Secret Dreams

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    ~Bridges Burned

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    Coff coff, d’accordo lo ammetto, ho tentato e ci sto ancora lavorando… Su cosa? A scrivere una rating rosso, ovvio! Non fiondatevi a leggere (anche se mi farebbe piacere) la cosa vi lascerebbe alquanto delusi; questa è solo una “parte”… cioè no è tutta ma…
    Porca vacca come faccio a spiegarmi?! Allora, ho tentato di fare questa shot con una finale a rating rosso e ci sto ragionando ancora sopra: sappiate solo che questo è un primo ending. Esatto, non è finita qua. Appena avrò la possibilità, ma soprattutto non appena Iddio mi concederà un po’ di tempo, voglia e pazienza, finirò anche l’alternativa… come si può dire… HARD? =P
    La protagonista è, tanto per intenderci e per farvi capire con che genere di gente passo una trentina di ore a settimana, una mia compagna di classe di un anno più grande. Probabilmente sarà la protagonista di altre shot visto che di sogni così, lei ne fa una notte si e un’altra pure… =ç=
    Ebbene, sperando di non rasentare il ridicolo con queste mie cazzate, vi lascio alla lettura e, con una preghiera al presepe, corro a scrivere!




    Secret Dreams
    Rating: (Arancione più o meno) Giallo va là...



    Ore 22.36, Lago di Garda, sponda veneta.
    Guardare l’orologio è diventato ormai un gesto meccanico: uscita speciale con la persona che amo!
    Certe volte mi irrita facendo il deficiente, ma sa come farsi apprezzare, devo ammetterlo.
    Mi si è intenerito il cuore, quando l’ho trovato poco fuori dalla porta di casa, a fissarmi imbambolato e perso, io tutta in ghingheri, almeno in confronto al mio abituale abbigliamento, con un sorriso felice prestampato e pressato sul volto, pronta ad uscirci insieme.
    Quando mi ha detto che qualche giorno più tardi saremmo andati al lago gli sono letteralmente saltata addosso: amo l’acqua, amo lui, ma soprattutto adoro quando si creano quelle situazioni incredibilmente romantiche, quei momenti che neppure un film potrebbe mai riportare, quegli attimi che sembrano durare una vita, incorniciati da un cielo trapuntato di stelle, un mantello blu oltremare illuminato dalla luna e dalle sue compagne di giochi.
    I riflessi argentei della sommità della volta riportati sull’acqua cristallina, quasi da rendere tutto falso, un dipinto impressionista talmente perfetto da risultare quasi irreale, un sogno infinito da vivere ad occhi aperti, la possibilità di tenersi stretta la cosa più cara… poesia per me!
    Seduta sulle sporgenze rocciose guardo l’orizzonte anzi, più che l’orizzonte, le dolci colline dall’altra sponda. Il contorno si distingue appena ma solo perchè leggermente più scuro del blu intenso sopra di me, che fa da sfondo all’amore che provo per lui.
    Mi si siede di fianco, anche lui perso a fissare il nulla. Malgrado abbia circa quattro anni in più di me, non ho potuto non innamorarmi di lui: gentile, composto, un gran buffone in presenza di amici, scherzoso, sorridente e protettivo nei miei confronti. Lo adoro così com’è!
    Certo, qualche volta penso che un ritocchino qua è là, si potrebbe anche fare ma poi non sarebbe più il mio tenero, adorato, imperfetto e affascinante Bozz...
    Il profilo non molto marcato, i capelli corti di un tenero marroncino chiaro, gli occhi verde smeraldo... Dio quanto amo quegli occhi!
    Inconsciamente prego ogni singola sera perché niente me lo porti via, ringrazio qualcuno di onnipotente e forse inesistente, perchè lasci a me almeno questo piccolo frammento di paradiso.
    “Non riprenderti il tuo angelo,” imploro tutte le volte, mentre gli auguro buonanotte via messaggio, “gli hai tarpato le ali e ora che l’hai privato del cielo, lasciagli almeno la terra!”
    Mi faccio stringere dalle sue forti braccia calde, mi accoccolo contro il suo petto, mi faccio cullare dal suo respiro, dal battito del suo cuore, talmente forte da imprimersi nella mente più delle desinenze latine.
    -Sai? Sono felice...- mi dice affondando il naso nei miei capelli.
    Mugugno qualcosa, troppo presa da lui per poter trovare la voglia di rispondere. Un sorrisino si stende sottile sulle sue labbra, profanate proprio da me un trilione di volte. Alzo lo sguardo e mi ci specchio, annegando in quel prato lussureggiante che si estende nelle profondità delle sue iridi smeraldine, fino alle mie, simili nel colore, ma mai luminose e splendenti come quelle della creatura celestiale che mi ha rapito il cuore..
    -Sono felice di essere qui con te…- termina, abbracciandomi e accarezzandomi il capo.
    -Oh avanti, non siamo mica arrivati alla fine del mondo! Abbiamo tutta una vita davanti! In fondo i miei quindici anni e i tuoi diciannove sono solo una minima parte del resto del tempo che ci rimane da vivere!-
    - La mia complicata fidanzata!- sorride lui stampandomi un bacio sulla fronte.
    - Il mio tesoro timoroso.. e aggiungerei patatoso!-
    -Chi è che ti insegna questi vocaboli inesistenti?- chiede, inarcando un sopracciglio.
    - L’avrai vista una volta in vita tua… forse due…-
    - Ah già..- e abbozza un sorrisino divertito – quant’è matta quella da uno a mille? Per quanto riguarda l’aspetto è un angioletto ma immagino che…-
    -Niente di scioccante..- taglio corto. Odio quando insinua qualcosa sulle mie amiche – è matta tanto quanto me… forse un po’ di più…-
    - Allora c’è da preoccuparsi seriamente!-
    Lo guardo, truce, fredda, con una punta di malizia nello sguardo e un’espressione offesa sul volto.
    - Potrebbe insultarti in giapponese! È la prima cosa, e l’unica azzarderei anche, che impara da quegli stupidissimi cartoni animati!- borbotto, pensando alla pronuncia dell’intraducibile “hanai a baka da!” che mi aveva insegnato giusto la mattina stessa.
    - Dimentichi che io sono un esperto in lingue orientali, mica faccio l’università a Venezia per grattarmi e farmi tre ore di treno tutte le volte! Che vuoi che ti dica? Le risponderò in russo- e sorride.
    Che avrà da sorridere poi! Il suo sorriso è un’oasi sperduta nel deserto, una luce nel buio, la luna nella notte, la ciliegina sulla torta, il diamante tra tante cianfrusaglie: chiamatemi egoista ma io ho l’ottava meraviglia del mondo e guai a chi si azzarda a portarmela via: incapperà nell’ira funesta della fidanzata di un Dio!
    Mi bacia e la mia mente subisce un corto circuito stratosferico, una reazione a catena di esplosioni che scatenano dentro di me l’inizio di un piacere straordinario. Esercita il suo domino inarrivabile sul mio corpo, che si piega al suo volere. Chiudo gli occhi, a malincuore da un lato, esaltata dall’altro, nel tentativo di gustare a pieno il momento conoscendo i suoi pensieri e quindi sapendo che con me, a quest’età, non si spingerà oltre.
    Lo scenario cambia radicalmente, di punto in bianco, senza che il mio cervello abbia il tempo di rendersi conto della situazione: niente più lago, niente più cielo, niente più stelle… niente più LUI!
    Sono a scuola, il luogo che più odio al mondo dopo gli autobus che mi fanno venire la nausea.
    Impreco sonoramente, sia in giapponese, e contemporaneamente benedico quella matta della mia cara compagna di segreti, sia in italiano, sia in dialetto veronese, sia in russo, insegnatomi dal mio caro e speciale futuro marito, visto che ha promesso di sposarmi.
    Gliel’ho chiesto io stessa inginocchiandomi, in stazione, prima di lasciarlo partire per andare all’università. Ricordo ancora i cambiamenti del suo volto: prima un leggero shock poi trasformatosi in sorpresa, diventato un dolce sorrisino e slittato a “ghigno sadico”.
    Qualcuno bussa alla porta, dolcemente, quasi la stesse accarezzando.
    -Avanti- rispondo meccanicamente.
    Nessuno entra, forse perché la voce mi è troppo flebile, o forse perché il tizio fuori dalla porta è il professore di geografia, sordo come una campana.
    Lievemente scocciata, chissà poi perché, corro ad aprire la porta.
    Mi trovo davanti un ragazzo alto una manciata di centimetri più di me, con un sorrisino da schiaffi stampato sul volto, lo sguardo circospetto, i capelli impastati di gel. Purtroppo lo conosco bene e, siccome il mio umore non è alle stelle, giacché il mio sogno ad occhi aperti è stato interrotto da un incubo, decido di prenderlo un po’ per i fondelli, giusto per farmi due risate. Ma solo per quello: non ho niente contro di lui! Conosco una certa persona la quale antipatia per l’interessato è arrivata a toccare l’apice nel giro di due minuti scarsi.
    -Ma guarda un po’… Timo-chan!- e gli scompiglio i capelli, così come fa quell’angioletto della mia spalla su cui piangere, ottenendo solo di avere le mani impiastricciate di una mistura che odora di plastica.
    -Smettila di chiamarmi così! Non bastava già quella psicopatica?- ribatte lui risistemandosi i ciuffetti marroni.
    -O avanti… è un soprannome così patato!- e assumo lo sguardo intenerito della mia adorabile sosia di un anno più piccola.
    Lui ghigna ma poi il suo sorriso si addolcisce. Oddio, terrore! Mai visto uno sguardo così dolce e perforante allo stesso tempo: dire che ho paura è riduttivo, molto riduttivo.
    -Qui l’unica persona patata, sei tu! E azzarderei anche stupenda…- mi prende in braccio come se fosse la cosa più naturale del mondo. Per lui sono una piuma e sorrido, lievemente sollevata al pensiero che magari non sono così pesante come io stessa credo. I complessi dell’adolescenza, chi li capisce mi faccia un fischio!
    Cerco di divincolarmi, ma nulla mi è possibile e come se neppure mi sentisse, continua ad avanzare, imperterrito.
    Andiamo in fondo alla classe, mi fa sedere su quello che tecnicamente è il mio banco mentre lui occupa il posto sulla sedia. Inizialmente sono stordita dal suo strano comportamento, anche se definirlo strano è un eufemismo bello e buono. Lo guardo, lo fisso, lo osservo: non è niente di speciale, niente in confronto a ciò che ho già, rapportato con ciò che ormai è di mia proprietà. Eppure mi sento attratta. No, non è attrazione, almeno non fisica…
    Sono i suoi modi, il suo essere dolce, la maniera con la quale adesso cerca di capire i miei pensieri. Ma io sono un muro indistruttibile, un sentiero invalicabile, l’universo irraggiungibile e voglio continuare ad esserlo.
    Quella sua testaccia da manicomio lo spinge a baciarmi e senza ribattere, guidato da ciò che non è coscienza ma puro istinto animale, lo fa. Impertinente, insolente e invadente, lo odio. Poi però, devo ammetterlo, ci prendo gusto, sono quasi felice che abbia preso l’iniziativa. Sono talmente confusa da non riuscire a decifrare neppure una delle centinaia di emozioni contrastanti che ingaggiano una battaglia all’ultimo sangue dentro di me. Infuria la tempesta, romba il tuono, ruggisce il leone ed ecco che anch’io mi frantumo, vittima del combattimento. Sono spiazzata! Non saprei dare un nome a niente. Sono persa, isolata, ho smarrito completamente ogni singolo collegamento con la realtà e, se devo essere sincera, questo non mi dispiace.
    Sono in paradiso e contemporaneamente brucio all’inferno, sono vittima di una meravigliosa tortura senza fine che si nutre di me, pronta a ridurmi ad un essere passivo eppure per una frazione di secondo mi dimentico dell’infinità di preoccupazioni che non sono mai riuscita, e non credo riuscirò mai, a lasciarmi alle spalle.
    Non sono obbligata a rispondere ai sentimenti che cerca di trasmettermi e che non riesco a cogliere, ma ormai ho cominciato, mi ha sfidato e non ho intenzione di fermarmi, non gliela darò vinta.
    Hai dichiarato guerra ad una delle ninfe più belle e desiderate e, come punizione, il mio Dio accorrerà per fartela pagare, sempre se io permetterò a questo fatto di arrivare alle sue orecchie, inadatte a simili orribili notizie.
    Butta le mani avanti, il ragazzo; fa un passo oltre il limite da me imposto che automaticamente si avvicina sempre di più alla linea che separa il possibile dalla trasgressione.
    Lo lascio fare, in fondo non so nemmeno se proverò una cosa simile tanto presto, quanto la mia mente spera…
    Mi abbandono completamente, ben felice di farlo, al turbine di piacere che nasce, cresce e mi consuma bruciando ogni parte di me, nel vano tentativo di liberarsi.
    Poi però, mi rendo conto della situazione e riprendo il controllo: non voglio consumare la fiamma che arde, mi piega e mi distrugge con lui, devo chiedergli di fermarsi, non è la persona giusta.
    Cerco in ogni modo di fermare le sue labbra che lasciano umide scie sulla mia pelle, ma niente è possibile.
    Non mi dà retta e continua il suo gioco perverso. Intrufola le sue mani sotto la mia camicetta intonsa, accuratamente indossata per il mio reale fidanzato e non per un pervertito senza il minimo contegno e ritegno. Accarezza la mia pelle salendo dai fianchi fino al seno, esercitando anche solo in quella maniera il suo enorme potere sulla mia volontà. Gemo, senza rendermi nemmeno conto del limite raggiunto, sorpassato e ormai lontano anni luce dall’attuale situazione.
    Mi stende sul banco dove, con molta probabilità, farà ciò che nemmeno il mio fidanzato si permette di fare, sia per rispetto, sia per una sua idea personale.
    Bastardo: giuro che se non si ferma mi metto ad urlare come un’ossessa, in modo che tutti mi sentano, in modo da interromperlo e fuggire…
    Detto fatto…


    Mi sveglio di soprassalto, ovviamente urlando, come ho promesso a me stessa e all’incubo appena terminato. Mi guardo intorno: sono nella mia stanza, la mia amata cameretta.
    - Grazie a Dio…- mi lascio sfuggire prima che la porta si apra di scatto grazie alla forza sovrumana di un padre preoccupato. Non l’ho mai visto così sconvolto, chissà cosa pensa di me in questo momento. In fondo, ho svegliato tutta la casa (e tre quarti del vicinato stando a quanto vedo dalle luci che si accendono in tutte le case vicine alla nostra) alle tre del mattino, con un urlo a dir poco inquietante, tale da risvegliare anche i morti.
    Dietro di lui, mia madre nel panico più assoluto e mia sorella che ride come una deficiente, appoggiata al muro per non cadere gambe all’aria dalle risate. Certamente non vede l’ora di prendermi in giro.
    - Ma come? A quindici anni ti svegli ancora urlando come una marmocchia di cinque? Ci manca solo che bagni il letto…- esclama mentre riprende il fiato, mentre ancora ride.
    Non le rispondo, troppo presa dall’espressione dei miei genitori che non badano alle sue parole, ma guardano me, increduli, preoccupati e, azzarderei, terrorizzati.
    Mi sommergono di domande e io rispondo a tutte con un mugugno oppure annuendo. Quando capiscono che non parlerò loro del mio incubo e che non racconterò mai niente di niente, si arrendono e mi lasciano sola; sola, per modo di dire, visto che quell’odiosa di mia sorella si diverte a farsi beffe di me ancora per una quindicina di minuti buoni.
    La ignoro, noncurante. Per la prima volta, non vedo l’ora di andare a scuola: devo assolutamente raccontarlo alla mia piccola Funghettina, sono certa che lo riporterà per iscritto.
     
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    Fuoco crepuscolare che mai si estinguerà

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    Il mio paesello marcondirondirondello

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    Ed ecco dunque il tuo primo lavoro che si concluderà con un bel rating rosso!
    Ti rifaccio i complimenti per lo stile narrativo! La prima persona ti viene molto bene e rende al meglio quello che vuoi esprimere. Le descrizioni dal punto di vista della protagonista sono fatte benissimo e la lettura è molto scorrevole, anche quando si va per un attimo fuori tema, ma con quegli attimi da fuori come quello sui problemi adoloscenziali, hai reso alla perfezione il vagare dei pensieri. Che dirti funghetta? Un bel pollice alzato e tanti tanti complimenti ^^
     
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  3. Eneru92
     
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    Stranamente questa volta non ti sei proprio lamentata del risultato , e in effetti non c'è proprio nulla da ridire .
    Come ha detto Liberty , la prima persona ti è riuscita in maniera a dir poco splendida , e non credevo che usandola si potesse arrivare a un tale livello di descrizioni ( puoi dire quello che vuoi , ma ti sono venute una favola , senza distinzioni di parti del capitolo ) .
    Ammetto che alcuni punti mi hanno fatto ridere , tipo la battuta sul parlare in russo , e in generale i problemi mentali stile adolescenziale sono stati ben espressi .
    Il rating rosso ti verrà bene , ne sono sicuro ! xD

    Ottimo lavoro , tesoro , e attendiamo con ansia la continuazione ! ^^
     
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  4. xander.XVII
     
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    Quoto ambedue i miei illustri predecessori, dicendo che padroneggi in maniera eccelsa la 1a persona.
    Stupende le descrizioni introspettive e ben delineati i sentimenti e le contraddizioni interne del personaggio, davvero molto, ma molto molto, bella =)
     
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    ~Bridges Burned

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    Arrivo in ritardo pure a commentare le mie shot... ormai ce l'ho nel sangue, non posso farciniente! Portate pazienza!
    Grazie mille per i commenti sono felice che sia piaciuta anche perchè il fianle sta procedendo a rilento, perciò non so esattamente (anzi non ne ho proprio idea) quando potrà essere terminato e postato.

    Grazie per i complimenti riguardo alla prima persone! Se devo essere sincera mi sono persino divertita a scrivere una cosa del genere... chissà che con l'andare del tempo io non ci prenda gusto =P

    Grazie ancora tesori! Vi adoro!
     
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  6. (¯`•. Prin¢ess Dreamer .•´¯)
     
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    finalmente riesco a leggere qualcosa di King!
    *abbaraccia Kinguccia (o funghettina XD)*
    cmq passiamo alla fic... che bella! ^^ è scritto davvero molto bene, fluido e leggero! ^^ scrivendo in prima persona sei riscita a rendere benissimo i pensieri della protagonista e hai reso un'atmosfera magica! ^^
    complimentissimi King! ^^

    SPOILER (click to view)
    rating rosso! :ghgh: :fgh: :sbav: :nonameyet: :hop: :epilec:

    e con questo concludo! ^^"
    al prossimoooooooo! ^^
     
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5 replies since 7/1/2010, 22:35   106 views
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