Kingdom hearts III: the Keyblades War

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  1. CieL°
     
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    E dopo aver dato il mio contributo al Contest (votate per me, mi raccomando XD), posto il nuovo capitolo!

    Capitolo 8
    Notre Dame


    Lontano da Notre Dame, in un mondo ad un passo dall’essere eclissato nell’oscurità, ad un uomo i suoi fiammeggianti occhi gialli risplendevano in queste tenebre. I lunghi capelli grigi ricadevano sui suoi lineamenti decisi come se fossero acqua di un ruscello.
    Dietro di lui comparve da un corridoio oscuro un ragazzo molto giovane, dai lunghi capelli viola con un ciuffo che gli copriva la guancia sinistra e lasciava intravedere giusto il suo occhio.
    “Xehanort” disse quest’ultimo.
    “Ienzo” lo interruppe l’altro “Quante volte ti ho detto chi non voglio essere disturbato mentre mi trovo nel mio tempio?”
    Ienzo si guardò intorno: le massicce colonne bianche stonavano con tutto il resto dell’arredamento, completamente spoglio e nero; solo qualche candela di fronte a dove si trovava Xehanort illuminavano in parte la stanza.
    “Allora?” chiese ancora Xehanort “Per quale motivo sei venuto?”
    “Credo di aver trovato un Dis-Soul particolarmente interessante…” disse, mentre estraeva da una tasca una piccola boccetta con il simbolo di due cuori intrecciati.
    Quando la aprì da essa uscì del fumo e comparve un enorme bestione completamente grigio e nero, bloccato però alla boccetta da alcune catene, materializzate tramite il fumo anch’esse.
    “Lexaeus!” esclamò Xehanort.
    “O anche Aeleus, maestro; potete chiamarlo come volete” fece notare Ienzo.

    Kairi e Febo avevano appena raggiunto il mercato della città e si misero subito a cercare Topolino, Sora e Riku.
    Febo fu subito incuriosito da uno strano signore abbastanza basso e ricurvo su sé stesso, avvolto completamente in una mantella viola in modo che non si potesse vedere il suo volto, ma solo la sua pipa, la sua barba grigia e sotto la mantella i suoi QUATTRO piedi.
    Febò indicò l’individuo a Kairi, che riconobbe subito le scarpe di Sora e di Riku, mentre il Re che teneva in bocca la pipa se ne stava in spalla a quei due.
    Quando Poi Kairi li chiamò e quando il gruppo si ricompose, questi partirono verso la cattedrale di Notre Dame.

    Quando furono arrivati a fare guardia alla porta vi erano 2 soldati, e uno di questi puntò le armi verso i keybladers “Altolà, chi va… oh mio Dio, capitano Febo! Che le è successo? ” chiese questo, indicando la sua ferita alla spalla causata dalla freccia.
    “Nulla. Ora torna al tuo posto”
    Il soldato squadrò ulteriormente la ferita del capitano e poi lanciò un’occhiataccia ai keybladers, infine tornò a fare la guardia.
    “Come mai loro non sapevano del tuo tradimento?” chiese Sora mentre, assieme a Riku, teneva Febo sottobraccio.
    “Credo che non lo abbiano ancora saputo… Per nostra fortuna” rispose lui sospirando “Ora andate verso quelle scale; ci porteranno dritti alle torri”
    Salite le gradinate, i cinque si ritrovarono nel campanile della cattedrale.
    Qui vi erano altre due persone; una era una bella ragazza di carnagione scura, capelli scuri e occhi verdi, l’altro invece era un ragazzo completamente vestito di verde, capelli castani attinenti al rosso, una grossa gobba, un corpo tozzo e un molto brutto in viso; appena videro Febo in quelle condizioni, si precipitarono a soccorrerlo.
    “Siete stati voi?” chiese una bella ragazza
    “No. E’ stato attaccato dai soldati dopo che Frollo ne ha dato l’ordine perché dice che ha tradito la patria” rispose Riku
    “E lui l’ha fatto? Voglio dire, ci ha traditi tutti?”
    “No! Anzi, voleva solo salvare un povera famiglia di innocenti” rispose prontamente Topolino
    “Quel folle” continuò la ragazza
    “Non è un folle” la interruppe il ragazzo in verde “Lui mi ha salvato la vita”
    “Comunque sia” riprese a parlare la ragazza “Dobbiamo curarlo”
    Il ragazzo in verde lo tirò su e lo mise sdraiato su un piccolo lettuccio; la ragazza invece prese una borraccia d’alcol e lo versò sulla ferita, che tappò poi con della stoffa.

    “Io mi chiamo Quasimodo” disse il ragazzo in verde
    “E io Esmeralda”
    “Noi siamo Sora, Riku Kairi, mentre lui è il Re Topolino”
    “Piacere di conoscervi” disse Esmeralda
    “Per quale motivo Frollo ha dato del traditore a Febo?” chiese Quasimodo
    “Beh, stavano interrogando una famiglia di contadini alla periferia di Parigi, ma quando si sono resi conto che non sapevano niente ha voluta dar fuoco a casa loro; e Febo si è rifiutato” rispose Riku
    “E su che cosa stava interrogando quei contadini?” chiese Esmeralda, con l’espressione di una che conosce già la risposta
    “Mi pare fosse… la Corte dei Miracoli”
    “Immaginavo. Devo andare dai miei compagni ad avvertirli” disse Esmeralda
    “Avresti intenzione di uscire?” la bloccò Quasimodo
    “Si”
    “Ma sotto ci sono le guardie, e se esci la tua richiesta di asilo…”
    “Lo so già… però non posso fare altrimenti...”
    “Forse ho un’idea; vieni con me” le fece cenno di seguirla.
    Arrivarono al limitare di un balcone, e Quasimodo salì su questo “Aggrappi a me” disse
    Esmeralda, un po’ titubante dapprima si girò per chiedere ai ragazzi se potevano prendersi loro cura di Febo.
    “Stai tranquilla, con noi è in buone mani!” la rassicurò Kairi.
    Poi Esmeralda salì sul balcone anche lei, e dopo essersi aggrappata chiese a Quasimodo “L’hai già fatto altre volte?”
    “No!” rispose lui, e poi si buttò giù.

    Tra un salto e un appendersi a una guglia e l’altra, Quasimodo arrivò a toccare terra molto presto.
    “Grazie mille, Quasi. Ecco, questo è per te” disse, mentre si sfilava dal collo un ciondolo verde
    “Con esso avrai in mano l’intera città” disse, e poi se ne andò.
    Quasi risalì nel campanile giusto in tempo: stava tornando Frollo!
    “Signore, la zingara è fuggita!” lo avvertì un soldato
    “Cosa?”
    “E’ così signore, ci dispiace… non sappiamo come sia potuto accadere.”
    “METTETE A FUOCO E FIAMME L’INTERA CITTA’! TROVATE IL CAMPO DEI MIRACOLI, LI CI SARA’ ANCHE LA ZINGARA!”
    “Si, signore, subito!”
    “E in quanto al ‘come’ è fuggita… Penso di sapere la risposta” disse schivo, mentre fissava le sommità delle torri.
    Scese da cavallo e si diresse all’interno della cattedrale, verso il campanile.
    “Quasimodo” lo avvertì Riku “Sta tornando Frollo”
    “Dobbiamo nascondere Febo” gli rispose l’altro
    “Prendetelo e poi salite sulle travi” disse ancora Quasimodo mentre indicava il tetto delle torri, dove le travi sorreggevano le campane.
    Sora e Riku presero nuovamente a braccetto Febo, ergo salirono sulle travi con l’aiuto del Re e di Kairi.
    Poi arrivò Frollo.
    “Buongiorno signore” lo salutò molto cordialmente Quasimodo
    “Buongiorno Quasimodo. Volgiamo ripassare il tuo alfabeto, oggi?” chiese Frollo completamente indifferente
    “Certo signore, ne sarei felice”
    “Bene, cominciamo. A come…?”
    “Abominio” rispose Quasimodo
    “B come…?”
    “Bestemmia”
    “C come…?”
    “Caos”
    “D come…?” continuava Frollo
    “Delirio” continuava Quasimodo
    “E come…?”
    “Esmeralda”
    “COME?” urlò Frollo
    “ESTORSIONE! Volevo dire Estorsione!”
    “Menti! Pensi ancora a quella zingara”
    “Mi ha aiutato, è stata gentile con me”
    “TSK, gli zingari sono solo perfidi. Non né esiste uno diverso, rammentalo”
    “Si, padrone”
    “COFF”
    “Che è stato?” chiese Frollo, alzando lo sguardo
    Sopra di loro, Febo, ancora privo di energie, tossì; e alzando lo sguardo, Frollo poté vedere lui e tutti i keybalders nascosti.
    “Mi hai mentito ancora” disse, rivolto verso Quasimodo
    “No padrone, non capite”
    “Basta così. Scendete voi!” continuò, rivolto al gruppo di keybladers e a Febo
    “Non potete!” lo interruppe Quasimodo “Hanno fatto richiesta di asilo!”
    Frollo guardò male il campanaro, poi sbottò “Vorrà dire che mi accontenterò della zingara e di tutti i suoi compagni… in quanto a voi, non provate ad uscire, dato che aumenterò il numero di guardie all’esterno della cattedrale”
    E detto questo, se ne andò.

    I keybladers scesero dal loro nascondiglio
    “Scusa se ti abbiamo messo nei guai” si scusò Topolino
    “Non vi preoccupate” disse Quasimodo
    “Ehi Quasi… hai sentito anche tu cosa ha detto a proposito degli zingari?” gli chiese Febo, ppena rinvenuto
    “Già… è quello che mi preoccupa”
    “Credi che l’abbia trovata? La Corte dei Miracoli?”
    “Spero di no… ma non possiamo correre rischi: dobbiamo avvertire Esmeralda”
    “E come speri di trovarla?”
    “Beh… con questo” disse Quasimodo, estraendo il ciondolo che gli aveva dato poco prima Esmeralda
    “Mi ha detto lei stessa che con questo avrò la città in mano… credo sia una mappa!”
    “Quel sasso verde? Ma dai!”
    “Eppure è cosi, guarda: la croce al centro è la chiesa, questo è il fiume… e questo sassolino è la Corte.”
    “Farò bene a fidarmi di te che sono trent’anni che guardi la città dall’alto o sono impazzito io a reputare quel coso mappa?” disse Febo, mentre prendeva una mantella viola e se la metteva sulle spalle
    “Aspetta” li fermò Kairi “Noi che facciamo qui nel frattempo”
    “Se arriva qualcuno… picchiatelo!”

    Febo e Quasimodo attraversarono quindi l’intera città passando per i tetti, fino ad arrivare al punto segnato sul ciondolo.
    Aprirono il passaggio che si trovava dentro a una lapide, e poi scesero le scale, ma una volta dentro vennero fatti prigionieri dagli zingari stessi.
    “Guarda guarda chi abbiamo qui” diceva il capo degli zingari “delle spie mandate da Frollo?”
    “No, noi siamo…” ma né Febo né Quasimodo ebbero tempo di parlare dato che gli zingari li abbavagliarono.
    “E ora, miei fratelli… mandiamoli alla forca!”
    “NO!” lo interruppe una voce femminile
    “Esmeralda, perché mai non dovremmo ucciderli? Sono spie di Frollo”
    “Non sono spie, ma miei amici. Mi hanno aiutato a scappare dalla cattedrale”
    “E perchè non ce lo avete detto?” chiese il capo degli zingari mentre levava loro il bavaglio.
    “Perché non ce ne avete dato il tempo!” rispose acido Febo
    “Ascoltatemi, amici” cominciò a parlare Quasimodo “Non so come, ma Frollo ha scoperto dove vi nascondete.
    Dovete scappare, prima che sia troppo tardi…”
    “E’ già troppo tardi, caro il mio figliolo!” disse Frollo, irrompendo nella stanza accompagnato da decine di soldati armati.
    “Sapevo che sareste venuti subito qui ad avvertire i vostri compagni” cominciò lui a spiegare con tono nefasto “E seguirvi è stata cosa abbastanza semplice”
    “DANNATO!” gli si volle gettare contro il capo degli zingari, ma questo fu subito atterrato da un soldato.
    “Guardie” ordinò Frollo “Rinchiudete gli zingari e l’ex-capitano Febo nelle galere mobili qui fuori e lasciateceli fino all’indomani: voglio che assistano anche loro al falò che si terrà domani in piazza!”
    “E che ne facciamo del campanaro?”
    “Lui riportatelo nella cattedrale… ma fate in modo che non si possa più muovere di lì” disse, mentre sul suo viso il ghigno nefasto si allargava.

    Sul campanile, Sora, Riku, Kairi e Topolino stavano aspettando impazienti che Quasimodo e Febo tornassero…
    I minuti passavano inesorabili, quando finalmente sentirono rumori di passi echeggiare per le scale; ma dalla porta spuntò Frollo che teneva ammanettato Quasimodo.
    “Ed ora tocca a voi, lestofanti”
    Tutti e quattro fecero apparire il loro keyblade nelle proprie mani, ma Frollo fece segno di no col dito, indicando dietro di loro: decine di soldati armati di lance li circondavano da dietro.
    “Peccato tu ti sia scordato di dire ai tuoi nuovi amici che esistono due entrate per il campanile, non è vero, Quasimodo?”
    Sora guardò acerbo Frollo, ma alla fine dovette richiamare a sé il keyblade, cosi come i suoi compagni.
    Infine, Frollo schioccò le dita e un soldato portava avanti al suo capo numerose catene.


    Uàh, commentate!
     
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