"Vedo la gente morta"

Gen: Horror, fantasy, erotico par:Akuroku ( e tanti altri XD) note: Yaoi e non.

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  1. Lady in the flames of passion
     
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    eccomi finalmente qui con la mia prima fic su questo forum ^^ premetto che la lunghezza può spaventarvi, ma vi assicuro che la lettura è agevole e non la tira tanto lunga sulle descrizioni (l'ultima cosa che voglio fare è annoiarvi) Ringrazio di cuore tutti quelli che si appresteranno a seguirla. ringrazio Liberty89 che ha gentilmente letto in anteprima il capitolo e mi ha dato consigli su come miglioralo! ^^
    detto questo...buona lettura! ^^
    ps: ho dimenticato di aggiungerci una cosa...il rating toccherà il rosso e l'arancio scuro o arancio e basta a volte XD

    Capitolo 1. C'è qualcuno nel buio.

    Una brezza d’aria fresca lo colpì in viso e gli sferzò i corti ciuffi biondo grano, che si gettavano alla rinfusa sul capo. Roxas chiuse gli occhi, inspirando l’aria di pioggia che avvolgeva la folta vegetazione e si lasciò cullare dalle piacevoli carezze che il vento di giugno, stranamente piacevole e per nulla afoso, gli donava.
    Per la prima volta, trovò gradevole una serata trascorsa nella sua nuova casa e per la prima volta ebbe la sensazione che tutto sarebbe andato per il meglio, per quanto trovasse difficile andare avanti.

    ***

    Correva l’anno 1943 e gli orrori della guerra imperversavano ovunque.
    I suoi genitori avevano allontanato lui e suo fratello maggiore dalla città, temendo che presto sarebbero giunti anche lì. Avevano trovato dimora nell’inoltrata campagna, in un paese situato in un’altra regione, parecchio distante da casa loro.
    Sin dall’inizio, Roxas aveva disprezzato la sua nuova residenza, così come il paese e i suoi abitanti, nonostante avessero mostrato accoglienza e cordialità verso lui e la sua famiglia.
    “Benvenuti! Che splendidi bambini avete!”, “Questa è una torta che ho preparato poco fa... spero vi piacciano le mele!”; questi erano i primi discorsi che il ragazzo aveva udito e a essi si aggiungevano buffetti e carezze sulla guancia sua e del fratello, altrettanto disgustato dalla situazione.
    I genitori invece non aspettavano altro; sorridevano radiosi e ringraziavano, sfoggiando i loro migliori sorrisi e mostrando una felicità quasi innaturale agli occhi dei due figli, che rimanevano sbigottiti da quella gioia che non avevano mai avuto modo di vedere, nemmeno una volta da quando erano nati.
    - Questo trasloco deve essere davvero importante per loro. – Aveva sussurrato Riku all’orecchio del fratello minore, riavviandosi i capelli fino a poco oltre le spalle. Invece, Roxas non aveva proferito una sola parola ma si limitava a osservare serio e cupo, il paesaggio, chiedendosi se era davvero quello il posto dove avrebbe trascorso la sua giovinezza sino a quando la guerra non sarebbe finita.
    Il posto sembrava desolato e nonostante il calore che gli abitanti cercavano di emanare, era piuttosto freddo e aveva un che di sospetto. Il vento soffiava continuamente, emettendo sibili sinistri ogni volta che spirava sulle chiome degli alberi e scuotendo i loro rami simili ad artigli dalla forma minacciosa, che nemmeno i germogli dal colorito verde acceso riuscivano a nascondere.
    Le case sorgevano tutte vicino al paese, distante a qualche centinaio di metri dalla villetta, dove si erano stanziati i nuovi venuti.
    - Siamo in culo alla balena, in poche parole, fratellino mio! Come al solito! – Aveva esclamato Riku, da poco diciassettenne, facendo scorrere le nocche sulla testa arruffata di Roxas, che aveva preso a lanciargli insulti, intimandogli di lasciarlo andare.
    Così iniziò la nuova vita in casa Drewman, nella speranza che presto la pace sarebbe giunta, sotterrando le paure della seconda guerra mondiale.

    ***

    Richiusa la finestra, il benessere provato poco prima svanì com’era venuto, lasciandogli di nuovo senso di amarezza e d’inquietudine che non riuscì a reprimere.
    “Ma che diavolo mi prende?” Si domandò il ragazzo chiudendo gli occhi e sospirando. “devo smetterla di farmi troppi problemi... andrò a farmi un bagno, è quello che ci vuole.”
    Poco dopo, privatosi dei suoi indumenti, il ragazzo entrò nella piacevole acqua calda e fumante della vasca, avvertendo immediatamente un senso di piacere. Avvolto dalla dolce fragranza del bagnoschiuma alla fragola, immerse gran parte del corpo, lasciando scoperta solo metà della testa e gli occhi.
    “Ora va molto meglio... è solo questione di abitudine e...”
    Non finì il pensiero.
    Con la coda dell’occhio, catturò un movimento oltre la porta del bagno, in corridoio. Si mise a sedere e voltò la testa, ma non vide nulla. Udì solo un rumore di passi felpati, quasi impercettibili.
    Era sicuro di avere scorto qualcuno camminare lungo il corridoio, ma non avrebbe saputo dire chi fosse stato a causa del buio. Una cosa era certa: dopo il bagno, non vi erano altre stanze, se non la sua, quindi, chiunque fosse, era diretto lì. Gettò velocemente un’occhiata all’orologio da polso e vide che segnava la mezzanotte e mezza.
    “Sveglio a quest’ora è senz’altro mio fratello che vorrà il mio televisore portatile, adesso iniziano i suoi film preferiti!” Pensò maliziosamente Roxas e si alzò avvolgendosi l’asciugamano attorno al busto poco muscoloso ma ben scolpito, deciso ad accorrere in aiuto a suo fratello.
    Il sorriso scomparve all’istante non appena notò la porta chiusa della sua camera.
    “Ma che strano...avrei dovuto sentirla se l’avesse chiusa...” Il cuore iniziò a battergli forte senza un motivo preciso e strinse l’asciugamano con forza.
    “Devo essermi proprio rincoglionito...Ma che vado a pensare?” Scosse la testa e proseguì lungo il corridoio, tenendo gli occhi fissi sulla porta e tendendo una mano per afferrare la maniglia. Esitò un attimo, poi la abbassò con decisione e varcò quasi correndo l’uscio della sua camera. Gli occhi blu come il mare del ragazzo percorsero ogni metro della stanza, guizzando velocemente da un muro all’altro e cercando, sperando nell’intento, di scorgere l’alta e muscolosa figura del fratello.
    L’unico movimento che però colse era quello lento ondulatorio delle tende, mosse dalla timida corrente che penetrava dalla finestra aperta.
    “Ero così sicuro...Roxas, sei un emerito deficiente!” Pensò percuotendosi la testa con una serie di piccoli pugni, quasi come per inserirsi il concetto che ciò che aveva visto era solo frutto della sua mente bacata e dal malessere che provava a causa del trasferimento.
    La riflessiva scarica di pugni cessò quando rivolse di nuovo lo sguardo sulla finestra e nella mente gli balenarono queste parole: “Ma io avevo chiuso la finestra!” Spalancò gli occhi e a dispetto del volere del loro padrone, le gambe furono scosse da fremiti e iniziarono a indietreggiare fino a indurre Roxas a voltarsi e a correre fuori.

    per ora fine ^^ mi scuso se è un pò cortino ma se lo allungavo ulteriormente poi avrei fatto danni XD spero vi sia piaciuto!
     
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404 replies since 4/1/2009, 13:04   5148 views
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