.
    Quando finalmente arrivò agli uffici, davanti a lei c’era solo un ragazzo che stava discutendo con una simpatica signora dai capelli rossi.
    “Come sarebbe a dire che la Gazzetta Scolastica di Forks è stata chiusa?”
    “Eric” rispose la signora quietamente “Sinceramente, cosa diavolo c’è da raccontare in un paesello schifoso come Forks?”
    - Grandioso, non sono l’unica a pensare che questa città faccia schifo! – pensò rassicurata Bella.
    “E che ne dici di quella nuova arrivata? Potrei fare uno speciale su di lei!” propose Eric “Tanto a tutte le ragazze piace farsi intervistare, mi basta dirle un paio di cavolate e avrei l’articolo pronto e finito in poche ore!”
    “Buona idea, Eric! Parlerò io stessa con il preside” ribatté la signora dai capelli rossi; poco dopo ella rivolse lo sguardo a Bella e chiede “Ti serve qualcosa?”
    Bella squadrò Eric, che si scansò appena di lato, e poi disse (cercando di rimanere) atona “Sono la nuova arrivata, ero venuta per avere l’orario delle lezioni.”
    “Ehm… ma certamente cara,” disse la signora cercando in mezzo a delle scartoffie, diventata in viso del colore dei suoi capelli, “Posso sapere il tuo nome?”
    Bella stava già aprendo bocca quando la rossa si corresse “Il nome completo, grazie.”
    La ragazza si guardò di lato, dove Eric era già pronto con il taccuino ad appuntarsi ogni singola parola; poi deglutì e rispose “Mi chiamo Anabella Tetta…”
    “S-si!” continuò la signora trattenendo le risate, mentre Eric segnava minuziosamente il nome parola per parola. Eh già, se il buongiorno si vede dal mattino…

    Edited by CieL° - 6/7/2009, 17:32
     
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