Un "mare" di emozioni

La mia prima fan fiction! Akuroku e riso!

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  1. angel of light
     
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    Salve a tutti!! Dunque questa è la mia prima fiction quindi non siate crudeli. In ogni caso accetto i consigli e le critiche. In questa storia ci saranno Akuroku (AxelxRoxas) e riso (RikuxSora) perciò se non vi piace non leggete. Ed ora ecco a voi il primo capitolo!!!

    Capitolo 1- Uno zio “pirata” e un cuoco “orso”

    Era l’1: 30. Sora, un ragazzino di 16 anni, si rigirava nel letto da più di un’ora, troppo eccitato per dormire. Al contrario, suo fratello, Roxas, dormiva profondamente sulla parte superiore del letto a castello. Ma Sora proprio non ci riusciva. La settimana prima suo zio li aveva chiamati invitando lui e Roxas a fare un giro sulla sua barca, aveva detto che ci sarebbero stati anche un suo amico con il nipote e che, quindi, avrebbero avuto qualcuno con cui parlare. Sora a quella notizia aveva iniziato a saltare per tutta la casa dalla felicità per poi correre nella sua stanza a preparare le valigie che ora giacevano in un angolo della stanza. Roxas invece, che era molto meno iperattivo del fratello, aveva sorriso felice alla madre ed era corso di sopra per controllare che il fratello non combinasse troppo disordine, perché, lo sapeva, poi sarebbe toccato a lui mettere a posto tutto. Così, da allora, Sora faceva e disfaceva in continuazione le valigie mentre Roxas cercava di frenare almeno un po’ il suo entusiasmo per evitare che mettesse a soqquadro tutta la camera. Ma quella mattina sarebbe stato diverso perché lo zio sarebbe passato a prenderli per le 8: 00 per dirigersi al molo dove si sarebbero imbarcati per due settimane. Tuttavia, anche se sapeva che la mattina dopo si sarebbe dovuto svegliare presto, Sora non riusciva proprio a prendere sonno e continuava a rigirarsi nel letto finchè, Roxas, svegliato dal trambusto del fratello, non lo aveva minacciato di farlo finire fuori dalla finestra se non lo faceva dormire e se non si fosse addormentato subito e, dato che la loro stanza era al 3° piano, Sora pensò bene di starsene tranquillo e di provare ad addormentarsi. Erano le 2: 45 quando ci riuscì.

    -Soooooooooooooraaaaaaaaaaaaa!!!!!!!!!!-
    -Aaaaaaaaaaaaaaaaahhhhhhhhhhhhh!!!!!!-
    Sora si era svegliato con quell’urlo nelle orecchie e per lo spavento si era alzato di scatto battendo la testa al letto di sopra e procurandosi un bel bernoccolo di prima mattina.
    -Ahi! Roxas di un po’ ma sei impazzito o cosa???-
    -Mi dispiace tanto dormiglione, ma ti sto chiamando da mezz’ ora e tu non sembravi avere la minima intenzione di svegliarti. Comunque, sbrigati che è tardi! Lo zio sarà qui tra meno di 30 minuti!-
    Lo rimproverò Roxas.
    Sora a quella notizia iniziò a girare per tutta la stanza cercando i suoi indumenti sparsi un po’ dappertutto. Alla fine, dopo aver trovato i pantaloni, si ficco nell’ armadio per cercare la sua maglietta preferita.
    -Roxas non la trovo! Non trovo più la mia maglietta preferita!-
    Disse uscendo dall’ armadio con qualcosa di azzurro sulla testa.
    -E’ quella?-
    Chiese Roxas indicando il pezzo di stoffa sulla testa del fratello.
    Sora si tocco la testa e sentendo la morbida stoffa tirò giù la maglia.
    -Graziegraziegraziegraziegrazie…-
    Iniziò a dire saltando sul fratello che se lo stacco di dosso facendolo finire con il sedere per terra.
    -Ehi, piano!-
    Dissero insieme, poi si guardarono e scoppiarono a ridere.
    -Roxas hai svegliato Sora? Lo zio sarà qui a momenti!-
    Urlò la madre dalle scale. A questa notizia Sora scattò in piedi e ricominciò a prepararsi mentre Roxas scese in cucina portando le valigie sue e del fratello, poi si sedette per la colazione. Sora scese 5 minuti dopo e si sedette per divorare letteralmente la colazione. I capelli, che prima erano disordinati a causa del sonno, ora avevano una forma insolita a causa delle punte definite ma sparate in ogni direzione possibile con una quantità industriale di gel. A Roxas, invece, non serviva riempirsi i capelli di quella roba appiccicosa. I suoi infatti, dietro prendevano la piega del cuscino e sopra gli bastava aggiustarli appena per creare una cresta dorata.
    Driiiiiiiiin.
    Sora e Roxas scattarono in piedi nello stesso istante e corsero verso la porta.
    -Zio!!-
    Esclamarono saltando addosso al nuovo arrivato che per poco non perse l’equilibrio.
    -Ragazzi piano! Altrimenti se lo soffocate chi la guida a barca?-
    Disse la madre che si avvicinò per salutare il fratello
    -Ciao Larxene! Da quanto tempo! Come và?-
    -Bene grazie! E, a quanto vedo, anche tu non te la passi male Xiggy. Comunque, tieni d’occhio questi due altrimenti…-
    Larxene fulminò il fratello con lo sguardo poi si rivolse a Sora e Roxas
    -Mi raccomando ragazzi, non fate arrabbiare lo zio e state attenti. Sicuri di aver preso tutto? Bene allora buone vacanze!-
    Disse abbracciandoli e salutandoli con un bacio.
    La macchina dello zio era parcheggiata davanti al vialetto. Era nera e lucida con gli interni in pelle e, secondo i due ragazzi, sprecata se guidata dallo zio. Perché? Bhè semplicemente perché ritenevano che a guidare quella bellezza sarebbe dovuto esserci un uomo o una donna belli e affascinanti e lo zio… bhè non era certo bello o affascinante, anzi faceva anche un po’ paura e a causa della benda nera sull’ occhio sembrava anche un brutto pirata. Inoltre i capelli neri erano striati di bianco e di grigio, senza contare che li portava sempre acchiappati in una lunga coda bassa, anche se, forse, era meglio così. Comunque anche se sembrava un vecchio pirata burbero, conoscendolo i due ragazzi avevano capito che in realtà era una persona buona e gentile, pronta a ridere e a far ridere gli altri, a patto, ovvio, che non si facessero commenti sul suo aspetto.
    Entrati in macchina la radio si accese e il viaggio verso il molo fu accompagnato dalle note di “Unwritten” che i due fratelli iniziarono a cantare a squarciagola. Quando la canzone finì non erano ancora arrivati allora Sora chiese curioso
    -Zio Xigbar, chi è quella persona di cui hai parlato al telefono?-
    -Bhè un mio amico ci accompagnerà, è un’ ottimo cuoco al contrario di me e quindi gli ho chiesto se voleva venire, lui ha accettato e mi ha chiesto se poteva portare suo nipote e visto che venivate anche voi mi è sembrata un’ ottima idea-
    Sorrise lo zio.
    Dopo questa affermazione i due ragazzi erano ancora più curiosi.
    Dopo altri dieci minuti di strada si ritrovarono finalmente al molo e, dopo aver parcheggiato, lo zio prese i bagagli di Sora e Roxas e se li caricò in spalla, facendo segno ai ragazzi di seguirlo.
    Li portò lungo tutto il molo passando davanti a tantissime barche di varie forme e colore, senza mai fermarsi.
    Alla fine giunsero alla punta del molo dove si trovarono davanti un enorme yacht bianco con i contorni e le rifiniture azzurro cielo. I ragazzi rimasero a bocca aperta. Non riuscivano a credere che suo zio avesse uno yacht di due piani.
    -Allora che ne pensate? Bello vero? Dentro c’è anche una piccola sala giochi. Ha i bagni nelle stanze e, a proposito, dovete dirmi se volete dormire nella stessa stanza o in stanze separate. Per il resto la mattina colazione alle 8:00, pranzo alle 12:00 e cena alle 21:00 e, per favore, siate puntuali altrimenti il “cuoco” si arrabbia-
    Rise lo zio divertito.
    Sora e Roxas si guardarono e sorridendo risposero
    -Stanze separate!-
    Lo zio annuì ed entrarono.

    Appena misero piede nell’imbarcazione i ragazzi rimasero ancora più stupefatti infatti, se da fuori era sembrato grande, da dentro sembrava enorme!
    Un enorme tappeto rosso con sfumature bordeaux riempiva l’entrata mentre il resto dei pavimenti era ricoperto dal parquet color miele. Nell’angolo in fondo a sinistra c’era un tavolino con intorno dei divani rossi, in coordinato con il tappeto, mentre sul lato destro c’era un grande camino di mattoni che al momento era spento. Sul soffitto c’era un lampadario di cristallo dall’aria antica e estremamente fragile.
    A sinistra c’era una porta che portava alla sala comandi mentre sulla destra un corridoio con una porta, probabilmente la sala da pranzo, e due rampe di scale, una portava al piano superiore dove si trovavano le cabine e le “stanze per lo svago”. L’altra rampa invece conduceva sottocoperta dove si trovava la cucina e il deposito per le scorte di cibo e acqua.
    -Venite, vi mostro le vostre stanze. Il mio amico dovrebbe arrivare tra poco.-
    Così dicendo lo zio li portò su per le scale. Il corridoio aveva lo stesso parquet dell’ entrata e i muri erano bianco panna. I colori chiari creavano un’ atmosfera soffusa grazie alle piccole luci situate sul soffitto. A entrambi i lati c’erano delle porte di legno scuro con una targhetta in ottone sul quale era inciso il numero della stanza.
    -La prima è la mia-
    Gli disse lo zio
    -La seconda per il nostro ospite-
    Disse indicando la stanza di fronte alla sua.
    -La stanza numero 3 e per suo nipote mentre la 4 la puoi prendere tu Roxas-
    Roxas annuì e prese al volo la chiave lanciatagli dallo zio.
    -Sora per te invece c’è la numero 5. Ora vado di sotto ad aspettare i nostri ospiti. Voi sistematevi, quando arrivano vi chiamerò-
    Così dicendo lanciò anche a Sora una chiave e si girò per scendere dalle scale da cui erano saliti.
    -E ora che facciamo?-
    Chiese Roxas
    -Bhè entriamo, disfiamo le valigie e dopo una doccia torniamo di sotto dallo zio-
    Rispose Sora con un’ alzata di spalle.
    -Ok-
    -Al mio via?-
    Chiese Sora. Roxas annuì.
    -Ok!-
    Girarono insieme le chiavi e rimasero entrambi bloccati sulla porta.
    Le stanze erano uguali. Al centro c’era un letto matrimoniale con la testiera in ferro battuto.
    Affianco al letto c’erano due comodini in legno con tre cassetti ciascuno, su entrambi c’era una piccola lampada da lettura e una sveglia. Di fronte al letto, sulla sinistra, c’era un grande armadio. La parete opposta all’entrata non c’era. Al suo posto si trovava un’enorme vetrata incorniciata da delle tende quasi trasparenti, sigillata ovviamente per evitare che entrasse l’acqua, che offriva una vista stupenda del mare. Sul pavimento, di fianco al letto, si trovava un enorme tappeto di lungo e morbido pelo.
    L’unica cosa che differenziava le camere dei due ragazzi erano forse i colori delle stanze. Quella di Sora aveva le pareti e le tende azzurro cielo, i comodini e l’armadio erano blu oceano mentre il letto e il tappeto erano di un azzurro appena più scuro di quello delle pareti. Quella di Roxas invece aveva le pareti di un’arancione tenue, come quello del tramonto, il letto era appena più scuro come anche il tappeto mentre i comodini e l’armadio erano di uno scuro color miele.
    I due ragazzi ancora sulla porta si sorrisero e si gettarono sul letto di una morbidezza unica. Chiusero gli occhi e rimasero così per qualche minuto poi si alzarono per sistemare i vestiti e le cianfrusaglie che si erano portati dietro, alla fine si infilarono entrambi sotto la doccia dove si diedero una rinfrescata eliminando ogni residuo dell’ esaltazione provata quella mattina.
    Roxas indosso una maglietta bianco panna con le maniche corte e un paio di bermuda marrone chiaro. Sotto infilò le sue adorate scarpe da ginnastica e si diresse verso la stanza del fratello.
    Sora aveva indossato una maglietta azzurra sempre a maniche corte e un paio di jeans. Sotto un paio di snaker bianche.
    -Carina la tua stanza, la mia è simile solo che è arancione. Allora sei pronto?-
    Chiese Roxas.
    -Sì, possiamo andare-
    Così scesero insieme dallo zio.
    Parlando non si accorsero che c’era anche un’altra persona che parlava con Xigbar e quindi arrivati in fondo al corridoio si zittirono all’istante guardando con interesse il nuovo arrivato.
    Sentendoli arrivare anche lo zio si era zittito girandosi verso di loro con un ampio sorriso sulle labbra.
    -Ragazzi questo è l’amico di cui vi parlavo. Sora, Roxas lui è Xaldin, Xaldin loro sono Sora e Roxas i miei due nipoti-
    I due ragazzi si guardarono e strinsero la mano a Xalden.
    Il primo pensiero di Sora e Roxas fu “è un orso non una persona”. In effetti Xaldin era davvero enorme. Le braccia erano due fasci di muscoli e spuntavano dalla maglietta nera, aderente senza maniche che lasciava intravedere anche il petto muscoloso. Aveva lunghi capelli neri che teneva legati in parte dietro la testa. Gli occhi blu erano accesi da un sorriso presente anche sulle labbra. Oltre hai muscoli però, la cosa che risaltava incredibilmente erano le enormi basette, curate certo, ma sempre incredibilmente lunghe e folte.
    -Da oggi rivolgetevi tranquillamente a me per qualsiasi cosa inerente alla cucina. Ok?-
    I due ragazzi annuirono. Poi lo zio chiese
    -Hei Xal, dov’è tuo nipote?-
    -Oh sta prendendo le valigie. A proposito avevo dimenticato di dirti che ha voluto invitare anche un suo amico. Non ti dispiace vero?-
    -No niente affatto. Tanto ci sono stanze a sufficienza qui-
    Sora e Roxas si guardarono poi sorrisero e Sora, con un sorriso a 32 denti e mettendo le mani dietro la testa, esclamò
    -Per noi nessun problema. Più siamo e più ci divertiamo!-
    Roxas annuì, d’accordo col fratello
    -Uffa ma dove cavolo è finito quello scansafatiche?-
    Sbuffò Xaldin, che, stanco di aspettare, si affacciò all’entrata e si mise ad urlare facendo sobbalzare Sora e Roxas
    -Ragazzi!!! Ma insomma quanto vi ci vuole per prendere due valigie??-
    -Arriviamo, arriviamo. E comunque avresti anche potuto darci uno mano caro zietto. Sembra che ci sono i mattoni qui dentro!-
    Esclamò una voce, sempre più vicina. I due ragazzi, prese le valigie stavano salendo a bordo. Arrivati sull’entrata il più alto lasciò le valigie e salutò mentre l’altro appena più basso restò in silenzio iniziando a guardarsi intorno.
    -Xigbar, ragazzi, questo è mio nipote!-

    Fine!!! Ditemi cosa ne pensate e se credete che sia troppo lungo avvisatemi così i prossimi li faccio + corti. ciau!!!
     
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  2. bioshock
     
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    se questa è la tua prima fic mi uccido sei fantastico le descrizione erano fantastiche la storia avvincente e soprattutto l'idea della madre larxenne e lo zio xigbar è fantastica complimenti aspetto il proximo capitolo ma ho già un sospetto sul nipote ma non sull'amico... vbb mi raccomando fai presto
     
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  3. sanfrexco
     
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    ciao angel of light devo dire ke il primo capitolo promette bene, perche è scritto bene e le descrizioni sono impeccabili e in quanto allo zio xiggy ahah molto originale l'idea. spero ke posterai presto.
    p.s. credo di aver capito chi sono il nipote di xaldin ed il suo amico
    SPOILER (click to view)
    axel e riku
     
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  4. angel of light
     
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    wow! Sono contenta ke vi sia piaciuta. Allora posto subito il 2° capitolo!!!

    Capitolo 2- Nuove conoscenze e primi amori

    -Xigbar, ragazzi, questo è mio nipote. Axel, mentre lui è un suo amico, Riku-
    Disse Xaldin indicando rispettivamente prima il ragazzo più alto e poi quello silenzioso.
    Axel era il più strano dei due. Aveva i capelli rossi più del fuoco, e non per modo di dire! Erano proprio rosso acceso! Lì portava tutti sparati all’ indietro in punte disordinate che gli conferivano un aspetto strano. Un contrasto pazzesco si creava tra i capelli e gli occhi verdi come smeraldi sotto i quali erano state tatuate due lacrime nere. La pelle chiara. Era alto e a giudicare dai lineamenti doveva avere circa 20 anni. I muscoli erano messi in risalto e spuntavano dalla camicia rossa a mezze maniche che indossava sopra un paio di jeans lunghi neri e un paio di converse nere con l’immagine di una fiamma sul lato esterno.
    Tuttavia anche Riku aveva un aspetto particolare conferitogli dai capelli, all’apparenza grigi ma, che poi notarono, essere argentei. Gli occhi verdi erano leggermente coperti dalla frangia un po’ troppo lunga. I muscoli ben sviluppati spuntavano dalla maglietta bianca senza maniche indossata sopra un paio di jeans larghi con i tasconi da cui spuntavano un paio di scarpe bianche da ginnastica. A giudicare dal fisico e dai lineamenti doveva avere circa 17 anni.
    Sora e Roxas li squadrarono attentamente poi Sora si avvicino sorridendo come suo solito e tese la mano
    -Piacere di conoscervi io sono Sora, lui invece è Roxas, mio fratello-
    Ormai tirato in causa anche Roxas si avvicinò è tese la mano. Axel e Riku si guardarono poi sorridendo tesero anche loro la mano e stringendo quella dei due fratelli.
    -Piacere nostro ragazzi!-
    Esclamò Axel esaltato per aver fatto subito delle nuove conoscenze. Anche Riku sorrise ma non proferì parola. Era un tipo piuttosto riservato e taciturno. Preferiva starsene da solo a leggere o a pensare e non aveva molti amici. Aveva conosciuto Axel alle superiori. non aveva ricercato lui l’amicizia del rosso ma quest’ultimo vedendolo sempre solo aveva tentato di avvicinarlo. Inizialmente a Riku quel “tipo” lo infastidiva e basta ma poi, esasperato dalla sua insistenza aveva accettato di uscire con lui e un altro suo amico, Demyx. Da allora erano sempre usciti assieme tutti e tre e Riku era diventato un po’ meno riservato. Tuttavia continuava a non avere tantissimi amici, al contrario aveva tantissime ragazze che gli andavano dietro, alcune gli avevano dedicato anche un fan club a scuola e non la smettevano di assillarlo durante la pausa pranzo o all’uscita. Inizialmente era uscito con qualcuna di loro ma poi aveva capito che nessuna di loro era sincera e tutte lo volevano solo perché era bello e popolare a scuola. Perciò al momento era single e felice di esserlo. Axel, al contrario, era sempre impegnato anche se non faceva mai sul serio. Cambiava ragazza quasi ogni settimana solo per divertirsi e la cosa che più strabiliava Riku era il fatto che poi riusciva a restare amico con ognuna delle ragazze scaricate.anche lui si era liberato della sua ultima ragazza prima di partire per evitare piagnistei e continui messaggini tanto dolci da far uscire il miele dal telefono. Appena Axel aveva saputo del viaggio in barca aveva insistito per invitare anche Riku e Demyx, il primo aveva accettato poiché era la prima volta che andava in barca, ma Demyx non aveva potuto perché anche lui doveva partire con i suoi genitori per visitare la Francia. Perciò ora Riku si ritrovava a fare la parte dell’ospite inatteso e si chiedeva dove avrebbe dormito… chissà se il divano nell’angolo era comodo.
    Alla fine delle presentazioni Xigbar interruppe i loro pensieri rivolgendosi a Roxas e Sora
    -Ragazzi perché non mostrate ai nostri ospiti le loro stanze? Intanto io mostro a Xaldin la cucina e il deposito-
    -Ok zio-
    Risposero contemporaneamente Sora e Roxas iniziando ad avviarsi ma poi Sora si fermò di botto e richiamò lo zio
    -Hei zio Xigghy ma lui dove dorme?-
    - Non preoccuparti So, avevo preparato anche la stanza numero sei per precauzione. Riku può tranquillamente sistemarsi lì-
    -La ringrazio signore-
    Disse Riku riconoscente. Non avrebbe dovuto dormire sul divano! Ringraziò anche la provvidenza per questo colpo di fortuna.
    -Hei ragazzo-
    Venne subito richiamato da Xigbar che gli rivolse uno sguardo offeso anche se si vedeva l’ombra di un sorriso sulle sue labbra.
    -non provare più a chiamarmi signore! Sa di vecchio! Chiamami Xigbar e dammi del tu ok?-
    Disse aprendosi in un sorriso. Riku annuì, si era preso un colpo!
    -Andiamo?-
    Chiese Axel impaziente di vedere la sua stanza. Sora e Roxas annuirono
    -Per di qua-
    Dissero e li condussero su per le scale. Arrivati davanti alla stanza numero 3, Roxas si fermò e si rivolse ad Axel sorridendo
    -Questa è la tua stanza. Se hai bisogno di qualcosa la mia stanza è quella lì di fronte, ok?-
    Roxas lo guardò negli occhi sorridendo e Axel si perse per un attimo in quelle luminose pozze d’acqua.
    Quando il più piccolo lo richiamò alla realtà chiedendogli se stava bene Axel si riscosse, confuso
    -C-certo… ok… ora scusami sono un po’ stanco-
    Così dicendo aprì la porta della sua stanza e stava per richiudersela alle spalle quando Roxas gli parlò di nuovo
    -Ah a proposito-
    Disse
    -La cena è alle 21:00 e a quanto ho capito tuo zio non è molto paziente. Io e Sora passiamo a chiamarvi prima di scendere ok?-
    Axel annuì distrattamente e si chiuse la porta alle spalle. Poi si gettò sul grande letto verde, infatti la sua stanza era identica a quelle dei due fratelli ma aveva varie sfumature di verde, dal verde bottiglia al verdino chiaro.
    Roxas restò ancora un po’ a guardare la porta chiusa chiedendosi se quel ragazzo stesse davvero bene. Era diventato rosso di colpo… forse aveva la febbre. Scrollò le spalle e si diresse nella sua stanza.

    Intanto Sora e Riku, che avevano continuato a camminare mentre il biondino mostrava al rosso la sua stanza, erano arrivati davanti alla stanza numero 6.
    -Questa è la tua stanza. La mia è quella di fronte perciò se hai bisogno di qualcosa non esitare a chiamarmi ok?-
    Riku annuì prese la chiave datagli da Sora e aprì la porta. La stanza era uguale alle altre, “a quanto pare lo zio ha poca fantasia in fatto di arredamento” pensò Sora, l’unica differenza era, come al solito, il colore. Nella stanza di Riku il colore dominante era il bianco che prendeva sfumature argentee sull’armadio e sui comodini.
    -Wow! Che bella! Mi piace il bianco. È… luminoso!-
    Sorrise entrando e tuffandosi sul letto, iniziando a ridere come non faceva da tanto, tantissimo tempo. Quella stanza gli piaceva da morire, inoltre era la prima volta che aveva una stanza tutta per se. A casa aveva sempre dovuto dividerla con i suoi due fratelli maggiori che occupavano praticamente tutta la stanza con le loro cianfrusaglie. Zexion la riempiva di libri che poi lasciava sparsi dappertutto mentre Sephirot la occupava con i suoi miliardi e miliardi di cd di musica dark, hard rock, e altri generi spacca timpani. Senza contare della sua mania per le spade! Ci faceva la collezione e le appendeva alla parete. La più lunga, la sua preferita, occupava tutta la lunghezza del muro!
    Sora, che era rimasto sulla porta a guardare il suo nuovo amico, rimase imbambolato a sentire la risata dolce dell’argenteo e si perse nei giochi di luce creati dai capelli che quest’ultimo aveva fatto cadere disordinatamente sul candido cuscino di piume.
    Quando Riku si accorse che era ancora lì e lo fissava cercò di darsi un minimo di contegno e, con ancora il sorriso sulle labbra, chiese
    -C’è altro?-
    Sora si riscosse dai suoi strani pensieri e cercò di dare una risposta coerente all’amico
    -Ehm, no niente… allora… io vado.-
    Detto questo si girò e fece per andarsene ma poi si fermò e si girò nuovamente
    -Ehm, un ultima cosa… a quanto pare lo zio di Axel non gradisce i ritardatari, perciò… ehm io e Roxas vi chiameremo per la cena così scendiamo tutti insieme. Passo per le 20:45. Allora… a dopo-
    Una volta che Sora fu entrato nella sua stanza Riku si alzò e chiuse la porta poi, cercando di trattenersi dal buttarsi da capo sul letto, si diresse verso la sua valigia e iniziò a sistemare la sua roba nei cassetti e nell’armadio. Ci impiegò venti minuti. Non aveva molta roba con se ma, di solito, i suoi vestiti preferivano il pavimento all’armadio, tuttavia non gli sembrava opportuno lasciare tutto sulla bianca moquette anche perché, poi, avrebbe nascosto quel colore che a lui piaceva tanto e che lo faceva sentire stranamente al sicuro. Erano le 16:13. Per la cena era presto, così decise di fare una doccia per liberarsi dalla stanchezza del viaggio. Abbandonò i vestiti sul pavimento e si infilò sotto il getto d’acqua calda che lo fece rilassare del tutto. Quando uscì infilò i boxer e tornò in camera alla ricerca di qualcosa da mettere. Trovò i pantaloni bianchi di una tuta mentre sopra mise una semplice maglia verde a maniche corte. Si sentiva stanco morto così si stese sul morbido letto e, in breve, si addormentò.

    Intanto nella stanza numero 3 anche Axel si era dato una rinfrescatina, aveva indossato una maglia nera con la stampa di un dragone rosso, e un paio di bermuda, anch’essi rossi. Poi si era gettato sul letto ma, anche se era stanco, non riusciva ad addormentarsi. Ripensava agli occhi azzurri del biondino. In quelle luminose pozze d’acqua si era perso, mentre sentiva il cuore che gli si scioglieva nel petto. Però qualcosa non tornava… Roxas era un ragazzo e lui… lui… bhè lui non era gay… o si? No, non era possibile… era stato con tante ragazze, anche se doveva ammettere che nessuna di loro gli piaceva veramente, e nessuna gli aveva fatto provare quella sensazione… aaahhh non ci capiva più niente! Stava per impazzire. Non sapeva più chi era, cosa era o chi gli piaceva… quel biondino lo aveva confuso così tanto da far crollare la maggior parte delle sue convinzioni. Però… se davvero era gay… allora perché era la prima volta che gli piaceva un ragazzo? Nella sua scuola ce ne erano tanti di ragazzi più o meno belli ma non li aveva mai visti sotto “quel” punto di vista. Che fosse solo Roxas ad attrarlo tanto e a fargli quell’effetto? Si, probabilmente.
    Mentre questi pensieri si susseguivano nella mente del rosso si ritrovò a pensare sempre di più a quegli occhi azzurri come il cielo primaverile e non seppe dire esattamente quando i pensieri si trasformarono in sogni.

    Anche Sora appena entrato si gettò a capo fitto sul letto. Si sentiva confuso, e tanto. Perché si era imbambolato in quel modo? E davanti ad un ragazzo per giunta! Era stato 2 anni con una sua compagna di scuola, Kairi. Con lei era stato bene e aveva passato due anni meravigliosi. Poi però aveva scoperto che lei lo tradiva con un certo Xemnas. Lui aveva tentato di riparare in ogni modo e riempendola ancor di più di attenzioni ma anche la sua pazienza aveva un limite. Poi, un giorno, lei si trasferì con i suoi genitori e Sora finì per metterci una pietra sopra. Da allora non aveva più avuto una ragazza e, spesso, ripensandoci, si chiedeva cosa avesse sbagliato in quel rapporto. Chissà se con Riku sarebbe stato diverso… aaahhh ma a cosa stava pensando? Riku era un bel ragazzo doveva ammetterlo ma, probabilmente, pensò tristemente, aveva già una ragazza. “E anche se così non fosse” pensò “le possibilità che si innamori di me sono una su un milione… anzi no su un miliardo! Mannaggia a me! Proprio di un ragazzo mi dovevo innamorare?” si girò di lato volgendo la sua attenzione alle nuvole che volavano veloci sospinte dal vento… non erano ancora partiti. Sarebbero salpati quella sera dopo cena. Il sole estivo si stagliava nel cielo con tutto il suo splendore penetrando nella cabina e inondandola di luce. Forse un po’ troppa… Sora si alzò e si diresse alla grande vetrata per chiudere le tende azzurrine.
    Magari prima di cena avrebbe fatto un riposino…

    Roxas intanto era l’unico rimasto sveglio, anche se non lo sapeva. Aveva letto un libro che si era portato appresso ma si era annoiato e lo aveva gettato via. Ma ora… non sapeva cosa fare. Si ritrovò a pensare ad Axel… chissà se stava bene… quando lo aveva salutato aveva notato che aveva gli occhi un po’ lucidi, inoltre il viso aveva il viso rosso quasi quanto i suoi capelli.
    -Forse- disse tra se e se -aveva la febbre o magari non si sente molto bene-
    Preoccupato si alzò e decise di andare a controllare come stava ma, prima, e passato a controllare Sora che probabilmente aveva già distrutto mezza stanza saltando sul letto e ficcandosi nei cassetti e nell’armadio per cercare chissà cosa. Arrivato davanti alla stanza del fratello fece un respiro profondo cercando di prepararsi al finimondo che vi avrebbe trovato. Era strano però, da fuori non si udiva nessun rumore. Aprì lentamente la porta e vi si affacciò restando sull’uscio. Quello che vide lo stupì e un sorriso si allargò sulle sue labbra. La stanza era, stranamente, tutta intera e in ordine. Sul letto suo fratello dormiva beatamente raggomitolato tra le braccia di Morfeo.
    Lentamente e senza fare rumore uscì e si richiuse la porta alle spalle, poi andò da Axel per vedere come stava.

    note dell'autrice:
    è così abbiamo scoperto chi sono il nipote di Xaldin e il suo amico (complimenti sanfrexo avevi indovinato! :ahsi: )
    il 3° capitolo non è ancora pronto perciò dovrete aspettare un pò. spero che vi piaccia! alla prossima =)
    p.s.= se li faccio troppo lunghi avvisate che provvedo ad accorciarli.
     
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  5. sanfrexco
     
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    wow primo a commentare!! Lo sapevo che avevo indovinato, comunque bellissimo capitolo come sempre le descrizioni degli stato d'animo, dei luoghi e dei personaggi sono impeccabili! ciao angel al prossimo capitolo.
    p.s. non c'è bisogno di accorciarli vanno bene cosi
     
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  6. angel of light
     
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    grazie mille. Sinceramente pensavo di aver combinato un pò di casini in questo capitolo cmq sn contenta che ti piaccia. Se riesco aggiorno o sta sera o domani altrimenti bisognerà aspettare un pò perchè da gg ho ricominciato a scuola purtroppo.
    cmq grz ancora :D
     
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  7. sanfrexco
     
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    di niente comunque non hai combinato nessun casino il capitolo è bello veramente allora al prossimo capitolo
     
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  8. bioshock
     
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    complimenti è molto bello anche se il fatto di 3 ragazzi gay e 1 ( forse) etero mi ha stupito un pò
     
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  9. Milly-chan
     
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    E' carina, ed è molto originale.
    Il linguaggio è scorrevole ed è piacevole da leggere.
    Sul serio, per essere la tua prima fic, è perfetta.
    Hai un futuro da ficcynara yaoista (Ma che ho scritto?), cara mia.
    Poi io sono Akuroku-dipendente, e non potevo farmela sfuggire.
    Bah, devo dire che sono rimasta perplessa quando ho letto del KairixXemnas, è una coppia insolita, ma è originale.
    Per quanto riguarda le altre due coppie, sono azzeccatissime, le adoro.
    Hai bei gusti.
    Mi è piaciuta molto la parte di Axel, è così tenero!. (?)
    Li hai vestiti benissimo, giuro, ho sbavato mentre li immaginavo.
    Ti auguro buona fortuna per la tua carriera, e credo che continuerò a seguirti se la scuola me lo permetterà.
    Aspetto il terzo capitolo, un abbraccio.
     
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  10. °%=destiny=%°
     
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    ciao! ieri ho iniziato a leggere la tua fiction..è originale, mi hai stupita!
    ti dico quello che ho notato in entrambi i capitoli: ci sono degli errori, ma niente di che siccome è la tua prima fict =) e qualche errorino nella punteggiatura. le descrizioni non sono male, però puoi approfondirle! hai descritto molto bene le emozioni, hai molta fantasia!
    ho letto questa ff perche mi incuriosiva, anche se l'akuroku e riso non mi piacciono molto...
    detto questo..aspetto il prossimo capitolo!
    saluti ^^
     
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  11. angel of light
     
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    grz sn contenta ke vi piaccia. Il 3° capitolo è in lavorazione e con la scuola sn 1 pò impegnata xciò perdonatemi se nn posto subito. Spero di riuscire a postare domani o sta sera ma nn prometto nnt. Cmq destinity cercherò di seguire i tuoi consigli. Milly-chan x quanto riguarda Xemnas e Kairi nn sò nemmeno io come mi è venuto XD ma nn sapevo chi mettere e ho pensato a lui. Vabbè grz ancora. Prometto ke appena sarà pronto posterò il proximo capitolo :D
     
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  12. angel of light
     
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    salveeeeeee!!!!! sono tornata :D (cos'è una minaccia ndTutti). Cmq scusate se non ho postato prima ma la scuola non me lo ha permesso. In ogni caso i dicorsi a dp.

    p.s.= il capitolo è venuto un pò più lungo degli altri ma non volevo dividerlo.
    Buona lettura!

    Capitolo 3- Partenza!

    Cucina- ore 17: 00 circa…
    -Hei Xaldeeeen!!! Che ci cucini di buono questa sera?-
    -Xigbar! Come osi profanare il mio luogo sacro? Ti sei…?-
    -Si, mi sono lavato le mani-
    -E ai…?-
    -Si, ho anche pulito le scarpe e ho messo la cuffietta per non far finire i capelli ovunque-
    Xaldin lo scrutò attentamente soffermandosi sulla cuffietta bianca con i pallini gialli che aveva sulla testa. A quella visione non resistette e scoppiò in una fragorosa risata. Dovette acchiapparsi al piano cottura per evitare di cadere e rotolare sul pavimento mentre, con l’altra mano, che reggeva ancora il mestolo con cui aveva minacciato Xigbar, si dovette reggere lo stomaco che aveva iniziato a fargli male per le convulsioni. Xigbar invece, offeso, mise il broncio e si voltò di spalle diventando rosso come un pomodoro per la vergogna e scatenando altre risate in Xaldin che ormai aveva le lacrime agli occhi.
    -Allora me ne vado. Volevo solo tenerti un po’ di compagnia-
    Così dicendo fece per andarsene ma Xaldin lo fermò
    -Dai aspetta! È solo che sei buffo con quella cosa in testa-
    Gli disse trattenendo a stento una risatina
    -Comunque per stasera pensavo di preparare un po’ di lasagna e per secondo del tacchino ripieno con patatine fritte e, perché no, anche un po’ di focaccia fatta in casa.-
    -Wow! Ma non sarà eccessivo per sole sei persone?-
    -Bhè no, non credo. E poi Axel mangia parecchio e anche Riku non scherza…-
    -Ora che mi ci fai pensare anche Sora mangia parecchio-
    -Visto! Quindi è ok. A proposito… quando partiamo?-
    -Credo questa sera. Bisogna portare a bordo ancora un po’ di provviste e poi salpiamo.-
    -Ok. Allora che ne dici di darmi una mano?-
    Disse Xaldin lanciandogli un grembiule bianco. Xigbar guardò prima lui e poi il grembiule, in fine annuì sorridendo.

    Roxas intanto si trovava davanti alla stanza di Axel, insicuro se aprire o meno la porta. Non sapeva perché ma quando si era ritrovato d’avanti alla porta del rosso, il cuore aveva aumentato, anche se impercettibilmente, il suo battito causando in Roxas ansia e confusione. Cercò di capire, con scarsi risultati, cosa gli stesse accadendo così si diede dello stupido e, scuotendo la testa come per liberarsi da quei pensieri, girò la maniglia dimenticandosi anche di bussare ed entrò nella stanza piena di luce.
    Quando aprì la porta restò bloccato sull’uscio mentre il suo cuore perdeva un battito e ripartiva veloce come un cavallo al galoppo. Il tempo parve fermarsi mentre lui si perdeva nella contemplazione del viso di Axel baciato dai raggi del sole. Il suo corpo era un po’ rannicchiato mentre teneva stretto al petto uno dei cuscini verdi. Il viso era rilassato, gli occhi chiusi nascondevano i suoi meravigliosi occhi verdi, probabilmente immersi in un sogno piacevole poiché gli angoli della sua bocca, leggermente socchiusa, erano piegati in un dolcissimo sorriso che sciolse il cuore di Roxas lasciandolo inerme davanti a quella visione angelica. Per un attimo desiderò sfiorare quelle labbra anche solo con un dito. Ipnotizzato dal soffice rumore del suo respiro e dal lento movimento delle spalle si avvicinò lentamente, senza fare il minimo rumore. Axel si trovava dal lato più lontano del letto e Roxas non voleva rischiare di inciampare facendo il giro così si allungò lentamente appoggiando un ginocchio sul materasso e allungando la mano.
    -Roxas-
    Sussurrò il rosso facendo bloccare Roxas ancora proteso verso di lui. Per un attimo pensò che Axel si fosse svegliato e lo avesse visto ma poi vide che il rosso non accennava a muoversi o a parlare ancora, così si avvicinò un po’ di più. Non sapeva il perché ma era come ipnotizzato e non riusciva più a distogliere gli occhi dalla figura dormiente dell’amico.
    Ad un tratto però senza sapere come si ritrovo tra le sue braccia prendendo il posto del cuscino verde. Axel si era mosso nel sonno e lo aveva acchiappato stringendolo a se. Roxas diventò tutto rosso, quasi quanto i capelli di Axel! Tentò di muoversi ma non ci riuscì poiché bloccato dalla forte stretta del rosso che, probabilmente, era ancora convinto di avere il cuscino tra le braccia e non una persona.
    Axel lo chiamò di nuovo nel sonno per poi sospirare, allentando un po’ la presa. Sulle labbra c’era ancora il sorriso rilassato di prima. Il biondino tentò di allungare un po’ il collo per leggere l’orario sulla sveglia. Le 20:40! Altri 5 minuti e Sora sarebbe andato a cercarli per la cena. Doveva svegliare Axel, e in fretta pure!
    Si girò per quanto glielo permettesse la stretta del rosso e piano gli sussurrò all’orecchio
    -Axel. Axel sveglia. Dobbiamo andare a cena. Axel!-
    Il rosso sospirò ma non sembrava minimamente intenzionato a svegliarsi. Roxas allora, riuscito a liberare un braccio, lo scosse piano chiamandolo ancora.
    Inizialmente si mosse un po’ finchè non si svegliò del tutto. Tuttavia restò ancora un po’ con gli occhi chiusi ripensando al sogno che aveva fatto. Aveva sognato il biondino e i suoi meravigliosi e profondissimi occhi azzurri. Prima di svegliarsi gli era persino parso di sentire la sua voce. Quando, però, Roxas lo chiamò di nuovo capì di non averlo sognato. Ma c’era qualcosa che non quadrava. La sua voce. Era… troppo vicina. Sentendo qualcosa muoversi tra le sue braccia aprì gli occhi di scatto ritrovandosi a pochi centimetri dal viso gli stessi occhi azzurri che aveva sognato fino a poco prima. Inizialmente pensava di stare ancora sognando ad occhi aperti ma quando il biondino parlò dovette ricredersi
    -Axel, per favore, mi lasci? Mi stai soffocando e tra poco dobbiamo scendere per la cena! Inoltre se arriva Sora non credi che vedendoci così potrebbe trarre conclusioni affrettate e sbagliate?-
    Disse Roxas con una tranquillità insolita e una punta di agitazione nella voce. Axel invece era diventato sempre più rosso ad ogni parola del biondino e lo aveva subito lasciato. Si era alzato e diretto in bagno per aggiustare un po’ i capelli quando gli venne in mente una domanda. Si affacciò alla porta del bagno e fissandolo con un espressione interrogativa disse
    -Hei biondino, che ci facevi sul mio letto???-
    Questa volta fu Roxas ad arrossire. Non poteva certo dirgli che vedendolo dormire gli era venuta una voglia matta di toccare le sue labbra!!! Certo che no!! Ma allora come poteva… trovato!!
    -Bhè, ecco… quando ci siamo lasciati prima avevo notato che eri diventato tutto rosso in viso e… bhè… pensavo che non ti sentissi bene o che magari avevi la febbre, così sono venuto un po’ prima per controllare come stavi. Però eri addormentato e quando mi sono avvicinato per vedere se scottavi e per svegliarti tu ti sei girato e mi hai afferrato.-
    A Roxas non piaceva mentire ma se era necessario, allora ci riusciva benissimo, inoltre anche quando mentiva sul suo viso non c’era altro che innocenza. Questo suo controllo gli dava anche la possibilità di non lasciar trapelare nessun sentimento a meno che non lo volesse il diretto interessato.
    Axel, al contrario, era un libro aperto. Anche se la sua mente era molto complicata non era difficile capire il suo stato d’animo e le sue emozioni, infatti non appena Roxas finì di parlare il suo viso sembrò prendere fuoco.
    Roxas lo video diventare di nuovo rosso e si ricordo il vero motivo per cui era lì. Gli si avvicino e mettendosi in punta di piedi gli mise una mano sulla fronte per vedere se scottava. Axel, dal canto suo, divenne più rosso dei suoi capelli e si allontanò di colpo per evitare che Roxas capisse che non era rosso a causa della febbre ma di qualcos’altro.
    Il biondino a quel gesto ci rimase male e Axel farfugliò qualcosa tipo
    - N-non preoccuparti… sto b-bene. Fa solo un po’ caldo.-
    -Oh… ok.-disse perplesso.
    -Hei ma non era tardi? Come mai non sono ancora arrivati Riku e Sora?-chiese Axel cercando di cambiare discorso.
    Roxas a quelle parole sussultò. Era vero! Né Riku né Sora si erano fatti vivi… eppure…
    -Vuoi vedere che…-Roxas lasciò in sospeso la frase e si fiondò fuori dalla stanza diretto verso quella di suo fratello mentre Axel lo seguiva confuso. Prima che aprisse la stanza di Sora, Axel acchiappò Roxas per un braccio è chiese
    -Si può sapere che succede?-
    -Prima sono passato da qui è Sora stava dormendo, e se le mie previsioni sono esatte si trova ancora nel mondo dei sogni! Tu non hai idea di quanto gli ci vuole per rimettere il cervello in funzione quando si sveglia. Anzi fammi un favore vai lì e controlla che almeno Riku sia sveglio-gli disse indicandogli la stanza dell’argenteo. Axel annuì e si diresse verso la camera numero sei. Bussò piano ma non sentendo nessuna risposta aprì la porta ed entrò. Riku, come aveva predetto Roxas, era addormentato, a pancia sotto con le mani nascoste sotto il cuscino, e un sorriso beato sul volto. Ad Axel quasi dispiaceva svegliarlo ma conosceva suo zio e sapeva che se non fossero arrivati in orario li avrebbero lasciati a digiuno fino al mattino dopo. Si avvicinò e lo scosse appena. Fortunatamente a Riku bastò quella scossa per svegliarsi.
    - C-cosa succede?- chiese con la voce impastata dal sonno.
    -Ti consiglio di sbrigarti e darti una sistemata se non vuoi rimanere senza cena. È tardissimo!-
    Riku, anche se a tratti, riuscì a capire ciò che gli stesse dicendo il rosso e si alzò, dirigendosi in bagno per darsi una sistemata.

    Roxas intanto, dopo aver visto Axel entrare nella stanza di Riku, aveva aperto la porta della camera di suo fratello ed era entrato senza neanche bussare perché, lo sapeva, era inutile. Sora infatti si trovava ancora tra le braccia di Morfeo, anche se… ci sarebbe rimasto per poco, molto poco. Si sentiva buono in quel momento perciò decise di provare a svegliarlo con “delicatezza”. Gli si avvicinò e gli diede un forte scossone. Sora tuttavia sembrò non sentirlo nemmeno, anzi, parve mettersi a russare ancora di più. Roxas si stava spazientendo. Possibile che non si svegliasse mai dopo averlo chiamato la prima volta??? Era tardi e non potevano perdere tempo prezioso. Fece il giro del letto e gli si posizionò alle spalle, poi, raccogliendo gran parte della sua forza, diede un forte spintone al povero Sora, che finì sul pavimento, producendo un tonfo leggermente soffocato dal tappeto di pelo.

    Axel e Riku erano ancora nella stanza dell’argenteo. Il primo cercava di fare un po’ di conversazione mentre Riku si allacciava le scarpe. Ad un tratto sentirono un tonfo provenire dalla stanza del brunetto. Uno sguardo di intesa gli bastò a farli scattare verso la porta. Non ci pensarono nemmeno e aprirono la porta facendola sbattere contro il muro ma ciò che videro non fu esattamente ciò che si aspettavano. Roxas stava inginocchiato sul letto con le braccia conserte e guardava Sora con aria annoiata, mentre il brunetto, ancora sul pavimento gli stava lanciando maledizioni a tutto spiano.
    -Come ti permetti?! Perché non sei più gentile quando svegli le persone? Hai il tatto di un elefante in una cristalleria!-gli urlava Sora.
    -Bhè scusa, ma non è colpa mia se tu non ti svegli nemmeno con le trombe nelle orecchie- ribattè Roxas.
    -Ragazzi ma che succede?- chiese Axel che non sapeva se ridere o preoccuparsi sul serio.
    I due ragazzi si voltarono e Sora si ammutolì non appena vide Riku guardarlo con un’aria strana.
    Il brunetto si alzò e dirigendosi verso il bagno farfugliò qualcosa tipo
    -Datemi un secondo e arrivo-
    Riku lo aveva visto entrare in bagno e chiudersi la porta alle spalle. Era assorto nei suoi pensieri. Non appena era entrato aveva visto Sora sul tappeto, con i capelli tutti disordinati che gli conferivano un aspetto molto dolce. Poi quando il brunetto lo aveva fissato con i suoi occhioni azzurri e ancora un po’ assonnati lo stomaco di Riku si era contorto.
    Non sapeva perché ma gli aveva fatto una tenerezza incredibile!
    I suoi pensieri furono interrotti da Axel che chiese spiegazioni al biondino.
    -Bhè non è facile svegliare Sora e l’unico modo è usare metodi bruschi a me non piace farlo ma ormai ci ho fatto l’abitudine. Anche perché, altrimenti, resterebbe al letto tutto il giorno!- disse Roxas.
    Alla fine, dopo qualche minuto, Sora uscì finalmente dal bagno e loro poterono dirigersi, a passo svelto, verso la sala da pranzo.

    Appena arrivarono rimasero a bocca aperta. La sala da pranzo era enorme! I muri erano color sabbia e c’era un grandissimo camino nell’angolo. Sul soffitto si potevano vedere fantasiosi ghirigori leggermente in rilievo che, sui bordi, presentavano rifiniture dorate. Al centro troneggiava un enorme lampadario che creava magnifici giochi di luce tramite i piccoli cristalli che lo abbellivano. Al centro della sala poi, vi era un grande tavolo di mogano la cui superficie lucida era stata rivestita da una lunga tovaglia bianca sulla quale erano posizionate le pietanze. Il tutto forniva un’atmosfera calda e rilassante. Questo, tuttavia, non gli bastò a reprimere un brivido lungo la schiena quando videro l’espressione di Xaldin. Stava in piedi vicino al tavolo, le braccia conserte e il piede destro che batteva ritmicamente sul pavimento. Ahi ahi… era nervoso!
    -Si può sapere dove eravate? Axel! Sai che io odio i ritardatari- disse guardando arrabbiato il nipote.
    -Dieci minuti! Dieci minuti di ritardo!!…-
    -Avanti Xal! Non vorrai iniziare ad arrabbiarti dal primo giorno vero? Non siamo nemmeno partiti- disse riconciliante Xigbar che poi si rivolse ai ragazzi chiedendo il motivo del loro ritardo
    -Eppure vi avevo avvisato! Cosa è successo?-
    -Bhè… ecco… noi…- iniziò Axel che però fu interrotto da Roxas.
    -La verità è che si erano addormentati. Ma la colpa non è la loro ma di Sora che ha bisogno di un’eternità per alzarsi.-
    -Ehi!! Come ti permetti?-
    -Mi permetto perché è la pura verità-
    -guarda che anche per svegliare te la mattina ci vogliono i cannoni!-
    -Io non…-
    -Ragazzi ora basta!!- intervenne lo zio cui stavano facendo venire il mal di testa. -Facciamo così: per stasera Xal chiuderà un occhio ma la prossima volta cercate di essere puntuali, ok?-
    I ragazzi annuirono e, finalmente, riuscirono a sedersi a tavola.
    Xaldin era un cuoco eccezionale! Aveva cucinato tantissimo e sulla tavola si vedevano piatti di ogni genere: al centro troneggiava un’enorme teglia di lasagne e a fianco un enorme tacchino ripieno. Poi c’erano insalate, arancini di riso, olive, pomodori, mozzarelle e chi più ne ha più ne metta.
    I ragazzi si accorsero solo allora di star morendo di fame e con gli occhi che brillavano, dopo un forte -Buon appetito- generale, si gettarono su quelle squisite pietanze come lupi voraci che non vedevano cibo da mesi!

    Avevano appena finito di mangiare. Il cibo era squisito e con la pancia piena si sentivano tutti felici. Durante la cena Xaldin aveva tenuto un po’ il broncio ma, alla fine, anche lui si era lasciato andare, ridendo e scherzando con gli altri.
    Erano tutti un po’ eccitati all’idea che da lì a meno di mezz’ora sarebbero salpati lasciandosi alle spalle il porto e la città per visitare nuovi porti al di là della linea azzurra dell’orizzonte.
    I ragazzi stavano aiutando Xaldin a disfare la tavola quando arrivò Xigbar che, affacciatosi alla porta, esclamò
    -Ragazzi tra due minuti si parte. Se volete, potete spostarvi sul ponte per ammirare la città allontanarsi, ma poi dovete filari tutti al letto. Oggi è stata una giornata lunga e domani lo sarà ancora di più. A proposito, domattina troverete l’orario e le mansioni che dovrete sbrigare sul comodino. Ora io vado. Buona notte!-
    Disse sorridendo, per poi allontanarsi. I ragazzi però rimasero perplessi. “Mansioni? Dovremo lavorare?? Lo sapevo che era una fregatura” pensarono quasi contemporaneamente tutti e quattro.

    Appena finirono di sparecchiare, salirono sul ponte. Si erano già allontanati un po’ e, ora, la città sembrava più piccola. Le tantissime luci si riflettevano sullo specchio d’acqua. Lo spettacolo che si godeva da lassù era magnifico.
    -Wow la città, così illuminata, è meravigliosa!- esclamò Sora.
    -Già… meravigliosa- sussurrò Riku che, però, stava fissando Sora con la coda dell’occhio. Il brunetto, tuttavia, non si accorse di niente. Con gli occhi chiusi si godeva la fresca brezza che gli accarezzava il viso, scompigliandogli i capelli.
    A quella vista il cuore di Riku perse un battito mentre il suo proprietario arrossiva di botto. Per fortuna era sera e le luci dello yacht erano spente per far godere meglio la vista della città, perciò nessuno lo notò.
    -Bhè ragazzi, credo sia ora di andare al letto- disse Roxas con un sonoro sbadiglio, per poi avviarsi verso l’entrata dell’imbarcazione.
    - ‘Notte fratellino.-disse Sora per poi avviarsi anche lui. Seguendo il fratello. Poi si voltò
    - ‘Notte ragazzi- esclamò un sorriso a trentadue denti che fece letteralmente impazzire Riku, che divenne rosso-aragosta.
    - ‘Notte- esclamò Axel.
    Quando i ragazzini se ne furono andati, il rosso si girò verso l’amico
    -Allora? Andiamo anche noi?- Riku annuì, cercando di sembrare il più normale possibile.
    -Ok. Ho proprio bisogno di una bella dormita- disse, anche se più rivolto a sé stesso che all’amico.
    Insieme si avviarono verso le proprie stanze, lasciandosi alle spalle il mare, illuminato dalle luci della città.

    note dell'autrice:
    bhè, che dire, spero vi sia piaciuto. Questo lo dedico ad una mia carissima amica (viene in classe con me e ha accettato di leggere la storia e commentarla). Spero ti piaccia ;)
    Bene! Al prossimo aggiornamento che credo sarà entro la settimana prossima.
    Un'ultima cosa. Probabilmente i capitoli li farò più corti perchè altrimenti non riesco ad aggiornare con una certa regolarità. Spero continuiate a seguirmi ciau!!!
     
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  13. ~ S u n n y «
     
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    Bhè... diciamo che le imperfezioni ci sono ancora, ma per essere la tua prima fic va abbastanza bene come primi capitoli.
    Migliora un pò sulla punteggiatura e controlla la stesuta delle frasi.
    Per il resto ci sono diverse ripetizioni e i fatti sono un pò troppo veloci.
    Ho notato che per descrivere sentimenti usi solo il rossore in viso e il battito del cuore, quindi migliora anche su questo punto. La parte di Axel e Roxas spoteva essere descritta molto meglio. E infine le descrizioni, potrebbero essere più articolate.
    Come trama incuriosisce, poi se è AkuRoku! *-*
    Ti seguirò, cercando di darti una mano!^^
     
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  14. angel of light
     
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    ok grz mille! cercherò di ricontrollarla più volte prima di postare e di seguire i vostri consigli :)
    Grz ancora :)
     
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  15. sanfrexco
     
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    ciao angel of light che dire bellissimo capitolo anche se non mi piace lo yaoi e scritto veramente bene. Ci sono alcuni errori ma sono sempre delle imperfezioni perciò non fa niente, comunque ancora complimenti alla settimana prossima ciao
    p.s.avvertimi quando ci sono scene a luci rosse
    SPOILER (click to view)
    anche quando ci sono dei baci
     
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64 replies since 5/9/2009, 19:25   986 views
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